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Geova?
Negli testi sacri ebraici, o Antico Testamento, ricorre frequentemente un gruppo di quattro lettere,
detto tetragramma, traslitterate YHWH nel nostro alfabeto, le quali stanno per il Nome col quale
Dio si rivelò a Israele.
Col passare del tempo e per la peculiarità della lingua ebraica che si scriveva senza le vocali è
andata purtroppo perduta l’esatta fonetica di questo nome ed oggi non si ha la certezza della sua
corretta pronuncia. Per un certo tempo è stato pronunciato Geova, fino a quando, cioè, studi più
approfonditi non hanno appurato che Yahweh potrebbe essere il modo di pronunciarlo più
verosimile.
L’accezione Geova del Nome di Dio oggi è connessa prevalentemente alle dottrine del movimento
dei Testimoni di Geova e alla traduzione della loro Bibbia. Gli stessi Testimoni di Geova
ammettono: "Nessun uomo può oggi sapere con certezza come lo si pronunciasse in origine in
ebraico". (Ragioniamo facendo uso delle Scritture – pag.158).Nonostante questa presa d’atto, essi
affermano comunque che è necessario usare il Nome di Dio: "Geova Dio vuole che l’uomo
conosca il suo nome e lo usi". (Il Nome Divino che durerà sempre – pag. 12). Solo che la logica
non permette di conciliare due proposizioni così contraddittorie tra loro. In che modo si può usare
un Nome del quale non si conosce l’esatta pronuncia?Un aspetto interessante del Nome è quello
della sua etimologia. La Società Torre di Guardia, che è l’organo direttivo dei Testimoni di Geova,
è al corrente del ruolo che i nomi giocavano ai tempi biblici. Sa benissimo che, a quei tempi, un
nome era tutt’uno col carattere della persona o col significato della cosa che lo portava. Conoscere
il nome di qualcuno significava conoscerne la natura intima, possedere e controllare la persona o
l’oggetto che esso designava. Rivelando all’uomo il Suo Nome, Iddio gli rivelava in questo modo
qualche prerogativa del Suo Essere, facendogli conosce per esempio la Sua eternità, la Sua Santità
ecc. Da parte sua, l’uomo può comprendere solo molto limitatamente il suo Creatore. I nomi che
designano Dio non possono che comunicargli una conoscenza parziale e imperfetta. Un
nome,secondo l’antica mentalità ebraica, può essere considerato una sorta di contenitore, un
contenitore appena sufficiente a "contenere" (comprendere, racchiudere, appunto) le cose terrene,
limitatamente alla possibilità di conoscenza delle creature; ma terribilmente insufficiente a
contenere tutta la grandezza del Creatore: non esiste cioè Nome, nonostante la sacralità che gli si
possa attribuire, che potrà mai contenere tutta l’essenza dell’Essere infinito. Se così non fosse si
affermerebbe implicitamente il principio della limitatezza di Dio, visto che, tutto sommato, Egli
sarebbe soggetto alla capacità di comprensione e di controllo dell’uomo. La mentalità degli antichi
ebrei questo non lo sopportava assolutamente; da qui l'origine della consuetudine di evitare di
pronunciare il Nome divino.L’aspetto etimologico dei nomi ebraici ci offre un altro interessante
spunto di riflessione. A seconda di come sono state vocalizzate le consonanti delle parole ebraiche,
esse possono designare, di volta in volta, cose o persone totalmente differenti. Succede,
naturalmente, anche nella lingua italiana, come mostra questo esempio:
Per dei paladini della difesa della purezza della verità biblica, come i Testimoni di Geova
vogliono farsi passare, fare appello all’autorevolezza della tradizione è veramente un fatto
stupefacente, soprattutto conoscendo la vera opinione che generalmente ne hanno e gli
errori a cui essa può far incorrere. Eccone una prova:
•
"Girolamo riferisce che ai suoi tempi ‘certi ignoranti’, a motivo della somiglianza dei
caratteri, quando incontravano (il tetragramma) nei libri greci, erano soliti leggere II I II I
(PiPi)" (Il Nome … pag. 25). E nonostante questo, continuano ad asserire:
• "Geova è la pronuncia più nota e tradizionalmente accettata, essendo stata in uso per secoli
nella lingua italiana". (Ragioniamo … pag.159).
• 1 Corinzi 2:16: ha "Cristo" nei Codici Alfa, Alessandrino, Efraim, p46 e nella
Vulgata.
• 1 Corinzi 10:9: ha "Cristo" nel Codice D e nel papiro p46.
• Efesini 5:17: ha "Cristo" nel papiro p46.
• Colossesi 3:13: ha "Cristo" nei Codici X,C,D,Sy.
• Giuda, 5: ha "Gesù" nel Codice Vaticano, nell’Alessandrino e nella Vulgata.
Queste varianti stanno a indicare Gesù Cristo quale soggetto, sebbene la Traduzione
Nuovo Mondo riporti Geova.
Confrontando la versione geovista con qualsiasi altra traduzione si comprenderà la portata
del problema.
Giunti alla conclusione, domandiamoci: se, come abbiamo visto, le Sacre Scritture non
contengono la parola Geova, DA DOVE ESSA E’ VENUTA FUORI? I testimoni di Geova
lo sanno bene, tra i primi ad usarla furono dei … prelati cattolici e protestanti (Raimondo
Martini -1278- un domenicano spagnolo; Pietro Galatino - 1518- Giorgio Biandrata -1562-
un medico. Vedi " Il Nome Divino …" pag.17,18). Proprio così: essi hanno mutuato da
quella che hanno sempre considerato come la Babilonia spirituale della falsa religione il
nome col quale si identificano e nel quale vedono un segno distintivo del possesso della
Verità biblica!
Aggiornamenti:
"... il Tetragramma ... ricorre quasi 7.000 volte. Ciò nonostante, il clero e i traduttori del
giudaismo e della cristianità l'hanno deliberatamente omesso dalla maggioranza delle loro
traduzioni bibliche: Come possono asserire di conoscere Dio e di avere una buona
relazione con lui quando rifiutano di chiamarlo per nome? Il suo vero nome permette di
comprendere i suoi propositi e la sua personalità. ..." (da La Torre di Guardia 1-12 2002, p.
20).
" La KIT (la traduzione interlineare) dei tdG pretende di aver “restaurato” il Nome divino; ma
proveremo che essa, in effetti, lo ha nascosto.
La KIT riporta molte versioni, le cosiddette “J” versioni (per esempio J8, J13, J14 ecc.) che, altro
non sono, che delle traduzioni in ebraico del Nuovo Testamento, le quali riportano il Nome di Dio
nella forma “Yahweh” oppure “Jehovah”. In effetti, tali versioni riportano il Nome divino molte
volte di più di quelle dichiarate nella KIT.
A pag. 18 dell'edizione del 1969 si afferma: “All toghether, the apparances of the sacred
Tetragrammaton in the 19 Hebrew versions to wich to we have access total up to 307 distinct
occurrences” (Queste “307 distinte ricorrenze” sono listate anche alle pagg. 1148-51 di tale
pubblicazione).
Una ricerca, nemmeno del tutto completa, rivela che il Nome divino ricorre oltre 50 volte di più
nelle “J” versioni, quindi l’affermazione sopra riportata, secondo la quale sono solo 307 le
ricorrenze del Nome divino nelle “J” versioni è falsa e, piuttosto che “restaurare” il Nome, la KIT
lo nasconde, perchè? Lo scopriremo.
La versione J8 di Ebrei 1:10 [Ebrei 1:10 E ancora: «Tu, Signore, nel principio hai fondato la terra
e i cieli sono opera delle tue mani.] il Padre si rivolge al Figlio usando il Nome divino; si tratta di
una citazione del Salmo 102:25-27 LXX e determina “Chi” fu rigettato dagli uomini e scelto da
Dio e che riveste il Nome divino nelle versioni J13 e J14 di 1 Pietro 2:3 [1Pietro 2:3 se davvero
avete gustato che il Signore è buono.]. Infatti, come è riportato in Apocalisse 7:17 e 22:1-3, il
Padre e il Figlio condividono sia il trono che il Nome divino.
Guardiamo 1 Corinti 12:3 [1Corinzi 12:3 Perciò vi faccio sapere che nessuno, parlando per lo
Spirito di Dio, dice: «Gesù è anatema!» e nessuno può dire: «Gesù è il Signore!» se non per lo
Spirito Santo.] , la versione ebraica J14 traduce: “Gesù è Yahweh” a dispetto di ciò che è riportato
alla pagina 320 di Watchtower del 15 Maggio 1960: “None of the Hebrw versions render it
‘Jehovah Jesus’ “ [Traduzione: “Nessuna versione ebraica rende questo testo ‘Gesù è Geova’ ”].
Perché la Torre di Guardia non dice la verità? Perché "Nessuno può dire ‘Gesù è Yahweh’ se non
per lo Spirito!" -1 Cor. 12:3-
La profezia messianica di Isaia 40:3-5 è citata da Mt 3:1-3; Mc 1:1-4; Lc 3:1-6 e Gv 1:23. Isaia
parla di uno che prepara la via di Geova. Nel Nuovo Testamento, Giovanni Battista prepara la via
per Gesù. Sempre il profeta Isaia riporta: Isaia 8:13 “Santificate il SIGNORE degli eserciti! Sia
lui quello per cui provate timore e paura!”. Così riporta questo testo l’apostolo Pietro: 1Pietro
3:15 “ma glorificate il Cristo come Signore nei vostri cuori.”. E nelle “J” versioni? La KIT cita
questo testo in una nota a piè pagina nell’edizione del 1985, ma quello che essa non dice è che le
versioni ebraiche J7 e J8 riportano: “Sanctify Jehovah God (Who is Christ) in your hearts”
[Santificate Geova (che è il Cristo) nei vostri cuori]. In Isaia 8:14 Geova è una “pietra d’intoppo”
[Isaia 8:13 Santificate il SIGNORE degli eserciti! Sia lui quello per cui provate timore e
paura!Isaia 8:14 Egli sarà un santuario, ma anche una pietra d'intoppo,] in 1 Pt 2:8 è Gesù Cristo la
“pietra d’intoppo” [1Pietro 2:8 pietra d'inciampo e sasso di ostacolo». Essi, essendo disubbidienti,
inciampano nella parola; e a questo sono stati anche destinati.].
Nell’edizione del 1985 la KIT riporta diversi cambiamenti riguardo all’uso delle “J” versioni. La
WTS ha apparentemente abbandonato la pretesa di riportare tutte le occorrenze di “Geova” delle
Visita: www.testimonigeova.com