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Mons.

Quirico Travaini, il fondatore


Benvenuto il luogo dove dove tutto ironia il luogo dove c la vita e vari tipi di allegria dove si nasce, dove si vive sorridendo dove si soffre senza dar la colpa al mondo. (Gaber)1

Siamo nel 1911, pi precisamente nel mese di dicembre, e nelle mani dei trecatesi giunge il numero annuncio del nascente giornale parrocchiale: il Bollettino Trecatese. Come tutte le opere anche questo giornale nato in uno laboratorio, e questo laboratorio altro non che la mente di don Quirico Travini parroco di Trecate dal 1896 al 1919, anno un cui verr nominato Vescovo di Fossano. In quelle stanze situate ai livelli profondi della sua mente stata data libera voce alla capacit dellessere umano di progettare. Gi perch progettare una pulsione delluomo, come listinto di sopravvivenza e la fame e coinvolge ogni pratica nel momento in cui lumanit cerca di migliorare le proprie norme o quando, contraddicendole, trova soluzioni altre2. Vedremo infatti come la scelta di dare vita ad un giornale parrocchiale perseguisse proprio questo desiderio di cambiamento, di miglioramento, di costruzione di un tessuto sociale che potesse tenere unit la comunit trecatese. In questo breve saggio verranno ripercorsi gli articoli (situati in prima pagina) dai quali traspare lossatura e, nel contempo la passione, che costituirono questambizioso progetto che a ancora oggi esiste grazie soprattutto ad un vivo laboratorio di creazione e progettazione che risiede nella mente del parroco Don Gilio Masseroni, che ha fatto del giornale uno strumento fondamentale della sua pastorale3. Il primo forte messaggio che segna la linea del Bollettino affidato alla testata: essa raffigura un angelo con la stella della ragione sulla testa e dalle sue mani lascia cadere fiori. Alla sua sinistra troviamo lo stemma
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Benvenuto il luogo dove, dallo spettacolo teatrale Io se fossi Gaber (1984/1985). Mari E., (2011), 25 modi per piantare un chiodo. Mondadori, Milano (pag.1).

Pensiamo al fatto che ogni settimana larticolo di fondo, a firma del Parroco, propone spunti di riflessione che integrano gli aspetti della fede con le molteplici sfaccettature del societ post-moderna; inoltre il giornale passato dalle quattro pagine iniziali alle sedici pagine.

della citt mentre a destra lancora, simbolo, nelliconografia cristiana, della speranza (per San Paolo lancora la figura di Cristo a cui affidarsi). Il giornale si propone cos come un angelo che con un volo leggero, illuminato dalla luce della ragione, varcher le porte di casa delle famiglie trecatesi donando, a piene mani, profumati fiori e profondendo speranza (cfr. foto). Segue poi un articolo4 che sembra una sorta di manifesto programmatico di quella che sar la linea editoriale. In esso si dice che il giornale servir per dare comunicazioni relative ai lavori di decorazione che verranno svolti in chiesa, alle funzioni religiose, alla vita degli oratori, alla vita della comunit Trecatese (cfr. saggi di Panigati, Grippi), alla cronachetta estera che riferir i fatti pi importanti della settimana avvenuti fuori dal mondo di Trecate (cfr. saggio di Locatelli)5. Lasciati i toni formali della prima pagina, nella seconda si trova, come spesso accadr per i numeri della prima annata, un brave articolo firmato Il vostro aff. Bollettino6. La firma lascia gi trasparire la carica affettiva ed emotiva delle parole che saranno contenute in queste piccole isole che troveremo sparse nel corso dei numeri del giornale. Quando leggiamo la parola affezionatissimo la nostra mente ci porta immediatamente a pensare ad una persona che prova dei sentimenti vivi e significativi nei nostri confronti, ad una persona che costantemente ci lascia abitare la sua mente. La scelta quindi di utilizzare questi toni mette in evidenza la grande capacit comunicativa che animava il giornale in quegli anni, era davvero capace di giungere a tutti perch non poneva distanze, non parlava dallalto di un monte ma si presentava nelle case, povere o sfarzose che fossero. Ritengo importante riportare integralmente questo primo articolo al fine di cogliere in pienezza quanto sopra ho affermato.

permesso? Domando scusa perch mi son presa la libert di venire al mondo. Io non volevo nascere; stavo bene lontano da questo chiasso. Ma sono stato obbligato a vedere la luce. Chi mi ha creato per non mha detto se devo vivere molto o poco; forse vedr la luce a scacchi, ora piccolo ora grande.
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Gloria in excelsis Deo et in terra pax ho minibus bonae voluntatis, Bollettino Trecatese, Numero Annuncio, dicembre 1911.
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Per una panoramica sugli argomenti dei primi sei mesi cfr. il saggio di Prone. Articolo senza titolo, Bollettino Trecatese, Numero Annuncio, dicembre 1911.

In queste prime righe vediamo come il Bollettino venga paragonato ad un bambino che viene al mondo, e come tutti i bambini con il primo pianto iniziale comunica la non scelta di venire al mondo e la disperazione per aver perso quel luogo caldo e accogliente che era il grembo materno. E appena vista la luce gi dice di non saper per quanto tempo potr continuare a vederla.

Comunque per, nessuno si spaventi della mia comparsa al mondo. Non i fratelli maggiori perch io non pretendo alcuna parte alla loro eredit. Non coloro che comandano nel mondo perch io sono obbediente alle leggi. Non infine quelli che tengono nelle loro mani la politica perch io non ne voglio fare.

senza dubbio un bambino astuto, ci tiene a sottolineare come non si porr in antitesi con nessuno n con i fratelli maggiori, le grandi testate, n con chi detiene un potere legislativo, n tantomeno con chi coltiva e diffonde delle idee politiche.
Che cosa far allora? Non me lo hanno detto precisamente quando mi hanno fatto nascere; so una cosa sola: che non far del male a nessuno, del bene a tutti se potr. E se verr su grande che possa dire la mia ragione, la dir sempre senza offendere nessuno ma senza rispetti umani. Vi piace la mia idea? Allora lasciatemi entrare in tutte le vostre case perch io sono nato per questo. Mi piacciono i fanciulli e racconter loro delle buone novelle (i bei cas): amo molto i giovani e voglio essere il loro piccolo ma sincero consigliere; sono amico dei poveri perch sono povero anchio e voglio fare di tutto per aiutarli dando loro buoni consigli anche nelle loro faccende e nei loro interessi materiali. Sono rispettoso dei ricchi ai quali dir sempre la verit e dei quali aspetto qualche conforto per vivere. Se facendo economia, potr avanzare qualche soldo, non per me ma andr tutto a favore dellabbellimento della nostra Chiesa per amore della quale specialmente sono nato. Come vedete, adunque, io sono quasi necessario a tutti voi, e perci sono sicuro che mi farete buon viso e mi vorrete bene. In questa speranza vi saluto cordialmente e vi auguro ogni bene.

Questo Bollettino non sa realmente quale sia il suo compito, nessuno glielo ha detto. certo per di voler fare del bene, di essere amico dei bambini, dei ricchi e dei poveri e, quando sar grande, potr dire liberamente ci che pensa. Nella metafora quindi passano ancora dei profondi significati, il giornale si sta ponendo in modo fraterno, non vuole essere padre e quindi autoritario e normativo, n tantomeno madre e quindi solo affettuoso e accogliente, ma fratello. La sua posizione cio ad un livello paritario rispetto al lettore, volta a favorire lo scambio di opinioni, il reciproco sostegno e la collaborazione, instaurando cos una democrazia degli affetti nella quale ogni voce (il ricco, il povero, il bambino) possa avere cittadinanza7. Con il terzo numero del giornale8 il Bollettino prosegue il suo dialogo con i lettori comunicando di aver appreso la notizia di un saggio organizzato dalla scuola di taglio e cucito, promuovendo le iscrizioni alla Societ Femminile e avvertendo che si sarebbero aperti gli abbonamenti al giornale. Il codice comunicativo scelto ancora quello fraterno, viene utilizzata la parola confidenza che avvicina molto il lettore e fa si che la notizia comunicata assuma quel valore di unicit e di riservatezza come fosse indirizzata unicamente alla persona che sta leggendo e non a tutti i lettori che acquisteranno il giornale. Anche la campagna abbonamenti viene fatta in modo molto coinvolgente:
Mi hanno detto di dirvi che, col prossimo numero, si apriranno gli abbonamenti al Bollettino cio io sono disponibile a ipotecarmi per un anno a vostro favore dietro un piccolo compenso che sar stabilito.

Siamo ancora nellabito di un codice fraterno, si percepisce la disponibilit di offrirsi al lettore per un anno, al fine di dialogare con lui, di tenerlo informato e, perch no, di fargli compagnia. Nel quarto numero la voce del Bollettino scompare e leggiamo un articolo9, dai toni pi formali, che d notizie dellavvenuta prima riunione della piccola famiglia giornalistica, riunitasi per scambiarsi le idee intorno al giornale e per prendere atto del sostegno e dellapprovazione ricevuta dai lettori che si erano avvicinati al nascente giornale. Viene promossa poi la campagna abbonamenti (abbonamento annuo lire due) e richiesta la collaborazione del pubblico. Viene affermato come la redazione sia ben disponibile ad accettare le relazioni delle sedute
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Fornari F., (1977), Il Minotauro. Psicoanalisi dellideologia. Rizzoli, Milano. Parla bollettino, Bollettino Trecatese Anno 1 n3, 6 gennaio 1912. In famiglia, Bollettino Trecatese Anno 1 n4, 13 gennaio 1912.

municipali, le deliberazioni della Giunta, delle altre Amministrazioni locali, delle Societ e dei Circoli. Inoltre si fa accenno alla rclame, si dice che verr pubblicata a fronte di un piccolo pagamento (cfr. il saggio di Mittino E.). Dal codice fraterno della voce del bollettino siamo passati alla formalit simile a quella del numero annuncio per giungere, con il quinto numero10, ad un codice pi vicino a quello paterno: i toni sono accesi, i vocaboli appartengono al campo semantico della guerra. Il nostro giornale si messo una pesante armatura ed pronto a scendere sul campo di battaglia per affrontare il nemico. Nel titolo, Il terzo potere, cogliamo immediatamente questo aspetto che viene rafforzato dalle prime righe:
Avvi unarma terribile che penetra ovunque che vince in potenza e oro, e spada e legge, che si fa temere da tutti e innanzi alla quale vacillano i troni e le repubbliche e impallidiscono i sapienti. La civilt moderna la raccolse, ancora tutto umile e casta, dal vecchio medioevo e dopo che le ebbe infusa tutta lardenza, tutto il sapere, tutta larte e lentusiasmo suoi la lanci libera e audace nel mondo.

Emerge unidea di stampa come portatrice di un pensiero e di una posizione, ma agguerrita e pronta a combattere. Fa davvero pensare alluomo che scende in campo per portare al di fuori dalla famiglia tutti i conflitti che potrebbero rovinarla; cos il giornale raccogliei malcontenti di una comunit e li porta nel terreno pi ampio della societ nel quale potr scontrarsi con correnti avverse oppure essere sostenuto da correnti favorevoli. Tutto questo perch il vostro giornale come il vostro simbolo, il simbolo vivo delle vostre teorie religiose e politiche e in inoltre

la stampa chiude in s ogni valore e forza dimpressione: in essa la parola, in essa il colore, in essa la rappresentazione dellimmagine, dellaffetto, del sogno, del desiderio, del bene, del male, della colpa e delleroismo. Tutto contiene la stampa e tutto vi d.

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Il terzo potere, Bollettino Trecatese Anno 1 n5, 20 gennaio 1912.

Siamo sempre pi allinterno di un codice paterno, vediamo che il giornale si fa rappresentante simbolico dei valori, delle emozioni e delle norme da seguire e promuove anche unapertura, se pur conflittuale, allesterno. Il problema sembra quello di avere molteplici padri e quindi molteplici possibilit di scelta. Il lettore quindi chiamato a capire a quale padre bene affidarsi perch

la stampa una spada a due tagli, offesa e difesa vostra, bene e male, giustizia empiet, verit menzogna. Pu essere la vostra salvezza, pu essere la vostra rovina. Ma la scelta libera e solo da voi dipende: scegliete.

Si conclude in questo modo larticolo che potremmo definire articolo di propaganda che vuole fare emergere, senza mai utilizzare rifermenti espliciti, la figura del Bollettino Trecatese come quella del buon padre pronto a difendere la sua famiglia. Il padre lascia ora spazio alla madre, al fine di concludere quellopera di convincimento iniziata nel numero precedente. Nellarticolo11 che leggiamo sul sesto numero non compaiono pi parole di guerra ma parole afferenti al campo semantico della pace:

noi abbiamo continuamente accanto a noi, nelle nostre case, con noi, dei veri, buoni, savi e quieti amici che a nostra volont, in ogni tempo e ovunque, ci fanno giungere la loro voce salutare, ora di conforto, ora di consiglio, ora di esortazione, ora di speranza e di pace. Parlano piano, parlano dolcemente, serenamente, e il nostro cuore nel suo quieto raccoglimento li ascolta, li comprende e trae dalle loro parole la luce, lenergia, la costanza nella via del bene, del dovere, della virt, del progresso.

In queste righe vengono fornite le motivazioni che devono spingere il lettore a scegliere il Bollettino Trecatese, e in generale la buona
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I nostri amici, Bollettino Trecatese Anno 1 n6, 27 gennaio 1912.

stampa; questo giornale rappresenta simbolicamente una buona famiglia con un padre autoritario che incarna tutti i valori etico, morali e religiosi e con una buona madre rassicurante, dolce e pronta ad offrire parole di speranza nei momenti difficili. Quindi da una parte la figura paterna pronta a difendere i propri figli, dallaltra quella materna pronta ad accoglierli. Nel settimo numero del giornale troviamo in prima pagina un articolo volto a promuovere la buona stampa12, un invito quindi ad entrare a far parte di quella buona famiglia presentata nei numeri precedenti. Nel seconda ritorna la voce del Bollettino13, che si rivolge in modo diretto ai lettori:

Lindolenza la causa di tante rovine finanziarie e potrebbe essere anche la mia rovina! Perch ritardate ad abbonarvi a me che mi vendo per due lire collobbligo di venirvi a trovare ogni sabato sera? O almeno, perch non mi comprate tutti con un soldo? perch sono piccolo? Questa una ragione di pi per aiutarmi perch possa venire su grande, capito?

Si nota un nuovo cambio di stile, dopo aver promosso una buona famiglia e quindi un giornale come una figura adulta e autonoma capace di far fronte alle difficolt del mondo esterno, si ritorna ad un codice bambino. Tutto questo per sensibilizzare il pubblico, perch quando il cucciolo duomo chiede aiuto i genitori corrono in suo soccorso. I ruoli si sono cos invertiti, il pubblico diventa la buona famiglia chiamata ad adottare per due lire questo piccolo bambino: il Bollettino Trecatese. Gli stili si alternano continuamente, nella prima pagina del giornale successivo troviamo nuovamente parole che inneggiano alla guerra14:

scendiamo in campo colle armi alla mano, ed opponendo petto a petto, libro a libro, giornale a giornale, istituzione a
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Sostentiamo la buona stampa, Bollettino Trecatese Anno 1 n7, 3 febbraio 1912. Lindolenza, Bollettino Trecatese Anno 1 n7, 3 febbraio 1912. Parliamoci chiaro, Bollettino Trecatese Anno 1 n8, 10 febbraio 1912.

istituzione, noi strapperemo lanima nostra e quella dei nostri allirreligione, al socialismo, allanarchia.

I figli sono cos spronati dal padre al fine di scendere in campo e difendere la buona famiglia di cui fanno parte da tutto ci che contrasta con i valori religiosi che la fondano. Anche la voce del Bollettino15 si fa pi severa invitando i lettori a promuovere il giornale tra conoscenti e amici. La voce rimane severa 16, ma pur sempre quella di un bambino che non venendo adottato da tutti si arrabbia e lo fa in modo particolare con quelli che, oltre a rifiutarlo, insultano i fanciulli che lo consegnano.

Si, sono il Piccolo Bollettino che debbo rivolgere parole severe a quelli fra voi che non mi vogliono; ma non perch non mi vogliono, si bene perch mi insultano e scandalizzano colle loro parolacce grossolane i miei cari amici, i fanciulli che mi portano in giro ai quali io voglio tanto bene. Coloro che mi vedono di mal occhio, forse perch sono troppo ingenuo e sincero, sono padroni di non prendermi, ch non alcuna voglia di cadere in mani nemiche ma debbono rispettarmi perch io, in vita mia, non mai mancato di rispetto ad alcuno, e debbono ricordare che leducazione un articolo che sta bene in casa di tutti ricchi e poveri.

Dopo queste parole severe e in difesa dei propri postini, il Bollettino sceglie di parlare ai suoi lettori per illustrare la sua posizione e il suo ruolo allinterno della comunit parrocchiale17. Leggendo larticolo si incontrano delle contraddizioni in quelli che allinterno di questo saggio abbiamo definito codici. Il Bollettino si definisce un giornaletto religioso che essendo, ancora piccolo non pu insegnare la politica n ospitare romanzi, che non comprende per ora. Aggiunge che:
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Parla Bollettino, Bollettino Trecatese Anno 1 n8, 10 febbraio 1912.

Parole amare di Bollettino. Per coloro che non mi vogliono, Bollettino Trecatese Anno 1 n12, 9 marzo 1912.
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Parla Bollettino, Bollettino Trecatese Anno 1 n15, 30 marzo 1912.

potranno entrare a far parte del mio modesto bagaglio, oltre la cronaca che deve avere il primo posto, i fatti istruttivi ed ameni, ma dai quali appaia sempre chiara e lampante la verit che si vuole insegnare. [] Io voglio essere buono: dire francamente la verit senza veli o rispetti umani, ma con benevolenza, senza asprezza o mal animo, perch io voglio, se possibile, convincere e guadagnare i miei nemici e non perderli. Intesi? Vogliatemi bene.

Da queste poche righe si coglie la quasi paradossale inversione di codice: il bambino che non pu conoscere la politica18 pu per essere maestro di verit, verit che implica capire cosa bene e cosa male, discriminazione, che come tutti ben sanno, si impara con fatica e sofferenza negli anni dellinfanzia. Dopo questo slancio di adultit torna la voce del bambino che afferma il suo desiderio di conquistare i nemici attraverso il suo essere buone, e conclude chiedendo di volergli bene. Proseguendo nel lettura degli articoli si giunge al numero nel quale si annunciano le festivit pasquali19, la voce del bollettino prende la parola per porgere gli auguri ai collaboratori che lo hanno reso pi accetto e simpatico, ai lettori che mostrano di amarlo e gli procurano il pane di vita, ai rivenditori che fanno conoscere a tutti lesistenza e lo scopo del Bollettino, ai graziosi birichini che lo consegnano agli abbonati compiendo la loro missione con diligenza e costanza encomiabili. Dopo aver compiuto il suo dovere e soddisfatto il bisogno di cuore, la voce del bollettino si rivolge a quelli che muovo critiche nei suoi confronti. Nello specifico a quelli che desiderano un Bollettino pi grande, ad essi dice lo diventer appena potr essere pi sicuro sulle sue gambe ed anche un pochino pi ben fatto. Per questo si rivolge agli scrittori e ai lettori chiedendogli di essere brevi, oggettivi, efficaci, interessati e i lettori coll crescere di numero. Si rivolge poi a chi accusa il Bollettino di non essere un vero Bollettino Parrocchiale, la risposta giunge irreverente e pungente:
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Vedremo che in realt compariranno anche temi politici tra gli articoli (cfr. saggio di Geddo). Il nostro dovere, Bollettino Trecatese Anno 1 n16, 6 aprile 1912.

mai abbiamo pensato di creare col Bollettino unappendice soltanto di Riva La Filoteta o daltro Manuale di piet che corre fra le mani del popolo, ma un giornale che riflettesse intera la vita del nostro paese e che, al popolo a cui specialmente indirizzato, porgesse ogni feste di il pascolo duna lettura sana, istruttiva ed anche amena.

Il tempo scorre e la voce del bollettino si prende una vacanza dalle colonne del giornale per tornare nel mese di giugno, in prima pagina, per comunicare una grande notizia il Bollettino diventa Bollettone20. Il racconto di questo evento scritto in prima persona dal Bollettino stesso e permette al lettore di immedesimarsi completamente nellevento. Il tipografo giunge nello studiolo per chiedere il materiale da pubblicare, il Bollettino dice che in anticipo perch solitamente la consegna gioved e non mercoled. Il tipografo controbatte dicendo che il sabato sar festa e in pi dal prossimo numero il giornale avr un formato pi grande come lui da tempo desiderava. In realt si scopre che questo desiderio di crescere era una desiderio inconscio del nostro bambino, un desiderio mai esplicitato che per il tipografo, da buon padre, ha colto e ha cos lavorato al fine di realizzarlo. Il Bollettino accetta la proposta, un po felice perch sta crescendo un po triste perch gli anni dellinfanzia si stanno allontanando, sentimenti contrastanti tipici di quella lotta tra indipendenza e autonomia che il bambino prova di fronte alla crescita. Il Bollettino precisa anche il programma religioso, educativo, sociale rimarr tale e ad esso si aggiungeranno la colonna femminile (cfr. saggio di Stevenazzi, Zaia), la colonna delle cose utili da sapersi (mercati, imposte, incanti), la colonna dei fanciulli e il romanzo di appendice (viene detto che gi pronta la traduzione di un romanzo dappendice commovente, educativo e morale). Anche la firma cambia: Vostro aff. Bollettone. ormai trascorso un anno dalluscita del numero annuncio, siamo nuovamente a dicembre e sulla prima pagina del Bollettino compare un articolo dal titolo Il primo compleanno21:
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Tradimento!, Bollettino Trecatese Anno 1 n28, 29 giugno 1912. Il primo compleanno, Bollettino Trecatese Anno 1 n53, 21 dicembre 1912.

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Eccomi qua, io, Bollettino, dopo un anno di vita: magro, stecchito, colle tasche vuote ma soddisfatto e fiero. Soddisfatto perch ho la coscienza di daver compiuto il mio dovere a rigore di programma; fiero perch ho potuto superare molte difficolt e mi sono salvato da diversi attentati diretti contro la mia stessa esistenza.

Orami questo giornale davvero un padre, stanco e fisicamente provato perch sceso sul campo di battaglia per difendere la sua buona famiglia da attacchi e attentati provenienti dal mondo esterno, fiero perch riuscito nel suo intento di giungere ogni settimana nelle case dei trecatesi. Questo padre mette in evidenza, con coraggio, anche i suoi difetti. Si dichiara povero, quindi impossibilitato ad arricchirsi di quelle cognizioni per diventare pi simpatico, e chiede perdono per la sua veste non molto decente con degli svarioni visibili ad occhio nudo e un po ridicolo nel portamento ma coloro che attendono alla [sua] toeletta sono essi pure, quasi alle prime armi e quindi fanno un po come possono e talora anche come vogliono. Infine si scusa se qualche volta a parlato un po troppo e con una sincerit quasi ingenua; ci [gli] ha procurato qualche noia ed anche qualche broncio, ma tutto ci dice di averlo fatto con rette intenzioni senza il desiderio di offendere alcuno. Lascia poi spazio ai suoi meriti e alle richieste:

Ma ora che ho confessato i miei difetti, lasciatemi dire una parola delle mie virt. Sono vivo, sano, allegro e pieno di buona volont, ecco i miei meriti. Non sto a darvene la dimostrazione, perch voi che mavete visto nascere gi conoscete le mie benemerenze. Piuttosto vi chieder una cosa: dite: non avete qualche regaluccio a farmi? Pel compleanno sogliono tutti fare qualche presente Forse non sapete cosa darmi? Ebbene mi faccio coraggio e ve lo dir io. Fatemi entrare ogni festa in tutte le vostre case e ve lo dir io. Fatemi entrare ogni festa in tutte le vostre case, ed io sar pienamente felice e cercher di farvi del bene.

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E cos il padre conclude il discorso in onore del suo primo compleanno, mettendo in evidenza il suo buono stato fisico e la sua buona volont e promuovendo la campagna abbonamenti cos che possa diventare il padre di tutta la comunit parrocchiale. Analizzando gli articoli presenti in questa prima annata del Bollettino Trecatese si potuto delineare la linea editoriale che il giornale terr per lintero periodo di direzione di Mons. Travaini. Inoltre si potuto analizzare lo stile e la capacit comunicativa di questo direttore. Il continuo alternarsi di codici afferenti a ruoli affettivi differenti (quello materno, paterno, fraterno, del bambino) ha messo in luce il suo intento di stimolare lattenzione di un vasto pubblico andando incontro ai bisogni di ciascuno. Ad esempio quello di trovare nel giornale un forte padre, oppure una madre accogliente, o un bambino da accudire, o ancora una fratello con il quale scambiare opinioni. Abbiamo anche potuto assistere alla sua crescita, in pochi mesi; il piccolo Bollettino si fatto grande e ha integrato anche quegli aspetti, come ad esempio il romanzo, che erano sentiti lontani e poco coerenti con la linea editoriale. Questo scelta mette in evidenza la grande apertura mentale di Mons. Travaini, pronto ad arricchire il giornale per andare incontro alla comunit parrocchiale senza per perdere la linea educativa e religiosa. Un grande insegnamento lasciato da questo Parroco illuminato: fondante il messaggio, sono i significati che si vogliono veicolare; mentre il linguaggio, il codice con cui lo si fa pu variare seguendo i cambiamenti sociali, politici e culturali e andando incontro alle esigenze dei lettori.

Filippo Mittino22

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Una nota finale, una nota che parte fondante e integrante di questo scrtitto. Ogni produzione un viaggio perch implica una momento di pianificazione, di scelta dei compagni, di realizzazione dellopera e, giunti alla fine, di ringraziamento. E cos il mio primo grazie va Don Gilio Masseroni che mi ha permesso di appassionarmi al Bollettino Trecatese, concedendomi anche lonore di collaborarvi. A lui dedico con grande affetto questa mia piccola fatica, a lui che, nonostante tutto, crede ancora con passione nella forza delle parole e quindi nel nostro giornale, e questa sua passione mi affascina. Ringrazio poi Carlo Zeno Duca, instancabile cantastorie, per il materiale offertomi al fine di scrivere queste pagine, ma soprattutto per il suo affetto e la sua pazienza nel sopportare i miei ritardi e le mie assenze.

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