Beruflich Dokumente
Kultur Dokumente
DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE
STORICO-ECCLESIASTICA
DA S. PIETRO SINO AI NOSTRI GIORNI
SPECIALMENTE INTORNO
AI PRINCIPALI SANTI, BEATI, MARTIRI, PADRI, AI SOMMI PONTEFICI, CARDINALI
E PIÙ CELEBRI SCRITTORI ECCLESIASTICI, AI VARII GRADI DELLA GERARCHIA
DELLA CHIESA CATTOLICA , ALLE CITTA PATRIARCALI , ARCIVESCOVILI E
VESCOVILI, AGLI SCISMI, ALLE ERESIE, AI CONCILII , ALLE FESTE PIÙ SOLENNI,
AI RITI, ALLE CEREMOWIE SACRE, ALLE CAPPELLE PAPALI, CARDINALIZIE E
PRELATIZIE, AGLI ORDINI RELIGIOSI, MILITARI, EQUESTRI ED OSPITALIERI, NON
CHE ALLA CORTE E CURIA ROMANA ED ALLA FAMIGLIA PONTIFICIA, EC. EC. EC.
COMPILAZIONE
GREGORIO XVI.
VCL. XXXVII.
IN VENEZIA
DALLA TIPOGRAFIA EMILIANA
UDCCCXLVl.
^s. .
DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE
STORICO-ECCLESIASTICA
-^©^•^
JUB JUC
lett. VII, p. i5, spiegando tal ver- nario. Il Macri nel Hierolexicon e
setto, avverte che il lettore doman- nella Not. de' voc. eccl. dice che i
dando la benedizione al sacerdote greci ancora usano questo titolo
ebdomadario lo chiama Donine ,
, sincopato^ dicendo Kyros agli uo-
perchè quando si recita privata- mini e non Kyrios, che sì dà al
mente r uffizio si dice Domine ,
solo Iddio.
chiedendosi la benedizione imme- JUCA.TAN (Jucatan). Città con
diatamente da Dio. Quando poi il residenza vescovile nell'America set-
vescovo celebra l'uffizio e canta la tentrionale, chiamata ancora Meri'
lezione, dice Jube Domine benedi' day Emeriten , Merida o En>€rita
6 JUC JUC
Nova, neirindie occidentali. Jucatan Nuova Spagna, perchè assoggetta-
o Yucalan ovvero Menda è capo- ta alla monarchia di questo nome.
luogo dello stato di Jucatan nel Seguì lo stato i destini del Mes-
Messico o federazione Messicana. sico, cosi la città di Jucatan o
Giace in un'arida pianura, che dai Merida.
inedii colli si estende al golfo del La sede vescovile fu eretta per
Messico. JNon ha grande estensione, tutta la provincia del Yucalan, ad
ma è ben fabbricata, ed otto stra- istanza dell* imperatore Carlo V,
de rettilinee conducono tutte alla nel i547 dal Papa Paolo III; le
gran piazza centrale, che è abbel- fu assegnato per mensa ottomila
lita da diversi edifìzi, come dalla pezze, e dichiarata sulfraganea del-
cattedrale e dal palazzo del gover- la metropoli di Messico, come lo
no. Vi sono manifatture di coto- è tuttora. I Giovanni di
vescovi
ne e buoni artefici in rame. Vi 6. Francesco e Giovanni Porta, fu-
risiede la corte di giustizia per rono nominati ma non consecrati,
gli stati di Yucalan, Tabasco e di quindi il primo vescovo può dirsi
Chiapa. Lungo la via boreale del- Francesco di Toral, provinciale
la città per Bacalar s* incontrano francescano della provincia del s.
j pilastri sono lutti decorati di licitò con una lettera; mori nel
bassirilievi, che rappresentano ser- i636, dopo di aver convertito più
penti, lucertole, ed altri rettih. di quindicimila indigeni. Nel secolo
La prima conoscenza del Yucatan passato, dopo lunga sede vacante,
si deve al i5o2, ed a Cristoforo Benedetto XIV nel concistoro dei
Colombo, e Diaz de Solis che lo 6 marzo 174^ dichiarò vescovo di
accompagnava vi pose pel primo Jucatan fr. Matteo di Zamora fran-
il piede nel i5o8 ; ma la vera cescano, il quale ebbe seguenti suc- i
gnante Papa Gregorio XVI, nel Dagoberto, e non andò guari che
concistoro de' 17 dicembre i832, fece ritorno al monastero di Gael,
dichiarò vescovo di Jucatan V o- ove visse nella pratica delle virtù
dierno monsignor Giuseppe Maria religiose, e mori la notte del 16
Guerra nato nel Messico, già arci- al 17 dicembre, circa la metà del
diacono di questa cattedrale e par- secolo VII. Neir878 le sue reliquie
roco in diverse cure. furono trasferite presso i benedet-
La cattedrale, ottimo ed elegan- tini dell'abbazia di Marne nel Poi-
te edifizio, è dedicata a Dio, sotto touj poscia detta di s. Giovino.
il titolo di s. Idelfonso, con fonte Egli è nominato a* 16 dicembre
battesimale, essendo la cura delle nel martirologio di Francia ed in
anime affidala a due lettori. 11 ca- quello de' benedettini ; ma l'antico
pitolo si compone di quattro di- calendario di s. Mevenno non ne
gnità, la prima delle quali è il fa menzione che il di appresso.
decano, e di diversi canonici, bene- JULTANIA. Sede vescovile del-
ficiati, oltre altri preti e chierici l'Armenia maggiore sotto il catto-
addetti all'uffiziatura delia medesi- lico di Sis, il di cui vescovo Gio-
ma. L'episcopio, edifizio di buona vanni fu inviato al Papa Gregorio
struttura, resta vicino alla catte- XIII, dal cattolico Azaria.
drale. Olire la parrocchia di que- JUNCA. Sede vescovile della
sla^ nella città vi sono altre chie- Mauritiana Cesariana , nell' Africa
se parrocchiali munite di batti- occidentale, sotto la metropoli di
sterio, un monastero di monache, Giulia Cesarea, di cui fu vescovo
alcuni conventi di religiosi, diverse Glorino, esiliato da Unnerico re dei
confia terni te, ospedale e seminario. vandali nel 4^4-
La diocesi è amplissima, estenden- JUNCA o JUNGA. Sede vesco-
dosi per circa mille leghe, ed ab- vile della Bizacena nell' Africa oc-
braccia più città e luoghi. I frut- cidentale, sotto la metropoli di A-
ti della mensa vescovile sono tas- dramito. Ne furono vescovi Valen-
sati ne' libri della camera aposto- tiniano che nel 4^ ' trovossi alla
lica in fiorini 33, ascendendo le conferenza di Cartagine; Tertullo
rendite ad 8000 pondtrum illius esilialo nel 4^4 ^^ Unnerico re
monetae. de' vandali Verecondo del 552 o
;
8 JtJN JUW
alcune popolazioni che non gli ap- Calcedonia; Iperio che sottoscrìsse
partenevano. Reg. tom. XI; Labbé la lettera de* vescovi di sua pro-
tona. IV; Arduino tom. II. vincia all'imperatore Leone; Gior-
JUJVOPOLIS o JONOPOLI. Se- gio che trovossi al sesto concilio
de Tcscovile della Paflagonia Me- generale ; Eraclio che fu al settimo ;
diterranea neir esarcato di Ponto , Antesio che intervenne all'ottavo;
sotto la metropoli di Gangres o e Gregorio che fu al concilio- di
Gangra. Fu eretta nel IV secolo, Fozio. Oriens chrisL tom. I, p. 5S^.
RAL KAL
I(
K
Moscovia,
ACHINA.
la cui
Città vescovile di
sede fu riunita a
tedrale di
di s.
s.
Nicola, e quella
Giuseppe, la chiesa
de* luterani.
quella di Tuver capitale del du- L' industria vi è attiva. A poca
cato, che Giovanni Basilowitz ag- distanza da questa città presso Za-
giunse agli stati del czar. widzc, il generale svedese Marde-
KADEZADELITA. Setta mao- feld fu completamente battuto e
mettana che si dislingue per al- fatto prigioniero dall' armata com-
cune cerimonie che pratica in os- binata agli ordini del re di Polo-
sequio de' morti, e nelle orazioni nia Augusto II nel 1706. Quanto
che si fanno per essi. Ne fu autore al palatinato, una porzione di esso
Burgali-Effendi. V. il Marracci nel fu unita alla Prussia nel 1773, ed
suo Prodromus ad refutationem Ai- il restante nel 1793- Colla pace
Corani^ tom. IV, pag. i5. di Tilsit venne incorporato al gran-
RALISCH (Callisien). Città con ducato di Varsavia , e quindi al
residenza vescovile nel regno di nuovo regno di Polonia.
Polonia, sotto il dominio della Rus- Kalisch o Ralisz, Calisia, è re-
sia, capoluogo del palatinato del sidenza del vescovo di Uladislavia
suo nome, Callisìensis palatinatus (P^edi), ed è distante dieciotto mi-
antica provincia della Polonia in- glia da quella città. La sede di
feriore. Giace su tre diramazioni Uladislavia, di cui è concattedrale
del fiume Posna, in una fertile e Ralisch, ebbe origine nel 1170,
deliziosa vallata. E cinta da un quando vi fu trasferita quella di
muro fiancheggiato di torri rovi- Gruxvis suffraganea della metropoli
nose, con quattro porte. Rinchiude di Gnesna. Ma poi Uladislavia e
dieci chiese, due monasteri di re- Ralisch furono dichiarate suffraga-
ligiose,un convento di religiosi, un nee dell'arcivescovo di Varsavia, e
ginnasio cattolico, una scuola mi- lo sono tuttora. Il vescovo di Ula-
litare dallaquale escono prodi uffi- dislavia ha due suffraganei, uno
ziali, e vi si contano duecento ca- in Uladislavia, 1' altro in Cuj'a'
detti allievi. Avvi un teatro, un vìay nel luogo di Cedano nella
bel giardino pubblico, una casa di stessa diocesi di Uladislavia. Al
carità, tre ospedali, una sinagoga. presente il suffraganeo di Cujavia
Le strade sono larghe e bene la- non vi è, essendo stato V ultimo
stricate, distinguendosi quella di Lodovico Gorski chierico regolare
Breslavia e di Varsavia ; molte an- delle scuole pie di Cracovia, fatto
che vedonsi fiancheggiate di albe- suffraganeo e vescovo di Cesaropoli
ri. Le case sono bene fabbricate in partibus da Pio VI, nel conci-
e fra gli edifizi più osservabili si storo de' 17 settembre 1781: se-
contano il palazzo della woiwodia, condo le annuali Notìzie dì Roma,
m, cui risiedono i tribunali^ la cat- lo era aacora nel 1828. Cujavia
IO KAM KAM
è capoluogo della provincia del sui tartari ; essa fu considerata lun-
suo nome, sulla Vistola, ai confini go tempo come il baluardo della
degli stati prussiani. Anticamente Polonia dal lato della Turchia. Fu
apparteneva al vescovato di Kruscli- quasi totalmente abbruciata nel
wilz o Cruxvis, Cruscviciurn ^ il di 1669, e resistette alle armate dei
cui vescovo portava anche il nome turchi , de* tartari , de* Iransilvani
di Cujavia. Una porzione della e de' vallachi. I primi la presero
provincia di Cujavia col capoluogo nel 1672, e non la restituirono
passarono il dominio della
sotto alla Polonia che per la pace di
Prussia nel 1773, epoca del pri- Carlowitz nel 1699. I russi vi en-
mo smembramento della Polonia, trarono il 20 aprile 1793.
ed il restante nel 1793. La sede vescovile fu eretta nel
RAMEINEG {Camecen). Sede arci- i4«4> col trasferirvisi vescovo la-
il
ratore Paolo I, a cui il Papa inviò mila. I servi addetti al clero re-
per nunzio il prelato Litta, al quale golare de' due sessi, perchè eravi
1 insci riordinare le cose ecclesiasti- pure un monastero di njonache,
che, in un ^1 liprislinamento di erano mille settecentosessantacinque;
questa sede, ed alla diocesi di Ca- i capitali valutati in rubli io5,525,
niienecz si aggregò tutta la Podo- mentre le annue rendite si calco-
lia, al cui vescovo venne fìssalo lavano 15,779.
per assegnamento seimila rubli di RARLEL. Luogo della Scozia
argento, con un suffiaganeo. Laon- ove fu tenuto un concilio l' anno
de Pio VI a' i6 ottoìjre1798 ne 1 138. Anglic. tom. I.
dichiarò vescovo il nominato Gio. RASR o ROSR. Sede vescovile
Wicola già di Draso, essendo slato della provincia patriarcale o del
pur da lui fatto suffraganeo sino cattolico nella diocesi di Caldea
dal 1778 Ignazio Druski di Cra- presso Bagdad, che fu riunita a
covia, col titolo vescovile in parti- iSahatowan dopo essere slata de-
bus di Ebron. A Gio. INicola, Pio vastata dalle guerre. Oriens chrisC.
VII dichiarò successore l'odierno tom. I, pag. 1 177.
vescovo monsignor Francesco Bor- REIMBURGH Massimiliano Gan-
gia Machiewicz di Cracovia : a que- DOLFO, Cardinale. Massimiliano Gan-
sto Leone XII a' 28 giugno 1828 dolfo de' conti di Reimburgh o
avea dato per suflfraganeo Ignazio Rieimburgh ossia Ruenburgh, nato
Pawlowski, facendolo vescovo di in Gratz nella Sliria, ebbe la dis-
Megara in partihus. Quando Pio grazia di perdere nella sua fan-
VI istituì l'arcivescovato di Mobi- ciullezza i genitori. Portatosi in
le w, dichiarò questa sede sufTra- Roma atlese agli studi nel colle-
gauea di quella metropolitana e lo gio germanico, indi nel i643 ot-
è tuttora. In questa città non solo tenne un canonicato nella chiesa
vi risiede il vescovo , ma ancora di Eichstett, e nel i654 «n altro
un arcivescovo scismatico che pren- in quella di Salisburgo. Ritornalo
de il titolo di arcivescovo di Po- in Germania, fu promosso in detto
dolia e di Bratzlaw. Le parrocchie anno da Innocenzo X al vescova-
erano ottantuna, oltre tre succur- to di Lavant, dal quale Alessan-
sali, con cinquanlaquattro cappel- dro VII lo trasferì a quello di
le. Il numero de' sacerdoti ascen- Secovia ; finalmente il capitolo di
deva a centottanlaquattro. Vi a- Salisburgo nel 1668 lo elesse a
veano i loro conventi i francesca- pieni voti a suo arcivescovo, dove
ni del terzo ordine, i cappuccini, in tempo di carestia distribuì quan-
i domenicani, i carmelitani scalzi, to grano aveva ne' suoi granai ai
i francescani, i trinitari, con ven- poveri della città e della diocesi, e
ticinque conventi. Il seminario da somme immense di denaro. Fece
ultimo av^a^^uindici alunni. Il ve- edificare nella sua metropolitana
scovo godeva la pensione di sei- sei altari di nitido marmo, e in-
mila rubli. I servi addetti ai vil- trodusse nella città la divozione del-
laggi del clero secolare erano mille le quaranta ore e molte pie con-
novecentoquarantasei ; i suoi capi- fraternite Celebrava ogni gior-
.
ni a Gesù Cristo sulla sua vita e i Sebbene ormai sembri doversi ri-
suoi misteri, Parigi 1728. Queste petere il libro dell' Imitazione a
REM REi\ i5
Gersen, per quanto si disse a- Kempis, trovasi la stessa dottrina,
gli articoli Gersejt e Gersone il medesimo stile e metodo, che
\Fedi)^ va profittato della let- si legge nel trattato àoW Imita"
tura di opera sì preziosa secondo zione. Varie delle operette del
il savio avvertimento dell'autore Kempis che prima non erano mol-
medesimo: Non cercale di cono- to conosciute, furono tradotte dal
scere chi parla, ma fate attenzio- lodato Cesarini, e di recente in-
ne alle sue parole. Il Cancellieri traprese una nuova edizione col
nelle eruditissime Notizie storiche testo latino a fronte e col titolo
e bibliografiche di Giovanni Ger- di Collezione delle opere minori
seny dà pure quelle di Tomma*
ci di Tommaso da Kempis, cui chia-
so da Kempis, cogli scrittori sopra ma venerabile.
il libro dell' Imitazione chiamato KENET. Luogo della Scozia,
volgarmente il Kempis, de'suoi co- ove si tenne un concilio neir84o.
dici, edizioni e traduzioni di tale Anglic. t. I.
l' apostasia de' sassoni dominatori parò nel paese di Galles, ferman-
della medesima. Reg. t. XIY; Lab- dosi a Menevia presso s. Davidde,
bè t. V; Arduino t. III. dal quale si partì in seguito per
RENTIGERNA (s.). Figlia di andar a fondare il monastero di
Kelly principe di Leinster in Ir- Elgwy. Verso l'anno 56o, rimesso
landa, e madre del santo abbate Rydderch sul trono, s. Renliger-
Foelan o Felano. Rimasta vedova, no ritornò alla sua diocesi, ove
passò in Iscozia, e vi prese 1' abi- non cessò mai di travagliare per
to monastico. Edificò le sue sorel- la propagazione della fede e per
le, specialmente colla sua umiltà e la riforma dei costumi. Morì nel
colla pratica dei maggiori rigori 601 in età di ottantacinque anni,
di penitenza. Mori nell' anno 728, e fu sepolto nella cattedrale di
ai 7 di gennaio, giorno in cui è Glascow, di cui fu il primo pa-
menzionata nel breviario d'Aber- trono. La sua tomba vi fu sempre
deen. in grande venerazione fino al fa-
KENTIGERNO (s.), vescovo tale stabilimento del calvinismo in
di Glascow, onorato dagli scozzesi Iscozia. S. Rentingerno è onorato
sotto il nome di s. Mungo, che ai i3 di gennaio.
vuol dire il Bene amato. Uscì dal KERRUR. Città vescovile del
sangue reale dei Pitti, e nacque patriarcato de'caldei, nella Turchia
verso l'anno 5 16. Fu posto sotto asiatica, pascialatico; capoluogo di
la condotta di s. Servano vescovo sangiacato, posta sopra una mon-
ed abbate di Culros, il quale in- tagna che mezzo di
s'innalza in
spirogli grandi sentimenti di dol- una pianura. E difesa da una for-
cezza e di pietà. Circa l'anno 54o te cittadella posta sopra una sco-
fu tratto dalla solitudine, in cui scesa altura, ai cui piedi scorre il
vea procrastinato questo onore, per- o Cella Barine^ sta nella contea
chè la condotta ed i costumi di del suo noitie, nella baronia di
Giorgio erano più militari che ec- Ophaly e Salt. E amenamente si-
clesiastici. Passati tre anni ebbe il tuata sopra un' altura, ma è pic-
vescovato di Passavia, e la consa- cola e rovinata. Vi si vede, fra
crazione dallo stesso Sisto IV. Ciò gli altri avanzi della sua antica
diede motivo a gravi e lunghe importanza, una bella torre roton-
discordie tra la città ed il capitolo da alta i3o una
piedi, e quelli di
di Passavia, che non volevano rico- cattedrale e di due abbazie Nella .
noscere il ed il Pontefi-
cardinale, pianura di Curragh vi si fanno
ce e l'imperatore , che lo soste- quattro corse di cavalli. Rildare
nevano. Si fulminarono censure, e era una antica piazza di guerra ;
città cadde in potere de' francesi gliati sotto Guglielmo III. Questo
22 KIL KIL
tre altrove non si trovano che Ulster. La Rilmore, Kìl-
città di
KIO RIO 25
1839 due giovani di questa dio- portò una vittoria sui Petchenegui ; è
cesi furono ammessi nel collegio osservabile per la sua magnificenza
urbano di propaganda. e soprattutto pel sepolcro in mar-
RINNIA (s.), vergine dìrlanda, mo del suo fondatore : è uno de'piti
la quale fu battezzata da s. Patri- antichi e più belli templi della
zio che fiorì nel quinto secolo , e Russia. Ilconvento di san Miche-
ricevette dal medesimo il velo mo- le, che sta poco lontano, contie-
nacale. Nuir altro si sa di questa ne le reliquie di s. Barbara. Tra
santa ; ma la sua memoria è stata le altre dieci chiese che si trova-
assai per tempo venerata in Irlanda, no ancora in questa porzione di
le sue reliquie erano a Lowth nella Riovia , si distingue quella di san
parte meridionale d* Ultonia. Col- Basilio, fondata da Wladimiro il
gan e Bollando ne fanno menzio- Grande sulle rovine di un tempio
ne sotto il primo giorno di feb- degli antichi slavi ; quella di s. An-
braio. drea e quella della Natività della
RIOVIA o RIOW o KIEV B. Vergine, fondata pure da Wla-
Città arcivescovile della Russia eu- dimiro e dove questo principe fe-
ropea, capoluogo del distretto e ce deporre il corpo della sua avola
del governo del suo nome, residen- Olga. Il Podol, o città nuova o città
za sino agli ultimi tempi d'un ar- bassa, conservò il privilegio cheavea
civescovo metropolitano delle due ottenuto dai re di Polonia, d'essere
Russie; ed al presente del governa- governato dal suo proprio magistra-
tore civile e del governatore militare, to, che oggidì è ancora in qualche
non che d'uno dei quattro metropo- modo indipendente dai governatori
litani russi, e di un vescovo greco di Riovia. Vi si rimarca il gran
scismatico come il metropolitano sino collegio accademico, uno de'piìi im-
dal 1640. Sta sulla riva destra del portanti della R.ussia, e fondato nel
Dnieper, e sull'occidentale del Bo- i63i da Pietro Mohila, metropo-
ristene. Riovia si compone di quat- litano di Riovia ; Tedifìzio è in pie-
tro parti, cioè: la città vecchia, o tra e vastissimo: questo collegio suol
vecchia Kiovia^ situata sopra una contare circa millecinquecento allievi,
trice Caterina II. Queste quattro parti litare, e vedonsi le caserme, l'arse^
hanno ciascuna delle particolari for- naie, uno dei principali dell'impe-
tificazioni, e sono inoltre cinte da ro, ed i magazzini delle truppe. Fra
un vasto trinceramento, che le rin- le chiese si cita quella di s. Nico^
chiude tutte insieme. La città vec- la Taumaturgo eretta in legno so-
chia, un tempo residenza de'gran- pra un'altura, nel luogo o v'era il
26 KIO KIO
IX secolo, e rimarcabile per la bel- il numero di cinquemila ; molti fra
lezza e ricchezza de'suoi ornamen- loro vengono dalle contrade le più
ti, pe'suoi belli edifizi e vaste ca- lontane della Siberia , massime i
tacombe che rinchiude, nelle qua- ruteni scismatici. Qui noteremo che
li vi sono i sepolcri di molli santi il nome di ruteni suole adoperar-
di rito greco.Queste catacombe so- si esclusivamente per greci uniti
alla fede cristiana cadde nel tempo Il vescovo di Kiovia divenne arci-
che si frappose tra Fozio e Ceru- vescovo, metropolita, ed esarca di
lario patriarchi di Costantinopoli, tutta la Russia, con dodici sedi ve-
pei primi banditori cattolici man- scovili per suffraganee; cioè Leopo-
dati dal patriarca s. Ignazio. Si dice li, Premislia Chelma , Msteslaw,
,
alieni; che anzi diedero prove del- dusse seco lui in Cracovia. Diede
l' inlima loro unione con la Chiesa loro una chiesa, e tutto ciò ch'e-
romana e col sommo Pontefice, i ra necessario pel servigio divino,
cui legati furono dai russi ricevuti con promessa di farne costruire
onorevolmente, dopo aver scomuni- una più grande in onore della B.
cato l'infelice e perfido Cerulario. Vergine. Giacinto si affaticò per
In questo tempo la chiesa metro- la propagazione della fede cattoli-
politana di Kiovia venne chiamata ca in Polonia ed in Russia. Fu
per eccellenza il vescovato de'russi. ricevuto 1112 in Kiovia coi
nel
Fra gli altri metropoliti di Rio- suoi tre compagni domenicani, cioè
via nomineremo i seguenti. Gio- Godino, Floriano, e Bernardo o Be-
vanni III del II 64 si mantenne nedetto, colle dimostrazioni più
in amichevole corrispondenza col grandi di amore e venerazione;
Papa Alessandro III. Durava an- vi dimorò quattr' anni e fondovvi
cora la concordia tra la chiesa il magnifico monastero dedicato al-
russa e la romana ; i preti latini la ss. Vergine, il di cui governo
lavoravano tranquillamente a canto alla sua partenza dalla Russia fu
i preti russi, persino nel centro assunto da fr. Godino. Molli pre-
della loro chiesa di Kiovia. I ve- ti ed ecclesiastici di Kiovia, i qua-
scovi vennero in questa cit-
latini li in que' tempi doveano apparte-
tà per commissione e in compagnia nere alla chiesa greca, vestirono
de' principi cattolici dell'occidente, l'abito del novello ordine. Bernar-
ed ebbero ospitalissima accoglienza do fu fatto vescovo di Alicia o
dal clero e dal popolo del paese. Hallicianel i233 dal Pontefice Gre-
Venera ancora al dì d* oggi la gorio IX, ed ivi ottenne la palma
chiesa russa il pio monaco Anto* del martirio per la fede di Gesù
nio detto il romano, il quale ve- Cristo. La sede latina di Kiovia
nuto dalla parte di Lubecca in vanta per suo primo vescovo Ales-
Russia fondò un monastero sulle sio fatto dal Papa Benedetto Vili
sponde del Wolchof, a modello nel 1021 ad istanza di Jaroslaw
di quello delle grotte di Kiovia, duca di Kiovia, e perciò quel Pon-
e vi si adalicò instancabilmente a tefice fu fondatore del vescovato
propagare il cristianesimo. Il me- latino. Il secondo vescovo poi fu
tropolita Costantino fiorito nel 1
177 Gerardo domenicano fatto da Gre-
è venerato dai russi come un san- gorio IX, ed il terzo Enrico pur
to. Questa città ebbe pure i suoi domenicano creato da Giovanni
vescovi latini, sotto il patriarca di XXII. Il metropolita di Kiovia
Costantinopoli.Ivone successore di Massimo, nel 1299 trasferì la sua
Vincenzo, vescovo di Cracovia, cs- sede a Wladimiria ; ed il metro-
,
RIO RIO 29
polita Pietro, nominato nel i3o8, sto e dotto Gregorio Zamblak. Sì
la trasferì invece a Mosca. Alessio portò in Costantinopoli per rice-
arcivescovo di Riovia nel i353 fu vere dal patriarca e dall'impera-
forte difensore delia Chiesa roma- tore r istituzione canonica, ma non
na, e mori in odore di santità. Ai li trovò inclinati ad ascoltare le
tempi di Alessio fiorì il quarto universali lagnanze contro Fozio,
vescovo Ialino di Riovia, Giacomo ne dare retta alle preghiere del
domenicano dell'anno iSyy. La clero russo, perchè vedevano am-
concordia che regnò tra le due bedue il danno che loro proveni-
chiese sotto i metropolitani Pietro va per la divisione della sedia me-
ed Alessio, fu soltanto di passaggio tropolitana di Russia, la quale per
turbata dal Pimen,
metropolitano essi era una miniera inesauribile
il quale dopo morte del metro- la d'oro. Con tuttociò appena Grego-
polita Michele, che occupò soltan- rio ritornò a Riovia, i vescovi della
to pochi mesi la sede di Mosca e Russia meridionale si radunarono
morì nel 1379, si mise a conten- in Nowogrodek nel 1^1 5, e confer-
dere al pio e religiosissimo metro* marono a dispetto del patriarca di
polita Cipriano nel i38o il pos- Costantinopoli la nomina di Gre-
sesso di sua dignità; ma egli fu gorio, scomunicando Fozio, con so-
finalmente degradato dal clero e lenne atto in cui Riovia è chiama-
dal popolo in un concilio, e finì ta la madre delle chiese russe, la
della chiesa russa, salì sulla sedia ecclesiastiche. Quindi per tale scon-
metropolitana, co* maneggi i più venevolezza essersi eletti da loro un
detestabili, l'ambizioso Fozio greco degno metropolitano. Da quell'epo-
avarissimo. Crescendo le sue ini- ca la sedia metropolitana di Rus-
quità, e divenuto peggior di un sia fu divisa in quella di Riovia
ridionale, co' principi, boiari e gran- esarcati, ossia vescovati del mezzo-
di dell'impero, si adunarono in giorno ; la seconda quelli del set-
Riovia l'anno 14^4 ^ dichiararo- tentrione. Questo avventuroso av-
no Fozio decaduto dalla sua di- venimento preparò l* unione della
gnità^ sostituendogli il pio, mode- chiesa russa pel secolo XVL I me-
,
3o RIO RIO
Iropolitani di Mosca sì appigliaro- russi. Contemporanei di Gregorio
no a tutti i mezzi per riunire la furono Michele 1 e Andrea vescovi
sede di Rio via con la loro, ma in- Ialini di Riovia: sotto il secondo
RIO RIO 3i
dimostrazioni. Nel concilio vi eb- meno, dotalo com'egli era di co-
bero principalissima parte l'attivi- raggio, si portò subito, preceduto
tà del celebre Cessarione arcive- dalla croce latina e da tre pasto-
scovo di Nicea, e lo zelo d'Isidoro rali di argento, alla chiesa della ss.
metropoli lano di Russia. JNel gior- "Vergine sul K rem li no, ove fu ri-
no della festa de' ss. Pietro e Paolo cevuto dal clero, dai principi e bo-
del 1439, il cardinal Giuliano Ce- iari, e da numeroso popolo. Ognu-
32 RIO RIO
litana di Russia, per sìpoco tem- mefropoli medesimi diritti e pri*
i
secrò in Pioma nel i444- Nell'an* del regno come gli altri prelati,
no seguente ritornò a Riovia elet* ma non fu che di titolo, dappoi-
to metropolitano di tutta la Russia, ché i cosacchi non lo vollero sof-
munito di lettere pontificie a Ca- frire, come scrive Commanville il ,
ro lì. 1 tentativi del re per paci* mediati suoi successori nella sede
ficar granduca di Russia, e ri-
il di Mosca, non finirono mai di lan-
conoscere il nuovo metropolitano, ciare scomuniche contro i vescovi
andarono a vuoto. Wasilio III uniti con Riovia e con Roma
convocò subito i vescovi della me- chiamandoli apostati e traditori del-
tropoli a Mosca, e nel i447 ^^' la fede. A Gregorio II successe Mi-
KIO KIO 33
tlisprezzando iì cullo cattolico, e ne al mondo cristiano, nominata-
fovorcndo i greci scismatici ; quin- mente a* fedeli del loro rito, men-
di questi ebbero il predominio nella tre Giobbe col suo clero lanciò
Lituania, e l'unione si sciolse affat- orrende maledizioni contro le de-
to, ad onta dello zelo del Papa A- liberazioni de' padri di Bresta.
In
lessandro VI. 11 re Stefano Batto- questo tempo era XIV vescovo la-
li col suo attaccamento per la tino di Riovia, Giacomo duca Wo-
Chiesa romana preparò il glorioso roniecius, successore di Nicolao Pac.
ritorno della metropoli meridiona- JNell'anno seguente ivi i vescovi della
le di Russia all'unità, sotto il suc- metropoli di Riovia con Michele si
cessore Sigismondo HI; nel i589 radunarono in concilio ed inviaro-
Geremia patriarca di Costantinopoli no a Roma un'ambasceria per no-
essendosi portato in Mosca dichia- tificare a Clemente Vili la loro
rò il metropolitano Giobbe pa- riunione colla santa Sede, compo-
triarca di tutta la Russia per in- sta di due dotti vescovi.
trighi e donativi, ed insieme indi- Questi legati del clero ruteno
pendente da quello di Costantino- con numeroso seguito di ecclesia-
poli. Tultavolta l'erezione del nuo- stici e di principi polacchi e rute-
vo patriarcato della chiesa russa ni, furono accolti dal Papa cori
trovò grandi ostacoli non solo nel- amorevole cortesia in pubblico con-
la sede costantinopohtana, ma in cistoro. Ivi si lesse ad alta voce in
quelle stesse soggette al patriarca ruteno ed in latino la lettera dei
russo. L'orgoglio di Giobbe e di metropolitani e de' vescovi, cui ri-
Geremia trattarono tirannicamen- spose in nome pontificio il celebre
te Michele Nahosa elevato nel i589 Silvio Àntoniani poi cardinale. L'u-
alla metropoli di Riovia, ed i suoi nione si fece sotto le medesime
vescovi suffragane . Non potendo condizioni con che era stata con-
Michele più sopportare tante ves- chiusa nel concilio di Firenze. La
sazioni ed ingiurie, convocò i ve- Sede apostolica accordò loro tutti
scovi della sua metropoli in un i diritti, libertà e privilegi di cui
concilio a Bresta, e consigliossi con avevano sino allora goduto, e la-
loro a qual capo della Chiesa si sciò loro tutti i riti e Ife cerimo-
avesse ormai ad obbedire, se al re- nie nell'amministrazione de* sagra-
cente patriarca Giobbe di Russia, menti e nella celebrazione delle
ovvero al santo patriarca di tutta altre ecclesiastiche funzioni in uso
la Chiesa cattolica di Cristo il Pa- presso di loro innanzi all'unione,
pa. Tutti unanimamente dichiara- purché non ripugnassero ai dora-
rono, ch*essi in avvenire volevano mi della Chiesa cattolica. Il Papa
soltanto obbedire al sommo Pon- confermò il metropolita di Riovia
tefice di Roma , successore di s. nel suo possesso degli antichi di-
Pietro, e ritornare nel grembo del- ritti e giurisdizioni, compreso quel-
l' una, vera ed apostolica Chiesa. lo di consacrare i vescovi della
Dopo poche sessioni stesero li 2 sua metropoli, chiedendone prima
dicembre iSpS il decreto di deli- la conferma alla santa Sede, per
berazione dell'unione, in cui espo- mezzo del nunzio pontificio in Po-
sero con semplici, ma nobili e sante lonia, cui verrebbe comunicata per
parole, le ragioni di tale risoluzio- quello della congregazione di car-
VOL, xxxvw. 3
.,
34 KIO KIO
diiiali stnhilita per .questi affa- di gravi persecuzioni. Nel i6i3 fu
ri, che fu poi quella di propa- eletto Giuseppe Velamin, pel quale
ganda fide. D'ora in poi l'epi- sotto Urbano Vili quasi tutti i
scopato ruteno fu dipendente da ruteni uniti accettarono T unione
questa insigne e benemerita con- tranne pochi che rimasero nello
gregazione. L'elezione poi del me- scisma. 1 nemici lo perseguitarono
tropolita seguiva sotto la presi- a morte, e questa dierono al suo
denza del medesimo nunzio, il qua- amico Giosafat arcivescovo di Po-
le convocava lutti i vescovi della losko, che Urbano Vili beatificò.
metropoli , il proto archimandrita Paolo V a ribattere le menzogne
e i primari prelati del clero seco- degli scismatici, nel 16 1 5 confermò
lare e monastico in un concilio. il rito greco ai ruteni, ed invitò il
RIO RIO 3j
sedie vescovili, sebbene non ne ave- tino. De
episcopatu Kioviensi cti/us
vano adatto bisogno. Il metropoli- sedes olìm fuit Kioi'iae nunc vero
ta cattolico diKiovia Gabriele Cor- Zylomiriae Ukrania ejusque
in
sak, cacciato dalla sua sede per le praesulibus commcntalio
, brevis
turbolenze eccitate dal patriarca di quani ex Simonis Okolscii opere
Costantinopoli, che avea nominato et ex variis wiliquioribus menu-
lo scismatico, nel 1642 si ritirò in mentis descripsil ad praesensque
Roma. Però sotto il re Giovanni usque tempiis produxit, Christia-
III eletto nel 1674, le sedi vesco- niis Gottlieb Friesius. Quanto poi
vili di Leopoli e di Premislia tor- alla serie de'metropolitani ruteni
narono all'unità sebbene
cattolica, di rito greco-unito, è riportata nel-
la forza politica della Polonia fos- l'opera che citeremo del eh. padre
se allora notabilmente diminuita, Theiner. Si trova pure in quella
e perciò la risoluzione di tali ve- dell'abbate basiliano ruteno Igna-
scovi affatto scevra d'ogni basso ri- zio Kulczynski, intitolata. Speci*
guardo. Eziandio il vescovo di Smo- men ecclesiae rathenae ciim san-
lensko, città in quei tempi venuta ata Sede apostolica romana semper
in potere della Russia, si sottomise unitae, Romae 1733.
alia Chiesa cattolica. JVel 1678 al Nel pontificato di Clemente XIII
\escovo latino di Kiovia Francesco per un trattato imposto dalla Russia
Prazmovio, successe il celebre conte alla Polonia, i greci non uniti acqui-
Andrea Crisostomo Zaluski, XXVII starono gli stessi diritti civili e re-
vescovo latino, ed autore di mol- ligiosi degli uniti cattolici, stabilen-
te pregiate opere. Il metropolita dosi che le chiese dipendenti dal
di Kiovia Leone Kirszka nel 1720 metropolitano Kiovia apparte-
di
celebrò il sinodo nazionale di Za- nessero perpetuamente alla religione
raoscia nella waiwodia di Lublino, greca orientale. Nel 1772 la Russia,
sinodo confermato dalla santa Se- la Prussia e l'Austria sentenziarono
de nel 1723. Atanasio Scepticki la Polonia ad uno smembramento,
divenne metropolita di Kiovia nel quindi la chiesa greco- unita si tro-
1729, traslata lo da Leopoh, lodato vò esposta ai travagli ed alle per-
per le sue belle qualità. Nel 174B secuzioni della Russia. Ella oppose
gli successe Floriano Krebnicki già vigorosa resistenza, e gloriosamente
arcivescovo di Polosko, a cui gli pugnò per la sua libertà e salvez-
fu dato nel 1756 per coadiutore za. 11 clero secolare fece mostra di
con futura successione Feliciano eroiche virtìi, laddove i basiliani
Wololkowicz vescovo di Chelma, per conservare le ricche loro pos-
il quale diventò metropolitano nel sessioni stettero spettatori oziosi
1758. A questi sotto Clemente XIII Nella schiera de* magnanimi cam-
nel 1762 fu fatto coadiutore con pioni della fede si segnalarono gli a-
futura Leone Lodovico
successione lunni de' seminari pontificii di Vil-
Scepticki vescovo di Leopoli e Ka- na e Leopoli, perciò giustamente
nùenec dell'ordine di s. Basilio, che colmati di elogi dal prelato Ga-
nel 1778 gli successe. Nel 1763 rampi 2elanle e dotto nunzio di Po-
in Varsavia si stampò questo libro lonia e spettatore degli avvenimenti,
ora rarissimo, cioè la storia e la il quale con dolore biasimò l'infin-
serie de' vescovi kiovesi di rito la- gardaggine dei basiliani. Quest'or-
36 RIO RIO
dine religioso nei primi tempi si fin ddl sesto decennio di questo se-
avea acquistato molti meriti presso colo ruppe sulla chiesa unita, risve-
la chiesa greco-cattolica, ma negli gliò nel clero e nel popolo nuovo
ultimi per rilassamento di zelo cer- zelo per la Riconoscen-
religione.
cò di sottrarsi alla giurisdizione del dosi necessaria migliore educazio-
metropolita di Riovia, e mirò a ne nel clero , Massimiliano Ryllo
dominare il clero secolare. L'ordine basiliano di Rlusco diocesi di Vil-
era diviso indue congregazioni, una na, fatto coadiutore del vescovo di
della ss. Nostra
Trinità, l'altra di Chelma sino dal lySg, e più che
Signora o del Patrocinio della Beata benemerito della chiesa, fondò del
Vergine^ che ben tosto s'impadro- suo un seminario pei chierici della
nirono di tutte le dignità primarie sua diocesi, dotandolo di centomila
del clero secolare : i capitoli e le fiorini polacchi; nel 1779 era di-
collegiate , massime di Lituania ,
venuto vescovo di Chelma. JVe af-
giunsero a comporsi di soli basilia- fidò il reggimento a'basiliani della
ni, a fronte delle reiterate ammo- congregazione Lituana della ss. Tri-
nizioni della santa Sede da Bene- nità, chiamandovi gli uomini più
detto XIV in poi. 11 piti dei basi- dotti e più degni dell'ordine. Pio
liani erano polacchi passati dal ri- VI con breve del 1780 approvò e
to latino al greco, con intendimen- confermò questa fondazione, già nel
to di venir promossi a' vescovati, a precedente anno sanzionata dalla
ed altre dignità della chie-
pi'elature congregazione di propaganda Jìde.
sa greco-unita. Nel primo smem- Per mala sorte il metropolita
bramento della Polonia, la gerar- Leone durò poco e morì nel 1781.
chia della chiesa unita soggiacque Il suo successore Giasone Junozza
a notabili Ciò non per-
alterazioni. Smogorzevrskì, anch'egli basiliano,
tanto il metropolita continuò ad e- però si tenne nelle sue pedate e
sercitare i suoi diritti di giurisdi- governò col medesimo spirito; im-
zione su lutti i vescovi ruteni di plorò ed ottenne da Pio VI distin-
tutti e tre i regni, come innanzi al- zioni e privilegi in premio ai sa-
la divisione, e conservò sino all' ul- cerdoti secolari che si segnalavano
timo il titolo di arcivescovo di Rio- per tener salda l'unione. Nel 1785
via, di Halicz e di metropolitano gli fu dato a coadiutore Teodosio
di tutta la Russia. Il metropolita Rostocki ,
già alunno del collegio
Leone Scepticki calcando le orme greco di Roma, e vescovo di Chel-
del suo antecessore e congiunto A- ma non che basiliano. Successe nella
tanasio, si acquistò meriti immor- cattedra metropolitica nel 1787,
tali per la conservazione e restau- ed allora per sua pietà specchia-
la
ra mento della chiesa unita, reggen- ta e vasta erudizione e vivo zelo
do a un tempo anche la porzione spuntò raggio di speranza di poter
della diocesi di Ramienec rimasta cambiare in meglio il lagriraevole
alla Polonia. Meritò degne lodi per stalo della chiesa unita; per la qua-
avere, benché basii iano, chiamalo le non inlramise di adoperarsi in-
alle più cospicue cariche della sua defesso sostenitore. Il celebre statu-
diocesi in un co'monaci del suo ordi- to emanato nel 1791 dalla dieta
ne, più dotti e meritevoli del clero
i polacca, in cui si vendicarono i di-
secolare. J-a tempesta fuiiosa che ritti della Chiesa cattolica dell'uno
RIO RIO 37
e deirallro rito, fu distrutto dall'im- risiedeva un vicario generale. Questi
peratrice di Russia Caterina II . aveva il diritto di dare l'istituzio-
Questa nel 1798 divenne sovrana ne canonica e di consecrare i ve-
dei ricchi palatinali di Riovia, dì scovi, che doveano prendersi dai
Braclavia e di Podolia; il terzo monaci basiliani, presso i quali si
smembramento della Polonia ebbe poterono coltivare le scienze.
quindi luogo nel 1795. Intanto il A ridurre i greci uniti alla chie-
benemerito Teodosio Rostocki nel sa russa, Caterina II nel 1794 fe-
città eranvi venticinque chiese catto- parte delle chiese. Poscia con appo-
liche, passate poi in potere degli sito editto Caterina II abolì per-
scismatici. Vi era un numeroso clero petuamente la metropoli di Riovia.
secolare, oltre i basiliani che vi a- Assunto air impero Paolo I nutrì
\eano molti monasteri. Eranvi pu- sentimenti più miti e più umani
re diversi conventi e pii stabilimenti per Chiesa cattolica e per la san-
la
via si trasferì in questa città, do- e da Caterina II per ben tre vol-
ve pure andò ad abitare il metro- te solennemente giurata. Ma le fa-
politano di Alicia. Quindi avvenne vorevoli intenzioni di Paolo I e le
che uno solo rimase dei due metro- sollecitudini del nunzio non sorti-
che però conservò i titoli di
politi, rono in tutto il bramato effetto, pei
KIO KIO 39
ad onta che il re di Polonia
Iiila, metropolitico di Kiovia le chiese
Sigismondo III vi ripugnasse, la- vescovili di rito ruteno, Leopoli,
sciando i greci l'antica metropoli Chelraa e Premislia. Nel 1809 Li-
di s. Michele. Servi ai latini an- so nski si elesse a successore Gregorio
che di cattedrale la chiesa de' ss. Kochanowicz vescovo di Luck, e lo
KIO RIO 4i
in riguardo alle sue canìzie si con- ospitali sue porle agl'illustri sacer-
tentò di farlo portare in Siberia. doti ruteni. Il governo austriaco
Finalmente nel i838 ebbe luo- ricettò pietosamente le vittime sven-
go in Polosko l'atto d* unione di turate della persecuzione con pater-
professare pubblicamente Io scisma, na amorevolezza, provvedendo i mi-
che ad onta delle lusinghe, degli seri d'onorato sostentamento. Lo
ordini e delle minaccie il metro- scisma pertanto degli uniti, avve-
polita Bulhak ricusò sottoscrivere nuto nel 1839, può essere memo-
con ecclesiastica e mirabile intre- rabile negli annali ecclesiastici, co-
pidezza. Questo prelato dopo qua- me dicono i rappresentanti della
rantadue anni di episcopato, deco- chiesa russa, non già pel libero
ro e sostegno della chiesa rutena, ed unanime consentimento del cle-
nel declinar del i838 morì santa- ro e del popolo ruteno,, ma ben-
mente, e l'imperatore gli fece ren- sì per le inaudite ed inenarrabili
dere grandi onori con rito scismati- violenze, con che gli si diede la
co, e tumulare nelle tombe de'metro- mossa, e fu mandato ad efi'elto,
politani russi nel convento di Ales- il tutto diffusamente leggendosi
sandro Newski. Allora Siemaszko nella dotta opera del eh. p. Ago-
e i suoi colleghi non avendo più stino Theiner sacerdote filippino,
nulla a temere , deliberarono di intitolata Vicende della Chiesa
:
to, di tutto disponeva a suo talen- dinale, ciò eh' egli eseguì con in-
to. Non meno insigne teologo che trepido coraggio. Dappoiché essen-
eccellente oratore, ridusse non po- do egli occupato nello scrivere la
chi tra gli eterodossi alle verità sentenza di scomunica contro il ma-
cattoliche, per cui gli riuscì facile gistrato che ricusava di soddisfar
essere promosso a vescovo di Vien- le sue istanze, esso atterrilo e com-
na, e di ottenere da Paolo V ad mosso dalla costanza del prelato,
istanza di cesare, che a' 2 dicem- gli consegnò il cardinale, che giun-
KOL KOL 4^
re tra i cavalieri di Malta, essen- tenere i popoli nella divozione ed
do già ascrìtto al loro ordine, fece obbedienza al sovrano. Appartenne
prodigi tali di valore, che meritò al consiglio ecclesiastico imperiale,
di essere fatto castellano dell'isola, e successivamente fu vescovo di
nella quale occasione abolì il turpe Giavarino, nel 1691 e
di Colocza,
che facevano de' loro figli
Iraffico nel 1695 dell'altra metropolitana
a vii prezzo i maomettani. Per di Strigonia. Sono senza numero
queste ed altre gloriose azioni, al- gli eretici che convertì , gli ebrei
cuni invidiosi gli propinarono il ed i turchi che battezzò. In Tri-
i^eleno, quale essendo bevuto da navia fondò il collegio illirico, so-
altro, Leopoldo commosso dal pe- lendo dire ch'era in coscienza ob-
ricolo corso abbracciò lo stato ec- bligato estirpare l'eresia luterana
clesiastico. Dipoi nel 1 665 fu fatto dall' Ungheria, perchè uno de' suoi
da Alessandro VII vescovo di Ni- antenati ve l'avea introdotta. Do-
tria, chiesache dovette rinunziare po essere intervenuto alla elezione
perchè a cagione de' tempi non di tre Papi, mori d'anni settanta-
poteva governare a suo modo, on- sei a* 20 gennaio 1707 in Vien-
de fu traslata to a quella di Neu- na, da dove trasferito il cadavere
stadt in Austria. Kell' assedio di in Presburgo fu sepolto nella chie-
Vienna del i683 anziché fuggire, sa di s. Salvatore.
restò intrepido nell' angustiata cit- ROLLONITZ Sigismondo, Car-
tà, per cui recò ad essa gran gio- dinale. Sigismondo de'conti di Rol-
Tamento. Faceva da soldato, da lonitz, nipote del cardinal Leopol-
capitano, visitava intrepido le for- do, nacque in Germania nel 1677
tezze e i baloardi, i magazzini delle a' 28 maggio. Portatosi a Roma
munizioni; esortava gli assediati al nel 1693 fu ammesso nel collegio
pentimento delle loro colpe, ed alla germanico, ove si diede con fervore
perseverante difesa. Nella celebre allo studio delle scienze filosofiche
disfatta de' turchi, mentre tutti e- e teologiche. Restituitosi in patria
rano intenti al bottino, il prelato si pose sotto la cura e direzione
andò cercando pel campo i fan- delio zio, che gli conferì un ca-
ciulli ivi rimasti, ne potè riunire nonicato nella sua metropolitana
cinquecento che fece battezzare, ed di Strigonia, della quale poi ebbe
a sue spese cristianamente educa- la dignità di arcidiacono. Fu pro-
re. In premio di tante belle azio- mosso al vescovato di Vaccia, che
ni, a' 2 settembre 1686 Innocenzo governò con singoiar vigilanza ed
XI lo creò cardinale prete del ti- esemplarità, donde fu trasferito a
tolo di s. Girolamo degli Schiavoni, quello di Vienna di cui fu il pri-
ad istanza dell' imperatore Leopol- mo arcivescovo. Indi ad istanza
do I di cui era confessore. 11 car- imperatore Carlo VI, il Papa
dell'
dinale si mostrò sempre pieno di Benedetto XIII a' 26 novembre
zelo contro gli eretici, aiutò con 1727 lo creò cardinale prete col
tutte le forze l'imperatore nelle titolo de' ss. Marcellino e Pietro
guerre co' turchi ; e nelle ribellioni annoverandolo alle congregazioni di
dell'Ungheria si tenne sempre unito propaganda, del concilio, de' vesco-
con cesare, facendo efficaci esorta- vi e regolari ed altre. Fu fatto
zioni pubbhche e private per man- inoltre protettore della Germania
4S KON KON
e degli stati austriaci presso la santa nario, due ospedali, un orfanotro-
Sede, principe del sacro romano fio ed altri stabilimenti. Le case
impero, ed intimo consigliere cesa sono bene fabbricate. Ne* suoi din-
reo. Zelante pel decoro e splendo- torni vi sono i bagni minerali di
re del/a sua chiesa, per la disci Koukous o Roukous-bad. Fu que-
plina del clero e pei vantaggi del sta ci Ita presa dai prussiani negli
popolo, introdusse in Vienna la di- anni ly/p, i744j ^7^^ e 1762:
vozione delle quarant'orej persuase in questo ultimo anno fu moltissi-
I*imperatore a deputar pie perso- mo danneggiata, per essere saltato
ne, che invigilassero ne' sacri tem- in aria un magazzino del gover-
pli, massime nella celebrazione dei no. Questa città fu già l'appan-
divini uffizi, e che i giovani discoli naggio della regina di Boemia.
e le femmine cattive non recassero La sede ad istanza del-
vescovile
scandalo a' fedeli. Si mostrò pro- l'imperatore Ferdinando II fu e-
fuso co' poveri e generoso in sov- retla nel i655 dal Pontefice Ales-
venire gli ospedali ed altri luoghi sandro VII, dichiarandola suffraga-
pii. Fondò nel castello di s. Vito nea della metropoli di Praga, co-
presso Vienna una chiesa in ono- me lo è tuttora. A tale ell'etto il
RON KYR 47
foro barone di Talcubery, nomi- tassati nei libri della camera apo-
nato nel 1676, morì nel 17 io. stolica in fiorini 44^ > corrispon-
Giovanni Adamo di Vratislavia con- denti alle rendite che ascendono
te di Milrowilz, ordinalo nel i 7 1
1, a circa 9600 fiorini aliquibus o-
fu trasferito a Leitmeritz nel 1721. nerihiis gravati.
Venceslao Francesco conte di Koschin RORELA. Sede vescovile di Mo-
canonico e curalo della cattedrale scovia, unita presentemente a La-
di Olmiitz, ordinalo nel 1722. doga, nella provincia di Nowogo-
Giovanni Giuseppe de' conti di rod, ai confini dell' Ingria e della
Wratislaw, fatto vescovo nel 1733. Svezia.
Antonio de Przichowisky di Shwe, KRONLITSKIA. Sede arcive-
venne eletto nel 1754. Ermanno scovile di Moscovia, unita alle chie-
de Blumegen di Vienna, fu preco- se di Sarski e di Podonski.
nizzato nel 1764. Giuseppe de conti KYRIE ELEISON. Preghiera e
d'Arco di Salisburgo, creato nel parole greche che significano: Si-
1776. Gio. Leopoldo ab-Hay di gnor e, abbiale pietà di noi (Domi-
Fulneck, fatto vescovo nel 1780. ne, miserere nobis)j dalla parola
Taddeo a Trautmansdorffdi Gralz, Kyriof, Signore, e da elecin, aver
eletto 1795. Luigi Rrakowski
nel pietà, all'imperativo e/e/*o«, abbia-
de' conti Kollowrat fu da Pio VII te pietà. Il Kyrie eleison si dice
nel concistoro de' i5 marzo 181 nove volte dopo l'introito alterna-
traslato da Sarepta in partibiis. Per tivamente nella messa dal sacerdo-
la sua traslazione all' arcivescovato te col ministro, cioè tre volte Ky-
di Praga, il Papa regnante Grego- rie eleison 3 tre Chris te eleison, e
rio XVI, nel concistoro de' 24 feb- tre Kyrie eleison. Se il ministro o
braio i832, preconizzò l'odierno quelli che assistono al celebrante
vescovo monsignor Carlo Hanl del- non rispondessero esso solo do- ,
la diocesi di Leitmeritz,
canonico vrebbe dirli tutti e nove, come pre-
della metropolitana di Praga. scrive il Missal. Rom. par. 2, tit.
11 Marangoni w^W Istoria di san- quale vivea nel II secolo dell' era
cta sanclonun , e deW immagine nostra, dice espressamente nel cap.
del ss. Salvatore, a p. 1 16 e 148, 7 del lib. II della sua dissertazio-
parlando della processione che con ne sopra Epitelio, che i pagani
detta ss. immagine si faceva per invitavano la divinità col Kyrie e-
Roma, massime nella vigilia del- leison, Deiini invocantes precamur
l' Assunta, dice che posta me- la cum Kyrie eleison. Il Vossio è di
desima sulle scale di s. Maria Nuo- opinione che avessero imparato que-
va, tutto
il popolo genuflesso l'ado- sta preghiera dai cristiani, ma in
rava, e percuotendosi contrito il pet- vece il Rrisson sostiene nelle sue
to , gridava cento volte Kyrie eleison, formule, che fu dai pagani che
cento volle Christe eleison, ed al- l'appresero i cristiani : yò/i/cm hujus
trettante Kyrie eleison. Aggiunge precationis esse a paganorum con-
il Severano a pag. 5*] i Memorie suetudine. Il Macri nella Not. de*
RYR KYR 49
vocab. eccl. dice che i Kyrie elei- tre volte Kyrie eleison y dopo il
son furono introdotti nella Chiesa Gloria in excelsis y tre altre volte
dal Papa s. Silvestro I del 3i4; dopo Tevangelo, e tre volte dopo
ma che essendosi tralasciati, furono la comunione. A Lione non si dice
poi rimessi da s. Gregorio I Ma- che una sola volta Kyrie^ una vol-
gno 5go, com'esso medesimo
del ta Christe ed un'altra volta Kyrie.
scrive a Giovanni vescovo di Sira- Sull'antichità del Kyrie eleison nel-
cusa nell'epist. 63 del lib. 7, nella la chiesa latina, veggasi il Sarnelli,
quale il santo Pontefice si discolpa Leti. eccl. t. VIII, lett. 18, n. io.
della calunnia impostagli di avere Nella chiesa anglicana cominciò si
gorio I. Scrive il Novaes che que- ss. Trinità, come si ha dal Macri,
sto Papa aggiunse alla messa no- citando Vincent lib. i4, cap. 85.
ve volte il Kyrie eleison, secondo Il medesimo Macri aggiunge che
alcuni. Si legge inoltre nel Le-Brun, da queste parole si formò il vo-
Della Messa part. II, art. 2, n. 2, cabolo Kyrilies j per denotare le
che nei primi quattro secoli della voci del popolo replicate nelle pub-
Chiesa in quasi tutti i riti delle bliche processioni, colle solite preci.
chiese greche si trova che questa Il Kyrie eleison s' indirizza alle
preghiera si faceva pei catecumeni, tre persone della ss. Trinità, e si
dicendo un diacono ad alta voce : ripete tre volte per ciascuna, per-
Catecumeni orate, che i fedeli pre- chè tutte e tre cooperano indivisi-
gano per voi, e dicono Kyrie elei- bilmente alla misericordia che si
uffizi, così ancora nel rito ambro- deve far meraviglia che la Chiesa
siano. Nella chiesa greca però non faccia uso di queste parole greche
si dice Christe eleison , ma sola- nella sua Essa si serve al-
liturgia.
mente Kyrie eleison; e secondo il tresì, per un'usanza che deriva da-
rito della chiesa ambrosiana si dice gli apostoli, di alcune parole ebrai-
VOL. xxxvii. 4
,
So KYR KYR
che, come Amen, Alleluja, Ho^ dalla sacra Scrittura e dalle piìi
sauna ec. {Vedi), per far "vedere antiche liturgie , le quali furono
l'unione di tutta la Chiesa, mal- scritte in una di quelle tre lingue.
grado la differenza delle lingue, e V, il Barbosa, cap. XXXI, De Ky-
perchè queste tre lingue, l'ebraica rie eleisonj Christ. Goffridi Rra-
o caldaica, la greca e la latina fu- benier, Stricturae historicae de for-
rono in certo modo consecrate col mula Kyrie eleison, Dresdae I744ì
titolo della croce di Gesti Cristo ed il Giorgi tom. II, e. 12, p. 78.
è
LAB LAB
52 LAB LAB
1667. Aveva una memoria prodi- alla santa Sede, e 1' Ughelli, Italia
giosa, ed una estesissima erudizione, sacra t. X, p. 119, riporta la se-
che unite ad un assiduo travaglio rie de'seguenti dieci vescovi. Lumi-
fecero sì ch'egli pubblicasse nume- noso che fu al concilio Lateranense
rosissime opere, la maggior parte nel 649, celebrato dal Papa s. Mar-
delle quali però sono collezioni da tino I ; Pietro che intervenne a
lui ridotte in corpo. Tra le sue o- quello del 761 tenuto in Roma dal
pere nomineremo: Concordia sacrae Pontefice s. Paolo I; Lunisso che
et proplianae chronologìae annorum fu all'altro del 964; Benedetto sot-
5691 ab orbe condito ad annum toscritto a quello pur di Roma del
Christi 1628. Nuova
traduzione del 998; Domenico a quello roma-
martirologio romano. Galliae syno- no del 1029, ed a quello del 1087;
doruni conciliorumque brevis et ac' Giovanni che fu al concilio di Ro-
curata historia. De bysantinae hi- ma contro il patriarca d'Aquileia;
storiae scriptoribus publìcam in Pietro nominato
cardinal vescovo
luceni eniittendis protrepticon. L'an- nel io55 da Vittore II; Minucio
no santo de cattolici coi santi e le che sedeva nel 1 080 Bobone o Bobo ;
bico nel suo Latium. Abbiamo da p. 245, della Storia degli scrittori
Francesco Ficoroni Le memorie : ecclesiastici.
vitroi'ate nel territorio della prima LABORANTI, Lahorantes. Chie-
e seconda città di Labico e i loro rici che avevano cura di seppellire
giusti siti. Roma 1 7 45. Questo dot- i morti, r. il voi. XXVIII, pag. 3o
to antiquario volle provare che La- del Dizionario.
bico fòsse sul Colle dei Quadri, LACABENA. Sede vescovile gia-
presso la sua patria Lugnano, co- cobita^ nella diocesi d'Antiochia.
mune soggetto al governo di Val- Ebbe per vescovi, Basilio deposto
montone; ma vi si oppose il Vita- da Atanasio VIII nel ii43; Eu-
le coll'opera che citammo al suddetto dossio che assistette all'elezione d'I-
volume, p. 169. gnazio 1222 ; Atanasio I tras-
II nel
LABORANTE, Cardinale.l.2ho- ferito 1246 alla sede di To-
nel
rante di Pontormo nella Toscana, lemaide; Aronne nominato da I-
si applicò con grande ardore agli slu- gnazio II; Gregorio Bar-Ebreo o
di neir università di Parigi, dove Abulfaragio, traslato da Guba^ au-
ottenne il titolo di maestro. Dalle tore della cronaca de'giacobiti, poi
Gallie si trasferì in Germania per vescovo di Aleppo; e Atanasio II
sempre piìi avanzarsi nella cogni- del 1253. Oriens christ. t. II, p.
zione delle scienze. Indi pe'suoi i5io.
gran meriti nel settembre del 1171 LACEDEMONE o LACEDE-
o 1 173 Alessandro III Io creò car- MONI A. Città vescovile della pro-
dinale diacono di s. Maria in Por- vincia Eliade o Achea, nella dioce-
tico e poi prete del titolo di s. si deirilliria orientale o esarcato di
Maria in Trastevere. Si rese insi- Macedonia, sotto la metropoli di
gne per molte e gravi legazioni che Corinto, eretta nel V secolo. Chia-
sostenne in vantaggio della Sede mossi anticamente Sparta o Heca-
apostolica sotto cinque Papi, non tompilosj perchè comandava a cento
meno che per la vasta sua erudi- città, di cui sole trenta però ne con-
zione nelle facoltà filosofiche, teo- servava a tempo di Strabone; in
logiche e legali, come lo dimostra oggi chiamasi Misistra o Mistra,
una ben disposta collezione di ca- città delia Grecia antica, capitale
noni da lui indirizzata a Pietro ve- della Morea , cosi detta dai for-
scovo di Pamplona, nella composi- maggi de'suoi dintorni. Sta una le-
zione della quale impiegò ben venti ga ovest dalle rovine della celebre
anni, avendola compita nel 1182 Sparta, i cui avanzi servirono in
che manoscritta fu depositala nella parte alla sua costruzione, in uoa
54 LAG LAC
amenissima situazione, in forma di ganee, cioè Chariopoli o Cheropo-
anfiteatro, sopra una collina del li,Messene, Amycla o Taigeta o
Taigete, presso un ruscello tributa- Vordonia, e Talamo ossia Brestene.
rio del fiume Iri. Domina una pia- La chiesa metropolitana è dedicata
nura coperta di gelsi ed olivi, ed è alla Beata Vergine. La serie dei
essa stessa dominata da un castello vescovi ed arcivescovi greci che oc-
fortificato. Cinta di mura quasi ro- cuparono la sede di Lacedemone,
vinose, ha due porte, con quattro si legge nel p. Le Quien , Oriens
sobborghi, uno de' quali occupato chrìst. tom. Ili, pag. 190 e seg.
dagli ebrei. E residenza d'un ve- Vi fu eretta anche una sede vesco-
scovo greco. I veneziani la presero vile di Aimone n' era
rito latino.
nei 1687, ma
poco dopo ricu-
fu vescovo 1278; Giacomo
verso il
VI, pag. 838 deW Jialìa sacrane tale di Ravenna, peritissimo mate-
riporta la serie de' vescovi che qui matico. Nel 1602 fr. Gio. Paolo
riproduciamo, dice che il primo fu Palenteri di Castel Bolognese fran-
Angelo, quale assistette al conci-
il cescano. Nel 1606 Giacomo Can-
lio generale Laleranense IH, cele- dido nobile siracusano, insigne per
brato nel II 79 da Alessandro III. virtù e pietà, morto nel i6o8. Gli
Ne furono successori, Antonio del successe subito Gio. Girolamo Cam-
1265. Rogero del 1275. Nicolò che panile napoletano, che traslato nel
morì nel i345. Fr. Francesco de 1625 ad Iserniagli venne sostituito
Marzi francescano, fatto da Clemen- fr. Ferdinando Bruno fiorentino dei
te VI nel 1845. Paolo Manassei minori. Nel 1649 fu fatto vescovo
di Terni del i38i. Antonio del Gio. Giacomo Cristoforo della dio-
i386. Fr. Guglielmo Neritono fran- cesi Capaccio, che morì in Ro-
di
cescano, elettoda Bonifacio IX nel ma appena consecrato, e fu sepol-
i3g2. Giovanni trasiato da Galli- to in s. Maria in Aquiro. Nello slesso
poli dal medesimo Papa nel iSgG, anno fu eletto fr. Ambrogio Viola do-,
il quale ne lo privò nel 1899 so- menicano. Nel i65r Giacomo Gior-
stituendogli Giacomo de Marzi di dano di Trevico, abbate di Monte
Lacedonia. Adinolfo morì nel i4i8. Vergine, dotto ed erudito rifece :
SODO tassati ne' libri della camera ussiti. Chocleus, Hisl. hussit.
, ,
LAD LAD 57
L'ottavo nel i466 intorno ai strano dirigeva alla perfezione col-
costumi. le sue lezioni e co' suoi esempi.
Il nono e i523
il decimo nel Intraprese con dodici compagni una
contro Lutero. Rinaldi ad hunc missione in mezzo ai tartari cal-
annuni. muchi, seguaci o del dell' idolatria
LADISLAO d'Unghe-
I (s.), re maomettismo ; ma
che gli ostacoli
ria, figlio di Bela L Nacque nel incontrò per parte del governo rus-
io4i, e nel 1080 fu chiamato a so, impedirono il buon esito di
salire sul trono. Tosto si diede alla questa santa impresa. Ritornalo ia
riforma delle leggi e della disci- Polonia , si diede interamente al
plina. Ammiravasi in lui quella compimento dei doveri di sua pro-
castità, quella dolcezza e gravità, fessione. Dimostrò la sua consu-
quella tenerezza verso i poveri, e mata prudenza nelle cariche di
quello spirito di pietà che fin da guardiano del convento di Varsa-
fanciullo avea fatto la sua qualità via e di provinciale del suo ordi-
distintiva. Ripieno delle massime ne, e si acquistò grande riputazio-
dell'evangelio, aveva cuore affat- il ne come Mori a Var-
predicatore.
to alieno dalle grandezze e dalle savia nel i5o5. I polacchi ed i
ricchezze della terra. La vita che lituani, che ne conobbero i meriti
menava nel suo palazzo era auste- e la santità , lo scelsero per uno
rissima : seguiva a tavola le regole dei loro primi patroni. Il Papa Be-
d'una esatta sobrietà , e non face- nedetto XIV permise che Ladislao
va mai uso di vino. Nulla trascu- fosseonorato come bealo ; e l' or-
rava perchè si facesse ragione ai dine di s. Francesco ne celebra la
suoi sudditi senza parzialità, e fu festa ai 22 d'ottobre.
gelosissimo di conservare i diritti LADOGA. Sede vescovile della
della Chiesa, e di difendere il suo provincia di Noivogorod nella dio-
stato, cui aggiunse la Dalmazia e cesi di Moscovia, sotto l'arcivesco-
la Croazia ; cacciò gli unni, e vin- vo di Nowogorod e di Veliki-Louki.
se i polacchi, i russi ed i tartari. LADVOCAT Nicola. Dottore
Gli fu dato il comando della gran della casa e società di Sorbona
crociata contro i saraceni ; ma non soprannominato Billiad, pio e dot-
potè egli partire alla volta della to vescovo di Boulogne, dove mori
Palestina, essendo morto a' 3o di nel 1679. Abbiamo di lui: Fin-
luglio 1095. Fu seppellito a Wa- diciàe partlienicae, nella quale di-
radino, e i suoi miracoli persua- fende r assunzione corporale della
sero Celestino Ili a canonizzarlo Beata Vergine. Non bisogna con-
nel 1198. Nel martirologio roma- fonderlo con Gio. Battista Ladvo-
no è nominato ai 27 di giugno cat di Vancouleurs, professore di
giorno in cui si fece la traslazione lingua ebraica e bibliotecario di
delle sue reliquie. Sorbona, il quale ebbe parte nel Di'
LADISLAO DI GiEiNiow (beato). zionario geografico portatile. Scrisse
Nacque nel borgo di tal nome nella pure una lettera sui rinoceronti ;
la sua provincia ali* imperatore ci sono quelli che negli ordini re-
Leone. Oriens christ, tom. I, pag. ligiosi in cui professano o eserci-
487. tano gli ulBzi minori, non possono
LAGANIA oLAGINA. Sede ve- arrivare al chiericato né agli ordi-
scovile della seconda Pamphilia, ni sacri, ed in alcune cose fanno
nell'esarcato d'Asia, sotto la me- da domestici a quelli che si chiamano
tropoli di Pirgi, eretta nel V se- religiosi di coro o padri, o sacerdoti
colo. Si conoscono quattro vesco- ed oblati, massime ai superiori non :
tendersi vietato solamente agli in- l'accusare gli ecclesiastici nel giudi-
dotti. Laico inoltre dicesi delle per- zio secolare. Il concilio di Cartagi-
sone e delle cose distinte dallo ne del 398 decretò col can. 94,
stato ecclesiastico, o da ciò che ap- che un laico non insegnerà alla
partiene alla Chiesa ; questo nome presenza de'chierici, se non per or-
viene dal greco Cosi laos, popolo. dine loro anche s. Leone I nel
:
alla Chiesa; potestà laica V autori- sar. Arelat., presso Labbé, Conc. t.
tà civile de'magistrati, per opposizio- IV, col. 1657, proibì che i laici
ne alla podestà spirituale ed eccle- potessero ordinarsi sacerdoti, senza
siastica. Pretesero la maggior par- che precedessero le prove convene-
te de' protestanti che nella primiti- voli per aversi certa sperienza dei
va Chiesa fosse sconosciuta la di- loro costumi. Il concilio di Tours
stinzione tra i chierici ed i laici, e del 564, col can. 4 proibì ai laici
62 LAI LAI
ti eresiarchi e loro seguaci. Lo abito religioso, narra quanto qui
stesso Pontefice nel 1204 riprese riportiamo. Fu vecchio costume che
i vescovi di Sardegna, perchè con quelli che non avevano passato la
detrimento della libertà ecclesiasti- vita regolare ne' chiostri,si procu-
LAM 63
remo, che avendo l'imperatore Mas* che la storia e le cose ecclesiasti-
simo invitato s. Martino vescovo a che egregiamente illustrarono, sic-
desinar con esso , quando il mini» come si esprimo il medesimo Be-
stro offri la tazza al principe, que- nedetto XIV.
sti volle che prima bevesse il san- LAICOCEFALL Setta di uomi-
to, il quale dopo aver bevuto la ni che hanno per capo un laico
passò invece al suo prete , repu- nome che proviene da laicocefalo,
tandolo più degno del monarca. dal greco laos popolo, e da ce-
Quanto a molte cose vietate a' lai- phalè capo, ossia eretico che rico-
ci dall'antica disciplina della Chièsa, nosce un laico per capo della Chie-
in progresso di tempo furono o sa. Laicocefali pertanto furono da
permesse o tollerate, essendo un alcuni chiamali gì' inglesi scismati-
tempo vietato a' laici anche suonar ci , i quali all' epoca del funesto
le campane, molto meno il tenerle scisma del re Enrico Vili, furono
in casa. Di altre cose riguardanti costretti sotto pena di prigionia e
i laici, se ne tratta agU analoghi di confisca de'beni, di proclamar-
articoli. Avendo il senatore veneto lo capo del popolo e della chiesa.
Flaminio Cornaro mandato in do- Con questi mezzi violenti s' intro-
no al dotto Pontefice Benedetto dusse la pretesa riforma in Inghil-
XIV la sua Storia delle chiese ve- terra, onde poi i vescovi di essa
neiCf Composta in tredici volumi, e non senza stupore, si videro rice-
la Storia della chiesa di Torcello vere la loro giurisdizione spiritua-
in tre volumi, il Papa dopo averle le da una donna, la regina Elisa-
lette ed ammirate, col breve Jc" betta.
ccptissimum munus, de' 22 dicem- LAMBATH o LAMBETH o
bre 1 753, presso il Cornaro stesso LOMEITH, Lnmhaùia o Lamhetha.
tomo indìcum 3 pag. 263, gliene Luogo dell' Inghilterra , nella con-
rese grazie. Inoltre lo esortò a con- tea di Surrey , sobborgo di Lon-
tinuar le sue dotte ed erudite fa* dra, sulla riva destra del Tamigi,
tiche, alle quali voleva che altri in faccia a Westminster, con cui
ancora vi si applicassero ancorché comunica col ponte di Vauxhall.
laici come lui. Dappoiché, dice il Avvi un magnifico castello, residen-
Pontefice, questi studi sacri non za dell' arcivescovo di Cantorbery.
disdicono ai laici, avendone dato tra Questo luogo è celebre pei seguen-
gli altri ne'tempi antichi l'esempio ti concihi che furonvi celebrati.
Giustino, Atena gora, Arnobio, Di-
dimo, Lattanzio, Prospero d'Aquita- Concila di Lambaih Lamheth,
nia, Severino-Boezio, Cassiodoro, E-
vagrioed Epifanio. Ed altresì ne'tem- Il primo fu tenuto nel 1206,
pi meno antichi, aggiunge, li colti- da Langton arcivescovo di Cantor-
varono. Fiorentini, Buonarroti, Si- bery, nel quale furono fatti tre re-
gonio, Masini, Zani, Cappello, il golamenti sopra diversi punti di
procurator Giustiniani , Leonardo disciplina ecclesiastica. Angl. t. I.
Peckam di Cantorbe-
arcivescovo diritto canonico, ordinato a* sacer-
plice vino, perchè si possa più fa- Labbé t. XI; Arduino t. VII.
cilmente inghiottire il prezioso Cor- Il settimo concilio fu tenuto nel
po. » Non si ammetta nessuno al- i35i. Simone arcivescovo di Can-
la comunione, se prima non è con- torbery e legato della santa Sede
fermato. Quanto ai peccati enormi vi presiedette, e si lagnò fortemen-
e scandalosi, s' imporrà la peniten- te perchè i giudici secolari viola-
za solenne secondo i casi. Ogni cu- vano i privilegi del clero, condan-
rato spiegherà al popolo quattro nando a morte gli ecclesiastici col-
"volte all'anno in lingua volgare i pevoli di delitti. Ibidem.
quattordici articoli della fede, i die- L'ottavo del 1862, provinciale,
ci comandamenti del decalogo , i fu adunato da Islip arcivescovo di
due precetti del vangelo sopra la Cantorbery. Vi si fece una costi-
Ildecimo nel 14^79 "^1 quale pe I e Carlo VI, ed ivi morì uni-
venne deposto il vescovo di Che- versalmente compianto a' 20 otto-
ster per errore. Harpfeld, Histor. bre 17 12, d'anni sessantuno.
fViclef. cap. 6. LAMBERGH (di) Giuseppe Do-
L'undecime nel 1476 contro gli menico, Cardinale. Giuseppe Do-
errori di Regnault vescovo di Che- menico de* baroni di Lambergh,
ster. nipote del precedente, nacque agli
LAMBERGH (di) Gunfilippo, 8 luglio 1680 nella Stiria, in un
Cardinale. Gianfilippo de' baroni feudo di sua casa. Dopo aver pro-
d'Otleinstein di Lambergh aleman- seguito i suoi studi in Besangon e
no, nato a'26 maggio i65ij dopo per alcun tempo in Siena, essendo
aver sostenuto con successo splen- in età di quattordici anni, nel 1694
dide ambascerie, addossategli dal- si portò in Roma nel collegio Cle-
l'imperatore, e tra le altre quella menlino. Ammesso da Clemente
di Polonia, in cui si adoperò con XI fu dallo zio net
in prelatura
,
mensi benefici i
, con fondar sacri do Lambertini fu comandante del-
tempii nella diocesi, e nuove par- le truppe bolognesi nella spedizio-
roccliie, principalmente nelle mon- ne di Gerusalemme l'anno 1095.
tagne che n' erano bisognose. Ar- Ugolino Lambertini, uno de' fon-
ricchì la cattedrale di preziose sup- datori dell'ordine equestre de'frati
pellettili, e vi accrebbe il numero gaudenti, fiorì nel i233. Alberto
de' sacerdoti e de' sacri ministri. Lambertini fu arcivescovo di Mi-
Menò immacolata, mostran-
vita lano, fatto nel i 3 1 Balduiuo Lam-
1.
logìa delle famiglie nobili di Bolo- i83. Della beata Giovanna Lam-
gna^ nell'anno 976 ebbe origine bertini, figlia di Rinaldo Lamberti-
la famiglia Lambertini da Lara- , ni, religiosa compagna ed imitatri-
berlo figlio del conte Mondo di ce di s. Caterina di Bologna, scris-
Sassonia, il crediamo a
quale se sero ancora la vita i Bollandisti
Filelfo venne coli' imperatore Ot- nel tom. II, Acta ss. mari. pag. 60
tone I in Italia, ed in Bologna si e 80, e a' 12 aprile in cui si ve-
stabilì, mentre l' Alidosio afferma nera.
cbc non con tal principe, ma con Per li servigi prestati a* re d'A-
im re longobardo si recò in Bolo- ragona ,
possedettero i Lambertini
gna. Nella serie cronologica di que- alcuni feudi nel regno di Napoli.
.«*ta famiglia, tessuta dall'Amadi fi- Egano II ebbe dagli anziani e
no dal detto anno 976, scorgesi ch'el- consoli di Bologna a' 23 maggio
la fiorì in quella città , con una i383 l'amplissimo titolo di con-
continuata discendenza di perso- servatore della patria. Guido An-
naggi insigni per gli onorevoli uf- tonio figlio di Aldagretto fu il pri-
fizi di ambasciatori, generali, capi- mo de' Lambertini che ai 12 no-
tani ,
governatori, senatori de' se- vembre i44> ®^^ *" mero e mi-
5
LAM LAM 67
sto impero la contea di Poggio Re- Ma quello che più di tutti illustrò
gnatico, Gapiara e Rognalica, col la famiglia Lambertini e che ha
consenso di Ceivato Cecco di Ca- lasciato nome immortale, fu Pio-
ravaggio , luogotenente di Nicolò spero, nato nel 1675 in Bologna
Piccinini pel duca di Milano, con- da Marcello Lambertini senatore
cesso ad esso dai legati pontificii e de' quaranta, e da Lucrezia Bulga-
confermato da Nicolò V a' 18 feb- rini, la quale dopo la morte di
braio 1 449" Cornelio figlio di detto Marcello passò in seconde nozze
Guido otleime di passaie nel 162 col conte Luigi Bentivoglio. Pro-
questa contea in marchesato. I sue- spero divenuto profondo giurecon-
cessoridi lui aggiunsero poi Villa sulto, prelato, vescovo e cardinale,
Cornelio a questi feudi, che tutti meritò che nel 1740 fosse subli-
insieme contenevano sci miglia di raato alla cattedra apostolica col
lunghezza e quattro di larghezza, nome di Benedetto XIV {Vedi).
I Lambertini possedettero in Bolo- Senza spogliarsi della sua antica
gna più case e palazzi con torri, affabilità e cortesia,, il magnanimo
Nel più antico palazzo loro fu rin- e dottissimo Pontefice, a tutti fece
chiuso Enzo re di Sardegna, figlio provare la sua benevolenza e ge-
naturale dell' imperatore Federico nerosilà, tranne i parenti co' quali
II, ed ancor si mostra per quella fu parco di beneficenze. Il celebre
elevata fabbrica, che è annessa al gesuita p. Azevedo nella lettera
palazzo del podestà ove precisa- , con cui gli dedicava l'edizione ro-
mente sta ordinato il generale ar- mana delle sue opere fatta nel ,
menda dello stesso ordine eque- rezione del monumento, del quale
stre esistente in Civitavecchia, del- parlammo nel voi. XII, pag. 3oi
la quale ne accordò il patronato del Dizionario. Il deposito fu com-
alla casa Lambertini, non solo per pito nel 1769, e si scuoprì nel tem-
la discendenza mascolina agnatizia po della sede vacante cui die ter-
in peipetuo, ma che per una vol- mine l'elezione di Clemente XIV,
ta potesse ancora passare nella di* Pontefice che dichiarò il commen-
scendenza mascolina d'una femmi- datore d. Cesare Lambertini came-
na, figlia o sorella primogenita del- riere segreto soprannumerario, ed
l'ultimo possessore della stessa com- ablegato a portare la berretta al
morte, che avvenne ai 17 settem- nato e punito anche per lettere del
bre del 708 o 709, e che fu se- nominato Papa. Cypr. cp. 89 ad
guita da diversi miracoli. Nel luo- Cor/2e/.; Regia, Lal)bé, Arduino t. L
go dov'egU era stato assassinato fu Attualmente Lambesa, Lanibcsitan,
eretta una chiesa, e s. Uberto suo è un titolo vescovile in partìbus
successore vi portò da Maeslricht sotto la metropoli pure in partihus
le sue reliquie nel 721, e trasferì di Cartagine. Ne furono per ulti-
pure nello stesso luogo la sede ve- mo Girolamo Stroynowski,
insigniti
scovile. Il venerabile Beda, che vi- e Matteo Gouzalez Rubio di Car-
veva al tempo di s. Lamberto, fe- tagena nell* America meridionale,
ce menzione di lui come di un decano in quella cattedrale e già
santo martire, nel suo martirolo- vicario capitolare, il quale ne fu
gio; nel che fu seguito da molti nominato dal Papa regnante Gre-
altri fino al romano moderno. La gorio XVI, nel concistoro del pri»
sua festa principale si celebra il mo febbraio 836. i
LAM LAM 7
riunirono nel ii44 onde confer- zo. Morto il quale, a nomina della
mare l'elezione di Alfonso I al tro- regina Maria li, il medesimo Pon-
no di Portogallo, e gillar le basi tefice nel concistoro de' 11 gennaio
della costituzione di questo nuovo 1844 pieconizzò l'odierno vescovo
regno, promulgando visi le leggi or- monsignor Giuseppe de Moura Cou-
ganiche delia monarchia. Alfonso tinho dell'arcidiocesi di Braga, già
I nell'anno precedente avea ricon- decano della cattedrale.
quistato la città, togliendola al gio- La chiesa cattedrale, edifizio di
go de' saraceni. gotica struttura, è sotto il titolo
La sede vescovile già esisteva della Beata Vergine
Assunta ; è
nel V secolo , ed era suffraganea munita del sacro fonte, essendo af-
della metropoli di Braga, e conti- fidata la cura d' anime della par-
nuò ad esserlo sino all' invasione rocchia ad un rettore. 11 capitolo
de' saraceni nell'VIII secolo; que- si compone prima
di sei dignità^ la
sti venne reintegrala del suo
espulsi, delle quali decano è di dodici
il ,
governò la sua diocesi per sei an- giore de Almacave, che ha il Ixjt-
ni con tutta carità, e fu chiamato tisterio. Vi sono Ire conventi con
72 LAM LAM
disgrazie di Gerusalemme, diviso in no i cantori della cappella pontifi-
cinque capitoli , il quale esiste , è cia in questa, nel mercoledì , gio-
gli ebrei lo chiamano Echa, pri- vedì e venerdì santo ne' mattutini
ma parola del testo, ovvero Rin- delle tenebre, Io dicemmo nel voi.
nhot, lamentazioni. Lo stile di Ge- Vili, pag. 284 e seg. del Diziona-
remia è affettuoso, penetrante, pa- rio. La struttura è quella che vien
tetico. Le lamentazioni del profeta detta acrostica ed ahecedaria, per-
Geremia, che diconsi anche treni:, chè le lettere iniziali di ogni stro-
sono un libro canonico della sacra fa vanno secondo l'ordine dell'al-
Scrittura ; ed è una specie di poe- fabeto ebraico, Aleph, Bcth, Ghi-
sia composta da quel profeta sopra mei. Onde
che non potendosi
è
la distruzione di Gerusalemme. Que- ritenere nella traduzione de' treni
sta bella ed inclita figlia di Sion, in altre lingue il medesimo ordine
più e più volte punita, ma non dell'alfabeto,la Chiesa ha voluto
emendata mai costantemente, rima- che ad ogni strofa si premetta la
se alla fine arsa e distrutta. Ne ri- sua lettera ebraica, Aleph , Belh^
ferisce Geremia e ne piange le scia- Ghimel; di modo che i primi ele-
gure, effetto delle di lei molte pre- menti del parlare siano i primi e-
varicazioni; e benché parli della lementi del pianto, a fine d'ispi-
prima caduta sotto i caldei, fa ben rare i sentimenti di compunzione
conoscere che gli si presentava al- convenienti ai misteri che si cele-
lo spirito ancheseconda ed ulti-
la brano in que' santi giorni. Così il
jna, che segui sotto i romani. Imper- Mazzinelli nelF Uffìzio della setti-
ciocché di tale desolazione parla mana santa, che inoltre aggiunge ;
da non sarebbe risorta; quale
cui deplorò Geremia le rovine di Ge-
appunto e quella che ora prova rusalemme desolata per la perdita
questa sciagurata gente, in pena del- eziandio de'suoi abitanti; ma moltp
la barbara morte data, giusta la più deplorò i peccati, per li quali
predizione di Daniele, unto del
all' essa aveva provocata la divina ven-
Signore. La Chiesa si serve di quei detta. E poiché i peccati sono cagio-
lugubri e mestissimi cantici del pro- ne delle pene del Redentore, e delle
feta, che in nostra lingua sono detti nostre rovine, la Chiesa prende a
lamentazioni, perchè nelle pene di piangere la di lui morte, e nello
Geremia, e nelle lagrime di Gero- stesso tempo le nostre colpe, che
solima si vedono vivamente espres- lo hanno fatto morire. A tale ef-
se le memorie del Calvario. Que- fetto con un tenero intercalare sot-
ste lamentazioni, de Lamentatione to il nome ed allegoria di Gero-
Hieremiae, sono cantate in tuono solima, invita la Chiesa le anime
flebile ed in aria lugubre le la- : cristiane a pentirsi e convertirsi al
mentazioni o lezioni si cantano dai Signore : Jerusaleni , Jerusaleni ,
cantori secondo il costume delle
, convertere ad Dominimi Deuni
chiese, incominciando dai più gio- tiium.
vani, l'un dopo l'altro; il celebran- Chiama vansi in passalo giorni
te mai dice 1' ultima lezione, pur- delle lamentazioni i tre giorni della
ché non siano pochi gli ecclesia- settimana santa, in cui si cantano
stici, o non vi sia una consuetu- verso notte o di notte le lamen-
dine in contrario. Come le canta- tazioni di Geremia. In molli luo>
-
LAM LAM 73
ghi della Francia le lamentazioni patìbili colla mestizia propria di
si cantano senza Alephy Beth, Ghi- tali giorni nelle sacre funzioni, pub-
melj Daleth, ec. ciò praticavano : blicò un editto proibitivo, dalla
ancora alcune congregazioni bene- domenica delle palme, all'ultimo
dettine, cistcrciensi e premonstraten- giorno del triduo di Pasqua. Ma
si. Queste lettere in fatti trovansi avendo preteso gli esenti dalla di
nelle lamentazioni, oltre la spiega- lui giurisdizione di non restarvi
zione che abbiamo dato, anche per obbligati, ed il vescovo essendo ri-
fessori di canto e di suono, incora no, nato nel 1697 nella villa di
74 LAM LAM
s. Croce tra Pisa e Firenze, mor- Jelwvahy cioè la santità t nel Si-
to a' 6 febbraio 1770 in quest'ul- gnore j questa lamina era attacca-
tima città. Di lui abbiamo: i.^ De la ad un nastro che allacciavasi
enulitione apostolorum liher singii- dietro alla testa. Questo ornamen-
lariSf Firenze 1738. In essa l'au- to nella sacra chiamasi
Scrittura
tore mette in chiaro molte cose pure corona, come nell'Ecclesiaste;
risguardanti la dottrina, gli scritti, indi fu trasportalo dai sacerdoti
i sentimenti, lo studio, la cognizio- dell'antica legge, nel sacerdozio del-
ne, il bene, i costumi e le cerimo- la nuova più degno, cioè la mitra.
nie della prima Chiesa vi aggiun* : 11 Rinaldi all'anno 34, num. 29^,
se altresì due dissertazioni una , scrive che tale ornamento della la-
sugli abiti de' primi cristiani, e l'al- mina d'oro l'usarono i primi ve-
tra sui manoscritti del nuovo Te- scovi della cristianità, in segno del
slamento. 2.° L'edizione delle ope- sacerdozio reale, così chiamato da
re di Vincenzo Borghini, con osser- s. Pietro. Si può anche credere,
vazioni critiche. 3." Una raccolta che r istesso usassero gli apostoli,
che ha per titolo Ddicìae erudì- : come di s. Giovanni afferma Po-
tonim/\n diversi volumi, che con- licrate vescovo d'Efeso, nella episto-
tengono un gran numero di scritti Papa s. Vittore I, e
la scritta al
interessanti ed utili per la storia di Giacomo Alfeo vescovo di
s.
pada che Mosè pose nel santua- Faro era in forma di torre o co-
rio, e quelli che Salomone collocò lonna, sopra la quale si ponevano
poi tempio di Gerusalemme,
nel le lampade; Cantaro una lampada
erano Lucerne (Vedi) o lampade in forma di tazza, un lampadario
piene d'olio. Gli antichi adopera- in forma di colonna con tazza so-
vano le lampade o le lucerne, spe- pra ; Ceroslalo una lampada in for-
cialmente a tre usi: il primo era ma di corno; Corona o Delfino,
ne'templi, per gli atti di religione ; lampade che ne aveano la figura,
il secondo uso facevasi nelle case sebbene per corona talvolta s' in-
private, e specialmente nelle nozze tendeva il faro; Licno, Licnuco e
e ne' banchetti ; il terzo era riser- Lucerna significano la medesima
bato a' sepolcri,ne parleremo e cosa, sebbene l'Anastasio per lu-
all'articolo Lucerna, parlando del- cerna intenda molte volte il can-
le COSI dette lucerne o lumi per- delliere che lume, e per
sostiene il
chiesa che un vescovo ariano voleva delle lampade ardenti alla mano j
usurpare. Nell'incendio della chie- imitate i servi vigilanti che atteu'
sa di s. Marcello di Roma, essen- dono il momento in cui verrà il
do caduta in rovina, restò illeso loro padrone a picchiare alla por-
il prodigioso ss. Crocefisso che ivi la, a fine di aprirgli prontamente.
si venera, e la sua lampada con Luca e. 12, V. 35. Voi siete la.
stupore fu trovata accesa. luce del mondo fate che sempre. . .
uno più degno del celebrante. Nel- scrisse una sua bolla nel 1 1
3g a
la corte degli imperatori greci favore dell'arciprete di Ferrara,
furonvi uffiziali chiamati lampada- LAMPSACOo LAMPSICOjLflm-
ri, soprastanti alla illuminazione psacus. Città vescovile della provin-
del palazzo. Furono delti lampadi- eia dell' Ellesponto, nella diocesi di
sii coloro che si esercitavano al Asia, sotto la metropoli di Cizico,
corso delle faci, cioè che correva- eretta in sede vescovile nel V se-
pelo non tosato) dalla Galazia, dal- re d' Inghilterra fatto venire dalla
la Puglia,massime da Taranto, Spagna coll'assenso di quel re tremi-
dall'Attica e da Mileto. Ne' tempi la lanuti bianchi, aprì agl'inglesi con
antichi si contavano tra le lane più questo mezzo una nuova sorgente
preziose quelle del territorio di Mi- di ricchezze. Le Indie orientali som-
leto e delia Ionia in generale, men- ministrarono agli olandesi sino dal
tre la Grecia europea non forniva secolo XVII una specie di arieti e
al traffico se non che alcune specie di pecore alte, lunghe e col tronco
di lane grossolane poco pregiate, e assai grosso, e quella razza traspor-
appena alte a fornir materia a qual- tata nelTexele nella Frisia orien-
che fabbricazione comune; se però tale, riuscì ottimamente. Gli svedesi
nome di vdlo dal verbo veliere che buto ch'essa era obbligata a pagare
significa strappare. agli stranieri Essa previde , che
.
LAN LAN St
tiifalture tìoacchine per scardassare gfan profitto una volta ri-
egli dice,
e filare la lana. Intanto con gran cavavano alcune città d'Italia ben at-
fervore si accrebbero nella Germa- tente a'propri vantaggi; mentre é
nia e nell'Ungheria le greggie spa- noto che nell' Italia il lavoro e
gnuole. L'introduzione nella Fran- commercio della lana non venne
cia di quelle macchine si deve in mai meno. Con molto studio l'arte
gran parte alle cure del celebre della lana era esercitata in Mode-
Chaplal ministro dell'interno, e ad na,come rilevasi da documenti del
esso dehbonsi ancora gl'incoraggia- i3o6 in poi. Ma particolarmente
iTientiben meritati che conceduti in Firenzedopo l'anno 1200, e sen-
furono agli inglesi Douglas e Co- za paragone dopo il i3oo crebbero
ckerill allorché questi si recarono l'arti della seta e della lana, impie-
in Francia a stabilire officine, nelle gandovisi migliaia di persone. Con ga-
quali costruirono macchine tanto ra non minore vi si applicarono i
poli per parte d'incettatori francesi, e che nel 1261 volendo il comune
come riporta il numero 44 del Dia- di Rimini introdurre in città periti
rio di Roma ; anzi in Roma nella artefici e professori di lanificio
stagione estiva del medesimo anno chiamò i frati umiliati, assegnando
può contarsi, che vennero asporta- loro chiesa con chiostro, ed abita-
te per la Francia tante lane per zione sufficiente ; altrettanto fece
oltre un milione di libbre. Perugia nel 1279. E noto che al-
Il Muratori nelle Dissertazioni cuni ordini religiosi tessono da per
sopra le antichità italiane, nella loro i propri abiti di lana^ massi-
XXX tratta delle arti della lana me Francescani ( Fedi ). Nella
i
e della Seta ( P^edi ), dalle quali, processione che in Roma si fece si-
VOI. XXX vn. 6
82 LAN LAN
no al pontificato di s. Pio V, del- dente il celebre cardinal
Prospero
l'immagine del ss. Salvatore, cui si Publicola Santacroce romano , ed
faceva la Lavanda de piedi (Vedi\ altresì concedendo ai consoli di que*
intervenendo in essa i consoli delle sta arte molti privilegi. Inoltre Si-
arti di Roma, il Marangoni vi re- sto V, al modo che dicemmo all'ar-
gistra pure i lanaìoli. Il Pontefice ticolo Colosseo (Fedi)j ivi voleva
$. Pio V contribuì considerabili stabilirel'arte della lana, ciò che
somme di denaro per far fiorire la morte gl'impedì effettuare.
nello slato ecclesiastico l'arte della Alessandro VII con chirografo
lana : concesse molti privilegi al col- dei 12 febbraio 1667 proibì l'in-
legio de' mercanti di essa, dichia- troduzione de'panni esteri nello stato
rando che i suoi consoli, nelle cau- pontifìcio, per vantaggio degli opi-
se tanto civili che criminali e mi» ficii concedendo sei mesi
nazionali,
ste, all'arte medesima spettanti, es- di tempo per smercio de'panni
lo
sere dovessero soli giudici, senza che già introdotti. Clemente IX con chi-
Terun altro tribunale potesse inge- rografo de'4 aprile 1669, Invigilali'
lirvisi, come si legge nella sua co- do noi, diretto al suo nipote car-
stituzione 43, Uladartis lanae, dei dinalGiacomo Rospigliosi, lo no-
5 marzo 1567, Bull, Rom. t. IV, minò primo protettore dell'antica
par. Il, p. 396. Il successore Gre- e nobile arte della lana, disponen-
gorio XI II confermò tali privilegi . do che protettori pro-tempore sa-
11 gran Pontefice Sisto V conside- rebbero stati i cardinali soprain-
rando le funeste conseguenze degli tendenti generali dello stato eccle-
uomini e donne oziosi che in copio- siastico, ovvero il cardinal decano,
so numero vivevano in Roma, de- presiedendo allora all'esercizio di
liberò procurar loro un mezzo di tale arte in Roma e suo distretto
occupazione e di guadagno, laonde il prelato tesoriere generale. Creò
vedendo l'arte della lana alquanto pure col chirografo un tribunale
negletta, volle restaurarla mediante composto di quattro presidenti ro-
il disposto della bolla, Cuni alias mani, di un assessore dottore d'am-
considerantes arleni lanae, emana- bo le leggi, di tre mercanti conso-
ta a' 18 dicembre i585, Bull. Rom, li, d'un sopraintendente e d'un no-
t.IV. par. IV, p. 171. Perchè dun- taro , con le rispettive facoltà e
que l'arte rifiorisse diede ad Ales- provvidenze. Nel pontificato d' In-
sandro Capocefalo e a Fenicio Ali- nocenzo XI ebbe origine il lanifi-
fano o Alfano, due mercanti di lana, cio dell' Ospizio apostolico (Vedi),
la somma di scudi dodicimila in che ingrandì Clemente XI ed i
84 LAN LAN
commissione onde proporre i mezzi conseguimento de' premi ; la forma
ai miglioramento delie principali della bollazione de' tessuti ; ia di-
manifatture dello slato , massime chiarazione sulla solennità della
de* tessuti filamentosi di lana, ca- premiazione annua in Campidoglio
nape, lino, seta e cotone, il mar- della miglior qualità de' panni ; l'e-
chese Luigi dei Gallo compose a- stensione deiraumento del dazio sui
naloglie memorie sulle indicale ma- panni esteri ai tessuti misti di la-
terie e specialmente sulla lana, ac- na e di altro genere; il regola-
cennando i mezzi di fabbricarle con mento per la verificazione e riscon-
economia di tempo e di spesa e tro de' tessuti di lana sul telaio
eon perfezione di lavoro: le me- e per l' esame ed apposizione del
morie furono pubblicate colle stam- bollo di premio ai drappi di lana;
pe e con questo titolo indu- : V le disposizioni sull'esposizione e pre-
strialismo ossiano cenni sull'utilità miazione de' tessuti di lana nazio-
ed il modo di stabilire le arti mec' nali ; il premio d'una medaglia d'o-
caniche e segnatamente quella del* ro di scudi sessanta a tutti i fab-
la lana nello staio pontificio^ ec, bricatori che presentano tre pac-
Italia i83i. cotte di panno consimile alle eccel-
tAN LAN 87
anni, e fu sepolto nella basilica La- re di rota, indi avendo creato car-
teranense, nella cappella di sua fami- dinale nel 1786 il suo nipote Bra-
glia. Egli ebbe tre fratelli, de'quali schi ch'era maggiordomo, e lascian-
uno fu vescovo di Nola. Il nipote dì dogli questa carica col titolo di
questi Tiberio si ritirò collo zio in prò, nell'anno seguente per averlo
tal città, ove comprò nel regno di nominato segretario de' brevi, fece
Napoli una terra cbiamata Lauro, Filippo maggiordomo , rispettabile
che fu dichiarata marchesato e nel carica ch'egli funse. Poscia nel con-
1726 dall'imperatore Carlo VI cistoro de' 2 1 febbraio 1794 lo
principato, ereditando poi la fami- creò cardinale dell' ordine de* dia-
glia i beni e le prerogative di coni, ma poco sopravvisse, onde
Ginnetti di Velletri, che die al non potè conseguire la diaconia
sacro collegio due cardinali. I prin- cardinalizia. Passò dunque agli e-
cipi Lancellotti hanno in Roma un terni riposi in Roma dopo breve
palazzo nel rione di Ponte presso malattia, e munito de' sagramenti
la via 3e'Coronari, ed altro a piaz- della Chiesa e dell' apostolica be-
za Navona. nedizione, quasi all'improvviso, a' i3
LANCELLOTTI Filippo, Car- luglio dello stesso anno 1794 e
dinale. Filippo Lancellotti de' prin- d'anni sessantadue suo cadave- : il
suo Mercato. Pio VI sino dalfa- dato, che poi abbracciò il cristia-
88 LAN LAN
rea nella Cappadocia, ond* è comu- e per autenticarne la verità Dio
nemente venerato per santo a* i5 operò molti nnracoli, come afTenna
marzo. 11 Piazza nell' Enierologio il monaco Roberto, Hist, Hierosol.
di Roma, e nel Santuario roma' 1. 7, ed il Bosio, De triumph. Cruc.
noj dice che nella basilica vatica- e. 17. Dapprima fu portata in bat-
na si venera un suo braccio, che taglia dal legato apostolico innanzi
l'altro con gian parte del suo cor- all' esèrcito cristiano , che riporlo
po si conserva nella chiesa di s. gloriosa vittoria; indi venendo pre-
Agostino, altre reliquie di lui esi- sa Gerusalemme a' 5 luglio 1099,
stendo nelle chiese di san Marcel- ivi fu la reliquia depositata, donde
lo, di san Giovanni dei fiorenti- fu poscia trasferita in Costantino-
ni e de' santi Sergio e Bacco. La poli, dove non manca chi asserisca
lancia cogli altri strumenti della esservi già stata sino dal VI secolo.
crocefissione secondo il costume
, Sembra che in Costantinopoli il sa-
degli ebrei, furono sepolti colla Cro- cro ferro fosse diviso in due parti ; la
ce (Fedi)^ nel luogo ov'era segi,ii- punta fu collocata nel palazzo im-
ta. L* imperatrice s. Elena madre periale, la lancia 'nella chiesa del
di Costantino il Grande, porfatasi monastero di s. Giovanni della Pie-
in Gerusalemme l' anno 826, rin- tra. La divisione del sacro ferro si
toria. Cercata la lancia nel luogo ancora l'annotatore del Butler, Fi-
indicato dall'apostolo, si rinvenne te dei padri, ec, maggio p. 69
CQa gran giubilo d^' crocesiguati, edizione veneta del 1B24 di Pat-»
LAN LAN 89
taggia. Che Baldovino II donò al i due legali nominali dal Papa, cioè
detto re la Corona di Spine (Ve- l'arcivescovo d'Arles Rondano, ed
di), Io dicemmo a quell'articolo, il vescovo di Foligno Borsiani, fe-
II, acciò gli custodisse il fratello, portò a riceverla dai medesimi, qua-
che assai temeva. Riputando il Pa- ranta passi fuori della porta, vesti-
pa Innocenzo Vili che assumendo to de' paramenti pontificali. Levatasi
lui tal custodia ne potesse venire la mitra divotamente la baciò, fa-
riente. Oltre a ciò Baiazette 11, per te con torcie accese, non che l'am-
mezzo dell'ambasciatore turco Clia- basciatore turco, che nel giorno pre-
misbuergh o Cassà-Begh, nel i49^ cedente avea fatto il suo ingres-
gli mandò in donativo la sacra lan- so solenne in Roma. Giunto il Pon-
cia, colla canna con-
spunga e la tefice alla loggia della benedizione
sacrate dalla passione del Redento- sopra le scale di s. Pietro, benedì
re. Nel giorno primo maggio giun- col sacro ferro l' innumerabile po-
se in Ancona l' ambascialore^ ove polo, facendo pubblicar l'indulgenza
90 LAN LAN
plenaria in latino dal cardinal Riu- trone e canonico valicano. Nell'al-
rio, in italiano dal cardinal Colon- tare eravi un'antica immagine della
na, ambedue diaconi. E perchè il Beata Vergine, che stava nell'altare
Papa stanco dal lungo viaggio fat- edificato nell'VllI secolo da s. Gre-
to a piedi e versando lagrime di gorio HI. Ma per la struttura della
divozione, non potè cantar messa nuova basilica, sotto Giulio II la
in s. Pietro, la fece cantare dal car- cappella fu distrutta, il ciborio fu
dinal Domenico della Rovere, con disfatto nel i5o7 e fu trasferito nel-
l'assistenza dei cardinali e degli l'ultima nave della vecchia basilica,
altri. non servendosi piìi pel sacro ferro,
Volendo il Pontefice fabbricare ma per mostrare al popolo l'altre
in detta basilica una sontuosa cap- reliquie della basilica ; dappoiché la
pella per ri porvi si insigne reliquia^ lancia fu collocata a* 22 novem-
la portò intanto nelle sue camere, bre col Sudario nel ciborio di Gio-
venendo assicurato dall'ambasciato- vanni VII, presso il quale fu eret-
re turco della sua identità, e che la to il sepolcro d'Innocenzo Vili. Nel
punta o cuspide di essa era presso pontificato di Paolo V ai 2 i mar-
il re di Francia. Passali pochi gior- zo 1606 la lancia fu col Sudario
ni, Innocenzo Vili fu assalito da trasferita dalla vecchia basilica, in
grave infermità, chiamò a sé car- i un pilastro della cupola, donde se
dinali, per esortarli ad eleggere un ne fa l'oslensione dalla loggia che
degno successore, e ordinò loro che resta sopra la statua di s. Veroni-
riportassero il sacro ferro alla ba- ca. Ivi stette sino al primo gennaio
silica di s. Pietro, ciò ch'essi fece- 1624, che per ordine di Urbano
ro a' i6 luglio, e lo collocarono Vili fu la lancia posta nel ciborio
in cui si conservava il
nell'oratorio, del pilastro opposto, ove conservasi
Sudario o Volto santo del medesi- la testa di s. Andrea, finche il luo-
mo Redentore. Mon Innocenzo Vili go fosse restaurato. Di li nel 1625
a'26 luglio i49^j "el suo deposito a'23 dicembre fu riportata con so-
nella basilica vaticana fu rappresen- lennità nel luogo del Sudario, nella
tato in bronzo dal Pollaiolo colla lan- qual traslazione sostenne l' asta del
cia inmano. Il suo nipote cardinal baldacchino con sette altri signori
Lorenzo Cibo, già canonico di s. l'arciduca d'Austria Leopoldo. Sic-
l^ietro, eseguendo la volontà dello come nel i52 7 pel sacco di Roma
zio, fece fabbricar nella basilica con operato dai scellerati soldati di Bor-
disegno di Bramante, e nell'antica bone, la reliquia della lancia tratta
cappella del Salvatore che restaurò, dal tabernacolo fu gittata in terra,
un grande e bel tabernacolo di onde il vaso che la conteneva ave-
marmo per riporvi la reliquia, nel va molto sollerlo, cosi il cardinal
luogo ove è ora l'altare di s. Lon- Francesco Barberini nipote di Ur-
gino, nelle grotte vaticane , cioè bano Vili ed arciprete della basi-
sotto la statua di tal santo, e fu lica,a*25 maggio i634 donò un
terminato nel i49^« Nel taberna- nobile vaso di cristallo di monte
colo o ciborio, chiuso da due por- di gran valore, legato in oro, onde
ticelle di bronzo, fu collocata la sa- cavata la sacra lancia da quello al-
cra lancia a' 12 gennaio i5oo, da quanto rotto d'Innocenzo Vili, nel
Andrea della Valle vescovo di Co- nuovo liiK*ipo§i{i e tuttora si con-
LAN LAN 91
serva. Benedetto XIV racconta, De' L'Infessura presso il Rinaldi all'an-
healìf. et canoniz. t. IV, p. Il, e. no i49'2. La costituzione 4 d' Ales-
3i,n. i3, che mentre era canoni- sandro VI, Bullar. tom. I, pag.
co valicano, fece venire da Parigi 468; e Sandini, f/ist. faniiliae sa-
la giusta misura delia cuspide del crae, de Christo Domino ^ cap. XV,
sacro ferro , che conservavasi in pag. 238 e 289, parlano delle
quella cappella reale, e che aven- reliquie della lancia, della canna e
done fatto il confronto colla lan- della spuiiga donate ad Innocenzo
cia spuntata, trovò che ambedue Vili. Torrigio, Le sacre grotte va'
le parti corrispondevano perfetta- ticane, p. 19,209 e seg., e 210.
mente, e con tanta uniforniità che Severano, Memorie sacre p. 160
escludeva ogni dubbio dell' identità e seg. Un'altra simile lancia si con-
del ferro e della verità d'ambedue serva in Praga, altri dicono in No-
le reliquie. Quanto all' ostensione rimberga, mandata dall'imperatore
pubblica e privata della lancia, ne Enrico I V Uccellatore, c\\e l'ebbe da
parleremo all'articolo Volto vSanto, Ridolfo II re di Borgogna, ed era
ove pure si diranno altre analoghe la medesima che usava l'imperato-
notizie. re Costantino il Grande, il quale
Sulla sacra lancia e sul donativo l'avea fatta fare a similitudine di
di essa si possono consultare i se- quella che ferì il costato del Reden-
guenti autori. Tommaso Bartolini, tore, col comune e con qual-
ferro
De lalere Christi aperto, Lugduni che de Chiodi [f^edì), che
parte
Bat. 1646. Gisb. Voeti, Disaertalio servirono per affìggerlo in croce, co-
de perfosso lalere Christi, in ejus Dis- me scrivono l'abbate Uspergense in
put. 195, Ultraj. i655.
//leo/., p. II, Chron. p. i53 ; Sigiberto in Clvon.
Gaspare Sagittario, Z^m^/V. ^e La/i- ad an. 929; e Luitprando, Hisc. lib.
cea qua perfossimi Christi latita, Je- IV, cap. 12. Di questa lancia ne
nae iGyS. Enoch Svantenio, Lan- parla il Severano a p. 632. Nel
cea militaris, qua Christi lata per- XIV opuscolo del p. Calogerà si
fossiun, Roslochi 1686. Jo. David esamina se Enrico I V Uccellatore
Roelerus, De imperiali sacrae Lati- acquistasse la sacra lancia. Gugliel-
ceae, Altorf lySi. Il Thiers riferi- mo Malmesbury, De gè siis Angiomi it
sce la superstizione di quelli che lib. I, e. 6, dice: Lancea Caroli
portavano indosso la misura del- M. ferehatur eadem esse, quae Do-
la piaga del costato di Gesù Cristo miiiico lateri, centurionis marni, fuit
per salvarsi da tutti i pericoli : Des ìmpacta pretiosi vulneris jactu Pa-
superstilions t. I, p. 3 12. Vittorelli radisuni miseris morta libns apernit.
nelle Aggiunte al Ciacconio t. HI, Cosi Baronio all'anno 929, n. 5.
il
col. 100, P'it. Ponti/., ove diffusa- Alcuni credettero che il centurio-
mente parla di questa reliquia, co- ne fosse il soldato che colla lancia
me della canna e della spiniga. aprì il costato di Cristo. 11 Sarnel-
Diario del Nantiporto presso il li, Lett. eccl. t. V, lett. XLI, parlan-
Muratori, Ber. Ital. t. Ili, p. II, do della sacra lancia, riporta quan-
I 108. Notice da journal de Bar- to il Rinaldi dice all'anno i354j n.
card par m.r de Brequignf, dans 18. Carlo IV imperatore ricuperò
les notices, et cxlraits des mss. de la la lancia del Signore ( devesi inten-
hible diL rei, Paris 17B7, p. 9-2. dere quella formala '
con parte dei
9-2 LAN LAN
chiodi ), ì cliiodi, e parte dollu ss» chiesa di s. Eustachio si conserva tra
Croce, e la fece tiasportare in Pra- le reliquie la lancia che usava quel
ga, capitale del suo regno di Boe- cavaliere romano, e tuttora si espo-
mia, con gran giubilo. Il Papa In- ne nel dì della sacra, in quello del
nocenzo VI ad istanza di Carlo IV santo e in altri giorni. S. Giorgio,
glidiede facoltà che le dette sacre che ha tanti ordini equestri sotto
memorie della Passione del Reden- il suo nome, è rappresentato in at-
tore si esponessero sull'altare alla to di ferire con una lancia il dra-
pubblica venerazione de'fedeli, ed go, come dicesi agli articoli di det-
instituì la festa della Lancia e dei ti ordini, spiegandosi in quello di
Chiodi nella feria VI ossia venerdì s. Giorgio di Rosmonte, perchè co-
dopo l'ottava di Pasqua di Risurre- sì viene lappresentato il santo.
zione, concedendo anche per quel LANCIANO (Lancianen). Città
giorno i' indulgenza ; diffondendosi coli residenza arcivescovile nel regno
il Pontefice nel suo diploma in en- delledue Sicilie, nella provincia del-
comi su detti strumenti, specialmen- TAbruzzo citeriore , capoluogo di
te della sacra lancia, che riporta il distretto e di cantone, posta parte
Sarnelli. Aggiunge questi, se tutte in piano e parte in colle, sulla de-
queste memorie sono d' una istes- stra riva del torrente Feltrino, e
sa lancia o se della stessa lan-
, sulla riviera del suo nome, che si
cia mescolata con altro ferro se ne getta quivi nel mare Adriatico, for-
fecero più lancié, conchiude bastar maiìdovi un piccolo porto. Ha due
che noi veneriamo non il ferro come sobborghi, alcuni cospicui edifizi ,
indi morì nelfe calende di dicem- turco. Nel 1^79 divenne vescovo
bre. Ad istanza dell' imperatore Mario Bolognini nobile di Cajaz-
Carlo V, nel i532 Clemente VII fo, degno d'ogni lode; pose la
gna nel i555. Nel seguente anno decessori. Da Minervino nel i6oe)
Paolo IV dichiarò quinto vescovo vi fu traslatò fr. Lorenzo Calati-
Pompeo Piccolomini d' Aragona, na de'minori, che fu succeduto nel
figlio delduca d'Amalfi, che a' 16 1618 da fr. Francesco Romerio
gennaio i56o Pio IV traslatò a carmelitano spagnuolo. rei 1621
Tropea; indi a' 26 dello stesso me- trasferito a Vigevano. Nel seguen-
se fece vescovo di Lanciano Leo- te anno fu arcivescovo Andrea Ger-
nardo Marini genovese domenica- vasi calabrese, zelante difensore
no, vescovo di Laodicea, personag- dell'immunità ecclesiastica : a pro-
gio cospicuo per virtù. A fine di prie spese aprì il monastero delle
far cessare le contestazioni coll'ar- monache Clarisse; rifece l'episcopio
cìvescovo di Chieti, il vescovo ed più comodo dell'antico; fu carita-
il Spagna Filippo II, otten-
re di tevole e giusto. Nel 1669 venne
nero da Pio IV che erigesse Lan- fatto arcivescovo fr. Alfonso Alva-
ciano in sede arcivescovile, ciò che rez Baiba carmelitano spagnuolo,
ebbe luogo a' 26 febbraio i562. traslato a Brindisi nel 1673; on-
II Pontefice non gli assegnò suf- de gli fu successore Francesco An-
fragane!, che non ha tuttora, ed tonio Carafa patrizio napoletano ,
braio 1834, ripristinò la sede ve- timo e personale servizio del som-
scovile di Ortona, assegnandola pe- mo Pontefice, i di cui membri e-
rò in perpetua amministrazione del- rano chiamati Cavalieri della guar-
l'arcivescovo di Lanciano pro-tem- dia di Nostro Signore, e comune-
pore. Per morte del mentovato ar- mente Lande spezzate. 1 diziona-
civescovo, lo stesso Pontefice nel ri della lingua italiana e delle ori-
concistoro de' i3 dicembre 1889 gini, ecco come definiscono il vo-
preconizzò successore l' odierno ar- cabolo Lancia. » Strumento di le-
civescovo monsignor Lodovico Riz- gno di lunghezza intorno a cinque
7.uti di Bocchigliero arcidiocesi di braccia, con ferro in punta e im-
Rossano. La cattedrale della me- pugnatura da pie, col quale i ca-
tropolitana di Lanciano , recente valieri in battaglia feriscono. In
ed elegantissimo edifìzio, è sacra a appresso dai nostri antichi scritto-
Dio, in onore della Beata Vergine ri, lancia nominossi ogni specie di
s. Maria
Maggiore ov' è il fonte cubiculari del Papa, considerati ca-
battesimale, venendo coadiuvato da merieri laici di spada e cappa per-
alcuni preli. 11 palazzo arcivesco- chè come questi vestivano essendo
vile, buon edifìzio, è alquanto di- in anticamera ; che assistevano alle
,
LAN LAN 95
cappelle dietro banchi de' cardi-
i istituita dopo quella à^: Cavalle f^^ie-
nali ; die cavalcavano per Roma ri (Vedi)j per lo più si coujpose di
quando usciva il Ponlefice , anche dodici cavalieri, ed era la più vi-
nelle solenni cavalcale, ed allora si cina per la custodia della persona
armavano; e che in origine, secon- del Tonlefice. Sivolle assomigliare
do il Bonanni, non erano nobili a quella che introdusse nel palaz-
divenendolo quando funsero V uffi- zo imperiale Sergio Galba , che
cio i cavalieri gerosolimitnni, lo di- anno 68 di nostra era diven-
nell'
paga con molti soprannumeri , i tate electij qui sine stipendio ss.
quali poi per anzianità entravano Pontificis per vices perpetui custo-
in posto alla vacanza, terminò nel des novo exeniplo essent, equites ah
declinare del secolo decorso per le eo creati. Di ciò parla più ampia-
note politiche vicende. Istituita nel mente Pietro Nores nella storia mss.
1801 da Pio VII la Guardia no- della guerra di Paolo IV contro gli
bile pontificia {Fedi\ le antiche spagnuoli. Scrive egli che il Pupa
lancie spezzate conservando il loro il giorno 5 dicembre i 555, tenuta
onorario e rango di colonnello vi cappella, in essa creò centoventi ca-
furono ammesse con grado di esenti valieri tutti romani, chiamati ca-
della medesima, perdendo 1' antica valieri della fidi\G o della colomba.
denominazione e l'uniforme ; luna e Ad essi commise la guardia della
l'altra però continuarono a ritenere sua persona, facendo a tutti asse-
le lancie spezzate esistenti fuori di gnare stanze nel palazzo apostoli-
Roma. Quanto alle lancie spezzate co; ordinò loro di dividersi in do-
soprannumeri, furono anch'essi in- dici decurie, una delle quali mai
corporati alle guardie nobili col gra- ^i allontanasse dall'anticamera pon-
do di cadetti ed il rango di te- tificia, ina però tutti dovrebbero
nenti colonnelli, che già avevano, servire ed accompagnare il Papa
ma senza soldo, che dovevano solo quando uscisse in pubblico. Il dia-
percepire nel passaggio ad esenti. ristacontemporaneo Cola Colei ne
Questa guardia pontificia delle lan- nota il giorno che questa guardi.i
cie spezzate isembra fche sia stata cominciò a prestar servigio, cioè
,,
,
96 LAN LAN
agli dicembre, e dieci per gior-
1 1 i avevano quindici scudi al
quali
no. Poco darò questa dimostrazio- mese, oltre quanto gli passava il
ne di filiale affetto del popolo ro- palazzo. Ivi pur si narra che nel
mano verso Paolo IV , dappoiché palazzo apostolico facevano la guar-
sdegnandosi per le conseguenze del- dia dodici cavalleggieri e quattro
la guerra cogli spagnuoli, i quali ca- lancie spezzate, oltre cinquanta sviz-
gionavano gravi danni a Roma zeri. Dice inoltre il Lunadoro che
suoi dintorni ed altri luoghi dello ancora generali
i di Ferrara e di
stato, dimostrò con molti segni la sua Avignone aveano per distinzione
disapprovazione. Ed è perciò, come alcune lancie spezzate , s' intende
nel 1 558 scrisse l'ambasciatore vene- diverse dalle pontifìcie. Dai ruoli
to Navagero alla signoria, che Paolo palatini inoltre rilevasi che sotto A-
IV ormai appena guardava i cento lessandro VII nel 1657 e nel 1662
suoi cavalieri, il qual numero a poco erano sei le lancie spezzate ; in
a poco diminuì talmente, che soli quelli di Clemente X del 1675
due o tre comparivano. Ascanio venivano chiamate
cavalieri di
Cen torio, ne' Commentari delle guer- guardia, con scudo uno e baiocchi
re d' pAiropa par. II, lib. 3, p. 96, sessantadue e mezzo per cadauno,
parla di essi. In seguito si ridusse- ed il pane papalino; in quelli del
ro al numero di dodici con paga, 1679 d'Innocenzo XI sono pure
e vi furono ammessi anche di al- così denominati in numero di sei;
tre nazioni col nome di Laucie leggendosene sette sotto Innocenzo
spezzate. In fatti ne* ruoli della XII nel 1693; più tre con scudi
Famìglia pontificia (Vedi) di Sisto dieciolto e baj. cinquanta per o-
V del i585, si trova che due lan- gnuno. Ne' ruoli di Clemente XI
cie spezzate di guardia avevano dal del 1706 cavalieri di guardia a-
i
lancie spezzate avevano la dispensa scudi venti per ognuno, più due
della cera per la candelora. Sei e- soprannumeri senza onorario. Nel
gnalmente erano effettive nei pon- 1744 sotto Benedetto XIV erano
tificati di Urbano VJII ed Inno- tredici , eh' ebbero medaglie d' oro
cenzo X col godimento de' nomi- e d'argento per la festa di s. Pie-
nati proventi. tro; nel 1752 se ne trovano se-
Nella Relazione della Corte di dici registrati. Nel pontificato di
Roma^ del cav. Lunadoro, edizio- Clemente XIII, l'anno 1765 si leg-
ne di Bracciano 1646, p. 11 e 29, gono dieci guardie con scudi venti
parlando del generale delle guar- ognuno, otto senza paga perchè ,
Papa, armati di arme bianche, se- ordine, colle loro vaghe armature;
guendo l'ambasciatore di Bologna li seguivano il foriere e cavalleriz-
ed i consevalori di Roma. Nel pos- zo maggiori del Papa. Nel posses-
sesso di Gregorio XV del 1 62 1 so di Clemente XIV del 1769,
lances spezzatae armatae equitan- appresso i cavalleggieri procedeva-
tes ante et retro, ut equitatio pro- no quattro cavalieri della guardia
cederet. Nel possesso Clemente di di Nostro Signore , ec. L' ultima
IX del 1667, precedevano la pom- volta che v' intervennero fu nel
pa i cavalleggieri, seguiti da due 1775 pel possesso di Pio VI: dopo
lancie spezzate di sua Santità con i cavalleggieri con lancie seguiva-
bellissimi e ricchi abiti con petti no due cavalieri lancie spezzate con
a botta, e bracciali di fine armi le loro armature di acciaro, ordi-
bianche, quali distribuitisi per la nando la cavalcata, ed altri due di-
cavalcata, or qua or là scorrendo rigendola ; indi venivano il foriere
la regolavano, acciocché ordinata- e cavallerizzo. Nelle cavalcate so-
mente e senza fermarsi quelli che lenni colle quali i Papi si recava-
VOL. XXXVII. 7
98 LAN LAN
la Natività, e di s. Carlo, incede- ora a Carlisle, ora a Landa fF, do-
vano pure dopo i cavalleggieri due ve fu trasportato il suo corpo sei-
cavalieri della guardia detti lande cento anni dopo la sua morte, suc-
spezzate, armatura di ferro
con ceduta a* 4 novembre 522. Tra i
LAN LAN 99
tare, dov'erasi rifugiato dopo aver mandò la permissione di ritirarsi,
trucidato un contadino che avea- e sì portò a Laubac o Lobes, luo-
Jo ferito. Ibidem. go deserto posto in riva alla Sam-
Il settimo del 982 intorno ai bra, nel paese di Liegi. Molte per-
costumi. Angl. tom. I. sone pie si unirono a lui, e così
L' ottavo nel 988: fuvvi scomu- ebbe origine la celebre
abbazia di
nicato e messo in penitenza il re Lobes, la cui fondazione si colloca
Artmaele, finche non avesse espia- circa 654- Landelino, riguardan-
il
Labbé tom. IX; Arduino tom. VI; s. Domiziano si recò in una den-
Angl. tom. I. sa foresta dell' Hainaut tra Mons e
L'undecimo nel loSg: venne di Valenciennes, dove si fabbricarono
nuovo scomunicata la detta fami- delle specie di celle con rami d'al-
glia reale. Angl. tom. I. bero. Landelino, vedendo crescere
LANDELINO (s). Nacque nel ognor più il numero de* suoi di-
628 a Vaux nell'Artois, di nobile scepoli, fondò l'abbazia di Crepin,
famiglia, e la sua educazione fu della quale fu finalmente forzato
affidataa s. Auberto vescovo di a prendere il governo. Il suo zelo
Cambrai, Entrato nel mondo si per la salvezza delle anime facealo
scordò per alcun tempo le buone talvolta uscire dalla sohtudine, per
lezioni ricevute, e menò vita li- predicare nej^villaggi, ed istruirvi
bertina; ma la morte subitanea i poveri contadini, senza intramet-
di uno dei suoi compagni lo fece tere le sue pratiche ordinarie di
rientrare in sé slesso. Pentito dei mortificazione. Mori sulla cenere e
suoi trascorsi, si gettò ai piedi di sul cilicio nel 6B6, e leggesi il suo
s.Auberto, il quale lo allogò in nome nel martirologio romano sot-
un monastero, affinchè ne facesse to il giorno i5 di giugno.
penitenza. Tanto fu il fervore e la Non è da confondersi questo con
contrizione di Landelino, che si sot- un altro s. Landelino originario
tomise ad ogni sorta di austerità; di Scozia, il quale è qualificato
laonde dopo alquanti anni s. Au- martire a'2 di settembre in un an-
berto elevollo al sacerdozio, e gli tico martirologio di Usuardo, e di
commise il ministero della predi- cui la diocesi di Strasburgo, dove
cazione. Desiderando di piangere i fu ucciso, ne celebra la festa il 2
propri peccati nella solitudine, do- di settembre.
,00 LAN LAN
LANDERICO (s.)^ vescovo di na di marmo, con lunga iscrizione
Parigi. Succedette a s. Audoberto in versi.
prio nel nuovo breviario di Parigi, sente , dandogli poi per titolo la
LANDIFrancesco Cardinale, , chiesa di s, Onofrio. Oltre le assi-
bili pel primo Alvise o Luigi; in indi lo nominò primo abbate com-
tale circostanza forse per la diver- mendatario dell' abbazia di Chia-
sità della pronunzia, il cognome ravalle di Milano, fondata da s.
venne alterato con aggiungervi la Bernardo nel ii35, distante due
prima lettera iniziale L; ma lo miglia da quella città, e legato a
stemma restò perfettamente simile. latere allo slesso duca Filippo, dal
Tuttociò si prova dalla Lettera quale però nulla ottenne di quan-
dUm giureconsulto perugino in or- to richiedeva. Anzi, come scrive il
suo figlio in Roma. Ottenuta nel avanzarono contro di lui alle con-
1721 la prelatura Amadori per con- gregazioni di Roma molti ricorsi
corso, nel quale superati di gran colla taccia di severo, quali nou
lunga i suoi competitori, diportossi produssero altro effetto che quello
con tale valore, che con rispetto di far più risplendere la maschia
potè far osservare ad alcuni esa- sua virtù e specchiata religione.
minatori che lo aveano interroga- Visitò ogni anno la diocesi, e cin-
to fuori di proposito, rimettendoli que volte celebrò il sinodo, quale
sul giusto sentiero.Imprese quindi diede alle stampe in un alle sue
a difendere gratuitamente i poveri, dotte omelie pastorali. Predicava la
giusta robbligo che gliene correva divina parola al popolo, esageran-
io4 LAN LAN
do le proprie colpe, e pregandolo razioni sinodali e lettere pastorali,
a condonargli i mancamenti che in Jesi nel 1740-
commetteva nel disimpegno dell'of- LANGEAIS o LANGERS o
ficio pastorale. Quando poteva re- LANGETS , Langestum vicus al-
cava il ss. Viatico agl'infermi, con- bigensisy Alingavia, Langesium. Cit-
fortandoli air estremo passo con tà piccola di Francia nel diparti-
fervorose e paterne esortazioni. mento d'Indro e Loira, circonda-
Nelle parrocchie si portava ad rio e capoluogo di cantone, sulla
istruire i fanciulli ne'misteri della riva destra della Loira, ove ha un
fede, a fare il catechismo, ed a porto. Ha un castello fabbricato
vedere se si praticava quanto avea nel 992 da Folco di Nera conte
su ciò prescritto. Nelle feste di d'Angiò, e restaurato nel XIII se-
rese sopra tutto eccellente nella sua torre, che termina in una ba-
scienza di ambo le leggi, onde me- laustrata. Rimarchevole è la piazza
ritò di essere innalzato alla carica principale, come rimarchevoli mo-
di gran cancelliere del regno, e nel numenti sono la tribuna dell'anti-
i4o6 promosso al vescovato di chissima chiesa di s. Didiero, la
Durcham. Divenuto vescovo rinun- cattedrale, l' ospedale detto della
ziò il cancellierato ,
quale dopo Carità, la chiesa gotica, e specialmen-
undici anni dovette riassumere . te la torre piò recente della chiesa
In premio de' suoi meriti Giovan- di s. Martino, la facciata della ca-
ni XXIII a'6 giugno del i4i i sa comune della città, e l'edifizio
lo creò cardinale prete. Fini di vi- del collegio comunale. Avvi una
\ere nel i^i'j prima dell'elezione scuola di disegno, due ospedali,
(li Martino V, nella fortezza di Got- uno de'quali pegli esposti, una bi-
lieb presso Costanza, al qual conci- blioteca di circa 3o,ooo volumi,
lio era intervenuto. Ebbe sepoltura un teatro, essendo ameno passeg-
nella sua chiesa, nella parte occiden- gio quello presso le mura chiama-
tale chiamala Galilea. to Bianche- Fontaine. Questa città
LANGRES (Lingones). Città con è rinomala per la sua coltellaria,
residenza vescovile di Francia nel- e particolarmente per le sue for-
la Sciampagna, dipartimento del- bici, e fagran commercio di
un
l' A Ita- Marna , capoluogo di cir- mole per affilare, di pelliccerie ed
condario e di cantone. Vi risiede altro. Nei dintorni vi sono fucine
il tribunale di prima istanza e di di ferro. È patria di Giulio Sabi-
commercio, la conservazione del- no competitore di Vespasiano, e
l' ipoteche e l'ispezione forestale. della sua celebre sposa Eponina,
K situata in una delle porzioni di un numero ragguardevole di
piò alte della Francia, sopra un scrittoried artisti di riputazione.
piano elevato, da dove discendono Fra i primi figura pel suo gran
verso l'Oceano la Marna, la Mosa, genio Diderot, miseramente famoso
e verso il Mediterraneo l' Amance nel secolo passato; dopo di lui si
e la Vingeanne, di modo che in citano Barbier d' Aucourl, Elia
alcune parti i letti delle case ver- Blanchard, ed altri. Fra gli arti-
incerta, uno de'quali sussiste anco- poli sieno stati poscia chiamati
ra oggi affatto inlatto, fuori del- longonensi, o lingonì e lingonensi,
che fu distrutto. A diverse
l'attico Plinio, Tolomeo, e
Cesare special-
epoche, ed ogni giorno ancora^ si mente commentari, fanno
ne' suoi
sono scoperti e si trovano avanzi di essa menzione. Tacito, Polibio,
preziosi, consistenti in istatue, pi- Tito Livio, Frontino, ed altri ne
ramidi, piedistalli, vasi, tombe, parlano pure vantaggiosamente, e
mine, ed altre romane antichità ; marcano le conquiste di quelli di
e nel 1770 si scopersero moltis- Langres in Italia^ al tempo di Se-
sìme medaglie d'oro, d'argento e goveso e Belloveso. Divenne repub-
di bronzo, molti vasi e strumenti blica alleata de' romani, ed al tem-
impiegati negli antichi sacrifizi, ol- pò di Giulio Cesare era la capita-
tré ali'esservisi rinvenute molte re- le dei lingoni, uno de'popoli gau-
mote iscrizioni, bassi rilievi, rovine lesi, che primi presero e non la-
d'edifizi, ed altri monumenti atti sciarono mai il partito di Roma,
ad illustrare la storia di questa Nello stesso tempo apparteneva ai-
città. Abbiamo di J. F. O. Luquet la Celtica, ma divenne una città
di Langres architetto : Antiquités della Belgica, Augusto, e vi
sotto
de LangreSy ivi stampale nel i838. rimase congiunta sino a che Dio-
A p. IX si legge aver egli nel cleziano la riunì alla Liouese. Di-
1834 formato per la conservazio- cesi che i suoi abitanti abbiano
ne delle antichità una società che avuto dall'imperatore Ottone il di-
fu approvata nel i836 dal mini- ritto di cittadini romani, nel primo se-
stro dell'interno, sotto il titolo di coiodi nostra era. Presso questa città
Société archeologique Langroìse nell'anno 3oi Costanzo Cesare dis-
II benemerito autore del citalo li- fece sessantamila alemanni. Dive-
bro e della mentovata società ab- nula città considerabile, fu esposta
braccio poi lo stato ecclesiastico, e come tante altre della Francia a
meritò di essere fatto dal Papa diverse rivoluzioni. Fu presa ed
che regna, vescovo di Esebon in abbruciata nei primi del V se-
partibus, e coadiutore del vicario colo da Attila nel suo passaggio
apostolico di Pondichery nelle In- e restaurata provò la sorte stessa
die Orientalìj al quale articolo ci- al tempo delle incursioni de* van-
tammo l'altra sua opera sulla con- dali, che vi uccìsero il suo vesco-
gregazione delle missioni straniere, vo s. Desiderio o Didiero, l'anno
In seguilo fu stabilito un museo, di Cristo 4^7» o 4» ^j o 4'^- Lnn-
collocalo nella parte conservala gres passò poscia in poter de' bor-
dell'anlichissima chiesa di s. Didie- gognoni, e continuò a far parte di
,
celebrò in Langres, da dove tor- feste solenni gli alunni del semi-
nato a Cistello, partì per l'Italia. nario. Prima il capitolo consisteva
Nel lySi Clemente XII dismem- in nove dignitari^ quarantadue ca-
brando Dijon {Vedi) dal vescovato nonici, e molti cappellani. La cat-
di Langres, l'eresse in sede vescovile, tedrale è munita del fonte batte-
restando per mensa al vescovo di simale, esercitando l'ufficio di par-
Langres l'annua rendita di tien- roco un canonico della medesima.
taseimila lire tornesi, colla tassa L'episcopio è comodo; l'antico è
camerale di novemila fiorini ad occupato fino a questo momento
ogni nuovo vescovo. Gli ultimi ve- dal seminario dei teologi, dove si
scovi di Langres furono i seguen- costruisce da diversi anni alle spe-
ti. Clemente XIV a' io settembre se del governo una bella fabbrica
1770 fece vescovo Cesare Gugliel- pel necessario aumento di questo
mo de la Luzerne di Parigi , che stabilimento di primaria importan-
fu cousacralo nel seguente ottobre: za. Il nuovo episcopio si fabbriche-
no LAN LAN
là in seguito, pure a spese del Furono altresì tenuti in Lan-
governo. Oltre la cattedrale fu e- gres alcuni sinodi memorabili, che
retta recentemente in nuova chie- alcuni chiamano concilii e sono i ,
stato, cioè, che senza conoscere le ne delle nUove saiinre nella spiag-
cose e le persone non si può go- gia di Corneto, per riparare a
vernare. Quindi con particolare quelle decadute di Ostia. Attivate
cura volle internarsi nella perfetta tutte le rendite delle finanze, e
conoscenza d'ogni singolo ramo venuto a capo di fondare giudizio
delle attribuzioni delia sua carica, sulle risorse dello stato per di lui
ne risentiva l''erario, posto alla ne- molte fabbriche ebbero per lui in-
cessità di non poter ricusare per cominciamento, altre si perfeziona-
il valor nominale nelle esigenze rono, principalmente delle lane,
de'dazi la moneta imperfetta, co- delle sete e di altri tessuti. Auto-
stretto per l'altra far le tratte rizzato dalla beneficenza sovrana
in moneta reale per le tante cir- sovvenne gl'indigenti, i conservato-
costanze dei rapporti, nei quali si rii, gli ospedali, ed altri luoghi pii
trova ciascun governo, e quei sopra bisognosi. Meritano perciò menzio-
tutto che sono in più articoli coll'este- ne le beneficenze compartite agli
ro in passività. Con sorprendente ospedali di s. Spirilo e di s. Gio-
rapidità l'opera fu condotta al suo vanni, oltre la costruzione d'un
fine nello stretto spazio di tre me- nuovo ospedale in Civitavecchia.
si ; ma più ammirabile fu il mo- Infestando i corsari le spiagge del-
do pel quale venendo la moneta l'Adriatico, ne eliminò le funeste
ricevuta al cambio per il saggio dilapidazioni e schiavitù, arman-
stesso, al quale rispettivamente do la costa con legni in mare
trovavasi ammessa ed accolta in e forza terrestre ; indi accorse a
commercio, altra nuova perdita non sollevar la languente umanità che
ne risentirono i possessori, oltre quel- in Roma e in altri luoghi cadeva
la che già avevano incontrata allor- vittima d' un male epidemico. A
ché ne vennero per la prima vol- lui deve il migliore stato dei
si
dine de' diaconi e conferendogli la suoi consigli, come fu assai ben ac-
diaconia de* ss. Cosimo e Damia- cetto ai Papi. Pio VI lo fece pre-
no. Portatosi in Roma passò al- fetto della congregazione del conci-
l'ordine dei preti ed ebbe in tito- lio, ed a sua insinuazione stabilì
lo la chiesa di s. Sisto, venendo an- che da quella segreteria lutto fosse
cora creato arcivescovo in partibus spedito gratis, compensando in altro
di Nicosia. Nel voi. Vili, pag. 189 modo gli della medesima
uffiziali
per la causa del ven. Benedetto va del mare, assai bene fabbricata
Giuseppe Labrè, morto santamente ed avente un buon porto alPovest
in Roma a' 16 aprile 1783. in forma di anfiteatro e che con-
LAODICEA, Laodicea ad mare. tener poteva una flotta considera-
Città vescovile della provincia Teo- bile; al presente è decaduto sebbe-
doriade, nella priuìa Siria, del pa- ne sia il porlo d'Aleppo, ed è di-
trarcato d' Antiochia, eretta nel V feso da un castello fortificato in
secolo ed in metropoli nel VI, quan- cattivo stato. Governata da un agà,
do l'imperatore Giustiniano 1 diede è sede di un vescovo greco, e resi-
alla provincia il nome di Teodora denza dei consoli di diverse potenze
sua moglie; furono dichiarate sue europee: vi è anche un convento di
sufFraganee le sedi vescovili di Pal- religiosi di Terrasanta con parroc-
tus o Boldo, di Balagnas che nei se- chia. I terremoti del i796e 1822
colo XII divenne vescovato onorario, grandemente la rovinarono, distrug-
e di Gibbe o Gabala, secondo Com- gendo molti edifizi. Allorché roma- i
manvilie. Ignorasi però se dopo l'e- ni fecero la conquista della Siria, era
rezione della provincia Teodoriade, ili già considerabile, e l'abbellirono di
questa città continuò a godere i di- nuovo; giudi cando dagli avanzi del-
ritti metropolitani, abbenchè il suo le mura e dei monumenti che vi
vescovo se ne attribuisse il titolo, si vedono, essa occupava
una su-
molto più che il patriarca d' An- perficie due o tre volte più grande
tiochia, da cui dipendeva questa se- che quella di oggidì, mentre i più
de, vi conservò la sua giu- sempre preziosi rimasugli dì antichità che
secondo Plinio,
risdizione. Laodicea, vi si vedono stanno verso il lato
vide arrivare sotto le sue bandiere toli vescovili pure in partibus qua-
un gran numero di crociati, che si li sufFraganei , cioè Diocle , Eume-
erano ritirati ad Edessa e nella Cilicia, nia e Trapezo. Da ultimo furono
oche giungevano dalla Francia, dal- insigniti del titolo arcivescovile di
l'Inghilterra e di Germania. Quando Laodicea , Francesco Zucchini e ,
LAO LAO il 5
nel 367 o nel 870, ed il p. Ar- tentare diuna refezione frugale quale
duino 372, per non riportale
nel convicnsi a' cristiani. Veruno poter
altre date, essendo incerto il tem- cantare in chiesa, senza essere cantore
po preciso. Fu composto di diver- ordinato, e montare sulla tribuna col
se Provincie della diocesi ed esar- libro. Tutta la disciplina stabilita da
cato d'Asia, e di trentadue vescovi, queslo concilio prova abbastanza che
ed è celebratissimo pei suoi sessan- la Chiesa essendo sullicientementc
ta canoni, o regole relative alla vita florida , e non gemendo più sot-
ed ai riti de' chierici, che furono to le persecuzioni, poteva occuparsi
rispettati da tutta l'antichità, dap- all'esteriore disciplina. Reg. t. II;
IV d'Oltremare, dopo averla asse- nel 1801 alla conclusione del con-
diata due volte, vi morì prigionie- cordato da Pio VII. La cattedrale
ro nel 953, ed Ugo Capeto l'asse- sacra alla Beata Vergine, avea il
diò pure nel 988. Sostenne molti capitolo composto di cinque digni-
altri assedi nelle guerre fra gli Ar- tari, ottantaquattro canonici, e cin-
magnac ed i borgognoni. Nel 1419 quanta cappellani. In città eranvi
fu data agli inglesi dal figlio di tre collegiate ; le Gio-
abbazie di s.
Giovanni Senza-paura ;
gli abitanti vanni e di s. Vincenzo appartene-
li cacciarono e godettero pace fino vano ai benedettini della congre-
ai tempi della lega, di cui fu uno gazione di s. Mauro; l'abbazia di
de' sostegni ; finché dopo diversi s. Martino de'premonstratensi, le cui
combattimenti si arrese ad Enrico rendite erano unite alla mensa ve-
IV a' 1 agosto 1594, che vi fece scovile. Il vescovo era duca e pari
innalzare una cittadella che più di Francia, e portava la sacra am-
non esiste. Nel secolo II molto XV polla nell'incoronazione de' re. La
soffrì nelle guerre religiose e della diocesi conteneva quattrocento venti
fionda. Era la capitale del piccolo parrocchie, dieciotlo abbazie, com-
paese detto il Laonese. Il 9 e io mar- presa quella di Preraonstrato capo
zo 181 4 Napoleone vi battè il gene- di quest' ordine , sette priorati con-
rale prussiano Blucher, che avea ventuali , dieci collegiate ed altret-
un' armata assai superiore in nu- tantiospedali, nove collegi, un se-
mero, e che nella notte del 9 al minario e due celebri santuari, cioè
IO sconfisse il corpo separato del di s. Marcone e della Madonna di
duca di Ragusi Marmont. Nel 18 15 Liesse, dove solevasi andare in pel-
una parte dell'armata francese es- legrinaggio.
sendovisi ritirata dopo la battaglia
di W^aterloo, vi si mantenne sino Concila di Laon.
al mese di agosto, epoca in cui la
guarnigione ebbe l'ordine di con- primo fu tenuto nel 948 nella
Il
segnarla agli alleati. chiesa di s. Vincenzo nel quale ,
assemblee , come anche i diaconi dagli anni più verdi applicossi agli
nelle funzioni necessarie. studi nell'università di Salamanca,
LAPITO o LAPATO o LEPI- dove pei rapidi progressi che fece
TO, Lapithus. Sede vescovile nel- divenne pubblico professore. Bra-
r isola di Cipro, sulla costa setten- moso di farsi agostiniano, Giovan-
trionale, nel patriarcato d'Antio- ni priore del convento di Siviglia,
chia, sotto la metropoli di Fama- di santa vita e di fino accorgi-
gosta , eretta nel V secolo , detta mento, non volle in alcuno modo
pure Lapalhios. Ne fu vescovo Di- esaudirlo, predicendogli che sareb-
dimo, rappresentato al concilio di be stato grande nella Chiesa di Dio,
Calcedonia da Epa frodilo di Ta- ciò che si verificò. In fatti Isabel-
masso. Oriens chrìst. t. II, p. 1067. la I regina di Castìglia distinguen-
11 Terzi nella Siria sacra p. 160, done il merito , lo nominò cano-
dice che Lapito fu cosi chiamata nico della metropolitana di Tole-
per la sicurezza del suo porto do, e poi vescovo di Badajoz. Do-
dappoiché essendo antica città fe- po alcune contrarie vicende, per es-
nicia, presso quei popoli Lapethus sersi dichiarato per Filippo arci-
corrisponde a Statio in latino. Ag- duca d'Austria, contro Ferdinan-
giunge che ivi si veneravano le re- do V, si portò nelle Fiandre presso
liquie di s. Conone di Nazaret, e Carlo V che lo destinò alla sede
che nel sinodo celebrato da s. Epi- di Cordova, indi all' arcivescovato
fanio, V intervenne Moisè della di Siviglia, colle dignità d' inquisi-
chiesa di Lcpilo , oltre Didimo a tore della Spagna e di regio consi-
quello Calcedonese. gliere. Ad istanza di tale imperatore,
LAPPA o LAMPE. Sede vesco- benché assai giovane^ Clemente VII
vile dell'isola di Creta, nella dio- a*22 marzo i53i lo creò cardinale
cesi dell' Illiria orientale , sotto la prete del titolo di s. Calisto, inoltre
metropoli di Cortina, a cui è vi- il Papa gli trasmise per distinzione
cina , eretta nel V secolo. Dione in Ispagna le insegne cardinalizie,
dice che fu presa d'assalto da Me- non essendo giammai uscito da quel
tello. Ne furono vescovi , Pietro regno. Si prevalse con sommo van-
che trovossi al primo concilio gene- taggio dell'opera del ven. Giovanni
,
prestar fede all' epitalìio posto sulla legioni nella guerra pompeiana. Ci-
sua tomba, ove certamente corre cerone difese Aulo Cluenzio citta-
grave fallo. dino larinate. Le vestigia d'un an-
LARANDA. Sede vescovile di fiteatro di quest' antica città del
Licaonia nell'esarcato d'Asia, sotto Saninìuni sono tuttora visibili. Il
ba, verso i confini della Cilicia. Ne predicata in Larino fino dal tem-
furono vescovi Neone, Paolo che po degli apostoli. Nell'anno Q^'Ò
fu al concilio di Nicea, Ascolo a era già sede vescovile, che il Papa
quello di Calcedonia , e Saba in s. Vitaliano assoggettò a s. Barba-
quello che ristabilì Fozio. Oriens to vescovo di Benevento. Indi il
te, per cui governò con prudenza mente Papa regnante in quello
il
vescovo Pietro Paolo Caputo no- bra la festa della sua traslazione
bile napoletano, referendario di se- a' 26 maggio, e quella dell'invea-
gnatura ; visse pochi giorni, e fu zione del suo corpo a' 1 7 ottobre.
compianto per dottrina ed egregie Il capitolo si compone di quattro
doti. Gli successe Persio Caracci dignità, essendo la maggiore l'ar-
di Guastalla, già rettore pontificio cidiacono, di otto canonici compre-
del contado Venaissino e di Car- se le prebende del teologo e del
pentrasso, assai benemerito ; fu con- penitenziere, di dodici mansionari,
sacrato in Roma nel i63i. Riparò e di altri preti e chierici addetti
ed ingrandì l'episcopio; dai fonda- all'uffiziatura. Nella cattedrale evvi
menti rifabbricò il seminario, e il battisterio e la cura parrocchia-
gli donò seimila ducati per miglio- le, quale si amministra da due.
VOL. XXXVII, 9
i3o LAR LAR
mansionari del capitolo. L'episco- portar la guerra ai greci, dopo
pio trovavasi all'elezione dell'attua- aver fatto la pace cogli illirii ed i
stri delia camera apostolica in fio- pertossi Pompeo dopo la sua scon-
rini cento, corrispondenti alle ren- fitta. pure ritìrossi Acrisio
Quivi
dite dellamensa di 3ooo ducati re onde evitar la morte
d'Argo,
della moneta napoletana, publicis minacciatagli dall'oracolo. Il gran
deductis onerìhus. signore Maometto IV vi tenne la
LARISSA. Città arcivescovile e sua corte 1669, e siccome vi
nel
metropolitana della provincia di fu edificato un bel palazzo, anco
Tessaglia, nella diocesi dell'Illiria altri monarchi ottomani talvolta vi
tica città capitale della Tessaglia, Achilio, in onore del quale fu de-
nella Pelasgiotide, che tenne un dicata la cattedrale^ celebrandosene
posto tanto distinto, era molto de- la festa a' i5 maggio. Ne tratta
caduta al tempo di Lucano. Dice- YOriens clirist. t. Il, p. io3, in-
si la patria d' Achille, chiamato sieme ai ventotto suoi successori,
perciò Larisse da Virgilio. Filippo sino a Gabriele del 1721. Questa
ir Macedone avendo risoluto di città ebbe ancora i suoi arcivesco-
.
incenso e culto agi' idoli ne'sagri- quali erano stati sforzati^ ovvero
llzi. Sacrificati quelli che avevano che avevano ceduto alla violenza
preso parte ai sagiifizi degli ido- de'tormenti; tra coloro che aveva-
latri, e mangiato ne'sagrifizi. Blas- no persuaso le loro mogli, figli e
phemati coloro i quali avevano domestici a sacrificare con essi, e
negato formalmente Gesù Cristo, coloro i quali aveano ceduto sola-
ovvero giuralo pei falsi Dei. Altri mente per mettere in salvo i loro
poi si dicevano traditori, per aver parenti, ospiti ed amici. I primi
consegnato ai giudici pagani i va- erano molto piìl colpevoli de' se-
si sacri, i libri sacri, gli arredi condi, e meritavano maggior seve-
delia chiesa, il catalogo de'fedeli, rità, ed è perciò che concilit i
ora abbellito con Museo dal re- né la scelta della morte. Tacito
i34 l^AT tAT
nel lib. XV de*suoi Annali, si ?/rt, ovvero la casa di Fausta,
mostra quasi rapito dall'intrepidez- forse così detta perchè non tutto
za, con cui Plauzio Laleiano nel- il palazzo, ch'era amplissimo, ma
l'anno Gf ricevette la morte per parte di esso, o un'altra CJisa con-
mano d'im amico tribuno, a parte tigua, fosse assegnata a Fausta;
anch'esso della congiura, senza pun- perlocchè nella tavola marmoica
to rinfacciargliela e senza iscoprirlo, trovata sotto Paolo III e traspor-
mantenendo con generoso e co- tata in Campidoglio, ov'è delineata
stante segreto il silenzio. Anzi ag- Roma antica, si vede appresso alla
giunge Aciano, epist. lib. I, che casa di Laterano, un'altra casa se-
non essendo ben tagliata la testa parata da essa con questo titolo :
guire nelle Gallie ove comandava, palazzo l'anno 324>lo donasse tutto
i vescovi di esse non potevano es- al di lui successore s. Silvestro I,
riportandone i nomi con quelli an- ca lo prese nel secolo XII. I cri-
cora italiani. E
perchè molto pre- ticiperò dubitano del preteso dono
meva all'imperatore di porre in del palazzo fatto da Costantino al
credito ed in maestà il sommo Papa, e ciò che dice il Baronio del
Pontefice de' fedeli , volendo che senato convocato dall' imperatore
questa adunanza de' vescovi e con- nella basilica Ulpia è preso dagli
cilio si eseguisse con tutto il de- atti apocrifi di s. Silvestro I, cosi
cuperato avrebbe la bramata sa- 11 Panvinio nel suo libro delle Sette
lute, come seguì ricevendo il bat- chiese, dice essere di parere, che il
desunte da alcuni fatti della vita ch'era situato sopra la piazza verso
dell'imperatore per denigrarne la tramontana, e ne* siti dall'oratorio
fama, sono state convenientemente di s. Lorenzo sino al portico orien-
confutate dagli eruditi. Partito l'im- tale della basilica, i quali erano
peratore per r oriente, lasciò l' in- tutti occupati da somiglianti fab-
tero palazzo per uso de' romani briche, le quali poscia da Sisto V
Pontefici, colla basilica del ss. Sal- furono tutte atterrate coli' antico
vatore, eretta dentro lo stesso pa- cadente palazzo. 11 Severano ripor-
,
o ninfeo, ossia un fonte, nel portico, nel sabbato santo. Nel giorno di
circondato di cancelli di bronzo e Pasqua il Papa cantava tre vesperi,
di colonne di porfido forate, le uno nella basilica di s. Giovanni,
quali gittavano l'acque nell' istesso Tallio in quella del batlisterio, il
rio IH, che vi collocò una con- canonici secolari. Nel Palazzo La-
gregazione di monaci perchè offi- teranense [Vedi) vi era la basilica
s. Giovanni,
ziassero la basilica di Leoniana, anzi due, la maggiore e
beneficandolo con molti doni, tra ì la minore, edificate da s. Leone JII;
quali un calice d'oro gemmato di 1* oratorio di s. Silvestro ; la basi-
libbre ventinove , ed una patena lica di s. Zaccaria eretta da quel
simile di libbre ventisei. Onorio II Papa; le scale sante; la basilica
fu eletto Papa nella cappella del e Triclinio Leoniano, detto mag-
monastero di s. Pancrazio a* 2 giore, di s. Leone III; l'oratorio
dicembre 1 124. Il monastero de' ss. di s. Nicolò o Vestiario eretto da
Sergio e Bacco, eh' era dietro la Calisto II; l'oratorio di S.Cesario; la
forma dell'acquedotto del patriar- basilica Giulia, dedicata da s. Celesti-
chio, e fu rinnovato da s. Pasqua- no I; la basilica di Teodoro I, fabbri-
le I in esso era una congregazio-
: cata da quel Pontefice; l'oratorio di
ne di monache benedettine che s. Gregorio, e gli oralorii di s. Cro-
cantavano giorno e notte alle sue ce, della Beata Vergine, di s. Mi-
ore, inni e salmi nella basilica. Il chele Arcangelo, di s. Pietro, di
monastero de' ss. Bartolommeo ed s. Sebastiano , di s. Giorgio ;
1' o-
Andrea apostoli fu edificalo da O- ratorio o basilica di Papa Vigilio;
norio I nella sua propria casa, e ed il vice-domino o abitazione del
rinnovato da Adriano I ripristinan- vicario del Papa. Di tutte queste
dovi monaci benedettini con l'ob-
i basiliche, oralorii e luoghi celebra-
bligo che questi da un coro, e quelli tissimi, ne tratteremo al memorato
di s. Pancrazio dall'altro offiziasse- articolo. A quello di Triclinio par-
ro nella basilica Lateranense: que- leremo del mentovato eretto da s.
sto monastero era dov' è al presen- Leone HI magnificamente in onore
te l'arcispedale di s. Giovanni. Il di Carlo Magno, per festeggiare la
monastero chiamalo Lateranense di lui venuta in Roma.
principiava tra il portico di s. Ve- La basilica ed il patriarchio La-
nanzio e la tribuna della basilica teranense furono illustrati in dii'esa
LAT LAT i4i
delia cattolica religione e della ec- re e l'altra minore edificata da s.
clesiastica disciplina, con cinque con- Leone III, delle quali la maggiore,
ecumenici
cili! che ivi solamente al dire di Onofrio Panvinio, che
sisono tenuti, a preferenza d'ogn'al- sivedeva sino al tempo di Sisto V,
tra chiesa, oltre a molti particolari. era comunemente chiamata basilica
Dice il Severano nelle sue Memorie Leonìana o sala del concilio. Ma
sacre, quanti concilii e sinodi siano l'Alemanni nella sua Disse: tatio hi'
stali celebrati nel Laterano è im- storica de Lateranensibus parieli'
possibile a saperlo, essendovene al- nisj vuole che questa fosse la mino-
cuni fra i romani (de' quali
concilii re ; sebbene dalle sue ragioni e da
parlasi all'articolo Roma), di cui quelle che scrive Anastasio Biblio-
non si descrive il luogo dove fos- tecario, non pare che si possa nep-
sero congregati; ed è probabilissi- pure dire che fosse la minore pro-
mo che di questi, quando non si pria, eretta da s. Leone III, perchè
esprima apertamente, molti siano questa fu fabbricata In luogo basso
stati tenuti nel Laterano come resi- ed al piano della chiesa e della
denza de'Papi, massime dopo s. JXi- strada, mentre quella era in alto pia-
colò 1, poiché egli scrive. « È ve- no de'corridori e stanze del medesi-
nerabile poi la sacrosanta basilica mo palazzo. Può ben essere che s.
patriarcale Lateranense, col palazzo Leone IV, il quale restaurò la ba-
di Laterano, pei tanti sinodi anco- silica e le fabbriche di s. Leone III,
del freddo che si pativa nel Vaticano, Il primo fu adunato nel palazzo
come lo stesso Pontefice ne scrisse Lateranense nell'anno 3i3 a'2 ot-
al vescovo di Costantinopoli ". E tobre, presieduto dal Papa s. Mel-
nell'istessoLaterano seguitarono per chiade, con l'intervento di dieciot-
l'avvenire gli altri Papi, tranne quan- to vescovi ,
per la causa dei do-
do per qualche occasione giudicarono natisti, di cui già dammo un cen-
bene di convocarlo o nel Vaticano no di sopra. Condannò Donato ve-
od altrove. L'ultimo generale lo tenne scovo delle Case Nere, Casae Nigrac,
Leone X, l'ultimo provinciale Be- sede della Numidia sotto Cirta Giu-
nedetto Xin. Dicemmo che due c- lia, nell'Africa occidentale, però di-
rano nel palazzo Lateranense le ba- verso da Donato il capo de'dona-
siliche Leoniane, una detta maggio- listi, i quali più tardi furono con-
i42 LAT LAT
dannali dalla Chiesa perchè negaro- essere prosenti ad un concilio nel
no la validità del baltesimo dato quale prevedevano facilmente, che
dagli eretici, e rigettarono l'infaUi- s. Atanasio e gli altri vescovi
bilità della Chiesa cattolica, ch'egli- cattolici perseguitati ingiustamente
no chiamavano meretrice. Donato ed oppressi da essi loro, sarebbero
vescovo delle Case Nere fu con- stati dichiarati innocenti. Regia t. Il;
dannato per avere consacrato ve- Labbé t. II.
lontà, vale a dire senza intelletto e padri con que' degli eretici ....
senza anima; confermate dunque la Non occorre dunque punire indistin-
dottrina cattolica, che insegna due tamente quelli che inseguano la
"Volontà come due nature".Nella terza verità e quelli che insegnano l'er-
si produssero gli scritti degli accusali, rore, ma punire severamente coloro
e tra gli altri il libro di Teodoro ch'era che non confessano ciò che i padri
stato vescovo di Faran, e che inse- hanno insegnato. E regola della Chie-
gnava da per tutto una sola e la sa di non condannare al silenzio se
stessa operazione, della quale il Ver- non coloro che combattono la sua dot-
bo divino era il principio, e l'uma- trina ". Il concilio dopo aver recato in
nità n'era soltanto lo strumento. II mezzo una quantità di passi de'san-
Papa rilevò tutti questi errori che ti dottori, diede il suo giudizio in
rendevano immaginaria V Incarna- condanna
venti canoni, coi quali egli
zione, supponendo che Gesti Cristo chiunque non confessa che in Ge-
non avesse avuto un vero corpo sti Cristo vi sono due nature e due
di Porto, il quale era slato in- sposa. Nello stesso concilio Latera-
viato dal Papa come suo legato a nense fu probabilmente ristabilito
Costantinopoli, per prendere una Rotado vescovo di Soissons, e lo
sincera ed esatta informazione sul- fu poi anche più solennemente in
la deposizione di s. Ignazio patriar- un altro concilio tenuto dal mede-
ca e sulla elezione di Fozio in di simo s. Nicolò I, incominciato nel
lui luogo, e di renderne poi un dicembre dell' anno istesso 864 e
conto verace alla santa Sede. Ma finito nel gennaio 865. Rotado
Rodoaldo sopraffatto dai donativi vescovo di Soissons avea punito
intervenne al concilio latrocinale colle censure un prete della sua
che neir86i celebrò Fozio in Co- diocesi reo di un delitto capitale.
stantinopoli nel tempio degli Apo- 11 prete avea appellato ad Inc-
stoli, ed approvò la deposizione di maro arcivescovo di Reims, il qua-
VOL. XXXVII. 10
i46 LAT LAT
le avea Rotado di ri-
ordinato a sopra i vescovi di tutto il mondo,
stabilire il Rotado avendo
prete. e fu stabilito quanto occorreva per
operato secondo i canoni non vol- la celebrazione di detto concilio
le aderire, quindi Incmaro nel con- generale. Pagi a tale anno.
cilio tenuto in Soissons neU'SGi del 900 Benedetto
Nell'agosto
scomunicò il vescovo. Ma nel me- rV tenne un concilio in favore di
desimo anno si tenne in Pitres sur Argrimo vescovo di Langres, il
la Seine, a tre leghe al di sotto quale cacciato dalla sua sede per
di Rouen, un altro concilio nel , opera di una fazione ad esso ne-
quale Rotado appellò al Papa mica, domandava di esservi rista-
contro la scomunica pronunziata bilito, ciò che ottenne dal Papa.
da Incmaro. Carlo il Calvo fece Il concilio del 998 in una delle
trasferire il concilio da Pitres a basiliche del palazzo Laleranense,
Soissons neir862, ed in questo con- secondo il Severano, altri dicono
cilio Incmaro avendo fatto arre- in aula conci Hi, dal Pontefice Gio-
t. XXII; Labbé t. Vili; Diz. dei culto ai santi, con autorità del
conciliU Pontefice. P^. Canonizzazione, Reg.
868 Adriano II cele-
Nell'anno t. XXV; Labl>c t. IX; Arduino
brò un concilio, che fu come una t. VI.
preparazione del concilio generale Il concilio del ioi5 odel iof6
Vili tenuto in Costantinopoli nel- nella basilicaLateranense da Be-
1*869 sotto l'autorità sua pontifi- nedetto Vili sopra l'immunità di
cia e colla presidenza dei di lui una abbazia. Labbé t. IX.
legati, allorché Basilio Macedone, il Neil' io5o s. Leone IX tenne
dopo avere ucciso Michele III^ s'im- un con cinquantacinque
concilio
padroni dell' impero, scacciò Fozio vescovi, contro Berengario e l'ere-
e volle che s. Ignazio fosse rista- sia che spai'geva, colla quale nega-
Il concilio del io85 nel palazzo nunzi(j la sede, ma tre giorni do-
Lateranense dal Pontefice s. Gre- po fu rimesso. Tuttavolta alcuni
gorio VII, contro Enrico IV e pretendono che il Papa non facesse
l'antipapa. V. l'articolo s. Gregorio nessun rimprovero all'arcivescovo pel
VII. Noteremo che questo magna- suo attaccamento a cesare, benché
nimo Pontefice dal 1074 al io8'j> questi fosse stalo piti volte scomuni-
tenne diversi concilii, e più d'uno cato e deposto; come neppur non
in un medesimo anno, ne' quali ne fece a s. Ottone per lo stesso mo-
principalmente le materie trattale tivo, quando lo consacrò vescovo
e concluse furono la conferma di Bamberga 17 maggio iio3,
a'
mente III, suoi seguaci e fautori, rato che la cura di tutti gli afKi-
e le gravi vertenze con Enrico ri ecclesiastici apparteneva ai ve-
IV, da noi trattate diffusamente scovi. Labbé t. X; Arduino t. VI.
in molti luoghi. Il concilio del 1 1 1 da Pasqua- 1
Il concilio del iio5 nella basi- feudi che la Chiesa avea dell'im-
lica Lateranense, secondo il Seve- pero ad Enrico V, il quale da
rano, dal Pontefice Pasquale II, in parte sua rinunziò alle Invesliturc.
quaresima. Vi scomunicò il conte ecclesiastiche. Su di che meglio è
di Mculan Meulent, ed i suoi vedersi quell'articolo.
compiici^ ch'erano accusati di es- Il concilio del 11 12 nella basi-
sere cagione che il re d'Inghilterra lica Lateianense da Pasquale II,
Guglielmo II si ostinasse a sos- adunato per prevenir lo scisma
tenere le dannate investiture ec- che minacciava alla Chiesa l'estor-
clesiastiche scomunicarono
: vi si ta e violenta concessione del Pa-
anche quelli che gli avevano dato pa ad Enrico V. Vi si trovarono
ricetto.Fu in questo concilio, ov- circa cento vescovi, parecchi abba-
vero ad un altro tenuto in quare- ti e una moltitudine innumerabile
tre prescritto ai crocesignati che tipapa Anacleto II, morto nel 1 138.
avevano deposto le croci che si Vi si fecero trenta canoni, in gran
erano messe sugli abiti pel viaggio parte eguali a quelli del concilio
di Gerusalemme e sacra guerra, di Reims del 1 1 3 1 ,
presieduto dal-
pena di scomu-
di ripigliarle sotto lo stesso Innocenzo II. Si proibi-
nica, onde sottrarre la Palestina rono i tornei; si minacciò di ana-
dichiarata diritto esclusivo dei car- andassero alla caccia; che niuno
dinah. Quindi per la valida ele- senza il patrimonio non potesse or-
i52 LAT LAT
dinarsi diacono o prete; che niuoo adempiere al ministero ecclesiasti-
iosse eletto vescovo senza aver tren- co, i quali al pari di quanti altri
vescovi che in ogni provincia la- proprio fratello diacono; invece del
sciassero uno o due suiti'aganei per patriarca d* Antiochia infermo , ci
, 1
questi, gli uomini più famosi pel Pascha manducare vohisciun. Poi
saper loro nel mondo cristiano si gli alti del concilio furono raccolti
trovarono in Roma pel concilio di per ordine del Papa in settanta
Laterano. Ulrico abbate di s. Gallo capitoli ovvero canoni, dopo i quali
intervenne al concilio come procu- vi è il decreto particolare della
ratore di Federico II re di Sicilia crociata, e nel medesimo tempo
e de* romani, mentre l'imperatore vennero tradotti in greco : gli ab-
Ottone IV, benché deposto e sco- biamo nei cinque libri delle de-
munica to^ vi mandò rappresentanti, cretali. Essi risguardano la condan-
per difendervi le sue ragioni. En- na degli eretici, la riforma della
rico imperatore latino di Costanti- Chiesa universale ed il ristabili-
Giacomo I Aragona
re Ugo I
d' , soccorso di Terrasanta, la riunione
re di Cipro, Andrea H re d'Un- de' greci co' Ialini. 11 patriarca dei
gheria, principi e grandi di tutti maroniti riunì i suoi connazionali
i paesi d'Europa, ed anche parec- colla Chiesa romana , e traltossi
chie città vi mandarono deputati. pure la questione della primazia
Duemila duecento ottantatre per- di Toledo. In sostanza questi ca-
sone assisterono a questo concilio, noni si aggirano intorno al dom-
altri dicono fra' quali mille due- ma, alla costituzione interna della
cento ottantanove -padri ; numero Chiesa, al servigio divino, alla di-
maggiore di quelle convenute al sciplina morale, alle giurisdizioni
concilio generale Lateranense III ; delle persone ecclesiastiche, ed al-
per lo che si vide Roma cattolica cuni diritti degli ordini religiosi, e
in questa congiuntura rispleuder finalmente alla condizione degli e-
di maggior lustro di Roma paga- brei verso i cristiani.
na. La presenza di tanti principi Il primo capo è l' esposizione
,
to che opera Dio nel sacramento concilio accorda a'cattolici che pren-
dell'Eucaristia; siccome la parola dono la croce per esterminare gli
consostanziale fu consacrata nel eretici, la stessa indulgenza come
concilio Niceno per esprimere il a quelli che vanno in Terrasanta.
mistero ineft'abile della Trinità. Lan- Scomunica i fautori degli eretici;
franco e Simone si erano serviti comanda di evitarli, dacché saran-
del primo contro Berengario. « Se no stati denunziati dalla Chiesa
-
(li Trento : Ecclesia sancta utitur, la dedicazione della chiesa non du-
tt ab inìtio seniper usa est. 11 ca- rerà più d' un anno, e di quaranta
none, dicono diversi, che fu fatto giorni per l'anniversario, e così per
j)erchè assai di rado in quei tem- altri motivi. Quanto alla giurisdi-
pi i cristiani, parlando in generale, zione interna della Chiesa, non so-
si accostavano ai sacramenti. Gli lo il concilio confermò le prece-
albigesi che pretendevano ricevere denti provvisioni, ma pose limiti
la remissione de' peccati senza con- temporale nella
altresì all'ingerenza
no, ove i cardinali scismatici avea- con facoltà di dichiarare a suo no-
no trasferito il loro detestabile con- me, ch'egli rinunziava al concilio
gresso, e quella che avea sottopo- di Pisa e aderiva a quello di La-
sto il regno di Francia all'interdet- terano, con patto che i cardinali
to. Il vescovo di Guerck o Giurk degradati da Giulio II fossero ri-
dichiarò per parte dell'imperatore stabiliti, e fosse annullato tuttociò
Massimiliano 1, ch'egli appiovava il ch'era stato fatto contro il suo re-
va tutto quello ch'era seguito in Pi- lessero le lettere de' due cardinali
sa. IV sessione a' 10 dicembre. del conciliabolo di Pisa, Bernardino
Vi si lessero le lelleie patenti del CarvnjaI e Federico Sanseveriuo,
re di Fi-ancia Luigi XI, indirizzate Colle quali rinunziavano allo scisma,
al Pontefice Pio li, che abrogava- condannavano tutti gli atti del con-
no la prammatica sanzione. L'av- cilio di approvavano quelli
Pisa,
vocato del concilio fece un discor- del concilio di Latcrano, promet-
so contro questa prammatica, e ne tevano di obbedire al Papa Leo-
domandò la revoca. Sì decretò un ne X e riconoscevano che il
,
tro tenuto in Roma, come solo cese, ed era stato sodamente sta-
legittimo; e attesoché il Papa Giu- bilito in Provenza, come si vede
lio II essendo morto, cessato era mon-
dalla raccolta di scritture di
ogni motivo di avversione, e l'im- signor di Maussac consigliere del
peratore e i cardinali contrari al parlamento d'Aix, ivi stampata nel
defunto avevano rinunziato al det- 1727. E a dir vero, dopo la bat-
to concilio di Pisa, prometteva an- taglia di Marignano, eh' ebbe poi
ch' egli in suo nome di non più luogo a* i3 settembre i5i5, il
riserve pei benefizi che vacheranno. sima. I collatori nei mesi di favo-
il terzo stabilisce il diritto dei gra- re potranno eleggere chi vorranno,
duali, e dice che i collatori saran- tra i graduati nominati, ma nei
no tenuti di dare la terza parte due mesi di rigore saranno obbli-
de'loro benefizi a' graduali, ovvero gati di darlo al più antico nomi-
piuttosto che nomineranno de'gra- nato; e in caso di concorrenza, i
sono espresse nel gius, con proibi- concordato per parte del parlamea-
LAT LAT 65
fo, della chiesa di Parigi, e delle II concilio finalmente del 1725
università; le modificazioni colle nella basilica Lateranense , cele-
quali fu ricevuto dal parlamento; brato dal Papa Benedetto XI IL
le dispute e le divisioni alle qua- Questo concilio con qualche diffu-
li diede occasione la sua esecuzio- descrivemmo nel voi. XV,
sione lo
ne. Fu anche letta la bolla intor- p. 172 e seg. del Dizionario. So-
no al privilegio de* religiosi, colla lo qui noteremo, che il concilio
quale il Papa stabili, che gli or- trattò cose riguardanti la fede, ì
dinale prete del titolo di s. Prisca, laticlavo avea una sola lista sul
e forse poi ebbe quello di s. Ce- petto. Alcuni dicono che i romani
cilia. Seguì il Papa nel viaggio che avessero ricevuto dalle isole Balea-
fece d'Avignone a Roma per resti- ri questa veste, che Tulio Ostilio
tuirvi la residenza pontifìcia. Inter- portò pel primo : diventò in se-
venne ai comizi di Urbano VI, che guito comune a tutti i romani, ma
quantunque lo facesse vescovo d'O- potevano vestire il laticlavo i soli
stia e Velletri, abbandonò per git- senatori, gli altri usavano l'angu-
tarsi al partito dell'antipapa Cle- sticlavo. 11 laticlavo era ciò che i
mente VII. Mori in Avignone nel greci chiamavano mesoporphyra,
1392, e rimase sepolto nella chiesa od ornato di porpora nel mezzo,
de' francescani. Scrisse un libro del- mentre la pretesta era periporphy-
lo scisma contro gli eretici. ra, o bordata con una lista di por-
LATICLAVIO o LATICLAVO, pora. 11 laticlavo portavasi sotto la
Latìclavius. ì^oào o liste, segni, or- toga senza cintura, mentre che con
namenti di porpora, di altro drap- la penula f mantello militare, ciu-
po o d'oro in forma di testa di gevasi la tunica. Inoltre si adorna-
cbiodo tondo o quadrato , ovvero vano di davi anche altre vesti dif-
striscia di tali materie. La toga se- ferenti dall'angusticlavo e dal lati-
natoria, per avere [il laticlavio, si davo; la penula medesima non
chiamò toga latìclavis. 11 davo era che un mantello od una ca-
clavus, presso gli antichi romani fu sacca bordata di davi. La tunica
un ornamento in rilievo, una spe- angusliclava, a liste di porpora, era
cie di bottone a foggia di largo in Grecia usata molto dai ricchi;
chiodo, d'oro odi porpora, che si portavano gli altri delle tuniche a
metteva a più file sulle tuniche, liste bianche. A Sparta erano proi-
le quali perciò si chiamavano Jn- bite le liste di porpora; a Taran-
gitsticlaveo Lalìclave^ secondo che to l'angustidavo era di una stoffa
le fascìe ornate
con quei chiodi leggiera e trasparente ; a Siracusa
erano strette o larghe alcuni le : usavasi cortissimo. Sul Laticlavo
collocavano orizzontalmente, altri ed Angusticlavo furono pubblicati
verticalmente. Pare piuttosto che i molti differenti sistemi, e tutti lun-
romani intendessero pe^' davi delle gamente discussi nell'opera di Al-
liste di stoffa di colore difcenle berto Rubens intitolala De re ve- :
LAT LAT 167
stmrìa , praecipite de lato davo ,
Alcuino habuisse lineai eoccincas
:
di vescovi, alla lesta de'quali era 27, nel momento che quella capi-
il cardinal de Latil; successivamen- tale era in preda al tumulto della
te i vescovi del rimanente del re- famosa rivoluzione; in conseguen-
gno aderirono all'Esposizione. Per za egli era interamente straniero
la morte di Leone XII si recò a all'ordinanza, cui se ne attribuì lo
Roma, ove giunse a' 9 marzo 1829, sviluppo. Tuttavolta seguì il re nel
ed entrò nel conclave in cui fu suo esilio, prima io Inghilterra, a
eletto Pio Vili, il quale gli conferì Lullworth , ad Holyrood, e più
per titolo la chiesa di s. Sisto, an- tardi in Germania, per cui non
noverandolo alle congregazioni della potè recarsi al conclave in cui fu
concistoriale, del concilio, della re- eletto il regnante Papa Gregorio
sidenza de' vescovi e di propagan- XVI. Governò l'arcidiocesi a mez-
éaifide. Ritornalo in Francia, l'op- zo de* suoi gran vicari ; monsignor
posizione che minava allora il tro- Blanquet de Rouville , vescovo di
no Carlo X, dopo la restaura-
di Numidia in partibus , adempì per
zione mise sovente avanti il nome lui le funzioni episcopali, mentre
del cardinal Latil, perchè suppone- il sacerdote Gros venne incaricato
va in lui una costante influenza dell'amministrazione della sede. Fe-
politica sugli affari lo fece com-
; dele al suo re, nel i836 provò il
parire come capo d'una camarilla^ dolore di perderlo, dopo tanto tem-
alla quale attribuiva la secreta di- po che gli era sinceramente affe-
rezione degli affari ; questo motto zionato; questa disgrazia in un al-
i giornali lo ripeterono spesso, per l'aflìevolimento di sua salute, gli
disegnare talvolta l'alto clero, tale rese più penoso il suo esilio. Es-
altra il cardinale. Veramente que- sendo ancora morto monsignor Rou-
sti avea cessato d'essere confessore ville, il cardinale si recò in Roma,
del conte di Arlois quando diven- forse preso da scrupoli per ritene-
ne vescovo di Chartres, essendo re una sede di cui non ne adem-
slato rimpiazzato dal sacerdote Jo- piva lutti gli obblighi, onde fu
card; la sua influenza di molto consiglialo prendersiun coadiutore,
s'illanguidì dopo l'assunzione al eh' egli buon grado indicò in
di
trono di Carlo X, non perchè que- monsig. Gallard vescovo di Meaux;
sti diminuisse la propria stima e ma questi appena comparse in Reims
benevolenza per lui, ma perchè si che la morte il rapì. Non conve-
credette obbligato di cedere alle nendo più alla salute del cardina-
considerazioni politiche ed alle esi- le il soggiorno di Gorizia , lasciò
genze de' suoi ministri ; vuoisi pe- la famiglia reale di Carlo X, e
rò che presiedesse alle nomine dei passò prendere le
a acque di s.
proprio anello. Fu
encomiato per latini, cioè gl'italiani e francesi col-
animo leale e costante, per la sua legali, nel 1204 s'impadronirono di
pietà e contrarietà alle novità , e Cosfanlinopoli (Vedi), e vi domi-
per altri meriti e pregi che distin- narono per più di sessanta anni sot-
sero la sua lunga ed onorabile car- to diversi imperatori della loro co-
riera. munione : eccone la serie. Baldovi-
LATINA CHIESA e LATINI. no I conte di Fiandra eletto nel
La Chiesa latina è propriamente i2o4; Enrico nel 1206; Pietro de
parlando la Chiesa romana, ovvero Courtenay nel 12 16; Roberto de
la Chiesa d'occidente, per opposi- CoLirtenay nel 1219; Baldovino II
zione alla Chiesa greca, ovvero al- nel 1228, che nel i23i ebbe a
la Chiesa d'oriente. Dopo lo sci- tutore Giovanni di Brienne già re
sma de'greci, incominciato nel IX di Gerusalemme: fu deposto nel
secolo e consumato nell'XI, i cattolici 1261, e mori nel 1272. Si nomi-
romani sparsi in tutto l'occidente fu- nò quell'impero de'lalini, perchè ia
rono detti latini, perchè hanno ri- sostanza era un impero greco che
tenuto nell'uffizio divino l'uso del- i Ialini smembrato avevano, e fon-
la lingua latina, l'antica lingua del dato in questo modo un nuovo im-
Lazio ( Vedi ) j mentre in vece pero sulla base dell'antico. Latini
quelli d'oriente conservarono l' uso dicevansi fino dai tempi remoti quei
dell'antico greco. Ed è dopo quel popoli à' Italia ( Vedi ) che abitava-
fatale scisma che la Chiesa latina si no il Lazio; passò poscia questo no-
considera sola come la Chiesa cat- me a tutti coloro che parlavano
tolica (Vedi) od universale; quin- la lingua latina, elatini in tempi
di sarebbe un abuso in fatto di posteriori, cioè dopo la caduta del-
dottrina, il volere opporre il senti- l'impero romano, furono detti qua-
mento della Chiesa greca a quello si tutti i popoli d'occidente. I som-
della Chiesa latina ; che però non ne mi Pontefici, come furono zelanti
consegue che sia inutile il sapere e gelosi mantenitori de'riti de' Gre-
ciò che pensavasi nella Chiesa gre- ci [Vedi), COSI lo #furono dei lati-
ca durante il corso de'primi otto ni, tranne qualche parlicolar con-
secoli, giacché in allora faceva essa cessione secondo le circostanze. Il
parte della Chiesa universale. Tan- Papa s. Pio V, colla costituzione
to osserva il Bergier nel Dizionario Providenlia, de'20 settembre i566,'
Enciclopedico y citando il Bossuet rivocò la facoltà già data ai latini
nella sua Difesa della tradizione di celebrare gli uffizi divini in rito
dei santi padri. Aggiunge il Bergier greco, siccome ai greci nel rito la-
172 LAT LAT
tino. Clemente XI nel 170^ ricu- dintorni della città che gli arabi chia-
sò di dispensare i missionari latini mano Asna o Isne ossia Siene. Laon-
a poter usare secondo il bisogno del- de Co m man ville crede che Latopolis
le cose sacre nel rito greco, conser- sia la Siene dei latini, o l'Isne dei
de Matlhìa rile vocato, Wittem- per quelle fatte alle immagini degli
bergae i652; ed il Bitlelmajori :
imperatori ed imperatrici. 11 Buo-
Disserlatio de Matlhia sorte ad narroti nelle Osservazioni sui vasi
apostolatum electOy Witlerabergae antichi di vetro, riporta erudita-
1676. Cencio Camerario nell'Ordi- mente diverse specie di laudi ed
ne romano XI l, §1, num. 2, do- acclamazioni che qui accenneremo.
po di aver riferito le laudi ed ac- Acclamazione a Cristo : IVica, che
clamazioni che si facevano al nuo- vuol dire Acclamazioni det-
vincit.
giorno della sua coronazione nella parole. Acclamazioni fatte dagli ar-
basilica vaticana, dal cardinal ar- tefici, e scritte nelle cose d'uso, e
cidiacono, dai cardinali diaconi, dai ne'regali de' saturnali, a nome an-
suddiaconi e dagli scrinarli, descrive che di donavano, essen-
quei che
ancora queste altre che gli ripete- done una Nugas vivas. Acclama-
vano nel suo ritorno ad Later, zioni fatte agli aurighi, simili a
Expleta mìssa D, Papae coronatur quelle fatte ai principi ; dette Lau-
ad ^portarli ipsìus ecclesiae ab ar- des e Gloria j ne* co» viti diveni-
chidiacono cum uno diacono, re- vano convivali di questa sorta
:
Ispes in Requiescas in
Christo j me di s. Launomaro. Il giorno
pace; Sabbati dulcis anima pere della sua morte è sacro alla sua
et roga prò fratres sodales tuos j et ricordanza.
Spirilus tuus in pace. Acclamazio- LAURA. Dimora degli antichi
ni funerali usate anche dai gentili. monaci. Questo vocabolo deriva
Dice il Marangoni che Zeses, ac- dal greco, e significa piazza, strada,
clamazione solita a scriversi ne'fon- villaggio, casale o casolare. Il Ma-
di delle tazze da bere, può alcune cri nelle Not. de" vocab. eccl. dice
volte significare il nome di Gesù. che gli autori non sono tutti d'ac-
LAUNOMARO (s.), abbate, det- cordo sulla differenza ch'era vi an-
to volgarmente s. Laumer. Nato ticamente tra Laura e Monast^ro^
nel villaggio di Neuville-la Mare, e che dal nome greco villa o vil-
lungi Ire leghe da Chartres, passò laggio derivò il nome di Laura,
i primi anni di sua vita a pascer perchè la moltitudine delle celle
le greggi di suo padre^ santificando sparse comparivano da lontano co-
questa sua abbietta occupazione me un villaggio. Alcuni pretendo-
colla pratica di tutte le virtù cri- no che laura significasse un vasto
sliane . Apprese le lettere da un che poteva contenere fino
edifizio,
santo prete di Chartres, fu suo a mille monaci ed anco di più;
malgrado innalzato al sacerdozio, ma dalla storia ecclesiastica appa-
e divenne successivamente canonico risce che gli antichi monasteri del*
LAU LAU .
Ì77
la Tebaide non furono giammai o laura. Descrive le laure il Ri-
di una tale estensione. V. Cella. naldi all'anno 4^0, n. 22, e quella
Quindi l'opinione più probabile è di s. Eutimio; aggiunge all'anno
che i monasteri fossero, come quelli 477, n. 21, che tal santo dopo
d'oggidì, grandi fabbricati cioè, di- morto ordinò che si distruggesse la
visi in sale, cappelle, chiostri, dor- sua laura e tutte le celle, ed in
mitoi e celleper ciascun monaco; vece si fabbricasse un monastero.
mentre in vece le laure erano spe- LAURETANI o LORETANl,
cie di o casali, di cui cia-
villaggi Ordine equestre. Paolo IH istituì
scuna casa ovvero cella era occu- il collegio, o uffizii Vacabili [Fedi),
e che dopo la sua morte ebbe ter- come uomo quanto dotto alfrettan-
mine l'ordine, ciò che non é vero. to d'illibati costumi, pose ogni stu-
Quando Sisto premiò il Fonta-V dio d' istillarli ne'suoi allievi, par-
na per l'erezione dell'obelisco vati- ticolarmenle la divozione verso la
cano, lo creò cavaliere dello spe- Beata Vergine, colla giornaliera re-
ron d'oro, e gli donò dieci vaca- cita del suo uffizio, ciò che il Lau-
bili de' cavalierati lauretani. In se- reo continuò per tutta la sua vi-
guito Alessandro VII nel i656 ta. Col favore del duca, Vincenzo
crebbe il numero de' cavalieri a si trasferì a Napoli, e poi a Pado-
LAU LAU 179
va dove nelle facoltà filosofiche, che il Papa avea scritto alla regi-
mediche e teologiche fece tali e si na, celebrò il nunzio qual uomo
mirabili progressi, sino a ritene- di singolare e rara virtù, fornito
re a memoria la Somma dell' an- di dottrina e prudenza. Visitò la
gelico s. Tommaso, com'ebbe a te- città e diocesi di Mondovi, e sic-
stificare s. Pio V. Condottosi a come a cagione delle guerre reli-
Roma poco mancò che un fiero giose la trovò piena d'eretici, con
toro l'uccidesse presso la piazza di dolcezza e con rigore li bandì da
s. Marco, dappoiché sollevatolo in essa. Fondò il seminario, pacificò
aria colle corna, tuttavia non pati nobili e cittadini. Fu inviato nun»
alcun detrimento. Indi entrò nella zio ad Emmanuele Filiberto duca
corte del celebre cardinal Parisio, di Savoia, che per la venerazione
ove strinse amicizia sincera con che concepì, a di lui istanza espul-
Ugo Boncompagni, poi Gregorio se tutti gli eretici dal Piemonte.
XI II. Passò quindi in quella del Gregorio XIII, suo antico amico, lo
cardinal Nicolò Caddi, il quale ta- trasferì alla nunziatura di Polonia:
le stima prese per Vincenzo, che portatosi prima in Roma per la
levatosi un giorno dal capo il cap- morte del re, fu dal Papa accollo
pello cardinalizio, lo pose su quel- e trattato nel palazzo apostolico,
lo suo, dicendogli Ti auguro que-
: finché eletto per nuovo re Enrico
sto onore, che non dubito un gior- di Francia, partì per Parigi per
no conseguirai. Dopo la morte del congratularsene, e con lui passò in
cardinale, entrò nella corte del Polonia. Ivi con zelo promossegli
cardinal di Tournon, il quale per interessi della religione, combattè
segno di affettuosa stima gli rinun- gli eretici, guadagnò alla fede An-
ziò due pingui priorati di Polonia, drea Lorichio ambasciatore del re
che poi Vincenzo rinunziò a' ge- di Svezia, e persuase Giovanni re
suiti, coll'obbligo di mantenere nei di Svezia a ricevere il dotto ge-
medesimi due loro missionari. Tras- suita Antonio Possevino nunzio
feritosi col cardinale in Francia, pontificio, il quale impegnò Sigis-
fu richiesto dal cardinale Ippolito mondo figlio del re e tutta la fa-
d'Este legato a lalere in detto re- miglia ad abbracciare il caltolici-
gno. Ivi acceso di zelo per propa- smo. Dopo la repentina partenza
gare la religione cattolica, conver- del re Eurico dalla Polonia, per
tì parecchi calvinisti,, e concorse a salire sul trono di Francia, il nun-
confermare nella romana credenza zio senza effetto adoperò perchè
si
nal d'Este, che gli donò tremila no Batorio, il nunzio gli racco-
scudi, s. Pio V lo fece vescovo di mandò la fede cattolica, e la buo-
Mondovi e nunzio a Maria Stuar- . na corrispondenza con Ridolfo \\
da regina di Scozia. A cagione del- re de'romani; e nel concilio pro-
le politiche vicende di quella regi- vinciale di Petricovia ottenne a
na, dovè fermarsi a Parigi, indi fronte degli sforzi degli eretici, che
portarsi alla sua chiesa. Nei brevi fosse mantenuta illesa l'ecclesiasti-
,8o LAU LAU
ca giurisdizione ed immunità, e lauto pranzo, nel quale egli con-
che senza alcuna eccezione fossero tento di scarso alimento, tutto il
accettali i decreti del concilio di suo diletto riponeva nella loro con-
Trento; laonde il celebre cardina- versazione.Voleva però che a
le Osio assicurò il Papa, che per mensa sempre si leggesse qualche
opera del vescovo di Mondovi e- libro sacro. Riguardò i suoi fami-
rasi nella Polonia meglio propaga- gliari con amore pa-
e domestici
la la cattolica religione, ed accre- terno, occupato assiduamente nel
scinta l'autorità della Sede aposto- procurare loro vantaggi. Meritò
i
tettore de'minimi, de'ministri de- vere in Roma nel 1592, con fa-
gl' infermi, e del regno di Scozia, ma universale di uomo dotto e
In tal qualifica riconobbe giuridi- santo. Fu sepolto nella chiesa di
camente il testamento dell' infelice s. Clemente suo secondo titolo, ove
regina Maria Stuarda decapitata gli fu eretto un monumento con
in Londra, da lei scritto in fran- l'arme gentilizia, e col di lui no-
cese il giorno precedente alla sua me scolpito in metallo. Lasciò la
morte. Il cardinale lo sottoscrisse suppellettile a' suoi famigliari e
e consegnò al conte di Olivares domestici, la biblioteca al collegio
ambasciatore di Spagna in Roma, romano, e l'eredità a' religiosi mi-
Si trovò presente a quattro con- nistri degl'infermi. La vita di que-
clavi, ma non giunse in tempo a sto pio e degno cardinale la scris-
quello in cui fu eletto Sisto V. Il sero il Castiglioni, e Ruggero Trik-
suo carattere e sincero,
schietto toni suo segretario in latino, che
non solo faceagli pronunziare con il Rossi stampò a Bologna nel iSgg.
età nell'ordine de' servili, dove la Papa per distinzione gli trasmise
sua singolare dottrina ed eloquen- la berretta cardinalizia per mezzo
za gli meritò le prime cariche. di Pier Farnese
Luigi duca di ,
del suo ordine , ma egli anziché gli predisse il pontificato, onde que-
prevalersi del breve di nomina sti gli pose subito in testa la sua
raccolto il capitolo rimase a pieni berretta cardinalizia. Lo stesso Pon-
voti nell'addossatogli ministero sta- e r imperatore Carlo V sog-
tefice,
bilito econfermato, quantunque ciò giornando in Lucca, d'unanime con-
dispiacque a lui solo, che ripugnan- senso incaricarono il cardinale di
te e piangente accettò. Spedito da portarsi in Firenze per indurre il
to nella chiesa del suo titolo con quelle de tempore, dalla domenica
elegante iscrizione. Fu quasi d'o- di sabbato santo
Passione fino al
gni sorte di scienza a meraviglia exclusive; ma non
però nelle messe
ornato, prudente, grazioso nel con- votive de Passione e de Cruce
versare per la sua dolce eloquen- che nel tempo pure si celebrano
za, ond'era amalo da quanti lo pra- di Passione, come avverte il Colti,
ticavano. Dici, liturg. par. I, tit. Lavabo.
LAURIAC, Laurìacum. Luogo I certosini ed i domenicani reci-
sandro II del 1061. Gem. lib. IV, Cath. Mystag. i5, e l'autore del-
e. 117; Baronio an. 1078. Con- le Costituzioni apostoliche \. 2, e. 8,
tengono il medesimo significato che n. II, osservano che quest'atto di
V Alleluja (Fedi), si pronunziano lavarsi le mani è un simbolo della
nondimeno in segno di mestizia purità dell'anima che devono ave-
in lingua latina, come più umile re i sacerdoti nella celebrazione del
e bassa dell'ebrea, come si espri- santo sacrifizio. La lavanda delle
me il Macri, citando Alenino, cap. mani poi che fa il sacerdote pri-
De septuag, V. il Cecconi, Disser- ma di vestirsi per la messa, o per
tazione dell' Alleluja, num. XI. altra sacra funzione, significa la mon-
LAVABO. Termine di chiesa che dezza esteriore, eh' è naturale alla
dicesi: i." dell'azione dei sacerdoti, convenienza ed alla riverenza che
i quali si lavano le dita celebran- devesi a' sacrosanti misteri che si
do la messa ;
2.** della parte della accinge a trattare , ed alle sacre
messa, in cui quell' azione viene funzioni ch'egli va a fare. Questa
fatta; S.** del pannolino con cui il esteriore mondezza indica pure la
sacerdote asciuga i diti, dopo es- mondezza interiore, colla quale si
che celebra il Papa gli dà l'acqua Ada canoniz. sanctor. PUF, etc,
alle mani il principe assistente al pag. 227, conae riporta il Novaes
soglio, il senatore, i conservatori di nelle Dissert. storico criticlie ^ to-
Roma ed il maestro del sacro ospi- mo II, pag. i23. V. il Sarnel-
zio, al modo detto al rispettivi arti- li, Lett. eccl. tom. IX, pag. 22,
coli. Nell'esercilare detti personaggi lett. 2 i : iSe //laicOf che vuol ser-
questo onorévole uffizio, che prima vìre la messa, dee lasciar la spada.
disimpegnavano anche gli y^m^<7^ci<i!- In altre funzioni ove non hanno
tori (Fedi), sono accompagnati da luogo i conservatori di Roma, co-
un cerimoniere e da due mazzieri, me nel solenne battesimo che fece
oltre i prelati uditore di rota e chic- Clemente XI in s. Pietro, il prin-
rico di camera, porgitori, il primo cipe assistente al soglio ed il mae-
del pannolino o mantile sopra un stro del sacro ospizio versarono
piatto d' argento dorato, per ascia- l'acqua sulle mani, presentando il
cerinooniale de' vescovi_, che nell'u- col bacile due camerieri segreti, in
cum torciisy utius canierarius, aut piedi, tanto negli anni santi , . che
nohilis cum mantili ad tergendas nel giovedì santo. Quando nel pa-
manus, et postea nohilis j aut prin- lazzo apostolico aveano luogo i quo-
ceps ad portandos fonles, idest ha- tidiani pranzi ai pellegrini e pove-
cilia duo papalia, adjuvante ma- ri, i Pontefici assistevano alla men-
gistro aulae, idest scalco, vel ali- sa , la benedicevano , e versavano
quo alio. Prior cardinalium et l'acqua sulle mani de' convitati. Ai
,
1 90 LAV LAV
to accenna sopra la genuflessione flettere alle parole Precihus et me-
da farsi dagli astanti ; ma da ciò ntis, ma lo debbono nell'atto che
non si può ne si deve dedursi che il Papa benedice, come Io dimo-
non debbasi genufleltere neli' in- strano le riportate parole, giacché
dicata circostanza. Se nulla accen- dopo aver detto il cerimoniale che
na allorché appunto fa parola del- lutti genuflettono fuori che i car-
l'atto della benedizione, come sem- dinali ed i prelati, si aggiunge im-
brerebbe che dovesse parlarne, la mediatamente prelati tanien cum
ragione è che ne parla in altro incipitur, s'intende genuflectunt, Be*
luogo, ove dà la norma di molte nediclio Dei, etc, vel Benedicat vos.
azioni che accompagnano le parti- Per s' intendono in sen-
prelati poi
colari circostanze ossia le partico- so anche i vescovi, e ciò
ovvio
lari attribuzioni, e perciò appunto apparisce chiaramente dall'eccezio-
non ne fa parola quando descrive ne de' cardinali soltanto, eccezione
la benedizione suddetta, per non che non può applicarsi ad altri.
ripetere in particolare ciò che in Che anco i vescovi debbono genu-
generale in altro ed apposito luo- flettere nell'atto che il Papa bene-
go prescrive, potendo ciascuno dalla dice, e che sieno compresi sotto il
generale prescrizione argomentare nome di pielati, oltre il non essere
ciò che deve farsi ed eseguirsi di eccettuati come i cardinali, si de-
fatto da ognuno secondo il grado duce da altro principio: chi non
che occupa nella cappella. Si riscon- sa che i vescovi passando avanti
tri il medesimo cerimoniale nel lib. al Papa genuflettono? E se genu-
Ili, cap. Vili, de gemifleclionihus flettono in tale circostanza, perchè
in cappella, e sivedrà chiaramen- non debbono genuflettere allorché
te che ad eccezione dei cardinali , il Papa benedice? Sono forse essi
allorché il Papa dà la benedizione, esclusi dalla benedizione? O é me-
tutti sebbene in diverso tempo no il Papa allorché benedice, di
cioè chi poco prima e chi poco quello che sia allorché sta in tro-
dopo, debbono genuflettere nell'at- no ? E se genuflettono passando
to della benedizione. Eccone le pa- avanti al Papa, perché non lo deb-
role : Cam Papa dal hencdicùoneni bono allorché fa un'azione che per
post sermonem vel in fine missae, sé stessa esige un alto di maggior
cum incipit: Precihus et meritis etc.j riverenza? 11 non genuflettersi per-
vel: Sit nomen Domini^ etc, onmes tanto da tutti neir indicato atto ,
sta eccezione dei prelati consiste cardinali. Come siasi introdotta que-
soltanto che non debbono geuu- sta inosservanza, e quando, s'igno-
LAV L.W 191
ra; ma sicuramente dalTavei* la- la purificazione. Nella messa della
sciato correre la cosa dal principio prima domenica dell' avvento, in
che si mancò, o per poco corag- quelle del giovedì e venerdì santo,
gio e minor zelo di farlo avverti- ed in quella del Corpus Domini^
to, o dal non avere avuto presen- essendo sull'altare l'ostia consacrala
te quel prìnclpìis obsla^ che sono o per l'esposizione, o pel sepolcro,
le due principali cagioni che apro- o per la processione, il celebrante
no la strada agli abusi, quali una dopo la purificazione si lava le
volta introdotti si rende presso mani fuQii della predella e del-
che impossibile a sradicarli. l'altare, facie versa ad popolani.
I cardinali, i vescovi ed altri Essendo slato stabilito da alcuni
prelatij messe prima di as-
nelle maestri delle cerimonie pontificie,
sumere i paramenti sacri, e dopo che nella cappella papale, essen-
che li hanno deposti, con berretta dovi presente o assente il Pontefi-
in capo, avendo deposto la man- ce, dovesse somministrarsi sempre in
telletta, e la mozzettà quei che la piedi la lavanda, nacque in seguito
te cui dat aquam manibus j e nel siano tre soli cardinali, giacche tre
secondo : depoaantur ei chirotecae soli formano collegio, e deve allo-
lavai manuSj surgit deinde ec. ra un cardinale stesso distinguerli
Niente più di questo si rileva dal con questo atto di ossequio. Come
cerimoniale del Dini, seppure non dunque potrà esigere un atto di
avesse di ciò parlato altrove. « rispetto particolare alla sua perso-
» Non avendo dunque rilevato na essendo presente tutto il sacro
alcuna cosa sul proposito nel ceri- collegio, che collettivamente preso
moniale suddetto, e nella istruzione è superiore e degno del car- piti
di monsignor Dini, ho creduto op- dinale che celebra? Molto più va-
portuno di esaminare il cerimonia- le la ragione per un semplice ar-
le de' vescovi, ed i decreti cerimo- civescovo o vescovo, di cui non
niali fatti per la cappella pontifi- solo è più degno il sacro collegio,
cia, e mi sembra che da questi ma un cardinale solo, e perciò te-
possa evidentemente risultale, che nendo fermo quanto si piescrive
anche assente il Papa debba darsi nel cerimoniale, io sono d'avviso
l'acqua alle mani del celebrante in che mai debba darsi la lavanda
piedi, e che questo istesso debba genuflesso, non solamente assente
praticarsi nelle cappelle cardinali- il Papa nelle cappelle pontificie,
zie, benché il contrario venisse pri- ma egualmente nelle cardinalizie,
ma convenuto tra' cerimonieri. Ec- ed alla presenza di un solo cardi-
co poi quello che si prescrive nel nale. Si conferma questo mio sen-
Cerimoniale de* vescovi ( stampato timento da un decreto fatto dalla
sotto Clemente XI), cap. VIII, lib. congregazione cerimoniale. Nei ca-
Il, p. r66: Lavat manus, et tane pitoli per la riforma delle cerimo-
laici tantum, ci clerici onines, prae- nie nella cappella pontifìcia, riso-
1
non autetn corda. Numcpiid enirn uhi lai^antar pauperes ffalres no-
manus loquuntur? Anima proferì stn\ essendo stati eretti e poi ri-
gli disse se non ti lacero: i piedi gava co' suoi capelli, come si può
non avrai parte meco, ed il prin- leggere in Martene, De antiq. eccl.
cipe degli apostoli subito si sotto- rit. disc. 280. Nella vita di s. Berta
mise. Tali divine parole fecero cre- ebbadessa vallombrosana è detto
dere a diversi antichi, che la la- che nel giovedì santo soleva lava-
vanda de'piedi avesse degli efTelti re i piedi alle monache. Fra le
spirituali, e che potesse cancellare risposte date dal Papa s. Zaccaria
i peccati, s'intende delle venialità. del 741 a s. Bonifazio apostolo
Questa commovente funzione chia- della Germania , una dice essere
masi Manda tOy perchè il Reden- lecito alle monache il fare in que-
tore ce ne ha lasciato l'esempio e sto giorno fra loro la lavanda dei
il comando perchè si facesse. Nella piedi, come flumo gli uomini. Noo
primitiva Chiesa, come dicemmo al- essendo questa funzione un atto
l' Battesimo (f^edi), lava-
articolo del solo sacerdozio , ecco perché
vansi i piedi ai- catecumeni o nuo- non si restringe a' soli Papi, ve-
vi battezzati, cioè prima di riceve- scovi e preti.Anzi vi furono al-
re il sacramento del battesimo e cuni che stando al sentimento delle
quando sortivano dal bagno sacro, parole : Et vos debetìs alter alleriiis
come testifica s. Ambrogio, lib. De lavare pedes, lavavano i piedi ai
myster. cap. 6. Ne ciò praticavasi loro sudditi, e da questi poi si fa-
soltanto dalla chiesa di Milano, ma cevano lavare ancor essi. Ecco qui
anche in altre d'Italia, delle Gallie, la rubrica di tale funzione , come
di Spagna, e d' Africa, lavandosi i si trova scritta nell' ordinario Re-
piedi a quelli che si dovevano bat- mense. "» Surgit Dominus archie-
tezzare il sabbato santo. T^. Viscon- piscopus a sede sua, et praecinctus
ti, De ritib. baplis. e. 17; Cornelio linleo lavat pedes archidiaconi, et
a Lapide ad e. i3 ; Calmet ibid. decani, et personarum. Postea re-
V. 8. sidens in sede sua praebet pedes
I vescovi, gli abbati, i sacerdoti, suos decano ad lavandum ". Alcu-
i superiori degli ordini religiosi, le ni fra gli antichi diedero il nome
superiore delle monache, molti so- di sagrumento alla lavanda de' pie-
vrani ed altri principi e principes- di, e le attribuirono la virtù di
se sovrane lo praticano tuttora in cancellare i peccati veniali ; tale
diversi luoghi, ed il Pontefice an- essendo il sentimento di s. Bernar-
cora. Nicolò li del io58, ad esem- do, ed anche di s. Agostino, il qua-
pio de' suoi predecessori, non passò le però fa osservare nell'epist. 129
mai alcun giorno del suo pontifi- ad Januar. che molti aslenevansi da
cato, che non lavasse piedi a do- i questa pratica, per timore che sem-
dici poveri; ed Onorio III del 12 16 brasse far parte del battesimo. Sic-
ordinò a lutti i vescovi , che nel come sì volle sostenere da alcuni
giovedì santo lavassero i piedi ai che la lavanda può ri-
de' piedi
poverelli, e facessero loro limosina. mettere i peccati mortali, vedendo
Elgado monaco racconta che Ro- il concilio di Elvira l' abuso che
berto re di Francia, deposte le re- facevasi di tale opinione senza fon-
,
lavipedio del giovedì santo de' gre- cui si lavavano i piedi dal patriar-
ci, tra' quali un prete fa da dia- ca o dal vescovo, e ricusandosi da
cono. In quel giorno pertanto alla tutti il nome di Giuda Iscariote
lavanda un sacerdote greco legge si estraevano a sorte i nomi. Be-
l'evangelo, perchè secondo il ritua- nedetto XIV nel tom. 1, pag. 264
le greco, sostiene le veci dell'evan- Delle feste, e De feslis pag. 182,
gelista s. Giovanni. Mentre il sa- riporta le diverse opinioni degli
cerdote legge, il vescovo sta in pie- autori intorno al rito della lavan-
di,ed alle parole Exuit vestimen- : da de' piedi nel giovedì sauto, che
tasua, si spoglia del mandya. In- varia nelle qualità e nel numero
di alle parole, accepto linteo se delle persone a cui si lavano i pie-
praecinxit, si cinge di una lunga di ; poiché in alcune chiese sono
tovaglia, detta sahanon. Quando canonici, in altre ministri inferiori,
il sacerdote dice, mittìt acjuani in poveri in altre. Nelle chiese latine
peli^im, mette nella conca 1' acqua ecco come procede la funzione. Do-
tiepida ; quando dice, coepit lava- po denudazione degli altari, da-
la
dendo dal diacono il pannolino per leva che nel convito pasquale de-
astergerlo. Frattanto che il cele- gli ebrei, due erano le lavande. Di-
brante eseguisce la lavanda, si can- ce pertanto, che il lavar de' piedi
tano le antifone e le cose descritte tra gli ebrei si facesse dopo la ce-
nel messale; dopo che l'ha termi- na primieramente per»
dell'agnello ;
della Pentecoste, e della Scenope- delle mani (Fedi). Altri poi con
gia ossia de* tabernacoli ( in cui il riJgione più fondata, dicono che la
popolo per otto giorni abitava sot- Chiesa stabili lalavanda di tredici
to capanne di frasche e verdure), individui, ciò che confermò Sisto
si facevano due somiglianti cene, IV con suo decreto presso il Mar-
{la questa era la differenza tra es- cello, per rappresentare che Cristo
se, che nelle altre una sola volta col fatto e coll'esempio di somma
si lavavano i piedi, ma in quella umiltà volle istituire questa cere-
della Pasqua due cioè prima di , monia.
mangiar l'agnello, e avanti la se- Nel voi. Vili, p. 296 e seg. del
conda mensa e cerimonia degli a- Dizionario , descrivemmo la la-
zimi e conforme a questo fa me-
: vanda che nel giovfcd'i santo fa il
stieri dire, che la prima lavanda Papa dei tredici apostoli, sacerdo-
s'era fatta avanti che mangiassero ti o diaconi; gli antichi riti ese-
l'agnello, e la seconda dal Signo- guiti dai Pontefici; due lavande
le
chè si dicesse che ciò toccava far- cili^ cioè due il boccale coll'acqua
veci del tesoriere per sua impo- distorio, si lava le mani, depone
tenza o nella vacanza di esso, e il zinale e riprende il piviale^ de-
di aver ciò fatto nel pontificato pone la mitra e recita l'orazione
di Pio VII monsignor commissa- assistendovi i ceroferari . Ripresa
rio Pier Maria Gasparri. 11 cau- la mitra, si por-
co'sacri ministri
datario poi del cardinal diacono ta al ove depone i paramenti.
silo
che canta il vangelo, sulla croccia Questi apostoli sono stati preceden-
assume la colta. Anticamente le temente comunicati dal sotto guar-
medaglie che il tesoriere dà al Pa- daroba, il quale si reca a celebrar
pa, eguali a quelle de' pellegrini, loro la messa coU'abito di mantelr
il prelato gliele consegnava , dopo Ione, assiste alla lavanda colla veste
che Pontefice avea deposto i pa-
il e cappa rossa, ed al pranzo ripren-
ramenti, finita la funzione della de l'abito di manlellone, deponen-
lavanda. Assente il Papa, la fun- do la veste e cappa rossa. Ai 22
zione della lavanda la fa il car- di agosto 1818, dalla sacra con-
dinale decano del sacro collegio, e gregazione de'riti, in seguito di uri
per sua impotenza il cardinale ve- voto di monsignor Luigi Gardelli-
scovo suburhicario piti antico d'or- ni assessore dellamedesima, sopra
dine. Il celebrante con piviale pao- il dubbio promosso: Se i sacerdo'
nazzo e mitra bianca di damasco, ti di rito greco possano e debbano
egli il piviale, si cinge del greni» to, essendo assai conveniente che
biale di lino e procede alla lavan- i tredici sacerdoti rappresentanti
da colla mitra, dopo che mini- i i dodici apostoli si comunichino
stri suddetti hanno deposto i ma- tutti al tempo istesso e nello stes-
nipoli. 11 suddiacono solleva il pie- so rito, prima di passare alla la-
numero 27 del Diario di Roma del da de' piedi di tredici poveri che
1 80 1 si legge quelle lavande che fe- si celebra nel giovedì santo. Il Can-
cero i domenicani in s. Maria sopra cellieri ha trattato di questo argo-
Minerva, i carmelitani in s. Mar- mento nella sua Settimana santa,
tino a'Montij e quelle ch'ebbero ed a p. 37 e seg. delle Notizie
luogo in s. Omobono, ed in s. Ni- della venuta in Roma di
Canuto li
cola in carcere nelle stanze capi- e di Cristiano D animar-
I re di
tolari, dando anco il pranzo a do- ca. S. Cyprianus in Serni. de ablu'
dici poveri. Nel Rituale dell' arci- tìone pedani. Jacopo Gretsero, Po-
confraternita delle sacre Stimmate doniptnis, sive liher de more la-
di Roma^ stampalo nel 17.11, si vandi pedes peregrinorum, et ho-
prescriveva che nel giovedì santo spitunij Ingolstadii 161 o; et in
si lavanda dei
facesse in chiesa la t. II Oper. par. II Consuetudo :
sua grave età e delle sue infer- il cardinale slacciò cheil zinale
mità, più volte li lavò con una restò al nominato prelato, che alla
mano sola a cagione della chiragra tavola stette sempre presso il Pon-
che gli teneva impedita V altra, tefice porgendogli le vivande. Alla
servendoli poscia a mensa. Il Tor- funzione delle donne, il Papa as-
rigio nella HisLoria della chiesa sistette con camauro, mozzetla e
di s. Giacomo Borgo dice a in ^ stola,ed alle tavole ancora; alla
p. 20, che ciò fece Clemente Vili lavanda senza mozzetla e senza
nel palazzo del cardinal di Trento stola ; questa gli fu levata e ri-
della ss. Trinità de' pellegrini, ove sacerdoti. Questa lavanda sembra
lavò i piedi a dodici sacerdoti pel- derivata dall' esser mancato il prò-»
legrini, ed accompagnalo conke Cle- digioso scaturimento di quell'umo-
mente XI da ventidue cardinali, li re acqueo, che trasudava antica-
servi tutti a tavola. 1 suoi succes- mente la tavola ov' è dipinta l'im-
sori ne imitarono l'esempio. magine, colla quale molli infermi
Della lavanda de' piedi dell' im- conseguivano la sanila; e per la
magine del ss. Salvatore che si ve- divozione di tutto il popolo fu in
nera in Sancta Sanctorunij che vece sostituita questa lavanda, che
fncevasi sino al pontificalo di s. operò gli stessi effetti per virtù di-
Pio V nella vigilia della festa del- vina, y. la biografìa di s. Leo-
l' Assunzione di Maria Vergine in ne IV. Filialmente noteremo, che
Roma, coir intervento del magistra- i gentili si valevano di lavande
to romano, dei consoli delle arti nelle cose sacre, per confondere il
tole colla lavanda de' piedi ebbe abbandonarono gli errori del pa-
origine dall' aver s. Leone IV fatto ganesimo. Nel 775 s. Virgilio vi
portare processionalmente la me- mandò Modesto che ordinò ve-
s.
fraganeo della sua metropoli, riser- Lavant, ordinato nel i223 o 1228,
vando per sé e per i suoi succes- e mori nel i25o. Gli successe Car-
sori il diritto di nominare il ve- lo preposto di Frisach, che morì,
scovo, di confermarlo e di ordinar- nel 12^9. Tra gli altri vescovi che
lo, per autorità concessagli dal som- occuparono la sede vescovile di
mo Pontefice. I vescovi di Lavant Lavant, noteremo particolarmente
ottennero in seguito il titolo di Federico Theyl, che fu uditore
principi del sacro romano impero, della rota di Roma, nominato nel
ma senza volo e sessione nelle 1421 e trasferito a Chiemsée nel
diete, ed ebbero il diritto di bat- 1424- Lorenzo di Leichtenberg,
tere moneta. Tra i vescovati eret- già patriarca di Aquileia, morto
ti dagli arcivescovi di Salisburgo, nel i44^* Rodolfo di Rudisheini
questo di Lavant ed i suoi vesco- uditore di rota, e nunzio pontifi-
vi godevano il primo rango. L' e- cio in Boemia, trasferito a Bresla-
piscopio resta sopra un'altura vici- via nel 1467. Giovanni di Rotth
no alla cattedrale, e prima delle canonico della cattedrale d'Augu-
note vicende i vescovi possedevano sta ed uditore di rota, nominato
i tre castelli di Lavant presso Fri- nel i4^9) 6 trasferito a Breslavia
sach, Thurn distante una lega dal- nel 1482. Marco Ercole di Retti n-
la detta città, e Twinberg lungi ger, dottore in diritto, canonico
tre leghe dalla città vescovile. La della Augusta e di
cattedrale d'
cattedrale di s. Andrea ha il capi- Brixen, nominato nel i555, che si
tolo composto di dieciotto canonici distinse per la sua dottrina al
ed un decano, che hanno per di- concilio di Trento, e morì nel iSyo.
gnità ed alla loro testa un prepo- Giorgio Stubeo di Palmburg pi'us-
LAV L AV 2o5
siano, consigliere di Ferdinando ar- to 1799. Assai grande, sì di-
nel
ciduca d'Austria, e suo inviato al vide in vecchia e nuova città, ed
re d^ Polonia, morto nel
1618. in generale è bene fabbricala. La-
Leonardo Gotz dottore e canonico vaur, Vauriam o Castrum Vaii-
d'Augusta, cancelliere dell'imperato- ri,prima del 1098 non era che
re Ferdinando li, nominato nel un grosso borgo cinto di mura e
1619, morto nel i64o. Massimilia- di fosse, e protetto da un castello.
no Gandolfo conte di Reimbourgli Divenne una delle più forti piazze
o Kienbourg, nel i654 vescovo di del partito degli albigesi, e fu pre-
Lavant, nel 1666 di Secovia, poi sa nel 121 I da Simone di Mon-
trasferito a Salisburgo nel 1668, fort, che vi esercitò le maggiori
che il Pontefice Innocenzo XI creò crudeltà . li Pontefice Giovanni
cardinale nel 1686 , morto nel XXII a' 7 aprile i3i7 eresse la
seguente anno. Sebastiano conte di sede vescovile di Lavaur, che di-
Peltingj preposto e canonico della chiarò suffraganea della metropoli
cattedrale di Passavia, nominato di Tolosa, dalla quale dismembrò
nel 1668. Filippo Carlo conte di il territorio per formare questa
Furstemberg, cameriere d'onore di diocesi, stabilendola nel priorato
Innocenzo XII, morto nel febbraio de' canònici regolari di s. Agostino,
1718. Leopoldo Antonio Eleutero al dire di Coramanville, e secon-
barone Firmi an , signore di
di do altri de' benedettini, e dipen-
Gronmelz e di Meggl, ordinato nel dente dall'abbazia di Saint-Ponts
1718. IS'elle Notìzie di Roma è ri- de Tomières. Il suo capitolo era
portala la serie de' suoi successori composto di dodici canonici e quat-
sino al principe e vescovo monsi- tro dignitari. I religiosi della dot-
gnor Ignazio Francesco Zimmer- trina cristiana vi avevano quattro
niann di Windischfeistriz nella case religiose. La diocesi conteneva
Stiria^ fatto vescovo agli 1 1 set- oltantotto parrocchie, e fu soppres-
tembre 1824. Questo prelato è sa da Pio VII nel concordalo del
morto a*9 marzo 846, laonde in1 1802. Il primo vescovo di Lavaur
questo punto la sede di Lavant è fu Ruggero d'Armaynat, fatto nel
vacante. i3i8 da Giovanni XXII. I suoi
LAVATA. Sede vescovile di Pa- successori fino a Gio. Antonio di
trasso in Tessaglia, secondo il p. Castellane di Troischasteaux, fatto
Wadiogo, che dice avervi seduto vescovo da Clemente XIV nel
due vescovi del suo ordine de' mi- 1
77 1 , e che fu l'ultimo, furono tren«
nori, Giovanni cioè, ed Enrico di tacinque.
Apoldia, nominato da Giovanni
Concila di Lavaur.
XXII. Oriens christ. t. III, p. io 16.
LAVAUR. Città vescovile di Il primo fu tenuto nel ir 68.
Francia dell'alta Linguadoca , che Gallia christ. t. I, p. 1269.
avea già il titolo di contea, in og- Il secondo nel 12 12. Gallia
gi capoluogo della vice-prefettura christ. VI, p. 444-
t.
chiesa, deve essere servilo almeno sori nomineremo fr. Filippo napo-
da un suo chierico in cotta; che letano domenicano, celebre nella
ogni chiesa cattedrale e collegiata teologia, prudente, ed ornato di
manderà almeno due persone del altri piegij che Clemente VI nel
suo corpo, per istudiar teologia o 134^ fece vescovo, e nel seguente
gius canonico, senza che per quest'as- anno trasferì all' arcivescovato di
senza perdano altro che le distri- Tranì. Stefano Capano patrizio
buzioni manuali. li resto riguarda napoletano, nato in Lavello, lodato
i beni temporali della Cbiesa, ì per dottrina e virtù: Sisto IV nel
suoi diritti e la sua giurisdizione. vescovo. Bernardino
1474 lo ft^ce
Labbé tora. XI; Arduino tom. VII; de Leis romano, canonico latera-
Diz. de' conc. nense, fatto i5o4 da Giulio
nel
LAVELLO, Lavellum. Città ve- II. Nel i5i5 Leone X fece ammi-
scovile piccola ed antica della pro- nistratore di questa sede il cardi-
vincia di Capitanata, presso i con- nal Francesco Surrentinus proba-
(
fini settentrionali della Basilicata bilmente Remolino il quale po-
, ),
distretto di Melfi^ cantone di Venosa. co dopo la rassegnò al suo segre-
Sta io ameno ed ubertoso territo- tario Pietro Prisco Guglielm uc-
rio, distante cinque miglia da Ve- ci di Amandola, chiaro per eru-
nosa. Quando i normanni divisero dizione varia. Ad esso nel iSSg
la Puglia nel io/j^ì, cedettero que- successe Gio. Vincenzo Michele di
sta città, che non era di molla Lavello, Iraslato nel i545 a Mi-
considerazione. Ebbe poscia il ti- nervino. Gio. Pietro Ferretti di
tolo di contea, quindi come mar- Ravenna, poeta laurealo, isterico
LAZ LAZ 'xoj
Il Lazio
antico, cioè il Lazio da Tulio Ostilio terzo re diRoma,
prima venuta di Enea troia-
della e gli albani passarono in Roma, si
no e di Evandro, ebbe per città elessero i latini due dittatori , che
Ostia^ e Laurenlo detta terra Sa- altri dissero pretori, l'elezione dei
iurnìay il Gianicolo^ Gobio ^ Fre- quali facevasi ogn'anno al bosco di
nesie o Palestrina , Tusculo poi Ferentino, ove similmente si adu-
Frascati j LabicOj Ariccia o Ric- navano nelle maggiori urgenze della
cia^ Boriile e Ortona. Evandro vi repubblica, e così seguironsi a go-
aggiunse Pallanteo Tibiire, e Ca- vernare, finché furono soggiogati
tillo prefetto dell'armata navale di dalle armi romane , come si può
Evandro, Tivoli. I troiani venuti vedere nel cardinal Corradini, La-
con Enea vi fondarono Lavinia, tium velus tom. I, cap. 8, pag. 66.
ed Ascanio Alba. Qui va notato Nel Lazio antico non v'ebbero più
che la maggior parte delle città re ad un tempo, ma uno solo,
dell'antico e del nuovo Lazio han- però va avvertito che antichi e
no articoli nel Dizionario ; delle moderni scrittori diverse volte chia-
altre se ne parla agli analoghi ar- marono re latini tutti coloro che
come per esempio all'articolo
ticoli, hanno regnato di là dal Tevere
Genzano si parlò di Ardea, Nemi verso Napoli, come un re Sabino,
VOI. xxxvii. 4
,
2 10 L AZ LAZ
il quale verosimilmente avrà deno- v'essere stata centoquaranlasei anni
minata la Sabina, secondo clic di- prima dell'eccidio di Troia, il quale
cono alcuni ; un Dauno che fu re corrispondendo, secondo l' Usserio,
de' danni neUa Puglia; un Mur- all'anno delmondo 2795, sarà Gia-
rano collegato con Turno e re , no venuto in Italia l'anno del mon-
di un qualche vicino paese. Sem- do 2649. Venne egli dal paese dei
bra bizzarra l'opinione di Servio, gereti, popoli della Tessaglia, situati
che vorrebbe Murrano il primo re lungo il fiume Peneo , come dice
del Lazio. Quanto ai re del Lazio il Banier, Mitol t. VI, lib. 1, e. 6.
sino ad Enea, il Casella, De prim. Secondo l'autore delle Orìgini del po-
Hai. colon, p. 40) ^^ ^''*'' > dopo polo di Roma, fu Giano figlio di
aver falsamente assegnati al Lazio Creusa nata dal re d' Atene per ;
le ,
Tosco figlio
poscia d' Ercole serido quello morto nell'Attica.
poi Morgenle figlio di Pùte, poi Dopo la morte di Camese^ Gia-
Sasio, quindi una regina Roma fon- no successe al suo regno. Ebbe
datrice della città che divenne si- Giano un ospite, cioè Sterce o Sa-
gnora del mondo ,dopoe di lei turno, che con nuova leva di gen-
Romanesco; ma queste non sono te approdò nel Lazio. Questi inse-
che favole. Ecco i veri re del La- gnò a' latini la maniera di coltiva-
zio. Narra Macrobio lib. I, cap. 7, re le terre e d'innestare le pian-
sulla fede d'Igino, che arrivato nel te. E quindi come Giano a Came-
Lazio Giano vi ritrovò il re Ca- se, a Giano successe Sterce nel
così
mese, che all'ospite Giano fece par- regno del Lazio, fabbricandovi egli
te del regno, e gli diede facoltà pure una città che fu delta Satur-
di fabbricarvi che dal una città, nia, di cui a' tempi di Varrone ri-
oltreché paia che debba essere padri della Chiesa, come Eusebio
preferita l'autorità di autoii ante- e Latlanzio. Ma ciò non ostante
riori, forse l'avrà taciuto Eusebio, parecchi eruditi, ira' quali il p. Do-
perchè Giano oscurò la memoria menico Ricci chierico minore, nella
di Camese colle sue gesta, arrivan- Dissert. sopra Giano primo re de-
do fino ad essere venerato siccome gli aborigeni, vogliono che il Sa-
Dio. Anzi Giano fu Dio non solo turno d' Italia sia un sogno poeti-
de' latini, ma pure degli etruschi, co, essendo stato Saturno impri-
come lo mostrano molte loro mo- gionato da Giove e ucciso in Gre-
nete. V. l'Olivieri, nella raccolta cia, come si ha da Onìero e da
del p. Calogerà toni. XXI, p. 268; Platone, citati da Natal Conte, Mi^
ed il Maffei, Oss. leti. t. VI, p. 27. lol. lib. 2, cap. 2. Trattandosi però
La venuta di Giano io Italia de^ di due opposte sentenze, sembra che
LAZ 211
debba darsi la precedenza a quella, chiaramente adombrato Noè. Su
cioè alla prima, che ha per sé la questa controversia possono con- si
città stessa appellata Saturnia. A 8, cap. II, del regno del Lazio; il
comporre simile controversia , la Fourmont, Refi. crit. sur Ics Just,
migliore ragione pare quella di s. des ano. peup., tom. I, lib. 2, § 3,
Agostino, Deciv. Dei, 1. i8, cap. cap. 2, e gli autori che citeremo in
i5. >» De Pici patre Saturno viderint fine.
quid senliant talium deorum cul- Quanto alla venuta nel Lazio di
tores , qui eum negant hominem Evandro e di Ercole, quella del
fuisse, de quo alii scripserunt, quod primo pare ch'abbia avuto effetto
ante Picum suum fìlium in Italia sessanta anni prima dell'assedio di
regna verit, et Virgili us notioribus Troia, con piccola truppa d'arcadi,
literis dedit; sed haec poetica opi- quanti ne potean capire in due navi,
nentur esse fìgmenta, et Pici patre come narra Dionigi lib, I, regnan-
Stercen potius fuisse adseverent, a do Fauno figlio di Pico e nipote
quo agricola inventum
peritissittio dell' avolo Sterce. Accolto Evandro
animalium agri fae-
ferunt, ut fimo cortesemente da Fauno, gii fu as-
cundarentur, quod ab ejus nomine segnato il monte detto dipoi Pala-
Stercus dictum est, unde et hunc lino, in cui fabbricò la città appel-
quidam Sterculium vocatum ferunt. lata da Virgilio, Aeneid. Vili, 54:
Qualibet autem ex caussa eum Sa- Pallantis proavis de nomine Pal-
turnum appellare voi neri nt, certuni lanteum ; e tenne vi con picei ol di-
est tamen hunc fuisse Stercen, seu stretto, come dice Varrone, picciol
Stercutium, quem merito agricul- reame, avendo seco condotto la sua
turae ferunt Deum ". Dunque Ster- madre Carmenta. Sette anni ap-
ce è il Saturno d'Italia. Mercè i presso , e sotto lo stesso Fauno
benefìzi portali da Sterce ai latini, giunse nel Lazio anco famoso
il
sati più oltre vari moderni, ne- quale anche ne' pubblici trattati ri-
gando affatto la venuta di cui si chiamava la sua origine dai troia-
tratta, cioè il Cluverio neh' Italia ni. 4'° Il sito medesimo ov*é fa-
nano alla stessa opinione, e in fine ne di più greci autori, cioè oltre
Erasmo Gesualdo nelle sue Osser- Dionigi grandissimo ricercatore del-
vazioni crìtiche sulla storia della le vetuste memorie, dell'antico Ar-
via Jppia, di d. Francesco M. Pra- tino e di Licofrone di Calcide, fio-
tilli, ha tutti sorpassato nella fran- rito prima che i romani avessero
chezza di deridere come favoloso alcuna storia.
l'arrivo che contro ver tesi. Per con- Le principali ragioni degli auto*
trario l'autorità di altri autori fa- ri contrari trovansi assai bene di-
vorisce la tradizione romana, tra i sciolte presso gli autori citati colla
quali sonosi distinti Teodoro Rikio tradizione, a' quali mi rimetto per
nel ììh.Depr.Htal. col. p. io, ii e amore di brevità, riferendone qui
12, e monsignor Bianchini nella sole due. La prima è tratta dal
Storia univ. p. SgS; il p. Catrou, sepolcro di Enea, che Agatocle Ci-
Diss. sul VII libro di Virgilio^ e ziense colloca con diversi autori
il Giannicoli, Tract. de orìgine et nella città di Berecinzia non lungi
pueritia linguae lai. 1. I; e. 9, coi da Troia, obbiezione confutata dal-
quali è più equa cosa il sentire. E lo stesso Dionigi , il quale e' inse-
da notare, che la questione della gna, essere stati eretti monumenti
venuta d'Enea in Italia prescinde ad Enea in più luoghi, de'quali ce
dalla verità delia guerra troiana, ne novera sette; dai che è stato
LAZ LAZ 2i3
facile credere sepolcro di Enea ciò ad accennare sotto qual re latino
che non ne era se non un'onorata venne Enea nel Lazy), e qual fu
memoria. La seconda è presa da ivi la sua sorte.
una sì felice sortita, che Mezenzio lia ed Emilia, de' quali ninno suc-
fuggì a nascondersi in una selva vio, perchè egli era figliuolo della
presso Tirso o Tirro pastore, ove madre, alla quale apparteneva l'e-
die alla luce un figliuolo postumo, redità del Lazio ( lo che compro-
di cui fu lasciata incinta da Enea, va che Ascanio fosse figliuolo di
che chiamò Silvio questo sospet- : Creusa ). Insieme però trasferirono
to concorre a mostrare Ascanio fi- a Giulio il sommo sacerdozio, che
,
zio, e faceva parte alla sinistra nome Laurento dalla gran co-
di
del Tevere del ducato romano. La pia di lauri che spontanei cresce-
porla che da Roma si andava più vano nel suolo. Tali piante in
frequentemente nel Lazio era "la abbondanza continuavano ancora a
Capena ora Porla s. Sebastiano vestir questo luogo e la spiaggia
(Ftdi), forse la più celebre tra le sul declinar del secolo secondo del-
porte di Roma, perchè da questa l' era volgare, per testimonianza di
uscivano le vie Appia e Latina. Erodiano lib. I, e. XII. Questo
Alla poj la Capena per andare nel storico narrando la fiera pestilen-
Lazio, si sostituì poi la Porta La- za che afflisse Roma circa i' anno
220 LAZ LAZ
189, dice che l'imperatore Com- deriva dall' Ostiense circa teniutìi
in italiano. Pietro Marquez, Fille tarlo per gli augurii, di farne una
di Plinio il giovane, Roma 1796. tutelare divinità e di cousecrargli
Carlo Fea, Relazione di un viag- altari e templi. Dopo un regno di
gio ad Ostia e alla villa di Pli- trentasette anni lasciò il governo
nio, detta Laurentina, Roma 1802. a Fauno suo figliuolo, il quale tol-
ne sulle Ferie latine^ poi stampa- tica sede del regno latino, che per
vi dedusse una colonia, col nome Tor Paterno (poiché la torre pro-
di Colonia Augusta Laurentuni . priamente detta fu smantellata da-
Ma non potè sostenersi, e di co- gl' inglesi nel 1809, quali fecero i
gamento ddl' area, e che verso il p. i58 delle Memorie sulle Cam-
mare si vede troncato. Fra questo pagne di Roma, secondo la deci-
muro ed il triclinio, è la chiesuo- sione degli eruditi ; il simile affer-
la dedicata a s. Filippo Neri, di- ma il Eschinardi a p. 3 19 del-
p.
nanzi alla quale un capitello joni- la Descrizione delV Agro romano
co de' buoni tempi ricorda la de- confutando Rircher che disse
il p.
corazione primitiva della fabbrica : la Torre Lorenzo essere il
di s.
nell'antica tavola la serie dei luo- che chiarissimo scrittore (il Nibby)
ghi e delle distanze è la seguente: ponendosi con sé medesimo in
Roma-Hostis XVI. Laurento XVL contraddizione, perchè avea già stam-
Lavinium VI. Antium XVII. Nel- pato, che Laurento doveva fissarsi
l'itinerario però di Antonino di- in Torre Paterno, ha voluto in
versifica la descrizione Roma-Ho-
: questi ultimi tempi (nel iBBy)
stis XVI. Laurento XVI. Lavi- quella città nella Capocotta, affer-
nio XVI. Per lo che secondo que- mando però nel tempo istesso, che
ste tavole non può fissarsi punto
il di Laurento in quel luogo non
di distanzasegnato da Laurento rimane che il sito, dove un dì
fra Anzio ed Ostia. Certo si è pe- sorse. Lo argomenta perchè Vir-
rò che Laurento fu presso la foce gilio non ricorda la vicinanza del
del Tevere, testimonio Livioj Stra- mare, che quasi lambe Torre Pa-
bene, e meglio Dionisio; Virgilio terno. Ma se a Virgilio non gar-
poi dice, che per viaggio di terra beggiò la immagine del mare, che
dal Tevere vennero i troiani a vorrebbesi rimembrato, perciò egli
Laurento, e per una corsa di qual- lo escluse? Virgilio avea abbastan-
che miglio. Ma non fu a Torre s. za dipinto i mari, ed erano le pit-
Lorenzo, come dimostra pure e ture de' boschi, di campi e di ter-
chiaramente il Cluverio ; e ciò per- ra più confacenti alla varietà del
chè Plinio fissava Laurento di qua grande poema. Oppone quindi, che
dal fiume Numicio per chi da Ostia Laurento era situata secondo Vir-
muove ad Anzio. Ed il Numicio gilio in un colle, ed in prova ri-
è di là da Torre s. Lorenzo vici- ferisce quel verso Atque hingue :
di villa privata. Tanto più che la luogo rilevato, e dove forse era la
villa di Plinio, com'egli scrive^ era reggia di Latino, e quindi l'abita-'
usibus capas non sumptuosa. Ag- zione di Commodo e poi degli
voL. xxxvn. i5
22& LA.Z LAZ
Antonini. Si aggiunge, clie secon- rento a Capocotta, il can. Lenti
do quel verso manca la vasta pa- siccome per diversi anni passò in
lus. Lo che può solo affermarsi da Castel Porziano molto tempo cogli
chi non osservò in vicinanza un attuali signori del luogo, ebbe per-
terreno vallato, che il più dell'an- ciò tuttor agio e la comodità di
no è coperto di acqua, e che di- ponderare con diligenza e maturità,
cesi ancor oggi Lauro-pantano. Ma e di esclusivamente occuparsi su
contro tutte queste speciose osser- quanto ci ha dato nella sua Topo-
vazioni basta r esaminare, che la grafia.
via Laurentina, e l'acquedotto dal Nella distruzione degli avanzi
Cingolani pure denominato lauren- dell'anticoLaurento surse in vici-
tino, vanno a mettere capo in Tor- nanza Porcigliano o Castel Porzia-
re Paterno. Questi due monumen- no, vasto teuimento dell' Agro ro-
ti con troppa di evidenza stabili- mano, che comprende Torre Pa-
scono la vera topografia di Lauren- terno, posto fra le vie Ostiense e
to. Di piii : comunque prestissimo Laurentina, con titolo di baronia.
decadesse per la popolazione, pure Comprende rubbia 2102, e perciò
questa città e ricordata nel!' Vili uno de'qnattro più grandi teni men-
secolo, in cui il Papa s. Zaccaria ti del medesimo Agro. Confina col-
formò di Laurento una Domus la spiaggia del mare e colle tenu-
dopo Malafede si gode una veduta prima era priva, secondo il dise-
magnifica della spiaggia, e quindi gno e la direzione dell' egregio ar-
incontrasi la cappella rotonda di chitetto Giuseppe Marini. Sotto il
santa Croce, e dirimpetto presen- cornicione evvi una lapide compo-
tasi Castel Porziano. Un'altra stra- sta dal eh. marchese Luigi Biondi.
da vi conduce dal canto di Deci- Neir interno vi sono cinque altari.
228 LAZ LAZ
Sull'altare maggiore si osserva la zo al signore del luo;go, dal prin-
statua (opera forse del XIV seco- cipe Sigismondo Chigi negli anni
lo ) della Beata Vergine titolare , 1777 6 seg. fino al 1784. E la
che con un fulmine nella destra è nota degli oggetti trovati, che fu-
già pronta a difendere un bambi- rono molti, può leggersi nell'opera
no, che si asconde sotto il di lei postuma di Carlo Fea intitolata:
manto dall'aggressione di un dra- Miscellanea filologica critica e ari'
go. Sotto r immagine del bambi- tiquaria, Roma i836, tom. II, p.
no vengono simboleggiati tutti i 2 3 e seg. Di alcuni se ne fa men-
1
vo al degno ed unico figlio del virtù , vuota d' orgoglio " ). Ond' è
barone Pio ( onorato dal regnante che ad ogni buon diritto può ire
Papa Gregorio XVI della croce e superba la nobil casa de' signori
titolo di commendatore dell'ordine Grazioli, che nella loro baronia di
di s. Gregorio, e del grado di te- Castel Porziano ebbero il gran van-
nente colonnello delle pontificie mi- to di accogliere la Santità di No-
hzie di riserva ), ed essendo l'amor stro Signore Gregorio XVL II dì
filiale una delle principali doti cui i5 di ottobre i845 sarà pei Gra-
si distingue, nel di 26 luglio i845 zioli giorno da ricordare con bel-
celebrò l'onomastico della barones- lissima gloria e pari consolazione.
sa Anna sua ottima madre, con Circa le ore quindici di quella
bellissimo componimento poetico di mattina entrava il santo Padre il
leggiadria, e per gli edificanti fi- leva vasi un ricco e maestoso arco
liali sentimenti, non si possono leg- di trionfo, nel cui sommo legge-
gere senza ammirazione e commo- vasi corrispondente iscrizione. Per
zione. E quanto
quasi presago di via tratto tratto segnata da ban-
avvenne ottanta giorni dopo, fece diere, giungeva al castello, sulla tor-
fervidi voti onde si ravvivassero le re del quale sventolava un maggior
glorie del luogo che die origine vessillo, che agitato dal vento, in
al popolo più grande del mondo, quell'ora impetuoso, sembrava, a
immortalato eziandio dai dolci ver- cos'i dire, sentir la presenza del-
si del maggior epico latino, e di l'augusto sovrano. Le acclamazio-
cui egli si espresse: >ì La fama al ni del molto popolo, che da Ro-
23o LAZ LAZ
ma ivi era mosso, ed il rimbom- che 1 Grazioli facevano, il vicario
bo de' militari strumenti , mentre di Cristo, il massimo de' principi.
festeggiavano l' arrivo del sommo Fralfanto il signor barone, la con-
Pontefice segnavano il momento
, sorte ed il figlio a loro grande o*
più avventuroso pei Grazioli. Ivi nore il ricevevano ( essendo il Pa-
alla porta massima del castello am- pa vestito di mozzetta e stola ) al-
miravasi la magnificenza di un se- la porta del tempio, la cui fronte,
condo arco trionfale con analoga abbellita di sfoggiate ornature, por-
isa-izione. Era il castello tutto, le tava una epigrafe celebrante l'av-
adiacenti abitazioni e le vie che le venimento. Dentro poi alla chie-
attraversano, messe a drappi, a fe- sa, parata a guernimenti non me-
stoni e ghirlandequanto , con no semplici che preziosi leggevansi
può farsi in segno d' una pub- sur una parete le seguenti parole
blica allegrezza, tutto ben rispon- (scolpite poi in tavola di marmo).
dendo alla solennità dell'accogliere.
GREGOBIVS . XVI
GRATIOLAM . GENTEM . SVO RECREATVRVS
. ADSPEClTV .
HOC TEMPLO .
D O M . . .
PRECES PIISSIMAS
. FVDIT .
CABSARVM ANTONINI ET
. COMMODI AVGVST. . . .
GREGORIVS . XVI
BERVM . VETVSTARVM . CVLTOR . IMMORTALIS
CXMtfPlS . FERE . IPSIS . LAETITIAE . GESTIENTIBVS
CLEMENS . IVCVNDVS . VISIT
ponte, lungo passi centottanta. Per condusse al castello, ove giunse sul
siffatta via entrò il santo Padre in mezzogiorno , e dove s' intertenne
una scialuppa vagamente recata in benignamente coi signori Grazioli.
addobbo di festa, coronata, in bella Si degnò poscia d'accogliere l'of-
divisa, per tutto intorno, come so- ferta di una memoria sulla topo-
pra spianalo e teso un velo che grafia dell'antica Laurento , scritta
tutta la ricopriva, e dato de* remi e pubblicata per cura del canoni-
nelle acque per dieci marinai in co Raffaele Lenti (con questo ti-
bianchi abbigliamenti, fece un bre- tolo Ai signori baroni Grazioli
:
LVBENTISSIMVS
MNEMOSYNON . HOC . POgVIT
menza del vento. Dopo finalmente Gesù, ove il eh. p. Ercole Grossi
manifestati ai signori del castello della compagnia di Gesù, colla sua
i più affettuosi sentimenti di sod- nota valentia, pronunziò la fune-
disfazione e particolare benevoglien- bre orazione, nella quale tolse a
za, fra gli evviva del popolo, il lieto dimostrare, come la illustre defun-
suono di musicali strumenti ed il ta fosse stata lo specchio delle spo-
rimbombo de' mortari, circa le ore se, delle madri, e delle dame ve-
vent'una e mezza si mise il santo ramente Essa dal Monal-
cristiane.
Padre in viaggio per la domi- di fu pubblicata nel 1846 con
nante ". Di questo onore ricevuto questo titolo: Orazione detta nei
dalla famiglia Grazioli, se ne fa funerali di Anna baronessa Gra-
pure menzione nell'opuscolo inti- zioli al Gesù di Roma. Nel num,
tolato Jn morie della baronessa
: 52 delle Notizie del giorno 184^,
Anna Maria Grazioli, prosa e ri- sono riportate l' esequie celebrate
me, Roma 1846 pel Monaldi. Dap- in s. Maria in Via Lata, dai gio-
poiché inaspetlatamenie baro-
la vani delle scuole notturne, siccome
nessa mori la sera del io dicem- beneficati della baronessa. Nel num.
bre 1845, immergendo i suoi nel 49 del foglio di Napoli: 7/ Ci*
più intenso dolore, e riscuolendg cerone, colla necrologia della dq»
LAZ LAZ 233
funta, 8Ì dice del sontuoso fVme- il corpo madre sotto sale.
della
rale celebrato in quella città nella Quindi Enea fatto muovere il cam-
chiesa di8. Giovanni de' fiorentini. po ai troiani, ordinò loro che oc-
Finalmente nel num. i i del DiU' cupassero il colle, sulla cui som-
rio di Roma 1 846, si legge come mità incominciò a costruire i tem-
la repubblica di s. Marino, per pli agli dei, e con grande impegno
avere ascritto al suo patriziato la sì pose ad edificare la città, pro-
famiglia Grazioli, e per aver la cacciandosi gli attrezzi e i mate-
defunta donato ricchi doni al tem- riali colle scorrerie. L'improvvisa oc-
pio del santo protettore, volle ono- cupazione straniera e le depreda-
rarne con esequie la memoria. zioni riuscirono durissime agl'indi-
LauiniOy Lavinium. Tutti gli an- geni, che corsero con esagerate la-
tichi scrittori, latini e greci, s'ac- gnanze al campo latino ch'era al-
cordano a riguardare la fondazione lora in guerra co'rutuli, de' quali
di Lavinio, che alcuni confusero pur si disse Genzano^ali* articolo
con Lanuvio, come dichiarammo parlando della capitale Ardea. La-
all'articolo Genzano, nel descrivere tino re di Laurento, sospesa la guer-
Civita Lavinia, quale opera di E- ra, si mosse contro i troiani, senza
nea, e con maggior lume di storia conseguenze funeste , pel trattato
Dionisio, rigettando il JVibby le conchiuso fra le parti, essendo ap-
supposizioni fantastiche di alcuni parso al re Fauno genio del luogo
moderni, contro la venuta in Italia e ad Enea i dei penati, i quali
dell' eroe troiano. Narrammo già li esortarono alla pace. Lathno con-
come Enea dopo lunga navigazione venne che gli aborigeni avrebbero
giunse nella spiaggia laurente , e accordato a' troiani il terreno che
fra i segni che notò per riconosce- domandavano , e questi soccorso i
ceriti, vennero ad una fiera batta- regno albano, onde la sua storia
glia coi latini nelle vicinanze di con quella d' Alba confoudesi. Se
Lavinio sul fiume Numico, in cui non che una certa importanza re-
perì Enea, giacche essendo sparito stò a Lavinio per gli dei penati
si disse assunto dagli dei al cielo. che conteneva, per cui divenne
I latini gli eressero un eroo o tu- una specie di metropoli religiosa
mulo artifiziale con fila di belli de'lalini, come Alba n'era la capi-
alberi intorno. A lui successe il ; e questa importanza
tale politica
figlioEurileonle soprannomato A- continuò a godere anco sotto i ro-
Scanio e Julo, il quale ebbe a con- mani. Dopo la morte di Numitore,
tinuare la guerra contro Mezenzio. estintasi la dinastia de're d'Alba,
Siccome questi erasi unito coi ru- Romolo primo re di Roma come
tuli a condizione che gli cedessero suo reclamò i di-
discendente ne
lutto il vino dell'agro latino, i ritti, e con lui Tazio associato nel
ancora città ragguardevole, nel 553 Branca ne' primi del secolo XV,
era presso a poco ridotta come chiamandosi Pratica, Casirum Pa-
oggi la veggiarao. E per una cir- tricha. Nel i432 esso apparteneva
colo , di sopra , all' articolo Ca- pite. Cogli aborigeni e co' pelasgi
si ricorda fino dal principio del prodigio avvenuto degli dei pena-
secolo XIII. Il Nibby riportando le ti, che non vollero cangiar la sede
osservazioni del dotto sir William di Lavinio, dove Ascanio fu co-
Geli, autore della Topography of stretto lasciarli sotto la cura di un
Rome and ils uicìnìly, e quelle di collegio di antistiti. Ascanio regnò
altri archeologi, parla eruditamen- trentott* anni ; a lui successe il
Tibur, o per meglio dire cinsero tun anni. Di Latino dice Livio che
di mura queste borgate, già abitate furono da lui dedotte alcune colo-
dai siculi, e quindi Laurent© sulla nie dette de' Prischi Latini ; e
spiaggia del mare Tirreno. Fra le fra queste l'autore dell' Origo gen-
«38 LAZ LAZ
tis romnnne nomina quelle di Pi'ae- e la metropoli si trovò di fatto
neste, Tibnr, Gabii, Tu.scnlum,Cora, dipendente dalla colonia. Intanto
Pomelia, Locri, Crnstumium, Ca- gli albani irritati da tanta umilia-
tneria, Bovillae, e termina col dire zione, si collegarono coi fidenati e
caeteraque oppida cìrcumqiiaquej coi La guerra ben presto
veienti.
quindi in Latino Silvio la potenza si acceseTulio punì esemplarmen-
;
autorità sulla metropoli, col cangiar Nibby confuta l'opinione del Riccy
Ja forma del governo da monar- che disse essere esistita oltre Alba-
chica in aristocratica, riserbandosi Lons;a, un' Alba -Nuova nella cam-
la nomina del principe o dittatore pa sna albana. Sorse bensì una cit-
annuale, secondo Plutarco. Ma Dio- tà di Albano nel suo territorio,
nisio narra che gli albani da loro ma in tempi molto piìi bassi, ed
stessivennero a questo cangiamen- ora è sede vescovile di uno dei sei
to alla morte di Numitore, eleg- cardinali suburbicari, ed è residen-
gendo un magistrato annuale con za di un governatore, nel distretto
autorità eguale a quella dei re e di Roma e presidenza della Co-
col titolo di dittatore. Rimasero marca. Per una coincidenza singo-
Alba e Roma in perfetta armonia lare, come Lavinio dopo la fonda-
sotto i regni di Romolo e di Nu- zione di Alba-Longa rimase stret-
tria ; ma dopo morte del secon- la tamente unita a quella città, così
sua origine Albano, che secondo tra degli albani che avevano l'an-
Anastasio Bibliotecario esisteva già no di dieci mesi e di giorni 3o4,
sul principio del IV secolo dell'e- dimodoché sei di questi anni fa-
ra volgare. Veggasi Francesco Bian- cevano cinque anni solari di gior-
chini, De Albani aerìs salnhrita- ni 365. Secondo il Pontadera, An^
te. Exst. in Opuscul. varia ejusd. tìq. latinarum, graecarumque enarr.
Bomae edita 1 7^4 : Epist. ad Lanci- ep. 3i , ecco come distribuivano
sìum de profunditate Laci Albani, gli antichi del Lazio l'anno. Quel-
Ibid. Gio. Girolamo Lapi, Le- lo di Lavinio: mese I, giorni XXXI;
zione accademica intorno all'ori- II, giorni XXIX; III, giorni XXXI;
gine de" due laghi Albano e Ne- IV, giorni XXIX; V, giorni XXXI;
morese, Roma 1781. Athanasius VI, giorni XXIX; VII, giorni
Rircherius, Latium etc. Volpi, Ve- XXIX; Vili, giorni XXXI; IX,
tiis Latium t. VII de Albanis. giorni XXX ;X, giorni XXIX ;
A voler dire dell* anno e del XI, giorni XXIX; XII, giorni
calendario degli antichi latini, è a XXIII; XIII, giorni XXIV. Di-
sapersi che i latini dividevano il stribuzione dell'anno Albano. Me-
giorno civile in otto parti. La pri- se I , giorni XXII; li ,
giorni
ma parte era quella in cui si ac- XXXIV; III, giorni XXXVI IV, ;
mesi laviniesi s' ignorano ; non è operò in Roma in servizio del pri-
però improbabile, secondo il cardi- mo Tarquinio e di altri; furono
nal Corradini, Laliiis vetus, t, H, per ultimi i monetieri, che prima
p. 176, che laviniesi ai due ul-
i del quinto secolo di Roma fabbri-
timi mesi dell' anno dassero i no- carono la moneta latino-romana
mi di gennaio e febbraio. La di- con sì eccellente magisteifo, da in-
Tisione poi di mese in calende, no- durre i moderni numismatici a
ne e idi era antichissima presso giudicarla moneta italo-greca. Qui
ì ed in uso prima di Ro-
latini, il p. Marchi mostrò la follia di chi
ma^ avendo latini appreso dagli
i oggi volesse ostinarsi nell'antica o-
etruschi il chiamar idi il giorno che pinione che toglieva la moneta la-
divide per mezzo il mese, come affer- tino-romana alle città poste tra il
ma Macrobio l. I, e. i5. Come chia- Tevere ed il Liri. Disse, il sistema
mavano gli antichi latini giorni che i di coloro che negano al Lazio e a
seguivano le idi, Varrone e Festo Roma ne'primi secoli le buone o-
c'insegnano, che i tusculani chia- pere d'arte, perchè Roma e il La-
mavano il tefzo giorno dopo le idi zio non ebbero buoni artefici se
triatro, il quinto quìnquatro, il se- non dopo che i romani, conquista-
sto sesatro, il settimo seltimatro o ta la Grecia, qua condussero i gre-
seltenatro ; sappiamo
e de' falisci ci maestri, non avere altro fonda-
dai medesimi autori che decimatro mento che le parole de'greci mil-
chiamavano il d\ decimo dopo le lantatori e i versi de'poeti: questa
idi ; è verosimile, che con somi- causa essere causa di puro fat-
cose dimostrò, che nel primo, se- tutte appartengono, essere due ar-
condo, e quarto secolo di
terzo gomenti sì evidenti ed incontrasta-
Roma, Lazio e Roma ebbero ar-
il bili, che il voler portare queste
tefici mediocri, buoni, ed anco ot- monete oltre i limiti del Tevere e
timi. Tali furono in prima quei del Liri sarebbe come il dire eu-
LAZ LAZ 241
vopei gli abissini, e il sostenere la tìnam lìnguam corripit. Il p. Theu-
libbra duodecimale che il fatto di- li osserva in proposito quella pa-
mostra esclusiva delle città e pro- rola, correxit et corripit, cioè corres-
Tincie situate al di là del Liri. Il se e riformò , non dice ìnstituit,
secolo quinto fu il secolo delle mag- perchè il parlar latino non ebbe
giori glorie delle arti romane, al origine dal re Latino, ma dalla
dire di Plinio. Nobilissimi giovani nobile regione del Lazio, come
romani si consacrarono all'esercizio piace a Sesto Pompeo, Fest. lib.
delle arti incon tale
quel secolo I o : Latine loqui a Latio dictum
alacrità di animo, che quel Fabio, est, quae loquutio adeo est eversa^
il quale dipinse il tempio della ut vix ulla pars ejus maneat in'
Salute, si slimò onorato di poter noxia. Lo conferma il Perotti nél-
aggiungere alle molte glorie della r epigr. 1^ de Naum: A Latio la-
gente Fabia il cognome di Pittore, tinus deducitur unde latina lingua.
Tanto si legge nel numero 20 del Da altri eruditi credesi formato
Diario di Roma 1846. il bellissimo e fluido idioma, non
Passiamo ora a dire alcuna cosa solo colla mescolanza del greco, e
della lingua latina, della maestosa massime del dialetto eolio colla
lingua dei vincitori del mondo, del lingua dei celti-upibri ,
giacche i
puro ed elegante idioma, che a- sabini discesi dagli umbri erano,
dottato da tutti gli antichi scritto- come pretende Latoùr d'Auvergne,
ri, si sparse per tutto l'universo, galli o celti-galli di origine, e che
e divenne per ultimo il linguaggio quindi col lasso però del tempo,
della Chiesa cristiana, e quello dei col commercio e colle guerre stra«
dotti. Il primitivo ed antichissimo niere, in questa lingua s'introdus-
linguaggio del Lazio fu lo stesso sero vocaboli di altre nazioni. Vo-
che il primo italico cioè il celtico, gliono alcuni scrittori, tra gli altri
come vuoisi dai più eruditi ; e la il Dacier nelle sue Osservazioni
alterazione del linguaggio nacque sopra Orazio, che a* tempi di Nu-
dalle nuove colonie che sopravven- ma Pompilio secondo re di Roma,
nero. La lingua latina sorse dal e pili di 5oo anni dopo di esso,
miscuglio della greca. Tutto il La- non si parlasse in Roma né gre-
zio fu all' intorno inondato dagli co né latino, ma la lingua de'ro-
enotrii e dagli ausonii, nazioni gre- mani fosse un dialetto composto
che. Gli arcadi condotti da Evan- di vocaboli greci e dì molte voci
dro nel Lazio stesso, e i frigi pure, barbare; il che ci ricondurrebbe
all' insegnare di Dionigi, condotti allo stesso principio di coloro, che
da Enea, parlavano greco ; quindi il latino credettero formato dalla
ne sorse una nuova lingua, cioè mescolanza della lingua greca con
la latina, da prima rozza, poi col- quella de' celti. Polibio dice in
l'andar de'secoli abbellita e perfe- qualche luogo della sua iSVor/Vz ro- •
perfezionato coU'aiuto della greca riportò Gneo Nevio che morì Tanno
favella. Nessun monumento della 549 di Roma ; scrisse commedie e
, letteratura romana dei primi tem- tragedie. Nel 538 fiorì Fabio Pitto-
pi noi possediamo; ed infatti non re, primo scrittore di storia, e di-
poteva andar la cosa diversamente, lettossi di pittura ; fino allora i fatti
mentre a quell'epoca erano le scien- venivano registrati dal Pontefice
ze ivi del tutto sconosciute e ne- massimo ne^M^yé anali Massimi. Su-
glette, per la vita rusticana e guer- periore di gran lunga agli antece-
riera de'suoi abitatori, e pel di- denti poeti e storici fu Quinto En-
vieto che fece Romolo ai romani nio morto nel 584; scrisse trage-
di coltivare le arti e le scienze; a die, commedie, epigrammi, poemi
ciò aggiungasi che i romani dive- didascalicij ed i celebri Annali
nuti potenti disprezzarono gli aiuti delle cose romane. Si acquistò il
delle nazioni straniere per coltivar nome di padre dell' epica poesia
la mente e ingentilirne i costumi, fra* latini : Virgilio diceva di rac-
ripugnando a quegli altieri conqui- cogliere le gemme dall'enniane lor-
statori ricevere istruzioni da chi a- dure. Ma fin qui la lingua latina
vevano soggiogato. Tardarono an- non era uscita dalla sua infanzia ,
cora lungo tempo a fiorire in Ro- quantunque fossero in Roma fio-
ma le scienze e le belle arti ,
pel riti scrittori, che aveano contribui-
timore che avevano gli austeri se- to non poco al suo avanza^.iento.
nel cuore de'giovani l'ardore guer- quale colla sua- maniera di scrive-
riero, e il vigor dello spirito e del- re fece sì che l' idioma del Lazio
sero tutti i loro alti. Questo uso tal indole che l'arte lapidaria ebbe
durò hingo tempo in una gran origine tra i latini. Essa perciò
parte di Europa, e generalmente giunse tra essi al più alto grado
fu adottato in Italia. In Francia di splendore, perchè le lingue mo-
non fu uso della lingua
abolito l' derne non si prestano egualmente
latina, se non che da Francesco I, al componimento delle Iscrizioni
il quale nel iSSg ordinò che tutte (Vedi) j e perchè, generalmente par-
le sentenze sarebbero da quelT e- lando, deljbesi ricorrere al latino
poca in avanti pronunziate , regi- per produrre in quel genere lapi-
nobilmente in latino; che in Italia Bologna nel i844 "^ P'^ como-
si ricercarono , si pubblicarono e do; Lexicon epigraphicuni Mor-
s' illustrarono con ogni maniera di cellianum vocibus italicis digestuni.
note e di commenti gli autori clas- Non possiamo qui non far menzio-
sicilatini ; che finalmente nel me- ne del tanto utile e celeberrimo:
desimo secolo XVI sursero in Ita- Totius latinitatis Lexicon Consilio
tertia editione auctum et emenda-^ vini col linguaggio del paese in cui
tum a Josepho Furlanetto alumno si trovavano, ^ certo che nella Chie-
ejusdem seminarìi , Patavii typis sa occidentale da essi si fece uso
Seminarii 1827. Degno è di os- del latino eh' era allora a tutti co-
servazione che di ninna voce for- mune, e che cessato di essere co-
marono gì* italiani tanti vocabo- mune, non si fece mai cangiamen-
li, quanto di quella d\ latino y e to nella sacra liturgia. F, Bene-
quindi dissero lati naie o latiniz- detto XIV, De sacrif. Mìssae lib.
zare il parlare o lo scrivere in la- Il, cap. II, n. 3 e 5. Ecco 1' anti-
tino; latinamente, latinismo e la- chità rispettabile dell' uso di cui
tinità r idiotismo latino ; latinante, ora sì ed ecco perchè non
parla,
latinista, latinizzante e latinizzato- è punto vero che sia stato* intro-
re chiunque parlava o scriveva in dotto a capriccio dalla Chiesa ro-
latino, e quindi gli avverbi latina- mana. Egli è un bisogno per la
mente, latinissimamente, latino, ec, società universale de' fedeli l'avere
il che mostra apertamente in qual universale il linguaggio nell'eserci-
conto ed importanza sia sempre zio del culto, onde i membri di
stala tenuta giustamente in Italia questa società da una parte all'al-
la sublime lingua del Lazio. Il tra del mondo, anche nell' idioma
Sarnelli nelle Lett. eccl. tom. IX, con cui pubblicamente si loda Id-
pag. i3i, n. 6, avverte che la la- dio, trovino un segno di quella
tinità del buon secolo è lodevole , unità cui appartengono; onde i
ma non la frase gentilesca. dommi e gl'insegnamenti morali
L'uso costantemente tenuto dal- che si ricordano nei libri santi e
la Chiesa occidentale di celebrare nelle pubbliche preghiere, e spe-
i divini uffizi in lingua latina, sen- cialmente forme essenziali per i
le
za far conto del vantaggio recato ss. Sacramenti, mediante una lin-
alla società nei secoli barbari, spe- gua morta cui non seguono can-
cialmente colla conservazione e fo- giamenti, men facilmente vadano
mento delle umane lettere, si può soggette a variazione di espressio-
con franchezza asserire essere pie- ne, la quale potrebbe portare un
namente conforme alla pratica della cangiamento nella sostanza, onde
Chiesa primitiva, ed il più giusto nelle stesse pubbliche preci non
e il più adattato all'esercizio del s'introduca giammai alcun che di
culto esterno. Il rimuoverlo sareb- superstizioso e di disconveniente. Il
be, siccome è stato solennemente non valersi dell' idioma volgare nel-
definito dalla Chiesa, un perturba- le sacre assolutamente
funzioni è
re l'ordine prescritto nella celebra- richiesto dalla dignità con la quale
zione de' sacri misteri, ed un ca- esse debbono essere da noi esegui-
gionare rilevantissimi mali nel cri- te: una lingua dotta, inlesa solo
stianesimo. Si conviene che al tem- dagli uomini istruiti, ispira sempre
po degli apostoli ne|le sacre adu- più rispetto, che il linguaggio po-
nanze cristiane si usava il greco, o polare. Ma di questo argomento
il siriaco, o il latino idioma, e ac- meglio se ne tratta all'articolo Lin-
comodandosi anche al sentimento gua.
LA2 LAZ %\7
Sul Lazio possono consultare
si gidensibus 3 "Romae 1742. Tomo IX,
i seguenti autori. Atanasio Kircher de Praenestinis et Gabinis, Ibidem
gesuita, Latium, idest nova et pa- 1743. Tomo Xy de Tiburtibus seu
rateila Latii tum veteris^ tuni nO' TiburtinibuSy par. I, Ibidem 1745'.
vi descriptioj con figure, Amstelo- Tomo Xy par. II, Ibidem i745>,
dami 167 I. Raffaele Fabretti, Dis- tutti con figure. L' erudizione di
sertazione sopra il vero sito del- questo corpo di storia antiqua-
l'antico Lazioy contro il p. Kìrche- ria è abbondantissima, la lingua
rio. Sta nelle Dissertazioni delVaC' latina propria e pulita, la cro<*
cademia di Cortona, t. III. Pietro nologia, l'istoria, la favola, la geo*
Marcellino Corradini, originario di grafia e topografia, la genealogia
Cori, nato in Sezze, poi cardina- delle antiche latine e romane fa-
le ,Fetus Laliuni profanum j miglie moltissimo illustrata. Ivi si
et sacrum. Tomo 1 in quo agitiir riportano e spiegano medaglie an-
de Lalio gentili Romae 1704. ^ tiche, lapidi antiche, riti antichi,
Tomo II, de Lalio gentili , et le loro origini, e luttociò che for-
signanter de Setinis et Circensi- ma la gloria del Lazio, a vantag-
husj con figure, Romae 1705. gio degli studiosi delle sue memorie.
Non potendo questo valente scrit- Ottavio Liguoro, Ristretto istorico
tore pe* suoi luminosi impieghi e deW origine degli abitanti dellaCam"
dignità cardinalizia dar compimen* pagna di Roma, e de' suoi re, con."
to all'opera intrapresa ,
perciò pre- soli e dittatori, Roma i753, ri-
gò ilgenerale de^ gesuiti a vo-
p. prodotta con notizie e correzioni
ler egli deputare uno de' suoi re- dal p. Nicolò Galeotti. Filippo Lui-
ligiosi , che colla scorta de' suoi gi Agri romani historia na-
Gilius,
scritti conducesse al termine bra- turalisy sivemethodica synopsis na*
mato il lavoro. Fu di fatti affida- turalium rerum in Agro romano
to l'incarico all'erudita penna del existentium, "Romae 1781. Pier Ma-
p. Giuseppe Rocco Volpi gesuita, ria Cermelli, Carte corografiche , e
il quale certamente lo condusse al memorie riguardanti le miniere e
desiderato fine, per quella parte che fossili per servire alla storia na-
risguarda soltanto la storia profa- turale della provincia del Patri-
na, con gloria del suo nome. Ec- monio, Sabina, Marittima Lazio,
co l'opera del p. Volpi, dedicata e Campagna, e dell'Agro romano,
allo stesso cardinal Corradini, cui Napoli 1782 con figure.
si ma-
dichiarò obbligato pei molti F. Leandro Alberti bolognese
teriali da lui ricevuti. Vetus La- nella Descrizione di tutta Italia,
tium profanum. Tomo III in quo pone Lazio o Campagna di Ro-
il
insegna una croce ad otto raggi, tre volte gustati. Coronò una così
simile a quella de' cavalieri gero- santa vita con una morte preziosa
solimitani, da una parte di smal- al cospetto del Signore nel 384,
to colore di amaranto o violaceo, ed suo corpo fu portato ad Ostia.
il
coir immagine della Beata Vergine Trovasi il suo nome nel martiro-
nel mezzo, e dall'altra di color ver- logio romano sotto il giorno 23
de con quella di s. Lazzaro. Cia- di marzo, e s. Girolamo parla di
scun raggio della croce avea la lei con lode.
punta d' oro, con un giglio pur LEANDRO ( s. ), vescovo di Si-
LEA LEB 253
viglia. Nacque a Cartagena da no- della Hturgia nella chiesa di Spa-
bili parenti, ed ebbe a fratelli s. gna, e travagliò nel rimanente di
Fulgenzio vescovo d'Ecija, e s. sua vita per bene della religio-
il
Isidoro che gli succedette nel vesco- ne. Morì, secondo l'opinione di mol-
vato di Siviglia; ebbe anche una ti, il i3 marzo 6oi, giorno in cui
tà della penitenza, in sul declinare vasto mercato. Gli edifizi sono so-
dell'ottavo secolo, e fu sepolto nel- lidi ed eleganti, fabbricati in tufo,
la chiesa di Deventer, ove si fe- pietra non men dura che abbon-
cero molti miracoli per la virtù che dante in questo territorio. Alcuni
Dio diede alle sue reliquie. È ono- sono d'avviso che Lecce, Aletiiimy
rato come patrono di Deventer, e la Alestiiim^ Lupine^ o LyLìa e Le-
sua festa si celebra ai \i novem- thirrij sia fabbricata sulle rovine
bre, giorno della beata sua morte. dell'antica Lapin j ma di questa
Bertulfo , ventesimo vescovo d'Utre- città non ne rimane vestigio alcuno.
cht, vi fondò una chiesa collegiata Altri la vogliono fabbricala dal crete-
in onore del santo. seIdomeneo, su quella spiaggia git-
LECCE { Lycien ). Città con re- tato dalle procelle,dopo la distru-
sidenza vescovile del regno delle zione di Troia. Non può contrastarsi
due Sicilie, nella Terra d'Otranto, la greca origine a Lecce, dacché ne
illustre capoluogo dèlia provincia. fanno fede le monete disotterrate
Giace tra due mari, l'Adriatico ed con greca epigrafe. Fu in questa
il Jonio, in mezzo a ferace pianu- città che si recò Ottaviano, allor-
ra, la quale si estende fino al ma- ché accorse d'Apollonia, avendo in-
re, e viene in tutti gli altri lati teso r assassinio di Giulio Cesare
dalle ardue montagne terminala suo zio che gli lasciò per eredità
essendo quasi pensile. Le turrite il mondo. Tancredi, uno de' discen-
,
ma nel terzo secolo, e che nel se- ss. Nicola e Cataldo, ed essendo in
no al 1734. Nel seguente anno frutti della mensa sono tassati nei
Clemente XII gli die per successo- libri della camera apostolica in fio-
fredi feudo di sua casa, morto nel seguì per poco tempo il partito
1786. Pio VI nel 1792, dopo lun- dell'antipapa Anacleto II, ma ben
ga sede vacante, nominò vescovo presto si ridusse all'obbedienza del
Salvatore Spinelli napoletano cassi- legittimo Innocenzo II.
retlo nel secondo secolo^ Comman- stati del re di Persia, quando que-
ville dice Tanno 5 io, e fatto suf- sta scuola fu soppressa per ordine
fraganeo della metropoli d'Auch. dell'imperatore Zenone, e fu fatto
11 primo vescovo di questa chiesa vescovo di Ledan. Oiicns chrisL
fu Euterio, al tempo di s. Igino t. II, p. 1190.
LEF LEF 259
LEDRA. Sede vescovile deiri- 1792,6 portalo con altri ecclesia-
sola di Cipro, nella diocesi di An- siici a Lavai. Col decreto de' 26
tiochia, sotto la metropoli di Fa- agosto essendo cessato Io stato di
magosta. E mediterranea, situata sua deportazione, risolvette di por-
in aria buona , ed in eccellente tarsi fuori della Francia, e recossi
territorio, bagnato da fresche acque, in Inghilterra, ove si occupò in
Si conoscono cinque vescovi che dare qualche lezione, e presso una
ne occuparono la sede, cioè: Tri- cappella di cattoHci. Nel 1795
filo discepolo di s. Spiri dione, che l'abbate Matignon dottore e pro-
coltivava le belle lettere, e sotto- fessore Sorbona, che avea
della
scrìsse il concilio di Sardìca. Ma- conosciuto a Parigi, gli scrisse da
cedonio che viene considerato come Boston in America, dove erasi ri-
un santo. Leonzio che viveva nel tirato, perchè colà si recasse. Non
i34o. Nicola del i470- S'ignora senza esitazione accudì all'invito,
il nome del quinto, che sedeva e giunse a JBoslon li 3 ottobre
nel 1570, e perì con tutti gli 1796; laonde nulla potè poi se-
altri cristiani durante l'assedio dei pararlo dal Matignon, col qua-
lurchi. Orìens christ. tom. II, pag. le strinse intima amicizia. Non andò
per cui nella rivoluzione del i83o, apostolico monsignor Sisto Riario-
egli tenne il più profondo silenzio, Sforza suo cameriere segreto so-
saggezza che in più incontri di- prannumerario, che poi lo divenne
mostrò. In una grave circostanza, effettivo, indi vescovo d'Aversa^ ed
l'arcivescovo parve diviso di opi- ora arcivescovo di Napoli e cardina-
nione co' suoi colleghi ; di ciò ne le. La berretta fu imposta in capo
fu argomento l'ordinanza dei i6 dal re a'9 marzo colle solite cerimo-
giugno 1828. Egli non appro- nie. Il cardinale visitò poscia la sua
vò tale ordinanza , né la memoria famiglia, che da molti anni non
presentata allora dal cardinal Cler- avea riveduto, ed ancora la diocesi
mont Tonnerre in nome dell'epi- di Montauban, ove da ogni ceto
scopato. Avendo la camera de' de- di persone fu ricevuto con entu-
putali privato della parìa tutti siasmo. Poco dopo la sua salute fu
quelli che l'aveano ricevuta da deteriorata ed ebbe qualche attac-
Carlo X, l'arcivescovo dichiarò che co apopletico. Questo rinnovandosi
senza approvare questo atto, era a'i3 luglio volle confessarsi, e nel
ben contento restare estraneo alla seguente giorno perdette la cono-
politica, e che non avrebbe predi- scenza. Un canonico gli sommini-
cato che sommessione al governo. strò l'estrema unzione; in tutte
Tutto intento alle funzioni del le chiese della città fu ordinata la
suo ministero, ed in mantenere esposizione del ss. Sagramento, e
l'ordine e la pace, potè la sua ri- nella camera dell' illustreinfermo
putazione proteggere il clero in fu portata la reliquia di s. Carlo,
momenti pericolosi. La sua mode- che si venera nella cattedrale. In-
stia, bontà, carità, franchi modi utili furono i soccorsi dell'arte, e
e cordialità, gli guadagnarono pu- dopo avere il capitolo recitato le
P^. Gregorio IX, in cap. Nos qui- gatario, il legalo è nullo, a meno
dem, 3." De tesLam. et uUìni. vo- che non si faccia luogo al jus ac-
lunL lib. 3, tit. 26. Quando un le- crescendi a favore del collegatario
gato contiene una condizione im- superstite. Quando un legato è
possibile, il legato appartiene sem- concepito in una maniera oscura ,
zione quieta Ja coscienza coli' asso- prevede anche il caso in cui fatto
luzione e composizione, e supplisce avrebbe un lascio o un legato ad
per autorità pontificia de thesaiuo alcuno de' suoi servitori. Lo stesso
Ecclesiae y per giusti motivi; ed profeta ne insegna, che presso gli
opportune clausole emette, massime ebrei era permesso il fare de' le-
pei legati di messe, ed altri pii suf- gati agli stranieri; ma che i beni
fragi. F. inoltre Congregazione del- legati in questo modo, non pote-
la VISITA APOSTOLICA ED ADEMPIMEN- vano essere posseduti da' legatari
TO DEI LEGATI PII DI RoMA E SUO DI- stranieri o pure dai loro eredi se
STRETTO, con estese ed analoghe fa- non che sino all'anno del giubileo,
coltà, come a quell'articolo.
dicesi dopo il quale que' beni dovevano
Sui legati pii si possono anche ve- tornare agli eredi de' figliuoli del
dere gli articoli Congregazione del testatore. La libertà di disporre
CONCILIO, Congregazione de' vesco- de' propri beni per testamento, non
vi e' regolari, ed altri relativi. era egualmente indefinita; coloro
L'origine delle lascile pie, il Mar- che avevano figliuoli, non poteva-
tinetti nel tom. Ili, pag. 74 della no disporre de' loro beni stabili a
Collezione classica^ dice provenire perpetuità, se non che a favore dei
dai tesori e terre assegnate al tem- loro figli medesimi. Gli ebrei tras-
pio di Belo in Babilonia dai re misero questo costume agli egizia-
prì che i maghi, mentre facevano no norma in una gran parte del-
all'idolo per pretesto un servizio la loro legislazione. La legge delle
264 I-EG LEG
dodici tavole, stesa sulle memorie ed a qualunque altro luogo sacro,
che deputati di
i Roma recate a« ciò che più fossegli stato a grado
vevano da Atene, fa menzione di per l'anima sua; ma volle inoltre
testamenti e di legati, e di questi esentare tali luoghi sacri dal cor-
si perpetuò la pratica , assoggetta- rispondere quel compenso che ogni
ta a vari regolamenti nel diritto donatario eia obbligato rendere al
romano. Neil' Italia numerosissimi donatore. Così pure quelle femmi-
furono i legati , massime ne' bassi ne, che vivendo nel secolo, indos-
tempi, e questi formarono sovente sato aveano l'abito religioso, furo-
il patrimonio delle chiese, e la ric- no da lui abilitate a disporre del-
chezza de' più antichi ordini reli- la terza parte delle loro sostanze
giosi. V. Beni di Chiesa. in opere pie, senza l'assenso del lo-
Chiamansi donazioni pie quelle ro tutore, senza cui non era alle
fatte, fra i vivi o per causa di femmine permesso l'eseguire verun
morte, a chiese, a monasteri e ad atto legale. Da queste dispense po-
ospedali. Dopo la legge di Costan- trà ognuno argomentare quanto
tino Magno, colla quale aveva co- grande sia stata la premura di al-
mandato, che alle chiese state spo- cuni re longobardi per l'accresci-
gliate delle proprietà, giustamente mento delle sostanze de' luoghi sa-
da esse possedute , di qualunque cri. Né in ciò Carlo Magno esser
natura fossero elleno state , venis- volle da meno di loro, avendo pub-
sero loro restituite; dopo le dona- blicato varie leggi favorevoli alle
zioni largamente da lui comparti- chiese; e gli stessi principii furono
te ai luoghi sacri, molti altri so- adottati dal suo figlio Lodovico I
vrani del medesimo spirito religio- il Pio, e da più altri re ed im-
so di quell'augusto investiti , sono peratori. Alle leggi i medesimi ag-
essi pure concorsi non solo ad a- giunsero il fatto, di cui tante sono
ge vola re colle loro leggi i mezzi le prove, quanti i superstiti loro
di potere le chiese, gli ospedali, i diplomi di donazioni ai luoghi sa-
monasteri ed altre simili fondazio- cri. Non pochi eziandio' tra loro,
ni fare dei grandiosi acquisti , ma dopo di avere con amplissime for-
o lasciare alle chiese, agli ospedali. continuato anche dipoi, non pò-
,
parlare era anche praficato dai legati nati sono quelli che hanno
principi per denotare un
secolari annesso tale grado di
titolo al
ambasciatore intimo e famigliare, qualche che
arcivescovile dignità
presso Marculfo lib. i, form. cap. sostengono: tali erano i Vicari a-
ult. Quatenus praesente misso no-
: postolici [Vedi), che Papi aveva- i
stro illustri viro ilio, quent ex no- no già nelle Gallie, nell'Illirico e
stro latere illuc prò hoc direxinuis. in altri luoghi ; e tali pure sono
Kella Chiesa
però è antichissima in oggi alcuni arcivescovi, come
questa formola, la quale si legge nelle Spagne quelToledo, nella di
nel registro di s. Gregorio I, men- Francia, secondo il Cabassuzio, quel-
Fran-
tré ordina ai collettori della lo di Reims, e nella Germania
eia, che depositino il denaro rac- l'arcivescovo di Salisburgo. 11 cita-
capo. Cos\ si praticò nel primo cardinal De Luca pone quelli che
concilio Niceno, che legati del Pa- il Papa destina ad incontrare l'im-
pa furono Osio vescovo di Cordo- peratore o qualche re che portasi
va, Vincenzo e Vito sacerdoti. La in Roma ( di che se ne tratta al-
necessità di questa personale pre- l'articolo Ingressi solenni in Roma),
senza del Papa o di un rappre- nello stato pontificio o per alcune
sentante^ senza tante dispute mira- miglia distante dalla città, ed a
bilmente stabilisce la primazia del complimentarli in suo nome, come
Papa, mentre il concilio generale Alessandro VII fece colla regina
senza il Papa nulla può decidere, di Svezia ; ovvero che passando per
ne in domma ne in disciplina. Il l'Italia qualche re o regina il Pa-
Pontefice s. Giulio I, non potendo pa manda ( ora non si costuma )
assistere in persona al concilio di un legato parimenti a complimen-
Sardica, vi spedi in suo luogo due tarli in suo nome, ciò che praticò
come si notò a' loro articoli), le ni per la sua partenza per Ptonia.
quali per lo piìi sono governate Ma il Papa secondando le insinua-
dai prelati con titolo di governato- zioni di Filippo IV il Bello re di
ri. Come anche alle volte porta il Francia, rispose loro. Che era be-
caso di deputarsi un cardinal le- ne onesto che le pecore seguitas-
gato per la città di Roma ( di che sero il pastore, e non convenire ad
si fa parola agli articoli Roma esso che mancandogli il gregge, iu
e Viaggi de' Papi ) in occasione cambio di bastone pastorale, do-
di viaggio ed assenza del Pontefi- vesse pigliar soldati in sua compa-
ce, come praticarono Sisto IV, e gnia, e però ingiunse ai cardinali
Clemente Vili quando si recò a che andassero a lui senza tardare,
Ferrara. E quando la residenza lasciando in disparte il dire, che
,
de' semplici presidi, ma non sono di scegliere per loro datario uno
veri legati a latere (il cardinale de* prelati uditori di rota, così il
zia parlò, che gli riuscì di conchiu- legazioni ; e sopra di che un avvo-
derla con soddisfazione universale, e cato parigino compose un libro DeU
pubblicarla in Parigi a* 1 1 giugno la dignità del cardinale, in occa-
iSgS. Nel tempo che si trattenne sione della legazione del cardinal
in Francia ricuperò alla Chiesa ro- Flavio Chigi nipote di Alessandro
mana Carlotta principessa di Con- VII, a Luigi XIV re di Francia,
dé, che pubblicamente abiurò il ripigliando poco fedelmente
forse
calvinismo. Da un autentico mss. gli atti della precedente legazione
ff".
de offic. proc. l. observata ; e sero assunte per elezione , cap.
la ragione perché il legato non 4> ^^ possono che i
dispensare,
può esercitare la contenziosa giù- figh de'preti direttamente succeda-
risdizione fuori della provincia de- no alla chiesa ov'è o dove è stato
stinatagli, ma la volontaria, si é il padre, cap. Dilectus de filiis
perchè la giurisdizione contenziosa praesbyl. Non possono rivocare le
non può esercitarsi se non con sentenze de' giudici delegati, cap.
LEG LEG 477
2 hoc tit. In tutto il resto far nali, vacando la Sede apostolica,
lo possono, ed è tale e tanta la non può richiamare il legato, se non
iTìaestà di questa legatizia dignità, per grave causa e vantaggio della
che dopo il sommo Pontefice è la Chiesa, e non cessa la legazione fi-
tumque concilium convocat , ce- soldati colle aste; in luogo dei canto
lebratque. Sic postea successi vis, de' salmi, si udì lo strepito delle
ad haec usque nostra, temporibus, catene ; in cambio di fauste accia -
res exigebant, celebra vere concilia : gi, e finalmente in vece della chie-
Claudius et Vitus presbyleri, Eu- sa, nella quale solevano essere con-
genius et Cyriacus ecclesiae ro- dotti i legati, s'apparecchiò un te-
tnanae diaconi contra quartodeci- tro carcere. L'iniquo Acazio sedusse
manos, et donatistas in causa Cae- i legati, li liberò dal carcere, e gli
ciliani Arelatem mittuntur per s. indusse seco a comunicare. Ritor-
Sylvestrum tempore Conslantini Ma- nali in Roma Vitale e Miseno
gni: bine Baronius anno 3 14. Con- dalla legazione, e convinti di pre-
cilium Arelatense habuerunt. Eo- varicazione tradimento, furono
e
dem s. Silvestro summo Ponlifice nel concilio adunato dal Papn, per
Osius episcopo Cordubensis lega- sentenza di tutti, privati della co-
tione apostolica fungitur ad com- munione apostolica e della dignità
LEG LEG 279
episcopale. II Pontefice $. Gelasio I Nicolò l. Quei legati che nelle
del 49^ spedi ai vescovi del Pi- legazioni abusarono di potere e
ceno il cardinal Romolo o Roma- cercarono i propri interessi, diero*
no del titolo Tigridisj per soppri- no grandissimo scandalo. Alcuni
mere colla sua legazione gli ereti- vollero riscuotere le decime de' ve-
ci pelagiani. Il Papa s. Ormisda scovi e degli abbati, onde furono
nel 519, mandò i suoi legati al- assai biasimati. Il Papa s. Leone
l'imperatore Giustino I, per mez- IX, ad istanza dell'imperatore d'o-
zo del quale ottenne l'unione della riente, per estinguere lo scisma ca-
Chiesa greca colla latina, divise per gionato da Michele Cerulario pa-
lo scisma d' Acazio. I legati furo- triarca di Costantinopoli, mandò
no ricevuti con grandissimo onore in questa città una legazione com-
ed incontrati appena posero pie- posta dei legati cardinal Federico
de in Grecia da uomini chiarissi- Giuniano di Lorena poi Stefano
mi, e poi dieci miglia lunge da X, Umberto vescovo cardinal di
Costantinopoli da Vitaliano generale Selva Candida, e Pietro arcivesco-
dell' esercito imperiale, da Pompeo, vo di Amalfi. Ma ostinato il Ce-
da Giustiniano e da piìi altri se- rulario nei suoi errori, venne dai
natori ; entrati nella città, grandis- legali punito colla sentenza di sco-
sima fu la festa che gli fecero tut- munica, la quale fu da essi in
ti, e nel dì seguente l'imperatore iscritto collocata sopra l'altare mag-
diede loro in presenza del senato giore della basilica dis. Sofia. Do-
io: Qui vos audity me audit : qui possono vedere il gran numero dei
vos spernìt, me spernit. Per tal legati che spedirono per atfari dei-
modo, secondo il Voigt, il sistema, la più alta importanza, per ogni
per così dire, delle legazioni fu parte.
creato da Gregorio VII ; e la san- Non si deve tacere che s. Ber-
ta Sede ebbe poscia un numero nardo, come afferma nel libro De
indeterminato di ministri plenipo- consideralione, che scrisse per Eu-
tenziari , i quali spargendosi per genio III, col quale istruì questi e
tutto l'orbe cristiano a giudicarle i successori nell'amministrazione del
controversie de'principi e delle na- pontificato, tra le cose ch'egli pian-
zioni, moltiplicavano la presenza geva e cui inculcava rimedio, fu-
del Papa, essendo i legati apostolici rono le frequenti legazioni, con le
i legittimi rappresentanti del vica- quali alcuni legati altro non cer-
vio di Dio, e per così dire, le cavano temporale guadagno,
che
anella della invisibile ma immensa Laonde nel lib. 3, parlando dei le-
catena che legava ciascun regno e gati eh' erano mandati nella Spa-
ciascuna chiesa al suo capo^ e che gna, così dice. « I vostri, li quali
tenuta dalla salda mano di s. Gre- così spesso visitano le terre austra-
gorio VII gli era strumento a reg- li, sanno mollo bene quello che
gere e moderare la terra. Ugo ve- passa, e vi possono informare. Vi
scovo di Die, legato nelle Gallie, vanno e vi tornano pel mezzo o vi
zelante promotore della riforma passano a costa. Ma che frutto
introdotta da s. Gregorio VII, nel v'abbiano finora fatto, noi non
concilio di Autun interdisse dalle l'abbiamo ancora udito, e per av-
were funzioni Manasse arcivescovo ventura l'avremmo inteso se per
, j
premio all'antipapa Felice V, che che si legge nella lett. 48 del car-
rinunziò il pseudo-pontificato , il dinal Ammannati o Papiense che i :
Papa Nicolò V
decano del
lo fece cardinali di santa Chiesa non cfe-
sacro collegio e legato perpetuo del- vono ne sono solili servire, se non
la Savoia. Nel i473 il cardinal di legati al solo romano Pontefice
Roderico Borgia , poi Alessandro volendo piuttosto, come osserva il
sidi dei dominii della Chiesa, non to XIV, consti t. Concredituni (Bull.
si preconizzano più in concistoro, Maga. t. XVII, pag. 284, de' i3
ma il Papa li nomina a mezzo di giugno 1748, con cui dichiarò le fa-
un biglietto del cardinal segretario coltà de' cardinali legati delle prò
di stato, indi gli fa spedire il cor- vincie) rinnovar possono le inve-
rispondente breve apostolico, e li stiture, enfiteusi, ec. de' beni isti-
munisce delle opportune facoltà. tuite dalla santa Sede; possono or-
Il citato Lunadoro ristampato dinare catture, condannare, priva-
nel 1774 i" Roma, col titolo: Lo re ancora de' feudi, ed assolvere
stato presente o sia la relazione rei a misura de* privilegi apostoli-
della corte di Roma^ nel tom. H, ci; seconda de' quali accordate
a
pag. 3i4, parlando dei legati apo- loro vengono, quali a vicari di sua
stolici, si il suo anno-
esprime così Beatitudine, tutte le spirituali e
tatore Zaccaria. Masero, De *» Il temporali facoltà, prescindendo pe-
legai, et mine. lib. 2, append. 43, rò da quelle, che a se medesimo ri-
44j è di parere che Gregorio XI servar suole ogni Pontefice". Nel
avesse lasciati in Avignone alla sua 1780 Pio VI eccitò i legali delle
partenza alcuni legati ( chi lasciò provi^ncie ad eliminare gli abusi
Gregorio Xi in Avignone partendo introdotti nell'esercizio dell* auto-
per Roma, e chi istituì la legazio- rità, dovendo stare a quei limiti
ne di Avignone, con qualche dif- stabiliti dai Pontefici e dalle leggi
fusione lo dicemmo all' articolo da loro emanate. Il Parisi nelle
Avignone ) ; e crede ancora che , Istruzioni pei segretari^ stampate
sino da quando i Pontefici risiede- in Roma nel 1785, riporta diver-
vano in quella città, deputassero se nozioni riguardanti i cardinali
diversi legati della Romagna per legati, che si leggono nell'indice a
reprimere la baldanza de' tiranni pag. 249, come quando un cardi-
e de' malvagi che la infestavano nale è destinato legato a chi lo
(che prima assai de' Pontefici di partecipa, come ai principi e mi-
Avignone Papi spedissero legati
i nistri dello stato confinante, ed agli
non solo in Romagna, ma in altre altri legati viciniori, non che agli
Provincie della santa Sede, sì per arcivescovi delle città se sono car-
frenarne gì' invasori, che per go- dinali; delle convenienze e com-
vernarle, agli analoghi articoli Io plimenti che i legati ricevono dal-
diciamo). La legazione poi di Bo- le comunità soggette alla loro le-
logna fu instituita dopo Giulio II, gazione; se e come nel dimettere
quella di Ferrara nel pontificato la legazione scrive il cardinal le-
di Clemente Vili, e l'altra di gato al Papa o a' suoi ministri pri-
Urbino sotto Urbano Vili, dopo mari; e dei privilegi dei legati, co-
che Papi nominati ebbero ricu-
i me di creare otto protonotariati, e
perato l'intiero dominio e posses- dodici cavalierati dello speron d'oro,
so di que' loro stati. I legati a di cui riporta le formole, privilegi
latere hanno maneggiare
diritto di che abolì poscia Pio VII. Questo
tutti gli affari civili ed economici Papa eletto in Venezia nel mar-
e politici de'popoli loro raccoman- zo 1800, a* 23 maggio destinò suoi
dati dal sommo Pontefice, e secon- legati a latere, che dovessero pre-
do i più recenti decreti di Benedet- cedere la sua partenza ed assumere
LEG LEG 285
il governo di Roma fìno al suo ta, e indi data a monsignor cro-
arrivo, i cardinali Albani, Rove- cifero, andò al bacio del piede,
rella e della Somaglia. delia mano, e all'amplesso del
L' ultimo legalo a late re spedilo santo Padre, che lo benedisse, e
dalla santa Sede presso un princi- così terminò il concistoro, al qua-
pe straniero, fu il cardinal Giam- le si trovò presente M. Ghachault
battista Caprara bolognese, invialo ministro di Francia a questa san-
da Pio VII nel 1801 alla repub- ta Sede, con molti altri di sua na*
blica francese, dopo il concordato zione, come ancora altra nobiltà
dal Papa stipulato con essa, e per sì estera, che nazionale, oltre del-
la sua esecuzione, e che poi restò la numerosa prelatura, ec. 11 do-
tia;
qualem prò sua diversitate suprema, a guisa di quella della
babent potestatem ; legati generatim segnatura di Roma ec, ec. Pialo
babentes ordinariam jurisdictionem e Tria , De cardinalis, Romae
spiritualem quotuplices sint; legali i836: vedi i due indici p. 4^9 e
de latere cur ita dicantur, et ad 468. Nelle biografie de' Papi e
quos, et cur mittantur ; legati mis- cardinali sono riportale le legazio-
si, .qui olira, quae inter illos et ni che funsero d' ogni specie, e le
alios differentia ; in quo differentia principali cose che in esse opera-
consistati legati nati quare ita di- rono ; ciò che pur dicesi agli arti-
cantur ; in quibus locis sint legati coli de' regni o stali, ed a quelli
nati . Pellegrino Maseri, De lega^ delle Provincie de' domini! pontili^
,
generale di Calcedonia
4^*» nel prelati delegati di Frosinone, Viterbo,
poi eletto suo successore nel 46*' Perugia, Spoleto, Macerata, Fermo,
in questo catalogo vi sono com- Rieti, ed il presidente della Co-
presi anche i nunzi innalzati al marca di Roma, scudi milleduecen-
pontificato, essendo l'ultimo Michel- to per cadauno: il delegato d'An-
angelo Conti nunzio agli svizzeri e cona con porto di mare scudi due-
nel Portogallo, poi Pontefice Inno- mila. Provincie di terza classe. I
hanno dal tesoro pontificio i legati si tratta di leggi positive, sia nel
e delegati della santa Sede ne' do- cuore, se Irultasi della legge nalu-
LEG LEG 289
vale, ovvero da elìgere , scegliere, La Mosaica fu abolita con
legge
perchè le leggi dimostrano ciò che la legge nuova, quella cioè di Gesù
l'autorità di supplire alla mancan- frodi, gli usurpatori, ec; l' Acilia,
za o alla imperfezione di quelle la Calpurnia, la Caecilla, la Cor-
leggi Coi loro editti, e sovente ri- nelia, la Giunia, la Servilia, la
cevettero esse ancora l' interpreta- Pompeia e la Giulia^ contro le pre-
zione de' dotti e de' sapienti. Nuo- potenze ed avarizia de' proconsoli
ve convulsioni vennero ancora a e questori delle provincie. Le leggi
turbare la costituzione della re- Frumentanae e le Sumptuariae^ la
pubblica. Il popolo propriamente prima riguardava il prezzo del gra-
detto o la plebe si separò dal pri- no, la seconda frenava il lusso e
mo ordine dello stato; creossi al- stabiliva un limite alle spese pub-
cuni magistrati particolari, cioè i bliche e private ; altre leggi furo-
tribuni, e formò nuove leggi, che no eziandio emanate su di ciò. Al-
nominate furono plebisciti^ sovente tre leggi provvidero alla cura delle
in opposizione coi decreti del se- strade, de' ponti, delle fontane, del-
nato che parimenti avevano forza le case, delle campagne ; alla pro-
di legge sotto il titolo di senatus cedura de' giudizii, alla milizia, al-
consulti. Vi ebbero dunque in quei la guerra ; le censorie che veglia-
primi tempi cinque differenti spe- vano sui costumi pubblici e privati
cie di leggi la legge per eccellen-
: delle famiglie. La saggezza delle
za o quella delle dodici tavole, le antiche leggi romane, più che la
interpretazioni de' sapienti ,
gli e- forza delle armi , contribuì a de-
ditti de'magistrati, i senatus consulti bellare tante nazioni, a stringere
ed i plebisciti. Oltre i plebisciti e ferme alleanze, e fece fiorire il com-
i senatus consulti vi erano le leg- mercio, le arti e la civilizzazione.
gi strettamente dette, cioè sanzio- I romani colla forza delle armi
nate nei comizi di tutto il popo- conquistarono quasi tutto il mon-
lo. Dopo le leggi delle dodici ta- do, e colla savia legislazione Io
vole sono degne di particolar me- governarono, per cui la loro sto-
moria, la legge MajesCatis, la quale ria contiene quella di moltissimi
LEG LEG agj
popoli, che le loro leggi in moclo comprende che quelle leggi colle
particolare, la loro letteratura, ed altre numerosissime promulgate dal
interamente gli usi loro talvolta adot- senato e dai magistrati, moltipli-
tarono. Non
deve tacere che i
si caronsi ben presto a segno di di-
romani ebbero leggi che vanno ventare una specie di caos, che im-
riprovate o per falsità religiose, o possibile era lo svolgere e l' ordi-
per soverchia durezza, o per l'adi- nare. Questo condusse naturalmen-
to che aprivano alle sommosse po- te gli uomini addetti a quello stu-
polari, ed agli ammutinamenti dei dio a classificarle ed a riunirle ia
soldati. TaU furono pur quelle che alcune collezioni. La prima fu quel-
davano una illimitata e dispotica la degli editti dei pretori, la di cui
autorità sui loro servi o schiavi; saviezza avea fatto conservare que-
che attribuivano ai padri ed ai ma- gli atti non ostante che cessata
riti il potere di uccidere i figli e le fosse la loro autorità, e questi for-
mogli; quelle che permettevano le marono la base del così detto edil'
stragi de'gladiatori, combattenti tra io perpetuo. Si feceit» in appresso
loro o con bestie feroci ; quelle delle simili collezioni delle ordinanze e
proscrizioni ; e quelle de' tribuni dei rescritti de' principi.
della plebe, eterni fabbricatori di Essendo stata dall' imperatore
discordie. Costantino Magno abbracciata ia
Ma le turbolenze di continuo ri- rehgione cristiana, e divenuta que-
nascenti per r agitazione della ple- sta la religione dell' impero, ne
be, contribuirono alla fine a faci- venne di conseguenza la necessità
litare l'usurpazione del potere so- di qualche cangiamento nelle leggi,
vrano; si sostituì alle forme re- le quali vennero depurate da quan-
pubblicane la monarchia assoluta to macchiava gran codice della
il
za, come una debole immagine dei religione di Gesù Cristo; onde le
primiero stato di libertà. I capi leggi che erano barbare o super-
nuovi della repubblica sotto il ti- stiziose furono bandite, solo rima-
tolo d' imperatores , che assunto nendovi delle leggi romane alcune,
avevano, perchè posti al comando corrette quindi dal gius canonico.
e alla testa delle forze pubbliche, Dopo che fatta erasi la raccolta delle
promulgarono nuove leggi , rive- leggi anteriori al regno di quel-
stendosi dei titoli di quella magi- r imperatore, altra se ne fece di
stratura che ne avea altre volte il quelle che pubblicate eransi dai
diritto ; ma quelle leggi applicate suoi successori,dagli imperatori
a regolamenti generali, o a qual- cristiani. Questa ultima collezione
che nuovo oggetto dell'amministra- fu l'opera di Teodosio 11 il Giovane^
zione politica dello stato,furono ed a questa si diede il titolo di
appellate costituzioni , o pure ab- Codice Teodosiano. A tutte queste
bracciando decisioni relative a casi leggi si aggiunsero i lavori o le
particolari, invocate dai prefetti o interpretazioni dei giureconsulti più
dai presidi delle provincie ,
porta- celebri , autorizzati a rispondere
rono il titolo di rescritti. Beo si sulle materie di diritto, dei quali
,
de're; nella seconda, della giuris- storiche narrazioni delle gesta dei
prudenza romana durante la re- santi attribuivasi un tal nome. Del
pubblica, del diritto romano dalla che possono consultarsene vari e-
istituzione de* consoli sino alle leg- sempli raccolti nel glossario del
gi decemvìrali, del diritto romano Du Gange, e nel vocabolario della
a' tempi de' decemviri, e del dirit- Crusca. Aggiunge che in questo
to romano dalla pubblicazione del- senso deve intendersi ciò che si
le leggi delle XII tavole sino alla ha del ven. servo di Dio Carlo
fine della repubblica ; trattò nella duca di Bretagna, cioè che erat in
terza, della giurisprudenza romana historiìs et sanctorum palruni le-
sotto gì' imperatori, da Augusto gendisj narrandis et esponendis di-
fino a Costantino il Grande, da Co- ligentissimus, come leggesi nel pro-
stantino fino a Giustiniano I, del- cesso formato nel 1372 per la
l'epoca di Giustiniano I, del di- sua canonizzazione. La storia dei
ritto romano in oriente dopo la santi è in parte il compendio del-
morte di Giustiniano I, e del dirit- la storia del cristianesimo, è la
to romano in occidente dopo Giur* storia delle grandezze di nostra re-
stiniano I. ligione santa e divina nella isti-
santi che diconsi di Metafraste. Il b. che il dispregio che si ebbe per al-
Giacomo da Voragine, autore della cuni leggendari fosse fondato sulla
scrisse molte vite de' santi, parti- padri principali della Chiesa. Il
dal Pontefice Paolo III, che la sot- moneta portoghese, seu ad tria fe-
topose alla metropoli ora patriar- re millia scutata romana a gii-
seca Manso della diocesi di Evora, tà con residenza vescovile nella Boe-
fatto vescovo nel 18 19 da Pio VII. mia, capoluogo di circolo, distan-
Il regnante Gregorio XVI,
Papa te dodici leghe da Praga, e quin-
nel concistoro de' 3 aprile i843 dici da Dresda, situata sulla riva
terminò questo vescovato con cle- nigseg consecrato nel 17 11, consi-
ro regolare; ma siccome non si gliere di stato dell'imperatore Car-
trovano suoi vescovi posteriori al lo VI e gran maestro della casa
143 1, così si crede che sia stato di Giuseppe Clemente duca di Ba.
soppresso per la stessa ragione, per viera, elettore di Colonia, che mo-
la quale restò vacante per sì lun- rì nel 1729. Il citato Novaes nel-
storo de' 2 luglio i832 preconiz- cardinalizia tenne Teodoro per die-
zò l'odierno vescovo monsignor A- cinove mesi ; il Panvinio conviene
gostino Hille, nato in Sconau dio- cl^e fu fregiato di tal dignità; l'U-
cesi di Leitmerilz, canonico della ghelliche nell' Italia sacra parla
cattedrale. a lungo di lui, dice espressamente,
La bella cattedrale, di mediocre che bramò ma non ottenne la por-
grandezza e di recente struttura, pora cardinalizia.
è dedicata a Dio, in onore del pro- LEMMAJNDA o LEMANDA. Se-
tomartire s. Stefano. 11 capitolo si de vescovile che alcuni assegnano
compone della prima dignità del alia Libia Pentapoli, e Comman-
decano, della seconda dignità del ville sotto il patriarcato d'Alessan-
preposto, di sei canonici residen- dria; è la metropoli di Cirene, e-
ziali, di sei onorari , oltre le pre- retta nel V secolo. Ne furono ve-
bende teologale e penitenziaria, ed scovi Erone e Nasca.
altri preti e chierici addetti al di- LEMNO LEMNOS. Sede ve-
o
vino servigio. La cura d'anime scovile della prima Macedonia, nel-
nella cattedrale pel decano la di- l'esarcato del suo nome, nell' isola
simpegna un prete; in essa vi è dell'Arcipelago, nel governo turco,
il battisterio, e tra le reliquie si e nel sangiacato di Metelino, chia-
venerano i corpi di s. Vittorino mata ancora porto
Stalimene.
11
tra parrocchia con fonte ha Itesi anche Myrina. Questa antica isola
Hìale j due conventi di religiosi, ed del mare Egeo era primieramente
il seminario cogli alunni. La dio- abitata dai pelasgi o sintii, popoli
cesi è vasta e contenente molli della Tracia. Divenne celebre pel
luoghi, castelli e parrocchie. I frut- suo laberinto, e per la favolosa fu-
ti della mensa ad ogni nuovo ve- cina di Vulcano, quivi forse situa-
scovo sono tassati ne' libri delia ta dai poeti, perchè vuoisi che i
camera apostolica in fiorini quat- suoi abitanti fossero stati i primi
trocento cinquanta, dicendosi ascen- a fabbricare le armi. Le fu pur
dere r annua rendita a fiorini dato il nome di Aethalia o bollen-
12,000 moneta di quelle parti, te. Divenne anche famosa nell'an-
senza aggravio di alcuna pensione. tichità pel soggiorno fattovi dagli
LELIO Teodoro , Cardinale. argonauti, e per quello di Filolte-
LEM LEM 3o7
(e abbandonatovi ferito in un pie- attualmente villaggio dello stalo di
de dai greci, che andavano all'as- Tunisi ; ma non si sa perchè la
sedio di Troia. In progresso slette lettera di detto Pontefice agli afri-
sud dalla baia diHammamet. Sem- viali formano una specie di labe-
bra che il concilio chiamato dal rinto. La cattedrale è un bellissi-
p. Labbé de Telepta, dal p. Anto- mo monumento di architettura go-
nio de Tela, da Ferrando deZelda^ tica, incominciato nel IX secolo, e
tenutosi nel 4 '8, e nel quale i ca- terminato nel XVI ; la torre ha
noni fatti in Roma dal Papa s. duecento piedi di altezza, e con-
Sirici© , furono approvati , debba tiene un orologio che è un capo
chiamarsi de Lempta, città celtica, d'opera. Si osserva pure il paiaz-
, ,
raccolta de* concilii t. XXIII, ediz. cammino. Nel i5i i fu tenuto altro
reg. Aidrico stabilì un' esatta di- concilio in Le Mans, Gallia christ.
sciplina nel suo clero; questo il t. VI,
p. 249.
recò a fare una raccolta di cano- Questa sede vescovile fu soppres-
ni tratti dai concilii e dalle decre- sa pel concordato fatto da Pio VII
tali de'Papi, sotto il nome di Capi- colla repubblica francese nel 1802,
tolari d' Aidrico, monumento di cui onde ne fu ultimo vescovo France-
se ne compiange la perdita. Egli sco Gaspardo de Jouffroy Goussans
morì neir856. Quanto agli altri di Besangon, dichiarato vescovo da
vescovi di Le Mans potrassi con- Pio VI nel 1778. Però nel 1817
sultare la Gali, chrisl. tom. II, dal medesimo Fio VII fu ristabi-
par. I, pag. 5i2 e seg., e Claudio lito il vescovato di Le Mans pel
Roberto nella serie di questi ve- concordato conchiuso con Luigi
scovi : solo nomineremo i cardinali XVIII; laonde questo Papa nel
Teobaldo de Luxembourg del i474> concistoro de' 21 febbraio 1820
ed il suo figlio Filippo del i49^>" preconizzò in vescovo Claudio Mad-
3io LEN LEN
tlalena de la Myre-Mory di Pa- gire e vivere liberamente. Errò a
rigi,a cui Pio Vili nel 1829 die- lungo nella Germania e nei Paesi
de in successore Filippo Maria Te- Bassi, finche fissò la sua dimora
resa Guidone Canon di Renues. in Parigi, ove si famigliarizzò col-
Per sua morte il Papa che regna la Bastiglia e colle altre prigioni.
Gregorio XVI, nel concistoro de'20 Giunto all'età di ottantadue anni, pe-
gennaio i834, nominò l'attuale ve- ri miseramente sul fuoco nel genna-
di Le Mans, già superiore del se- Una edizione del Nuovo Testamen-
minario, vicario generale e capi- to in latino, con delle note stori-
tolare. La cattedrale,, antico ed am- che e critiche, 1708. 2.° Un'edi-
pio edifizio, è dedicata a Dio in zione del Rationariiim temporuni
onore di s. Giuliano, mentre anti- del p. Petavio, Parigi 1708. 3."
oratore che storico, lo somigliò a spose che : ciò che non farà la re-
Giobbe nella sofferenza, a s. Egi- ligione farà la spada j e con tale
dio nella dolcezza, al Papa s. Aga- risposta se ne tornò in Francia.
pito I nella gravità, e per l'umiltà Indi ebbe ordine di trasferirsi a
e la dottrina ai ss. xVmbrogio, Ba- Roma nel 1 586 per affari pubbli-
j
lettera di esponendo
agosto 1785, civescovo si astenne da ogni atto.
a sua Santità di essere a lui ben Allora Pio VI scrisse altra lettera
noto quanto aveva operato per al prelato, colla quale gli concesse
opporsi alla volontà di Giuseppe 1' istituzione e consecrazione del
11, alla quale finalmente trovavasi nuovo vescovo di Leoben, incul-
costretto cedere per evitare ogni candogli che procurasse che l'ere-
pregiudizio a danno alla sua chie- zione della sede vescovile si facesse
sa, e a sé medesimo. Supplicò dal Papa.
quindi il Papa a degnarsi conce- Non fu possibile di ottenere l'in-
dergli la facoltà necessaria per a- tentOj per cui avendo l'arcivesco-
ti, fu condotta in prigione, dove bene pubblico gli suscitò molti in- J
passò di questa vita mortale. Ella vidiosi che tentarono di perderlo, 1
gno, e fece loro assai forti rim- santo fu disotterrato e deposto die-
proveri. Guerino venne appiccalo tro all'altare verso il g47, e nel
ad un palo e uccìso a colpì di pie- I 1 15 fu messo in una nuova cas«
tre: la condanna poi di s. Leode- sa. È onorato ai 24 d'aprile.
gario fu diiferita, infinchè fosse LEODORICIA, Loidoricmm. Se-
stato deposto da un sinodo. Rac- de vescovile della prima Tessaglia,
colti nel palazzo alcuni vescovi neir esarcato di Macedonia, sul gol-
corrotti, Ebroino vi fece condurre fo di Zeiton, sotto la metropoli di
il santo, il quale tuttoché prote- Larissa, eretta nel IX secolo. La
stasse la sua innocenza chiamando città al presente è un villaggio
Iddio in testimonio, fu degradato, greco chiamato Litari. Fu anche
e consegnato poscia nelle mani di sede d'un vescovo latino, e Giovan-
Crodoberto conte del palazzo, che ni XXIII vi nominò vescovo Ven-
aveva ordine di farlo morire. L'em- ceslao dell'ordine de'predicatori. O-
pio comando fu eseguito nella fo- rìens christ. 988.
t. Ili, p.
resta d'Ivelina, detta oggidì di s. LEON o
'
LEONE
(Regno di),
Leodegario, nella diocesi d'Arras, Legionense Regnum, e da quelli
sui confini di quella di Cambrai, del paese chiamato Reìno de Leon.
correndo l'anno 678. Il suo corpo Grande divisione della Spagna,
fu seppellito a Sarcin nell'Artesia, che rinchiude le sei moderne pro-
per le cure della moglie del conte vincie di Leone, Palencia, Sala-
Crodoberlo, e trasferito poscia nel manca, Toro, Valladolid e Zamo-
monastero di s. Massenzio, da do- ra, alle quali qualche volta si ag-
142092 '