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CENSIS

IL QUADRO DELLA VITA


DEGLI ANZIANI IN ITALIA
Indagine Censis-Salute La Repubblica

Roma, marzo 2004


INDICE

Introduzione Pag. 1

1. Lo stato di salute e le reti di assistenza “ 4

2. La sanità che preoccupa “ 11

3. Il caparbio adattamento degli anziani nella difficile


congiuntura economica “ 20

4. Il valore e la gestione del tempo libero “ 37


282_02 Il quadro della vita degli anziani in Italia

INTRODUZIONE

Invecchiare bene non è una sfida solo individuale, ma è sempre più una
priorità sociale e politica imposta dalla forza dei numeri.

Oltre 14 milioni di sessantenni e più nel 2003 e quasi 16 milioni di over60


previsti per il 2010, costituiscono un macroaggregato capace, nei fatti, di
condizionare in modo decisivo lo spazio pubblico non fosse che per il
proprio crescente peso elettorale.

Tuttavia, mentre diventa stringente la necessità di risposte innovative


all’articolata gamma di esigenze degli anziani, troppo lento è l’adeguamento
culturale della società abituata a pensare agli anziani o in termini pietistici
(ad esempio di fronte ad eventi tragici, come i morti per la canicola estiva) o
con letture estemporanee focalizzate sugli aspetti più nuovi e dirompenti
esaltati dai media (ad esempio, il modello delle pantere grigie).

E’ chiaro che in un universo così ampio come quello degli anziani, peraltro
percorso da marcati processi di individualizzazione delle scelte, coesistono
processi e fenomenologie di segno opposto che richiedono un consistente
impegno di conoscenza, funzionale alla costruzione di una articolata agenda
operativa, capace sia di accompagnare le dinamiche spontanee, sia di dare
supporto laddove se ne evidenzi l’esigenza.

Il Rapporto sulla Terza età Censis – Salute La Repubblica, giunto alla sua
terza edizione, costituisce uno strumento importante di conoscenza e
interpretazione che, grazie anche alla ormai significativa serie di dati di cui
dispone, permette di focalizzare i molteplici e contraddittori aspetti della
condizione anziana.

Quattro le principali tendenze evidenziate nel Terzo Rapporto:

- l’ampliamento dell’area della non autosufficienza e, in parallelo, la


centralità persistente del ruolo della famiglia nell’assistenza alle persone
anziane che hanno bisogno di aiuto nella quotidianità. Coniugi, figli e
parenti sono in prima linea nel dare ai propri cari l’aiuto di cui hanno
bisogno, così come importante è il ruolo delle badanti che integrano o
suppliscono la rete familiare in molti contesti;

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282_02 Il quadro della vita degli anziani in Italia

- la diffusa preoccupazione per lo stato della sanità poiché una netta


maggioranza di anziani è convinta che negli ultimi 24 mesi l’offerta di
servizi sanitari sul territorio, così importanti per loro, o è rimasta
invariata o si è ridotta. Inoltre, è la lunghezza delle liste di attesa il
problema più sentito nella sanità pubblica, anche perché li costringe al
ricorso al privato (con negativo impatto sulle proprie tasche) mentre
l’invadenza della politica e l’esasperato economicismo sono ritenute le
due principali cause della negativa situazione del Servizio sanitario
nazionale;

- l’efficace reazione alla ambigua congiuntura economica mediante


l’attivazione di strategie difensive fondate su una caparbia ridefinizione
delle modalità e del contenuto della spesa (ricerca delle offerte più
vantaggiose, rinvio di acquisti già decisi ecc.), su una persistente capacità
di risparmio, su una sua gestione oculata lontana dai rischi e su una
ridotta esposizione debitoria;

- la proliferazione nella vita quotidiana di modi spesso molto diversi di


vivere la terza e quarta età che, in sintesi, sono polarizzati su un modello
più sensibile agli stili di vita salutari, a tenere allenata la mente, se
possibile anche a lavorare, e ad avere una vita sociale attiva e su un
modello principalmente proiettato su una dimensione personale, intima e
tranquilla, dove il contatto con i giovani, e in particolare coi nipoti, è
fondamentale e dove è la lentezza a scandire il ritmo della quotidianità.

E’ chiaro che l’urgenza primaria associata all’invecchiamento è l’attivazione


di strategie comunitarie di risposta alla perdita di autonomia delle persone
che possano integrare, supportare e, laddove possibile, sostituire l’attuale
elevato impegno familiare.

La non autosufficienza non è solo il tondino delle neofragilità che mettono


ai margini quote importanti di anziani, ma ha anche un elevato impatto
negativo sui caregiver. Il dovere fronteggiare i costi diretti e indiretti
dell’assistenza a una persona priva di autonomia, infatti, ha, nella
maggioranza delle famiglie, conseguenze negative sulla vita affettiva,
professionale, sulla situazione economica e, in numerosi casi, anche sulla
salute degli altri membri del nucleo familiare.

In questo contesto, perciò, sono comprensibili le preoccupazioni che una


quota molto elevata di anziani ha verso l’evoluzione del Servizio sanitario
nazionale, visto che l’effetto netto del restyling istituzionale e organizzativo

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282_02 Il quadro della vita degli anziani in Italia

è, secondo le opinioni delle persone con sessanta anni e più, una invarianza
o addirittura una contrazione dei servizi sul territorio, una persistente
invadenza della politica e una dittatura del vincolo di bilancio.

Altro importante risultato contenuto nel Terzo Rapporto consiste nella


pluralità di stili di vita degli anziani che può anche essere considerato un
indicatore indiretto di quale straordinario giacimento di risorse e
competenze diversificate essi rappresentino.

Si tratta di elaborare adeguate strategie di valorizzazione dei diversi


contributi, non solo di quelli provenienti dai segmenti forti come i laureati
che hanno più elevata dotazione reddituale e di patrimonio e praticano una
vita sociale ricca e piena di relazioni.

Infatti, il progressivo affermarsi di un nuovo modello italiano centrato più


sulla qualità della vita e sulla riscoperta della dimensione interiore della
nostra vita comunitaria che sullo sviluppo continuato, rende importante
anche il contributo di quegli anziani che vivono tempi e ritmi meno concitati
e prestano interesse e impegno ad una dimensione più intima e più attenta
alla qualità delle relazioni, a cominciare da quelle familiari.

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1. LO STATO DI SALUTE E LE RETI DI ASSISTENZA

L’universo degli anziani rappresenta, attualmente, un segmento di


popolazione sempre più numeroso, innovativo, portatore di particolari
bisogni, attese ed esigenze, ma ancora troppo poco visibile.

Nonostante, infatti, negli ultimi anni si sia assistito ad una crescita di


attenzione verso gli over60 e ad una moltiplicazione delle attività di analisi
su di essi incentrate, la società risulta ancora poco preparata a fronteggiare
le loro specifiche necessità, priva di una cultura di intervento riguardo le
diverse forme della non autosufficienza.

Secondo i dati dell’indagine, nell’ultimo triennio, a partire dal 2001, è


cresciuto del +22,4% l’insieme degli ultrasessantenni che non è in grado o
ha parecchie difficoltà a svolgere le normali attività quotidiane (si è passati
dal 6,7% del 2001 all’8,2% del 2004) (tab. 1). In particolare, sono gli
ottuagenari a mostrare i più rilevanti incrementi relativi alla non
autosufficienza (+208,5%, dal 9,4% del 2001 al 29% del 2004) (tab. 2).

Ovviamente, con l’aumentare dell’età vi è un’evoluzione naturale verso


condizioni di maggiore fragilità e, anche, di non autosufficienza: in pratica,
al prolungamento della vita biologica non sempre corrisponde quello della
vita attiva.

Ma non è solo l’età a giocare un ruolo determinante sul grado di


autosufficienza.

Il 27,1% degli intervistati senza alcun titolo di studio ed il 7,5% dei


possessori di licenza elementare vede compromessa o ha perso la propria
autonomia contro il 5,9% dei diplomati ed il 2,4% dei laureati (tab. 3);
probabilmente ciò è dovuto alla maggiore diffusione, tra i soggetti ad
elevato capitale culturale, di stili di vita salutari.

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Tab. 1 - Anziani per capacità di svolgere le normali attività quotidiane; confronto


anni 2001-2004 (val. %)

2001 2004 Var. %


2001-2004

ANZIANI CON DIFFICOLTÀ O NON AUTOSUFFICIENTI (1)


- Totale 6,7 8,2 +22,4
- Con oltre 80 anni 9,4 29,0 +208,5
ANZIANI DEL TUTTO O IN PARTE AUTOSUFFICIENTI(2)
- Totale 93,3 91,9 -1,5
- Con oltre 80 anni 90,6 79,0 -12,8

(1) sono cumulate le risposte: “ho parecchie difficoltà che mi impediscono di svolgere
attività ordinarie senza aiuto” e “non sono autosufficiente”
(2) “sono in grado di fare tutto da solo”, “sono in grado di fare da solo gran parte delle
attività”

Fonte: indagine Censis-Salute La Repubblica, 2004

Tab. 2 - Autovalutazione della propria capacità di svolgere normali e ordinarie


attività quotidiane, per età (val. %)

Da 60 Da 70 80 anni Totale
a 69 anni a 79 anni ed oltre

- Sono in grado di fare tutto da solo 91,4 83,8 52,7 81,8


- Sono in grado di fare da solo gran parte delle
attività, ma in alcuni casi ho bisogno di aiuto 7,2 9,6 18,3 10,0
- Ho parecchie difficoltà che mi impediscono di
svolgere attività ordinarie senza un aiuto 1,0 1,8 19,1 4,5
- Non sono autosufficiente, ho sistematicamente
bisogno di un supporto 0,4 4,8 9,9 3,7
Totale 100,0 100,0 100,0 100,0

Fonte: indagine Censis-Salute La Repubblica, 2004

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Tab. 3 - Autovalutazione della propria capacità di svolgere normali e ordinarie


attività quotidiane, per titolo di studio (val. %)

Nessuno Licenza Licenza Diploma/ Laurea o Totale


elementare media Qualifica superiore
professionale

- Sono in grado di fare tutto da


solo 54,3 83,0 83,4 86,1 89,1 81,8
- Sono in grado di fare da solo
gran parte delle attività, ma
in alcuni casi ho bisogno di
aiuto 18,6 9,5 10,7 8,0 8,5 10,0
- Ho parecchie difficoltà che
mi impediscono di svolgere
attività ordinarie senza un
aiuto 22,0 3,7 0,8 3,2 2,4 4,5
- Non sono autosufficiente, ho
sistematicamente bisogno di
un supporto 5,1 3,8 5,1 2,7 - 3,7
Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

Fonte: indagine Censis-Salute La Repubblica, 2004

A conferma di ciò, basti pensare che il 32,4% dei rispondenti diplomati ed il


28% di quelli laureati (contro il 14,4% degli anziani senza nessun titolo di
studio ed il 24% dei possessori di licenza elementare) hanno citato tra le
attività più importanti per una vita serena nella terza e quarta età l’adozione
di uno stile di vita sano (non fumare, fare passeggiate, diete), dimostrando
come gli agé più istruiti considerino i modi di vita uno dei fattori
fondamentali nella tutela del patrimonio salute.

Passando ad analizzare le percentuali di anziani che ricevono aiuto, il 31,5%


degli over60 ha affermato di riceverne (il 61,1% degli old old ed il 34,8%
delle donne) (tabb. 4-5).

Nello specifico il 40,8% è supportato dai figli, il 29,4% dal coniuge, il


18,6% dalle badanti, il 7,6% dai parenti ed il 5,5% da amici e/o vicini e da
operatori dei servizi pubblici (tab. 6).

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Tab. 4 - Anziani che ricevono aiuto, per età (val. %)

Ha qualcuno che Le presta una Da 60 Da 70 80 anni Totale


qualche forma di aiuto? a 69 anni a 79 anni ed oltre

- Sì 22,0 29,5 61,1 31,5


- No 78,0 70,5 38,9 68,5

Totale 100,0 100,0 100,0 100,0

Fonte: indagine Censis-Salute La Repubblica, 2004

Tab. 5 - Anziani che ricevono aiuto, per sesso (val. %)

Ha qualcuno che Le presta una Maschio Femmina Totale


qualche forma di aiuto?

- Sì 27,2 34,8 31,5


- No 72,8 65,2 68,5

Totale 100,0 100,0 100,0

Fonte: indagine Censis-Salute La Repubblica, 2004

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Tab. 6 - Persone che aiutano gli anziani, per età (val. %)

Da 60 a 69 Da 70 a 79 80 anni Totale
anni anni ed oltre

- Figli 43,1 41,3 38,1 40,8


- Coniuge 53,6 21,9 13,8 29,4
- Badante 3,9 18,8 32,5 18,6
- Parenti 5,2 6,3 11,3 7,6
- Amici, vicini 2,6 6,3 7,5 5,5
- Operatore dei servizi pubblici 2,0 6,9 7,5 5,5
- Volontari - 1,9 1,3 1,1
- Altro - 4,4 1,9 2,1

Il totale non è uguale a 100 perché erano possibili più risposte

Fonte: indagine Censis-Salute La Repubblica, 2004

I risultati della ricerca, dunque, confermano ancora una volta la centralità


della famiglia nell’assistenza agli anziani, la sua indispensabilità nella
funzione di supporto e tutela nei confronti dei suoi componenti più deboli.
In sintesi, si evidenzia una rete familiare solida, fitta, con flussi stringenti di
relazioni e con una forte funzione di solidarietà intergenerazionale.

Ad affiancare la famiglia vi sono, poi, le badanti, il cui ruolo è divenuto


sempre più strategico sia nella cura e/o nel sostegno dell’ageing population,
sia nel supporto e sollievo alle stesse famiglie rispetto ai molteplici compiti
assistenziali.

I caregiver esterni, dunque, si caratterizzano come una risposta immediata e


diretta alle esigenze degli anziani, offrendo aiuto e relazionalità là dove le
risorse familiari risultano insufficienti.

L’incrocio dei dati con l’età evidenzia, inoltre, che mentre gli individui tra
60 e 69 anni ricevono aiuto principalmente dal coniuge (53,6%) e dai figli
(43,1%), gli ottantenni sono affiancati, in misura maggiore rispetto alla
media, dalle badanti (32,5%) e dai parenti (11,3%).

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Le persone che aiutano gli ultrasessantenni per area geografica, invece,


hanno una graduatoria piuttosto diversa sia per la collocazione di ciascun
item, che per l’intensità con la quale vengono richiamati dagli intervistati.
Infatti:

- nel Nord-Est è il coniuge la principale fonte di aiuto (43,5%) (tab. 7);

- nel Nord-Ovest, in misura maggiore rispetto alla media, è il coniuge ad


aiutare gli over60 (31,6%), seguito dalle badanti (20,6%) e dagli amici e
vicini (6,6%);

- nel Centro sono i figli ad aiutare in primis gli anziani (43,3%), seguiti
dagli operatori dei servizi pubblici (22,4%);

- nel Sud-Isole vengono citati al primo posto i figli (42,6%), in seconda


battuta il coniuge (25,2%), in seguito le badanti (22,6%) e i parenti
(11,6%).

Pur trattandosi di un’ampia articolazione assistenziale che chiama in causa,


ovviamente, condizioni individuali, familiari e di contesto molto specifiche,
non si può non notare come il supporto della rete familiare risulti
trasversale, pur con alcune differenze, a tutto il territorio nazionale.

Per quanto riguarda le modalità di pagamento delle badanti, il 56,8% degli


intervistati ha dichiarato di sostenerle esclusivamente di tasca propria, il
28% con l’aiuto di figli e/o parenti ed un ulteriore 15,2% con il supporto di
un assegno/sussidio/bonus pubblico (tab. 8).

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Tab. 7 - Persone che aiutano gli anziani, per area geografica (val. %)

Nord Nord Est Centro Sud- Totale


Ovest Isole

- Figli 41,2 36,5 43,3 42,6 40,8


- Coniuge 31,6 43,5 10,4 25,2 29,4
- Badante 20,6 9,6 20,9 22,6 18,6
- Parenti 4,4 4,3 10,4 11,6 7,6
- Amici, vicini 6,6 11,3 - 2,6 5,5
- Operatore dei servizi pubblici - 2,6 22,4 5,2 5,5
- Volontari 1,5 - - 1,9 1,1
- Altro - 2,6 4,5 2,6 2,1

Il totale non è uguale a 100 perché erano possibili più risposte

Fonte: indagine Censis-Salute La Repubblica, 2004

Tab. 8 - Modalità di pagamento dell’aiuto privato (val. %)

Val. %

- Esclusivamente di tasca propria 56,8


- Con l’aiuto di figli/parenti 28,0
- Con il supporto di un assegno-sussidio-bonus pubblico 15,2
Totale 100,0

Fonte: indagine Censis-Salute La Repubblica, 2004

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2. LA SANITÀ CHE PREOCCUPA

La crescente responsabilizzazione individuale nella tutela della salute e nelle


risposte alle esigenze di assistenza ha fortemente coinvolto anche gli
anziani, per la voglia personalizzazione delle prestazioni e, sempre più, per
l’evidente inadeguatezza dell’offerta pubblica rispetto alla domanda.

Ed è proprio questo secondo aspetto che va assumendo un peso rilevante,


con un mutamento delle finalità degli investimenti diretti dei cittadini in
sanità che sempre meno finanziano la libertà di scelta e la ricerca di più alta
qualità, per andare, piuttosto, ad integrare i “vuoti” della rete pubblica di
offerta.

Dall’indagine è emerso che il 23,7% degli intervistati ha percepito una


contrazione dell’offerta sanitaria sul territorio negli ultimi 24 mesi,
percentuale che sale al 32,4% tra i residenti nel nord-est, al 31,7% tra i
laureati ed al 27,4% tra i 60-69enni (tabb. 9-10-11).

In sostanza, per un segmento degli anziani il saldo netto delle grandi


manovre sul Servizio sanitario nazionale, in particolare della devolution di
poteri e competenze, ha prodotto nell’ultimo anno un ridimensionamento
della rete territoriale di servizi sanitari.

E’ chiaro che gli anziani come grandi consumatori di sanità vivono in modo
particolarmente marcato lo shift dell’investimento privato da veicolo di
libertà di scelta a strumento che consente l’accesso a percorsi diagnostici e
di cura che altrimenti non sarebbero disponibili.

Meno intensa è la percezione di riduzione dei servizi territoriali


socioassistenziali poiché è poco meno del 12% degli intervistati a ritenere
che negli ultimi 24 mesi si sia registrata una contrazione della loro
disponibilità; sono i laureati (19,5%) e i residenti nei comuni con
popolazione compresa tra 250 mila e 1.000.000 di abitanti (18,6%) quelli
che esprimono la valutazione più negativa.

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Tab. 9 - Opinione circa l’andamento del grado di copertura dei servizi sul territorio,
per area geografica (val. %)

Negli ultimi 24 mesi Lei ha Nord Ovest Nord Est Centro Sud e Isole Totale
percepito una modificazione
nella disponibilità di servizi sul
territorio?

SANITARI
- Sì, una riduzione 19,9 32,4 12,9 28,6 23,7
- No, nessuna differenza 73,5 59,9 84,5 66,3 70,8
- Sì, un ampliamento 6,6 7,7 2,6 5,1 5,5
Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

SOCIO ASSISTENZIALI
- Sì, una riduzione 10,4 16,7 5,5 14,3 11,9
- No, nessuna differenza 83,7 76,9 89,0 82,9 83,2
- Sì, un ampliamento 5,9 6,4 5,5 2,8 4,9
Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

Fonte: indagine Censis-Salute La Repubblica, 2004

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Tab. 10 - Opinione circa l’andamento del grado di copertura dei servizi sul territorio, per
titolo di studio (val. %)

Negli ultimi 24 mesi Lei ha Nessun Licenza Licenza Diploma/ Laurea o Totale
percepito una modificazione nella titolo elementare media Qualifica superiore
disponibilità di servizi sul professionale
territorio ?

SANITARI
- Sì, una riduzione 11,9 23,4 22,9 26,8 31,7 23,7
- No, nessuna differenza 85,6 70,7 71,5 67,0 64,6 70,8
- Sì, un ampliamento 2,5 5,9 5,6 6,2 3,7 5,5
Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

SOCIO ASSISTENZIALI
- Sì, una riduzione 11,9 9,6 14,7 12,7 19,5 11,9
- No, nessuna differenza 85,6 83,9 79,4 84,4 80,5 83,2
- Sì, un ampliamento 2,5 6,5 5,9 2,9 - 4,9
Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

Fonte: indagine Censis-Salute La Repubblica, 2004

Tab. 11 - Opinione circa l’andamento del grado di copertura dei servizi sul territorio,
per età (val. %)

Da 60 a 69 Da 70 a 79 80 anni ed Totale
anni anni oltre

SERVIZI SANITARI
- Sì, una riduzione 27,4 22,5 16,1 23,7
- No, nessuna differenza 65,3 72,3 82,4 70,8
- Sì, un ampliamento 7,3 5,2 1,5 5,5
Totale 100,0 100,0 100,0 100,0

SERVIZI SOCIO ASSISTENZIALI


- Sì, una riduzione 11,8 14,4 6,8 11,9
- No, nessuna differenza 82,8 80,2 90,5 83,2
- Sì, un ampliamento 5,4 5,4 2,7 4,9
Totale 100,0 100,0 100,0 100,0

Fonte: indagine Censis-Salute La Repubblica, 2004

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282_02 Il quadro della vita degli anziani in Italia

La dinamica meno sfavorevole dei servizi socioassistenziali è, con tutta


probabilità, da attribuire anche al fatto che si tratta di una rete molto esile
che in molti ambiti territoriali solo di recente ha cominciato a prendere
forma compiuta, mentre sono ancora numerosi i contesti dove, nei fatti,
sono le famiglie ad internalizzare le attività e i costi dell’assistenza a
persone non autosufficienti.

La salute resta la preoccupazione maggiore per gli anziani, anche per la


forte incidenza sulle condizioni economiche. Come rilevato, le spese per la
tutela della salute sono una componente fondamentale del bilancio degli
anziani e, pertanto, il fatto che oltre un quinto degli intervistati (il 20,6%)
abbia percepito un aumento più consistente di prezzi, costi e tariffe proprio
nei servizi e nei prodotti per la salute (dai farmaci alle visite specialistiche
ecc.) ha sicuramente determinato un impatto negativo sulla valutazione
dell’offerta sanitaria. E’ stato già citato il dato relativo ai non autosufficienti
tra i quali ben il 42,6% ha avvertito un aumento più intenso di prezzi e
tariffe tra i prodotti e servizi sanitari.

La sanità, in sostanza, è uno degli epicentri sostanziali della percepita


contrazione del tenore di vita da parte degli anziani negli ultimi dodici mesi.
Del resto, il 36,7% ha fatto ricorso alla sanità privata negli ultimi dodici
mesi, con punte del 50% tra i laureati, del 41,2% tra gli over80 e del 42,5%
tra i residenti nel nord-est (tabb. 12-13).

Lunghezza delle liste di attesa (oltre il 62%) e indisponibilità di servizi


analoghi da parte pubblica (13,8%) sono le due motivazioni principali del
ricorso al privato, a testimonianza di una scelta quasi imposta agli utenti
che, altrimenti, subirebbero un razionamento delle proprie richieste (tab.
14). In sintesi, tali dati confermano come il ricorso al privato si vada
caratterizzando come lo strumento di accesso a servizi che, altrimenti, o per
l’assenza di talune prestazioni o per la lunghezza delle liste di attesa, nei
fatti, non sarebbero disponibili in ambito pubblico.

In altre parole la spesa sanitaria privata degli anziani viene da questi


percepita come una “tassa di copertura” di pezzi di offerta sanitaria non più
disponibili nel Ssn che l’utente deve cercarsi altrove a proprio carico.

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Tab. 12 - Ricorso alla sanità privata, per area geografica (val. %)

Negli ultimi 12 mesi ha dovuto fare Nord Ovest Nord Est Centro Sud e Isole Totale
ricorso alla sanità privata, pagando di
tasca propria i servizi/prestazioni?

- Sì 34,3 42,5 35,8 35,7 36,7


- No 65,7 57,5 64,2 64,3 63,3

Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

Fonte: indagine Censis-Salute La Repubblica, 2004

Tab. 13 - Ricorso alla sanità privata, per titolo di studio (val. %)

Negli ultimi 12 mesi ha dovuto Nessun Licenza Licenza Diploma/ Laurea o Totale
fare ricorso alla sanità privata, titolo elementare media Qualifica superiore
pagando di tasca propria i professionale
servizi/prestazioni?

- Sì 20,3 32,1 43,9 43,4 50,0 36,7


- No 79,7 67,9 56,1 56,6 50,0 63,3
Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

Fonte: indagine Censis-Salute La Repubblica, 2004

Tab. 14 - Motivazioni del ricorso alla sanità privata, per area geografica (val. %)

Val. %

- Avevo persone di cui mi fidavo che lavoravano nella struttura privata 7,6
- Le liste di attesa del pubblico erano troppo lunghe 62,4
- Non erano disponibili analoghi servizi/prestazioni nel pubblico nel mio territorio 13,8
- Diffido del pubblico 11,1
- Altro 5,1

Totale 100,0

Fonte: indagine Censis-Salute La Repubblica, 2004

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Riguardo alle opinioni sulle principali problematiche del Servizio sanitario


nazionale esiste un’estrema frammentazione delle motivazioni, tuttavia
focalizzando le attenzioni su quelle più radicate e diffuse si rileva che il
20,4% ha fatto riferimento alla scarsità di risorse economiche disponibili, il
17% all’eccessivo peso della politica nella scelta di dirigenti e responsabili
ed il 7,8% all’eccessivo peso attribuito alle valutazioni economiche ed ai
costi nella gestione delle strutture sanitarie (tab. 15).

Sono soprattutto i più anziani (30,5%), i residenti al centro (29,7%) e le


persone senza titolo di studio (46,6%) a puntare il dito contro
l’economicismo, mentre l’eccessivo intervento della politica in sanità è
stigmatizzato come fattore negativo dai laureati (31,7%), dai residenti al
sud-isole (21,2%) e dai 60-69enni (20,1%).

Iperpoliticizzazione e economicismo sono, secondo gli anziani, i due mali


principali di cui soffre la sanità in Italia; è ad essi che attribuiscono la
persistente ridotta efficienza e adeguatezza della sanità pubblica e, quindi,
anche la necessità di rivolgersi al privato.

Gli anziani, inoltre, hanno un’idea precisa sulle tipologie di servizi sul
territorio da sviluppare per migliorare la loro situazione.

Infatti, il 43,4% (il 50,6% al nord-ovest ed il 49,8% al nord-est, il 53,4% nei


comuni tra 250 mila e 1 milione di abitanti) richiama i centri di assistenza
domiciliare integrata ed il 21,3% l’attribuzione di assegni di cura a favore di
famiglie che si occupano di persone non autosufficienti (tab. 16).

E’ proprio la non autosufficienza lo spettro che incombe sulla condizione


anziana ed è il pontenziamento dei servizi a favore dei malati e dei
caregiver lo strumento di risposta considerato prioritario.

L’indagine, poi, ha anche permesso di verificare le opinioni degli intervistati


riguardo l’attivazione di “edifici protetti”, ossia comprensori
specificatamente progettati per gli anziani autosufficienti, capaci di erogare i
principali servizi sanitari e socio-assistenziali e costituiti da abitazioni in
grado di garantire autonomia di vita e privacy con, inoltre, appositi luoghi di
socialità.

16
FONDAZIONE CENSIS
282_02 Il quadro della vita degli anziani in Italia

Tab. 15 - Opinione sui principali problemi del Servizio sanitario nazionale, per area
geografica (val. %)

Nord Nord Centro Sud e Totale


Ovest Est Isole

- L’eccessivo peso della politica nella scelta


dei dirigenti e responsabili 14,2 12,0 19,4 21,2 17,0
- La crescente differenziazione dei servizi tra
le varie regioni 7,3 5,4 5,8 10,5 7,6
- L’eccessivo peso attribuito alle valutazioni
economiche e dei costi nella gestione delle
strutture sanitarie 12,1 15,1 2,3 3,0 7,8
- Stili di vita non adeguati da parte dei
cittadini che creano una domanda di servizi
troppo elevata 10,9 4,3 1,9 - 4,3
- L’oggettiva complessità della gestione
della sanità 6,9 6,0 9,7 7,7 7,5
- La mancanza di strumenti per fare pesare il
punto di vista degli utenti 10,9 4,7 6,8 4,5 6,8
- La scarsità di risorse economiche
disponibili 18,0 13,0 29,7 21,2 20,4

Il totale non è uguale a 100 perché erano possibili più risposte

Fonte: indagine Censis-Salute La Repubblica, 2004

17
FONDAZIONE CENSIS
282_02 Il quadro della vita degli anziani in Italia

Tab. 16 - Opinione sui servizi socio-assistenziali da potenziare per migliorare la


situazione degli anziani, per area geografica (val. %)

Nord Ovest Nord Est Centro Sud e Isole Totale

- I centri di assistenza domiciliare integrata


(inclusivi di interventi sanitari e 50,6 49,8 33,9 39,1 43,4
socioassistenziali)
- Il telefono verde per le emergenze
sanitarie, socioassistenziali, relazionali 8,0 17,1 9,4 13,2 11,7
- Centri anziani, centri diurni, di
socializzazione 14,7 19,4 23,2 15,0 17,5
- Assegno di cura a favore di famiglie con
non autosufficienti 24,3 21,7 19,7 19,2 21,3
- Sportelli informativi sui servizi 9,7 6,7 6,8 6,2 7,4
- I trasporti sociali (ad esempio, pulmini
per trasportare ai servizi sanitari) 2,8 15,1 12,3 7,3 8,6
- Servizi di consegna a domicilio (ad
esempio, consegna della spesa, di pasti 13,9 8,7 11,9 9,6 11,1
caldi, ecc.)
- Agenzie che supportano gli anziani nel
disbrigo di pratiche burocratiche (ad
esempio, nel rapporto con gli uffici 4,5 16,7 11,6 8,8 9,7
pubblici)

Il totale non è uguale a 100 perché erano possibili più risposte

Fonte: indagine Censis-Salute La Repubblica, 2004

Il 32,5% dei rispondenti ritiene auspicabile la loro attivazione, ma


esclusivamente per le persone sole che non possono contare sulla rete
familiare e amicale (il 42,6% ed il 34,4% , rispettivamente, dei residenti nel
Nord-Ovest e nel Nord-Est), il 27,7% li valuta negativamente
considerandoli come veri e propri ghetti e preferendo a questi il rimanere in
un normale palazzo dove convivono persone e famiglie di ogni età (il 38,7%
ed il 31,2% degli abitanti del Centro e del Sud-Isole), il 25,1% ne dà un
giudizio positivo perché consente di continuare a vivere per conto proprio
senza dipendere da altri, nemmeno dai familiari (tab. 17).

18
FONDAZIONE CENSIS
282_02 Il quadro della vita degli anziani in Italia

Tab. 17 - Opinioni sulla possibilità per gli anziani autosufficienti di vivere in “edifici
protetti”, per area geografica (val. %)

Come valuta la possibilità per anziani Nord Nord Centro Sud e Totale
autosufficienti di vivere in “edifici protetti”, Ovest Est Isole
specificatamente progettati per anziani con
abitazioni che garantiscono piena autonomia di
vita e privacy, ma con un’architettura interna
funzionale, la disponibilità dei principali servizi
sanitari e assistenziali, luoghi di socialità in
loco?

- Non mi piace perché sarebbe un ghetto e


preferisco comunque rimanere in un normale
palazzo dove convivono famiglie e persone di
ogni età 21,5 19,7 38,7 31,2 27,7
- E’ una cosa buona unicamente per le persone
sole che non possono contare su familiari/
amici/ vicini 42,6 34,4 21,6 29,5 32,5
- E’ una buona cosa perché consente di
continuare a vivere per conto proprio senza
dipendere da altri, nemmeno dai familiari 20,3 32,8 24,8 24,8 25,1
- Altro 15,6 13,1 14,9 14,5 14,7

Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

Fonte: indagine Censis-Salute La Repubblica, 2004

19
FONDAZIONE CENSIS
282_02 Il quadro della vita degli anziani in Italia

3. IL CAPARBIO ADATTAMENTO DEGLI ANZIANI


NELLA DIFFICILE CONGIUNTURA ECONOMICA

In una congiuntura economica difficile e non priva di ambiguità, connotata


dalla crescente preoccupazione per il declino del Paese e per
l’impoverimento di segmenti del ceto medio, gli anziani, malgrado una
comprensibile apprensione, sembrano aver “tirato fuori” grinta e capacità di
resistenza, connaturate a generazioni che hanno attraversato, in gioventù o
nell’età matura, avvenimenti ben più traumatici.

Infatti, per la storia che si portano dietro, gli italiani avanti con l’età
mostrano di possedere più strumenti rispetto alle altre generazioni per
affrontare il caro-vita, prestando maggiore attenzione ai prezzi, cercando
vendite sotto costo o offerte speciali.

Inoltre, aspettative e modello di consumi si prestano di più ad un


adeguamento, forse anche ad un arretramento, temporaneo; ecco perché se
nelle scelte di consumo più recenti effettuate dagli anziani è visibile una
“discesa” di uno scalone verso il basso, va anche emergendo una tendenza
alla stabilizzazione e, per alcune categorie, si profila anche un potenziale
migliore equilibrio.

Un primo risultato cruciale riguarda la percezione prevalente tra gli anziani


rispetto all’evoluzione passata e futura di reddito, consumi e risparmi. Dai
dati è emerso che relativamente agli ultimi dodici mesi:

- per il reddito, il 77,9% ritiene che sia rimasto invariato, il 14,4% che si
sia ridotto ed il 7,7% che sia aumentato. E’ al sud-isole (18,1%) e al
nord-ovest (15,1%) che si registrano le percentuali più alte di persone che
ritengono che i consumi siano diminuiti (tab. 18);

- per i consumi il 38,3% ritiene siano rimasti invariati, il 40,1% parla di


una diminuzione ed il 21,6% di un aumento. Le punte più negative si
registrano al sud-isole (45,5%) e al nord-est (42,5%) (tab. 19);

- per i risparmi, il 39,9% ha percepito un’invarianza, il 58,1% una


diminuzione (il 60,9% nel sud-isole) ed il 2% un aumento (tab. 20).

20
FONDAZIONE CENSIS
282_02 Il quadro della vita degli anziani in Italia

Tab. 18 - Valutazione dell’andamento del reddito, per area geografica (val. %)

Nord Ovest Nord Est Centro Sud e Isole Totale

REDDITO ULTIMI DODICI MESI


- Invariato 79,0 83,3 78,4 73,1 77,9
- Diminuzione 15,1 9,7 12,3 18,1 14,4
- Aumento 5,9 7,0 9,3 8,8 7,7
Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

REDDITO FUTURI DODICI MESI


- Invariato 89,1 88,6 84,8 82,9 86,2
- Diminuzione 7,1 4,7 6,5 13,2 8,4
- Aumento 3,8 6,7 8,7 3,9 5,4
Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

Fonte: indagine Censis-Salute La Repubblica, 2004

Tab. 19 - Valutazione dell’andamento dei consumi, per area geografica (val. %)

Nord Ovest Nord Est Centro Sud e Isole Totale

CONSUMI ULTIMI DODICI MESI


- Invariato 45,2 35,8 39,7 32,7 38,3
- Diminuzione 38,5 42,5 31,9 45,5 40,1
- Aumento 16,3 21,7 28,4 21,8 21,6
Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

CONSUMI FUTURI DODICI MESI


- Invariato 58,1 54,8 52,6 48,3 53,2
- Diminuzione 29,1 25,1 21,9 35,0 28,7
- Aumento 12,8 20,1 25,5 16,7 18,1
Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

Fonte: indagine Censis-Salute La Repubblica, 2004

21
FONDAZIONE CENSIS
282_02 Il quadro della vita degli anziani in Italia

Tab. 20 - Valutazione dell’andamento dei risparmi, per area geografica (val. %)

Nord Ovest Nord Est Centro Sud e Isole Totale

RISPARMI ULTIMI DODICI MESI


- Invariato 39,2 44,8 41,3 36,3 39,9
- Diminuzione 57,4 55,2 57,7 60,9 58,1
- Aumento 3,4 - 1,0 2,8 2,0
Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

RISPARMI FUTURI DODICI MESI


- Invariato 52,4 52,5 56,1 55,1 54,1
- Diminuzione 45,9 45,8 39,7 42,5 43,5
- Aumento 1,7 1,7 4,2 2,4 2,4
Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

Fonte: indagine Censis-Salute La Repubblica, 2004

Per i futuri dodici mesi:

- per il reddito l’86,2% (l’89,1% al nord-ovest) ritiene rimarrà invariato,


l’8,4% che diminuirà ed il 5,4% che aumenterà;

- per i consumi il 53,2% ritiene resteranno invariati, il 28,7% che


diminuiranno ed il 18,1% che aumenteranno. E’ al centro che va
emergendo un tensione più positiva rispetto all’andamento passato;

- per i risparmi, secondo il 54,1% resteranno invariati, il 43,5% invece,


pensa che diminuiranno ed il 2,4% che aumenteranno.

Il confronto dei dati relativi al recente passato ed al prossimo futuro


conferma l’insorgere tra gli anziani di una percezione di tendenziale
stabilizzazione delle principali variabili economiche. Se per il reddito la
stabilità è stata la dinamica prevalente anche nei dodici mesi precedenti, non
altrettanto è stato per consumi e risparmi che, pertanto, ora sono più esposti
a un processo di adattamento.

22
FONDAZIONE CENSIS
282_02 Il quadro della vita degli anziani in Italia

Infatti, per entrambe le grandezze cresce la percentuale degli anziani che


ritiene che rimarranno stabili nel futuro, mentre rispetto all’evoluzione dei
12 mesi passati si riduce significativamente la percentuale dei pessimisti.

Il quadro di sintesi va letto con estrema cautela e senza forzature, poiché


sarebbe fuorviante volere ricondurre ad una risultante unica la pluralità di
situazioni concretamente vissute dagli anziani sul piano economico. Infatti:

- l’eterogeneità della condizione economica degli anziani è un dato


strutturale ormai acquisito, e nel loro caso, forse in misura maggiore
rispetto ad altri segmenti di popolazione, gioca un ruolo cruciale nel
definire il tenore di vita il rapporto tra i redditi e il patrimonio, la
composizione del patrimonio, nonché la concreta distribuzione
territoriale degli incrementi di prezzi, tariffe e costi;

- l’inflazione accelerata seguita all’introduzione dell’euro e la connessa


oscillante percezione del valore d’uso della moneta, ha prodotto
un’importante differenziazione dei tassi di incremento dei prezzi relativi,
innescando un processo ridistributivo che, ovviamente, risulta trasversale
rispetto agli anziani, perché legato in modo specifico alla composizione
quantitativa e qualitativa dei patrimoni.

Il 71,7% degli intervistati ha percepito un incremento dei prezzi, quindi


l’idea di doversi adattare ad un’improvvisa fiammata inflazionistica risulta
predominante e, tuttavia, non va sottovalutata la percentuale di oltre il 29%
che non ha percepito spirale inflattiva, soprattutto tra i residenti al nord-
ovest (31,7%) e tra i possessori di elevato titolo di studio. Inoltre, quasi un
quarto degli intervistati non ha modificato i propri comportamenti di
consumo, percentuale che raggiunge oltre il 40% tra i laureati.

In sostanza, è vero che la maggioranza degli anziani ha attivato strategie


adattive, modulando scelte e comportamenti di consumo al contesto poco
favorevole, però esiste un segmento piuttosto ampio di persone con 60 anni
e più che non ha avuto una percezione così negativa dell’evoluzione dei
prezzi e che, soprattutto, non ha ritenuto di dovere modificare i propri
comportamenti di acquisto e di spesa.

Relativamente alle strategie difensive adottate, il 75,5% ha prestato molta


più attenzione ai prezzi, cercando le offerte speciali e le vendite sotto costo,
il 43,1% ha proceduto ad una contrazione del consumo e della spesa per
alimentari ed il 42,3% ha ritoccato verso il basso i consumi per il tempo

23
FONDAZIONE CENSIS
282_02 Il quadro della vita degli anziani in Italia

libero, mentre oltre un quarto ha intaccato i risparmi e il 24,2% ha rinviato


acquisti importanti che aveva già deciso di fare (tab. 21).

E’ chiaro che il problema cruciale che hanno dovuto affrontare gli anziani è
stato l’incremento dei prezzi di alcuni prodotti che sono essenziali nel loro
paniere della spesa.

Infatti, oltre il 78% degli intervistati (con percentuali simili nelle quattro
aree geografiche) ha percepito un’inflazione più intensa, innanzi tutto, nel
settore alimentare; gli anziani non autosufficienti, oltre all’intensità di
incremento dei prezzi nell’alimentare, hanno sentito in misura
significativamente più alta rispetto agli autosufficienti l’inflazione dei prezzi
dei prodotti/servizi della salute; infatti, il 42,6% dei non autosufficienti ha
citato tale settore per l’intensità dell’inflazione di contro al 18,7% tra gli
autosufficienti (tabb. 22-23).

Prodotti alimentari e prodotti/servizi sanitari sono le due colonne portanti


del paniere di spesa degli anziani ed è su essi che, secondo gli intervistati,
più si sono concentrati aumenti di prezzo, costringendoli ad una fase di
caparbia ristrutturazione del modo di fare la spesa, puntando su un
arbitraggio quotidiano tra punti vendita, focalizzato sulla ricerca di offerte e
vendite sottocosto.

Le dinamiche ridistributive indotte dall’inflazione post-euro hanno


impattato su posizioni economiche molto diverse; infatti, gli anziani sono
una tipica “categoria” a reddito fisso, costituita in buona parte da percettori
di pensione, che però ha una discreta e diffusa disponibilità patrimoniale ed
è un nodo cruciale nella rete dei consistenti flussi di scambio monetario tra
familiari. Dai dati è emerso che:

- il 66,6% (il 79% tra gli ultraottentenni) ha una sola pensione, il 21,5%
(oltre il 33% nei centri fino a 10.000 abitanti) percepisce più pensioni ed
il 13,2% (il 26,1% nelle città con oltre un milione di abitanti) dispone di
redditi da lavoro o da capitale o di altro genere;

- per il 69,7% degli intervistati la pensione è la fonte unica di reddito, per


il 12,7% pesa tra l’80% ed il 99%, mentre oltre il 18% (il 36,7% nelle
città con oltre un milione di abitanti ed il 30,6% tra i laureati) integra la
pensione con altri redditi che pesano almeno per il 20% del reddito
complessivo di cui dispongono.

24
FONDAZIONE CENSIS
282_02 Il quadro della vita degli anziani in Italia

Tab. 21 - Comportamenti adottati dagli anziani per fare fronte all’aumento dei
prezzi, per titolo di studio (val. %)

Nessuno Licenza Licenza Diploma/ Laurea o Totale


elementare media Qualifica superiore
professionale

- Presto molta più attenzione ai prezzi,


cercando offerte speciali o vendite
sotto costo 50,8 76,7 88,1 74,9 63,4 75,5
- Ho ridotto il consumo e la spesa degli
alimentari 78,8 43,8 45,8 32,4 20,7 43,1
- Ho ridotto le spese per il tempo libero 28,0 40,3 50,2 45,1 45,1 42,3
- Ho dovuto fare ricorso ai miei
risparmi 8,5 23,2 32,4 34,2 14,6 25,6
- Ho rinviato acquisti importanti che
avevo già deciso (ad esempio, viaggi,
elettrodomestici, ecc.) 11,9 21,8 30,4 30,4 18,3 24,2
- Non ho cambiato i miei
comportamenti di spesa 8,5 20,1 26,1 30,7 40,2 23,7

Il totale non è uguale a 100 perché erano possibili più risposte

Fonte: indagine Censis-Salute La Repubblica, 2004

25
FONDAZIONE CENSIS
282_02 Il quadro della vita degli anziani in Italia

Tab. 22 - Settori nei quali gli anziani hanno percepito un aumento più consistente dei
prezzi/costi/tariffe, per area geografica (val. %)

Nord Nord Est Centro Sud e Isole Totale


Ovest

- Alimentare 76,6 76,3 79,0 80,6 78,3


- Vestiario/calzature 19,4 24,4 18,7 22,9 21,3
- Servizi/prodotti per la salute (farmaci, visite
specialistiche, ecc.) 28,6 13,0 15,5 21,6 20,6
- Elettricità, gas, telefono, acqua 17,7 21,4 28,1 15,8 20,0
- Trasporti pubblici (bus, treno, ecc.) 2,8 - 4,5 2,8 2,6
- Affitti (abitazione, box, ecc.) 0,7 5,4 - 2,6 2,1
- Servizi/prodotti per l’automobile 2,4 3,0 - 2,1 1,9
- Servizi/prodotti per il tempo libero (cinema,
teatro, vacanze) 3,3 1,3 0,6 0,4 1,5

Il totale non è uguale a 100 perché erano possibili più risposte

Fonte: indagine Censis-Salute La Repubblica, 2004

Tab. 23 - Settori nei quali gli anziani hanno percepito un aumento più consistente dei
prezzi/costi/tariffe, per grado di autosufficienza degli intervistati (val. %)

Autosufficienti Non Totale


autosufficienti

- Alimentare 79,9 59,8 78,3


- Vestiario/calzature 22,1 12,3 21,3
- Servizi/prodotti per la salute
(farmaci, visite specialistiche, ecc.) 18,7 42,6 20,6
- Elettricità, gas, telefono, acqua 20,7 12,3 20,0
- Trasporti pubblici (bus, treno, ecc.) 2,0 9,8 2,6
- Affitti (abitazione, box, ecc.) 2,2 - 2,1
- Servizi/prodotti per l’automobile 2,1 - 1,9
- Servizi/prodotti per il tempo libero
(cinema, teatro, vacanze) 1,6 - 1,5

Il totale non è uguale a 100 perché erano possibili più risposte

Fonte: indagine Censis-Salute La Repubblica, 2004

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FONDAZIONE CENSIS
282_02 Il quadro della vita degli anziani in Italia

Non va sottovalutata la rete familiare di supporto reciproco poiché essa è


attraversata da flussi finanziari importanti sia di aiuto agli anziani che, in
direzione opposta, di supporto ai familiari (a cominciare da figli e nipoti).

Proprio i dati relativi agli aiuti economici dati e/o ricevuti dagli anziani
confermano l’estrema articolazione delle condizioni reddituali e
patrimoniali degli over60enni nonché delle specifiche collocazioni nella rete
parentale.

Il 31,9% degli anziani fornisce un aiuto economico alla famiglia dei figli o a
quella di altri parenti, percentuale che sale al 42,7% al centro ed al 38% al
sud-isole, mentre è il 50% degli over60 laureati a garantire supporto
economico (tab. 24).

E’ il 25,3% degli anziani, invece, a ricevere una qualche forma di aiuto


economico, mentre tra i non autosufficienti sono quasi il 56% coloro che
ricevono aiuto da figli e familiari sul piano economico; tra i residenti al
centro la percentuale corrispondente è del 34% circa e tra gli anziani senza
alcun titolo di studio del 46,6% (tabb. 25-26).

La condizione reddituale va integrata con quella patrimoniale che gioca un


ruolo importante nel definire il tenore di vita. A questo proposito risulta che
il 78,2% degli anziani (l’84,5% al centro, l’89,5% nei centri fino a 10 mila
abitanti, ) è proprietario della casa in cui vive ed il 21,5% è proprietario di
un altro immobile (tabb. 27-28).

In particolare:

- il 5,6% è proprietario di un’altra abitazione affittata ad altri, percentuale


che sale al 10,3% al centro, al 17,1% tra i laureati ed al 18,1% nelle
grandi città con oltre un milione di abitanti;

- l’8,3% ha una seconda casa e/o una casa di vacanza, l’11,3% al centro,
l’11,4% nelle città con oltre 1 milione di abitanti ed il 39% tra i laureati;

- l’1,4% (il 3,9% al centro, il 7,3% tra i laureati ed il 6% nelle città con
oltre un milione di abitanti) è proprietario di un box o di un negozio;

- il 7,8% ha la proprietà di terreni, così come il 16,2% degli anziani al sud-


isole, il 15,5% nei comuni fino a 10 mila abitanti ed il 9,8% tra i laureati.

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FONDAZIONE CENSIS
282_02 Il quadro della vita degli anziani in Italia

Tab. 24 - Aiuto economico fornito dagli anziani alla famiglia dei figli o a quella di altri
parenti, per area geografica (val. %)

Lei supporta economicamente la Nord Ovest Nord Est Centro Sud e Isole Totale
famiglia dei figli e/o di altri
parenti?

- Sì 18,9 29,8 42,7 38,0 31,9


- No 81,1 70,2 57,3 62,0 68,1

Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

Fonte: indagine Censis-Salute La Repubblica, 2004

Tab. 25 - Aiuto economico ricevuto dagli anziani dai figli e/o da altri parenti, per area
geografica (val. %)

Lei riceve supporto economico Nord Ovest Nord Est Centro Sud e Isole Totale
da figli e/o altri parenti?

- Sì 23,4 15,4 33,9 27,8 25,3


- No 76,6 84,6 66,1 72,2 74,7

Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

Fonte: indagine Censis-Salute La Repubblica, 2004

28
FONDAZIONE CENSIS
282_02 Il quadro della vita degli anziani in Italia

Tab. 26 - Aiuto economico ricevuto dagli anziani dai figli e/o da altri parenti, per
grado di autosufficienza (val. %)

Riceve supporto economico da figli Autosufficienti Non Totale


e/o altri parenti? autosufficienti

- Sì 22,7 55,8 25,3


- No 77,3 44,2 74,7

Totale 100,0 100,0 100,0

Fonte: indagine Censis-Salute La Repubblica, 2004

Tab. 27 - Le condizioni abitative, per area geografica (val. %)

La casa in cui vive è: Nord Ovest Nord Est Centro Sud e Isole Totale

- Di proprietà 79,9 79,6 84,5 71,6 78,2


- In affitto da privati 15,6 13,4 9,7 18,8 14,9
- In affitti da enti 4,5 5,3 3,2 7,0 5,2
- Altro - 1,7 2,6 2,6 1,7

Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

Fonte: indagine Censis-Salute La Repubblica, 2004

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FONDAZIONE CENSIS
282_02 Il quadro della vita degli anziani in Italia

Tab. 28 - Proprietari di beni immobili diversi dalla casa di proprietà, per area geografica
(val. %)

Nord Ovest Nord Est Centro Sud e Isole Totale

- Altra abitazione affittata ad altri 4,3 3,7 10,3 4,9 5,6


- Casa di vacanza/seconda casa 8,3 7,0 11,3 7,3 8,3
- Negozi/box 1,4 1,0 3,9 - 1,4
- Terreni 3,5 3,0 5,5 16,2 7,8
- Altro 2,6 2,7 - 2,6 2,1

Fonte: indagine Censis-Salute La Repubblica, 2004

Considerando i proprietari di più immobili si constata che il 10,3% possiede


altre abitazioni e una casa per le vacanze, il 2% case e terreni e l’1,1% case,
negozi e box.

Oltre il 39% degli intervistati dichiara di risparmiare, percentuale che sale


sopra al 44% al nord-est ed al centro; dichiarano la propria capacità di
risparmio oltre il 43% degli anziani che risiedono nei comuni piccoli fino a
10 mila abitanti, il 45,7% di quelli residenti in comuni con oltre un milione
di abitanti ed al 33,1% degli anziani residenti nei comuni tra 30 mila e 100
mila abitanti (tab. 29).

30
FONDAZIONE CENSIS
282_02 Il quadro della vita degli anziani in Italia

Tab. 29 - Anziani che riescono a risparmiare una quota del proprio reddito, per titolo
di studio (val. %)

Nessuno Licenza Licenza Diploma/ Laurea o Totale


elementare media Qualifica superiore
professionale

- Sì 25,5 38,5 36,0 46,3 48,8 39,4


- No 68,6 50,6 54,5 44,0 30,5 50,1
- Non risponde 5,9 10,9 9,5 9,7 20,7 10,5
Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

Fonte: indagine Censis-Salute La Repubblica, 2004

Da sottolineare che ben il 48,8% dei laureati produce risparmio, mentre i


non autosufficienti hanno una capacità di risparmio significativamente
inferiore a quella degli anziani autosufficienti (il 28% dei non
autosufficienti di contro al 41,3% degli autosufficienti).

Per le modalità di investimento, il 10,5% (il 16,5% al centro) non investe i


propri risparmi ed una percentuale analoga (che sale al 13% al nord-ovest)
non risponde alla domanda; tra gli strumenti più utilizzati spiccano i depositi
bancari indicati dal 13,3% (16,1% al nord-ovest e 21,5% nei comuni tra 30
mila e 100 mila abitanti) seguiti dai depositi postali (7,6%, 11% nel nord-
est, 17% nei comuni fino a 10 mila abitanti) (tab. 30).

Va rimarcata la composizione di portafoglio dei laureati, perché polarizzata


su prodotti ad elevata sicurezza come i titoli di stato (che, comunque, in
questo momento garantiscono anche un discreto rendimento rispetto ad altri
strumenti) e su strumenti con profilo rendimenti-rischi più elevato (tab. 31).

Con riferimento ai debiti contratti, l’87,3% degli anziani dichiara di non


essere indebitato, mentre il 5,6% ha un mutuo per la casa ed il 5,8% ha delle
rate da pagare.

31
FONDAZIONE CENSIS
282_02 Il quadro della vita degli anziani in Italia

Tab. 30 - Modalità di investimento dei propri risparmi, per area geografica (val. %)

Nord Ovest Nord Est Centro Sud e Isole Totale

- Depositi bancari 16,1 11,0 14,5 11,5 13,3


- Depositi postali 6,1 11,0 4,2 9,0 7,6
- Titoli di stato (BOT, CCT, BTP, ecc.) 3,3 9,0 3,2 2,4 4,1
- Acquisto immobili, terreni, gioielli, quadri, ecc. 0,7 1,0 2,6 3,2 1,9
- Azioni di borsa 0,7 2,0 2,3 1,1 1,4
- Fondi di investimento 0,5 - 0,6 1,7 0,8
- Polizze assicurative 2,1 3,3 2,3 1,1 2,1
- Obbligazioni 0,7 2,0 - - 0,6
- Non investo i miei risparmi 9,2 6,7 16,5 10,0 10,5
- Non risponde 13,0 8,7 10,3 9,6 10,5
- Non posso risparmiare 43,0 56,2 44,5 56,2 50,1

Il totale non è uguale a 100 perché erano possibili più risposte

Fonte: indagine Censis-Salute La Repubblica, 2004

Tab. 31 - Modalità di investimento dei propri risparmi, per titolo di studio (val. %)

Nessun Licenza Licenza Diploma/ Laurea o Totale


titolo elementare media Qualifica superiore
professionale

- Depositi bancari - 9,0 13,8 25,1 19,5 13,3


- Depositi postali 5,9 8,1 8,7 6,8 6,1 7,6
- Titoli di Stato (BOT, CCT,
BTP, ecc.) 1,7 1,3 2,8 8,3 19,5 4,1
- Acquisto immobili, terreni,
gioielli, quadri, ecc. - 1,8 - 3,8 3,7 1,9
- Azioni di borsa - - 1,2 3,2 8,5 1,4
- Fondi di investimento - - 0,8 1,5 6,1 0,8
- Polizze assicurative - 1,1 5,9 2,4 - 2,1
- Obbligazioni - - - 0,9 7,3 0,6
- Non investo i miei risparmi 12,7 13,0 9,1 8,0 - 10,5
- Non risponde 5,9 10,9 9,5 9,7 20,7 10,5
- Non posso risparmiare 68,6 50,6 54,5 44,0 30,5 50,1

Il totale non è uguale a 100 perché erano possibili più risposte

Fonte: indagine Censis-Salute La Repubblica, 2004

32
FONDAZIONE CENSIS
282_02 Il quadro della vita degli anziani in Italia

Il quadro complessivo è quello di persone con redditi non alti, ma con una
discreta dotazione patrimoniale, una persistente capacità di risparmio e una
gestione oculata ed efficace lontana da rischi eccessivi, mentre molto ridotta
è l’esposizione debitoria.

Alla luce di questo quadro, si è, quindi, verificato il grado di sicurezza


economica percepito degli anziani ed è emerso che il 42,5% si sente molto o
abbastanza sicuro, il 36,4% si sente poco sicuro ed il 21,1% non si ritiene
affatto sicuro (tabb. 32-33).

L’incrocio con le principali variabili sociodemografiche mette in luce un


marcata differenziazione del grado di sicurezza, infatti:

- la sicurezza economica percepita cresce all’innalzarsi del grado di


scolarità, poiché si passa dal 26,3% di anziani senza titolo di studio che si
dichiara molto o abbastanza sicuro, al 38,7% tra i possessori di licenza
elementare, al 43,5% tra i titolari di licenza media, al 47,5% tra i
diplomati fino al picco del 74,4% tra i laureati;

- si sentono sicuri, poi, oltre il 51% degli anziani residenti al centro, il


46,6% di quelli del nord-ovest, il 46,1% al nord-est, mentre al sud è solo
il 30,1% a dichiararsi molto o abbastanza sicuro.

In sostanza, è circa un quinto la quota di anziani che avverte grande


difficoltà a tenere il passo con la situazione economica, mentre percentuali
più alte si registrano tra gli anziani meridionali, i non autosufficienti e
coloro che hanno un basso livello di scolarità.

Duro l’atteggiamento prevalente nei confronti dell’euro che quasi il 60%


ritiene una cosa negativa poiché, nei fatti, ha generato inflazione, mentre è il
22,5% a rimanere convinto che la nuova valuta abbia stabilizzato il valore
della moneta con l’ancoraggio alle economie europee (tabb. 34-35-36).

Sono gli anziani a bassa scolarità, quelli residenti al sud-isole (il 75,4%) e
soprattutto quelli che si sentono poco e per niente sicuri economicamente (il
67,6%) ad avere una valutazione molto negativa dell’euro per i suoi effetti
inflazionisti.

33
FONDAZIONE CENSIS
282_02 Il quadro della vita degli anziani in Italia

Tab. 32 - Valutazione sulla propria sicurezza economica, per area geografica (val. %)

Lei si sente sicuro dal Nord Ovest Nord Est Centro Sud e Isole Totale
punto di vista economico?

- Molto + abbastanza 46,6 46,1 51,9 30,1 42,5


- Poco + per niente 53,4 53,9 48,1 69,9 57,5

Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

Fonte: indagine Censis-Salute La Repubblica, 2004

Tab. 33 - Valutazione della propria sicurezza economica, per titolo di studio (val. %)

Lei si sente sicuro dal punto Nessun Licenza Licenza Diploma/ Laurea o Totale
di vista economico? titolo elementare media Qualifica superiore
professionale

- Molto + abbastanza 26,3 38,7 43,5 47,5 74,4 42,5


- Poco + per niente 73,7 61,3 56,5 52,5 25,6 57,5

Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

Fonte: indagine Censis-Salute La Repubblica, 2004

34
FONDAZIONE CENSIS
282_02 Il quadro della vita degli anziani in Italia

Tab. 34 - Giudizio sull’introduzione dell’Euro, per area geografica (val. %)

Nord Ovest Nord Est Centro Sud e Isole Totale

- Positivo, perché ha dato stabilità alla


moneta ancorandoci alle altre 31,2 32,4 17,7 11,4 22,5
economie
- Negativo perché, nei fatti, ha
generato inflazione 55,1 50,5 52,3 75,4 59,9
- Non so 13,7 17,1 30,0 13,2 17,6

Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

Fonte: indagine Censis-Salute La Repubblica, 2004

Tab. 35 - Giudizio sull’introduzione dell’Euro, per titolo di studio (val. %)

Nessun Licenza Licenza Diploma/ Laurea o Totale


titolo elementare media Qualifica superiore
professionale

- Positivo, perché ha dato stabilità


alla moneta ancorandoci alle altre 9,3 13,8 20,9 35,1 68,3 22,5
economie
- Negativo perché, nei fatti, ha
generato inflazione 82,2 60,6 71,9 51,3 20,7 59,9
- Non so 8,5 25,6 7,2 13,6 11,0 17,6

Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

Fonte: indagine Censis-Salute La Repubblica, 2004

35
FONDAZIONE CENSIS
282_02 Il quadro della vita degli anziani in Italia

Tab. 36 - Giudizio sull’introduzione dell’Euro, per autopercezione della propria


condizione economica (val. %)

Molto o Poco o per Totale


abbastanza niente sicuro
sicuro

- Positivo, perché ha dato stabilità alla


moneta ancorandoci alle altre
economie europee 30,0 16,9 22,5
- Negativo perché, nei fatti, ha generato
inflazione 49,6 67,6 59,9
- Non so 20,4 15,5 17,6

Totale 100,0 100,0 100,0

Fonte: indagine Censis-Salute La Repubblica, 2004

36
FONDAZIONE CENSIS
282_02 Il quadro della vita degli anziani in Italia

4. IL VALORE E LA GESTIONE DEL TEMPO LIBERO

In relazione ad un’agenda di priorità sui servizi sociali per il tempo libero da


potenziare, emerge che il 27,5% dei rispondenti ritiene necessario
sviluppare i centri diurni ricreativi e di socializzazione, il 19,6% potenziare i
soggiorni estivi in località marine, di montagna o termali, il 18,5%
aumentare la concessione di sconti per l’accesso a cinema, teatro, mostre,
eventi culturali e spettacoli, il 16,5% ampliare la possibilità di svolgere
attività utili alla collettività (come, ad esempio, la vigilanza dei bambini
nelle scuole, l’assistenza a mostre ed eventi culturali, la cura del verde nei
giardini pubblici) (tab. 37).

In sostanza, emerge una forte domanda di potenziamento dei servizi di


socializzazione, come i centri diurni ricreativi ed i soggiorni estivi, che sul
territorio possono funzionare da attrattori e riferimento per la popolazione
anziana.

Non solo, si evidenzia anche l’importanza, per l’ageing population, della


propria funzione sociale, il suo desiderio di essere utile per la società, di
essere investita di nuove responsabilità perché ancora in grado di dare un
contributo ed un supporto sostanziale al benessere sociale.

E’ a livello territoriale che la distribuzione delle opinioni evidenzia


importanti differenziazioni poiché il 32,2% degli intervistati del Nord-Ovest
richiama, tra i servizi sociali per il tempo libero da potenziare, i centri diurni
ricreativi e di socializzazione, il 20,7% dei rispondenti del Nord-Est la
concessione di sconti al cinema e al teatro, il 12,2% degli abitanti del Sud-
Isole, in misura maggiore rispetto alla media, la manutenzione di giardini
pubblici, panchine e piazze ed il 21,6% degli intervistati del Centro le
attività utili alla collettività.

E ancora, sono soprattutto i laureati a desiderare sconti per l’accesso a


cinema e teatro (il 45,1% seguito, con notevole distanza, dal 28,3% dei
diplomati), ad auspicare un incremento dei centri diurni di socializzazione
(il 34,1%, preceduto solo dal 36% degli anziani che hanno conseguito la
licenza media inferiore) e a voler svolgere attività utili (il 19,5%) (tab. 38).

In sintesi, emerge un segmento forte di anziani, portatore di esigenze ampie


e precise, sicuro di quali attività voler potenziare per il tempo libero.

37
FONDAZIONE CENSIS
282_02 Il quadro della vita degli anziani in Italia

Tab. 37 - Servizi sociali per il tempo libero da potenziare per migliorare la situazione
degli anziani, per area geografica (val. %)

Nord Ovest Nord Est Centro Sud e Isole Totale

- L’attivazione di centri diurni


ricreativi e di socializzazione 32,2 32,1 20,3 25,2 27,5
- I soggiorni estivi in località
marine, di montagna, termali 20,6 24,7 11,6 20,7 19,6
- La concessione di sconti per
l’accesso a cinema, teatri,
mostre, eventi culturali e
spettacoli 19,6 20,7 15,2 18,4 18,5
- La possibilità di svolgere
attività utili alla collettività
(vigilanza bambini nelle
scuole, assistenza a mostre e
eventi culturali, cura del verde
nei giardini pubblici. ecc.) 17,5 16,1 21,6 12,6 16,5
- La sistematica manutenzione
di giardini pubblici, panchine,
piazze, luoghi pubblici di
incontro 8,7 8,7 7,1 12,2 9,5
- Abbonamenti speciali sui
trasporti pubblici 6,9 6,7 7,4 8,8 7,5
- La concessione di orti in
comodato agli anziani che
vogliono coltivarli 4,7 4,7 13,9 7,3 7,4

Il totale non è uguale a 100 perché erano possibili più risposte

Fonte: indagine Censis-Salute La Repubblica, 2004

38
FONDAZIONE CENSIS
282_02 Il quadro della vita degli anziani in Italia

Tab. 38 - Servizi sociali per il tempo libero da potenziare per migliorare la situazione
degli anziani, per titolo di studio (val. %)

Nessuno Licenza Licenza Diploma/ Laurea o Totale


elementare media Qualifica superiore
professionale

- L’attivazione di centri diurni


ricreativi e di socializzazione 19,5 23,0 36,0 31,9 34,1 27,5
- I soggiorni estivi in località marine,
di montagna, termali 12,7 19,2 16,6 27,1 11,0 19,6
- La concessione di sconti per
l’accesso a cinema, teatri, mostre,
eventi culturali e spettacoli 11,0 10,2 23,7 28,3 45,1 18,5
- La possibilità di svolgere attività utili
alla collettività (vigilanza bambini
nelle scuole, assistenza a mostre e
eventi culturali, cura del verde nei
giardini pubblici ecc.) 3,4 16,8 19,0 18,0 19,5 16,5
- La sistematica manutenzione di
giardini pubblici, panchine, piazze,
luoghi pubblici di incontro 7,6 9,2 17,0 7,4 - 9,5
- Abbonamenti speciali sui trasporti
pubblici 5,1 6,9 8,7 8,3 9,8 7,5
- La concessione di orti in comodato
agli anziani che vogliono coltivarli 4,2 7,5 5,9 9,1 8,5 7,4

Il totale non è uguale a 100 perché erano possibili più risposte

Fonte: indagine Censis-Salute La Repubblica, 2004

A tal proposito, dai risultati dell’indagine emerge che le attività principali


del tempo libero sono: vedere parenti e amici (62,2%), guardare la
televisione (59,9%), leggere quotidiani e/o settimanali (35,1%), frequentare
luoghi di culto (34%) (tab. 39).

L’incrocio dei dati per titolo di studio evidenzia notevoli differenze tra i
rispondenti.

39
FONDAZIONE CENSIS
282_02 Il quadro della vita degli anziani in Italia

Tab. 39 - Le attività che più frequentemente occupano il tempo libero degli anziani
(val. %)

Val. %

- Vedere i parenti e gli amici 62,2


- Tv 59,9
- Lettura quotidiani/settimanali 35,1
- Frequenza di luoghi di culto 34,0
- Lettura libri 23,4
- Radio 23,1
- Fare attività fisica (palestra/piscina/jogging) 14,3
- Spettacoli sportivi 6,5
- Teatro 5,1
- Concerti 4,3
- Cinema 4,0
- Musei 3,8
- Navigare in internet 3,6
- Sale da ballo/balere/discoteche 3,5

Fonte: indagine Censis-Salute La Repubblica, 2004

Con riferimento agli intervistati senza alcun titolo di studio e con licenza
elementare emerge come per entrambi l’attività prevalente nel tempo libero
sia guardare la televisione (lo fa spesso il 52,5% dei primi ed il 58,4% dei
secondi), mentre la maggior parte delle altre attività occupano posizioni
residuali (tab. 40). Rilevanti, tra gli anziani senza alcun titolo di studio, sono
solo la frequenza di luoghi di culto e il vedere parenti e amici (il 65,3% si
reca spesso o qualche volta in luoghi di culto contro il 43,9% dei laureati ed
il 90,6% dei primi contro l’89% dei secondi si incontra spesso o qualche
volta con parenti e amici).

40
FONDAZIONE CENSIS
282_02 Il quadro della vita degli anziani in Italia

Tab. 40 - Le attività del tempo libero degli anziani, per titolo di studio (val. %)

Nessuno Licenza Licenza Diploma/ Laurea o Totale


elementare media Qualifica superiore
professionale

TV
Spesso 52,5 58,4 67,2 64,3 42,7 59,9
Qualche volta 28,0 34,0 28,1 31,9 50,0 32,9
Mai 19,5 7,6 4,7 3,8 7,3 7,2
Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

RADIO
Spesso 16,1 15,4 25,7 35,1 41,5 23,1
Qualche volta 19,5 33,8 32,0 31,9 42,6 32,4
Mai 64,4 50,8 42,3 33,0 15,9 44,5
Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

LETTURA QUOTIDIANI/SETTIMANALI
Spesso 11,0 23,8 43,1 54,6 62,2 35,1
Qualche volta 14,4 32,1 30,8 31,8 29,3 30,3
Mai 74,6 44,1 26,1 13,6 8,5 34,6
Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

LETTURA LIBRI
Spesso 5,9 12,6 25,3 36,9 80,5 23,4
Qualche volta 5,9 29,1 36,0 38,3 11,0 29,5
Mai 88,2 58,3 38,7 24,8 8,5 47,1
Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

CINEMA
Spesso - 1,5 4,0 7,4 17,1 4,0
Qualche volta 4,2 15,0 19,7 23,0 40,2 18,1
Mai 95,8 83,5 76,3 69,6 42,7 77,9
Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

TEATRO
Spesso - 1,1 4,5 10,9 26,8 5,1
Qualche volta 6,8 15,5 21,3 20,6 30,5 17,8
Mai 93,2 83,4 74,2 68,5 42,7 77,1
Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

MUSEI
Spesso - 1,0 1,2 10,9 12,2 3,8
Qualche volta 1,7 11,7 21,7 21,3 48,8 16,8
Mai 98,3 87,3 77,1 67,8 39,0 79,4
Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

41
FONDAZIONE CENSIS
282_02 Il quadro della vita degli anziani in Italia

(segue tab. 40)

CONCERTI
Spesso - 0,4 1,2 9,7 31,7 4,3
Qualche volta 4,2 13,6 15,8 16,8 11,0 13,8
Mai 95,8 86,0 83,0 73,5 57,3 81,9
Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

SPETTACOLI SPORTIVI
Spesso - 4,0 9,1 11,2 9,8 6,5
Qualche volta 1,7 18,5 19,0 24,2 19,5 18,6
Mai 98,3 77,5 71,9 64,6 70,7 74,9
Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

SALE DA BALLO/BALERE/
DISCOTECHE
Spesso - 3,0 6,3 2,4 9,8 3,5
Qualche volta 1,7 12,4 7,9 7,4 12,2 9,7
Mai 98,3 84,6 85,8 90,2 78,0 86,8
Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

FREQUENZA DI LUOGHI DI CULTO


Spesso 21,2 33,3 30,5 45,7 20,7 34,0
Qualche volta 44,1 27,6 48,2 26,8 23,2 31,9
Mai 34,7 39,1 21,3 27,5 56,1 34,1
Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

VEDERE I PARENTI E GLI AMICI


Spesso 50,8 57,6 71,9 69,1 59,8 62,2
Qualche volta 39,8 19,8 20,2 21,2 29,2 22,3
Mai 9,4 22,6 7,9 9,7 11,0 15,5
Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

NAVIGARE IN INTERNET
Spesso - 1,1 - 5,7 32,9 3,6
Qualche volta 4,2 9,9 4,7 8,8 7,3 8,2
Mai 95,8 89,0 95,3 85,5 59,8 88,2
Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

FARE ATTIVITÀ FISICA (PALESTRA/


PISCINA/JOGGING)
Spesso - 7,9 15,8 28,0 28,0 14,3
Qualche volta 4,2 17,2 11,9 16,5 18,3 15,2
Mai 95,8 74,9 72,3 55,5 53,7 70,5
Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

Fonte: indagine Censis-Salute La Repubblica, 2004

42
FONDAZIONE CENSIS
282_02 Il quadro della vita degli anziani in Italia

A fronte di questo scarso attivismo dei soggetti più deboli, spicca il


dinamismo dei laureati e, in misura leggermente inferiore, dei diplomati che
mettono in pratica una vasta gamma di attività, molto articolate e
personalizzate, a testimonianza della volontà di vivere al meglio questa fase
della vita. Nello specifico:

- l’80,5% degli over60 laureati legge spesso libri ed il 62,2%


quotidiani/settimanali contro, rispettivamente, il 5,9% e l’11% degli
ultrassessantenni senza alcun titolo di studio;

- il 61% dei rispondenti con il più elevato grado di istruzione ed il 32,2%


dei diplomati visita musei (spesso il 12,2% dei primi ed il 10,9% dei
secondi) a fronte del 12,7% dei possessori di licenza elementare e
dell’1,7% dei rispondenti senza titolo di studio;

- il 57,3% dei laureati va al cinema (il 17,1% spesso, il 40,2% qualche


volta) e al teatro (il 26,8% spesso e il 30,5% qualche volta) di contro,
rispettivamente, al 4,2% ed al 6,8% delle persone senza titolo di studio;

- il 46,3% dei laureati ed il 44,5% dei diplomati svolge un’attività fisica


(palestra, piscina, jogging) (per entrambi lo fa spesso il 28%) contro il
25,1% di coloro che hanno conseguito la licenza elementare ed il 4,2%
degli individui senza alcun titolo di studio;

- il 42,7% degli anziani con il più elevato titolo di studio ed il 26,5% dei
diplomati di scuola media superiore va ai concerti a fronte del 14% dei
possessori di licenza elementare e del 4,2% di coloro che non hanno
alcun titolo di studio.

Alla luce di questi dati, si enuclea come il capitale socio-culturale incida


significativamente sulla sensibilità verso gli stili di vita salutari, sulla
coscienza della rilevanza delle attività che tengono la mente in allenamento
(come il leggere, l’informarsi), sulla percezione dell’importanza di una vita
sociale attiva e, conseguentemente, sugli stessi comportamenti adottati.

In definitiva, è probabile che la disponibilità di un elevato capitale


contribuisca in modo importante alla capacità di reinterpretare la vecchiaia,
facilitando la costruzione di una buona qualità della vita.

L’incrocio dei dati per età evidenzia, inoltre, che sono soprattutto gli young
old a mettere in atto una pluralità di attività per il tempo libero.

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282_02 Il quadro della vita degli anziani in Italia

Nello specifico, il 68,4% delle persone con un’età compresa tra 60 e 69 anni
vede spesso parenti ed amici, il 56,8% guarda spesso la televisione, il 40,8%
legge spesso quotidiani e/o settimanali, il 32,4% libri, il 23,9% pratica
regolarmente un’attività fisica e solo il 9,3% ed il 6% si recano spesso al
teatro e al cinema (tab. 41).

In questo contesto, diventa rilevante analizzare la attività più importanti per


l’ageing population per una vita serena nella terza e quarta età.

Secondo gli intervistati, le due principali attività di prevenzione rispetto al


deperimento e alle malattie sono: tenere la mente in allenamento
informandosi e rimanendo interessati al mondo circostante (30,7%) e
perseguire uno stile di vita sano, con una dieta adeguata, movimento fisico e
riduzione dello stress (25,3%) (tab. 42).

Di seguito sono indicati l’avere contatti frequenti coi più giovani (ad
esempio, i nipoti) (24,3%), il dedicare tempo agli altri (16,6%) e il non
lasciarsi vincere dai rimpianti e dalla nostalgia del passato (10,8%).

L’incrocio dei dati per titolo di studio evidenzia, ancora una volta, la linea di
separatezza tra il segmento di anziani forte (laureati e diplomati) e il
segmento di ultrasessantenni debole (gli anziani senza alcun titolo di studio
e i possessori di licenza elementare) che vivono e percepiscono, in maniera
fortemente differenziata, la condizione della vecchiaia.

Infatti, mentre per il primo sono fondamentali, per una serena old age,
tenere la mente in allenamento attraverso la lettura, l’informazione e la
frequentazione di cinema e teatri (il 50% dei laureati e il 45,4% dei
diplomati), prestare attenzione alle abitudini e ai propri modi di vita (il
32,4% dei diplomati ed il 28% dei soggetti con il più elevato titolo di studio)
e dedicare tempo agli altri (il 20,4% dei diplomati ed il 18,3% dei laureati),
per il secondo segmento sono più importanti i contatti frequenti coi più
giovani (il 27,1% degli over60 senza titolo di studio), la capacità di
impostare la giornata su ritmi lenti facendo solo ciò di cui si ha voglia
(33,1%) e il non lasciarsi vincere dai rimpianti e dalla nostalgia del passato
(22,9%).

E’ da sottolineare, inoltre, come per il 14,6% dei laureati sia determinante


per una vecchiaia serena il dedicarsi ad attività che sostituiscano il lavoro.

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Tab. 41 - Le attività del tempo libero degli anziani, per età (val. %)

Da 60 a Dal 70 a 80 anni Totale


69 anni 79 anni ed oltre

TV
Spesso 56,8 67,1 53,1 59,9
Qualche volta 37,4 27,5 32,4 32,9
Mai 5,8 5,4 14,5 7,2
Totale 100,0 100,0 100,0 100,0

RADIO
Spesso 23,4 24,9 18,3 23,1
Qualche volta 36,2 29,3 28,6 32,4
Mai 40,4 45,8 53,1 44,5
Totale 100,0 100,0 100,0 100,0

LETTURA QUOTIDIANI/SETTIMANALI
Spesso 40,8 31,9 26,7 35,1
Qualche volta 33,5 29,2 24,1 30,3
Mai 25,7 38,9 49,2 34,6
Totale 100,0 100,0 100,0 100,0

LETTURA LIBRI
Spesso 32,4 14,6 17,9 23,4
Qualche volta 32,3 32,8 15,3 29,5
Mai 35,3 52,6 66,8 47,1
Totale 100,0 100,0 100,0 100,0

CINEMA
Spesso 6,0 3,1 0,3 4,0
Qualche volta 25,6 15,0 5,0 18,1
Mai 68,4 81,9 94,7 77,9
Totale 100,0 100,0 100,0 100,0

TEATRO
Spesso 9,3 2,2 - 5,1
Qualche volta 21,7 18,8 5,3 17,8
Mai 69,0 79,0 94,7 77,1
Totale 100,0 100,0 100,0 100,0

MUSEI
Spesso 7,3 1,1 - 3,8
Qualche volta 21,3 15,7 7,3 16,8
Mai 71,4 83,2 92,7 79,4
Totale 100,0 100,0 100,0 100,0

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282_02 Il quadro della vita degli anziani in Italia

(segue tab. 41)

CONCERTI
Spesso 8,4 1,1 - 4,3
Qualche volta 16,7 13,3 7,3 13,8
Mai 74,9 85,6 92,7 81,9
Totale 100,0 100,0 100,0 100,0

SPETTACOLI SPORTIVI
Spesso 9,1 4,8 3,1 6,5
Qualche volta 22,7 19,0 6,9 18,6
Mai 68,2 76,2 90,0 74,9
Totale 100,0 100,0 100,0 100,0

SALE DA BALLO/BALERE/DISCOTECHE
Spesso 5,7 2,0 0,8 3,5
Qualche volta 11,1 10,3 4,6 9,7
Mai 83,2 87,7 94,6 86,8
Totale 100,0 100,0 100,0 100,0

FREQUENZA DI LUOGHI DI CULTO


Spesso 39,1 35,2 17,9 34,0
Qualche volta 27,7 37,3 32,1 31,9
Mai 33,2 27,5 50,0 34,1
Totale 100,0 100,0 100,0 100,0

VEDERE I PARENTI E GLI AMICI


Spesso 68,4 58,1 54,2 62,2
Qualche volta 18,7 26,9 22,1 22,3
Mai 12,9 15,0 23,7 15,5
Totale 100,0 100,0 100,0 100,0

NAVIGARE IN INTERNET
Spesso 7,0 0,9 - 3,6
Qualche volta 8,9 8,9 5,0 8,2
Mai 84,1 90,2 95,0 88,2
Totale 100,0 100,0 100,0 100,0

FARE ATTIVITÀ FISICA (PALESTRA/PISCINA/JOGGING)


Spesso 23,9 8,9 - 14,3
Qualche volta 15,8 19,0 5,7 15,2
Mai 60,3 72,1 94,3 70,5
Totale 100,0 100,0 100,0 100,0

Fonte: indagine Censis-Salute La Repubblica, 2004

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Tab. 42 - Opinioni circa le cose più importanti da fare per avere una vita serena nella
terza e quarta età, per titolo di studio (val. %)

Nessuno Licenza Licenza Diploma/ Laurea o Totale


elementare media Qualifica superiore
professionale

- Tenere sempre la mente in


allenamento (informandosi,
leggendo libri, andando al
cinema/teatro/musei) 11,0 22,9 35,6 45,4 50,0 30,7
- Avere uno stile di vita sano (non
fumare, fare passeggiate, diete
ecc..) 14,4 24,0 23,7 32,4 28,0 25,3
- Avere contatti frequenti coi più
giovani (ad esempio, i nipoti) 27,1 22,0 31,6 26,5 7,3 24,3
- Dedicare tempo agli altri 2,5 16,7 17,4 20,4 18,3 16,6
- Non lasciarsi vincere dai rimpianti
e dalla nostalgia del passato 22,9 6,2 10,7 15,0 15,9 10,8
- Impostare la giornata su ritmi lenti
e fare solo ciò di cui si ha voglia 33,1 7,1 9,5 1,8 15,9 8,8
- Dedicarsi ad un’attività che
sostituisca il lavoro 5,1 5,9 5,9 1,8 14,6 5,4
- Fare le cose che non si è potuto
fare in altri momenti della propria
vita - 3,5 4,7 6,5 7,3 4,3
- Viaggiare di frequente - 2,7 4,3 6,5 14,6 4,3
- Vivere in un piccolo centro 3,4 2,4 4,7 0,3 12,2 2,9

Il totale non è uguale a 100 perché erano possibili più risposte

Fonte: indagine Censis-Salute La Repubblica, 2004

In sostanza, gli anziani con i più bassi livelli di istruzione sono proiettati su
una dimensione personale, intima e tranquilla, dove il contatto con i giovani,
e in particolare coi nipoti, risulta fondamentale e dove sono i ritmi di vita
lenti a scandire questa fase del ciclo esistenziale; gli ultrasessantenni con i
più elevati gradi di istruzione, invece, vogliono imparare, informarsi, avere
una vita sociale attiva, condividere con gli altri il proprio tempo libero,
porre attenzione agli stili di vita.

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282_02 Il quadro della vita degli anziani in Italia

A condividere, poi, l’idea dell’importanza dei rapporti intergenerazionali


sono soprattutto gli ottuagenari (quasi il 28%), gli abitanti del Centro
(30,3%) e del Sud-Isole (25%), mentre l’idea di impostare la giornata su
ritmi di vita lenti e di fare solo ciò di cui si ha voglia è fatta propria, oltre
che dagli old old (19,8%), dai residenti nel Nord-Ovest (12,8%) e del Nord-
Est (9%) (tabb. 43-44).

Se gli aspetti ritenuti più importanti dagli over60 per una vita serena nella
terza e quarta età e le attività del tempo libero ci dicono molto sugli
interessi, sulle potenzialità degli anziani e sulla percezione che questi hanno
di se stessi, i luoghi di fruizione del tempo libero ci permettono di analizzare
ed esaminare più approfonditamente gli ambiti in cui si svolge la vita
quotidiana degli anziani e di comprendere al meglio la loro densità
relazionale. A questo proposito dai dati emerge che i luoghi dove gli agé
incontrano amici e/o conoscenti sono:

- per il 25,1% degli intervistati il proprio palazzo (il 28,7% tra gli abitanti
del Centro) (tabb. 45-46);

- per il 23,6% i giardini pubblici e le piazze (il 33% degli uomini ed il


29,8% dei diplomati);

- per il 18,1% la propria casa (il 41,5% degli anziani senza alcun titolo di
studio);

- per il 14,4% i bar e caffè (il 28,5% degli uomini, il 23,7% dei possessori
di licenza media inferiore ed il 15,8% dei residenti nel Nord-Ovest);

- per il 13,9% i supermercati e i negozi (il 18,4% delle donne ed il 16,8%


degli individui con licenza elementare);

- per il 13,1% la parrocchia (il 20,1% degli abitanti del Sud-Isole, il 18,3%
delle donne ed il 15,7% dei possessori di licenza elementare).

E’ da sottolineare che il 4,1% del campione ha citato le sedi di associazioni,


percentuale che sale al 12,2% tra i laureati ed al 5,6% tra i diplomati.

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Tab. 43 - Opinioni circa le cose più importanti da fare per avere una vita serena nella
terza e quarta età, per età (val. %)

Da 60 a Da 70 a 80 anni Totale
69 anni 79 anni ed oltre

- Tenere sempre la mente in allenamento


(informandosi, leggendo libri, andando al
cinema/teatro/musei) 34,3 28,0 26,3 30,7
- Avere uno stile di vita sano (non fumare, fare
passeggiate, diete ecc..) 26,7 29,0 14,1 25,3
- Avere contatti frequenti coi più giovani (ad
esempio, i nipoti) 22,4 24,9 27,9 24,3
- Dedicare tempo agli altri 21,0 14,2 9,9 16,6
- Non lasciarsi vincere dai rimpianti e dalla
nostalgia del passato 11,2 10,5 10,3 10,8
- Impostare la giornata su ritmi lenti e fare solo
ciò di cui si ha voglia 4,9 8,5 19,8 8,8
- Dedicarsi ad un’attività che sostituisca il
lavoro 8,3 1,7 5,3 5,4
- Fare le cose che non si è potuto fare in altri
momenti della propria vita 4,9 4,4 2,7 4,3
- Viaggiare di frequente 7,0 2,4 0,8 4,3
- Vivere in un piccolo centro 3,4 3,1 1,1 2,9

Il totale non è uguale a 100 perché erano possibili più risposte

Fonte: indagine Censis-Salute La Repubblica, 2004

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Tab. 44 - Opinioni circa le cose più importanti da fare per avere una vita serena nella
terza e quarta età, per area geografica (val. %)

Nord Ovest Nord Est Centro Sud e Isole Totale

- Tenere sempre la mente in allenamento


(informandosi, leggendo libri, andando al
cinema/teatro/musei) 36,2 26,1 25,8 31,8 30,7
- Avere uno stile di vita sano (non fumare,
fare passeggiate, diete, ecc.) 25,1 23,7 32,9 21,6 25,3
- Avere contatti frequenti con i più giovani
(ad esempio i nipoti) 20,6 22,1 30,3 25,0 24,3
- Dedicare tempo agli altri 15,1 19,4 16,1 16,5 16,6
- Non lasciarsi vincere dai rimpianti e
dalla nostalgia del passato 7,8 13,7 6,1 14,7 10,8
- Impostare la giornata su ritmi lenti e fare
solo ciò di cui si ha voglia 12,8 9,0 7,4 6,0 8,8
- Dedicarsi ad un’attività che sostituisca il
lavoro 5,0 5,7 6,5 4,9 5,4
- Fare le cose che non si è potuto fare in
altri momenti della propria vita 4,5 3,0 4,8 4,7 4,3
- Viaggiare di frequente 5,7 3,0 4,5 3,6 4,3
- Vivere in un piccolo centro 1,9 - 8,1 2,4 2,9

Il totale non è uguale a 100 perché erano possibili più risposte

Fonte: indagine Censis-Salute La Repubblica, 2004

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Tab. 45 - Luoghi pubblici dove gli anziani incontrano gli amici, conoscenti e altre
persone, per sesso (val. %)

Maschio Femmina Totale

- Nel palazzo 18,7 30,0 25,1


- Giardino pubblico, piazza 33,0 16,6 23,6
- In casa 16,6 19,3 18,1
- Bar/caffè 28,5 3,9 14,4
- Supermercati/negozi 7,8 18,4 13,9
- Parrocchia 6,1 18,3 13,1
- Mercato rionale 6,8 15,6 11,9
- Sede di associazione 3,6 4,4 4,1
- In casa di amici 3,4 1,8 2,5
- Centro anziani 2,5 1,4 2,3
- Uffici pubblici (poste, banche,
Asl, ecc.) 2,5 2,2 2,3
- Pizzeria, ristorante 2,2 0,9 1,5
- Bingo - 1,4 0,8
- Non parlo con nessuno 5,1 6,7 6,0

Il totale non è uguale a 100 perché erano possibili più risposte

Fonte: indagine Censis-Salute La Repubblica, 2004

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FONDAZIONE CENSIS
282_02 Il quadro della vita degli anziani in Italia

Tab. 46 - Luoghi pubblici dove gli anziani incontrano gli amici, conoscenti e altre
persone, per area geografica (val. %)

Nord Ovest Nord Est Centro Sud e Isole Totale

- Nel palazzo 25,3 24,1 28,7 23,3 25,1


- Giardino pubblico, piazza 25,8 18,1 24,5 24,6 23,6
- In casa 18,7 20,1 13,9 19,2 18,1
- Bar/caffè 15,8 15,1 11,9 14,3 14,4
- Supermercati/negozi 9,5 15,4 21,0 12,2 13,9
- Parrocchia 9,2 5,7 14,8 20,1 13,1
- Mercato rionale 8,0 5,7 21,6 12,8 11,9
- Sede di associazione 5,0 2,3 7,1 2,4 4,1
- In casa di amici, parenti - 3,0 3,5 3,6 2,5
- Centro anziani 1,4 1,7 3,5 2,8 2,3
- Uffici pubblici (poste, banche,
Asl, ecc.) 1,4 1,7 3,5 2,8 2,3
- Pizzeria, ristorante 2,6 0,7 - 1,9 1,5
- Bingo 0,7 1,3 1,6 - 0,8
- Non parlo con nessuno 10,2 7,0 4,2 2,8 6,0

Il totale non è uguale a 100 perché erano possibili più risposte

Fonte: indagine Censis-Salute La Repubblica, 2004

In sostanza, gli anziani con i più elevati livelli di istruzione svolgono un


ruolo attivo e di primo piano nell’organizzazione della propria vita
quotidiana, non demandano al caso l’incontro con parenti e amici, ma
operano la precisa scelta di frequentare associazioni per stare insieme, per
condividere passioni e interessi, energie e svaghi.

A questo segmento di anziani, tuttavia, si oppone un 6% di ultrasessantenni


che ha affermato di non parlare con nessuno, valore che arriva a sfiorare
quasi il 18% tra coloro che non hanno alcun titolo di studio.

In questo contesto appare chiaro come accanto alla capacità di resistenza di


alcuni si affianchi la fragilità e la debolezza di altri. E’ il rischio di una
vulnerabilità sociale che merita un impegno cui le istituzioni non possono
sottrarsi, demandando alla sola responsabilità degli anziani la serenità di
questa importante componente sociale.

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