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7 TURBINA PELTON

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7
7.1

Turbina Pelton
Descrizione della macchina

Figura 8: Turbina Pelton a sei ugelli ad asse verticale. Dal bacino a monte lacqua viene inviata alla turbina mediante una condotta in pressione (forzata), al termine della quale ` posto il sistema di distribuzione. Questo ` costitito e e da uno o pi` ugelli (generalmente non pi` di sei) come mostrato nella gura 8. Il distriu u butore ha il compito di accelerare lacqua sino alla velocit` c1 di ingresso nella girante, a convertendo lenergia potenziale, corrispondente al salto utile, in energia cinetica. Il getto che fuoriesce dal distributore colpisce la pala della girante nella mezzeria tangenzialmente al cerchio dei getti di diametro D (vedi gura 9). La pala devia la corrente e, a causa della variazione della quantit` di moto, riceve un spinta che mantiene la girante in rotaa zione. Le pale sono calettate su un disco solidale allalbero rotante che trasmette coppia e potenza ad un utilizzatore. Lugello ` fornito di una spina centrale detta ago Doble e avente una forma ausolata come mostrato nello schema in gura 9. Tale geometria ` e ottimizzata per rendere minime le perdite per attrito uidodinamico nel distributore ed ottenere un getto avente un prolo di velocit` pressoch` unidimensionale. In questo modo a e il getto, quasi totalmente privo di gradienti di velocit` al suo interno, raggiunge la pala a mantenendo un diametro, d (diametro del getto), praticamente costante, e la sua energia pu` essere sfruttata in maniera ottimale dalla girante. Nella gura 10 ` rappresentata o e la sezione di un ugello con il tegolo deviatore che viene utilizzato per intercettare il getto quando bisogna interrompere velocemente lerogazione di energia evitando linsorgere del colpo dariete. La pala di una turbina Pelton ha una forma tipica detta a doppio

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Figura 9: Schema semplicato di una turbina Pelton (tratto da ref. [4]).

Figura 10: Sezione di un ugello con tegolo deviatore (tratto da ref. [3]). cucchiaio, come mostrato in gura 11. Nella mezzeria essa presenta un sottile spigolo che ha la funzione di ripartire il getto incidente tra i due cucchiai. Ciascuno dei due ussi in cui il getto ` ripartito, guidato dalla pala, subisce una deviazione di (180 ), dove e langolo ` in genere circa pari a 15 . Tale angolo ` diverso da zero anch lacqua si e e e allontani dalla pala con una componente diretta secondo lasse della girante in modo che essa non possa interferire con il dorso della pala successiva provocando un dannoso eetto frenante. Inoltre, ripartendo il getto in due parti uguali, si bilancia la variazione della quantit` di moto nella direzione assiale e quindi la spinta assiale sulla ruota risulta nulla a (essendo anche nulla la risultante delle forze di pressione poich la macchina ` ad azione). e e Nella parte inferiore la pala presenta uno scasso (zona tagliata) che ha due funzioni: 1) permettere al getto di lavorare pi` a lungo riducendo linterferenza con la pala successiva; u 2) minimizzare le perdite al momento dellingresso della pala nel getto (per questo motivo

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Figura 11: Pala di una turbina Pelton (tratto da ref. [3]). anche i bordi dello scasso devono essere taglienti).

7.2

Triangoli delle velocit` a

La condotta forzata in genere presenta diametri abbastanza elevati in modo da mantenere piccola la velocit` dellacqua al suo interno e quindi minimizzare le perdite uidodinamia che. Al termine della condotta, nellugello, lacqua attraversa un ugello convergente in cui subisce una forte accelerazione. Per questi motivi, in genere la velocit` c0 di ingresso nel a distributore ` trascurabile rispetto alla velocit` c1 di uscita. Per valutare c1 applichiamo e a il primo principio della termodinamica (in forma meccanica) tra il pelo libero (a pressione atmosferica, pa ) del serbatoio di monte (sezione A) a la sezione di ingresso dellugello (sezione 0): pa p0 c2 c2 0 gY = + g(zA z0 ) + A , (48) 2 dove Y rappresenta le perdite di carico nella condotta forzata e per denizione (zA z0 ) ` e il salto disponibile, Hd . Trascurando la velocit` in corrispondenza del pelo libero (cA = 0) a si ha: p 0 p a c2 g(Hd Y ) = gHu = + 0. (49) 2

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Applichiamo ora il primo principio della termodinamica tra la sezione di ingresso (sezione 0) ed una qualsiasi sezione del getto (sezione 1): Lwd = p0 p1 c2 c2 1 + g(z0 z1 ) + 0 , 2 (50)

dove Lwd rappresenta le perdite nellugello, z0 = z1 e p1 = pa (il getto ` a pressione e atmosferica). Quindi, utilizzando lequazione (49), possiamo scrivere: Lwd = gHu ed esplicitando la velocit` c1 si ottiene: a c1 = 2(gHu Lwd ). ( < 1), (52) c2 1 ; 2 (51)

Deniamo il coeciente di perdita del distributore come: c1 = c1id , (53)

dove le due velocit` sono riferite alla medesima variazione di quota piezometrica. Sapendo a o che per una turbina Pelton c1id = 2(gHu ), lequazione (52) pu` anche essere espressa come c1 = 2gHu. (54) Per tracciare il triangolo delle velocit` nella sezione di ingresso della pala, consideriamo a

c1 w2 u c2 2 w1 u

Figura 12: Triangoli delle velocit` di una turbina Pelton. a che la velocit` di trascinamento, u, ` parallela (e ovviamente ha lo stesso verso) a c1 a e perch, nelle ipotesi di usso unidimensionale, supponiamo che la pala si trovi in posizione e ortogonale rispetto alla direzione del getto. Il triangolo in ingresso ` quindi degenere, come e mostrato in gura 12, poich anche la velocit` relativa, w1 , risulta allineata con c1 e u. e a Per quanto riguarda il triangolo in uscita, consideriamo che la velocit` relativa, w2 , ha una a una componente tangenziale negativa e forma un angolo con la direzione tangenziale (misurato a partire dal verso negativo). Se consideriamo una pala ideale (priva di perdite), essendo tutta la girante immersa in un ambiente a pressione atmosferica (si ricorda che la turbina Pelton ` una tubina ad azione) ed essendo u2 = u1 , dal primo principio della e termodinamica si ha w2id = w1 . Nel caso reale la velocit` relativa in uscita risulta minore a rispetto a quella ideale a causa delle perdite. Si denisce il coeciente di perdita in girante come: w2 = w2id , ( < 1), (55)

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dove le due velocit` sono relative alla medesima variazione di quota piezometrica. Nel a caso della turbina Pelton tale relazione diventa: w2 = w1 . (56)

Essendo, come gi` detto, la velocit` di trascinamento in uscita uguale a quella in ingresso, a a ` possibile determinare la velocit` assoluta nella sezione di uscita della girante, c2 , e e a completare il tracciamento dei triangoli di velocit` riportati in gura 12. Per quanto a riguarda i valori numerici dei coecienti di perdita, il valore di ` generalmente compreso e tra 0.95 e 0.98 e dipende dalla geometria dellugello; , invece, ` compreso tra 0.9 e 0.97 e e dipende dalla nitura superciale della pala.

7.3

Prestazioni
(Li )ott = u (cu1 cu2 ) ; (57)

Utilizzando lequazione (8) con u1 = u2 = u si ha che il lavoro ottenuto dalla turbina `: e

considerando langolo denito in gura 12 e lequazione (56), si ottiene: (Li )ott = u [c1 (u w2 cos)] = u [c1 u + (c1 u) cos] = u (c1 u) (1 + cos) . (58) Quindi, utilizzando le equazioni (54) e (58), il rendimento idraulico pu` essere espresso o come: (Li )ott u (c1 u) (1 + cos) y = , (59) = c2 gHu 1 22 ovvero, u u y = 22 (1 + cos) 1 . (60) c1 c1 Lequazione (60) rappresenta una parabola in u/c1 che presenta un massimo per u/c1 = 0.5 e si annulla per u/c1 = 0 e u/c1 = 1 (vedi linea a tratto continuo in gura 13). Il valore del rendimento massimo `: e y = 2 (1 + cos) . 2 (61)

In condizioni di massimo rendimento idraulico, quindi, la componente cu2 ` positiva (la e velocit` c2 ` rivolta in avanti come nella gura 12). Questa, infatti, ` la congurazione che a e e minimizza la somma delle perdite per attrito uidodinamico allinterno della macchina (distributore e girante) e le perdite per energia cinetica di scarico (pari a c2 /2) e non la sola 2 energia cinetica di scarico (che sarebbe minima, a parit` di portata, se fosse 2 = 90 ). a La portata dipende dalla velocit` c1 e dalla sezione di passaggio del distributore (grado a di apertura del distributore). A sua volta c1 ` funzione di Hu e . Inoltre la portata ` e e evidentemente indipendente da u essendo la macchina ad azione. Quindi, riferendosi ad un valore ssato di Hu la portata non dipende dal rapporto u/c1.

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0.5

u / c1

Figura 13: Rendimento idraulico e coppia di una turbina Pelton. Considerando lequazione (22) possiamo aermare, che per valori costanti di Hu e apertura del distributore, la potenza interna presenta un andamento analogo a quello di y in funzione di u/c1 , trascurando la piccola inuenza delle variazioni di v . Inne, per quanto riguarda la coppia agente sullalbero, C, ricordando che Pi = C, si ha: Pi v G (Li )ott v GD u , (62) C= = = c1 (1 + cos) 1 2u/D 2 c1 dove D ` il diametro del cerchio dei getti. Dallequazione (62) risulta che la coppia, a e parit` di Hu e apertura del distributore, decresce linearmente con u/c1 , orendo il valore a massimo allo spunto (u = 0), come mostrato nella gura 13. Se si adotta come condizione di progetto quella in cui il rendimento ` massimo, ovvero u/c1 = 0.5, si ha che la coppia e allo spunto ` doppia rispetto alla coppia di progetto e che la velocit` di fuga ` doppia e a e rispetto alla velocit` di progetto. a Le considerazioni sopra riportate e le curve a tratto continuo nella gura 13 sarebbrero rigorosamente corrispondenti alla realt` se non ci fosse attrito tra le pale e laria a e se le condizioni di funzionamento fossero perfettamente unidimensionali. In eetti laria inevitabilmente presente allinterno dellambiente in cui ruota la girante oppone una certa resistenza alla rotazione (eetto ventilante) dissipando una piccola percentuale di energia. La potenza dissipata per eetto ventilante ` proporzionale al cubo della velocit` e a di trascinamento per cui si ha una riduzione del rendimento idraulico crescente con il rapporto u/c1 . Per quanto riguarda la unidimensionalit` del usso, bisogna considerare a che in realt` il getto comincia ad investire la pala prima che questa abbia raggiunto la a posizione verticale (vedi gura 14). Ne risulta una velocit` relativa, w1 , maggiore di quella a prevista nel caso unidimensionale e quindi maggiori perdite per attrito in girante e per energia cinetica di scarico. Anche in questo caso le perdite crescono allaumentare della velocit` di trascinamento (vedi gura 14), e il rendimento idraulico si riduce. Apportando a

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pala

c1 u w1

Figura 14: Impatto non unidimensionale tra getto e pala in una turbina Pelton. le correzioni dovute alleetto ventilante e alla non unidimensionalit` del getto alle curve a del rendimento idraulico e della coppia nella gura 13, si ottengono le due curve tratteggiate. Il massimo della curva del rendimento si sposta verso valori pi` bassi di u/c1, u generalmente compresi tra 0.45 e 0.48, mentre la velocit` di fuga si ha per u/c1 circa pari a a 0.9. In base allequazione (54) si ha: Hu = c2 1 1 = 2 2g 2g2 c1 u
2

u2 ,

(63)

da cui si deduce che il salto utilizzabile cresce con il quadrato della velocit` di trascinaa mento. Considerando che in condizioni di massimo rendimento idraulico u/c1 ` circa pari e a 0.46, ponendo u = 100 m/s e = 0.97 si ha: Hu 2400 m, che dimostra come le turbine Pelton siano adatte a sfruttare alte cadute. (64)

7.4

Regolazione

La regolazione delle turbine Pelton avviene variando la sezione di passaggio del distributore spostando assialmente lago Doble. Per unampia zona di valori della portata questa operazione non altera il valore della velocit` c1 in quanto il coeciente di perdita (e a quindi il rendimento idraulico) rimane pressoch costante. In realt`, specialmente per e a grandi variazioni di portata, bisogna considerare che: 1. la potenza persa per attrito uidodinamico nel distributore tende a mantenersi costante e ci` comporta una riduzione del coeciente dovuta alla riduzione della o potenza del getto che fuoriesce dal distributore nel caso in cui la portata viene ridotta; 2. il ragionamento precedente si applica anche alle perdite uidodinamiche nella girante e quindi ne deriva una riduzione del coeciente ; 3. allaumentare della portata i letti uidi sono mediamente guidati meno bene in girante e ci` porta ad un aumento delle perdite per energia cinetica di scarico; o

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4. la potenza persa per eetto ventilante ` indipendente dalla portata ma aumenta e la sua incidenza percentuale se, riducendo la portata, si riduce la potenza erogata dalla turbina.

Pu

0 0 0.7 1 Q / Q max

Figura 15: Rendimento totale e potenza utile di una turbina Pelton.

Qs 0.9

A/Amax=1

A/Amax=0.75

t = 0.8

A/Amax=0.5

0.7 ns

Figura 16: Schema del diagramma collinare di una turbina Pelton. Tali considerazioni giusticano la presenza di un massimo (molto piatto) nella curva del rendimento della turbina, t , in funzione della portata, Q/Qmax , riportata in gura 15. La potenza utile, proporzionale al rendimento totale della turbina e alla portata secondo lequazione (25), presenta landamento riportato nella gura 15. Unendo le informazioni provenienti da un certo numero di graci del tipo riportato in gura 13, ciascuno relativo

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ad un valore della portata (apertura del distributore), si ottiene il diagramma collinare della turbina. Uno schema di tale diagramma ` riportato in gura 16 in funzione della e portata e del numero di giri specici.

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8
8.1

Turbina Francis
Descrizione della macchina

Generalmente in impianti con turbina Francis ` presente una condotta forzata che collega e il serbatoio di monte con la macchina. Al termine della condotta ` situata una voluta e che ha il compito di ripartire lacqua tra gli ugelli distributori. Come si vede nella gura

Figura 17: Sezione meridiana di una turbina Francis. 17, la sezione della voluta ` decrescente poich la portata decresce man mano che lacqua e e deuisce attraverso gli ugelli distributori. Il distributore ` costituito da un insieme di pale e orientabili per consentire la regolazione, come si vede nella sezione trasversale in gura 18 nella quale ` ragurato anche il meccanismo di movimentazione delle stesse. Esse sono e sagomate in modo da formare ugelli convergenti. Infatti, il compito del distributore ` di e accelerare lacqua, che procede radialmente verso lasse di rotazione (macchina centripeta),

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trasformando laltezza piezometrica in altezza cinetica. Dal distributore lacqua viene indirizzata con la corretta direzione verso la girante (in condizioni di progetto la direzione della velocit` in ingresso ` tangente alla linea media del prolo della pala della girante). a e Nella girante avviene lo scambio di momento della quantit` di moto tra uido e pale mobili a per cui si ha generazione di energia meccanica. Contemporaneamnte viene completata in girante la trasformazione di altezza piezometrica in altezza cinetica (le sezioni di passaggio sono infatti ad area decrescente). Come si vede in gura 18, nella girante sono praticati alcuni fori che collegano la regione a pressione minore con la zona compresa tra la girante stessa e la cassa per bilanciare la spinta assiale diretta nel verso del usso. Dalla girante lacqua passa nel condotto diusore in cui si riducono le perdite per energia cinetica di scarico decelerando il uido e trasformando laltezza cinetica in altezza piezometrica. Tale recupero ` percentualmente pi` rilevante (e quindi la presenza del diusore diventa e u necessaria) per quelle macchine che lavorano con bassa caduta disponibile ovvero che hanno numero di giri caratteristico elevato. Applichiamo il PPT a ciascun componente della macchina e calcoliamo le corrispondenti variazioni di quota piezometrica. 1. Tra il pelo libero del bacino di monte (sezione A in gura 6) e la sezione di ingresso distributore (sezione 0) si ha: HA H0 = c2 0 + Y. 2g (65)

2. Tra ingresso (sezione 0) ed uscita del distributore (sezione 1) si ha: H0 H1 = c2 c2 1 0 + hwd . 2g (66)

Utilizzando il coeciente di perdita nel distributore, denito dalla relazione (53), e scrivendo il primo principio per il distributore ideale, si ha: c2 c2 1 H0 H1 = 0. 2 2g 2g Sottraendo membro a membro lequazione (67) dallequazione (66), si ha: hwd = c2 c2 1 1. 2g2 2g (68) (67)

3. Tra ingresso (sezione 1) ed uscita della girante (sezione 2), rispetto al sistema di riferimento solidale alla girante, si ha: H1 H2 =
2 2 w2 w1 u 2 u 2 2 + 1 + hwg . 2g 2g

(69)

8 TURBINA FRANCIS 4. tra ingresso (sezione 2) ed uscita del diusore (sezione 3): H2 H3 = c2 c2 3 2 + hwdif . 2g

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(70)

Sommando membro a membro le equazioni (65), (66), (69), (70) e utilizzando lequazione (9), si ottiene lequazione (18). In base alle equazioni (65), (66), (69), (70) ` possibile e tracciare la linea delle quote piezometriche riportata in gura 19. In particolare, si pu` o notare come il diusore sia lunico elemento della macchina in cui si ha un aumento della quota piezometrica. Poich la pressione in uscita dal diusore ` generalmente ssata dalle e e condizioni ambiente, ne deriva che il diusore consente di ottenere pressioni inferiori alla pressione atmosferica nella sezione di uscita girante e quindi di incrementare il lavoro ottenuto a parit` di caduta disponibile. Come vedremo meglio in seguito, per questo a motivo ci possono essere problemi legati alla cavitazione nella regione di uscita dalla girante.

8.2

Triangoli delle velocit` a

In questo paragrafo analizziamo il funzionamento della macchina nellipotesi che il usso sia unidimensionale. Disegneremo, quindi, i triangoli di velocit` con riferimento al letto a uido medio rappresentativo delle condizioni del uido in ciascuna sezione della macchina. Tale ipotesi non ` sempre valida nello studio delle turbine Francis, specialmente in quelle e la cui geometria corrisponde ad un valore elevato del numero di giri caratteristico. In queste macchine, infatti, lo sviluppo radiale della pala comporta elevate variazioni della velocit` di trascinamento con il raggio e di conseguenza delle velocit` assoluta e relativa. a a In tali condizioni, un solo triangolo delle velocit` non pu` rappresentare con buona apa o prossimazione le caratteristiche del usso in tutti i punti della sezione della macchina. Per uno studio pi` dettagliato si possono considerare pi` letti uidi, ad esempio tre letti u u passanti per la radice, la mezzeria e la punta della pala della girante. Tale approccio verr` a impiegato in seguito per lo studio della turbina ad elica. I triangoli di velocit` tipici di una turbina Francis sono riportati in gura 20. Essi sono a riferiti alla sezione di ingresso (triangolo 1) e di uscita (trangolo 2) della girante e sono tracciati nei corrispondenti piani tangenti al letto medio (vedi gura 21). Si noti che i) w2 > w1 poich la macchina ` a reazione; ii) u2 < u1 poich la macchina ` centripeta (le e e e e turbine non sono mai centrifughe poich la variazione di energia dovuta al campo di forze e centrifughe tende a diminuire il lavoro ottenuto in girante, come si evince dallequazione 9); iii) la velocit` assoluta in uscita ha componente periferica molto piccola (cu2 0) per a minimizzare le perdite per energia cinetica di scarico. Cerchiamo ora di capire, con alcune semplicazioni, come variano i triangoli delle velocit` e larchitettura della macchina al a variare del numero di giri caratteristico. Per fare questo consideriamo la denizione di nc , equazione (47), e sostituiamo la potenza utile con la seguente espressione: Pu = t GgHu . (71)

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Con riferimento ad una turbina del tipo schematizzato in gura 21, esprimiamo la portata massica, G, in funzione delle grandezze nella sezione 1: G = BD1 c1 sen1 , (72)

dove ` la densit` dellacqua, B ` laltezza del distributore e D1 ` il diametro di ine a e e gresso della girante e il coeciente di ingombro ` omesso in quanto circa unitario. Dalla e denizione di nc si ha: u1 n Pu 3/2 t BD1 c1 sen1 gHu . (73) nc = 5 = D1 [Hu ] 4 Moltiplicando e dividendo per cos1 largomento della radice quadrata e ricordando che y = u1 cu1 /(gHu ) (nellipotesi che cu2 = 0), si ottiene: nc = y t g 2 B tg1 K, D1 (74)

dove K = u1 /(gHu)1/2 ` un parametro dipendente da 1 e 1 (la dimostrazione ` omessa e e per brevit`). Trascurando le variazioni dei rendimenti, lequazione (74) consente di capire a la dipendenza del numero di giri caratteristico dai parametri geometrici B e D1 e dallangolo 1 . Si nota quindi che una turbina a basso nc (lenta) ha un basso rapporto B/D1 e quindi un pronunciato sviluppo radiale (vedi gura 21). Inoltre, considerando che larea della sezione di scarico (di diametro Ds ) deve essere circa uguale a quella di uscita del distributore, si ha: 2 B 2 2 (75) Ds BD1 Ds 4 D1 . 4 D1 Quindi per una turbina lenta (B/D1 piccolo) si ha Ds < D1 . In una turbina con valore di nc medio-alto il rapporto B/D1 pu` raggiungere 0.5 e quindi Ds pu` uguagliare o superare o o D1 . Nella gura 22 ` rappresentata una turbina con nc medio. La pala della girante ha e la sezione di ingresso molto vicina alla sezione di uscita del distributore (piccolo gioco radiale) per minimizzare le perdite per cattivo direzionamento dellacqua in ingresso. Con una geometria simile ` impossibile realizzare Ds > D1 e quindi il valore di nc ` limitato e e a circa 200 giri/min. Inoltre, una pala di questo tipo presenta una supercie molto estesa e quindi elevate perdite per attrito uidodinamico. Aumentando il gioco radiale tra uscita-distributore e ingresso-girante si riduce il dimetro in ingresso girante (vedi gura 23) e si possono ottenere valori maggiori di B/D1 e Ds > D1 . Quindi architetture come quelle schematizzate in gura 23 possono raggiungere nc 450 giri/min. Inoltre, avendo ridotto la supercie della pala, le perdite per attrito uidodinamico in girante risultano molto minori e si pu` anche ottenere un aumento del rendimento idraulico. o Dallequazione (74) risulta che il numero di giri caratteristico aumenta con langolo 1 . La gura 24 mostra levoluzione dei triangoli delle velocit` nella sezione di ingresso della a girante al variare di nc (crescente da sinistra a destra). Il triangolo in uscita ` disegnato e solo per la turbina lenta e possiamo considerare che rimanga uguale negli altri due casi e

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Classe di turbina Francis lenta Francis media Francis veloce

1 15 20 25 30 35 40

1 60 70 90 120 130

nc

0.3 60 130 0.4 200 0.5 350 450

Tabella 2: Classicazione delle turbine Francis.

che si abbia cu2 = 0. Dai valori tipici degli angoli 1 e 1 ` possibile determinare il grado e di reazione, che risulta crescente allaumentare del numero di giri caratteristico, come riportato nella tabella 2. Nella gura 24 sono disegnati i proli della pala della girante in corrispondenza del letto medio per ciascun caso. La linea media di ciascun prolo deve essere tangente in ingresso e in uscita alla corrispondente velocit` relativa: si pu` a o notare come, allaumentare di nc (e del grado di reazione) la pala abbia una curvatura decrescente. Le gure 25 e 26 rappresentano gli schemi di due diagrammi collinari relativi rispettivamente ad una turbina Francis lenta ed a una tubina Francis veloce. Su ciascuno di essi sono riportate le linee isorendimento, le linee a numero di giri caratteristico costante e le linee ad apertura costante del distributore. Queste ultime risultano decrescenti per le turbine lente e per valori di ns elevati a causa dellazione del campo di forze centrifughe che si oppone al usso. Nelle turbine veloci il ramo decrescente non ` visibile allinterno e del campo di funzionamento. Guardando le gure 16, 25 e 26 si nota che allaumentare del numero di giri caratteristico le curve isorendimento hanno lasse maggiore sempre pi` u inclinato rispetto alla verticale (per le turbine Pelton ` quasi completamente verticale). e Ci` ` dovuto alla crescente incidenza delle perdite per cattivo direzionamento quando si oe opera una variazione della portata a velocit` di rotazione costante. a

8.3

Regolazione

La regolazione della turbina Francis si eettua variando linclinazione delle pale del distributore: in tal modo si varia la sezione di passaggio e quindi la portata che attraversa la macchina. Attraverso tale manovra si varia langolo della velocit` assoluta nella sezioa ne di ingresso della girante rispetto alle condizioni di progetto. A parit` di velocit` di a a rotazione, ne consegue una variazione dellangolo cinematico 1 che quindi non coincide pi` con langolo costruttivo. In queste condizioni si ottiene un incremento delle perdite u uidodinamiche a causa delle perdite per cattivo direzionamento in ingresso girante. Tali perdite crescono al crescere della dierenza tra langolo cinematico e langolo costruttivo (entit` della regolazione) e inoltre crescono al crescere della veloci` del uido; pertanto, a a esse saranno pi` elevate per le turbine veloci, come si pu` notare dalla gura 27. Le condiu o zioni di progetto sono situate circa al 75% e al 90% della portata massima rispettivamente per una turbina lenta e per una turbina veloce.

8 TURBINA FRANCIS

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Figura 18: Sezione trasversale (superiore) e meridiana (inferiore) di una turbina Francis (tratto da ref. [3]).

8 TURBINA FRANCIS

30

H A H0

H0 H 1

Hd

H1 H 2 H3 H 2

Figura 19: Linea delle quote piezometriche per una turbina Francis.

c1

1 u1

w1

c2

w2 u2

Figura 20: Triangoli delle velocit` di una turbina Francis. a

D1

1111 0000 1111 0000

1 2

piano tangente in ingresso filetto medio piano tangente in uscita

Ds
Figura 21: Sezione di una turbina Francis lenta.

8 TURBINA FRANCIS

31
D1

1111 0000 1111 0000

B
1

Ds

Figura 22: Sezione di una turbina Francis media.


D1

1111 0000 1111 0000

B
1

Ds

Figura 23: Sezione di una turbina Francis veloce.


Turbina lenta 1 c1 1 w1 u1 w2 c2 u2 1 c1 Turbina media 1 u1 w1 Turbina veloce 1 1 c1 u1 w1

0.3

0.4

0.5

Figura 24: Triangoli di velocit` di una turbina Francis. a

8 TURBINA FRANCIS

32

n c crescente Qs n c 100 =

t= 0.8 0.9

0.7 0.6 A/Amax=1 A/Amax=0.75 A/Amax=0.5

t= 0

A/Amax=0.25 ns

Figura 25: Schema del diagramma collinare di una turbina Francis lenta.

n c crescente n c 350 = Qs A/Amax=0.75 0.7 0.6 A/Amax=0.5 A/Amax=1

0.9 = 0.8 t

A/Amax=0.25 t= 0 ns

Figura 26: Schema del diagramma collinare di una turbina Francis veloce.

8 TURBINA FRANCIS

33

(y) max

Turbina lenta

Turbina veloce

0.75

0.9

Q / Q max

Figura 27: Rendimento idraulico di una turbina Francis al variare della portata.

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