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CAPITOLO I Limpero e la Chiesa dopo Costantino Diocleziano e Costantino gettarono basi di una nuova monarchia che per senza

dubbio cominciava a risentire degli influssi orientali. Si dice che gi Aureliano nel 270 esigesse il bacio dellanello, la genuflessione e ladorazione orientale(proschinesi). Potere assolutistico. Oltre ci si assiste a un dilatamento dei poteri imperiali che oramai si avvicinava allassolutismo(legittimazione di ogni potere del governante anche se tenuto in violazione delle leggi). Inizialmente lidea dellabsolutio legibus alludeva solo al privilegio del princeps di sfuggire a qualche requisito formale riservato dal dir civile specie in tema di successioni. Severo e Caracalla ritenevano di esser legibus soluti ma allo stesso tempo volevano vivere secondo le leggi rifiutandosi di avvalersi di testamenti illegittimi in loro favore. Questa situazione per degenera dopo che Giustiniano a seguito della fallita rivolta di Nika del 532 dichiara che Dio aveva assoggettato a tal punto le leggi dellimperaotre da fare di questultimo la legge animata in terra. Cambiamento del sistema delle fonti del diritto. Il binomio leges-iura continu a caratterizzare la dinamica interna(sebbene sl nella lex romana visighotorum appaia una marcata divisione) dellordinamento(dora in poi ord) fino a Giustiniano che promulg il Digesto trasformando gli Iura in leges unificando quindi i due tipi normativi. Iura. Esse erano principi provenienti da editti pretori e opere dei giureconsulti( i pareri di questi ultimi quando il principe li autorizzava(ius respondendi) e tra loro fossero concordi riguardo una questione avevano per Gaio forza di legge) idonei allapplicazione nella prassi. Questo potere poteva per dar fastidio allimperatore stesso: anche principi moderati come Adriano quindi preferirono confinare i giuristi in un consilium del principe poi divenuto concistoro cn Costantino. Limportanza degli iura dopo Costantino visibile dal fatto che Valentiniano III nel 426 indirizzo da Ravenna al senato di roma la legge delle citazioni approvata da Teodosio II che la inser nel codex theodosianus: le opinioni dei giuristi Papiniano, Paolo, Gaio, Upiano e Modestino godevano di efficacia vincolante qualora fossero concordi, vinceva la maggioranza quando erano discordi e in caso di parit numerica prevaleva quello di Papiniano. Pauli receptae sentetiae. Esse circolarono per secoli sotto il nome di paolo appunto ed eran considerate la gemma degli iura antichi. 100 anni dopo costantino la legge delle citazioni le nomin testualmente sostenendo che dovevano valere sempre(pleonastico: gi cera legge delle citazioni). La prima stesura sembra del 300 il successo fu tale che nel 506 Alarico la introdusse nella lex romana Visigigothorum e Giustiniano la mise nel digesto. Tuttavia il giurista contemporaneo Levy conta 7 revisioni successive: il testo era quindi probabilmente sconvolto. Istituzioni di Gaio. Create nel II sec passarono indenni let del principato cadendo poi nei sec IV e V nella rozza interpretazione dei c.d. Fragmenta Augustodunensia finendo infine nella Epitome Gai(che in realt pi un commento quindi sarebbe meglio per lautore del libro Cortese chiamarlo Liber Gai). Giustiniano infine appose lultima contraffazione alloriginale antico e segn la loro fine tra gli iura trasformandole in legge(ci testimonia il fatto che gli iura fossero al tramonto proprio perch le idee orientali(Costantinopoli sede dellimpero dal 330) spostavano lasse portante del dir sulle leggi Tituli ex corpore Ulpiani(IV sec). Essi rappresentano una volgarizzazione intesa ad adattare un testo celebre a un pubblico sempre meno raffinato. Fragmenta vaticana(trovati da Angelo Mai in biblioteca vaticana) esso appare come un manualetto istituzionale presumibilmente scolastico. Consultatio vetereris cuisdam iuriconsulti(1577) Essa appare lultimo iura e contiene pareri di un giurista forse un avvocato e rappresenta la ancora esistente attivit scientifica in zone barbarizzate come la Gallia e oltre ci si avverte il perdurante uso forense della cosulenza tecnico giuridica. Oltre a ci troviamo(prima)

la Lex Dei: un manualetto di comparazione tra legge biblica e quella di Roma dove si evidenziavano concordanze e cos quindi si volevano tranquillizzare i fedeli inducendoli ad obbedire allimpero. I codici. Nel basso impero essi apparivano come collezioni di norme vecchie e nuove, come se fossero grosse antologie di pezzi ripescati dalla propria storia da quella pi antica a quella pi recente(x il viora meglio quindi consolidazioni che codici). I primi codici arrivano con Diocleziano(284- 305): erano raccolte di rescritti: ci sembra confermare unidea di princeps sommo magistrato dellesercizio di poteri giurisdizionali testimoniato dal preesistente Codice gregoriano del 292 il quale esibiva rescritti dellet di adriano e il Codice ermogeniano ke cm un seguito al primo raccoglieva rescritti dioclezianei. 429. In questanno si prov la svolta: una raccolta normativa da intendere come seguito di quella gregoriana ed ermogeniana che portasse a un volume di costituzioni imperiali completo di quelle vigenti e non vigenti per le scuole(sl questo fu effettivamente fatto:sia x tribunali e per le scuole, tralasciando gli iura) e un altro volume per la prassi forense contenente leggi vigenti e un po di iura. Codice Teodosiano. Promulgato nel 438 e entrato in vigore nel 439 consisteva in 16 libri fitti di costituzioni generali. Voleva esser la continuazione dellermogeniano e del gregoriano, fu di fatto lattestato di un mondo completamente trasformato. La chiesa e gli imperatori: Diocleziano e Galerio limmagine di Diocleziano giunta a noi a tinte oscure per lastio della chiesa. Questo perch egli si prefigurava come un conservatore del passato e difensore della gloriosit romana pagana contro ogni forma di culto moderno. Per i persiani limpero era un mondo cristiano e si sorprendevano di come un pagano potesse governarlo. Ci non voleva dire che i cristiani erano pacifici: gi nel II sec ad Edessa era nato uno stato cristiano che si era dedicato anima e corpo alla persecuzione dei pagani. Diocleziano tra 303 e 304 pubblic i 4 editti dellultima persecuzione contro i cristiani sebbene egli non fosse pervaso da ire particolari contro i cristiani. Invece Galerio(uno dei due cesari dopo la tetrarchia 2 augusti 2 cesari) era nemico dichiarato dei cristiani e si dice che ci porto il Dio dei perseguitati a fargli venire una malattia letale e sul letto di morte per placare la divinit divina gioc lultima carta emanando a Sardica un editto di tolleranza che anticipa di 2 anni quello di Costantino. Mor comunque. La chiesa e gli imperatori: Costantino. Egli stato sempre invece reso luminoso dalla Chiesa. Egli promulg nel 313 insieme al collega Licinio leditto di tolleranza di Milano di cui per non si ha traccia(ne tengon conto Eusebio di cesarea e lapologista Lattanzio: essi per sostengono ke varrebbe x ogni culto. La maligna critica moderna pi restia nellesaltazione di Costantino ha sostenuto addirittura che questo editto non sarebbe mai esistito. Limperatore sempre nella primavera di quellanno restitu ai cristiani i beni confiscati in Africa e Calabria e concesse ai chierici lesenzione dai munera personali. I 3 provvedimenti famosi furono poi: 1)possibilit per le Chiese di ricever donazioni e legati, 2)istituzione della episcopalis audentia(non si voleva con essa creare una giurisdizione speciale per la chiesa: un sec dopo Valentiniano III escluder da essa le cause penali riconoscendo la audentia come una forma di arbitrato che Roma lasciava ai vari culti.Per Giustiano invece ci appare come una forma di giurisdizione speciale.) ,3) la manomissione durante la messa che portava la latinit(v.appunti) Dies soli. Essa fu una festivit istituita nel 321 non a favore dei cristiani(diventer res dominica solo pi tardi): essa fu pi che altro un tributo reso da Costantino al culto solare. Il culto del sole era diffuso anche ad occidente ma evidentemente ma chiaramente era anche molto orientale. A Costantino doveva piacere molto se arriv a farsi rappresentare con fattezze di una divinit solare prescrivendo ladorazione per questa figura. Costantinopoli sembrava dopo ci aver il marchio di una citt pagana per rispettare i culti pagani della vecchia roma. Infatti Costantino conserv il titolo di pontifex maximus. Il concilio di Nicea(325) Alcuni sostengono che Costantino vi abbia partecipato solo perch lo Stato doveva interessarsi a tutti i fatti religiosi dellimpero. In questo concilio la Chiesa cominci ad innalzare il grande edificio del suo dogma autoaffermandosi di fronte alleresia. La chiesa gett anche le prime basi di un organizzazione gerarchica proclamando la preminenza delle sedi di Roma e Antiochia. Fu condannata leresia di Ario(che sosteneva che solo il padre aveva natura divina mentre il figlio pur voluto dal Padre era

creato) in quanto i padri della chiesa enunciarono il dogma della identit della sostanza divina di padre e figlio e 50 anni dopo nel concilio di Costantinopoli anche lo Spirito Santo fu assunto nella consustanzia divina. La presenza di costantino a Nicea con un banco pi alto rispetto ai vescovi richiama forse la nascita dellidea di cesaropapismo con cui limperatore poteva entrare nelle verit della fede. Cesaropapismo e arianesimo(v.appunti). Costantino divent ariano: si fece battezzare in fin di vita dal vescovo Eusebio di Nocomedia quindi egli mor da eretico. Anche suo figlio Costanzo II fu eretico e questi si adoper non riuscendovi per a dare allarianesimo la qualifica di religione cattolica. Il collegamento tra cespapismo e arianesimo si trova quando gli ariani definiscono Costanzo II che li proteggeva vescovo dei vescovi(titolo che sar dato anke a Carlomagno) ke diverso dalla qualifica vescovo esteriore attribuita a costantino con cui si alludeva allimperatore come sorvegliante dei laici. Vittoria del cattolicesimo romano. Essa fu sanzionata nel 380 quando Teodosio I il Grande eman leditto di Tessalonica con cui si imponeva che il cattolicesimo niceo-apostolico dovesse esser seguito da ogni cittadino dellimpero divenendo religione di stato. Inoltre fu chiarita che questa religione era quella insegnata dallaposto Pietro professata dal pontefice di Roma e dal vescovo di Alessandria: queste due citt appaiono quindi come la coppia di autorit garanti del magistero ortodosso. Ma il vero problema delleditto dellunit del comando che Roma tradurr nella rivendicazione di quel primato papale cui Bisanzio si opporr e finir col negare. Il concilio di Costantinopoli del 381 sanc il primato papale collocando tra le sedi maggiori al primo posto Roma e al secondo Costantinopoli. 70 anni dopo Costantinopoli non accett pi ci e il concilio di Calcedonia mise Roma sullo stesso piano di Costantinopoli quindi il papa perse il suo primato. Ambrogio vescovo di milano. Egli sta dietro a tutte le vicende nel rapporto chiesa/impero: ottenne che Graziano rinunciasse al titolo di pontifex maximus, che Teodosio facesse penitenza pubblica per il massacro da lui ordinato a seguito del tumulto di Tessalonica: quindi per la prima volta il pi grande dei sovrani si sottomise alla chiesa per poter celebrare il Natale. Il motto di Ambrogio era imperator enim intra ecclesiam nn supra ecclesiam est. Ci vuol dire che limperatore( e non limpero) nella chiesa. Quindi limperatore nella sua qualit di cristiano e fedele deve obbedire a papa e vescovi, mentre lImpero un'altra cosa: la Chiesa fa parte dellImpero. Papa Gelasio(492-496)egli ebbe un pontificato brevissimo ma tuttavia fu un essenziale difensore della chiesa sul primato di essa(egli fece propria la interpretazione romana per cui nonostante la parit tra poteri del concilio di calcedonia il papa aveva il primato perch Cristo lo aveva inequivocabilmente attribuito a Pietro) e sul cesaropapismo. Su questo secondo punto il papa ammon il sovrano doriente Anastasio sostenendo che il mondo retta da due dignit:una chiamata da Cristo a guidare le anime(auctoritas), laltra a governare i negozi temporali(potestas) e luno e laltro non devono interferire. I termini auctoritas e potestas non pongono particolari gerarchie: la prima si pone in senso di un potere astratto garante di legittimit tipica del sacerdote, la seconda fonte di obbligatoriet verso comportament esterni chiaramente del governo secolare. Questa affermazione di Gelasio aveva fatto capire che la Chiesa era ansiosa di fissare il proprio status. Essa godeva di unautonomia che si esprimeva dalle origini dei concili: ma questi di solito producevano pi dogmi ke norme giur, in quanto erano creati per combattere le eresie. Tuttavia il fatto che a oriente non si riconosceva il primato del papa caus lo spezzamento della chiesa tra i tronconi di Roma e Costantinopoli. Il potere normativo del papa si cominciava a vedere attraverso i decreta che erano una controfigura canonica dei rescritti imperiali. A partire dal V sec vi fu unesplosione di iniziative compilatorie a roma tra cui la Collezione Dionisiana: ne fu autore il monaco Dionigi il piccolo che si trov davanti una versione latina di canoni orientali che lo disgust per il disordine: cerano 38 decretali in un periodo tra il 384 e 498. Egli si adoper per renderla migliore e questa collezione ebbe tanto successo da renderla il codice ufficioso della Chiesa di roma e leditore le diede il nome di Prisca. La sua forza cera ancora nel 774 quando Carlo magno la ricevetta da papa Adriano I col compito di farla rispettare nei suoi regni. Oltralpe circolava invece la collezione Hispana: il contenuto era simile a quella di Roma con laggiunta per di canoni dei recenti concili gallici e iberici e in questo modo affrontavano problemi dellorg ecclesiastica contemporanea e si interessavano a questioni giuridiche concrete.

CAP II- Regni e leggi romano-barbariche: la volgarizzazione del dir romano Le invasioni barbariche apparvero pi che altro come scorrerie di trib che varcavano le frontiere per fare saccheggi e prender bottino. Ci inizi in particolare dopo che Roma a fronte della penuria di legioni cominci ad assoldare i barbari per la loro passione alla guerra e per evitare razzie. Essi tuttavia a volte si ribellarono: questo perch essi erano milites foederati che avevan combattuto sotto le bandiere di roma ma si erano ribellati perch gli imperatori nn avevano mantenuto qualche promessa, o non li avevano pagati, o avevano dimostrato ingratitudine. Visigoti e Roma. Alarico, re dei Visigoti, era un dux dellimpero doccidente nei Balcani. Dopo eventi burrascosi fu per nominato magister militum dellIllirico dallimperatore d Oriente Arcadio ed era sceso in Italia guerreggiando cn Onorio imperatore d Occidente e i Vandali. Onorio e Alarico si incontrarono: Onorio propose allaltro uno stanziamento in Spagna se essi fossero riusciti ad allontanare i Vandali. Alarico accett ma sotto le Alpi fu preso alle spalle dalle truppe romane che la storia ha falsamente tramandato che eran comandate dal capo dei vandali Stilicone. Il risultato fu il sacco di Roma dei Visigoti del 410, sebbene si cur che i luoghi sacri nn venissero molestati. Dopo ci Alarico and verso lAfrica ma mor: il successore Atatulfo arriv in Gallia e ricomincio a combattere per loccidente come milite federato. Egli era un filo romano: spos addirittura la sorella di Onorio nonch figlia di Teodosio il grande, pens addirittura di sostituire limpero goto a quello romano ma si arrese perch i barbari erano rozzi. Fu ammazzato per i suoi sentimenti filo romani. Da lui in poi ogni re visigoto si fece dare il prenome Flavius in omaggio al massimo esponente dei secondi Flavii,Costantino. Primi ordinamenti giuridici negli stati barbarici: I Visigoti o goti Nel 506 Alarico II fece comporre la Lex Romana Wisigothorum detta anche breviarum alaricum: era una raccolta di fonti normative romane vigenti riprodotte in testo originale. Prima parte: leges con 1/8 codice teodosiano, leggi di Valentiniano III. Seconda parte: iura con Pauli Sententiae e Liber Gai. Ci venne fatto, secondo molti, per ingraziarsi i cattolici a seguito della decisiva battaglia con i Franchi: questi ultimi sconfissero i Goti, che scapparono dietro i Pirenei perdendo la loro capitale Tolosa. Questa Lex tuttavia seguiva unaltra gi esistente, promulgata circa 30 anni prima: la Lex Visigothorum. La presenza di queste due leggi almeno fino al re Chindasvindo dal 642 quindi plausibile: una era rivolta solo ai romani(la prima), la seconda solo ai Goti. Ci per porta a dei problemi in quanto il principio della personalit del dir risponde a unesigenza dei popoli di conservare le proprie consuetudini: ma nella lex Visogothorum cerano regole tratte dalla prassi volgare romana. Inoltre la lex romana wisighotorum appare idonea a risolver ogni contestazione non solo quelle romane. Quindi entrambi le leggi vigevano con valenza territoriale. Questultima considerazione per urta con la constatazione che i barbari difficilmente potevano osservare il dir ufficiale dellimpero, quindi gli si dovuto consegnare un adattamento ridotto. Ci si chiede poi cosa ci dovessero fare i romani della legge visigota: il giurista Dors ha quindi suggerito che il breviarum fosse riservato solo alluso didattico per la formazione del giurista. Lex mundialis. Questa la legge secolare che i padri del Concilio di Siviglia del 619 avevano invocato identificandola con il Breviarum. Questa sar valida addirittura fino a Carlo Magno. Quindi la Chiesa si interessa al momento conferendo a questo diritto la patina delluniversalit. Siamo forse alla nascita del diritto comune tipico del medioevo. I burgundi. Essi entrarono in Gallia da nemici dei romani. Ezio generale romano gli sconfisse con laiuto degli Unni collocando i burgundi nellattuale Savoia facendoli milites foederati. Essi si romanizzarono ruotando intorno alla figura di re Gundobado che sal al trono nel 472 ereditando dal predecessore il titolo di magister militum e patritius. Egli si era rifugiato in Italia perch momentaneamente privato della corona dai fratelli burgundi: cre limperatore Glicerio che era persona di sua fiducia ma poi torn a fare il re del suo popolo. Il suo regno lungo fu costellato x la devozione verso limpero. La Lex Burgundionum chiamata poi Lex Gundobada, rispetto al caso visigoto ha disposizioni che appaiono chiaramente rivolte a entrambi i gruppi etnici . Gundobado nella prefazione scrive un qualcosa ke non si trova nella legge visigota: i giudici dovranno usare questo codice per risolver le controversie tra Burgundi e Romani. Fu fatto un altro ordinamento: la Lex Romana Burgundionum ma difficile dire quanto sia apparso. Il contenuto sarebbe

molto simile a quello della lex rom.visigothorum solo che qui parasafrasata e nn nel testo originale come la prima. I franchi. Essi non furono toccati dal fenomeno della doppia legislazione. Essi diventarono padroni nel VI seco della gallia e nellepoca di Clodoveo(fine V sec) sembra che entr in vigore il Pactus legis Salicae ossia un piccolo complesso normativo di impronta germanica, specie per stabilir pene pecuniarie per reati. Odoacre e gli sviluppi del 476. Egli era cresciuto sotto limpero unno ed era entrato a far parte presto nei ranghi romani con il grado di comandante delle guardie imperiali. Fu eletto re di un accozzaglia di barbari e fu chiamato dallimperatore doccidente Oreste ad andare a guerreggiare contro i Visigoti in cambio di uno stanziamento in Italia e una concessione al suo poplo di un terzo delle terre conquistate. Oreste si oppose a ci e venne ammazzato. Romolo Augustolo, il figlio, venne risparmiato a relegato a Napoli. Per la prima volta deposto un imperatore nn se ne fece un altro: era la fine dellimpero doccidente. Tuttavia ci si accorse solo a distanza di anni che quello che era successo chiudeva una fase della storia: li per li neppure i cronisti ne parlarono molto. Odoacre conquist quindi lItalia: gli mancava per il riconoscimento bizantino che avveniva con lattribuzione del patriziato. Grazie allintercessione del risparmiato Romolo Augustolo il senato mand unambasceria a Zenone imperatore doriente per assicurarlo che ormai bastava un solo Augusto nel cui nome Odoacre avrebbe governato. Zenone rifiut ci sostenendo che quel titolo doveva esser dato da Giulio Nepote, destituito da Oreste nel 475, che quindi a Costantinopoli appariva ancora come il titolare del potere a occidente. Non si sa se Odoacre ricevette mai il titolo di Patrizio, ma comunque egli govern rispettando pienamente Roma e le istituzioni preesistenti collocandosi allinterno dellimpero. Teoderico re degli Ostrogoti. Lo storico Giordane racconta che questi chiese e ottenne dallimperatore Zenone di poter andare in Italia alla testa del suo popolo per prender il posto di Odoacre. Ci avvenne e nel 483 Teoderico chiuse Odoacre nelle mura di Ravenna e chiese a questultimo un patto per spartirsi lItalia ma poi in seguito fece strage di lui e della famiglia. Il regno di Teoderico sarebbe stato un regno rispettoso dellord e dellamministrazione romana, ad imitatio vestra di quello di Costantinopoli. In particolare egli diceva di npn aver fatto alcuna legge, ma in realt sembra che esista un suo Editto e un altro del nipote Atalarico. Questi non erano stati trovati nel testo originale, ma allinterno delle Variae di Cassiodoro. Pithou trov questo testo dando la paternit a Teoderico. Rasi tuttavia nel 1953 si chiese come fosse possibile che le cronache del tempo non dessero notizia di un qualcosa di tale importanza e perch nella Pragmatica Sanctio del 554 ci fossero disposizioni dei successori di Teoderico e non di lui. Quindi contest la paternit e avanz fantasiose ipotesi su quale soggetto potesse esser il titolare delleditto: la pi importante che lautore fosse Teoderico II visigoto fratello e predecessore di Eurico nn questo re dItalia. Eurico uccise il fratello ma ci si chiede perch un editto di tale importanza npn avesse trovato un qualche accenno nella lex Visigothorum che successiva. Tuttavia si rimane nel campo dei dubbi, ma Cortese sostiene che sia meglio astenersi dal ripudiare la vecchia attribuzione al Teodorico italiano proprio x salvare la politica normativa dei 2 rami fratelli del popolo goto. Letto cos quindi leditto di Teodorico(ad efficacia territoriale goti-romani) fu emanato per tentare di risolvere le cause tra goti e romani le quali per una decisione precedente alleditto erano affidate a un comes gothorum di rango militare che quindi per le cause miste doveva esser affiancato da un prudens romanus. Leditto non portava fondamentali novit al sistema normativo: inoltre leditto non da intendere come quello degli imperatori che era legge bens come quelli dei magistrati provinciali adoperati in passato per pubblicare nel luogo le costituzioni dei monarchi. Bisognava comunque obbedire alleditto perch ci voleva dire obbedire al diritto dellimpero. Contenuto delleditto. Il diritto penale certamente una parte consistente ma anche la parte privatistica non trascurabile: in particolare vi il divieto di trasferire azioni giudiziarie a potenti(sia barbari che romani) pratica che si faceva abitualmente per far pesare lautorit di cui questi godevano. Oltre a ci c il richiamo al dies soli, elenchi delle cause di divorzio, divieto della chiamata in giudizio delle mogli al posto dei mariti ecc. Patrocinium. Esso indica la condizione di una moltitudine di persone che cercano protezione da parte di grandi personaggi. Di questo strumento i potenti si servivano per spogliare i miseri e renderli ancora pi miseri obbligandoli in cambio di favori a cedere ogni bene defraudando quindi i figli delle giuste eredit

dei padri. Questo fenomeno interess molto la societ agricola del tardo impero e port alla diffusione del colonato. La pars colonaria era quella parte del fondo riservata dal proprietario a coltivatori liberi che erano obbligati per contratto a versare un censo e prestare opere al proprietario. Ci si tramut in una forte soggezione personale, che fu il primo passo per lo sviluppo medievale della servit della gleba. Anche in citt i collegia( le corporazioni di mestiere) incatenavano i cittadini in quanto i discendenti ne dovevano comunque far parte. Buccellari. Esse son le milizie private dei signori facoltosi. Questultimi li riforniscono di armi e concedono doni(specie terre) per il tempo in cui questi soggetti gli prestano servizio. CAP III GIUSTINIANO Egli nacque nel 482 vicino allattuale macedonia in un luogo dove si parlava latina. Fu chiamato a Costantinopoli ancora giovane dallimperatore Giustino(fratelloi della madre) che gli impart un insegnamento superiore che lo apri alla cultura ellenistica orientandolo verso la teologia. Fu associato al trono dello zio nel 527 e nello stesso anno di ritrov da solo a governare fino al 565. 3 linee della sua politica:

Impegno per una codificazione attenta al nuovo e fedele allantico per assicurare certezza del dir Programma di restaurazione con le armi delleffettivo potere di Costantinopoli Iniziative per unificare la Chiesa cristiana lacerata dallarianesimo dei regni goti(solo ci fall, in quanto divent cesaropapista)

PRIMA LINEA POLITICA.Fece subito una commissione presieduta da Triboniano per rielaborare codici gregoriano, ermogeniano e Teodosiano per ammodernarli e preparare un nuovo codice snello e aggiornato. Nel 529 il lavoro era gi pronto e fu chiamato Novus Iustinianus Codex: 5 anni dopo per la nuova edizione lo soppiant definitivamente. Digesto. Giust. Matur egli stesso lidea di selezionare egli degli iura. Il via al nuovo lavoro fu dato nel 530 ed egli ordin che degli iura si facesse un templum iustitiae per far si che potessero costituire una sezione autonoma dellord. Ci vollero solo 3 anni perch questo venisse alla luce: ci incredibile, e bisogna dire ke i giuristi non furono tranquilli per i motivi sottoscritti. Insurrezione di Nika. Protagonisti di questa rivolta furono i demi dei Verdi(ke rappresentavano la borghesia cittadina e commerciale ed erano invisi a Giustiniano perch rivendicavano i diritti dinastici dei nipoti del vecchio imperatore Anastasio) e degli Azzurri(portavoci dei latifondisti e delleconomia terriera, cattolici ortodossi e appoggiati dallimperatore. I verdi fecero scoppiare la rivolta durante una corsa allippodromo, gli Azzurri si allearono perch contro le nuove leggi fiscali e proprio per questo si chiese la destituzione del praefectus urbi Giovanni di Cappadocia e di Triboniano. Fu destituito Giustiniano incoronato al suo posto Ipazio nipote di Anastasio. A salvare Giustiniano ci pens la discussa imperatrice Teodora che affid al capitano degli Illiri e a Belisario il compito di espugnare lippodromo e sedare linsurrezione, Giustiniano fece poi un massacro e divent molto pi assolutista e Triboniano fu reintegrato e il digesto concluso. Cost Omnem e la riforma didattica. Prima della pubblicazione del Digesto egli fece ci: questa costituzione prevedeva uno studio di 5 anni del diritto in cui gli studenti si trovavano a che fare con il codex(x ultimo: idea piramidale dellord cn allapice la legge del monarca) e i digesti. Le nozioni elementari del primo anno furono raggruppate nelle Istitutiones che divennero il primo manuale scolastico con forza di legge. La falsariga erano le istituzioni di Gaio. Successivamente ci fu la creazione definitiva del Digesto: questultimo era per palesemente in disarmonia con il codice e questultimo fra laltro pareva palesemente incompleto dato che non teneva conto di norme cm ad es le Quinquaginta decisiones. Si fece quindi una nuova edizione lanno dopo: il Codex repetitae praelectionis.

Raccolte di novelle di Giustiniano (non fatte da lui ma da altri: queste 2 si diffusero in occidente, un'altra greca in oriente). Epitome Iuliani. Essa fu forse composta da un Giuliano professore a Costantinopoli e riassume traducendole in latino 124 novelle greche. Sembra che la traduzione fosse stata fatta per volere della Chiesa di Roma che infatti se ne serv molto. Authenticum. Essa una collezione di 134 novelle rese tutte in latino. Una collezione letterale e affidabile per Cortese. Esso fu usato fino al 643 quando spar e venne recuperato verso la fine del XI sec. SECONDA LINEA POLITICA. Belisario fu inviato in Africa, sconfisse i Vandali catturando Gelimero il lo re, conquistando quindi di conquistare e metter le basi per la conquista italiana. Campagna dItalia. Il pretesto fu lassassinio di Amalasunta reggente del governo goto durante la minore et del figlio Alarico, filo romana. Belisario nel dicembre 535 era, partito dalla Sicilia, gi arrivato in Calabria e marciava verso Ravenna. Nel 540 stava per ottenere la vittoria definitiva quando gli Unni piombarono a minacciare Tracia e Macedonia e il nemico persiano Cosroe ruppe una tregua che era stata fatta prima dellafrica.Belisario torna in patria, i Goti riprendono pian piano lItalia, poi per nuovo armistizio con Cosroe e il nuovo comandante Narsete attraversando Dalmazia e Friuli riusc nel 553 ad aver in mano la penisola. Giustianiano impose subito una riforma normativa a un paese distrutto dalla guerra e dalla carestia. La costituizione Omnem per la parte italiana. Essa era costituita da una sorta di testo unico composto da 27 disposizioni intese a restituire lassetto della propriet fondiaria sconvolto dai soprusi dei re goti negli anni della guerra. La Chiesa, grande proprietaria terriera, fu molto contenta di ci. Questa costituzione appare esser una pragmatica sanctio, cio un genere normativo che sembra aver tra i suoi requisiti quello di far inoltrare al sovrano una esplicita richiesta e degli episodi concreti a giustificarla. Litalia divenne terra di dir giustinianeo mentre nel resto di europa cerano leggi romano barbariche quindi diritto teodosiano. Tuttavia il diritto volgare ha continuato a scorrere nella prassi. Formule classiche al rapporto col periodo. Era venuta meno gi da Leone I nel 472 e con la riconferma di Giustiniano la stipulatio antica che consisteva nella rigida congruenza della domanda e della risposta; nellalto medioevo listituto era anche scomparso dalla prassi e per i notai nella conclusione di certi contratti obbligatori ne utilizzavano il nomen solo per rafforzare il tutto: ci testimonia lapparire nuovo del rito scomparso in quanto il tardo notaio aretino si accorse che liniziale meccanismo di interrogazione/risposta delle parti era ricordato in un passo delle Istitutiones in tema di acceptilatio e stipulatio aquiliana. Per Cortese per tutto ci si giustifica nella voglia del notaio quindi di dar sfoggio della sua cultura. Mancipatio.La mancipatio era stata abolita da Giustiniano (probabilmente eliminando la distinzione tra res mancipi e nec mancipi) tuttavia essa ricomparve in una serie di compravendite allinterno del territorio piacentino negli ultimi anni dellVIII: cortese riconduce ci al fatto che i notai erano attaccati a formulari vecchi e superati. Tuttavia essa conservava ancora una vitalit: es. un notaio aveva affermato di aver eseguito un trasferimento di beni ricorrendo a mancipatio per alcuni e traditio per altri. Unaltra forma di vitalit dettata dalla emancipazione del filiusfamiliae: questa cerimonia doveva esser praticata nei Balcani in quanto leditto di Rotari al cap 224 descrive 3 cerimonie di emancipazione: 1) per dar semilibert ai singoli aldi che rimangono sottoposti a mundio bastava redigere un documento scritto senza altra formalit. 2) per dare libert piena bisogner portare il servo in un quadrivio e dirgli hai facolt di scegliere la strada che vorrai 3) per sciogliere il servo anche da vincoli parentali: cerimonia quadrivio congiuntamente al gairethinx triplice nelle mani di successivi fiduciari, con testimoni e un gisel(quindi questa come se fosse una di testamentum x aes et libram fatta con mancipatio) Thinx=donazione. In realt si configura cm latto dispositivo del patrimonio mortis causa in favore di estranei. CAP IV- I LONGOBARDI Giustiniano mor nel 565: 4 anni dopo i longobardi si affacciarono capeggiati da Alboino dai passi del Friuli sulla pianura padana. Essi erano stati milites foederati sotto Giustiniano ottenendo in dono Norico e le fortezze della Pannonia. Sembra che il nuovo imperatore Giustino II non li vedesse male in quanto pensava che il loro

avvento avrebbe potuto sedare le bramosie dei franchi sulla pianura padana e infatti Alboino nei primi 3 anni nn ebbe resistenze. La strage di Clefi(successore di Alboino) contro molti potenti cittadini romani, ammazzandoli ed esiliandoli, fu famosa. Secondo la versione ufficiale, per vendicare il padre assassinato in una congiura di palazzo, per Paolo Diacono invece fu fatta x cupidigia. Dietro ci si vede forse il vero obiettivo della crudelt cio una serie di sistematiche confische coadiuvate da un tributo imposto solo ai romani: comincia a nascere la curtis regia che da Autari in poi sar la base del potere centrale. Organizzazione in distretti autonomi. I longobardi ebbero unorganizzazione di questo tipo allinterno di tutti i territori italiani conquistati: in questo modo egli riconoscevano lunit del comando regio in guerra, ma nn vi si sottomettevano in tempo di pace. I singoli distretti erano occupati da gruppi di farae con a capo un dux. Si crearono 36 ducati che dopo lassassinio di Clefi per 10 anni si rifiutarono di eleggere un successore e Bisanzio approfitt di ci in quanto riusc mediante doni a far ritornare a combattere sotto la bandiera imperiale la maggior parte dei ducati longobardi. Autari(Flavius in quanto essi si rispecchiavano nellunico vero stato: quello bizantino. Tutti i successori con questo nome) Egli venne alla fine eletto re dei longobardi e si diede a un importante programma di restaurazione in quanto ruppe con il ceto dei romani potenti, ritorn allarianesimo e cre una struttura politica unitaria e indipendente per unire davvero i longobardi(in particolare ottenenendo lamministrazione di met dei beni ducali creando quindi una vera curtis regia invece che curtis ducalis). Rotari. Egli dopo 40 anni di pace cerc di impadronirsi degli ultimi territori dellItalia centro-superiore a seguito delle vittorie dellIslam contro Bisanzio, il deterioramento dei rapporti occidente-oriente in quanto il secondo aveva di moda il monotelismo(pp.85) condannato dal papa e infine i Franchi non erano pi un vero problema con il nuovo re. Rotari conquist quindi Liguria e Lunigiana, ritorn a Pavia(la capitale) e promulg il suo editto. Editto di Rotari. Egli scrive nella conclusione di aver fatto il lavoro cn il consiglio e il consenso dei maggiorenti(i primati iudices) e di tutto lesercito vittorioso(formale approvazione della legge) e di averne ordinata la redazione scritta, proclamando inoltre di aver eseguito secondo lantico rito del suo popolo un solenne gairethinx per render inattaccabile e inviolabile la legge. Gairethinx. Esso si gi visto prima come testamento dispositivo del patrimonio e emancipazione dai vincoli familiari. La storiografia tedesca si concentrata invece su una delle tradizioni della parola nei linguaggi germanici: thinx=assemblea. In base a ci questo filone tedesco, che si rif a Tacito che nella sua vita aveva visitato i popoli germanici e aveva visto le loro usanze, ha concluso sostenendo che esso riproduceva la rumorosa cerimonia antica con cui il re proponeva e lassemblea approvava battendo lancia(gaire potrebbe derivare da gere che in certi idiomi vuol dire lancia: quindi assemblea in armi) o spada sugli scudi. A ci si pu far critica per sostenendo che Rotari usa formule come ita previdemus che ricalcano una sua decisione e non unapprovazione popolare. Quindi bisogna leggere la parola thinx nel senso di donazione, ossia LA LEGGE CONSEGNATA(DONATA) AL POPOLO, evitando interpretazioni semantiche inutili. Lidea dellapprovazione popolare poi viene anche meno guardando al fatto ke il patto non tra re e popolo ma tra re e maggiorenti. Novit del codice: composizioni pecuniarie per i reati. Il motivo centrale era evitare le faide per cui venne imposto questo tariffario per la composizione dei reati, che doveva valere per ogni strato sociale. Questa cosa era stata promessa da Rotari agli uomini darme prima della campagnia di Liguria e poi venne introdotta stabilmente nelleditto. Es. per un pugno 3 soldi. Tuttavia per i poveri queste composizioni pecuniarie erano comunque pesantissime e per questo si utilizzava lespediente di consegnare il colpevole in schiavit al creditore. Si ripudia quindi il gusto bizantino per le mutilazioni, tagli mano, lingua: Rotari lo ammette solo per i reati di falso. La pena capitale per la congiuria contro il re, la diserzione, collusione col nemico, abbandono posto di battaglia, servo che uccide padrone, moglie assassina marito. Guidrigildo. Esso nel primo Duecento fu considerato come il prezzo del corpo nel senso del valore sociale dellarimanno(luomo darme era una societ darmi). Quindi nel caso di fattispecie gravissime(fino allomicidio) si doveva corrispondere anche ci. N a Roma n da altra parte ci esisteva. Le

donne non lo avevano, partecipavano di riflesso a quello del padre o fratello ma il loro omicidio comunque precedeva una somma pari a quella maschile o a volte addirittura superiore in quanto assente dal prezzario. Infine entra in gioco il fisco: non era raro ke le composizioni per met andavano ai privati e per met al fisco. Potere di mundio. Esso era esercitato dai maschi della famiglia(se mancavano dalla curtis regia) verso la donna la quale per questo motivo non poteva alienare o donare beni propri senza il consenso del mundoaldo(non aveva capacit dagire quindi sl giuridica). Rotari parla di questo potere come una potestas in quanto il mundoaldo oltre a ci doveva compiere la desponsatio e la consegna al marito allatto del matrimonio, oppure permetterne la monacazione ed esercitare cmq su di lei un modico potere disciplinare. Si sostenuta la corrispondenza tra il mundio e la manus e alcuni storici hanno proprio trovato la trasfigurazione volgare dellistituto latino in quello germanico. Il mundio non era per il potere del capofamiglia: la donna era soggetta a due potest quella familiare in senso largo e quella del mundio e queste 2 nn stavano per forza nelle stesse mani perch il matrimonio poteva ad es non trasmetter al marito il mundio: lo sposo per acquistarlo doveva pagarlo. Listituto quindi anche patrimoniale oltre che potestativo. Matrimonio.Lultima considerazione potrebbe far pensare che il matrimonio fosse una compravendita della donna anche perch latto conclusivo che perfezionava le nozze era la traditio della sposa nelle mani del marito. Ci in realt per non esatto perch il consenso della donna era necessario e il mundoaldo che le aveva fatto prender marito contro la sua volont perdeva il mundio.(tranne padre e fratello). Alla donna andavano poi dei doni dello sposo come il morgincap o pretium virginitatis: esso era una parte del patrimonio del marito destinato a lei nel caso in cui fosse diventata vedova. Oltre a ci la donna godeva della meta cio di una donazione nuziale che veniva contrattata dagli sponsali e fissata in un patto solenne. La cerimonia in cui avveniva la traditio era ecclesiastica: chiamata subarrhatio anulo vedeva nel centro lanello con alfa e omega quindi un forte contenuto simbolico; la circolarit dellanello evocava inoltre perpetuo affectio e fedelt sicch lanello si chiam anulus fidei(oggi la fede). La sposa poi portava dalla casa paterna a un corredo di vesti e utensili (faderfio), oppure poteva ricever una parte della sostanza paterna e in questo caso era esclusa dalla successione mortis causa ai genitori(rifacimento alla dote). Eredit. P i figli era sl legittima, si poteva fare il gairethinx(come testamento) solo verso estranei. la legge prevedeva che sl i figli naturali maschi potevano concorrere con i figli maschi legittimi. Le femmine eran chiamate alla successione solo se non avevano fratelli legittimi. Parentela fino a settimo grado, diseredazione dei figli possibile ma era evento terribile. La famiglia longobarda. Essa sembrava ruotare intorno al patrimonio ereditario: esso stentava ad esser alienato in quanto componente economica stabile della famiglia e modo di assicurare ad essa sopravvivenza e coesione. Rotari sostiene che nel caso in cui muoia il padre, i fratelli che non si separano devono rimanere nella dimora avita e mantenre indiviso il patrimonio. Gli acquisti occasionali erano di propriet di colui che li aveva fatti, quelli derivanti da guerra erano invece in comune e ci si oppone a quanto accadeva a Roma. Il patrimonio ereditario poteva esser alienato solo per la necessit e con il consenso di tutti, altrimenti si tramandava per le generazioni. Ci per Cortese porta ad unidea di propriet comunitaria dei beni, in un mondo dove la propriet privata comunque esisteva. Questo concetto facilmente conciliabile con lidea medievale di stringere comunit: Rotari ad es. testimonia il caso dei vicini proprietari terrieri che facevano una fabula(patto) che sembrava esser uno statuto e pu richiamare alla lontana i futuri comuni rurali. Obbligazioni tra i longobardi. Essi non avevano loro contratti veri e propri e utilizzavano quelli che la prassi romana gli presentava: compravendita, locazione, mutuo enfiteusi ecc. Oltre a ci avevano riti che producevano effetti obbligatori come la gairethinx archetipo della mancipatio(buono per ogni dimissio di beni e di persone in potestate) (come i romani: es. mancipatio). Esso stato definito contratto ereditario perch principalmente utilizzato per trasmettere il patrimonio mortis causa. Oltre alla thinx cera il launegild: essa appariva come la controprestazione simbolica atta a dare firmitas definitiva alla donazione rendendola irrevocabile. Ci era fatto per eliminare i ripensamenti dei donanti e quindi il flagello di atti alienativi di beni gi donati in precedenza oppure la doppia donazione. Un altro contratto per la storiografia formale obbligatorio la datio wadiae o wadatio. Lanalogia con vades e vadimonium sembra evidente quindi

probabilmente allinizio sembra che presso i longobardi fosse utilizzato come a roma per garantire la comparsa in giudizio. In questo caso il soggetto debitore consegnava al creditore un wadia a mo di pegno. In epoca avanzata esso sar un bastoncello e questo sarebbe poi dovuto esser riscattato consegnando ci ad un intermediario- garante, il fideiussor. Questo soggetto rappresenta un problema in quanto a volte lo si vede incaricato di eseguire una giustizia privata verso il debitore insolvente(pigneratio: prima solo su beni mobili, poi anche su quelli immobili, altre volte egli stesso soggetto a questa possibilit in quanto legato in solido col debitore. In pratica il fideiussor cadeva in servit se il debitore era insolvente e pagando poteva riscattarsi. Anche lanticresi continu a resistere anke se la chiesa la osteggiava perch diceva che si poteva usare per nascondere la corresponsione di interessi sul capitale. La wadia divent una garanzia dellosservanza di negozi pi vari per attribuire a questi la firmitas che era la vera efficacia del contratto. Essa poteva diventare oggetto di un giudizio e il creditore sfidava il debitore a giurare che la promessa wadiata era unaltra rispetto a quella che il creditore diceva. Se non si affrontava il processo , si andava a duello. Processo longobardo(gare ludiche uguali x civile e penale) Lo scopo di esso era allontanare lincombente minaccia delle faide. Per questo motivo fu creato subito il duello tra campioni delle famiglie in lite: chi vinceva aveva soddisfazione. Questo istituto era stato adattato alla cristianit dicendo che era un giudizio di Dio. Ci faceva mutare lidea longobarda di gara ludica in un idea di giudizio etico-giuridico e inoltre lidea che gli dei intervenissero nei duelli per dare la vittoria a chi aveva ragione era pagana non cristiana. Listituto fu quindi criticato, specie da GundoBado e dai vescovi ovviamente. Fu riportato in auge in epoca carolingia. Oltre a ci unaltra forma di giudizio era far entrare limputato insieme a una schiera di soggetti che giuravano con lui(le leggi preferivano questo gioco ludico nelle cause socialmente pi importanti) Essi eran detti aidos e non erano testimoni perch giudicavano sullaffidabilit della persona, nn sui fatti. Se il convenuto non riusciva a dimostrare linnocenza, cera pigneratio privata. Successivamente nel processo cominci ad entrare anche la prova scritta: tracce se ne trovano gi in Rotari nella norma che consente di presentare in giudizio il documento di compravendita di una terra o di una casa per smentire il venditore che pretenda di non aver venduto il bene. CAP V- CHIESA, BISANZIO E CAROLINGI Fu la chiesa a far cadere limpero longobardo. Il crollo cominci quando i longobardi decisero di prendere lultima enclave bizantina in Italia: Ravenna, che occup. Ci venne deciso dal grande legislatore e principe Liutprando. Appariva chiaro per che la spedizione nn poteva fermarsi ai confini del ducato di Roma e sarebbe andata avanti fino ad essa. Tuttavia Liutprando appariva come un principe cristiano e non sembrava aver alcun desiderio di prendere Roma: la restituzione del castrum di Sutri sembr apparire conforme a ci. La Chiesa continu per a vederlo come una minaccia. Intanto a Costantinopoli si stava sviluppando liconoclastia: limperatore Leone III aveva cominciato la campagna contro questo fenomeno, emanando un decreto contro il culto delle immagini. In opposizione a ci insorse il patriarca, che si dimise e fu costretto a fuggire; anche loccidente allora in un sinodo romano condann liconoclastia. Limperatore si incazz colp la Roma nelle sue prerogative e nella borsa(tasse maggiori da rendite ecclesiastiche nellitalia bizantina, sottrazione di territori da chiesa a patriarca). Ci port allassassinio a Ravenna dellesarca Paolo(Bisanzio aveva riconquistato ravenna): il monarca invi allora in Italia un nuovo esarca con il compito di imporre liconoclastia riducendo Roma allobbedienza anche eliminando il pontefice. Gregorio II papa, tuttavia, pronunci parole distensive invocando fedelt al monarca, come il successore. I longobardi intanto con il nuovo capo Astolfo riconquistarono Ravennna nel 751. La paura ora non era solo di Roma ma anche di bisanzio: limperatore mand un messo al papa Stefano II perch questi si recasse da Astolfo per chiedergli di restituire Ravenna. Lentrata in scena dei Franchi.Dato che non gli diede ascolto, il papa si rivolse ai Franchi. Il nuovo re franco era Pipino il breve: il papa lo incontr nel 754 a Ponthion e il re prese limpegno di riconquistare tutto lesarcato restituendolo poi allo Stato bizantino. Il papa poi continu il proprio soggiorno l rafforzando il legame con i Franchi: impart uningiunzione regia a Pipino, Carlo e Carlomanno. Furono unti cm re e patrizi nella cerimonia di Saint Denis Ci comprensibile nel senso che il titolo di patritii romanorum in occidente designava gli esarchi e quindi si presume che Stefano volesse fare di Pipino e figli i nuovi esarchi. Tuttavia Pipino gi era stato fatto re 3 anni prima: questa unctio quindi si spiega meglio forse nellidea papale di

elevare lEsarcato a regno. Nacque nellidea del papa di sostituire i Franchi, potenti e fedeli, ai bizantini incapaci sul piano militare e inaffidabili su quello religioso. Questo sentimento si dimostra nel fatto che il nuovo papa Paolo I invece che annunciare, come di prassi, la sua nomina allesarcato, la annunci a Pipino subito. Nello stesso anno Pipino cambi radicalmente la precedente decisione e promise Esarcato, Venezia, Istria, Emilia, Tuscia e Corsica non allimpero ma alla Chiesa(Promissio Carisiaca). Questa promessa fu fatta a voce al Papa, che era l presente e che chiaramente si prefigurava un dominio peculiare di S. Pietro. La donazione non fu mai completa, ma dopo la vittoria franca contro Astolfo e Bisanzio nel 756 i Franchi diedero a Roma Esarcato, Emilia e Pentapoli sottratte ai longobardi. Anni dopo quando il re era Carlo Magno, papa Adriano I si spinse a configurare la promissio carisiaca come istitutiva di un patriziato della Chiesa parallelo a quello conferito al re dei franchi(concetto di un doppio regno sullo stesso territorio). Infine Bisanzio: essa era sicuramente preoccupata e invi una delegazione in Gallia a cui si aggiunse anche un ecclesiastico romano. Adriano giocava sullambiguit: da una parte di dichiarava fedele suddito dellimperatore dando a questi il capo del partito filo longobardo a Roma perch il monarca potesse giudicarlo, ma dallaltra parte si defin titolare della giurisdizione sul territorio cominciando fra laltro a coniare monete. Constitutum Costantini(donazione di Costantino). Esso rappresenta il pi celebre falso medievale che allinzio del duecento servir a corroborare le pretese ierocratiche della Chiesa. Esso fu introdotto nei Decretali pseudo-Isidoriane. Nel documento si avverte la forte atmosfera romana intravedendosi anche la Promissio Carisiaca alla quale la Chiesa nellVIII sec ancora credeva. Addirittura Adriano I per farsi dare i territori della promessa scrisse a Carlo Magno della possibilit di poter esser insignito del titolo di novello Costantino. Ad ogni modo il contenuto del Constitutum Costantini appariva molto pi grande della Promissio carisiaca: comprendeva il Palazzo Lateranense, la citt di Roma, genericamente le provincie dItalia(ossia esarcato e pentapoli ke la Chiesa non aveva restituito a Costantino V imperatore), tutte le regioni occidentali, la corona e le vesti imperiali al papa, diritto di creare consoli e patrizi, e infine che la capitale era a Costantinopoli perch limperatore non voleva dare fastidio al papa a Roma. Il falsario non era per un visionario: alla base cera il tentativo di legittimare il dominium peculiare Petri che la promissio aveva alimentato e che portava al tradimento dellImpero. Lincoronazione di Carlo Magno. Il papa Leone III, quando lo nomin imperatore nella notte di Natale dell800, aveva senza dubbio il progetto di trasferirlo a Roma, profittando del fatto che il trono bizantino era considerato vacante perch illegittimamente occupato dallusurpatrice Irene. La decisione del papa di volere quindi ricreare un impero romano dOccidente non venne li per li, ma era unidea che balenava da tempo e ne aveva gi discusso in concilio giorni prima: egli aveva subito accuse di adulterio e spergiuro lanno prima e quellatto cos straordinario poteva apparire il modo per uscire da un periodo per lui di grandi umiliazioni. Il rito per lincoronazione dellimperatore in S.Pietro fu quello praticato da secoli in Oriente, in cui il papa si prostrava nella proscrinesi(infatti le fonti ecclesiastiche non ne parlano). Il biografo di Carlo disse che questi si sarebbe detto pentito di aver assunto il titolo imperiale, per Cortese forse perch gli diede fastidio esser consacrato dal Papa perch ci lo avrebbe messo nelle mani del papa. Tuttavia giudicando i successivi rapporti sembra che avvenne esattamente il contrario. Comunque sembra che Carlo si comport da buon successore di Giustiniano: un placito tenuto da Carlo a Bologna fu verbalizzando chiamando limperatore Romanum gubernans Imperium, formula cara a Giustiniano che divenne lintitolazione ufficiale di tutti i suoi placiti e scritti privati, servendosi di ci anke dopo(almeno 4 anni dp) la pax di Aquisgrana con cui Carlo restituiva a Bisanzio il titolo di imperatore dei romani. Per la Chiesa era probabilmente un successo: il trono era tornato a Roma e ci era la renovatio di un favoloso mondo che rievocava antichit: Roma caput mundi. Rapporti con Bisanzio. Per quietare questa situazione le diplomazie avanzarono lidea di far sposare Carlo e lusurpatrice Irene, la quale aveva anke mandato segnali distensivi.Ci tuttavia non avvenne, Irene fu deposta e il successore Niceforo altern buoni e cattivi rapporti con Carlo fino all812 quando Carlo rinunci appunto a favore di Bisanzio del titolo di imperatore romano ad Aquisgrana e gli emissari di Costantinopoli lo chiamarono Basileus(dei Franchi). Carlo di ci probabilmente fu anche contento in quanto a una monarchia romana poco amata ne preferiva una barbarica pi adatta a lui. Questo cambiamento gener il fatto che nell813 il figlio Ludovico il Pio fu incoronato da Carlo e non dal papa, questo perch lintervento del papa non era necessario per creare un imperatore germanico e non romano. In punto di morte

inoltre Carlo fece sostiuire sul simbolo la scritta Renovatio Imperii Romani con le parole Renovatio Regni Francorum. La Chiesa dopo la pace di Aquisgrana. Essa continu a pensare che dal 25 dicembre 800 lImpero romano fosse stato trasferito definitivamente nelle mani di monarchi occidentali e non orientali. Riusc a far accettare ci a tutto loccidente. La Chiesa poi considerava limpero sacro perch cera stata lunctio con il sacro crisma e distingueva limpero dagli altri regni perch era universale. Cera quindi la volont(in opposizione a Gelasio) di ridurre a unit il multiforme universo romano, integrando il potere temporale e quello religioso. CAP VI- LIMPERO CAROLINGIO 1) La riforma della Chiesa Capitolari.Le norme adottate sotto il periodo carolingio sono definite capitolari in quanto non erano mai comandi singoli bens norme pi o meno lunghe e non sempre omogenee fatte di brevi capitoli. In questo modo scompaiono le parole edictum, decretum, decretio, praeceptio che venivano dallantichit romana. Essi comunque come gli editti si considerano emanati dalla volont del re. Dopo Carlo i capitularia cominciarono a specializzarsi in: capitularia ecclesiastica(provvedimenti relativi al clero), mundana(del mondo laico),misso rum(istruzioni x i missii dominici), legibus addita(per modificare le leggi ancestrali). Capitularia ecclesiastica. Essi riflettono uno dei temi pi importanti del periodo: quello del rapporto tra Chiesa e regno. Ve ne furono molti: quindi i sovrani avevano molto a cuore lidea di assicurare alla Chiesa una vita ordinata. La Chiesa poi era in una profonda fase di decadenza: la gerarchia andava in pezzi, clero ignorante, corruzione. I carolingi si erano accorti dei problemi e la Chiesa accoglieva le interferenze spesso chiedendole anche dentro i concili. Queste leggi quindi erano importanti per riparare usurpazioni, iniquit ed erano il miglior mezzo per attuare i desideri dei sinodi regionali. Con la progressiva perdita di potere della dinastia tuttavia, il potere fu acquistato dallaristocrazia che riusc a impedire lemanazione di questi capitolari(episodio storico quello della dieta di Compigne del 823). Quindi la dieta comincia a non esser pi il luogo di ratifica delle decisioni del re, bens il luogo in cui si discutono tali norme: i capitolari si feudalizzano come i centri del potere. Fenomeno delle falsificazioni. Questo fenomeno dilag misteriosamente in oscuri ambienti ecclesiastici francesi: ci gett sul mercato un numero di capitolari pi o meno alterati. Sicuramente la pi riuscita e importante fu quella delle Decretali Pseudo- Isidoriane. Il nome di Isidoro compare nella prefazione: egli si definisce peccator e mercator e rivolge al lettore la sua ansia per la verit e dicendo che 80 vescovi lo hanno sollecitato ala compilazione. La falsificazione va intesa nel senso di unabile mosaico di pezzi carpiti da tradizioni ecclesiastiche e laiche per lo pi ritoccati e definiti di nuova paternit. La ratio della raccolta desumibile dalla sua insistenza sul tema dellautonomia dei vescovi e della loro pari dignit. La falsificazione va contro la feudalizzazione della chiesa transalpina: un mondo ecclesiastico ch si stava gerarchizzando dal primate ai semplici frati. Tuttavia a parte ci lo Pseudo- Isidoro con la Donazione di Costantino consegna anche ai posteri un contributo straordinario per le mire gregoriane di affrancare la Chiesa dallImpero. Lobiettivo era quindi riportare la chiesa alla purezza dello stato di grazia originario. 2) Le leggi popolari e la personalit del diritto Leggi popolari. Esse non vennero trascurate dal monarca e anzi alcuni cronisti dicono che egli ne cur le redazioni: viene quindi prepotentemente fuori il fatto che let carolingia abbia voluto riattivare il vecchio circuito bipolare composto dallo ius vetus(le tradizioni popolari) e lo ius novum(i capitolari). Gli annali di Lorsch raccontano proprio di queste grandi assemblee di ecclesiastici e laici: davanti a questultimi cio duchi, conti veniva affrontato il problema delle leggi popolari e Carlo le faceva legger pubblicamente emendandole e mettendole per scritto per assicurare giustizia a ricchi e poveri. Carlo poi sicuramente cur le revisioni della Lex Salica emendata(che modificava un testo curato da suo padre Pipino) e la Karolina.

Capitularia legibus addenda. Essi si configurano come la forza di attrazione nella sfera legislativa del sovrano anche delle antiche leggi popolari, sottolineando lunit dei quellord generale dellImpero in parte decentrato ma sempre controllollato alla fine da un potere centrale. E bene sottolineare che per questi non si volle alcun consenso popolare. Era per unepoca difficile per uniformare il diritto a quello salico in quanto vi erano una moltitudine di diritti e uniformarli sotto quello salico appariva difficile. Davanti a ci il rimedio che propone Agobardo vescovo di Lione che il sovrano imponga a tutti la legge franca appare illusorio e ingenuo. Si vengono allora a inserire negli strumenti notarili le professionnes iuris: un contratto veniva stipulato sulla base di una certa legge che le parti sceglievano per la loro natio cio la nascita che li aveva radicati in un certo gruppo etnico. Si entra nellepoca della personalit della legge allora, non pi universalit: entriamo nel medioevo. Ci in Italia nn si era trovato sotto i Longobardi in quanto fu male interpretato il cap 91 del de scribis di Liutprando, sostenendo che egli dicesse che le parti contraenti potevano scegliere la legge da rispettare, mentre linterpretazione giusta era che le parti potevano rinunciare ai loro diritti soggettivi a patto di non ledere la controparte. Capitolare italicum. Esso un capitolarium legibus addenda con cui Carlo cerc di dare una patina salica allord longobardo radicato in Italia. In esso si distinguono le materie in cui si sarebbe usata la personalit del diritto e le materie in cui si sarebbe usata la legge comune aggiunta da Carlo negli editti. La raccolta fu usata forse fino allanno 1000. 3) Collezioni di diritto romano(carolingia e post carolingia) Nei due secoli della dominazione longobarda le fonti giustinianee originali subirono duri colpi. I testi giustinianei dovevano esser diventati praticamente irreperibili e lultima effettiva applicazione del Digesto databile nel 603 a soli 50 anni dalla Pragmatica sanctio promulgato x lItalia. Riguardo invece al codice, probabilmente esso era stato scorciato mettendo in circolazione un Epitome Codicis da cui furono estromessi gli ultimi 3 libri. Questa epitome per appare cm un fantasma. Riguardo alle novelle lAuthenticum ancora comparve a Rotari ma poi scomparve, mentre rimase in vita lEpitome Iuliani molto cara alla Chiesa Rilancio delle fonti giustinianee originiali. Il clima della renovatio Imperii a Roma gener una fervente compilazione in ambito ecclesiale di antologie di testi in forma originale in un clima di restaurazione dellantico. La pi importante la Lex Romana canonice compta il cui autore ignoto(forse Mor monaco del monastero di Bobbio) utilizz molto lEpitome Iuliani, poco il codice e le istituzioni. Una parte dei capitoli di questopera ricomparve anni dopo nella collezione canonica Collectio Anselmo dedicata dedicata ad anselmo vescovo di Milano nell883. Quei capitoli compaiono in mezzo a decretali e canoni. Il Fournier ha sostenuto che queste due opere avessero una fonte comune e quindi unipotesi possibile che nellepoca della rinnovazione dellimpero si sia forse fatta una grande antologia di dir romano sotto il titolo di Lex Romana. Ci sarebbe confermato anche da un aneddoto in cui Carlo dice a un messo che gli chiedeva notizie su certe tasse di consultare la legge romana. Summa Perusina. Esso un testo del Codice incompleto e trasformato che comparve per qualche tempo nellitalia centrale. Si sa che i giudici del territorio romani tra il 999 e il 1014 lo applicarono al posto delle costituzioni genuine del codice. La rozzezza delle trasformazioni ci danno comunque un dato interessante: la sostituzione di scriptum al posto di stipulatio che fa pensare che lantica forma obbligatoria romana si fosse tramutata in un contratto scritto. Il quadro europeo giuridico appare allora diviso in 2 tronconi: in Italia ancora Giustiniano, nelle regioni transalpine diritto teodosiano anke perch la Chiesa ha continuato a usare la lex romana wisigothorum.Tuttavia il breviario di Alarico sarebbe comunque giunto in Italia(ma non composto in Italia) sottoforma di un testo chiamato per Lex romana Raetica Curiensis. Anche in Italia meridionale dettami di diritto visigotico sarebbe giunto mediante la Collezione Gaudenziana, il cui contenuto apparte attribuito a Giustiniano che per si sarebbe avvalso in base allinscriptio di sacerdoti e vescovi romani imitando lassenso di sacerdoti/vescovi celebrato da Alarico II per comporre il suo breviario. La seconda parte di questopera raccogli 159 cap della legge visigotica, la prima parte romana. CAP VII- ALLE ORIGINI DEL FEUDO

CI si chiedeva cosa potesse essere: Andrea dIsernia diceva che probabilmente era un nomen novum, ma dal 1500 con lumanesimo che attizzava il suo gusto per la storia venne di moda mettere in discussione con argomenti eruditi il problema delle origini del feudo. Esso un istituto medievale che per designa delle strutture che potremmo poi ritrovare in altri momenti della storia certamente non medievali in quanto pi lo stato centrale assente pi le societ si organizzano in maniera feudale(es. i picciotti che giurano di obbedire agli ordini del mafioso) riconoscendo obblighi e doveri naturali che diventano reali. Quindi il concetto di stato si contrappone a quello di feudo: dove c uno normalmente non c laltro: questa unopinione del prof Conte. Tre elementi dovevano esser alla base della concezione di feudo(questo solo dopo il 1000 ma i 3 elementi gi esistevano singolarmente prima.

Un rapporto personale ossia il vassallaggio tra signore e un suo subordinato(elemento germanista personale) Concessione patrimoniale ispirata a benevolenza ma di fatto una remunerazione di servizi(beneficium) che si ricava da prassi ecclesiastiche(elemento ecclesiastico reale) Limmunitas ossia un privilegio formale proprio delle terre fiscali e dei latifondi imperiali(elemento della romanit pubblicistico)

Conte critica la visione meccanica dei 3 elementi definiti come germanista, ecclesiastico e romanit matrici del dir medievale: per Conte anche difficile dire quale sia la branca riservata ai 3 elementi, quindi questa visione degli storici del diritto non gli piace pur mantenendo la distinzione dei 3 elementi. Rapporto personale. Il suo primo contenuto era nella fidelitas che il vassallo doveva prestare al suo signore. Questo elemento per non nuovo, ma trova una forte tradizione nel passato a partire dal giuramento (un rito cn cui si stabilisce una relazione stabile tra un superiore e un inferiore. Il sacramentum o commendatio cambia lo stato di un soggetto e appare come un negozio a effetti reali in quanto in capo al soggetto si formano degli obblighi che provengono dallo status: obblighi verso il signore:accorrere in sua difficolt, nascita di un esercito vassallatico di fedelt rikiesto da imperatore ai funzionari a Bisanzio: non quindi di origine germanica. La fedelt si caratterizza come fedelt generale quando tutti la prestano al re e da ci deriva che il concetto di reato vuol dire violare quella fedelt quindi il delinquente perseguito non perch ha fatto delitto ma perch si reso infedele al re. Fidelitas(che quindi il contenuto del rapporto) specifica:

1) Vassallaggio(per costruire un esercito creando piramide medievale) Questo termine forse deriva
da gwas che in celtico vuol dire uomo. Compare in Gallia nellVIII sec dove il re tiene alcuni vassi(servitori) a palazzo altri li manda fuori ad amministrare. Son quindi servitori di re e potenti quindi le loro mansioni acquistano un qualcosa di onorifico. Il vassallo, legato da questo rapporto quasi indissolubile col signore, se ne pu liberare per un capitolare dell816 quando il signore abbia preteso ingiustamente servizi non previsti, quando abbia congiurato e se non labbia difeso(questultimo sl se cera commendatio)

2) Commendatio. Essa era praticata gi da secoli(nei visigoti, nellEditto di Teoderico a proposito


dellassunzione dei bnel patrocinium di potenti) e i Longobardi lavevano attinta dagli usi volgari. Teodorico aveva condannato il patrocinium, ma nello stesso editto aveva parlato della commendatio usata sempre in ambito militare in quanto i generali del periodo si potevano fare dei piccoli eserciti di buccellari che entravano mediante questo rito in cui linferiore inginocchiandosi metteva le mani in quelle del signore(esempio seguito dal vassallo) Scalate gerarchiche dei primi vassalli. I vassalli ke ne 792-793 erano chiamati servi essendo costantemente onorati di beneficia e ministeria progredirono nella scala delle gerarchie. Il beneficio era chiaramente connesso con un servizio e per il vassallo svolgerlo per il Signore equivaleva a legarsi ad un ambiente prestigioso. Il beneficio inizialmente pi remunerato fu quello militare: grazie ai benefici Carlo Martello

avrebbe potuto costituire un esercito di vassalli di cavalleria pesante per sconfiggere gli arabi nella storia battaglia di Poitiers(ci per non sembra vero, fu la fanteria a far vincere, quindi non nasce qui quel concetto). Comunque successivamente lesercito carolingio in questo modo diventer il pi potente dEuropa. Si us allinizio dare terre ai combattenti sotto forma di precaria cio la forma di concessione agraria usata dalla Chiesa. Fu scelto ci perch le terre scelte per queste assegnazioni erano la maggior parte ecclesiastiche ed erano equiparate ai beni fiscali in quanto la chiesa era istituzione pubblica quindi avevano il vantaggio desser abbondanti. Beneficium(elemento reale). La nascita di questo elemento imputabile ai costi di un cavaliere: armature, cavalli, persone che ti aiutavano ecc. Quindi il cavaliere andava pagato e i carolingi pensarono di legare alla funzione militare lassegnazione di alcune terre fino a che cera fidelitas(unione elemento personale e reale). Il termine usato nel significato di atto benevolo ha comunque contenuti vari: si pensi al sovrano desideroso di premiare coloro che gli prestano fedelt e obsequium. Un carattere tuttavia peser sempre sul beneficium: il carattere aleatorio, oltre quello della temporaneit. Tutto ci era tratto dallesperienza ecclesiastica: le terre dei monaci non erano coltivate solo dai monaci, ma essi concedevano i terreni a qualche coltivatore laico su preghiera(precarie) di questultimo. Questo carattere dellalea impedisce la redazione di un documento notarile di concessione in quanto il documento produrrebbe firmitas et stabilitas. In questo modo il beneficio era spesso fonte di disordine e in certi casi truffatori potevano approfittare del beneficio temporaneo alienandolo a terzi e il re si indignava. Immunitas(elemento pubblcistico) Gli imperatori dotavano alcune terre di immunit: questo privilegio era concesso ai grandi latifondisti amici dellimperatore e ci portava al fatto che gli ufficiali imperiali non potevano entrare nelle terre immuni per es riscuotere tasse o fare azione di polizia.Il latifondista era quindi il giudice.Scoprire il gioco di questo elemento appare molto pi difficile. Si pu affermare che i beneficia conservassero lo status delle terre fiscali e della Chiesa su cui venivano costituiti le quali terre eran quasi sempre immuni, anke se non certificata la concessione a laici. Il contenuto dellimmunitas appare quello del formulario redatto dal monaco Marcollo: il divieto per gli ufficiali pubblici di esercitare giurisdizione, compiere atti preliminari o conseguenti a un giudizio e riscuotere ammende o tributi(autopragia: limmune decideva quanto pagare di tasse).. Ci avveniva spesso per attrarre lente ecclesiasiastico nella protezione del sovrano. Anche ci probabilmente costitu confusione specie verso le esazioni regie di censi e tributi. In questo modo nasce la signoria sulle cosa territorio e sulle persone che vi abitavano. Concessione della ereditariet dei feudi maggiori Un punto importante fu quando Carlo il Calvo che, attraversato da momenti di lotte familiari, convoc una dieta a Quierzy in cui chiese aiuto alla nobilt x difendere il trono promettendo allaristocrazia che nel caso che un conte(solo i conti)fosse morto il figlio sarebbe stato onorato(con questa tappa i benefici da aleatori diventano stabili: stabilizzazione dei benefici maggiori)Nello specifico se moriva un conte quando il figlio di questi si trovava al seguito del sovrano lamministrazione della contea sarebbe stata affidata a un consiglio di reggenza finch il figlio potesse avere gli onori(oltre alpe essi appaiono come concessioni terriere ma forse anche dignit e ufficio comitale). I conti non erano vassalli qualunque perch essi ricevano contee ke non son beneficia bens territori che essi governano in quanto ufficiali del re. Il termine feudo che appare sui documenti dal X seco. Inizialmente si pensava che questo termine potesse indicare grosso modo il beneficio cio il bene dato in concessione a titolo remuneratorio. La culla della parola feudo sarebbe stata rinvenuta in Italia e Francia meridionale(territori a influenza gotica) dalla parola gotica thiuth ke significa bonum(bene). A tolosa il termine feo indicava i beni avuti in donazione e restituiti in godimento. Quindi theo e feo ci fanno pensare che il feudo inizialmente fosse il beneficio e che fu trasmesso dalla lingua gotica al linguaggio giuridico della Chiesa. Ulteriore storia del termine feudo. Bisogna parlare del terribile popolo dei Magiari ke partendo dal Caucaso erano arrivati nello attuale Ungheria, cominciando una serie di incursioni europee tra l898 e il 955 che coinvolsero il centro europa ma anche lItalia in quanto arrivarono fino in Puglia. Ottone re di sassonia nel 955 li respinse in Ungheria e ci valse a Ottone la corona imperiale: salutato come nuovo Carlo, si ebbe la seconda renovatio imperii dopo il periodo di buio a seguito della morte dellultimo re franco Carlo il

Grosso, passando limpero in mano tedesca. La paura per gli ungari port al rafforzamento delle citt creando castelli consolidandosi quindi il potere nobiliare e quindi delle milizie cittadine Furono formate le prime formazioni di armati cittadini ke nel X e XI sec diveranno valvassori maggiori o capitanei o milites primi ordinis e vescovi/conti daranno loro beneficia. Si creeranno anche valvassori minori, anche essi retribuiti con benefici a mo di stipendio che potevano anche essere ponti, strade, cespiti fiscali. Nuovi tipi di feudi quindi anche se la terra rimane sempre il pi importante. Con Corrado II poi i benefici vengono poi trasferiti direttamente agli eredi di beneficiari: saldatura quindi vassallaggio e beneficium. La posizione verr poi contrattualizzata cn lenfiteusi.

CAP VII- IL DIR BIZANTINO E IL MEZZOGIORNO Bisanzio, nonostante la presenza dei germani, fu comunque presente sulla scena normativa mondiale specie con limperatore Leone III lEsaurico. Egli sconfisse gli arabi nel 719 i quali stavano x prendere Costantinopoli e poi come la regola della grandezza dei monarchi volle anche legiferare. Eclogh ton nmon. Essa la sua raccolta normativa che consta di un complesso di norme tratte da Istituzioni, Digesti, Codice e Novelle giustinianee intessute per di consuetudini bizantine. Lepoca di pubblicazione tra il 726 e il 741 in piena lotta per liconoclastia e quindi dello scontro Roma-Costantinopoli. Il codice breve(150 capitoletti) e la parte del leone la fa il diritto penale. Si trovano una gamma di crudelt ispirate al culto orientale per le mutilazioni. Tuttavia riguardo poi al diritto civile disciplina il matrimonio e il testo prevedeva la possibilit di concluderlo o con una scrittura notarile alla presenza di 3 testimoni oppure con una celebrazione tenuta in Chiesa o dinnanzi agli amici e questultima era specialmente per i meno abbienti(matrimonio inter amicos tipico della romanit che piaceva alla Chiesa per la facilit con cui poteva trasformarsi in rito religioso).Qualche cosa viene detta anche sullo scioglimento del matrimonio ma c confusione tra unidea di scioglimento del vincolo e separazione dei coniugi. Specificazione del matrimonio scritto. Esso era inteso pi a determinare conferimenti patrimoniali ke instaurare il vincolo personale. In questo modo i patrimoni delle due famiglie di origine erano equilibrati e convolati in un patrimonio familiare del nuovo gruppo domestico. Gli apporti dei coniugi erano comunque diseguali in quanto la dote doveva esser superiore al contributo del marito(lipobolo).La prassi per voleva una parificazione delle donazioni. Nella prima met del X sec a questo poi si aggiunger il theoretron che appare un po come la contrifigura maskile del pretium virginitatis ossia il dono del mattino germanico. I meno abbienti chiaramente non davano doni: il regime era quindi quello della comunione dei beni a cui ovviamente erano esclusi i beni futuri. Successivamente questo regime fu comunque adottato anche dai pi ricchi. Equilibrio uomo-donna sul piano dei rapporti personali. La vecchia patria potestas oramai esercitata sl fu minorenni solo per intenti protettivi non sembra pi esclusiva del marito. Se uno dei due coniugi muore il superstite(uomo o donna) acquista lamministrazione di tutto il patrimonio fino alla maggiore et dei figli. Riguardo alle successioni mortis causa in quelle legittime se mancano i figli i genitori del de cuius son preferiti ai fratelli, mentre il testamento sia scritto che orale ed ha come unico requisito la presenza di testimoni e la diseredazione pu esser fatta solo per giusta causa. Lecloga non lo scrive ma tuttavia abbastanza palese che accettasse lidea che le figlie maritate e dotate non concorressero alla successione del dotante. Lecogla sui contratti. Essa prende in considerazione tutti i contratti pi usuali(donazione, vendita, deposito, enfiteusi, locazione, transazione) mentre non cita la stipulatio, quindi questo rito orale era probabilmente scomparso. In generale per nei contratti soprascritti, specie per la donazione, la scrittura presentata come facoltativa mentre laccento posto sui testimoni richiesti solo a fine probatoria nel numero di 5 testimoni. Raccoltine di norme speciali in quellepoca. La prima una legge agraria la Nmos gheorghiks la quale esibisce condanne contro i furti, negligenze dei pastori, incendi, danni causati dal bestiame. La seconda

invece il Nmos Rhodon nautiks che un codicetto sulla navigazione ed fatta da una cinquantina di capitoli tolti dal Digesto e dal Codice, norme consuetudinarie e regole nautiche. Una terza legge il Nmos stratiotiks ke raccoglie norme di diritto penale militare avendo reati come sedizione, ammutinamento, tumulto, disobbedienza, fuga..ecc. Storia: vicende nellItalia meridionale. Nell846 i saraceni giunsero alle porte di Roma saccheggiando S.Paolo. Fu dichiarata guerra agli infedeli e Ludovico II figlio dellimperatore Lotario si mise a capo di un esercito scendendo nel Mezzogiorno. Era tuttavia impossibile prendere Bari e Taranto senza blocchi navali e per questo fu necessario cercare unalleanza con la potenza marittima bizantina. Questo fu trovato con limperatore doriente Basilio I e Bari fu presa. Ci per non gener un vantaggio a Lodovico in quanto i principi longobardi del Sud giurarono fedelt a Bisanzio e non ai carolingi. Novit normative di Basilio. Egli aveva un proposito normativo di voler creare una Purificazione delle leggi antiche(Anactharsis)con una raccolta di materiale giustinianeo. Limpresa fu portata avanti ma mai compiuta. Egli pubblic sotto il suo governo 2 sillogi: la prima di esse fu la Legge manuale unopera divisa in 40 titoli che intendeva dare un prontuario di norme nelle materie pi frequenti. Basilio dichiarava di rifarsi a Giustiniano(specie quando rimette in luce la patria potest) ignorando per ad es il testo originale delle Istituzioni e utilizzando la Parafrasi attribuita a Teofilo, attingendo poi allecogla isaurica anche se in realt diceva di disprezzarla. Inoltre al suo interno si proclamava lo stato avanzato di composizione della Purificazione delle. La seconda opera fu la Ripetizione delle leggi divisa anche essa in 40 titoli in cui si avvertiva un riferimento alla prima opera con comunque qualche debito verso lEcogla. Allinterno si trova una descrizione degli status dellimperatore. Basilici. Questopera fu completata dal figlio Leone VI il Saggio che sicuramente raccolse in questopera una parte del materiale dellAnacatarsi. Questa collezione conteneva 60 libri, quindi 20 in pi dellanacatarsi. In questopera il ritorno a Giustiniano comp un balzo in avanti, in quanto ci furono richiami a codice, digesto, novelle, poco dalle istituzioni. Questo testo fu la maggiore opera legislativa medievale. Il fatto che fosse in greco certamente agevol la diffusione. C una sapiente commistione tra scienza antica e contaminazioni moderni risalenti alla Legge manuale. Questopera fu oggetto di importante interpretazione scientifica in quanto si compilarono scholia gi prima dellanno mille. Tuttavia la legge isaurica e quelle di Basilio I continuavano a vivere quindi i Basilici si mettevano accanto a loro x integrarle, senza per nulla sostituirle. Ritorno ai due piani romanistici: uno per dare le norme volgari essenziali alla pratica corrente, laltro per configurare un pi ristretto diritto comune sussidiario. Epitome marciana. Essa una opera composta nel mezzogiorno con leggi e strumenti giuridici in uso agli avvocati tra il X e XIII sec.

CAPITOLO IX- ASPETTI DELLA PRASSI Notaio. Egli appare un soggetto non simile a quello di oggi cio un soggetto a cui lo stato assicura la publica fides dei suoi documenti. Tuttavia un qualcosa di pubblico lo aveva in quanto a volte viene citato come notarius publicus e ci potrebbe significare o che era un dipendente di palazzo capace di provvedere gli atti ke scriveva di una certe credibilit oppure che ci significasse vedere un privato che usava esplicare la propria attivit pubblicamente. Firmitas. Essa assumeva tanti significati tra cui quelli della irrevocabilit e inattaccabilit dellatto e del suo contenuto. Nel mondo medievale il documento stesso si chiamer firmitas assumendo quindi il nome dalleffetto che conseguiva. La firmitas era generata dalla sottoscrizione delle parti (anche oggi si parla di firma) e lultima face di efficacia della firmitas stava nellassicurare linattaccabilit in giudizio sia degli assetti dinteressi che il documento conteneva sia del documento stesso. Brunner un secolo fa ha dato oltre questo valore probatorio alla firmitas anche un valore costitutivo facendo di essa quindi forma idonea a generare obbligazioni e trasferire beni. Questa tesi nasce dalla riforma leoniana che avrebbe fatto venire meno il contratto orale. Il Brandileone contesta ci per dicendo che permaneva il contratto orale e quindi la firmitas andasse intesa nel senso di prova in giudizio sebbene latto diveniva obbligatorio

quando cera la firmitas: ma questa coincidenza non comporta il presupposto logico che il documento fosse produttivo di obbligazione come causa che genera leffetto. La firmitas allora con valore probatorio sembra vincere. Problema del concreto possesso della terra. Durante il 1800 si messo in luce la Gewere germanica ci un istituto che avrebbe designato il mero legame materiale delluomo con la terra fuori da qualificazioni giuridiche. In pratica essa si configurerebbe come una tutela giurisdizionale riservata al proprietario o allusufruttuario o al concessionario o al beneficiario. Lequivalente latino di questo termine il termine investitura. Questo ultimo termine il solo che appare in Italia e per Oberto autore dei Libri feudorum essa molto simile allenfiteusi, al livello e alla precaria ma con la differenza che linvestitura vede la consegna di una bacchetta o di un altro oggetto che si tenga in mano e questo un requisito indispensabile. Sistema agrario. Esso si configura come un sistema curtense: la struttura tipica era esemplata su quella del latifondo romano tardo-antico e prevedeva un comprensorio centrale sfruttato direttamente dal padrone con mano dopera servile e una costellazione di fondi detti mansi dati in concessione con la contropartita di censi in moneta o in natura e di una serie di prestazioni di lavoro. I contratti agrari si instauravano secondo il modello dellenfiteusi quindi del miglioramento del fondo. Le terre della Chiesa erano solo concessi in quanto inalienabili. Oltre ci vennero introdotti i contratti di livello: furono evocati da Liutprando per lo scopo di obbligare i proprietari terrieri a unazione di polizia. Convenientiae. Essi son accordi che rientrano tra i contratti agrari usando la forma del livello. La storiografia ha paragonato convenientia con stantia che appare come un atto dotato di efficacia obbligatoria. Essa deve esser compiuta davanti a uomini liberi quindi alla presenza di testimoni i quali son necessari perch laccordo divenga contratto formale. CAPITOLO X- DOPO LANNO MILLE Ottone I, sassone, come detto divent imperatore e un vento di germanizzazione sembr abbattersi sullItalia ma ci dur poco in quanto Ottone decise di unire il figlio in matrimonio a una principessa bizantina. Il nipote di Ottone I poi Ottone III soggiorn a Roma, se ne dichiar affascinato e pass alla storia come restauratore della tradizione imperiale, anche se in realt non riavvi il rilancio del diritto romano. Dopo la sua morte tuttavia ci fu un restauro di tutti quei diritti sovrani che nello sfacelo postcarolingio lImpero aveva perduto: diritti esclusivi su ogni bene della corona e demaniale, su feudi maggiori, su nomina degli alti magistrati, sul conio della moneta ecc. Tutta questa restaurazione non poteva per non scontrarsi con la Chiesa che non sembrava accettare la costante superiorit imperiale. Guerra tra Impero e Chiesa. La Chiesa vedeva molto male la tradizione imperiale di far eleggere pontefici e nominare vescovi. Una riscossa per la Chiesa fu data dalla diffusione capillare dellordine benedettino: in Francia ci si diffuse mediante lordine di Cluny che rispondeva alla regola benedettina e che allinterno prevedeva disciplina e obbedienza diretta al pontefice romano. Inoltre alcuni monaci si formarono anche negli eremi: un caso celebre quello del futuro cardinale Pier Damiani a cui il futuro Gregorio VII chiese di redigere una raccolta normativa canonica con lunico tema dei poteri del pontefice: il Dictatus papae. Decreto di Burcardo. Esso fu composto dal vescovo di Worms Burcardo che molto vicino allimperatore Enrico II compose quella che appare la vera e propria nuova collezione canonica del nuovo millennio. In esso si presenta la Chiesa secondo la concezione imperiale di stampo Costantiniano(quindi a sfavore della Chiesa) ma dispose che i poteri secolari non potevano disporre liberamente dei beni delle chiese, sottoline lautonomia dei vescovi. Nuovi obiettivi della Chiesa. Essi apparvero grandemente a met del secolo in cui si vide chiaramente lesaltazione del primato del papa, la sua preminenza sui poteri temporali, conferma del celibato per i preti, lotta contro la simonia(vendita dei beni sacri), rivendicazione di giurisdizione ecclesiastica, processo senza pi ordalie e duelli e disegno preciso dei sacramenti, in opposizione concubinato(prete che fa figli con la concubina)

Collezione in 74 titoli. Il Fournier imputa questa collezione al monaco benedettino Umberto sotto il pontificato di Leone IX. Oggi si dubita sia della datazione che della paternit e inoltre questopera apparte molto moderata il che poco si lega con lintransigenza della Chiesa di quel periodo. Dictatus papae. Parliamo pi approfonditamente di questopera: essa un lapidario complesso di 27 brevi proposizioni rivolte ad esaltare la dignit e i poteri del papa. Allinterno si trovano proposizioni secche e lapidarie. Vi scritto che ogni norma canonica deve esser approvata dal papa e che lui ha la giurisdizione delle cause maggiori e che nessuno ha il diritto di giudicarlo. Egli solo pu convocare un concilio e a lui spetta la ratifica dei lavori. Nei rapporti con lImpero ci sono clamorose novit: tutti i principi della terra devono baciare il piede del papa, nessun contatto si deve aver con gli scomunicati del pontefice e questi pu sciogliere i sudditi dal giuramento del re e deporre i re stessi. Quindi questo senza dubbio il chiaro segnale della riforma ecclesiale in una situazione di forte accentramento. Collezione del vescovo Anselmo di Lucca. Essa la collezione in cui c la maggior parte dellinsegnamento di Gregorio VII. Composta in 74 titoli, pi accesa nel sottolineare che il primato del pontefice su tutta la gerarchia ecclesiastica e sui concili e insiste sul primato dellevangelico Tu es Petrus di Cristo per mettere il papa sopra qualsiasi contestazione terrena. Ivo di Chartes. Egli appare sulla scena dopo la morte di Gregorio VII nel 1085 e si presenta come autore del Decretum, la Panormia(sl questa appare accertata) e la Tripartita. Tuttavia anche gli altri due libri, se nn scritti dal grande vescovo, appaiono vicino alla sua idea , in quanto esprimono opinioni pi pacate rispetto a Gregorio VII dando pi spazio a Burcardo di Worms e il diritto romano(specie con il Digesto e quindi torna alla luce la pi alta scienza giuridica della storia che il segno per la nascita di una nuova scienza) entra pi prepotentemente ridimensionando la figura dellassolutismo papale. In questo periodo di moderazione trovano comunque luogo anche raccolte riformistiche come la collezione di Farfa che un esempio di resistenza al movimento innovatore gregoriano. Britannica. Questa collezione chiamata cos perch si trova al British museum: contiene 93 frammenti del Digesto indicando di ciascuno il libro e il titolo in cui contenuto. Essa offre redazioni divergenti rispetto a quella dell lettera Pisano/fiorentina o della tradizione vulgata che sembravano le tradizioni attestate in occidente. Caso di applicazione del Digesto. Esso venne fatto sotto lepoca di Beatrice madre della gran contessa Matilde. Ella, che rispetto ai predecessori favoriva i conventi, ribalt una decisione dei predecessori relativa a dei beni che il convento di S.Michele reclamava in quanto donati dal marchese Ugo di Toscana ma ora in mano a dei fideles dei canossiani ossia i fedeli di Matilde di Canossa e che precedentemente non erano stati riconsegnati al convento per decisione imperiale, utilizzando un passo inconsueto del Digesto in cui si parla di restituito ad integrum nel caso in cui il soggetto non avesse giudici a cui poter ricorrere: questo era il caso pratico, in quanto era scattata precedentemente una prescrizione. Defensio Henrici IV Regis. Essa una raccolta databile intorno al 1084 attribuita a un certo Pietro Crasso uno scrittore cesarista fidelis di un sovrano assolutamente incerto. Lautore ha sicuramente una cultura teologico-canonista ma anche una discreta conoscenza del dir romano citando molto del Codice, poco delle istituzioni e una volta richiama Digesto e Epitome Iuliani. Lopera da collocare in quellambiente ravennate dipinto come di stretta obbedienza imperiale dominato dallarcivescovo Ghiberto. Grandi falsificazioni della cerchia ravennate. La prima lHadrianum cio la narrazione del soggiorno di Carlo Magno a Roma nel 774, dove egli insieme al papa Adriano avrebbe riunito un sinodo nel patriarchio lateranense con partecipazione di vescovi ma anche di giudici, clero e popolo romano. Tutti questi partecipanti avrebbero conferito a Carlo Magno il patriziato e il diritto di eleggere il pontefice e ordinando la Chiesa. Altre due opere, il Privilegium maius e il Privilegium minus son altre due falsificazioni attribuite allantipapa Leone VIII che avrebbe in queste due opere attribuoto a Ottone I le stesse disposizioni dellHadrianum. La prima delle due in particolare rikiama la lex regia mostrando di aver notizia delle Istituzioni. Conclusioni, Le iniziative culturali che muovono da ambienti riformisti gregoriani e da quelli conservatori cesaristi son soffusi da quelle aspirazioni religiose accese nel fervore delle lotte tra papi e principi di

vero fanatismo che costituiscono la caratteristica saliente dellintera societ del sec XI. Nella zona di Gaeta il Calsasso fu molto colpito da documenti in cui notai redigono donazioni e testamenti assicurandone la legittimit invocando lauctoritas ecclesiastica e la lex romana. Ci non sarebbe un qualcosa presente solo a Gaeta anzi probabilmente gi nel X sec in Provenza i lombardi si dichiaravano proprietari et canonico ordine et legibus. La gi vista Defensio Henrici IV Regis arriva a dare una descrizione teorica delle professioni di fede dellalto Medioevo quando sostiente che il Creatore ha dato alluomo 2 leggi, una per il tramite degli apostoli che ha indirizzato agli ecclesiastici, laltra per mezzo degli imperatori e re data ai laici. Ma la bont divina ha voluto che luna e laltra legge profittasse sia al clero che al popolo in modo che nessun negozio osasse violarla, creando quindi ununione tra leggi canoniche ed imperiali e ununione indissolubile tra spirituale e temporale. PARTE SECONDA- IL DIRITTO COMUNE. LE SCUOLE E SCIENZA CAP I-SCUOLE PREIRNERIANE DI DIRITTO La cultura allo sbocciare del nuovo millennio appariva in grande crescita.Stavano sensibilmente crescendo le arti liberali le quali trovavano anche delle scuole nelle citt in ripresa. Le arti liberali erano 7 e la prima descrizione di queste fu di Marziano Capella, un autore latino che aveva scritto una favola mitologica in cui comparivano 7 ancelle di Apollo in cui ognuna appunto significava unarte. Queste arti avevano una forte rilevanza pratica. Capella le divideva in 2 gruppi: il Trivium comprendeva le 3 arti chiamate sermocinales in quanto riguardanti i metodi della corretta e ornata espressione del pensiero nel discorso: la grammatica(si insegnava leggendo i classici latini), la dialettica(offriva elementi essenziali della logica aristotelica) e la retorica(essa in quanto arte del persuadere era cara agli oratori e ai giuristi e si leggeva ovviamente molto cicerone). Il secondo gruppo era il Quadrivium che comprendeva le 4 arti qualificate reales in quanto riguardavano fenomeni obiettivi fondati sul numero e sulla quantit e non sul funzionamento dellintelletto: laritmetica, la geometria, la musica e lastrologia. Questo era lo schema dellistruzione superiore anche nellalto Medioevo ed era unistruzione che si impartiva per superficialmente: anche Carlo Magno che era ignorante si accorgeva per di ci. Prese quindi Carlo seriamente questo problema curando la crescita culturale e circondandosi egli stesso di dotti, accadendo quello che gli storici chiamano Rinascenzacarolingia alla sua corte sbocciando un Rinascimento ante litteram sospinto da una fiammata di entusiasmo per la latinit. Ci fu una fervente produzione libraria e furono copiati molti testi antichi che vennero cos salvati. Limperatore Lotario nell825 vedendo che la dottrina italiana era in condizioni disastrose la defin estinta e promulg un capitolare ecclesiastico olonese rivolto verso una riforma della istruzione superiore chiaramente affidata al clero che aveva il monopolio della cultura. Pavia divent poi probabilmente un centro culturale agli inizi dellXI sec con una scuola di arti e una scuola professionale di diritto longobardo-franco(lord del Regno dItalia) rivolto alla formazione di giudici. Studi della scuola di Pavia. Essa studi gli editti Longobardi e il Capitolare italicum in una raccolta che il giurista Merkel chiam Liber Papiensis la cui forma definitiva non fu raggiunta quando i maestri cominciarono a insegnarlo bens alla fine del sec XI. Successivamente fu pubblicato un nuovo testo, la lex Longobarda o Lombarda che fu disposto in forma sistematica ad imitazione del codice giustinianeo distribuendo cio per materia in titoli e i titoli in 3 libri ed entr in vigore dal XII sec. Con levoluzione cambi anche il modo di approccio dei maestri pavesi ai testi: il primo approccio fu di natura esclusivamente pratica corredando i testi con formule, ancora molto primitive, x facilitare lattuazione delle norme nella pratica dei tribunali. Unaltra forma di evoluzione poi certamente portata dalla citazione di leggi longobardofranche e nella loro illustrazione con rade glosse di natura teorica in cui si leggono addirittura due citazioni romanistiche del Codice e dellEpitome Iuliani. Il Cartolarium rappresenta uno dei precoci scritti della scuola pavese relativo ai notai e alla redazione degli atti privati e, sebbene alcuni lo datino nel IX sec, fornisce comunque un quadro aggrovigliato di leggi germaniche, mettendo legge salica che si contrappone alla romana ma viene ignorata quella longobarda. Expositio ad Librum Papiensem. Esso il capolavoro della scuola di Pavia databile intorno alla fine del XI. Esso si tratta di un analitico commento tecnico alla raccolta fino a quelle leggi di Enrico I con cui si chiude il Liber Papiensis usato nella didattica. Questo documento rileva che la scuola era in funzione da

pi generazioni in quanto vengono citati dallautore docenti antiquissimi, antiqui(generazione precedente) e moderni(contemporanei allautore). Questopera spiega poi perch la legge romana era ancora utilizzata in una scuola di nome franco-longobarda: il motivo che la legge romana la legge generale di tutti: primo squillo per il diritto comune. Tuttavia bene dire che la funzione sussidiaria del diritto romano era nota a tutti da secoli: gi Rotari diceva ci. Il diritto romano si cominciava a ristudiare? Questa domanda sorge pensando al fatto che nella scuola pavese il diritto romano sembrava esser utilizzato con molta disinvoltura. In particolare sembrerebbe esistere un apparato delle Istituzioni noto come Glossa Coloniensis , chiamato cos perch ritrovato a Colonia ma in realt imputabile alla Lombardia. Ci testimonia il rinato interesse dei giuristi per quel manuale, dopo un Alto medioevo dove esso aveva goduto di una popolarit assolutamente modesta. Un altro famoso apparato sembra esser la Glossa di Casamari: essa proviene dal territorio romano e potrebbe nasconder qualche legame con gli ambienti settentrionali almeno giudicando la stessa definizione che ha del concetto di summa con la glossa di Colonia. Altre scuole preirneriane? A testimonianza di ci Odofredo dice che i libri giustinianei e lantica scuola di Roma sarebbero stati costretti ad emigrare a Ravenna per le guerre che si stavano tenendo nelle Marche e dalla citt romagnola sarebbero arrivati i libri a Bologna dove Irnerio li avrebbe poi studiati e costruito su di essi il proprio insegnamento. Anke Pier Damiani sembrava aver notato la presenza di sapienti ravennati pronti a invocare i testi giustinianei. Il viaggio detto da Odofredo sarebbe databile intorno al 1084 e il fatto che partissero da Roma farebbe pensare a una scuola nella capitale, cosa plausibile e si sarebbe addirittura potuto immaginare Irnerio intento a insegnare a Roma prima di andare a Bologna. La biografia di Irnerio scritta da Caccialupi direbbe proprio ci, ma questo un errore relativo alla prima edizione della stampa della biografia. La non esistenza di una scuola prebolognese a Roma lipotesi accertata. Lo stesso Odofredo sostiene che il primo ad insegnare dir romano non fu Irnerio ma Pepo di cui per nn si ha alcuna fama. Egli viene citato anche dal maestro liberale Niger che cita Pepo come il protagonista di una nuova aurora del dir romano declassando Irnerio al ruolo di subalterno. Si ritenuto e x Cortese non a torto che Pepo andasse identificato cm il doctor legis comparso nel placito di Marturi . Pepo poi citato da un altro passo di Niger in cui il giurista sarebbe intervenuto durante un placito di Enrico V il quale, applicando il dir germanico per risolvere una controversia, fu attaccato da Pepo che chiese e ottenne lapplicazione del diritto romano per il caso concreto(lomicidio di un servo a cui per Enrico corrispondeva una sanzione pecuniaria) adducendo come motivazioni il fatto che il dir naturale non fa distinzioni tra servi e liberi e quindi devono esser applicate le stesse pene e che la legge di natura prevede che chi uccide venga poi ucciso. Idee della Chiesa sul dir naturale. Essa chiaramente sosteneva che questo dovesse prevalere su quello civile, quindi il discorso di Pepo poggiava senza dubbio su presupposti ecclesiastici e di conseguenza questo primo grande maestro di dir romano aveva mente e cuore di canonista. Sembra che questo Pepo lanno seguente al discorso cio il 1085 probabilmente fu nominato dal monarca vescovo di Bologna: ci lo attesta la presenza di due vescovi a Bologna(uno fedele al papa, laltro allantipapa e ad Enrico IV) di cui quello di obbedienza imperiale si chiamava Pietro e questo nome come diminutivo di marca germanica Pepo. Ci stato comunicato dal tardo storico umanista Ticci che per Cortese non molto affidabile. Inoltre ci si chiede perch non sia mai stato chiamato Pietro a questo punto, ma sempre Pepo. Comunque per quello che diceva poteva anche esser un prete. Exceptiones legum Romanorum Petri. Questo lo scritto in cui il pensiero di Pepo appare pi evidente, dove c scritto il principio canonistico caro a Pepo del dir naturale prevalente su quello civile e quindi del fatto che il giudice doveva tener conto del diritto naturale e di quello civile prevalendo il primo. Alcuni sostengono che questopera sia preirneriana, altri la vogliono realizzata chi in Italia(perch ci son citazioni del Digesto) ch in Francia(oggi questa prevalente). E presente anche unpotesi che vuole che alcuni pezzi di questopera provengano da fonti italiane, in quanto questopera sarebbe scomponibile in quanto formata dalla confluenza di opere che hanno goduto ciascuna di vita indipendente e circolazione autonoma. CAP II- IRNERIO E BOLOGNA

Il nome del grande caposcuola bolognese che egli stesso scrive in qualche documento notarile Wernerius. Egli per si dichiata sempre bolognese, tuttavia lipotesi di sue ascendenze germaniche possibile e ci avvalorerebbe lidea che limperatore Enrico V lavesse preso in quanto amava le persone sue connazionali, nominandolo nel 116 giudice imperiale dandogli importanti missioni politiche. Egli entr nella scena dopo la riconciliazione del 1111 tra gli Enrici e Matilde di Canossa ed era un semplice causidicus che per incontro Matilde quando entrambi parteciparono ad un placito tenuto a Baviana. Forse gi in quella data Matilde gli avrebbe chiesto di rinnovare i libri delle leggi. Nel 1113 tuttavia la sua fama di conoscitore e studioso di Giustiniano gi era famosa. Burcardo di Ursperg spiega il contenuto della petitio di Matilde: era un invito a restituire il testo giustinianeo nella forma originaria dopo le corruzioni altomedievali, producendo nei limiti del possibile unedizione critica. Ce ne era senza dubbio bisogno in quanto non si sapeva usando il Codice quali parti fossero originarie e quante corrotte: Matilde dimostra allora di esser attenta ai problemi filologici del diritto romano rinascente e Irnerio appare come un filologo(quindi mirava a una genuinit del testo) esperto del testo giustinianeo che non voleva ricostruire solo meccanismi giuridici e istituti: egli diventa un teorico entusiasta dei problemi testuali e soprattutto non forza linterpretazione di un testo per adeguarlo a qualcosaltro come faceva Pepo con le Sacre Scritture. I suoi studi portarono a vedere ad es che lAuthenticum non era autentico in quanto lo stile di questo testo era diverso da quello che Giustiniano manifestava nel suo codice. Tuttavia allo stesso tempo non volle privare dalla sua raccolta le innovazioni portate dallultimo Giustiniano e tolse brevi estratti delle Novelle dellAuthenticum per sistemarli in calce alle costituzioni del Codice che ne venivano modificate chiamandole authenticae. Scopo del lavoro irneniano. Il suo obiettivo era sempre quello di destinare tutto il lavoro alla pratica. In particolare egli si occup nel 1116 di arte dei notai in quanto a marzo di quellanno comparve a Padova in un placito per la prima volta giudice accanto a Enrico V. Azioni di Irnerio. I documenti che lo riguardano coprono pochi anni della sua vita ma per quei pochi anni son 14 in un periodo compreso tra il 1118 e il 1125. Nel 1118 i documenti dicono che Enrico V sped Irnerio a Roma a perorare lelezione di Maurizio Burdino come Antipapa: le sue arringhe furono molto efficaci(incentrate sui temi dei poteri dellimperatore sulla Chiesa contro le pretese gregoriane di una totale indipendenza) ma ci fece esplodere lira di papa Callisto II ke nel concilio dellanno dopo di Reims scomunic Enrico V e la sua corte, compreso Irnerio. Forse proprio per questo dal 1118 al 1125 non si ha notizia di Irnerio, che comunque mor poco dopo il 1125. Nella causa di Burdino probabilmente Irnerio us il falsificatore cesarista di 40 anni prima parlando dell lex regia. La lex regia rimarr il caposaldo teorico delle sue visioni del potere imperiale considerandola unalienazione totale e irrevocabile: questo un argomento giuridico in favore del recupero dei poteri dellImpero ed un qualcosa che bene o male sostenevano anke i cesaristi. Evoluzione della scuola. Irnerio nel 1112 si trovava, insegnava e magari studiava a Ravenna e si era trasferito poi a Bologna perch l cmq si trovava a casa. Egli ebbe 4 importanti allievi: Bulgaro, Martino, Jacopo ed Ugo ke passarono alla storia come i 4 dottori per antonomasia. La scuola mentre vi erano questi importanti esponenti post Irnerio vide molte polemiche tra questi e nacquero due importanti filoni di pensiero: uno riconducibile a Bulgaro che voleva linterpretazione rigorosa della legge scritta, laltro riconducibile a Martino Gosia detta gosiana pi elastica e intesa a preferire le maglie larghe dellequit a quelle pi strette della legge. Lequit era stata vista fino a quel momento cm uneccezione alla norma. Martino sub critiche da Giovanni Bassiano e Azzone, il primo discepolo di Bulgaro e il secondo discepolo del discepolo, che gli imputavano il fatto che Martino inventasse lequit ex genio suo con lunico obiettivo di farla comunque prevalere sulla legge. Cortese per sostiene che spesso Martino addirittura in certe glosse appare pi fedele di Bulgaro alla legge, quindi questa offesa per lautore appare eccessiva. Visione del mondo nuovo della scuola gosiana. Enrico da Susa, grande cardinale e canonista del 1200, descrive Martino come un uomo spirituale disposto a seguire la legge di Dio anche sacrificando Giustiniano. Preferire lequit alla legge tuttavia in certi momenti non voleva dire altro che applicare utrumque ius cio lintegrazione di diritto civile e canonico gi visto come idea del Diritto comune che era rifiutato dai civilisti postirneriani. Da ci si vede ke Bulgaro il mondo nuovo la cui missione solo quella di interpretare scientificamente i libri giustianei, Martino invece non aveva tagliato i ponti col passato e

voleva procedere alla sintesi dellutraque lex sebbene non credesse a Pepo che voleva sostituire il diritto divino al dettato delle norme romane: un giurista sensibile alla prassi(x questo vicino alle vecchie tradizioni), alle esigenze concrete e quindi allequit. Caso celebre di divisione tra i due. Cera un rescritto di Alessandro Severo che poneva il problema dellefficacia da assegnare al giuramento confirmatorio di contratti annullabili: limperatore si dichiarava contrario allo spergiuro. La leggenda narra che si present un caso contreto di un minore di 25 anni che aveva alienato un bene giurando di non contravvenire mai al contratto salvo poi decidere dinvalidarlo chiedendo la restitutio in integrum (era minorenne) ma ci non gli fu concesso dallimperatore in quanto non voleva esser coinvolto in un caso di spergiuro. Per i glossatori il punto dolente era che il rescritto non specificava se il minorenne avesse fatto il contratto con le forme dovute cio autorizzato dal giudice perch altrimenti latto sarebbe stato nullo per vizio di forma. Si dice che Martino per dirimere a suo favore la controversia avrebbe approfittato del soggiorno bolognese del Barbarossa per fargli emanare una costituzione che mettesse fine alla contesa, la Sacramenta Puberum, che piaceva anche alla Chiesa in quanto preoccupata di evitare spergiuri che dannassero le anime. Quindi la restititutio non si poteva fare, ma ci era caldeggiato dal Severo, quindi in realt Martino segue comunque unidea di legge. Conflitto tra leggi giustiniano e Sacre Scritture. In unipotesi di questo scontro il principio della inviolabilit assoluta del precetto divino era convalidato dalla regola giuridica che autorit di pari livello non potevano comandare luna allaltra per il quale motivo un inferiore(legge) nn poteva imporre qualcosa a un superiore(Dio= Sacre Scritture). Il caso dolente di scontro erano le usure: Giustiniano le ammetteva in unentit ristretta, Cristo nel Vangelo di Luca di legge che non le ammettesse assolutamente. Il concilio di Nicea aveva poi fatto una norma canonica su ci che entr poi nel Decreto di Graziano e quindi in dottrina canonista. La polemica tuttavia tra le due parti si acquiet anche perch Giustiniano si era dichiarato nelle Novelle disposto a seguire i sacri canoni. Un altro problema fastidioso per i glossatori quello per cui Cristo nel Vangelo Matteo sollecita i fedeli a convertire i fratelli portandosi dietro 2 o 3 persone perch una voce appare insufficiente, mentre nelle fonti giustinianee servono pi testimoni, cm ad es. 7 nei testamenti. Martino in questo senso mostra davvero equit: per il testamento necessari 7 testimoni, se ci son dubbi che non vanno oltre i requisiti formali dei testimoni bastano 2 o 3 testimoni di cui parla Cristo. Bulgaro avrebbe invece accolto incondizionatamente la voce del Vangelo da intransigente portatore della legge. Il problema di questi conflitti and avanti anche dopo la morte di Bulgaro nel 1166 e si arriv addirittura a chiedere un parere allinterno del consilium dei dottori bolognesi i quali sentenziarono che il precetto umano non poteva contraddire quello divino ma poteva derogarvi in singole fattispecie aventi una giusta causa. Sistema del diritto. Il diritto divino entrava comunque solo di straforo nel quadro del sistema normativo disegnato dalle fonti romane: esso si inquadrava come formatore parziale del diritto naturale(che in realt appariva come un ricettacolo di quella equit che si dice il giurista medievale cercava, potendo risiedere in ogni ambito di Giustiniano e il giurista doveva scoprire), ma questultimo per i civilisti non coincideva cn la Bibbia come sostenevano Graziano e i canonisti. Sotto al dirito naturale cera lo ius gentium (anke questo portatore di equit naturali) comune a tutta lumanit che conteneva istituti come propriet privata, schiavit e contratti consensuali. Infine cera lo ius civile cje aveva aggiunto alle figure giuridiche comuni a tutta lumanit forme positive proprie di ogni popolo. Equit animatrice del dir naturale. Essa appariva come una forza obiettiva insita nei rapporti e nei fatti, operando come un polo concreto antinomico allastratto comando legislativo dello ius civile creando quindi come una dialettica tra equit e rigore. Una antica definizione di equit era quella di Cicerone: essa per lui era principio di uguaglianza che richiede parit di trattamento giuridico in presenza di fattispecie concrete. Una seconda definizione la si trova nel medioevo specie nelle Questiones dove si afferma equit come corrispondenza dellatto giuridico con la sua causa(causa naturale, che nasce nella natura dei rapporti ed espressione del diritto naturale) cio con lo schema tipico della fattispecie. Quindi il legislatore ha limportante compito di trasformare il diritto naturale in civile enucleando lequit grezza dai fatti umani dandole forma e racchiudendo tutto in quellatto volitivo che la legge. Diritto naturale e civile rimangono cmq due sfere distinte sulla vita del diritto. es nel campo delle obbligazioni vi erano quelle naturali e quelle civili. Quindi se il soggetto compiva un atto o un negozio

conformemente allequit doveva rispettare la causa tipica di diritto naturale per far nascer lobbligazione natura,le, mentre se tale causa era prevista dal diritto civile la causa naturale era anche civile e generava obbligazione civile. Se entrambe le cause son poste in essere e entrambi i diritti agiscono i soggetti son pienamente tutelati in quanto consegno una somma(causa naturale) e compio una stipulatio per farmela restituire. Se per manca quella naturale ma c quella civile si creano problemi: cio la patologia dellindebito in quanto la stipulatio obbliga il debitore a restituire una somma non dovuta e si dovr ricorrere quindi ai ripari con unexceptio doli o una condictio. Se manca invece la causa civile ci sar solo quella naturale che consente di trattenere quanto spontaneamente versato(soluti retentio:debiti di gioco) non esercitando azione petitoria per ottenere quanto dovuto. Lequit scaturiva dal dir naturale. CAPITOLO III- LE SCUOLE MINORI(mantova ecc: sensibili ai bisogni forensi e alla richiesta di opere sul processo) Nel XII secolo sono cominciate a fiorire anche altre scuole minori costruendo importanti centri di cultura. A Oxford si svilupp un insegnamento del diritto romano tradizionalmente ricondotto al maestro lombardo Vacario estraendo brani del Digesto e dal Codice costituendo un manuale didattico secondo tecniche epitomatrica tipica della Chiesa e lo dedic alla giovent chiamandosi Liber pauperum. Le opere che si collegano alle scuole minori mostrano alcune peculiarit: la prima quella grammaticale che le circonda evocando legami degli autori con le arti liberali. Si vede ad es il Piacentino che insegn a Piacenza, Montepellier e Mantova scrivendo sermoni sulle leggi met in versi e met in prosa avventurandosi in tentativi poetici convinti di esser virgilio. Operette. Le prime eleganti sono le Enodationes quaestionum super Codice e le Quaestiones super Instituitis di Rogerio allievo di Bulgaro, in cui si trovano annotazioni sul Digesto, Codice e Authenticum. Lopera forse pi importante per la Questiones de iuris subtilitatibus(autore ignoto), il cui proemio unallegoria del templum iustitiae apparendo retoricamente sontuoso, con unimmagine della Giustizia che tiene in grembo lequit benevola circondata da religio, pietas, gratia, vindicatio, observantia, veritas. Nellopera si nota un disprezzo per i re transalpini che non avrebbero avuto il diritto di derogare alle leggi romane, in quanto ignoranti rispetto alla grande romanit. Trattatelli pratici sulle azioni. Niger era uninsegnante di arti liberali a Parigi e dice che la rinascita del diritto romano e della sua scienza era ispirata in senso antigermanico ma non per le ragioni cesariste bens perch la Chiesa era contraria al pravus ritus iudiciorum germanico quindi al duello, oltre che alle composizioni pecuniarie. Si voleva quindi tornare a regole giustinianee. Piacentino cita che durante le sue meditazioni si era trovato accanto la donna Giurisprudenza e lui le sei era avvicinato vedendo che ella possedeva un libretto: de actionum varietatibus che gli serv per i suoi studi prrocessualistici e sarebbe girata molto quellopera nelle citt padane. Sul diritto processuale la migliore opera delle scuole minori rimane forse lOrdo iudiciorum e lArbor actionum e soprattutto la Summa Quicumque vult il cui autore di tutte era Bassiano della scuola mantovana allievo di Bulgaro. Questi studiosi accesero un dibattito se lactio corrispondeva o meno con la causa petendi essendone nientaltro che laspetto processuale: Piacentino(mantova) sosteneva ci. Bassano aveva creato nel dir processualistico una produzione illustrativa di libelli introduttivi della lite, alla fine del secolo Pillio fece la Cum essem Mutine(elenca problemi sulla fase preparatoria della lite e della redazione dei libelli richiamando per oggetto le Quicumque vult di Bassiano) e questopera fu apri strada della richiesta da parte degli avvocati di prontuari dellintero rito processo. Ci port alla formazione di ordines iudiciorum specie oltrAlpe. Mantova era poi unimportante centro di scritti longobardistici(oltre a Piacenza, Pavia) oltre che di studi di diritto romano. In questo ambiente era fervente la produzione di summae, glosse e piccoli trattati(specie sul duello) e ci and avanti fino al 1300. Le summae. Questo era certamente il genere preferito dai panorami dogmatici delle scuole minori: furono adottate molto in Italia da canonisti e longobardisti e anche molto nelle scuole civilistiche francesi. Esse ebbero ad oggetto specialmente Codice e Istituzioni, poco sul Digesto. In particolare sul Codice si concentrarono quelle provenzali: famosa lincompleta Summa Codicis di Rogerio, la quale per fu completata dalla Summa Trecensis. Il Piacentino contribu allimpulso dello studio della Francia meridionale completando la Summa

Codicis, per poi decidere addirittura di farne una tutta propria. Cre allora la Summa Institutionum . Egli era un giurista sui generis e spesso usava nei suoi comportamenti modi da artista. Una volta, tornando a insegnare a Bologna, fu sfidato dagli invidiosi colleghi a fare un sermone sulle leggi. Egli costitu il proemio retorico inventando lincontro tra due donne una giovane e bella(lIgnoranza) laltra vecchia e brutta(la Scienza legale) dove la prima predicava che lo studio delle leggi imbruttisce, laltra che non studiando si butta via il tempo. Il dialogo si svolgeva anche con punti che portavano poeticit. CAP IV- DALLA MODENA DI PILLIO ALLA BOLOGNA DI ACCURSIO Alla fine dellXI sec ci fu unimprovvisa fiammata dinteresse per i Tres libri del Codice giustinianeo. Ci appare assurdo in quanto quei testi evocavano la formazione imperiale sul fisco, sulle concessioni di beni pubblici in unepoca in cui i Comuni stavano trionfando. In questo contesto il Piacentino stava a Bologna, poi and a Piacenza e infine torn a Montpellier: i suoi studi sui tres libri finirono per la morte, non potendo quindi completare le summae su queste opere ma riuscendo a farne solo il titolo: de municipibus. Intanto nellepoca si stava affacciando un nuovo personaggio: Pillio il quale amava sogn il Piacentino che lo sollecitava a continuare lopera sui Tres libri che lui aveva lasciato incompiuta e Pillio si mise quindi al lavoro. Il primo documento che egli produsse in tal senso del 1181, ma anche lui mor. Gli editori della prima edizione di queste summae allora acclusero anche per lultima parte gli studi di Rolando da Lucca. Pillio. Egli prima di cominciare a fare queste summae aveva redatto il suo Libellus disputatorius che era un originale e lungo elenco di principi teorici tratti dalla compilazione giustinianea corredati dalle fonti normative sia favorevoli ke contrarie. Esso era un testo rivolto agli studenti, che in seguito egli ampli per creare un sistema di studio che abituasse gli studenti al dibattito sui principi e sulla tecnica dellargomentazione. Il libellus era ricco di brocardi: Kantorowicz fa discendere questa parola dalle parole pro-contra il che rende il bene poi in realt lidea in quanto listituto appare capace di enuclerare dalle leggi principi detti generalia a cui vengono affiancate le fonti che li suffragano e quelle che li contrastano(cio gli argomenti pro e contro) a cui poi si cominciarono a mettere solutio a questo contraddittorio. Questo genere lettario non di natale bolognese in quanto nascono in ambiente canonistico e anche longobardistico, ma ebbero una diffusione rapidissima anche presso Bologna dopo che Azzone si impadron della raccolta di Ottone di Pavia(scuole minori) aggiungendovi le solutiones che mancavano consacrandone quindi il successo. Generalia. Essi talvolta prendono anche il nome di argumenta in quanto dai brocardi in poi nacque una tecnica argomentativa solo giuridica in quanto nacquetra il due e trecento la catalogazione dei modi arguendi. Essi erano detti anke loci perch avevano luogo nel Corpus iuris. Metodo brocardico(incentivo allutrumque ius) Il presupposto di esso quellapproccio critico a Giustiniano che imponeva di passare dalla mera comprensione del testo assicurata dalle glosse alla discussione degli interrogativi ke le fattispecie normative presentavano. La figura didattica che pi serv per far progredire la scienza senza dubbio la questio: essa oppone due gruppi di argomenti contrari da cui bisognava estrarre una solutio. A fare ci si era cominciato gi dai tempi di Bulgaro col discutere testi giustinianei discordanti per metterli daccordo: era una questio semplice detta legitima perch aveva finalit sistematiche delle leges. Successivamente si crearono le questio de facto cio quelle inventate dal maestro mettendo a fronte 2 gruppi di fonti normative prese come argumenta contrari. Inoltre spesso queste questioni erano disputatae tra studenti in quanto il maestro proponeva un caso controverso incaricando a una parte di scolari di difendere la tesi e a unaltra parte di argomentare quella opposta. Ci ricalcava il processo: il maestro in questo caso faceva da giudice e decideva. In seguito nacquero le quaestiones ex facto emergentes: con esse i casi non erano pi di fantasia ma estratti dalla prassi giudiziaria confrontandosi quindi con leggi di giustiniano ma anche cn statuti, consuetudini, capitoli barbarici e costituzioni di re e imperatori, canoni ecclesiastici e ci costitu il pi solido ponte tra scuole e tribunali. Un importante maestro aperto alla prassi fu proprio Giovanni Bassiano che utilizz il metodo brocardico non solo nelle esercitazioni ma anche durante le lezioni. Libri feudorum. Questi libri furono assunti da Pillio e dalla scuola di Modena come materie di insegnamento della scuola romanista. In questa opera Pillio parla del problema delle regalie e delle concessioni di terre

fiscali(consuetudini feudali longobarde...) strappando in questo modo questa materia dalle strettoie di una scienza longobardistica rozza e in declino. Il nucleo di questa opera era costituito da due lunghe lettere che il giudice e console milanese Oberto dallOrto dice di aver mandato verso la met del secolo al figlio Anselmo e il giovane si sarebbe lamentato che nellalma mater(la scuola di bologna) un diritto importante come quello feudale fosse passato sotto silenzio e quindi lopera passa a descrivere il dir feudale. A questa prima edizione ne segu una seconda detta ardizzoniana perch erroneamente si penso che Iacopo di Ardizzone fosse stato il primo a leggerla e studiarla. La terza edizione fu detta accursiana o vulgata ed ebbe lonore di esser inserita nel Corpus iuris civilis e questo divent il grande colpo di fortuna di questopera. La parte finale del testo recava poi 2 costituzioni imperiali: in questo modo gli imperatori chiesere e ottennero che le loro leggi fossero equiparate a giustiniano costituendo oggetto dellinsegnamento. Figura tecnico-giuridica del feudo lombardo. Essa nasce proprio con gli studi di Pillo sui Libri feudorum e sulla Summa che egli fece di quei libri. In essi si vedono definite lazione spettante al vassallo come actio in rem, e dominium utile il suo diritto al beneficio. Faceva la comparsa per la prima volta la teoria del dominio diviso: quello diretto spettava a chi aveva la titolarit astratta del bene, quello utile a chi ne aveva il godimento concreto tale da configurare un dir reale su cosa altrui. Fondamentalmente si crea unimmagine del vassallo quasi-proprietario e ci il risultato che scaturisce dalla costituzione di Corrado II del 1037 in quanto egli aveva assicurato la stabilit del beneficio e la trasmittibilit eredetiaria ai discendenti diretti creando un diritto reale molto intenso pari almeno a quello spettante agli enfiteuti che una costituzione di Teodosio e Valentiniano definiva fundorum domini. Nella prassi lombarda accadde che linvestitura che era tecnicamente latto di assegnazione dei benefici era diventata anche un contratto agrario gemello dellenfiteusi, del livello e della precaria: Anselmo dellOrto lo testimonia.Quindi lidea di Pillio era possibile in quanto la situazione consuetudinaria gli era congeniale. Tuttavia le spiegazioni andavano date sempre in base al dir giustinianeo, per questo Pillo prese spunto dalle fonti giustinianee che attribuivano unactio in rem al superficiario e allenfiteuta per spiegare come fosse naturale assegnarla per analogia anke al feudatario. Inoltre dato che queste azioni erano definite utiles venne spontaneo saltare dal piano formale delle azioni a quello sostanziale dei corrispondenti diritti soggettivi parlando quindi di dominium utile. Lidea di azione utile nel diritto romano era ricavabile per i glossatori dallactio legis Aquiliae che spettava per i danni inferti ad altre persone ma il pretore concesse anke un actio legis Aquiliae utilis al proprietario danneggiato di un bene posto alla custodia di altri. Neppure lactio publiciana(fondata sulla finzione che fosse trascorso il tempo per acquisire il bene in usucapione) aveva un qualche presupposto utile perch ci non dicevano le fonti. Bulgaro sosteneva che la prescrizione ventennale o trentennale(praescriptio longi temporis) non facesse acquisire la propriet ma il solo effectus domini, Giovanni Bassiano sostenne che questo effectus domini non era altro che il dominium utile e sarebbe stata questa la strada per la teoria del dominio diviso poi fatta propria da Pillio da Modena. Nuova figura di giurista. Oltre al successo di Modena come scuola minore, c da registrare il fatto che i giuristi cominciarono a interessarsi di consuetudini locali e degli statuti cio gli iura propria che si affermavano nel fenomeno comunale. Si cominciava a creare quindi un coordinamento tra normative particolari vigenti e diritto romano insegnato(tutto tranne Istituzioni riscoperte nel 1816)diventando a mano a mano questultimo diritto sussidiario mettendo le basi per lepoca del Diritto Comune. Gli statuti locali quindi entrano nelle scuole, smantellando lidea irneriana di matrice costantiniana che le consuetudini dopo la lex regia non potessero pi vincere, addirittura oramai ribaltandosi il rapporto in questo momento: consuetudine sopra alla legge. La consuetudine locale in particolare appariva come species di fronte al genus legge potendo quindi derogarvi localmente in virt della regola che species deroga il genus, a condizione che la consuetudine fosse espressione di una volont del popolo non viziata da ignoranza o errore, quindi il popolo doveva conoscere la legge contraria alla consuetudine. Bologna risente delle scuole minori. La grande citt sent limportanza che le scuole minori stavano lasciando e di conseguenza stava cambiando. In particolare Azzone fu colpito dal genere della summa che tent di redigerne una persino dellimpervio Digesto. Lopera riusc a met ad Azzone e fu poi proseguita da Ugolino ma il risultato finale fu comunque incompleto sebbene fosse stato stampato ci insieme alle altre summae azzoniane e il genere della summa venne di moda a Bologna. La scuola bolognese conserv tuttavia

nella prima met del Duecento anche la propria tradizione di tempo della glossa e ne celebr il rito con le grandi imprese di Azzone e di Accursio. La glossa a Bologna era vista come opera continuativa legata al succedersi degli insegnamenti e appariva come un grande albero a cui ciascun maestro poteva aggiungere o toglier rami ma il tronco passava comunque le generazioni. Accursio continu lopera di Azzone e a lui and la gloria di aver messo insieme 97mila glosse corredando lintero Corpus iuris dellapparato definito come la magna glossa o glossa ordinaria che cominci dal 200 ad accompagnare il testo giustinianeo questo modo il diritto diventa naturale veicolo che faceva scendere la giustizia dalle vette etiche delle virt cardinali sul terreno concreto delle attivit delluomo cittadino. Ratio delle leggi. Essa fu definita da Bassiano che fece partire il discorso dalla causa dellobbligazione: egli era partito dal presupposto che lufficio principale della causa di agganciare gli atti umani allordinamento e constat che finora erano state affrontate duplici cause(civili e naturali) di cui fra laltro non si sent pi parlare. Egli allora evoc in una glossa la causa finalis come la molla che faceva scattare la volont negoziale e quindi stava allorigine del rapporto. Quindi lo scopo da cui il soggetto era determinato ad agire. Questo discorso nasce da Aristotele e dalla sua teoria delle 4 cause, le due statiche( materiale e formale) e le due dinamiche(efficiente e finale). Quindi la causa finalis aveva la caratteristica di esser la previsione mentale di un evento a venire(causa de futuro) il che contrastava con lidea che la causa deve sempre seguire al causato e inoltre la previsione era soggettiva quindi ogni individuo poteva proporsi cause finali a piacimento a seconda dei propri desideri. I glossatori si videro allora obbligati a staccare la causa finale dal mondo psicologico individuale per farne uno scopo previsto in astratto dal diritto e dal diritto offerto al soggetto agente perch se ne servisse. Causa e ratio convergevano allinterno della speculazione retorica e nel Corpus iuris i giuristi le vedevano accostate: quindi la causa finalis diventa causa legis e questa finiva a rappresentare la ratio legis. CAP V- GRAZIANO E LA DECRETISTICA(1140-1234)(STRADA CANONISTICA) Sempre a Bologna contemporaneamente alla scuola civilista irneriana si apr questa canonistica di Graziano. Il diritto canonico dopo la riforma gregoriana dellXI sec era in fermento e le collezioni canoniche erano fiorite luna dopo laltra. Il problema era per lunificazione normativa: essa non arriver ufficialmente prima di Innocenzo III nel 1200 con la Compilatio III , ma comunque anche il Decreto di Graziano costitu gi un passo in avanti. La riscoperta teologia in quel periodo avanzava: nella Francia meridionale Abelardo aveva composto unopera, la Sic e non con cui egli portava un atteggiamento critico davanti alle sacre pagine per trasformare la arrendevole conoscenza medievale dei testi sacri in vera e propria scienza teologica preda della dialettica. Il punto di partenza di Graziano fu il notare la serie di contraddizioni del dir canonico, cercando per di appianarle e cercando di evitare lo scandalo ke Abelardo comunque aveva portato nel suo campo per assicurare una tranquillit al diritto canonico. Il suo testo si chiamava Concordia discordantium canonum chiamato poi dai seguaci Decreto di Graziano e cos ci giunto. Graziano. Egli sarebbe nato intorno alla fine del XI sec tra Orvieto e Chiusi gi intorno al 1130 doveva esser attivo a Bologna e intorno al 1140 avrebbe composto la sua opera e avrebbe fatto scuola diventando magister(quindi docente di arti liberali). Egli fu coinvolto, insieme al magister Gualfredo e il dotto Mos, in un parere che Innocenzo II richiese nellatto di emanare una sentenza in tema di decime ecclesiastiche. Il quesito era importante: a chi toccavano i beni di un convento abbandonato? Al patrono o al fisco pontificio? Bassiano riferisce che si apr una disputa tra Gualfredo(che riteneva che dovesse subentrare il fisco: Giovanni condivide ci, anche Azzone e Accursio) e Mos(sosteneva lardita tesi che propriet e possesso spettassero alle mura stesse del convento per far si che nel caso in cui i monaci fossero tornati essi potessero aver assicurata la vita). Inizialmente questa dottrina fu pessimamente accolta, poi ebbe accoglienza successivamente. Graziano, nella sua opera di conciliazione delle verit canoniche, non ebbe grandi difficolt a reperire tutto il materiale per lenorme mole di collezioni creatasi nel periodo gregoriano. Egli attinse da Ivo di Chartes nella Panormia, dal Policarpo e da opere minori. Il suo Decreto rimase comunque sempre in bilico tra teologia e diritto, sebbene cre i dicta intercalati da lui tra i pezzi della collezione per spiegare problemi, fornire principi di teoria generale e sanare contraddizioni. Lopera. Essa fu probabilmente concepita dallautore come un manuale per la didattica e infatti in questo senso venne usata nella sua scuola bolognese. Gli allievi poi curarono la sistemazione dellopera in 3 parte, la

prima e la terza divise in distinctiones e la parte centrale in cause e le cause in questioni. Inoltre gli allievi aggiunsero almeno 166 fonti dette paleae. Graziano e le fonti romane. Adam Vetulani in un articolo del 1947 sostiene che Graziano avesse scarso entusiasmo per le fonti legislative romane e quelle che si leggono nellopera rappresenterebbero integrazioni dei discepoli: ci fu fatto in particolare da un certo Paucapalea che si disse redasse anche una summa dellopera. Un certo Rolando poi ne fece unaltra summa successivamente detta Stroma. Quella pi ampia fu poi fatta intorno al 1157 dal francese Rufino futuro vescovi di Assisi e lallievo di questo Stefano ne redasse poi unaltra che divenne il maggior veicolo della diffusione del Decreto in Francia. Ugoccione da Pisa(cn la summa decretorum) Egli fu il primo ad aprire le dighe dellirruzione del diritto romano in quello canonico. Il diritto romano proprio in base a questo cambi lo spirito dellordinamento ecclesiastico, allontanandolo dalla teologia e mutando quindi laspetto ambiguo del canonista-teologo nel volto deciso del giurista. Dopo di lui sar obbligatoria la formazione civilista dei canonisti mettendosi quindi questi ultimi alla pari dei civilisti in fatto di tecnica giuridica e ci aprir la strada allidea dell utrumque ius. Ci comunque denota una trasformazione rapida in quanto pochi anni prima Ugoccione, Simone da Bisignano si era lasciato sfuggire in una glossa che nelle cause canoniche il dir romano non si applicasse affatto e insieme a ci sostenne la necessit di integrare il Decreto con lo ius novum di produzione pontificia il che diventer in breve la nuova frontiera della canonistica(es. famoso il Lateranense III convocato da Alessandro III che eman norme di grande importanza come laffido definitivo dellelezione pontificale allintero collegio cardinalizio e non solo i cardinali vescovi). Oltre a questo atto ce ne furono altri, per cui il Decreto apparve sempre pi come diritto vecchio: dapprima serie di decretali vennero alluvionalmente aggiunte ai manoscritti del Decreto, successivamente si decise di formare collezioni autonome e le norme furono chiamate extravagantes perch extra Decretum vagabantur e le raccolte furono numerosissime, tra cui le famose Quinque Compilationes Antiquae. Quinque Compilationes Antiquae. La prima di esse opera di Bernardo Balbi di Pavia futuro vescovo di Faenza. Egli si preoccup di aggiornare Graziano con vecchio materiale, canoni di concili, leggi germaniche e romane. Da buon professore cur lordine sistematico della propria opera distribuendola in 5 libri secondo lo schema rappresentato nel verso iudex, iudicium, clerus, connubia, crimen e oltre a ci dedico anche una summa alla propria raccolta. La terza compilatio(cronologicamente la seconda per) fu fatta pubblicare da Innocenzo III nel 1210 il quale vi accluse proprie norme a cui impresse per la prima volta nella storia carattere ufficiale. La seconda,chiamata cos anche se cronologicamente terza perch conteneva materiale anteriore a Innocenzo III, fu redatta da Giovanni di Galles intorno al 1215 e rimase probabilmente collezione privata. La Compilatio Quarta fu sollecitata dal IV Concilio Lateranense e fu composta da Giovanni Teutonico gi glossatore del Decreto e fu presentata a Innocenzo III prima della morte del papa nel 1216 per avere lapprovazione, che non ebbe e quindi questopera vide la luce nel 1217 come opera privata. Prime voci ierocratiche. Esse apparvero quando i canonisti si misero a glossare le compilazioni di decretali, partendo dal presupposto che Cristo trasmise a Pietro la potest temporale e spirituale, quindi il papa vicario di Pietro il vero titolare anche del potere secolare che solo per sua delega esercitano imperatori e principi: si buttano la base x i sogni di potenza che Gregorio VII aveva solo aperto. Gelasio appare rimanere in vita, anche se sicuramente molto forzato CAP VI- DA GREGORIO IX IN POI: DECRETALI E DECRETALISTICA Gregorio VII non aveva nascosto sin dallinizio del suo pontificato di voler fare una nuova e grande collezione di decretali. Era certamente un papa forte che aveva aperto il suo pontificato scomunicando Federico II e prendendo le retini della lotta vs lipero. Lincaricato allimpresa giuridica fu Raimondo di Pnafort, cio un canonista e moralista di alte virt futuro santo. Dato che le fonti erano tante e disordinate, il primo passo fu quello di fare una cernita accurata del materiale delle Compilazioni Antiquae recependo ci ke si poteva organizzare in unarchitettura armoniosa potendo anche apportare modifiche in quanto autorizzato dal papa. A ci poi si aggiunsero i decretali di Gregorio IX(pochi in realt) e anche con un modesto apporto di materiale antico: Canoni degli apostoli, concili dOriente e Occidente, fonti germaniche e poche leggi romane di tradizione teodosiana. Il nome della collezione Decretales Gregori

IX pi conosciuto cm Liber Extravagantium abbreviato in Liber extra. La bolla papale di promulgazione del 1234 proibiva la consultazione di altre raccolte salvo x autorizzazione della S.sede quindi il Liber extra diviene il pilastro fondamentale dellord ecclesiale. Lopera fu poi studiata: la glossa ordinaria divenne quella di Bernardo da Parma. Commentari al Liber extra. Se ne occuparono molti, ma i pi famosi prelati su cui soffermarsi sono il cardinale Goffredo da Trani che scrisse una summa a Bologna intorno al 1243 utile x studenti e pratici e edita pi volte. Un altro grande prelato fu papa Innocenzo IV il cui commentario noto x le idee originali e x la particolarit di esser stato composto durante un pontificato. Egli inoltre fu uno dei teorici della ierocrazia, sebbene gli spunti offerti dal suo commentario nn appaiano decisamente chiari per pensare ci. A livello giuridico poi, in particolare di diritto privato, egli consider x la prima volta lente collettivo astratto cm persona ficta delineando quindi sulla scorta di una fictio iuris limmagine della persona giuridica. Enrico da Susa. Il terzo di questi prelati fu il cardinale Enrico de Susa detto lOstiense, il quale redasse 2 redazioni di una summa del Liber extra, lultima intorno al 1253. Lopera ebbe un successo enorme successo diventando il vade-mecum dei canonisti cm le summae azzoniane erano lo erano state x i legisti. Probabilmente questo commentario voleva esser destinato proprio ai legisti dato che egli fu uno dei pi autorevoli apostoli della convergenza tra i due diritti in quanto gi dal proemio evoca lutrumque ius. X dante era il simbolo del diritto canonico. Ancora pi importante della summa appare per la Lectura delle decretali gregoriane. Gli storici lo hanno interpretato anche in base alle fonti da lui scritte che sono state studiate: x es da una parte comprende nella Donazione di Costantino gli argomenti in favore di una titolarit pontificia di un potere anke temporale, dallaltra parte afferma senza problemi che le due giurisdizioni nascono distinte e derivano da Dio. Per lui comunque il trono papale si erge pi in alto di qualsiasi altro trono. In questo modo si trova la conferma ke le tendenze ierocratiche sono state potente stimolo dellaffermarsi dell utrumque ius che non rappresenta altro se nn il prevalere di fattispecie canoniche su quelle civili evocando quindi un prevalere della Chiesa sullo Stato. Il sistema maturo di diritto comune vedr in seguito il coordinamento dei due diritti in un sistema giuridico unitario alla luce di criteri di ragione ed equit. Agitazione nella Chiesa. Celestino V sale al trono pontificio nel 1294 e dopo 4 mesi si dimette sopraffatto dagli intrighi della curia. Benedetto Caetani accusato dai detrattori di esser al centro di questi intrighi diventa papa col nome di Bonifacio VIII. Ma 3 anni dopo la potente famiglia dei Colonna gli si rivolge contro: i cardinali Giacomo e Pietro Colonna divulgano 3 manifesti in cui attaccano il papa, proclamando che la rinuncia di Celestino ea stata illegittima e quindi nulla lelezione di Bonifacio(ma loro lo avevano anche votato), che si erano sovvertiti gli status generali della Chiesa e che la venalit degli uffici era legata al peccato di simonia che la plenitudo potestas papale non poteva giustificare. Per Bonifacio si rivel molto pericolosa laccusa di eresia cn lauspicio di un deferimento al concilio che ora sembrava esser accettato cm idea, contrariamente al passato, dalla scuola teologica di Pairgi. Filippo il Bello re di Francia era contro Bonifcacio e ci furono alti e bassi tra i due fino al celebre schiaffo di Anagni inferto da Nogaret inviato da re Filippo e il papa mor poco dopo: x Filippo le tesi ierocratiche di Bonifacio apparivano pericolose e insopportabili manifestazioni di mania e potenza(il caso della bolla Unam sanctam cn cui si leggeva che il re era subordinato alla Sede apostolica). Questa frattura creatasi influ indirettamente sul trasferimento della Sede apostolica da Roma ad Avignone anni dopo la scomparsa del papa Liber Sextus. Esso rappresenta la collezione di decretali che Bonifacio VIII promulg cn la bolla Sacrosantae nel 1298. Questo titolo curioso derivato dal fatto che il Libro in realt doveva aggiungersi ai 5 che comprendevano il Liber Extra. Tuttavia questopera non era unappendice bens unopera perfettamente autonoma. In fondo a questopera compare x la prima volta in una compilazione canonica un titolo de regulis iuris che imita quello con cui termina il Digesto. La S.sede ad Avignone. La guerra del re di Francia vs Bonifacio VIII contribu dopo la morte di questultimo alla crescita dellinfluenza francese sulla curia con il trasferimento della sede pontificia nel 1309 da Roma ad Avignone, a seguito della decisione del guascone Clemente V(la cattivit avignonese di 70 anni di durata). La corte di Avignone era imbevuta di cultura di Francia e Italia e fu a tratti splendida: vi risiedette Petrarca per es. in questo periodo anke la ierocraticit ovviamente fu molto pi moderata. Clemente V raccolse una serie di decretali ke nel 1312 fece leggere nel concilio di Vienne secondo la prassi di procedere

a una prima promulgazione-pubblicazione allinterno dei concili. Venne a morte quando stava x dare vita alla fase finale della pubblicazione con il sistema dellinvio ai grandi Studia e provvide a ci il successore Giovanni XXII pubblicate cm Clementine.(le norme trattano della povert francescana e 2 sul dir processuale). Con Clemente si chiuse la stagione delle raccolte ufficiali di norme pontificie. 2 raccolte private di scarsa importanza. La prima riun una ventina di pezzi di Giovanni XXII ed entrera nel corpus iuris canonici. Tuttavia la Ratio iuris, una delle norme pi importanti di quel papa cn cui inizia nella storia la Sacra Rota, non entr in quella raccolta perch successiva a questa. La Sacra Rota fu eretta a organo istituzionale autonomo con propria sede nel palazzo apostolico; riguardo alla procedura, fu scritto che il relatore raccogliesse i pareri scritti dei colleghi investiti della causa cos ch la sentenza apparissa come il risultato dellincontro di opinioni scientifiche. Le decisiones della Rota rappresentano sentenze e pareri scientificamente motivati sulla trama di rationes teoriche, vicine quindi ai consilia lasciati da professori e insieme cn questi ultimi rafforzano il ponte che era stato gettato tra scienza e prassi con le quaestiones ex facto emergentes. Le sentenze della Rota rappresentano poi un modello irresistibile per i grandi tribunali laici, specie nel Parlamento di Grenoble. Giovanni dAndrea. Bologna(pag 363) CAP VII- LETA DEI COMMENTATORI CIVILISTI La creazione della causa legis e la sua accertata identit con la ratio legis apriva la strada alla possibilit di creare nuovi istituti. Oltre a ci era sulla base della rationes legum che si sarebbe potuto costruire ledificio medievale del Dir comune. Le novit pi evidenti furono in Francia: nel 1235 Gregorio IX autorizz ad Orleans linsegnamento del dir romano che il suo predecessore Onorio III aveva invece proibito a Parigi, forse x evitare che questa somma sede degli studi teologici fosse contaminata dal diritto e quindi nn sorprende che italiani ex allievi di Bologna giunsero a Parigi. Uno di questi che giunse li in qualit di maestro fu Guido de Cumis il quale mentre sosteneva lesame finale a Bologna si trov innanzi tra gli esaminatori Accursio cui Guido critic una glossa: Accursio dichiar che lesame del candidato andava respinto e Iacopo Balduini(rappresentante di una corrente scolastica alternativa allindirizzo dominante di Azzone-Accursio). Questa vicenda si pu inquadrare cm emblema dello spirito di indipendenza che nutr Orleans verso Accursio che invece in Italia la faceva da padrone. Jacques de Revigny(scuola di Orleans)Nel 1260 la futura stella di Orleans era ancora baccelliere e non doctor e nonostante ci secondo la leggenda mise in difficolt Francesco figlio di Accursio che era prof bolognese secondo la tipica usanza di una lezione solenne da questi tenuta ad Orleans. Di lui si ricordano le lecturae(commenti fatti a scopo scolastico) alcune anche finite in stampe cinquecentesche come quella sulle Istituzioni e sul Codice. In queste opere spesso si trovano repetitiones cio lezioni o conferenze tenute fuori dallorario didattico e destinate a unesegesi di leggi o paragrafi. Unaltra opera che gli appartiene il De significazione verborum o Alphabetum ossia unopera di lessico giuridico circoscritto a voci giuridiche: un dizionario. Questo poi successivamente sar ampliato dai maestri successivi della scuola e convoler nel Dizionario di Alberico di Rosciate. Tra i suoi allievi si distingue Pierre de Belleperche , consigliere di Filippo, vescovo di Auxerre e cancelliere di Francia. Egli compose lecturae ma ricordato anche per una raccolta di quaestiones in cui per contrariamente a quelle de facto emergentes non rispecchiavano i casi discussi in tribunale bens contenevano sl distinctiones. La scuola di Orleans tenne poi anche insegnamenti canonistici e sembra che i contatti tra maestri di leggi e canoni fossero piuttosto frequenti. Invenzioni orleanesi. La scuola mostra di padroneggiare il concetto di persona rapraesentata percorrendo strade proprie indipendenti dallidea di Innocenzo IV della persona giuridica ficta.Revigny sostiene che anke lImpero una persona rapraesentata titolare di beni e poteri, con la differenza rispetto agli altri enti collettivi astratti x quanto riguarda leredit giacente, in quanto essa perde la sua personificazione quando viene adita dallerede, mentre lImpero eterno e la sua personificazione non svanisce quando limperatore sale al trono. Quello che si vuole fare capire ke i poteri straordinari che discendono dallabsolutio legibus sono in realt riferibili allente Impero, alla persona rapreaesentata, mentre la persona fisica del singolo monarca potr accedere alla potesta absoluta solo momentaneamente. Lo

Stato diventa allora persona giuridica centro dimputazione del potere, finora ogni potest era stata concentrata nella persona del principe. Impatto dei giuristi in Italia alla notizia di Orleans. Un vero entusiasmo per questa scuola fu portato da Cino Sighibuldi da Pistoia venerato maestro di Bartolo da Sassoferrato e da sempre collocato alle origini.del commento trecentesco italiano. Egli fu un ghibellino fino al 1314(si sa un suo commento carico di queste convinzioni). Successivamente si fece fedele della Chiesa anche x incarichi pubblici che ebbe in citt guelfe. Si dedic poi allinsegnamento avendo cattedere tra 1321 e 1333 a Siena, Napoli e Perugia. Amico di Dante e Petrarca(compose anke sonetti e canzoni ke lo portano nella cerchia del dolce stil novo)e conobbe anche Giovanni dAndrea. Compose dei veri e propri Commentari sul Codice e sullinizio del Digesto. La sua successiva attivit didattica si concentr in unidea di aggiunta alla glossa accursiona(additiones): in questo modo in pratica alle singole leggi si collegavano casi trattati o problemi complessi alle leggi collegati. Oltre ci compose quaestiones allitaliana e consilia che ogni buon prof doveva fare. Le grandi scuole italiane del 1300. Una di quelle destinate ad avere grande gloria quella di Padova che gi era famosa ai tempi di Accursio. Essa era nata nel 1222 a seguito di una migrazione studentesca da Bologna e da 20 anni la vita bolognese doveva convenire proprio poco agli studenti e professori bolognesi a giudicare dagli esodi. Il modello di scuole che cominci a venir fuori gi dalla met del Duecento quello della scuola istituzionalizzata in cui vari insegnamenti svolti da professori diversi vengono opportunamente coordinati e di cui attribuita la prestigiosa etichetta di Studio generale. Ci rappresenta un marchio di qualit e le citt richiedono questo marchio in via di privilegio specie a papi e imperatori. Si discusso sulla qualificazione generale: negli ultimi anni essa sarebbe vista come unidea di universalit della Chiesa e dellImpero cio le due fonti dei diplomi istitutivi e uniche entit in gradi di dare ai gradi conseguiti efficacia sovranazionale. Questa spiegazione non sembra convincere pienamente e allora ci si deve anche basae su unidea di istituzione organizzata in 5 anni che porti a vedere lo Studium generale con quello che oggi noi chiamiamo Universit degli studi.Pavia fu insignita di questo titolo dallimperatore nel 1361 e essa divent il centro scolastico della signoria dei Visconti, sostituendo Milano x volere di Galeazzo II visconti. La scuola per andava a rilento, come sostiene Boccaccio e il figlio di Galeazzo, Gian Galeazzo, si adoper per dare limpulso definitivo per realizzare il progetto e nel 1389 Bonifacio IX concesse una sua bolla istitutiva di Studio generale. La scuola di Pisa fu insignita nel 1343 da papa Clemente VI del titolo di Studium generale : era una scuola che vantava tradizioni scolastiche antiche e un certo numero di giuristi gi da tempo glossava gli statuti cittadini. La scuola di Siena fu resa Studium generale dallimperatore Carlo IV nel 1357 sebbene la sua storia pi importante si svolse nel 1400. La scuola di Firenze invece fu un centro di studio di diritto e delle medicina ed ebbe due diplomi di Studium generale sia da parte imperiale che papale alla met del secolo. La scuola di Perugia. La grande storia ufficiale era cominciata cn Clemente V che prima di trasferire la sede apostolica ad Avignone aveva mandato alla citt la patente di Studium generale. Il suo principale maestro di civile fu Iacopo di Belviso il quale era un giurista che spiccava x logica stringata e uso rigoroso della quaestio e x la padronanza del metodo brocardico. Anche Cino fece pare della scuola: fu chiamato nel 1326 e due anni dopo accolse un quattordicenne molto precoce, Bartolo di Sassoferrato. Cino fabbric lingegno dellallievo. Tuttavia Bartolo non fu addottorato a Perugia bens a Bologna dove questo ebbe il titolo di baccelliere discutendo una quaestio con Iacopo Bottrigari e lanno dopo sempre con Bottrigari volumi in folio dei suoi opera omnia (anche se in realt molte cose pubblicate come sue in realt erano di altri). Carlo iV scendendo in Italia per farsi incoronare imperatore lo elev a proprio consigliere con il potere di legittimare gli scolari di natali illegittimi. Nel 1400 venne insignito come Irnerio del titolo di lucerna iuris e specchio del diritto, accostandolo a Omero virgilio e cicerone. Caccialipi lo esalt nelle vitae doctorum e vennero istituiti anche dei corsi su di lui. Bartolo era per anche unesponente del piccolo mondo comunale in declino oramai dominato dallarroganza delle signorie. Bartolo oltre a ci ha introdotto la distinzione tra statuto reale e statuto personale(di natale orleanese questa distinzione). Egli ebbe una spiccata curiosit verso il diritto pubblico che aliment con i trattatelli sulle costituzioni Ad reprimendum e Qui sint rebelles di Arrigo VII sullistituto del bando con cui si estromettevano molte fazioni politiche dalla citt confiscando i beni e su altri problemi della societ comunale: la crisi del comune sta nel fatto che limpero si era prostrato e principi e citt si arrogarono di fatto indipendenz e prassi antigiuridiche diventarono materia frequente. Questa

visione della crisi del comune fece si che anche lui vedesse nel nuovo sovrano Carlo IV come colui in grado di riportare limmagine aureolata dellImpero. Baldo degli Ubaldi. Egli fu un allievo di Bartolo nonch discendente di un padre medico e i 3 figli furono entrambi nel campo del diritto, Pietro canonista, Baldo e Angelo civilisti. Baldo(la cui fama ha eguagliato quella di Bartolo) svolse a Perugia la maggior parte del suo insegnamento ma ebbe anche cattedre a Firenze, Pisa e Padova nonch a Pavia dove contribu al lancio del nuovo studio generale. Egli compose diverse opere, tra cui lesegesi dei tre digesti Vetus, Infortiatum e Novum ma soprattutto lEsegesi del Codice che appare molto estesa. Riguardo alla opera omnia sulle Istituzioni, in un primo tempo attribuitagli, studi recenti hanno affermato che essa va ascritta a Bartolomeo di Novara, un personaggio marginale nella storia del pensiero giur. Baldo fu un fervente autore di consilia un genere che pi dei commentari interessava: ne scrisse a migliaia e furono molto utili per attuare la sua disinvolta fantasia che lo portava a fabbricare diritto nuovo intorno alle fattispecie presentate dalla prassi, contro Bartolo che era invece pi chiuso dal rigore stringente della logica interpretativa. Durante linsegnamento pavese si concentr anche molto sul feudo: si ricordino i Libri Feudorum. Egli fece anche uninconsueto commento di Baldo alla Pace di Costanza(il privilegio che il Barbarossa sconfitto dalla lega lombarda aveva dovuto rilasciare alle citt vittoriose). Questa pace per non aveva pi unidea di bandiera delle autonomie locali cm ai tempi di Odofredo in quanto oramai nel tardo 1300 le signorie avevano spazzato le libert cittadine ma anche esse stesse stavano lasciando spazio ai principati.Un ultimo dato fondamentale: egli il primo tra i maestri a dedicarsi sostanziosamente al dir canonico e trasformarsi da civilista e giurista in utroque. Il giurista dopo di lui si apre finalmente al fenomeno dellutrumque ius smettendo di resistergli e il sistema del diritto comune quindi si completa. Pubblic un Commentario delle Decretali di Gregorio IX e questo commento ebbe lonore di stampe reiterate. Nel Quattrocento Perugia non ebbe lo splendore del secolo precedente. Ci anche giustificabile dal fatto che divenne abitudine dei maestri non iniziare e finire la carriera in uno Studio bens passare dalluno allaltro secondo la convenienza di offerte fatte in regime di concorrenza. Ci saranno cmq professori di buon livello, tuttavi la scienza giuridica nel nuovo secolo comincia a declinare in quanto comincia a soffrire la concorrenza della cultura umanistica, le facolt di arti sostituiscono quelle di giurisprudenza. Gli umanisti accuseranno i giuristi di ripetitivit della prolissa esegesi, mancanza di originalit, cecit di fronte a nuove mode culturali. CAP VIII- QUESTIONI DI METODO E SVOLTE CULTURALI. LUMANESIMO GIURIDICO Il desiderio da parte dei commentatori di trovare la ratio delle leggi sbrigliava linventiva dei commentatori allentando le catene sullattenzione ai verba. Ci poteva portare al fatto che nei giuristi ratio e verba sganciati lun dellaltro potessero dar luogo a interpretazioni variabili e arbitrarie. Linterpretazione allora non poteva esser libera ma doveva esser incanalata entro argini stabili e il miglior modo era far pesare lautorevolezza di giudici e dottori che quindi frenassero la libert interpretativa. Si cre quindi lidea dell argumentum ab auctoritate(da interpretare come autorevolezza). Allorigine di ci si pu forse trovare la teoria romana dellexemplum cio la precedente soluzione di un caso a cui giudici e giuristi potevano adeguare la propria soluzione di altra fattispecie simile(quello ke oggi chiameremmo precedente). Lexemplum per si era negato che fosser vincolante e si poteva negare anke quandola sua provenienza da unalta autorit potesse ispirare timore reverenziale. Giovanni da Bastiano sosteneva ke lexemplum non era vincolante quando era unico, ma se ce ne erano pi di uno con lo stesso risultato allora doveva diventare vincolante. Tuttavia nasceva in fondo il dovere morale di attenervisi nn perch le sentenze dei predecessori fossero costrittive di quelle dei successori, ma perch ogni ratio buona ed equa ha una forza vincolante in se di valore universale. Tuttavia il giudice dava sempre e solo sentenze necessarie ma non generali: lunico autorizzato a darle generali era il principe. Il professore invece dava pareri generali perch enunciava rationes di per s astratte ma nn necessarie dato che non era investito di alcuna autorit(allargamento quindi dellexemplum dal capo giudiziale a quello dottrinale). Il seguire costantemente questo principio dellargumentum crea a lungo andare una sua oggettivazione assumendo le sembianze di una opinio communis che rimaneva cmq probabile cio idonea alla dimostrazione ma non vincolante. Tutto ci interessava cmq i pratici del diritto e allontanava il diritto dai legami con la grande cultura, specie con lumanesimo. Umanesimo. Esso con lentusiasmo ke aveva generato x la filologia sembrava

portare a un grande ritorno alla grammatica delle arti liberali. Gli umanisti criticavano pesantemente i commentatori, rei secondo i primi di usare una dialettica che tradiva quella originale aristotelica. Gli umanisti soffrivano poi dimpotenza derivata dal fatto che per entrare negli atenei potevano solo impiantarsi nelle corti dei principi e riuscire come in base a meccanismi cortigiani. Lumanesimo deve aspettare un secolo per entrare seriamente nella giurisprudenza e la cosa avvenne quando i giuristi appresero dagli umanisti che il testo del Digesto vulgato era irto di errori e che era bene correggerli ricorrendo al manoscritto pi antico cio la famosa lettera pisana poi diventata fiorentina. Nascita dellumanesimo giuridico. Esso avvenne quando i giuristi dediti alla pratica forense divennero umanisti. I semi di questa situazione germogliarono in tutta Europa e si usa cogliere le prime manifestazioni del fenomeno in una triade che comprende un francese(Budeo), un tedesco(Zasio), un italiano(Alciato). Dal cinquecento uso collocare questi 3 nomi alle origini della nuova giurisprudenza a cui poi verr apposta letichetta di scuola culta. Alciato. la sua prima formazione nella grammatica alla scuola di umanisti di vaglia gli forn giovanissimo conoscenze sui classici e conoscenze filologiche. Si laure in dir civile e canonico a Ferrara e successivamente venne chiamato su una cattedra avignonese dove propose ancora uno studio sul modello dei commentatori, mentre il successivo magistero nello Studio di Bourges mostr un connubio tra filologia e tecnica giuridica che gli procur una singolare affluenza di uditori dotti ed ebbe vasta eco negli ambienti umanistici. Tra gli uditori di spicco che ebbe a Bourges ci furono Giovanni Calvino e Francesco Connan e questultimo fu prof e giurista nella stessa cittadina elaborando una dottrina analizzando la parola greca sinallagma e arrivando a negare che lefficacia vincolante dei contratti consensuali iuris gentium derivi dal consenso, in quanto secondo lui il consenso non fonte di forza obbligatoria. Secondo lui la radice della parola sinallagma che vuol dire scambio porta a pensare solo alla struttura bilaterale del contratto a cui una prestazione ne sia agganciata unaltra e ci quindi porta al fatto che non importa che le singole figura di negozi sinallagmatici ricevano un nomen quindi la vecchia teoria che il nome renda obbligatorio il patto nudo anche perch i patti senza nome(es. do ut des, do ut facias ecc) hanno la stessa struttura dei contratti consensuali nominato quindi efficacia pienamente obbligatoria. Ci deriva dall concezione aristotelica del diritto x cui la funzione del diritto quella di correggere i rapporti sproporzionati e di bilanciarli coattivamente e ci si fa appunto rendendo le prestazioni contrapposte entrambi obbligatorie. Connan non ha poi avuto seguito ma cmq il suo un bellesempio del procedere dei culti. Sviluppi della situazione. La ventata umanistica non fu limitata a Bourges e il cultismo apparve ben radicato nella cultura giuridica di Francia che il relativo insegnamento fu detto mos gallicus iura docendi. Per contro la didattica ancorata al vecchio metodo didattico-scolastico dei commentatori che, malgrado occasionali sussulti umanistici, continu ad esser generalmente seguita in Italia e fu chiamata mos italicus iura docendi. Il primo diritto criticava quello italiano per la scarsa conoscenza della storia, della lingua greca e latina. LItalia poi, che aveva dato lavvio allondata umanistica, vide nel cinquecento solo radi bagliori postalciato mentre in Francia era dilagata la lezione alciatea comprendendo anche la storiografia. Il discorso poi probabilmente da fare ke nel nostro paese di diritto scritto i tribunali potevano ancora preferire lutilizzo del mos italicus, mentre nel paese di dir consuetudinarionessuna prassi forense romanistica poteva ostacolare il diffondersi del mos gallicus ma x cortese ci non propriamente esatto in quanti anche i giuristi culti francesi non erano insensibili alle esigenze delluso pratico del dir romano. Il cultismo francese con la sua critica filologica e la storicizzazione delle leges scalzarono quanto restava dellantica venerazione x Giustiniano. Nessuno pretese pi che le sue leggi fossero ispirate da Dio, come dicevano glossatori e commentatori. Esse erano prodotti umani confezionati da uomini fallibili quindi qualcuno attacc la compilazione denunciando manchevolezze, alcuni se la presero cn Giust. altri con lesecutore materiale Triboniano. Hotman fu un famoso antitriboniano il cui maestro era stato Calvino, critico del potere monarchico oppressore speci sul piano religioso da doversi catalogare tra i pi accessi monarcomarchi e fu sostenitore anke della tesi ke i poteri pubblici e lo stato nn venivano da Dio bens da un originario patto sociale stretto idealmente tra le genti quando decidevano di vivere insieme associandosi in un consorzio umano. II- GLI ORDINAMENTI GIURIDICO-POLITICI

La nascita e la crescita delle scuole di dir romano sn andate di pari passo cn la maturazione degli ord cittadini. La citt appare il miglior palcoscenico dei mutamenti che la vita spirituale e materiale sperimenta dopo il Mille. Il tardo Medioevo stato qualificato come let comunale proprio x questo sorgere nellitalia centrosettentrionale di citt che si comportavano come staterelli, fervide di attivit economiche, culturali e artistiche. Il Comune porta la possibilit di moltissime opere in queste citt e ha chiamato i cittadini alla politica innestando cmq quelle faziosit di partiti. Sn state fatte alcune teorie sulla nascita del Comune: la prima ke il Comune nacque dalla lotta vs il vecchio feudo ma ci in realt non pienamente esatto xk il Comune ha investito anche territori romanici scarsamente feudalizzati cm lIstria. Unaltra tesi poi sosteneva che gli ord comunali fossero scaturiti da quelli muncipali dellantichit romana x cui cera stata una continuit storica: questa sarebbe parzialmente condivisibile ma nn risponderebbe per al quesito di come la citt sia diventata fonte di poteri normativi creando unautonomia che neppure Barbarossa riuscito a soffocare. Altre teorie hanno cercato lorigine del Comune nel governo vescovile ma ci negato dal fatto che molti luoghi non conobbero il governo vescovile cm es. Bologba, Padova La teoria del Calasso. Essa vede il fenomeno culturale come un portato di quella vasta ondata di spirito associativo che pervase la vita sociale dopo il Mille. Queste associazioni avevano valenza tecnico-giuridca ssicurata da quegli statuti associativi che nascevano da patti ed erano sanzionati da un solenne giuramento collettivo o coniuratio. Uno dei casi pi famosi di questo giuramento quello della Compagna genovese. Barbarossa nella dieta di Roncagllia del 1158 condann i coniuratio in quanto da ci scaturivano autonomie che spesso si sottraevano al suo controllo. Dopo le istituzioni comunali vi erano altre associazioni come x esempio le societates di arti e mestieri o corporazioni che organizzavano attivit economiche e facevano anche xr ghetti dinteresse particolaristici. Il fenomeno associativo cre poi la cosiddetta consorteria cio un tipo di associazione gentilizia. Esse avevano vari nomi a seconda dei luoghi e vi si accedeva x nascita o per matrimonio e lordinamento interno era assicurato da patti spesso giurati dai capi dei vari ceppi patrizi e questi patti divenivano gli statuti del consorzio; spesso erano governate da rector o con sul assistiti da un gruppo di sapientes o consiliarii. Tutto questo spirito associativo genera quindi la frammentazione dei gruppi in circoli pi o meno chiusi e gelosi di unautonomia ke li trasforma in istituzioni, d loro assetti normativi e giurisdizionli facendone quindi veri e propri ord giuridici. Universit degli scolari. Essa una forma corporativa molto particolare che rappresentava lesito di un moto associativo compiuto dalla massa studentesca verso la fine del XII sec x cui gli scolari che venivano spesso da fuori e si sentivano stranieri e isolati da Comune e popolazione di Bologna si erano riuniti in una universitas scholarium(nn universit degli studi come oggi in quanto racchiudeva sl studenti e nn si identificava cn la scuola che fino al titolo di Studio generale non fu neppure unistituzione) in cui si davano regole, eleggevano un rettore e propri rappresentanrti x fronteggiare meglio le difficolt della vita quotidiana e x regolare soddisfacentemente i rapporti con i propri maestri. Questo moto associativo interruppe il formarsi di una corporazione scolastica modellata su quella di mestiere e quindi retta dai prof . Tuttavia un qualche conato in tal senso esiste, come ad es la qualifica di socii che i maestri continuarono x secoli a dare ai propri alunni e ci scaturisce dallimitazione del rapporto scolastico cn quello delle corporazioni di mestiere che venivano chiamate societates; oltre a ci il fatto del titolo di dominus assegnato dai ragazzi ai docenti lo stesso che gli apprendisti attribuivano al padrone di bottega. Giovanni Bassiano poi arriver a dire che le universit degli scolari non potevano eleggere i propri rettori e trover logico ke le nomine venissero fatte dai prof e Azzone dir che sia per le professioni che per la scuola il modello applicabile lo stesso: quello delle associazioni di mestiere. Il vincolo tra prof e discepoli era per stato rinsaldato da una costituzione del Barbarossa cn cui si comminavano sanzioni a chi molestava maestri e allievi nei viaggi intrapresi x arrivare alle citt degli studi e concedeva agli studenti di esser giudicati a scelta o dal maestro o dal vescovo e da essi si potevano aspettare sicuramente pi benevolenza che dai giudici comunali(ci contribu a fare della scuola un ord giur a se stante) Reazione imperiale al fenomeno comunale. Barbarossa subito dopo le prime esperienze di lotta cn i Comuni nomin a governarli suoi uomini di fiducia( i podest) che furono guardati in Italia come intellorabili strumenti di oppressione. I Comuni nel 1164 cacciarono i podest quasi ovunque e nel 1167 fu stretta la Lega lombarda che sconfisse nella battaglia di Legnano del 1176 le forze imperiali e finalmente nel 1183 ci fu la pace di Costanza che sanc la sottomissione formale dei Comuni allImpero ma sanc anche il riconoscimento

imperiale delle consuetudini ossia le ampie autonomie che le citt avevano usurpate: nasceva il fenomeno delle autonomie locali. Limpero ritenne xr che il testo della pace fosse una legge speciale che vigese sl x le citt espressamente nominate e inoltre pretendeva lefficacia della pace condizionata dal rispetto della fedelt del re x cui ogni atto dinfedelt avrebbe reso ribelle la citt cn la conseguenza del decadimento dei privilegi imperiali (anke la stessa pace di Costanza, essendo un privilegio, era revocabile). I Comuni diedero poco peso a questa interpretazione riduttiva e sbandier Costanza cm la Magna Charta delle proprie libert dandole una valenza generale in quanto la inser nel Corpus iuris. I Comuni dopo Costanza. Essi cominciarono ad affidarsi a podest scelti nn tra i cittadini ma tra i forestieri e ci venne fatto x salvaguardare limparzialit del governo assicurandone lestraneit alle beghe locali. Tuttavia ci nn bast a fermare i pericolosi fermente che andavano divampando allinterno delle citt: gli odi tra le consorterie nobiliari e fazioni dette popolari e lincapacit di questi ultimi di raggiungere accordi cn il ceto dominante che li aveva esclusi dalle corporazioni maggiori e dal potere, li stimolarono a darsi proprie strutture e statuti, al cui vertice posero un Capitano del popolo(predendo in prestito nel nome il capitaneus che Federico II aveva affiancato al podest dopo la vittoria riportata vs la seconda lega lombarda). Si cre allora una situazione in cui il capitano era affiancato da unassemblea di anziani e rappresentava i popolari, il podest con il consiglio restando espressione del vecchio ceto dirigente dei magnati. Tuttavia alla scomparsa della dinastia sveva ci fu la crisi dellimpero, i guelfi(x il papa) trionfarono sui ghibellini e ogni quilibrio cittadino esplose: il ceto popolare si scagli vs il vecchio ceto patrizio ghibellino e ci furono una serie di leggi antimagnatizie(gli Ordinamenti sacrati e sacratissimi) Il diritto nel momento di confusione. In quel periodo il processo inquisitorio trionf sullaccusatorio e videro la luce importanti trattazioni di diritto e procedura penale. Alberto Gandino fu un giudice che ricopr anche incarichi pubblici cm podest e assessore e intorno al 1300 compose il De Maleficifis che unopera che contiene una serie di quaestiones non sue ma attinte da quelle dibattute nelle scuole di Odofredo e Guido di Suzzara.Nello stesso periodo venne alla luce anche uno scritto di un altro giudice mantovano, Bonifacio Antelmi. Entrambi fanno capire che il trionfo del processo inquisitorio risiede proprio nelle turbolenze politico-sociali di quel periodo. Nellalto medioevo il rito accusatorio aveva trionfato, logica conseguenza dellidea barbarica che il reato generasse un rapporto di tipo privatistico tra offeso e offensore(x cui il primo aveva lonere della prova e dallaccusa); il processo inquisitorio invece presupponeva un interesse pubblico alla repressione in quanto il giudice informato di un delitto aveva il dir/dovere di indagare, conseguire la prova(anke mediante la tortura e infatti in Gandino si leggono molte questioni sulla tortura la quale cmq era lecita sl in presenza di indizi chiari di colpevolezza. Nn potevano esser torturati uomini di stato, alti gradi militari, nobili, ecclesiastici e doctores) e processare/condannare laccusato. Limputato era per poco tutelato dal fatto che giudice inquirente e giudice giudicante potevano esser la stessa persona quindi cn diminuzione delle garanzie x limputato. Appartenere a un ceto sociale voleva dire render riconoscibile ci allesterno, si doveva garantire la propria buona fama contro linfamia. Ci era fondamentale: chi era di buona fama aveva qualche possibilit quando cadeva nelle mani dei giudici di sfuggire alle torture, cosa impossibile x chi godeva di cattiva fama. Si creava allora una sorta di giudizio sommario sulle apparenze x cui un ladro accertato poteva esser arrestato torturato terribilmente x estorcer una confessione e subito impiccato negandogli il diritto a difendersi. Si diffuse poi lidea del bando che nel mondo comunale significava lespulsione dalla citt cn eventuale confisca dei beni in genere x ragioni politiche ma cmq il bandito poteva andare dove voleva basta che se ne andasse dalla citt. La fine del Comune. Essa fu generata dalla riscossa dei guelfi tra le macerie dellImpero svevo e lintensificarsi delle lotte cittadine e tutto ci spalanc le porte alle signorie. Cerano gi state per esperienze signorili fino dalla seconda met del duecento in quanto nobili avventurieri ghibellini si erano impadroniti dei massimi uffici comunali di citt venete e lombarde e li avevano gestiti fuori dalle regole statutarie e dai limiti temporali normativamente stabiliti(es.la signoria di Ezzelino da Romano su Verona nel 1226). Successivamente ci sar poi il passaggio da signoria a principato: ci avviene quando coloro che sono nominati signori di citt libere sfoggiano dignit e autorit quasi sovrane cm se fossero dignitari vicariali o regi e ci consentiva loro la plenitudo potestatis(o absolutio legibus). In Italia i principati anche se costituiti cn infeudazioni che li rendevano subordinati al papa o allimperatore almeno dalla fine del 1300 o dal 1400 usavano la plenitudo potestas senza che nessuno dicesse nulla.

Dellaccostamento poi tra signoria e tirannia parla Bartolo quando sostiene ce tiranni erano i signori che si impadronivano del comando senza aver nessun titolo x esercitarloo oppure anche se lo avevano esorbitavano dalle competenze connesse con la carica o dai limit imposti dalle leggi. Le repubbliche marinare La loro presenza caus anche problemi sul piano giuridico per gli studiosi in quanto Baldo si chiese se un popolo in assenza dellimperatore potesse nominare autonomamente duces(prima lo fece Venezia poi anche Genova): x lui in linea di diritto i dogi erano da considerare insediati de iure senza la conferma del monarca ma tuttavia era possibile desumere x consuetudine il suo tacito consenso. La grande fonte di ricchezza delle repubbliche marinare era il commercio specie quello marittimo che inizialmente doveva esser nelle mani dellordo mercatorum cio unorganizzazione che alla prima comparsa non aveva natura corporativa vera e propria in quanto nata alle dipendenze del Comune; tuttavia esso aveva poi acquisito autonomia alla fine del XII sec a seguito di una rivolta antinobiliare che aveva segnato la fine del dominio delloligarchia patrizia sul commercio terrestre, ma non su quello marittimo. Fu infatti creato lordo maris che ebbe i suoi cosoli che si diedero labitudine di un Breve giurato cio un codice di regole ed ebbe un organo giudiziario, la Curia maris Venezia. Parlare poi di Venezia vuol dire non ricollocarla in realt in un contesto comunale xk aveva pi in comune sicuramente cn unidea di monarchia.Il doge era infatti un organo elettivo ma a vita con poteri pressoch assoluti. Tuttavia Venezia tra il 1142/43 e il 1172 si era ristrutturata in senso comunale quindi in questo senso il confronto cn le vicende delle altre citt di Italia non stona. Venezia divenne una repubblica aristocratica in cui governo a commercio erano affidati a un certo numero di famiglie riunite nel Maggior Consiglio il quale aveva tutti i poteri legislativi/esecutivi nonch la nomina del doge. Esso era un organo chiuso e nel 1297 fu pubblicata una legge cn cui ci fu unimpedimento drastico allentrata di nuove famiglie consacrando quindi la nascita di un corpo sovrano ereditario. Il doge Tiepolo nel 1242 fece regidere il corpo degli statuti veneziani che si arricch presto di glosse, pratiche e riti dei tribunali veneti (es lo Splendor consuetidinum civitatis Venetorum di Bertaldo, che fra laltro ci informa che i giudici veneziani dovevano attenersi agli statuti generali considerati leggi e in oro mancanza alle consuetudini eventualmente da provare cm fatti mediante testimoni degni di fede) Genova(accumunata a Venezia dalla vocazione imperiale ordinate al commercio)Essa nn rinneg la dipendenza dallImpero e fino al 1300 svolse infatti la propria organizzazione in senso comunale alla pari delle altre citt del centro nord. La particolarit era che la Compagna(gi vista) era consiederata lorganismo dominante della citt al punto di identificarsi col Comune. Genova ebbe un podest dal 1190 che si alternava cn i consoli. Lord genovese si ricava oggi principalmente da qualche frammento del primo Trecento specie dal Magnum volumen Peyre che passa x la formazione della colonia di Pera ma che in realt contiene un complesso per la maggior parte destinato alla madrepatria. Anche a Genova ci furono rivolte popolari che sfociarono nella nomina di un Capitano del poplo nel 1257 e nel 1339 la normale svolta signorile in funzione antinobiliare assunse forma atipica e la plebe elesse primo doge a vita Simone Boccanegra affiancato da un ristretto consiglio(caso di signoria elettiva). Pisa. Essa segu le tappe consuete della storia dei Comuni ma fu precocissima, gi a met dellXI sec. Infatti poco dopo quel momento comparvero i primi consoli e intorno al 1150 il primo podest, scoppiando poi le antimagnatizie duecentesche che introdussero capitani del popolo; si pass poi ai signori x chiuedere nel 1406 lautonomia con lassoggettamento a Firenze. Lo statuto sono da annoverare tra le codificazioni cittadine pi considerevoli; entr in vigore nel 1160 e i manoscritti ce la tramandano diviso in 2 tronconi: Constitutum legis(formato dalle deliberazioni assembleari) e Constitutum usus(formato dalle consuetudini) e ci corrispondeva allo sdoppiamento dei tribunali nella Curia legis e nella Curia usus. Amalfi. Essa fu ancora pi precoce di Pisa ed aveva gi intensi scambi commerciali cn Bisanzio e lOriente che risalivano al X sec. Fu una repubblica marinara fiorente fino allincorporazione nei domini normanni nel 1073 ma anche dopo conserv privilegi commerciali. Notissima la sua Tabula Amalphae o Tabula Prothontina cio la sua legislazione marittima. Ritrovata nel 1843, essa consiste in realt nn di statuti ma di massime giurisprudenziali cio 66 capitoletti. Il pregio sta nel descrivere alcuni contratti singolari: quellodi colonna adoperato x il traffico costiero instaurava rapporto tra il capitalista, larmatore e i marinai,

laccomanda cio un prestito di capitali da impiegare in operazioni di commercio e da restituire alla scadenza con laggiunta di una parte dei lucri. Anche Valenza e Maiorca furono centri di irradiazione di pratiche commerciali; Barcellona redisse i suoi usi nel Libro del consolato del mare tradotto in varie lingue che divenne il codice del diritto comune marittimo del mediterraneo. CAP X- ORD MONARCHICI ITALIANI Accanto al fenomeno dello sviluppo cittadino ch ein certe zone sfoci nellevento delle autonomie locali lEuropa del nuovo millennio vide il progredire di quei regni territoriali che formavno la nuova realt politica su cui si sarebbe fondato il mondo moderno e il progredire delle monarchie europee era inversamente proporzionale al regredire dellantico impero. Il pensiero della Chiesa era restio ad abbandonare il dogma dellUnus imperator in orbe che nel temporale rispecchiava molto bene lufficio svolto dallunus Papa nello spirituale eppure era stata proprio la riforma gregoriana a dare il colpo pi grave alla vecchia immagine imperiale in quanto il nuovo ius gentium che il papa approvava ha introdotto la divisione dei regni. La frammentazione dellimpero port al grande problema dellapplicazione universale del dir romano che continuava a esser ritenuto lord imperiale. Il Diritto comune poteva tranquillamente sussistere quando cera interazione tra autonomie locali(urbes) e sovranit generale(orbis)ma strideva al contatto con una sovranit imperiale pi ampia e unaltra sovranit pi limitata dei vari regni ma in realt due sovranit entrambe piene esclusive e gelose del controllo del proprio sistema giur. Ugoccione da Pisa si interess proprio di ci, sostenendo che la Chiesa si sarebbe dovuta imporre x impedire fratture e salvare la contestata universalit di Giust x cui anche se Francia e Inghilterra non si riconoscevano dipendenti dellImpero quantomeno non dovevano rifiutare luso del dir romano in quanto le leggi giustinianee sono volute dalla Chiesa a cui tutti cmq devono obbedire. Intorno alla met del XIII sec Bernardo da Parma che era il glossatore ordinario delle decretali gregoriane enunci un principio di salvaguardia della vigenza del dir romano in tutta Europa . Una sua famosa glossa dieva che sl de iure(secondo le leggi romane x cui nel pensiero di Bernardo esse legittimavano se stesse) tutti fossero sottoposti alle norme di roma, ma che de facto taluni popoli non le applicavano. Restaurazione dei domini della Chiesa nel tardo impero. In Italia la legge romana da sempre si applicava ovunque tuttavia esistevano ordinamenti monarchici che ponevano problemi particolari circa la sua legittimazione. Nei domini della Chesa era escluso che il dir romano vigesse ratione Imperii in quanto da Gregorio VII era stata negata qualsiasi dipendenza dal potere temporale ma x giustificarne luso si poteva cmq ricorrere alla ratio pontificis. La cattivit avignonese permise che le autonomie locali cittadine si gonfiassero e diventassero Comuni, con podest e capitani del popolo e poi con tiranni. Il cardinal Egidio di Albornoz, incaricato da Innocenzo VI di restaurare lautorit pontificia, trov gran parte dei domini della Chiesa sotto i tiranni. Ebbe 2 legazie. Essendo unabile statista talvota estromise i tiranni e altre volte li sottomise e in altri casi ancora riusc a far nominare signori se stesso o il papa ponendosi come scopo non di ricostruire uno Stato unitario mai esistito(ogni distretto aveva il suo diritto locale infatti) bens di ristabilire unautorit del pontefice su citt e provincie. Egli nel 1357 a Fano pubblic le Costituzioni egidiane che la storiografia prendendo alla lettera qualche intenzione espressa in bolle battezz cm il Codice dello stato pontificio: per cui lopera si sarebbe posta accanto al dir canonico a rappresentare lo sdoppiamento della Chiesa nei due ordinamenti temporale e spirituale. Lo stato normanno.. Ci rappresentava lapice della identit politica pi forte dItalia; la dominazione normanna. La leggenda della nascita di questo diritto narra che verso lanno Mille quaranta cavalieri normanni di ritorno da un pellegrinaggio ai Luoghi Santi si fermarono a Salerno assediata dai Saraceni e vennero in aiuto di Guimario principe longobardo. Avendo dato un contributo fondamentale non solo Guimario li copr di doni ma mand anche unambascieria in Normandia x arruolare un corpo di ausiliari. Altre leggende raccontano che qualche anno dopo un gruppo di nromanni accusati di assassinio lasc la patria x sfuggire alla collera del duca Riccardo e gli esuli vennero dapprima a Capua e poi dopo si trasferirono in Puglia al servizio del pugliese Melo nella rivolta vs i Bizantini. Cmq sicuro c che Roberto il Guiscardo si impadroniva dei territori del continente e il fatello minore Ruggerio I conquist la Sicilia araba entrando a Palermo nel 1072 e il figlio di questi nel 1128 avava in mano anche il ducato di Puglia e di Calabria, il principato di Salerno

quindi tutto il mezzogiorno. Ruggero fu incoronato re dallantipapa Anacleto II nella notte di Natale del 1130. A Ruggero pass sicuro x la mente lidea di emulare Carlo Magno, ma ancora di pi pens di impersonare uqel modello imperiale bizantino che non per nulla tratto a rappresentare le incoronazioni normanne nei mosaici di Monreale. Tuttavia la concezione bizantina della dignit e dei poteri monarchici si accompagnava allidea di una Chiesa istituzione dello Stato e quindi sottoposta al governante e questa dottrina fu fatta propria dai normanni, mentre ovviamente la S.Apostolica non poteva tollerare dipendenze dal potere laico che la riforma gregoriana rifiutava. La Chiesa allora tent di mascherare di una legittimit canonica lesercizio dei poteri che i re normanni si erano arrogati sulla vita e organizzazione delle chiese concedendo loro la Legazia Apostolica, concessa da Urbano II a Ruggero e al figlio. La nomina di un laico anzich di un ecclesiastico era cosa strana ma contribuiva a giustificarla la benemerenza acquistata dal Gran Conte x la fede cristiana e x aver tolto allIslam la sicilia. Per il papa era una legazia temporanea e revocabile, ma i re videro le cose diversamente e col tempo la stabilizzarono nelle proprie mani. Strutture amministrative dello stato normanno. Esse apparivano cm un intreccio di tradizioni bizantine, franche e mussulmane. Riguardo al governo centrale si parlato di 7 uffici principali(Logoteta,Protonotario, Grande ammiraglio, gran giustiziere, gran cameraio, gran connestabile, gran siniscalco e gran cancelliere)ma spesso nn erano tutti contemporaneamente presenti e le competenze nn erano fissate ma lasciate allarbitrio del sovrano. A livello provinciale poi si nota la comparsa di giustizieri investiti della giurisdizione penale in ampie circoscrizioni e di camerarii di rango inferiore investiti della giurisdizione nelle cause del fisco. Nelle citt si vedono i baiuli cio giudic scelti dai cittadini ma di nomina regia che svolgono la giurisdizione civile. Per quanto riguarda i feudi,si dice che il feudo vero e proprio sia stato introdotto nel Mezzogiorno dai normanni che per nn ne fecero una struttura portante dello stato cm in Inghilterra(che loro avevano trasformato in regno feudale) bens li considerarono alla stregua di circoscrizioni territoriali entro le quali dei burocrati esercitavano i poteri regi in qualit di delegati del sovrano. I feudi erano saldamente nelle mani del re in quanto i territori dei feudatari appartenevano al demanio e quini nn potevano essere alienati o sminuiti. Assise e altri fonti normative. Il Calasso ha parlato di caleidoscopio giuridico pensando allincontro di spezzoni di diritto mussulmano, giustinianeo, bizantino e longobardo. A fornire la forza unificante fu per lo ius novum normanno. I normanni chiamarono le loro diete, molto frequenti, assise un nome che fin con ladattarsi con quanto nellassisa di promulgava.Proprio un primo gruppo di 43 costituzioni sarebbe stato emanato da Ruggero II nella assisa di Ariano del 1140. Nel 1230 si erano disperse queste assise e Federico II incaric x ritrovarle e introdurne un certo numero lanno successivo nel suo Liber Augustalis, dove accolse 37 costituzioni ruggeriane e circa una trentina di Guglielmo II. Colpisce che in un sistema in cui il dir comune ancora lontano le leggi romane siano messe in un unico calderone di ius vetus insieme cn le consuetudini. Gli svevi.Dopo la morte di Guglielmo II nel 1189 Enrico VI imperatore figlio del Barbarossa vide profilarsi la prospettiva di prendere il regno di Sicilia giocando sui diritti ereditari di sua moglie Costanza dAltavilla, figlia di Ruggero II. Erano diritti da far valere cn le armi xk il conte di Lecce Tancredi era stato nominato re dalla nobilt normanna alla morte dello zio sovvertendo le regole xk di solito di predecessore designava il successore. Il caso volle cmq ke Tancredi morisse e Enrico potesse allora impadronirsi di Palermo e del trono ma mor poco dopo e la vedova costanza riusc prima di morire anche lei a far incoronare il figlio Federico di 4 anni nel 1198. Federico venne posto x 10 anni sotto la tutela di papa Innocenzo III ma allet di 14 anni Federico si proclam maggiorenne e nel 1212 fu fatto re di germania e nel 1220 a Roma si fece incoronare imperatore da Onorio III e scese a prender possesso del Regno di Sicilia.Egli al sud fu continuatore e riformatore della politica dei suoi avi normanni e gli va dato merito di aver razionalizzato e portato a maturazione le strutture del regno assicurando lunit che si poteva dare a un paese frazionato da etnie, culture ecc. Nella dieta di Melfi del 1231 pubblic il Liber constitutionum Regni Siciliae(Liber Augustialis),il miglior codice delleuropa medievale, La costituzione Puritatem del Liber Augustialis. Le antiche leggi di cui dovette tener conto nel suo codice erano la longobarda(diffusa a Benevento) e la romana(oramai solo quella giustinianea a discapito della tradizione bizantina grazie allo Studio di Napoli). Ci furono tarde versioni della costituzione Puritatem che dichiarano quelle due leggi diritti comuni del regno e sempre la stessa sosteneva che la scelta delluno o

dellaltro diritto comune avvenisse ai sensi del decrepito principio della personalit della legge che a giudizio del Calasso nel 1200 era gi acqua passata. X calasso lunico diritto comune dappertutto il corpus giustinianeo e quindi lappellativo dato al longobardo da Federico sarebbe stato usato tecnicamente e avrebbe alluso al semplice dato di fatto della sua applicazione generale in vasti territori. Molti giuristi posteriori sembreranno addirittura esser alloscuro di quella frase controversa della Puritatem

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