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PD DI TREVISO, DA DOVE RIPARTIRE

di DANIELE CESCHIN

Cominciamo dalle scuse, quelle che dovrebbero fare i dirigenti del Partito democratico della provincia di Treviso ai loro iscritti ed elettori: "S, chiediamo scusa a tutti, abbiamo dato una immagine pessima del partito". Il primo a farle dovrebbe essere Enrico Quarello. Le modalit della sua cooptazione nel cda di Ascopiave sono state discutibili tanto nella forma che nella sostanza. Qualcuno cinicamente ha detto che quel posto spettava comunque al Pd. Pu essere, ma molte cose sono mancate: la trasparenza, la condivisione preventiva con tutti gli amministratori e con gli organi del partito, la possibilit di valutare candidati diversi sulla base delle competenze. L'elemento che desta maggiore perplessit il fatto che quella casella sia stata riempita proprio da Quarello, segretario del secondo partito della provincia di Treviso. Una cosa mai vista, L'incompatibilit tra i due ruoli nei fatti e le sue dimissioni sono un atto dovuto. Intendiamoci: non trovo scandaloso che Quarello abbia trattato con Da Re e Zugno, ma che lo abbia fatto senza un mandato pieno degli amministratori. Qui non sono in discussione le qualit manageriali di Quarello, ma quando si va a una trattativa bisognerebbe avere la correttezza di togliere dal tavolo dei candidati il proprio nome. Le sue offese ai dirigenti e agli eletti (la stragrande maggioranza) che hanno osato criticare questa condotta a dir poco spericolata, le ho trovate molto sgradevoli, un segno di immaturit politica. Ma inutile infierire. Del resto gi due anni fa, assieme a pochi altri, avevo indicato delle cose da fare in fretta per permettere a questo partito e al centrosinistra di alzare l'asticella della sfida quotidiana con la Lega. Tra queste c'erano la trasparenza e la collegialit nelle decisioni. Ma allora si prefer puntare sull'usato sicuro, vivere alla giornata e di tatticismi. Al solito, il tempo galantuomo. L'unica pagina parzialmente positiva stata quella delle elezioni provinciali del 20 Il, dove il merito del discreto risultato stato il frutto del bel profilo amministrativo di figure come Franco Zanata e delle "sindache" candidate come Casellato, Battaglion, Marzullo. La loro presenza al Sant'Artemio risulta enormemente preziosa. E buon lavoro anche a Quarello in Ascopiave, un patrimonio importante dei Comuni trevigiani che non pu essere abbandonato agli appetiti e alle logiche dei partiti. Spero che ora si abbia almeno l'intelligenza di abbandonare le sterili polemiche e, ad esempio, di aprire un confronto sugli asset e le strategie del gruppo. Il Pd invece deve voltare pagina fin da subito, sgomberando le macerie, i "quarelli" e i clcinacci. Si metta subito fine a questo spettacolo indecente. Numerose infatti sono le amministrazioni locali che vanno al voto in maggio, a cominciare da Conegliano. Dunque credo sia necessario tracciare una riga, ripartendo da una gestione unitaria che tenga conto degli errori del passato e che sappia "pesare" le persone per quello che valgono veramente, senza correre dietro a uomini soli al comando che promettono tutto a tutti. Sarebbe bello che - come alcuni stanno chiedendo in questi giorni - i circoli fossero coinvolti, contribuissero a tracciare l'identikit del prossimo segretario e magari potessero indicare una rosa di nomi da sottoporre al voto dell'assemblea. Le "conte" tra "bande" contrapposte non servirebbero a nulla e nemmeno gli "accordicchi" al ribasso. Ma ripartire da chi? Innanzitutto dagli iscritti, che sono circa la met di quelli del Pdl, ma almeno sono tutti veri. Sono loro che tirano la carretta in una terra difficile. Poi ci sono decine di bravi amministratori e segretari di circolo, il gruppo dei giovani democratici, la conferenza delle donne: tante risorse belle, vive, solari che fanno politica con passione. Tutte persone che hanno smesso da tempo di guardare la carta d'identit o le tessere delle precedenti militanze politiche; che hanno la capacit di indignarsi quando un dirigente ha un comportamento opaco e che in altri partiti passerebbe sotto silenzio. da queste figure e presenze che deve partire la richiesta di un nuovo modo di fare politica, di trasparenza nelle decisioni, di puntualit nella presentazione e nell'approvazione dei bilanci, di lavoro sul territorio. La richiesta di un partito che deve ritrovarsi non solo attorno ai valori, ma a un'idea di futuro per questa provincia che, altrimenti, sar condannata a rimanere leghista da qui all' eternit. Poi ci sono le figure istituzionali. Lo avevo scritto - inascoltato - gi prima del congresso del 2010: Simonetta Rubinato e Laura Puppato, assieme, devono farsi garanti di un profondo rinnovamento che deve

essere culturale e morale, prima che politico. Ora lo possono ancora fare perch hanno la giusta autorevolezza per accompagnare questo delicato passaggio. Perch vorrei che il prossimo segretario del Partito democratico andasse sui giornali non per gli incontri in pizzeria e le poltrone, ma per i risultati conseguiti in questa provincia. Il prossimo segretario deve portare a Pier Luigi Bersani la testa del Carroccio; deve strappare alla Lega la citt di Treviso nel 2013; deve avere la sana ambizione di sfidare e di battere a casa sua il leghismo pi forte di sempre, quello di Zaia e di Muraro, di Gobbo e di Da Re; deve contribuire a costruire un centrosinistra nei singoli comuni o, in alternativa e con intelligenza, delle liste civiche; deve dialogare con le forze sociali per governare lo sviluppo di un territorio che ha perduto migliaia posti di lavoro; deve rapportarsi con gli altri partiti, ma alla pari e con l'orgoglio di rappresentare un popolo che esprime dei bisogni e dei valori, non una minoranza che pretende di entrare, a torto o a ragione, in qualche cda. Vorrei insomma un segretario che amasse questo partito e avesse l'umilt di mettere i suoi iscritti e circoli davanti a qualsiasi aspirazione personale. L'ambizione legittima, ma deve diventare una virt da praticare con spirito di servizio. Daniele Ceschin

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