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Mitologia greca
La Mitologia greca lo studio e lanalisi di laggende, racconti di miti di eroi e delle guerre epiche. Questa serie di racconti appartengono alla cultura degli antichi greci ed elleni e riguardano i loro dei ed eroi, la loro concezione del mondo, i loro culti e le pratiche religiose. Le pi antiche fonti letterarie conosciute, i due poemi epici Iliade e Odissea, concentrano la loro attenzione sugli eventi che ruotano attorno alla vicenda della guerra di Troia. Gli argomenti narrati dalla mitologia greca furono anche rappresentati in molti manufatti.
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mitologiagreca.blogspot.it Ormai tutti i re con le loro navi erano radunati in Aulide da pi di tre mesi, e per il persistere della bonaccia non si poteva partire. Agamennone, impaziente, accorato, spiava il mare, i venti, ma purtroppo non spirava il minimo soffio daria! Chiam allora lindovino Calcante perch gli dicesse che cosa poteva fare. E lindovino gli ricord che alcuni anni prima aveva offeso gravemente la dea Artemide: avendo trafitto con un bel colpo un cervo, si era vantato dessere un cacciatore pi bravo della dea stessa della caccia.E ora Artemide pretendeva, se si voleva far partire la flotta, che Agamennone le sacrificasse sullaltare la propria figlia Ifigenia. Figuratevi langoscia del povero padre! Ma non cera verso: Ifigenia doveva essere sacrificata; cos voleva Artemide, cos vollero anche i re convenuti in Aulide. Bisogn far venire da Micene la bella Ifigenia: la fanciulla non si sgoment, non trem, non cambi colore, anzi disse dessere contenta di spendere la vita per il bene della Grecia e per lonore di suo padre; e volle salire da sola, a cuore fermo, sullaltare. Ma, mentre il sacerdote immergeva gi il coltello nel petto di ifigenia, laltare venne circondato da una densa nebbia, e, quando questa si ritir, invece del corpo insanguinato della giovinetta, si trov sullaltare il corpo di una cerbiatta. Artemide aveva avuto piet dellintrepida ragazza e laveva sostituita con la cerbiatta, portando via ifigenia viva in Tauride, dove il re del luogo, Toante, la fece sacerdotessa della dea che laveva salvata. Ed ecco che subito sorse da terra un venticello che and a mano a mano crescendo, e la flotta greca pot finalmente togliere gli ormeggi, spiegare le vele e salpare per la Troade. immagine1: Il sacrificio di Ifigenia(Jan Steen) immagine2:Ifigenia(Anselm Feuerbach) mitologiagreca.blogspot.it
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tecnica, articol la voce con parole, e invent case, vestiti, calzari, giacigli e lagricoltura. Con questi mezzi in origine gli uomini vivevano sparsi qua e l, non cerano citt; perci erano preda di animali selvatici, essendo in tutto pi deboli di loro. La perizia pratica era di aiuto sufficiente per procurarsi il cibo, ma era inadeguata alla lotta contro le belve (infatti gli uomini non possedevano ancora larte politica, che comprende anche quella bellica). Cercarono allora di unirsi e di salvarsi costruendo citt; ogni volta che stavano insieme, per, commettevano ingiustizie gli uni contro gli altri, non conoscendo ancora la politica; perci, disperdendosi di nuovo, morivano. Zeus dunque, temendo che la nostra specie si estinguesse del tutto, invi Ermes per portare agli uomini rispetto e giustizia, affinch fossero fondamenti dellordine delle citt e vincoli damicizia. Ermes chiese a Zeus in quale modo dovesse distribuire rispetto e giustizia agli uomini: Devo distribuirli come sono state distribuite le arti? Per queste, infatti, ci si regolati cos: se uno solo conosce la medicina, basta per molti che non la conoscono, e questo vale anche per gli altri artigiani. Mi devo regolare allo stesso modo per rispetto e giustizia, o posso distribuirli a tutti gli uomini? A tutti - rispose Zeus - e tutti ne siano partecipi; infatti non esisterebbero citt, se pochi fossero partecipi di rispetto e giustizia, come succede per le arti. Istituisci inoltre a nome mio una legge in base alla quale si uccida, come peste della citt, chi non sia partecipe di rispetto e giustizia. [323] Per questo motivo, Socrate, gli Ateniesi e tutti gli altri, quando si discute di architettura o di qualche altra attivit artigianale, ritengono che spetti a pochi la facolt di dare pareri e non tollerano, come tu dici - naturalmente, dico io - se qualche profano vuole intromettersi. Quando invece deliberano sulla virt politica - che deve basarsi tutta su giustizia e saggezza - ascoltano il parere di chiunque, convinti che tutti siano partecipi di questa virt, altrimenti non ci sarebbero citt. Questa la spiegazione, Socrate. Ti dimostro che non ti sto ingannando: eccoti unulteriore prova di come in realt gli uomini ritengano che la giustizia e gli altri aspetti della virt politica spettino a tutti. Si tratta di questo. Riguardo alle altre arti, come tu dici, se qualcuno afferma di essere un buon auleta o esperto in qualcosaltro e poi dimostri di non esserlo, viene deriso e disprezzato; i familiari, accostandosi a lui, lo rimproverano come se fosse pazzo. Riguardo alla giustizia, invece, e agli altri aspetti della virt politica, quandanche si sappia che qualcuno ingiusto, se costui spontaneamente, a suo danno, lo ammette pubblicamente, ci che nellaltra situazione ritenevano fosse saggezza - dire la verit - in questo caso la considerano una follia: dicono che necessario che tutti diano limpressione di essere giusti, che lo siano o no, e che pazzo chi non finge di essere giusto. Secondo loro inevitabile che ognuno in qualche modo sia partecipe della giustizia, oppure non appartiene al genere umano. Dunque gli uomini accettano che chiunque deliberi riguardo alla virt politica, poich ritengono che ognuno ne sia partecipe. Ora tenter di dimostrarti che essi pensano che questa virt non derivi n dalla natura n dal caso, ma che sia frutto di insegnamento e di impegno in colui nel quale sia presente. Nessuno disprezza n rimprovera n ammaestra n punisce, affinch cambino, coloro che hanno difetti che, secondo gli uomini, derivano dalla natura o dal caso. Tutti provano compassione verso queste persone: chi cos folle da voler punire persone brutte, piccole, deboli? Infatti, io credo, si sa che le caratteristiche degli uomini derivano dalla natura o dal caso, sia le buone qualit, sia i vizi contrari a queste. Se invece qualcuno non possiede quelle qualit che si sviluppano negli uomini con lo studio, lesercizio, linsegnamento, mentre ha i vizi opposti, viene biasimato, punito, rimproverato. (Platone, Protagora, 320 C - 324 A)
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