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Giuseppe Palumbo 3B LC

IL Lavoro
Percorso finale interdisciplinare del trienni classico sulla concezione del Lavoro dallantichit sino al novecento.

La dignit del lavoro umano. Il concetto della dignit del lavoro manuale si imposto con fatica nel corso dei secoli , essendo da sempre privilegiato quello intellettuale. Certamente la questione non riguarda soltanto una mentalit diffusa e idee teorizzate anche da filosofi e politici ma implica quelle lotte che sono state necessarie e sono tuttoggi necessarie finch di ogni lavoratore sia rispettata la dignit.

Di uno dei primi letterati greci, Esiodo, ritenuto da alcuni antichi studiosi precedente allo stesso Omero e vissuto probabilmente tra la fine dellVIII e la met del VII sec a.c. , oltre alla Teogonia, ci pervenuto il trattato le Opere e i Giorni sullagricoltura e la navigazione ; in esso raccontato il mito di Prometeo che, colpevole per aver rubato il fuoco agli dei , punito , e questo avvenimento fa tramontare let delloro, condannando gli uomini, nellet del ferro , al doloroso lavoro. Anche lAdamo biblico contravviene al precetto divino ed condannato a Mangiare il pane col sudore della fronte. E una visione tragica del lavoro umano a stento temperata dallidea di una dovuta ubbidienza alla volont divina. Del resto, la condizione miserabile di troppi lavoratori, sottoposti a fatiche disumane , induceva a queste considerazioni. NellOlimpica II , Pindaro afferma il disprezzo per coloro che sommuovono la terra col vigore del braccio e lacqua del mare per un magro alimento (versi 53-65) esaltando coloro che si distinguono per le virt della mente e della destrezza fisica. Aristotele giunge alla piena legittimazione della schiavit. Se Socrate aveva negato che la schiavit fosse in accordo con la natura egli ritiene che ci siano schiavi per natura, sottospecie che permette alluomo libero quelle attivit intellettuali, conculcate altrimenti da vili lavori. Platone elabora lidea di una societ comunistica, ma profondamente interventista nella vita del singolo,dettando una divisione del lavoro ed escludendo i lavoratori dal governo dello stato . Una civilt pi caratterizzata dallo spirito pratico di quella greca non poteva non dare

maggiore importanza al lavoro.

Cincinnato , secondo la tradizione, coltiva direttamente i suoi campi , chiamato a rivestire il ruolo di dittatore, quindi torna al suo lavoro , dopo aver sconfitto, nel 458 a.c. , gli Equi. Il lavoro dei campi appare come quello che pi si addica ad un romano. Niente di pi fecondo, di pi dilettevole, di pi degno delluomo di un libero definisce questa attivit Cicerone nel de Officiis (I,42). Nel De Rerum Natura troviamo una breve ma intensa storia della fatica delluomo che lo porta ad un acquisto lento ma progressivo di civilt ( cap. V). Nel De agri cultura, catone esalta il lavoro dei campi e il suo valore educativo. Se largo luso degli schiavi, il buon padrone deve essere solerte, controllare e provvedere a tutto per tempo; ne trarr anche un beneficio economico. Nelle Georgiche, Virgilio definisce Improbus il lavoro agricolo ma lo elogia come dono di Giove, messo a disposizione degli uomini affinch , spinti dalla necessit, acuiscano il loro ingegno. E conclude il secondo libro con i famosi versi : O fortunatos nimium , sua si bona norint agricolas Un rapido sguardo alla letteratura italiana ci porta a prendere in considerazione due autori come esempio di punti di vista diversi nei riguardi appunto del lavoro umano. Verga , nel romanzo I Malavoglia, sottolinea come il soprannome dato alla famiglia di Acitrezza sia come giusto , Tutto lopposto della realt: sono infatti grandi lavoratori, onesti pescatori, capeggiati dal nonno Padron Ntoni. Qusti valori di onesta e di laboriosit sono tali da costituire , per il Verga, quasi una religione , cos come lunit della famiglia. Insidiati dalla mentalit dei nuovi tempi, sopravviveranno , dopo tante bufere nella casa del nespolo. Diversa la concezione di Italo Svevo, del quale esaminiamo il romanzo Una vita. Il protagonista dellopera, Alfonso Nitti, partito dal suo villaggio per conquistare in citt una valida posizione sociale, va incontro al fallimento. Il lavoro per Svevo non ha funzione sociale, ma unicamente strumento di ricchezza per pochi. luomo, di fronte al lavoro inteso come condanna sociale, si trova costretto in uno stato di netta inferiorit, nella solitudine(Giorgio Luti), perch , se vuole emergere deve rinunciare alle sue aspirazioni. La struttura capitalistica soffoca ogni ambizione del piccolo borghese. Ci troviamo in due contesti completamente diversi: Verga pu ancora auspicare un ancoraggio ai tempi passati, Svevo analizza con acutezza la crisi della classe medio-borghese nella grande crisi europea del primo novecento. Nel corso dei secoli Innumerevoli sono state le lotte affinch popoli interi e singoli individui venissero liberati dalla schiavit vera e propria o da forme di asservimento e di sfruttamento. La dichiarazione dei diritti delluomo , labolizione della schiavit sono state tappe fondamentali ma non sufficienti. Infatti industrializzazione e capitalismo hanno determinato problemi di non facile soluzione nel corso del secolo XIX e X, problemi drammatici ancora oggi.

The Victorian era became notorious for employing young children in factories and mines and as chimney sweeps. Children were expected to help towards the family budget, often working long hours in dangerous jobs and low wages.Climbing boys were employed by the chimney sweeps; small children were employed to scramble under machinery to retrieve cotton bobbins; and children were also employed to work in coal mines to crawl through tunnels too narrow and low for adults. Children also worked as errand boys, crossing sweepers, shoe blacks, or selling matches, flowers and other cheap goods.Many children got stuck in the chimneys that they were sweeping and eventually died. In factories it was not uncommon for children to lose limbs crawling under machinery to pick things up. Several Factory Acts were passed to prevent the exploitation of children in the workplace. Children of poor families would leave school at the age of eight and were then forced to go to work. School was not free at this time.

Hegel ha considerato il lavoro come momento essenziale del processo che porta alla costituzione di un mondo per luomo e alla piena coscienza di s che luomo medesimo, attraverso il lavoro acquisisce. Karl Marx sottolinea una pi decisa identit fra uomo e lavoro, mostrando che in realt luomo un non-uomo nella societ capitalistica. La drammaticit della catena di montaggio che condanna lindividuo a non vedere mai lopera portata a termine, ma a ripetere sulla parte a lui assegnata un gesto che diviene meccanico, porta luomo allalienazione. M oltre lalienazione avviene lespropriazione dellattivit stessa del lavoro in quanto essa appartiene ad un altro. Luomo quindi, privato della sua specifica essenza, attribuisce un primato alla sua esistenza individuale e privata e si isola dal contesto sociale. Egli ritiene che luomo potr divenire uomo-totale solo quando la rivoluzione socialista liberer il lavoro dalla sua soggezione verso il capitale.

Il concetto di lavoro subisce quindi importanti modificazioni evolutive , fino ad approdare allattuale concezione del lavoro come mezzo di sussistenza e di progresso che alla base dellorganizzazione dello Stato. In Italia questo concetto del lavoro si affermato al punto da essere posto a fondamento della Costituzione repubblicana. Infatti lart. I recita : LItalia una repubblica democratica fondata sul lavoro. La sovranit appartiene al popolo , che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione. Il concetto di lavoro come fondamento della repubblica fu condiviso da tutte le forze politiche in seno allAssemblea costituente. Le parole fondata sul lavoro come caratteristica della repubblica democratica indicano una caratterizzazione economico-sociale e storico-politica dellistituzione repubblicana. In tale occasione emerse, soprattutto nella relazione fatta da Amintore Fanfni , quale proponente dellarticolo, anche un rimando giuridico di non poca importanza. Dicendo che la repubblica fondata sul lavoro, si volle escludere che essa potesse fondarsi sul privilegio, su una nobilt ereditaria e di casta, sulla fatica altrui. Con queste parole Fanfni volle quindi porre laccento sul nuovo carattere dello Stato italiano , non pi monarchico ma repubblicano, non pi appannaggio di pochi ma garanzia per tutti. Il fondamento dello stato italiano viene individuato nel contributo che ciascun cittadino deve portare, con il proprio lavoro al progresso materiale, etico e sociale delle societ. Tali concetti sono anche la sintesi mirabile di tre grandi filoni di pensiero: quello marxista, quello liberale e quello cattolico-democratico. Nellart.4 si legge: la Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilit e la propria scelta, unattivit o un funzione che concorra al progresso materiale e spirituale della societ. Si riconosce quindi il lavoro come diritto intestato a tutti i cittadini, ma si stabilisce anche lobbligo dello Stato di promuovere tutte le condizioni che rendano tale diritto effettivo e reale.

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