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Bovegno Collio/San Colombano Gardone Val Trompia Marcheno Sarezzo skYruNNiNG,

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3 DODICI MESI // novembre 2011

IN QUESTO nUmero

Editoriale Iniziativa popolare! Prodotto & mercato Laura Castelletti: Internet pu cambiare Brescia? Giacomo Canobbio: Ripartire dalla solidariet sociale Renato Borsoni: Mezzo secolo di successi Nice Bonomi: Il senso della vita dietro un naso rosso Lorenzo Maternini: Alla professionalit preferisco lamore Strategia dimpresa Lavoro Bacheca Sistema Brescia, la sindrome del bonsai Sulla via di Sofia Al supermarket con venti euro Strade e quartieri: Via Crocifissa di Rosa Hinterland: Cellatica, Gussago

9 11 13 14 17 21 25 29 33 35 37 39 51 55 61 66

76 Viaggio in Provincia. Val Trompia: Sarezzo, Gardone Val Trompia, Marcheno, Bovegno, Collio/San Colombano 103 Dalla Bornata il vino della citt 107 Tu e il fisco 109 Politica e societ 110 Pelo e contropelo 113 Brainstorm 115 BSNews.it/Il sondaggio: Giovani e lavoro 119 Come vivere le ferie a scrocco 123 Ricostruiamo Haiti 127 Qui & l 130 Skyrunning, corsa in alta quota 135 La Loggia scende in campo e perde 138 Gentile Farmacista 140 Specchio delle mie brame 143 Videoteca 144 successo

Mensile di attualit, economia, inchieste, opinioni e cultura da Brescia e dal mondo. Novembre 2011 Anno III - Numero 10 Rivista mensile - 1,20 Viale Duca degli Abruzzi, 163 - 25124 Brescia tel 030.3758435 - fax 030.3758444 www.dodicimesi.com redazione@dodicimesi.com Direttore Responsabile Giorgio Costa direzione@edizioni12.it

DODICI MESI

MESI

Macchinetta amore mio!

Coordinamento Donatella Car donatella.care@dodicimesi.com Hanno collaborato Alice Aimo, Eva Alessandri, Giovanni Altuni, Stefano Anzuinelli, Davide Bacca, Fiorenzo Bandirali, Luce Bellori, Livio Benassi, Esterino Benatti, Elizabeth Bertoli, Silvio Bettini, Paoloemilio Bonzio, Donatella Car, Alessandra Cascio, Lodovico Cherubini, Alessandro Cheula, Mario Conserva, Enrico Filippini, Bruno Forza, Emanuela Gastaldi, Rolando Giambelli, Roberto Giulietti, Immanuel, Viola Ladi, Lucrezia Lombardi, Ferdinando Magnino, Sergio Masini, Enrico Mattinzoli, Cristina Minini, Fedele Morosi, Giorgio Olla, Antonio Panigalli, Irene Panighetti, Francesco Rastrelli, Libero Rosellini, Federico Rossi, Massimo Rossi, Emanuele Salvi, Salvatore Scandurra, Alessandra Tonizzo, Andrea Tortelli, Silvia Valentini.
Questo periodico associato allUnione Stampa Periodica Italiana

Editore Edizioni 12 Srl Viale Duca degli Abruzzi, 163 - 25124 Brescia Registrazione Tribunale di Brescia n. 52 del 24/11/2008 Impaginazione Sales Solutions Srl Fotografie Archivio Sales Solutions, Umberto Favretto Agenzia Reporter, Rolando Giambelli Il Fotogramma, Patrick Merighi Brescia in Vetrina, Cristina Minini Stampa Tiber Spa - Brescia Pubblicit Sales Solutions Srl Viale Duca degli Abruzzi, 163 - 25124 Brescia tel 030.3758435 - fax 030.3758444 segreteria@salesolutions.it

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MESI 12novembre 2011

E
Siamo un popolo

DITORIALE

di tifoSi

DA ITALMARK I MIEI SOGNI DIVENTANO GIOCHI.


Fino al 6 gennaio 2012

n paio di anni fa, alcuni miei amici mi invitarono a partecipare ad una trasferta in Spagna per vedere una partita Barcellona-Inter. Io sono un misero tifoso del Cagliari ed dai tempi di Gigi Riva che non riesco a gioire per la mia squadra e la proposta non mi risult affatto interessante; fui per incuriosito perch gli amici in questione erano tutti milanisti e la trasferta programmata, per orari e costi, era piuttosto impegnativa; nel declinare lofferta chiesi quindi se avessero cambiato casacca. Apriti cielo! Quasi mi insultarono: Guarda che andiamo a tifare il Barcellona, sperando di veder umiliato lInter e tutti gli interisti. Ero basito. Io, simpatiche o antipatiche che mi siano, quando Iuve, Inter, Milan o Roma giocano in coppa, tifavo e tifo sempre per le italiane. Perch per me, lazzurro sempre prevalente, pi appassionante, coinvolgente ed emozionante del rossonero, nerazzurro, bianconero, rossoblu e chi pi ne ha pi ne metta. Gi, siamo nel 150 dellunit dItalia e agiamo ancora come Guelfi e Ghibellini. Tav e notav, indignados e black block, Pd e Pdl, magistratura e governo, imprenditori e lavoratori, burocrati e cittadini. Non stiamo tifando per la stessa squadra, non speriamo nella vittoria della nazionale italiana, ma solo nellumiliazione del nostro avversario. Purtroppo per cos ci facciamo male da soli, perch chi crediamo avversario, sta giocando con la nostra stessa casacca azzurra. Ogni occasione buona per schierarci pro o contro qualsiasi fatto o persona, al di l

del buon senso e della logica, senza mai considerare che stiamo giocando tutti la stessa partita. Il funzionario che non aiuta il cittadino o limprenditore a destreggiarsi nei meandri dellamministrazione pubblica, ma suona la vuvuzela nel rifiutargli un timbro, sta facendo un sonoro autogol. Coloro che non mandano dentro buttando via la chiave, quei simpatici ragazzi che lanciano gli estintori, sono persone pervase da un totale e irresponsabile masochismo che buttano la palla nel vuoto. I politici che pensano di essere i maradona con la ricetta giusta per recuperare tre gol di scarto, sono dei tapini che vagano per il campo, vedendo impotenti scorrere il cronometro di una partita che sta per finire. Quello che conta invece che vinca lItalia, lavorare sodo, accettare di essere spostato avanti o dietro nel campo per dedizione alla maglia azzurra e chi in panchina o in tribuna sostenga chi sta correndo e non veda la sconfitta dei propri compagni come la propria vittoria. Tifare Italia solo quando in nazionale gioca un beniamino della nostra casacca assolutamente inutile e controproducente. Smettiamo di tifare per chi porta i nostri colori preferiti, anche se in nazionale non azzecca un tiro. Se non rinunceremo tutti a un po del potere che ci stato dato, ad un po dei privilegi che tutti abbiamo acquisito, a dare un po pi spazio a chi sappiamo avere pi birra nelle gambe rispetto a noi, lesito della partita sar scontato. E senza arrivare ai supplementari. Giorgio Costa
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Bergamo, www.liceolussana.com) ma lo scoglio degli interessi di sistema e di chi lo appoggia rimane grande. Salta comunque allocchio di tutti e di tutte le tasche di chi investe nelleducazione dei figli, che la spesa media (e i tetti di spesa previsti dal Miur, il ministero dellIstruzione, dellUniversit e della Ricerca) pagherebbe abbondantemente linvestimento (anzi, nel tempo, oltre alle migliori performance, si otterrebbero anche significativi risparmi in ordine sociale, ecologico, economico, ecc.). MONETICA: si stima che il costo annuo della circolazione della moneta, solo in Italia, si aggiri intorno ai 10 milioni di euro lanno. Anche in questo caso con pochi piccoli accorgimenti e listituzione di un organo pubblico di gestione della moneta elettronica (oggi non chiaro comprendere chi la governa), si otterrebbe un sicuro risparmio economico (linefficiente sistema bancario sar daccordo?) oltre ad un imbattibile strumento di verifica fiscale. IMPRESE: dematerializzazione e digitalizzazione sono parole molto abusate e poco usate; secondo le stime ogni anno siano circa 1,3 miliardi le fatture circolanti in Italia (tutte con un formato proprietario e follemente non standardizzato per legge), di cui oltre il 95% risulterebbe ancora cartaceo. Lutilizzo del documento elettronico (standardizzato) potrebbe portare vantaggi fino a 60 miliardi di euro a seconda del modello utilizzato. Anche in questo caso si otterrebbe un sicuro risparmio economico per la collettivit ed un imbattibile strumento di verifica fiscale (in caso di deposito centralizzato della copia dei documenti contabili). FISCALIT: lapertura di un semplice fascicolo elettronico per ogni singolo cittadino, nel quale, come peraltro avviene in altri paesi europei, imputare tutti i redditi percepiti, imputare tutti i costi sostenuti (imponendo de facto il rilascio da parte delle controparti del documento contabile/fiscale: dentista, meccanico, ristoratore, imbianchino, idraulico, bagnino, colf, badante, ecc.) ed arrivare ad una automatica denuncia dei redditi (in auto compilazione semplificata da Pc), sarebbe banale, ma, con una semplice operazione di buon senso civico e politico potrebbero essere recuperati gran parte degli stimati 120 miliardi di euro lanno (poca cosa tra il 10% e il 20% del Pil annuo italiano) che oggi, da pi parti, vengono annualmente imputati allevasione fiscale (quella complessiva ovviamente non quella diretta). Con poche cose di buon senso si potrebbero ottenere risultati da fantascienza e soprattutto si potrebbe iniziare il percorso per un mondo migliore (anche in Italia). Allora perch chi impegnato nelle attivit socio/politiche non fa cartello per promuovere, e seguire fino alla promulgazione, le opportune leggi di iniziativa popolare?
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erch la societ civile non dovrebbe impegnarsi nella proposta non demagogica e se mai fosse possibile trasversale al buon senso (quindi apartitica) di una serie di leggi di iniziativa popolare che, con interventi chiari e socialmente responsabili, possano dare un contributo fattivo a quelli che paiono problemi insormontabili del paese? I temi da affrontare sono veramente parecchi (anche troppi), ma basterebbe iniziare con alcuni di quelli, a cui dedicheremo un approfondimento nei prossimi mesi, che potrebbero fare alcune significative differenze. SCUOLA: abolire la maggior parte dei libri di testo sostituendoli con device informatici (up-to date: portatili, wi-fi, tablet, ecc.) aggiornati allo stato dellarte tecnologico tipico del nostro attuale contesto socio/culturale; alcuni esempi stanno venendo avanti (come ad esempio il Liceo Scientifico Lussana di

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olto probabilmente, mentre questo nuovo numero del Dodici sar fresco di edicola, in Grecia si star consumando il dramma. Come gi accaduto in Argentina nel 2001, quando la bancarotta ebbe come effetto peggiore quello di spazzare via, oltre allintero ceto medio, anche migliaia di aziende generando una riduzione del Pil di oltre il 20%, il popolo greco pagher lincapacit se non la disonest di unintera classe politica; sembra che la Grecia non si salver: sar default. Schiacciata da un debito pari a 353 miliardi di euro, cinque volte quello che nel 2001 condusse alla bancarotta lArgentina, con entrate tributarie nel primo semestre 2011 a meno di 22.000 miliardi contro un obiettivo superiore a 25.000 e un totale di spesa pubblica superiore a 33.000 miliardi contro un obiettivo che ne prevedeva meno di 32.000, non resta che svalutare il debito ben oltre il limite previsto da Bce e Fmi solo nel luglio scorso, epoca del tentativo di salvataggio. Stime recenti ipotizzano che la svalutazione del debito dovr salire dal 20%, precedentemente previsto, al 50-70% per ottenere un qualche effetto, come dire che chi detiene un titolo di stato greco di valore nominale 100, forse si vedr restituire, a scadenza, 50 o magari anche 30. Una perdita considerevole, soprattutto perch una bella fetta di questo debito, quasi 153 miliardi di dollari, pi o meno 115 miliardi di euro, detenuta dalle maggiori banche private europee: al primo posto le francesi con 65,27 seguite dalle tedesche con 28,99 miliardi, mentre pi contenuta, ma co-

munque enorme, lesposizione delle banche italiane: 6,25 miliardi. Io non credo che una svalutazione di quella portata ne lascerebbe in piedi molte e infatti non lo credono nemmeno le banche che quindi non si fidano pi le une delle altre; il mercato interbancario, quello degli istituti che si prestano soldi tra loro per fronteggiare temporanee carenze di liquidit, vive, secondo il vicedirettore generale di una media banca popolare, una paralisi senza precedenti e la cosa brutta che questa paralisi la paghiamo tutti noi: lavoratori dipendenti e autonomi, imprenditori, risparmiatori che di certo non ce la siamo andati a cercare. Daltronde le banche, per mestiere, dovrebbero prendere soldi a prestito contro interessi da chi ne ha in eccedenza e darli a prestito, contro interessi pi elevati, a che ne ha necessit; ma in presenza di un debito pubblico che paga un tasso, oggi, tra il 5,5 e il 6%, quanto costa a un banca finanziarsi? Quindi i maggiori costi che le banche sostengono si riflettono sui costi dei prestiti che chiediamo. Con tre fenomeni che stanno cambiando la faccia al sistema economico: 1) pi garanzie e tassi pi alti di due o tre punti a carico di chi chiede soldi in banca; 2) continue richieste delle banche alle aziende, ma anche alle famiglie, di rientro o di rinegoziazione onerosa dei prestiti; 3) un complessivo caro-tassi che si registra su tutti i prodotti, dai mutui casa ai prestiti personali. Purtroppo sembra che questa situazione non sia destinata a migliorare nel 2012. Allora che fare? Salvate o salvande le banche europee esposte, non rester

che abbandonare la nave che affonda. La situazione del settore bancario ha dichiarato Trichet richiede particolare attenzione, tenendo conto dellinterazione fra i problemi del rischio sovrano e le necessit di finanziamento delle banche. Dopo le forti pressioni di mercato delle scorse settimane sulle banche e le loro acute difficolt a finanziarsi con capitali privati, la Bce ha ritenuto che la priorit fosse assicurare loro accesso alla liquidit. Trichet ha quindi annunciato che la Bce realizzer due operazioni di rifinanziamento a un anno a favore del sistema bancario, prolungher le sue normali operazioni a pi breve termine a tasso fisso con quantit illimitate almeno fino a met del 2012 e acquister 40 miliardi di euro di covered bond emessi dalle banche. Si tratta di strumenti gi adottati dallistituto di Francoforte nei mesi successivi al collasso di Lehman Brothers. Non si vedono alternative, ma egoisticamente non si vede nemmeno lora che luragano deflagri, purtroppo a discapito del popolo greco, in Argentina dopo il 2002 si sta vivendo un periodo di rinascita con un Pil che cresce del 10% allanno e meno poveri rispetto a prima della bancarotta, ma che ne sar della Grecia che sotto molti punti di vista assai pi fragile dellArgentina? Poche materie prime, pochissime esportazioni, forte dipendenza dalle importazioni, scarsa (nulla?) competitivit sui mercati internazionali, inefficienza in moltissimi settori della vita pubblica Come sempre il conto lo pagher Pantalone, sperando al contempo che gli altri Piigs resistano.
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intERnEt

pu cambiaRE bREScia?
A colloquio con Laura Castelletti. Che dopo anni di militanza socialista, da apolide, ha costruito la sua nuova casa nella rete.
di AnDreA TorTeLLI

senza dubbio la prima politicablogger bresciana. Ed ha fatto un percorso opposto a quello di molti colleghi. Dopo anni di militanza socialista, infatti, Laura Castelletti ha fondato una lista civica. E un sito internet (www.lauracastelletti.it). Due elementi attorno a cui si formata nel tempo la piccola comunit di Brescia per passione. Un popolo fatto di politici navigati e di giovani che leggono quotidianamente le sue riflessioni on-line. Di amici che ogni gioved si incontrano in piazza Bruno Boni per un panino. Una rete che si aggrega non su base ideologica, ma in forma spontanea. Come avvenuto con il Bike mob di giugno, quando da

un post sul blog, in tre giorni, abbiamo riempito piazza Loggia di biciclette. Perch, aggiunge, la Rete forse non rivoluzioner Brescia. Ma di certo pu cambiarla e avr un peso importante anche nelle prossime elezioni.

resto unapolide della politica. Purtroppo oggi non vedo elementi di affinit strutturale con nessuno.

Ma oggi dove si colloca? Resto unapolide della politica. Capisco che a qualcuno la mia posizione possa sembrare un po strumentale. Ma purtroppo oggi non vedo elementi di affinit strutturale con nessuno. In questi anni di opposizione in Loggia ho sempre cercato di dare un contributo costruttivo, valutando nel merito le singole proposte. Ma negli ultimi mesi lo scontro ideologico tornato prepotente, con il risultato che la minoranza arroccata sul no e la maggioranza non cerca il dialogo. In questo quadro, come nelle categorie di destra e sinistra, non mi riconosco pi. Un anno fa disse che alle politiche forse non sarebbe andata a votare. La pensa ancora cos?

A volte mi arrabbio. Ma considero il voto un dovere. Non so chi sceglier, spero per che la politica nel frattempo mi restituisca la possibilit di votare per le persone attraverso la preferenza. Quindi ha firmato per il referendum? No, perch secondo me il cosiddetto Mattarellum non offre pi garanzie della legge Calderoli. Tocca al Parlamento cambiare la normativa. Parliamo di Brescia. Alle prossime comunali che far? Brescia per Passione ci sar e porter il suo contributo di valori e idee. Non mi precludo nessuna strada, ma anche alla luce di un quadro nazionale in profondo cambiamento credo sia presto per discuterne. Posso dire, per, che ho lambizione di continuare ad essere uninterlocutrice di cittadini e categorie. Ruolo che non intendo delegare a nessuno. Il Pd, di recente, lha chiamata a sedersi attorno a un tavolo con tutte le forze alternative al centrodestra... Il Pd, oggi, fatica a guidare unazione comune dellopposizione in Loggia. Definire un progetto di governo condiviso mettendo attorno a un tavolo tutto e il suo contrario mi pare unoperazione ancora pi complicata. Non mi presenter a quel tavolo. Nel corso della legislatura i suoi rapporti con Paroli sembrano essersi deteriorati. Cosa successo? Non si sono deteriorati: semplicemente lho visto allopera e posso dire che la loro concezione di citt molto diversa dalla mia. Dellattuale maggioranza in Loggia cosa salva? La scelta del nuovo sovraintendente e la nascita della Fondazione Teatro Grande, ma anche lo sforzo per il recupero dellex Polveriera di Mompiano. E il fatto che, al di l di tante polemiche ideologiche, si stanno sforzando di gestire la metropolitana unopera che certo non hanno voluto loro in maniera seria ed istituzionale. La metro, per, una delle cause delle difficolt di bilancio del Comune. Come recupererebbe le risorse per far quadrare i conti? La maggioranza si irrigidita sul programma elettorale del 2008, ma non si

accorta che da allora a Brescia e nel mondo sono cambiate molte cose. Non credo che opere come il parcheggio sotto il Castello e la sede unica, oggi, possano essere ancora prioritarie. Meglio cercare di riprendersi gli spazi che gi esistono, come Palazzo Avogadro e il Quadriportico. Io investirei di pi sui giovani. Oggi il fondo a sostegno della prima casa, per le giovani coppie, sconta un ritardo di due anni e viene rinviato a dicembre 2013. Una vergogna. Inoltre mi sarei opposta in maniera pi dura allipotesi che la Cattolica si sposti dal centro storico. A2A. Giusto continuare cos o bisogna venderla per fare cassa? Piuttosto venderei Omb che non mi pare strategica e comprerei qualche azione in pi di A2A perch cresca il nostro peso nelle scelte. Oggi, purtroppo, unazienda senza una vera vocazione e mi delude che il consiglio comunale venga coinvolto solo in occasione delle audizioni o quando si presentano problemi. Confidavo in una A2A moderna, competitiva e dinamica, che ancora non vedo. Ma non ho perso la speranza, anche perch curiosamente Paroli forse anche per ragioni caratteriali mi pare pi in sintonia con Pisapia che con la Moratti. Allarghiamo il campo. La Grecia vicina. Non teme che lItalia faccia la stessa fine? I problemi sono ben visibili, ma le condizioni di partenza sono ben diverse e il nostro Paese ha sempre dimostrato una grande capacit di reazione. Non a caso anche il fenomeno degli indignados, qui, piuttosto marginale. Un peso decisivo, nella tenuta del sistema, lha avuto anche un modello di welfare improntato pi sulla famiglia che sullindividuo. Certamente s. Ma siamo arrivati addirittura al punto di chiedere ai vecchi di lavorare sempre di pi per mantenere in casa i giovani invece dinvestire direttamente su di loro. Sono soprattutto le nuove generazioni a pagare questa crisi. Ed grave. Perch secondo me lemancipazione dei giovani uno dei fattori che porta le nazioni a crescere ed arricchirsi. Cominciamo a giocare. Gi dalla torre: Paroli o Del Bono? Tutti e due, sono competitori diretti.

I miei rapporti con Paroli non si sono deteriorati: semplicemente posso dire che la sua concezione di citt molto diversa dalla mia.
Francesca Bazoli o Francesco Onofri? Salvo la Bazoli. una donna ed sveglia, averla con noi non mi dispiacerebbe. Nazionale. Marchionne o Marcegaglia? Salvo la Marcegaglia, per le stesse ragioni. Scalfari o De Bortoli? Tengo De Bortoli. Twitta benissimo. Sneakers o Tods? Butto le Tods... con Della Valle. Il suo manifesto, linno allantipolitica, stato rivoltante. Craxi o Di Pietro? Butto Di Pietro, senza pensarci. Intitolerebbe a Craxi una via di Brescia? S. Chiudiamo in maniera un po frivola. Nei suoi post e nelle foto di Facebook spicca unattenzione particolare per le scarpe dei suoi interlocutori. Di chi sono le pi singolari? Le scarpe dicono molto di chi le indossa: raccontano gli umori di giornata e i caratteri. Per questo le osservo con attenzione. Ad esempio mi hanno colpito i mocassini abbinati a calzini a righe coloratissimi indossati un giorno da Alfredo Bazoli: un osare, anche un po in contrasto con il suo carattere, che raccontava quasi di un desiderio di liberazione. Ma mi stupisce anche la Bordonali. La presidente del Consiglio, accanto a un abbigliamento tranquillo, sfoggia talvolta sandali aggressivi che mostrano la sua vera indole, domata a fatica dal ruolo istituzionale. Paroli e Del Bono, invece, che scarpe portano? Troppo uguali. Commenta questo articolo su

Foto: Erminando Aliaj

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SolidaRiEt SocialE
A colloquio con mons. Giacomo Canobbio, docente di teologia presso il Seminario di brescia e presso la Facolt Teologica dellItalia Settentrionale di milano.
elle stanze del seminario di via Bollani lo studio di Mons. Canobbio quello che deve essere: libri allinverosimile, non con il vezzo intellettuale del disordine creativo, ma accuratamente catalogati in bella evidenza, come si addice a chi al vezzo preferisce lo studio sistematico: perch qui i libri sono lo strumento di lavoro e, come per gli attrezzi di officina, il disordine non ammissibile. Il ragionare kantiano, ove la teoria solida solo se pratica, se le riflessioni creano un modello ma lo sottopongono a costante verifica della realt. E dalla realt parte la nostra chiacchierata. Monsignore, ragioniamo di poveri e di povert: la Chiesa non corpo estraneo alla crisi violenta di questi mesi Gli appelli delle autorit ecclesiastiche negli ultimi anni non sono mancati ma cadevano in una societ che sembrava sorda ad ogni richiamo in particolare su due aspetti che mi stanno a cuore: il relativismo dei valori e la solidariet sociale. Il primo mi fa dire che laver messo in discussione alcune verit ha creato un

RipaRtiRE dalla

di FLAvIo PASoTTI

forte senso di smarrimento sociale. un processo che stato interpretato come un cammino verso una maggiore libert, mentre al contrario si arrivati a quello che chiamo lisolamento dellopinione. La libert di pensiero laffermazione della capacit critica nella lettura della realt mentre ci a cui abbiamo assistito un isolamento creato da una lettura del tutto acritica della realt. Il secondo, la solidariet, pi legato al mercato di quanto non si creda. Il libero mercato un valore alto che permette alluomo di dispiegare le sue capacit creative allinterno di quella che chiamiamo leconomia reale. Il corto circuito che si creato in questi anni stato il processo di sostituzione tra economia reale e finanziaria nella quale la seconda non pi stata a servizio della prima, ha annullato il senso dellintraprendere per la crescita collettiva e, soggiacendo a poteri anonimi, invisibili, non identificabili, ha distrutto il senso della comune appartenenza allumanit, mortificando la creativit umana e cercando un profitto di breve la cui vacuit oggi sotto i nostri occhi in tutto il suo deserto morale. Lei mi porta a ragionare sulle Banche che hanno rappresentato qui a Brescia un fattore importante dello sviluppo

locale. In un paese dove era sparita la grande impresa per un certo periodo sembrato che la fucina di gruppo dirigente potesse essere in qualche modo interpretata dal sistema del credito grande e piccolo: gli istituti tradizionali e le piccole BCC. Cosa si inceppato al di l degli effetti della crisi della finanza globale? Leggo le banche sempre rifacendomi al modello di solidariet. Erano un elemento che faceva sistema, la banca vista come servizio al territorio. La storia ci dice che i capitali raccolti dal nostro credito locale per decine di anni sono stati indirizzati a sostenere le capacit creative a cui mi riferivo prima. Hanno cio svolto una funzione sociale di prima grandezza, erano s una leva, ma pi sociale che finanziaria. Limpressione che lo strumento sia sfuggito di mano e che si siano trasformate in uno strumento autoreferente nel quale larricchimento fine a se stesso, esso stesso un prodotto ma privo di creativit e ricadute sociali. Un grave errore dei gruppi dirigenti. Insomma, una crisi di valori prima ancora che finanziaria Esatto e ci ricolleghiamo alla domanda iniziale: solo ora ci si rende conto di quanto la Chiesa stava proponen-

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do suggerendo per tempo di avere un sussulto di solidariet. In questi giorni a Todi si sta ragionando su come reimmettere in circolazione i valori che Benedetto XVI aveva dettagliatamente declinato nellenciclica Caritas in Veritate, la quale metteva in crisi un sistema politico non in grado di governare il sistema della finanza. La riscoperta si centra sulla societ solidale come meta dellagire politico e dei corpi intermedi. Sarebbe ben poca cosa pensare che lattenzione della Chiesa sia concentrata su una difesa autoreferenziale: la Chiesa ha un senso se assume le difese della persona. Appunto, la Chiesa: la percezione che in questi anni si sia concentrata su uno scambio tra la difesa di valori non negoziabili lasciando flebile la sua voce sul resto dellagire politico. Se fosse questa lopzione sarebbe sterile: come si pu pensare che la Chiesa possa continuare a presidiare il fine vita, ad esempio, senza occuparsi di come possano le scelte politiche aiutare le famiglie in un contesto doloroso e difficile. Se tale atteggiamento stato assunto, non pensabile possa essere unipotesi di lungo corso, perch ottieni s una legge che salvaguarda la vita, ma non si aiuta a viverla, e cos facendo si mette in pericolo in modo ancor pi radicale ci che si voleva salvaguardare. Il che ci porta direttamente a ragionare dei cattolici in politica, tanto deprecati perch considerati egemoni allepoca della Dc e tanto invocati oggi nel deserto dellesperienza civile. A bruciapelo, si torna alla unit dei cattolici come fattore identitario e fondante? No, semmai si torna a pensare a Sturzo che non per nulla si aggrapp al termine popolare e non cattolico per definire il suo partito. Lunit una opportunit, non una condizione: la constatazione di una comune visione della societ con la persona al centro; una considerazione questa che prescinde da una unit di schieramento. Credo che dallincontro tra lesperienza di Sturzo e una pratica lettura della parte prima della nostra Costituzione si possano trarre utili insegnamenti. Nella Costituzione troviamo un raro equilibrio tra i valori cari ai cattolici e le utopie socialiste.
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Il riferimento alle utopie porta dritti alle ideologie da cui ci siamo faticosamente liberati Certo, ma nel liberarci dalle ideologie siamo rimasti orfani di orizzonti su cui magari accapigliarsi ma che davano un senso al nostro agire sociale. Le ideologie tengono desto il futuro e spingono i corpi sociali a trovare percorsi per raggiungerlo: pensiamo alle banche, senza un orizzonte si autogiustificano con i danni che abbiamo visto. Le ideologie hanno portato pi a solidarismo che solidariet Abbiamo un problema di equilibrio sociale: dobbiamo garantire maggiore certezza perch la precariet nel lavoro rende precaria lesistenza intaccando la progettualit della persona e la sua creativit. Accettando la precariet, la politica media un modello antropologico che genera o lindignazione (positiva) che abbiamo visto in questi mesi o la rassegnazione se non il soggiogamento sociale: come dire, torna la societ di clientes. Le garanzie del modello delleconomia sociale di mercato europea in Italia per hanno creato non poche storture, in primis la cultura del posto fisso ma anche una fortissima cristallizzazione sociale: come dire, una societ pi sicura ma ugualmente senza futuro. Non lo nego, si tratta di trovare un adeguato equilibrio tra sicurezza e incentivi perch la competizione un aspetto fondamentale della vita: ci che importante che tutti siano messi nelle condizioni di competere. La competizione anche un elemento costituente del mondo cattolico. Mi riferisco alla catalogazione dei cattolicesimi bresciani apparsa sulla stampa nellautunno del 2010 in cui si battezzavano i tre filoni: montiniano, tridentino leghista e quello di Comunione e Liberazione. A un anno esatto mi pare che quella esemplificazione si sia in qualche modo dissolta. Sbaglio? Costruire modelli di analisi impone confini che una realt fluida, variegata e ricca di contaminazioni come quella bresciana non rispetta per principio.

Nessuno dei tre modelli pi attuale; la contaminazione ha portato ad una slavatura delle identit e le tre corazzate del cattolicesimo si stanno interrogando sulla rotta. Sta venendo meno una capacit di elaborazione teorica robusta e mancano anche i luoghi in cui riflettere. Anzi, si ha paura di costruire luoghi comuni di riflessione critica tra i gruppi ecclesiali spesso incapaci di confronto. Il senso della neonata Accademia Cattolica dovrebbe proprio essere questo, e la mia ambizione di portarla ad essere questo luogo aperto di confronto. Le due giornate che abbiamo organizzato sul dialogo tra cristiani e musulmani in Medio Oriente sono state unoccasione straordinariamente positiva di collaborazione che cercher in ogni modo di replicare. Ma per mettere destini in comune servono idee da proporre. Prima si mette ordine in casa propria poi si parla col mondo. Anche lidentit di Brescia qualcosa di diverso da quanto spesso si legge. Solo un paio di settimane fa, alla presentazione della edizione di Brescia del Corriere della Sera, Piergaetano Marchetti si riferiva a Brescia parlando di Lucchini, Camadini e Bazoli come di un genius loci in triade. Sarebbe come continuare a costruire unidentit sul passato senza tener conto della complessit del presente. Brescia ormai qualcosa di molto pi complesso. Non sarebbe compito anche della politica locale contribuire a definire unidentit pi ricca per una societ pi aperta alla modernit di quanto non si creda? La politica anche locale deve riscoprire il dono del dare. A Todi un gruppo di professori ha dato un contributo gratuito, una propria visione della societ frutto della esperienza professionale maturata negli anni. La politica un atto generoso: se intesa come collocazione personale, fa fare al contrario il percorso, dalla splendida e libera farfalla al bruco chiuso in se stesso. Commenta questo articolo su

Nel 1821, durante una corsa di cavalli a Parigi, Nicolas Rieussec collaud con successo la sua rivoluzionaria invenzione, misurandone il tempo con la precisione di un quinto di secondo. Era nato il cronografo. Omaggio alla straordinaria intuizione di un uomo, il Montblanc Nicolas Rieussec Chronograph Automatic incentrato sullessenza della sua invenzione: la tecnica del disco rotante. Cronografo Monopulsante, movimento di manifattura a carica automatica calibro , secondo fuso orario, contatori a disco rotante 30 minuti e 60 secondi. Realizzato presso la Manifattura Montblanc di Le Locle, in Svizzera.

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Incontro con renato borsoni, un uomo di comunicazione a tutto tondo e un pezzo significativo della storia della cultura bresciana (e non solo).

mEZZo SEcolo di

SuccESSi
Dottor Borsoni, partiamo da due case history della sua carriera di grafico: il logo della Bipop e Cicciobello Bpop o Bipp? Per un po mi sono divertito con questo gioco degli accenti, che anche servito in chiave promozionale. Comunque, venendo allimmagine, credo proprio che abbia dato fastidio alla direzione dei musei, ma questo fa parte del gioco dellironia: far storcere il naso ai tradizionalisti o ai benpensanti lironia mi piace molto di pi come mezzo provocatorio rispetto ad immagini trasgressive e violentemente dirette che invece non fanno per me. Oggi la fotografia ha disinnescato il suo potenziale ironico, la creativit si spenta, c stanchezza. La grafica si basa troppo sul computer e ha cos perso la creativit manuale: chi ci restituir pi quei lunghissimi tempi di esecuzione, quel flusso riflessivo dalla testa alle

urioso e brillante: incontrarlo un piacere, non unintervista. Anche perch allinizio, per un buon inizio, le domande le ha fatte lui e la conversazione si accesa. Renato Borsoni un nome di fama, e non solo a Brescia: da levatrice, per usare termini suoi, di Bresciaoggi, a creatore di immagini che sono ormai indelebili nella memoria storica della nostra citt, dal logo per la raccolta differenziata della carta degli anni Settanta allirriverente Vittoria Alata con le cuffie del walkman logo della Bipop, alle figure per la centrale del latte a quelle per lAsm. Senza dimenticare, come potremmo, il celebre Cicciobello. Incontriamo Renato Borsoni nella nuova sede del suo studio, sempre in via dei Mille, dove ha festeggiato i 50 anni di

di Irene PAnIGheTTI

attivit, con una mostra dove sotto ogni gigantografia delle immagini simbolo della sua carriera scampanellavano gaie meravigliose biciclette, storiche o nuove, che segnano le tappe di un cammino che ha interpretato la realt in movimento: sempre saldamente in sella.

La Leonessa si persa per strada, sta vivendo un periodo di disfacimento che sarebbe da affrontare con coraggio.

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dita senza intermediazioni tecnologiche? ho scritto sotto il pannello del logo della Bipop che fa parte della mostra per i festeggiamenti dei 50 anni di attivit. La Bipop, appunto, che cosa ha provato quando questo marchio morto? Una forte delusione professionale, che si presentata tutte le volte che realt bresciane partite con inebriante successo sono velocemente precipitate e fallite. Certo, ho avuto la fortuna di vederle crescere, ma anche la disgrazia di vederle morire. Cicciobello? Questo marchio ripresenta la stessa parabola di quello Bipop: un boom iniziale, molto pi di quello che pensavamo: ogni paese del mondo aveva la sua tipologia di Cicciobello, da quello giallo a quello nero. Limmagine di questo bambolotto tanto amato dimostra che qualche volta il cliente ha ragione: perch noi non eravamo tanto convinti di chiamare con questo nome il prodotto ma Gervasio Chiari, insistette, come sapeva fare soltanto lui. Ha avuto ragione. Purtroppo, come spesso accade, non riuscito a trasferire le sue capacit e le sue intuizioni al management e lazienda crollata. Oggi, grazie alle nuove tecnologie e alla rete, c un modo diverso di fare grafica, campagne pubblicitarie, comunicazione. Secondo lei questo fatto aumenta la libert e le possibilit di cultura o il contrario? Difficile da dire, soprattutto arduo prevedere gli sviluppi futuri. Oggi siamo andati talmente avanti con la tecnologia che da casa mia posso parlare con una persona che sta pescando in Rus-

Sostenere il nostro orgoglio nazionale secondo me vuol dire investire nella ricerca.
sia, cosa che solo una ventina di anni fa non avremmo mai pensato di poter fare. Questo sviluppo cos avanzato ha aspetti positivi, ma anche negativi. Credo che quando luomo si render contro del danno che sta facendo e capir che c un modo per ritornare ai principi basilari della solidariet, allora trover il modo per correggere gli errori cui stato sottoposto anche dalle nuove invenzioni. Lei ha segnato gli anni in cui Brescia era una Leonessa, effervescente, dinamica, anche se si basava sulla dialettica tra grandi blocchi di potere. Oggi quei blocchi non ci sono pi: questo favorisce la crescita o la limita? Prima di tutto non direi che in certi anni Brescia era effervescente: forte s, densa di contraddizioni, ma effervescente mai. Comunque, pur non essendo un laudator temporis acti, in questo caso devo ammettere che la Leonessa si persa per strada, sta vivendo un periodo di disfacimento che sarebbe da affrontare con coraggio. Bisognerebbe saper guardare la realt al di l del quotidiano, con una visione futura ampia. Ma questa capacit non c e sono preoccupato per il domani dei miei nipoti. Se avesse ventanni oggi, in quale settore e dove indirizzerebbe una sua attivit? Cercherei di occuparmi di politica, cosa che non ho mai fatto direttamente; ma nella condizione attuale invece mi impegnerei per la cosa pubblica. Non mi iscriverei certo ad un partito, forse ne fonderei uno io. In termini di lavoro, a un Renato Borsoni di 20 anni direi di stare nelle Marche, mia terra dorigine, e di non uscire da l!. Unazienda o una tipologia di prodotto per la quale le piacerebbe studiare

Se avessi ventanni oggi, cercherei di occuparmi di politica. Non mi iscriverei certo ad un partito, forse ne fonderei uno io.
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una campagna pubblicitaria? Nel settore degli enti pubblici o para pubblici. Lo dico dopo decenni di lavoro con Asm, dal logo per il riciclo della carta degli anni Settanta a quello del termoutilizzatore del Duemila. E un politico? Per chi le piacerebbe curare limmagine pubblica? Non saprei come rispondere, non c nessuno che mi ispiri. Limitiamo il campo: tra Formigoni, Molgora e Paroli? Per nessuno dei tre perch mi sono quasi sempre rifiutato di fare campagne per persone con cui non condividevo i progetti. Lo feci per Prandini, e mi sono pentito, e per Quadrini che ho apprezzato come persona quadrata, pur non essendogli politicamente vicino. Oggi faccio veramente fatica a trovare un uomo che mi faccia dire: ecco a lui darei volentieri una mano per la sua immagine. Nemmeno per Obama? Il presidente degli Stati Uniti non ha pi nulla da dire, ma ammetto che i leader esteri a livello di immagine sono superiori a quelli italiani, per i quali non nutro alcuna stima. Secondo lei lItalia si potrebbe salvare se gli investimenti dei cittadini si indirizzassero principalmente verso i prodotti italiani? Per dirla con uno slogan: sono italiano, la mia auto deve essere una Fiat? No, tenere assieme il paese non significa comprare prodotti italiani sostenere il nostro orgoglio nazionale secondo me vuol dire investire nella ricerca. Per concludere, nella sua vita il teatro ha avuto un ruolo centrale, dal Teatro Stabile al Teatro Grande, dove ha ancora un ruolo gestionale. Se oggi dovesse dirigere lei un teatro, che impostazione darebbe? Seguirei la linea che ho sempre sostenuto: il teatro pubblico. Sono convinto che in certi settori il pubblico, se ben gestito, pu garantire vera libert. Il teatro privato fatto da persone che devono tendere al risultato personale, mentre quello pubblico deve rendere conto alla comunit, per questo avere un buon risultato economico un dovere.

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il SEnSo dElla Vita diEtRo

a un naSo RoSSo
di brUno ForZA

Intervista a nice bonomi, allieva del celebre Patch Adams e portabandiera della clownterapia a brescia, in Italia e nel mondo.
mia vita. Questa esperienza mi ha dato tantissimo, al punto di fondare un gruppo di animazione per le scuole chiamato Aglio e peperoncino. Lavoravo con il comico Giorgio Zanetti. Io ero Peperoncino e lui Aglio. Davamo sapore alle nostre e alle vite altrui. Poi arrivato lincontro decisivo: quello con Pach Adams. Lho conosciuto per caso a un festival della risata a Genova. Mi ricord quel messaggio di vita che era sempre stato in me, ma che dopo la morte dei miei genitori si era spento. Lho seguito per cinque anni e sono diventata uno dei primi dottori clown in Italia. Allepoca, per, le sue teorie non erano molto apprezzate. In America la cosa aveva gi messo radici e nel 2000, con luscita del film, c stato il boom. Io avevo iniziato a portare quello che mi aveva insegnato allOspedale Civile nel 1997. Parlavo della terapia dellamore, ma dicevano che ero fuori di testa. Col tempo le cose sono cambiate. Il film ha dato notoriet e credibilit al nostro metodo. Entriamo nel merito. Lui insegna semplicemente ad accogliere e amare. Questo vale per il lavoro che facciamo in ospedale cos come per qualsiasi altro contesto della vita. Patch Adams mi ha rovesciata come un calzino. Fino ad allora non mettevo in azione i valori che mia madre mi aveva insegnato. A quel punto nata la dottoressa Takipirina. Ho scelto questo nome perch il primo farmaco che una mamma d al suo bambino. Come si diventa clown? Devi cominciare a chiederti chi sei, che tipo di energia hai, come sai ridere, come entri in contatto con gli altri, se hai gratitudine verso la vita, se sai essere creativo, se sai trasformare i tuoi dolori in positivit. Questo essere clown. Qualcosa che va ben oltre il naso rosso. Essere clown un modo di amare. Il naso rosso un trucco per avvicinare le persone. Consente di abbattere le barriere e crea disponibilit. Se abbraccio una persona senza il naso rosso non ottengo la stessa reazione. Chi sono i dottori clown? Volontari che sottraggono tempo a loro stessi, alla famiglia e alla professione recandosi in tutti i settori del reparto pediatrico. Fanno almeno un anno di formazione affrontando un profondo

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ittrice, avvocato o chirurgo. Da bambina Nice desiderava incamminarsi su una di queste tre strade. Sognava di poter dare libero sfogo alla sua vena artistica, di servire lumanit nel nome della giustizia o di salvare vite umane. Non poteva sapere che, a modo suo, avrebbe fatto tutte e tre le cose. Prima, tuttavia, avrebbe dovuto diventare uninsegnante specializzata nel lavoro con ragazzi cerebrolesi, lavorare 13 anni al centro spastici di Brescia, diventare moglie, madre e soprattutto essere colpita da un fulmine a ciel sereno. Era un giorno come tanti altri quando i suoi genitori vennero investiti mentre attraversavano la strada sulle strisce pedonali. Morirono entrambi. Nice piomb in una depressione fortissima. La realizzazione dei suoi sogni inizia da qui. I medici mi curavano esclusivamente con i farmaci racconta ma che terapia era? Nel momento in cui smettevo di assumerne ricadevo nella depressione. Quando si arriva a quel punto, qual la via duscita? Mi sono chiesta che senso avesse la mia vita. Mia madre mi aveva sempre insegnato che la vita un grande dono, quindi avevo il dovere di guardare avanti. Lei aveva perso la vita, io lavevo e non volevo perderla, ma a 42 anni non sapevo che direzione seguire, finch ho deciso di fare semplicemente ci che volevo. Quindi? Ho seguito la terapia del teatro di Dario Fo, che mi ha aiutata a rielaborare il lutto tornando a prendere in mano la

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da anni sempre lei:


Il momento pi triste? Ogni volta in cui muore un bambino. Arriva un giorno in cui trovi la stanza vuota. E quello pi toccante? Ho seguito una bambina che si chiamava Sonia dai 3 agli 8 anni, poi un giorno anche la sua stanza si svuot e non la vidi pi. Non sapevo cosa fosse accaduto. Molti anni dopo andai a fare una lezione in una scuola superiore. A fine lezione mi si avvicin una ragazza e mi chiese: tu sei la dottoressa Takipirina? La tua polvere magica mi ha salvata, sono Sonia. Ci siamo abbracciate e abbiamo pianto insieme. Recentemente ha deciso di portare la sua polvere magica anche in rianimazione. S, un progetto nel quale credo molto. L si vive nella seriet, invece sdrammatizzare fondamentale. Bisogna capire che il problema non la morte, ma la vita. Sto insegnando alle infermiere che affrontano contesti in cui la vita appesa a un filo limportanza di un passaggio luminoso nellaldil. Infermieri-accompagnatori, dunque. Esatto. E guai a pensare che sia un brutto lavoro. Chi d qualcosa a una persona che sta morendo eredita da essa il senso della propria vita. Com il suo rapporto con i medici e la medicina tradizionale? Il mio sogno servire la medicina intesa come cura della persona nella sua totalit e non divisa a pezzetti come fanno in ospedale. Bisogna mettere al centro dellattenzione la persona, non il sintomo. Oltre alle medicine vanno utilizzate le emozioni. Gli addetti ai lavori condividono il suo punto di vista? Parlando con le infermiere si capisce che c lesigenza di curare gli aspetti della relazione con il paziente e i suoi famigliari. Oggi, per, laspetto tecnico sovrasta quello umano, invece bisogna essere allaltezza su entrambi i fronti. Come attuerebbe la sua riforma in rianimazione? Con un personale preparato a 360 gradi ed entusiasta, non spento. Noi siamo fatti di energia e i pazienti ne hanno bisogno. Io immagino una rianimazione con musica, infermieri che parlano e ridono. Il suono vibrazione e pu aiutare la guarigione. Se avesse di fronte il ministro della Sanit italiano che cosa gli direbbe? Lo picchierei. Non se ne pu pi di tagli. Qui in ospedale non mi pagano il corso di formazione per i medici perch non ci sono fondi. Allora io ho risposto che se solo una questione di soldi lo faccio gratis e sono in attesa di una risposta. Oltre a sua madre c una figura di riferimento in ci che fa? Ges. Il mio intento non guadagnarmi il paradiso, penso semplicemente che se ognuno di noi facesse una piccola cosa per gli altri avremmo molta felicit in pi. E poi Ges era un clown... Il primo miracolo che ha fatto stato trasformare lacqua in vino perch voleva gente allegra. Per questo non capisco la cupezza di certe chiese e la seriet di certe cerimonie. Quante volte si sentita giudicata male per le sue idee e per la sua missione? Tante. Mio marito stato il primo a boicottarmi in tutti i modi, facendomi credere che ero incapace e che nessuno mi avrebbe creduto. Io ho sofferto, ma ho portato avanti il mio scopo. Come immagina il futuro della clownterapia a Brescia e in Italia? Pi che immaginarlo ci lavoro. Io ho sempre fatto la parte dellariete buttando gi le porte con tanta fatica e penso di aver facilitato il lavoro a chi verr dopo di me. Nel frattempo il naso rosso di Nice sbarcato anche negli orfanotrofi e negli ospedali in India, Indonesia, Kenya e Malindi.
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lavoro interiore, per scoprire la propria identit autentica. C una selezione da superare? Io non faccio selezioni, faccio formazione. La prima cosa che chiedo : perch vuoi farlo? Se vuoi fare il clown perch desideri diventare un trasmettitore di gioia e la tua intenzione deve essere pura, pulita. Quale qualit serve pi di ogni altra? La consapevolezza che loggi non torna pi, quindi ogni cosa va fatta al meglio. Io ringrazio sempre la signora che pulisce il pavimento in ospedale; ognuno ha il suo pezzetto e se lo fa bene ne giovano tutti. Come si riesce a sorridere di fronte a un bambino malato? Imparando a non sconvolgersi, ma a coinvolgersi, altrimenti non possibile aiutarlo. Questo non significa staccarsi emotivamente, ma entrare in empatia e chiedersi: se io fossi al suo posto, cosa vorrei? Lacrime o sorrisi?. Qual stata la pi grassa risata che si fatta in oncologia? Di ricordi ne ho tanti. Di solito do ai bambini una polvere magica. Gli dico che fa guarire tutto. Un bambino una volta mi chiese: Anche il mal di pancia?. Io risposi di s, e lui: Ma se scoreggio restano profumate? E io: Certo!. Pass qualche giorno e il bambino torn sullargomento: Ho dato la polvere magica a mio pap, ma le sue scoregge sono sempre puzzolenti!.

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pREfERiSco lamoRE
La storia di Lorenzo maternini, giovane che sogna di diventare imprenditore di se stesso.
Giovane, il caso di dirlo, qui la parola chiave Certo, perch il vero anello mancante non solo per quel ricambio generazionale in assenza del quale molte aziende muoiono sono proprio i giovani imprenditori: da noi si aspettano i 40-50 anni per mettersi in proprio, mentre in Cina a 23 si dirige gi unazienda. Ma, senza andare cos lontano, basta guardare quellAmerica che ci sembra, a torto, la fucina di ogni occasione: chi scrive i discorsi di Barack Obama un ventisettenne. Crolla il mito degli USA? Sono stato a New York, e posso dire che pi facile trovare lavoro a Brescia! E che lItalia resta sempre la patria della creativit pura: indiscutibile. Per lampante che le possibilit di lavoro, a livello internazionale, esplodano se rapportate al locale Che ci sia una crisi a livello mondiale, innanzitutto, un dato di fatto. E penso che, per i prossimi 15 anni, nessuno vorr investire in Italia: il futuro allestero. Per, vero che Brescia, per certi aspetti, questa crisi la sente meno, e si appoggia a quegli imprenditori illuminati, come Ettore Lonati, che credono nei giovani, finanziano progetti: noi ne siamo lesempio. Quindi come ti vedi tra una manciata danni? Lo chiedete ad uno che stava per iscriversi a Filosofia ed ora si occupa di comunicazione: gli obiettivi continuano a cambiare, e questa una domanda a cui, pi passa il tempo, pi faccio fatica a rispondere. Il mio sogno, comunque, quello di aprire una mia attivit e credo che lavorando bene, creando soprattutto un network valido tra estero e locale, la cosiddetta fuga di cervelli non sia necessaria. Ci vuole il coraggio di avere lo sguardo proiettato lontano, ma lavorare qui. Non facile, quando le prospettive sono i soliti le faremo sapere o, quando va bene, contratti a progetto ballerini e mal pagati... Ovvio, le cose sono cambiate, anche rispetto soltanto agli anni 70, quando pap ti trovava lavoro con relativa facilit. Ma a questo io dico anche per fortuna!, perch credo sia necessario metterci del proprio. Le difficolt di oggi non devono farci arrendere, anzi:
s

alla pRofESSionalit

amore per il lavoro, ovvio. Per un attimo ceravamo illusi, invece Lorenzo Maternini resta s un sognatore, ma con i piedi per terra e gli occhi puntati al futuro. Bresciano, 27 anni, liceo classico, laurea triennale in Architettura, specializzazione in Comunicazione per il Patrimonio culturale conseguita in Svizzera, sei mesi in Inghilterra e un anno di lavoro al Guggenheim di New York: il curriculum vitae di Lorenzo inappuntabile, eppure, dice, di porte a vuoto ne ha bussate pi duna prima di arrivare dove si trova ora, a spingere il made in Brescia fin dove pu arrivare (Dallas e Berlino, per ora, le prime tappe estere). In attesa di mettersi in proprio, Lorenzo uno dei dodici ragazzi, selezionati grazie a un bando pubblico, che lavoreranno per due anni nei campi di marketing, fashion, industrial design, grafica e comunicazione, formandosi in maniera diretta con lo scopo di aprire una propria azienda, usufruendo di una borsa studio stanziata dalla Regione. Il motore di tutto ci Machina Impresa, unimpresa che tramite un progetto sperimentale attivo da un anno, condotto dalla cooperativa Foppa e dalla Regione Lombardia forma giovani imprenditori sia ad hoc, per affrontare i singoli progetti, sia a lungo termine: il know-how per gestire unimpresa.

di ALeSSAnDrA TonIZZo

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abbiamo una sola possibilit, dobbiamo giocarcela bene. Allora cosa pensi di chi molla tutto e va ad aprire il classico bar in Costa Rica? Penso che, pi che mollare tutto, questo sia scappare da tutto, vale a dire uno slogan da adolescenti. Poi, davanti al prossimo problema, si molla tutto di nuovo... Bisogna mettersi in gioco davvero, pur senza inseguire a tutti i costi il mito del vincente: pi che nella professionalit termine abusato, spesso vuoto , credo nella dignit, nellamore per il proprio lavoro, qualunque esso sia. Cosa consiglieresti, quindi, ai tuoi coetanei in cerca dimpiego? Il segreto, ora, lintraprendenza: non aspettare mai che le occasioni piovano dal cielo, perch cos non arriveranno, nonostante la laurea da 110 e lode. Poi, sapersi proporre pi importante del saper fare, in un momento in cui la flessibilit ovunque e il posto fisso unantichit. Pensiamo al mito di Steve Jobs: il suo talento consisteva nel saper leggere

Nelle foto, il gruppo di Machina Impresa. Sopra con il senatore del Congo Mutinga.

Il segreto lintraprendenza: non aspettare mai che le occasioni piovano dal cielo.

la realt che gli stava intorno, infatti, pur non sapendo, in concreto, programmare, ha creato una cosa come lApple. Che le nostre universit non preparino a sufficienza lampante, ma la formazione sar pur necessaria, no? Naturale, ed il lavoro stesso a fornirla. Le universit italiane formano la mente e, anche quelle pi specializzate, come ingegneria, una volta usciti, non ti mettono in grado di saper gi lavorare. Forse, negli ultimi due anni di corso,

bisognerebbe cambiare qualcosa Io, ad esempio, ho deciso di andare allestero quando mi sono reso conto che, al Politecnico, sulla carta riqualificavo quartieri senza per saper progettare le fondamenta di una casa. E in Svizzera cosa cera di diverso? Cera che, gi dal primo anno di specialistica, minsegnavano come mandare i curricula per gli stages e i docenti provenivano dal mondo del lavoro, pochissimi erano cattedratici: ottimi riferimenti, questi, per sapere come muoversi nelle prime dinamiche lavorative. Credo molto nellItalia, ma fare una puntata allestero fa capire come gira il mondo, quantomeno evita di fare poi la classica figura del pesce fuor dacqua. Quindi, alla fine, essere imprenditori per te ha un significato pi profondo. Esatto, perch non vuol dire tanto essere lamministratore delegato di unazienda, quanto imprenditore di te stesso. Conosco troppi coetanei che vorrebbero a tutti i costi fare gli artisti, ma poi hanno paura anche solo a bussare alle gallerie di Milano: questo, per me, terribile. Bisogna proporsi, rischiare sempre, avere coraggio. Commenta questo articolo su

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in evidenza

DeL ProF. PIneLLI


non SoLo LASer, mA AnChe mICroonDe e Uv-A

LA rICerCA
di mArIo ConServA

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pRopoStE pER una

UBRICA

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STRATEGIA DIMPRESA
politica EnERgEtica

oberto Pinelli, Docente di Patologia Corneale e Tecniche di Chirurgia Refrattiva allEuropean School of Advanced Studies in Ophthalmology, presso lUniversit della Svizzera Italiana di Lugano, il fondatore dellIstituto Laser Microchirurgia Oculare. Ilmo rappresenta da oltre 13 anni uneccellenza bresciana nel mondo, conosciuta per le innovazioni nella correzione dei difetti visivi, sia dal punto di vista tecnologico, sia dal punto di vista delle tecniche chirurgiche che allIlmo sono sempre improntate alla bilateralit, alla completa assenza di dolore, al rapido recupero visivo. Professor Pinelli, recentemente le sue propriet intellettuali per la cura del cheratocono sono state cedute ad una compagnia statunitense? Che cosa significa? Uno dei filoni di ricerca di cui mi occupo da molti anni riguarda la cura del cheratocono, una malattia degenerativa della cornea che ne modifica la curvatura con protuberanze progressive che rendono nel tempo impossibile poter vedere correttamente sia con occhiali, sia con lenti a contatto personalizzate. Ho individuato una sostanza che ha la capacit di penetrare negli strati pi interni della cornea e, grazie allazione combinata con i raggi UV-A, crea nuovi legami di collagene che ne fortificano la superficie, contrastando la progressione della malattia e in molti casi evitando il temuto trapianto di cornea. Si tratta di gocce quindi? Esattamente. Si tratta di una specifica formulazione di riboflavina, un derivato della vitamina B2, che viene instillata in gocce sulla cornea che poi viene irradia-

ta per qualche minuto dalla luce ultravioletta. La compagnia statunitense Avedro la commercializzer in tutto il mondo con il nome di ParaCell. Ma si tratta di una terapia con il laser? No, in questo caso il trattamento che ho messo a punto si chiama Cross-Linking Osmotico Transepiteliale, un nome apparentemente complesso che di fatto significa che attraverso unosmosi cellulare avviata dalla riboflavina illuminata dagli UV-A la cornea riceve una trattamento rinforzante che ne solidifica la struttura. La particolarit del mio trattamento sta nel non rimuovere lepitelio corneale, con un indubbio vantaggio per il paziente. Sono fermamente convinto che in medicina si debba continuare a ricercare quel sottile equilibrio tra il massimo risultato raggiungibile e il minor impatto terapeutico sul paziente. Quindi, non solo laser per la terapia dei nostri occhi? Non in questo caso. In questo caso un trattamento per il cheratocono chiamato Keraflex utilizza inizialmente le microonde sulla cornea per modificarne la curvatura e in un secondo momento un crosslinking transepiteliale, per fissare con raggi UV-A e riboflavina il risultato raggiunto. Laccordo con Avedro consente ad Ilmo di proporre una tecnologia molto sofisticata che permette di effettuare il cross-linking corneale in soli tre minuti, contro il trattamento tradizionale che ne richiedeva circa una trentina. Si chiama infatti Accelerated Cross-Linking. In ogni caso il laser resta uno degli strumenti principe dellattivit di Ilmo, istituto che fa appunto di questa tecnologia la sua punta di diamante. Quando fondai Ilmo nel 1998 rifuggivo dallidea di ferro chirurgico, parola che spaventa e che fa passare ogni voglia di sottoporsi ad un intervento. Preferivo pensare ad una chirurgia meno invasiva, basata sul ruolo centrale della luce e dei fotoni. In senso lato, in questa idea rientrano oggi tutte le nuove tecnologie che migliorano la qualit della vita di chi si sottopone ad un intervento. In ogni caso il laser in oftalmologia rimane lo strumento principe e la sua versatilit riserva tutti i giorni grandi sorprese. Dallargon laser, al laser ad olmio, al laser ad eccimeri fino a quello a femtosecondi. Il laser e sar senza dubbio la strumento del futuro che consentir alla moderna chirurgia oftalmica di essere sempre meno invasiva: quasi una non-chirurgia.

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ecentemente le compagnie nazionali del sistema dellenergia controllate dal ministero del Tesoro, Enel, Eni e Terna, hanno inviato alla Consulta Attivit Produttive del partito di maggioranza una serie di suggerimenti riguardo alla politica energetica nazionale, accompagnati anche da decise posizioni critiche, come quella dellamministratore delegato di Terna, Flavio Cattaneo, contro la Robin Tax. Tra le proposte, un primo punto fermo che occorre unAutorit delle reti per lo sviluppo delle sinergie infrastrutturali, quindi con preciso riferimento allenergia, ma anche ai trasporti e allacqua. Viene poi auspicata una maggiore chiarezza decisionale anche sugli strumenti di programmazione, di autorizzazione e di normazione per quanto riguarda le opere di interesse nazionale per la sicurezza e la competitivit di settori industrialmente importanti, come appunto quello dellenergia; secondo le indicazioni del libro bianco, tali responsabilit dovrebbero essere ricondotte alla competenza dello stato, in modo tale che alle infrastrutture energetiche essenziali e strategiche, come la rete elettrica di trasmissione nazionale, sia riconosciuta una effettiva priorit e il rispetto dei termini realizzativi previsti dalle norme vigenti. Al riguardo, secondo lEnel un fatto prioritario rivedere gli iter di autorizza-

zione e realizzazione delle opere: Dalla piena apertura alla partecipazione pubblica discenda una responsabilizzazione del cittadino, con la preclusione dellesercizio del diritto al pentimento dopo che la fase amministrativa cui questi ha partecipato, o ha avuto modo di partecipare, si sia chiusa. Molto realistico il punto che sollecita una revisione alle misure di compensazione sul territorio in modo da potere disinnescare le ben note forme di opposizione indicate con le sigle Nimby (Not in my back yard, non nel mio cortile), spesso portata avanti con clamori tipo sommossa popolare da gruppi di cittadini, e Nimto (Not in my terms office, non durante il mio mandato), ancora pi pericolosa, silenziosa responsabile di non decisioni delle amministrazioni locali. Altre importanti osservazioni riguardano la richiesta di interventi significativi per lo sviluppo massiccio delle reti di trasporto e distribuzione dellenergia, la liberalizzazione dei servizi di rete e delle infrastrutture e una maggior attenzione allefficienza energetica e alle smart grid, quelle tecnologie basate su una rete informatica che, affiancando la rete di distribuzione elettrica, gestisce la stessa in maniera intelligente per il trasporto e la diffusione, evitando sprechi energetici. E ancora, diversificazione delle fonti e dei fornitori, quindi pi rigassificatori

dove servono metanodotti con nuove rotte di approvvigionamento e una maggiore attenzione al carbone come fonte a basso costo e a basso rischio di approvvigionamento, in modo da correggere leccessivo sbilanciamento a favore del gas del mix energetico italiano. Infine, da rimarcare la posizione di Eni sulle rinnovabili: gli sforzi andrebbero concentrati sulle risorse a maggior potenziale, promuovendo, tra le rinnovabili, le fonti che meglio si sposano con le caratteristiche del territorio. Finora, purtroppo, lalto livello degli incentivi e la loro allocazione non equilibrata ha determinato un premio eccessivo a favore di tecnologie ancora economicamente non sostenibili, mentre sarebbe consigliabile puntare sullo sviluppo (anche con forte di partnership pubblicoprivato) di nuove soluzioni tecnologiche in grado di ripagare gli investimenti e di generare una solida filiera produttiva nazionale. Rilevanti infine, anche se tutto sommato scontate, le osservazioni di Terna rispetto alle questioni aperte sulla ricerca e sviluppo; la societ che gestisce la rete elettrica sottolinea, infatti, quanto gli investimenti nellinnovazione possano essere determinanti per il futuro del paese, evidenziando il proprio ruolo, in particolare riguardo alle reti intelligenti e allaccumulo dellenergia in batterie, fondamentali per la sicurezza e la crescita delle rinnovabili.
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se lera del capitalismo e del libero mercato fosse giunta al termine? Se il significato dellultima crisi fosse che anche questo modello economico, come altri prima di esso nel ciclo dei corsi storici, fosse giunto a piena maturazione e non fosse pi adeguato a sostenerci, ad essere il sistema portante della nostra attuale societ? In altre parole, se non funzionasse pi? di questi ultimi anni una teoria, detta della decrescita, che ipotizza esattamente questo. Secondo Serge Latouche, lo studioso di antropologia economica che lha codificata nel suo La scommessa della decrescita (2006), proseguire con lattuale dinamica di crescita ci metter presto di fronte alla prospettiva di una scomparsa della civilt. Lutilizzo indiscriminato delle risorse non rinnovabili, il meccanismo della concorrenza e del libero mercato che hanno guidato la corsa allaccaparramento e al commercio delle stesse, ci hanno fornito cibo e tecnologia alle migliori condizioni, ma hanno avuto effetti devastanti sulla biosfera. Laumento demografico e linvecchiamento della popolazione, la globalizzazione, la saturazione dei mercati e limpossibilit ormai vicina di trovarne di vergini, con la scomparsa di nuove frontiere di investimento, starebbero facendo il resto. Il concetto molto semplice: poich non si pu crescere allinfinito, secondo la teoria della decrescita occorre abbandonare in fretta e radicalmente lobiettivo di una crescita per la crescita, figlio di una logica esclusivamente economica e di profitto, che ha conseguenze disastrose per lumanit e per lambiente,

che non sarebbe pi in grado di sostenerne il progresso tecnologico. Sarebbe dunque tempo di cominciare a pensare a una politica del dopo-sviluppo e sforzarsi di individuare gli elementi di un progetto economico e sociale alternativo. Lungi dallessere un discorso apocalittico, questo approccio invece una spinta ad uscire dalla logica della corsa allinnovazione fine a se stessa, che forse un poco ci schiavizza, e un incentivo, come afferma Latouche, a riaprire lo spazio dellinventiva e della creativit dellimmaginario. Non si tratta di smettere di progredire, dunque, ma di imparare a progredire diversamente. Se cos fosse, lidea stessa di innovazione ne risulterebbe mutata. Nel nuovo scenario, innovare non significherebbe pi soltanto contribuire al progresso tecnologico, ma innanzitutto applicare lingegno creativo nello studio di un nuovo sistema pi sostenibile per lumanit, rivedendo i valori nei quali credere e attorno ai quali organizzare la nostra vita quotidiana, individuando altri indici di misurazione del progresso e della civilt, ritrovando il senso della misura, uscendo questa forse la sfida pi grande dallossessione del misurabile. In altre parole, scardinare la legge per cui unattivit proficua solo se d profitto e un paese cresce solo se ne aumenta il pil, costruire un mondo in cui leconomia ridiventi uno strumento e non il fine ultimo della vita umana. Farlo senza regredire la scommessa. Una strada che presenta sicuramente problemi di riconversione dellapparato produttivo, ma che pu offrire nuove opportunit per lingegno umano e la sua capacit di trovare le necessarie soluzioni al momento giusto.

E se labilit di problem solving una competenza gi oggi tra le pi richieste, la revisione dei valori e lidentificazione di nuovi parametri di definizione della crescita richiederebbero una capacit ancora maggiore di sviluppare, accanto alla produzione dei beni materiali, beni relazionali. Fiorirebbero probabilmente nuove attivit e nuovi mestieri, nellambito dellistruzione, dellarte, della filosofia, della letteratura, della ricerca scientifica pura (non pi sacrificata sullaltare della ricerca applicata). Lopera dellartigiano o dellartista non avrebbe pi un ruolo subalterno, e, se il nuovo sistema di valori imponesse nuovi comportamenti, nuove professioni potrebbero affermarsi: consumare con rispetto invece di gettare, riparare invece di sostituire, riciclare componenti invece di produrre rifiuti sposterebbero il focus dalla progettazione al riutilizzo. Un ingegnere non dovrebbe pi occuparsi di creare nuovi oggetti tecnologici, ma di intuire nuove applicazioni per gli oggetti esistenti, non pi producendo, ma modificando, con un radicale cambio di prospettiva, ma senza perdita del proprio ruolo e della ragione dessere della sua professione. Ripensare il ruolo della terra invertirebbe il processo di allontanamento dal territorio, avvierebbe la riforestazione, promuoverebbe il passaggio a fonti di energia alternative e la creazione di nuovi ruoli e mestieri di tutela e di uso del territorio. In definitiva, ci che il nuovo scenario richiederebbe alluomo di applicare unabilit gi data oggi per scontata, ma esplosa allennesima potenza, ancora e di nuovo: la capacit di precedere il cambiamento, prevedendolo.
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in evidenza

UnA PhILArmonICA
DI QUALIT
Ikea Brescia: raccolti oltre 800 libri
Ikea Brescia ha chiuso con un ottimo risultato liniziativa Ri30/09 leggimi, svolta dall1 al 18 settembre in collaborazione con lAssociazione Volontari del Sebino Onlus. Lattivit sostenibile Rileggimi invitava i visitatori di Ikea Brescia a portare in negozio dei libri per i bambini, nuovi o usati, in cambio di un omaggio. I collaboratori dellAssociazione Volontari del Sebino hanno raccolto pi di 800 libri (quasi 12.000 i libri raccolti in tutti i negozi Ikea in Italia), che saranno destinati alle diverse e molteplici realt in condizioni di bisogno con cui lassociazione entra in contatto quotidianamente.

ACHECA

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Agricoltura: on-line uva, viti e vino


Uva, viti e vino della Lombardia: tutto on-line con un solo click. 12/10 A partire da questa vendemmia, infatti, i viticoltori lombardi, con ununica procedura totalmente informatizzata, potranno presentare liscrizione del vigneto nello schedario vitivinicolo, la rivendicazione delle produzioni a Do/Ig e la dichiarazione di vendemmia e di produzione. Adempimenti necessari, questi, per certificare la produzione e ottenere contribuiti comunitari. Il nuovo sistema operativo consentir di ridurre di 2/3 la mole degli adempimenti cui le aziende e lamministrazione hanno dovuto fare fronte nel 2010, riducendo a 5.500 domande le 15.100 dellanno scorso (circa 3.000 domande di iscrizione agli albi, 6.600 domande di denuncia uve e 5.500 di rivendicazioni). Ora tutti i produttori potranno effettuare una dichiarazione unica, collegandosi al Sistema Informativo Agricolo Regionale (Siarl); il Sistema verificher la congruit delle informazioni inserite, restituendo un dato certificato e valido ai fini di legge. Per approfondimenti vai al sito: www.bsnews.it

GUIDo FoLonArI, ereDe DI UnA DeLLe STorIChe FAmIGLIe vInICoLe ITALIAne, PUnTA SULLeCCeLLenZA SIA Come ProDUTTore DI vIno SIA Come ImPorTATore e DISTrIbUTore DI ChAmPAGne e DISTILLATI.
nimportante storia familiare alle spalle, una grande passione, un progetto enologico ambizioso iniziato dieci anni fa. Progetto ormai consolidato con ben tre aziende vinicole realizzate nelle pi prestigiose aree di produzione fra Piemonte e Toscana, e con la costituzione della societ di distribuzione Philarmonica Spa. Ed ha un nome: Guido Folonari, che ha proseguito la tradizione familiare puntando sulleccellenza sia come produttore di vino sia come importatore e distributore. La profonda conoscenza dei mercati di riferimento e delle esigenze dei consumatori hanno fatto il resto. Oggi, Philarmonica, con al timone il direttore generale Gianfranco Tagliani, non pi solo vini dalta gamma e champagne. La dinamica realt bresciana vanta ormai un portfolio di distillati di tutto rispetto, che sta promuovendo con vari appuntamenti dedicati ad intenditori ed operatori del settore. Tra questi, il meeting del 17 ottobre scorso a Desenzano del Garda allHotel Acquaviva, dove alcuni dei pi importanti produttori e storiche aziende di distillati hanno tenuto un seminario con degustazione finale. Presenti personaggi famosi come Madame Florence Castarde, proprietaria dellomonima azienda, la Plus ancienne Maison de Ngoce dArmagnac, con oltre 175 anni dexpertise familiare. O come Monsieur Guillaume Drouin, esponente della storica famiglia produttrice del calvados Marquis de Saint Loup, proveniente dal cuore della Pays DAuge. Gran finale con un brand di classe: AnCnoc, il single malt Scotch whisky (il cui nome in gaelico significa collina nera), una delle migliori espressioni di whisky di puro malto delle Highlands scozzesi, che i numerosi intenditori ed appassionati presenti hanno particolarmente apprezzato.
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Sisal Wincity ha aperto anche a Brescia


Lidea quella di coniugare, in modo nuovo, lintrattenimento, la ri06/10 storazione e il gioco. questa la scelta strategica di Sisal Wincity che, dopo Milano, Roma e Torino, allinizio di ottobre ha inaugurato il suo quarto spazio polifunzionale a Brescia in via Alessandro Volta. Oltre 900 mq, aperti tutti i giorni dalle otto di mattina alle due di notte, dove, oltre ad un ristorante ed unarea riservata ad eventi ed esibizioni, la sala d la possibilit di provare tutti i giochi del Gruppo Sisal (SuperEnalotto, SiVinceTutto, Win for Life; scommesse Sisal Match Point) e in particolare le innovative Videolotteries che, grazie ai terminali multigioco, danno la possibilit di vincere ricchi jackpot. Sisal Wincity mette sempre a disposizione dei clienti anche i Personal Player, professionisti formati per spiegare le modalit di gioco secondo un approccio allineato allimpegno di Sisal nel promuovere un gioco responsabile che ha portato, ad esempio, alla creazione dei marchi Gioca il giusto e 18 +. Questo spazio a Brescia di Sisal Wincity ha dichiarato Francesco Durante, amministratore delegato Sisal Slot la realizzazione concreta della nostra strategia che punta sul cliente e le sue esigenze e che prevede lo sviluppo di un modello di business in grado di unire intrattenimento e gioco. In occasione dellinaugurazione tutti i presenti sono stati invitati a destinare le proprie vincite allassociazione Bimbo Chiama Bimbo, onlus bresciana che svolge attivit nel campo dellinfanzia e a sostegno delle famiglie dei bambini in difficolt.

Artfidi Lombardia: i soci salgono a 20mila


14/10 Continua a crescere Artfidi Lombardia, il confidi dellAssociazione Artigiani, che dopo lestate arrivata a sfiorare quota 20mila soci, includendo un nuovo confidi al suo interno e rafforzando la propria presenza nella zona strategica del milanese. Il consorzio fidi di via Cefalonia ha perfezionato la fusione per incorporazione della Cooperativa Fidi Acai di Seveso, attiva da oltre trentanni nel panorama del credito alle imprese. I soci della Cooperativa Fidi Acai al momento della fusione erano 526. Con questa operazione quindi i soci di Artfidi Lombardia salgono complessivamente a oltre 19.500. Complessivamente Artfidi Lombardia nel primo semestre del 2011 ha avuto richieste di finanziamento per circa 100 milioni di euro, con un incremento del 7% sullanno precedente. Per approfondimenti vai al sito: www.bsnews.it

Da sinistra: Gianfranco Tagliani - Dir. generale Philarmonica; Florence Castarde - Maison Castarde; Andrea Spinello - Export manager di International Beverage; Guillaume Drouin - Maison Drouin.

La grande partecipazione di pubblico e di operatori del settore agli incontri organizzati da Philarmonica ha sottolineato lamministratore delegato, Guido Folonari il segno evidente di come, nonostante la crisi economica, il mercato abbia mantenuto linteresse per proposte di distillati, cos come per i vini, di fascia alta. LItalia, in particolare negli ultimi anni, diventata il mercato di riferimento internazionale per prodotti altamente qualitativi. Per questo motivo ha proseguito Folonari Philarmonica cos attenta alla ricerca delle eccellenze nel mondo da proporre al mercato nazionale, unattivit che sar seguita con sempre pi attenzione e focus al mercato. La strategia di crescita della societ bresciana quindi ben definita e parte dalla ulteriore valorizzazione del canale di distribuzione specializzato dellhoreca, che tocca attivit di ristorazione, wine-bar, catering, gastronomie e pasticcerie. Ma non solo. Sempre maggiore attenzione sar rivolta alla ricerca, in tutto il mondo, di etichette selezionate per le loro caratteristiche di qualit, storicit, e per il prestigio dellarea geografica di appartenenza. Come dire che Guido Folonari continuer a cercare per il mondo quello che ha scelto per le proprie aziende: leccellenza.

Compleanno del TCI nei ristoranti del Buon Ricordo


17/10 I 117 anni del Touring Club Italiano e i 150 anni dItalia: una duplice, importante, ricorrenza che sar festeggiata l11 novembre nei ristoranti del Buon Ricordo di tutta la penisola, che metteranno in tavola circa 15mila fra soci e simpatizzanti del TCI e del Buon Ricordo. Anche i ristoratori della Lombardia associati allUrbr omaggeranno lUnit dItalia, imbandendo una cena tricolore. A coloro che l11 novembre festeggeranno il compleanno del Tci, sar regalato un esclusivo piatto in ceramica, tradizionale simbolo del Buon Ricordo, ispirato al 150 anniversario dellUnit italiana. Indirizzi e telefoni dei ristoranti si trovano sul sito www.buonricordo.com Per approfondimenti vai al sito: www.bsnews.it

Biztravel Forum 2011, Brescia quarta provincia italiana per export


19/10 Brescia domina la classifica dellexport italiano con una quota del 3,6% (al giugno 2011), posizionandosi al quarto posto a livello nazionale. Il dato emerso a Milano durante il convegno di apertura del Biz Travel Forum 2011, organizzato da Uvet American Express per riunire i responsabili aziendali della mobilit con gli operatori del settore viaggi daffari e turismo. A trainare le esportazioni Milano (9,9%), seguita da Torino (4,7%) e Vicenza (3,9%). Il posizionamento sullexport per regione colloca la Lombardia al primo posto (+28%) seguita da Veneto (13,3%) ed Emilia Romagna (12,8%). Il 2011 si chiuder con una leggera crescita (+2%) per i viaggi daffari anche se a settembre e ottobre si registra un certo rallentamento. Per approfondimenti vai al sito: www.bsnews.it
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proprio nei settori tradizionali maturi che, nonostante la crisi, stanno maturando le risposte pi realistiche e coraggiose al nanismo industriale. Come la Feralpi che sta pensando a un impianto siderurgico in Algeria e Tunisia. meglio se con altri partner, ma se necessario anche da soli.

SECONDA PARTE
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opo il tempo dellindividualismo spinto, che stato comunque per mezzo secolo un potente fattore di crescita dellindustria bresciana, ormai maturo, sia a livello di coscienza soggettiva che di realt oggettiva, il tempo dellaggregazione. Ma quale aggregazione? Aldo Bonomi, imprenditore bresciano vicepresidente della Confindustria con delega alle reti e ai distretti industriali, insiste da tempo (lo ha fatto anche nel recente convegno sulle reti dimpresa organizzato il 12 ottobre scorso da Aib e Camera di Commercio) sulla interazione tra due momenti (due strumenti). Da una parte le reti territoriali, realt funzionali orizzontali, dallaltra le filiere aziendali, realt produttive verticali. Grazie a que-

sti due fattori, il fare squadra diventa qualcosa di pi di una semplice ipotesi. A patto che vengano superati sia i distretti, storicamente benemeriti ma ormai inadeguati e quindi obsoleti, sia i metadistretti, oggi assorbiti nella pi ampia latitudine dei sistemi a rete. Un PerCorSo CorALe Una politica di aggregazione non pu essere solo unipotesi astratta o un appello progettuale. Deve sostanziarsi di contenuti programmatici concreti, realistici e fattibili. Alcuni di questi sono da tempo allordine del giorno. Vediamoli brevemente. Infrastrutture direttamente funzionali allapparato produttivo quali polo logistico intermodale (Piccola Velocit) e centrale termoelettrica (progetto per ora bloccato ma non tramontato). Non una mega-centrale termoelettrica da 800 Mw come si parlava fino a ieri ipotesi peraltro bocciata dalla Regione Lombardia anche nella versione dimezzata da 400 Mw ma due o tre centrali turbogas di minore potenza e pi modesto impatto ambientale, come insegna la saggia esperienza svizzera al cui esempio potremmo utilmente attingere. Strumenti operativi quali le alleanze verticali di filiera in luogo delle alleanze orizzontali di prodotto. Un esempio per tutti, modesto ed emblematico ma non ancora emulato o clonato

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Aldo Bonomi.

come si potrebbe, lItalian Technology Group di Bovezzo, un consorzio tra quattro aziende della tipica filiera meccanica bresciana forno-pressa-transfer-robot. Strumenti finanziari come la cartolarizzazione del credito rieditando, aggiornandoli, mezzi gi collaudati quali i bond di distretto emessi da banche convenzionate e garantiti dai Confidi regionali, secondo lesempio gi applicato anni fa da Unicredit in altre situazioni. Innovazioni strumentali come le filiere produttive la cui funzione, in particolare per le reti, pu essere rilanciata oltre i distretti della cui personalit giuridica, decretata dalla dimenticata Legge Finanziaria 2006, non si parla pi essendo caduta in totale desuetudine (sarebbe dovuto essere il primo passo verso una possibile configurazione istituzionale del distretto quale cellula di un assetto territoriale federale, ma si tratta di una ipotesi totalmente rimossa dal novero dellagenda politica). Comprensori territoriali allargati come le aree metropolitane (in una prospettiva di medio termine poich per ora non hanno valenza istituzionale) nel cui ambito Brescia pu interfacciarsi a Ovest con Bergamo e Milano (interazione di servizi gi avviata nella fusione tra Asm e Bas e in quella tra Asm e Aem, interazione finanziaria con la fusione delle due maggiori banche locali); a Est

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CONOMIA

FIERA DI BRESCIA presenta lappuntamento autunnale con larte: BRIXIAFINEART, due saloni in contemporanea per mettere in mostra il meglio dellantiquariato e dellarte del 900.

26 novembre / 4 dicembre
ne) ma per puntare su risorse migliori (internazionalizzazione). SoLIDIT STrUTTUrALe FrAGILIT STrATeGICA Lo scenario bresciano chiamiamolo cos per convenzione e comodit di linguaggio, trattandosi di un robusto tassello locale dentro una crisi globale comune ad altre aree industriali ma nel contempo, pur versando in una crisi analoga ad altre situazioni, presenta specificit peculiari seppur non esclusive. Siamo strutturalmente forti ma strategicamente deboli. Anzi, proprio loggettiva solidit strutturale a contenere e coltivare in s il rischio di una soggettiva fragilit strategica. Strutturalmente forte perch al vecchio modello della grande impresa fordista del Nord Ovest orientata al magazzino si affiancato nellultimo trentennio un nuovo modello di piccola impresa mercatista del Nord Est orientata al mercato (in tale senso si pu dire che Brescia cerniera geoeconomica, provincia bifronte e bivalve in quanto periferia del Nord Ovest e anticamera del Nord Est). Strategicamente debole perch la composizione dellindustria locale fatta per quattro quinti di comparti maturi (siderurgia-metallurgia-meccanicatessile) seppur competitivi, a tecnologia prevalentemente media o medio-bassa con scarso valore aggiunto e alta intensit di manodopera (allinterno di tale

con Verona (interazione commerciale e aeroportuale gi sperimentata, sia pure con risultati finora deludenti, con la cogestione nellaeroporto DAnnunzio di Montichiari). Programmi di innovazione grazie a una rinnovata osmosi tra universit e imprese tramite il Cstm presieduto da Ennio Franceschetti (Centro servizi tecnologici multisettoriale). Come ha ricordato in proposito il presidente dellAib Gianfranco Dallera, non basta parlare della necessit di implementare il rapporto tra ricerca e industria poich,

nelle condizioni attuali, il trasferimento tecnologico dalla ricerca universitaria allimpresa pressoch inesistente, salvo rarissimi casi dovuti pi a buone volont soggettive che a strumenti oggettivi. Crescita della delocalizzazione estera ma nel contempo attuazione, nella prospettiva di una compiuta internazionalizzazione, di una maggiore cooperazione tra Universit, Camera di Commercio, istituti di formazione e associazioni imprenditoriali, non solo per lucrare su salari minori (delocalizzazio-

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scenario vi sono ovviamente eccellenze meccaniche e sidermetallurgiche che hanno saputo restare molto efficienti). In secondo luogo perch lindividualismo dinamico delle sue imprese non diventato pluralismo sistemico, non essendo riuscito non solo a fare sistema ma nemmeno a creare sinergie. Neppure la realt distrettuale, che per definizione un esempio di sistema produttivo corale in quanto plurale, coesa non essendo mai andata al di l del connotato meramente geografico e territoriale. Il Club dei Distretti, lorganismo di rappresentanza funzionale delle unit distrettuali oggi superato per non dire obsoleto, non ha mai saputo declinare una politica tale da collegare la forza della filiera produttiva alla flessibilit della singola impresa. Vale a dire i due fattori dai quali pu scaturire una nuova coesione coalizionale, ci si perdoni il bisticcio, della molecolare realt industriale dei nostri distretti. Ecco perch laggregazione tra reti orizzontali e filiere verticali una prospettiva matura, realistica e fattibile, oltre che necessaria e ineludibile. Matura perch ormai nelle cose, realistica perch si pu avvalere delle reti e dei nuovo strumenti di interazione e informazione, fattibile perch avvertita come tale nella sensibilit individuale degli imprenditori. GIGAnTISmo eConomICo e nAnISmo PoLITICo Ma c unaltra ragione tra le cause della fragilit strategica. Si tratta di una ragione soggettiva ovvero politica gi richiamata in premessa, pi labile e opinabile ma non per questo meno ingombrante. Ragione e ragioni criticamente e polemicamente adombrate a suo tempo da Marco Vitale, manager bresciano di lungo corso e inguaribile fordista in quanto teorico della centralit dellimpresa rispetto al primato della politica, a proposito degli esiti delle due fusioni menzionate, quella in A2A e quella in Ubi Banca (come gi detto, esiti secondo Vitale non eclatanti n incoraggianti dove Brescia si rivelata perdente). Si tratta, in entrambe le aggregazioni, della mancata o carente attribuzione di poteri adeguati alla oggettiva

Ennio Franceschetti, alla guida di una delle realt pi avanzate dellindustria bresciana, si sta attrezzando per un nuovo salto di qualit tecnologico a livello internazionale.
Ennio Franceschetti.

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valenza economica di una provincia come quella bresciana, che non sempre riesce a ritagliarsi sul piano nazionale il ruolo che le spetterebbe sulla base delle responsabilit, cio del suo contributo alla formazione della ricchezza del Paese. Lo stentato decollo (Aeroporto di Montichiari) e gli innumerevoli rinvii (Brebemi, oggi finalmente avviata a buon fine grazie anche allExpo 2015 di Milano) di infrastrutture vitali per il futuro delleconomia e della societ locali ne sono una palmare conferma. Come ne una conferma la perdita di opportunit e di occasioni altrimenti irripetibili (polo logistico intermodale, centrale termoelettrica). Non una critica alla rappresentanza politica, la constatazione del fatto che finora non si riusciti a smentire linveterata e abusata immagine di Brescia come gigante economico e insieme nano politico. Il rischio di essere sempre meno gigante economico e sempre pi nano politico. DeCLIno o DerIvA? Come si presenta oggi lo scenario industriale bresciano? Una deindustrializzazione qualitativa e una dequalificazione produttiva o un decremento quantitativo? Nascono nuove aziende o nuovi prodotti? Stiamo perdendo le antiche eccellenze, come gli stampi e le presse, senza acquisirne di nuove, eccetto sporadiche esperienze che, pur lodevoli, non riesco-

no a fare massa n a configurare nuovi comparti omogenei degni di questo nome. Si pu parlare allora di declino, visto che il saldo della natalit aziendale locale, come confermano le ultime rilevazioni statistiche (Unioncamere), rimasto positivo anche in questi anni di crisi? Siamo o non siamo in fase di deindustrializzazione dal momento che, nonostante laumento dei fallimenti, dei concordati e della cassa integrazione, ancora oggi nascono pi imprese di quante ne muoiano? Ma quali imprese? Il vero treno perso da Brescia, ovvero la grande occasione di cui si parla da alcuni anni, non sono le assenti o carenti infrastrutture terziarie (finanziarie, commerciali, promozionali, comunicazionali o di servizi) quanto le declinanti strutture secondarie (industriali) che rischiano larretratezza o addirittura lobsolescenza in un mercato la cui globalit e interdipendenza non perdonano pi il minimo ritardo. Perci non ci stanchiamo di ripetere che la priorit assoluta data dalle aggregazioni nella forma delle alleanze verticali di filera (di processo) pi che delle alleanze orizzontali di prodotto. nUove AZIenDe o nUovI ProDoTTI? Il dato congiunturale positivo la perdurante natalit aziendale contrasta ma non sconfessa landamento nega-

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marco vitale torna a credere nel dinamismo dellindustria bresciana: forse che nella terra dei piccoli grandi solisti stanno nascendo nuovi direttori dorchestra?
Marco Vitale.

quale per ora non si pu prevedere la fine n la possibile successiva ripresa. Parlare di governance o costituente non significa indulgere a utopie dirigiste o coltivare illusioni interventiste tipiche di passate esperienze, fallimentari perch velleitarie, quali le conferenze socio-economiche degli anni 70. Non solo perch sono passati trentanni, ma pi ancora perch il contesto nazionale e internazionale totalmente mutato (basti pensare alla globalizzazione che ha quasi azzerato il ciclo economico). Significa semplicemente adombrare un tentativo di rega che, pur senza ipotizzare improbabili authorities pi o meno cogenti, sappia virtuosamente utilizzare e coordinare le realt esistenti. IL vero PATTo SoCIALe Prima della formulazione di credibili risposte, della individuazione di attendibili soggetti e della invenzione di possibili strumenti dunque prima della costituente economica e prima di decidere il chi e il come della governance occorre una condizione preliminare. Occorre stabilire un progetto, un percorso, un disegno, una strategia. Occorre un obiettivo trainante, un progetto aggregante, una prospettiva unificante di Brescia nella quale interessi individuali e categoriali, ideali sociali e valori morali possano riconoscersi liberamente e interagire dialetticamente. Un quadro entro il quale rendere compatibili e coniugabili la pulsione degli interessi, la passione degli ideali, la ragione dei valori. Pi chiaramente: la pulsione (la dialettica) degli interessi conflittuali del mercato, la passione (la dinamica) degli ideali concorsuali della societ, la ragione (la dialogica) dei valori consensuali nello Stato (non dello Stato, ch si cadrebbe nella trappola dello Stato etico). In una parola, conciliare gli animal spirit del mercato, vero motore dello sviluppo, con il politically correct dello Stato attraverso la loro mediazione nella societ. Nel momento di decidere il percorso e scegliere gli strumenti e i soggetti cui affidarli, occorre dunque individuare un asse portante, un progetto trainante, unidea guida, unidea-forza intorno alla quale organizzare i consensi, coagulare gli

tivo di un fenomeno strutturale quale la deindustrializzazione in atto poich, giova ribadirlo, il fatto che a Brescia nascano nuove aziende non significa che nascano nuovi prodotti. Certo, meglio nuove imprese ancorch mature che nessuna impresa. Ma, paradossalmente, vi pu essere un processo di deindustrializzazione qualitativa, intesa come dequalificazione produttiva, pur in presenza di un relativo incremento quantitativo di aziende. vero che vi sono sottosettori della meccanica come lautomazione industriale, il transfer e lintegrazione della robotica antropomorfa che hanno segnato negli ultimi anni ottime performance sia in termini di quantit numerica delle imprese che qualit tecnologica delle stesse. Ma si tratta di piccole aziende (in diversi casi di micro-imprese) che non possono reggere la competizione internazionale se non nellambito di alleanze verticali di filiera, cio di sinergie e aggregazioni alle quali concorrano le aziende della medesima filiera (catena) produttiva o della stessa sequenza (processo) tecnologica. Ma anche qui occorre un distinguo: le alleanze verticali di filiera sono proponibili e fattibili nei beni strumentali assemblati (presse, macchine utensili, automazione), nella impiantistica complessa e nelle ingegnerie di processo, ossia in quei comparti alla cui realizMESI 12novembre 2011

zazione concorre la tecnologia di una pluralit di imprese. Per i prodotti singoli, e per molti prodotti finiti in genere e in particolare per quelli maturi, parlare di alleanze di filiera pi difficile poich la filiera o non esiste, o talmente breve da non costituire una sequenza degna di questo nome. CAUSe enDoGene rAGIonI eSoGene La natura qualitativa e culturale (di cultura industriale) della crisi che stiamo vivendo, lungi dal configurarsi come un assestamento congiunturale ciclico e quindi reversibile, conferma invece un cambiamento dal carattere strutturale e forse irreversibile. Si tratta infatti di una situazione che, allinsorgenza di fenomeni esogeni come la Cina, affianca epifenomeni endogeni come la senescenza di settori maturi a tecnologia bassa o medio-bassa, comparti giunti al massimo della parabola di espansibilit fisiologica e perfettibilit tecnologica. Per ci necessaria una risposta altrettanto strutturale, ovvero una costituente economica permanente non una semplice consulta che gi esiste istituzionalmente nella fattispecie della Camera di Commercio capace di promuovere una nuova governance provinciale allaltezza di una crisi inedita, di cui non si conosce lo sbocco e della

Giuseppe Pasini.

Giuseppe Pasini (Feralpi) ripropone lalleanza con Alfa Acciai (Lonati e Stabiumi), Valsabbia (Brunori) e Pittini (Udine) per anticipare la concorrenza turca in NordAfrica.
di egemonia terziaria non avendone le caratteristiche storico-culturali e non disponendo delle condizioni strutturali, geografiche e geo-economiche (il Brennero) n delle coordinate logistiche (lo snodo ferroviario-aeroportuale). Brescia, come Bergamo, non sar mai porta commerciale, come incautamente sostenuto da una abborracciata e addomesticata (per non dire asservita) sociologia di importazione, essendo invece retrovia produttiva e retroterra industriale, analogamente al capoluogo orobico. Il che non significa una diminutio o una condizione di inferiorit o subalternit rispetto alle metropoli terziarie, anzi. Se la porta commerciale naturale di Brescia Verona, Milano lo di Bergamo, e come questultima ha trovato un rapporto sinergico con la capitale lombarda, Brescia pu trovarlo con il capoluogo veneto. Per ci, alla luce di quanto detto sopra e di un possibile rapporto consensuale e non conflittuale con Verona in vista della attuazione di realistiche sinergie operative, va salutato come positivo e opportuno il superamento della querelle avviata nellestate 2008 da Aib e Camera di Commercio contro il Catullo in ordine al futuro gestionale dellaeroporto bresciano. Viste le premesse di tale contrasto la sostanziale irrilevanza della componente bresciana e il conseguente immobilismo del DAnnunzio si trattava di una battaglia persa in partenza. Per non dire di una indebita forzatura, rivelatasi politicamente velleitaria e quindi perdente

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per alcune irrituali polemiche oltre che per i labili contenuti. Labili perch come sostengono addetti ai lavori quali i tour operator per bocca di Giambattista Merigo appare chiaro come a Brescia manchi un bacino di utenza adeguato, ossia il retroterra necessario a supportare uno scalo di terzo livello. QUALe InTerFACCIA TrA I DUe norD DeL PAeSe? Brescia pu aspirare realisticamente a svolgere un duplice ruolo di interfaccia tra i due Nord del Paese: cerniera industriale con Bergamo, filiera di servizi con Milano, frontiera commerciale con Verona. Le due cose non sono in contraddizione, cos come le due polarit non sono contrapposte. Brescia pu essere trainante nella sinergia industriale con Bergamo, comprimaria nella utility con Milano, trainata nella sinergia commerciale con Verona. Senza velleitari protagonismi nel primo caso n subalterni gregarismi nel secondo, ma su un piano di pari dignit, consapevole delle diverse potenzialit e differenti specificit. Dunque, tra le due interfacce cerniera industriale e di servizi, frontiera commerciale e terziaria Brescia pu condividere la prima con Bergamo e Milano e la seconda con Verona. In entrambi i casi non pu illudersi di poter fare da sola poich, come ha ampiamente dimostrato la vicenda della costituzione di A2A (una subalternit oggettiva gi affiorata precedentemente nella gara per la conquista di Edison, dove Asm dovette cedere il passo ad Aem alleata coi francesi della Edf) Brescia, pur oggettivamente importante, una grande capitale di provincia ma un medio capoluogo in ambito nazionale. inutile allora rincorrere impossibili leadership territoriali la presunzione di autoreferenza che diventa sindrome di autosufficienza ma occorre recuperare la funzione strategica di interfaccia tra i due Nord del Paese a Ovest con Bergamo e Milano, a Est con Verona nellambito di unarea metropolitana omogenea il cui asse geoeconomico portante pu collegare lungo la medesima direttrice Lombardia orientale e Veneto occidentale. Con Brescia, appunto, a far da cerniera.
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sforzi e aggregare gli interessi. Questo il punto nodale, il nodo cruciale. Questo il vero patto sociale. Coalizzare in un solo percorso e coagulare in un unico progetto quattro addendi correlati a sei momenti secondo la seguente sequenza. Mercato stato societ persona = interessi idee ideali valori = economia politica cultura etica = profitto consenso merito servizio = imprese partiti professioni istituzioni = liberismo economico riformismo politico progressismo culturale solidarismo sociale. QUALe IDeA DI breSCIA? Che idea si vuole avere di Brescia? Cerniera industriale tra Nord Ovest e Nord Est, ossia un realistico spazio geoeconomico naturale e vocazionale dove Brescia non avrebbe concorrenti ma alleati come lomologa Bergamo, con la quale poter attivare interessanti sinergie operative come gi avvenuto con lincorporazione della Bas nella vecchia Asm? O frontiera commerciale verso lEuropa, un ruolo dove Brescia potrebbe incontrare linsormontabile concorrenza di Verona alla cui storica collaudata vocazione mercantile non pu illudersi di sostituirsi, potendo invece proficuamente interfacciarsi e relazionarsi? Per inciso, come Bergamo dal punto di vista commerciale tributaria di Milano, Brescia lo di Verona lo stesso aeroporto di Montichiari, in condominio con Verona, ne una conferma. Per ci sarebbe velleitario e volontaristico coltivare sogni

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n incontro tra imprenditori, con un linguaggio concreto e un approccio diretto, per scoprire le opportunit senza nascondere le criticit, per conoscere e capire dalle esperienze di chi su quei Paesi ci ha gi puntato cosa vuol dire internazionalizzare nellarea dei Balcani. Il denominatore comune, nellascoltare i racconti di questi imprenditori, stato il senso di abbandono nel quale si sono trovati nellaffrontare un nuovo progetto imprenditoriale in un Paese estero. Questa, in estrema sintesi, stata liniziativa promossa da Confindustria Balcani con il contributo di UniCredit, che nei giorni scorsi ha visto concretizzarsi a Milano, il primo di una serie di road show che coinvolgeranno le citt italiane pi interessate ai mercati dei Balcani. Il 29 novembre sar la volta di Treviso, mentre nel 2012 sono gi programmati eventi a Bologna, Bari, Ancona e Torino. Un incontro dal titolo esplicativo Obiettivo Balcani: lItalia al centro della Nuova Europa anche perch, come ha ricordato il presidente della Confindustria Balcani, Luigi Salvadori, gi oggi larea balcanica ha un ruolo essenziale per lItalia; basti pensare che nel 2010, il totale del nostro export in questarea ha raggiunto quota undici miliardi ed superiore a quello verso Paesi di dimensioni ben maggiori come la Cina o a quello di Brasile e India insieme. Si parla di 1.200 imprese gi presenti su quei territori,

che danno lavoro a circa 82mila persone e con un fatturato complessivo di circa otto miliardi. Il nostro ruolo ha precisato il presidente di Confindustria Bosnia Erzegovina, Salvatore DErasmo ha un duplice obiettivo. Il primo di rafforzare una rete di assistenza, di servizi altamente professionali alle imprese italiane gi presenti sui diversi territori. Il secondo rivolto a chi interessato ad investire in questarea, proponendoci come interlocutori nei confronti dei governi e come consulenti degli

imprenditoriali per focalizzare le strategie, individuare le priorit, risolvere i problemi offrendo servizi di qualit, efficienza e risparmio, anche di tempo. Un punto di riferimento importante al quale gli imprenditori italiani possono appoggiarsi. In altre parole una risposta a quelle esigenze alle quali Guido Dusi ha dovuto rispondere da solo. Siamo in Bosnia dal 2004 ha raccontato il presidente della bresciana Metalleghe ed abbiamo trovato un paese appena uscito dalla

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guerra ma con una gran voglia di crescere e di dimenticare il passato. Perch abbiamo scelto la Bosnia? Le principali ragioni sono che vicina allItalia, dispone di materie prime utili alle nostre produzioni, ha un costo dellenergia ancora accessibile, dispone di una scuola e di un sistema universitario di qualit ed ha un costo della manodopera abbastanza contenuto. Allinizio del nostro progetto imprenditoriale, i nostri interlocutori ci ricordavano spesso che le diverse etnie presenti in Bosnia avrebbero potuto rappresentare un problema. Oggi, nel nostro stabilimento di Jajce sono presenti tutte le etnie che convivono senza problemi e con un tasso di assenteismo vicino allo zero. In questi anni abbiamo fatto tanti investimenti anche in difesa dellambiente e dei cittadini che da sempre erano stati costretti a convivere con i fumi della fabbrica. Oggi Metalleghe ha diversificato anche in Romania, dove sono state costituite due aziende che operano nel settore delle leghe di rame e il suo presidente assicura: Vogliamo continuare ad investire in questa regione ma vorremmo anche essere aiutati nel farlo. Ancora prima, nel 1989, cominciata lavventura di Carlo Salamon in Bulgaria nel periodo in cui, dopo il crollo del muro di Berlino, il Paese si stava indirizzando in quella fase di transizione che

Guido Dusi.

lo avrebbe portato verso leconomia di mercato. Salamon, amministratore delegato di unazienda tessile attiva nei segmenti dellabbigliamento femminile che d lavoro a pi di 700 addetti, tra lavoratori diretti e indiretti, e che lavora quasi esclusivamente con lItalia, ha ricordato la grande disponibilit dei dipendenti ad imparare, lassenza di criminalit, la buona funzionalit dei trasporti, la tassazione con unaliquota unica sui redditi del 10% e sui dividendi del 5%. La Bulgaria non in capo al mondo e l le imprese italiane possono avere un buon trampolino di lancio per tutti i Paesi dellUnione Europea. Un trampolino che la veneta Ditre International ha sicuramente sfruttato. Nel 2002 la nostra azienda fatturava 10 milioni di euro ha detto il ceo, Michele De Marchi . Oggi solo la sede di Arad nella Romania Occidentale fattura 23 milioni, abbiamo un capannone di 22mila metri quadrati che al momento occupa 410 dipendenti. Lazienda che produce divani e poltrone in pelle e tessuto, esporta in tutta Europa il 90% della produzione, mentre il 10% destinato al mercato interno rumeno. Mercato di sbocco principale la Francia e in particolare i gruppi della grande distribuzione organizzata (Gdo): Non per questo abbiamo abbandonato gli stabilimenti in Italia dove al contrario abbiamo continuato ad investire puntando su una produzione di alta qualit grazie anche allinserimento in azienda di personale pi qualificato. Certo la crisi si fatta sentire e anche in Romania abbiamo ridotto la marginalit, ma attualmente la nostra maggiore difficolt quella di reperire management italiano che sia disponibile a trasferirsi in quel Paese. I Paesi della regione balcanica offrono quindi grandi opportunit soprattutto alle piccole e medie imprese lombarde che, come ha ricordato nel suo intervento il presidente di Assolombarda, Alberto Meomartini, hanno una propensione innata ai rapporti internazionali, dimostrata dal fatto che in Lombardia una su due ha rapporti con lestero, che i dati sullexport lombardo ci mettono davanti anche alla locomotiva tedesca.

Salvatore DErasmo.

Tutto questo ci dimostra, se ce ne fosse bisogno, che il nostro sistema industriale non in declino ha commentato il presidente di Confindustria Lombardia, Alberto Barcella , ma al contrario continuiamo a cercarci opportunit di crescita, se serve, anche allestero, dimostrando di avere ancora unimprenditoria viva ed attiva. Ed proprio a queste imprese che si rivolge Confindustria Balcani, la federazione delle Associazioni di imprese italiane nei Balcani nata un anno fa con lobiettivo di rendere la presenza economica italiana in questarea pi coerente, integrata ed efficace. I risultati si sono visti subito perch, in un solo anno, lassociazione nel suo complesso ha raggruppato pi di 1.000 imprese italiane che hanno deciso di operare e sviluppare le proprie attivit economiche nella regione balcanica e in particolare in Macedonia, Bosnia ed Erzegovina, Bulgaria, Serbia e Romania. Nel corso del prossimo anno, Confindustria Balcani si posta lobiettivo di coprire nuove realt dove forte la presenza dellimprenditoria italiana come lAlbania, la Croazia e la Repubblica Moldava. Nel frattempo il road show per far conoscere che LItalia al centro della nuova Europa continua il prossimo 29 novembre, quando far tappa a Treviso.

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Cresce la sofferenza da carovita anche nel bresciano. Il sempre pi difficile rito della spesa in alcuni grandi supermercati e la risposta di Famiglie numerose.
he cosa vuol dire, per molti, oggi, fare la spesa?! Entriamo in un grande supermercato in compagnia di Giovanna, madre di tre figli ancora in et scolare. Per lei, vedova senza un lavoro stabile e con la sola pensione minima acquisita per diritto, la quotidianit davvero una sfida allultimo centesimo. A parte tutto il discorso delle impossibili detrazioni fiscali di cui non pu usufruire (finanche nelle spese mediche per i figli e per uno di essi in particolare) per via del fatto che la pensione minima gi sgravata da detrazioni, il nocciolo della questione si riduce a come tirare la fine del mese nel solo ambito della sopravvivenza. Cibo, insomma, e qualcosa da indossare. E lauto, lassicurazione,

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le bollette? Meglio non parlarne. In questi frangenti anche il pi piccolo inconveniente e la pi lieve emergenza diventano montagne invalicabili, problemi da insonnia cronica. Giovanna sa gi che oggi il suo budget non potr superare i venti euro. Il colore viola delle banconote per Giovanna solo il titolo del film: il suo daltonismo finanziario ( lei a usare questa espressione) le consente di vedere unicamente il grigio, il rosso e il blu. Poco verde, ancora meno giallo e assai raramente viola. Venti euro. Che cosa puoi comperare con venti euro? Le parole dordine sono poche e suonano come imperativi categorici: offerte, sottocosto, ripiani bassi degli scaffali. Cibo in primis e poi le altre cose. Insomma, possono anche svendere tonnellate di detersivo o cantine intere di vino, piuttosto che ettolitri di bagnoschiuma, ma

in tutto ci vi ben poco di interessante. Cibo, torniamo a ripeterlo. Pasta, riso, farine, olio, pomodoro, zucchero (ma quanto caro, dice Giovanna). Si va rapidamente tra le corsie, quasi a memoria, si direbbe. Si cerca il primo prezzo: non esiste marca o preferenza. Ci che importa il prezzo e la quantit, ma senza esagerare: venti euro volano come lintervallo tra un respiro e laltro. Altra parola dordine: il prezzo deve avere lo zero davanti. Ma esiste, ci chiediamo? Noi uomini siamo ancora piuttosto disattenti a queste cose (anche se a onor del vero ci pare di vedere un popolo oramai piuttosto eterogeneo tra le corsie del supermercato). Tuttavia ora aguzziamo la vista, soprattutto nel basso degli scaffali ed ecco il miracolo (si fa per dire): quanti zero con virgola nellinterminabile sfilza dei prezzi!

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Giovanna compra spaghetti, olio, farina, pasta, riso, pomodoro e il famigerato detersivo per lavatrice: spesso dice il primo prezzo in flacone costa meno delle ricariche. Per quanto riguarda il cibo Giovanna ci assicura che i prodotti pi economici non sempre sono qualitativamente inferiori a quelli di marca. Stesso discorso per le confezioni con scadenza prossima: comprare salsiccia al 30% in meno rispetto al prezzo pieno significa acquistare qualcosa certamente vicino alla scadenza, ma non per questo inferiore in qualit. Si va alla cassa (con i paraocchi, dice Giovanna con sorriso ironico) per un totale inferiore ai dieci euro. Fin qui niente di strano, si dir. Non proprio cos: ci che finora abbiamo scritto sono, in realt, riflessioni a posteriori. Anchio, infatti, nel frattempo, ho fatto la mia spesa scegliendo gli stessi identici articoli di Giovanna, ma (e ci risulta con chiara evidenza dal conto) con altri parametri: quelli, cio, dettati dallidea di cercare il giusto mezzo, il compromesso tra qualit (che per me la marca) e il prezzo. Morale: io pago poco pi di quindici euro. Sorrideranno, ora, le nostre lettrici, avvezze alla faticosa (anche fisicamente) corve della spesa. Cose risapute, si dir. S e no. Forse non cos scontato pensare che, nella ricca e sviluppata Brescia, oggi sono in molti a condurre la quotidianit come Giovanna. E che dire delle

Il gusto vero della montagna. Il sapore delle cose buone.

offerte che riempiono le nostre cassette della posta con tonnellate di carta riportante fotografie prezzate di scatole, scatolette, braciole di maiale, pannolini, detersivi, sottaceti, formaggio di grana, shampoo e doccia schiuma e chi pi ne ha pi ne metta? Giovanna pensa che al di l di tutto sia sempre e comunque importante poter approfittare delle occasioni: il problema che, per chi di soldi ne ha pochi alla volta, il beneficio di unofferta spesso relativo e gli sconti rappresentano un affare soprattutto per chi pu stipare, nella propria cantina, di tutto e di pi approfittando di volta in volta delle reali occasioni, indipendentemente dal prodotto esibito sotto costo. Quando circola qualche banco-

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nota in pi ci organizziamo, magari in due o tre amiche e si va in qualche grosso centro commerciale, dove la proposta del self discount o del meno caro ci consente di ottimizzare le gi magre risorse. Spesso riusciamo a trovare i prezzi in assoluto pi bassi di tutta quanta la zona, carburante compreso (riusciamo a risparmiare anche qualche euro su un pieno rispetto agli altri distributori). Limpressione generale che ricaviamo da questo pomeriggio al supermarket con Giovanna, insomma, che le famiglie gi abbiano tagliato a sufficienza su molte cose: prima sui beni di lusso e accessori, quindi sullabbigliamento e sullenergia. Ora, tuttavia (e la cosa non per nulla banale), anche sul cibo, acquistato fino a qualche anno fa secondo gli allegri parametri qualitativi e quantitativi del consumismo nudo e crudo. LA SFIDA DeLLe FAmIGLIe breSCIAne nUmeroSe Pare che la consuetudine di fare la spesa con scrupolo e attenzione forzati e con misurate risorse finanziarie sia una pratica in forte espansione. Un modo ironico, il nostro, evidente, per dire che la crisi c e sta stringendo progressivamente la cinghia a tutti. Di certo, tuttavia, se la condizione di Giovanna rappresenta una particolarit (anche se non crediamo che sia propriamente una mosca bianca), la sua condizione di famiglia con tre figli non altrettanto una rarit. Nel solo Comune di Brescia dal 2009 ad oggi il numero delle fa-

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AROvITA

miglie aumentato di circa 600 unit. Oltre il 60% delle famiglie del capoluogo bresciano ha un solo figlio (oltre 10.000 coppie), il 30% due figli (poco meno di 8.000 coppie) e un 10% costituito da gruppi familiari con tre o pi figli (poco meno di 2.200 coppie). Ma stiamo parlando della sola citt. Come reagiscono le famiglie numerose al caro vita in questo tempo di crisi? A rispondere ai nostri interrogativi Mario Sberna, presidente dellAssociazione Famiglie numerose, una realt di promozione sociale con numeri di tutto rispetto. Crediamo che dinanzi allevidente latitanza di un pubblico che prima nega la crisi e poi non provvede a soluzioni convincenti se non tagliando sempre e solo nei soliti luoghi e con le solite modalit la nostra Associazione sia un punto di riferimento di capitale importanza per i nuclei familiari numerosi. Il nostro impegno apre a 360 gradi: assistenza economica, legale, convenzioni di tutti i generi e poi il Gaf (gruppo di acquisto familiare) che il nostro pezzo forte. Attraverso i nostri osservatori dei prezzi riusciamo ad acquistare a condizioni assai vantaggiose grandi quantitativi di prodotti per ogni necessit che conserviamo nei nostri magazzini e poi rivendiamo alle famiglie associate a prezzi assolutamente introvabili. Oltre al rapporto con le grandi catene di distribuzione la nostra Associazione si avvale del contatto diretto con molti contadini: fare la spesa della carne, della frutta e della verdura senza intermediazioni significa risparmiare oltre ogni possibile concorrenza, per non parlare della genuinit del prodotto. Non si tratta di mercato equosolidale: la nostra una risposta diretta, pratica e immediata al problema per antonomasia: il cibo e la vita quotidiana. Famiglie numerose 12.000 famiglie associate di cui 500 nella sola Brescia e Provincia per un totale di 120 coordinatori unassociazione nata a Brescia, ma proprio qui, nella sua terra natale, sono ancora molti gli obiettivi che si prefigge di migliorare o raggiungere, soprattutto per quanto riguarda la sensibilizzazione del pubblico nei confronti delle politiche familiari.
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FeLICIt O nOrMaLIt? LuMOre DeLLe FaMIgLIe BresCIane


Quanto costa la felicit? Domanda sbagliata. Di questi tempi, infatti, gi abbastanza difficile chiedersi quanto costi la normalit. Qualcuno, tuttavia, si cimentato nel ricercare una risposta allarduo quesito. Secondo unindagine della Camera di Commercio di Monza e Brianza pubblicata il 13 ottobre su bsnews. it (Soldi e felicit, a Brescia il record di famiglie infelici) , pare che in Lombardia per questa fantomatica normalit servano allincirca 1.500 euro al mese. S, ma che vuol dire? E che vuol dire, soprattutto, normalit? forse quella di una famiglia con un figlio o due senza, tuttavia, mutui sulle spalle? O quella di una giovane coppia, ma con un mutuo ventennale per lacquisto di un piccolo appartamento? La normalit di cui vorremmo una precisa definizione alla fine una categoria molto astratta. Troppo. Diremo, allora, meglio, che per chi senza lavoro o in condizioni assai precarie, con uno o due figli (o anche senza figli), sposato o no, il fatto di poter contare su unentrata fissa di almeno 1.500 euro al mese potrebbe significare, comunque e in ogni caso, ossigeno. Una normalit, insomma, da vecchio manuale del rigar dritto, con poche possibilit di sgarro, soprattutto in relazione a spese di mutui. Secondo la ricerca, la cappa del pessimismo e dellinsoddisfazione tocca punte di oltre il 28% del campione delle famiglie bresciane intervistate, il pi alto della Lombardia (26.500 le famiglie infelici). La sfiducia in un miglioramento della situazione economica la fa da padrone, come pure la considerazione negativa dei conti di casa propria. Le spese per il tempo libero, per il divertimento, per labbigliamento e per gli accessori (telefoni, tv, computer, auto, ecc.) subiscono, nel corso del 2011, un significativo contenimento destinato, a quanto sembra, a un ulteriore rallentamento.

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TRADE E QUARTIERI

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La proposta deL mese

VIA oBErDAN
Elegante quadrilocale con loggia esclusiva di 24 m in contesto signorile e di recente realizzazione. Lampio verde condominiale lo avvolge e gli dona riservatezza. Completo di una cucina comoda e di una sala spaziosa. Autorimessa e cantina. Tel. 030.2091780

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una Zona chE VuolE SbocciaRE

Via cRocifiSSa
to. La scarsit di parcheggi aumenta di qualche punto percentuale il livello di stress di chi si aggira in automobile da queste parti, e un po di buonsenso in pi da parte dei temuti distributori di multe non guasterebbe, se non altro per agevolare le attivit commerciali. In via Marconi, invece, i riflettori sono puntati sul sociale. Lo scorso settembre il sindaco Paroli ha annunciato un progetto interessante: la nascita di una cittadella degli anziani che prender la luce dopo il trasferimento degli uffici comunali nella sede unica. Unidea azzeccata per unarea i cui abitanti brizzolati sono in maggioranza. Lo spirito giovanile, infatti, si respira soprattutto tra il liceo Calini e San Faustino, dove il popolo dello zaino in spalla si sposta tra una fermata e laltra dellautobus ravvivando di colori e suoni il ticchettio abitudinario di lavoratori affannati al volante.

Le aLtre proposte

t
Il trilocale di 85 m ubicato in un residence del 90 signorile ed esclusivo, abitato da sole ville. Dal balcone si pu godere di un ottimo panorama. I locali sono ben tenuti e rifiniti. Dal ripostiglio si pu ricavare il secondo servizio. Box e posti auto lo completano. Tel. 030.2003094

di brUno ForZA

In zona interna e tranquilla soluzione di 180 m ca. posta ad un piano alto con ascensore e inserita in un buon contesto. Ampia e luminosa la zona giorno che rende confortevoli gli spazi. La presenza dei due box e della cantina la rendono funzionale. Tel. 030.397993.

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Il residence signorile del 1998 ha un ampio e curato giardino condominiale. La soluzione open space di 50 m ca. caratterizzata da una terrazza di propriet di circa 47 m. Le finiture, lampio sfogo esterno, il riscaldamento autonomo rendono la soluzione interessante. Tel. 030.305373.

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In signorile palazzetto di nuova ristrutturazione, vicino allUniversit, ampio bilocale di circa 70 m. Le finiture interne sono raffinate e gli spazi sono comodi. La parti comuni sono di alto livello. Il riscaldamento autonomo lo rende funzionale. Cantina. Tel. 030.305373

AD.ZE SAN FAUSTINo

MoMPIANo

raffico incessante, parecchi negozi e parcheggi scomodi. Le vie che compongono il grande trapezio a nord della citt hanno un comune denominatore che le rende simili tra loro. Si respira la stessa aria nei pressi di piazzale Cesare Battisti come in piazzale Golgi, alle pendici del castello dove si congiungono via San Rocchino e via Pusterla e in via Marconi. Sono strade simili nel volto e nelle abitudini della gente. La regina della zona via Crocifissa di Rosa, naturale prolungamento del centro storico costellato di negozi e dove svettano palazzi al cui interno let media sempre pi elevata. una delle aree pi ricche della citt, e nonostante chi abiti qui si definisca soddisfatto del suo livello di vivibilit esistono ampi margini di miglioramen-

Laltra missione della Loggia, a quanto pare, quella di disincentivare il movimento su quattro ruote. Si parlato di shopping sostenibile in centro ma anche in via Crocifissa di Rosa, dove i bikers sono in costante aumento. Larrivo della metropolitana, forse, costituir un ulteriore sprone per muoversi in libert, magari anche in via Pusterla, dove sarebbe bello passeggiare puntando lo sguardo sulla sagoma del Castello e sugli splendidi vitigni del colle Cidneo, non sulle irregolarit di un marciapiede che minaccia costantemente le caviglie e che non protegge i pedoni da vetture che sfrecciano ad alta velocit. Forse lo stratagemma migliore per veder fiorire definitivamente questo trapezio a nord del centro storico e risolvere la grana parcheggi sarebbe il pi semplice: lasciare lauto a casa. Monsieur de la Palice sarebbe sicuramente daccordo, ma sappiamo bene che i bresciani non sono gente lapalissiana.

Euro 420.000

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Via Crocifissa

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CI RACCONTANO vIA CroCIFISSA

mATTeo beGnI (ConTIKI bAr) Via Crocifissa di Rosa

Matteo Begni.

Da dove vengono i vostri clienti? Dalla citt ma anche dallhinterland e dalla provincia. Qualche residente ha affermato che la vostra presenza crea qualche problema alla viabilit per via dei parcheggi. C stata una sola lamentela da parte di una signora, anche se bisogna ammettere che quello dei parcheggi uno dei problemi pi sentiti qui. Credo che il nostro arrivo abbia rivalutato la zona. Al parco ci sono tanti bambini in pi e la zona pi vissuta anche di sera. Come risolvere il problema della sosta? Credo che i vigili dovrebbero essere un po pi flessibili nei confronti dei clienti delle attivit commerciali. Lo scontrino dovrebbe avere un valore per la sosta. Non possibile che una mamma che compra il gelato al figlio debba pagare un euro di parcheggio. leducati. Ci eravamo abituati alla presenza dei poliziotti di quartiere, ma ora non si vedono pi in giro ed un vero peccato. Gratta e vinci, slot machine e lotto. Giocano in tanti? Moltissimi. Sar il momento difficile, ma a cercare la fortuna sono davvero in tanti. PATrIZIA beDUSSI e AnDreA LeFTer (GeLATerIA beDUSSI) Via Crocifissa Per quale ragione vi siete trasferiti qui? Volevamo restare in zona, ma in un ambiente che ci consentisse di diversificare la nostra offerta. In che modo? Puntando, oltre che sul gelato, sulla caffetteria e sulla produzione propria di pasticceria. I risultati ci stanno dando ragione.

FrAnCeSCo PISAPIA (mAIL boXeS eTCeTerA) Via Crocifissa Come descriverebbe via Crocifissa a chi non la conosce? una zona prettamente residenziale vissuta di giorno soprattutto nella parte pi a sud, dove ci sono loratorio, le scuole e la maggior parte dei negozi. Di sera, invece, si spegne e diventa unarea morta della citt. stata una scelta azzeccata aprire qui? Per potenziare la redditivit sarebbe meglio unaltra zona, perch qui c poco passaggio: massimo una quarantina di persone al giorno, e per unattivit come la nostra alzare la casistica dei potenziali clienti nel passaggio sarebbe fondamentale, tuttavia abbiamo ottenuto da poco uno spazio riservato per il carico e lo scarico della merce e dopo anni

di battaglie vale la pena di non muoversi solo per quel rettangolo giallo. Il problema numero uno per chi vive o passa di qui il parcheggio. un problema per tutta Brescia, e penalizza fortemente le attivit commerciali. Chi sono i vostri clienti? Soprattutto residenti, oppure gente che si fida della qualit del nostro servizio e viene a cercarci.

Francesco Pisapia.

soddisfatto di avere aperto un bar qui? Sono qui da tre anni e non mi ritengo abbastanza soddisfatto. Per quali ragioni? Questa una zona morta, con molti anziani e pochi giovani. C poco movimento. In quali momenti della giornata lavora di pi? Colazioni e pranzi. Di cosa ha bisogno via Crocifissa? Di maggiori iniziative in grado di coinvolgere la popolazione nel tempo libero e la sera. Per il resto qui si vive bene e non ci sono grossi problemi se escludiamo la problematica dei parcheggi. PATrIZIA boTTI (TAbACChI) Via Galilei Da quanto tempo lavora qui? La tabaccheria attiva da 12 anni quindi conosco bene la zona, anche perch la forneria qui di fronte gestita da mio marito e dalla sua famiglia da 50 anni. Come vanno gli affari? Bene. Nel recente passato la crisi si fatta sentire, ma adesso si lavora tanto quindi non possiamo lamentarci. Questa una zona vivibile? Direi proprio di s. Molto tranquilla e servita. Lunico grattacapo deriva dagli extracomunitari, parecchi dei quali sono maMESI 12novembre 2011

VOCE AI PASSANTI
Andrea, 17 anni un pregio e un difetto di via Montesuello? Il pregio la presenza del Calini, dove studio e ho tanti amici, il difetto il Calini, sinonimo di studio faticoso. Come giudicate questa zona voi studenti? molto dinamica e trafficata, a un passo dalla citt. Vivere qui non sarebbe male, ma una zona da ricchi che non a portata di tutti. Lisa, 45 anni un aggettivo a via Marconi e uno ai suoi residenti. Via Marconi dinamica, i suoi residenti abitudinari. Cosa ne pensa del progetto comunale denominato Cittadella degli anziani? Penso che sia giusto pensare anche a loro e creare occasioni di incontro per sconfiggere la solitudine. La politica si occupa raramente dei bisogni degli anziani. Era ora. Carla, 69 anni La cittadella degli anziani un progetto utile per la citt? S, ci sono tanti vecchietti soli. Sarebbe bello che avessero a disposizione unarea per incontrarsi e trascorrere il tempo insieme. Cosaltro chiederebbe alle istituzioni? Di non dimenticarsi dei giovani, che sono il futuro. ettore, 60 anni Quali sono i problemi pi sentiti della zona? Io abito in via San Rocchino, una zona pacifica dove lunica questione che crea disagio lalta velocit delle auto. Lo stesso discorso vale per via Pusterla. Per il resto tutto bene. Qui in via Crocifissa invece trovare parcheggio un incubo. olga, 38 anni Le piace questa zona? Molto, io faccio la badante in via Crocifissa e quando ho qualche ora di pausa vengo al parco a rilassarmi e a fare due parole con le mie amiche. Piedi, bicicletta, mezzi pubblici, automobile: con quale mezzo si sposta in citt? Quando devo fare poca strada a piedi, altrimenti con lautobus, per vedo tanta gente girare in bicicletta perch lautomobile qui non comoda.
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Andrea Lefter.

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in evidenza

Per UnA nUovA CULTUrA

DeLLA SICUreZZA

SISTemI DI GeSTIone SICUreZZA SUL LAvoro e moDeLLI orGAnIZZATIvo-GeSTIonALI. oPPorTUnIT e reSPonSAbILIT.

zienda sicura day. questo il titolo del convegno organizzato da Sintex, societ del gruppo Farco, e scelto dal suo amministratore delegato, Roberto Zini, per ricordare agli addetti limportanza che una nuova cultura della sicurezza sui luoghi di lavoro si diffonda sempre di pi tra imprenditori e lavoratori. Eppure le norme per arrivare allobiettivo zero infortuni, a detta degli stessi operatori del settore, non mancano. Si sente invece qualche scricchiolio sulla creazione di quella cultura della prevenzione e della formazione, presupMESI 12novembre 2011

posto fondamentale e indispensabile per una consistente riduzione degli infortuni. A Brescia, purtroppo, esiste una scarsa cultura della sicurezza vissuta troppo spesso come semplice rispetto degli adempimenti normativi e burocratici o peggio ancora, come un costo per lazienda sottolinea La. d. di Farco, Roberto Zini . Non bastano gli attestati di frequenza ai corsi, occorre credere che investire sulla sicurezza una scelta di lungo periodo che ha come obiettivo quello di far crescere lazienda. Per chi convinto che limpresa sopravviva allimprenditore, come le nuove generazioni sembrano aver capito, avere un modello organizzativo-gestionale della sicurezza sul lavoro corrisponde ad una certificazione di qualit. Con tutti i vantaggi che questo comporta. Da alcuni anni, infatti, si assiste al consolidarsi di un orientamento, anche legislativo, che tende a premiare le aziende che adottano sistemi di gestione della sicurezza sul lavoro. Per una duplice ragione. La prima che costruendo le condizioni organizzative e gestionali si tutelano giuridicamente sia le persone fisiche che lavorano in azienda (datori di lavoro e dirigenti) sia le persone giuridiche (le societ, gli enti) da eventuali responsabilit per inadempimento delle norme in materia di sicurezza. Dal

2008, infatti, stato introdotto lobbligo della vigilanza in capo al datore di lavoro, ai dirigenti e ai preposti, che possono essere sanzionati se violano questobbligo. Con ladozione di idonei sistemi organizzativi che rendano efficace e tracciabile la volont di rispettare le normative, il datore di lavoro da una parte potr rendere pi efficace la vigilanza sulla normativa, e dallaltra sar in grado di dimostrare, in tutte le sedi competenti, il rispetto delle norme. Ma non solo. La seconda valida ragione per adottare un Sgsl (Sistema gestionale della sicurezza sul lavoro) quella di poter usufruire con continuit delle agevolazioni e di eventuali contributi previsti dalla legge. Oggi, unazienda che abbia almeno due anni di vita e che adotti un Sgsl pu usufruire di una riduzione del tasso medio del proprio premio Inail a seconda delle dimensioni aziendali (fino a 10 lavoratori il 30%; da 11 a 50 dipendenti il 23%; da 51 a 100 il 18% da 101 a 200 il 15% da 201 a 500 il 12% oltre 500 il 7%). Introducendo un Sgsl in azienda c inoltre la possibilit di accedere ai finanziamenti previsti espressamente da un articolo del Decreto legislativo del 2008, proprio finalizzati agli investimenti in materia di sicurezza. Lo scorso anno sono stati stanziati dal Governo 60 milioni di euro di cui oltre 10 milioni nella sola Lombardia. Gli avvisi pubblici dellInail prevedono la possibilit di finanziare progetti per ladozione di modelli organizzativi tra cui ladozione di sistemi di gestione della salute e sicurezza sui luoghi di la-

voro con eventuale certificazione. I finanziamenti prevedono la copertura fino al 50% delle spese in conto capitale e con un contributo non inferiore ai 5mila euro e non superiore ai 100mila. Sono ammissibili le spese direttamente necessarie alla realizzazione del progetto e le eventuali spese accessorie e comunque indispensabili o funzionali alla completa realizzazione del progetto di gestione di un modello organizzativo per la sicurezza. Azienda sicura Day precisa ancora la. d. di Farco, Roberto Zini stata loccasione per approfondire la normativa con il contributo di esperti e degli operatori del settore, oltre che per ricordare le possibilit che la stessa legge offre soprattutto alle micro imprese che per come sono strutturate faticano ancora ad utilizzare questi strumenti. Come azienda, crediamo che linformazione e la formazione giochino un ruolo fondamentale per il superamento delle difficolt e per la creazione di una cultura della sicurezza che metta il valore della vita come priorit assoluta. Di certo Brescia, per la tipologia delle sue attivit economiche, una delle province italiane dove maggiormente si verificano incidenti sul lavoro, purtroppo anche mortali. Sono nove gli infortuni mortali nei primi cinque mesi del 2011 con un trend, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, in crescita del 20%. Oltre 18mila gli infortuni. Sembrano lontani gli obiettivi della Regione Lombardia per il biennio 2011-2013 che indicano nella riduzione del 15% degli incidenti, un traguardo raggiungibile. E se vero che nel 2010 i decessi (358 in Italia di cui 54 in Lombardia, che ha il triste primato nazionale) sono risultati in calo rispetto allanno precedente, la soddisfazione moderata dagli analisti del tragico fenomeno che ricordano come in questi due anni si sia registrata una contemporanea e consistente riduzione degli occupati e soprattutto delle ore lavorate. In ogni caso non si deve abbassare la guardia ha concluso la. d. di Farco, Roberto Zini . Non crediamo che debba essere una legge o il timore di una sanzione a motivare gli imprenditori a tutelare i propri collaboratori; prima di tutto c il rispetto della vita che passa anche attraverso la sicurezza sui luoghi di lavoro e poi il resto.

FarCO grOuP seDe

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INTERLAND

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lo StESSo amoRE pER la pRopRia tERRa

cEllatica E guSSago

di ALeSSAnDrA TonIZZo

Piazza Martiri vista da via Attico, a Cellatica.


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he sia forse un grappolo duva a legare le storie di Cellatica e Gussago, due paesi vicini ma differenti? Con lomonimo vino Doc il primo, e con la celebre festa settembrina legata al nettare di Bacco il secondo, questi due paesi brillano sotto lo stesso sole ma riflettono luci diverse. Arriviamo a Cellatica, ai piedi delle Prealpi bresciane, paese che nasconde bene i suoi 5mila abitanti: a mattino inoltrato sotto una fresca brezza che solo poche zone possono vantare per purezza e refrigerio , incontriamo poca gente, che cammina a ritmo lento, prendendosi tutto il tempo necessario per le piccole spese quotidiane. Sono gli anziani di Saladega, come il signor Gino, che si muove con il suo trepiedi cercando lombra proiettata da vecchie tegole sul pav tirato a lucido, e lelegantissima Maria, perfettamente a suo agio nellabitino di satin nero, ancorata al cartoccio del pane fresco. Lidea quella di un borgo da cartolina ordinato e netto, in cui anche il vento cerca di non crear scompiglio tra gli alberi del parco , e la gente cordiale come solo nei tempi andati: non si negano un sorriso, unindicazione, quattro chiacchiere. I negozi, dopo molte chiusure negli ultimi anni, sono sparuti ma efficienti, e servono quasi esclusivamente la comunit locale. Pro-

seguiamo oltre, augurando al paese che questa calma in tempi di caos e nervosismi non labbandoni, ma nemmeno lo sopraffaccia. Una manciata di minuti e siamo a Gussago che, invece, centro di passaggio non soltanto per le oltre 16mila persone che lo abitano, ma anche per chi fa stazione alla nota clinica, chi raggiunge i suoi negozi di fiducia. Il paesaggio collinare colpisce ancora, certo, ma siamo lontani dalla placidit di poco fa: qui il brulichio e lattivit incessante ci fanno capire che il tournover di gente, gli scambi e il lavoro sono in prima linea. Tanto che, diversamente da quanto accadeva poco tempo addietro, il traffico si fa sentire e trovare un parcheggio al primo round una chimera. A Ghsch non si perde tempo, ci si muove svelti, come se la tipica concitazione cittadina, a soli 9 chilometri di distanza, contagiasse lintero paese; tanto che difficile trovare chi voglia parlare, dalla mamma in marcia con il passeggino, al commerciante, al passante. Ma, nonostante tutto, si capisce che laffezione, anche dei cosiddetti oriundi, palpabile: Gussago strega gli animi, ammalia la gente che, giura, non cambierebbe mai casa. Torniamo sui nostri passi contenti daver trovato per questi due paesi unaltra similitudine, pi sincera e significativa del tralcio in tempi di diaspore e difficolt, ossia la consapevolezza di star bene nella propria terra, che sia nativa o... adottiva.

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INTERLAND Cellatica

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uno scorcio di via Marconi.

CI RACCONTANO CeLLATICA

Il sito Internet dei negozi e attivit del Centro di Brescia.

mArIATereSA CASTreZZATI (PArrUCChIere Per SIGnorA) Via Magenta

Lavoro qui da nove anni ma lesercizio appartiene alla famiglia da almeno 70 anni: sicuramente con la crisi il cliente oggi spende meno. E come si vive qui? Direi bene. Qualche servizio manca, ma il necessario c. rAFFAeLLA PeDreTTI (CArToLIbrerIA GhIrIGoro) Via Marconi La qualit della vita in paese? Cellatica un paese troppo vicino a Brescia: molti vanno a lavorare e rincasano la sera. Diciamo che molto tranquillo. Molte attivit commerciali nel tempo hanno chiuso: il destino dei piccoli paesi? Ognuno ci deve mettere del suo, ma non parlerei di destino. Anche il comune dovrebbe aiutare i commercianti in questo senso, le bancarelle come quelle del mercato di Forte dei Marmi sono utili a farci conoscere. Cosa manca in paese? Quasi tutto: siamo tre negozi, non c scelta e competitivit, cos molti si spostano. Anche per la giovent c davvero poco.

mIrIAm STAbILe (CenTro eSTeTICo) Via Chiesa Nuova Vivi a Rodengo: ti trasferiresti qui? Ho sempre abitato a Cellatica, mi sono trasferita da sposata ma frequento ancora molto il paese, anche i miei figli fanno le scuole qui. Un pregio e un difetto di Cellatica. Una lacuna il fatto che il centro del paese poco visibile, spostato rispetto alle vie principali di passaggio, infatti lAssociazione artigiani e commercianti organizza eventi per farci conoscere. Il pregio la posizione, in mezzo al verde. Per i giovani il paese cosa offre? Purtroppo non molto. E le abitazioni sono accessibili? Anche le case a edilizia convenzionata hanno prezzi molto alti: comprare casa a Cellatica difficoltoso.

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Mariateresa Castrezzati.

Da quanto lavora a Cellatica? Sono nata e cresciuta qui, gestisco questattivit dal 78: commercialmente gli esercizi, nel tempo, sono andati esaurendosi, tantissimi hanno chiuso. Si pu dire lo stesso a livello abitativo? No, sono state fatte nuove abitazioni, ma sono abitate da persone provenienti da fuori, perch qui era impossibile affrontarne i prezzi. Cellatica in un aggettivo. Paese tranquillissimo, gente disponibile ad aiutarsi vicendevolmente. Io non me ne andrei mai!. AnnA FrASSIne (TAbACCherIA) Via Marconi Com Cellatica? Un paese davvero piacevole. Nel tempo il paese cambiato?

Miriam Stabile.

VOCE AI PASSANTI
Guido, 35 anni Cellatica un paese sottotono, quasi un dormitorio: lo vogliono cos, perch resti di nicchia, per benestanti. michele, 42 anni Le iniziative in paese? Servirebbe ben altro per ravvivarlo. Giovanna, 38 anni Il paesaggio di Cellatica unico: abbiamo delle colline che ci invidiano tutti!. Simona, 61 anni Feste come i mercatini di Forte dei Marmi? Sarebbe meglio pensare ai commercianti locali, che languono.
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Raffaella Pedretti.

Per informazioni: Il Fotogramma Studio - Tel: 030 30 69 19 - email: info@bresciacentroshopping.it

INTERLAND Gussago

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CI RACCONTANO GUSSAGo

Da 50 anni ,i piatti tradizionali bresciani in un ambiente accogliente e familiare

Trattoria Caricatore

via Carrebbio, 71 - Gussago (BS) Tel. 030.2529192 - 030.2524040 Chiuso il mercoled

LUISA b. & ISAbeLLA A. (CeSAr, boTTeGA eQUo SoLIDALe) Via Roma Descrivete Gussago a chi non la conosce. Un paese che, rispetto a Brescia, permette una vita di relazione, fatta di amicizie e conoscenze lontano dallanonimato della citt. I ragazzi sono davvero pi tutelati in paese che in citt? Se si riferisce ai problemi di droga, sappiamo bene che ci sono, ma secondo noi citt e paese, in questo, si equivalgono. E come attrattive giovanili? Oltre alloratorio e al recente centro sportivo con piscina, molto frequentato destate dai pi piccoli, c poco. Per i ragazzi, se possono, amano andare in citt, che dista solo dieci minuti da qui. Ha preso piede lequosolidale a Gussago? Siamo tutti volontari che fanno i turni in negozio, e tutto il guadagno della bottega promuove dei progetti in Sud Sudan, seguiti fino a luglio da un vescovo missionario di Brescia: qui la gente sensibile al nostro lavoro, segue il passaparola e compra sia oggettistica che bomboniere.

ISAbeLLA PIAZZA (CALZATUre) P.za San Lorenzo Lavora qui da 13 anni: come si trova? cambiato qualcosa? Mi trovo molto bene. Commercialmente la crisi si sente, ma il negozio lo fa la persona, quindi c una ricerca continua di prodotti interessanti per la clientela, uno stimolo ad andare avanti in positivo. Un aggettivo per Gussago Un paese ridente, fiorente, molto vivibile. A livello di sicurezza? Potrebbe essere meglio. FIorenZA FAInI (veCChIA merCerIA SALInI) Via Roma La sua unattivit storica in paese, ce ne parli.

Lavoro qui da dieci anni, dopo mia mamma che lha gestita per 40 anni, ma la merceria stata aperta dal nonno nel 52. Cos cambiato nel suo esercizio? Il settore della merceria completamente cambiato: con mio nonno, qui, si trovava tutto, dalle lane alla cosmetica, cose che oggi si trovano al supermercato. Ora la merceria pi classica, con filati e ricami. Ho rinunciato a tenere anche lintimo, lasciandolo ai settori specializzati e puntando sul nostro assortimento specifico. Immagino che oggi serva per lo pi persone anziane Invece no: il mio cliente tipo va dalla ragazzina, alla signora, alla sarta, alluomo che fa bricolage!. Come avverte la crisi? Mese per mese, anche perch i miei prodotti sono stagionali, come la lana. Non si possono pi fare progetti a lungo termine, si va con alti e bassi. Un pregio e un difetto di Gussago.

Fiorenza Faini. Alcuni scorci di Gussago.

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VOCE AI PASSANTI
Grazia, 42 anni Gussago molto vivo, diversi eventi aiutano a creare questo spirito. michele, 21 anni Attrattive per noi giovani? Poco e niente. Irma, 70 anni Sono adottiva di Gussago: si vive molto bene, ci sono tutti i servizi che ci servono, dal medico allautobus. Gianna, 67 anni Sicurezza? Forse ci sono paesi messi meglio. Sono di parte perch qui ci sono nata! Trovo solo lati positivi a Gussago, che un paese di ampio respiro, ben fornito. DArIo SPInI (eDICoLA) Via Richiedei Lavora qui da 27 anni, diversa la Gussago di oggi da quella di ieri? Commercialmente pi effervescente rispetto a qualche anno fa, poi il paese si ingrossato: traffico e parcheggio, che non era mai stato un problema, iniziano a farsi sentire. Gussago, giovani e sicurezza. Sia i carabinieri che i vigili urbani fanno un gran lavoro, la piaga della droga c e crea un sacco di problemi. Luci e ombre del paese. Nonostante si sia edificato molto, Gussago rimasto uno dei pi bei paesi di Brescia: un piacere aprire le finestre e vedere le colline. Il lato negativo la recente rivalit nellassociazionismo, mentre ci sarebbe bisogno di collaborare.

INTERLAND Gussago

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Intervista

LUCIA LAZZARI, SINDACO DI GUSSAGO


Traffico e parcheggio sono diventati recentemente dei problemi a Gussago. Si sta pensando ad una soluzione anti-intasamento per il paese? Certo, ora la situazione insostenibile, ma non affatto una novit recente. Gli studi del traffico e la realizzazione di parcheggi si effettuano nel momento in cui si recuperano centri vecchi e/o se ne costruiscono di nuovi, cosa che, a suo tempo, non stata fatta. Nemmeno negli anni 90, quando furono spese un milione di lire per la piazza, vennero progettati i parcheggi interrati e oggi ne soffriamo, specialmente durante il mercato, che uno dei pi attrattivi della Franciacorta. I problemi odierni sono cronici, i miracoli non si possono fare, per un uso corretto dellauto dobbligo: no ai parcheggi selvaggi, che deteriorano il verde, s ai mezzi pubblici. Sebbene non se ne parli molto, la piaga della droga, in paese, ancora aperta, e viene vissuta dalle famiglie come una costante fonte di preoccupazione per i propri figli. La droga non una realt di facile soluzione, perch richiede una politica che non sia proibizionista il classico muro contro muro ma che porti i giovani ad essere veramente consapevoli dei rischi di queste sostanze, a partire dallo spinello. Genitori, scuole, agenzie educative sono coscienti del problema, che lamministrazione comunale ha voluto affrontare da sempre; per Gussago non lisola nera della droga: forse la sua situazione geografica, purtroppo, rende pi facile lo scambio e il commercio di queste sostanze qui piuttosto che in zone pi caotiche, come il lago. Limportante che se ne continui a parlare. Gussago a pochi minuti di strada da brescia, e molti teenager scelgono la citt come luogo dincontro. Cosa fare per farli tornare a vivere il paese da protagonisti? I ragazzi iniziano ad uscire dal paese frequentando le scuole superiori, che non sono presenti a Gussago, e questo li spinge a trovare nuovi divertimenti e luoghi dincontro, come il cinema, che qui non ha attecchito. Non possiamo costringere i giovani entro determinati confini, possiamo solo cercare di coinvolgerli, tenendo presente che il mondo doggi li porta a confrontarsi anche allestero: la mobilit per loro obbligatoria e arricchente. Lassessore allo sport ha portato la squadra di rugby in Galles, mentre lassessore al commercio e allarredo urbano ha chiamato i ragazzi a interrogarsi sulla vita di un tempo in paese, dalla piazza ai negozi: spesso, basta ascoltare i giovani per metterli maggiormente in contatto con le proprie radici.

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Dario Spini.

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Val tRompia

il Sogno dElla
Sarezzo, Gardone val Trompia, marcheno, bovegno, Collio, San Colombano: c voglia di crescere.

ncolonnati nel traffico, ci dirigiamo verso quella che fu la Valle DOro del bresciano, la terra solcata dal fiume Mella che, con tutti i suoi 50 chilometri destensione, reclama a s una storia nuova, capace di reinventarsi dopo i fasti degli anni 6070: la Val Trompia. Ce la mette tutta, questa terra, avanzando a spizzichi e bocconi tra industria matura e innovazione, isolamento e nuove speranze. A un anno di distanza dal nostro viaggio nella valle, troviamo gente disposta a vincere la timidezza di una vita cinta dalle montagne Monte ColomMESI 12novembre 2011

di ALeSSAnDrA TonIZZo

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s.n.c.

val Trompia

bine, Muffetto, Guglielmo, Dosso Alto le cime principali di questa zona prealpina , parlandoci apertamente di una realt sfaccettata, che guarda forzatamente oltre la crisi. Scopriamo cos le grandi speranze di Sarezzo paese dorigini molto antiche, 13mila abitanti e un panorama alto-collinare suggestivo, con alture coperte di vegetazione boschiva e diversi torrenti realt interessata da una forte crescita edilizia la cui economia basata soprattutto sullindustria e sul terziario; il paese, oggi, mira a fare da perno rispetto alle zone limitrofe, complice la sua struttura ariosa, la piazza di nuova costruzione, il clima disteso. A Gardone Val Trompia, nel bene e nel male, si respira unaria diversa, non fosse altro per il titolo di citt che la contraddistingue dal 2001: ai grandi numeri (12mila abitanti) corrispondono le grandi aspettative degli abitanti, tra integrazione (1.600 stranieri), servizi (sede della Comunit Montana di Valle Trompia, a Gardone c un presidio ospedaliero e diversi enti nellambito di volontariato, sport, cultura) e necessit di riscatto per quei giovani che, da anni, guardano oltre alla Beretta.

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35

anni di attivit

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Nelle pagine precedenti, una veduta di San Colombano. In questa pagina, due scorci di Sarezzo (sopra) e di Bovegno (sotto).

Con Marcheno sinizia ad inerpicarsi verso lalta valle. Con poco pi di 4mila abitanti, il piccolo paese, tagliato in due dalla statale rumorosa e trafficata, registra dati emblematici: -86%, dal 90 al 2000, nei settori agricoli, +700% nel settore istituzionale. Crescono i servizi ma langue il commercio, e i giovani... migrano. Questultimo, putroppo, rischia di essere il leit motiv per gli ultimi paesi del

nostro viaggio in Provincia, contrassegnati dalle disillusioni della nuova generazione che, ad esempio, a Collio si stancata di ascoltare i racconti di una stazione turistica che non c pi. Infrastrutture, negozi, iniziative: chi abita qui reclama vita, e descrive il proprio paese natale come un treno il cui macchinista, da tempo, si dato alla fuga, ma i cui binari, se ben oliati, funzionano ancora. Forse a San Colombano, verdissima frazione di Collio, che il sogno dellalta Val Trompia si fa sentire pi forte, perch velato della magica parola turismo, capace di dare slancio alleconomia locale e lustro allintera zona. Eppure, dicono, qui si vive alla giornata e ci si sente fuori dal mondo, complice una viabilit discutibile che fa anelare la discussa autostrada. Anche Bovegno, dallalto delle sue torri medievali ricordi della funzione difensiva dellantico insediamento , aspetta e spera. Nella conca il cui giace il paese conca da cui si dipartono alcune valli laterali, come la Valle di Graticelle, la Val Sorda e la Valle della Meola , si guarda con ugual fiducia e sospetto alle proposte per far decollare le potenzialit del paese, tra cui limpianto per il progetto turistico di Montecampione. In Valle Trompia, insomma, non manca la materia prima per sognare, servirebbe solo una bella spinta per realizzare la voglia di crescita che giace nel cassetto.

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ci hanno dEtto
SAREzzo

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di ALeSSAnDrA TonIZZo

AnnA FILIPPInI (AbbIGLIAmenTo DonnA) Via Roma

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quilla, di siesta. A Sarezzo si respira unaria tran ilmente, il centro del paese, Mentre si cerca, inut lche manciata di si scopre che a tener unita qua ze o crocevia, ma lo spirito negozi non sono piaz ate e solidali. diniziativa delle persone, affezion

Anna Filippini.

La sua clientela? Quasi tutte signore, difficilmente teenager, sia di Sarezzo che di Villa Carcina, Concesio, Polaveno, San Giovanni e Lumezzane, dove lavoravo prima.

Che passioni si possono coltivare, in paese? Io mi butto anima e corpo nel teatro, prima recitando, ora facendo la regista in oratorio con due gruppi del paese:

uno adulto, gli Anonimi, che si cimentano nella prosa, ed uno di piccoli, con i quali facciamo musicals. Quindi i ragazzi vivono Sarezzo Basta saperli coinvolgere: rispondono sempre, maturando con grinta ed energia. Lanno scorso si parlava di un sistema di videosorveglianza: vi sentite pi sicuri? Pensi che non lo sapevo nemmeno! Per ora non c nessun problema. Piazza Cesare Battisti vi ha portato pi clienti? A dire il vero, i lavori, durati due anni, hanno dirottato altrove molta clientela. Ivonne bUTTI (TAbACCherIA) Via 1850 Un pregio e un difetto di Sarezzo Sarezzo un paese positivo, tranquillo. Peccato per il centro, perch siamo pochi commercianti. La viabilit buona? Tranne il giorno del mercato, in cui viene chiuso il traffico in centro, non c nessun problema. Sicurezza percepita? Direi di s: sono abbastanza fiduciosa.

pia, oramai, ha una visione ristretta del mercato. Com il rapporto con gli stranieri? Ce ne sono molti, forse troppi. Lintegrazione c, abbiamo anche fatto la Festa etnica, ma spesso c un problema di mancanza deducazione. roberTo SALvI (CASA CoS) Via Roma Da lavoratore, come percepisce Sarezzo? Come un paese di persone splendide: sono due anni che lavoro qui, mi trovo molto bene. Come va lattivit? Ovviamente paghiamo un po lo scotto dessere nuovi ci vuole tempo per ingranare e farci conoscere, ma la cosa sta andando bene e non possiamo certo lamentarci. Che tipo di clientela avete? Signore dai 35 ai 50 anni, provenienti da tutta la valle, anche se Sarezzo sta facendo da perno rispetto a tutta la zona: qui c una bella piazza, ci sono i parcheggi e tutto quello che pu servire. Come affrontate la crisi? Si sente nella scelta del prodotto me-

dio, che si abbassato: ora si scelgono prodotti esteticamente meno importanti, ma noi siamo unazienda piccola, flessibile e con prezzi umani. La nostra pubblicit sono le nonnine di Sarezzo!.

VOCE AI PASSANTI
michele, 41 anni Sarezzo in una posizione strategica intelligente, tanto che ci raggiungono da Lumezzane e Gavardo per fare le proprie spese. Giovanni, 50 anni Cosa pensa dei sistemi di videosorveglianza predisposti dal Comune? Non ne conoscevo neanche lesistenza in paese mi sembra che non ce ne sia bisogno, il clima qui tranquillo. Carla, 72 anni contenta di abitare qui? Io qui ho tutto a disposizione, a portata di mano: non mi sposterei da Sarezzo. Ilenia, 36 anni Com la viabilit? Spostarsi in macchina sempre pi problematico.
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Ivonne Butti.

Cosa chiederebbe al Sindaco? Dei punti dincontro per i ragazzi, per ritrovarsi, giocare. eLISA FACChInI (ZenZero CAFF) Via Roma Sarezzo un paese per giovani? Assolutamente no. Quando ero pi giovane era diverso, anche molti bar di un tempo stanno scemando. Sarezzo descritto a chi non lo conosce. Un paese situato in un contesto carino, una bella zona in cui venire a vivere, ma chi cerca pi negozi deve spostarsi in zone tipo la Franciacorta: la Valtrom-

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val Trompia

Intervista

MASSIMO OTTELLI, SINDACO DI SAREZZO


Diverse persone chiedono che Sarezzo organizzi per i giovani pi punti di ritrovo, di gioco, che non siano soltanto loratorio o i bar. Il Comune cosa ne pensa? Sarezzo vede diverse offerte per i giovani. Oltre agli oratori, ancora vera fucina per tanti nostri ragazzi, il Comune dispone del Centro di aggregazione giovanile a Villa Usignolo, che promuove diverse iniziative per i ragazzi di 11-18 anni (feste, laboratori, punto compiti), a volte per disertate dagli stessi ragazzi. Vorrei anche ricordare che il nostro territorio, grazie alla collaborazione dellUnione Societ Sportive, d la possibilit di svolgere numerose discipline sportive con due campi da calcio, cinque palestre, piste ciclabili, centro tennis, skate park, pista ad anello ed altri impianti. Inoltre, presso la nostra biblioteca, sono presenti una ludoteca e il centro scacchistico. Lanno scorso si parlava di un sistema di videosorveglianza sul territorio comunale, di cui molti
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per ignorano lesistenza: effettivamente in uso, ce nera davvero bisogno? da anni che il Comune di Sarezzo dotato di alcuni impianti di videosorveglianza sul proprio territorio, dislocati in punti sensibili accordati con le forze dellordine in una conferenza di servizi (piazza C. Battisti, via De Gasperi zona di Crocevia, centro Borgo Bailo e centro Le Calchere). Gli impianti funzionano e sono un aiuto, oltre che un deterrente, al controllo dei luoghi. Naturalmente vengono utilizzati nel rispetto della privacy, a tutela di tutti i cittadini. Sembra che Sarezzo stia diventando un punto di ritrovo per la valtrompia: perch non organizzare eventi aggreganti che diano maggiore senso dunit al paese, un po dispersivo? Non sono daccordo con questa affermazione. Il Comune di Sarezzo, anche in collaborazione con le numerose associazioni presenti sul territorio

(oltre 80), organizza numerosi eventi durante lanno, a partire dalla fiera di S. Faustino, che richiama visitatori da tutta la provincia, a Lo sport incontra la piazza, sempre molto partecipato, alla Notte Bianca (iniziativa nata questanno grazie alla collaborazione con i commercianti, con grandissimo successo di pubblico), allarrivo della gara Aido di auto storiche, a concerti e spettacoli organizzati nella nostra piazza per le diverse fasce det. Inoltre, lanno scorso stato inaugurato Palazzo Avogadro, a Zanano, che sede permanente di mostre molto interessanti.

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GARDoNE VAL TRoMPIA
di ALeSSAnDrA TonIZZo

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PAESE CHE VAI LE NOSTRE IMPRESSIONI


LUCA IenCo (bAr I PorTICI) Via Matteotti
Purtroppo Gardone Val Trompia sembra aver perso la voglia di valorizzarsi, di aprirsi agli altri. Lo si nota attraversando strade semi-deserte e parlando con gente che, se non racconta la propria stanchezza, preferisce tacere. Il clima, anche in pieno sole, piuttosto cupo e desolante.

Luca Ienco.

Che paese Gardone? Un paese basato sul lavoro e basta, morto dopo le otto di sera. Quindi per i giovani Non resta che spostarsi: Villa Carcina, Sarezzo, Marcheno. Il target dei suoi clienti? Intorno ai 50-60 anni, sicuramente non diciottenni. Sicurezza. La sicurezza c, Gardone tranquillo. C integrazione con gli stranieri? Devo dire s e no, molti si integrano, altrettanti fanno gruppo e vogliono stare per i fatti loro. roSAnGeLA PASIneTTI (erborISTerIA) Via 20 Settembre Da quanto gestisce questattivit? Da 28 anni: nel tempo ho visto cambiare Gardone, ma certo non in meglio. Perch? Prima era un centro di negozi, basta ricordare comera Via Zanardelli. Ma anche aziende, uffici e scuole sono andati sparendo. Che clientela ha? Sicuramente femminile, ma det varia, dalla giovanissima alla signora anziana, proveniente sia dal paese che da fuori, anche se la gente sempre meno.

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Com il mercato di Gardone? Anche quello si sta trasformando: le bancarelle dei cinesi sono sempre di pi, cos o si interessati a quel tipo di commercio o. Un segno che la fa ben sperare? Per il momento, purtroppo, nessun segno. Anche chi torna dopo tanto tempo a Gardone si accorge di questi cambiamenti negativi. CeSAre FrAnZInI (eDICoLA) Via Matteotti Gardone in un aggettivo. Operoso. davvero un paese dormitorio? Anche se Gardone non mai stato un paese con una grande vita, per me non un dormitorio, tolti quei quartieri sguarniti di servizi. Un pregio e un difetto di Gardone. A me il paese piace perch ci sono nato e cresciuto, ci lavoro da 50 anni! Nel tempo cambiata la gente, ci sono molti extracomunitari, che a me non danno nessun problema. emAnUeLe SCArCeLLA (LA boTTeGA DeI FIorI) Via Matteotti Gardone Una citt che un piccolo centro delleconomia, perch c molta vita a livello economico. curata e aperta: d molta ospitalit agli estranei. Quindi il rapporto con lo straniero buono. Vengo dalla Franciacorta, da Adro, un paese che per questo finito anche sui giornali: qui un altro mondo, la relazione con gli immigrati molto buona, sono ben ambientati. Ci parli della sua attivit. C da tre anni, e la mia clientela va da chi pi modesto a chi non si fa problemi a spendere. Cosa manca a Gardone? Ci vorrebbero pi attivit per coinvolgere la gente, visto che Gardone una cittadina grande e potrebbe attirare maggiormente.

brescia teatro grande 23 novembre ore 21.00

Emanuele Scarcella.

VOCE AI PASSANTI
Alessandra, 30 anni un problema da segnalare allamministrazione? Ma ha provato ad attraversare la strada? Qui le strisce pedonali ci sono ogni morte di Papa, e il traffico non scherza!. Simone, 25 anni Come si divertono i giovani a Gardone Val Trompia? Qui nel week-end si prende la macchina e si va via, non c niente. Claudio, 69 anni una sua impressione sul paese. Sono qui di passaggio, ma tra traffico, rumore e quantaltro difficile raccapezzarsi!.
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ana moura
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Intervista

MICHELE GUSSAGO, SINDACO DI GARDONE VAL TROMPIA


Per alcuni Gardone rischia di diventare un paese dormitorio, forse per colpa del pendolarismo forzato: cosa fare? Certo, trentanni o quarantanni fa, quando si andava a lavorare alla Beretta o alla Redaelli, a tre passi da casa, era diverso, ma il fatto che oggi i giovani, grazie anche allistruzione, si spostino di pi positivo. Il paese non si sta affatto spegnendo: lagenda delle proposte sportive, culturali e associative ampia, tanto che, volendo, si potrebbe uscire ogni sera. Lo sanno i giovani che oggi si radunano al parco urbano, complice anche la rete wifi gratuita (sono gi 800 gli iscritti) e, a dire il vero, ricevo addirittura qualche telefonata di protesta perch, secondo alcuni, ci sarebbero troppe feste, troppo rumore. Secondo me, sta al singolo decidere di vivere il proprio paese, di uscire, invece di stare davanti alla tv. Quanto citt e quanto paese Gardone? Gardone citt nella proposta culturale, nella possibilit distruzione. Mentre ancora paese, per fortuna, nei rapporti familiari, umani, di vicinato, nel volontariato: qui il senso di appartenenza alla comunit forte, si sente dessere di qualcuno, non di nessuno. Aziende, uffici, negozi e scuole: in paese c chi pensa che Gardone stia lasciando andare diversi, troppi servizi. Se guardiamo i servizi pubblici a Gardone, la lista infinita: dai carabinieri, allospedale, alle scuole superiori, alla sede della Comunit montana... Semmai il problema si porr in futuro, con la cosiddetta razionalizzazione, ossia quei tagli che potrebbero toglierci qualcosa alla quale ci siamo abituati. Dal punto di vista commerciale, la nostra scelta stata quella di non fare concorrenza ai grandi centri commerciali dei comuni della bassa valle, perch non sarebbe la nostra vocazione, che invece rimane manifatturiera e produttiva. Vero che i piccoli negozi del centro, se non altamente specia-

lizzati, soccombono alla concorrenza e ad un tipo di mercato che radicalmente cambiato, per tutti. Attraversare la strada, in paese, pu essere un problema di tempo e di sicurezza. Soprattutto per gli anziani, questa una realt: purtroppo non esiste una grande educazione nei passaggi pedonali e lattraversamento della statale, se non tramite i semafori a pulsante, pu essere difficile. Siamo in una valle stretta, con una strada trafficata che taglia a met i paesi Ci dovrebbe essere pi attenzione al pedone da parte dellautomobilista.
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traslochi trasporti ne art logistica depositi
MARCHENo
di ALeSSAnDrA TonIZZo

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posizione non Macheno una sorpresa. La sua con la strada rumorosa e traffi proprio felice vena cattiva , ha cata che lo avvelena come una zioni pi profonportato la gente a coltivare rela a anche solo per de, a saper accogliere chi si ferm a. Nessuna amarezza, nonostante una breve sost , la lentezza del il sotterraneo senso disolamento si fa di necessit virt. commercio: qui

GIGLIoLA GUArInI (FoTo beTTInSoLI) Via Zanardelli

Mi trovo molto bene con la gente di qui, direi che sono tutti affabili e onesti. LoreLLA ZUbAnI (LAvASeCCo) Via Zanardelli Lavora qui da 11 anni, che clientela ha? Quasi tutta femminine, et mista, sia di Marcheno che di zone limitrofe. In tempo di crisi, che capi le portano? Rispolverano spesso le cose di una volta, sia per necessit sia perch la moda gira.

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Lorella zubani.
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Let media della sua clientela? Varia, anche come sesso, ed per lo pi del paese. Questo traffico un problema? S, anche solo nellattraversare la strada. Un pregio e un difetto di Marcheno. Marcheno ancora un paese, e quindi mantiene tante belle cose di questa realt. Il grosso difetto linquinamento.

Manuel Doloni e Nicola Bertussi.

Le lavanderie a gettoni che nascono adesso le fanno molta concorrenza? Un po s: capisco che la gente voglia risparmiare, ma il servizio diverso, a cominciare dal fatto che io rispondo nel caso dovesse succedere qualcosa alla merce, in quelle lavanderie non lo so. Suggerirebbe Marcheno a una giovane coppia in cerca di casa? Sicuramente s. Anche se un paese un po fiacco quanto a negozi: chi c resiste con i denti, chi vorrebbe aprire fa fatica. nICoLA berTUSSI (CAFF DeLLA LoGGIA) Via Zanardelli Marcheno un paese sufficientemente attrezzato per i giovani? Direi di no: si potrebbe fare sicuramente di pi.

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VOCE AI PASSANTI
Franco, 31 anni Marcheno un paese sicuro? La sicurezza qui c, non ricordo nessun episodio spiacevole. Paolo, 45 anni Com il rapporto con gli stranieri? Ci sono pochi rapporti ma nessuna tensione.
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Bovegno come il classico studente che ha grandi potenzialit ma che si acconten ta della sufficienza. I suoi abitanti se ne stan no accorgendo e non hanno paura a sfoderare opin ioni. La crescita, forse, alle porte. Le carcasse di cave e miniere stanno facendo strada almeno nelle idee a turismo e sport, istituzioni perm ettendo.

DAIAnA breGoLI (mInI FAShIon) Via Brentana Cosa offre Bovegno? A parte laria buona? Non c delinquenza e ci sono belle persone, ma siamo fuori dal mondo. Cosa manca? Turisti e giovani. Ha mai pensato di tagliare la corda? Se capitasse loccasione della vita me ne andrei anchio, ma per il momento va bene cos.

Daiana Bregoli.

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VOCE AI PASSANTI
maria, 53 anni Molti considerano Bovegno un paese spento per giovani e turisti. Ci vorrebbe pi sostegno per lo sport e attenzione agli under 18. Poi speriamo che la famosa autostrada per la Valtrompia venga realizzata. Ha mai pensato di andarsene? Io non cambierei mai, e nemmeno i miei figli. Franco, 50 anni un giudizio allamministrazione comunale? Negativo. Sulle poltrone che contano si siede troppo spesso gente che non sa fare il suo mestiere. Questione Montecampione. Lei da che parte sta? Io darei il via libera immediatamente. La direzione da seguire quella, altrimenti a Bovegno finiremo per girarci i pollici. Il Comune deve capire questo e non deve ostacolare gli imprenditori che vogliono investire sul territorio. E sullautostrada che collegherebbe Brescia alla Valtrompia? Solo un pazzo sarebbe contrario. Ivan, 41 anni Montecampione s o Montecampione no? La questione non mi chiara. Vorrei capire fino a che punto arriva linvestimento e dove inizia la speculazione edilizia. Cosa non va a Bovegno? Paghiamo 20 anni di politiche sbagliate e limpianto di Montecampione non la soluzione perch garantirebbe solo 6 mesi di lavoro lanno. Daniela, 34 anni contenta di come governato il paese? Qui sono state fatte scelte assurde. Hanno investito un sacco di soldi nel parco minerario, dove una persona pu andare una volta nella vita, e adesso si fa tanto trambusto su alberghi e impianti sciistici che garantirebbero indotti continui. Assurdo. Da che parte state sul discorso Montecampione? Abbiamo tanto verde, forse troppo. Quel progetto porterebbe crescita anche qui.

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CLAUDIo TAnGheTTI (bAr vALTrUmPLIno) Via Provinciale Ci descriva Bovegno. Il paese tranquillo e laria buona, ma spesso e volentieri bisogna spostarsi, soprattutto se si giovani, perch quello che offre Bovegno non basta. Opportunit di lavoro? Pochissime, praticamente zero. I miei nonni dicevano che era un paese turistico, ma oggi io non vedo nulla di turistico. A tal proposito si fa un gran discutere del progetto turistico di Montecampione, questione che riguarda anche Bovegno. Io sono favorevole. Si creerebbe passaggio e i benefici ricadrebbero su tutta la comunit. Ovviamente un progetto che va realizzato in un certo modo, ma indispensabile perch abbiamo bisogno di qualcosa in grado di attirare gente. rInALDo TAnGheTTI e eLDA GATTA (LA boTTeGA In CImAvILLA) P.za Martiri della Libert Come vivete a Bovegno? Benissimo, un paese tranquillo dal

quale non andremmo mai via. La crisi si sente? Non ci lamentiamo. chiaro che bisogna rimboccarsi le maniche. Noi abbiamo investito sfruttando lesperienza nel settore e ne siamo felici. Il punto sullimmigrazione. Gli stranieri sono pochi e non sappiamo neanche se esistono. Una volta arrivavano i sardi, oggi tocca a loro, ma non ci sono problemi. Cosa vi preoccupa? La popolazione negli ultimi anni si dimezzata. Nascono sempre meno bambini e ci sono parecchi appartamenti vuoti in vendita. Il problema che nessuno viene a Bovegno.

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FrAnCo rACAGnI (ALberGo mAnIvA rISTorAnTe) P.za Zanardelli

Collio ieratico, fermo come la sua funivia. Una realt frammentata dal punto di vista commerciale e turistico, dove non ci sono stra tegie comuni e si guarda il collega della porta acca nto con un pizzico dinvidia e pregiudizio. Gli anzi ani colorano la zona chiacchierando sulle panchin e e popolando i bar. Il loro cruccio? Il futuro dei giov ani.

Franco Racagni.

Come va a Collio? Qualcuno dice che ormai Collio ha perso il treno. Io credo che in realt il treno sia fermo. Il problema che manca il macchinista.

VOCE AI PASSANTI
Tullia 70 anni Vivere a Collio la rende felice? Direi di s, qui non si vive male. Sicuramente va meglio a noi anziani che ai giovani. E a chi opera nel turismo? Male. Un sacco di proprietari non riesce ad affittare appartamenti che restano vuoti e i pochi turisti sono tutti anziani. Perfino i miei nipoti vengono qui controvoglia da Brescia. maddalena 68 anni Cosa rende speciale Collio? Queste sono belle zone, ricche di natura e ossigeno, ma a livello sociale siamo messi male. Personalmente sono preoccupata perch qui i nostri giovani non hanno futuro. Quindi che fanno? Lavorano nelle officine della zona o a Gardone, oppure o negli alberghi di S. Colombano. Non esistono alternative.

Cosa non va? Mancano infrastrutture, negozi e iniziative. Il turismo indietro, non c sinergia tra le realt del territorio e le istituzioni, che sembrano non avere interesse a fare il bene della comunit. Da quanto tempo avete lattivit qui?

Da due anni. Noi siamo di Mompiano. Abbiamo una pizzeria anche l. Qui siamo venuti con lobiettivo di rilanciare lalbergo e il ristorante. Ci siete riusciti? Siamo gli unici a garantire un servizio di bus navetta che raccoglie gli ospiti

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nel raggio di 50 km. Li portiamo anche alle piste da sci. Poi puntiamo su pizza di qualit e cucina casereccia a prezzi bassi. La soddisfazione pi bella stata una cartolina di ringraziamento arrivata da nostri ospiti neozelandesi. Cosa dovrebbero fare invece le istituzioni? Rimboccarsi le maniche. Poi servono imprenditori pronti a investire e a scommettere sulla zona. Lesempio da seguire il comprensorio costruito da Lucchini a San Colombano. Questione giovani. Per loro non c nulla. La noia li conduce ai bar e purtroppo anche alla droga. E dire che abbiamo tanti bravi ragazzi che meriterebbero fiducia. omAr GerArDInI (TAbACChI) P.za Zanardelli Consiglierebbe a qualcuno di trasferirsi qui?

Nessuno deciderebbe di trasferirsi qui. Ci vivi se ci sei nato. Cosa la tiene ancorato a Collio? Gli amici, la passione per la caccia e il lavoro. Quali sono i problemi pi sentiti? Ci vorrebbero centri giovanili e strutture sportive. Il paese va indietro. Anni fa era diverso. Perch? Gli albergatori hanno fatto solo i loro interessi senza offrire servizi adeguati ai

turisti. Il Maniva la salvezza della zona grazie agli investimenti di Lucchini, ma Pezzeda ko, sommersa dai debiti e con la seggiovia ferma. SILvAno bonomInI (FoTo CoLLIo) P.za Marconi Come vanno le cose da queste parti? Siamo gi. Non c gente. Il turismo zoppica. Solo ad agosto si visto un certo movimento. Come giudica loperato del Comune? Ha pochi soldi, non pu fare di pi. Come rialzarsi? Spero che possano rimettere in funzione la seggiovia perch questa situazione danneggia tutto il paese. Lautostrada per la Valtrompia sarebbe un ulteriore aiuto? Senza dubbio, e un servizio prezioso per i residenti che lavorano distanti da casa. Qual la problematica pi sentita dai residenti? La totale assenza delle istituzioni. Ci faccia un esempio. La strada che conduce al mio albergo era zeppa di buche ma le nostre segnalazioni non sono servite a nulla. Mi sono dovuto rimboccare le maniche insieme al mio amico Aimo Maggi. Abbiamo comprato cemento e sabbia e abbiamo sistemato tutto. DeLFInA rAmbALDInI (ALberGo LA SCALeTTA) Via Bondegno, San Colombano Come si vive da queste parti? una vita dedicata completamente al lavoro. La crisi arrivata anche qui? Certo, e si vede soprattutto nel turismo. Chi passa di qui non spende pi e spesso i visitatori sono un danno perch sporcano e non hanno rispetto dellambiente. Loccupazione per i giovani ridotta allosso Lavorano nelle fabbriche a Collio o si spostano a Gardone Val Trompia. Non ci sono alternative.
neL nUmero DI GennAIo La valle Camonica: Breno - darfo - edolo - Ponte di Legno neL nUmero DI FebbrAIo Speciale Lumezzane

omar Gerardini.

SAN CoLoMBANo

PAESE CHE VAI LE NOSTRE IMPRESSIONI


paradiso di San Colombano un piccolo una crescita turistica e tranquillit che sogna ione agli ocassume le sembianze di una prig nati ad emigrare. Ma chi dei giovani, condan la gente non ha voglia di parlare.

enzo, 47 anni Da quanto tempo vive a San Colombano? Da sette anni e ci sto bene. Qual il cruccio di chi abita qui? Senza dubbio la viabilit, complice la frana dei giorni scorsi. Genny e mateia, 17 e 18 anni Com la vita dei giovani a San Colombano? Pessima. Qui siamo fuori dal mondo. Per noi non c davvero niente. Come descrivereste il paese a chi non lo conosce? La maggioranza degli abitanti anziana, e ci sono tre bar in croce. Per noi ragazzi la patente rappresenta una via di fuga per poterci spostare. Il vostro futuro lontano da qui? Sicuramente. Andremo a Brescia o a Gardone Valtrompia. I vostri genitori che ne pensano? Ci danno ragione. Cosa chiedereste al sindaco? Vorremmo che ci fossero pi occasioni di festa, di incontro e di divertimento. Ogni tanto andiamo al cinema a Brescia, ma ci vuole unora di strada, non il massimo. L oratorio vissuto? Per niente. Non ci andiamo pi da un pezzo.

VOCE AI PASSANTI

GIGLIoLA rAmbALDInI (ALberGo PIAnI DI nAAnI) Via Bondegno, San Colombano Come va la vita a S. Colombano? Si va avanti. In queste zone si vive alla giornata. E il turismo? Maluccio, perch il paese offre poco. Se escludiamo le piste da sci al Maniva e quelle per slittini e pattinaggio non c altro. Quali sono le principali attrazioni della zona? Laria fresca e la bellezza del paesaggio. Cosa potrebbero fare le istituzioni per incentivare il turismo? Dovremmo fare di pi tutti, invece siamo delle tartarughe chiuse in se stesse.
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GAbrIeLe rAmbALDInI (ALberGo IL CICLAmIno) Via Bondegno, San Colombano Come giudica la qualit della vita a San Colombano? Ottima, si vive benissimo. Qui s che abbiamo laria buona. Come sono andati gli affari nella stagione estiva? Cos cos, ma diciamo che poteva andare peggio.

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GRICOLTURA

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il Vino dElla citt


Il progetto di riqualificazione dei sette ettari di vigneto partito un anno fa ed stato elaborato dallIstituto Agrario Pastori e dal Centro vitivinicolo provinciale.

dalla boRnata

di roberTo GIULIeTTI

el mondo ci sono tre citt che hanno vigneti allinterno delle proprie mura: Parigi, Gerusalemme e Brescia. In citt il rosso il Longura, il bianco il Mandolaro, mentre il rosato il Savaline. Ogni vino porta il nome catastale dato allappezzamento dovere cresce la vite. Questo il vino della Bornata. I sette ettari di vigneto, di propriet della Provincia e dati in dotazione allazienda agricola interna allIstituto Agrario Pastori, da un anno sono oggetto di un progetto di riqualificazione elaborato in stretta collaborazione con il Centro vitivinicolo provinciale. Uno degli obiettivi dichiarati del piano di lavoro quello di far crescere, anche qualitativamente,

il prodotto finale. Come dire che, fino a ieri, il vino della Bornata non era poi questo gran che e, in un territorio come quello bresciano con 6mila ettari destinati a vigneti, con circa 40 milioni di chili di uve prodotte e delle eccellenze riconosciute a livello internazionale , non era proprio ammissibile. Non proprio vero che il vino della Bornata non fosse di qualit precisa il dirigente scolastico Luciano Tonidandel, da poco pi di un anno alla guida dellIstituto Pastori ; la realt che sostanzialmente il vigneto era utilizzato soprattutto ad uso didattico e sperimentale. Da quando un anno fa iniziata la collaborazione con il Centro vitivinicolo, tra le altre cose sono stati selezionati i vitigni sui quali puntare per produrre un vino di un certo livello e reggere il

confronto con il mercato dando una nuova impronta anche imprenditoriale ad una attivit che prima era quasi esclusivamente didattica. La grande professionalit dei tecnici ed esperti del Centro vitivinicolo ha aggiunto il vice presidente del Centro Vitivinicolo Provinciale, Mauro Tognoli hanno portato quelle competenze agronomiche (cura delle piante per unuva di maggiore qualit) ed enologiche (trasformazione delluva in vino) che non potevano essere presenti nella scuola e che oggi, contribuendo al controllo di tutta la filiera produttiva, hanno portato a un significativo miglioramento qualitativo del vino. Di tutto questo, i principali beneficiari sono i circa ottocento studenti che frequentano la scuola. Anche perch

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GRICOLTURA

dal 1946 la GaRaNZIa dI UN PaRTNER aFFIdaBIlE


che la scuola svolge un ruolo fondamentale. Anche per modernizzare la nostra didattica abbiamo deciso di aprirci allesterno prosegue Tonidandel , di chiedere il contributo degli esperti del Centro vitivinicolo che si dimostrato molto recettivo a questo tipo di proposta iniziando subito una collaborazione dai frutti estremamente positivi. E come mai solo ora arriva questa collaborazione? Non si poteva iniziare anni fa? Scambio di sguardi e risposta politicamente corretta di Tognoli: Le idee camminano con gli uomini e sono questi uomini che ora hanno deciso di intraprendere questa via. in questottica condivisa che il vigneto della Bornata dovr tornare ad essere quello che sempre stato: un prezioso patrimonio per lintera citt e per questo da salvaguardare. Oggi i vigneti sono gestiti con maggiore professionalit ricorda lagronomo Marco Tonni che si occupa in prima persona del progetto . Grande attenzione viene rivolta, ad esempio, allutilizzo di trattamenti con lobiettivo di minimizzare al massimo limpatto delle operazioni colturali e della lotta fitoiatrica, sullambiente circostante. Si deve infatti ricordare che i vigneti sono in pieno centro abitato e a ridosso di una delle strade a maggior traffico della citt. E per quanto riguarda la qualit del vino, come sta andando? Sempre meglio anche se un lavoro che ha bisogno di tempo risponde Tonni . Lo scorso anno sono state prodotte circa 15mila bottiglie, in questa annata abbiamo migliorato luva e i primi rosati sono previsti per la prossima primavera. Il bianco sar pronto prima

stanno imparando dai migliori esperti non solo le tecniche per selezionare vitigni o produrre vino, ma anche come si sceglie unetichetta (progetto realizzato in collaborazione con listituto Golgi), come si commercializza un prodotto, quali strategie di marketing utilizzare o quali canali distributivi privilegiare. Questo progetto continua Tonidandel rientra infatti in un concetto di formazione pi ampia, in cui non si privilegiano esclusivamente le conoscenze o le competenze tecniche, teoriche o pratiche, ma si mettono gli studenti, alla fine del loro percorso formativo presso il nostro Istituto, in condizione di gestire in autonomia unazienda, di affrontare le sfide di un mercato globale o di essere facilmente inseribili in strutture specialistiche del settore. Il Pastori continua ad essere un buon biglietto da visita per chi si vuole affacciare al mondo del lavoro. E di questi tempi non poco. Il 50% dei nostri studenti sono figli di imprenditori agricoli che quando avranno terminato il corso di studi, potranno continuare a mantenere sul mercato le aziende dei loro genitori. A Brescia aggiunge il vice presidente del Centro vitivinicolo il settore fa ancora fatica a trovare persone, anche neo diplomati, da inserire nella propria filiera produttiva. Le aziende cercano ragazzi che abbiano competenze ma soprattutto autonomia gestionale. Sono finiti i tempi dellaffiancamento, del maestro che in azienda insegnava il mestiere. Oggi i ragazzi devono costruirsi da soli la propria professionalit ed per questo

Il vice presidente del Centro Vitivinicolo Provinciale, Mauro Tognoli.

dellestate, mentre il rosso subito dopo lestate. Per lo spumante si dovr invece attendere il 2013. Lazienda dellIstituto Agrario Pastori, potenzialmente, pu arrivare ad una produzione di circa 40mila bottiglie lanno, come una piccola azienda a conduzione familiare, e mettere sul mercato un vino di buon livello con un ottimo rapporto qualit/prezzo. Un prezzo che consentir di coprire interamente i costi di produzione e dar margini da destinare ad ulteriori miglioramenti delle uve e della parte enologica. In attesa che dalle parole si passi ai fatti, lassaggio dei nuovi vini il prossimo anno, resta comunque il valore del progetto. Un progetto finalizzato a trasferire ai ragazzi della scuola competenze a 360 gradi conclude il dirigente scolastico . Tutto questo si reso possibile anche grazie ai nostri professori che sono il centro del meccanismo di integrazione tra la didattica, il lavoro in campo e in cantina supportato dagli esperti del Centro vitivinicolo provinciale, e quella fase imprenditoriale con la quale intendiamo chiudere il cerchio virtuoso della formazione. E per i 4,5 ettari del vigneto sotto il Castello? Come Centro Vitivinicolo e Istituto Agrario Pastori risponde Mauro Tognoli abbiamo chiesto alla propriet di avere in affidamento il vigneto per gestirlo, renderlo pi fruibile ai bresciani e inserirlo, in accordo con lamministrazione comunale, in un contesto pi ampio di manifestazioni con lobiettivo di valorizzare tutto il Castello. La propriet ha apprezzato la nostra proposta ma al momento ancora vincolata ad un contratto che scadr entro la fine dellanno. Per il futuro staremo a vedere.

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a recente audizione al Senato del direttore dellAgenzia delle Entrate, Attilio Befera, ci consegna un quadro del rapporto tra Fisco e contribuente in sostanziale miglioramento. Secondo i dati elaborati dallAgenzia con riferimento al 2010 e ai primi otto mesi del 2011, il numero di ricorsi presentati dai contribuenti alle Commissioni tributarie provinciali sarebbe in calo (-6%) e volerebbero le conciliazioni giudiziali (+16%). Insomma, la conflittualit tra Fisco e contribuente sembrerebbe sulla via di un progressivo ridimensionamento, a favore di una maggiore propensione delle parti a venirsi incontro. E anche la pervicace volont del contribuente di adire la giustizia tributaria e andare a sentenza sembrerebbe dare torto al contribuente che lo fa a suo rischio e pericolo, perch la percentuale di vittorie del Fisco sarebbe in costante crescita, sia dal punto di vista del numero di contenziosi che dal punto di vista delle somme oggetto di controversia. In una fase storica in cui, mai come in passato, lo Stato spinge sullacceleratore della lotta allevasione, anche per far quadrare i conti pubblici, mettendo conseguentemente una pressione anchessa senza precedenti sugli uffici, sono dati assai lusinghieri. Se i numeri sono questi, verrebbe da chiedersi perch, appena sei mesi fa, non furono portati allattenzione del ministro Giulio Tremonti quando fece la sua intemerata contro il rischio di una deriva di oppressione fiscale, da cui prendeva le distanze come se la cosa non

lo riguardasse , per chiedergli di cosa stesse mai parlando. La domanda sorge spontanea tanto pi perch, in quelloccasione, i vertici dellAgenzia preferirono invece raccomandare per iscritto a tutti i dipendenti di non assumere comportamenti idonei a far sembrare la loro azione simile a quella di estorsori. Sono per quesiti inutili, su cui non vale la pena soffermarsi pi di tanto, al pari di quelli che riguardano le apparenti contraddizioni di un governo che, appena tre mesi fa, ha firmato una campagna pubblicitaria contro gli evasori parassiti della societ e oggi discute al suo interno della opportunit di varare condoni fiscali. Ci su cui, piuttosto, vale la pena soffermarsi il prospettato trend di diminuzione del numero di ricorsi presentati dai contribuenti in Commissione tributaria provinciale. Lesecutivit degli accertamenti, abbinata al mancato potenziamento della giustizia tributaria (che anzi stata a un passo, questestate, dal suo definitivo depotenziamento) rendono infatti decisiva la diminuzione dei contenziosi per la tenuta del sistema. Diversamente, le Commissioni tributarie non saranno in grado di reggere la velocizzazione dei tempi della riscossione che lesecutivit dellaccertamento comporta. Per il raggiungimento di questo obiettivo, con percentuali a due cifre, lAmministrazione finanziaria punta molto sul nuovo istituto della mediazione, introdotto dal Legislatore per le cause di valore inferiore a 20.000 euro, ossia quelle che, sempre secondo le medesime statistiche citate in apertura, rappre-

senterebbero circa il 60% dei ricorsi totali presentati davanti alle Commissioni tributarie. Crediamo fermamente nelle virt della mediazione come filtro obbligatorio al processo. Ci nondimeno, difficile appassionarsi a questa versione tributaria di mediazione obbligatoria: la parola mediazione fa infatti pensare che essa si svolga alla presenza di un mediatore terzo e indipendente rispetto alle parti. Parti che, nel rapporto tributario, sono il contribuente e lAmministrazione Finanziaria. Non sar per cos: la mediazione obbligatoria stata introdotta dal legislatore attribuendo il ruolo di mediatore allAgenzia delle Entrate stessa, che casualmente una due parti in causa! Magari funzioner benissimo lo stesso ma il legislatore sarebbe stato pi trasparente se, nel testo normativo, avesse definito questo istituto ricorso amministrativo, piuttosto che mediazione. Perch, al di l delle parole, di questo si tratta: una mediazione obbligatoria prima di promuovere il ricorso giurisdizionale avanti un giudice terzo. Forse, per, il legislatore non lo ha cos definito per pura e semplice scaramanzia. Infatti, laddove in passato sono stati previsti, come ad esempio in materia di lavoro, i ricorsi amministrativi, con natura di filtro obbligatorio prima di poter adire il giudice competente, non hanno mai prodotto apprezzabili contributi deflazionistici del contenzioso e, in alcuni casi, sono stati anche dichiarati incostituzionali. Scaramanzia per scaramanzia, incrociamo le dita e auguriamo al nostro sempre vulcanico legislatore le migliori fortune.
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POLITICA E SOCIET
di enrICo mATTInZoLI

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poiSa E maRtinaZZoli
uomini daltRi tEmpi

ono passati dieci anni dalla scomparsa dello storico direttore dellAssociazione Artigiani di Brescia Lino Poisa, ma le sue riflessioni, la sua eredit sono quanto mai attuali. Lino Poisa, per chi come me ha avuto la fortuna di conoscerlo a fondo, era un personaggio affascinante, dallentusiasmo travolgente, dallintelligenza fine e rara. Nel suo ruolo di Direttore, impartiva consigli, proponeva soluzioni, anche al di fuori delle specificit del suo ambito professionale, divenendo negli anni per gli artigiani bresciani una sorta di riferimento, sul quale poter contare per una parola di conforto piuttosto che per la saggezza di un parere. Lo conobbi casualmente nel 1974, incrociandolo negli uffici dellAssociazione, allora in via Vittorio Emanuele, e da subito ne rimasi affascinato, mi assal come era sua abitudine, con una valanga di domande, e proponendomi dopo qualche minuto di impegnarmi a livello associativo.

Lino Poisa.

Diedi seguito alla sua proposta, solo dopo qualche anno, ma quel primo incontro, avrebbe segnato positivamente tante delle scelte fatte nei successivi ventanni della mia vita. Mi coinvolse in alcune sue geniali intuizioni e iniziative quali la costituzione dei Consorzi di Categoria, la Scuola Bottega poi gestita da Beppe Nava, la nascita del Confidi dellAssociazione Artigiani, ovvero il terzo intermediario finanziario autorizzato dalla Banca dItalia a livello nazionale, sino alla nascita di alcuni Rotary bresciani. Era cos Poisa, istintivo, intuitivo, ti guardava negli occhi quasi sapesse cosa pensavi, quella sua sete di sapere, quella sua curiosit mai appagata, ti travolgeva e coinvolgeva senza che te ne accorgessi. Spesso raccontava con orgoglio di essere stato compagno di scuola di Mino Martinazzoli, altro storico personaggio bresciano; entrambi, pur nella diversit di carattere esplosivo il Direttore quanto riservato lavvocato , erano accomunati da quello che Weber definiva il vivere di politica, inteso come vivere al servizio della politica piuttosto che la sempre pi attuale declinazione del termine vivere dei benefici della politica. Anche del sen. Martinazzoli ho un ricordo intenso nonostante la mia conoscenza si sia purtroppo limitata a qualche colloquio in Loggia con lallora Sindaco della Citt e a due incontri nel suo studio nei quali mi colp, oltre che la sua cultura e profonda conoscenza del mondo dellartigianato, la sua amabilit e cortesia. Un uomo, lavv. Martinazzoli, del tutto ostile al culto della personalit in cui la ragion di stato prevaleva sempre e comunque, dove non vi era spazio per il superfluo e il banale.

Anche in questo i due illustri bresciani erano simili, nel tracciare lorizzonte del possibile, cercando soluzioni che sarebbero state attuate da altri. Entrambi hanno assistito impotenti al tracollo del pensiero, dellazione di lungo periodo, al progressivo indebolimento delle strutture sociali, al declino delluomo pubblico e al contestuale trionfo della mediocrit. Simili nellaffrontare con rigore la vita quotidiana, testimonianza anchessa di coerenza, lontani dalleffimero e convinti sostenitori dellutopia, intesa come meta lontana, ambita e modellata nelle riflessioni con lunico fine di meglio rispondere alle esigenze e ai bisogni della collettivit. Qualche giorno fa Mons. Beschi a margine di un convegno si domandava: Non so se esistano altri Martinazzoli nella politica; ed proprio cercando questa risposta che definirei i nostri illustri concittadini uomini daltri tempi.

Mino Martinazzoli.
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IL CorrIere SbArCA A breSCIA


Il Corriere della Sera diventato bresciano. Certamente non per propriet o possesso, ma quello che avvenuto non di scarsa rilevanza e, da qualsiasi punto di vista la si guardi, non potr che avere implicazioni positive. Anche perch non si tratta di una paginetta qualsiasi, come ce ne sono tante, ma dodici pagine e una redazione di otto giornalisti costituiscono un forte impegno, una scelta di fondo, da parte di quello che per lustri stato, in maniera incontrastata, il pi diffuso quotidiano italiano. Brescia ha gi due quotidiani, entrambi ben radicati, pur con le note differenze e le diverse, storiche caratterizzazioni. auspicabile che si possa assistere ad un incremento dei lettori dei quotidiani, invece di una redistribuzione della diffusione, con le positive ricadute che potranno scaturire da un nuovo veicolo di conoscenza, di approfondimento, di cultura, nel senso pi genuino del termine. Si scritto pi volte, anche su questo periodico, di Brescia come di una citt senza, senza idee, senza progetto, senza dibattito, senza obiettivo, senza futuro, a seconda dei punti di vista. Ora il panorama si arricchisce, c una voce nuova, e le voci nuove sono ricchezza, comunque, anche se a volte possono risultare scomode, se vengono guardate con la visuale ristretta del quieta non movere, del timore delle novit. Se larrivo del Corriere a Brescia potr costituire un fattore di movimento sul piano politico, sul piano amministrativo, sul piano sociale, sul piano culturale, in buona sostanza, indossando lenti da presbite dopo una lunga stagione di lenti da miope, allora la cosa da salutare con entusiasmo, perch di novit positive abbiamo tutti bisogno, per sfuggire alla palude nella quale sembra che qualcuno pochi o tanti che siano ci voglia ricacciare. Ferruccio De Bortoli ha detto che vogliono venire a Brescia in punta di piedi. Speriamo che, anche in punta di piedi, indossi comunque calzari pesanti, dei quali anche le punte risuonano. Speriamo che sia cos, perch Brescia ha bisogno di un po di rumore, bisogna uscire dalla coltre del torpore e guardare in avanti, costruendo un progetto per il futuro. Perch il passato, come lacqua dei vecchi mulini, non macina pi.

Prima il grande accordo del 2009: tutti insieme appassionatamente, tranne la Cgil. Poi il nuovo, grande accordo del giugno 2011: tutti insieme appassionatamente, stavolta anche la Cgil. Poi larticolo 8 (ormai non serve citare la legge, basta un numero per intendersi). In agosto la legge, larticolo 8 appunto, stabilisce che sindacati e aziende possono, se sono daccordo, fare e disfare di tutto, perfino le leggi. A met settembre si firma di nuovo laccordo di giugno, con unaggiunta. Subito dopo, apriti cielo! La Fiat, che pure con la stessa legge ottiene, con il sostegno determinante di Confindustria, la sanatoria per gli errori negli accordi di Pomigliano e di Mirafiori, si

rIForme, SULLA boCCA DI TUTTI, mA


Ma nelle mani di nessuno! Ne parlano tutti, ma nessuno fa niente, ormai da lungo tempo, nel mondo, in Europa, in Italia, in Lombardia, a Brescia, e mi fermo qui, anche se lesempio potrebbe proseguire. Ma la domanda : cosa si fa in Italia? Nulla, o, almeno, nulla di serio. Lultima perla quella della pagella on-line! Francamente ci vuole una bella faccia di bronzo. Ma con tutti i problemi che ci sono, che sono poi quelli di mettere insieme il pranzo con la cena e apprendiamo che crescono sempre pi quelli che vanno alla Caritas con la disoccupazione che cresce, con i mutui che si fa fatica a pagare (e con le case che si rischia di perdere), con i tanti che fanno fatica a comprare perfino i medicinali non mutuabili, e sono ormai tanti, troppi, proprio la pagella online ci viene propinata come esempio di riforme che non costano. Delle due luna: o pensano che noi tutti, quelli fuori dalla casta, abbiamo perso il ben dellintelletto, oppure lhanno perso loro. Speriamo che sia vera la prima, altrimenti si salvi chi pu!

straccia le vesti ed abbandona Confindustria. Perch? Perch, dice Fiat, laggiunta di settembre indebolisce lart. 8, non nella parte della sanatoria, quella va bene, ma nella parte del fare e disfare, anche rispetto alle leggi. In mezzo a quellapriti cielo si sente di tutto, larticolo 8 perde e trova padri e madri in continuazione, non si capisce se laggiunta indebolisce o no, Fiat dice di s, alcuni dicono di no, tra cui molti esperti e perfino il ministro Sacconi ma perch mai ce lavranno messa laggiunta ed avranno rifirmato tutto se non doveva servire a nulla, viene da chiedersi ma la Fiat non sente ragioni. Marchionne decide per casa Agnelli e se ne va, sbattendo la porta, rumorosamente. Tutto per laggiunta? del tutto inverosimile. Marchionne una persona molto intelligente, e sa bene che larticolo 8 poteva funzionare solo con laccordo dei sindacati, aggiunta o non aggiunta. Quello che appare pi verosimile che Marchionne avesse gi deciso ed ha trovato il motivo, o meglio il pretesto. un vero peccato, non aveva bisogno di pretesti, come non aveva e non ha bisogno

di giustificare i mancati investimenti, e se ne avesse avuto bisogno non gli sarebbero mancati gli argomenti. Ma se ha deciso di non costruire pi in Italia, o di costruire di meno, non distrugga quello che gli altri hanno costruito cento anni prima di lui. Se vuole andare altrove, il signor Marchionne, vada pure, libero di farlo, ed giusto che lo possa fare, se lo ritiene, e se con lui lo ritengono gli azionisti. Ma, per favore, se smette di costruire automobili non incominci a costruire macerie, ne abbiamo gi tante. Lindustria, quella degli Agnelli e dei Valletta, quella della Confindustria dei Pirelli, degli stessi Agnelli, di Angelo Costa, ha liberato lItalia dal bisogno, ha contribuito a creare una moderna democrazia economica. Se ne vada, se vuole, ma con rispetto. Probabilmente, se Confindustria ha commesso errori, ed possibile che ci sia avvenuto, il pi grosso stato certamente quello di dargli troppo credito, troppo a lungo. Incassata la sanatoria per Pomigliano e Mirafiori, via, per altri lidi. Ma con discrezione, prego. Casa Agnelli lo esige, prima che siano in molti a rivoltarsi nella tomba.

IL TAvoLo AnTICrISI? ATTenDIAmo noTIZIe


Dal tavolo anticrisi aperto presso la Prefettura non arrivano ancora notizie per i bresciani in trepida attesa. Buon segno, in mezzo a tante parole a vanvera il silenzio pu essere doro, pu significare che si sta lavorando con alacrit e discrezione. Purtroppo di tempo non ce n pi molto, lo abbiamo bruciato quasi tutto, ma restiamo in fiduciosa attesa. Intanto la voce fuori dal coro del Presidente dellAssociazione Industriali Bresciani esprime ottimismo, parla di export che sale, di fabbriche che lavorano. I fatti pi recenti gli danno ragione, Brescia si colloca al 4 posto in Italia nella graduatoria dellexport, dopo Milano, Torino e Vicenza, secondo i recenti dati del Biz Travel Forum. Speriamo che arrivino ulteriori confortanti notizie anche da altri versanti, e che siano stabili. Di un po di sano ottimismo e di una iniezione di fiducia abbiamo tutti un disperato bisogno.

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Il paradiso un posto dove i poliziotti sono inglesi, i cuochi sono francesi, i fabbricanti di birra tedeschi, gli amanti italiani, e tutto organizzato dagli svizzeri. Linferno il luogo dove i poliziotti sono tedeschi, i cuochi sono inglesi, i fabbricanti di birra sono francesi, gli amanti sono svizzeri, e tutto organizzato dagli italiani.
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l 6 ottobre 2011 morto nella sua casa di Palo Alto, Steve Jobs. La notizia ha colpito molti di noi che da anni, progettiamo, scriviamo, fotografiamo, telefoniamo tramite i meravigliosi pezzi di design che Apple produce. Ho avuto la fortuna di conoscere Apple non solo come cliente, ma soprattutto come studente. Infatti, come ho scritto in alcuni articoli precedenti, lecosistema educativo dellazienda di Cupertino un ambiente che possiede funzioni uniche per sviluppare la creativit e integrarla nei programmi scolastici. Chi di noi educatori lha provato, sa che il modo di concepire linsegnamento e lapprendimento non pu pi essere lo stesso. Inoltre, non solo gli strumenti, il software, le applicazioni sono vere opere darte per la sinuosit delle forme, la nettezza delle linee, il fluire morbido delle icone e della grafica, ma lazienda mette anche a disposizione delle scuole i propri Distinguished Educators ed Education Mentors, veri docenti coach che formano digitalmente altri docenti. Questa combinazione di hardware, software e training offre agli studenti un milieu educativo eccezionalmente semplice da usare e che li stimola a comunicare le loro migliori idee in modi sempre nuovi e coinvolgenti. Ogni tre mesi ho partecipato, con colleghi provenienti da tutto il mondo, a workshop nei quali, come alunni di scuola elementare, abbiamo imparato a creare presentazioni multimediali, realizzare album fotografici completi di testo e mappe, podcast, contenuti audio, do-

cumentari, cortometraggi. Sempre pensando ai nostri studenti e a stimolare la loro creativit. Lo scorso marzo, ho pranzato con John Couch, Vice Presidente Education di Apple, che raccontava delle sue riunioni tempestose con Steve Jobs per la messa a punto delliPad che, per inciso, era gi pronto al lancio due anni prima delliPhone, nel 2005. John mi ha fatto capire molto di Steve e del suo modo di interpretare il business: Ho compreso la sua personale visione della vita e linterpretazione dellimprenditorialit quando, sul piano della cucina di casa sua, ho intravisto un assegno da cinque milioni di dollari che avrebbe potuto volare dalla finestra. Non se ne curava per nulla! Ha proseguito a parlarmi di software e innovazione.

Con Steve e Janet Wozniak sempre stato proibito parlare dello stato di salute di Steve Jobs. Non si accennava mai alla situazione clinica. Si discuteva solo di applicazioni, iTune Store e Garage Band! Jay Elliot, ex top manager di Apple e autore di Steve Jobs Luomo che ha inventato il futuro, scrive: Coinvolgere la gente faceva parte del suo modo di relazionarsi, ma anche della cultura aziendale che tutti avevamo sposato: facevamo parte tutti di uno stesso progetto, tutti con lo stesso obiettivo. Era come non avere una vera e propria gerarchia. Steve Jobs stato geniale nella creazione dellirrazionale, intangibile senso di appartenenza a un mondo. stato unico nel creare milioni di innamorati di un brand, non di clienti!

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l lavoro. Il fondamento della nostra Repubblica. Dovrebbe essere la priorit dellagenda di istituzioni e mondo politico. Invece viene spesso relegato in posizioni di rincalzo. Eppure le storie di persone rimaste senza occupazione sono sempre pi frequenti. Alcune di loro, per ragioni anagrafiche, rischiano di non riuscire pi a rientrare nel mondo del lavoro. Altre, soprattutto giovani e donne, pare abbiano smesso addirittura di cercare un impiego. Secondo una recente indagine dellIstat una donna

su due non ha lavoro e ha rinunciato a cercarlo. Stesso destino per un giovane su cinque: non studia e ha rinunciato a cercare unoccupazione. A Brescia qualcosa in realt si muove. Entro fine anno nella nostra provincia sono previste oltre 1.700 assunzioni, secondo quanto calcolato da Unioncamere che con il Ministero del lavoro ha sondato i programmi di assunzione delle imprese. Resta che la crisi economica ha rimodellato il nostro sistema produttivo e cambiato lo scenario occupazionale. Oramai lo abbiamo capito. Qualcosa nel

mondo del lavoro va ricalibrato perch gli strumenti di ieri non sono adeguati per affrontare le sfide di oggi e di domani. Quel che certo che i bresciani, come da tradizione, non hanno paura di rimboccarsi le maniche. Questo almeno quel che emerge dal sondaggio che il quotidiano online bsnews.it ha realizzato in sinergia con 12 Mesi. Prendendo spunto dal servizio sulle reti dimpresa dello scorso numero abbiamo infatti provato a tastare il polso dei bresciani su aspettative e disponibilit per ottenere un buon impiego. Ecco i risultati.

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Il peso delle risposte abbastanza equilibrato. Segno che per i lettori la classe dimensionale dellazienda per cui si lavora non fa grossa differenza. Piccolo bello, si diceva un tempo, ma le piccole e medie imprese sono quelle che stanno soffrendo di pi. Daltro canto artigiani e piccoli imprenditori sono anche quelli che conoscono uno ad uno i propri dipendenti e proprio per questo sono pronti a fare di tutto pur di non lasciarli a casa. Al contrario di certe multinazionali per le quali i dipendenti sono semplici numeri, magari lontani migliaia di chilometri da dove vengono prese le decisioni. Ecco perch, forse, la maggior parte delle risposte si sono concentrate in una via di mezzo. Il 31% ha infatti scelto lopzione azienda di medie dimensioni, con 50/100 dipendenti, con titolare manager, mentre il 28% ha optato per azienda italiana di grandi dimensioni, con sede di lavoro in Brescia, alle dipendenze di un manager. Il 21% preferirebbe invece lavorare per una multinazionale con sede di lavoro in Lombardia, mentre il 20% ha optato per unazienda a conduzione familiare, con meno di 15 dipendenti, con un rapporto stretto con il titolare.

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Azienda a conduzione familiare, con meno di 15 dipendenti, con un rapporto stretto con il titolare Azienda di medie dimensioni, con 50/100 dipendenti, con titolare manager Azienda italiana di grandi dimensioni, con sede di lavoro a Brescia, alle dipendenze di un manager Multinazionali con sede di lavoro in Lombardia
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sentIrestI Per te PI COngenIaLe un LavOrO


Nessun dubbio per i lettori di bsnews.it: meglio una retribuzione pi alta anche se legata ai risultati piuttosto che un guadagno modesto ma sicuro. La prima opzione stata scelta dall81% dei lettori, mentre la seconda ha raccolto solo il 19% delle preferenze. Segno che i bresciani non hanno paura di mettersi in discussione. Anzi, sono pronti a lavorare sodo e ad essere pagati in base a quello che producono. La meritocrazia sta forse prendendo piede.

Con guadagni decisamente pi alti, ma legati in gran parte ai risultati

Con guadagni pi modesti ma sicuri

Per una MaggIOre CresCIta PrOFessIOnaLe, sarestI DIsPOstO a:


I bresciani vanno dove c lavoro. Se serve sono pronti a cambiare paese, citt, regione. Il 63% dei lettori ha infatti detto di essere pronto a lasciare la Lombardia pur di trovare unoccupazione adeguata e soddisfacente. Uno su quattro (il 25%) preferirebbe invece fare la vita da pendolare, sobbarcandosi tutti i giorni un lungo viaggio, senza per lasciare Brescia. Solo un 12% di pigri ha risposto che non rinuncerebbe al lavoro dietro langolo, vicino casa, in modo da arrivarci a piedi o con i mezzi pubblici.

Recarti al lavoro a piedi o con mezzi pubblici, ma molto vicino a casa

Effettuare un lungo pendolarismo giornaliero

Trasferirti in unaltra regione

se DOvessI sCegLIere tra Due OFFerte, PreFerIrestI:


Anche in questo caso i bresciani si dimostrano determinati ad ottenere quello che vogliono, a costo di rinunciare a qualche certezza o tutela. Il 67% dei lettori di bsnews.it ha infatti risposto di preferire un lavoro meno stabile ma pi vicino ai tuoi obiettivi e formazione professionale. Insomma, meglio scegliere
Un lavoro pi continuativo ma meno adeguato alle tue aspettative

qualcosa che sia nelle proprie corde per evitare di sentirsi poco stimolati o vedersi poco valorizzati, a costo di dover accettare un maggior tasso di precariet. C comunque un bresciano su tre (il 33%) che non rinuncia alla stabilit e ha scelto un lavoro pi continuativo ma meno adeguato alle sue aspettative.

Un lavoro meno stabile ma pi vicino ai tuoi obiettivi e formazione professionale

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COMe vIvere Le FerIe a

OSTUME E SOCIET

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di ALeSSAnDrA TonIZZo

LaBC Per ChI vuOL PartIre senZa POrtaFOgLIO.

sCrOCCO!

n tempi di crisi, rincorrere la scia di tutto ci che gratis con la stessa foga di chi cerca loracolo quasi normale. E, a parte le scene patetiche che questo modus vivendi pu scatenare chi non si preso una gomitata in pancia dalla zia bon-ton al buffet della propria cresima? , nonch la potenza evocativa e primordiale della gratuit sulle nostre coscienze J.J. Abrams un genio? Per inscenare le annose scaramucce di sopravvivenza in Lost, ne siamo sicuri, si inspirato a qualche fuori tutto di un walmart qualsiasi , cercare di fare economia alla belle meglio non pu certo dirsi un peccato mortale. Le ferie, poi, sono spesso il culmine della nostra vita lavorativa: se, risparmio o meno, non ci prendessimo quella manciata di giorni per staccare la spina saremmo di fronte ad un baratro senza ritorno, e persino i fogli di carta diventerebbero armi spietate da sventagliare sui colleghi neanche fossero degli shuriken ninja.

BUONO

In questo generale clima dausterity, quindi, se sia nato prima lextreme couponing o il couchsurfing non ci dato saperlo, perch il mondo del risparmio fai da te un vero ginepraio (e tutti questi termini ci indispongono gi con un mal di testa propedeutico al triste tiro della cinghia). Di primo acchito, mentre luso massiccio di offerte e buoni spesa (non solo in tema vacanziero) il couponing, appunto ci pare dettato dalla necessit, il saltare da un divano allaltro traduzione un po infelice di couchsurfing si ammanta di un retrogusto virtuoso, un misto di tutti gli archetipi sullo scambio dospitalit che riabilitano il turista (che parolaccia!) in globetrotter filantropico.

Si esaurisce in poche parole, dunque, limpresa di Kathy Spencer, graziosa 40enne di Haverhill, nel Massachusetts, che tramite il suo sito (43mila visitatori unici al mese) e lomonimo libro How to Shop for Free ha fatto dellextreme couponing una ragione di vita, iniziando, in tempi di grande difficolt, a collezionare volantini e buoni spesa tutta quella carta che la maggioranza di noi butta, senza dargli nemmeno unocchiata arrivando poi a godersi gite e weekend fuori porta, offerti da copiosissime raccolte punti che noi ci stanchiamo di fare per un set di padelle, figuriamoci per Disneyland , o da commercianti stremati che cercavano di chiuderle la bocca con un biglietto aereo di sola andata. S, perch da quando Mrs. Spencer dispensa i suoi consigli al di l del proprio neighborhood, un vicinato di casalinghe disperate, lidea che si possa vivere (e viaggiare) pressoch gratis si fatta strada nei cuori degli americani. Che la stessa Spencer, soprannominata nuovo guru del risparmio, una volta uscita dal suo personale tunnel si sia trasferita in una bella casa di campagna, e non faccia pi mancare niente n a s n alla propria famiglia (alla faccia della collezione dei paghi 2 prendi 3), non ha fatto riflettere nessuno sullimprobabile portabilit dellextreme couponing nella vita di tutti i giorni: appena possibile, se ne scappa a gambe levate!
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Mentre fioriscono in rete i vari grupon siti che, dopo aver proposto pacchetti vacanze da 59.90 ora scontano pure pulizie dentali e visite dermatologiche , esiste un nucleo di irriducibili, che vuole davvero vivere le proprie vacanze a scrocco, ma con una buona dose di savoir faire e spirito davventura: il popolo dei couchsurfers. A loro basta uno zaino, il divano lo mettono gli offerenti che, sul sito www.couchsurfing. org, si candidano per ospitare il surfer di turno; tutto gratis, davvero, per questo si capisce come lintento reale di chi entra nel mondo della vacanza alternativa sia quello di allacciare rapporti, fare amicizia. Difficile, insomma, che Tizio ospiti Caio lasciandogli le chiavi dellappartamento e chi s visto s visto, ognuno per la propria strada: aspettatevi quantomeno un tour guidato della citt, modello Cicerone in erba, e qualche cenetta a base di prodotti tipici con tanto di dizionario alla mano e prova assistita con il cameriere (avete presente Julia Roberts di Eat Pray Love, mentre assaggia i bucatini in Piazza Navona e si cimenta nel romanesco? Ecco: meno glamour e pi baccanale). Il profilo del couchsurfer doc vale a dire quello registrato nellapposito sito, il cui motto il mondo pi piccolo di ci che pensi, soggetto quindi a verifiche e referenze dettagliate pu essere sia maschio che femmina, tra i 18 e i 24 anni, europeo in viaggio verso gli Stati Uniti, e parla inglese. Ma se buttiamo locchio in Italia vediamo che let si alza (dai 24 ai 29) e le surfer donne sono in netta minoranza (36,4%): basta cliccare come meta la nostra citt per renderci conto che, pronti ad ospitarci, non ci sono che Massimo, Guido, Peppe e le ragazze (forse due?) appaiono in coppia, ancorate, in primissimo piano per non lasciar dubbi, al proprio uomo. In effetti, complice sia la nostra specifica cultura (diciamo che i nostri ragazzi, quanto a vagabondaggio, non allacciano nemmeno le scarpe ai coetanei europei e doltreoceano), sia le brutture sfornate da giornali e tigg, quale ragazza sola aprirebbe casa sua per ospitare sul divano chicchessia? Per favore! Innervositi da questa discriminazione indiretta, quando gi sentiamo che potremmo tornare senza rimorsi a collezionare bollini del caff per andare a venezia il prossimo ferragosto, troviamo qualcosa che ci risolleva, e ha anche il pregio di farci amare il couchsurfing un po di pi, epurandolo dallallure sciallata tipica dellErasmus, che a 30 anni, chiss perch, leggermente stona. Siamo ancora tra le pieghe del web, che ha colto una potenzialit inespressa di questo viaggiare a scrocco, e ne ha fatto una professione (seppur a tempo determinato. Ma esiste, oggi, qualcosa che non lo sia?): quella del giovane fotografo Gabriele Galimberti che, per Divisione La Repubblica, a marzo ha iniziato il viaggio pi lungo, strano e amichevole di un giornale intorno al mondo, e sta girando il globo in lungo e in largo il portafogli nel comodino a Milano per raccontare da fotoreporter la vita dei giovani, dalla Cina, alla Cambogia, alle Filippine, al Giappone Viaggiare gratis, e lavorare divertendosi? Un miraggio! Ma questa tutta unaltra storia
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La formazione deccellenza per le imprese

OLIDARIET

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RicoStRuiamo

haiti

Il progetto della Fondazione Sipec e del movimento per la lotta alla fame nel mondo di Lodi prevede la costruzione di 20 alloggi e di un centro scolastico polivalente quale punto di riferimento per corsi di formazione professionale. Lappuntamento per il 25 novembre a villa Alba di Gardone riviera.

di LIbero roSeLLInI

o si dice da tanto tempo, lo si fa da alcuni anni, ma se ne parla sempre troppo poco. Quante volte abbiamo sentito dire che gli aiuti alle popolazioni in emergenza non devono essere a pioggia ma mirati ad interventi specifici e che dobbiamo aiutare le persone a crescere e a risolvere i loro problemi per continuare a farle vivere nel loro Paese. per questo che il progetto messo in campo dalla brescianissima Fondazione Sipec (acronimo di Servizi e iniziative di promozione e cooperazione) e dal Mlfm (Movimento per la lotta alla fame nel mondo) di Lodi va nella direzione giusta: quella cio di dare nuove opportunit di sviluppo a una popolazione, quella haitiana, colpita duramente da un terribile terremoto nel gennaio del 2010. Ci riferiamo insomma a quelle forme di aiuto, di solidariet, di cooperazione che non puntano a risolvere lemergenza nel breve periodo ma che guardano lontano, che arrivano molto spesso quando gli altri se ne vanno. Ed per questo che tali iniziative sono altrettanto importanti e meritano di essere sostenute anche partecipando alla presentazione del progetto in programma il prossimo 25 novembre a Villa Alba di Gardone Riviera messa a disposizione, gratuitamente, proprio per questa occasione speciale. Il nostro progetto spiega il presi-

dente della Fondazione Sipec, Luciano Silveri ha lobiettivo di dare un contributo alla fase di ricostruzione ad Haiti partendo dalla necessit di dare una casa dignitosa, in un contesto socialmente vitale, a chi ha perso tutto nel terremoto. Inoltre, oltre a costruire venti alloggi, si realizzer un Centro scolastico polivalente quale punto di riferimento per la nuova comunit dove saranno ospitate aule e laboratori per la rialfabetizzazione degli adulti, ma anche corsi di formazione professionale ed eventuali iniziative promosse dagli stessi abitanti. Lidea principale del progetto quella di coinvolgere direttamente gli haitiani, dalla concezione alla realizzazione delle proprie abitazioni. Questa impostazione di intervento ha un valore professionalizzante in settori importanti come ledilizia e quelli ad essa collegati, come carpenteria e impiantistica, con lobiettivo cos di diventare una scuola daddestramento. La pi importante tra le funzioni di questa scuola-cantiere aggiunge il presidente Silveri quella di essere un esperimento concreto di come si possa capitalizzare il proprio lavoro, di come sia possibile educare a gestire, anche economicamente, le proprie risorse. Uno degli obiettivi principali del nostro progetto, infatti, quello di promuovere la nascita di micro attivit imprenditoriali artigiane impiegando la formazione acquisita e ricorrendo, se necessario, al credito garantito dagli

edifici realizzati capitalizzando cos il lavoro degli stessi haitiani. Nonostante la solidariet internazionale si sia ampiamente mobilitata dopo il devastante terremoto del gennaio 2010 e le Ong (Organizzazioni non governative) ed associazioni umanitarie abbiano rafforzato la loro presenza nel Paese, le condizioni di vita faticano a migliorare e restano ancora critiche. La strategia del Governo haitiano non indica solo la ricostruzione immediata di edifici e strutture come strategia da attuare ma vuole puntare anche alla
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Via Pietro Nenni 30 - 25124 Brescia - Tel. 030/2284.511 - Fax: 030/2284.584 info@isfor2000.com - www.isfor2000.com

Luciano Silveri, presidente della Fondazione Sipec.


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ricostruzione di una societ dove siano rispettati i bisogni sia quantitativi sia qualitativi delle persone. Il territorio che verr beneficiato dallintervento si trova a San Michel nel dipartimento di Nippes, nella diocesi di Miragoane. Saranno coinvolte direttamente almeno 1.200 persone che potranno tornare nella loro terra di origine alleggerendo cos anche laffollamento nella capitale Port-au-Prince. Stimiamo che saranno oltre 10mila le persone coinvolte anche indirettamente dal nostro progetto e che parteciperanno ai nostri corsi di formazione professionalizzante, di formazione civica e sanitaria aggiunge il presidente della fondazione Sipec. E per arrivare a questi risultati saranno impegnate tante risorse anche in Italia. Tra le collaborazioni operative, infatti, rientra anche quella messa a disposizione della Cooperativa La Famiglia (quella del villaggio di Padre Marcolini). La sua partecipazione al progetto continua Silveri si concretizzata negli studi relativi alla costruzione delle 10 bifamiliari e del Centro scolastico polivalente riservando particolare attenzione allimpatto ambientale e
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culturale dellintervento. La loro esperienza nel trovare soluzioni tecniche dettate anche dalle precedenti esperienze in Paesi in via sviluppo, e non solo, stata molto importante. Altra essenziale collaborazione per la realizzazione del progetto stata la controparte istituzionale haitiana che sar anche la mano operativa oltre ad essere responsabile giuridica e legale dellazione in loco e che stata nominata direttamente dallOrdinario locale, Monsignor Pierre Andr Dumas. Ma sul modello delle metodologie

applicate che il progetto trova la sua maggiore forza. Le azioni di sviluppo ipotizzate sottolinea Silveri hanno una logica centrata sullauto sviluppo e la promozione umana. Noi puntiamo sullimparare facendo, sullapprendimento tramite lesperienza, su uneducazione permanente che la continua costruzione di capacit e conoscenze e, infine, scommettendo sul coinvolgimento e sulla valorizzazione della cultura locale puntando a costruire insieme agli haitiani un percorso di sviluppo endogeno, partecipato e condiviso verso un obiettivo comune. Particolare importanza verr data ad incontri informativi con la popolazione locale sui sistemi di protezione civile e di sensibilizzazione su tematiche igienico sanitarie finalizzate alla prevenzione di malattie ed epidemie. Al termine del progetto, il Centro Comunitario e le attrezzature acquisite rimarranno propriet della Diocesi che garantir il loro corretto uso per la prosecuzione delle attivit avviate a totale beneficio delle comunit locali. Ovviamente le abitazioni conclude il presidente della Fondazione Sipec resteranno di propriet delle famiglie che si saranno impegnate a costruire la propria casa con il supporto formativo, organizzativo e materiale del nostro progetto. Un progetto che per essere realizzato completamente ha bisogno del contributo di tutti ed per questo che lappuntamento del prossimo 25 novembre, a Villa Alba a Gardone Riviera, di quelli importanti che sarebbe il caso di segnare in agenda.

Per partecipare al progetto Sipec: Ubi Banco di Brescia Sede di Brescia (061) Corso Martiri della Libert, 13 IBAN: IT59A0350011200000000059764 Intestazione del conto: Fondazione SIPEC (Villaggio Marcolini Haiti) Per info: Fondazione Sipec, fonsipec@fonsipec.it Tel: 0039 030 3700242 www.fonsipec.it www.mlfm.it www.villaalbaeventi.it

Lavoriamo per un mondo pi pulito.

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aL CarCere DI verZIanO POrte aPerte aLLarte


LAssociazione Libert@Progresso, grazie al contributo delle Istituzioni, ha attivato nella sezione femminile della Casa di Reclusione di Verziano il progetto Senti_menti libere!: 16 incontri di laboratorio (danza, canto, dizione, arti visive e fotografia), sotto la direzione di Giulia Gussago (coreografa e danzatrice della Compagnia Lyria), che coinvolgono 13 detenute e daranno luogo ad uno spettacolo nella palestra del Carcere il 16 dicembre prossimo, seguito da un convegno e una rassegna antologica. Per partecipare, necessario inviare allindirizzo mail prospettica@alice.it, entro il 15 novembre, gli estremi di un proprio documento didentit.

QUI & l
un COnvegnO DeDICatO a gIusePPe Beretta
Lo scorso 13 ottobre si tenuto presso lAuditorium di Santa Giulia un incontro promosso da Fondazione Cab sulla vita di Giuseppe Beretta (1906-1993) e sul ruolo delle Fondazioni nella promozione di cultura e ricerca a sostegno del welfare. Il convegno ha posto laccento su un industriale che ha portato la locale produzione armiera a livelli internazionali, ha esercitato prestigiosi incarichi per la nostra provincia, stato mecenate darte e, tra le altre cose, ha il merito della promozione del cittadino Teatro Grande. Tra gli intervenuti il sindaco Paroli, Giovanni Bazoli, Francesco Lechi, Mario Taccolini, giuristi, docenti e lo stesso rettore Sergio Pecorelli dellUniversit degli Studi.

a cura di roLAnDo

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aPerta a BresCIa una BOttega Per IL tIBet


Ha aperto i battenti a Brescia, in Via Posterla 6/c, sabato 15 ottobre, la Bottega per il Tibet. Lidea partita da due giovani ragazze bresciane, Francesca Merigo e Marta Benedini, che hanno toccato con mano le condizioni di vita dei 16.000 bambini tibetani che sono costretti a fuggire dal Tibet per rifugiarsi in India nei sei centri del Tibetan Childrens Villages (Tcv), istituzione voluta dal Dalai Lama. La Bottega vende manufatti di artigianato tibetano prodotto da giovani tibetani e il ricavato delle vendite serve a sostenere direttamente il Tcv e i bambini.

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Nel caff letterario di Buonissimo, lassociazione Arnaldo da Brescia propone 7 incontri per approfondire la storia del nostro territorio, a partire dal 25 ottobre, celebrando linserimento di Brescia nella lista del Patrimonio Mondiale dellUnesco. Sette serate dedicate ai luoghi del potere di Italia Longobardorum e alle tracce longobarde nella storia bresciana: con la partecipazione di archeologi, storici e architetti, si parler dei siti protagonisti della candidatura bresciana e dellintero patrimonio longobardo della nostra provincia, da Montichiari a Sirmione. Il calendario completo del ciclo dincontri presso Buonissimo (C.so Mameli 23, piano +2), consultabile su www.buonissimo-store.it.
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BresCIa CaLCIO In Festa Da CarnevaLI


Al cospetto di tanti tifosi bresciani, si tenuta la presentazione ufficiale del Brescia Calcio per la stagione sportiva 2011/2012. La serata, presentata dallo showman bresciano Enrico Zani e da Simona Tironi, si svolta presso il negozio di abbigliamento Carnevali, in Via Cefalonia a Brescia, su un palco allestito allesterno e sponsorizzato da Dirk Bikkembergs. Presenti il presidente del Brescia Gino Corioni con la famiglia, la Prima Squadra del Brescia Calcio al completo, i dirigenti, e lo staff tecnico e medico.

La FIera DeL LIBrO 2011 In PIaZZa PaOLO vI


Grande successo per lappuntamento con la Fiera del Libro 2011, la Dieci giornate libraria bresciana della cultura caratterizzate da incontri con autori, passeggiate letterarie, dibatti e confronti. Nata oltre cinquantanni fa su iniziativa di un gruppo di librai indipendenti della citt, la Fiera del Libro di Brescia divenuta in breve tempo una delle principali e pi attese manifestazioni dellagenda culturale bresciana. Da pi di dieci anni, alcuni dei promotori della storica iniziativa si sono costituiti nellAssociazione culturale Il Leggio, proseguendo nella missione di mantenere viva la manifestazione, che per molti anni stata ospitata dal Quadriportico di Piazza Vittoria e da alcuni anni si svolge in Piazza Paolo VI, allinterno di una tensostruttura appositamente allestita.

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Domenica 27 novembre, partir da Brescia un pullman che porter i fans ad assistere al concerto che Paul McCartney con la sua Band terr al Mediolanum Forum di Assago. Beatlesiani dItalia Associati fin dal 1989 organizza i pullman per soci e simpatizzanti che vogliono assistere ai concerti di McCartney. Lappuntamento alle ore 16.45 sul piazzale antistante lo stabilimento Iveco in Via Volturno a Brescia per partire alle 17.00 per Milano. Prevendita esclusiva biglietti (1anello numerato 172,50 euro, 2 anello non numerato 97,75 euro, parterre posto unico in piedi 69,00 euro) per i titolari della tessera di Beatlesiani dItalia Associati: beatlesiani@numerica.it - tel. 030 303092.

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LImPorTAnTe PArTeCIPAre Il vantaggio insomma che in un sol colpo si hanno movimento, paesaggio e natura. Tutto un altro mondo rispetto alla corsa in montagna propriamente detta (regolamentata dalla Federazione Italiana di Altletica Leggera) che si svolge in condizioni di veloce corsa continua e a quote pi basse. Nel trail i sentieri accidentati e le salite ripide invece non lasciano scampo. Per arrivare al traguardo tutti interi serve una alternanza tra corsa e camminata, va da s che anche laspetto agonistico passa un po in secondo piano tra gli amatori. breSCIA, C FermenTo In ALTA QUoTA Nel 2008 nata in citt lASD Trail Running Brescia, che ogni anno a novembre organizza una gara di specialit sul Monte Maddalena con tre percorsi di distanze crescenti. Se le prime skyrace in Italia risalgono agli anni 90 il trail running invece pi recente spiega il presidente Michele Mombelli il movimento in continua crescita e raccoglie adepti dal mondo dellescursionismo e fra coloro che sono stufi delle corse su strada. A unirli la voglia di percorsi in natura. Essendo uno sport nuovo stiamo cercando di far condividere dei criteri precisi: il dislivello complessivo ad esempio deve essere di almeno 2.000 metri. Maurizio Angella, commerciante, ha 50 anni e pu gi dirsi un veterano del trail: Perch lo faccio? Uno degli aspetti sicuramente quello della solitudine, un tempo per se stessi che libera la mente. Allattivo ha diverse decine di partecipazioni a corse di endurance in altura. Ho cominciato in Francia quando ancora queste gare non cerano in Italia, oggi invece spuntano come funghi anche qui. Per restare in provincia agli albori del movimento troviamo manifestazioni come la Proai-Glem (ecomaratona del monte Guglielmo, giunta ormai alla 20esima edizione) o la skymarathon Sentiero 4 luglio, con lultima edizione (la 16esima) da Aprica (SO) a CortenoSanticolo (BS).

traIL runnIng e sKYraCe in Provincia di Brescia (anno 2011)


Trenta Passi Skyrunning, Marone: 29 maggio Gir de le Malghe, Caregno: 5 giugno Proai-Glem, Provaglio dIseo-Monte Guglielmo: 12 giugno Grand Trail delle Tre Valli 160 km (Val Trompia, Val Sabbia, Val Camonica): 17, 18, 19 giugno Maratona del Cielo, Aprica/Corteno Golgi: 3 luglio Blumon Marathon, Piana del Gaver: 17 luglio Adamello Supertrail, 160 km Brescia-Vezza dOglio: 29 luglio Prealpi Ultra SkyMarathon 90 km, Brescia-Monte Guglielmo-Bazena: 29 luglio Skyrunning La 5 Ponti, Bagolino: 7 agosto Red Rock SkyMarathon & SkyRace, Vezza dOglio: 21 agosto Mulatera de Pia, Piancamuno: 2 ottobre Skyrunning Extreme, Limone sul Garda: 16 ottobre Maddalena Urban Trail, Brescia: 20 novembre

coRSa

in alta Quota
Cresce il numero degli appassionati che praticano discipline sportive in ambienti di alta montagna, in cerca di benessere pisco-fisico e di natura incontaminata.

di PAoLoemILIo bonZIo

kyrunning, corsa in alta quota. Senza dubbio la nuova frontiera del wellness per chi ama fare sport allaria aperta ma anche molto di pi: grattando sotto la superficie si trova un malcelato bisogno di evasione dai veleni della vita contemporanea, non si spiegherebbe altrimenti il passaggio (seppur graduale) dal jogging nel parco dietro casa alla Dolomites SkyRace. Negli ultimi anni un numero crescente di sportivi (attenzione, non grandi atleti ma semplici amatori) si sono appassionati a questa disciplina, recentemente ufficializzata col varo

della Federazione Italiana Skyrunning. Uno sport che fa il paio con il trail running: corsa nella natura in autosufficienza energetica, dislivelli impegnativi, e percorsi escursionistici che arrivano anche a superare i 100 km. FUGA DALLA CITT nella pianura sub-alpina, tra le aree pi industrializzate del mondo, dove il fenomeno sta assumendo proporzioni interessanti. E non solo questione di vicinanza geografica alla montagne. Lavoro stressante, orari flessibili, invadenza del traffico e del rumore, luoghi affollati, inquinamento... Uno stile di vita che accomuna milioni di abitanti della fascia

pedemontana e che dagli anni 80 fu allorigine dellesplosione del podismo amatoriale. Ma a qualcuno oggi il parco sotto casa non basta pi. Crescono i processi di automazione e le mediazioni della tecnologia. Il corpo sempre pi immobile, sedentario, mentre lera digitale alimenta una iperattivit cognitiva. Solo 15 anni fa pareva una follia che un 45enne, libero professionista, si mettesse a correre 40-50 chilometri su sentieri di alta montagna. Oggi il crescente desiderio di benessere pisco-fisico e natura incontaminata ha spostato lasticella ancora pi in alto. Attivit come queste diventano allora un rituale analgesico per liberare la mente e muovere il corpo.

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LInFInITA rICerCA DeL LImITe C poi il concetto del limite umano da spostare sempre in avanti che croce e delizia di chi pratica questi sport. Una molla che scatta da sola, come un richiamo ingovernabile. Ho iniziato facendo passeggiate in montagna 30 anni fa quando presi la patente perch sentivo il rischio della sedentariet racconta Silvio Capretti, 58 anni, pensionato e poi sono andato sempre oltre. Subito dopo la prima skymarathon 8 anni or sono dissi a me stesso: basta non far pi cose del genere, ma stata sufficiente una doccia calda e un buon pasto che nel giro di mezzora avevo gi cambiato idea. E cos, alzando sempre pi il limite, Silvio il 15 settembre ha concluso il Tor des Gants, una ultra-trail da 330 chilometri sulle vette della Valdaosta. Centoventicinque ore, il tempo impiegato per tagliare il traguardo.

vertICaL raCe Per chi non prende lascensore...


Chiss quante volte sar capitato di dover fare i gradini di corsa per non arrivare in ritardo. Situazione spiacevolissima che ci fa arrivare trafelati e in affanno ai nostri appuntamenti. Ebbene oggi questo diventato uno sport, con tanto di circuito agonistico tra i grattacieli pi importanti del mondo. La popolarit del vertical running in crescita anche tra amatori e podisti della domenica. Ne parliamo con la bresciana Valentina Belotti gi vicecampionessa del mondo di corsa in montagna visto che pure lei da questanno s messa a correre... sulle scale. Il vertical running esiste da una decina danni ma ha preso piede solo ultimamente, credo per un semplice fatto di curiosit e voglia di sperimentare qualcosa di nuovo racconta Valentina . Io ad esempio ho iniziato perch il mio fidanzato (latleta lombardo Emanuele Manzi, ndr.) faceva gi queste gare e comunque venendo dalla corsa in montagna naturale cercare nuove sfide in salita. A settembre per la Belotti arriva anche la vittoria dopo gli 886 scalini del Pirellone di Milano, alla
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sesta tappa del Vertical World Circuit 2011, il campionato del mondo che tocca, nel corso dellanno, 12 citt: oltre a Milano, New York, Basilea, Londra, Taipei, Berlino, Singapore e San Paolo del Brasile. Nutrita la rappresentanza dei podisti di tutte le et e categorie (e complimenti al signor Rino Lavelli con le sue 83 primavere). Si vero, queste gare piacciono anche agli amatori dice Valentina basti pensare che a Tai Pei (a proposito, Valentina ha vinto anche l) cerano qualcosa come 6mila partecipanti!. Pure a Brescia qualcosa s mosso e si gi disputata una vertical race lungo i 400 scalini della torre Tintoretto di San Polo. Ma come ci si allena per queste gare? Dipende continua Valentina la gara di Tai Pei era molto lunga (uno dei grattacieli pi alti del mondo, 101 piani) mi servivano gradini in abbondanza e cos ho usato le scale delle condotte dellacqua. La gara di Milano invece era pi breve e la preparazione atletica per la corsa in montagna si rivelata sufficiente, con solo qualche lavoro di velocit in pi. Tra gli specialisti poi aperto il

dibattito se in gara sia meglio salire un gradino per volta o a balzi di due. Una questione di dispendio energetico che non di poco conto. Io di solito comincio con due gradini, poi per salgo anche camminando spiega Valentina , altri invece corrono un gradino per volta senza mai fermarsi. Ma, tecnica a parte, di sicuro lei ci ha preso gusto e punta a vincere il circuito mondiale. Per la classifica contano le migliori quattro gare e ne ho gi vinte due. I suoi prossimi appuntamenti sono il 30 ottobre a Ho Chi Minh City (Vietnam), poi a novembre Singapore e a dicembre San Paolo del Brasile.

Valentina Belotti, vicecampionessa del mondo di corsa in montagna.

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La squadra del Comune uscita sconfitta dalla sfida calcistica con i ragazzi delloratorio della parrocchia di San rocco a Fornaci in occasione dellinaugurazione del nuovo campo di calcetto. Il capitano Adriano Paroli: Ci siamo battuti con orgoglio fino alla fine.
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inaugurazione di un nuovissimo campo di calcetto nella parrocchia di San Rocco a Fornaci realizzato anche grazie al contributo di settanta mila euro messi a disposizione dal Comune, stata loccasione per una particolare sfida calcistica tra lAssociazione Sportiva Palazzo Loggia, la squadra di calcetto del Comune, e quella delloratorio di San Rocco che gioca nel girone deccellenza della categoria allievi. Il contributo che abbiamo stanziato e che rientra in un progetto pi ampio a favore degli oratori bresciani ha ricordato il sindaco Adriano Paroli nel breve saluto prima dellinizio della partita stato fatto per ribadire lessenziale ruolo sociale che ancora oggi svolgono proprio gli oratori. A Don Roberto invece il compito di ringraziare i tanti volontari che con il loro lavoro hanno consentito la realizzazione di un impianto che a disposizione dellintera citt. E dopo le parole tutti negli spogliatoi a prepararsi alla partita.

I ragazzi del 95 si sono presentati in maglia bianca con banda rosa, mentre i ragazzi della Loggia sono scesi in campo con la tradizionale casacca azzurra. Campo in perfette condizioni ( in sintetico) con la formazione dei ragazzi che vede: Andrea Griffini in porta; Luca Gargioni e Andrea Zanetti in difesa; Andrea Salvi, il capitano, a centrocampo con Andrea Ferraboli; Rubens Ferraglio in attacco. Sulla panchina siedono Marco Bellandi, Mattia Bruni e, dopo una allegra e vivace discussione, anche Don Roberto. La Loggia, con ruoli decisamente meno definiti, inizia la partita con in campo Marco Lucini (fotografo) come portiere, in difesa si piazzano il vicesindaco Fabio Rolfi, lassessore ai servizi sociali Giorgio Maione e Marco Bencivenga (caporedattore del Bresciaoggi); a centrocampo giocano Luca Nobilini (ufficio stampa del Comune) e Giandomenico Gangi (dirigente del settore mobilit) mentre il ruolo di ariete del sindaco Adriano Paroli. In panca, Marco Toma (presidente Commissione urbanistica in Loggia) e Franco Grama-

no, unico esponente dellopposizione (Pd) e consigliere della circoscrizione centro. Allenatore, questa sera, ?????? consigliere della circoscrizione ?????. Arbitro dellincontro Pietro Griffini. Dopo un breve riscaldamento, le tradizionali foto e il saluto al numeroso pubblico, per fortuna non pagante, si inizia. E si vedono subito le differenze di corsa, di fiato, di rispetto dei ruoli. I bianchi pi ordinati in campo, gli azzurri meno. Logica la conseguenza che nei primi minuti il gioco sia in mano ai ragazzi che con i cross dalle fasce mettono in difficolt la difesa della Loggia che fatica ad entrare in partita, ed proprio su un traversone che Nobilini, con lintento di allontanare la minaccia, devia il pallone nella propria rete. Il pi classico degli autogol e immancabili arrivano le prese in giro dei compagni. Intanto la difesa si assesta con Benci al centro, Rolfi a sinistra (e ripeto a sinistra) mentre Maione si posiziona a copertura della fascia destra. La Loggia comincia a macinare gioco e le migliori occasioni sono sui piedi di Toma, con un tiro fuori di poco, e di

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Nella pagina precedente, la squadra delloratorio di San Rocco e lAs Palazzo Loggia. A destra, un momento dellinaugurazione del campo; sotto, unazione di gioco.

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Nobilini. Marcatura stretta per il sindaco che fatica a trovare spazio anche perch si muove poco, ma che, grazie a un rimpallo favorevole, sfiora il palo della porta avversaria. Inizia la girandola dei cambi volanti, fuori Rolfi, dentro Gangi, e il Comune spinge, ma presta il fianco ai contropiedi dei bianchi che con un gran tiro chiamano Lucini a una difficile parata. Subito dopo, per, il portiere azzurro calcola male la traiettoria di un tiro da lontano e deve raccogliere il pallone in rete. Due a zero per i bianchi. Il sindaco chiede il cambio e il pidiessino Gramano, appena entrato, accorcia le distanze con un gran tiro al volo. La Loggia ci crede e insiste con Maione che prende campo, Bencivenga a coordinare la difesa, Nobilini che si deve far perdonare lautogoal e corre per due, Gangi e Toma pi freschi puntellano la fascia sinistra e Gramano, confermando la sua vena realizzativa, segna il secondo goal. Il primo tempo finisce due a due e, tra un sorso dacqua e laltro, mentre si cerca di recuperare fiato ed energie, sulla panchina del Comune non mancano consigli e battute: uscito Rolfi e abbiamo pareggiato o Nobilini che si scusa ho cercato lalleggerimento e una voce precisa: si ma nella porta sbagliata. Il secondo tempo inizia con Maione e Paroli a riprendere fiato in panchina e con i bianchi che fan girare palla, tanto, troppo per gli azzurri della Loggia che subiscono il terzo goal su un gran tiro dal limite dellarea di Ruben Ferraglio. Il Sindaco si alza, detta le linee guida e chiarisce le cose ai suoi: La porta dallaltra parte cos quella roba l?!. Intanto ancora Ruben, con due dribbling secchi, si trova solo davanti a Lucini e insacca. Quattro a due. Rientrano Paroli e Maione, fuori Benci e Nobilini, ma il gioco della Loggia cambia poco. Il sindaco protesta per un fallo e Mattia Bruni per i bianchi segna il quinto goal. Fuori Gangi e Toma e gli azzurri dellAs Palazzo Loggia non mollano, anzi, Rolfi ruba palla a centrocampo e

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l ventesimo secolo sar ricordato dagli storici della nutrizione come il secolo di una duplice rivoluzione delle abitudini alimentari nei paesi industrializzati. Nei primi 50 anni del secolo, il benessere nutrizionale si diffuso a macchia dolio e rapidamente, dagli strati sociali pi ricchi alla maggioranza della popolazione. I meno abbienti, che fino al secolo scorso mangiavano per sfamarsi, hanno potuto scoprire e realizzare che si deve mangiare per nutrirsi. Oggi la nuova filosofia nutrizionale mangiare per essere in forma. Questi due diversi atteggiamenti nei confronti del cibo mangiare per nutrirsi e mangiare per essere in forma sono il risultato del boom economico dei paesi industrializzati e del progresso scientifico di questi ultimi decenni.

La scienza si incaricata, successivamente, di mettere in guardia luomo pi evoluto sui rischi dellipernutrizione, riconducendolo ad una alimentazione pi sobria e qualitativamente migliore, e questo processo ancora in atto. In questo ambito si colloca lattivit dellAccademia Internazionale di Nutrizione Clinica (Ainuc), come si evince dai diversi eventi e corsi formativi accreditati dal ministero della Salute, finora svolti, che di fatto collocano la nostra scuola ai vertici del panorama formativo nel settore nutrizionale. La partecipazione di molti di noi, come professori incaricati, ad insegnare al master universitario di 1 livello in nutrizione che si sta tenendo recentemente a Roma, ne lulteriore conferma. Professori, specialisti da anni impegnati in prima persona nella gestione clinica del paziente e delle diverse patologie, partendo da un fattore di integrazione comune, lalimentazione. In linea con il continuo divenire della scienza, temi molto attuali, sebbene controversi, a noi molto familiari quali le intolleranze, allergie alimentari, sono stati reinterpretati in un contesto pi attuale quale quello delle reazioni avverse

agli alimenti, includendo in questa definizione tutti i disturbi, pi o meno gravi, temporanei o definitivi, connessi al complesso settore dellalimentazione. Pertanto si parla di intolleranze/allergie alimentari ma anche di disturbi legati al nichel, al glutine e a tutte quelle sostanze che, se ingerite, sono in grado di influenzare il nostro benessere in quanto spesso interagiscono con il nostro sistema immunitario. Parallelamente, in una moderna ottica della scienza dellalimentazione, questultima stata riproposta non pi solo a scopo preventivo e terapeutico ma soprattutto predittivo, secondo i dettami della Nutrigenetica. Lidentificazione delle variazioni genetiche che, nelluomo, causano differenze nella risposta fenotipica alle molecole introdotte con la dieta, permette infatti una valutazione individuale del rapporto rischio/beneficio derivante dallassunzione di alcuni componenti della dieta. In termini pratici, con la Nutrigenetica quindi possibile sviluppare una nutrizione personalizzata che possa costituire uneffettiva terapia nutrizionale in grado di prevenire o ritardare linsorgenza di patologie correlate allalimentazione. Ma il nostro sforzo scientifico prosegue nello studio delle nuove tecnologie dimagranti; nuove molecole sazianti, protocolli nutrizionali, formulazioni specifiche, sostituti del pasto, con un particolare occhio di riguardo allestetica, allo sport, alla riabilitazione e allaging, con le ovvie correlazioni nutrizionali.

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marco, 34 anni, magazziniere: Un film spettacolare, gli attori e gli effetti speciali sono ottimi. Antonio, 51 anni, agente di commercio: Carino e divertente, ma niente di pi. Carlo, 23 anni, studente: Bellissimo film, gli effetti speciali sono fantastici e anche gli attori sono perfetti. vittoria, 37 anni, casalinga: Non amo i fumetti ma il film fatto bene, i dettagli sono molto curati. manuel, 32 anni, cameriere: Si vede che c la mano di un grande regista, se lavesse diretto un altro sarebbe stato un pessimo film.

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Federico, 27, chitarrista: La prima mezzora fenomenale, dopo si cade nel ridicolo, la sceneggiatura ha dei buchi enormi. Letizia, 29 anni, impiegata: Adoro il personaggio di Thor ma il film terribile, soprattutto lattore protagonista. nicola, 39 anni, commerciante: Ennesimo film banale e inutile sui super eroi, speravo in qualcosa di meglio. valentina, 41 anni, restauratrice: Non male dal punto di vista delle immagini, ma la storia inesistente, poi la storia damore nata dal nulla ridicola.

marta, 25 anni, studentessa: Strepitoso, assolutamente non religioso, Michel Piccoli scalda il cuore. Fabrizio, 39 anni, carpentiere: Bello, fa tenerezza vedere le incertezze di un uomo anziano. Annamaria, 31 anni, traduttrice: Molto emozionante, fa vedere un papa ironico, umano, confuso, ma credo che il senso vada al di l dellaspetto religioso. Giovanna, 27 anni, impiegata: Non un film anticlericale, anche se c una sottile critica, ma c una grande umanit nei personaggi. Sofia, 34 anni, imprenditrice: Non il miglior film di Moretti, ma comunque un bel film ricco di temi e spunti. Giacomo, 42 anni, avvocato: Michel Piccoli una rivelazione, intenso e perfetto per il ruolo. valentina, 41 anni, restauratrice: un bellissimo ritratto di un uomo schiacciato dalle responsabilit, Moretti gli d un tocco di ironia. mattia, 22 anni, studente: Mi piaciuto, quasi teatrale, mi spiace solo che il ruolo di Moretti rimanga un po nellombra.

to Claudio, 47 anni, tassista: Film pessimo, senza capo n coda. Non si capisce dove Moretti voglia andare a parare. Stefano, 29 anni, impiegato: Secondo me impossibile che tutti i cardinali siano cos sprovveduti e che non sappiano cosa fare e cosa dire.
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SUCCESSO

//07.ottobre Addio a Steve Jobs. Luomo che ha influenzato la cultura digitale del pianeta morto a 56 anni, per un tumore al pancreas. Il mondo gli aveva gi reso omaggio il 25 agosto scorso quando aveva annunciato di lasciare la Apple in mano a Tim Cook. //03.ottobre New York. Protesta contro Wall Street. Oltre 700 manifestanti del movimento Occupy Wall Street (gli indignados americani), nato contro le speculazioni finanziarie, sono stati arrestati (e poi rilasciati a piede libero) dalla polizia per aver bloccato per alcune ore il ponte di Brooklyn.

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Premio Nobel per la pace a tre donne, Ellen Sirleafe, Leyman Gbowee della Liberia e Tawakkul Karman dello Yemen, per la loro lotta non-violenta per la sicurezza e i diritti delle donne e una loro piena partecipazione alla costruzione della pace.

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Barletta. Crolla una palazzina: 4 vittime e 5 feriti. Sotto ledificio cera una maglieria: le operaie che erano al lavoro sono rimaste intrappolate sotto le macerie. Lavoravano in nero per 4 euro lora. Tra le vittime una 14enne.

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Turchia. Il Pkk (Partito lavoratori del Kurdistan) fa strage di soldati turchi nel sud-est dellAnatolia. 24 soldati morti. Ankara lancia unoffensiva con 10.000 uomini, entrando in terra irachena. //8.novembre //19.ottobre

Grecia. Atene a ferro e fuoco. Il primo di due giorni di sciopero generale proclamato dai due maggiori sindacati per protestare contro le nuove misure di austerity che il Parlamento si accinge a votare, si conclude con un bilancio di 45 feriti, 25 arresti e la citt devastata.

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//21.ottobre

//07.ottobre Premio Nobel per la letteratura 2011 al poeta svedese Tomas Transtrmer. 80 anni, muto dopo un ictus, continua a scrivere e a suonare. In Italia stata pubblicata solo una sua opera (Poesia dal silenzio) nel 1996.

//19.ottobre

Agenti protestano in piazza. Colletta per la benzina. La simbolica richiesta di fondi ai passanti dai sindacati delle forze dellordine, dalla Polizia di Stato a quella Penitenziaria, ai Vigili del Fuoco e alla Forestale. La manifestazione lancia un grido di allarme per una situazione divenuta insostenibile a causa dei tagli e della mancanza di volont del Governo.

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Tel Aviv. Rilasciato Ghilad Shalit, il giovane militare israeliano da oltre cinque anni prigioniero nella Striscia di Gaza. Il militare tornato libero, smagrito ma in buone condizioni, sulla base dellaccordo siglato con Hamas e in cambio del rilascio di centinaia di detenuti palestinesi.

successo...

ITALIA

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//04.ottobre

//04.ottobre Perugia. Amanda e Raffaele assolti dallaccusa di avere ucciso Meredith Kercher nel 2007. Ribaltato il verdetto di primo grado, la Knox condannata per la calunnia a Lumumba. In piazza migliaia di persone protestano e gridano Vergogna.

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//17.ottobre

//19.ottobre

//02.ottobre Roma, Politici, adesso basta. Diego Della Valle lancia un appello sulle pagine dei principali giornali italiani. E scatena un putiferio politico. Lindustriale accusa la classe politica di dare uno spettacolo indecente.

SUCCESSO

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//02.ottobre Palermo, meno farmaci ai malati di tumore. Intercettazioni del Nas in una clinica convenzionata. La struttura respinge le accuse. Il presidente degli oncologi: leffetto dei tagli.

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MONDO

//20.ottobre Libia. Il colonnello Gheddafi ucciso a Sirte. Catturato dai ribelli nella sua citt natale dopo otto mesi di guerra civile e settimane di assedio. Con lui due figli, Motassim e Saif. Gioia incontenibile in tutte le citt del Paese. la fine di una dittatura durata 40 anni. Il Cnt: Ora dobbiamo costruire una nuova Libia unita. Sollievo in Occidente.

//04.ottobre Fiat contro Confindustria. Fiat e Fiat Industrial usciranno dal 1/1/2012 da Confindustria. Marchionne: un addio ufficiale, non facciamo entrate e uscite. Marcegaglia: Le motivazioni non stanno in piedi. //22.ottobre

20 11

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Ungheria. Budapest, in migliaia in piazza contro il bavaglio alla stampa. Manifestazione, organizzata online dal movimento Un milione per la libert di stampa, contro la svolta autoritaria del premier di ultradestra Viktor Orban che ha imposto la censura elettronica.

MESI 12novembre 2011

20 11

//23.ottobre

Pompei, crolla muro romano. Dopo i crolli dello scorso anno, il nuovo cedimento avvenuto nei pressi di Porta di Nola, vicino la cinta muraria della citt antica, in un settore aperto al pubblico. A terra tre metri cubi di macerie.

20 11

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//23.ottobre

Addio a Marco Simoncelli, il giovane pilota romagnolo della Honda della classe MotoGP. Il gravissimo indicente in Malesia. Lutto nel mondo dello sport per questo straordinario talento, sportivo e umano.

//15.ottobre La giornata internazionale della rabbia a Roma si trasforma in guerriglia. La citt e gli indignati presi di mira da qualche centinaia di violenti incappucciati. Edifici e auto dati alle fiamme, scontri con la polizia. Oltre 70 i feriti. Maroni: Evitato il morto. Le opposizioni per chiamano in causa lesecutivo. Vaticano: Offesi i credenti.

MESI 12novembre 2011

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SUCCESSO

//02.ottobre Sgominata la banda del rame. Loperazione condotta dai carabinieri della Compagnia di Brescia contro la banda di quattro romeni che in due mesi ha razziato tutto il rame che si trovava in sette cimiteri, una cascina e unisola ecologica. //07.ottobre Brescia. Pessima qualit dellaria, inquinamento delle falde acquifere e del terreno, agenti cancerogeni. La relazione 2011 della Consulta per lambiente del Comune non lascia spazio a repliche: la crisi ambientale in cui versa Brescia non da sottovalutare.

20 11

20 11

Ladri 38 colpo messo a segno alla Esso, lungo la tangenziale Sud a Buffalora. Il gestore: Mi hanno rubato tabacchi, lubrificanti e contanti. Questo il conto dei furti compiuti, non di quelli tentati in 14 anni. Dallinizio dellanno, in questo tratto della Sud, da Roncadelle a Rezzato, sono stati 28 i furti compiuti nelle aree di servizio.

20 11

20 11

20 11
MESI 12novembre 2011

Fabio Rolfi, il vice sindaco di Brescia, eletto segretario provinciale della Lega Nord. Il maroniano ha raccolto 255 preferenze su 434 votanti, sbaragliando Mattia Capitanio, seguace del senatr Bossi.

successo...

BRESCIA
20 11

//22.ottobre

In bici da Sal alla valtenesi. Inaugurato il nuovo tratto di pista ciclabile di quasi 3 chilometri che risale da Villa, passando per le Zette, completando il percorso esistente tra Lonato, Polpenazze e San Felice.

20 11

//03.ottobre

//18.ottobre Tragica caduta sul Cervino: muore Beppe Chiaf, ferito Andrea Tocchini. I due scalatori bresciani sono precipitati dalla parete nord: un volo di 400 metri fatale per il 42enne di Borgosatollo, accademico del Cai e alpinista di grande esperienza. Salvo per miracolo il compagno: trauma cranico e fratture varie.

//21.ottobre Paroli, stop al doppio incarico. O si parlamentari oppure sindaci. La decisione della Corte Costituzionale interessa 11 esponenti Pdl e Lega e vale per i comuni con pi di 20mila abitanti. Lonorevole Pdl Paroli dovr scegliere se andare a Roma o rimanere in Loggia. Non ho dubbi. Mi dimetterei da parlamentare, ha detto.

20 11

//01.ottobre

//05.ottobre

Donazione di organi. LAido fa stampare 160mila volantini per sensibilizzare i bresciani allargomento. Lidea quella di fare inserire il consenso direttamente nella carta dei servizi sanitari.

20 11

//02.ottobre

Iseo. Psichiatria di comunit. Esperimento innovativo al Dipartimento di salute mentale: i malati psichici gravi sono affidati ad operatori esterni, cui viene corrisposto il cosiddetto voucher di salute.

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