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Riassunto di

Alessia Mocci

PLATONE

Alessia Mocci III F

Liceo Scientifico G. Brotzu a.s. 2011-2012

Indice
1. I rapporti con Socrate e i sofisti 1.1 Contesto storico 1.2 La vita 1.3 Le opere e le dottrine non scritte 1.4 I caratteri della filosofia platonica 2. La dottrina delle idee e la teoria dello Stato 2.1 La dottrina delle idee 2.2 La dottrina dellamore e dellanima 2.3 Lo Stato e il compito del filosofo 3. Approfondimenti e nuove prospettive 3.1 I problemi dellultimo Platone 3.2 La dialettica 3.3 Il bene per luomo: il Filebo 3.4 Il Timeo e la dottrina delle idee-numeri

Platone

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I rapporti con Socrate e i sofisti


1.1 Contesto storico
Platone conobbe il declino della societ ateniese in seguito alla decadenza del periodo aureo del dominio di Pericle, dovuto sia alla sconfitta della guerra del Peloponneso, sia al governo dei Trenta Tiranni e successivamente alla democrazia conservatrice che condann a morte Socrate. Nellambito culturale, anche la sofistica inizia la sua decadenza. Platone insieme un aristocratico e un filosofo, perci brama di trovare stabilit politiche e vive questa situazione di degrado non solo come crisi della politica, ma delluomo. Idealizza la figura di Socrate, disegnandolo come luomo pi giusto di tutti che riuscito ad andare oltre al relativismo dei sofisti e lo rende perci protagonista di numerosi suoi dialoghi. Platone crede che la crisi di Atene sia dovuta ad una crisi intellettuale, abbandona la politica attiva e pensa che sia necessario riformare globalmente lesistenza umana tramite un rinnovamento della filosofia. Decide di rifondare la politica alla luce del sapere.

1.2 La vita
Platone nasce in una famiglia aristocratica, studia presso Cratilo (seguace di Eraclito) e a ventanni inizia a frequentare Socrate coltivando molta stima nei suoi confronti fino alla sua condanna a morte che convincer Platone a non intraprendere una vita politica attiva. Si accorge che la sola strada che pu guidare luomo e la comunit verso la giustizia la filosofia, perci pensa che il potere sarebbe dovuto essere nelle mani dei filosofi. Platone intraprende numerosi viaggi, ma ha scritto documenti che riportano solo ci che gli accade nellItalia del sud: stato venduto come schiavo e con i soldi del riscatto che non furono necessari quando scoprirono la sua identitfond lAccademia e viene chiamato a Siracusa per riformare lo Stato, ma non gli possibile a causa della presunzione del tiranno.

1.3 Le opere e le dottrine non scritte


Tutte le opere scritte da Platone sono arrivate sino ai giorni nostri, non tutte sono state riconosciute come autentiche: diverse sono spurie, cio non sono state scritte da Platone. La sua attivit letteraria pu essere suddivisa in tre periodi: Primo periodo (scritti giovanili o socratici); Secondo periodo (scritti della maturit); Terzo periodo (scritti della vecchiaia).

Platone sostiene dei corsi chiamati Intorno al Bene che fanno parte delle sue dottrine non scritte in cui parla di metafisica.
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1.4 I caratteri della filosofia platonica


Platone aveva grande stima di Socrate, per questo gran parte del suo pensiero pu essere accostato a quello del maestro, anche se la maggior parte delle dottrine di Platone non hanno nulla in comune con quelle di Socrate. Quindi Platone cerca di interpretare le dottrine filosofiche del maestro. Platone usa come forma di scrittura i dialoghi, infatti Socrate era contrario alla forma scritta delle dottrine e utilizzava il dialogo perch consentiva di avere una concezione della filosofia come sapere aperto: il dialogo lunico mezzo con cui si pu comunicare lindagine filosofica in compartecipazione con gli altri. Per tutta la vita Platone cerc certezze di pensiero e di vita su realt eterne e immutabili, la sua fu una ricerca insaziabile e mai conclusa: la ricerca di una verit che luomo non possiede mai totalmente. Platone utilizza oltre al dialogo anche i miti per spiegare i concetti e le dottrine filosofiche. Questo perch con il mito si possono comunicare le dottrine in modo pi semplice e diretto, ma anche perch con il mito si pu parlare di realt che vanno oltre la nostra razionalit. Il mito non n una favola n unargomentazione dimostrabile, semplicemente un racconto che si pu ragionevolmente ritenere vero.

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La dottrina delle idee e la teoria dello Stato


2.1 La dottrina delle idee
Nel primo periodo Platone ha difeso e spiegato le dottrine di Socrate, facendo ci le filtra e aggiunge suoi pensieri e interpretazioni. D molto spazio alle definizioni di Socrate perch pensa che sia il primo passo per superare il relativismo sofistico e arrivare ad un sapere assoluto. Quindi Platone formula la teoria delle idee con cui inizia la seconda fase in cui va oltre le dottrine di Socrate, sviluppando un suo pensiero. Probabilmente era spiegata nelle dottrine non scritte quindi non abbiamo numerosi documenti che la spiegano, ma costituisce il centro del platonismo maturo e Platone afferma di aver risolto i massimi problemi filosofici con essa. Platone pensa che la scienza sia stabile, immutabile e quindi perfetta. Dal momento che il pensiero riflette lessere, si chiede quale sia loggetto proprio della scienza. Ci non pu essere costituito dalle cose del mondo sensibile dal momento che i sensi sono mutevoli corrispondenti allopinione e di conseguenza imperfetti. Secondo Platone loggetto proprio della scienza sono le idee, cio entit immutabili e perfette che esistono in un mondo perfetto (iperuranio). Il filosofo pensa che le cose siano copie imperfette delle idee. Lidea in conclusione il modello unico e perfetto delle cose molteplici e imperfette del nostro mondo sensibile. Nella filosofia di Platone esistono due tipi di dualismo: quello gnoseologico che scinde due tipi di conoscenza (lopinione e la scienza) e quello ontologico che divide due tipi dessere (le cose e le idee).

Platone ha preso spunto dal pensiero di Eraclito (il nostro mondo mutevole) e da Parmenide (lessere autentico e immutabile), quindi lidea di Platone immutabile e perfetta, ma lessere multiplo. Platone prende da Parmenide anche il dualismo ontologico e gnoseologico.
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Nel periodo della maturit del pensiero platonico le idee si dividono in due tipi: Le idee-valori, cio i principi etici, estetici o politici; Le idee-matematiche, cio le entit aritmetiche e geometriche.

Platone parla anche di idee di cose naturali e idee di cose artificiali. Le idee hanno un ordine gerarchico in cui troviamo per prima lidea del Bene, poi le idee dei valori, le idee matematiche e infine le idee delle cose naturali e artificiali. Il Bene di cui parla Platone pu essere identificato come una presenza divina, ma non crea le idee: semplicemente si limita a comunicarne la perfezione. Platone sostiene che le idee siano: Criteri di giudizio delle cose, le idee sono la condizione della pensabilit delle cose; Causa delle cose, le idee sono la condizione dellesistenza degli oggetti.

Il filosofo parla di mimesi1, di metessi2 e di parusa3 per cercare di capire a fondo il rapporto tra e idee e le cose, senza per arrivare ad una conclusione definitiva. Gli studiosi si sono domandati a lungo se le idee esistano in un mondo come laldil o il paradiso cristiano o se siano schemi presenti nella nostra mente. Ma si arrivati alla conclusione che Platone le intendesse come enti reali che costituiscono un ordine eterno ideale che non esistono in alcun luogo e costituiscono una zona dessere diversa dalle cose. In che modo luomo pu conoscere le idee? Platone diceva che esse non possono scaturire dai sensi, ma da una visione intellettuale. Per capire da dove proviene questa visione, Platone racconta il mito della reminescenza4: la nostra anima prima di incarnarsi, viveva nel mondo delle idee e ha conosciuto le idee delle cose. Di conseguenza, quando arriva sulla terra ricorda in modo innato le idee, seppur in modo sfocato. Questo innatismo ritiene che la conoscenza delle idee non deriva dallesperienza sensibile, ma fossero capacit preesistenti. La prova di ci, secondo Platone, sta nel fatto che anche un ignorante pu arrivare, tramite la logica, a elaborare persino teoremi geometrici. In conclusione, per Platone possediamo uninnata verit dovuta alla precedente conoscenza del mondo delle idee. Platone dice che conoscere, imparare, significa ricordare ci che si appreso prima che la nostra anima si incarnasse. Luomo non conosce tutta la verit, quindi la cerca, ma non la ignora del tutto, altrimenti non la cercherebbe, ma la ricorda a priori, cio a prescindere dai sensi. La dottrina della reminescenza presuppone limmortalit dellanima. Platone scrive un dialogo (il Fedone) in cui elabora tre prove dellimmortalit dellanima: dei contrari, ogni cosa si genera dal
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Le cose imitano le idee Le cose partecipano delle idee 3 Le idee sono presenti nelle cose 4 Ricordo

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suo contrario, quindi dopo la morte del corpo lanima continua a esistere; della somiglianza, essendo lanima simile alle idee deve essere eterna; della vitalit, essendo vita non pu includere in s la morte. Platone ritiene che il filosofare sia una preparazione alla morte, infatti i filosofi si annullano per capire meglio le idee: al momento della morte lanima si libera del corpo e raggiunge il mondo delle idee. Nel dialogo la Repubblica, il filosofo parla del destino e del modo in cui la nostra anima conosce le idee tramite il mito di Er: le anime scelgono il corpo in cui incarnarsi e Er5 racconta loro ci che succeder dopo la morte, luomo che sceglie il proprio destino. Platone si oppone spesso al relativismo sofistico, in particolar modo nella teoria delle idee, egli pensa che il relativismo appartenga ad una filosofia negatrice di ogni certezza e indistinta. Ritiene che si debba cercare una certezza assoluta, con la dottrina delle idee trova strutture ideali e universali. I sofisti e Socrate dicevano che luomo doveva misurare e giudicare le cose, Platone afferma che sono le idee a misurare luomo. La conoscenza arriva ad avere un valore assoluto a differenza del pensiero sofistico, il quale implicava che anche il linguaggio non riuscisse a esprimere la verit, per Platone dal momento che rispecchia e rivela le idee, ha anchesso un valore assoluto. Platone pensa che il relativismo sofistico porti al caos, quindi il filosofo con la dottrina delle idee offre uno strumento per uscire dal caos. Conoscendo le idee si arriva ad una scienza politica universale che porta infine alla pace e alla giustizia tra gli uomini. Ci pu avvenire solo se il potere detenuto dai filosofi.

2.2 La dottrina dellamore e dellanima


Platone definisce con il termine ros6 il rapporto tra le idee e luomo e il rapporto tra gli uomini impegnati nella ricerca. Scrive due dialoghi sulla teoria dellamore: il Simposio7 e il Fedro8. Nel Simposio viene distinto lros volgare (quello corporeo, della carne) e lros celeste (quello dellanima). Lamore una forza cosmica che determina larmonia delle cose. Racconta il mito degli androgini, il cui messaggio di fondo il fatto che lamore sottolinea linsufficienza del singolo individuo. Lamore anche mancanza perch vuole qualcosa di cui ha bisogno ma che non ha. Secondo il mito ros figlio di Pena9 e Pros10, non n divino n umano e brama di possedere la sapienza e la cerca, perci filosofo. Lamore desidera la bellezza perch rende felici, quindi questultima il fine dellamore. La gerarchia della bellezza parte dalla bellezza del corpo, poi c

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Guerriero della Panfilia, morto in battaglia e risorto dopo dodici giorni Amore 7 Parla della bellezza e dei suoi gradi gerarchici 8 Parla dellamore come aspirazione verso la bellezza e elevazione dellanima al mondo delle idee 9 Povert 10 Abbondanza, ingegno

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la bellezza di tutti i corpi, la bellezza dellanima, la bellezza delle leggi e delle istituzioni, la bellezza delle scienze fino ad arrivare alla bellezza in s.

Bellezza in s Bellezza delle scienze Bellezza delle leggi e delle istituzioni Bellezza di tutti i corpi Bellezza del corpo
I gradi della bellezza

Nel Fedro racconta il mito della biga alata, lanima si pu paragonare ad una biga guidata da due cavalli: uno bianco (che indica la parte giusta) e uno nero (che indica la parte carnale e peccaminosa). Dal momento che il cavallo bianco cerca di andare verso lalto (verso liperuranio, in cui si trovano le idee) e quello nero va verso il basso, lanima sar pi o meno buona a seconda del fatto se ha ammirato pi o meno a lungo liperuranio. La bellezza risveglia nelluomo la voglia di cercare la sapienza e la verit, mediatrice tra luomo e il mondo delle idee. Lros diventa procedimento razionale, dialettica, cio la ricerca dellessere in s e legame amoroso delle anime al fine di conoscere. Quindi si sfocia nella retorica: scienza dellidea e dellanima.

2.3 Lo Stato e il compito del filosofo


Platone cerca una forma di Stato perfetta, ci pu esistere solo se il potere nelle mani dei filosofi. Lo scopo di una comunit governata dai filosofi la giustizia: condizione fondamentale della vita di uno Stato. Questultimo deve essere diviso in tre classi: i governanti, la cui caratteristica la saggezza; i guerrieri, la cui virt il coraggio; i cittadini, che devono essere temperanti. La giustizia include queste tre qualit. Ognuno deve svolgere il proprio compito al meglio e nelle migliori condizioni possibili affinch uno Stato sia giusto. Platone differenzia nellanima di ogni individuo tre parti: parte razionale, con cui domina gli impulsi; concupiscibile, da cui partono gli impulsi carnali e irascibile, che sostiene la parte razionale.

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Secondo Platone, ogni individuo deve svolgere un proprio compito che gli congeniale. Questo compito non deve essere considerato ereditario, ma ogni uomo deve considerare di che tipo la propria anima, le proprie attitudini naturali. Il mito delle stirpi racconta che ci sono tre tipi di anima: aurea, argentea o bronzea. Quindi non si formano caste rigide, si ammette la mobilit sociale: il figlio di un guerriero pu diventare governante. Platone propone labolizione della propriet privata e la comunanza dei beni nelle classi pi alte, affinch i governanti pensino soltanto al bene pubblico e non ai propri interessi. Non ci saranno coppie fisse e le donne avranno gli stessi diritti degli uomini, i matrimoni avranno una scadenza e i figli non conosceranno i genitori ma saranno allevati tutti insieme. I guardiani11 sono felici perch svolgono il loro compito in nome della giustizia per la pace dello Stato, inoltre i filosofi sono felici perch possiedono la conoscenza. Platone conscio del fatto che questo Stato non pu aver luogo. Stila una classifica delle alterazioni e degenerazioni che uno Stato pu subire: Timocrazia, governo fondato sullonore; Oligarchia, governo di pochi basato sulla ricchezza; Democrazia, in cui i cittadini sono troppo liberi di fare ci che vogliono senza misura; Tirannide, nasce dalla troppa libert democratica, il tiranno deve circondarsi dei peggiori individui della citt per mantenere il potere.

Platone era aristocratico, si accan contro la democrazia. Gli aristocratici pensano che il governo debba essere detenuto dai migliori, i democratici ritengono che debba essere detenuto da tutti i cittadini. Per Platone uno stato giusto se ci sono marcate differenze e subordinazioni tra le classi sociali, affinch si mantenga lordine pubblico. Ritiene che larte della politica sia destinata solo alle anime auree della citt. Platone organizza tutta la societ sino ai minimi particolari (statalismo12) decidendo persino la dieta dei cittadini.

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I filosofi che governano lo Stato Intervento dello stato nella vita privata dei cittadini

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Platone presuppone che i custodi siano in grado di controllare se stessi e quindi che siano giusti, di conseguenza riusciranno a controllare anche lo Stato. Gli individui vengono addestrati a pensare al bene comune sin dalla nascita. Questa societ assomiglia ad una grande Accademia con il fine di formare nuovi governanti. Solo le due classi superiori avranno il diritto di apprendere. Lessere corrisponde alla scienza (al sapere), il non essere allignoranza. Il divenire (una via di mezzo tra scienza e ignoranza) corrisponde lopinione. Platone ritiene che la filosofia sia pi importante delle discipline scientifico-matematiche, poich questultime ricorrono a numerosi enti sensibili (punto, linea) e alle ipotesi dimostrative. La filosofia invece si occupa dei problemi delluomo e della citt. Ci nonostante anche le scienze matematiche sono molto importanti perch aiutano a misurare e a trovare conoscenze stabili e oggettive, costituiscono la propedeutica alla filosofia e preparano il filosofo alla dialettica e alla scienza delle idee. La teoria della conoscenza e delleducazione viene spiegata nel racconto della caverna. Ci sono degli schiavi incatenati in una caverna e per tutta la vita vedono delle ombre di statuine davanti a s, credono di conseguenza che quella sia la realt. Uno di essi riesce a liberarsi, a vedere le statuine e ad uscire dalla caverna, abbagliato dalla luce non riuscir a distinguere il mondo circostante ma poi lo ammirer. Quando torner dai compagni per renderli partecipi, essi lo prenderanno per pazzo e lo uccideranno. Lo schiavo liberato indica il filosofo che scopre le idee e cerca di spiegarle agli uomini. La finalit politica della filosofia platonica la fondazione di una comunit giusta e felice. Soltanto tornando nella caverna, il filosofo sar veramente tale e avr completato il suo compito. Platone condanna larte perch ritiene che sia imitazione dellimitazione, cio imitazioni delle cose del mondo sensibile che sono imitazioni delle idee. Larte pu esistere solo se adattata alla filosofia.

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Approfondimenti e nuove prospettive


3.1 I problemi dellultimo Platone
Nella terza fase dellattivit filosofica di Platone, questultimo si mette in discussione: modera il dualismo tra modo delle idee e mondo sensibile. Da ci si interroga su come deve essere pensato il mondo delle idee e quale sia il rapporto tra realt naturali e idee. In questa fase sviluppa una notevole autocritica sulla teoria delle idee, il primo ostacolo il fatto che luno lidea e molti sono gli oggetti di cui lidea costituisce lunit, senza che essa sia moltiplicata. Quindi si pu intendere lidea nella sua individualit o come una variet di cose pi lidea che hanno in comune: questa teoria viene chiamata da Platone terzo uomo. Parmenide diceva che solo lessere , mentre in non essere non . A causa di questa affermazione non possibile la molteplicit delle idee, infatti se unidea non unaltra implica che non qualcosa e quindi non esiste. Platone decide di mettere in pratica un parmenicidio pur di non rinunciare alla teoria delle idee. Platone elabora la teoria dei generi sommi per spiegare come pi idee possano esistere e come interagiscono tra loro. Gli attributi fondamentali delle idee sono cinque: Lessere, ogni idea esiste e quindi ; Lidentico, ogni idea identica a se stessa; Il diverso, ogni idea diversa dalle altre idee; La quiete, quando si considera unidea da sola; Il movimento, quando si considera la combinazione di diverse idee.

Parmenide considerava il verbo essere con valore assoluto, Platone lo considera con un valore copulativo: quindi se una cosa non unaltra, non vuol dire che non esiste, ma che diversa da essa. Gli eristi affermavano che non poteva esistere lerrore perch implicherebbe il dire qualcosa che non e di conseguenza qualcosa che non esiste, Platone dice invece che esiste lerrore perch consiste nel dire qualcosa diverso dalla realt. Platone si interroga su cosa sia lessere. I materialisti dicono che ci che materia, gli idealisti dicono che ci che spirito. Platone afferma che lessere possibilit: se una cosa pu entrare in relazione con unaltre, se pu agire o subire una qualsiasi azione, esiste.

3.2 La dialettica
La dialettica consiste nel conoscere quali idee si combinano tra loro e quali no, costituita da due passaggi: prima si definisce una certa idea, poi si divide lidea nelle sue articolazioni interne.

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La dialettica presuppone che le idee possono essere in contatto tra loro, ma non con tutte altrimenti tutti i discorsi sarebbero veri. Per definire unidea si parte da un concetto generale che avanza con un processo dicotomico: dividendo per due ogni idea sino ad arrivare ad unidea indivisibile che fornisce una definizione specifica. una ricerca inesauribile.

3.3 Il bene per luomo: il Filebo


Platone si chiede cosa sia il bene per luomo. Il bene per luomo una forma di vita. La vita umana ha una forma mista, a met tra lanimale e il divino, perci tra la ricerca del piacere e lesercizio dellintelligenza. Si arriva al bene quando si riesce a misurarli entrambi in modo giusto: il piacere illimitato, compito della ragione dargli un limite. Luomo deve conoscere tutte le forme di conoscenza, anche le pi basse, perci deve servirsi anche dellopinione. Deve anche conoscere i piaceri, ma solo quelli puri, cio quelli che non sono dovuti allappagamento di un bisogno, ma alla contemplazione del bello. Platone parla quindi di virt come scienza della misura.

Ordine e misura
Gerarchia dei valori

Proporzione e bello Intelligenza Scienza e opinione Piaceri puri

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3.4 Il Timeo e la dottrina delle idee-numeri


Nel Timeo, Platone si domanda quale sia lorigine delluniverso. Per dare una risposta, il filosofo scrive il mito del demiurgo. Il demiurgo un divino artigiano che si trova tra il mondo delle idee e il mondo sensibile. Questultimo era costituito dal caos, perci il demiurgo plasm con la materia (imperfetta) le cose del mondo copiando le idee. Il demiurgo crea il tempo, che riproduce nella forma del cambiamento lordine immutabile delleternit. Tutto ci che armonico e bello dovuto alle idee, allintelligenza e al demiurgo, ci che disarmonico causato dalla materia e dalla necessit. Con il Timeo, Platone interpreta i numeri come schemi strutturali delle cose, cio il codice di interpretazione di ci che esiste. Il filosofo, poco prima di morire, interpret il mondo delle idee come un mondo matematico, costituito da numeri.

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