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COMUNE DI SOLBIATE OLONA Osservazioni agli atti del PGT, adottato dal Consiglio Comunale, ai sensi del 4 comma

dell'art.13 della Legge Regionale 11 marzo 2005, N12 e successive modificazioni. Il sottoscritto GALLI Pietro, (C.F. GLL PTR 39L12 I794P), residente in Solbiate Olona, Piazza N.H.B. Gabardi,4, in qualit di cittadino cosciente dell'importanza che lo strumento di pianificazione ha ai fini della salvaguardia e della valorizzazione del territorio comunale quale bene prevalentemente pubblico nell'interesse generale dei cittadini attuali e delle future generazioni, formula le seguenti osservazioni: a livello generale della pianificazione proposta si rileva una mancanza di corrispondenza tra le politiche , le conseguenti strategie e le azioni enunciate nel DdP, riprese nel PdS ed infine precisate nel PdR e l'effettiva ricaduta nelle scelte specifiche sul territorio di Solbiate ,scelte talora addirittura contradditorie rispetto alle enunciazioni generali; alcuni esempi a tale proposito: 1- a fronte dell'intento dichiarato nella strategia A2 di valorizzare i nuclei storici gli interventi nell'ambito T1, cui gli stessi appartengono, sono gravate da un onere aggiuntivo (compensazione ambientale) relativo alle aree non cedute per le opere di urbanizzazione primaria; 2- a fronte dell'intento dichiarato nella strategia E2 per operare interventi per la riduzione del traffico di attraversamento e nella E3 per la soluzione delle problematiche puntuali della rete di mobilit urbana nessun intervento specifico trova riscontro nel PGT (il traffico pesante indotto dall'industria a rischio, confermata nel PGT, doveva essere oggetto di una particolare attenzione, rispetto ad alternative viabilistiche da concordare col Comune di Olgiate con la massima attenzione rispetto all'ambiente, nessuna proposta viene avanzata per l'immissione di Via Varese sulla Provinciale N 2); irrilevante la ricaduta della strategia E5 stante la marginale integrazione delle piste ciclabili a fronte dell'intento dichiarato di realizzare una rete di mobilit dolce; 3- a fronte dell'intento dichiarato nella politica del Paesaggio e dell'identit locale, che prevede come azione C3.3 la tutela generale del territorio in stato di naturalit, non si prevede alcun corridoio verde di collegamento col fondovalle sul comparto definito industria a rischio, da subito sulle aree prevalentemente in stato di naturalit comprese tra la vecchia strada per Olgiate e la Provinciale N12 e in caso di dismissione degli impianti esistenti sulle aree a lato della vecchia strada compreso il pendio; 4- nettamente contradditoria rispetto ai principi dichiarati ed a quanto previsto dal PTCP appare la localizzazione delle aree di trasformazione AT3 (area di 15.800 mq ,attualmente boscata con presenza di querce di notevole consistenza, Verde pubblico nel PRG in salvaguardia,prevista come area a servizi per housing sociale, 80% urbanizzabile a condizione che si compensi il bosco distrutto con il rimboschimento a ridosso della Pedemontana ),AT4.1 (area di 36.800 mq attualmente a prato, notevole la matrice agricola e la valenza come sito della memoria locale la conigliera urbanizzabile per il 70% , la cui Slp destinata per il 60% ad attivit produttive ordinarie,per il 20% al trasferimento di attivit produttive commiste col tessuto residenziale e per il restante 20% ad attivit esclusivamente artigianali), AT4.2 (area di 7.100 mq urbanizzabile per il 70% , la cui Slp destinata per il 60% ad attivit produttive ordinarie,per il 20% al trasferimento di attivit produttive commiste col tessuto residenziale e per il restante 20% ad attivit esclusivamente artigianali), AT4.3 (area di 27.900 mq , in parte piantumata a pioppi , urbanizzabile per il 70% , la cui Slp destinata per il 60% ad attivit produttive ordinarie,per il 20% al trasferimento di attivit produttive commiste col tessuto residenziale e per il restante 20% ad attivit esclusivamente artigianali). La natura attualmente agraria delle tre aree AT4.1.2.3 sottolineata dal fatto che le edificazioni delle stesse nelle specifiche direttive del DdP sono sottoposte ai disposti dell'art.43, comma 2 bis della LGT e della DGR 22 12 2008 N8/8757 in materia di contributo sul Costo di Costruzione relative alla maggiorazione dello stesso perch le costruzioni sottraggono aree agricole. Nelle stesse direttive per le aree di trasformazione AT4.2.3 si rileva l'erronea prescrizione relativa all'obbligo del doppio filare alberato lungo la strada principale d'accesso diramata da opera

complementare della Pedemontana evidentemente un refuso dalle prescrizioni per l'area AT4.1. 5- La prospettiva di utilizzo di una delle tre aree di trasformazione industriale ,molto grave dal punto di vista ambientale e decisamente in contrasto con l'obiettivo di valorizzazione della matrice agraria, non pu essere meno rilevante in quanto le prescrizioni per la stessa risulterebbero solo nel DdP e quindi senza alcuna valenza sul regime delle aree. E' pur vero che la effettualit collegata a diverse condizioni quali il recepimento del DE derivante dalla demolizioni degli edifici definiti non rilevanti nel fondovalle, la presenza di un operatore che proponga un PII su un comparto che raggiunga il 50% dell'area AT4.1 ma altrettanto vero che sono riportate nel PdR negli elaborati PdR09a.0,PdR09b.0,PdR09c.0 e quindi con effetti di diritto sul regime delle aree. A tale proposito abbastanza singolare e di dubbia legittimit l'introduzione nella specifica direttiva del DdP del vincolo per cui parte solo la prima iniziativa (purch raggiunga il 50% della Slp attibuita all'area AT4.1) una specie di ius primae istantiae, peraltro di difficile gestione. L'area della AT4.2 a se stante non potrebbe raggiungere il minimo richiesto e quindi dovrebbe accorparsi con una delle altre aree o con tutte e due le altre aree. Non infatti chiarito che l'iniziativa debba essere effettuata su un'unica area (il che escluderebbe l'area AT4.2) e quindi si potrebbe verificare la compromissione di tutte e tre le aree (ipotesi probabile nell'interesse dei proprietari, ma deleteria dal punto di vista ambientale). Stante l'attuale congiuntura economica non certamente finalizzata al rilancio della economia locale la scelta di individuazione di nuove aree industriali a meno che non esistano istanze dei proprietari in particolare per attivit direzionali o terziarie in genere (escluso il commercio non ammesso) in particolare per l'area AT4.1 vista la localizzazione a ridosso dello svincolo della Pedemontana con i riflessi di ulteriore congestionamento del traffico tanto sulla Provinciale N2 quanto sulla Via 4 Novembre, circostanza accennata nella VAS, decisamente in contrasto con l'obiettivo di alleggerire il traffico di attraversamento. In caso di effettivo bisogno di nuove aree industriali si potrebbe attribuire un diverso DE e Ifmax alle aree AMF2 relative ad industrie a rischio di incidente rilevante che, non costituendo Slp il sedime degli impianti,risulta di fatto sottoutilizzata in quanto vi previsto solo una edificabilit pari all'esistente. In queste aree, anche se ridotte a seguito della auspicabile individuazione di un corridoio verde di collegamento con il fondovalle sopra citato, potrebbe essere soddisfatto il fabbisogno di nuovi insediamenti industriali anche recependo i diritti edificatori delle aree a servizi , di di quelle di compensazione e di quelle derivanti dalla demolizione degli edifici di fondovalle ritenuti non rilevanti (dopo attente verifica sulla effettiva non rilevanza). Nel merito della trasferibilit dei diritti edificatori derivanti dalle demolizioni degli edifici di fondovalle abbastanza singolare la nota contenuta nell'art.117 relativo all'area speciale AS2 nel documento PdR 12.0 Disciplina generale che recita: Il trasferimento dei diritti edificatori,......., potr avvenire indipendentemente dall'attuazione delle disposizioni del DdP in capo all'area di trasformazione ricevente tale diritto. La formulazione, seppure piuttosto criptica, di fatto sancisce che le aree di trasformazione industriale manterrebbero il DE acquisito indipendemente dal periodo di validit del DdP ( cinque anni). Non chiaro come tale diritto possa coesistere col principio che limita la possibilit di intervento alla prima iniziativa nelle AT4 e sopratutto come sia legittimo ipotecare per queste aree una identica destinazione nel DdP dei successivi anni. Per quanto concerne le scelte relative ai vari articoli dei documenti di piano si formulano le seguenti osservazioni: art.7 PdR12.0 l'inciso relativo all'operosit del PdR sulle aree di trasformazione (fatti salvi i casi......nelle more dell'attuazione delle indicazioni del DdP) non trova

riscontro in Solbiate Olona. art.111 PdR12.0- area speciale AS1 per l'edilizia residenziale pubblica o convenzionata ; - erroneamente si citano aree libere nell'ambito T2 destinate a tale funzione. Articoli 114,115,116,117 PdR 12.0 aree speciali di fondovalle AS2; facendo riferimento anche al documento PdR 9e.0 comparto APFI (ex cotonificio) Si rileva in linea generale come il tema del fondovalle per la rilevanza territoriale che investe , per gli aspetti naturalistici, per quelli storici legati alle trasformazioni antropiche doveva essere oggetto di un tavolo di confronto con le diverse istituzioni, comunali, provinciali, regionali e per taluni aspetti anche transnazionali (ferrovia della Valmorea).In tale ottica, con il coinvolgimento delle comunit locali,si poteva mettere in moto un processo di progettazione collettiva capace di fornire indicazioni, idee che conciliassero l'esigenza di salvaguardia ambientale con il mantenimento degli edifici con valenza di archeologia industriale, delle opere idrauliche rilevanti, di tutti quei segni degli interventi umani non distruttivi che costituiscono la storia dei nostri paesi. Stante la scelta di affrontare il problema solo a livello locale (non imputabile solo all'Amministrazione di Solbiate responsabile per della mancata sensibilizzazione della cittadinanza attraverso meccanismi di partecipazione non solo formali) si osserva quanto segue: a- al fine di non compromettere la valorizzazione del complesso in un ottica di ampio respiro territoriale, coscienti del valore di memoria che lo stesso riveste per la comunit locale (nel bene e nel male ha costituito per quasi 150 anni il modello prevalente socio-economico del nostro paese) si ritiene che qualsiasi operazione normativa debba salvaguardarlo nel suo insieme, attenti a quello che attualmente ma sopratutto a quello che stato in un passato neanche troppo remoto. La visione integrata del suo ruolo , quasi a tempo pieno, nello scorrere della vita del paese ( accanto agli aspetti non del tutto positivi di una politica padronale resa ancor pi pesante durante il ventennio quando datore di lavoro e podest coincidevano) si era tradotta in un modello che accanto alla fabbrica (la vecchia macchina) aveva pianificato e quasi totalmente realizzate le attrezzature per il tempo libero,dagli spazi ricreativi (dopolavoro) a quelli sportivi (piscina, campi da bocce,da tennis, da pallavolo, da pallacanestro,oltre ad una pista di atletica attorno al campo di calcio). L'insieme, dotato di un consistente patrimonio alberato anche all'interno della zona produttiva era (e fatta eccezione per la scaletta che porta alle case operaie ed alle villette degli assistenti inglobata in una propriet privata) ed ancora collegata ai vecchi nuclei del paese con percorsi pedonali quali le scalette ed il costaiolo la cui valenza paesaggistica esaltata dal pendio sovrastante terrazzato. Questa sensibilit si ritiene debba essere alla base delle scelte per la conservazione del bene nel suo insieme coniugata con le ragioni economiche che ne permettano il mantenimento. Conseguentemente a queste premesse generali anche l'individuazione degli edifici non rilevanti doveva tener conto del ruolo degli stessi nell'insieme; vale per tutti l'edificio del dopolavoro, importante nell'insieme ed anche singolarmente quale opera idraulica e per i dipinti dell'interno,cos come per la palazzina degli uffici.. Nel piano perseguendo l'obiettivo corretto di de-industrializzare la Valle e quello non condivisibile di rinaturalizzazione (stante le valenze antropiche che la caratterizzano) si danno delle prescrizioni che contraddicono l'obiettivo.

Per gli edifici storici e per quelli con valore tipologico e morfologico (edifici 1,2,3,10,7) costituenti la parte prevalente del comparto (mq 18.544 di Slp) previsto infatti giustamente il mantenimento ammettendo gli interventi dalla lettera a) alla lettera d) di cui all'art.27 della LGT, ma erroneamente ammessa come destinazione d'uso l'industria, che stante l'ubicazione del sito, oltre ad essere poco probabile, se si avverasse creerebbe problemi per il traffico di attraversamento indotto. Non viene invece ammessa la permanenza delle attivit esistenti consistenti in depositi per i quali tra l'altro recentemente stata richiesta e concessa l'agibilit. Trattasi di depositi di materiali e strumentazioni di piccole entit artigiane che svolgono altrove il proprio lavoro ,non costituiscono problemi per la viabilit e temporaneamente possono assolvere al duplice compito di garantire a questi artigiani siti di deposito ad affitti moderati ed alla propriet di avere il ritorno economico per sostenere le spese di manutenzione senza le quali pressoch inevitabile il degrado degli edifici. Basterebbe applicare agli edifici storici e a quelli con valore tipologico e morfologico la stessa prescrizione degli edifici ritenuti di valore non rilevante per i quali ammessa la destinazione d'uso esistente, oppure se si vuole garantire un minimo di flessibilit d'uso ammettere il deposito senza logistica escludendo ovviamente l'industria. Questa soluzione transitoria avrebbe il pregio di permettere effettivamente il mantenimento degli edifici senza indurre i problemi di inerzia per future destinazioni e di traffico che gli insediamenti industriali comportano.

Art.121 Pdr12.0 area speciale per insediamenti commerciali, ricettivi, ricreativi e sportivi. La normativa prevista contraddice il principio di equit di fatto alla base del DdP; ritagliata sfacciatamente ad uso e misura per l'Iper e per il Golf recupera volumetrie di piani attuativi di cui sono scaduti i termini di validit, premia col 15+ 20% l'Iper, sposta la volumetria residua rispetto alle localizzazioni dei piani attuativi, introduce un surrettizio condono non oneroso per il ricettivo di fatto adibito a residenza. Corre d'obbligo riferirsi in proposito alla scelta diametralmente opposta tenuta a proposito dell'area di trasformazione per edilizia pubblica o convenzionata AT3 per la quale i diritti pregressi del piano attuativo sono stati cancellati. Art.141,142,143,144 PdR12.0 spina verde urbana Gli elementi di tutela del verde urbano appaiono troppo generali e le prescrizioni sembrano poco efficaci mancando un' individuazione specifica nelle tavole di piano. Osservazioni generali riguardanti gli elaborati di piano: -Negli elaborati conoscitivi relativi ai servizi esistenti di tipo sanitario, assistenziale non rilevata a Solbiate la presenza del Centro Diagnostico Solbiatese ed a Gorla Minore La Fondazione Raimondi. -Per quanto concerne la perequazione non chiaro il valore del DE attribuito alle aree di compensazione 0,10 mq/mq o 0,07mq/mq ? -La disciplina applicativa di cui ai documenti PdR 0.2 e PdR 13.0 sembra essere di difficile applicazione in quanto configurandosi quasi come metaprogetto , teorizzato negli obiettivi di qualificazione del costruendo, implica criteri di discrezionalit nel giudizio estremamente soggettivi.

DdP09a.0 Catasto 1730 circa,manca la parte di Solbiello allora facente parte del comune di Fagnano. DdP09.c Soglie storiche si rilevano alcuni errori di datazione. DdP14.0 Assetto generale dei servizi esistenti -manca come area a verde quella corrispondente alla previsione AT3. PdS9.0 Localizzazione del PdS-non si capisce perch l'area a servizi limitata solo ad una parte,tra l'altro la meno interessante dal punto di vista paesaggistico, del pendio verso la valle. PdR03f.0 Stato di conservazione edifici si rilevano alcuni errori. PdR03i.0 Numero dei piani degli edifici si rilevano alcuni errori. PdR10b.0 Classi di sensibilit paesaggistica- manca nella legenda il retino golf. PdR11.0 Classificazione edifici storici si rilevano imprecisioni.

Le presenti osservazioni, nello spirito delle motivazioni da cui sono nate, sono state formulate con intento collaborativo.

Solbiate Olona 24 giugno 2012 L'osservante:

dott arch pietro galli c.f. GLL PTR 39L12 I794P via orazio 7, 21052 busto arsizio tel 0331 635888 fax 0331 643156 e-mail pietro.galli@alice.it

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