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649004
LOSSERVATORE ROMANO
GIORNALE QUOTIDIANO POLITICO RELIGIOSO Non praevalebunt
gioved 27 ottobre 2011
Unicuique suum
Anno CLI n. 248 (45.893)
.
Benedetto
XVI
KABUL, 26. Nel momento in cui lAfghanistan impegnato a ridefinire la politica estera, in modo da rafforzare i legami con i Paesi alleati nella lotta al terrorismo, i guerriglieri insanguinano il territorio con un nuovo atto di violenza. Un camion pieno di combustibile, colpito da una bomba, esploso causando cinquanta fra morti e feriti. Lattacco avvenuto nella provincia di Parwan, nel nord del Paese. Riferiscono fonti di stampa che quando alcune persone si sono avvicinate per raccogliere il combustibile fuoriuscito dal camion, vi stata una grande esplosione, ha detto il portavoce del governatore provinciale. LAfghanistan, dunque, nuovamente segnata da violenze che mirano a destabilizzare il territorio. E ci avviene mentre il Governo di Kabul impegnato a ritessere le fila di unazione diplomatica in funzione di un argine ben saldo a fronte delle perduranti violenze. Per met novembre il presidente Hamid Karzai ha convocato una Loja Jirga, lassemblea delle varie realt del Paese, per ascoltarne il parere sulla definizione di un accordo stra-
tegico con gli Stati Uniti e su un nuovo meccanismo per avviare un processo di riconciliazione con i talebani. Qualche settimana fa Karzai aveva annunciato lintenzione di rinunciare al dialogo con i miliziani, alla luce dei ripetuti, vani tentativi di farli sedere al tavolo dei negoziati. Successivamente il segretario di Stato americano, Hillary Clinton, ha in qualche modo corretto il tiro, affermando che sarebbe pi opportuno lasciare la porta socchiusa al dialogo con i talebani, pur ovviamente con tutte le riserve del caso. Insomma, si ripete un copione gi noto: da un lato rimane fermo il proposito di sconfiggere i miliziani ponendo fine alle loro violenze; dallaltro, si pondera leventualit di unazione diplomatica con i miliziani, nella consapevolezza che il processo di riconciliazione senza i talebani potrebbe non avere fiato lungo. Prosegue dunque il difficile gioco di equilibrio tra le due opzioni di fondo: la via militare e quella diplomatica. Ma in Afghanistan, nel frattempo, le violenze non danno tregua.
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Venti anni fa veniva assassinato dal colpo di una calibro 25 lo storico romeno Ioan Petru Culianu
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Gli analisti sospettano che la corsa del Dragone stia rallentando
rato che il Governo sta facendo tutto il possibile per mantenere basso il livello dellinflazione, assicurando comunque una crescita superiore allotto per cento. A pesare, per, anche lo scontro con Washington sullapprezzamento dello yuan. Intanto, per, buone notizie arrivano dal fronte delloccupazione. La Cina, infatti, ha creato questanno, entro la fine di settembre, 9,94 milioni di nuovi posti di lavoro, superando lobiettivo dei nove milioni
che si era prefissa questanno. Lo ha annunciato ieri in una conferenza stampa il portavoce del ministero per le Risorse umane e per la sicurezza sociale, Yin Chengji. Alla fine di settembre il Paese asiatico ha registrato un tasso di disoccupazione del 4,1 per cento, lo stesso che era stato rilevato alla fine del secondo trimestre. Secondo i dati resi noti dal Ministero, circa 4,36 milioni di lavoratori che erano stati licenziati, sono stati
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Washington non esclude linvio di truppe di terra
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Venti anni fa veniva assassinato dal colpo di una calibro 25 lo storico romeno Ioan Petru Culianu
ventanni di distanza dalla scomparsa, avvenuta il 21 maggio 1991, Ioan Petru Culianu non cessa di suscitare interesse. Oltre che nel suo paese dorigine, la Romania, dove stato ricordato a Bucarest il 23 maggio scorso, a Iasi, la citt in cui nacque nel 1950, e in molte altre sedi, convegni su di lui si sono tenuti a Oxford (21-22 maggio) e allUniversit Cattolica del Sacro Cuore di Milano (3 maggio). Nellateneo di piazza SantAmbrogio Culianu trascorse quattro anni fondamentali, dal 1973 al 1976, maturando alla scuola di Ugo Bianchi le
Chi era Culianu? La sua vita e la sua morte ci riportano al comunismo e agli anni in cui lEuropa era divisa in due dalla cortina di ferro. Giunto fortunosamente in Italia dalla Romania per frequentare un corso di italiano a Perugia, Ioan Petru Culianu scelse lOccidente e chiese asilo politico in Italia. Era il 1972. Dopo alcuni mesi di vita raminga e disperata pass attraverso il campo profughi di Latina, dove fino al 1989 venivano raccolti quanti fuggivano dai paesi dellEst europeo, e tent anche il suicidio la generosit del rettore Giuseppe Lazzati e di Raniero Cantalamessa, allepoca direttore del dipartimento di Scienze Religiose, gli schiusero le porte della
Lo gnosticismo e la magia nel Rinascimento furono alcuni tra i grandi interessi di Culianu
idee che riverser poi nei libri successivi, ai quali dovuta la sua fama. In particolare Eros e magia nel Rinascimento (pubblicato in Francia da Flammarion nel 1984 e poi in Italia da Il Saggiatore nel 1987) e Les gnoses dualistes dOccident, apparso a Parigi presso Payot nel 1987 e poi tradotto in italiano dalla Jaca Book col titolo I miti dei dualismi occidentali. Dai sistemi gnostici al mondo moderno (1989).
Cattolica, accordandogli una borsa di studio che, per quanto modesta, gli permise finalmente un periodo di tranquillit. Cominci cos una delle pi strabilianti avventure intellettuali del secolo appena concluso. Alla fine del 1976 pass a insegnare in Olanda, a Groninga, e una decina danni dopo negli Stati Uniti, a Chicago, adottato dal suo celebre connazionale Mircea Eliade come proprio erede e successore.
Scrisse diversi libri, anche di narrativa, e innumerevoli saggi di storia e teoria delle religioni. Assurse cos a grande notoriet, ottenendo plauso e ammirazione, ma anche invidie e stroncature, fino alla tarda mattinata del 21 maggio 1991. Quel giorno, verso luna, Culianu entr in un bagno della Divinity School delluniversit di Chicago. Nel bagno accanto qualcuno si sporse sopra la parete divisoria e gli spar un colpo di pistola alla testa con una calibro 25. Unarma piccola, con la quale solo un professionista poteva uccidere esplodendo un solo colpo. Mor in questo modo il professor Culianu, a quarantun anni. Ma chi era Culianu? Proveniva da una facoltosa famiglia della migliore borghesia intellettuale romena, la classe sociale che il comunismo aveva colpito pi duramente, privandola di tutto ci che possedeva. Nato nel 1950, crebbe fra privazioni, umiliazioni e desideri di rivalsa, nel ricordo straziante del padre, morto in solitudine. Impar a mimetizzare, nascondere, dissimulare ci che pensava. Oltre alle lingue, che apprendeva con incredibile rapidit, si dedic allo studio delle tradizioni religiose, intese soprattutto come contropoteri, vie di fuga, rifugio dello spirito. Quando arriv in Italia la sua struttura intellettuale era gi formata, come il progetto dei libri che pubblic in seguito. Quanti lo conobbero allora (chi scrive fra questi) si resero subito conto di essere di fronte a un personaggio fuori dal comune, a unintelligenza che sovrastava tutti. Era trattenuto dalla povert, dalla solitudine, dal terrore di essere assassinato, ma in Olanda e negli Stati Uniti, man mano che crebbero riconoscimenti e successo, linsicurezza scomparve ed esplose il talento. In meno di ventanni fece pi strada di quanta qualsiasi accademico riesca a farne in unintera vita. Dove sarebbe arrivato? Non lo sapremo mai. Il suo assassino lo ferm quando aveva appena spiccato il vo-
lo. Perci il quesito inquietante che pone la vita di Culianu la sua morte. Perch lo ammazzarono? In quale rapporto stanno la vita e gli scritti di questuomo con il suo assassinio? Una minuziosa inchiesta condotta dal giornalista americano Ted Anton (Eros, magia e lomicidio del professor Culianu, apparso negli Stati Uniti nel 1994 e in Italia nel 2007 per le edizioni Settimo Sigillo) propende per il movente politico. Culianu non si era mai confuso con i dissidenti, ma il suo anticomunismo era lucido, senza sconti, e dopo la fine del regime di Ceausescu (1989) aveva denunciato in tutte le sedi internazionali, forte di un prestigio ormai consolidato e di possibilit daccesso ai maggiori mass media occidentali, le ambiguit di quanto era accaduto nel suo paese: pi una congiura di palazzo che una rivoluzione. Scrisse, parl, si espose, organizz la visita a Chicago dellex re della Romania, Michele. In cambio ricevette minacce e avvertimenti, tanto da rinviare il viaggio in patria dopo la fuga non aveva pi rimesso piede nel suo paese per il quale aveva gi prenotato i biglietti aerei. Sta in piedi dunque lipotesi che la decisione di eliminarlo possa esse-
Di probabile matrice politica lomicidio mise a tacere a soli quarantuno anni una voce intellettuale originale e di straordinaria finezza
re maturata nel clima torbido della Romania del tempo, dove ex comunisti della disciolta polizia segreta, la famigerata Securitate, e reduci del vecchio movimento della Guardia di Ferro prebellica si erano coagulati attorno alle posizioni ultranazionaliste di Romania mare (Grande Romania). Lipotesi avvalorata dal fatto che dossier Culianu raccolto a suo tempo dalla Securitate, oggi consultabile, risulta ripulito e privo di tutto ci che ci aspetteremmo di tro-
varvi, come ha rivelato sullautorevole Revista 22 Andrei Oisteanu (1622 maggio 2006). Ma le ipotesi non sono certezze e lasciano aperte altre possibilit, seppure molto meno probabili. Se oggi riparliamo di Culianu non , dunque, per riproporre una domanda di verit destinata, temiamo, a non avere pi risposta, ma per ricordare un intellettuale di straordinaria finezza e di sterminata cultura, una delle voci pi originali e solitarie di quel mondo variegato e complesso, oggi quasi dimenticato, costituito dai dissidenti fuggiti dalluniverso comunista. Fu uno studioso del fenomeno religioso ma non si richiuse mai nella seriet da obitorio (sono parole sue) di tanta cultura accademica. La rapidit di scrittura, le intuizioni, le generalizzazioni, tanto geniali quanto discutibili, lo portavano a volare pi alto della maggioranza dei suoi colleghi. Fuggito da un mondo totalitario, non era disposto ad acquietarsi nelle evasioni della filologia accademica o in una cultura sterile, salottiera. Lesperienza dellesilio lo aveva segnato molto pi di quanto non desse a vedere. La Romania, dove aveva lasciato la madre anziana e una sorel-
la, rimase sempre nel suo cuore. Ed in Romania che probabilmente si nasconde il segreto della sua morte. Come per tutti i dissidenti dal comunismo, limpatto con lO ccidente fu traumatico, tanto pi che giunse in Italia negli anni in cui il Pci toccava lapice del suo successo. Fu un trauma, per quel giovane poco pi che ventenne che era, dover accorgersi che qui lintellettualit era quasi tutta di sinistra. Il trauma si tramut in disprezzo e il disprezzo aliment lo scetticismo che era il sottofondo indecifrabile della sua intelligenza. In una riflessione autobiografica che stata pubblicata dopo la sua morte aveva scritto che il segreto dellOccidente consisteva nella sua capacit di dimenticare subito ogni cosa. Noi dissidenti, aveva soggiunto, non vogliamo esserne fagocitati. Oggi il mondo in cui visse non esiste pi, ma le infinite sofferenze degli uomini come Culianu la loro solitudine, il loro spaesamento e, nel suo caso, la morte oscura e inspiegabile sono diventate parte di noi tutti, della realt in cui viviamo, del futuro che ci sta davanti. Sono una componente imprescindibile del nostro passato. Cerchiamo di non dimenticare anche questo.
no, di solito a valle, segnala un cambiamento di vento apportatore di pioggia, mentre le campane del monte, se il suono distinto, indicano il sereno. Il manifesto futurista coglieva nel ruggito della locomotiva lonomatopea di un progresso liberatorio, ma vi era ancora ambivalenza nelle luci e ombre degli impressionisti, affascinati tuttavia da rotaie, ponti ferroviari, fumi della metropoli; prima, il doppio atteggiamento si coglie tra i globi di nebbia e vapore di Turner; dopo, tra solitudini alla stazione ritratte da simbolisti e metafisici. Vi ambiguit dalto livello sullOrient Express, nella citazione obbligatoria di Agata Christie; ma vi stata chiarezza disarmante nel binario nove e tre quarti di Kings Cross dove per la prima volta apparso Harry Potter alla sua autrice, Joanne Rowling, allora alle prese con sofferenze familiari, operando su di lei la prima magia. Vi la storia vera di Pio IX, ricordato il 3 settembre 2000 giorno della beatificazione dalle Ferrovie dello Stato per aver messo mano, tra i primissimi atti del pontificato, alla progettazione di unarticolata rete ferroviaria. Vi la storia verosimile di Phileas Fogg, il protagonista del Giro del mondo in ottanta giorni di Jules Verne, che arriva da Londra a
Brindisi nel 1872 a bordo della favolosa Valigia delle Indie, il treno che congiungeva Oriente e Occidente, transitando per la splendida linea Adriatica, allimmediato indomani dellapertura del traforo del Frejus e del canale di Suez. Nel settembre 2010, I luoghi dellinfinito dedicava un numero monografico al mondo in treno, narrando fra laltro della linea eritrea Massawa-Asmara che, progettata dagli italiani a fine XIX secolo, stata recentemente rimessa in funzione con mani amorose dalla gente del posto. Sono in commercio in Italia due mensili, I treni e Tutto treno, con un occhio speciale al mondo dei ferromodellisti ma godibili da tutti: con i dettagli tecnici e storici per chiunque voglia calarsi dal vivo nel contesto degli spostamenti umani degli ultimi due secoli dalle classificazioni dei locomotori e dei sistemi di trazione alle specifiche di scartamento adatte ai vari tracciati in uso nei diversi paesi, sino alle splendide immagini di percorsi ferroviari inusitati, dismessi o recuperati, la Spoleto-Norcia il classico esempio, insieme alla linea della Val DOrcia tutta da godere nella bellezza paesaggistica autunnale; non da meno la Faentina, inaugurata nel 1893 da Firenze a Ravenna con lintento di congiungere i due mari, alternativa-
loro sguardo buca le nostre ombre (2011), scritto con Jean Vanier. Si sono quindi succeduti gli interventi di Walter Baier, Remo Bodei, Anthony C. Grayling, Guillermo Hurtado e padre Laurent Mazas, direttore esecutivo del Cortile dei gentili. La tavola rotonda stata anche loccasione per presentare il volume Il cortile dei Gentili (Donzelli editore), che raccoglie saggi tra gli altri di Gianfranco Ravasi, Julia Kristeva, Sergio Givone, Massimo Cacciari, Augusto Barbera, Vincenzo Balzani e Giuliano Amato.
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Dal confronto ecumenico allincontro di Assisi
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Pubblicata una raccolta dei testi giuridici che regolano la neutralit del servizio pubblico
XIII,
di RICCARD O BURIGANA In Italia limmediata preparazione alla Giornata di riflessione, dialogo e preghiera per la pace e la giustizia nel mondo, convocata da Benedetto XVI ad Assisi, per il 27 ottobre, stata segnata da una molteplicit di iniziative, che hanno coinvolto le comunit locali. Un modo, non solo per ricordare quanto fatto da Papa Giovanni Paolo II per la promozione del dialogo tra le religioni a partire proprio dallincontro di Assisi del 1986, ma anche offrire un proprio contributo alla costruzione di un dialogo per la pace, fondato sullaccoglienza dellaltro e sulla giustizia. In questa molteplicit di iniziative, che hanno spesso assunto un carattere ecumenico fin dalla loro progettazione, sono almeno due gli elementi qualificanti. Da una parte linsistenza nellimportanza delle tradizioni francescane per la costruzione di una cultura del dialogo e della pace. E dallaltro la necessit di moltiplicare le occasioni di conoscenza tra le religioni in Italia. Per quanto riguarda il patrimonio delle tradizioni francescane si tratta di un aspetto che si venuto arricchendo in questi ultimi anni di numerosi contributi scientifici e di tanti eventi pubblici che, proprio alla luce del famoso incontro di san Francesco con il sultano al-Malik alKamil, nel 1219, nei pressi di Damietta in Egitto, hanno determinato una rilettura complessiva del ruolo dei francescani nella promozione del dialogo tra le religioni per la pace. Si cos pensato a un dialogo da costruire nella quotidianit e nella consapevolezza che linvocazione alla necessit di costruire la pace assume un valore profetico proprio per la difficolt di testimoniare quei valori con i quali la pace si realizza a partire dalla ricerca della giustizia nel mondo. In questa prospettiva si colloca lincontro promosso dalla famiglia francescana della Campania, a Parlargine di Ponticelli, domenica 23 ottobre, per una riscoperta dello spirito di Assisi che, a 25 anni dal primo incontro voluto da Giovanni Paolo II, mostra come la strada del dialogo, fondato sul rispetto delle tradizioni delle singole comunit, costituisca il fondamento per la denuncia da parte delle religioni della inutilit del ricorso alla violenza per risolvere qualunque tipo di controversia nella societ. Tanto pi quando la violenza diventa un mezzo per affermarsi. Con questo incontro, cos come altri, si voluto quindi legare la preparazione allincontro di Assisi del 2011 al rilancio di un impegno quotidiano con il quale manifestare la vocazione dei cristiani a essere testimoni della pace nel mondo. Con questa intenzione stato pensato anche lincontro, promosso dallUfficio per lecumenismo e il dialogo interreligioso dellarcidiocesi di Matera e dalla locale comunit francescana, proprio per gioved 27. Un appuntamento, attraverso il quale offrire alla citt un momento di riflessione, dialogo e di preghiera alla luce dello spirito di Assisi per interrogarsi su come i credenti debbano vivere la propria fede a servizio della causa della pace. Manifestando questo impegno anche
con una fiaccolata per le strade della citt lucana. Per quanto riguarda, invece, la dimensione della ricerca e, in alcuni casi, del rilancio del dialogo tra le religioni per contribuire al superamento di tensioni e pregiudizi nella societ contemporanea, va ricordato un incontro che si tenuto a Pavia marted 25. Con questo incontro, che ha assunto un valore particolare anche per il fatto di essere stato ospitato nella locale facolt di scienze politiche, si inteso promuovere una riflessione sul dialogo tra le religioni e le tradizioni culturali con una particolare attenzione alla situazione dellItalia che stata interessata da fenomeni migratori significativi o quanto meno percepiti come tali. Fenomeni, che hanno coinvolto uomini e donne di fedi e culture diverse, provenienti da diversi continenti e da differenti esperienze. Al vescovo di Pavia, Giovanni Giudici, stato chiesto dintrodurre la riflessione, ripercorrendo litinerario dello spirito di Assisi e la sua recezione nella Chiesa, nelle comunit religiose e nella societ. A Vincenzo Pace, docente presso luniversit di Padova, impegnato da anni nello studio della dimensione interreligiosa dellItalia, stato affidato invece il compito di presentare i pi recenti mutamenti della geografia religiosa. Significativa stata anche la partecipazione di rappresentanze delle diverse denominazioni cristiane presenti a Pavia. Una partecipazione che non solo ha dato un carattere ecumenico allincontro, ma ha anche mostrato il pieno coinvolgimento delle varie confessioni cristiane a questo tipo di iniziative per il dialogo. Testimoniando cos quanto sia diffusa e condivisa la volont dessere costruttori di un dialogo tra le religioni per la pace. Si tratta di una dimensione ecumenica che caratterizza molti incontri di questi giorni. Tra questi, particolarmente significativa si preannuncia, venerd 28, la celebrazione di una preghiera ecumenica a Frosinone, presieduta dal vescovo Ambrogio Spreafico. Alla preghiera se-
guir anche un incontro con la locale comunit islamica, proprio per sottolineare come lo spirito di Assisi costituisca per tutti i cristiani una spinta non solo a pregare per una sempre pi visibile unit, ma al tempo stesso per la riscoperta di una comune vocazione al dialogo con laltro. Per certi versi, infine, pu considerarsi esemplare, per una efficace sintesi della riscoperta delle tradizioni francescane per la pace e dellazione per lo sviluppo del dialogo tra le religioni, la giornata di studio promossa dallIstituto di Studi Ecumenici San Bernardino di Venezia, proprio per la mattina di gioved 27. Allincontro prenderanno la parola padre Tecle Vetrali, direttore della rivista Studi ecumenici per una riflessione sullo spirito di Assisi quale elemento per la costruzione del dialogo interreligioso alla luce dellesperienza francescana, e poi Antonio Rigopoulos, delluniversit Ca Foscari di Venezia, per una panoramica, non solo rivolta allItalia, sulla copresenza di elementi per il dialogo con rigurgiti di integrismo intollerante nelle religioni. La giornata sinserisce in un cammino per la promozione del dialogo tra le religioni, a partire da una sempre migliore conoscenza della proprio identit confessionale, che ha caratterizzato lIstituto di Studi Ecumenici in questi ultimi anni, con una serie di iniziative, tra le quali lattivazione di corsi di master in dialogo interreligioso e in teologia ecumenica, per offrire un approfondimento e un aggiornamento delluniverso interconfessionale e interreligioso che sempre pi caratterizza lItalia. La molteplicit delle iniziative per la preparazione dellincontro di Assisi alle quali si aggiunge anche quanto stato pensato per la giornata per il dialogo islamo-cristiano mostrano quindi che tanti battezzati in Italia hanno raccolto linvito a farsi pellegrini della verit e pellegrini della pace per essere testimoni della luce di Cristo che illumina il mondo.
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Il cardinale Jean-Louis Tauran sulla giornata di Assisi Benedetto
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Le tappe di un cammino lungo venticinque anni nel ricordo del cardinale Roger Etchegaray, tra i protagonisti di allora e di oggi
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I saluti ai partecipanti alla celebrazione della Parola
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Srdene pozdravujem slovenskch ptnikov, osobitne zo Skalice, Blatnho, Bystriian, Turianskeho Petra, Trnavy a iliny. Bratia a sestry, pozvam vs zjednoti sa duchovne v modlitbe za De reflexie a dialgu, ktor sa bude kona zajtra vAssisi. Slskou ehnm vs ivaich drahch. Pochvlen bu Jei Kristus! [Saluto cordialmente i pellegrini slovacchi, specialmente quelli provenienti da Skalica, Blatn, Bystriany, Turiansky Peter, Trnava e ilina. Fratelli e sorelle, vi invito ad unirvi spiritualmente alla preghiera per la Giornata di riflessione e dialogo che si svolger domani ad Assisi. Con affetto benedico voi ed i vostri cari. Sia lodato Ges Cristo!] Lepo pozdravljam romarje iz Martjancev v Sloveniji! Naj vam sveta apostola Peter in Pavel, ki sta svoje zaupanje v Gospoda Jezusa ohranila vse do muenike smrti, izprosita tako mono vero, da je ne bodo omajale nobene preizkunje. Naj bo z vami moj blagoslov! [Rivolgo un caro saluto ai pellegrini provenienti da Martjanci in Slovenia!
I santi Apostoli Pietro e Paolo che conservarono la loro fiducia nel Signore Ges fino al loro martirio, intercedano per voi affinch otteniate una fede cos salda che nessuna prova potr mai far vacillare. Vi accompagni la mia benedizione!] E infine rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare, saluto i giovani dellArcidiocesi di Trani-Barletta-Bisceglie, accompagnati dal loro Pastore Mons. Giovan Battista Pichierri, e gli alunni della scuola Sacro Cuore di Roma. Su tutti invoco, per intercessione della Vergine Maria, ogni desiderato bene e formulo fervidi voti che ciascuno possa rendere una generosa testimonianza cristiana. Saluto, infine, i giovani, i malati e gli sposi novelli. Lesempio di San Francesco dAssisi, sulla cui tomba soster domani in preghiera, sostenga voi, cari giovani, nellimpegno di quotidiana fedelt a Cristo; incoraggi voi, cari ammalati, a seguire sempre Ges nel cammino della prova e della sofferenza; aiuti voi, cari sposi novelli, a fare della vostra famiglia il luogo del costante incontro con lamore di Dio e dei fratelli. Grazie a voi tutti. Buona giornata.
NOTIFICAZIONE
Cappella Papale in suffragio dei cardinali e dei vescovi defunti nel corso dellanno
Gioved 3 novembre 2011, alle ore 11.30, il Santo Padre Benedetto XVI presieder, allAltare della Cattedra della Basilica Vaticana, la concelebrazione della Santa Messa con i Membri del Collegio Cardinalizio, in suffragio dei Cardinali e Vescovi defunti durante lanno. *** I Signori Cardinali, che desiderano concelebrare, vorranno trovarsi alle ore 11, portando con s la mitra bianca damascata, nella sagrestia della Basilica per indossare le vesti sacre. Tutti coloro che, in conformit al Motu Proprio Pontificalis Domus, compongono la Cappella Pontificia e desiderano partecipare alla celebrazione liturgica, vorranno trovarsi per le ore 11, presso lAltare della Cattedra per occupare il posto che verr loro indicato. Quanto allabito, i partecipanti si regoleranno nel modo seguente: i Signori Cardinali, i Patriarchi, gli Arcivescovi ed i Vescovi sulla veste propria indosseranno il rocchetto, la mozzetta e la berretta; gli Abati e i Religiosi: il proprio abito corale; i Prelati: il rocchetto e la mantelletta, o la cotta, sopra la veste paonazza con fascia paonazza, a seconda del loro grado; i Cappellani di Sua Santit: la cotta sopra la talare filettata con fascia paonazza. Citt del Vaticano, 25 ottobre 2011 Per mandato del Santo Padre Mons. Guido Marini Maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie
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presiede la celebrazione della Parola in preparazione alla giornata di Assisi
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quali si rende presente il sacrificio di amore di questo re mansueto e pacifico; il grande mosaico che costituisce il Regno di pace di Ges da mare a mare fino ai confini del mondo; una moltitudine di isole della pace, che irradiano pace. Dappertutto, in ogni realt, in ogni cultura, dalle grandi citt con i loro palazzi, fino ai piccoli villaggi con le umili dimore, dalle possenti cattedrali alle piccole cappelle, Egli viene, si rende presente; e nellentrare in comunione con Lui anche gli uomini sono uniti tra di loro in un unico corpo, superando divisione, rivalit, rancori. Il Signore viene nellEucaristia per toglierci dal nostro individualismo, dai nostri particolarismi che escludono gli altri, per formare di noi un solo corpo, un solo regno di pace in un mondo diviso. Ma come possiamo costruire questo regno di pace di cui Cristo il re? Il comando che Egli lascia ai suoi Apostoli e, attraverso di loro, a tutti noi : Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli... Ed ecco io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo (Mt 28, 19). Come Ges, i messaggeri di pace del suo regno devono mettersi in cammino, devono rispondere al suo invito. Devono andare, ma non con la potenza della guerra o con la forza del potere. Nel brano del Vangelo che abbiamo ascoltato Ges invia settantadue discepoli alla grande messe che il mondo, invitandoli a pregare il Signore della messe perch non manchino mai operai nella sua messe (cfr. Lc 10, 1-3); ma non li invia con mezzi potenti, bens come agnelli in mezzo ai lupi (v. 3), senza borsa, bisaccia, n sandali (cfr. v. 4). San Giovanni Crisostomo, in una delle sue Omelie, commenta:
Finch saremo agnelli, vinceremo e, anche se saremo circondati da numerosi lupi, riusciremo a superarli. Ma se diventeremo lupi, saremo sconfitti, perch saremo privi dellaiuto del pastore (Omelia 33, 1: PG 57, 389). I cristiani non devono mai cedere alla tentazione di diventare lupi tra i lupi; non con il potere, con la forza, con la violenza che il regno di pace di Cristo si estende, ma con il dono di s, con lamore portato allestremo, anche verso i nemici. Ges non vince il mondo con la forza delle armi, ma con la forza della Croce, che la vera garanzia della vittoria. E questo ha come conseguenza per chi vuole essere discepolo del Signore, suo inviato, lessere pronto anche alla passione e al martirio, a perdere la propria vita per Lui, perch nel mondo trionfino il bene, lamore, la pace. questa la condizione per poter dire, entrando in ogni realt: Pace a questa casa (Lc 10, 5). Davanti alla Basilica di San Pietro, si trovano due grandi statue dei santi Pietro e Paolo, facilmente identificabili: san Pietro tiene in mano le chiavi, san Paolo invece tiene nelle mani una spada. Per chi non conosce la storia di questultimo potrebbe pensare che si tratti di un grande condottiero che ha guidato possenti eserciti e con la spada ha sottomesso popoli e nazioni, procurandosi fama e ricchezza con il sangue altrui. Invece esattamente il contrario: la spada che tiene tra le mani lo strumento con cui Paolo venne messo a morte, con cui sub il martirio e sparse il suo proprio sangue. La sua battaglia non fu quella della violenza, della guerra, ma quella del martirio per Cristo. La sua unica arma fu proprio lannuncio di Ges Cristo e Cristo crocifisso (1 Cor 2, 2). La sua predicazione non si bas su discorsi persuasivi di sapienza, ma sulla manifestazione dello Spirito e della sua potenza (v. 4). Dedic la sua vita a portare il messaggio di riconciliazione e di pace del Vangelo, spendendo ogni sua energia per farlo risuonare fino ai confini della terra. E questa stata la sua forza: non ha cercato una vita tranquilla, comoda, lontana dalle difficolt, dalle contrariet, ma si consumato per il Vangelo, ha dato tutto se stesso senza riserve, e cos diventato il grande messaggero della pace e della riconciliazione di Cristo. La spada che san Paolo tiene nelle mani richiama anche la potenza della verit, che spesso pu ferire, pu far male; lApostolo rimasto fedele fino in fondo a questa verit, lha servita, ha sofferto per essa, ha consegnato la sua vita per essa. Questa stessa logica vale anche per noi, se vogliamo essere portatori del regno di pace annunciato dal profeta Zaccaria e realizzato da Cristo: dobbiamo essere disposti a pagare di persona, a soffrire in prima persona lincomprensione, il rifiuto, la persecuzione. Non la spada del conquistatore che costruisce la pace, ma la spada del sofferente, di chi sa donare la propria vita. Cari fratelli e sorelle, come cristiani vogliamo invocare da Dio il dono della pace, vogliamo pregarlo che ci renda strumenti della sua pace in un mondo ancora lacerato da odio, da divisioni, da egoismi, da guerre, vogliamo chiedergli che lincontro di domani ad Assisi favorisca il dialogo tra persone di diversa appartenenza religiosa e porti un raggio di luce capace di illuminare la mente e il cuore di tutti gli uomini, perch il rancore ceda il posto al perdono, la divisione alla riconciliazione, lodio allamore, la violenza alla mitezza, e nel mondo regni la pace. Amen.