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Relazione di storia romana di et imperiale ( 5 CFU) di Michele Rossi Febbraio 2011 Dione Crisostomo e l'Impero Romano Dione di Prusa

fu un oratore di lingua greca vissuto tra I e II secolo d.C. Le sue orazioni sono testi letterari della Seconda Sofistica. Dunque hanno molti aspetti retorici convenzionali e fittizi, tuttavia contengono anche alcune informazioni sull'Impero romano del suo tempo, confrontabili con altre fonti letterarie e epigrafiche. La sua nascita collocabile nel 45 d.C.1 Il suo nonno materno ebbe la cittadinanza romana2 , sua madre la ricevette dall'imperatore , suo padre invece non era cittadino romano. Era a Roma durante l'impero di Vespasiano, quando si sposa e ha un figlio,nell'82 d.C.3 eredita4 una propriet del valore di 440 mila dracme, circa 1.200.000 sesterzi. Domiziano lo esilia dalla Bitinia. Qualche tempo dopo Dione comincia una peregrinazione in diverse regioni della Grecia e della Anatolia. Pu esercitare il prestito di denaro. Era dunque piuttosto ricco, ma meno di Plinio il giovane , che aveva 20 milioni di sesterzi5. Claudio e Pasicrate6, i suoi genitori avevano curato molto la sua formazione culturale. Nel corso di una carestia la sua propriet s attaccata da alcuni rivoltosi, che lo accusavano di avere aumentato il prezzo del grano, prodotto nella sua propriet .e dunque sperimenta personalmente il pericolo della collera popolare7. Nel 97 dopo la morte di Domiziano, l'oratore va a Roma, alla morte del suo persecutore, cita il nuovo imperatore Nerva8 ,come un suo vecchio amico e da lui prende il cognomen Cocceiano. Quando torna a Prusa viene accolto bene da molte persone, anche se altre avevano tentato di appropriarsi del suo patrimonio durante la sua assenza9. Svolge una attivit politica soltanto nella su citt10 e non a Roma, come altri
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 Kienast 1971 p. 63 Dio Chrys Or 41, 6 , Sidebottom 1996 p. 452 Wikipedia. Dio Chrysosthom Bekker Nielsen 2008 Jacques Scheid 1992 Phot Bibl. 160 A Barry 1993 p 100 , OR XLVI,8-9 Dio Chrys. Or XLV, 2 , Sidebottom 1996 p. 451 Dio Chrys OR XLV , 9 Saller 2003 , p.13

intellettuali del II secolo d.C. ( Apuleio a Madaura, e Plutarco a Cheronea). Nell'Euboico espone la situazione di povert della Grecia del suo tempo, sotto il dominio romano. In questa orazione11 descritto un mondo rurale idillico e ameno , dove una famiglia di pastori viveva serenamente, fino a quando l'intervento dell'imperatore Domiziano confisca i loro beni a causa del mancato pagamento dell'affitto, e ordina l'abbattimento del loro bestiame. I pastori non possono pi praticare la transumanza e si trasferiscono sulle montagne dove praticano la caccia. Il cacciatore gli racconta un dibattito che ha udito in citt sulla cacciata degli occupanti abusivi delle terre e l'oratore esprime l'auspicio che siano generosamente concesse delle terre pubbliche per evitare lo spopolamento della Grecia12.Plutarco conferma una tale situazione difficile nella Grecia del suo tempo13. Il brano espone una esigenza diffusa nel mondo greco orientale, quella di sfruttare meglio i terreni pubblici. Alcuni capitoli dell'Euboico (133152) affermano una convinzione ostile alla ammissione nelle leggi della prostituzione. Questa attivit ritenuta sporca e malvagia e meritevole di essere proibita. Per Dione una delle pratiche dissolute della citt, qui stigmatizzata, a favore della campagna, ritenuta moralmente pi sana. Il discorso 21 riguarda la bellezza e d una valutazione negativa dell'imperatore Nerone14 per la sua malvagit. Conferma le voci sulle sue pratiche immorali , la castrazione dei suoi amanti l'attribuzione a loro di nomi femminili , l'incarcerazione della sua prima moglie Ottavia, e la sua condizione di omosessuale passivo . Dione riporta una tradizione storiografica senatoria ,che era antineroniana ed presente anche in Tacito. A Nerone attribuita anche una assenza di cura per il denaro e una voce sulla sua sopravvivenza anche dopo la destituzione da imperatore . Infatti erano apparsi numerosi falsi Neroni, che rivendicavano il potere: uno nel Ponto , un liberto in Italia15, e Terenzio Massimo nell'80 d.C. Alcuni di essi erano sostenuti dai Parti , nelle regioni orientali dell'impero.
11 Giardina 1986 p. 81 12 Jacques , Scheid 1990 , p.487 13 Jones 1978 p. 71 14 Dio Chrys OR XXI, 6-7 15 Tac. Hist. II,8-9 , TAC. Hist. 5 Zon. Chron. 11,18

Dione elogia Melancoma , un atleta valoroso , morto prematuramente che secondo Temistio fu amato dall'imperatore Tito. Tuttavia l'attendibilit di tale notizia discutibile. Alcuni discorsi di Dione riguardano le citt dell'Asia minore tra I e II secolo d.C, che erano abitate da popoli di lingua greca, ma erano soggette all'amministrazione romana. Dione vuole compiere un rafforzamento delle strutture cittadine sia edilizio, sia di popolazione e riprende simili osservazioni in numerose orazioni. Infatti favorevole ai ceti urbani e ostile ai proprietari terrieri che erano la aristocrazia locale delle citt greche. Perci egli favorisce l'ampliamento dei consigli cittadini fino a 100 individui16 , e per questo motivo i suoi avversari lo accusano di fare manovre segrete ed illecite. Traiano permette tale cambiamento. Il suo esempio sar seguito da Antonino Pio17, che far una simile concessione a una localit macedone. Nell'orazione 33 Dione difende i linaioli di Tarso18 e sostiene la concessione a loro della cittadinanza greca locale, dalla quale erano esclusi per la loro origine cilicia. Egli ritiene che essi siano importanti per la loro attivit artigianale e che possano avere una funzione politica salutare all'interno della citt. Essi versano 500 dracme. E Plinio19, che scrive riguardo alla Bitinia, riferisce di persone che per entrare nel consiglio municipale (Bul) dovevano pagare molto denaro, fino a 2 mila denari. Nelle parole di Dione emerge la preoccupazione per il fatto che in una citt ricca20 e frivola come Tarso all'inizio del II secolo d.C, prevalga l'elemento etnico indigeno e soccomba quello grecofono, che era favorito ai tempi di Augusto, alla fine del I a.C. Le parole aspirate della lingua orientale risuonano a Tarso in modo minaccioso, per un intellettuale greco che disprezza i Barbari traci, frigi e lidi21. Originario di questa citt anche l'apostolo Paolo22. A Tarso dedicato il discorso 34, che la definisce la maggiore citt della Cilicia e che ricorda
16 17 18 19 20 21 22 Dio Chrysos OrXLX , Jones 1978 p. 108 Cracco Ruggini 1989 p.231 , Sartre 2005 p. 495 , Dio Chrys OR XXXIV, 15-23 Plin Iun Ep X, 112 Jones 1978 p.71 Gangloff 1997 p. 68 Act Apost. 21, 39

gli onori che aveva ricevuto da Augusto23, tratta anche il rapporto dei suoi magistrati con la autorit imperiale. Esistevano rivalit intense tra le citt della Cilicia sia per motivi concreti , sia per onorificenze e privilegi24 . Ege protesta per il fatto che i suoi archivi siano trasferiti nel capoluogo Tarso25, e Mallo vuole celebrare i propri processi in proprio. Un brano del discorso26 cita le magistrature locali, come demiurgo , o ginnasiarco,rivestite solitamente dalle persone pi facoltose, che volentieri spendevano il loro denaro in questi servizi pubblici. In Cilicia transita probabilmente Traiano nel 113, all'inizio della sua spedizione contro i Parti. Quattro orazioni dalla 35 alla 38 sono dedicate ad altrettante citt della provincia di Bitinia e contengono numerosi elementi storici. Nel discorso 3827 l'oratore mostra le rivalit che intercorrevano tra le citt greche d'Asia , definendole compagne di schiavit che lottano per il primato. Gi dai tempi di Augusto le citt di Nicomedia e di Nicea erano state rivali per essere la sede del culto imperiale28. La mancanza di collaborazione tra le citt favorisce alcuni malfattori, che ne approfittano . La soluzione proposta da Dione la condivisione di una primazia , che era rivendicata anche attraverso emissioni monetali. La loro competizione riguarda anche la grandezza e la bellezza degli edifici29 e questioni economiche come il tributo , che viene versato al capoluogo della provincia30. Tra Nicomedia e Nicea ci sono legami di prossenia , ospitalit reciproca31 . Altro vantaggio della collaborazione la circolazione delle ricchezze tra una citt e l'altra32. Nicea, a cui dedicato il discorso 39, vanta la propria antichit . Dione nota anche che Prusa e Apamea sono complementari poich la prima produce il legno, e ha bisogno del porto della seconda per commerciarlo, dunque devono unire le proprie forze, invece di litigare.

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Or XXXIV, 7 Kienast 1971 p. 74 Kienast 1971 p. 67 Dio Chrys Or XXXIV, 31 , Kienast 1971 p. 72 Cracco Ruggini 1989 p. 234 Bekker Wilson 2008 p. 122 Bejor 1993 p 481, Or XXXVIII, DioChrys Or XXXVIII, 26 Dio Chrys. Or. XXXVIII, 22 Dio Chrys. Or XXXVIII, 41

La condizione giuridica di Prusa di citt stipendiaria che deve pagare un tributo a Roma33 Si possono confrontare le posizioni diverse tra Dione e Plinio il giovane. Il primo favorisce le spese della sua citt, Prusa. Il secondo intende tagliare le loro spese e si oppone alla costruzione di edifici. Plinio scrive della Bitinia. Appena vi arriva constata che molto denaro speso in modo non opportuno e esamina attentamente i debitori dello stato34. Secondo Plinio le citt della Bitinia volevano una autonomia fiscale35, gi riconosciuta da alcuni loro governatori. Una sua lettera36 mostra un processo dove coinvolto anche Dione. Egli coinvolge la sua citt nella costruzione di un edificio, attribuendole cos delle spese. Il suo portico molto costoso, e resta incompiuto per molto tempo. Solo alcuni cittadini erano favorevoli alla sua edificazione e le loro ritenute fiscali potevano essere utilizzate a questo scopo37. Voleva anche un grande edificio funerario per s stesso e per la moglie, anch'esso molto dispendioso. L'istituto della pollicitatio pecuniae compare in questo episodio38. Egli offriva il proprio denaro alla citt, secondo una tradizione di evergetismo. Era stato nominato supervisore di un edificio pubblico e gli era stato chiesto di presentare i conti al consiglio, ma poich non aveva provveduto nel modo adeguato, questa funzione era stata data alla corporazione39. Il governatore romano doveva essere consultato dalle citt provinciali che intendevano costruire grandi edifici40, e il permesso imperiale diventer obbligatorio dall'epoca di Antonino Pio. Plinio nel 111 convoca dei giuristi41 affinch partecipino ai processi che lui deve presiedere, come governatore provinciale. Accetta le richieste di Eumolpo e Archippo, che accusano Dione,il quale rifiuta un confronto pubblico con rivali che ritiene inferiori a s , e conta sull'appoggio dell'imperatore, fa collocare una statua di Traiano nel luogo del monumento funerario di sua

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Jones 1978 p. 5 Plin Ep X , 117 Cracco Ruggini 1989 p. 237, Plin Iun Ep X, 46, 48, 83 ,84 Plin Iun Ep X, 81 , 82 Dio Chrys Or LXVII, 13, 16-19 , Saller 2003 p.44 Desideri 1978 p. 407 Www.livius.org. Saller 2003 p. 44, Dio Chrys Or XL, 6 , Or XLV 5-6 Kokkinia 2004

moglie e di suo figlio. Viene evitato il processo de maiestate, che era invece spesso applicato con imperatori pi autoritari di Traiano. La risposta dell'imperatore che il governatore deve esaminare con cura i lavori pubblici che ha fatto eseguire. Chiarisce anche che Dione non pu rifiutarsi di fornire i conti delle proprie spese, che erano richiesti dai suoi accusatori Per Dione i Romani sono dei padroni intelligenti e saggi42, a cui bisogna obbedire. La sua strategia di concordia tra le citt bitiniche prefigura una coscienza nazionale , quando agli abitanti di Nicomedia consiglia di ottenere il rispetto dei governatori, preoccupandosi del benessere di tutta la Bitinia, ma tale percezione non poteva svilupparsi. L'organo istituzionale in cui doveva esprimersi era il consiglio provinciale, che aveva per competenze limitate. Secondo Dione le elites cittadine dovevano essere unite contro eventuali soprusi dei governatori e non dovevano contare solo sull'appoggio delle truppe imperiali43. L'ostacolo alla unificazione delle citt bitiniche era per la lex Pompeia che impediva la concessione della cittadinanza reciproca ai loro abitanti. Soltanto Apamea, per il fatto di essere colonia romana, non era soggetta a essa44 e poteva fare sedere nel proprio consiglio cittadino delle persone di Prusa. Aveva infatti onorato Dione e i suoi genitori. Ben due processi ai governatori della Bitinia vengono svolti all'inizio del II d,C. Uno era del 102 a Giunio Basso, e un altro nel 105 d.C a Vareno Rufo. Il senato li aveva assolti , ma i provinciali avevano rivolto un appello all'imperatore per cambiare la sentenza. Il discorso 43 riguarda un governatore della Bitinia, Giunio Basso, che viene condannato per corruzione (de repetundis) , perch si era arricchito in modo illecito durante il suo incarico. Vareno Rufo citato in termini lusinghieri da Dione45 , perch consente la riunione della assemblea e mostra benevolenza per la citt. L'intento dell'oratore in questo testo minimizzare i tumulti che avvengono a Prusa. Altro capitolo della limitata autonomia delle citt di Bitinia era la possibilit di celebrare i

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Jones 1978 p. 34 Desideri 1978 p. 416 Jones 1978 p. 92, Or XLI, 10 Dio Chrys Or IL, 1

processi46 nel proprio territorio. Ci avveniva a Nicea e a Nicomedia. Plinio e Dione divergono sull'amministrazione delle province, perch rappresentano interessi diversi , l'uno dello stato romano centrale e l'altro delle elites urbane grecofone, tuttavia convergono nella definizione dell'optimus princeps, che per entrambi era Traiano . Egli ha grandi capacit militari e politiche, governa sugli uomini, come Giove fa sugli dei47. Anche la sua amicizia risponde a una ideologia monarchica 48. I discorsi sulla regalit di Dione fanno parte di questa letteratura che definisce forme e funzioni dell'imperatore49, insieme al Panegirico di Plinio e all'encomio di Roma di Elio Aristide . Dione nei discorsi 4550 e 47 difende le sue scelte urbanistiche, criticate per il loro alto costo e accenna alla possibilit di chiedere al governatore provinciale di mantenere le promesse che aveva fatto. Vuole edificare non solo portici e fontane, ma anche opere maggiori,come fortificazioni, e porti per attrarre in Bitinia nuovi cittadini. Il suo ambizioso progetto ratificato dal proconsole , che convoca un'assemblea. Nel suo racconto l'approvazione dei cittadini unanime, ma alcuni funzionari sono in disaccordo e tentano di impedire la realizzazione del progetto. L'attivit politica di Dione favorevole al popolo, sebbene nell'orazione 50 egli dichiari di non avere mai aderito a nessuna fazione politica, in greco eteria51 , sebbene abbia rispetto per il consiglio cittadino. Nel discorso su Rodi52 Dione ricorda l'autonomia dell'isola e l'abitudine dei suoi cittadini a mettere iscrizioni e statue molto costose. Esse erano state risparmiate da Nerone , in onore al dio Helios ( il sole), mentre aveva saccheggiato altri santuari greci a Olimpia, e a Atene. La prosperit53 rodiese era per appannaggio di poche persone, Dione critica la spesa eccessiva

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Jones 1978 p.86 . In Cilicia Mallo aveva fatto la stessa richiesta ( Desideri 1978 , p 425) LE Glay, Voisin, Le Bohec 2002 p Dio Chrys OR I , 31-32 , OR III , 87-89 , Pani 2003 p 31 , Baldini 2008 p.43 Dio Chrys . Or XLV,12-14 Dio Chrys Or L, 2 www.lacuscurtius.com Jones 1978 p.27

dovuta alle statue , che comportano tasse esose per i cittadini54 . Nel discorso su Alessandria55 l'oratore greco d voce al malcontento di questa citt per l'inasprimento della tassazione voluto dal prefetto dell'Egitto , Tiberio Giulio Alessandro nel I d.C, che pone fine ai privilegi fiscali delle terre usiache e demaniali56. Si vede in questo discorso la diversa politica di due imperatori. Nerone aveva favorito i ceti umili della citt ed era prediletto da loro. Vespasiano invece aveva privilegiato i proprietari terrieri penalizzando la plebe alessandrina. Si ipotizzato57 che Dione esprima questo secondo punto di vista e che l'imperatore lo abbia mandato per tenere questo discorso , qualora risalga al periodo di Vespasiano e non a quello pi tardo di Traiano. L'oratore nota la passione degli alessandrini per giochi , spettacoli teatrali, e corse di cavalli e sottolinea il suo carattere riottoso e violento58, anche se non amava i giochi gladiatori. Il popolo di Alessandria si presenta a lui come multietnico, in esso compaiono greci, italici, siriani, arabi, indiani, sciti e persiani59. Dione riferisce che Pella, ex capitale macedone era spopolata e andata in rovina nel suo tempo, l'inizio del II d.C. E Luciano di Samosata conferma tale opinione. Un grave declino aveva segnato anche Tebe , come Dione scrive nella settima orazione60. Un' opera perduta di Dione riguardava i Geti, che abitavano la Dacia. Questo testo aveva forse informazioni storiche significative perch in quegli anni Traiano aveva conquistato questa regione nel corso di due guerre , nel 101-102 d.C e nel 105- 106 d.C e poteva esserci nell'impero un interesse a conoscere meglio quella terra61. in una di queste occasioni che Dione torna a Roma62.

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Dio Chrys Or XXX , 46 Dio Chr Or 42, Desideri 1978 p.101 Sidebottom 1996 p. 448 Barry 1993 p. 82 Dio Chrys. Or XXXII, 41 Dio Chrys. VII, 121 , Saller 2003 p. 35 Gangloff 1997 p. 53 Dio Chrys Or. L, 7

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