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mARZO CON: BILBOLBUL, mIHAI mIRCEA BUTCOvAN, GIANLUCA mOROZZI

dal 1993, il giornale di strada di Bologna

fondato dalle persone senza dimora

Poste Italiane Spa - Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 ( conv. in L27/02/2004 N.46) ART. comma 2 DCB - Bo (Num. 2) per Poste Spa

la citt delle donne

3/2012

PRODURRE QUESTO GIORNALE COSTA 0,75 EURO QUELLO CHE DATE IN PI IL GUADAGNO DEL DIFFUSORE QUALSIASI RICHIESTA AL DI L DELLOFFERTA LIBERA NON AUTORIZZATA

Laboratorio di giornalismo sociale

gran finale con lucarelli


Un mese a fumetti

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una lezione per i partecipanti al laboratorio di giornalismo sociale di Piazza grande, ma anche unoccasione per incontrare gli ospiti del dormitorio Beltrame. Lo scittore Carlo Lucarelli (nella foto insieme al nostro direttore Leonardo Tancredi) stato il protagonista dellultimo appuntamento del laboratorio, che si svolto nella struttura di via Sabatucci.

Nelle pagine centrali di questo numero ospitiamo il vincitore di Perdersi a... esplorazioni urbane a fumetti, il concorso lanciato da Flashfumetto, insieme a Yoda e hamelin, per la sesta edizione di Bilbolbul, festival internazionale di fumetto, a Bologna dall1 al 4 marzo. Il tema del concorso sono le esplorazioni urbane ai margini della citt. La storia vincitrice si chiama mare dasfalto ed opera di monica Rossi. Tutti gli altri selezionati sono in mostra fino al 10 marzo nellAuditorium della Biblioteca Sala Borsa.

editoriale/ Uno sciopero particolare


p LeoNARDo TANCReDI

In copertIna
il volto in prima pagina quello di letizia (nome di fantasia), una delle donne di strada di cui parliamo nellinchiesta di questo numero. lillustrazione di marina Girardi, che racconta lincontro con letizia nella sua rubrica Piantaggini. diario di una pittrice di strada (a pagina 14).

uANDo LeggeReTe queSTo eDIToRIALe, PRoBABILmeNTe IL PRImo mARZo SAR gI PASSATo e Lo SCIoPeRo DegLI STRANIeRI SAR gI STATo uN SuCCeSSo. NoI Ce Lo AuguRIAmo DAVVeRo. IL PRImo mARZo uNo SCIoPeRo PARTICoLARe, LASTeNSIoNe DAL LAVoRo uNAZIoNe Che I LAVoRAToRI DI SoLITo PRATICANo IN ReLAZIoNe A SPeCIFIChe VeRTeNZe, NoN hA uNA SCADeNZA FISSA. LA RICoRReNZA DeLLo SCIoPeRo DegLI STRANIeRI queLLA DeL 2012 LA TeRZA eDIZIoNe hA gI IN S uN SIgNIFICATo: Le DIFFICoLT DeI LAVoRAToRI STRANIeRI IN ITALIA SoNo PeRmANeNTI e NoN LegATe A CoNgIuNTuRe PARTICoLARI (Che ComuNque PoSSoNo PeggIoRARe LA SITuAZIoNe). DAL 2002 LImmIgRAZIoNe VeRSo queSTo PAeSe RegoLATA DA uNA Legge xeNoFoBA, LA BoSSI-FINI, Che IN DIeCI ANNI NeSSuN goVeRNo, DI DeSTRA, SINISTRA o TeCNICo, hA SAPuTo e VoLuTo CAmBIARe. I LAVoRAToRI STRANIeRI VIVoNo SoTTo LA PeReNNe mINACCIA DeL PeRmeSSo DI SoggIoRNo, Se PeRDoNo IL LAVoRo RISChIANo DI FINIRe IN uN CeNTRo DI eSPuLSIoNe (DA quALChe TemPo PeR SeI meSI IN PI) e I LoRo FIgLI NATI IN ITALIA NoN hANNo DIRITTo ALLA CITTADINANZA. queSTe SoNo Le CoNDIZIoNI STRuTTuRALI IN CuI VIVoNo oggI PI DI quATTRo mILIoNI e meZZo DI PeRSoNe. NeLLA FILA DeI SeNZA DImoRA A BoLogNA, IL NumeRo DeI mIgRANTI IN CReSCITA, mA queSTA oRmAI NoN uNA NoVIT. ImPoRTANTe PeR CoNSIDeRARe Che moLTI DI LoRo hANNo ANCoRA IL PeRmeSSo DI SoggIoRNo VALIDo e VIVoNo A BoLogNA DA ANNI. NoN SI TRATTA SoLo DI PRoFughI o DI gIoVANI APPeNA SBARCATI, BeNS DI LAVoRAToRI DeLLe FASCe SoCIALI PI DeBoLI Che, Come I LoRo CoLLeghI ITALIANI, hANNo SuBITo PRImA DI ALTRI gLI eFFeTTI DeLLA CRISI eCoNomICA. queSTo TeRReNo ComuNe DoVReBBe eSSeRe (SAR STATo?) LA SPINTA PeR uNA PARTeCIPAZIoNe DIFFuSA ALLINIZIATIVA. Come SI Legge NeL mANIFeSTo DeLLo SCIoPeRo: LA CoNTRAPPoSIZIoNe TRA NoI e LoRo DeVe FINALmeNTe CADeRe NeLLA CoNSAPeVoLeZZA Che oggI SIAmo INSIeme, ImPegNATI A mANDARe AVANTI queSTo PAeSe e A CoSTRuIRe uN FuTuRo mIgLIoRe. NeL 2010 SI PARTIVA DALLA RIVoLTA DI RoSARNo e NeLLe PIAZZe ITALIANe SI CoNTARoNo PI DI 300mILA PeRSoNe. oggI Le ARANCe DI RoSARNo, CoLTe DA LAVoRAToRI mIgRANTI ASSuNTI NeL PIeNo RISPeTTo DeI LoRo DIRITTI, ARRIVANo ogNI meSe FINo A BoLogNA gRAZIe AL PRogeTTo SoS RoSARNo e ALLA CoLLABoRAZIoNe DI CAmPI APeRTI, gASBo, LABoRAToRIo CRASh e quARTIeRe NAVILe. uN PRImo SegNALe, DoPo IL PRImo mARZo 2012 Ce Ne ASPeTTIAmo moLTI ALTRI. (leonardotancredi@piazzagrande.it)

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gerenza

Piazza Grande Giornale di strada di Bologna fondato dalle persone senza dimora TeNDeRe uN gIoRNALe megLIo Che TeNDeRe uNA mANo

redazione Via Corazza 7/8 40128 Bologna, tel. 051 342328, fax 051 3370669 www.piazzagrande.it | redazione@piazzagrande.it CaPoredattore Pietro Scarnera Consulenza editoriale Agenda (www.agendanet.it) ProGetto GrafiCo Fabio Bolognini distriBuzione Redazione Piazza grande aBBonamenti & eventi: eva Brugnettini, erika Casali

COMITATO EDITORIALE Jacopo Fiorentino, mauro Sarti DIRETTORE EDITORIALE Leonardo Tancredi direttore resPonsaBile Bruno Pizzica stamPa Industrie grafiche galeati Registrato presso il Tribunale di Bologna il 15/09/1995 n6474

in redazione eva Brugnettini, erika Casali, Ilaria giupponi, Simone Jacca, olga massari, giuseppe mele, Salvatore Pio, mauro Sarti, Donato ungaro. Hanno CollaBorato a questo numero Cecilia Andrea Bacci, Claudio Cannistr, Alessandra Caputo, elisa Cassoni, Selene Ciluffo, marika Di Cristina, esther Di Raimo, marina girardi, margherita gombi, gruppo fotografico Bandiera gialla, Francesco mele, Dania meoni, gianluca morozzi, oana Parvan, Paolo Perini, Fabrizia Petrei, Carmine Roccia, Paola Sapori, Chiara Tolomelli, Alain Verdial Rodriguez, mario R. Zampella.

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A colpi di pala per sentirsi uguali


N.P. non era nella squadra antineve di Piazza grande, ma pur di offrire il proprio aiuto ha sbadilato in proprio
p CARmINe RoCCIA
ondata di maltempo giunta dalla Siberia, che ogni quarto di secolo pi o meno ci fa visita, ha portato con s tanta, tantissima neve, facendo scattare emergenze di ogni genere. ognuno si attivato come meglio ha potuto per cercare di far funzionare una citt quasi collassata. marciapiedi impraticabili e lastricati dei portici scivolosi hanno messo a dura prova caviglie e ginocchia di anziani, bambini e tutti quelli che per lunghi giorni ci si sono dovuti avventurare. Per cercare di risolvere il problema, il nostro sindaco ha lanciato un appello a tutti quelli disposti a prendere in mano un badile e dare una mano. molti hanno risposto alla chiamata, coordinati da enti, associazioni, comunit. un caso mi ha colpito pi di altri. quello di N.P., un ragazzo con problemi di tossicodipendenza che vive in un dormitorio della citt. La sua storia semplice ma singolare. N.P. originario di un paese dellest,

giornalismo dasfalto

gruppo in la di spalaneve q| foto diin piedi da piazza maggiore perpersquadraGrande messa roberto morgantini Piazza

giunto a Bologna dopo molte peripezie in vari paesi deuropa. stato individuato in una notte fredda dal Servizio mobile di sostegno di Piazza grande, in un momento in cui stava molto male. Lui ha chiesto aiuto e il servizio lo ha preso sotto le sue ali, guidandolo per mano, per i dedali della burocrazia italiana, riuscendo a fargli ottenere la residenza, un posto letto in un dormitorio, quindi assistenza sanitaria. Assistito dal Ser.T. (il servizio per tossicodipendenti) N.P. riuscito, attraverso lassunzione a scalare di metadone, a ridurre la dipendenza dalle sostanze, ma a volte il cammino pieno di insidie e le forze non sono sufficienti per superare tutti gli ostacoli. N.P. ha delle ricadute, le avversit lo conducono inevitabilmente in un vicolo cieco, che quello della solitudine e dellemarginazione. Piazza grande ora costretta a seguirlo meno da vicino, sperando con ci che riprenda coscienza dei propri errori, quindi non lo include nella squa-

dra di sbadilatori organizzata in occasione della nevicata. N.P. per si sente escluso, non ha altra scelta che procurarsi un badile e mettersi in proprio, offrendo il suo aiuto a tutti quelli che vogliono. Si visto girare col badile in spalla nei giorni in cui la neve cadeva fitta. N.P. ha sbadilato molta neve in questi giorni di crisi, e fra una palata e laltra ha anche avuto modo di riflettere sulla propria condizione. Poi anche la neve ha smesso di

cadere, il sole ritornato a splendere e lemergenza cessata: i marciapiedi sono transitabili, ognuno pu camminare sereno, senza il timore di spaccarsi una gamba. grazie anche alla collaborazione di N.P. Il suo gesto mi ha commosso. Significa forse che abbia voglia di rendere il proprio cammino pi sgombero, meno faticoso? Io me lo auguro! mi ritorna in mente il vecchio detto: Sotto la neve, pane!(redazione@piazzagrande.it)

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Sugli homeless Wikipedia non basta


p mARIo R. ZAmPeLLA

Licenziamenti, separazioni, crack finanziari: oggi basta poco per finire in strada

ome si diventa senza dimora? Alla voce senzatetto dellenciclopedia Wikipedia sul web, troviamo il significato del termine e via via le cause che ne determinano lo status, le statistiche, i confronti fra le varie nazioni, eccetera eccetera, in un compendio sufficientemente accurato e piuttosto didascalico di ci che inerisce lintero ventaglio di possibili connessioni al termine. Vivendo in prima persona il dramma legato alla perdita dellabitazione, allinsufficienza di entrate per gestirne una in completa autonomia, al travaglio connesso alla ricerca di unoccupazione e non essendo del tutto

esauriente, in tale voce, la casistica delle problematiche che conducono a tale infima esistenza, mi sono arrogato il diritto di aggiungerne una non contemplata nellelenco di Wikipedia. ho ritenuto opportuno aggiornare la voce senzatetto, anche in virt delle nuove figure che nel terzo millennio vivono le disperate condizioni che un tempo rappresentavano lo stereotipo del classico barbone, quindi riservate a chi subiva o per miseria ereditata o per scelta meditata, la condizione di nomade errante. Fra le molteplici concause che concorrono a ridurre un individuo a vivere per la

strada, ho aggiunto: Casi di malagiustizia, in cui le vittime, deprivate di tutto da rei ignoti, non ottengono n giustizia n risarcimento. Alla luce dellevoluzione odierna, pu incappare facilmente nel fatidico elenco chiunque abbia subito tracolli finanziari disastrosi e chiunque sia rimasto vittima delle bolle speculative di derivati e subprime, o ancora, coloro che scegliendo la separazione coniugale, non hanno i mezzi sufficienti al mantenimento di due abitazioni, e ancora, in seguito alla crisi economica globale e alle nuove leggi sempre meno rispettose dei diritti dei lavoratori, chiunque, gi in equilibrio

precario, venga licenziato in tronco. La panoramica ampia e ben nutrita, e troppi sono i pregiudizi che sopravvivono attorno a tale problematica, partendo dallemarginazione sino al marchio infame della residenza fittizia. questo un escamotage indispensabile allesistenza giuridica del cittadino senza dimora, eppure provoca discriminazioni nelle selezioni del personale lavorativo, perch associata alla figura di un colpevole, reo di non possedere una dimora, di essere un parassita della societ, o possibile infetto di non meglio definite patologie cliniche. (redazione@piazzagrande.it)

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delle

la citt

InchIesta

Fra i senza dimora le donne sono una minoranza, ma il loro numero in aumento. Le nuove arrivate sono soprattutto straniere che hanno perso il lavoro, ma per loro la strada meglio che tornare in patria

donne

p oANA PARVAN FoTogRAFIe DI ChIARA ToLomeLLI

statistiche ci dicono che le persone senza dimora sono prevalentemente uomini. Per ogni nove uomini che vivono per strada, per, c una donna che condivide la stessa condizione, e il fenomeno riguarda un numero sempre maggiore. ma chi sono le donne che si trovano oggi a vivere senza una casa? Che et hanno, che lingua parlano? La curiosit sorge innanzitutto perch sono molto meno visibili degli uomini; durante la stagione fredda, per fortuna, non se ne incontrano proprio. una breve incursione nella realt dei dormitori, a contatto con gli operatori del Servizio mobile dellassociazione Amici di Piazza grande, aiuta a capire quali e quante sono le nuove figure di donne senza dimora. la sera del 14 febbraio, San Valentino, la festa degli innamorati. Come ogni sera, il Servizio mobile si reca al binario est della stazione di Bologna, per distribuire viveri e cercare di trovare un posto nei dormitori alle persone che si trovano a passare la notte alladdiaccio. ma i posti scarseggiano, molti non verranno accolti da nessuna struttura: a loro verranno distribuite delle coperte. Il freddo punge le ossa. e le persone sono molte. Si riscaldano le mani stringendo il bicchiere di t caldo. Colpisce subito la variet delle persone: tanti ragazzi arabi, uomini rumeni alcuni rom -, qualche italiano di mezzet, un ragazzo asiatico. Spicca un gruppo di tre donne. Anche loro si riscaldano col t. Non si direbbe che non hanno un posto dove dormire: vestite bene contro il freddo, curate, capelli biondi tinti, lunghe unghie perlate. Verrebbe da pensare che siano delle badanti, come quelle che si vedono passare la domenica ai giardini margherita o quelle che accompagnano i nonni in giro per i parchi. ma cosa ci fanno delle badanti la notte di San Valentino al binario est della stazione? Anche loro, come gli altri, sono in cerca di un posto letto in un dormitorio. una di loro fortunata. Viene portata in macchina dagli operatori al dormitorio femminile di via Lenin. Durante linverno, qualche posto per le donne c anche al dormitorio di via Capo di Lucca, a due passi da via Zamboni. Aperto con il Piano freddo 2010/2011 del Comune, ospita adesso soprattutto persone con problemi di salute. In via Capo di Lucca, su cinquanta ospiti, solo sette sono donne. Serena Panico, una delle operatrici del dormitorio, ci spiega la ragione per cui le donne

le

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InchIesta
si vedono di meno per strada. le nuove arrivate sono sempre pi Innanzitutto, le giovani donne, numerose: donne straniere di mezzet spesso ragazze madri, sono acin italia da poco o da 2-3 anni, che si colte insieme ai figli da altre sono poi rimaste senza lavoro, spiega strutture. ma anche le donne di serena, ora si trovano qui in dormitorio, mezzet hanno, bene o male, senza nessun progetto, perch non hanno una rete diversa dagli uomini: messo nulla da parte, perch molte sono ospiti da qualcuno o riemandano i soldi alla famiglia. scono a trovare una qualche sistemazione. Sono in parte pi fortunate, anche perch, a livello di accoglienza pubblica, c sempre qualche posto per le donne. Perch pericolosissimo che una donna viva per strada. Fuori non si riesce a vivere, per quanto una sia forte. Le signore di via Capo di Lucca sono donne di una certa et, estremamente rispettate dagli inquilini maschi, hanno personalit molto forti ed esercitano sugli altri una sorta di potere matriarcale. Parlandoci, impossibile non notare quasi unostentazione della forza, della loro resistenza, del coraggio e della determinazione. Serena spiega: La vedo come una ricerca dellindividualit, come un voler dire: Io ci sono, mese, nellagosto del 2011: il padre, il fratello e la madre; e di non voler tornare in Sicilia perch in conflitto con gli altri quattro fratelli. Cita malinconica le parole della madre, Bella giovent, brutta vecchiaia!, e ricorda le sue avventure dellinfanzia: i dispetti fatti ai fratellini, i battibecchi con la madre superiora in collegio e le cinghiate ricevute dal padre, alle quali resisteva grazie a ingegnosi trucchi. queste storie rivelano solo una parte della specificit del fenomeno delle donne senza dimora, ultimamente in continuo aumento. una parte cospicua delle donne non ha la possibilit di raccontarsi, per semplici ragioni linguistiche: le nuove arrivate sono, infatti, per lo pi straniere, rimaste improvvisamente senza lavoro. Serena, che ha fatto una ricerca sulle storie di vita dei senza dimora, elenca i casi pi comuni. Da un lato ci sono le donne italiane o le straniere naturalizzate, che sono poche e hanno spesso molte problematiche, anche gravi: Presentano pi spesso storie di violenza, di separazioni, anche disturbi psichici, spiega loperatrice. ma le nuove arrivate sono sempre pi numerose: donne straniere di mezzet in Italia da poco o da 2-3 anni, che sono poi rimaste senza lavoro. ora si trovano qui in dormitorio, senza nessun progetto, perch non hanno messo nulla da parte, perch molte mandano i soldi alla famiglia. espulse da un mercato del lavoro sempre pi spietato, queste donne aspettano pazientemente di ritrovare la normalit, passando le notti

in un ambiente in cui la convivenza non manca di tensioni e difficolt quotidiane. Due delle presenze femminili pi rispettate di via Capo di Lucca sono indubbiamente mariana e Pina (nome di fantasia). mariana una signora rumena, naturalizzata italiana. Arrivata in Italia a 26 anni, si sposata e ha sempre abitato tra Casalecchio e Budrio, dove ha lavorato come assistente sanitaria ed stata molto attiva nella promozione della comunit rumena. Racconta fiera della sua citt natale, Timisoara, la citt dei fiori, dove iniziata la rivoluzione rumena del 1989. Durante i giorni della rivoluzione, mariana ha rischiato la vita, partendo dallItalia, per portare aiuti umanitari ai suoi concittadini. ho fatto il mio dovere per il Paese, racconta fiera, e sono stata riconosciuta come eroina nazionale. mariana si trova a vivere nel dormitorio in seguito a un conflitto sul lavoro. ma il suo pi grande rammarico quello di non poter stare vicino al suo attuale compagno, cittadino marocchino. Racconta arrabbiata di come lui sia stato portato al Cie (Centro di identificazione ed espulsione), dove lei non riuscita a entrare: Non mi hanno riconosciuta come convivente. Attualmente, dopo essere stato espulso dallItalia, lui si trova a Casablanca. Con le lacrime agli occhi, mariana promette di raggiungerlo il prima possibile. Diversa la storia di Pina, siciliana di Palermo. Racconta di avere 64 anni e di aver vissuto per un anno e sei mesi su una panchina al binario 11 della stazione. La sua condizione di senza dimora cominciata con la perdita del marito, morto nella strage della galleria del monte Bianco del 1999. Spiega di aver pianto tre morti in un solo

tra ospedali e dormitori. La maggior parte di loro proviene dalleuropa dellest, ed priva del requisito della residenza a Bologna, fondamentale per accedere ai servizi territoriali. Nonostante le condizioni estreme in cui vivono, non pensano di tornare a casa, si preoccupano, anzi, di continuare a mantenere la famiglia. Che torno a fare?, hanno detto a Serena, Cosa vado a fare l? Non che riesco a lavorare l. qua, bene o male, anche se dormo qualche notte in ospedale, riesco a mandare i soldi a mio figlio, ad arrangiarmi, invece l non riuscirei. ma il prezzo pagato per restare in Italia spesso troppo alto per questo esercito di donne in attesa di lavoro, assolutamente impreparate alla vita di strada. Il problema che in questo momento difficilissimo rientrare nel mercato del lavoro, e quelle che non ci riescono rimangono in questo circuito di dormitori. Significativa la testimonianza di una ex-badante rumena, raccolta da Serena: Io non ce la faccio perch penso sempre, penso continuamente, quando sto in dormitorio penso continuamente, io non ci voglio stare l dentro, perch ho paura di diventare matta. Per molte delle donne venute in Italia in cerca di lavoro basta una breve parentesi di disoccupazione per trasformare quella che doveva essere la terra delle opportunit in un baratro esistenziale. (redazione@piazzagrande.it) f

012345678910111213141516 I dati dello sportello aperto dalle consigliere di parit

InchIesta

Per le straniere la crisi doppia


p mARIkA DI CRISTINA

Isolamento sociale, problemi col lavoro, tensioni in famiglia: sono le difficolt pi comuni segnalate dalle migranti

La

situazione delle donne straniere nel nostro Paese spesso non delle migliori. Discriminazioni, violenze, problemi in famiglia e sul lavoro sono le difficolt pi comuni che le migranti devono fronteggiare. ma c chi si occupa di loro e dei loro problemi, come le associazioni Trama di terre e Agor di mondi, che da settembre 2011 hanno attivato un progetto a loro dedicato. Donne invisibili - alla conquista della parit ha lobiettivo di far conoscere la figura della consigliera di parit alle donne straniere per agire sulle discriminazioni di genere sul posto di lavoro. Il progetto stato realizzato con le consigliere provinciali di parit della Provincia di Bologna e prevede lattivazione di uno sportello informativo a favore delle donne immigrate. Le donne che finora si sono rivolte allo sportello sono state circa una ventina, tutte tra i 35 e i 55 anni. molte hanno problemi legati alla ricerca del lavoro, spiega Blagovesta guetova, presidente dellassociazione Agor di mondi e responsabile del progetto, noi non possiamo trovare loro un impiego, ma diamo loro informazioni e le aiutiamo con i curriculum e le lettere di accompagnamento. Allo sportello le donne chiedono anche aiuto per ottenere il riconoscimento dei titoli di studio e informazioni su corsi di specializzazione e di formazione. Ci sono per anche richieste non legate al mondo del lavoro: riguardano il problema del ricongiungimento con i figli e la famiglia o capire come ottenere il congedo per matrimonio o per maternit. La maggior parte delle donne che si rivolgono allo sportello vengono dalleuropa dellest e lavorano come badanti. queste donne, spiega guetova, oltre ad avere problemi legati al loro lavoro, hanno anche difficolt di carattere sociale. Soffrono spesso di isolamento, soprattutto se giovani, dovendo lavorare chiuse in casa 24 ore su 24. hanno poche ore di riposo alla settimana e per questo faticano a trovare contatti umani. Cos molte si rivolgono allo sportello anche solo per conoscere altre donne, per trovare po-

sti in cui incontrarsi e svagarsi insieme. Si tende a pensare che le donne che lavorano come badanti tutto sommato non se la passino male per quanto riguarda il lavoro, aggiunge guetova. ma un luogo comune da sfatare. La verit che, oltre ad avere problemi legati alloccupazione, queste donne soffrono molto per questo isolamento forzato. Con la crisi economica, inoltre, aumentano i problemi delle donne legati alle dinamiche famigliari. In questo periodo difficile sono aumentane le violenze in casa, spiega Silvia Torneri, responsabile del centro interculturale di Trama di terre: gli uomini sono spesso frustrati dai problemi sul lavoro ed economici e cos sfogano tutto sulle mogli, usandole come capro espiatorio. La tensione aumenta per tutti e ci sono famiglie che esplodono. Inoltre molte sono costrette a tornare a casa, a causa dellimpossibilit di trovare lavoro. Lo sportello per le donne straniere attivo nella sede di Agor dei mondi (in via Andrea da Faenza 14/a) e nellufficio delle consigliere di parit (in via Benedetto xIV 3) il luned e il mercoled dalle 13.30 alle 17.30 e il gioved dalle 9 alle 12. Laccesso gratuito, ma si consiglia di prenotare lincontro ai numeri 051 353980 o 333 58182828 o allindirizzo agoradeimondi@larok.org. (redazione@piazzagrande.it)

Assunzione collettiva alle Libreria delle donne


p ALeSSANDRA CAPuTo
ancano solo 45 sottoscrizioni per lassunzione collettiva lanciata dalla Libreria delle donne lo scorso novembre. una battaglia tutta al femminile quella portata avanti dalle associate della libreria di via San Felice 16, che nel 2012 compie i 15 anni di vita. Lobiettivo sta per essere raggiunto, ma i tempi stringono e il termine di scadenza previsto per il 31 gennaio stato spostato a fine marzo. Lo scopo? Raccogliere i fondi necessari per assumere una giovane donna, al di sotto dei 29 anni, da avviare al mestiere di libraia. Alla nuova assunta verr offerto un contratto di apprendista. Stiamo andando molto lentamente, spiega Alessandra Cassarini, una delle associate, ma ci avviciniamo sempre di pi al traguardo. Finora i risultati ci fanno ben sperare. Ci auspichiamo di arrivare entro fine marzo a 150 sottoscrizioni. I sostenitori dovranno versare un contributo annuale di 100 euro per i prossimi 4 anni. La necessit, continua, quella di rinnovare il personale della libreria che, altrimenti, sar costretta a chiudere. Unica nel suo genere in Emilia Romagna, la Libreria delle donne costituisce una realt preziosa e insostituibile nel panorama della cultura femminile. Proprio per questo le associate lanciano lallarme, affinch questa unicit, questa realt cos particolare possa continuare a vivere. Ma c bisogno anche di un ricambio generazionale. In questi mesi, prosegue Cassarini, sono arrivati molti curriculum di giovani donne disposte a collaborare, come volontarie, per il mantenimento dellassociazione. come se venisse a frutto, in piccolo ovviamente, tutto quello che le donne, negli ultimi 30 anni, hanno realizzato in nome dei propri diritti. un gesto di solidariet che racchiude il segno di unesperienza basata sulla relazionalit femminile, affinch tutto il nostro lavoro, cos come quelle lotte, non sfumi in una bolla di sapone.

012345678910111213141516 Ho sempre lavorato, spiega Ana, la prima volta che vivo in un posto cos

InchIesta

Un dormitorio al femminile
Al momento sono 17 le donne ospitate nel centro madre Teresa di Calcutta. Crescono le nuove arrivate, in gran parte straniere, ma per tutte la sfida tornare autonome
p DANIA meoNI

ove vanno a dormire le donne senza dimora? A Bologna c un dormitorio riservato a loro: si chiama madre Teresa di Calcutta, una casa di riposo notturno femminile che pu ospitare fino a 19 donne in stato di disagio. il servizio sociale a valutare i casi che necessitano di aiuto e a inserire le donne allinterno di un progetto di adattamento e rinserimento in societ. Leducatrice della struttura, Annamaria Nicolini, spiega che lobiettivo principale creare strumenti affinch le ospiti diventino autonome. A questo serve ad esempio il gruppo appartamento, un progetto nato proprio con lo scopo di restituire una vita dignitosa alle donne che riescono ad autogestirsi e a essere autonome economicamente attraverso un lavoro. Spesso per, racconta Annamaria, le donne non ricostruiscono il proprio s e si comportano come se fossero a casa. Abbiamo avuto casi in cui chi entrava non voleva pi andarsene. qui che educatori e assistenti sociali devono intervenire: il dormitorio deve essere un passaggio, non un punto di arrivo. La struttura ospita attualmente 17 donne dai 25 ai 65 anni di et, di varie nazionalit. Non mancano problemi a livello di servizi, spiega leducatrice: Chi extracomunitario ed in possesso soltanto della tessera sanitaria gialla (S.T.P.) non ha accesso alle visite gratuite. Soltanto quelle ginecologiche sono garantite e spesso le donne sono costrette a rinunciare alle cure. I tagli agli enti locali si sentono anche qui. Dal primo gennaio abbiamo anche diminuito lorario di apertura. Per lemergenza gelo per tre operatori hanno tenuto

aperto 24 ore su 24 per due settimane e non stato semplice. Si avvicina Ana, bulgara di 55 anni. una donna dolce, curata, dal viso segnato di chi nella vita ne ha viste tante. in Italia da sei anni e da pi di un anno ospite al madre Teresa. ho sempre lavorato, accetto anche i lavori pi umili, racconta. ho prestato servizio a titolo gratuito nel monastero di San Benedetto in cambio di vitto e alloggio per me e mio marito. A Bologna ho lavorato come assistente per anziani e donna delle pulizie in un albergo per 5 euro lora in nero. la prima volta che vivo in dormitorio. Il 23 marzo Ana sar costretta a uscire dalla struttura. Non sa dove andare, non trova lavoro, preoccupata. Anche suo marito a Bologna, paga 200 euro al mese per un posto letto e lo scorso agosto anche lui ha perso il lavoro. Perch sono venuti in Italia? Per aiutare economicamente i loro due figli di 21 e 28 anni che studiano in Bulgaria e attendono i sussidi mensili dei genitori. Incontriamo anche maria, 31 anni, veneta. Vive nella struttura da sei mesi. ha occhi grandi, un sorriso discreto e tanta voglia di raccontarsi. madre di due bambine che vivono a Torino con lex marito. La fami-

glia di origine abita in provincia di Venezia, ma non sono in buoni rapporti. Dopo la morte del padre, maria si avvicinata alla droga, ha avuto problemi di tossicodipendenza ed stata abbandonata dai suoi cari. Si quindi trasferita a Bologna dove ha convissuto per un breve periodo con un uomo che la picchiava. Adesso seguita da uno psichiatra che la cura per bipolarismo e attacchi di panico. maria per forte, ha una gran voglia di ricominciare. Lo psichiatra dovrebbe inserirmi nel progetto borsa lavoro, dice. Lavorer tre ore al giorno per 300 euro mensili. Il lavoro potr aiutarmi a rinnovarmi totalmente asserisce con fiducia e convinzione. Siamo sicuri che ce la far. (redazione@piazzagrande.it)

in regione gi tre femicidi nel 2012, ma non sono delitti Passionali


p eSTheR DI RAImo
tre donne uccise e una gravemente ferita in meno di 50 giorni. il bilancio dei delitti commessi in emilia-romagna nel 2012 da uomini che si sono accaniti contro le loro compagne. lultima vittima edyta, 39 anni, di origini polacche, trovata morta alla periferia di modena, nellappartamento dove conviveva con un italiano di 58 anni. stato luomo a dare lallarme, ma nel giro di poche ore proprio lui stato accusato di averla uccisa a botte. un caso analogo si registrato a febbraio a Bologna, dove una donna di 45 anni rimasta gravemente ferita dopo che il suo findanzato le ha sferrato tre fendenti al collo con un coltello da cucina. luomo ha confessato il crimine, spiegando che la relazione sessuale con la donna lo faceva sentire impuro. nelle sue intenzioni doveva trattarsi di un sacrificio, come quello di abramo con isacco. ma sbagliato parlare di delitti passionali, spiega angela romanin del coordinamento dei centri antiviolenza dellemilia-romagna e responsabile della formazione per la casa delle donne di Bologna. secondo romanin luso di un linguaggio adeguato il primo passo per cambiare le condizioni culturali che portano alla violenza contro le donne. la dicitura di delitto passionale ha leffetto di legittimare una serie di comportamenti distruttivi nei confronti delle donne, spiega, nascondendoli dietro alla scusa dellimpeto di gelosia. in realt, in molti casi lomicidio da parte dei compagni premeditato e arriva solo alla fine di una lunga serie di violenze e maltrattamenti. si tratta a tutti gli effetti di crimini dettati dalla volont di esercitare un potere totale sulle donne e sulla loro esistenza. Per questo, i centri antiviolenza promuovono luso del termine femicidio per vicende come quelle di edyta. una parola, aggiunge romanin, che indica chiaramente il contesto misogino in cui si consumano questi delitti. la usiamo per parlare di tutti i casi in cui lomicida colpisce la vittima perch donna. (redazione@piazzagrande.it)

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questo numero di Piazza grande ospitiamo il vincitore di Perdersi a... esplorazioni urbane a fumetti, il concorso lanciato da Flashfumetto, in collaborazione con lassociazione Yoda e hamelin, per la sesta edizione di Bilbolbul, festival internazionale di fumetto, a Bologna dall1 al 4 marzo. La storia vincitrice del concorso si chiama mare dasfalto ed opera di monica Rossi. La mostra che espone i fumetti selezionati per il concorso aperta allAuditorium della Biblioteca Sala Borsa fino al 10 marzo.

In

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Redattore Sociale la guida on line


p FRANCeSCo meLe

rovare in maniera rapida i dati essenziali sui temi del welfare, del disagio sociale, dellimpegno nel volontariato e nel terzo settore. questo, in sostanza, il nuovo servizio in abbonamento dellAgenzia Redattore Sociale che, attraverso una guida online allinformazione sociale, offre tutti i vantaggi del web e aggiunge laggiornamento continuo dei materiali rispetto alla vecchia edizione cartacea biennale. La guida, pensata per i giornalisti e gli operatori della comunicazione in generale, gli amministratori locali, gli operatori sociali pubblici e delle associazioni non profit e gli studiosi, si compone di centinaia di schede, archiviate sotto 28 aree tematiche e oltre 100 tag, con migliaia di numeri e grafici selezionati. e per ogni area offre anche una scheda riassuntiva (in pillole), una tavola dei numeri principali (in cifre) e numerosi documenti in versione integrale. questo strumento rappresenta altres un modo responsabile per provare a conoscere e magari contribuire in maniera obiettiva al dibattito su temi che molto spesso vengono trattati dai media mainstream con eccessivo sensazionalismo e populismo. Senza approfondimenti e analisi che possono essere co-

La qualit della salute Un


p ANNALISA BoLogNeSI

struite attraverso dati oggettivi, come invece la guida propone. Basti pensare al tema dellimmigrazione dove si rincorre la caccia al titolo che accompagna molti episodi di cronaca connotati etnicamente. Si dipingono mostri e casi di piet, parlando poco dei macrodati demografici che ad esempio indicano che i 2 milioni 89 mila lavoratori stranieri (Istat, 2011) versano nelle casse dello Stato italiano oltre 7 miliardi annui di contributi pensionistici. Laccesso alla guida gratuito per gli abbonati a Redattore Sociale (esclusi quelli in prova), che potranno accedervi con gli stessi codici usati per il notiziario quotidiano dellAgenzia. Tutti gli altri potranno fare un abbonamento annuale direttamente on-line. Su http://guida. redattoresociale.it possibile guardare il video e tre schede demo gratuite. (www.bandieragialla.it)

esperienza positiva di partecipazione, sia per il numero di incontri e di argomenti trattati, che per le proposte sui temi che stanno a cuore dei cittadini. questo in estrema sintesi il bilancio dellultimo triennio di attivit (2009-2011) del Comitato consultivo misto dellAusl di Bologna, organismo di partecipazione dei cittadini per il controllo della qualit dei servizi sanitari. Nellultimo triennio il Comitato composto da associazioni di volontariato e di familiari, sindacati, pensionati e tecnici dellusl ha infatti promosso 30 sedute e organizzato quattro gruppi di lavoro interni mirati ad approfondire alcune tematiche specifiche: dagli anziani alle visite a strutture, fino al delicato tema delle liste dattesa. un percorso di partecipazione che ha visto il coinvolgimento di pi di 35 associazioni, tra cui anche lAuser di Bologna, a cui stata affidata la presidenza. Nel 2012 previsto il rinnovo della composizione del Comitato e lobiettivo quello di estendere il confronto ed allargare la partecipazione ad altri soggetti del territorio, a partire dal mondo del volontariato e delle istituzioni locali. Lattuale Comitato consultivo misto, nominato nellaprile del 2009, pur con le defezioni iniziali di alcune associazioni, pu vantare unesperienza positiva di partecipazione e di impegno, sottolinea maria Leone, rappresentante di Auser e presidente del Comitato, tuttavia non sono mancate alcune difficolt, in particolare nella creazione di sinergie tra le associazioni partecipanti e quelle esterne al comitato. Criticit che si potrebbero superare attraverso lallargamento della partecipazione di nuove associazioni e cercando nuove formule per lavorare insieme attraverso percorsi formativi condivisi. (www.auserbologna.it)

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Corte di Strasburgo sanziona lItalia per aver respinto delle persone in mare aperto senza accertarsi sulla loro condizione di rifugiati. Accade mentre siamo giunti alla terza edizione dello sciopero degli stranieri. Nel 2010 due sono stati gli interrogativi posti dai promotori. Il primo viene letto da qualcuno con sorrisi ironici: Cosa succederebbe se i quattro milioni e mezzo di immigrati che vivono in Italia decidessero di incrociare le braccia per un giorno?. Facile immaginarlo, difficile saperlo, soprattutto se manca un appoggio vero da parte dei sindacati. La seconda provocazione del comitato Primo marzo ancor pi incisiva: e se a sostenere la loro azione ci fossero anche i milioni di italiani stanchi del razzismo?. Appunto. quanti sono i milioni di italiani stanchi del razzismo? Non lo sappiamo. ma certamente sono molti di pi coloro che hanno legittimato negli ultimi anni ministri che andavano fieri della loro educazione civica e lessicale fatta a suon di respingimenti. La rete Primo marzo formata da numerosi comitati territoriali sparsi in tutto il territorio nazionale. Non difficile sostenerla. Anche se non ci si astiene dal lavoro il giorno proposto. Perch lo spirito quello di uno sciopero attivo e militante, di una mobilitazione che duri tutto lanno non come astensione dal lavoro ma come permanente pre-

Scioperiamo tutto lanno La


p mIhAI mIRCeA BuTCoVAN

non Parlate al conducente

Se il tranviere scende dal bus


p DoNATo uNgARo

sidio culturale antirazzista. Al di l dei cortei la vera riuscita di questa iniziativa non sta nei numeri proclamati o nelle adesioni formali. Sono tante le iniziative di sensibilizzazione sulle questioni che riguardano i migranti dItalia, dalla legge Bossi-Fini ai Cie, dalla cittadinanza per i figli di immigrati alle tasse sui permessi di soggiorno, dallaccoglienza dei profughi al trattamento dei rifugiati.

Al

Possiamo scioperare attivamente tutto lanno partecipando a queste iniziative o magari leggendo un libro sullargomento. Suggerisco una lettura che non pu lasciare indifferenti: Il mare di mezzo di gabriele del grande. Sar il vostro Primo marzo anche se il foglio del calendario gi stato strappato da un bel po. Facciamo piccole cose ma tutto lanno. Cos altri milioni di italiani si stancheranno del razzismo e i governi da loro eletti cambieranno la situazione attuale approvando leggi pi giuste, pi eque. Perch in Italia, in quanto a politiche sullimmigrazione, siamo ancora in mare aperto. (redazione@piazzagrande.it)

le volte i tranvieri guardano fuori dal finestrino e vedono una banca nascere quasi da un giorno allaltro. Alle volte i tranvieri scendono dallautobus e girano a piedi, per il centro. Alle volte i tranvieri si fermano a parlare con gli sconosciuti e nascono delle amicizie. Cos successo con il mio amico Florian, un senza dimora che bazzica spesso in via San Felice, nei pressi del nostro circolo dopolavoro. Ci salutiamo in francese, per gioco. Bonjour monsieur, comment a va?, lo saluto, e lui, di rimando: Bien, merci. Poi scambiamo quattro chiacchiere sul tempo, sulla gente che passa davanti a Florian e alle sue sacche a quadretti abbandonate a terra. Forse non sar proprio la lingua di Napoleone, ma noi ci capiamo. Non conosco il vero nome del mio amico clochard di San Felice, e cos ho iniziato silenziosamente a chiamarlo Florian. Nei giorni della grande nevicata su Bologna, tutte le volte che lo vedevo seduto sui suoi sacchi, allangolo con via marconi, davanti alle vetrine scintillanti di una banca nuova nuova, mi faceva una gran tenerezza. e mi faceva riflettere quel contrasto tra ricchezza e nobilt danimo, allombra della targa che ricorda la citazione dantesca nel De vulgari eloquentia, a proposito della differenza di parlata tra i bolognesi del Borgo di San Felice e i bolognesi di Strada maggiore. Nei giorni dellinferno bianco bolognese noi tranvieri abbiamo saltato tutti i capolinea, e alle volte il desiderio di un caff si faceva feroce. Cos un giorno ho deciso che in una pausa, tra un turno e laltro, un caff me lo sarei concesso; un caff con Florian, in Borgo San Felice. ho preso un caff e un t al circolo e sono uscito in strada, da Florian. Abbiamo gustato le nostre bevande calde con i passanti che ci guardavano straniti. e lemozione stata grande. Forse non stata la stessa di prendere un caff allalba, in piazza San marco, a Venezia. ma in quel caso Florian solo un bar, mentre nel mio caso Florian qualcosa di pi: un uomo. (donatoungaro@piazzagrande.it)

la Posta degli altri


La redazione di Piazza Grande risPonde aLLe Lettere PubbLicate sui quotidiani boLoGnesi

Fuori programma

lettera pubblicata su il resto del carlino del 24 febbraio 2012

non capisco quale zelo animi il sindaco merola per dirsi favorevole allapertura di piccole moschee nei quartieri, allislam expo in periodo natalizio e per dichiararsi speranzoso di ospitare il prossimo gay pride. non c altro da fare a Bologna? cos sicuro che i suoi sudditi accettino questi fuori programma? io ho i miei dubbi.

cara lettrice, forse a Bologna c qualcosa da fare il sabato sera, ma per il resto una gran noia. dovrebbe apprezzare queste nuove opportunit di svago. cambiare religione o, a scelta, orientamento sessuale sar un fantastico fuori programma! P.s.: pssst... volevamo farle notare che nellelenco ha dimenticato i rom, come mai?

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q| in riunione per organizzare lapertura di morus

Un museo per gli squat


La nostra inviata a New York ha incontrato i promotori di morus, il museo degli spazi urbani recuperati
lato pratico, i cofondatori sottolineano come non abbiano ricevuto alcun contributo di supporto, quindi tutto quello che stiamo facendo lo stiamo facendo con le nostre forze, continua Bill, intanto possiamo contare sul supporto del C-squat che ci conceder spazio per lesposizione del materiale. Nel museo troveranno spazio foto che ricostruiranno quella che era la vita nelleast Village per terminare con un tour fra i vari squat e community garden. Per chi si chiede ancora quale sia la ricchezza delleast Village, Bill ha una risposta pronta. In tutti gli Stati uniti non c zona che si possa neanche lontanamente paragonare ad Alphabet City. Ci siamo spesso chiesti se di questa cosa importasse a qualcuno, continua Bill, secondo me semplicemente non si sono resi conto che ci stavamo s impossessando degli spazi, ma per migliorarli. Venticinque, trenta anni fa questo era veramente un cattivo quartiere e quando noi abbiamo iniziato, nel 1985, tutti questi edifici erano davvero in cattive condizioni. Abbiamo salvato questo ghetto dal diventare un cimitero di spazi perduti e mano a mano tutto questo diventato qualcosa di profondamente politico. eppure non tutto oro quello che luccica. Il problema del free housing, racconta Bill, che ha rovinato quello che era il centro sociale con tutta la sua azione politica. Non fraintendetemi, sono e siamo fieri di accogliere nei nostri spazi qualunque tipo di persona... semplicemente lassenza di una selezione (concedetemi il termine) comporta spesso una perdita in senso di impegno politico. Per questo Bill parla un po a malincuore di umbrella house, il suo centro sociale divenuto esclusivamente residenziale. queste forme di resistenza sociale, scrive Christopher mele nel suo Selling the lower east Side, avevano una grande valenza simbolica. Trasformando lambiente, questi movimenti hanno mostrato come il successo del reclamare comune pu essere un mezzo per combattere una decadenza sia fisica che sociale. una rivoluzione da cui prendere spunto? (redazione@piazzagrande.it)

p CeCILIA ANDReA BACCI


accontare anni di housing, centri sociali e giardini comuni dal 1985 a oggi per evitare che la storia finisca nel dimenticatoio: questo il fine di Laurie mittelmann e Bill di Paola, cofondatori del progetto morus, Museum of reclaimed urban spaces. Chi stato a New York avr sentito parlare delleast Village e probabilmente avr anche camminato nelle sue vie particolari, quando i palazzi iniziano a contare meno piani e si viene catapultati in una realt parallela vagamente portoricana. cos che ci si introduce nel cuore pulsante della New York dei centri sociali e degli orti di quartiere. C chi sostiene che tutto questo abbia salvato least Village dalla sua decadenza anni 80. eppure New York non ringrazia, dato che non ha mai tentato di preservarne lunicit, cos ci penser morus. Laurie e Bill ci raccontano

del loro progetto davanti a una tazza di caff biologico made in Avenue C. uno sguardo allincrocio sulla nona strada e si possono vedere contemporaneamente due centri sociali, C-squat e umbrella house, e ben due community garden. Probabile incontrare anche qualche inquilino: come hassan, che assomiglia a Babbo Natale e vive al C-squat da ben 15 anni, pi o meno da quando, messe le sue scarpe da globetrotter al chiodo, ha fatto ritorno nella grande mela. Non solo housing ma anche pianificazione urbana sostenibile, anche questo uno dei valori che si trovano alla base del progetto morus. Il simbolo vuole essere un connubio dei nostri principi ispiranti, spiega Laurie, il simbolo globale del centro sociale diventa la m di museo, la punta della lancia una pala con cui coltivare la terra. Passando al

Primo numero per Lillegante, il giornale della Scuola di italiano con migranti dellXM24

tutto il mondo in redazione


p SeLeNe CILLuFFo, FABRIZIA PeTReI, eLISA CASSoNI
un appartamento di San Donato arrivano dolci dal Bangladesh e dalla Sardegna, guacamole, succo darancia e grappa di Valdobbiadene. Cos inizia la prima riunione di redazione del 2012 de LIllegante, il giornale della Scuola di Italiano con migranti (SIm) di xm24. I lavori di redazione sono gi iniziati a fine 2011 e hanno portato alla pubblicazione e distribuzione del primo numero del giornale, che sottotitola Scriviamo tutto quello che non riusciamo a dire. Lidea nasce dalla collaborazione tra gli insegnanti e i ragazzi che frequentano la SIm: una scuola senza cattedre, attiva da circa dieci anni che, negli ultimi due, si sviluppata come un vero e proprio progetto politico e sociale,

In

rifiutando tutte le forme di razzismo. La scuola ha sviluppato un metodo didattico basato sullorizzontalit: la lingua il mezzo con il quale ci si emancipa, si reclamano diritti e si raccontano storie e vite, senza pi nessuna distinzione tra la voce di chi migrante e chi non lo , tra quella di chi insegna e di chi impara. LIllegante lespressione scritta di tutte le voci. Ci piacerebbe far arrivare al lettore la realt che si vive quotidianamente a scuola, far comprendere la sua diversit rispetto alle altre, parlare di xm come spazio e luogo di incontro, si legge nel primo numero. LIllegante anche un esperimento di redazione multiculturale, in contrapposizione allinformazione spesso deforman-

te e fuorviante del mainstream: Scrivere per rendere chiare le cose che sui giornali non si capiscono, scrive Sala Taif. Saper scrivere vuol dire potere, ammette karim. uno degli obiettivi contribuire a colmare lo scarto tra la realt delle migrazioni e la rappresentazione e la percezione che se ne ha a livello di discorso pubblico. Il giornale vuol essere un veicolo di comunicazione, dando un volto

alle persone che vengono genericamente definite immigrate. Per collaborare con Lillegante o richiedere una copia: www.simxm24.noblogs.org. (redazione@piazzagrande.it)

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Ad Ancona lincontro fra una ventina di strutture e polisportive solidali

spalle alla porta

Un altro sport possibile G


p mARgheRITA gomBI
arantire il diritto allo sport per tutti, quindi senza discriminazioni di tipo sessuale, culturale o razziale, svincolato da scopi di lucro. questo lobiettivo delle palestre e delle polisportive popolari sempre pi numerose in Italia. Luoghi in cui si tenta di abbandonare larrivismo, lagonismo a tutti i costi e la mercificazione dellattivit sportiva. meglio puntare sullinclusione dei giovani in un contesto sano e formativo che pu essere quello che si crea nello sport, a maggior ragione in quello di squadra. un modo per dare ai ragazzi nuovi stimoli, obiettivi e opportunit per sottrarli da realt contraddistinte da marginalit e degrado sociale. Numerose palestre popolari hanno aderito alla campagna gioco anchio, volta a mettere lo sport al centro di un discorso legato alla socialit e alla solidariet. Le polisportive popolari si sono incontrate ad Ancona a gennaio, per fare rete e scambiarsi opinioni e idee. Il primo passo stata una raccolta fir-

me da portare al Coni affinch vengano eliminate le disposizioni che limitano la possibilit di praticare sport agli stranieri e ai loro figli nati in Italia. La pratica sportiva viene vista come uno strumento contro le discriminazioni e per labbattimento di stereotipi e pregiudizi. Fare attivit sportiva un diritto e come tale deve essere riconosciuto a tutti i cittadini. Tra le polisportive che hanno aderito a gioco anchio c una realt operante in provincia di Taranto, la palestra popolare mustak. I fondatori della mustak pensano che, a causa dei tagli a tappeto nei settori del welfare e dei servizi sociali, sia necessario proporre unofferta concreta sia in termini di strutture sportive sia per quel che riguarda luoghi di aggregazione e confronto. Allincontro di Ancona non poteva mancare la polisportiva Assata Shakur di Ancona, operativa dal 2001 e divenuta polisportiva nel 2003. Assata Shakur il nome di una donna afroamericana attivista contro il razzismo, oggi rifugiata a Cuba dopo unevasione dalle carceri statunitensi.

Il raduno di Ancona, partendo da esperienze di gestione e implementazione di progetti sportivi differenti, ha permesso lo scambio di pratiche positive tra tante realt differenti. unesperienza partita dal basso, tra tante strutture sparse in Italia che condividono un modello di avvicinamento allo sport basato sulla fruizione della pratica sportiva per tutti. La due giorni stata caratterizzata da momenti diversi, in cui dal triangolare di calcio di sabato alla riunione della domenica, si sono confrontate una ventina di palestre e polisportive. Ce n annastanza per dire che un altro modo di vivere lo sport possibile. (redazione@ agendanet.it)

Le paLesTRe popoLaRI a boLoGna


sport davvero per tutti. a Bologna a offrirlo la palestra popolare del tpo, con corsi di thai boxe, pugilato e parkour (informazioni su http:// tpo.bo.it/). in citt attiva anche la palestra antirazzista red rose del laboratorio Crash!

quando cadono i tab


p gIANLuCA moRoZZI

cronaca delle Partite Precedenti

secondo me san Valentino. il Bologna una squadra romantica, e nel mese di febbraio, intorno alla celebre ricorrenza degli innamorati, regala i suoi momenti migliori agli innamoratissimi tifosi. sono ormai tre anni che si ripete questa gradevole abitudine: dal Bologna di colomba, che in questo periodo espugnava genova con uno storico quattro a tre, a quello di malesani, che sfatava il tab della vittoria in casa Juventus, a questo, che tra un rinvio per neve e laltro ha trovato un rendimento esaltante, la continuit salta senza dubbio allocchio. che poi il calcio una cosa logica, a suo modo, e a volte basta un allenatore intelligente come stefano Pioli a mettere i pezzi al posto giusto. la parola difesa a tre creava scompiglio e raccapriccio in tutti noi tifosi, visti i trascorsi, e il nuovo modulo creava diffidenza anche solo a nominarlo. Be, da quando Pioli ha inaugurato la difesa a tre, da quando raggi si spostato dalla fascia destra al centro, da quando mudingayi e Perez possono giocare vicini creando un muretto a centrocampo, il Bologna ha preso solo un gol a napoli (su un rigoretto) e un altro a roma (su punizione). non ha pi perso una partita nel 2012. ne ha vinte tre, con catania, inter e fiorentina. si portato a quota ventotto. e ha anche trovato un portiere come gillet che ricordate? - tutti dicevano che era basso, che non si poteva avere un portiere cos basso, e lui si messo a parare qualunque cosa, tanto per smentire le voci di cui sopra. il Bologna non vinceva a san siro, casa inter, in campionato, dal giorno in cui Baggio s, cera Baggio - metteva un pallone in mezzo da destra e Paramatti s, cera Paramatti - segnava il gol della vittoria. Quel giorno, dopo la partita, ero andato a vedere Harry a pezzi di Woody allen. t anto per inquadrare a livello cinematografico il periodo. Poi cera stata una vittoria nello spareggio uefa, ma lultima in campionato era quella l. ecco: svariati film di Woody allen dopo, di Vaio ha segnato due gol in un minuto nel primo tempo di inter-Bologna, acquafresca ha sigillato in tre a zero nel finale, e un altro lunghissimo tab stato sfatato. il Bologna non vinceva in casa con la fiorentina dai tempi di fresi s, cera fresi - e cruz vedi sopra - che sparava un rigore in curva. dai tempi di criminali da strapazzo, parlando di Woody allen. il tempo di vedere ramirez che lancia di Vaio, di Vaio che mette diamanti davanti al portiere, diamanti che sbaglia il primo tiro, riprende la palla sulla respinta del portiere, gira intorno a tutti i difensori viola e di sinistro sigla luno a zero. e il tempo di vedere, rivedere, rivedere ancora diamanti che lancia di Vaio, di Vaio che mette in mezzo un pallone da destra, ramirez che inventa un colpo di tacco da film di fantascienza e segna il due a zero. e a questo punto lunico rammarico che si ha di avere quarantanni e non undici o dodici, perch ad avere undici anni quel colpo di tacco l lo si sognerebbe di notte pi e pi volte e si cercherebbe di riprodurlo ogni pomeriggio al campetto della parrocchia, rischiando di slogarsi una caviglia. ora, con i vari rinvii per la neve, il Bologna giocher quattro - ! - partite consecutive in casa. tutte tra febbraio e linizio di marzo, che ancora un mese buono, viste le ultime annate. se volessimo arrivare ad aprile gi salvi come al solito e poi crollare rilassati, oh, ce ne faremo tutti quanti una ragione.

012345678910111213141516 Psicantria, un disco per spiegare la malattia mentale attraverso la musica

I cantori della psiche


p PAoLo PeRINI

Diario da una favela


p SImoNe JACCA

sullo scaffale

drammatizzare la malattia mentale e smontare i luoghi comuni che lavvolgono con un pizzico di ironia e sagacia. gi, perch il modenese gaspare Palmieri (psichiatra) e Il bolognese Cristian grassilli (psicoterapeuta e musicoterapeuta), hanno deciso di farlo con Psicantria, un manuale di psicopatologia cantata, ovvero un libro e un disco di tredici tracce scritte a quattro mani. Le tracce che compongono il disco sono dedicate ognuna a una diversa malattia, con titoli che sono tutto un programma. Pezzi divertenti e di facile ascolto come Cara depressao, Jessica anoressica, Funky fobico e Il cowboy bipolare, ma anche ballate come mio fratello e Abbi cura di te, un vero e proprio inno a non lasciarsi andare. I due si tolgono anche una soddisfazione, con la prima traccia, Psicantria, che ironizza su chi fa confusione tra psicologo psichiatra e psicoterapeuta. Volevamo trovare un modo per parlare a tutti della sofferenza mentale,spiega grassilli, abbiamo cercato di mettere allinterno dei testi delle canzoni alcuni sintomi, la vita e lesistenza del malato, a volte anche in maniera ironica cercando di alleggerire il tema. Il tutto per stando attenti a non trasformare il disagio psichico in uno spettacolo da baraccone o un circo bar, come spiega grassilli. Accanto al disco c il libro, con schede in-

formative, contributi di esperti e testimonianze dirette di pazienti, e anche una preziosa introduzione a firma Francesco guccini. Il progetto ha fatto presa anche alluniversit di modena e Reggio emilia: lo scorso ottobre Palmieri e grassilli si sono esibiti nellaula magna, e ora gli studenti di medicina hanno deciso di proporre Psicantria come libro di testo ai loro professori. Psicantria diventata anche unassociazione che si propone di organizzare eventi musicali e culturali che coinvolgano attivamente le persone affette da patologie psichiatriche. Lambizione sarebbe aiutare a nascere le cosiddette psychiatric band, complessi musicali costituiti da utenti psichiatrici, operatori della salute mentale e musicisti volontari. Il prossimo concerto del duo psicantrico, come grassilli e Palmieri amano definirsi, si svolger il 14 marzo al teatro di Pieve di Cento. Info su www.psicantria.it. (redazione@piazzagrande.it)

ponti avvicinano luoghi destinati altrimenti a restare lontani. quando sono di carta risultano fragilissimi, eppure pi preziosi. Perch mettono a contatto realt sociali e culturali diverse, destinate forse a ignorarsi. Cos, accade che un libro possa farci vivere una quotidianit che ci appare lontana, fatta di ragazzi che giocano in strada e crescono troppo in fretta; e di uomini e donne che provano a crescerli in mezzo a tanti problemi. Novos Alagados. Diario di una favela di Jos eduardo Ferreira Santos (Ponti di Carta, 104 pagine, 15 euro) il primo progetto editoriale di una giovane casa editrice bolognese. Si chiama Ponti di Carta (www.pontidicarta.org) e con la sua prima pubblicazione propone ai lettori un testo suggestivo, che si muove tra il documento e il racconto. Storie di una favela, insomma, che diventano la storia di uno spazio umano: la piccola Daiane, la signora Tibrcia, gli ubriachi alla fermata dellautobus sono i ritratti che compongono un affresco in cui prende forma, nei suoi aspetti di gioia e di dolore, il vivace bagaglio di ricordi dellautore ma anche la memoria di una comunit che non rinuncia alla propria identit. La macchina da presa che descrive la variegata umanit della favela infatti guidata da un operatore che protagonista di molte delle storie che racconta e che non cede, quindi, alla tentazione di rappresentare un patetico spettacolo per turisti. Jos eduardo Ferreira Santos, autore finora inedito in Italia, descrive i luoghi in cui cresciuto e ha poi svolto il suo lavoro di educatore: una favela costruita sullacqua, fatta di baracche di compensato e improvvisate file di ponteggi. La sua pagina asciutta ed essenziale, eppure particolarmente densa, perch riesce a cogliere, senza mistificarli e anzi con estrema lucidit, lintimit di un volto o lattimo in cui un pensiero diventa gesto. (redazione@piazzagrande.it)

delledizione q| la copertinanovos alagados originale di

Piantaggini diario di una Pittrice di strada

p mARINA gIRARDI

Letizia

etizia ha 47 anni e fino a pochi mesi fa aveva un lavoro e viveva in un appartamento in affitto. Il lavoro per era in nero e una volta licenziata si trovata senza soldi, n tutele, cos anche da casa hanno fatto presto a sfrattarla. ha fatto richiesta per ottenere un posto al dormitorio e ora condivide, con altre cinque donne, un grande stanzone dalle alte pareti bianche.

qua dentro c gente che sta in strada da una vita, io sono una novellina e me ne voglio andare al pi presto, anche se qui mi hanno accolto bene, sono diventata un po la loro mascotte... Letizia non vuole rivelare la sua vera identit perch tra pochi giorni ha un colloquio per un impiego La gente piena di pregiudizi, non si sa mai, e poi basta che racconti la mia storia in modo

generico, cos non mi si riconosce, sono poi cose che succedono a tante altre donne. Il suo volto quello ritratto in prima pagina. (marina girardi, in arte magira, una

fumettista e illustratrice nata a Belluno nel 1979. Vive a Bologna da pi di dieci anni e quasi ogni sabato dipinge in via oberdan. Il suo blog www.magira.altervista.org)

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Dopo 10 anni di lotte, a Tandil partita la costruzione di 5 alloggi per senza tetto. merito di una vera pasionaria

Dalle stalle alle stelle


p CLAuDIo CANNISTR, DISegNI DI PAoLA SAPoRI

(canniclau@libero.it)

Il sogno di Cacha, una casa per homeless


p ALAIN VeRDIAL RoDRIgueZ
decennio nella citt argentina di Tandil ha dato i suoi frutti. Dopo dieci anni di lavoro e di lotte, a gennaio 2012 stato dato il via finalmente al Programa de emergencia habitacional (che tradotto sarebbe il Programma di emergenza Alloggio) con la costruzione di cinque delle dieci case progettate ed ideate per i senza dimora di Tandil. Se tutto procede come dovrebbe, le cinque abitazioni restanti cominceranno a edificarsi a partire da aprile. Lidea originale di creare degli alloggi per i senza tetto di questa citt situata al sud-est di Buenos Aires non affatto recente. Nel 2001, in piena crisi finianziaria argentina, le strade di Tandil cominciavano a riempirsi di bambini affamati. Fortunatamente per loro, in una di queste vie ubicate nel quartiere pi povero della citt, el barrio de Tunitas, abitava (e abita ancora oggi) Stella maris Cena. Cacha Cena - cos viene chiamata - fece onore al suo cognome trasformando la sua dimora di via De Los granaderos 269 in una vera e propria

ariete

I NATI DAL 22 AL 25 mARZo SoNo SoTTo STReSS

bilancia

SoTTo PReSSIoNe I NATI TRA IL 19 e IL 22 oTToBRe

Toro

Un

NeSSuN PIANeTA VI CoNTRARIo e PeR DI PI VeNeRe ATTRAVeRSA IL VoSTRo SegNo

scorpione

SIeTe IN BILICo TRA PoSSeSSIVIT e DeSIDeRIo DI AuToNomIA

Gemelli

sagittario
PRImA DeCADe AFFATICATA DAI TANTI PRogeTTI

LA PRImA DeCADe SI CoNFRoNTA CoN Le oSTILIT mARZIANe

mensa gratuita, per questi ragazzi e per tutti quelli che avevano bisogno. Presto la casa si convert in un centro sociale e Cacha, aiutata da alcune donne dello stesso quartiere, cre la Asociacin Civil de Corazn Tandilense e pi tardi anche la Asociacin de mujeres sin Techo. Dopo pi di sette anni di richieste continue verso lamministrazione sia comunale che nazionale, il 22 marzo 2011 il governo argentino cede e vara una donazione di 700 mila pesos (pi di 100 mila euro) allassociazione. Le mujeres sin techo cos hanno potuto rendere realt il loro sogno, avviando a gennaio ledificazione di dieci case, cinque nel quartiere di La movediza e cinque nel

barrio de Tunitas, che servirano da residenza per i pi bisognosi della citt di Tandil. ma Stella maris Cena non si vuole fermare a questo traguardo. Infatti, lanno scorso durante la celebrazione del decimo anniversario della mensa di via De Los granaderos 269, lattivista ha rinnovato il suo impegno. triste festeggiare il compleanno di una mensa per poveri, ha detto, ma fino a quando ci saranno persone in cerca di aiuto io non smetter mai di lottare. Di recente Cacha entrata nella vita politica di Tandil: infatti stata eletta come consigliere comunale a capo del partito Frente para la Victoria. (redazione@piazzagrande.it)

Cancro

Capricorno
NoNoSTANTe PLuToNe, AVReTe uNo SLANCIo NoTeVoLe

queSTo meSe FARe BReCCIA NeL CuoRe ALTRuI PI FACILe

Leone

acquario

PICCoLI mALumoRI VI DISTuRBANo, SoPRATTuTTo NegLI AFFeTTI

LA PRImA DeCADe AVVeRTe LA SPINTA uRANIANA AL CAmBIAmeNTo

Vergine

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eSISToNo SoLuZIoNI AI VoSTRI PRoBLemI: NoN DISPeRATe!

ComINCIATe AD AVVeRTIRe Le SoTTILI INTuIZIoNI NeTTuNIANe

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