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Rousseau

Il discorso sulle scienze e le arti si compone di una Prefazione e di due parti. Nella prefazione Rousseau rivendica il proprio diritto di pensare ed esprimersi in modo critico e autonomo. Nella prima parte afferma che le scienze e le arti invece di purificare i costumi, hanno contribuito a corromperli; infatti esse rappresentano ornamenti superflui che servono ad abbellire la realt delle cose, e inoltre invitano gli individui ad apparire e non a essere. Nella seconda parte mostra come le scienze non siano scaturite dalle virt ma da altrettanti vizi e, alimentate dall ozio e dal lusso, abbiano favorito la disuguaglianza sociale e la perdita delle virt etiche e patriottiche. Ma siccome attribuire alle scienze e alle arti i guasti della civilt era eccessivo, egli successivamente chiarisce questo passo, scrivendo che la prima fonte del male la disuguaglianza; dalla disuguaglianza sono venute le ricchezze; dalle ricchezze sono venuti il lusso e l ozio; dal lusso sono venute le belle arti e dall ozio le scienze. Lo stato di natura un ipotesi teorica metodicamente e razionalmente elaborata ai fini di una critica radicale. Per Rousseau l uomo di natura non coincide con il selvaggio, anche se molto pi vicino alla natura. Ci che distingue l uomo di natura il perfetto equilibrio tra i bisogni e le risorse di cui dispone, ovvero solo il cibo, la femmina e il sonno, quei bisogni facili da soddisfare, in quanto sono stati dati all uomo direttamente dalla natura. L uomo quindi, possiede tutto ci che desidera, in quanto desidera solo ci che possiede. Inoltre, l uomo di natura, non n buono n cattivo, ma vive in una stato neutro di innocenza. Gli unici principi che gli si possono attribuire sono l amore di s, che rende interessati al proprio benessere e alla propria conservazione, e la piet, un istintiva ripugnanza nel vedere soffrire o morire gli altri simili. Ma ci non significa che voglia dei legami durevoli con gli altri, perch nello stato di natura ognuno basta a se stesso, e i contatti con gli altri sono sporadici, dettati soprattutto dagli istinti sessuali. Questa asocialit dell uomo coincide con la sua indipendenza. Il trapasso dallo stato di natura a quello civile coincide con il passaggio dall uguaglianza primitiva alla disuguaglianza della societ progredita. La societ nasce dall impedimento da parte di qualche forza esterna all uomo, per questo Rousseau immagina che molte cause esterne abbiano contribuito all evoluzione dell uomo. Infatti, se la natura avesse sempre provveduto ai suoi bisogni l uomo non sarebbe mai progredito. Invece l uomo dovette cominciare a vincere le difficolt: divenne pescatore e cacciatore; scopr il fuoco; cominci ad unirsi ai suoi simili ma solo il tempo del bisogno, fino alla formazione del linguaggio e del concetto di impegno reciproco. Nacque cos la prima rivoluzione, che diede vita alle famiglie. Nello stesso tempo cominciarono a svilupparsi dei sentimenti negativi che portarono alla disuguaglianza. La seconda grande rivoluzione nasce con l invenzione della metallurgia e dell agricoltura e con la nascita della propriet privata, che afferm la prima grande divisione fra gli uomini, quella fra ricchi e poveri. Rousseau immagina, inoltre, anche la stipulazione di un patto iniquo che legava il povero al ricco. Rousseau distingue tre tappe che portarono alla decadenza:

la fondazione della legge e del diritto di propriet che sanciva la distinzione tra ricco e povero; l istituzione della magistratura che sanciva la distinzione tra potente e debole; la trasformazione del potere legittimo in potere arbitrario che sanciva la distinzione tra padrone e schiavo.

Rousseau ha una visione positiva dell uomo del quale pensa sia buono per natura, ma ha una visione pessimistica della societ. L individuo per diventare cittadino non pu rinunciare alla propria libert e deve trovare una forma di patto che la assicuri. Quando diventa cittadino si crea un io comune, non estraneo al singolo ma di cui ne fa parte ogni individuo. Questa comunit morale non soffoca la libert del cittadino ma la garantisce. Questo passaggio per diventare cittadino avviene attraverso la volont generale, che non la somma delle singole volont ma quella che vuole il bene di tutti. La volont generale retta, infallibile, giusta e indistruttibile, mentre la sovranit, ovvero l esercizio della volont generale che risiede nel popolo, assoluta, inalienabile e indivisibile. Secondo Rousseau gli autori precedenti hanno sbagliato nel considerare tutti i poteri parte della sovranit, perch solo il potere legislativo compete ad essa, distinguendo il potere esecutivo da quello esecutivo. Distingue tre forme di governo: monarchia, che viene condannata, aristocrazia elettiva, che viene esaltata, e democrazia, un valore talmente alto che l uomo non pu raggiungerla, tranne nelle citt greche o nelle piccole comunit. Egualitarismo: Rousseau ammette sia la disuguaglianza sia la propriet, pur ritenendo che debbano essere entrambe subordinate al pubblico bene e contenute in limiti ristretti. Il principio basilare della pedagogia di Rousseau l educazione negativa, che deve preservare il cuore dal vizio e la mente dall errore, affinch lo sviluppo fisico e spirituale del fanciullo sia spontanea, che ogni nuova acquisizione sia una creazione e che nulla avvenga dall esterno ma dall interno, quindi dal sentimento e dall istinto dell educatore. La religione dell uomo la religione naturale, che si limita a poche ed essenziali credenze religiose, sentimentalmente e razionalmente fondate. La religione del cittadino la religione civile, i cui articoli vengono fissati dal sovrano come sentimenti si sociabilit senza i quali impossibile essere buon cittadino e suddito fedele.

- Non chiarito come possano gli uomini della societ malata di oggi divenire i liberi educatori delle nuove generazioni. L'impostazione stessa della pedagogia rende difficile la soluzione di questo problema: se il rapporto educativo rapporto tra persone, essenziale la libert di coloro che conducono l'azione educativa: ad un precettore servo corrisponde un bambino educato ad esser servo. Alla base dell'Emilio c' dunque una difficolt operativa notevolissima. Al punto che l'opera pu essere letta pi che come manuale per l'educazione del bambino come opera di autoformazione dell'adulto alla libert.

- N l'Emilio, poi, n il Contratto sociale spiegano come si possa passare dalla societ attuale alla libera societ degli uomini che rispettano la natura. In Rousseau c' un impulso rivoluzionario, ma non c' una teoria della rivoluzione n un progetto riformista. Gli interpreti si sono dunque dovuti adattare ad elaborare ipotesi. uno dei problemi di fondo dell'interpretazione complessiva di Rousseau il perch vi siano queste fondamentali assenze nella sua opera. per altrettanto indubbio che vi sono elementi sistematici nel pensiero roussoiano che non possono essere sottovalutati. L'Emilio costruito intorno ad un rigoroso modello pedagogico basato su una precisa concezione dell'uomo e dei suoi processi di conoscenza. Il Contratto sociale elabora invece una compiuta, bench problematica, teoria della volont generale in pieno accordo con una altrettanto compiuta teoria della natura dell'uomo. Il problema dell'interpretazione generale di Rousseau dunque un problema aperto. 3.9.9 La filosofia dell'Emilio Rousseau un ottimo lettore dei classici, ed utilizza ampiamente il materiale che gli proviene dalla tradizione greca e latina, sia letterario che filosofico. La sua visione dell'uomo profondamente influenzata dalla figura di Socrate e pi in generale dalla tradizione filosofica antica che sottolinea il valore della coscienza e della persona umana, da Socrate ad Agostino.

Soprattutto in sede etica altrettanto esplicita la riflessione roussoiana sul materialismo antico e sullo stoicismo: le concezioni dell'utile, del piacere, della virt ne sono profondamente influenzate. Dallo stoicismo poi Rousseau trae linfa per la sua visione della natura, per quellottimismo metafisico che lo caratterizza. Rousseau allo stesso modo un ottimo lettore dei teorici seicenteschi, della grande tradizione filosofica materialista e razionalista che trovava ben viva ed operante nel pensiero dei philosophes dei suoi giorni. Nella sua opera il pensiero hobbesiano felicemente coniugato con la visione della natura umana dei razionalisti, poniamo di uno Spinoza: in entrambe queste correnti, infatti, Rousseau trovava grande attenzione per gli aspetti oggettivi e meccanicistici della natura umana, interessanti per lui perch gli permettevano di comprendere la dinamica oggettiva della coscienza, intesa come campo di forze di cui l'io solo una delle componenti. Rousseau profondamente interessato alla dinamica della coscienza, perch in essa legge i fondamenti della dinamica stessa della vita. Non accetta per sino in fondo il meccanicismo. Nel suo pensiero, come vedremo pi avanti, materialismo e concezione spirituale ed organica della vita si fondono in una sintesi unitaria. Infine, Rousseau largamente debitore alla tradizione empirista e sensista, dalla quale ricava i principi della sua visione della conoscenza umana, che costituiscono la base dell'analisi dei processi di apprendimento di Emilio nelle varie et.

Illuminismo e religione: l'Illuminismo appare fortemente critico nei confronti della religione e in particolar modo nei confronti delle grandi fedi storiche dell'umanit: ebraismo, cristianesimo ed islamismo e giudica Mos, Cristo e Maometto come les trois imposteurs. Tale ostilit nei confronti della religione nasce da diverse cause: 1) da una mentalit razionalistica, che non riconoscendo altro criterio di verit all'infuori della ragione e dell'esperienza, misconosce il concetto di rivelazione, ritenendo che i dogmi siano credenze anti-razionali; 2) da una teoria secondo la quale sono state le varie religioni del mondo a tenere i popoli nell'ignoranza e nella servit; 3) dalla convinzione che la ragione vuole la felicit e che la religione, imbrogliando i popoli, li abbia intristiti con il senso del peccato, della morte, e del castigo. Nell'ambito della critica illuministica alla religione si contraddistinguono due filoni: uno pi moderato, deista, e uno pi estremista, ateo.

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