Sie sind auf Seite 1von 4

,t

ri

iti

iI
,1,

l[l
l1 ,tL

iil
lil il il

chissimi possiedono, e solo riguardo a pochi oggetti, non ftat': tandosi Ji t n" facolt inn4ta, o conseguita, come la prudenza,, mer,tre ci si occu,pa d'altro), io_trovo--fra gli uomini.un'egua'.' gliama ancora maggiore di quella della forza' Infatti la pru' d"rrr" totr altro che esperienza; e, im tempi eguali, viene acquistata in eguale misura da tutti gli uom'ini, riguardo alle cose cui si appl,ic4no con eguale attenzione. Ci che pu fome *eguaglianza solo un vuoto conrendere i.r"t.ibiL questa perch quasi tutti si stimano piri, cetto della propria saggezza,

tutti gli alui uomin'i, eccettuati s saggi del ulgo, "io.-i pochi alri che apptovano per fama o per concordanza stess e di opinioni. Infatti la naturu degli uomini tale che, per quanjo possa,no riconoscere rnolti altri come pi ingegnosi o pi elo' i renti o pi dotti, difficilmente crederanno che molti siano *ggi ** loro, perch vedono il proprio jngegno da vicino, . l"e[o altrui a Jittu"r"' Ci per prova che gli uomini sono:

1.3. La condizione naturale degli uornini, in ci che riguarda la loro felicit e miseria La natura ha fatto gli uomini cos eguali, nelle facolt del colpo e del'la mente, che, sebbene a volte si trovi un uomo chia,"ti..rt" pi forte o pi pronto di mente di un altro, pure, in complerso, la differcnza fra uomo e uomo non cosl considerevole, da permettere a un uomo di rivendicare un vantaggio, cui un altro non po6sa a pari titolo pretendere' Infatti, per quanto riguarda la forua del corpo, il pi debole ne ha a suf- " fi.iunr" da uccidere il pi forte, sia con qualche trama segreta, ,sia alleandosi ad ailtd che corrono i suoi stessi pericoli, E riguatdo alle facolt della mente (lasciando da parte le arti fondate sulle parole, e specialmente quella di procedere 'secondo regole gener'ali e infallibili, cioe la scienza, che po70

'

r. che ognuno sia soddisfatto della pro'pria parte Da questa eguaglianza di capacit scaturisce l'eguaglianza, nella speranza di attuare i nostri fini. Quindi se due uomini desideiano la stessa cosa, di cui tuttavia non possono entrambi fruire, essi divengono nem,ici, e, nel perseguire il loro fine (che principalm-ente la conserv azione di s, e a volte so-lo il piacere), si sforzano di distruggersi o sottornettersi a vicendat Onde accade, che, se un aggressre non ha da temere nulla

" g.ror"le, il irigliore

q.r.rto riguardo egtrali, piuttosto che diseguali: infatti, irr s'egno Je['eguale distribuzione di u'na cosa

pi che il' potere individuale di un altro uomo' chi. pianta,


,emina, costruisce o possiede una dimora conveniente, deve con ogni probabilit attendersi che altri unisca'no le loro forze per rpossessado e privatlo non solo dei frutti del suo lavoro, ma anche della vim o della libert. E I'aggressore' a 6ua vo[ta, si trova a correre lo stesso pericolo, da parte di un altro.
l

E a causa di questa diffidenza reciproca, un uomo non ha modo pi ragionevole di garantire la propria sicurezza che I'anticipazione, cio 'l'i'mpadronirsi, cclrt la- otz'a o con I'astuzia,

I Cfr. Cartesio,

Discorso sul netodo,

(Opete,

I'

p. iJi)'

7l

ahro potere tanto forte da costituire per lui un pericolo: e questo non pi di ci che necessario alla conservazione, I ed in gener permesso. Poich inoltre vi so,no degli uomini che, traendo piacere dal contemplare il loro potere negli atti di conquista, spingono tali atti oltre la m'isura necessaria al'la loro sicurezza, gli a'ltri (che a,ltrimenti sarebbero lieti di restare manquilli entro modesti confini) non sarebbero in grado di sussisrere a lungo, se non accrescssero il loro potere con I'aggressione, e restassero sulla difensiva. Di conseguenza tale accrescimento del dominio sugli uomini, essendo necessario alla

delleipersone di quanti pi uomini pu, finch non vede nessun

La prima porta gli uomini ad aggredirsi per

acquistare

possesso, la seconda per la sicurezza,'\a teza Wr la reputazione' Nel primo caso essi ricorrono alla violenza per impadronirsi delle persone, delle donne, dei figli e deil bestia'me di almi uo:

mini; nel secondo, per difenderli; nel terzo, per delle scioc.
chezze come una parola, un sorriso, tma divergenza d'opinione o qualche altro segno di sottova'lutazione rivolto a,l'la loro per' sona sia direttamente, sia i,ndrirettamente (cio, alla loro stirpe, ai loro amici, nazione, professione o nome). Perci chiaro che, nel tempo in cui gli uomini vivono senza un potere comune che li tenga tutti in soggez,ione, essi s,i trovano in quella condizione che detta guerm; e che ta{e guerra di tutti contro tutti. Infatti la guerra non consiste sslo nell,a battaglia, o nell'atto di combattere, m'a in un periodo di tempo in cui la vo,lont di scendere ,in combatt'imento sufficientemente nota; e qu,indi la nozione di ternpo deve essere introd'otta nella considerazione della natura della guerra, come lo in quella della natura del ternpo atmosferico. Infatti la natura del maltempo non con'siste in un rovescio o due di pioggia, ma in una tendenza al\a pioggia ,per'molti giorni consecutivi; e cos la natura della guera non consiste nell'effettivo combatter, ma'in una nom disposizione in tal senso, per tutto i'l tempo in cui non c' sicurezza per una disposizione contraria. Ogni altro tempo pace. Quindi tutte le conseguenze di un tempo di guerra, in cui ogni uomo nemico di tutti gli altri, sono anche le conseguenze del tempo in cui gli uomini vivono con la sola sicurezza che procurata dalla loro forza ed inventiva. In tale condizione non possibile alcuna industria, perch il suo frutto incerto, e quindi non c' agricoltura, n navigazi'one, n I'uso dei beni che possono essere importati per mat; non vi sono abitazioni confortevcrli; non vi sono strurnenti per muovere e rmuovere

'

conservazione, deve essere permes,so.

Inoltre gli uomini non raggono piacere dalla compagnia


rreciproca, ma al contrario molta molestia, se non c' un potere capace di tenerli tutti in soggezione. Ognuno infatti si preoc' cupa che il suo cornpagno lo valuti come egl valuta s stesso;

'e ad ogni segno di disprezzo o di sottovalutazione, per natura si sforza, fin dove osa (cio, fra uomini privi di un potere comune che li tenga manquil'li, fino alla distruzione reciproca), di estorcere una pi alta valutazione di s, da chi lo disprezza, con la vendetta; e dagli altri, con I'esempio.
:.di contesa: in pr,imo luogo, la competizione; in secondo luogo, la diffidenza; in terzo luogo, la gloriat.
1 Rispetto ad E.,I,xiv,5 e C.,I,4-6, I'ordine di esposizionc di -queste -invertito: la gloria, in quei testi nominata per prima' diviggg cause -primo

,,:

' ;:,.1 , t''',i ,

:'11

:.:,

).t, tti

.r t,i .l .,ii!
1 ' :::

' ..) ....1


'

,' ora I'ultima,

posto dalla cornpetizione. Pif ed sostituita al precisamente, anzi, lo stesso cncetto di-gloria a cambia-re, perch ra H. chiama gloria quello che in E. e C- chiamava.confronto. Ul -gloria irel senso attribuito al termine in- quei test. rifetimento alla piuttosto da vedre nell'accenno agli uomini < che, raendo piacere dal lorc potere negli atti di conquista, spingono tali atti ontemplare oltre la misura necessaria alJ.a loro sicurezza >. In questo piacere con'

,li

il

passione fond-amentale dell'uomo, che conduce allo stato di,guetta, Strauss (Hobbes, p. l1); lna come osserva Fetscher ha insistito
(1.c.,

siste

la

vanagloria

vanit propriamente detta. Sulla vanit

come

p. 281) in l. la competizione3 r.at il posto della vanit, mme fattore di disordine. .Comunque innegabile lf maggiore accentuazione in L. dei temi utilitaristici, rispetto
(la
conco,rrenza borghe-se) tende

ko

a quelli edonistici.

oggetti che richiedono grande dispendo di forza; non c' conoscenza deilla superficie terresre, n calcolo del tempo, n arti, n lettere, n societil e, quel che peggio.,icrm,inano ia. continua paura ed ii f,e1.clo di',:iii. n.icrie vicicnt^, e ia vita del-

72

i
I'uomo solitaria, povera, soriida, besriaie e ccrtal. Pu sembrare strano, a chi non ha ben congiderato queste cose, che la natura dissoci in ta'l modo gli uomini, rerndendoli atti ad aggredirsi e a distruggersi a vicenda; e perci, diffidando di questa inferenza tratta dalle passioni, egli potrebbe desiderare di vederla confermata con I'esperienza. C.onsideri
,allora fra s come, intraprendendo un viaggio, egli si armi e cerchi di andare bene accompagnato; come, andando a dormire, serri la porta, e perfi'no nerlla sua casa serrii i suoi forzieri; e tutto questo pur sapendo che vi sono detrle leggi e dei pubblici ufficiali armati, per vendicare qua'lsiasi torto possa essergli fatto; e consideri quale opinione manifesta degli altr sudditi, quando vngga arrnato; dei suoi concittadini, quando serra la porta, e de suoi figli e dei suoi servi, quando serra i
l,1.

it

,l

simile Lndizione di guerra non sia,no mai esistiti; e io non','',li;i credo, iri effetti, che essa sia mai stata.genetale, in tutto il .r:':l mondo; anche se vi sono mo'lti luoghi in cui gli uomini vivono;,,: ,,, oggi, in tale modo. Infatti le popolazioni selvagge, in molti luoghi dell'Arnerica, non conoscono altra forma di governo che quel'la di piccole famigfie, la cui concordi'a dipende darlla concu. " piscenza naturale, e vivono al giorno d'oggi nel modo bestia,le , , ; di curi ho detto prima. Del resto si pu immagi'nare come vivreb. .", bero gli uom,ini, se non avessero da temere un potere comune, lr ,,
:

'll'i

jl,,:il
:t:1.::

forzieri' Non accusa egli stesso con le sue azioni il gerrere ,r*ano, come io lo accuso con le mie parole? Tuttavia nessuno di noi due accusa ,la natura del'uomo. I desideri, e le altre passionri dell'uomo, non sono in s stessi un peccato, n lo son'o le azioni che da tali passioni derivano, finch gli uomini non conoscono una legge che le proibisca; e le leggi non possono essere conosgiute prima che siano fatte, e non possono essere fatte prima che gli uomini si siano accordati sul,la perso.na che le deve farcz. ; Si potr forse pensare che un tempo com questo, o una

dalmododivivereincuidegliuornini,cheprimasonovissuti sotto un govrno pacifico, finiscono con il degenerare in gcca: sione di una guerra civile. Ma anche se non vi fosse mai stato un tempo in cui i singoli individui si trovassero in condizione di guerra fra di loro; pure in ogni tempo i re e le persone di autorit sovrana, a car.rsa della loro indipendenza, si sono sospettati rectiprocamehte, ponenrdosi nella condizione e nell'atteggiamento dei gla,

'

,,'r

diatori, con le armi puntate e gli occhi fissi negli occhi: cio, munendo di forti, di guarnigioni e di armi le frontiere dei loro regni; e inviando di continuo delle spie nei regni vicini; ci che costituisce un atteggiamento di guerra. Ma poich in tal modo essi sostengono lindustria dei sudditi, non consegue a tutto ci la miseria, che accompagna invece la libert dei singoli

L,e miserie della condizione naturale corrispondono quasi puntualai vantaggi che le scienze possono assicurare ai popoli civili (De corr., I,7),-1 che cittadino non pu conseguire che enuo [o Stato (C., X,l; cfr. L.,tr.v., 614-5). L'ideale baconiano (e in generale proprio della scienza moderna) del dominio dell'uomo sulla naturan appare uinai, in H., come realizzabile solo a condizione che, con I'istituzione dello Stato, I'uomo regoli prima razionalmente i suoi rapporti con I'uomo: .la politica precede e iend possibile la scienza e la tecnica. -problema

mente

il

individuit. Un'altra conseguenza di questa guerra di tutti contro tutti che null'a pu essere ingiusto. In essa non rovano luogo le nozioni di diritto e d'i torto, di giustizia e di ingiustizia. Dove non c' un potere comune, non c' legge; e dove non c' legge, non c' ingiustizia. Forza e frode sono, in guerra, le due virt oardina,li. Giustizia e ingiustizia non sono facolt del corpo n
della mente: se lo fossero, pouebbero trovarsi anche in un uomo solo nel mondo, csme i suoi sensi e le sue passioni. Esse sono qualit che si riferiscono agli uom,ini in societ, e non in so[,i' tudine, inolre una conseguenza di questa condizione che non vi s,ia propriet, n dorninio, n dlst'inzione di mio e di tuo,

.Hobbes si cautela facendo ricorso ad un argomento non teologico (avrebbe natuta deleta) e coe' potuto infatti riclriamarsi al peccato originale, ^lla i.nt" .o., la sua impostazion nominalistica. La natura dell'uorno, come .in generale ogni relt oggettiva, non buona n cattiva. Il tene e it male esistono solo in relazione alla legge; e, ove essa manchi, non

infatti la- Scriitura ce I'umo stato creato naturalmente

z,

Si apie qui un

grave

di ordine tmlogico: non afierma

buono?

si pu fare uso di tali


74

nomi.

r Rispetto ad E.,I,xiv,l2, e C.;1,13, vengono qui aggiunti gli esempi della gurra civile e delle relazioni internazionali.
75

Das könnte Ihnen auch gefallen