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del mondo

ANNO XVI - N 1

PERIODICO DELLASSOCIAZIONE CULTURALE LA RADICE - BADOLATO (CZ) - Italia PRIMO: SALUTARE

30 APRILE 2010

Spedizione in A. P. - Art. 2 comma 20/c legge 662/96 - Poste Italiane - Catanzaro

Ed eccoci al diciassettesimo anno di vita. Abbiamo camminato, e non poco, e tantissimi amici con noi. E siamo cresciuti. Ma siamo cresciuti bene!? Anche la Calabria, lItalia, il Mondo nel frattempo sono cresciuti. Ma sono cresciuti bene!? Non ci pare che ci sia da essere contenti. Cambier? Anche noi abbiamo il dovere di sperarlo, insieme ai tanti nostri lettori ai quali va il nostro abituale saluto.

L'IMMAGINE ALLA VENDEMMIA


Ecco una bella fotografia, che vogliamo porgere alla fruizione dei lettori. Una tra le tante che vengono spesso regalate a La Radice, per la pubblicazione o per la conservazione in archivio, con il nostro rammarico di non poterle pubblicare tutte. Riproduce lintera famiglia di Francesco Spasari, Cicciu e Lesi (con il fucile), che ! da Badolato si portava ogni anno al completo ahru Campsi per la vendemmia. datata 10 ottobre 1938. Alcuni di loro, tra quelli che vediamo bambini, sono ancora tra noi, gli altri sono nel mondo dei pi. Con il giovane amico professore Franco Femia, figlio di Teresa Spasari (cerchiata nella foto), che ce lha regalata, e che ringraziamo, ci siamo domandati chi pu avere scattato una foto! grafia ahru Campsi (nei pressi della centrale idroelettrica del Romito) prima del 1940. Forse mastro Ciccio Menniti (Ciurmu), che in quegli anni, oltre che fare lorologiaio, era anche Ottico e
continua a pag. 3

SOMMARIO SOMMARIO

La Radice - Anno XVI - N. 1 - 30-04-2010

01 Primo salutare (direzione) Limmagine (V. Squillacioti) 03 La poesia di casa nostra (V. Maida) Nozze doro (redazione) Nozze dargento (redazione) 04 Porta Portese (A. Barbuto) 05 Lauree (redazione) 06 Badolato 1896: la breve latitanza (N. Criniti) 07 Badolato: lo Statuto della congrega (M. Mirarchi) 08 Dove sono finiti i Siculi? (U. Nistic) 09 Luna di Badolato (S. Mongiardo) 10 Patrimonio fondiario dei Ravaschieri (G. De Loiro) 11 Aforisma (R. Talarico) 12 Sergio Romano, Rohlfs e Badolato (V. Squillacioti) 13 Gerhard Rohlfs e le guerre: esperienze (F. Mosino) 14 La baia di Soverato a rischio (A. Maida) Il pensiero (C. Alvaro) 15 Figure (A. Fiorenza) 16 Spazio scuola (M. Gervasi) 17 Il consiglio del fiscalista (G. Bove) 18 Un altro libro, un altro scrittore (V. Squillacioti) 19 Il consiglio del medico (G. Leuzzi) 20 Unopera ricca di nomi, date e (V. Squillacioti) 21 La Storia di Badolato (V. Squillacioti) 22 Testate amiche (V. Squillacioti) 25 Quasi unanagrafe (M. R. Gallelli) 26 Cronaca (M. R. Gallelli) 27 Cos ha votato Badolato (V. Squillacioti) 28 Badolato chiama, Wetzikon risponde (V. Squillacioti) 31 Deriva (V. Squillacioti) 32 Una storia locale (G. Pagano) 33 Libri ricevuti (redazione) 34 Operazione Fontane (V. Squillacioti) 36 A manna do fan (V. Squillacioti) 37 I mpetrti (V. Squillacioti) 38 Il cinque per mille (direzione) 39 Biblioteca Comunale (V. Squillacioti) 42 Musica scolastica (V. Squillacioti) La nota (V. Squillacioti) 43 Disposizioni testamentarie (V. Squillacioti) Serenata (T. Gallelli) 44 Avvenne a Badolato (V. Squillacioti) 46 La lingua (V. Squillacioti - A. Rosa) 47 Riflessione linguistica (G. Durante) Diamo i numeri (redazione) 48 Lettere (direzione) 50 Contributi (direzione) 51 Prvaci (P. Menniti) Usi e costumi (T. Gallelli) Lo sapevi che (redazione) 52 Enigmistica (T. Gallelli) Proverbi (T. Gallelli - C. Sorgiovanni)

LA RADICE Periodico trimestrale dellAssociazione culturale La Radice BADOLATO Anno XVI - n 1 (30.4.2010) Registrazione Tribunale di Catanzaro N 38 del 12.04.1995 *** Direttore responsabile Vincenzo Squillacioti *** Hanno collaborato: Antonio Barbuto Giovanni Bove Gori Campese Nicola Criniti Giulio De Loiro Giovanna Durante Mario Ruggero Gallelli Tota Gallelli Marina Gervasi Giacomo Leuzzi Angela Maida Patrizio Menniti Marziale Mirarchi Salvatore Mongiardo Franco Mosino Franco Mui Ulderico Nistic Gerardo Pagano Antonio Rosa Clara Sorgiovanni Michele Varipapa *** LA RADICE Casella postale n 4 88060 BADOLATO MARINA (CZ) - Italia Web: www.laradice.it E-mail: info@laradice.it c.c.p. 16388886 Spedizione in abbonamento postale Art. 2 comma 20/c legge 662/96 Poste Italiane - Filiale di Catanzaro Addetto alla spedizione: Vincenzo Martello
Stampa:

Viale Cassiodoro, 29- tel. 0967.70297 88060 Davoli Marina (CZ)

Stampato in 1.800 copie

LA POESIA DI CASA NOSTRA

La Radice - Anno XVI - N. 1 - 30-04-2010

(Tra le tante poesie, -oltre cento- rimaste necessariamente fuori dalla raccolta Spine e Spighe, pubblicata postuma nel 2005, del poeta Vito Maida, ne riproponiamo qui una, perch i lettori, attraverso questi pochi caldi versi, ricordino ancora lamico Vito e la sua poetica di memoria e di sofferenza.)

TUTTI AVEVAMO UNA VOCE


Noi dovunque a correre gi scalzi, le ragazze a parlare sulla porta, i vecchi nel cerchio delle loro storie: cominciava lestate del 50 e tutti avevamo una voce nel paese perduto nella notte con le lucciole accese alla fontana e le brocche schierate alle finestre.
Vito Maida (1946 - 2004)

NOZZE DORO
Il 30 aprile 2010 hanno festeggiato il

50
anniversario di matrimonio PIETRO PIROSO e VITTORIA SQUILLACIOTI * * * Il 30 aprile 2010 hanno festeggiato il

50
anniversario di matrimonio VINCENZO MESSINEO e SAVERIA OLIVETI (Felicitazioni e auguri da La Radice)

NOZZE DARGENTO
Il 15 settembre 2009 hanno festeggiato il

25
anniversario di matrimonio RICCARDO CANNIZZARO e MARIANNA CRINITI (Felicitazioni e auguri da La Radice)
Segue da pag. 1

Fotografo. O, pi probabilmente, Vincenzo Rudi, detto Vicenzzzu, padre, per intenderci, del bravo fotografo scomparso amico Giocondo Rudi, Egli andava e veniva dagli Stati Uniti dAmerica, e -ci risulta- amava portare con s una bella macchina fotografica. Solo ipotesi, ovviamente: lieti di esaminarne altre, se ci vengono partecipate.
Vincenzo Squillacioti

P O R TA P O R T E S E

La Radice - Anno XVI - N. 1 - 30-04-2010

IN MARGINE A LUNGA NOTTE DI MEDEA


di Corrado Alvaro
Mi piace confessare candidamente che la rubrichetta inventata per La Radice mi procura spesso qualche lusinghiero riconoscimento da parte di lettori sconosciuti. Questo soddisfa ampiamente la mia vanit anche perch da quando ho lasciato linsegnamento universitario, con largo anticipo rispetto ai termini legislativi canonici, ho deliberato di esercitare una minima pratica critica solo per la rivista diretta meritoriamente dal prof. Vincenzo Squillacioti. E, al contempo, pu accadere che mi regali alcune conoscenze altrimenti impossibili per via della vita che ho scelto di vivere lontano dai rumori del mondo -quello dellaccademia e della letteratura militante- che ho frequentato per mezzo secolo. Lultima felice occasione lincontro con Giancarlo Cauteruccio, regista teatrale di origine calabrese ma fiorentino ormai a tutti gli effetti, che mi telefona per aver letto il mio articolo su Mastru Brunu pubblicato qualche anno fa. Cauteruccio venuto recentemente a Roma e, insieme allamico storico catanzarese Piero Bevilacqua, ci siamo trovati a colazione al ristorante Pommidoro, nel quartiere di San Lorenzo, dove loste mi ha salutato cerimoniosamente perch si ricordava delle periodiche cene con le mie allieve di Storia della critica letteraria. Nel piacevole conversare, Cauteruccio mi ha informato che dal 6 al 16 aprile , al Teatro India di Lungotevere Gassman, presenter Lunga notte di Medea, tragedia in due tempi di Corrado Alvaro. Questo intreccio di circostanze ha il suo epilogo nel fatto che il testo teatrale di Alvaro stata la prima opera dello scrittore calabrese che ho letto in un numero di Sipario allaltezza dei primi anni Cinquanta. Poi ho letto quasi tutto Alvaro, e il mio primo articolo di critica letteraria, quando ancora ero studente allUniversit di Urbino, sintitola Corrado Alvaro: ebbe il coraggio della serie (in Sentiero calabro, 16 aprile 1961). A collegarli questi episodi, a distanza di decenni, provocano giustificati sussulti. Siccome andr a vedere il trattamento dellamico regista, ho riletto la tragedia alvariana nel volume che nel 1999 ha inaugurato la splendida collana Variazioni sul mito, a cura di Maria Grazia Ciani, delleditore Marsilio di Venezia, dedicato a Medea che comprende, oltre al testo di Alvaro, quelli di Euripide, Seneca e Grillparzer. E ho ripreso per puro e utile diletto, il volume Medea nella letteratura e nellarte, edito dallo stesso Marsilio, curato da Bruno Gentili e Franca Perusino. Di Gentili, che fu mio professore di Letteratura greca allUniversit di Urbino e Preside della Facolt nei miei anni di insegnamento allAteneo montefeltresco, ho riletto la sua bellissima traduzione della Medea di Seneca. Per attrezzarmi adeguatamente a intendere la messa in scena a cui assister. Senza ripercorrere dettagliatamente la storia di Medea, dedico queste considerazioni, a margine, ai lettori della nostra rivista. Quello della principessa della Colchide , tra i miti antichi, uno dei pi cupi e sconvolgenti. Brevemente: Medea per amore di Giasone tradisce il padre, uccide il fratello, abbandona la patria. Ma il fatto che caratterizza il personaggio della tragedia di Euripide, e degli altri autori che lo hanno trattato, che Medea uccide i propri figli per vendicarsi di essere stata abbandonata dal marito di cui fu sempre e per sempre innamorata. Per Euripide Medea personaggio ambiguo, mentre per Seneca la maga straniera malefica; ma nella rielaborazione moderna di Grillparzer Medea vittima delle circostanze avverse e del destino; Alvaro vede in Medea la figura della straniera ed esule, esclusa e respinta dalla comunit che la ospita e quindi riconoscimento di cause e ragioni esterne inevitabili e determinanti: Sai tu che cosa sia il mondo per chi senza patria? Occorre ricordare che Alvaro ha scritto Lunga notte di Medea nellimmediato dopoguerra, come se non bastasse la sua origine di meridionale povero e scrittore e la infinita storia di emigrazione vissuta da milioni di nostri conterranei. E senza essere necessariamente suggestionati dalle tragiche vicende recenti (ma com possibile?) non vha dubbio che la variante di Alvaro

LAUREE
Il 17 luglio 2009 allIstituto Superiore di Osteopatia di Milano ha conseguito la laurea di OSTEOPATA FELISIANO VILLANI (di Matteo e di Rosa Priolo) * * * Il 23 ottobre 2009 allUniversit Bicocca di Milano si laureato in PSICOLOGIA DELLA COMUNICAZIONE MARIO LENTINI (di Antonio e di Ada Brancia)

La Radice - Anno XVI - N. 1 - 30-04-2010

Il 10 dicembre 2009 allUniversit Bicocca di Milano ha conseguito la laurea specialistica in INFORMATICA MARZIALE COMITO (di Vincenzo e di Maria Repice) * * * Il 20 aprile 2010 allUniversit di Cosenza ha conseguito la laurea specialistica in INGEGNERIA INFORMATICA ALESSIO GALLACE (di Luciano e di Maria Lentini)

(Ai neolaureati le felicitazioni e gli auguri de La Radice)


assai toccante e di una contemporaneit stupefacente. Il nostro scrittore rilegge il mito come paradigma identitario di una societ insicura e senza punti fermi di riferimento rassicuranti. Non a caso il fondale su cui si svolge la tragedia la paura: Nutrice, spuntata la luna [] Che vuole in questa casa la celeste vagabonda. Ma che succede stasera [] Non sollevare il velo delle cose lontane e ignote. Da qui discende la particolare connotazione dei dialoghi che sono nella loro sostanza fondamentale voci traumatizzate: Tu non puoi essere altro che Medea. La misteriosa straniera e ancora: E sai chi sono i peggiori persecutori degli esuli? Quelli che si fecero un vanto di proteggerli. Si rifletta, per esempio, sul fatto che Medea per ben tre volte dice a Giasone sta tranquillo e persino la libidine del potere in Giasone ampiamente generata e sostenuta dalla insicurezza: La potenza come il male. Compiuto il primo atto, altri devono seguire [] E Giasone costretto a piegarsi alla miserabile politica. Tutto si compendia nel dato di fondo, esplicitamente dichiarato, della paura dello straniero: Sai tu che cosa sia il mondo per chi senza patria?. Anche se persiste la fama di Medea come maga e strega, tuttavia si pu riconoscere che la condizione esistenziale quella di vittima non innocente dopo tutto perch Medea, nel testo alvariano, non uccide i propri figli solo per vendetta, ma anche e soprattutto per sottrarli al linciaggio della folla inferocita. Certo che limmagine della madre assassina un coup de thatre di grande effetto (oggi, ahinoi, pressoch cronaca quotidiana!). Ma lestremo sacrificio rester impunito: Sazio il destino [] E dovremo vivere ancora. Toccher ancora vivere. Solo gli Dei sanno chi per primo ha fatto il male Forse non troppo azzardato riconoscere che in Alvaro Medea perde lalone terrificante antico e diventa completamente umana: , alla fine delle fini, una donna straniera abbandonata dal proprio marito, di cui resta innamorata -i colloqui tra i due sono la testimonianza inconfutabile- e quindi irrimediabilmente esposta a subire lannientamento sociale, perch Ora sai che la vita la ricchezza adoperata come forza: La potenza come giustizia [] Vi sar sempre denaro per compensare chi canta le lodi del vincitore. Non vado pi avanti. Sono le 16,45 del 10 marzo del 2010. La citazione appena riportata fu scritta nel 1949. Ma proprio in queste ore al Senato della Repubblica italiana si sta procedendo per praticare la potenza come giustizia.
Antonio Barbuto

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BADOLATO 1896: LA BREVE LATITANZA RELIGIOSA DI UN MALAVITOSO


Il Cronaca di Calabria fu probabilmente il giornale calabrese pi importante in epoca prerepubblicana. Fondato a Cosenza da Luigi Caputo, grazie a corrispondenze da ogni parte della regione, esso avrebbe fornito ai calabresi notizie di politica, cultura e cronaca in maniera ininterrotta dal 1895 al 1935. Molte notizie arrivavano dai capoluoghi di Mandamento (la legge divideva lallora Regno dItalia in Province, Circondari e appunto Mandamenti) ed uno di questi era il municipio di Badolato, da cui giungevano corrispondenze sia politiche (la Provincia si divideva in collegi elettorali equivalenti ai Mandamenti) sia di cronaca nera, come quella che ci accingiamo a riportare. In data 12 settembre 1896, il n. 32 anno II del giornale di Caputo segnalava che la sera del 18 agosto si era consumato a Badolato un omicidio: Spasari Domenico, un bovaro di selvaggi costumi, avuto diverbio per futili motivi di giuoco nella bettola condotta da Galletti [era certamente Gallelli, ndr] Vincenzo, attese che questi rincasasse, lo aggred ed infertogli due coltellate lo rese cadavere. Il truce episodio - secondo lanonimo articolista (che per la verit si firmava tic tac) - attivava larma dei RR. Carabinieri che, pur tentata a distrarsi, da gratuite spie adoperatesi per sviare le indagini, trov nel vicebrigadiere Callisto Manunta un elemento di rara sagacia. Dove poteva essere fuggito lomicida? Il buon Manunta fece il finto tonto con chi cercava di depistarlo e, avendo naso di provetto ufficiale di polizia giudiziaria, ghign aglingenui e diede ragione ai suoi sospetti. La soluzione stava in un terzo soggetto, tale Vincenzo Parretta, che pareva avere dimestichezzada compare [] per taluni fatterelli andati con il ricercato Spasari. Il vicebrigadiere Manunta sapeva del buon rapporto tra i due e pens che Spasari avesse chiesto aiuto a Parretta per la latitanza. Intuizione corretta: non erano passate neanche 24 ore dal delitto che Spasari, da che pareva essersi dato irrimediabilmente alla macchia, veniva assicurato alla giustizia. Che aveva fatto, allora, il vicebrigadiere Manunta? Semplicemente, con laiuto del militare Costantino Lazzaroni, era andato a prelevare lassassino nel suo rifugio: una chiesa. Il Parretta che la fa da scaccino nella chiesa di S. Caterina, volle ospitare in un nascondiglio attiguo al campanile il memore Spasari, ma a Santa Caterina non poteva certo far piacere il rifugio in casa sua di un malfattore ed illumin il Manunta in modo che egli, senza troppa fatica [] scov dal recondito nido il bifolco e, ghermitolo pel bavero, lo men al fresco, destando la pubblica sorpresa. Un successo della legalit con aiuto celeste, diceva ironico il cronista, contro quella che per, gi in quel 1896, gli pareva manifestarsi come la nota malerba, la quale, maledettamente, intristisce qui ancora minacciando, anzi, di diventare pi rigogliosa.
Nicola Criniti Tutti coloro che lavorano per la realizzazione di questo periodico, a tutti i livelli, prestano la loro opera spontaneamente o su invito, e a titolo gratuito. La direzione ha anche il compito della selezione degli articoli non propri, delle notizie e delle lettere da pubblicare, in tutto o in parte. Quanto pubblicato nellinsieme accettato, ma non per questo sicuramente e pienamente condiviso dalla direzione; pertanto impegna nello specifico direttamente lAutore che se ne assume la responsabilit. Di tutto quanto non firmato direttamente responsabile la direzione.

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APPROVATO CON REGIO ASSENSO DEL 6 MAGGIO 1789 IL NUOVO STATUTO DELLA RIVITALIZZATA CONGREGA DELLIMMACOLATA DI BADOLATO
Soppressa al pari di altri Luoghi Pii su disposizioni emanate dal re Ferdinando IV di Napoli in occasione della catastrofe sismica del 1783, la congregazione dellImmacolata - esistente in Badolato almeno fin dal 18 maggio 1713 (1) - si attivata per ottenere il placet per poter positivamente continuare a contribuire al publico vantaggio della Sua Padria. L1 gennaio 1789 si sono presentati dal notaio Rosario Gallello del luogo (per far redigere, in forma di atto pubblico, il memoriale da inoltrare al Re tramite il procuratore Domenico Carnevale e per predisporre le regole e capitulazioni dellassociazione): 1) Diego Maria Paparo, olim rettore, 2) Giuseppe Paparo, olim primo assistente, 3) Giuseppe Mennite, olim secondo assistente, e i fratelli 4) Pasquale Mennite, 5) Vincenzo Sgr, 6) notaio Rosario Gallello, 7) Antonio Mannelli, 8) Lorenzo Mennite, 9) Nicola Mennite, 10) Antonio Piroso, 11) Michele Gallello del Giotto, 12) Vincenzo Gallello del Giotto, 13) Gaetano Gallello, 14) Nicola Gallello, 15) Gregorio Gallello, 16) Tommaso Piperissa, 17) Vincenzo Mennite, 18) Bruno Campagna, 19) Nicola Piperissa, 20) Nicola Gallello, 21) Raffaele Menniti, 22) Vincenzo Argiro, 23) Giuseppe Bressi, 24) Giuseppe Spagnolo, 25) Nicola Nilio, 26) Pasquale Pironace, 27) Domenico Paparo, 28) Alessandro Paparo, 29) Giovanni Battista Gallello, 30) Tommaso Gallello, 31) Davide Mannello, 32) Felice Menniti e 33) Giuseppe Sgr. Il Cappellano Maggiore il 16 marzo 1789 ha espresso parere favorevole allaccoglimento della richiesta dei badolatesi che, il 6 maggio dello stesso anno, ha incassato il regio assenso. Per la definitiva approvazione, lincartamento stato, il 14 novembre 1789, trasmesso alla Giunta di Corrispondenza della Cassa Sacra dal Supremo Consiglio delle Finanze (2).
Marziale Mirarchi

(1) Le confraternite religiose in Calabria e nel Mezzogiorno, a cura di M. Mariotti, V. Teti e A. Tripodi - edizioni Mapograf, Vibo Val., 2002 - vol. 1, pag. 319. (2) Archivio di Stato di Napoli - Giunta di Corrispondenza di Cassa Sacra / Processi -busta 13, fascicolo 203.

MEMORIALE Il Priore, Ufficiali e Fratelli della reverenda congregazione sotto il titulo della Immacolata Concettione della Terra di Badolato in Provincia di Calabria Ultra supplicando espongono a V.M. qualmente per il buon governo di detta congregazione hanno i supplicanti formate alcune regole le quali aver non possono la loro sussistenza senza il vostro Real Assenso; perci ne ricorrano dalla Real Clemenza di V.M. ed umilmente la supplicano degnarsi accordare il suddetto Regio Assenso e lavranno a grazia, ut Deus.
(Nel ringraziare lamico Marziale Mirarchi anche per la puntualizzazione delle preziose fonti storiche, siamo costretti, per motivi di spazio, a rimandare al prossimo numero la stampa delle regole e capitulazioni, peraltro gi acquisite. - ndd)

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DOVE SONO FINITI I SICULI?


Tra i popoli non greci della Calabria antica, ricordati a tratti da autori classici - Ausoni, Enotri, Choni, Morgeti, Iapigi, Lucani, Bruzi - hanno un posto anche i misteriosi Siculi. Di loro dice Tucidide che, cacciati dallItalia ad opera degli Osci (Opici), passarono nellisola che da loro prese nome. Dionigi di Alicarnasso precisa che prima di loro giunsero in Sicilia gli Elimi, cinque anni dopo i Siculi, guidati da un re eponimo, Siculo. Ancora a Tucidide dobbiamo la notizia che nel V secolo delle trib sicule agivano come entit politica: alla met del secolo un re chiamato Ducezio fond un suo Stato, combattendo contro Siracusa e altre citt greche. Entit politiche sicule, dice Diodoro, operavano ai tempi di Dionisio il Vecchio. Lo stesso Italo, ancora secondo Tucidide, era un siculo, e diede vita ad un suo Stato nellattuale Calabria Centrale; ma Aristotele e Dionigi di Alicarnasso lo dicono enotrio. Italo, come sappiamo, potrebbe essere eponimo di un popolo dei (v)ituli, i vitelli; come delle (v)ites, le viti e del vino, in greco oinos, donde gli Enotri. Polibio narra che i Locresi, fondando la loro citt, trovarono intorno a loro dei Siculi, con i quali prima strinsero un accordo (pace finch calpesteremo questa terra e finch porteremo queste teste), poi lo violarono giocando sofisticamente su terra e terriccio, su teste e teste daglio! Sofisti, questi Greci! Lo storico ateniese ribadisce che genti sicule si trovavano ai suoi tempi, V secolo, nei monti della nostra regione. Ce n abbastanza da poter essere certi che i Siculi furono tra noi, e cerano anche in epoca storica. A loro potremmo forse attribuire le tracce protostoriche di Cardinale, Isca, Girifalco; e, se non sono solo naturali, i megaliti di Nardodipace di recente scoperti e subito dopo dimenticati o finiti nel ridicolo ad opera di fantasiosi buccinatori di storie alla da qui part Ulisse! I Sikeli dei Greci, Siculi in latino, erano un popolo indoeuropeo, e venivano dalle Alpi. Nel loro scendere verso mezzogiorno, lasciarono qua e l delle tracce, che possono essere seguite attraverso il toponimo dalla radice alb e varianti. Le stesse Alpi, secondo Strabone, furono anticamente chiamate Albies. E potremmo azzardare che anche il fiume Elba, lisola dElba, e Albione... Alle foci del Tevere la capitale del piccolo popolo dei Latini si chiamava Alba Longa; e, secondo Plinio il Vecchio, Albula era lantico nome dello stesso Tevere. Da pur poche testimonianze, si deduce potersi individuare un gruppo linguistico latino - falisco - siculo. Il nome di Ducezio, se non altro, molto significativo: dux. Varrone, nel De lingua latina attesta esplicitamente la parentela tra latino e siculo. Se crediamo che alb abbia in siculo un significato simile al latino albus, allora potremmo ipotizzare che lo stesso toponimo Aspromonte, se deriva non da asper latino, ma da aspros greco, tradurrebbe un Monte bianco, o Monte dei Siculi. Secondo don Giovanni Gnolfo, sono sicule le grotte funerarie che si ammirano in localit San Nicola di Soverato, e che sono simili ad esempi siciliani quali quelli di Pantelica. I Siculi praticavano lincinerazione, un rito indoeuropeo e che troviamo sia presso i Greci pi antichi sia presso alcune nobili famiglie romane in et storica. Cosa resta dei Siculi? In et storica, non si parla che di Greci, e, dopo il V secolo, di genti italiche come i Lucani e i Bruzi; e poi dei Romani, che diffondono la lingua latina. Ma alcune singolarit degli Elleni italioti, soprattutto nella religione, inducono a pensare che gli antichissimi popoli non siano svaniti senza prima lasciare unimpronta di s. Le citt greche onoravano, infatti, i culti delle divinit poliadi, culti ufficiali al di l di ogni problematica teologica; ma appare assai pi sentita la pratica dei misteri, attestati dalle laminette auree poste sul corpo dei defunti affinch si orientassero nellAldil fino al lago di Mnemosine, dove avrebbero trovato la pace; altrimenti erano attesi da reincarnazione. E chi ignora che la falena detta animula in dialetto, animella finita in un insetto, e, cristianamente, immaginata venire dal Purgatorio? Il culto della dea della vita e della morte, dunque del ciclo eterno del nascere e del morire, Persefone, era saldissimo in Locri. Dai morti, o Cebete, rinascono le cose vive e i vivi dice Platone, di cui sono ben note le frequentazioni delle citt greche dItalia.

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LUNA DI BADOLATO
Scrivo questo racconto come cartolina di auguri e lo dedico particolarmente agli Amici del Sissizio, che dal 1995 in poi mi hanno fatto compagnia in questa bella avventura. Quando, nel sissizio dellagosto 2009, il professor Vincenzo Squillacioti arrivato madido di sudore con il ! Bue di Pane, la signora Franca Carnuccio esclam: A vaccarhra e pana! La vacchetta di pane! Scoprimmo cos che a Badolato, con la prima infornata di pane fatto col grano nuovo, le donne facevano una vacchetta di pane che davano ai bimbi. Questa scoperta ci riporta indietro di venticinque secoli allofferta del Bue di Pane fatta da Pitagora, uso sopravvissuto miracolosamente a Badolato fin quando noi labbiamo ripreso. Riflettendo a come la vita mi aveva portato in quel di Badolato, mi sono ricordato di questa storia che mio padre raccontava. Era il 1922 e mio nonno Salvatore il fabbro mor. Erano nove persone, sua madre, mio padre, il pi grande, e altri sette figli. Mio nonno era morto per la polmonite contratta nella prima guerra mondiale sul Monte Grappa, non aveva voluto andare allospedale di Catanzaro per farsi riconoscere la malattia, cos la famiglia rimase senza pensione e mio padre dovette imparare in fretta il mestiere di fabbro. Un giorno arriv un uomo che gli chiese una grata di ferro per la finestra. Mio padre non la sapeva fare perch la grata ha il segreto, che consiste nel rendere impossibile sfilare una o due delle sbarre di ferro. Le sbarre non si possono sfilare n da sopra n da sotto n da destra n da sinistra. Mio padre pens di rivolgersi a uno che conosceva il segreto, mastro Pietro, intagliatore e fine falegname, ma figlio di un fabbro che gli aveva tramandato il segreto. Mastro Pietro per giudic che mio padre era troppo giovane, quattordici anni appena, e gli disse che glielo avrebbe spiegato quando sarebbe cresciuto. Mio padre, mastro Vincenzino, come cominciavano a chiamarlo i clienti, si vedeva costretto a dire alluomo di rivolgersi a un altro fabbro: faceva brutta figura e perdeva il cliente. Con questi pensieri in testa si avvi a piedi assieme agli altri musicanti per il viottolo da SantAndrea a Badolato, dove dovevano suonare per una festa. A Badolato i bandisti passarono la notte alloggiati dalle famiglie; a mio padre tocc una famiglia numerosa dove cerano ventisei letti e gli fu dato un letto nel mezzanino che aveva una finestra con la grata. Stanco del viaggio prese subito sonno, ma nel cuor della notte si svegli, guard alla finestra e vide la luna, si proprio la luna al centro della grata. Not cos che ogni sbarra di ferro aveva i fori che per met erano maschi e per laltra met femmine. Cio ogni sbarra era trapassata da unaltra che era trapassata da unaltra ancora incrociandola. Cera un riquadro tra le sbarre, quello del segreto, che permetteva di assemblare le sbarre solo verso il centro. Mio padre non chiuse pi occhio perch non vedeva lora di tornare a SantAndrea. Appena arrivato, scald le sbarre di ferro, le buc, un la grata e la port a mastro Pietro che la guard stupito e gli chiese: Mi devi dire chi ti ha svelato il segreto! Mio padre gli disse: La luna di Badolato!
Salvatore Mongiardo

Buon Natale e Felice 2010!


(Laugurio dellamico Mongiardo ancora valido, anche perch il 2010 uno degli anni pi lunghi della storia dItalia. Questa bella pagina di storia nostrana non labbiamo pubblicata nel n 3/2009 perch non avevamo pi spazio: siamo arrivati a 56 pagine! Lo facciamo adesso, anche se il racconto gi apparso in altre testate, peraltro amiche: la sua freschezza intatta. ndd)

Non sono idee greche, come mostra la loro assenza dai poemi omerici; ma i Greci le presero dai popoli cui si sovrapposero, e in qualche modo sono arrivate fino a noi. Anche il dio Bacco o Diniso non omerico; e di lui dice Sofocle che regna sullItalia, dove vivono gli Enotri, il popolo del vino, congiunti dei Siculi, se non sono essi stessi siculi. Tra le nostre antichissime radici annoveriamo dunque anche i Siculi, non del tutto scomparsi e in qualche modo tra noi, o in noi. Ulderico Nistic

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PATRIMONIO FONDIARIO DEI RAVASCHIERI NEL TERRITORIO DI SATRIANO


La Relazione sulla separazione dei beni burgensatici dai corpi feudali della famiglia Ravaschieri, presentata, il 25 aprile del 1792, dal Prorazionale Antonio Ricciardi al Cavaliere don Agostino Cordillo, Consultore del Regno di Sicilia e Presidente della Regia Camera Sommaria, costituisce, assieme al Catasto Onciario, il documento fondamentale per la ricostruzione della situazione fondiaria di Satriano nel 1700. Si tratta di un documento autentico, che si conserva presso lArchivio di Stato di Napoli, e di cui mi sono procurato una copia cartacea. un grosso tomo il cui esame mi ha consentito di avere la mappa particolareggiata delle propriet di Casa Ravaschieri nel territorio di Satriano. Le pagine di tale relazione offrono, infatti, un quadro completo delle risorse economiche e finanziarie che vengono al Principe Filippo dal Feudo di Satriano, che qui ovviamente saranno presentate per breve sintesi. Lestensione complessiva dei Corpi Burgensatici della Casa Ravaschieri, riferiti ai territori, di 385 tomolate. E visto che una tomolata corrisponde a mq 3.364, le propriet terriere del Principe nella sola terra di Satriano hanno una superficie di 145 ettari. A questa propriet occorre aggiungere altri cinque appezzamenti, riportati nella succitata Relazione come Corpi dubj, ma che vanno considerati pur essi burgensatici, in forza degli Istrumenti di acquisto esibiti da Filippo Ravaschieri. Tali fondi sono: - Laganusa di sotto di 4 tomolate; - Petrusa di 7 tomolate e 2 stuppellate (1/8 di tomolata); - Melli o Casa Pellegrina di 6 tomolate; - Iaconella di 4 tomolate. Ultimo appezzamento riportato tra i corpi dubj la Montagna di Satriano, di cui non viene precisata lestensione in tomolate, ma che viene indicata con un generico Montagna di vasto tenimento, proprio perch, vista limmensa superficie, allepoca non era misurabile. Essa, infatti, fu ceduta al Principe D. Ettore Ravaschieri dallUniversit di Satriano mediante lIstrumento stipulato dal Notaio Giovanni Battista Giordano il 17 ottobre del 1628. Nel rogito il bene viene indicato come vasta foresta di castagne, il cui frutto garantiva una rendita annuale allUniversit di 250-300 docati. La cessione scaturiva da un debito che detta Universit aveva nei confronti del Feudatario di ducati 6.000, per spese baronali, che lUniversit non era in grado di soddisfare. E trattandosi di una propriet pubblica di grande estensione, stato necessario lAssenso Regio, che viene regolarmente spedito dal Collaterale di Corte l01 febbraio del 1629. Da quanto emerge dalla Relazione del Prorazionale, ad acquistare gran parte dei Corpi Burgensatici di Casa Ravaschieri don Ettore Ravaschieri, Principe di Satriano dal 1621 al 1658. Prima dellarrivo dei Ravaschieri, la baronia di Satriano era un vecchio dominio del Conte di Catanzaro, che vende il feudo allammiraglio Giacomo di Marzano, che a sua volta cede il privilegio feudale della terra di Satriano alla famiglia Borgia, gi titolare del Principato di Squillace. I Ravaschieri, gi titolari di altri feudi in Calabria, arrivano nel nostro circondario nel 1596, allorquando don Giovanni Battista Ravaschieri compra la baronia di Badolato, con i Casali di Isca e S. Andrea, per 76.000 ducati. Successivamente, il 1609, un altro Ravaschieri, don Pietro Francesco, fratello di Giovanni Battista, mette le mani sulla Baronia di Satriano, acquistandola, tramite Francesco Brancaccio, suo amico e prestanome, da Donna Anna Borgia, Principessa di Squillace, per il prezzo di 85.000 ducati. Per tale acquisto , che comprendeva oltre alla Baronia di Satriano anche i casali di Davoli e San Soste, ovviamente il Brancaccio fa subito atto di rinuncia e la Baronia passa per volont di

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D. Pietro Francesco Ravaschieri cum integro eius statu direttamente a don Ettore Ravaschieri, nipote di don Pietro Francesco, passaggio sul quale l08 ottobre del 1610 fu impartito il Regio Assenso in Privilegium. Dieci anni dopo, il 10 maggio del 1621, con decreto di Re Filippo IV, ad Ettore Ravaschieri viene conferito il titolo di Principe di Satriano, titolo questo che consente al discendente di questa nobile famiglia genovese di sedere nel Consiglio Collaterale di Corte, lorganismo istituzionale che determina le scelte politiche del Regno di Napoli, dal 1621 fino al 1658, lanno della sua morte. A tal punto, investito di tale importante privilegio, don Ettore Ravaschieri, ai beni e ai corpi legati al Feudo unisce tutta una serie di Corpi Burgensatici, impegnandosi in una vera campagna di acquisti in tutto il territorio di Satriano. Sono ben 59 gli istrumenti di acquisto che portano la firma del primo Principe di Satriano e fra questi la maggior parte sono riferiti ad acquisti perfezionati in soddisfazione di crediti vantati sui signorotti locali. Giusto per entrare nel merito di tale politica di espansione, relativa solo ai territori vicini al mare, per il possesso del territorio denominato Ziccana e successivamente Ravaschiera don Ettore Ravaschieri completa loperazione di acquisto di unarea di 165 tomolate attraverso 13 istrumenti notarili. Quantificare, poi, con esattezza il costo complessivo di tutte le propriet acquistate da don Ettore , invece, un compito un po arduo, in considerazione del fatto che talvolta, specie per i numerosi acquisti avvenuti in soddisfazione di crediti vantati dal Principe e per qualche permuta operata, quasi sempre non viene specificato il valore del bene acquisito. Pur tuttavia, sulla base, dei dati disponibili ritenuti sicuri, don Ettore Ravaschieri in trenta e pi anni, per mettere su una interessante continenza di territori, sborsa una cifra che si aggira a pi di 10.000 ducati, che allepoca era una somma notevole, che corrispondeva, giusto per darne unidea, a cinque volte il denaro occorrente ogni anno allUniversit di Satriano per affrontare tutte le spese per i bisogni dellintera comunit satrianese, che superava allora le 2000 unit. Ovviamente per far fronte a tanto dispendio, don Ettore attinge a man bassa allimponente fondo delle entrate assicurato al feudo di Satriano dai numerosi censi ed imposte giurisdizionali dovuti al Principe in forza dei diritti feudali, quali la Dogana, lo Scannaggio, la Portolania, la Bagliva, la Catapania, lErbaggio e le varie esazioni fiscali sulla stessa Universit di Satriano. A tutte queste entrate, legate al privilegium feudale del Principe, vanno poi aggiunte le rendite dei corpi burgensatici, che sono abbastanza consistenti, in considerazione del fatto che le sue propriet vengono sfruttate al massimo, e che la produzione di grano, sete, olio, vino, castagne e fichi viene tutta immessa nella rete commerciale dei mercati del Regno di Napoli e della Liguria, terra di origine della famiglia Ravaschieri. Non va, infatti, dimenticato che i Ravaschieri sono essenzialmente banchieri e commercianti, e che, perci, anche quando ricevono dal Re di Napoli delle investiture feudali, non smettono le attivit che consentono loro di far crescere il patrimonio familiare, convinti come sono che alle loro risorse finanziarie resta legato anche il peso politico di cui godono presso la Corte Borbonica. Sar questa la strategia vincente di questa famiglia, una strategia che le consentir di sedere per due secoli nel Consiglio Collaterale del Re, condizionandone talvolta importanti scelte politiche.
Giulio De Loiro

AFORISMA
Carruggi genovesi: i fiordi dellanima.
Raffaele Talarico

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SERGIO ROMANO, ROHLFS E BADOLATO.


Sera di domenica 24 gennaio u. s. ci sono pervenute due telefonate, da Cologno Monzese e da Reggio Calabria, ed altre nei giorni immediatamente successivi: erano di amici che ci comunicavano di aver letto di Badolato a pagina 31 del Corriere della Sera del 24 gennaio, appunto. Procurataci una copia di quel giorno dellimportante quotidiano, vi abbiamo letto la risposta di Sergio Romano a una Signora di Reggio Calabria che lamentava la mancanza di un qualche riconoscimento per il 95enne suo padre, Signor Giuseppe La Face, che aveva pubblicato una prima e una seconda edizione di un dizionario reggino che prosegue lopera di uno studioso tedesco. Lo scritto del noto uomo di cultura ci gratifica cos tanto da voler condividere con i nostri lettori la soddisfazione provata, pubblicandolo qui di seguito, avendone chiesto ed ottenuto, nella forma dovuta, la necessaria autorizzazione dallAutore, al quale abbiamo pure spedito alcuni numeri di questo periodico in cui pi incisivamente si tratta di Gerhard Rohlfs. Per apprezzare il lavoro di suo padre occorrerebbe la conoscenza approfondita di una materia in cui sono soltanto orecchiante. Ma ho avuto la fortuna di passare una intera serata con lo studioso tedesco citato nella sua lettera e mi parso che il miglior modo per onorare lopera di Giuseppe La Face sia quello di ricordare contemporaneamente luomo che ha maggiormente contribuito alla conoscenza dei dialetti dellItalia del sud. Con particolare riferimento a quelli della Calabria meridionale, della Basilicata e del Salento. Si chiama Gerhard Rohlfs, nato a Berlino nel 1892 ed morto a Monaco nel 1986. Lincontro avvenne nella casa del console generale dItalia a Monaco nel 1980 o 81, quando Rohlfs era ormai vicino ai novantanni. Fu una serata italo-tedesca, ma in modo alquanto diverso da quello degli incontri politici e diplomatici. Il console generale era Luciano Koch, nipote di Gaetano, larchitetto che disegn alla fine dellOttocento il palazzo romano della Banca dItalia, e lontano discendente di Joseph Anton, un pittore tirolese che arriv a Roma nel 1794.. Il principale ospite tedesco della serata in casa Koch fu Rohlfs. Ma era per molti aspetti un tedesco anomalo. Si era specializzato in lingue romanze e aveva scoperto, durante uno dei suoi viaggi nellItalia meridionale, il grico o grecanico: un dialetto di origine greca parlato in alcune piccole enclave della Calabria e della Puglia. Quella scoperta accese una fiamma che dur per tutta la vita. Impar il grico, ne studi la struttura, lo confront con il greco antico e il greco moderno, ed estese larea delle sue ricerche ad altri dialetti, soprattutto calabresi e pugliesi. Il risultato di questo lavoro furono, tra laltro, due vocabolari, di cui uno dedicato alle tre Calabrie e laltro al Salento. Ma scrisse anche un Vocabolario etimologico della grecit meridionale e una Grammatica storica della lingua italiana e dei suoi dialetti. Vi furono anche le contestazioni accademiche di chi riteneva che linfluenza greca su alcuni dialetti dellItalia meridionale risalisse allepoca bizantina anzich a quella della Magna Grecia. Ma tutti i maggiori linguisti italiani di quegli anni (Gian Carlo Folena, Bruno Migliorini, Giovanni Nencioni, Alfredo Schiaffini, Tiziano Bolelli) riconobbero la qualit e limportanza dellopera di Rohlfs. I calabresi gli furono riconoscenti e il comune di Badolato ha festeggiato i 110 anni della sua nascita dedicandogli il nome della piazza su cui si affacciano le scuole elementari. Ebbe molti onori accademici, ma dopo quella serata trascorsa con lui a Monaco, ho limpressione che avrebbe apprezzato il gesto di Badolato pi di qualsiasi altro tributo. (La sottolineatura nostra - ndd). Era un uomo piccolo, apparentemente fragile e modesto. Ma al di l di queste apparenze era un gigante della filologia e della glottologia. Su Sergio Romano e Rohlfs abbiamo pubblicato un articolo anche sul numero di marzo 2010 della rivista Punto & a Capo della Sudgrafica di Davoli Marina. Nella certezza di fare cosa gradita ne abbiamo mandato copia al dottor Eckart Rohlfs, figlio del grande glottologo, che ci ha gentilmente risposto dalla Germania con una mail che ci piace qui riportare.

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GERHARD ROHLFS E LE GUERRE: ESPERIENZE


Il filologo e glottologo Gerhard Rohlfs partecip da combattente alla Prima Guerra Mondiale sul fronte occidentale, cio contro la Francia. Durante un forte bombardamento in trincea sub un trauma da scoppio alle orecchie, per cui rest menomato nelludito per tutta la sua lunga vita. Frequent alcuni campi di prigionieri in Germania per motivi di studio. E si rese conto della grande variet diatopica dei dialetti in Italia. Ci lo spinse, finita la guerra, a venire in Italia. Durante la Seconda Guerra Mondiale si trovava con la famiglia (moglie e due figli) a Monaco di Baviera, dove insegnava nellUniversit, una delle pi importanti universit dEuropa. Un giorno, quando la guerra stava per finire con la sconfitta tedesca, ebbe a dire, nella sala di riunione dellUniversit, che ormai le cose si erano messe al peggio senza rimedio. Qualche giorno dopo lo incontr per strada un suo collega e gli disse: Caro Rohlfs, sono contento di vedervi vivo, dopo quello che avete detto in universit! Sotto i bombardamenti anglo-americani Rohlfs continu a lavorare e a scrivere con tenacia e con passione. Finita la guerra nel 1945, si videro in stampa i risultati, come ad esempio la grammatica storica della lingua italiana e dei suoi dialetti, opera tuttora fondamentale e insuperata. Per vivere sotto le bombe Rohlfs allevava conigli nel suo orto di casa. E lavor nellorto pure a Tubinga, quando cambi residenza, perch da giovane, fino ai 30 anni, voleva dedicarsi a studi scientifici di botanica. Un suo zio paterno, che si chiamava come lui, fu esploratore e antropologo in Africa. Franco Mosino Dr. Eckart Rohlfs Jahnstr. 31 a, D-82166 Grfelfing Email: Eckart.Rohlfs@t-online.de Tel.: (+49-89) 854 22 84, Fax 854 47 23; Mobil +49 172 851 2753 2. maggio 2010 Egregio Professore, il vostro omaggio a Gerhard Rohlfs nella rivista Punto@Capo grandioso, e dico tante grazie per questo sguardo retrospettivo Lei ha fatto - una storia pi dei 60 anni, e anche dopo. Mi rallegro anche il grande libro illustrato sopra G.R.: la Calabria contadina, pubblicato 2009 in Calabria. una grande soddisfazione per noi che nostro padre in buona memoria permanente nei Calabresi. Anche Lei sempre attivo da scrutatore, da scrittore, da letterato, da redattore - mi ricordo anche da giardiniere nel vostro bello giardino!? Spero che Lei sta bene. Forse possiamo rivederci unaltra volta. Ma adesso anche Io sono un vecchio Ancora grazie per vostra fedelt, tantissimi auguri e saluti cordiali, anche nel nome della mia sorella, Eckart Rohlfs Illmo Professore Vincenzo Squillacioti c/o La Radice I-88060 Badolato (CZ) ITALIEN
Vincenzo Squillacioti

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COMUNICATO STAMPA
La baia di Soverato a rischio. Chiediamo lintervento delle associazioni ambientaliste ed in particolare a: Gregorio Carratelli, Presidente Regionale FAI; Beatrice Barillaro, Presidente WWF Calabria; Carlo De Giacomo, Presidente regionale Italia Nostra; Alberto Gioffr, presidente regionale Accademia KRONOS Calabria; Antonino Morabito, Presidente Legambiente Calabria. Chiediamo di collaborare assieme per salvare un sito archeologico dinteresse nazionale: i resti sommersi dellunico porto romano e bizantino attestato nel golfo di Squillace. Sono a rischio sia le strutture archeologiche sia lhabitat del cavalluccio marino, che nella baia di Soverato ha trovato il suo luogo di accoppiamento e riproduzione. Il Gruppo archeologico Paolo Orsi di Soverato, chiede losservanza delle leggi in materia di archeologia preventiva, come previsto dalla legge 163 del 2006 art. 95 e 96 del codice civile, e dellart. 28 del codice dei Beni Culturali. Le ultime ricerche eseguite dai soci del gruppo, relative a ricerche bibliografiche e archivistiche, raccolta di fonti orali e studio e sovrapposizioni di foto storiche, tavole IGM, rilievi Soprintendenza Arch. del 1931, conducono a ipotizzare, con buona approssimazione che, in corrispondenza delluscita sud della galleria ferroviaria, al km 311,800, ubicato in mare lantico porto di Soverato Larea archeologica oggi maggiormente conosciuta e sita in localit Poliporto o San Nicola, relativa a unantica cava di macine, ed era collegata al porto con un tracciato stradale ben visibile dalle foto storiche e in parte ancora esistente. Il vecchio attracco portuale, in uso fino agli anni trenta, ancora vivo nella memoria degli anziani; linsabbiamento della baia di Soverato in seguito ad alluvioni e successivo spostamento della sabbia, a causa delle correnti di scirocco, il risultato delloccultamento del vecchio porto e dellantico porticciolo che poteva svilupparsi in quellarea, laddove previsto il pennello che sar realizzato a breve. Nella medesima zona, in prossimit della battigia, risultano ben evidenti dalle foto storiche in ns possesso, alcune anomalie; le tracce visibili sono estremamente regolari e potrebbero essere interpretate come ambienti. Inoltre, da uninformativa del settore LL. PP. del Comune di Soverato, si evince che non vi alcuna certezza circa le conseguenze che le opere previste possano arrecare al parco marino Baia di Soverato, si legge infatti: che la realizzazione dei pennelli non dovrebbe interferire nella vita dellippocampo presente nella Baia con una densit molto elevata Inoltre, dalla medesima informativa si evince che il nucleo V.I.A. - V.A.S. - I.P.P.C., nellesprimere parere positivo raccomanda alcune prescrizioni obbligatorie tra cui quella di: effettuare ante e post operam il monitoraggio delle due specie di cavalluccio marino e della Cymodocea nodosail report dellattivit dovr essere trasmesso allARPACAL. Pertanto rinnoviamo, alle suddette associazioni ambientaliste, linvito a esprimere il loro dissenso sulla realizzazione dei pennelli a mare nella baia di Soverato. Cordiali saluti.
Angela Maida legale rappresentante gruppo archeologico Paolo Orsi di Soverato

IL PENSIERO
La disperazione pi grande che possa impadronirsi di una Societ il dubbio che vivere rettamente sia inutile.
Corrado Alvaro

FIGURE PADRE BONAVENTURA

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Tra le tante, quella di Padre Bonaventura Falcone certamente la figura rimasta pi impressa in quanti della mia generazione abbiamo avuto modo di conoscere ed apprezzare per le sue qualit umane e sociali, per le sue doti e spirito evangelico, per quel cristianesimo operante, incarnato dal poverello di Assisi, di cui Bonaventura stato degno seguace, tutto serafico in ardore, nellopera di evangelizzazione del Pax et Bonum! Distinta figura di francescano, dal carisma particolare, alla mano, perfettamente integrato nel tessuto sociale, rappresentava per Badolato lesempio di un cristianesimo militante di quel dinamismo della Carit, improntato ad umilt e povert, che avvince, colpendoti, per quella serafica letizia che ti infondeva ogni volta che lo incontravi in paese, per lo pi alla Posta, ove si era soliti sostare, in attesa delluscita del portalettere, per il quotidiano giro nel paese. Progressista, innovatore: allacci la luce elettrica al Convento, fine anni Trenta, sopportando notevo- (Archivio famiglia Squillacioti) - Padre li spese, per la linea dalla cabina che si trovava a San Bonaventura Falcone (il primo a sinistra) Domenico, nella parte opposta del paese. nellorto del convento nel 1950 Intraprendente, dinamico, cur il restauro del Convento, nella facciata e nellinterno, con affreschi alla cupola, raffiguranti una galleria di papi, per lo pi dellOrdine, ben conservati, da oltre un sessantennio, eseguiti da un confratello molto esperto e creativo. Fortemente legato alla tradizione, per la Liturgia, ripropose alcune feste, cadute in disuso, di cui non resta che il ricordo (*), quali la Porziuncola, quella di San Francesco, di SantAntonio, con relativa Tredicina, e del Cuore di Ges, le cui processioni avvenivano in paese, partendo dal Convento, ove facevano ritorno, con gran concorso di fedeli, precedute dai paggettie dai rappresentanti del Terzordine secolare, da lui riorganizzato. Affabile, rispettoso, sempre disponibile, discreto, umile soprattutto; in occasione della Festa della Porziuncola, riusciva a convogliare tutto il clero badolatese e del comprensorio -e non erano pochi i sacerdoti e parroci- che trascorrevano nella pace di quellaugusto Convento, una giornata di preghiera. Il convento ai suoi tempi era sempre aperto, linconfondibile suono della campana con i suoi rintocchi puntualmente annunciava il sorgere del nuovo giorno al mattino, prima dellalba, e unora di notte, la sera tardi, la tradizionale ora de monaci, per come previsto dalle canoniche disposizioni. Questo risvegliato fervore francescano dur finch visse padre Bonaventura, che ritornando alla casa del Padre, in umilt francescana, secondo consuetudine dellOrdine, in una bara scalzo, col saio ed una tegola per cuscino, fu deposto nella nuda terra, in una fossa comune, fra i tanti poveri, nel Cimitero di Badolato. Ora del Convento non resta che un vago ricordo e non poca tristezza, per tutto un glorioso passato, legato a tante care figure di parenti ed amici, che hanno degnamente rappresentato unepoca nella Storia di Badolato, prima met del secolo scorso, molto vicine ai monaci, devote di SantAntonio, il Santo delle tredici grazie, clemente e pio, supplice a Dio, per noi dal ciel.
Antonio Fiorenza (*) La festa di S. Antonio, (con tredicina), stata ripresa lo scorso anno ad opera di alcuni devoti (ndd).

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S PA Z I O S C U O L A

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LA RIFORMA SCOLASTICA
Dal prossimo anno scolastico 2010/2011 la Scuola Superiore Italiana subir un radicale cambiamento. stata varata infatti dal Governo una riforma che il Ministro della Pubblica Istruzione ha definito epocale per le trasformazioni e i cambiamenti previsti. Si partir dalle prime classi per poi entrare progressivamente a regime. Le novit saranno tante: sfoltimento dei corsi, ripensamento dei quadri orari, potenziamento delle lingue, incremento di matematica e scienze. I nuovi licei saranno sei: classico, scientifico, linguistico, artistico, musicale e delle scienze umane. Nel classico verr introdotto linserimento di una lingua straniera e sar potenziata larea scientifica e matematica. Nello scientifico aumenter il peso della matematica e delle discipline scientifiche. Il linguistico preveder sin dal primo anno linsegnamento di tre lingue straniere e dal terzo anno una materia sar impartita in lingua straniera, mentre nel quarto anno le materie saranno due. Il liceo musicale rappresenta la novit della riforma e sar strutturato in due sezioni: musicale e coreutica che potranno essere attivate in convenzione con conservatori e accademie di danza. Il liceo artistico sar articolato in sei indirizzi: arti figurative, design, architettura e ambiente, scenografia, audiovisivo e multimedia, grafica. Il liceo delle scienze umane sostituir il liceo socio-psico pedagogico e contempler anche unopzione economico-sociale senza latino, ma con lapprendimento di una seconda lingua straniera e lapprofondimento di scienze giuridiche, economiche, sociali e storiche. Gli istituti tecnici saranno divisi in due settori: economico e tecnologico con undici indirizzi. Gli istituti professionali avranno due settori: servizi e industria-artigianato e sei indirizzi. La media delle ore settimanali sar di 32 di sessanta minuti. evidente che dal prossimo 1 Settembre tante saranno le novit introdotte dalla riforma che mira al riordino dei percorsi di studio, ponendo fine a sperimentazioni, frammentazione degli indirizzi per avvicinare la nostra scuola a quella degli altri Paesi. La scuola superiore necessitava di una riforma per poter realizzare un migliore collegamento con luniversit ed un contatto pi stretto con il mondo del lavoro e con il territorio. Spesso in passato imprese ed associazioni hanno sottolineato la scarsa preparazione dei giovani licenziati dalla scuola, del tutto inadeguata allinserimento nel mondo del lavoro. Pertanto risultato indispensabile un riordino complessivo degli indirizzi ed, in particolare, dellistruzione tecnica e professionale. In attesa dellintroduzione della riforma le scuole continuano per a svolgere le attivit, previste dai docenti, nei vari progetti. In particolare nellIstituto Comprensivo di Badolato-Santa Caterina, nella scuola primaria si sta svolgendo il progetto Ambiente e Salute rivolto agli alunni. Nella scuola secondaria di primo grado, i docenti di Badolato stanno svolgendo il progetto di Formazione pratico-scientifica, mentre i genitori quello di Comunicazione scuola-famiglia. Gli allievi di Badolato e Santa Caterina, classi seconda e terza, vengono impegnati nel progetto Matematicando, mentre nelle classi seconda e terza di Badolato si svolge il progetto I nuovi modi di comunicare. Le classi seconda e terza di Santa Caterina frequentano, invece, quello intitolato Imparare ad apprendere le tecniche della comunicazione, Attivit pratiche, decorative ed artistiche, A scuola di postura. Lotto Marzo, infine, gli allievi hanno realizzato uno spettacolo Otto Marzo tra canzoni e rime per ricordare, simpaticamente, la festa della donna.
Marina Gervasi

I L C O N S I G L I O D E L F I S C A L I S TA

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IL MODELLO 730
Con il 730/2010, approvato con provvedimento del 15 gennaio, pi di 13 milioni di contribuenti dovranno nei prossimi mesi comunicare allAmministrazione finanziaria i redditi percepiti nel 2009. Il modello di dichiarazione dei redditi semplificato di facile compilazione, non richiede calcoli e soprattutto permette di ottenere in tempi rapidi gli eventuali rimborsi, che arriveranno direttamente in busta paga. Va presentato al datore di lavoro entro il 30 aprile, corredato della busta chiusa indicante la scelta per la destinazione dell8 per mille e quella del 5 per mille. Se presentato ad un CAF o ad un professionista abilitato, la scadenza fissata al 31 maggio. Il modello 730 per i lavoratori dipendenti, pensionati; non possono presentarlo i titolari di partita IVA, i contribuenti che partecipino in societ, i non residenti in Italia nel 2009 e 2010, coloro che debbono presentare la dichiarazione per conto di contribuenti deceduti e quei dipendenti i cui datori di lavoro non siano obbligati a effettuare ritenute dacconto. Tra le principali novit di questanno abbiamo la detrazione IRPEF del 20% per acquisto di mobili, elettrodomestici ad alta efficienza energetica, televisori e computer, acquistati tra il 7 febbraio e il 31 dicembre 2009, destinati allarredo di immobili ristrutturati. La soglia massima di spesa 10.000 euro per singola unit abitativa, e la detrazione riconosciuta sar erogata in quattro rate di pari importo; le condizioni sono analoghe a quelle previste per le agevolazioni per la ristrutturazione della prima casa, comunicazione preventiva allAgenzia delle Entrate di Pescara, in questo caso non anteriore al primo luglio 2007, spese di ristrutturazione edilizia sostenute e pagate con bonifico bancario a partire dall1 luglio 2008 Proseguono le agevolazioni fiscali dedicate ai giovani. Per gli sportivi in erba, di et compresa tra i 5 e i 18 anni, i genitori possono detrarre dallimposta lorda il 19% delle spese sostenute per liscrizione annuale e labbonamento ad associazioni sportive, palestre, piscine, fino a un massimo di 210 euro. Per gli universitari fuori sede, che studiano ad almeno 100 Km da casa e stipulano o rinnovano un contratto di locazione, prevista una detrazione del 19% sul canone daffitto, da calcolare su un importo massimo di 2.633 euro annui. La casa ancora al centro di agevolazioni fiscali, con uno sconto dimposta fino a 991,60 euro, per i ragazzi tra i 20 e i 30 anni che stipulano un contratto di locazione per lunit immobiliare da destinare a propria abitazione principale, come previsto dallultima Finanziaria. Prosegue la detrazione per il risparmio energetico. Anche nel 2009 chi ha effettuato interventi per la riqualificazione energetica della propria abitazione, avr diritto ad uno sconto Irpef pari al 55% della spesa sostenuta, compreso tra un minimo di 30mila e un massimo di 100mila euro. Nel beneficio rientrano, ad esempio, linstallazione di pannelli solari e la sostituzione di impianti di climatizzazione invernale. Per le spese relative a coperture, pavimenti e finestre comprensive di infissi la detrazione massima pu arrivare a 60mila euro. Inoltre la Finanziaria 2010 ha prorogato fino al 31 dicembre 2012 la detrazione per le spese sostenute per interventi di recupero del patrimonio edilizio, ristrutturazione prima casa di abitazione. La sostituzione dei vecchi elettrodomestici con frigoriferi e congelatori a basso consumo premiata con una detrazione pari al 20% dei costi sostenuti, fino a un rimborso massimo di 200 euro per ciascun apparecchio. Ulteriori detrazioni del 19% alleggeriscono le spese sostenute per badanti che assistono persone non autosufficienti (limporto massimo agevolabile di 2.100 euro), quelle per intermediazione immobiliare, per lacquisto di personal computer da parte di docenti di scuole pubbliche e per erogazioni liberali a favore di istituti scolastici. Anche questanno sar possibile destinare lotto per mille dellIrpef allo Stato o a una istituzione religiosa e il 5 per mille alle Onlus, alle associazioni di promozione sociale, a quelle sportive dilettantistiche, alla ricerca scientifica e sanitaria. Il modello disponibile sul sito dellAgenzia delle Entrate, ed inoltre verr distribuito dai comuni nei prossimi mesi. Il fiscalista

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UN ALTRO LIBRO, UN ALTRO SCRITTORE BADOLATESE.


Tra le tante realt che andiamo consapevolizzando, e talvolta elencando, gli scrittori badolatesi, anche se nati fuori, che nel corso dei secoli hanno dato alle stampe almeno un libro, anche un libricino. Non tenendo conto in questa annotazione, perch non serve allassunto, della qualit del prodotto. Non pretendiamo di conoscere tutti gli scrittori badolatesi, anche perch ce ne saranno tanti, di seconda e di terza generazione, discendenti di gente che ha lasciato in passato Badolato. Ne abbiamo contato sino ad ora quarantuno, da Urbano Fiorenza a Saverio Gallelli, da Antonio Paparo a Giuseppe Tropeano, da Antonio De Rosi a Nicola Caporale, tanto per citarne alcuni che non ci sono pi. Tra quelli che pi non calcano le scene di questo mondo c Antonio Fiorenza, che prima di lasciarci (22.12.2008) ha messo mano alla realizzazione di alcune opere, quattro per lesattezza. Tra queste un libro nato dallesigenza di mettere per iscritto le sue conoscenze e le sue riflessioni su un mondo scomparso, per parlarci di tante persone che ci hanno preceduto, per regalarci unopera che ci riporta nel nostro passato. Con Vecchio mondo -questo il titolo del libro- il professore Antonio Fiorenza ha inteso guidarci tra strade, piazze, chiese della Badolato degli anni Quaranta e Cinquanta, per farci conoscere nobili e borghesi, artigiani e contadini, tutti in produttiva operosit nella costruzione di un mondo ricco di Valori, il termine pi ricorrente nel libro di Fiorenza, scritto con la V maiuscola. Valori nei quali egli nato e si formato, a cominciare dalla devozione filiale per il suo maestro, il professore Nicola Caporale, poi suo collega nella docenza di materie letterarie nella Scuola Media. Nella vasta produzione letteraria di Nicola Caporale c anche un poema su Badolato, Il mio paese, pi di una volta citato anche su La Radice. Tot Fiorenza, affettivamente legato a Caporale sino alla fine, conosceva cos bene il poema del maestro da decidere di rileggerlo e commentarlo per noi, e lo ha fatto nel migliore dei modi, non da semplice e freddo critico letterario ma da attento lettore, da affezionato discepolo, da acuto e appassionato interprete di un ricco e caldo contenuto chegli pure conosceva, tanto da passare con disinvoltura dal commento allampliamento e allarricchimento, sino a farne un altro libro, Vecchio mondo appunto, nel quale Il mio paese di Nicola Caporale nelle linee essenziali magistralmente contenuto. La letteratura badolatese, e calabrese, si arricchisce cos di unaltra bella opera, presentata da un interessante saggio del professore Luigi Maria Lombardi Satriani, ordinario di Etnologia alla Sapienza di Roma. Un libro, quello dellamico Tot Fiorenza, che vede la luce ad un anno e mezzo circa dalla sua morte perch i suoi congiunti, la moglie per prima, hanno fermamente voluto che ci avvenisse, in collaborazione con i vertici dellAssociazione culturale - Circolo letterario Nicola Caporale, di cui il nostro Autore era Socio fondatore. Lopera, stampata a Soverato dalla tipografia Cosmigraf di Cossari & Migliarese, difatti editata dallAssociazione nata nel nome di Nicola Caporale, ed stata presentata nella chiesa di San Domenico a Badolato Superiore sera del 26 aprile 2010. Al Convegno era presente lAssessore provinciale Nicola Montepaone in rappresentanza

IL CONSIGLIO DEL MEDICO

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LORZAIOLO
Lorzaiolo uninfiammazione batterica acuta, provocata dallo stafilococco, che colpisce le ghiandole sebacee delle palpebre situate alla base delle ciglia. Colpisce prevalentemente i giovani. Lorzaiolo pu formarsi nelle palpebre superiori o inferiori, allesterno o nella parte interna dellocchio. Si manifesta con un rigonfiamento della grandezza di un chicco dorzo (da cui il nome) e un arrossamento della palpebra spesso accompagnato da dolore localizzato nella zona colpita. Fra i sintomi possono verificarsi anche senso di bruciore, lacrimazione eccessiva e fastidio quando locchio esposto alla luce. Se linfezione esterna, spesso lorzaiolo guarisce spontaneamente attraverso la formazione di un puntino giallastro seguito dalla eliminazione del pus. Lorzaiolo non deve essere strizzato, perch in questo modo linfezione potrebbe espandersi a tutto locchio. Evitare luso di lenti a contatto o lapplicazione di trucco. Sono utili impacchi di camomilla per lenire il dolore e favorire la pulizia. Se dopo una settimana dalla sua comparsa lorzaiolo ancora presente, meglio rivolgersi al medico. Se invece lorzaiolo interno, linfezione pi difficile che guarisca spontaneamente ed necessario il ricorso al medico che prescriver una cura pi specifica. Lorzaiolo in alcuni soggetti tende a ripresentarsi frequentemente e/o in forma pi grave: a volte pu rendersi necessario inciderlo o asportarlo chirurgicamente.
Il medico

dellAmministrazione Provinciale di Catanazro, il Sindaco di Badolato Nicola Parretta, i familiari di Antonio Fiorenza e di Nicola Caporale, e tanta gente, proveniente da tutto il Comprensorio, ad ascoltare la relazione del professore Luigi Maria Lombardi Satriani, ma soprattutto a rendere omaggio allamico scomparso Antonio Fiorenza, uomo di scuola e di cultura, e al letterato Nicola Caporale al quale Fiorenza era profondamente legato fin da ragazzo. Due brevi (Foto M. Varipapa) - Il tavolo dei relatori al convegno di presentazione del libro intermezzi musicali, con chitarra e mandolino nelle mani di due nostri giovani amanti della musica, hanno sottolineato il grande amore di Fiorenza e di Caporale per le pi belle forme di espressione della nostra cilvilt. Al sottoscritto, curatore di questa bella opera letteraria per volont della famiglia Fiorenza, secondata dai responsabili dellAssociazione Nicola Caporale, il privilegio e lemozionante soddisfazione di condividere con lamico di sempre la fatica che comporta la delicata fase finale della costruzione di unopera darte che rimarr per sempre, a insegnamento e ricordo. Vincenzo Squillacioti

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UNOPERA RICCA DI NOMI, DATE E IMMAGINI.


Se si tiene conto che vive e opera a Badolato ormai da oltre ventisette anni, e che il suo primo antenato documentato era di Badolato, si pu quasi dire che don Salvatore Tropiano un Badolatese (sempre che non se ne dispiaccia!). Don Salvatore, difatti, in quanto parroco di Badolato Marina dall1 settembre 1982, pienamente integrato nella Comunit badolatese. Il suo primo antenato, di cui egli stesso ha trovato traccia negli archivi parrocchiali del suo paese di nascita, S. Caterina dello Ionio, certo Tropi/e/ano Alessio, originario della Terra di Badolato, che Cadaver tumulatum fuit in Eccl.a Parochialis in Santa Caterina dello Ionio (16.04.1774). Il virgolettato tratto da Genealogia dei Tropiano, a partire dal primo residente in Santa Caterina dello Ionio (CZ) - 1705, lultima opera data alle stampe da don Salvatore Tropiano. Unopera che lo conferma ancora una volta scrittore che a noi piace comprendere -magari per questa volta soltanto- tra i numerosi che nel corso dei secoli si sono dedicati anche alla scrittura, producendo opere di narrativa, poesia, storia, agiografia, teologia, ecc., come, in verit, non ne sono mancati neanche a Santa Caterina dello Ionio. Non ultimo giunto, ha esordito tanti anni fa con Santa Caterina dAlessandria Vergine e Martire, con una qualificante prefazione a firma di Padre Basilio Maria Caminada - Bibliotecario della Certosa di Serra San Bruno (1976). Segue Santa Caterina dello Ionio - Aspetti storici e religiosi, del 1982, con una bella prefazione dello scrittore badolatese Nicola Caporale. poi la volta di Santa Caterina dello Ionio - Patrimonio archivistico ed ecclesiastico, del 1997, anche questa volta con una prefazione qualificante, del sacerdote intelligente e colto don Gerardo Mongiardo. La quarta sua opera, Vita di Santa Caterina Vergine e Martire di Alessandria e silloge storica della chiesa omonima in Santa Caterina dello Ionio (1999), amplia e migliora la prima di cui non mai stato entusiasta. Sarebbe grave errore non tenere in buona evidenza unaltra bella opera di don Tropiano, 50 Anniversario - 1956-14 marzo-2006 (marzo 2006) della chiesa di Badolato Marina, un libro di storia recente ma molto importante per chi tra i futuri di questo nuovo paese vorr conoscere qualcosa del proprio passato. Ed ora questaltra fatica, durata parecchi anni. Un lavoro darchivio che avrebbe sfibrato tanta altra gente. Don Salvatore, invece, no! Me ne parl per la prima volta quando il lavoro era gi ben abbozzato, ma con un lungo e pesante cammino da percorrere ancora. Non so se lho incoraggiato, ma non lho certo scoraggiato: conoscevo la sua passione per la ricerca darchivio, ed ero certo che avrebbe continuato a testa bassa sino alla meta. Un lungo segmento temporale che va dal 1705 al 31 maggio 2008, il giorno del matrimonio del nipote Giuseppe Tropeano, caterisano, con Maria Gallelli, badolatese: in mezzo migliaia e migliaia di nomi e di date. E centinaia di riproduzioni di pagine darchivio e di certificati, ed elenchi, e tabelle. E diagrammi di flusso. Un labirintico percorso che forse nessuno ripercorrerebbe. Mentre scrivo ho davanti -come si conviene- la copia del libro con dedica che don Salvatore ha voluto portarmi a casa. Sfoglio le pagine allindietro sino alla presentazione che ho scritto ormai alcuni anni fa: non credo che sia adeguata e sufficiente per presentare degnamente lopera che fin qui diventata, ricca, bella ed anche emozionante.
Vincenzo Squillacioti

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LA STORIA DI BADOLATO
Il professore Antonio Gesualdo, grande studioso badolatese e nostro collaboratore nel passato, ha di recente dato alle stampe unaltra sua opera che arricchisce la sua gi vasta produzione libraria, di tipo storico soprattutto. Vogliamo qui ricordare in particolare Storia di Badolato medioevale e moderna (Frama Sud, 1986), Storia di Badolato dal Medioevo al Novecento (Frama Sud, 1989), Storia politica di Badolato - Dal 1799 al 1999 (Edizione della Biblioteca Gesualdiana Charles Baudelaire, 2000). Questultimo lungo e impegnativo lavoro dello storico badolatese, che ricalca e accentua, nella metodologia e nellinconfondibile anzi unico stile, le opere precedenti, stato gi acquistato senza indugio da La Radice, come in passato gli altri suoi libri, perch le opere di Gesualdo, a saperle e a volerle usare, sono comunque una grande fonte di dati, da cui talvolta non si pu prescindere nel trattare argomenti di storia badolatese. Ecco uno stralcio del comunicato-stampa, a firma di Domenico Lanciano, sullimmane fatica di Gesualdo: Comunicato-stampa di mercoled 03 febbraio 2010 mattina Fresca di stampa la monumentale opera di Antonio Gesualdo BADOLATO (Catanzaro, Calabria, Italia): UNA STORIA LUNGA MILLE ANNI Storia di Badolato dal 1080 al 2009 lo storico locale, ma di cultura e di fama internazionale, prof. Antonio Gesualdo, giornalista nonch rettore dellUniversit dei Popoli, ha dato alle stampe, a proprie spese, il volume Storia di Badolato dal 1080 al 2009 consistente in ben 696 pagine, graficamente fitte fitte ed eleganti, corredate da 32 figure a colori e 77 figure in bianco e nero, a tutta pagina. Stampato presso lo stabilimento litografico Abramo di Caraffa di Catanzaro, tale monumentale opera costata oltre trenta anni di ricerche e stesure (12.210 fogli preparatori scritti a mano e 4897 fogli scritti a macchina) al virtuosissimo Autore, il quale ha usato ben 33.198 documenti di 23 archivi pubblici e privati ed ha consultato 14 biblioteche in Calabria e a Napoli, nonch 24 riviste specializzate e 1239 volumi a stampa. Uno sforzo esistenziale straordinario (pure economico) che ha costretto Antonio Gesualdo, nato il 4 gennaio 1936, ad un impegno redazionale davvero certosino e ad un assai disciplinato e severo stile di vita senza cui una simile opera non poteva essere portata a termine con perizia e successo. Il volume, fresco di stampa, pregevole pure dal punto di vista editoriale poich unopera in-8 (cm 17,5 x 24,5), ben cucita, rilegata in tela con titoli in oro e sovracoperta a colori raffigurante la congiura di Tommaso Campanella contro gli Spagnoli. Stampata in appena trecento copie, lopera disponibile unicamente presso lo stesso Autore in Badolato Superiore ad un prezzo fin troppo contenuto rispetto al costo affrontato concretamente e ai decenni di indefesso ed intenso lavoro. Intanto, fra qualche mese andr in stampa in tre volumi, sempre presso Abramo, una Storia della Calabria scritta dallo stesso prof. Antonio Gesualdo, personaggio che vanta una interminabile lista di pubblicazioni e di referenze socio-culturali e che resta un punto di riferimento per studiosi, documentaristi e giornalisti provenienti da ogni parte del mondo per meglio conoscere la Calabria e in particolare quella Badolato che La Radice porge da queste colonne al professore Gesualdo auguri di salute e di lungo e proficuo lavoro. Vincenzo Squillacioti

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TESTATE AMICHE
Con il n 3/2009 questo periodico ha compiuto sedici anni. Non vogliamo qui dire del lungo cammino, n delle tappe, non tutte gioiose, che ne hanno segnato il percorso, e tanto meno degli eventuali risultati ottenuti. Oggi ci piace soffermarci, invece, a considerare i contatti che abbiamo avuto e continuiamo ad avere con altri organi di stampa cartacei come il nostro, che hanno anchessi contribuito ad allargare non poco la rete che La Radice ha creato negli anni, e ci hanno aiutato non solo a crescere sul piano delle conoscenze, ma anche e soprattutto ad arricchirci a livello relazionale, culturale, umano. Impossibilitati -dallo spazio e dalle mutate realt territoriali- a ricalcare sul piano metodologico il censimento degli organi di stampa della provincia di Catanzaro, che abbiamo realizzato nella seconda met degli anni 90 per espresso desiderio ed amichevole incarico del mai dimenticato Padre Nicola Criniti, responsabile culturale della diocesi di Catanzaro-Squillace, ci limitiamo ad elencare i periodici che riceviamo -quasi tutti abitualmente e solo qualcuno saltuariamenteed ai quali facciamo pervenire La Radice, espressione, sia pure incompleta, della nostra Comunit. Spiacenti di non poter dire in questo spazio di ogni testata, esprimiamo il piacere di riceverle e il ringraziamento per quanto ci danno, ciascuna a suo modo e nella propria misura. APOLLINEA - Rivista bimestrale del territorio del Parco nazionale del Pollino - 40 pagine - Dal 1997 - Castrovillari - Direttore: Pietro Napoletano. LA BARCUNATA - Periodico di Storia, Antropologia e Tradizioni - 32 pagine - Dal 1995 - San Nicola da Crissa - Fondatore e direttore: Bruno Congiust. CALABRIA SCONOSCIUTA - Rivista trimestrale di cultura e turismo - 80 pagine -

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Dal 1978 - Reggio Calabria - Direttore: Carmelina Sicari. IL CALABRONE - Attualit, Politica, Cultura, Satira, Sport e Spettacolo - 32 pagine - Dal 2002 - Soverato - Direttore: Antonella Mongiardo. IL CORRIERE DI SAN FLORO e DELLA CALABRIA - Periodico trimestrale - 8 pagine - Dal 2007 - San Floro - Fondatore e direttore: Domenico Paravati. ELPIS - Periodico del Gruppo ELPIS ZEROUNO - 32 pagine - Dal 2002 SantAndrea Apostolo dello Ionio Direzione: collegiale. LA FORMICA - Periodico dellAssociazione Eidos - Stignano, Placanica, Riace 16 pagine - Direttore Luisa Alfarano. IDENTIT - Edizione di Pizzo - 6 pagine - Dal 2008 - Pizzo Calabro - Direttore: Giuseppe Taccini.

LINEDITO - Fascicolo che nasce da un progetto ideato e realizzato da Bernardino Baciccia promuove la divulgazione personale di racconti, poesie e proverbi - 4 pagine - A cura di Bernardino Baciccia. LETTERATURA & SOCIET - Rivista quadrimestrale fondata da Antonio Piromalli - 152 pagine - Dal 1999 - Cosenza - Direttore: Tommaso Scappaticci. IL PAESANO - GIORNALE DEI BIVONGESI - Bimestrale dinformazione 4 pagine - Dal 1991 (rifondato da Ernesto Franco) - Bivongi - Direttore: Pietro Melia. PARALLELO 38 - Rivista (bimestrale) per tutti gli altri - 32 pagine - Dal 1960 - Reggio Calabria - Fondatore e Garante: Giuseppe Reale - Direttore: Domenico Sacchetti. PUNTO&@CAPO - Mensile di Informazione Cultura Sport - 36 pagine - Dal 2004 Davoli Marina - Direttore: Pietro Melia. ROGERIUS - Bollettino dellIstituto della Biblioteca Calabrese - Periodico (semecontinua a pag. 24

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Segue da pag. 23

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strale) di Cultura e Bibliografia - Dal 1998 Soriano Calabro - Fondatore: Nicola Provenzano - Direttore: Antonio Tripodi. LA TRASVERSALE DELLE SERRE Periodico di Ambiente, Arte, Attualit, Cultura, Religione, Tradizioni, Scuola, Sport - 16 pagi-

ne - Dal 2007 - Serra San Bruno - Fondatore e Direttore: Bruno Tozzo. Vincenzo Squillacioti

MATERIALE da pubblicare o da conservare; NOTIZIE storiche e daltro genere; INDIRIZZI di Badolatesi che ancora non ricevono il giornale; FOTOGRAFIE, di qualche interesse; SUGGERIMENTI, che terremo presenti; CONTRIBUTI in denaro. Il bollettino di c.c.p. allegato non significa che necessariamente bisogna contribuire: serve soltanto come promemoria a chi e quando intendesse servirsene. In particolare, tutti coloro che, a qualunque titolo e in qualunque modo, collaborano con la nostra Associazione o per la realizzazione di questo periodico, sono pregati di scusarci se trovano allegato anche loro il bollettino di c.c.p.: ci dovuto unicamente alla necessit di evitare il maggior dispendio di energie che comporterebbe una mirata selezione degli indirizzi, che non sono poi tanti, ma che sono pur sempre millesettecento, per giunta ripartiti in trentatr diverse destinazioni. Lo stesso dicasi per gli amici direttori di periodici che puntualmente riceviamo. ACCETTIAMO: Indirizzare a : LA RADICE Casella postale n 4 - 88060 BADOLATO MARINA (CZ) - ITALIA

QUASI UNANAGRAFE

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DALL1 GENNAIO AL 30 APRILE 2010


DA LA RADICE il benvenuto ai seguenti neonati: luogo data cognome e nome Milano 16.11.2009 Bosco Gaia Soverato 16.11.2009 Lucifero Melissa Catanzaro 09.01.2010 Paparo Giulia Soverato 13.01.2010 Gullu Yildiz Roma 01.02.2010 Iorfida Andrea Soverato 23.02.2010 Coluccio Giulia Maria Soverato 16.03.2010 Kabba Adam Catanzaro 23.03.2010 Garcea Rita Catanzaro 20.04.2010 Papaleo Domenico Soverato 23.04.2010 Ermocida Vincenzo Maria Catanzaro 28.04.2010 Bressi Bruno padre Giandomenico Agazio Bruno Aydin Dario Domenico Al Vincenzo Vincenzo Isidoro Antonio madre Anoja Marzia Gallelli Cinzia Cipriani Emanuela Gullu Medine Zupi Alessandra Argir Concetta Barakat Fatima Iorfida Elsa Maria Papaleo Manuela Randazzo Lorena Procopio Daniela residenza Torrevecchia Pia Guardavalle Badolato Badolato Roma Badolato Badolato Badolato Badolato Badolato

laugurio di ogni bene alle seguenti nuove coppie: luogo data sposo sposa residenza futura Isca Ionio 02.01.2010 Epifani Antonio Mirarchi Rosa Badolato Badolato 24.04.2010 Ricco Gianluigi Spasari Vincenza Badolato 25.04.2010 Gallelli Andrea Romeo Arena Rossella le condoglianze ai congiunti di chi passato nel mondo dei pi: luogo data cognome e nome Argentina 19.10.2009 Mellace Vittoria Soverato 03.01.2010 Cund Michele Badolato 05.01.2010 Piroso Vittorianna Empoli 10.01.2010 Menniti Caterina Badolato 10.01.2010 Spagnolo Vincenzo Soverato 06.02.2010 Bressi Andrea Catanzaro 11.02.2010 Guarna Antonio Milano 12.02.2010 Piperissa Angela Badolato 19.02.2010 Lentini Caterina ved. Piroso S. Andrea Ionio 20.02.2010 Spasari Teresa ved. Carnuccio Badolato 28.02.2010 Giannini Antonietta ved. Pultrone Badolato 24.03.2010 Femia Domenico Immacolata ved. Campese Criniti 01.04.2010 Soverato Domenica Fiorenza 13.04.2010 Badolato Badolato 17.04.2010 Loiero Santa Teresa ved. Papaleo di anni 81 65 93 80 86 77 49 85 85 88 90 81 (*) 80 87 89

(*) Sentiamo il bisogno di ricordare ai nostri lettori che lamico Domenico Femia stato uno dei protagonisti del periodo storico che ha visto il popolo di Badolato lottare con determinazione per il riscatto sociale. Un politico attivo anche se con manifestazioni poco appariscenti, ma non per questo meno importanti e meno efficaci. SITUAZIONE ANAGRAFICA 33 persone (17 maschi - 16 femmine) Sono andate via: Sono arrivate: 26 persone (12 maschi - 14 femmine) Risiedono a Badolato: persone: Sup.: - Marina: - Totale: 3.276 (di cui 135 stranieri) famiglie: Sup.: - Marina: - Totale: 1.356
(A cura di Mario Ruggero Gallelli)

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CRONACA

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NOTIZIE FLASH
24.01.2010: Presso i locali dellAssociazione culturale La Radice si svolta lAssemblea ordinaria dei soci dellA.V.I.S. di Badolato che ha approvato il bilancio consuntivo 2009 e quello preventivo 2010. 07.02.2010: Organizzata dallA.V.I.S. di Badolato si svolta, presso i locali del Centro Operativo Misto (C.O.M.) di Badolato, la giornata dedicata alla donazione del sangue. 13.02.2010: La Compagnia teatrale Le Tre Torri di Badolato stata protagonista a Badolato Marina, presso il Centro Polifunzionale, con la rappresentazione della commedia in due atti Mannaja lu citrolu per la regia di Tot Scoppa. 20/21.02.2010: Una delegazione di Amministratori del Comune di Badolato insieme ad un gruppo di Badolatesi, accompagnati dal Sindaco rag. Nicola Parretta, si sono recati a Wetzikon (Svizzera) dove si svolta la cerimonia di gemellaggio tra il Comune di Badolato e la cittadina elvetica. 14.02.2010: La Compagnia teatrale Le Tre Torri di Badolato, lAmministrazione Comunale e lAmministrazione Provinciale di Catanzaro hanno organizzato, presso il Centro Polifunzionale di Badolato Marina, Tutti in maschera a ballare, serata di divertimento in occasione del Carnevale. 28.02.2010: Si svolta, presso la sede sociale, lAssemblea ordinaria annuale dei soci dellAssociazione culturale La Radice che ha approvato il conto consuntivo per lanno 2009 e il bilancio di previsione 2010. Sono state, inoltre, illustrate ed approvate la relazione delle attivit svolte nel 2009 e il piano delle attivit per lanno 2010. 04.03.2010: Manifestazione a Badolato Marina, nei pressi dello scalo ferroviario, organizzata dal Comitato di lotta Franco Nistic: un sit-in per denunciare la soppressione, da parte di TrenItalia, di alcuni treni tra cui i diretti che passando da Badolato portano a Milano e a Torino. 08.03.2010: Il movimento femminile di Badolato, in occasione della Festa della donna, ha organizzato una serie di manifestazioni per ricordare il ruolo della donna in famiglia. Molto apprezzata stata la visita che una delegazione del movimento ha fatto a tutte le donne che hanno superato lottantacinquesimo anno di et. 14.03.2010: Il Centro diversabili Prisma di S. Sostene ha organizzato, presso il Centro Sociale di Aggregazione Incontro di Badolato Marina, la seconda sagra degli agrumi. La manifestazione stata patrocinata dallAssessorato alle politiche agricole della Provincia di Catanzaro nonch dalle Amministrazioni Comunali di Badolato e S. Caterina dello Jonio. 21.03.2010: LAssociazione culturale Nicola Caporale di Badolato ha presentato, presso i locali della Scuola Media di Badolato Marina, una rappresentazione teatrale in vernacolo ! badolatese dal titolo Si Mangiaru u Cavahr!u per la regia di Saverio Cristiano. 28.03/04.04.2010: Le parrocchie di Badolato hanno celebrato i riti della Settimana Santa. 11.04.2010: Per la principale via del Borgo sono stati portati in processione il Cristo Risorto, la Madonna e San Vincenzo. 24.04.2010: Borgo in festa. Prima edizione Piatto del Borgo 2010, concorso gastronomico svoltosi in Piazza Castello a Badolato Borgo voluto dallAmmunistrazione Comunale con la Regione Calabria e lAmministrazione Provinciale di Catanzaro. Chef per un giorno sono stati i protagonisti di Ballando con le Stelle Angela Melillo, Benedetta Valenzano, Edoardo Leo, Loredana Cannata, Massimiliano Rosolino e Simone Di Pasquale abbinati ai ristoranti: Agriturismo Zangarsa, Luna Rossa, Excalibur, Villa Ersilia, I Pirari, Oasi. Questa prima edizione stata vinta dal ristorante Excalibur di S. Caterina dello Jonio. 24.04.2010: LA.C.A.T. Serre/Catanzarese ha organizzato, presso i locali della Delegazione Municipale di Badolato Marina, un convegno di sensibilizzazione sui rischi e i disagi che possono essere consequenziali alluso delle bevande alcoliche.

C O S H A V O TAT O B A D O L AT O

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ELEZIONI REGIONALI 28 e 29 MARZO 2010


ELETTORI: M 2.116; F 2.304; TOT. 4.420 VOTANTI: M 851; F 850; TOT. 1.701 Voti validi alle Liste: 1.600 Voti validi ai soli Presidenti: 47 Schede bianche: 17; Schede nulle: 37; Schede contestate: 0 Candidati Presidenti Filippo CALLIPO Voti 154 Liste Provinciali Lista Marco Pannella Di Pietro - Italia dei Valori Io resto in Calabria con Callipo Partito Socialista Italiano - Sinistra con Vendola Rifondazione Comunisti Italiani Autonomia e Diritti Loiero Presidente Alleanza per la Calabria Partito Democratico Slega la Calabria Insieme per la Calabria Casini Unione di Centro Libertas Libert e Autonomia Noi Sud Socialisti Uniti P.S.I. Scopelliti Presidente Popolo della Libert Fiamma Tricolore - Destra Sociale Totale voti validi liste Voti 6 63 27 28 17 125 28 191 20 52 348 222 49 65 349 10 1.600

Agazio LOIERO

438

Giuseppe SCOPELLITI

1.055

Totale voti validi presidenti 1.647

Disponiamo anche dei voti assegnati in Badolato ai 110 candidati consiglieri, ma non riteniamo opportuno riportarli.
NOTA - Si consideri il numero degli elettori (4.420) e il numero dei votanti (1.701). Il calcolo semplice: in Badolato ha votato soltanto il 38,484 %. Cosa che non scandalizza pi nessuno e che, con i tempi che corrono, peggiorer. Bisogna, per, dire, in verit, che nei 4.420 elettori sono compresi tutti gli iscritti allAIRE, che vivono abitualmente allEstero. Bisogna aggiungere, per ulteriore chiarezza, che i residenti a Badolato sono 3.284 (al 31 dicembre 2009), molto al di sotto di quelli iscritti nelle liste elettorali. E va ancora detto che tra gli elettori residenti, tantissimi, sono certamente centinaia, sono domiciliati altrove, Roma, Bologna, Milano: sono i nostri giovani che vanno via, e tanti tra loro non torneranno pi. triste, ma cos! Ed un fenomeno irreversibile. O no!? Vincenzo Squillacioti

26.04.2010: LAssociazione culturale - Circolo Letterario Nicola Caporale di Badolato, con il contributo dellAmministrazione Provinciale di Catanzaro e dellAmministrazione Comunale di Badolato, ha organizzato, nella chiesa di San Domenico a Badolato Sup., la presentazione del libro di Antonio Fiorenza Vecchio Mondo. 29.04.2010: LOrchestra dellIstituto Comprensivo T. Campanella di Badolato prende parte al 5 Concorso Nazionale di Musica dinsieme presso lIstituto Comprensivo L. Montini di Campobasso. Mario Ruggero Gallelli

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BADOLATO CHIAMA, WETZIKON RISPONDE: DA CIRCA CINQUANTANNI


I gemellaggi, per qualunque motivo vengano realizzati, non sempre raggiungono lobiettivo, specialmente se interessa le Comunit delle due realt urbane. Talvolta, anzi, finiscono nel dimenticatoio in un tempo non sempre lungo. Il pi delle volte riescono se a tenerli in vita sono i viaggi, in genere costosi, che realizzano le delegazioni di notabili politici delle realt gemellate. Non il caso del gemellaggio tra Badolato (Catanzaro, Italia) e Wetzikon (Zurigo, Svizzera), ormai realt storica ufficializzata con una bella manifestazione al Krone della ridente cittadina elvetica il 20 febbraio 2010, con lintervento del Sindaco di Badolato, Giuseppe Nicola Parretta e del vice-sindaco di Wetzikon, Franz Behrenz, che nelloccasione si sono scambiati ufficialmente gli emblemi dei rispettivi Comuni, alla presenza di un nutrito gruppo di Badolatesi, arrivati apposta dalla lontana Calabria, e di alcuni cittadini svizzeri. Come si sa, perch realt di ogni giorno, questo gemellaggio trova origine e motivazione in condizioni storiche risalenti al periodo successivo alla seconda guerra mondiale, caratterizzato dallemigrazione quasi di massa della gente di Badolato. Come abbiamo pi volte scritto, subito dopo le alluvioni del 1951, per fuggire dalla miseria creata dal disastro alluvionale, tanti badolatesi hanno abbandonato la propria terra e la propria casa per andare in cerca di fortuna nelle lontane Americhe e in Australia. Successivamente, nel corso degli anni Cinquanta e nei primi anni Sessanta, mutate talune condizioni politiche, lemigrazione badolatese ebbe per meta altri Paesi europei quali la Francia, la Germania e soprattutto la Svizzera, in particolare la cittadina di Wetzikon dove, chiamati a catena, approdarono centinaia e centinaia di Badolatesi, dapprima da soli e poi con le proprie famiglie. La nostra presenza in quel piccolo paese dOltralpe fu cos massiccia che si parl e si scrisse di unaltra Badolato, dopo Badolato Marina e prima della Badolato che si domiciliata nella cittadina lombarda di Rho. Sono stati anni importanti per tante famiglie badolatesi che hanno trovato in Svizzera possibilit di realizzazione sociale e di miglioramento economico, in un contesto umano e civile aperto al lavoratore straniero, da cui traeva innegabili vantaggi richiedendo in cambio rispetto della legge, laboriosit, correttezza e senso civico. Gli Italiani ci sono stati: gli Svizzeri pure. Non pretendiamo di scrivere di modello di integrazione, ma sappiamo che si nel tempo realizzata una equilibrata convivenza allinsegna dellosservanza delle regole e del rispetto reciproco. Caratteristiche che si sono irrobustite con gli anni e soprattutto con la nascita e la crescita della seconda e della terza generazione di Badolatesi, oggi molto numerosi e quasi perfettamente integrati nel connettivo sociale elvetico. Da ci ed in ci soprattutto il gemellaggio, ma anche da altro che qui si trascura ma che ha trovato significativo spazio nella relazione motivazionale del giugno 2008. Proprio due anni fa, difatti, il Sindaco di Badolato, Nicola Parretta, ha deciso di formalizzare con il gemellaggio i legami concreti ed ormai saldi tra le due popolazioni. La prima pietra stata posta in un incontro a

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Wetzikon con il vice-sindaco Franz Behrens. Sono seguiti altri passi formali attentamente condotti dal Sindaco di Badolato che, recandosi nuovamente in Svizzera, ha concluso laccordo istituzionale: era la fine di maggio del 2009. Il documento ufficiale elvetico, firmato da Urs Fisher Prsident e da Marcel Peter Gemeindeschreiber, porta la data del 3 giugno 2009. Con Atto n 33 dell11 luglio 2009 il Consiglio Comunale di Badolato ha deliberato: 1- Approvare, per le motivazioni esposte in premessa, il Protocollo di Gemellaggio tra i Comuni di Badolato e Wetzikon quale Patto di amicizia per lavvio di scambi volti alla valorizzazione e allo sviluppo dei rispettivi Territori Comunali secondo le modalit contenute nel documento allegato (alleg. A) alla presente deliberazione come parte integrante e sostanziale; 2- Autorizzare il Sindaco pro tempore del Comune di Badolato alla firma con il collega Sindaco pro tempore del Protocollo di Gemellaggio tra i Comuni di Badolato e Wetzikon quale Patto di amicizia per lavvio di scambi volti alla valorizzazione e allo sviluppo dei rispettivi Territori Comunali. Quanto segue storia recente. la fase davvio di un processo di avvicinamento, tra la nostra Comunit e quella elvetica, che vada ben al di l di quanto avvenuto sino ad oggi, e che secondo lintenzione dei responsabili delle Istituzioni interessate dovr essere proficuo e duraturo. Per cominciare, al fine di suggellare di fatto, se non ancora sul piano formale, il gemellaggio, la Comunit badolatese ha portato a Wetzikon il Festival della Musica Popolare Calabrese. Guidati dal Sindaco Nicola Parretta il 18 febbraio sono partite da Badolato circa sessanta persone per incontrarsi, giorno 20 a Wetzikon, con la Comunit badolatese col residente e con le Autorit del luogo. Cera, tra gli altri, Vincenzo Piperissa, il vicesindaco di Badolato, al quale abbiamo chiesto di scrivere per i lettori de La Radice una specie di cronaca che riportiamo in parte, obbligati a sintetizzare per motivi di spazio: Non c famiglia di Badolato che non sia stata coinvolta con qualche familiare, parente o amico, e che non si sia recato a Wetzikon per lavoro o viaggio di piacere. Non c badolatese che non conosca la famosa Castagnara; quanti viaggi, quanti bagagli, quanta cultura gastronomica in quelle valigie, allandata in un modo, al ritorno in un altro. Quanti ragazzi che parlano oggi la doppia lingua, quanti matrimoni misti, una integrazione avvenuta in modo fisiologico nel tempo, e che oggi si concretizza e viene dato riconoscimento anche a livello istituzionale. Dopo tanti anni di promesse elettorali da tutte le liste che si sono succedute nel comune di Badolato, doveva arrivare Nicola Parretta a concretizzare e suggellare questo sospirato evento che vuol dire appunto scambio a tutti i livelli tra due comunit che ormai si conoscono molto bene, ma che con questo atto suggellano un reciproco avvicendamento socio-culturale. S, grande merito va proprio allattuale Sindaco di Badolato, al suo impegno, alla sua perseveranza, al suo savoire-faire Il viaggio del gemellaggio che ho vissuto direttamente, essendo stato uno dei passeggeri sul pulman, stato molto sacrificato ma nello stesso tempo molto piacevole. Una comitiva di mamme, bambini, sonaturi e cantaturi. Abbiamo portato a Wetzikon il migliore del folklore badolatese, la vecchia e la nuova generazione, a cominciare da quel pezzo di antiquariato come ormai usa definirsi mia sorella Minicuzza, a Micu a Massara, a Pasquale Cunsolo, a Peppi Naimo che ha avuto anche il coraggio di esibirsi cantando, lui che stato sempre, a mio parere, uno dei migliori musicisti autodidatti di Badolato. Cos come grande merito ed elogio va ai tanti giovani della nuova generazione che hanno partecipato; definirei eccellenti le loro esibizioni, apprezzate dai tantissimi presenti la sera del 20 Febbraio al Krone. Giovani che meritano essere tutti citati a cominciare da Daniele Andreacchio (pirari), i fratelli Domenico e Raffaele Gallelli (culacchio), Pasquale Piroso (figlio di Tota), Nino Bressi (figlio di Giocondo Bressi), Stefanelli Antonio (figlio di Giocondo Stefanelli), Caporale Roberto (figlio Abate), Caporale Bruno (figlio di Katia), Spasari Andrea (figlio di Cec Spasari meccanico), Spasari Andrea (figlio di Tot Spasari), Raffaele Frsac (figlio di Pino), Gino Scoppa, Giuseppe Battaglia (figlio di Rosa Cossari), Antonio Naimo (figlio di Andrea). Cos come molto bravi sono stati il trio ormai famoso di Piero Frasc, Andrea Naimo, Pep Gallelli (Colonna), musicisti di qualit che hanno saputo accompagnare e coordinare musicalcontinua a pag. 30

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mente tutti i partecipanti. Per non parlare della presentatrice Anna Lagan che ci ha stupiti per la sua bravura nel tenere magistralmente tutta la serata, per la sua naturalezza e la capacit di coinvolgere il pubblico in sala; molto brava meglio della Clerici e della Milly Carlucci. Gradita anche la sorpresa che ci hanno fatto gli Svizzeri con lesibizione di una delle bande di tradizione locale; in fila e coperti alla tedesca, ma molto bravi, divertenti e coinvolgenti. Una serata da non dimenticare con momenti esaltanti, specialmente quando sono seguiti gli interventi molto apprezzati a met spettacolo, del Sindaco di Badolato Nicola Parretta e del vice-sindaco di Wetzikon Franz Behrens con la consegna di alcune targhe raffiguranti il paese di Badolato. Nel suo intervento il Sindaco Parretta ha voluto puntualizzare che lAmministrazione Comunale ha fatto la sua parte e tutto quello che era doveroso fare. Adesso la palla passa a tutti voi, e sar vostro compito rafforzare e fare crescere questa collaborazione predisponendo e intensificando scambi culturali e fare in modo che questo rapporto duri e viva nel tempo. finita con una tarantella generale con i rappresentanti dei due comuni a ballare sul palco e la consegna di una medaglia ciascuno a tutti i partecipanti la macchina del parentato partita, facciamo in modo che continui a camminare negli ani senza fermarsi. Qui finisce, in parte sintetizzata, la circostanziata relazione del vicesindaco Piperissa. A noi piacerebbe continuare riportando lo scritto che abbiamo chiesto allamico Andrea Naimo, ma lo spazio ci costringe a tagli forzati. Vogliamo tuttavia far conoscere ai nostri lettori un segmento di quello che Naimo ha scritto per noi. Ecco: La sorpresa stata lesibizione della banda musicale di Wetzikon che con la sua musica ha dato un input brillante ed emozionante, poich solo allora si sentita la vicinanza al gemellaggio dei due paesi la particolarit di queste ed altre bande che ho visto, sta nelleseguire non brani della loro cultura musicale che sicuramente non hanno, ma musiche contemporanee di genere pop, vale a dire canzoni italiane ed inglesi arrangiate in modo spettacolare Il vicesindaco di Wetzikon ha detto che la loro musica bella, per la nostra molto calorosa. Domenica pomeriggio (21 febbraio) c stata la sfilata di carnevale lungo il paese con i carri e le bande musicali (30 bande che si succedevano) distribuivano caramelle, buttavano coriandoli, qualche spicciolo ecc. ecc. Chi voleva stare nel corteo (na noia) o lungo la strada dove cerano le sfilate, doveva pagare 10 franchi. Le sfilate sapevano dinnaturalezza come fosse un obbligo e non un divertimento. Altra cosa che non mi piaciuta sta nel fatto che subito dopo la fine della manifestazione sono partiti allopera gli spazzini per pulire le strade: E che cavolo, giusto essere civili e comportarsi in modo tale, per il tempo di voltarti ed gi finito tutto, non c gusto! Comunque sicuramente il prossimo anno si allestir un carro tradizionale badolatese che sfiler in mezzo a quelli svizzeri, e vedranno che musica, che divertimento e che odore di salsicce, andranno in estasi Abbiamo sentito in merito anche il nostro Sindaco il quale ci ha riferito che dal 4 al 6 giugno prossimo sar ospitato a Badolato un gruppo di persone provenienti da Wetzikon, di cui fanno parte: il Sindaco, il Cancelliere, tre Assessori tra i quali il vicesindaco e una delegazione di Badolatesi che vivono a Wetzikon. La Radice pronta a fare la sua parte se utile.
Cartella sulla S.S. 106 a Gallipari

Vincenzo Squillacioti

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DERIVA

Chi fermer la deriva dItalia? Chi salver questo nostro Sud dallo sfacelo totale? Chiss, forse Gheddafi, giacch i nostri incapaci Governatori si passano catastrofiche consegne luno allaltro! O, invece, no?! La nostra salvezza verr, piuttosto, dalla Solidariet del necessario Federalismo Fiscale di cui si empiono la bocca le pi alte Autorit dello Stato. Sono anni, daltronde, che si sente dire per televisione che lItalia ha bisogno di meno Stato e di pi Solidariet. Ecco: lora giunta, o quasi. Stato ce n rimasto pochino; Solidariet unopzione spesso a pagamento. Naturalmente, se non disturba. Catastrofismo? Giudichino le persone serie. Quindi la tratta ferroviaria ionica ridotta al lumicino. La legge ferrea: il ramo che non produce deve essere tagliato! Venute meno le accanite resistenze che si coagulavano intorno a Franco Nistic nel passato, sar sempre pi difficile piegare la precisa volont di perseguire unicamente logiche di bilancio, che difficilmente si conciliano con le esigenze della gente. La Gente ormai rimasta di casa soltanto presso i filosofi, gli antropologi, i sociologi, i poeti, e presso altre sparute minoranze. Tutto il resto azienda, anche la Scuola, che non obbligata a produrre cultura, ma soprattutto titoli. Anche la Sanit, con tanti premi di produzione, per tutti, anche per chi lavora soltanto carte. Il funerale c stato il 4 marzo, con tanto di bara, messa a disposizione da una locale agenzia funebre. Cerano pure alcuni sindaci: pochi, come quasi sempre. I partecipanti non erano proprio da stadio, ma cerano. Cerano gli organi di informazione, come quasi sempre, la cui funzione, nella maggior parte dei casi, finisce dove finisce il servizio. Al resto pensa il potere, in funzione di bilancio e di cassa. Il Comitato di lotta Franco Nistic ha il gravoso compito di continuare a lottare. La Radice augura qualche vittoria, ogni tanto, e d una mano.
Vincenzo Squillacioti

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UNA STORIA LOCALE


I CINQUANTANNI DELLA PARROCCHIA DI SANTANDREA MARINA
Il volumetto di Enrico Armogida va ad arricchire una bibliografia, che ormai importante, come risultato di una serie di ricerche sulla storia locale investigata in tutti i suoi aspetti fisici, sociali, culturali, linguistici e religiosi. Egli il testimone e lo scrittore in cui si riconosce quel sentimento di appartenenza, quel legame profondo con la terra, con la comunit che egli stesso chiama andreolesit, quando racconta i personaggi andreolesi illustri, e soprattutto Saverio Mattei. E non si tratta di un limite, ma della sottolineatura delle radici solide della produzione letteraria di Armogida. Questa Storia della Parrocchia di San Raffaele Arcangelo - Marina di S. Andrea Ionio ha un impianto filologico e storico rigoroso che riesce a raccontare in modo interessante e convincente (la storiografia deve avere una sua logica) fenomeni sociali complessi che hanno segnato levoluzione del paese di S. Andrea, nello spostamento di una parte della popolazione nelle aree della Marina. La documentazione raccolta consente una narrazione nella quale le vicende delle persone (interessanti le fotografie con lindicazione dei nomi e dei soprannomi), i loro problemi, le loro domande, le loro aspirazioni sono presentate in collegamento con eventi naturali tragici, il terremoto del 47 e le alluvioni del 51 e del 53. Lintervento dello Stato per la costruzione delle case popolari d lavvio allurbanizzazione della Marina, che si pu dire ancora in corso. un fenomeno, questo della urbanizzazione delle marine, che stato oggetto di analisi e di studi sia sotto laspetto economico in relazione alla scarsa redditivit delle attivit agricole collinari, sia sotto laspetto sociale connesso con la propriet delle aree interessate agli interventi edilizi. Solo lintervento dello Stato, come stato puntualmente documentato, ha consentito la costruzione delle case per i terremotati e gli alluvionati, mentre il monopolio della rendita fondiaria di fatto bloccava lo sviluppo spontaneo del mercato delle aree edificabili. Nonostante i decenni trascorsi e i diversi tentativi di riforma in materia, il problema ancora sostanzialmente irrisolto. Movendo, invece, da questi dati si dovrebbe istituire ed approfondire una riflessione seria sui processi di urbanizzazione e sulla inderogabile necessit della modernizzazione dei rapporti tra competenze pubbliche e diritti e interessi dei privati nella programmazione e, quindi, nello sviluppo ordinato della organizzazione del territorio. Il rischio connesso con una urbanizzazione selvaggia, al di fuori di unidea che organizzi il territorio nella prospettiva di una comunit alla quale sia consentito di vivere i luoghi urbanizzati, quello di realizzare non-luoghi, come dice Marc Aug, spazi, cio con scarso grado di socialit. Per evitare questo rischio e costruire un luogo antropologico indispensabile realizzare punti di riferimento della storia collettiva, come il municipio e la chiesa parrocchiale. Sulla base della testimonianza di don Tito Voci, Armogida fa risalire alla primavera o, al pi tardi, allestate del 1952 linizio dei lavori della chiesa e una fotografia di Pietro Voci, sempre del 1952, attesta i lavori in corso dei due edifici pubblici, il nuovo municipio e la nuova chiesa. La costruzione della chiesa, aperta al culto il 18 marzo del 1956, fu la premessa per listituzione, nellottobre dello stesso anno, della Coadiutoria, dipendente dalla Chiesa Matrice, e poi, per lemanazione, l8 dicembre 1960, da parte dellArcivescovo, mons. Armando Fares, della Bolla di istituzione - in Marina di SantAndrea della Parrocchia di San Raffaele Arcangelo, con la nomina del primo parroco, don Tito Voci. Armogida racconta la giornata della proclamazione ufficiale della Parrocchia e dellinsediamento del primo parroco con dovizia di particolari, rilevati dai documenti ufficiali della Curia contenuti nel Bollettino del Clero. Tra questi documenti merita particolare attenzione il Verbale di consegna del Beneficio parrocchiale: i dati riportati attestano i rapporti

LIBRI RICEVUTI
Da Alberto Battaglia Silvio Governali SELINUNTE LEPOS Editrice per BANCA NUOVA Palermo - 2009 *** Da Giuseppe Cossari Achille Curcio - Giovanni Pisano INSIEME A MONTAURO Edizioni La Forgia Catanzaro - 2004 *** Da Lucia Scuteri Lucia Scuteri Conoscenza, Comunicazione e Identit Edizioni MeEdusa Spezzano Albanese - 2008 *** Da Imelda Bonato IL VOLO di Wim Wenders Donzelli Editore Isola del Liri - 2010

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Da I.I.M.S. Luigi Verolino GIUSEPPE TROPEANO Precursore della Medicina Sociale e fondatore del Pausilipon I.A.S. - Roma 2009 *** Da Orazio Raffaele Di Landro Orazio Raffaele Di Landro A RELIQUIA (d capidi d Madonna) (Poesie in dialetto di Caulonia) Tipolitografia Diaco Bovalino - Aprile 2010 A CORAJSIMA E A SETTIMANA SANTA (Poesie in dialetto di Caulonia) Tipolitografia Diaco Bovalino - Aprile 2010 *** Da Giuseppe Olivadoti Giuseppe Olivadoti UNA STORIA DIMENTICATA GraficheLAB Amaroni - 2010

esistenti tra lorganizzazione della Chiesa Cattolica e lo Stato italiano secondo i Patti Lateranensi del 1929. La materia, in particolare il sostegno del clero, stata poi diversamente regolata nella nuova formulazione del Concordato siglato tra Stato italiano e Chiesa Cattolica nel 1984. Dal racconto emerge con grande rilievo la figura del primo parroco, don Tito Voci, la cui personalit, sotto laspetto pastorale, culturale e artistico, documentata non solo dalle parole a lui dedicate nel periodico diocesano Comunit Nuova dal compianto don Mario Squillace, ma anche da quella che Armogida chiama preziosa Indagine su S. Andrea Ionio del 1978 e dalla tela dellUltima Cena, riproduzione del quadro di Philippe de Champaigne, e dai quadri di San Nicola e di San Bruno, dipinti insieme con i fratelli Bruno e Peppino nel 1981. Il ricordo del primo parroco consegnato nella lapide posta a sinistra della porta centrale della Chiesa, a cura della comunit parrocchiale con la data del 17 dicembre 1983. Dal 1 gennaio 1984 la Parrocchia affidata, con Bolla di nomina firmata da Mons. Antonio Cantisani, a don Alberto Vitale. Armogida racconta con continui riferimenti ai documenti e alle cronache i lavori di restauro della chiesa e la incisiva e zelante azione pastorale del nuovo parroco. Tre sono i momenti di tale attivit che lautore sottolinea: la catechesi, la liturgia e la carit. La catechesi, in particolare: risulta particolarmente significativo il richiamo alla crescita di una fede adulta in una chiesa adulta, che abbia come fondamento una educazione religiosa seria ed eviti quella che Armogida designa come religione dello scenario, incapace di incidere sulle scelte personali concrete e significative dellesistenza. una linea pastorale, quella scelta da don Alberto Vitale per la sua missione, fondata sulla convinzione che in una societ paganizzata dal consumismo di massa necessario, anzi, indispensabile, recuperare lo spazio per una esperienza religiosa autentica. In conclusione, ancora una volta va dato atto ad Enrico Armogida di aver prodotto un fatica letteraria veramente significativa non solo sotto laspetto del contributo alla memoria storica del nostro territorio, ma anche per larricchimento del dibattito culturale su alcuni temi essenziali del nostro tempo. Soverato, 24 aprile 2010 Gerardo Pagano

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OPERAZIONE FONTANE
Lacquedotto comunale di Badolato stato realizzato, su progetto del 1917 dellingegnere Domenico Taverna, nei primi anni Venti dello scorso secolo. Si trattato, ovviamente, di acqua che sgorgava soltanto nelle fontane pubbliche e in pochissime case private di nobili e di borghesi. Prima di allora, per secoli i Badolatesi si sono approvvigionati di acqua nelle fontane che sorgevano quasi a corona intorno al centro abitato: Granli a nord, Cafni ad ! ovest, Funtanhra a sud-ovest, Santula (SantEla) o Santu Nicla u Vecchju a sud, Cramata

(Foto M. R. Gallelli) - La fontana di Granli prima del restauro

ad est. Cerano numerose altre sorgenti sparse un po in tutto il territorio comunale (le abbiamo censite a scuola, quando ancora non esisteva la Scuola dei Progetti). La pi nota quella di Zangrsa, sulla strada provinciale per lo scalo ferroviario. Erano tutte molto utili, specialmente ai contadini nelle ore in cui erano al lavoro nei campi, da Fangmi a San Leonardo. Ce

(Foto M. R. Gallelli) - La fontana di Granli dopo il restauro

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nera una, molto antica, forse la pi bella, in contrada SantIsidoro: ne abbiamo scritto qualche anno fa su questo periodico. Le cinque ubicate sul perimetro dellabitato venivano usate in tante occasioni, ma soprattutto erano meta, con barili in legno e recipienti vari in argilla, della gente contadina ed artigiana. Nobili e borghesi, invece, pagavano delle donne, se proprio non erano salariate fisse, affinch, con il barile sulla testa e magari per pi di un viaggio al giorno, rifornissero la casa padronale di acqua per ogni uso, primo quello potabile. La Radice ha messo gli occhi su tali fontane fin da quando nata, per recuperarle (Foto M. R. Gallelli) ove possibile, e comunque per riportarle alla luce e additarle alla gente quali documenti, poveri ma fondamentali, della nostra civilt. Un primo intervento stato portato alla fontana do Cafni nel luglio del 1997 (La Radice, n 3/1997, pag. 1): riportata alla luce, soltanto con le nostre mani, le caduta addosso una frana ed ancora in attesa di venire dissotterrata. Altro pesante intervento stato realizzato alla fontana e Santu Nicla u Vecchju in due riprese nellagosto del 2008 (La Radice, 2/2008, pag. 45): ci hanno aiutato in quelloccasione gli amici Peppino Caminiti, Maurizio Falzoni, Franco Gallelli e Pep Menniti. Abbiamo riportato alla luce la storica fontana, ma, non avendo noi la capacit economica di intervenire per un assetto consistente e duraturo, la sorgente sta per essere nuovamente sommersa dalla vegetazione del Copnu, il rigagnolo che vi scorre accanto. Questanno 2010, stimolati da una persona tanto vicina a La Radice, abbiamo presentato allAmministrazione Provinciale di Catanzaro un formale progetto per poter mettere mano ad unattivit di recupero organizzato e duraturo. Il progetto stato approvato, anche se il relativo finanziamento copre soltanto la quarta parte della spesa sostenuta per recuperare a funtna e Granli, la pi importante, forse, tra le fontane di cui si scritto. Un lavoro di cui siamo veramente soddisfatti, eseguito con passione e perizia anche dalle maestranze che hanno lavorato per conto della ditta Tot Scoppa cui La Radice ha affidato lincarico, eseguito con capacit e intraprendenza. Una soddisfazione aumentata dalla coincidenza, temporale e concettuale, dei lavori di ripristino della mpetrta e Cerasa decisa dal Sindaco di Badolato. Due tasselli strutturali che si sposano storicamente: una strada che, sino alla realizzazione della provinciale per lo scalo ferroviario, stata percorsa per secoli, mattino e sera, dalla nostra gente essendo di accesso al paese da nord; una fontana che, per secoli anchessa, ha dissetato umani e animali al loro servizio nella gioia e nella sofferenza della vita di lavoro. Non nascondiamo di avere avvertito un brivido al pensiero di calcare le orme dei nostri padri sui sudati sentieri della loro vita. Una realizzazione alla quale dovrebbero seguirne altre, come altre lhanno preceduta. Un risultato per il quale sentiamo di dover pubblicamente ringraziare la persona amica che ci ha stimolato, lAmministratore e il Funzionario della Provincia, il Sindaco di Badolato, lAVIS di Badolato e il titolare della ditta che ha eseguito i lavori e le sue attente maestranze.
Vincenzo Squillacioti

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A MANNA DO FAN
Qualcuno dei nostri lettori ricorder loperazione Bottiglie in mare realizzata il 27 ottobre 1996 da dieci artisti calabresi, tra cui il nostro Gianni Verdiglione, con il supporto de La Radice. Nel pomeriggio di quella giornata sono state lanciate nel Mediterraneo 302 bottiglie, con allinterno la scritta Badolato non vuole morire ed accanto limpronta digitale dei Badolatesi (302 persone hanno apposto la propria impronta in piazza Castello). Per quelloccasione lamico Gianni Verdiglione ha realizzato un monumento che in un primo tempo abbiamo nomato Il grido, e solo successivamente chiamato con il nome indicato dallartista: A manna do fan. Lenorme masso, deposto nei pressi della spiaggia, finito presto in acqua, ma noi, con la collaborazione di (Foto M. R. Gallelli) Pasquale Fiorenza intervenuto con un suo potente mezzo meccanico, labbiamo recuperato e posto sulla via Marina, allaltezza dellinizio del lungomare (La Radice, n 2/1999). Ed rimasto l ormai per tanti anni, senza un nome, grande sasso di senso oscuro. Oggi, a cura de La Radice, il monumento offre finalmente la possibilit di lettura del proprio nome mediante una targa litica realizzata dallo stesso Gianni Verdiglione: A manna do fan. La manna vuole essere il cibo necessario per vivere; il fan la tipica finestrella che veniva ricavata con le tegole in ogni sottotetto di casa di contadini. Il monumento di Verdiglione, richiamando un antico adagio badolatese, vuol dire alla gente, ai giovani soprattutto, che non si deve stare con la bocca aperta (la svasatura nelle parte alta del macigno) in attesa che scenda la manna dal cielo per sfamarsi. Un monito, quindi: Non bisogna aspettare a manna do fan.
(Foto M. R. Gallelli)

Vincenzo Squillacioti

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I MPETRTI
Mpetrti, strade selciate, a Badolato ce nerano parecchie, anzi tutte le strade del centro abitato erano mpetrti, cos come, riteniamo, in tutti paesi di questo mondo, dopo lepoca della terra battuta e prima dellavvento del cemento e poi dellasfalto. I mpetrti allinterno del perimetro urbano sono scomparse a Badolato nei primi anni Cinquanta, quando s ritenuto necessario cementificare tutte le sedi stradali per eliminare i gravosi danni di infiltrazione di acqua piovana nelle case, come era massicciamente avvenuto durante il nubifragio dellottobre 1951. Si detto allora, e si ripete ancora oggi in parte col senno di poi, che per si poteva evitare di abolire le gradinate che, in verit, rendevano molto meno pesante linerpicarsi per le ripide vie del paese. E si ribatte ancora oggi che s fatto per rendere possibile il traffico agli automotoveicoli: chiss perch non stata adottata la soluzione, che c, di salvare capre e cavoli! Rimangono ancora selciate le strade esterne, (Foto archivio famiglia N. Caporale) - Un quelle che collegavano la campagna con il centro segmento di corso Umberto I negli anni abitato, ma sono ormai un disastro perch, avendo- Quaranta le abbandonate quasi completamente per viaggiare in automobile su altre strade, non c lesigenza di manutenzionarle, e si dimentica persino che esistono, anche da parte di chi avrebbe il dovere di conoscere minuziosamente il territorio comunale. Rimangono pur sempre dei documenti storici, ma chi ha in mente e la possibilit di por mano ad esse!? Lattuale Sindaco di Badolato, il ragioniere Nicola Parretta, ha deciso di risanarne due, per ora, delle cinque che noi conosciamo: quella che dal ponte di Granli porta a Cerasa e la storica e panoramica petta e lngioli. Due belle strade selciate, rimesse a nuovo nello scorso mese di marzo da alcuni giovani incaricati dallAmministrazione Comunale; due belle e storiche strade che hanno suscitato, ricordi, emozioni e interesse durante la Settimana Santa quando sono state calpestate dalle partecipate processioni dei misteri della Passione. A completare lapprezzabile
(Foto F. Mai) - A petta e lngioli oggi
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IL CINQUE PER MILLE


Dove lo Stato carente, o latitante, pullulano tante brutte cose. Ma anche Enti ed Associazioni di ogni tipo, religiose culturali sportive, no profit di volontariato, onlus, per sostegno o integrazione, con funzioni anche vicarie. Si tratta molto spesso di carrozzoni e di carretti che nascono per motivi politici, elettoralistici, economici, Salva la pace dei buoni! Bisogna dirlo: dobbligo. Tra decine e centinaia di migliaia, anche La Radice che, son gi diciannove anni, persegue obiettivi di tipo squisitamente culturale e, non proprio di riflesso, anche umanitari nellaccezione pi ampia del termine. Standosene per lontana da ogni tipo di potere: i risultati e le conseguenze sono sotto gli occhi di chi conosce e ci segue. Il cinque per mille appartiene allo Stato, e, se non fosse per il fatto che lo Stato viene continuamente e in mille modi spolpato da chi ha i denti adatti per farlo, sarebbe meglio se rimanesse allo Stato, cio a noi tutti. Giacch, per, per legge disponibile per chi, avendone i requisiti, pu chiederne laccesso, lo abbiamo fatto anche noi nel 2009. Abbiamo ripetuto la richiesta anche questanno: da ci la lettera spedita in aprile a circa milleduecento persone che, residenti in Italia, ricevono il periodico. La riportiamo qui anche quale promemoria. Amici carissimi, lo scorso anno 2009 Vi abbiamo chiesto il 5 delle imposte da Voi pagate nel 2008. Non sappiamo quanti di Voi hanno risposto al nostro appello, ma ci risulta che lo avete fatto in parecchi. Non conosciamo ancora limporto totale per noi sottoscritto, per cui dobbiamo essere prudenti nel progettare attivit e prodotti che poi non saremmo in grado di pagare: lAgenzia delle Entrate -ci viene detto- sta ancora contabilizzando lanno 2006. Tuttavia, poich abbiamo la speranza di riuscire a realizzare ancora tanto, sul piano culturale e soprattutto su quello squisitamente umano, Vi chiediamo di confermarci la Vostra fiducia apponendo la Vostra firma nellapposita scheda nella casella Sostegno del volontariato e delle altre organizzazioni non lucrative di utilit sociale, delle associazioni di promozione. Vi ricordiamo il numero del nostro Codice Fiscale: 94002320797. Sicuri che continuerete a seguirci attraverso il periodico che continueremo a farVi avere, Vi ringraziamo e Vi porgiamo tanti auguri di salute. Badolato, 20 marzo 2010
Il presidente Gallelli Mario Ruggero
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opera del non usuale recupero, lilluminazione della petta dalla strada provinciale sino al Convento: un bel lavoro, una bella immagine, unencomiabile operazione di recupero e di valorizzazione. E ancora. Quanti i porcili intorno al vecchio centro abitato? Li abbiamo contati anni fa: alcune centinaia, oggi ruderi inservibili, sporchi e coperti da intricata vegetazione. LAmministrazione Comunale ha recuperato anche queste brutte testimonianze del passato, cominciando da quelli che guardano a nord, i pi visibili attraversando in automobile la provinciale a Mingiano: puliti, e di notte illuminati, ricordano, non tanto vagamente, limmagine che si gode osservando i Sassi di Matera.
Vincenzo Squillacioti

BIBLIOTECA COMUNALE RIAPERTURA

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Siamo lieti di comunicare che lAmministrazione Comunale di Badolato non solo ha deciso la riapertura, in tempi previsti brevi, della Biblioteca nei locali di via Garibaldi, ma ne ha deliberato listitituzione in forma ufficiale. Con delibera del Consiglio Comunale n 7 del 13.03.2010 stato approvato lo Statuto e il Regolamento della nuova Biblioteca Comunale la cui gestione affidata a La Radice mediante apposita e articolata Convenzione (delibera n 8 del 13.03.2010). Poich i necessari adempimenti da parte degli amministratori e dei responsabili degli Uffici comunali stanno avvenendo proprio in questo periodo, riteniamo di poterne dare dettagliata comunicazione nel prossimo numero del periodico. Prendiamo nota, intanto, di altri arrivi da parte di amici, vicini e lontani. Abbiamo ricevuto i seguenti libri: - Da Mimmo Badolato: Mimmo Badolato - LA RADICE di Badolato - Raccolta dei termini dialettali badolatesi dal 30 giugno 1995 al 31 agosto 2009. Un fascicolo di 20 pagine realizzate al computer, con cui lamico Mimmo ci ha un commosso quando venuto a trovarci per portarci il gradito dono. Un gesto autonomo e non del tutto conforme alla scrittura del periodico, ma ugualmente apprezzabile per liniziativa e per linteresse che appalesa. - Da Lorenzo Viscido: Lorenzo Viscido - Lessico zoologico nelle Variae di Cassiodoro - Grafiche Lucia Catanzaro - 2010. Unaltra bella opera questa dellamico professore Viscido, degna di notevole considerazione e di attento studio da parte di cultori della lingua latina e in particolare del grande calabrese di Squillace. - Da Dante Maffia: Dante Maffia - milano non esiste - HACCA - Avellino - 2009. Antonio Iacopetta - Il cerchio aperto Studio su Dante Maffia - Edizioni Feeria Panzano in Chianti - 2009. milano non esiste ci presenta in forma di romanzo una delle tante tragiche piaghe della moderna emigrazione della gente del Sud
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BIBLIOTECA COMUNALE

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(Maffia di Roseto Capo Spulico), che spesso sfugge allanalisi superficiale e frettolosa anche di addetti ai lavori: una terribile dicotomia tra lemigrato che ha il bisogno di tornare e la nuova famiglia nata, cresciuta e radicata altrove. Il volume di Iacopetta un serio saggio su uno tra i maggiori scrittori calabresi viventi. - Da Istituto per gli Affari Sociali (I.A.S), Roma: Luigi Verolino - Giuseppe Tropeano Precursore della Medicina Sociale e Fondatore del Pausilipon, dellAsilo a Marechiaro e dellIstituto di Medicina Pedagogica a Ponticelli - I.A.S. Roma - 2009. Il libro, da poco ricevuto per interessamento del sempre attento nostro lettore Mimmo Lanciano, senzaltro uno dei pi belli e dei pi interessanti per tantissima gente di studio e per tutti i Badolatesi. Giuseppe Tropeano, fratello del dottore Antonio e dellavvocato Luigi, e quindi zio del senatore avvocato Luigi Tropeano anche lui, si laureato in medicina a Napoli dove stato professore universitario, il primo in Italia ad insegnare Medicina Sociale di cui ritenuto valido precursore. La Radice ne aveva scritto succintamente alcuni anni fa. Questo libro, ora, potr essere utile per fare conoscere meglio uno dei pi grandi figli di Badolato e di Calabria, la cui attivit ha lasciato il segno ben oltre i confini nazionali. - Da Pasquale Battaglia: Pasquale Battaglia - I racconti del nonno nelle serate dinverno - BruMar Catanzaro - 2010. il settimo libro dellamico Pasquale Battaglia, da quando ha cominciato a dare i suoi lavori alle stampe. I racconti del nonno sono undici, uno per uno introdotti da riflessioni personali dellAutore. Nel leggerli ci viene in mente che Pasquale Battaglia, e tutti quelli che scrivono/scriviamo racconti della nostra civilt ormai scomparsa, faremmo bene, forse, a scrivere in dialetto -qualche amico gi lo fa- con il duplice obiettivo di porgere pi efficacemente quanto si vuole raccontare e di recuperare lautentico linguaggio dei nostri nonni. Dovrebbero essere loro, per, quei pochi che ancora ci sono, a parlare, e noi a riportare fedelmente le loro parole.

BIBLIOTECA COMUNALE
Continuano ad arrivare tesi di laurea, ed per noi motivo di conforto: siamo sempre lontani da quella massiccia archiviazione progettata anni fa, ma contenti del gettito, che rimane continuo. Le due tesi pervenuteci in questo periodo interessano in modo diretto Badolato. Quella del badolatese Guglielmo Priolo, in due volumi, ha per oggetto specifico il territorio di Badolato, e tratta, in particolare, la nascita e levoluzione del centro abitato di Badolato Marina. Quella di Paola Mattioli, una Signora romana che abbiamo avuto il piacere di sentire per telefono, tratta di Badolato nel contesto dei ventotto comuni oggetto di studio nel territorio cha va da Stalett a Serra San Bruno, a Guardavalle. Due documenti che potranno essere utili agli studiosi di oggi e di domani. Ecco le tesi: - Politecnico di Milano - Facolt di Architettura - Dipartimento di Program-

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mazione Progettazione e Produzione Edilizia ARCHITETTURA BIOCLIMATICA IN CALABRIA Anno Accademico 1982-83 di Guglielmo Priolo - S. N. D. L. S. INDAGINE DI CAMPO SUI RUOLI FEMMINILI IN FAMIGLIA E NELLA SOCIET IN UN COMPRENSORIO IN TRANSIZIONE DELLITALIA MERIDIONALE Anno Accademico 1966-67 di Paola Mattioli Prendiamo con piacere nota, inoltre, che il giovane Marziale Bressi ci ha regalato tre giornali pervenuti a notabili di Badolato in anni ormai lontani: 1898, 1899, 1903. Ringraziamo tutti gli amici che ci sono vicini con la loro sensibilit e con linteresse per il nostro lavoro.
Vincenzo Squillacioti

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MUSICA SCOLASTICA
Badolato ha una bella tradizione musicale che risale al lontano passato, e sono numerosi ancora oggi i Badolatesi che si dedicano con passione alla musica, da dilettanti e da professionisti, con risultati spesso apprezzabili in paese, nella regione e nel resto dItalia. In linea con quanto avvenuto ed avviene nel mondo degli adulti, da alcuni anni si dedicano con passione alla musica tanti nostri ragazzi frequentando appositi cors di strumento allinterno dellIstituto Scolastico Comprensivo di Badolato e Santa Caterina. Quale logica, concreta e operativa conseguenza, nata, allinterno delle struttura scolastica, lOrchestra Tommaso Campanella, che da alcuni anni esce dalla scuola per partecipare a rassegne e concorsi musicali. Sta partecipando, in particolare, al Concorso Nazionale Musica dinsieme, del quale ha vinto la 3 e la 4 edizione negli anni 2008 e 2009. Questanno ha preso parte alla 5 edizione che s svolta dal 28 al 30 aprile presso lIstituto Comprensivo L. Montini di Campobasso. Quaranta nostri ragazzi, maschi e femmine delle tre classi di Scuola Media, partiti da Badolato mattina del 29 aprile, si sono esibiti nel pomeriggio, alcuni con il pianoforte, altri con il flauto, altri ancora con la chitarra e numerosi con il violino: hanno riportato un meritato 2 posto. A prepararli, oltre allinsegnante di educazione musicale Maria Carmela Mic, a farli appassionare al linguaggio internazionale che la musica, e ad accompagnarli nelle trasferte, i docenti Marco Maida, Silvia Calascibetta, Pantaleone Froio e Fabio Grande. La trasferta di questanno in Molise si conclusa il 30 aprile ad Agnone dove i ragazzi hanno avuto il piacere di visitare la rinomata fabbrica di campane della Famiglia Marinelli, accompagnati per tutta la giornata da una guida deccezione, il badolatese Mimmo Lanciano. Ad aumentare la soddisfazione dei musicisti in erba la notizia che la manifestazione andr in onda su SKY ai primi di maggio. Il 28 maggio prossimo un altro importante appuntamento nazionale a Cetraro. Chiss se da questo bel vivaio nascer qualche stella a brillare nel firmamento della musica! il nostro grande augurio. Vincenzo Squillacioti

L A N O TA IO NO!
Io non sono per nulla contento di vivere in un Paese in cui la precariet regna sovrana. In un Paese in cui una schiera infinita di giovani ha tanta paura del futuro da non sentirsela a mettere su famiglia e dare alla luce dei figli. Un Paese in cui puoi anche morire prima dellaccertamento sanitario richiesto, se segui la trafila prevista dalle norme. Un Paese in cui se vuoi entrare in ospedale devi quasi sempre passare attraverso costosi canali privati. Un Paese in cui i giovani non trovano lavoro, o lo trovano da fame, e chi ce lha lo perde, e magari si uccide, per colpa di una crisi mondiale e nazionale che lascia ricchi i ricchi che lhanno creata e i poveri sempre pi poveri. Un Paese in cui un dirigente dello Stato si difende da pesanti accuse dicendo che non ha bisogno di mazzette perch guadagna due milioni di euro lanno. Un Paese in cui si moltiplicano i manager -uomini come tutti noi, e non sempre- che guadagnano somme semplicemente scandalose. Un Paese in cui un tale diventa pi ricco dellanno precedente di 2,5 miliardi. Un Paese in cui lo Stato viene sempre pi svuotato, e la legge calpestata e lonest irrisa. Un Paese in cui si continua a chiamare onorevoli le innumerevoli persone scelte dal potere per governare, ma pagate con compensi scandalosi dalle casse pubbliche. Un Paese in cui per mania di grandezza si spendono 512 milioni di euro per realizzare un inutile quanto presuntuoso e pretestuoso G8. Un Paese in cui Poste, Ferrovie, Compagnie petrolifere, Case assicuratrici e simili fanno il bello e il cattivo tempo, calpestando impunemente i cittadini, con la benedizione, se non proprio con la complicit interessata delle Istituzioni. Io no! Io non sono affatto contento di essere cittadino di un Paese cos! Vincenzo Squillacioti

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DISPOSIZIONI TESTAMENTARIE
Vito Maida, il poeta soveratese Vito Maida, lamico Vito se n andato prematuramente il 18 dicembre 2004. Presagiva, per, la sua fine (La Radice, n4/2004, pag. 3), per cui ci ha lasciato precise indicazioni in merito alla stampa di una selezione tra le tante sue poesie ancora inedite. Le sorelle Signore Carmela e Teresa, nel rispetto della volont del fratello, hanno allora affidato a La Radice la cura e la stampa di Spine e Spighe (maggio 2006). Lo scorso anno, poi, stato trovato tra le sue carte un breve e chiaro manoscritto testamentario: Tutti i miei libri calabresi alla Biblioteca Calabrese di Soriano (prof. Provenzano); altri ai giovani che amano la lettura dopo che i miei nipoti ne hanno scelto qualcuno per loro; quelli scolastici, utili per lo studio, vadano a La Signora Carmela Maida, confermandoci la stima e la fiducia, ci ha contattati perch fosse ancora una volta La Radice a realizzare la volont dellamico Vito. Tra le migliaia di libri ancora scaffalati nella casa ove abitava, abbiamo selezionato trecentocinque volumi riguardanti la Calabria per contenuto o/e per autore, e il 20 gennaio u. s. li abbiamo portati alla Biblioteca Calabrese di Soriano consegnandoli, in nome dellamico comune Vito e delle sorelle, allimpareggiabile fondatore-direttore dellIstituto preside Nicola Provenzano, che ci segue dal 1994, come noi lo seguiamo nellaltamente meritoria sua attivit. La gentile Signora Carmela, inoltre, sicura dinterpretare la volont del fratello, ha fatto poi dono a La Radice, per la Biblioteca Comunale di Badolato, di circa mille volumi che saranno a suo tempo catalogati per costituire la Sezione VITO MAIDA della nostra Biblioteca.
Vincenzo Squillacioti
(Foto M. R. Gallelli) - A Soriano Calabro, il 20 gennaio 2010, con il direttore della Biblioteca Calabrese professore Nicola Provenzano

S E R E N ATA

A LUNTANNZA
Bella stu cora meu tamu tantu, quandu lu trenu frischja nu tormntu. Lu trenu ti cacciu de lu me cantu e ti vozza levra a nattru puntu. Quandu mi scrivi mi cumpndu tantu: mi salti nta carta e maccuntntu.
(A cura di Tota Gallelli)

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AV V E N N E A B A D O L AT O

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OSPITI A BRINDISI
Nel n 3/2009 (pagg. 50-52) abbiamo scritto di bambini badolatesi che in occasione dellalluvione del 1951 sono stati a Parghelia e a SantAngelo di Drapia, oggi in provincia di Vibo Valentia. Abbiamo concluso il pezzo scrivendo che altra volta avremmo scritto di altri bambini che nello stesso periodo sono stati ospitati a Brindisi. Ed quello che facciamo ora, con la collaborazione di tre dei protagonisti di quellavventura che si avvia ormai al sessantesimo compleanno. Abbiamo sentito mastro Rosario Pacetta (Provulru) che ci ha pure regalato due belle fotografie che qui riproduciamo. Abbiamo ascoltato Felice Tirabosco che da lungo tempo vive a Soverato. E per telefono abbiamo sentito a lungo Peppino Gallelli (do Dui), che, emigrato per lavoro alcuni decenni fa, vive oggi a Wetzikon, dove per 18 anni stato presidente dellARCEW, sigla che sta per Associazione Regionale Calabresi Emigrati a Wetzikon, alla quale egli ha tolto la E -lo dice con piacere- per veicolare un concetto molto importante e serio: non si pu continuare a parlare di emigrazione, quando siamo gi alla seconda e alla terza generazione. Bisogna ormai che si parli di integrazione. Sorvolando sulle condizioni socio-economiche di quel triste periodo storico, perch ne abbiamo scritto nel numero de La Radice sopra citato, facciamo opportuna e doverosa sintesi di quanto i tre amici ci hanno raccontato su quella lontana esperienza della loro vita. In mancanza di documenti, di cui non facilmente immaginabile lesistenza in Badolato, diamo credito -e lo facciamo volentieri- alle risposte che i tre amici hanno dato alle nostre domande, provocatrici di ricordi e di emozioni. In particolare Peppino Gallelli che, come ogni emigrato, porta con s come rinchiusi in uno scrigno esperienze e ricordi della vita trascorsa nel paese dorigine, ci ha raccontato particolari che contribuiscono a illuminare questaltro segmento di storia di casa nostra. Liniziativa stata come sempre dellArciprete don Antonio Peronace, che non ha mai lasciato in pace i funzionari della Prefettura di Catanzaro, n in quelloccasione n in tutti gli anni della sua dinamica esistenza, con lintento di aiutare linfanzia del popolo in un momento in cui le famiglie avevano difficolt persino nel provvedere al fabbisogno alimentare. I bambini ospitati fuori Badolato venivano alimentati negli Istituti in modo regolare e sufficiente. Vestivano e calzavano come bambini normali. Uno dei tre amici da noi interessati ci ha raccontato che, essendo stati accompagnati a casa per la Pasqua, si vergognava di girare per le vie del paese perch vestito con scarpe, pantaloni, camicia, giacca, cappotto e cappello (basco). Un altro ci ha confessato: Magari si poteva stare l! Nessuno ricorda il giorno della partenza da Badolato, ma qualcuno ha memoria del giorno di Natale trascorso in famiglia. Peppino Gallelli ricorda che lui non voleva partire, ed andato a casa sua per convincerlo Vincenzino Gallelli, futuro collocatore. La partenza avvenuta, quindi, negli ultimi giorni di dicembre del 1951 o nel gennaio del 1952. NellIstituto hanno frequentato, difatti, lintero anno scolastico: quinta elementare alcuni, primo o secondo anno di avviamento professionale altri, a seconda dellanno di nascita (dal 1935 al 1939). Accompagnati da don Peronace sino a Catanzaro, sono partiti da Badolato per lo scalo ferroviario con il postale di don Raffaele Bressi. Nella citt di Catanzaro, a cura della Prefettura sono stati (Archivio famiglia R. Pacetta) - Bambini badolatesi sfollati a vestiti in modo decente. Hanno Brindisi nel 1952 poi proseguito per Catanzaro

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Lido, dove avrebbero fatto sosta per consumare la cena, ripartendo poi per Crotone, Metaponto e Brindisi. Nessuno dei tre nostri collaboratori ricorda se e chi li ha accompagnati nel viaggio sino a Brindisi, forse il primo viaggio in treno della loro vita. Erano circa trenta. Ecco i nomi che si ricordano: Cec Battaglia, Pep Battaglia, Vincenzo Bressi, Gianni Caminiti, Ciccio Cossari, Ciccio Gallelli, Pep Gallelli, Tot Guarna, Vincenzo Femia (di Pietro), Bruno Martello (fu Generoso), Pep Menniti, Giuseppe Nistic, Antonio Paparo, Andrea Piroso, Giuseppe Primerano, (Archivio famiglia R. Pacetta) - Bambini badolatesi sfollati a Andrea Gallelli (di Giuseppe), Pep Brindisi nel 1952 Rudi, Felice Spasari, Andrea Squillacioti. Si aggiungono, ovviamente, i tre intervistati, Peppino Gallelli, Rosario Pacetta, che ha conservato le due belle fotografie, e Felice Tirabosco. Insieme ai nostri ragazzi a Brindisi ce nerano tanti altri, perch le alluvioni del 1951 hanno creato difficolt e tragedie anche in altri paesi di questa nostra zona: ce nerano quindi di Nardodipace, Chiaravalle, SantAndrea, Isca, Guardavalle. Erano circa centocinquanta in tutto, secondo il racconto dei nostri che ci ricordano ancora qualche cognome: Codispoti (Bruno), Muccari, Pilato (Anselmo), Sorrenti. Ad ospitarli un capiente Istituto (il San Francesco, pare), retto da sacerdoti, in localit Casale alla periferia di Brindisi, secondo il ricordo di Peppino Gallelli; un edificio contiguo ad un filo spinato, confine di un aeroporto militare. La direzione dellIstituto ospitante era affidata a certo don Daniele, coadiuvato da cinque o sei tra istruttori e assistenti, laici, e da altro personale per la pulizia e per la mensa. Cos ci dice Rosario Pacetta, che ricorda una donna di nome Maria e un istruttore di nome Vincenzo. Ci racconta, inoltre, che nei primi anni Novanta un istruttore di allora, certo professore Filippi, passando in automobile da Badolato Marina si fermato per chiedere di alcuni ragazzi di allora di cui ricordava ancora il cognome: mastro Rosario li ha bloccati, lui e la moglie, a casa sua per la cena e il pernottamento. Lindomani hanno proseguito il viaggio per la Sicilia. Frequentavano la scuola allinterno dellIstituto; nelle giornate di sabato e/o di domenica venivano accompagnati fuori a passeggio. Felice Tiabosco ci racconta che una volta sono stati a villeggiare per quindici giorni in unisola di cui non ricorda il nome. Ricorda, lamico Felice, che, essendo scarso il personale ausiliario al seguito, uno dei pi grandicelli tra loro, Andrea Pultrone, aveva lincarico di aiutare nella distribuzione del cibo. La mutualit nel nostro passato era una pratica quasi abituale, ed un valore. Mim Guarna, cognato di Felice Tirabosco che ci ha aiutato in questa ricerca, ricorda che in quel periodo (1952) si sentiva canticchiare a Badolato, e la canticchiava anche lui, una canzoncina che ha rimemorato per noi: Sulu sulu mi cunsmu / ardu comu nu ccippni / tuttu fiamma e tuttu fumu / pe ttia cantu sta canzni. // Venitnda bedda mia / jamu a SantApollinre / l si stacia in allegra / jamunnda ad abballri. // Mannggia lu remu / stasra si voga / stasra mi noia / mi facia morr. // Si aza lu ventu / / sagghjmu la vela / mi sentu cuntntu / e cantu pe tte. Si tratta di una canzoncina che non ha alcuna pretesa, n sul piano linguistico n su quello documentale: labbiamo recuperata perch potrebbe provocare qualche ricordo in qualcuno dei
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LA LINGUA

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COS PARLAVANO I NOSTRI PADRI


Abbacra (verbo) = pensare a o interessarsi di cosa non importante (dal latino vacare, essere vuoto) cascettru (s. m.) = delatore, chi riferisce facilmente ad altri faccifora (loc. avv.) = solo per apparenza (dal latino facies, aspetto + foris, fuori) guccera (s. f.) = macelleria (dal francese boucherie, macelleria) luvrsu (agg.) = lentigginoso (dal latino rubrus, rosso) ! mbuhr!ra (verbo) = otturare nzinrcu (agg.) = avaro postarta (s. f.) = autunno, in ritardo rispetto alla stagione estiva (dal latino posterus, che viene dopo) ! rimohr!ra (verbo) = ammorbidire, ammollare; figurato: convincere, persuadere (dal latino mollire, ammorbidire) sbacu (s. m.) = svago, riposo, perditempo (dal latino vacuus, non occupato) tiana (s. f.) = tegame di terracotta (dal greco teganon, padella) ventrra (s. f.) = grembiule di cuoio per i mietitori (dal latino venter, ventre)
(Studio etimologico di Antonio Rosa)
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nostri lettori. In ogni caso abbiamo scoperto che SantApollinare stata, sino agli anni Settanta, la pi bella e pi frequentata spiaggia di Brindisi Talvolta arrivava dalla lontana Calabria qualche genitore: Rosario Pacetta ne ricorda due, il pap di Bruno Codispoti, da S. Andrea, e da Badolato il pap di Felice Tirabosco, lindimenticabile mastro Felice, che, avendo sentito (da chi?) che i ragazzi a Brindisi non si trovavano bene, ha raggiunto la citt pugliese in treno, portando con s delle caramelle, una ciascuno. Non era cosa di poca importanza, per ragazzi emigrati nel 1952, ricevere la visita di un genitore, anche se non il proprio, che veniva dal paese. Ci ricorda per telefono Peppino Gallelli che non era affatto facile telefonare a casa, a sentire la voce della mamma: bisognava mandare un preavviso, tramite il centralino, e poi aspettare per ore, al centralino, lorario prefissato. Una lettera, continua Gallelli, impiegava due mesi per arrivare a destinazione. A parte la sofferenza per la lontananza da casa, nessun ricordo triste nei nostri amici ormai cresciuti: Mangiavamo tutti allo stesso refettorio e dormivamo nella stessa camerata. Ogni tanto ci veniva data qualche sigaretta da un istruttore, e la fumavamo di nascosto nei gabinetti. Non avevamo la divisa, ma vestivamo per bene, in modo decente e ordinato, e portavamo tutti il basco. Alla fine dellanno scolastico ci hanno chiesto se volevamo restare per continuare a studiare. Io -dice per telefono dalla Svizzera Peppino Gallelli- ho detto di s. Poi ci hanno detto che dovevamo preparare il corredo, ma la mia famiglia non poteva: mio padre non aveva neanche i soldi per il treno per venire a trovarmi. Eravamo lontani. La lontananza finita con il ritorno a casa, a fine anno scolastico, tra giugno e luglio. Nella marina di Badolato erano gi sorti, a tempo di record, i primi settantadue alloggi per alluvionati. Ma era gi iniziata lemigrazione di massa: per Badolato cominciava un capitolo di notevole cambiamento, dopo nove secoli di storia senza grossi scossoni. Vincenzo Squillacioti (Si ringraziano sentitamente i tre cari amici Peppino Gallelli, Rosario Pacetta e Felice Tirabosco, ed anche Pep Menniti e Mim Guarna, per la fattiva collaborazione che ci ha consentito di riportare alla luce questaltro capitolo di storia badolatese.)

RIFLESSIONE LINGUISTICA

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! A MEGGHJU PARLA CHIHR!A CHI NO NESCIA


Saper tacere una virt ritenuta sinonimo di saggezza e di prudenza e molto esaltata nei proverbi calabresi. Si diceva un tempo e si dice ancora oggi che la parola migliore quella che non esce dalla bocca; sicuramente questo un invito alla riservatezza e al rispetto della propria e dellaltrui dignit, un monito per chi critica, spettegola o peggio offende qualcuno emettendo giudizi poco benevoli e pareri non richiesti. A questo proposito ricordiamo anche un altro detto che recita: Cu cchj parra, cchj sgarra (Chi pi parla pi soggetto a sbagliare). Effettivamente chi parla molto ha pi possibilit di sbagliare; di conseguenza preferibile parlare poco e cio quel tanto che basta per esprimere in modo adeguato le proprie idee che dovrebbero essere improntate allessenzialit ed a difesa della verit e della giustizia ove occorra. Possiamo quindi affermare che ascoltare molto pi importante che parlare; e che il silenzio spesso pi eloquente delle parole; e se vero che il silenzio doro, altrettanto vero che esso diventa di piombo quando si trasforma in omert. Cu senti e taci campa mpaci, cu senti e dici sattcca nimci (Chi sente e tace vive in pace, chi sente e parla si procura nemici). C in questo proverbio pi che linvito alla riservatezza, lingiunzione al silenzio, inteso come reticenza; ed questo il classico atteggiamento omertoso che fin dai tempi pi remoti ha caratterizzato la cultura meridionale, condizionando il nostro modo di pensare, di agire, di vivere. Veniamo ora a considerare un altro interessante detto: Cu parra assai non vinda tila (Chi parla molto non vende, non conclude affari), che rivela un atteggiamento di prudenza e seriet da parte dei nostri padri ai quali bastava una sola parola per comprendere una situazione. Intelligenti pauca dicevano i Latini! Parlare molto per cercare di vendere una qualsiasi merce era invece considerato un espediente per imbrogliare lingenuo acquirente, perci si diffidava di chiunque non si esprimesse in maniera diretta e concisa; in particolare si evitava di acquistare presso quei venditori ambulanti che, per accaparrarsi i clienti, usavano parole altosonanti e frasi ad effetto. Probabilmente il proverbio era appropriato nellantichit, mentre risulta del tutto inadeguato ed a volte anacronistico ai giorni nostri. Pensiamo infatti ad alcuni spettacoli televisivi dove logorroici ospiti, tra una parolaccia e laltra, tra un doppiosenso ed una oscenit, fanno a gara per imporre le loro idee spesso sconnesse, o ad alcuni conduttori di televendite che sbraitano per ore per dimostrare la presunta bont dei loro prodotti, o ancora ai numerosi maghi e guaritori, spesso smascherati, che vogliono far sembrare oro colato ci che dicono, approfittando della debolezza e della disgrazia altrui. Non parliamo poi di alcuni sedicenti politici che, invece di cercare di risolvere i problemi del nostro Paese, blaterano dallalto dei loro troni allo scopo di far colpo sulla massa degli elettori! Ne deduciamo che si sta perdendo il senso della misura: pi si parla a ruota libera e si alza la voce, pi si pensa di avere la meglio sugli altri, convinti di essere grandi comunicatori e trascinatori di folle. Veramente superato, quindi, il vecchio proverbio in questione, ma quanto sarebbe utile oggi seguire i suoi insegnamenti e cercare di ragionare con la propria testa!
Giovanna Durante

DIAMO I NUMERI
Nel dizionario dialettale da noi fin qui realizzato:

12 sono i termini che cominciano con u 14 sono quelli che cominciano con e 18 quelli che cominciano con o

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LETTERE

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Anzitutto il dovere di ringraziare tutti gli amici che ci hanno contattato in questaltro quadrimestre. Sono sempre pi numerosi e quasi esclusivamente per e mail, ai quali abitualmente rispondiamo con lo stesso mezzo o, quando possibile, per telefono. Ringraziamo in particolare quelli che ci hanno fatto avere gli auguri per la Pasqua, che ricambiamo anche da queste colonne. Un contatto telefonico lo abbiamo avuto con il dottor Antonio Squillacioti, residente a Roma, che ci legge dal 1994. Ci ha commosso quando, ricordanto lillustre suo padre generale medico Raffaele Squillacioti, Direttore Generale di Sanit Militare in Italia, ha espresso il grande rammarico di non poter rivedere il paese dei suoi avi perch impedito da seri motivi di salute. Un altro contatto, che ci riporta anchesso al passato, lo abbiamo avuto con Michele Catanzariti, un ingegnere che vive e lavora a Cosenza. Essendogli capitato per caso tra le mani il n 3/2009 de La Radice, ha letto, in particolare, la pagina in cui Pep Brancia scrive di quando era bambino e del suo maestro, il fiduciario Francesco Gallelli: una forte emozione per luomo maturo Catanzariti, che s rivisto bambino anche lui a Badolato nei primi anni Cinquanta, quando suo padre, Domenico Catanzariti, maresciallo maggiore, comandava la locale stazione dei Carabinieri. Scriviamo adesso di due lettere che abbiamo ricevuto per e mail da due amici, lavvocato Francesco Misitano dalla Germania e il professore Pasquale Rudi da Badolato. Lettere che abbiamo letto, come sempre, con lattenzione dovuta, e di cui abbiamo colto, come sempre, motivazioni e ragioni, quelle espresse dalle parole e quelle sottese dallinsieme. Motivazioni e ragioni che rispettiamo; alle quali, per, non contrapponiamo le nostre, intanto perch note da chi ci legge abitualmente -lavvocato Misitano e il professore Rudi ci leggono sempre- ma anche perch il dialogarne potrebbe andar bene seduti a gustare un buon caff, ma non sulle pagine di un giornale, non sulle colonne di questo atipico periodico. Ringraziamo sentitamente i due amici per averci scritto. Ecco la lettera dellavvocato Misitano: Waldenburger Weg 15 48308 Senden/Westf. Tel.: 02597 / 7381 Dallestero: 0049 /2597 / 7381 Dr. Francesco Misitano, Waldenburger Weg 15, D.48308 Senden/W. E-mail: f.misitano@gmx.de Al Professor Vincenzo Squillacioti Direttore della rivista La Radice Casella Postale n. 4 I - 88060 Badolato Marina (CZ) Senden/Westf., li 18 febbraio 2010 Oggetto: il ponte sullo Stretto di Messina Egregio Direttore, sul numero 3 del 31 dicembre 2009, pag. 18, de La Radice, Lei scrive: Ci ha lasciati anche Franco Nistic. Il 19 dicembre 2009 (). Il giorno prima, essendoci incontrati per discutere per lennesima volta di S.S. 106, mi aveva invitato ad andare con lui lindomani a Villa San Giovanni, per partecipare alla manifestazione del NO al ponte sullo Stretto. Se non fossimo stati lindomani impegnati nel Convegno sullA.I.D.O. a Badolato Marina, sarei andato volentieri per gridare anchio la mia rabbia. La notizia di una manifestazione del genere mi ha lasciato perplesso. Tale manifestazione lavrei potuta capire se essa fosse stata organizzata contro la demolizione di un ponte gi esistente, ma non contro la costruzione di un ponte necessario per agevolare il traffico e gli scambi commerciali tra la Sicilia e il Continente. A tal proposito Le devo dire che le isole non collegate con la terraferma da reti stradali, ne soffrono molto. Me lo raccontava anni fa un giovane sardo: Noi, mi diceva, siamo puniti dal mare. Da noi, causa il mare, i prezzi sono alle stelle, molto pi salati che sul Continente. Per andare da Reggio o Villa San Giovanni a Messina, e viceversa, occorrono almeno tre ore, perch Francesco Misitano

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bisogna prima aspettare che arrivi la nave-traghetto, poi che venga scaricata e ricaricata, poi che riparta e quindi attraversare lo Stretto in quaranta minuti o unora circa. Mentre con un ponte su quel tratto di 3 km di mare saremmo in una ventina di minuti allaltra sponda. Di ponti di questo tipo nel mondo se ne sono costruiti parecchi. Gliene elenco qui alcuni di mia conoscenza: - dopo loccupazione del tratto nord della California da parte degli Stati Uniti dAmerica, nel 1848, fu costruito allimboccatura della Baia di San Francisco un lungo ponte per collegare il Nord col Sud di questa regione; - nel 1883 fu costruito il famosissimo ponte di Broccolino, per collegare lisola di Nuova York (Manhattan) con quella di Long Island, dove sorge la citt industriale di Brooklyn; - nel 1940 Salazar realizz la costruzione di un ponte ad una campata sullestuario del fiume Tago, presso Lisbona, che divideva il Paese in due; - nel 1963 lAustria fece costruire al Brennero il ponte Europa ad una campata su una profonda e vasta valle, onde evitare agli automobilisti i numerosi tornanti per raggiungere il fondovalle e altrettanti sulla fiancata opposta per risalire in cima; - i Turchi costruirono di recente sul Bosforo il loro ponte Europa, per collegare la sponda europea con quella asiatica della Turchia; - in Danimarca tutte le isole sono collegate tra loro o con il Continente da gallerie sottomarine o da ponti sul mare. In ultimo fu costruito un lunghissimo ponte per collegare la Danimarca con la Svezia; - sotto il Canale della Manica, non da molto, fu scavata una galleria per istituire anche traffici ferroviari tra i due Stati, Francia e Inghilterra; - pure il Monte Bianco fu perforato per accelerare i contatti tra lItalia e la Francia. Opere queste, colossali e di progresso, che furono realizzate col favore e fervore delle popolazioni interessate. In Calabria, invece, per la costruzione di un ponte sullo Stretto, si fa tanto baccano. Qui c un controsenso che anche non riesco a capire. Ci troviamo in una spaventosa crisi economica su scala mondiale. Ci si lamenta, e Lei stesso lo scrive, che non ci sono provvedimenti per la soluzione dei problemi della gente, dei giovani in particolare che, per avere la speranza di un qualche futuro, sono ancora costretti ad abbandonare questa terra per andare a cercare lavoro nel Nord della penisola se non proprio allEstero; e quando il Governo interviene per creare posti di occupazione con lavori pubblici a lunga scadenza, come nel caso della costruzione di un ponte sullo Stretto, ci si mette di traverso con manifestazioni oceaniche, perch quei lavori non si facciano. Per la realizzazione di un progetto del genere il ponte ad una campata pi lungo del mondo! - altri popoli avrebbero esultato, sia per il prestigio nazionale che per lo sviluppo delleconomia. Da noi, invece, ci si schiera contro, e non per convinzione, ma solo per principio: Costi quel che costi, si recita, ma questo ponte non sha da fare, n domani, n mai! (Cfr. I Promessi Sposi, cap. I). Un tale atteggiamento non costruttivo, ma deleterio per leconomia della Regione. I provvedimenti a favore del Paese o di una sua Regione, da qualunque parte essi provengano, bisogna accettarli e favorirli, non osteggiarli, se veramente si ha a cuore il benessere di quelle popolazioni, e non cavillare che bisognerebbe fare quello e non quellaltro. Al momento c il progetto del ponte sullo Stretto che si deve realizzare; nel contempo si svilupperanno altre iniziative e si provveder ad altre esigenze. La temuta paralisi economica, a causa del ponte, non ci sar. Ed allora, a che scopo tanto rumore? Con cordiali saluti Francesco Misitano Ed ecco la lettera del professore Rudi: Gent.ma Redazione, con sincero rammarico, ancora una volta vedo trascurare il servizio che la CRI di Badolato svolge nel proprio paese e nel comprensorio tutto. Negli avvenimenti accaduti nel nostro paese, lo sbarco dei profughi stato attentamente segnalato. Si detto del loro stazionamento presso la sede C.O.M., ma nulla emerso o fatto evidenziare, in riferimento allenorme lavoro svolto dalla
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CONTRIBUTI

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Nel corso dellultimo quadrimestre abbiamo ricevuto i seguenti contributi: Alcamo: Guarna Vincenzo; Badolato: Battaglia Andrea (via Gramsci), Battaglia Pasquale (via Gramsci), Bressi Antonio, Bressi Marziale, Bressi Umberto, Caporale Rosa (c/da Chianti), Carnuccio Andrea (corso Umberto I), Carnuccio Mario (via Scuteri), Signorine Cosenza, Cossari Andrea (Gioia), Cossari Bruno, De Vito Giuseppina, Ermocida Antonio, Fresh Fruit, Lanciano Vincenzo, Lentini Giuseppe (via Dante Alighieri), Lopilato Giuseppe (via don Francesco Caporale), Martello Eleonora, Nistic Mario, Paparo Antonio (via F.lli Bandiera), Paparo Pasquale-Rudi, Paparo Vincenzo, Parretta Franco, Parretta Mim, Peronace Giuseppe, Piroso Pasquale (1946), Plaidit Andr, Piperissa Maria, Primerano Maria Vittoria, Pultrone Andrea (via De Gasperi), Spasari Pasquale, Sportelli Lucia; Bastia Umbra: Tommaseo Giuseppe; Beinasco: Caminiti Giovanni; Binasco: De Rosi Vincenzo; Bologna: Battaglia Teresa, Dardanelli Rosario; Cambiano: Pultrone Pietro; Cardano al Campo: Maida Colomba; Catanzaro: Battaglia Claudia, Battaglia Vincenzo, Carnuccio Teresa, Fregola Gennaro, Gallelli Maria (via Masciari), Menniti Vincenzo, Oliveti Angiolina, Scuteri Pietro; Cesano Boscone: Procopio Eloisa, Procopio Vittorio; Chivasso: Belpanno Benito; Cologno Monzese: Fusto Luigi; Cornaredo: Teti Maria; Davoli: Monterosso Domenico, Piperissa Vincenzo; Deruta: Steffanelli Teresa; Feltre: Pace Caterina; Firenze: Femia Antonio; Germania: Misitano Francesco; Ghezzano: Guarna Caterina; Gorlago: Rudi Eugenio; Grezzana: Leuzzi Teresa; Grugliasco: Emanuele Carmela, Miele Antonio; Guardavalle: Ussia Valentino; Isca sullo Ionio: Feudale Bruno, Famiglia Nistic Gerardo; Lametia Terme: Bruzzano Nicola; Malalbergo: Battaglia Marianna; Marina di Strongoli: Sirimarco Carmela; Monasterace: Arz Maria Assunta; Milano: Lanciano-Schiavone, Menniti Pietro, Rudi Domenico; Napoli: Spagnolo Candida; Nichelino: Piperata Francesco; Ozzano Monferrato: Martinotti Claudio; Palermo: Balletta Giuseppe; Perugia; Steffanelli Giuseppe; Pieve Emanuele: Lentini Andrea; Placanica: Muscolo Raffaele; Pregnana Milanese: Marafioti Vincenzo; Rho: Amato Antonio; Reggio Calabria: Reale Giuseppe; Roma: Codispoti Giuseppe, Cosenza Pasquale, Iorfida Pino, Lentini Damiano, Niglio Giuseppe (piazza Prati degli Strozzi), Tirabosco Giuseppe; Salerno: De Girolamo don Alfredo; Santa Caterina Ionio: Larocca Teresa; Scandicci: Gellini Mauro; Soriano Calabro: Istituto della Biblioteca Calabrese; Soverato: Amato Pietro, Gallelli Vincenzo (via Leoncavallo), Guarna Andrea Vincenzo, Guarna Letizia, Rovito Domenico, Schiavone Cosimo, Scuteri Donatella; Stalett: Balletta Giovanni; Torino: Bussone Zaffino Emma, Gallelli Maurizio, Gallelli Silvana, Zaffino Melania; Volla: Di Vicino Maria. Ringraziamo tutti gli amici che contribuiscono a tenere in vita questo periodico. Un particolare ringraziamento va alla Signora Elisa Valenti Lanciano per il gradito dono di una macchina per lavori a maglia, che conserveremo per il futuro Museo di Badolato. Ancora sentiti ringraziamenti per i titolari della OME, sempre vicini alle nostre esigenze, in particolare, questa volta, per aver contribuito alla realizzazione dei lavori di restauro della fontana di Graneli. Sentito il nostro ringraziamento alle dottoresse Giuseppina De Vito e Rosaria Sesti, rispettivamente dirigente e direttore amministrativo dellIstituto Scolastico Comprensivo di Badolato, per la sensibilit dimostrata nel donare a La Radice del materiale didattico alienato perch inservibile e non pi in uso a scuola: lo terremo anche questo in custodia per il futuro Museo.
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CRI per oltre 48 ore. In tutte queste ore, la CRI di Badolato ha assistito, rifocillato, accudito, e rassicurato i profughi. Per quanti non lo sapessero, nella stessa sede del C.O.M. vi la SEDE DI CROCE ROSSA ITALIANA, ed ovviamente per le oltre 48 ore di permanenza dei profughi, la CRI stata operativa giorno e notte con uomini e mezzi. Il tutto passato ordinariamente in silenzio. Cordialmente. Pasquale Rudi Vincenzo Squillacioti

P R VA C I

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U CAPU LUMBARDRI
! Ahra processini do Sbatu Santu, dal momento in cui la statua della Madonna (coda della processione) nescia da chjesa da Mmeculta fino a quando a Cruci arriva allngiali, passano 2 ore e mezza. In questo periodo di tempo la processione percorre 2,5 km mentre u Capu Lumbardri vacia avnti e arredi dalla testa alla coda della processione. Supponendo che la processione sia lunga un terzo di chilometro e che u Capu Lumbardri si muova con una velocit media pari a 3 volte quella della processione stessa, quanti chilometri ficia u pvaru Capu Lumbardri?
Per i pi arditi: non mettendo qui in gioco le velocit di spostamento, ipotizziamo che, nel tempo in cui u Capu Lumbardri compie unandata e ritorno dalla testa alla coda, la processione avanzi di 250 metri. Quanti metri ficia u Capu Lumbardri in questo lasso di tempo?
Patrizio Menniti Soluzione al precedente: circa 4 millesimi di euro (7 lire circa). Per i pi arditi: 2 + 3T*(2n 1) /2

USI E COSTUMI IL TAMBURO SCASSATO


Quetanno hanno scassato il tamburino. Brutta annata! -diranno i pi anziani-. Ma perch? La tradizione vuole che la mattina del giorno di Pasqua un tamburino, battente rintocchi rapidissimi, concitati, vada correndo a tutta foga dalla chiesa di S. Caterina fino al convento degli Angeli, mentre, partendo a dovuta distanza, lo rincorre uno stendardo con lintento di raggiungerlo e una volta raggiunto scassa il tamburino. Il tamburino, messaggero della buona novella, corre allegramente per annunciare al mondo che il Cristo risorto, e lo stendardo lo rincorre per evitare che questo avvenga, lo perseguita per sopraffarlo, annientarlo, e se lo raggiunge lo rompe e lo appende in cima alla propria asta in segno di vittoria: il male ha avuto il sopravvento, il messaggio non stato portato a termine ed un brutto auspicio. Al contrario quando ci non avviene il messaggio di redenzione recepito, il bene trionfa.
Tota Gallelli

(Un amico lettore, che ringraziamo, ci fa notare che il giorno di Capodanno il Bambinello Ges che visita le case di Badolato ancora oggi seguito da una valigetta con vestitini pronti per il cambio che viene richiesto da alcuni devoti. Non si tratta, quindi, di unusanza scomparsa, come scritto a pag. 29 del n. 3/2009 del periodico.)

LO SAPEVI CHE...
nei primi decenni del secolo scorso viveva ancora in Badolato una vecchietta che inventava testi di serenate mali o strambottrachi a richiesta di chi a lei si rivolgeva.

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ENIGMISTICA

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LINDUMENTO
SOLO ORIZZONTALI
(con parole in dialetto badolatese)

123456-

Lavoro nei campi nel mese di maggio Rotolo di tela Copricapo maschile Alveare Nato fuori dal matrimonio Chiesetta di campagna da poco restaurata 7- Pianto lamentoso
1 2 3

(A soluzione ultimata nella colonna a bordi ingrossati si legger il nome di un indumento per bambini, ormai non pi in uso)
Tota Gallelli

SOLUZIONE del cruciverba precedente:


FERMGLIU

4 5 6 7 8

T S L V S T B S

AF AR DECA URD I AMB A CANZ AGGH A L L A P I CU VUCA

EHRA TATU T URA C ARU ATA JOLA T UR I NERA T URU

PROVERBI
! - Quandu vai ahr!a fera domanda do razzu. - Nessnu dicia Lvati ca si cchj bella e mia. ! - Ahr!u zzillsu nci capitnnu i peju cosi. - Sputa ncelu e ti cada nta facci. - Cu gallu e senza gallu si fa jornu.
(A cura di Tota Gallelli)

PROVERBI DI CAULONIA
Alcune volte capita che per la nostra incapacit o negligenza ci troviamo in situazioni poco gradevoli che ci fanno soffrire molto. Certo non piacevole soprattutto se le consideriamo con gli occhi della sconfitta, e cerchiamo di giustificarci accusando altri, che non solo non sono causa del nostro malessere ma nemmeno lo vogliono essere. Quindi cerchiamo di fare un passo indietro prima di prendercela con qualcuno, guardiamoci dentro, riflettiamo bene su quello che abbiamo fatto, contiamo fino a 10 e poi parliamo. - Cui vittima du mali soi si ciangi sulu. - A gadina faci lovu e o gadu nci brucia u culu. - Cu si guardau si salvau. - Cu zappa fujndu cgghij ciangendu. - Cui cu figghioli si curca cacatu si arza.
(A cura di Clara Sorgiovanni)

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