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Aristotele Etica Nicomachea Volume 2

LIBRO SESTO La retta regola Va scelta la mediet,ossia la via di mezzo tra l'eccesso e il difetto. Aristotele svolge un indagine che cerca di chiarire quale sia la retta regola,ovvero la misura da tenere nella prassi,per realizzare il giusto. Il fine della retta regola stabilire quale sia la condotta virtuosa, una norma suprema della virt. Virt dianoetiche L'anima viene distinta in due parti: razionale e irrazionale Quella razionale, a sua volta si divide in parte scientifica e parte calcolatrice La virt la disposizione per la quale si compie nel modo migliore il compito dell'anima. Il compito dell'anima razionale la verit. Ne consegue che l'azione buona data dal retto desiderio,cio un desiderio che ha un fine eticamente positivo. Per trattarsi di un desiderio eticamente buono,occorre che esso segua ci che il calcolo determina. Le virt dianoetiche sono virt intellettuali,disposizioni attraverso le quali la parte razionale dell'anima perviene alla verit. Agiscono sia nell'ordine teoretico che nell'ordine pratico. Tre sono le facolt dell'anima: sensazione,pensiero e desiderio. Il pensiero (o intelletto) se insieme alla sensazione,sancisce la conoscenza teoretica,se insieme al desiderio, fonte di conoscenza pratica,di azione. L'atto morale una corrispondenza di desiderio e pensiero. Ci deve essere identit tra ci che il desiderio persegue e ci che l'intelletto enuncia. L'atto morale una scelta che diventa eticamente positiva grazie alla virt. Cinque sono le virt dianoetiche: la scienza, l'arte,la saggezza, la sapienza e l'intelletto La scienza la scienza conoscenza degli enti necessari e quindi eterni e incorrutibili. insegnabile e procede per deduzione sillogistica dall'universale, cio un insegnamento che deriva da insegnamenti precedenti. L'arte l'arte la disposizione che accompagna al ragionamento il produrre. Si occupa degli enti che possono essere diversamente da quello che sono. Sono gli enti naturali, gli enti oggetti di azione, e quelli oggetti di produzione. In mancanza di arte, la produzione non accompagnata dal ragionamento. La saggezza Per capire cos' la saggezza,ci chiediamo quali sono gli uomini saggi. Il saggio colui che capace di deliberare bene su cosa gli vantaggioso e lo conduce a vivere bene. Sar saggio chi sa correttamente deliberare. La saggezza una disposizione dove il ragionamento accompagna l'azione, e dirige l'agire secondo cosa per l'uomo vantaggioso,quali beni umani sono buoni. L'intelletto l'intelletto ci che ha per oggetto i principi che appartengono alla verit. la conoscenza dei principi primi,che precede il sapere. La sapienza ci che costituisce la virt; una scienza della realt, e dei principi. Il sapiente colui che esercita le arti nel modo migliore. Oggetto della sapienza sono: il motore immobile e gli astri,ovvero le scienze supreme. Non si occupa dell'uomo poich non la realt pi perfetta.

La saggezza:universale e particolare l'oggetto della saggezza,sono le cose umane,i beni realizzabili. La saggezza concerne le cose umane e delibera intorno a quello che il migliore dei beni realizzabili per l'uomo. Ed esige insieme alla conoscenza degli universali,quella dei particolari: conosce gli universali ma deve conoscere anche i particolari, perch dirige l'azione e l'azione ha rapporti con i particolari. La saggezza universale la legislazione,che si occupa delle norme morali ed istituisce le leggi nella polis. La saggezza particolare si occupa del singolo individuo, saggezza simpliciter, e si occupa di come l'individuo gestisce i rapporti familiari (economia) e quelli sociali (politica). La politica e l'economia sono necessarie per la cura delle proprie cose personali. la saggezza ha tre disposizioni: intendimento,perspicacia e buon senso. Ci permettono di giudicare atti relativi agli altri,che sono oggetto di saggezza. La buona deliberazione La natura della buona deliberazione la seguente: 1. la deliberazione non scienza,poich la scienza un sapere dimostrativo e non un ricercare,mentre la deliberazione una forma di ricerca. 2. non si tratta di sagacia,perch la sagacia immediata,mentre la deliberazione comporta necessariamente il ragionamento 3. non un'opinione,perch l'opinione si occupa di qualcosa di determinati,la deliberazione segue invece l'indeterminato. Inoltre l'opinione ha bisogno di enunciazione e la deliberazione di pensiero. Possiamo definire la deliberazione come una rettitudine del pensiero, che conforme a ci che utile e mira a raggiungere un fine. (fine che a sua volta sorretto anche dalla saggezza) SAGGEZZA E SAPIENZA Questioni alle quali aristotele risponde: 1. la sapienza non si occupa di realt contingenti, e quindi non ha a che fare con la felicit dell'uomo n con la sua moralit (felicit connessa a moralit) basta possedere qualit del carattere virtuose,per poter compiere atti buoni. Non occorre sapere cos' il bene. 2. a chi gi virtuoso non serve la saggezza 3. la saggezza inferiore alla sapienza e non pu darle comandi a) Per aristotele,sapienza e saggezza sono le virt delle due parti dell'anima razionale. Esse producono felicit b)la virt non sufficiente n alla felicit n all'azione morale,ma necessaria la saggezza che spinge ad agire verso un fine moralmente buono, e determina quali sono i mezzi per seguirlo. c)La saggezza da concretezza all'atto virtuoso. L'azione morale data dalla virt e dall'abilit nell'individuare i mezzi idonei per conseguire tale azione. La virt non rende la saggezza una mera furbizia,una sola abilit; la rende moralmente buona perch tende ad un fine buono.

LIBRO SETTIMO
Gli stati da fuggire sono : il vizio,l'intemperanza e la bestialit. Questi stati sono contrari alla virt e alla temperanza. Tra gli stati virtuosi e lodevoli abbiamo la temperanza e la fermezza di carattere, al contrario la mollezza e l'intemperanza sono stati malvagi. Vizio e intemperanza L'uomo temperante si attiene ai suoi ragionamenti, l'intemperante invece colui che consapevole di fare cose malvagie ma le fa poich spinto dalla passione. L'uomo temperante non segue le brame e si fa forza con la ragione. Ma come possibile che chi giudica correttamente quali sono le cose malvagie, agisca in maniera intemperante? Socrate sostiene la dottrina secondo la quale l'intemperanza non esiste, nessuno agisce per contrastare il meglio ma si agisce in questo modo per ignoranza. Coloro che non appoggiano la dottrina socratica,sostengono che l'intemperante vinto dai piaceri perch non possiede una scienza ma un'opinione. Nel possedere questa opinione,gli intemperanti credono di avere una conoscenza rigorosa, e fanno gli stessi ragionamento che si fanno nella scienza,ma non conoscono affatto tali ragionamenti. Ragionano come se fossero attori sulla scena. Non possiedono una scienza ma la recitano. Gli intemperanti,quando eccedono,non eccedono su tutto,in assoluto,ma eccedono in alcuni ambiti. La loro intemperanza un vizio ed un errore. Se l'intemperanza guidata dalla brama meno oltraggiosa dell'intemperanza dovuta all'impulsivit. L'incontinenza non curabile,mentre la temperanza lo . L'incontinente non capace di pentimento,persiste nella sua scelta, mentre l'intemperante portato a pentirsi. E sono migliori gli intemperanti che perdono il controllo di s,piuttosto che quelli che posseggono la regola ma la violano. Per essere incontinenti o intemperanti non basta perseguire un piacere,ma agire per un piacere che turpe. L'intemperante non segue la regola perch si lascia prendere dalla passione e dai piaceri del corpo,pi del dovuto. In questo l'intemperante e l'incontinente si somigliano,ma si differenziano perch entrambi ricercano i piaceri del corpo ma l'intemperante pensa che non si deve fare,l'incontinente non lo pensa. Essi sono vicini per quello che riguarda il ragionamento ma distaccati per quello che riguarda la scelta. L'intemperante conosce ed agisce volontariamente,ed vizioso a met. Egli assomiglia ad una citt che ha leggi giuste, ma non se ne serve,mentre l'incontinente una citt che usa le leggi ma ne usa di cattive. Bestialit la bestialit un male minore del vizio ma altrettanto temibile perch nella bestialit la parte migliore dell'uomo non corrotta ma assente. Le mancanze di saggezza, le vilt, se eccedono diventano o disposizioni morbose o disposizioni bestiali. Coloro che mancano di saggezza, e sono privi di ragionamento, vivono solo di sensazioni e sono bestiali. Mentre invece se questa mancanza di ragionamento data da delle malattie allora sar una disposizione morbosa. L'intemperanza pu avere una forma morbosa o una forma bestiale, mentre se pura e semplice allora detta incontinenza. Il piacere bene? La virt etica ed il vizio si basano sul piacere e sul dolore. Per la maggiorparte degli uomini vige la convinzione secondo cui la felicit di accompagna al piacere, chi beato felice. Per altri invece,nessun piacere un bene, non vi identit tra ci che buono e ci che piace. Per altri ancora,alcuni piaceri sono beni ma la maggior parte dei piaceri sono cattivi.

Ne deriva che il piacere non considerato come il bene supremo, esso ci che buono in senso assoluto e non per una determinata persona. Ma tutti sono d'accordo sul fatto che il dolore un male e qualcosa da cui fuggire. Il contrario del male il bene,ed quindi necessario che il contrario del dolore sia il piacere ed il piacere sia un bene. Se ci sono dei piaceri cattivi,questi non impediscono che un altro piacere possa essere il piacere supremo. La vita felice una vita piacevole: felicit e piacere sono intrecciati. Nei piaceri del corpo c' eccesso,ed il malvagio tale perch insegue tale eccesso, invece che seguire i piaceri necessari. Occorre godere dei piaceri quanto basta al necessario. I piaceri del corpo appaiono tra i pi desiderabili perch sono i piaceri a scacciare il dolore,e difronte agli eccessi di dolore gli uomini ricercano il piacere eccessivo ed intenso. Alcuni piaceri sono quindi rimedi per qualcosa che manca, per accidente che sono buoni,non sono buoni per loro natura, infatti sono perseguiti per la loro intensit. I piaceri che non hanno eccesso sono quelli che non vengono seguiti in relazione al dolore, sono piacevoli per natura e non per accidente. Non operano come rimedi.

LIBRO OTTAVO: L'amicizia. L'amicizia una virt ed necessaria alla vita,pi di tutti gli altri beni. L'amicizia anche una fonte di aiuto per evitare errori e compiere azioni moralmente belle. Se tra gli uomini c' amicizia e concordia,non c' bisogno della giustizia. Alcuni definiscono l'amicizia come una somiglianza, coloro che sono amici sono simili. Amicizia tra buoni L'amicizia richiama coloro che sono simili in virt,si tratta quindi di un'amicizia tra buoni, che in quanto tali vogliono l'uno ci che bene dell'altro. Questo tipo di amicizia perdura fino a che gli amici sono buoni e essendo cosa durevole la virt,anche l'amicizia che si basa sulle virt durevole. un'amicizia dovuta al bene e al piacere. Non possibile accogliere nella propria amicizia qualcuno senza aver prima ottenuto la fiducia. Amicizia per utile Invece, coloro la cui amicizia motivata dall'utile si lasciano col dissolversi del profitto,perch non erano amici uno dell'altro ma erano amici del loro interesse. La vera amicizia invece si basa sulla fiducia e sul non sapersi mai fare un torto. Le amicizie che non hanno queste caratteristiche sono solo delle somiglianze. Non diventano amici coloro che non provano piacere uno per l'altro, e sono tra di loro benevoli,cio si aiutano nei rispettivi bisogni ma non sono motivati dall'utile,questo tipo di amicizia propria dei mercanti. C' poi l'amicizia che comporta un rapporto di superiorit, come pu essere l'amicizia tra padre e figlio (o di una persona anziana verso una giovane): i genitori amano i figli in quanto riportano qualcosa di se stessi e questo lo stesso motivo per cui i figli amano i genitori. Ma i genitori amano i figli appena sono nati,ai figli invece occorre del tempo necessario a sviluppare intelligenza e percezione,prima di poterli amare. La loro relazione si basa sul forte legame di identit che li stringe e che li porta a definirsi come stessa radice molto importante in amicizia,esser allevati ed educati assieme ed essere coetanei, l'amicizia tra fratelli come un'amicizia tra compagni. I rapporto familiari rispondono alla regola secondo la qualel al rpova del tempo la pi lunga e la pi salda. Quindi tre sono le specie di amicizia: quelle di uguaglianza, di superiorit e di utilit. in amicizia,la somiglianza attaccamento, e rende simili anche coloro che hanno delle disparit poich amando l'amico si diventa buoni,e da qui deriva tra gli amici la somiglianza di virt. se si produce troppa disparit di virt gli amici non sono + tali e non ritengono giusto esserlo. L'amicizia cessa di sussistere se un amico molto distante,ma altrimenti anche quando molte condizioni sono venute meno l'amicizia pu perdurare.

Possiamo dividere l'amicizia in amicizia LEGALE e amicizia MORALE. Quella legale costituita su impegni, puramente mercantile. Quella morale invece si basa sul dono e sulla concessione di vantaggi agli amici,ma ritiene giusto ricevere un contraccambio. Tanto grande il dono che si fa,tanto grande l'utilit per chi riceve il dono,ed cosa moralmente bella contraccambiare in misura uguale o maggiore. Non onorato colui che non procura nessun bene,perch proprio di un buon amico venire in contro ai suoi amici. Amicizia e giustizia tre sono i tipi di costituzione: monarchia, aristocrazia, e timocrazia. La migliore forma la monarchia,la peggiore la timocrazia. Nella prima,il re si basa su cosa utile ai suoi sudditi,nella seconda il tiranno segue ci che utile per s. L'aristocrazia invece diventa oligarchia : la cattiveria di coloro che comandano li porta a distribuire le cariche pubbliche a se stessi o ai medesimi che non sono scelti in base al merito ma in base a quanto possono far mantenere la ricchezza nelle mani di coloro che detengono il potere. Qui l'amicizia si manifesta di conseguenza a come si manifesta il giusto: nelle forme devianti di costituzione,l'amicizia ridotta a poca cosa, al minimo nella costituzione peggiore. Nella tirannide non c' n giusto n amicizia. Nella democrazia invece l'amicizia di grande importanza,ogni amicizia consiste in una comunit. LIBRO NONO: L'amicizia parte 2. nelle amicizie,quando non si ottiene ci che si desidera,si vengono a creare le divergenze. Come regola generale,occorre contraccambiare i benefici e restituire ci di cui si debitori, e nel favore favori bisogna attribuire a ciascuno i favori che gli si addicono; per esempio ai genitori va dato sostentamento e onore, e ad ogni persona anziana va dato onore di conseguenza alla sua et. Con i fratelli e con i compagni va usata la schiettezza, e la comunanza di ogni cosa. In generale,ad ogni persona va gli va attribuito ci che merita a seconda della sua virt. Rottura delle amicizie Le amicizie verso coloro che non rimangono gli stessi si possono sciogliere, poich l'amicizia sar diversa da quella che si credeva, nasceranno moltissime divergenze. Se ci si inganna di essere apprezzati per il proprio carattere,ma l'altro non fa niente per farcelo credere,dobbiamo allora incolpare noi stessi della nostra illusione. Se invece siamo stati tratti in errore da una simulazione dell'altro,allora giusto accusare chi ci ha ingannato. Nelle amicizie per utilit invece,i rapporti cambiano poich si era amici dei vantaggi ricevuti e una volta che questi vengono meno, logico finisce anche l'amicizia. Se invece un amico diventa malvagio,non dobbiamo diventare simili a lui,ma dobbiamo aiutare coloro che hanno la capacit di correggersi e ricostruirsi il carattere. Se il divario cos grande in quanto a mentalit,non si pu rimanere amici perch non ci piaceranno le stesse cose, non proveremo le stesse gioie n gli stessi dolori. Non avremmo i medesimi sentimenti e senza di essi impossibile essere amici,giacch la loro assenza ci vieter di trascorrere la vita assieme. I malvagi i malvagi cercano persone con cui trascorrere le loro giornate,ma fuggono da se stessi, perch sono assaliti dal ricordo di molte azioni scellerate. Quando sono soli con se stessi,sono consapevoli del fatto che in futuro continueranno a compiere azioni simili,mentre se sono in compagnia riescono a non pensarci. Non hanno nulla di amabile e nemmeno verso se stessi non provano amicizia n si dispongono in maniera benevola. Essi sono pieni di pentimento. Solo fuggendo dalla malvagit e cercando di essere virtuosi si potranno avere sentimenti di amicizia verso se stessi e verso gli altri. I sentimenti di amicizia: la benevolenza e la concordia la benevolenza somiglia all'amicizia ma a differenza di questa pu rimanere celata,e pu sorgere senza una frequentazione abituale. Possiamo dire che la benevolenza l'inizio dell'amicizia,in quanto non possibile essere amici senza essere benevoli. Provare benevolenza vuol dire volere ci che buono per gli altri. Essa

un'amicizia inerte ma se si prolunga nel tempo e si aggiunge ad una frequentazione abituale,diventa amicizia. La concordia avviene quando gli amici hanno uguali vedute,interessi e prendono le stesse decisioni, ovvero quando mettono in atto ci che hanno in comune. La concordia pu essere un tipo di amicizia politica,in cui gli uomini sono d'accordo nel volere ci che giusto e vantaggioso ed aspirano a cose comuni. Le persone malvagie non possono essere n amiche n concordi. I sentimenti di amicizia derivano dai sentimenti che abbiamo dentro noi stessi. Proviamo piacere e dolore con noi stessi. L'amicizia comunione e come ci si rapporta a se stessi ci si rapporta agli amici. desiderabile trascorrere il tempo in intimit tra amici. E frequentandosi gli amici virtuosi accrescono le loro virt, si correggono a vicenda,modellano le proprie qualit su quelle degli altri. L'egoismo si deve amare se stessi o qualcun'altro? Coloro che amano se stessi sopra ogni cosa,sono definiti egoisti. Costoro si attribuiscono negli onori e nei piaceri,le ricchezze pi grandi, e vogliono possedere sempre di pi fino a diventare posseduti da brame e dalla parte irrazionale dell'anima. Occorre invece amare chi ci amico, e se vogliamo bene a qualcuno dobbiamo volergliene per lui stesso, e non per noi. Il virtuoso invece compie molte cose negli interessi degli amici e della patria, tralasciando ricchezze e onori. Essi hanno una grande bellezza morale, e la preferiscono ad ogni cosa. - La persona felice,ha bisogno degli amici? un'assurdit pensare che sono beati bastano a se stessi. Anche costoro hanno bisogno di amici, poich l'amicizia il pi grande dei beni esteriori e perch l'uomo un essere politico ed naturalmente portato a vivere in societ. Anche l'uomo felice ha bisogno di amici e proprio perch virtuoso, ci che desidera e prova per se lo prova anche per gli amici,pertanto se desidera la propria esistenza, desiderer anche l'esistenza dell'amico. - Il numero degli amici Gli amici in numero superiore a quelli sufficienti alla propria vita,sono superflui; degli amici vi una quantit limitata poich non si pu vivere in intimit con un numero illimitato di amicizie,e dividersi tra di essere. Non possibile vivere intensamente molte amicizie. Coloro che hanno molti amici stretti e si legano con tutti loro,in realt non sono amici di nessuno,sono soltanto compiacenti. - Quando si ha pi bisogno degli amici? Gli amici sono ricercati sia nelle prosperit che nelle avversit,l'amicizia la cosa pi necessaria nei momenti di difficolt ma anche la pi bella nei momenti di gioia. LIBRO DECIMO: Il piacere Il piacere proprio del genere umano. Si educano guidandoli mediante il piacere e il dolore,perch questi si estendono per tutta la nostra vita e sono fondamentali per la comprensione della virt e della vita felice. Ma il piacere bene o male? Secondo eudosso il piacere bene poich tutti gli esseri tendono ad esso, e l'oggetto di questo desiderio verso il piacere il bene. Il piacere porta quindi al bene cio a ci che tutti gli esseri giudicano buono. Si aggiunge al bene e lo rende pi desiderabile. Mentre il dolore per tutti un sentimento da fuggire. Per platone invece,il piacere non bene,perch il bene non pu essere reso desiderabile da nessuna aggiuna, inoltre il bene qualcosa di determinato al contrario del piacere che indeterminato. I piaceri differiscono per specie: si differenziano quelli che derivano dalle cose moralmente belle,rispetto a quelli che derivano da cose vergognose. Inoltre non si pu provare il piacere di chi giusto se non si giusti. Ma cos' il piacere? Il piacere non un movimento perch non ha un fine che una volta raggiunto lo rende perfetto, e non mira alla costruzione di qualcos'altro da s. Il piacere perfetto nel tempo in cui si svolge.

Per ogni sensazione c' un piacere, anche per la contemplazione e il pensiero che sono le attivit pi perfette e piacevoli. Il piacere perfeziona l'attivit, e pertanto rende perfetto anche il vivere,e questo ci che gli uomini desiderano. Il piacere strettamente connesso alla vita, e non possibile una separazione perch la vita attivit perfetta, e a rendere perfetta l'attivit il piacere. Coloro che operano con piacere,agiscono meglio, il piacere affina le loro attivit, le rende pi durature e migliori. Il piacere buono se proprio dell'attivit virtuosa,mentre perverso se fa capo all'attivit malvagia, e sono biasimevoli le brame che hanno per oggetto ci che turpe. La felicit la felicit il fine delle cose umane. A dare la felicit sono le azioni conformi alla virt, e accompagnate ad un impegno serio (che non pu essere un gioco) . Le cose serie sono migliori di quelle mosse dal riso, l'attivit pi impegnata quella pi in grado di muovere l'anima e la migliore,la pi capace di dare felicit. Questa attivit quella contemplativa, l'intelletto l'attivit pi alta e la pi continua e non tende a nessun fine all' infuori di se medesima. Il piacere deve essere mescolato con la felicit, e a possedere i piaceri pi meravigliosi la filosofia vista la sua purezza; la felicit sta nella vita lontana dagli affari, noi svogliamo occupazioni al fine di avere il tempo libero dagli affari,e facciamo guerra per trascorrere i nostri giorni in pace. I beni esteriori il sapiente pur sempre un uomo e pertanto avr bisogno della prosperit esteriore, occorre che il corpo sia in buona salute e abbia nutrimento e cura. Non possibile essere beati senza i beni esteriori, ma l'uomo per esser felice non necessita di numerosi ed eccessivi beni, il quantitativo dei beni deve essere bastevole al bisogno. sufficiente possedere la quantit di beni necessaria all'agire virtuosamente. Gli uomini felici sono coloro che sono stati serviti in misura giusta di beni esteriori, in maniera moderata. La persona felice non ricca, n potente, l'uomo felice appare alla massa come un uomo strano,perch la massa sensibile ai beni esteriori e giudica solamente in base a questi. Inoltre la persona felice ben cara agli dei perch essi rivolgono a chi ha una parte intellettuale simile alla loro, i maggiori favori. Etica e Politica non sufficiente conoscere la virt, ma bisogna possederla e praticarla. Il bisogno della politica nasce dal fatto che la massa non naturalmente portata ad obbedire a ci che meglio,ma alla paura. Non si astiene dalle azioni malvagie perch sono turpi ma perch teme le punizioni. La massa vive sotto l'impulso della passione,persegue i piaceri che le sono propri e fugge i dolori, ma non ha idea della bellezza morale e del vero piacere, poich non ha il gusto per provarli. L'animo va preparato con le abitudini perch se vive secondo passione non sapr mai capire un ragionamento che tenta di distoglierlo dal suo modo sbagliato di vivere. La passione non si sottomette alla ragione ma alla forza. Inoltre vivere nella moderazione non qualcosa di piacevole ai pi,soprattutto ai giovani. Per queste ragioni occorrono le leggi che definiscono il nutrimento per le persone e le loro occupazioni. Avremo bisogno di leggi per tutta la vita, perch la massa ubbidisce pi alla costrizione che al ragionamento, al castigo piuttosto che alla bellezza morale. Occorre una corretta cura pubblica, e chi vuol rendere migliori gli uomini,deve cercare di diventare un esperto legislatore, perch con le leggi che gli uomini possono diventare uomini dabbene.

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