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richieste al padre di denaro avevano quasi sempre come scopo quello di migliorare le misere condizioni di vita di tutte le monache. Nel frattempo Galileo viveva nella Villa Il Gioiello a Arcetri, dunque vicinissimo alla figlia, alla quale rest estremamente legato fino alla morte della giovane, avvenuta nel1634.
LE LETTERE - Di Virginia rimangono 124 lettere scritte al padre, con il quale la suora ebbe una fitta corrispondenza tra il 1624 e il 1634, e che furono
strumento di conforto per entrambi. Le lettere, conservate gelosamente da Galileo, sono lettere piene di amore che ci fanno intravedere una giovane donna che, sebbene vivesse in clausura, si adoper per aiutare, anche in cose pratiche, il celebre scienziato. La prima lettera a Galileo datata 10 maggio 1623: venne scritte in occasione della morte di Virginia, sorella di Galilei, dalla quale Suor Maria Celeste prese il nome; in questa lettera, inoltre, Virginia ringrazia il padre perch le ha inviato in visione riservata la lettera che egli ha ricevuto dal nuovo Papa, Urbano VIII. L'ultima lettera, invece, risale al dicembre 1633, ossia a quando Galileo rientr da Siena per scontare gli arresti domiciliari inflittogli dal Sant'Uffizio al termine del noto processo. In altre lettere troviamo accenni del fatto che Virginia si prendesse cura di Galileo in molti modi. Ad esempio lei inviava al padre speziali, dolci, e frutta candita di cui Galileo era particolarmente ghiotto; gli raccomandava di andarci piano con il vino (raccomandazione di cui non sempre Galileo teneva conto); gli cuciva colletti o gli rammendava abiti; si faceva copista delle sue lettere a terzi o dei suoi manoscritti. Dalle lettere, inoltre, stato possibile apprendere che Galileo, uno dei massimi scienziati di tutti i tempi,
aveva personalmente riparato l'orologio del convento. Infine fu lei che, desiderosa di avere il padre pi vicino, riusc a trovare la Villa Il gioiello dove Galileo visse gli ultimi anni di vita. Galileo, da parte sua, non rispose mai negativamente a nessuna delle richieste della figlia, fosse denaro, fosse inviare del buon vino, fosse fare l'orologiaio, o qualsiasi altra richiesta. Le lettere che Galileo scrisse alla figlia, invece, sono andate perdute: queste, molto probabilmente, vennero distrutte dalla madre superiora che temeva una una compromissione del convento a causa della condanna di Galileo da parte del Santo Uffizio. Alla fine dei conti, si pu affermare che le lettere (per leggerle cliccare in questo LINK) sono la commovente testimonianza di un affetto capace dilluminare il crepuscolo di quel genio sofferente, tormentato dalle malattie e dallesito del nefasto processo. Dietro l'apparente cronaca quotidiana, queste lettere fissano in realt uno sguardo drammatico sulla societ del tempo che ebbe in Virginia una testimone deccezione.
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Angioni Federica IV F
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