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Poste Italiane Spa - Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 ( conv. in L27/02/2004 N.46) ART. comma 2 DCB - Bo (Num. 2) per Poste Spa
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moni ovadia intento a leggere il numero di Piazza grande dedicato a Lucio Dalla (al quale anche lui ha contribuito). Ringraziamo Paola per la foto.
Il
In copertIna
il volto in prima pagina quello di Jimmy, uno degli operatori del Bicicentro di Piazza Grande, di cui parliamo nellinchiesta di questo numero. la foto di vittorio valentini del gruppo fotografico di Bandiera Gialla (www. bandieragialla.it).
TeRRemoTo CI hA FATTo RIFLeTTeRe. SuL SeNSo DeLLA moRTe e DeLLA VITA, SuLLImPReVeDIBILe e LINDeFINIBILe, CI hA FATTo PeNSARe ALLA RICCheZZA e ALLA PoVeRT e A quANTo SIA FACILe PeRDeRe TuTTo IN uN ATTImo SeNZA NeANChe SAPeRe PeRCh. SeNZA AVeRe FATTo NuLLA DI mALe, e NemmeNo SeNZA AVeRLo PReVISTo o PRogeTTATo, IL mALe. IL TeRRemoTo CI hA FATTo PeNSARe ANChe ALLImPoRTANZA DI AVeRe uNA CASA, uN LeTTo, uN TeTTo e uNA CuCINA CoN IL gAS PeR CuoCeRe LA PASTA e uNA DoCCIA CALDA CoN gLI ASCIugAmANI BIANChI e PuLITI SISTemATI ACCANTo. IL TeRRemoTo CI hA FATTo RISCoPRIRe LA VITA IN TeNDA e IL mAL DI SChIeNA, LumIDIT e Le FoRmIChe e I mATeRASSINI e Le STuoIe PeR CoNTeNeRe LeSCuRSIoNe TeRmICA e FARe FINTA Che SoTTo CI SIA uN mATeRASSo. ABBIAmo ImPARATo A RICoNoSCeRe I SACChI A PeLo Che FANNo CALDo DAVVeRo, DA queLLI Che SoNo INgomBRANTI e BASTA, queLLI FATTI A mummIA DA queLLI Che SoNo SoLo CoPeRTe CoN LA CeRNIeRA. LA VITA IN ComuNe PoI, TuTTA uNALTRA CoSA: SeI oBBLIgATo A CoNDIVIDeRe PIATTI e SToVIgLIe, BAgNI e ComoDIT, ReLIgIoNI e CuLTuRe. PeRFINo LA TeLeVISIoNe DIVeNTATA uN LuSSo, e LA RADIo uNA NeCeSSIT ImPeLLeNTe DA TeNeRe ACCeSA 24 oRe Su 24. PeR moLTI DI NoI IL TeRRemoTo ANChe STATo uN moDo PeR CAPIRe Che CoSA VuoL DIRe LA ReTe e A FARe uNo SFoRZo PeR ANDARe oLTRe AI TANTI PRegIuDIZI Che ANCoRA ImPeRANo TRA DI NoI SuI SoCIAL NeTwoRK, CAPIRe LA DIFFeReNZA FRA FACeBooK e TwITTeR e CeRCARe DI RICoNoSCeRe Le NoTIZIe VeRe DA queLLe FALSe. TRA Le NoTIZIe FALSe hA gIRATo PeR PI gIoRNI queLLA Che I TeRRemoTI SI PoSSoNo PReVeDeRe e Che CeRA uN ComPLoTTo DIeTRo I 17 moRTI DI CAVeZZo, FINALe, mIRANDoLA, PIeVe, CReVALCoRe, SANTAgATA APPeNA SCoPeRTA Lo ABBIAmo DeNuNCIATo Su INTeRNeT. e ABBIAmo FATTo BeNe. oRA, PARLANo DI 16 mILA SFoLLATI TRA Le PRoVINCIe DI BoLogNA, moDeNA, ReggIo emILIA e mANToVA. FoRSe ANChe 18 mILA. LeggIAmo SuI gIoRNALI Che moLTI ANCoRA DoRmoNo NeI PARChI PuBBLICI e Che AI gIARDINI mARgheRITA DI BoLogNA C ChI ANCoRA SoTTo ChoC, o ANChe SoLo SuggeSTIoNATo DALLe TANTe e TRemeNDe SCoSSe CoNTINuA A DoRmIRe IN TeNDA e NoN hA INTeNZIoNe DI SmeTTeRe. PeR NoI, SFoLLATI DA TemPo DALLA VITA, TeRRemoTATI DeLLe emoZIoNI e VITTIme DeLLA PoVeRT, SeNZA DImoRA CRoNICI, DAL 20 mAggIo uN PIANTo CoNTINuo. SAPPIAmo BeNe CoSA VuoL DIRe eSSeRe SeNZA CASA, PeRDeRe TuTTo ALLImPRoVVISo, LoTTARe CoNTRo LA NATuRA (Che SIA DeNTRo o FuoRI DI NoI). PeR queSTo, PeR NoI DI PIAZZA gRANDe, LA SoLIDARIeT, LA CooPeRAZIoNe e LImPegNo PeR LA RICoSTRuZIoNe NoN SoNo SLogAN o PARoLe VuoTe o ANChe SoLo DeTTe CoS PeR DIRe. SoNo LA CoNCReTeZZA DI uNA PRomeSSA Che DeVe eSSeRe mANTeNuTA A TuTTI I CoSTI, queSTIoNe DI VITA o DI moRTe. IL TeRRemoTo, VeRo, CI hA FATTo RIFLeTTeRe: DoBBIAmo APPRoFITTARe DI TuTTo queSTo DoLoRe PeR RICoSTRuIRe megLIo e CoN AmoRe. e mAgARI ALLARgARe uN Po I PoSTI A TAVoLA, e PeNSARe A uN NuoVo TeTTo PeR TuTTI. PeRCh IL DoPo TeRRemoTo CI AIuTI A TRoVARe uNA CASA VeRA e SICuRA ANChe PeR TuTTI gLI SFoLLATI DALLA VITA. (redazione@piazzagrande.it)
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Piazza Grande Giornale di strada di Bologna fondato dalle persone senza dimora TeNDeRe uN gIoRNALe megLIo Che TeNDeRe uNA mANo
redazione Via Corazza 7/8 40128 Bologna, tel. 051 342328, fax 051 3370669 www.piazzagrande.it | redazione@piazzagrande.it CaPoredattore Pietro Scarnera Consulenza editoriale Agenda (www.agendanet.it) ProGetto GrafiCo Fabio Bolognini distriBuzione Redazione Piazza grande aBBonamenti & eventi: eva Brugnettini, erika Casali
COMITATO EDITORIALE Jacopo Fiorentino, mauro Sarti DIRETTORE EDITORIALE Leonardo Tancredi direttore resPonsaBile Bruno Pizzica stamPa Industrie grafiche galeati Registrato presso il Tribunale di Bologna il 15/09/1995 n6474
in redazione eva Brugnettini, erika Casali, Ilaria giupponi, Simone Jacca, olga massari, giuseppe mele, Salvatore Pio, mauro Sarti, Donato ungaro. Hanno CollaBorato a questo numero Valeria Alpi, Annalisa Bolognesi, Francesca Bono, Claudio Cannistr, marika Di Cristina, Fatma elhabishi, Angelica erta, Alice Facchini, gruppo fotografico Bandiera gialla, Alessandro Kostis, Stefano Laboragine, milena magnani, giacomo matti, Francesco mele, Francesca mezzadri, Francesco montori, gianluca morozzi, Serena Panico, Laura Pasotti, Sofia Pizzo, Carmine Roccia, Paola Sapori, Igor Sartoni, Alain Verdial, Benedetto Zacchiroli.
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na straordinaria apertura verso il nuovo: questa la qualit di Lucio Dalla che pi ci mancher. Cos Luca Carboni ricorda il suo maestro e amico. Nei giorni successivi alla sua scomparsa, Dalla stato ricordato in moltissime maniere: cantante eccezionale, autore profondo, appassionato di arte e impegnato nel sociale. Nella prospettiva di un suo figlio musicale come Luca Carboni, chi era Lucio Dalla? Lucio stato linterprete di una nuova sensibilit musicale, arrivata con linizio degli anni 80. Venivamo da un momento molto classico per la canzone, con autori che erano anche intellettuali e poeti, come gino Paoli e Fabrizio De Andr. Poi ci fu la rivoluzione musicale, che port a impiegare un linguaggio pi gergale e popolare: nacque il punk in Inghilterra, e a Bologna si formarono nuove band come gli Skiantos. Dalla ha vissuto a cavallo tra questi due momenti: con le sue canzoni, raccontava storie in maniera innovativa per il mondo cantautorale. Aveva capito di stare assistendo a una grande trasformazione: a Bologna, ha iniziato a promuovere giovani portatori di questo nuovo linguaggio. Il
gno nei confronti degli homeless e delle persone con problematiche sociali. Hai mai partecipato con lui ad alcune di queste iniziative? Lucio era aperto a svariate associazioni, e aderiva a moltissimi progetti nel campo del sociale. Per parte mia, ho partecipato al pranzo di Natale al ristorante da Napoleone, offerto alle persone senza dimora. ma Lucio era un vero esempio da seguire: dava sempre la sua disponibilit, e faceva in modo di incastrare i suoi impegni per non perdere neanche uniniziativa a cui voleva partecipare. Cosa ha perso la citt di Bologna con Lucio Dalla? quello che Bologna non ha pi la figura di un promotore di eventi culturali, sempre in contatto con nuove realt. Lucio non si negava mai, dispensava consigli a tutti e aiutava i giovani talenti ad emergere. era un operatore culturale del popolo. (redazione@piazzagrande.it)
primo esperimento stato quello di produrre la sua band, gli Stadio, cercando giovani autori per i testi. Come si svolto il vostro primo incontro? una sera sono andato alla trattoria da Vito, al tempo luogo di ritrovo di cantautori e musicisti. Dalla e gli Stadio stavano cenando insieme, io ho semplicemente lasciato al loro tavolo i miei testi. Si sono subito incuriositi: quello era proprio il momento in cui stavano cercando nuovi autori. grazie a Dalla, ho firmato il mio primo contratto con la Rca, la sua mitica casa discografica. Dopo i miei primi tre dischi, legati a Dalla come
produttore, ho mantenuto un rapporto di amicizia con lui: mi ha sempre dato un grande aiuto, pur lasciandomi la mia autonomia artistica. Quale canzone di Dalla ha significato di pi per te? Anna e marco una canzone che mi rimasta dentro in modo profondo: era un linguaggio nuovo per una canzone damore, una costruzione magica. In quegli anni, Dalla era uscito con i suoi album pi straordinari come completezza, come qualit, come innovazione: Come profondo il mare e Lucio dalla. Per me sono stati davvero illuminanti. Dalla noto anche per il suo impe-
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p CARmINe RoCCIA
questi ultimi tempi, unondata di decessi ha colpito la nostra citt; decessi volontari o naturali, di uomini noti o meno. Fatti che ci hanno fatto riflettere, in qualche modo. Alcuni hanno occupato larghi spazi sui media, altri invece sono passati pressoch sotto silenzio. Fra questi ultimi c quello di g. era un mio grande amico, lo conoscevo abbastanza per affermarlo, anche se per gente come noi, solitari e con problemi
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la rivincita
InchIesta
delle bici
uscire dalla strada imparando un mestiere. quello che dal 1997 si fa al Bicicentro di Piazza grande. ecco le storie di chi lavora nella sede storica di via Libia e in quella nuova ed elettrica delle officine minganti
p mARIKA DI CRISTINA
uando si entra nellofficina di via Libia 69, proprio sotto il ponte, si capisce subito che questo un posto speciale. un luogo spartano, ma caratteristico, unico: a suo modo unistituzione. Perch qui dal 1997 attivo il Bicicentro di Piazza grande, uno dei progetti pi importanti dellassociazione che oggi ha un trovato un gemello con la nuova officina Demetra. La missione quotidiana riparare vecchie bici, vendere bici usate, riciclare i pezzi migliori. Da un rottame, anche da un solo pezzo di telaio, con pezzi riciclati si tira fuori una bici nuova. oppure si prendono bici vecchie e si riparano camere daria, parafanghi, freni, portapacchi, cestini, ruote, tutto. ma a rendere speciale lofficina la storia delle persone che ci lavorano. Come Piero, uno dei biciclettai storici del Bicicentro. Lui ha cominciato a lavorare qui pochi mesi dopo la sua apertura nel 97. Piero, come gli altri 20 ragazzi che erano stati scelti per questo progetto, veniva da un programma di inserimento lavorativo. Tutti erano stati raccolti da Piazza grande chi per un motivo chi per un altro. Allinizio eravamo in tanti a cercare di ottenere questo lavoro, spiega Piero, poi siamo rimasti sempre meno, ci siamo autoselezionati. Alla fine ha avuto la meglio chi ha lavorato duro. Io ci sono sempre stato, lavoravo tutti i giorni a tutte le ore, ho imparato il mio mestiere grazie a giuseppe, il vecchio tutor, e alla fine sono rimasto qui per tutti questi anni, ci racconta Piero. Dal 97 ad oggi, Pierone non ha mai smesso di gestire il Bicicentro, quello storico in via Libia 69, Il Bicicentro sotto u ponte, come lo chiama lui. ed affezionato a questo posto, come una seconda casa, il luogo che gli ha concesso di riscattarsi, di trovare un lavoro e liberarsi della sua vita in strada. Per fare questo lavoro e riuscire a sopravvivere ci vogliono tanti sacrifici e umilt, ci spiega. Piero ha vissuto per quattro anni al dormitorio Sabatucci, poi stato seguito da Piazza grande, ha trovato un lavoro e una casa. Il suo percorso esemplare, e riassume lo spirito con cui si muove lassociazione: trovare unoccupazione
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Dal 97 a oggi, Pierone non ha mai smesso Di gestire il Bicicentro, quello storico in via liBia 69, il Bicicentro sotto u Ponte, come lo chiama lui. eD affezionato a questo Posto, come una seconDa casa, il luogo che gli ha concesso Di riscattarsi, Di trovare un lavoro e liBerarsi Della sua vita in straDa.
InchIesta
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nelle foto di queste pagine, Piero al lavoro nel Bicicentro di via libia (a destra) e in quello delle officine minganti (a sinistra)
a chi vive in strada permettendogli di imparare un mestiere. oggi trovare un lavoro molto difficile, a maggior ragione per chi vive in condizioni di estrema difficolt, spiega Alessandtro Tortelli, responsabile del Bicicentro e del Servizio mobile di sostegno di Piazza grande. Volevamo quindi creare occupazione e ricchezza per nuove persone. Lo scopo era trasformare il senza dimora da fruitore passivo dellassociazione a soggetto attivo, protagonista del proprio successo di emancipazione. Fare impresa con le persone senza dimora non facile, ma lunico modo per uscire dalle situazioni di disagio. Lo stesso spirito guidava i fondatori del Bicicentro, che nacque anche grazie a un progetto della Comunit europea. Tra i primi a lavorare con passione al suo interno cera giuseppe Turicchia, uno dei tutor storici del Bicicentro, ex ferroviere ormai in pensione e oggi sulla novantina, che ha insegnato a tutti come lavorare con le bici, in particolare con quelle usate. giuseppe sa fare tutto, ci ha insegnato tutto lui!, racconta Piero. Il Bicicentro per non ha solo una finalit sociale, perch dalla sua nascita sostiene la logica del riciclo e della mobilit sostenibile. una logica quanto mai attuale, oggi che sempre pi persone sembrano affidarsi alla bicicletta, soprattutto per ammortizzare i costi del carburante ma anche per motivi legati alla tutela ambientale. e di questo ne sono convinti anche i clienti. molti di loro sono ormai degli affezionati. Come Stefano, che arriva allofficina in via Libia mentre Piero sta tentando di rimettere a
nuovo una bicicletta azzurra. Si salutano come vecchi amici. Vivo qui da 12 anni e vengo qui al Bicicentro perch Piero per me ormai un amico, racconta Stefano. Comprare da un amico sempre meglio che comprare da uno sconosciuto e io qui avr comprato una decina di biciclette. Conosco Piazza grande da anni e ormai ho instaurato con le persone che lavorano in officina un rapporto di fiducia. Secondo me sbagliato cercare una bici in posti come piazza Verdi, si sa che l le bici sono rubate e anche se costano meno alimenti il racket che ci sta dietro, come un cane che si morde la coda. ma Piero non lavora da solo, con lui c anche Aurelio che arrivato in officina tre anni fa con una borsa lavoro, come tanti altri che sono passati di qui e continuano a passare. qualche mese fa poi larrivo di Jimmi, che ora si occupa del nuovo negozio al centro commerciale minganti. Dopo un divorzio e qualche problema di alcol, Jimmi ha vissuto per un po da senza dimora, finch ha deciso di chiedere aiuto agli operatori del Servizio mobile. Dopo un periodo riabilitativo ha cominciato a partecipare anche lui alle uscite serali dellassociazione. Con Piazza grande mi sono sistemato e ho risolto i miei problemi col bere, racconta. Jimmi ora non solo ha un lavoro di responsabilit nella nuova officina ma stato anche nominato recentemente per il premio Bologna citt civile e bella promosso dal Centro Antartide e dedicato a tutti i cittadini virtuosi della citt. Il caso di Jimmi dimostra come una persona con dei problemi possa diventare un lavoratore modello, spiega Tortelli. A settembre 2011 Jimmi ha raggiunto lofficina in via Libia dove stato educato da Pierone ed Aurelio e a novembre ha inaugurato il nuovo negozio-officina Demetra che si trova allinterno del centro commerciale minganti. Demetra il nome della bicicletta elettrica che Piazza grande vende nella nuova officina. una social bike, visto che stata realizzata appunto da persone in difficolt che, tramite la Cooperativa sociale Fare mondi e Piazza grande, tentano di reinserirsi nel mercato del lavoro. La clientela della nuova officina cambiata, continua Tortelli, ora la mentalit pi commerciale e quindi ci raggiungono diversi tipi di persone, non solo lo studente o chi vuole spendere poco, ma anche appassionati che cercano modelli particolari e attrezzati. Il nuovo negozio ha riscosso parecchio successo. Nel 2010 sono state fatte pi di 900 riparazioni e sono state vendute 600 bici. oltre 1000 clienti allanno fruiscono del servizio e sembrano destinati ad aumentare ora che la nuova officina ha acquistato maggiore visibilit partecipando ad alcuni progetti con marchi come Vodafone. Lo scorso Natale, ad esempio, la compagnia telefonica ha usato 500 bici fornite da Piazza grande per realizzare il pi grande albero di Natale a energia umana, entrando cos nel guinnes dei primati. oltre ai 3 dipendenti fissi, lofficina si prende carico di circa 4 borse lavoro allanno, si tratta quasi sempre di persone che con storie difficili alle spalle. Lobiettivo quello di crescere sempre di pi e aiutare un numero sempre maggiore di persone che passano per il Bicicentro. (redazione@ piazzagrande.it) f
Parola di biciclettaio
p FRANCeSCA meZZADRI
ichele ha 26 anni e fa il biciclettaio: una scelta che pu sembrare bizzarra visto che ha studiato Filosofia alluniversit, ma alla fine dellarticolo capirete perch. Dopo gli studi non si messo a fare il filosofo, ma si armato di attrezzi e mastice e ha iniziato a riparare biciclette nella ciclofficina popolare dove si specializzato. Inutile dirlo, un sostenitore convinto del mezzo: non solo ne possiede 12 (di tutti i tipi) ma il suo negozio tappezzato di iniziative legate al ciclomondo: Bike Pride, Bicicentro, e molte altre. Vogliamo aggiungere altro? S, oggi indossa una maglietta della Critical mass, un movimento che sostiene luso della bicicletta: lo slogan we are not blocking traffic, we are traffic (Non stiamo bloccando il traffico, noi siamo il traffico). Tanto per chiarire. ho iniziato in questo negozio a settembre, prima ci lavorava un altro biciclet-
InchIesta
q| il Bicicentro delle officine minganti
michele ha 26 anni e 12 bici. Ripararle il suo mestiere e la sua passione, e ha le idee chiare su come dovrebbe essere una citt a misura di ciclista
taio, poi siamo venuti io e un altro socio pi anziano, ma lui ha mollato prima. Invece il nostro biciclettaio giovane ancora qui e confessa che ha sempre almeno una ventina di clienti al giorno, anche di pi. A volte, specie in questo periodo, anche 30. Si definisce biciclettaio di citt (ovvero un tuttofare che non si scandalizza di fronte a grazielle dannata) e spiega che esistono anche altre tipologie: biciclettaio di bici da corsa (che snobberebbe le grazielle prima citate), biciclettaio di mountain bike, ma quelli che ne sanno di pi sono quelli di campagna. Il negozio aperto dalle 13 alle 20 ma vengono tutti qua allultimo momento si lamenta un po, ma si capisce che alla fine non gli dispiace, anzi. La smorfia scettica la fa invece quando gli chiedo cosa pensa dei T-Days a Bologna. mah, se devo seguire lortodossia della ciclofficina sono molto critico: si d un segno
due giorni su sette e gli altri zero. Come il bike pride. Per chi usa la bici tutti i giorni i T-Days non bastano, s o p ra t t u t t o per una citt come Bologna predisp osta per essere chiusa. e poi non tutta questa manna per i ciclisti, con tutti i pedoni in via Indipendenza che si muovono casualmente in mezzo alla strada. qualche altra idea? Bisognerebbe cambiare mentalit ed atteggiamento, come a erfurt, in germania: l il centro storico tutto pedonale per non c il divieto per le auto. che il sistema urbanistico talmente efficiente che le auto non hanno neanche bisogno di entrare!.
Sembra incredibile, vero? e poi in Italia c Ferrara, ma gi anche modena molto pi avanti di Bologna. Insomma, abbiamo molto da copiare e poco da inventare. ha le idee chiare il nostro biciclettaio e mi domando cosa faccia nel tempo libero. usa la sua bici-furgoncino (ovviamente non ha la macchina), e la domenica si fa un giro in mountain bike - una delle 12 biciclette. Biciclettai si nasce. (redazione@piazzagrande.it)
Ha 85 anni e ripara biciclette da quasi 30. Ma ora i prezzi dei ricambi sono saliti alle stelle
p ANgeLICA eRTA
lofficina di tonino
mai, risponde alle nostre domande, parla con i clienti, sempre con le mani indaffarate a stringere, svitare, incollare, sfregare, lucidare. I prezzi dei pezzi di ricambio sono saliti alle stelle, dice, una camera daria costa anche 4 euro e mezzo per una graziella, 5 da mountain bike, 13 un copertone, 23 un tubulare, sempre che ci si rivolga ai pochi negozi rimasti. Certo, ci sono anche i centri commerciali, dove i prezzi sono bassi, ma della qualit non mi fido. mi porge due camere daria e mincalza: Vede la differenza? un tempo era pi facile trovare pezzi di ricambio, mentre ora mi capita di dover attraversare la citt solo per ordinarli. I ricambi latitano, invece i clienti non sembrano mancare. In meno di unora ne passano quattro: hanno freni da sistemare, ruote da gonfiare o raggi spezzati. Da Tonino, a cui ormai le due ruote sono entrare nel sangue, la manodopera si paga poco. La stanza piena di pezzi usati, decine e decine di copertoni appesi, casse colme di manubri, ruote appoggiate una sullaltra, telai maculati dalla ruggine. mentre mi trattengo il dialetto di Tonino, stemperato da qualche frase di italiano forzato, si mescola con gli accenti di due uomini immigrati. un ragazzo dellest ha con s una bicicletta da riparare, si fa dare una chiave inglese e si mette allopera. Poi la lascia, chiacchiera, d delle dritte agli altri clienti. Arriva anche un uomo di mezzet con una graziella da aggiustare, ha fretta, vorrebbe fare un cambio con un altro usato, perch qui le biciclette non solo si aggiustano, ma si vendono, passano di mano. Luomo intavola una trattativa: la bici appoggiata al muro sua, per lui la bottega di Tonino funziona come una sorta di vetrina dellusato. Vorrebbe 70 euro, lha messa a nuovo, riverniciata, solo con il materiale si arriva a 50 euro. Sono troppi, nulla di fatto. Vendere biciclette cos, per due settimane non vendi niente, poi in pochi giorni te ne vanno via tre, dice Tonino, con un pizzico di amarezza nascosta nel piglio spedito della voce. (redazione@piazzagrande.it)
vrebbe dovuto lasciare lattivit ad inizio maggio. ma Tonino Flandi, 85 anni, di smettere di aggiustare biciclette non ne vuol sapere. e se non piove il portone in legno della sua officina in via miramonte aperto, con pi di una decina di bici appoggiate sul muro esterno. Per lui rimettere a nuovo le due ruote un po come respirare: passione, tempo, lavoro. una vita spesa a faticare, la sua, come dimostrano le mani rovinate, ingrossate a forza di stringere bulloni e, anche questa mattina, sporche dolio. un mestiere nato poco alla volta, nell84, prima nei ritagli di tempo e poi con unattivit in proprio. Nella sua officina Tonino non si ferma
012345678910111213141516 Crescer anche il servizio di bike-sharing con mille nuovi mezzi e 70 postazioni
InchIesta
q| lassessore in bicicletta
egli ultimi anni si sta verificando un aumento apprezzabile delluso della bicicletta nel Comune di Bologna. Si sono formate diverse associazione che lavorano per difendere e promuovere le due ruote per una citt pi sicura e meno inquinata. Anche la giunta del sindaco Virginio merola sta puntando molto su biciclette e territorio. e lassessore alla mobilit, Andrea Colombo, non ha dubbi sulla futura e sostenibile viabilit della Turrita. Come si immagina il futuro di Bologna a due ruote? Sicuramente mi immagino una citt sempre pi a misura di bicicletta, vivibile e respirabile. Il centro storico svuotato dalle macchine come avviene adesso durante i T-days. e una nuova tangenziale delle biciclette. Cosa intende con tangenziale delle biciclette? un anello ciclabile in mezzo allo spartitraffico centrale dei viali di circonvallazione e rasente il pi possibile alle mura dove non presente lo spazio che divi-
de i due sensi di marcia. Abbiamo gi le risorse per realizzarlo e stiamo studiando i passi da compiere con un laboratorio di progettazione partecipata assieme alla Consulta delle associazioni della bicicletta. Immagino anche una serie di dorsali ciclabili che dalla periferia si colleghino alla tangenziale sui viali. Verranno realizzate 70 nuove postazioni di bike sharing con mille biciclette. Siamo una delle poche citt italiane ad aver introdotto la possibilit di un abbonamento per luso della bicicletta anche ai soli domiciliati. Il servizio rivolto soprattutto agli studenti fuorisede. A che punto la costituzione dellufficio bici di cui si discusso in passato? Ci stiamo lavorando assieme ai dipendenti comunali allinterno della pi complessiva riorganizzazione degli uffici. entro la fine dellanno ci sar una sede appropriata anche per questo nuova realt. Ricordo che servir soprattutto per seguire la filiera della ciclabilit assieme alle associazioni dei ciclisti. Vorremmo
anche istituire una Consulta della bicicletta, gi presente sul territorio, ma che possiede ad oggi un carattere informale. Quanto pesano le nuove direttive europee sulla valorizzazione della bicicletta come fondamentale sistema di trasporto? In campagna elettorale avevamo promesso di contribuire per una citt di maggior respiro internazionale. Abbiamo letto con cura il libro bianco sui trasporti del 2011 della Commissione europea e ne abbiamo da subito seguito gli impulsi avendoli fatti nostri gi in precedenza. ma bisogna sottolineare anche le caratteristiche di Bologna: citt pianeggiante e distanze accessibili in bicicletta. un territorio adatto ad ospitare questo rinnovamento. Pi biciclette pu significare anche pi furti, sappiamo che Bologna non ne esente.
Vero. Infatti gi da tempo che disponibile la marchiatura della propria bicicletta. un numero viene inserito nel telaio con una fresa diamantata. un database conterr tutti i codici e sar quindi pi facile poter rintracciare il mezzo dopo la denuncia del furto. Per quello che riguarda, invece, il paventato aumento di incidenti su due ruote, ci che consigliamo unassicurazione sul mezzo come abbiamo fatto per i dipendenti dellamministrazione comunale per gli spostamenti di servizio. Da parte nostra, stiamo comunque lavorando per rendere le future piste ciclabili pi sicure e accoglienti. (redazione@piazzagrande.it)
p FRANCeSCA meZZADRI
la mia bicicletta parcheggiata nel cortile di casa. finora lho usata solo un paio di volte. apparterrei sicuramente alla tipologia di ciclista non voglio fare troppa fatica secondo la classificazione di ilaria sesana dimmi chi sei, ti dir come pedalare, contenuta nel suo libro la manutenzione della bicicletta e del ciclista di citt (ponte alle grazie, 2012). un libro che un vero e proprio percorso della bicicletta attraverso i 5 sensi (anzi 6) del ciclista. attraverso il senso della vista: perch il ciclista non pu scegliere a caso il suo mezzo. troverete qualche indicazione per farlo in modo intelligente: ad esempio, attenti alla misura del telaio (cos il telaio? tranquilli, i disegni di niccol barbiero ci aiutano a capirlo). un percorso attraverso il tatto: chi ha mai provato ad aggiustare una bicicletta? sostituire il cavo dei freni, mettere le mani nella catena: ilaria sesana ci fa (quasi) credere che sia semplicissimo e soprattutto che possiamo essere indipendenti nel farlo. saper riparare la bici e girare nel traffico senza code liberatorio, ma sui pedali non si respira solo libert e anche lolfatto vuole la sua parte. anche se uno studio danese ha dimostrato che si respira il doppio di benzene chiusi in macchina piuttosto che in bici. e se proprio volete proteggervi usate la mascherina, ma non quella da chirurgo. il libro tocca anche il nostro senso del gusto (di muoversi): pedalare aiuta a prevenire malattie cardiovascolari, stress e cellulite. non da ultimo, il senso delludito. i ciclisti devono farsi sentire: esistono movimenti come la critical mass (anche a bologna) dove si rivendica lorgoglio della bici. non dimentichiamoci del sesto senso: lautrice ci d qualche dritta su come sfrecciare sicuri senza attentare alla vita dei pedoni. anche in italia cominciano a diffondersi hotel bici-friendly, bicigrill, bike sharing e bike messengers, ma la vita per i ciclisti rimane piena di insidie: le auto parcheggiano davanti alle rastrelliere, i lucchetti non sono mai a prova di ladro, ed difficile reputarsi chic in bici, visto che le docce in ufficio dopo la pedalata del mattino (come in germania) non esistono ancora. forse per questultimo motivo che la mia bici ancora parcheggiata in cortile. (redazione@piazzagrande.it)
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gianni mura
InchIesta
che non si capisce, un po ladroni, un po ubriachi, un po spacciatori, ma che sono ancora in grado di raccontarti una bella favola come quando eri piccolo. Lo frequento cos, diciamo che non sono Alice nel paese delle meraviglie. un po come il pallone: il pallone si sgonfia, il calcio non andr avanti cos, io lo sento dire da 50 anni. Il calcio peggiora ma sempre l, cos il ciclismo. La bici ha un destino migliore del ciclismo? Il ciclismo sta vivendo una stagione secondo me molto rosea sotto il profilo non competitivo ma salutistico ecologico. Se da un lato non va molto bene, abbiamo visto un giro dItalia deludente, c un ritorno della bici nella vita quotidiana. Certo, se uno deve farsi 50 km per andare a lavoro non pu farlo in bici, ma a favore della bici ci sono cose indiscutibili: uno che non costa una lira di carburante perch il carburante sono le braccia e le gambe della persona, due che non inquina, tre che non fa rumore, quattro che pi facile da parcheggiare sempre che non te la rubino. Resta il problema delle infrastrutture e della cultura della bici che manca nelle nostre citt. Attraversare Roma in bici eroico quanto
scalare il Pordoi, sei daccordo? Certo unimpresa. Bisogna stare attenti a molte cose, al traffico, a come ti sorpassano, alle portiere che si aprono dalle macchine in sosta, alle buche enormi, ai bambini, ai cani, ai gatti. Se pensiamo ad altre citt europee, Amsterdam soprattutto ma anche la Danimarca o la Svezia, la bici ha conquistato un suo spazio, ci sono piste ciclabili grandi quanto grande la citt e non a singhiozzo come le nostre, c una parit di diritti sulla strada tra ciclista e automobilista. La bici ha un futuro come mezzo slow, in cui non ci sono fermate, ci si ferma dove si vuole, per guardare il paesaggio, o a mangiare un panino in un bar pi simpatico di un altro. Ci si sceglie un po la giornata. In questo mondo che va sempre pi veloce e pi forte la bici una giusta via di mezzo tra landare troppo forte e andare troppo piano che rappresentato dai pedoni. La bici
secondo me si imporr sempre di pi come mezzo di locomozione. E il futuro del ciclismo agonistico, invece? Sono ottimista sulla bicicletta, non sono ottimista sul ciclismo professionistico per vedo che la gente sulle strada c ancora, ci sono quelli che partono ancora il giorno prima per andare sulle salite tipo Stelvio o mortirolo, sono ancora l che aspettano Bartali, ma Bartali morto, non c pi e non c nessuno che gli somiglia ma loro sono ancora l e questa cosa, se ci pensi, ancora una manifestazione di forza della bici. (leonardotancredi@piazzagrande.it)
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Dal 2005 lAltra Babele propone Scatenati, per contrastare la ricettazione in zona universitaria
fenomeno della ricettazione, ma anche per incentivare il riciclo. un evento estemporaneo, racconta Vito Bernardo, responsabile dei progetti sociali dellassociazione, creato appositamente per riqualificare la zona universitaria. unazione di contrasto partita, inizialmente, con lalleanza delle Ferrovie dello Stato, che forniva le biciclette abbandonate nelle vicinanze della stazione. Nel 2008 cambiato tutto, prosegue Bernardo, perch le ferrovie non ci for-
nivano pi biciclette. Dunque partito un recupero di bici, ma anche di singoli componenti, dai privati cittadini. Chiunque pu contattarci. Dopo il divorzio dalle Ferrovie, cos, il progetto si arricchito di una ciclo-officina, con vari corsi di riparazione offerti agli studenti. Le aste hanno assunto unaltra faccia, decisamente migliore, precisa Bernardo. Prima le bici venivano vendute cos come le si trovava, mentre ora vengono prima completamente riparate. Senza
dimenticare che i prezzi sono competitivi con quelli del mercato nero: le nostre biciclette possono partire da 15 euro. Inizialmente si era stretta ununione anche con Piazza grande, Il progetto, spiega Bernardo, si chiamava Piazza Verdi lavoro, e lo slogan era Da ricettatori a riparatori. ora stiamo organizzando laboratori di riparazione ed eventi allinterno delle scuole medie, per promuovere luso della bici tra gli adolescenti. (redazione@piazzagrande.it)
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Come Umberto D.
p DoNATo uNgARo
visto un film. Anzi, credevo di aver visto un film. Stavo guidando il 39, in via guidotti. Davanti a me alcune macchine pronte, allo scattar del verde, a superare il portico di Saragozza. Da un lato un omarello, con un bel vestito grigio scuro, un golfino in tono e un cappello in testa. guarda le macchine, luomo, e scruta la gente che c dentro. Non guarda me, mi ignora come se non ci fossi. A un certo punto lascia il marciapiede e savvicina a unauto, si toglie il cappello e lo porge, con gli occhi bassi. Non una parola, non un gesto. Come se quello appena compiuto non parlasse pi di mille schiamazzi. un finestrino si abbassa, esce una mano e lui, lomarello, ringrazia inchinando ancora di pi il capo, gi piegato sotto il peso della vita e della vergogna. ho visto un film, tanti anni fa. Si chiamava umberto D., per la regia di Vittorio De Sica e la sceneggiatura di Cesare Zavattini. Credevo, speravo che lItalia lavesse superata quella parentesi di nobile miseria. ma forse mi ero sbagliato. Lomarello di via guidotti passa a unaltra macchina, ma il conducente di questa scatta in avanti di un metro, quel tanto che basta per allontanare gli occhi di uno dallaltro. Altra auto, ma questa volta il finestrino resta chiuso. Rimango io, ma il volto delluomo ben lontano dal volersi alzare. Si gira, riprendendo a camminare verso il portico. Scatta il verde e le macchine sfilano via, mentre io mi avvicino piano piano. Lanziano se ne accorge, si volta verso di me e mi guarda. Non ha pi il cappello in mano, ma sta solo aspettando che scatti un altro rosso. Sembra proprio il protagonista di umberto D., italianissimo allora come oggi. ma intorno non ci sono macchine da presa, faretti dilluminazione, registi e sceneggiatori. tutto reale. mi sorride, lomarino, mentre sfilo via col 39. Io ricambio il saluto. Al giro successivo non cera pi, e neanche lindomani. ho visto un triste film, ma non sono riuscito a pagare il biglietto. e la cosa mi mette un gran magone. (donatoungaro@piazzagrande.it)
Ho
allo stadio a tifare Bologna e poi di corsa, a Casalecchio, a sostenere la Virtus. maurizio era sempre l, pronto al saluto, al sorriso o al commento. Bologna ha bisogno di nuove leve che seguano le orme di una politica che sa sorridere come sapeva sorridere il Cev. essere in mezzo a una crisi economica mondiale di queste proporzioni fa faticare anche la politica migliore, fa sudare ogni amministratore nel momento in cui bisogna tagliare. ma proprio in questo momento che i campioni devono venire fuori. A noi che restiamo, a Bologna, il compito di dimostrare di aver capito la lezione del Cev, che lo scontro non serve, ma quello che serve, prima di tutto in politica, sono lumilt dellapproccio e dellascolto. Stare sul territorio, era linno di maurizio. Lo diventi per la politica in citt. Solo cos faremo la differenza e la faremo, anche, nel segno del Cev. (redazione@piazzagrande.it)
p gIAComo mATTI
Il
Una stanza in pi
i propri gusti e possibilit: cucine di fortuna, vecchi frigoriferi, fili elettrici volanti. Alcune famiglie vi resteranno per 5 anni. Khadija, con i figli (il marito se nera gi andato), lultima ad andarsene. Segue un purgatorio di tre mesi in via di Corticella, al matteo 25. Tre in una stanzetta. Difficile lavarsi. La cucina non rispetta le norme halal. Nella struttura sono accolti ex carcerati, giovani tossicodipendenti. Dove e come fare giocare i bambini? Come lasciare soli i figli e cercare un lavoro? La svolta nellottobre del 2003, quando il servizio immigrati assegna a Khadija un appartamentino. Non granch, la riservatezza e lintimit per sono garantite. Lei trova lavoro, paga le bollette, avvia la pratica per un appartamento di edilizia residenziale pubblica. Lo ottiene. la casa dove mi ha accolto, a San Donato. La sala elegante nella semplicit, il lungo divano marocchino dono della mamma di Khadija rallegra di colore due pareti. un grande televisore, regalo di mia sorella, che vive in Belgio, proietta un film. La mamma non impara litaliano perch guarda sempre film in arabo, spiega la figlia pi grande, le abbiamo preparato anche un quaderno per studiare litaliano, ma non c verso. Khadija sorride. La vita difficile. ma lei sorride. Litaliano non la preoccupa. Parla in modo colorito e si fa capire. Il suo sogno una casa con una stanza in pi, per le figlie. un sogno possibile, senza usurpare nulla a nessuno. Basterebbe un poco di attenzione e di decisione. (redazione@piazzagrande.it)
maschio un giovanotto, ormai sulla soglia della maggiore et. Futuro geometra. Due ragazzine di 12 e 11 anni. La pi grande frequenta le medie e, da grande, aspira a fare la hostess. La pi piccola, sempre nervosa, monopolizza il telecomando di casa, dice la mamma. Lei, la madre, si chiama Khadija ed tra i 40 e i 50. Sorride. Nei momenti pi difficili lho vista piangere e rasserenarsi, sperando in chi le proponeva possibili vie duscita. La casa, per, ha solo due camere. Le ragazze dormono con me, dice. Ciascuno vorrebbe un suo spazio per studiare. difficile. Il marito se n andato qualche anno fa. Dal figlio, capofamiglia secondo il diritto islamico, attende un aiuto. ma lui deve terminare gli studi e poi cercare lavoro.
La storia di Khadija inizia alla fine del 1998, quando una quindicina di famiglie occupa San Petronio. Suo marito, con lei e il figlio, sono nella lista degli occupanti. una mossa pericolosa. Lo sdegno dei cittadini poteva avere conseguenze gravi. Le trattative, condotte da don giovanni Nicolini e dallassessore golfarelli, liberano la cattedrale e parcheggiano gli occupanti nellex scuola di via del Pallone. Non solo gli immigrati maghrebini, ma la citt andata nel pallone, dir il giornalista giorgio Tonelli. Poi viene chiuso e attrezzato un portico presso lIpab giovanni 23, in viale Roma. Le famiglie traslocano. Spazi grandi alle famiglie numerose. Per uomini e donne un unico locale, ove sono collocati i bagni e le docce. ognuno si installa, secondo
01234567891011213141516 Con la crisi emergono bisogni soprattutto di lavoro e casa, che per i servizi non riescono a raccogliere
tesi; inoltre la formazione non si fa pi da anni. gli operatori hanno anche elaborato strategie: gli assistenti sociali ad esempio hanno elencato una serie di criticit, ma anche proposte operative. Inoltre, sto cercando di riattivare dei punti di coordinamento cittadino sui temi del disagio adulti, minori, immigrazione e non autosufficienza. Il criterio della prossimit dei servizi, per la conoscenza che i quartieri hanno del territorio, va salvaguardato, per sono nove repubbliche da tutti i punti di vista, manca ancora un punto di regia. Mancanza di risorse e tagli hanno messo in crisi cooperative sociali e operatori e generato frizioni allinterno del terzo settore. Come superare questa situazione? Io proverei a reimpostare il dibattito. La parola sussidiariet, almeno per come stata usata finora, d subito lidea che lente pubblico si serva di privati spendendo il meno possibile, anche con forme di volontariato. Proviamo invece a rifondare un patto di welfare popolare, nel quale ognuno decide cosa pu fare a seconda del suo ruolo. una co-progettazione nella quale potrebbero entrare anche le imprese e gli attori produttivi del-
la cooperazione pi largamente intesa. Sugli sfratti c una vera emergenza che si somma a un problema abitativo pre-esistente. Cosa sta facendo la giunta? Con lassessore malagoli abbiamo un progetto sfratti che prevede unanalisi della situazione e la ricognizione di possibilit di alloggi di transizione per fare in modo che le famiglie restino unite. Lidea reperire forme leggerissime, che non siano situazioni definitive ma che diano il tempo di riprogettarsi. Lesperienza dei 47 alloggi che lIstituzione per linclusione sociale ha messo a disposizione delle associazioni sta funzionando con percorsi di accompagnamento gestiti dalle stesse associazioni, in questo ci vedo sussidiariet. Quali prospettive ci sono per i profughi in attesa di regolarizzazione? Il Comune ha scritto al ministero perch venissero rinnovati i permessi di soggiorno dei tunisini arrivati nel primo flusso dellanno scorso e perch le domande di permesso umanitario venissero automaticamente convertite senza passare dalle commissioni. Sappiamo al momento che i permessi del primo tipo saranno
rinnovati fino alla fine dellanno, mentre per i permessi umanitari, per motivi di equilibrio con leuropa, non ci sar questo automatismo. Lideale sarebbe che queste persone fossero in grado di trovare un lavoro e avere un permesso. quasi tutti sono stati inseriti in percorsi di tirocinio formativo, bisogna vedere quali aziende saranno disposte ad assumere. Credo che sia necessaria una richiesta politica da parte del Comune. Infine la questione rom: non pi emergenza mediatica, ma le presenze restano e pongono il problema dellaccoglienza di famiglie e di donne con minori. Stiamo lavorando in due direzioni. C il problema di regolarizzare quelle aree di sosta che sono state comprate e sulle quali sono stati fatti dei piccoli abusi edilizi. Con gli altri sindaci della provincia abbiamo proposto un progetto che metta a bando piccole aree di sosta da dare in gestione a famiglie rom seguite dai servizi. Bisogna introdurre piccoli cambiamenti, i tempi sono lunghi e ci vuole molta pazienza. A me va bene cos, non ho lansia di essere sui giornali, faremo una valutazione tra quattro anni. (leonardotancredi@piazzagrande.it)
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orger in zona San Ruffillo e potr ospitare fino a 40 persone. il nuovo centro di accoglienza permanente dellAntoniano. Secondo il direttore frate Alessandro Caspoli, lapertura prevista per il prossimo autunno. Il tempo di ristrutturare la casa acquisita grazie allaiuto di 122 mila sostenitori che hanno aderito alla campagna nazionale Disegniamo un mondo senza povert lanciata lo scorso novembre durante lo
Zecchino doro. La campagna ha avuto una buona risposta sia a livello nazionale che locale, continua Caspoli, la nuova struttura potrebbe diventare lesempio simbolico del rapporto di sussidiariet del privato rispetto ai servizi sociali pubblici. Secondo il direttore dellAntoniano, infatti, lassistenza deve trovare risposte anche nel privato e devono essere risposte continuative. Linverno non dovreb-
be essere emergenza, prosegue, perch tutti possano dormire al caldo necessaria una struttura permanente: in questo modo possibile creare un rapporto personale e iniziare percorsi di reinserimento che portino queste persone, se lo vogliono, a vivere una vita autonoma. Negli ultimi anni, del resto, lAntoniano ha visto aumentare le attivit con i senza dimora. Secondo frate Caspoli, sono aumentati i colloqui, sono aumentati i pasti
distribuiti ma soprattutto sono aumentate le persone che ci chiedono aiuto. Ad aprile il progetto per la nuova struttura stato presentato anche agli assessori comunali Frascaroli e Lepore. oltre alle stanze da letto e a una sala comune, il centro avr unampio spazio verde, una lavanderia, un ambulatorio medico, una sala per i colloqui e locali accessibili a persone con disabilit. (www.redattoresociale.it)
01234567891011213141516 Intervista a Monica Brandoli, responsabile dei servizi sociali di Palazzo dAccursio
q| Partita a carte al dormitorio di via Capo di lucca, fotografia di serena Panico
Il Comune vara un punto dascolto a bassa soglia aperto anche ai non bolognesi
prendere in carico i soggetti se il caso lo richiede. Chi pu rivolgersi al servizio? Adulti in condizioni di disagio o difficolt privi di residenza. questo un servizio specialistico che mette in campo competenze specifiche sul tema degli adulti. Collaboriamo anche con i servizi sociali dei quartieri. Capita infatti che tali strutture si trovino ad affrontare casi di persone residenti ma colpite dalle stesse problematiche sulle quali il nuovo servizio si prefigge di operare. Che cosa fanno gli operatori del servizio? una relazione tutta centrata sullascolto. A differenza di altri servizi, non detto che la relazione e il colloquio si debbano concludere necessariamente con una prestazione. Il fine non solo quello di offrire una prestazione, il fine lascolto dellutente. questo vuole essere un luogo
dove le persone che sono in mezzo alla strada possano raccontarsi e descrivere la propria storia personale. In questo tipo di servizi suole esserci un contratto fra loperatore e lutente fatto di patti: Io ti do questo ma tu devi adempiere a queste prescrizioni e molto spesso la persona viene vista solo due o tre volte. Con questo progetto si vuole fare qualcosa di diverso, avere pi incontri con gli utenti e non chiedere nulla in cambio se non di evitare atteggiamenti aggressivi. Quali risultati si aspetta? Ci aspettiamo di essere utili agli altri servizi territoriali. In teoria il disagio adulto non residente ancora formalmente di competenza dei quartieri. uno degli scopi del progetto quello di sollevarli dalle
resonsabilit nei confronti di questi soggetti e lasciarli lavorare con i residenti. La legge dice che le persone hanno diritto allassistenza nei luoghi dove sono residenti, noi non vogliamo sradicare le persone dai loro Comuni ma aiutarli nel periodo in cui si trovano sul territorio cittadino. come un pronto soccorso sociale. Collaboriamo anche con i Comuni di residenza, in particolare con quelli della provincia, che spesso non sono attrezzati per affrontare casi limite. Allo stesso tempo vogliamo fare rete con le associazioni di volontariato presenti sul territorio e collaborare con loro in maniera attiva e continuativa per fornire un assistenza adeguata e sistematica. (redazione@ piazzagrande.it)
Due operatrici raccontano com cambiato il dormitorio gestito da Piazza Grande e Antoniano
arabi del dormitorio. stato bellissimo, faticoso ma molto emozionante. Capo di Lucca un dormitorio particolare: nel novembre del 2010 nato come struttura di bassa soglia per affrontare lemergenza freddo. Inizialmente era in condizioni pessime, racconta Tortelli, un anno prima gli utenti dormivano per terra e cerano stati casi di scabbia. Nel 2010, Piazza grande e Antoniano hanno preso in gestione la struttura, cercando di dare unimpronta innovativa. Abbiamo utilizzato le brandine della Protezione civile, continua loperatrice, creato una sala comune con una televisione e qualche poltrona, ridipinto i muri e appeso qualche quadro per dare un po di colore. Cerchiamo, per quanto ci pos-
sibile, di stare vicino agli utenti, di informarci sulle loro problematiche, di accompagnarli alle visite o dallassistente sociale. ogni operatore segue alcuni casi pi in profondit. Ci abbiamo creduto di pi, e i risultati sono tangibili. A marzo 2011 il Comune ha dato la notizia della chiusura del dormitorio, per la fine dellemergenza freddo. ma un gruppo di senza dimora si letteralmente accampato sotto Palazzo dAccursio finch non ha ottenuto la riapertura della struttura: da allora Capo di Lucca diventato un dormitorio aperto alle persone con problemi sanitari e sociali indifferibili, dunque persone malate o con problematiche sociali gravi. A dicembre 2011, con il nuovo Piano freddo, il Comune ha deciso di
allungare lorario di apertura, dalle 17.30 alle 11 del mattino. Purtroppo successivamente nel periodo primaverile hanno ripreso gli orari standard, spiega Serena Panico, anche lei operatrice al dormitorio, apriamo alle 19.30 e chiudiamo alle 8. questo un problema per molte persone che hanno problemi sanitari: per loro restare fuori molto faticoso. entrando a Capo di Lucca si ha limpressione che qui viva una grande famiglia molto allargata. A volte ci sono problemi di convivenza, ma normale, conclude Federica, se si vive in tanti in uno stesso luogo, bisogna sapersi adattare. ma oggi latmosfera molto distesa: siamo davvero soddisfatti. (redazione@ piazzagrande.it)
012345678910111213141516 Milena Magnani ricora lo scrittore: Fino alla fine non sceso a compromessi
p mILeNA mAgNANI
8 maggio Stefano Tassinari ci ha lasciato dopo una difficile malattia. Definirlo scrittore, drammaturgo, poeta, giornalista, uomo di teatro, non sufficiente per spiegare la levatura della sua persona. A queste qualit va aggiunta la sua carica umana, il suo spirito di presenza, e quellindole solidale che lo hanno reso uno degli intellettuali pi amati della citt. Nessun altro scrittore che io abbia conosciuto stato capace di mettere al centro del proprio percorso lo scambio e il confronto tra operatori della cultura e persone desiderose di cambiare il mondo. ogni sua opera letteraria (Lora del ritorno, i segni sulla pelle, Lamore degli insorti, il vento contro) stata importante, oltre che per la forza politica con cui trattava temi di forte impegno civile, anche per la per la spinta con cui lui riusciva a trasformarle in unoccasione di condivisione e di apertura al dialogo con una collettivit pi ampia. Non a caso sono nate da lui straordinarie esperienze di letture-spettacolo quali La parola immaginata e Ritagli di tempo, in cui riusciva a mettere sul palco attori musicisti fotografi e a far loro sviluppare una narrazione a pi linguaggi in grado di arrivare dritta al cuore. quando ci si sedeva in un teatro per as-
vino buono. Come se la sua condizione di morente non fosse stata altro che un incidente di percorso, un ingombro che non doveva permettersi di interrompere il suo dialogo appassionato con il mondo. un grande insegnamento questo, di un artista che fino alla fine non si rassegnato alla solitudine dellindividualit, non sceso a compromessi con quel sistema sociale che tende a chiudere la malattia e il dolore nel privato. grazie Stefano, la Bologna della gente buona, la Bologna della gente che spera in un mondo pi giusto, la Bologna di chi vive nella strada, non ti dimenticher. (redazione@piazzagrande.it)
il cielo a strisce
p STeFANo LABoRAgINe
alessandro Bergonzoni, roberto morgantini e Gaby mudingaye entrano alla dozza per dipingere le celle
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t di barriere che non saranno architettoniche, ma sociali, di reintegrazione. solo chi porta addosso i segni della malattia, pu comprendere le cicatrici che un ex detenuto, una volta libero, si porter per sempre dietro. stavolta lemozione scappa scaltra, scivola rapida sulle guance e non c pi possibilit di riprenderla. entriamo nelle celle da imbiancare. in una c un muro dipinto in un incerto trompe loeil. perch in un posto dove il tutto muro, dove il verticale e lorizzontale si confondono, si disegna un muro? tra lultima fila di mattoni tracciato un cerchio bianco. un foro, una virtuale presa daria. non sufficiente al passaggio di un corpo, ma buono a scaraventarci un occhio assetato di paesaggi, di colori e di sogni. il bianco di quel foro lo spioncino segreto che scruta un fuori immaginario configurando giorni nuovi. provo a guardare anchio attraverso quello spiraglio. ne scopro un cielo turchese, di quelli che ricoprono le citt nei primi giorni della primavera. un cielo limpido, senza strisce.
avvertito subito, per istinto primordiale o per urgenza psicologica, la necessit di inalare nei polmoni quanta pi aria possibile. lapnea unesperienza che non richiede necessariamente gli abissi, a volte basta un oceano di cemento e ferro. alla prima finestra che incontro libero laria libera e inizio a respirare quella che, filtrata in quegli spazi, non lo pi. fuori c un cortile a forma di cubo. tutto sembra assumere la forma del quadrato. il quadrato la metafora del carcere: comunque lo giri rimane identico, come i giorni sulle pagine lente dei calendari. alzo lo sguardo al cielo e me lo trovo disegnato in faccia, un cielo a strisce. entriamo nella prima sezione dove alcuni detenuti ci aspettano. in fila ci tendono una mano e ci passano un sorriso. non sono convenevoli per mostrare il proprio grado di riabilitazione. gioia vera o qualcosa di simile, brandelli di speranza. sapere che fuori c qualcuno pronto a rendergli la vita un po pi dignitosa trattandoli da uomini, per loro un segnale importante. a qualcuno fugge lemozione, ma subito viene riacciuffata non appena li mettiamo a loro agio. Qui dentro non evade nulla. descritto il progetto che auspica di ridipingere le celle della dozza, gli domandiamo che cosaltro potremmo fare per loro. vorremmo incontrare dei disabili. la risposta. ai nostri sguardi increduli si sommano quelli soddisfatti dei carcerati, sorrisi che hanno la fisionomia della complicit, della decisione unanime. perch anche noi siamo portatori di handicap. una volta fuori, il mondo ci riserver uninfini-
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merato corrispondente al suo biglietto nominale, in modo da farsi identificare meglio. Bravi. Funziona proprio cos. e se pensate che, in fondo, cosa vuoi che sia infilare quel codice a barre sotto il lettore, ci vorranno tre secondi, ecco, tre secondi a testa quando c la massa fuori dai tornelli vuol dire: interminabile, caotica fila. e poi, dato che prima ho detto che non ho nostalgia delle partite giocate la domenica alla stessa ora, specifico: mi va benissimo che si giochi in notturna a me piace qualche notturna ogni tanto, magari non il 22 dicembre, se possibile -, mi va benissimo che si giochi il sabato di quando in quando, anche giocare a mezzogiorno, va, non mi piace, ma me lo faccio andare bene. Non mi va bene che il tifoso scopra allultimo momento che non si gioca pi domenica alle 20.30 ma alle 18 ( successo anche allultima di campionato), che non si gioca di domenica ma di luned. Ragazzi, la gente che va allo stadio prende impegni, prenota treni, programma spostamenti! Chiaro? e poi vorrei che venissero aboliti quegli stupidissimi divieti sui tamburi, sugli striscioni, sulle trasferte. Vorrei che lo stadio fosse colorato, festoso e rumoroso come quello di una volta. Chiedo troppo? (redazione@piazzagrande.it)
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un autobus tutto speciale, senza ruote n motore, che si muove grazie ai piedi dei propri passeggeri. Il progetto Pedibus, gi avviato da Auser Bologna in diversi Comuni della provincia (Zola, San Lazzaro e monteveglio), approda anche sotto le Due Torri, grazie a una nuova convenzione tra Auser e quartiere Navile. Il nuovo servizio si svolge nella zona della Bolognina e coinvolge le scuole elementari Acri (via Barbieri) e Federzoni (via di Vincenzo). Tutti i pomeriggi dal luned al venerd un volontario Auser effettua un servizio di vigilanza davanti alle scuole Acri per accompagnare bambini e famiglie nelluscita da scuola. Alle 17, terminata luscita da scuola, assieme a unoperatrice dei servizi integrativi del quartiere, si reca assieme ai bambini iscritti al Pedibus alle scuole Federzoni per raccogliere gli altri piccoli partecipanti. Da qui parte la piccola e colorata carovana di bimbi, che, attraverso percorsi sicuri, sotto la guida esperta del vo-
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lontario e delloperatrice, vengono portati a casa, lasciando cos parcheggiate le macchine dei genitori. Il progetto ha gi riscosso grande entusiasmo da parte dei giovanissimi partecipanti. Durante il tragitto verso la scuola i bambini hanno infatti lopportunit di stare insieme, fare due chiacchiere con i compagni e fare un po di moto. ma il Pedibus anche un momento di crescita sul piano della responsabilit (verso lambiente e i propri compagni) e sul piano della sicurezza e dellautonomia, imparando a conoscere, con il supporto e laccompagnamento dei volontari, i pericoli e il codice della strada. (www.auserbologna.it)
arlare, finalmente, di sessualit e disabilit, senza pietismi n retorica, dicendo le cose col loro nome, senza avere paura delle parole e dei pensieri. questo il percorso di Sesso, amore & disabilit, un film-documentario di Adriano Silanus, Priscilla Berardi, Raffaele Lelleri, Valeria Alpi e Jonathan mastellari, che, dal 2010 a oggi, hanno intervistato 35 persone, alcune normodotate e altre affette da disabilit fisiche e sensoriali, maschi e femmine, eterosessuali e omosessuali, di diverse et e provenienze geografiche. Cinquanta ore di registrazioni video-filmate, pi di 9 mila chilometri percorsi in auto, treno, moto, nave, aereo, per parlare di sesso e amore. Il progetto, di cui si stanno concludendo le fasi di montaggio e post-produzione, stato avviato dallassociazione Biblioteca vivente di Bologna, in collaborazione con il Centro documentazione handicap, e nasce dalla consapevolezza che la vita sessuale e affettiva delle persone con disabilit un argomento messo sotto silenzio, su cui si addensano imbarazzo, equivoci, ignoranza e pregiudizi, e a cui occorre quindi conferire visibilit, consapevolezza e creativit. Finora il progetto si auto-sostenuto, ma per terminare il lavoro servono soldi. stato quindi lanciato sul sito Produzioni dal basso. Il meccanismo molto semplice: ci si iscrive e gli interessati prenotano una adesione. Allo scadere della data, se ci sono state tutte le adesioni programmate, si viene avvisati in modo da poter effettuare il versamento sul conto paypal o bonifico bancario. Nel caso di Sesso, amore & disabilit occorrono 200 adesioni da 10 euro luna, da prenotare entro il 31 agosto 2012. Con il versamento delle quote si avr diritto a una copia del Dvd, e chi lo desidera verr ringraziato nei titoli di coda del video. Per saperne di pi, per prenotare le quote e per vedere il trailer del film: www.produzionidalbasso.com/pdb_1067.html. (www.bandieragialla.it)
Il quInto alImento
sempreverdI
p ALeSSANDRo KoSTIS
Non c pace in riviera. Dopo la sospensione, lanno scorso, della Bandiera blu, sulle spiagge riminesi da questanno non sventoler pi il simbolo rilasciato dalla Fee (Foundation for environmental education), organismo internazionale con sede in Danimarca. I dubbi erano sorti quando si era notato che lemilia-Romagna aveva ottenuto molte pi bandiere blu della Sardegna. In realt il riconoscimento attribuito in base a una serie di parametri che tengono conto non solo della qualit delle acque di balneazione, ma soprattutto della gestione del territorio, delleducazione ambientale, degli impianti di depurazione presenti e anche dello smaltimento dei rifiuti. Il Comune che intenda fregiarsi del vessillo tenuto a presentare unauto-candidatura, rispondendo a un questionario. evidentemente, i controlli ci sono, se
(canniclau@libero.it)
Ariete
Bilancia
Toro
Scorpione
di Citt del messico. Solo sette anni fa era un uomo felicemente sposato che si guadagnava il suo stipendio giornaliero vendendo pregiati gioielli in argento creati da lui stesso nelle vicinanze della fermata metropolitana di Copilco. una serie di circostanze sfortunate lo ha costretto a trasformare in alloggio la stessa bancarella che usava per lavorare. Per fortuna, alcuni studenti di diritto delluniversit nazionale autonoma di messico (unam) che ogni giorno, uscendo dalla metro per arrivare in facolt, ascoltavano la triste storia di Ricardo, hanno convinto il professore e avvocato enrique Carpizo ad aiutare a risolvere la delicata situazione in cui si trovava Ricardo Faras. Adesso che la riforma costituzionale messicana del 2011 ha permesso, finalmente, a ogni singolo cittadino di presentare un atto daccusa contro le istituzioni pubbliche per mancata/negata assistenza sociale, sia lavvocato Carpizo
che Ricardo hanno deciso di affrontare la giustizia messicana. Cos lo scorso dicembre iniziava un processo di appello contro le istituzioni locali, ma anche federali, per la difesa di libert fondamentali e diritti umani come il diritto ad avere un tetto o allassistenza sanitaria. Il processo ha avuto termine nellaprile di questanno, con una sentenza senza precedenti e felicemente favorevole a Ricardo Faras. Non si conoscono ancora con precisione quali saranno le ricompense che il governo del messico dar al protagonista di questa storia per cercare di migliorare il suo stile di vita, ma quello che si sa con precisione che lazione di Faras e del suo avvocato servir di esempio a molte altre persone. Persone che si trovano, senza averlo voluto, in situazioni di emarginazione sociale e che per paura o mancanza di coraggio non hanno potuto fare il passo necessario per uscire legalmente di esse. (redazione@piazzagrande.it)
Gemelli
Sagittario
Cancro
Capricorno
mARTe ANCoRA DALLA VoSTRA, mA SATuRNo e PLuToNe NoN moLLANo
leone
Acquario
Vergine
Pesci
Giovanni F. Bignami
Un lo rosso dal Big Bang alla vita
Darwin
Leredit del primo scienziato globale
Collana
Pi o meno quanto?
La storia delle idee e i conni della ricerca, per capire come la scienza e la tecnologia inuenzano il nostro modo di vivere e di pensare
Nicola Ludwig Gianbruno Guerrerio
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