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LO SCIAMANO, LEROE E LO SCIOCCO

Paradigmi educativi nella Fiaba Siberiana

(Tesina valevole per lappello di Pedagogia del 05/07/2012 della Laurea Triennale in Scienze e Tecniche Psicologiche) Docente referente: Prof.ssa Sara Nosari)

SOMMARIO

INTRODUZIONE LA TRASMISSIONE DELLA CONOSCENZA LO SCIAMANO, LEROE E LO SCIOCCO IO FORTE ED IO DEBOLE INTERDISCIPLINARIETAED ESPERIENZA: CONCLUSIONI FINALI

INTRODUZIONE Luomo primitivo non conosce il mondo dei valori e lorizzonte dei grandi ideali. I suoi sforzi si infrangono come le onde di un mare sempre mugghiante contro lalta sponda della ferrea necessit e dellautoconservazione. Solo l dove luomo riuscito a far breccia in questo elemento che lo tiene avvinto a prefiggersi scopi superiori allautoconservazione, le onde del suo lavoro non rifluiscono respinte, ma scorrono avanti nella larga e navigabile corrente della storia che si perde nellinfinito.1 Con queste parole Sergei Hessen, uno fra i pi grandi esponenti delle Pedagogie dei Valori riassume la stretta corrispondenza fra educazione e cultura. Il mondo dei Valori (la cultura) trasforma il fanciullo da soggetto naturale a soggetto educabile, un processo che solo la Scienza dellEducazione pu veicolare favorendo un continuo ripensamento sui grandi ideali che hanno permeato larte, la religione, la morale e la politica della societ contemporanea. In questo senso ideali, moralit e tradizione sembrano essere il mezzo per la maturazione del carattere. Se vogliamo ricondurre lapporto di questo autore ad una prospettiva pi ampia non possiamo fare a meno di notare quanto la definizione di valori comuni e la loro modalit di trasmissione siano ancora al centro del dibattito pedagogico contemporaneo. Si parla soprattutto di condivisione del principio di cittadinanza comune quando si vuole rispondere al declino dei valori a fronte di un incremento esponenziale della tendenza a non partecipare attivamente alla cosa pubblica e alla risoluzione dei problemi che affliggono la collettivit, a quella religione della societ auspicata da Rousseau. Da questo dato di fatto lottica delle pedagogie contemporanee si rivolge soprattutto allidentificazione di quelle procedure operative che consentirebbero di promuovere lo sviluppo di un autonomo relativismo etico e a offrire agli alunni gli strumenti adeguati per gestire e organizzare la conoscenza, relazionarsi con lambiente, adattarsi al cambiamento per reagire sapientemente alla mutevolezza che contraddistingue la societ moderna e, al tempo stesso, promuovere principi etici condivisibili. Tuttavia indubbio che la situazione post-moderna delineata da Lyotard crei tuttora non pochi grattacapi agli educatori contemporanei. Dalla situazione post-moderna, caratterizzata dalla mutevolezza dei significati e dall incertezza verso il futuro, viene fuori limmagine di un uomo nomade, alla continua ricerca di un senso da attibuire alla realt, un uomo che migra al migrare delle risorse, allinsorgere di nuove prospettive sociali ed economiche che possano garantirgli diritti per migliorare il proprio status. Un uomo costretto continuamente a rimettere in gioco i propri valori e la propria visione del mondo. La preoccupazione della pedagogia contemporanea sta perci, oltre che nel definire i campi cognitivi meritevoli di educazione e di costruire modelli operativi funzionali al loro sviluppo, nelloccuparsi anche di definire con esattezza quali siano i valori che debbano contraddistinguire luomo nomade, e in che modo essi debbano essere interpretati. Il dibattito, in questo senso, molto acceso. Da un lato si schiera la corrente Liberals, di stampo individualista che vede, nella situazione post-moderna contrassegnata dalla mutevolezza e dallambiguit dei significati, la sfera psichica come unica certezza dellindividuo e promuove lo sviluppo del concetto di Giustizia allo scopo di garantire il libero esercizio della volont e delliniziativa personale per sviluppare un Io-individuale forte e indipendente, dallaltro versante quella dei comunitaristi che sostiene che la societ nel suo insieme e i gruppi sociali non debbano necessariamente agire per finalit di tipo individuale, ma anche di tipo sociale e comunitario. In questottica diviene fondamentale, in ambito educativo, il concetto di Bene Comune, capace di veicolare efficacemente i valori formativi sviluppati dalla comunit, oltrech il concetto di Tradizione, in grado di gettare un ponte fra passato e futuro allo scopo di preservare i valori oggettivi, colonna portante della profondit e dellesperienza di ogni gruppo sociale definito storicamente. Tradizione, dal verbo latino tradere, per cui traditio che significa dare in consegna-affidare evidenzia un principio dinamico di trasmissione del sapere.

S.Hessen- I Fondamenti Filosofici della Pedagogia, Armando, Roma 1962 pag.24

Linteresse verso la tradizione non sembra, invece, caratterizzare la cultura Liberals. Il concetto di individualismo veicolato da questa corrente di pensiero non ha interesse a rivolgersi a un bagaglio concettuale caratteristico esclusivamente della cultura occidentale (o di altre culture), in quanto, in un mondo ormai sempre pi globalizzato, lindividuo soggetto allinfluenza di forze ben pi grandi della tradizione, forze radicate in un eterno presente e il rifarsi ad essa per interpretare i mutevoli significati della modernit equivarrebbe, per questa linea di pensiero, a osservare il mondo da un cannocchiale dalla lente alterata. Lidea sottostante concepisce lindividuo ormai inscritto allinterno di un processo dinamico eternamente radicato nel presente e che travalica il meccanismo di trasmissione dei valori offerto dalla tradizione, processo che molto spesso interiorizza i valori alla stessa velocit con cui li distrugge. Che Marx lo chiami conflitto di classe o Nietzsche lo chiami volont di potenza o Freud Inconscio il principio sempre lo stesso: lindividuo in balia di un processo dinamico preponderante che influisce sulla sua psiche, sui sui rapporti intersoggettivi e sulla sua razionalit rendendolo cos un individuo lacerato da impulsi contrastanti, impossibilitato ad attribuire ai fenomeni una causa definita e, perci, a ben vedere,una vittima dello stesso processo. Da queste teorizzazioni vengono fuori, perci, due modi differenti di educare lindividuo. Da un lato ha preponderanza lo sviluppo individuale e autonomo centrato sullauto-affermazione, dallaltro, uno sviluppo derivante dallapporto del gruppo sociale col suo codex tradizionale di valori e saperi . Se vogliamo pertanto tentare di conciliare queste due visioni dobbiamo necessariamente affidarci alla tradizione e identificare col quei paradigmi educativi che possano fungere da modelli per il dialogo. Se perci la pedagogia contemporanea necessita di modelli o paradigmi educativi che possano in qualche modo offrire spunti interpretativi efficaci deve cercarli in quelle culture nomadi, che vivono in contesti di estrema mutevolezza sociale e culturale e analizzare in che modo, in queste culture, viene concepita laffermazione dellIndividualit e linfluenza del gruppo sociale sullindividuo.

LA TRASMISSIONE DELLA CONOSCENZA

Giorgio Chiosso ne I Significati dellEducazione2 evidenzia con lucidit i problemi che la Pedagogia contemporanea oggi costretta ad affrontare. La provvisoriet dei significati, la transitoriet delle esperienze divengono spunto per la costruzione della cultura dellIndividualismo, ormai diventata struttura fondamentale del tessuto sociale. Di conseguenza non pi possibile ricondurre leducazione a un unico significato, come avrebbe voluto Sergei Hessen, dal momento che la trasmissione dei valori stata sostituita da una ricerca personale e individuale dei valori, questo anche a causa di due fenomeni: -Lirruzione delle culture degli immigrati, che aggiunge nuove prospettive di interpretazione sul modo di educare e di interpretare i diritti individuali -Lo sviluppo della societ dellinformazione che, se da un lato fa emergere nuovi mezzi di partecipazione alla cosa pubblica estendendo e veicolando i principi di una democrazia condivisa, dallaltro svuota le immagini dai loro contenuti e offre un prodotto preconfezionato, standardizzato, dove la percezione complessiva della realt ne risulta in qualche modo compromessa. In questottica Malcolm Knowles, parlando di Andragogia e insistendo sullefficacia del processo di formazione in et adulta in cui un discente non solo il destinatario dellazione educativa, ma ne anche lartefice pu avere pienamente ragione quando afferma che leducazione infantile e la formazione non possono essere poste sullo stesso piano. Knowles tratta di adulti, di professionisti che vogliono allargare il campo delle proprie conoscenze servendosi dellesperienza acquisita nellarco di vita; parla, cio, di uomini che hanno gi una propria visione della realt e comprendono appieno lutilit di acquisire conoscenza, sebbene operativa. Adulti perci che vogliono essere istruiti e, accidentalmente, educati. Da qui il pensiero seguente che si pone al centro del dibattito: non possibile concepire listruzione senza un corpus educativo sottostante, che possa rendere il soggetto discente consapevole della propria esperienza e condurlo verso la ricerca attiva della conoscenza. Jerome Bruner, che combina sapientemente il cognitivismo in ambito piscologico con la prassi educativa, molto attento a questo tipo di processo. Bruner, parlando della pedagogia dellinsegnamento di stampo comportamentista inaugurata da Skinner e Ausebel afferma : Se si guarda questo impianto dal punto di vista della variet delle esperienze umane non tutte riconducibili alla dimensione intellettiva, ma animate anche da sentimenti, affetti, emozioni, dallincontro con laltro e dallapertura a ci che non ancora- si coglie una certa parzialit, solo in parte attenuata dalla consapevolezza che oltre alla mano destra esiste altres una mano sinistra 3. Bruner parla di mano sinistra quando vuole riferirsi allemisfero destro del cervello, sede delle esperienze creative e artistiche, evidenziando ancora una volta come la prassi educativa teorizzata da Skinner, in cui listruzione si trasforma in una semplice organizzazione delle contingenze rafforzative rischia di tralasciare il desiderio naturale di fare esperienze autonome e rischia altres di trasformare listruzione in un vuoto tecnicismo, in un meccanismo volto esclusivamente allottimizzazione dei risultati e alla diminuzione della spesa scolastica che la societ dovrebbe accollarsi a causa dellallungarsi del tempi di istruzione. Pertanto il problema di identificare valori comuni destinato a collocarsi anche nella distinzione fra Scienza dellEducazione e Pedagogia. Nonostante la trasmissione di valori identitari e comunitari rivesta ancora un importante significato allinterno della societ la tendenza del processo educativo contemporaneo di considerare lapporto pedagogico come una influenza residuale che a fatica trova il proprio spazio nel campo delle scienze delleducazione, molto pi centrate a fornire gli strumenti adatti allindividuo per entrare in contatto con la pluralit delle conoscenze e promuovere la rielaborazione personale dei principi etici con cui esso entra in contatto guardandosi bene dall attribuire giudizi di natura morale al riguardo.

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I significati dell'educazione. Teorie pedagogiche e della formazione contemporanee G.Chiosso-Mondadori 2009 Ibidem

Tuttavia se in una societ multiculturale come la nostra necessario interessarci allidea di cittadinanza allargata nella quale individui di nazionalit e costumi differenti possono essere tutelati dai medesimi diritti e riconoscono principi etici fondamentali come il diritto alla vita, allistruzione, al trattamento sanitario e a una rappresentanza politica allora dobbiamo anche focalizzarci sul mezzo attraverso cui organizzare la conoscenza che non pu pi contare solo su determinati paradigmi radicati storicamente. In pratica, nasce lesigenza di un pensiero che interconnetta, citando Edgar Morin, che possa cio concepire lapprendimento (anche dei valori) non come un susseguirsi di processi logicamente consecutivi che portano a un incremento quantitativo della conoscenza in una determinata disciplina, bens fondato sul rimpiazzare la causalit lineare e unidirezionale con una causalit circolare e multireferenziale 4 in cui lincertezza diviene il carburante per sviluppare lattitudine ad indagare sui problemi attraverso la capacit critica verso un futuro in cui lumanit svilupper un autonomo senso di identit e coscienza terrestre. Afferma Morin ne La testa ben fatta: Lobiettivo quello di civilizzare e solidarizzare la Terra, trasformare la specie umana in vera umanit e promuovere unetica della comprensione planetariaattraverso processi di costruzione e di rappresentazione di reti concettuali secondo una logica ipertestuale, in grado di promuovere saperi senza chiusure definitive. Questi saperi dovrebbero, poi, prediligere processi di integrazione e di contaminazione con altri campi disciplinari rendendo la distinzione tra gli stessi una sorta di frontiera aperta , una possibilit di elaborare un livello pi alto di conoscenza In questo sforzo la Pedagogia pu ancora avere la forza di intervenire sul processo educativo e cooperare con le scienze delleducazione per lorganizzazione della conoscenza traendo i propri concetti anche da campi disciplinari diversi come lantropologia da cui attingere paradigmi educativi allo scopo di costruire le proprie teorie.

I significati dell'educazione.G.Chiosso-Mondadori par.1.10

LEROE, LO SCIAMANO E LO SCIOCCO

Come paradigma di questa educazione nomade abbiamo scelto di analizzare un tipo di fiaba che gi stata capace di affascinare ricercatori come Propp e Lonnroth a causa della sua duttilit. Lanalisi delle fiabe in campo educativo ha gi dimostrato la sua innegabile validit in lavori come quelli di Bruno Bettelheim ed indubbio che solo il carattere della fiaba, con il suo complesso e cangiante simbolismo denso mantenga quella componente di liminariet fra la staticit (sempre in movimento) dei valori e la loro continua adattabilit al processo storico in divenire. Sulla scia di alcuni capitali lavori etnologici (fra i quali dobbligo citare Lo Sciamanismo e le tecniche arcaiche dellestasi di Mircea Eliade), abbiamo scelto di analizzare alcune componenti della fiaba siberiana. Essendo da sempre la Siberia un territorio abitato da genti nomadi, ci sembrato che i suoi caratteri rispondessero meglio di altri allo sradicamento adattativo subito in tempi moderni dalla cifra di una educazione in continua e magmatica trasformazione dei suoi principi-cardine. Se vogliamo analizzare il complesso immaginario della fiaba siberiana dobbiamo innanzitutto cominciare dal suo personaggio pi caratteristico, quello, cio, che racchiude in s il paradigma educativo meritevole di attenzione: Ivn lo Sciocco. La sovrapposizione di significati di cui ha goduto questo personaggio segue fedelmente le trasformazioni sociali e religiose che ha subito la cultura siberiana nel corso dei secoli; a contatto, da un lato, con limmaginario della cultura russa di matrice cristiana popolato di Zar potentissimi e cavalieri senza paura e dallaltro con lantichissima tradizione sciamanica caratteristica di questo isolato angolo di mondo e che trova riferimenti cartacei solo nellattivit etnografica antropologica. Ivn incarna simultaneamente tre figure, tre archetipi ugualmente ricchi di significato che forniscono le cause per il quale egli agisce e che rappresentano la summa, la cifra della sua personalit. Egli prima di tutto un eroe-civilizzatore: I totm di una trib si incarnano negli eroi-civilizzatori, ovvero, gli immortali, i figli degli dei e delle dee, e infine tutti gli individui che hanno acquistato, con lastuzia o con i riti di iniziazione, una qualit speciale, magico-religiosa formata di santit o divinit (...) Si tratti della diffusione del fuoco, dellinvenzione delle tecniche agricole o industriali, dellorganizzazione sociale, dellistruzione delle cerimonie magiche o religiose latteggiamento mentale dei gruppi umani sempre lo stesso. Essi rendono onore a qualche essere di potenza sovrumana e divina e fanno risalire a un passato mitico le sue azioni utili allumanit. Cos il personaggio delleroe-civilizzatore, com gi stato indicato, proprio il punto centrale da cui, attraverso differenziazioni varie, sono scaturite le diverse divinit... 5 Egli, perci, agisce prima di tutto per il bene comune dal momento che tutte le sue azioni sono tese allappropriazione di una tecnica o di una conoscenza superiore che porta alla civilizzazione della comunit. Tuttavia la sua funzione anche unaltra. Non solo egli un innovatore ma detiene anche la conoscenza della sua innovazione e si prende carico della sua diffusione, del suo ricordo da imprimere nella memoria collettiva delle generazioni future e della sua tutela. Egli , altres, anche uno sciamano: Egli pu fare ci che gli altri uomini non possono, e opera per essi, come medico e come profeta ma per lo pi senza che tra il suo operare e le attuali credenze religiose della sua comunit si possa avere autentica integrazione. Non diviene mai un sacerdote:...egli medicine man, mago, solitario; la sua vocazione individuale, quasi sempre preceduta da fenomeni isterici; la sua iniziazione opera di spiriti sconosciuti; la sua esistenza si svolge in gran parte in solitudine, e in gran parte, al di l di qualsiasi campo esperibile al resto della comunit....lo sciamano un eroe civilizzatore, un Hermes ladro che si riconosce bene per la sua funzione di trickster, ovverosia di quella personificazione particolarissima del disordine, del principio del caos e di tutti gli strati inferiori del carattere individuale che altres diviene la forza che libera dai tab e da ogni limite imposto allesperienza 6
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Le Origini delle Leggende- Arnold Van Gennep- Xenia Edizioni- 1991 (pag.89) Igor Sibaldi Fiabe Siberiane-Mondadori 1994.

Tuttavia, ben lungi dallessere un eroe sfavillante dal coraggio incrollabile, Ivn soffre di un deficit che lo affligge dalla nascita e che sembra apparentemente non renderlo consapevole del suo ruolo di eroecivilizzatore. Egli uno sciocco, un uomo tardo di mente al quale sembra impossibile affidare anche lincarico pi semplice per fare in modo che lo porti a termine. Suona in qualche modo curioso accostare un difetto tanto penalizzante a due figure cariche di significato come quelle delleroe e dello sciamano, che devono essere in ogni momento ben consapevoli di ci che il loro contributo e la loro nascita sono in grado di apportare alla cultura da cui sono nati. Tuttavia larcano presto svelato: Durak in russo vuol dire sciocco, tonto, imbecille. La radice dur-ha a che fare con lidea di sonno, torpore, molto simile al sonno-torpore indotto dalla drman, o dalla sonnaja-odur (Belladonna), ambedue droghe oppiacee. Ivn, insomma, un letargico, allinizio. Alla fine sar un eroe sfolgorante. Nel corso della fiaba si constata che era scemo perch gli mancava qualcosa, e che diviene eroe perch ha trovato qualcosa. Quel qualcosa un dono magico che lo trasfigura, ridestando e potenziando la sua personalit. Quel dono non la iniziazione, fuor di ogni dubbio una iniziazione particolarissima:non liniziazione del giovane alla comunit che lo fa accedere allet adulta dalla famiglia al clan, ma proprio quella iniziazione al potere, che dalla famiglia fa accedere alluniverso, ampliando il campo vitale prescelto,liberando in lui varchi e fornendogli qualit che i riti iniziatici comuni agli altri membri della comunit non possono in alcun modo produrre.7 Dunque lo sciocco, godendo di uniniziazione del tutto personale, fruisce di una successiva gestione autonoma della conoscenza e della funzione che solo egli in grado di svolgere. Leroe-sciamano Ivn non viene istruito ad essere tale ma ottiene la consapevolezza di essere sciamano attraverso la propria esperienza e la capacit di isolare alcuni elementi significativi dal contesto in cui opera; elementi che gli consentono di possedere la piena consapevolezza del proprio ruolo. Egli , tuttavia, gi uno sciamano, anche se ancora non s di esserlo. Ivn non uno sciocco, anche se apparentemente lo sembra. Tutto in lui suscita ribrezzo e repulsione: sporco, lacero e pigro, molto diverso da eroi sfolgoranti come Achille o Bellerofonte ma dietro queste apparenze nasconde la capacit di comprendere quali siano le esperienze significative da compiere per la sua maturazione personale. Anche il dono che riceve unapparenza: esso lo modifica esteriormente e moltiplica le sue qualit personali, ma quelle qualit esistono gi dentro di lui, anche se si manifestano in sordina. La vicenda fiabesca si svolge in una cornice di indeterminatezza, di parit delle opportunit che John Rawls identifica con la definizione di Posizione Originaria. E il caso e lesperienza che deriva dalla reazione verso di esso a far emergere la vera funzione di sciamano e a trasformarlo, dunque, in eroecivilizzatore. Se lantropologia riesce a riconoscere queste tre figure nel personaggio di Ivn bisogna, a questo punto, operare qualche distinzione che ci colleghi con i temi pedagogici a noi cari. Linnovazione che si trova nel personaggio di Ivn non sta nel fatto che egli incarni queste funzioni, bens nel fatto che egli non ne sia assolutamente consapevole. Ivn una figura mitica, ma suo malgrado. E molto lontano dal Titano Prometeo perch egli, prima di tutto, uno sciocco e non consapevole dei suoi poteri. Ci che lo rende speciale la sua consapevolezza di dover fare esperienza, di scoprire la propria identit sulla base di ci che decide di essere e, al tempo stesso, di avere la certezza incrollabile che, servendosi del patrimonio immenso della sua cultura (il mitico cavallo magico lasciatogli in dono dal padre) possa portare a compimento qualsiasi impresa senza che questo dono lo costringa a rinunciare alla sua personalit ed individualit. A conti fatti, Ivn alla fine di ogni storia resta sempre uno sciocco, metafora che prima di tutto ricorda leterna posizione dellalunno che, dinanzi alla conoscenza, si presenta come una tabula rasa, un vaso vuoto che vuole essere riempito.

Igor Sibaldi Fiabe Siberiane-Mondadori 1994 pag.16

Buona parte delle Fiabe Siberiane ruota intorno a un perno fisso, con poche variazioni trascurabili. Ivn il quarto figlio di un boscaiolo e il suo ingegno non spicca sopra quello dei suoi fratelli. Un giorno il vecchio padre muore e chiede ai figli di vegliare per quattro notti sulla sua tomba, una notte per ogni figlio, cos che la sua povera anima possa ricevere la benedizione della preghiera. La prima notte il figlio maggiore si rifiuta di fare la sua veglia e lo Sciocco Ivn si offre volontario al suo posto, poich non ha nulla da temere da suo padre, anche se morto. A mezzanotte la tomba si apre. Ne esce fuori il padre defunto. Sei tu, Vasenka? chiede il padre, No, sono Ivan risponde il ragazzo per nulla impressionato dallapparizione. Il padre non replica e Ivn torna a casa. Nelle notti successive si offre ancora volontario al posto dei fratelli per recitare preghiere davanti alla tomba e ogni notte il padre si desta dal sepolcro, chiama il figlio che crede di trovare quella notte trovando invece la voce di Ivn, fino a quando non arriva la notte destinata ad Ivn. Quando il padre lo vede raccoglie il fiato nellampio torace e lancia un urlo da Bogatyr* rivolto alloscurit: Sivko-Burko, morello magico!chiama e dalle tenebre giunge un magnifico cavallo nero Burko, come hai servito me, adesso servirai Ivn dice il padre, dopodich ritorna nel sepolcro a godere il suo meritato riposo. Il resto della fiaba ricorda molto le vicissitudini di Cenerentola: c uno Zar che dar la sua figlia in sposa a quel cavaliere che, saltando col suo cavallo fino a una terrazza posta in cima a un castello, riuscir a sfilarle un anello doro dallindice. I fratelli lasciano Ivn lo Sciocco a casa anche se egli insiste per venire con loro e si avviano alla corte dello Zar. Allora Ivn chiama il suo cavallo magico e passa dallorecchio destro ed esce da quello sinistro della sua cavalcatura. trasformato in un giovane coraggioso ed elegante. Per tre volte, con la sua magica cavalcatura, Ivn riesce a sfilare lanello dal dito dellincredula Principessa e ogni volta riuscir anche a prendersi una rivincita sui suoi fratelli, canzonandoli in qualche modo durante limpresa. La canzonatura prosegue anche quando i fratelli tornano a casa e Ivn tornato il ragazzo sporco e dimesso di sempre, rivelando per unarguzia inconcepibile per uno stupido: Ma come, non avete visto che quel cavaliere ero io? li stuzzica. Il seguito della storia facile da capire. Con un astuto stratagemma la Principessa riesce a scoprire lidentit del bel cavaliere e a divenire sua sposa ma, come logico aspettarsi, nessuno pu amare uno sciocco che da sguattero diventato figlio acquisito dello Zar ed erede del Regno. Nelle varie versioni della storia la moglie cerca di liberarsi di lui una volta scoperta la sua debolezza di mente, in altre, il padre della sposa a commissionargli avventure spericolate nella segreta speranza che non ritorni mai pi, ma Ivn riuscir sempre e comunque a portarle a termine appellandosi allausilio del suo cavallo magico e offrendo sacrifici propiziatori allanima del padre defunto. Ivn non solo riuscir a trionfare ma si prender anche la dolce soddisfazione di umiliare coloro che gli volevano nuocere con stratagemmi speculari a quelli adottati per eliminarlo. Di questa fiaba non esiste una versione ufficiale, tuttavia certi temi tornano spesso e insistentemente, troppo spesso perch possano essere considerati ricami narrativi tessuti intorno alla sua figura. Ivn possiede il potere di intuire quali siano le azioni che deve compiere e, perfino quando avviene la trasformazione a principe bello e valoroso, quellintuizione non viene mai abbandonata. Ivn agisce guidato dal dono che gli stato regalato per un preciso scopo e che ha la capacit di accrescere enormemente le sue potenzialit. Egli passa attraverso lorecchio destro ed esce dal sinistro del suo cavallo, una metafora che ricorda molto il processo di acquisizione della conoscenza attraverso la lezione orale e, attraverso questatto magico, avviene la trasformazione da sciocco ad eroe. Da un punto di vista antropologico il significato presto spiegato: Questi eroi (gli eroi civilizzatori) sono zoomorfi o antropomorfi, e un residuo della loro antica origine totemica si nota nel fatto che essi possono inizialmente assumere indifferentemente luna o laltra forma. Ma questa solo una sfumatura dellidea che, superiori allumanit di cui sono i benefattori, essi sono superiori anche alle sue condizioni ordinarie di vita-8

Le Origini delle Leggende-Arnold Van Gennep- Xenia Edizioni- 1991 pag.90

Tuttavia, dal punto di vista educativo, esiste un significato ben pi alto. Il cavallo riveste una grande importanza in tutte le culture nord-asiatiche dal momento che buona parte delleconomia agricola di queste zone poggia sulla vendita del latte di giumenta e sullallevamento equino. Il cavallo si identifica cos profondamente con certe culture che diventa perfino un aspetto della divinit. La Morte, ad esempio, si manifesta spesso nella forma di un cavallo bianco, ma Ivn, fortunatamente, non ne cavalcher mai uno di questo colore. Al di l della cosmogonia sottostante che il cristianesimo riuscita lentamente a soppiantare, il cavallo diviene innanzitutto il simbolo della Cultura della nazione. Quando Ivn compie la sua trasformazione egli si immerge nella propria cultura tramandata di padre in figlio, col suo particolare codice di saperi, norme e valori e ne esce rinvigorito. Non solo cultura, ma anche conoscenza che deve ancora essere assorbita, che deve essere interpretata e simbolizzata. Per superare le prove alle quali sottoposto Ivn chiede spesso di farsi regalare dalle cognate un cavallo, cos che possa sacrificarlo e il sacrificio, se da un lato assolve alla funzione dello sciamano, dallaltro nasconde un fine ultimo: ...non solo il sacrificio unofferta agli uccelli e quindi un ringraziamento al Padre-Benefattore ma un dialogo tra lo sciamano e il suo Dio. Lo sciamano sacrifica la forma esteriore dellanimale-simbolo perch di l da quella forma compaia la vera essenza dello spirito animale che nel cavallo immolato simboleggiato 9 In altre parole, Ivn mette da parte tutto ci che ha precedentemente appreso per accogliere la Nuova Conoscenza che si trova gi a un livello embrionale ma ha bisogno di un sacrificio per essere portata alla luce. Per far s che essa si sviluppi egli deve onorare la tradizione e, al tempo stesso sacrificarla mettendo in gioco prima di tutto s stesso e la sua funzione di custode della tradizione, rinunciando perci a parte della sua individualit per fare spazio al nuovo. In questo senso, il sacrificio del cavallo viene inteso come rielaborazione concettuale e simbolica. Ivn si libera delle pastoie imposte dalla cultura e accoglie una nuova forma di conoscenza pi evoluta che gli consente di superare le prove. Nella cultura occidentale il sacrificio allinterno della fiaba coincide spesso con una scelta. In questo caso imposto e, senza di esso, la storia della cultura della nazione non potrebbe mai andare avanti.

Bisogna innanzitutto mantenere intatta la differenza tra Sciamano e Sacerdote, ed evidenziare come il cammino sapienziale dello sciamano, e quindi di Ivan, sia differente dal semplice esercizio di una professione come quella del sacerdozio in cui la manifestazione del Sacro ripetibile attraverso riti determinati (come il rito dellEucarestia nel Cristianesimo) . Lo Sciamano viene a trovarsi sempre ed esattamente al centro delle proprie esperienze senza che le imposizioni e le influenze della societ riescano a fiaccarlo o a condizionarne la volont. Molto spesso senza una guida o un compagno che possa indirizzarlo e consigliarlo, molto spesso, in comunicazione con personaggi ed entit lontani dalla sua esperienza e che appaiono senza che nessuno li abbia chiamati. La figura delleroe della favola siberiana diviene perci qualcosa di pi di un semplice eroe didascalico come pu trovarsi in una fiaba dei fratelli Grimm o di Perrault. Lo sciamano sia un mezzo per educare che un oggetto delleducazione, un un individuo che sente su di s il peso del proprio cammino verso la conoscenza e se ne fa carico. Se una descrizione del genere sembra apparentemente soddisfare la corrente Liberals alla continua ricerca di paradigmi educativi che promuovano lindividualismo e la sua legittimizzazione, Ivn offre molto di pi. Egli non un individuo che agisce solo in base alla propria morale, anzi un capo che agisce per il bene di tutta la comunit. La descrizione dello Sciamano sembra essere assolutamente compatibile con le teorizzazioni di Rawls che si rivolgono alla formazione di un individuo moralmente autonomo. Per Rawls la societ non condizione sufficiente per lo sviluppo della razionalit e la capacit di agire moralmente. Questo soggetto senza famiglia e senza patria (luomo moderno) trova la sua realizzazione in ci che sceglie di essere. Lidentit dellindividuo non sta perci in quello che fa, ma bens nella consapevolezza dei propri diritti individuali e il desiderio di tutelare i propri e quelli altrui.

Igor Sibaldi Fiabe Siberiane-Mondadori 1994. Pag.24

La condizione ideale che possa garantire la tutela dei diritti individuali laPosizione Originaria, ovverosia la consapevolezza che deriva dal non conoscere il proprio ruolo allinterno della societ e della preminenza del caso che ci assegna quel ruolo. Di conseguenza lesperienza viene a trasformarsi in carburante per lappropriazione dellindividualit e della tutela di essa; diviene, in altre parole, parte integrante del cammino iniziatico che porta allautoindividuazione. In questo, Ivn diviene un eroe in virt delle esperienze che compie e delle prove che riesce a superare, non perch sia un eroe predestinato, bens perch decide di esserlo e di farsi carico di quella funzione, possiede, cio un Io-Forte che lo spinge alla ricerca della conoscenza. Altro parallelismo con le teorizzazioni di Rawls sta nellidentificazione di una situazione di Nomadismo in cui leroe costretto a muoversi e ad agire. La famigerata Condizione Postmoderna analizzata da Jean Francois Lyotard in cui luomo attuale si colloca nellepoca di crisi dellIlluminismo-razionalizzante e dellIdealismo ,che pretendeva di racchiudere lintero campo dei fenomeni sotto un principio interpretativo unitario, espone luomo di oggi al senso di incertezza suscitato dal futuro, ormai privo di validi punti di riferimento. Una situazione di indeterminatezza viene parallelamente riproposta nella fiaba siberiana in cui leroe principalmente solo, fa parte della societ ma al tempo stesso ne al di fuori e ne comprende le meccaniche ma non le finalit, in cui la sua sola presenza suscita diffidenza e perplessit e solo attraverso le sue azioni egli pu riabilitare il proprio ruolo e far comprendere a chi lo circonda la sua vera funzione di Eroe. Oltretutto egli incarna altres le due figure,care alla Dolto, dellUlisse e di Robinson; sia un uomo pronto a sfidare i tab della tradizione e a non lasciarsi piegare dallincertezza che segue lesperienza, sia un uomo che in situazioni estreme s affermare, non solo la propria voglia di vivere, ma anche il diritto delluomo ad esistere e ad imporre la sua volont sulle circostanze. Egli non segue le norme della societ, perch ne al di fuori ma, al tempo stesso, egli la societ, poich egli a tutti gli effetti un prodotto culturale che incarna i valori sociali e li veicola attraverso la sua funzione di guaritore, psicopompo ed educatore.

IO FORTE ED IO DEBOLE: CULTURA SOGGETTIVISTICA E SGUARDO SULLA MODERNITA Listante, eccolo presente, eccolo gi sparito, prima un niente, dopo un niente...Continuamente un foglio di carta si stacca dal rotolo del tempo, cade, vola via e rivola improvvisamente indietro, in grembo alluomo. Allora luomo dice mi ricordo, e invidia lanimale che subito dimentica.10

Lemergere di una cultura della soggettivit da collocarsi verso la met del XIX secolo in risposta alle tendenze positivistiche che facevano coincidere lo sviluppo dellumanit con il progresso della ragione e intendevano il sapere al servizio dell'uomo come mezzo per conseguire la felicit", obiettivo questo fallito dagli illuministi. Tramite il metodo scientifico applicato in ogni campo delle conoscenze umane la conoscenza veniva intesa come un prodotto ad evoluzione lineare, che parte da una situazione di omogeneit e si sviluppa verso la differenziazione e la complessit a pi livelli dei significati. Nietzsche, daltro canto, oppone una forte critica al positivismo e, in particolar modo, al razionalismo socratico e allidealismo hegeliano. Nel Crepuscolo degli Idoli sviluppa la sua critica del razionalismo socratico, indicando e percorrendo per primo la strada della decostruzione di tutte le verit, compresa lidea stessa di "verit". Ogni ideale e valore infatti il risultato di un processo di costruzione storica e sociale, per cui tutto ci che in unepoca o in una societ si presenta come verit , in realt, solo una composizione apparentemente stabile, perch condivisa, del complesso gioco di forze sia sociali che individuali.Latteggiamento ascetico-contemplativo della morale platonico-cristiana va dunque respinto: bisogna accettare la vita come , secondo lo spirito entusiastico e agonistico di Dioniso, di cui Zarathustra profeta. Dioniso, dio della gioia e dellebbrezza, del canto e della danza, simbolo della piena accettazione del tragico della vita, dei suoi valori integralmente terrestri, quali la fierezza, la salute, lamore sessuale, la lotta e la guerra, la volont di potenza. Nietzsche rifiuta i limiti umani e ogni concezione dellarte che intenda solo portare un inutile conforto al dolore dellesistenza. In questo senso, respinge ogni impoverimento della volont, ogni sentimento di impotenza, di decomposizione e dissoluzione o di sterile estetismo, riaffermando il valore dionisiaco dellarte, il suo compito fondamentale di divinizzare la vita, che tematizza usando la teoria delleterno ritorno. Richiamandosi solo in apparenza alle dottrine orientali, Nietzsche vuole in realt celebrare il senso che ogni attimo dellesistenza possiede in s. La storia non ha una direzione, n un verso, ma lintersecarsi infinito delle prospettive; in questo orizzonte non basta la critica della cultura e la transvalutazione di tutti i valori, bens occorre assumere la vita dal punto di vista della stessa, costruendo unesistenza nella quale ogni momento contenga in s tutto il suo senso. In questottica si colloca il problema dellindividuo collocato nella modernit per il quale i valori veicolati dalla tradizione appaiono ormai desueti perch ricondotti a realt storiche inattuali e hanno la necessit di essere sostituiti da valori personali che possano supportare laffermazione dellIo. Altra critica, forse tra le pi efficaci al metodo scientifico-razionale viene portata avanti dalla Psicoanalisi freudiana in cui il pensiero logico non altro che la punta delliceberg della mente, ovverosia, di quel vasto oceano dominato dallInconscio nel quale si agitano gli Impulsi primordiali che condizionano luomo in ogni istante della sua vita. Da qui lidea che lIo non sia solo razionale ma si nutra anche di componenti affettive e relazionali che si dimostrano prevalenti sopratutto nei primi anni di vita. In ambito pedagogico la soggettivizzazione dellindividuo operata in ambito filosofico si intreccia con la graduale affermazione della centralit del soggetto nellambito degli studi e delle eperienze pedagogiche, a partire dalle esperienze e riflessioni condotte dal movimento per lEducazione Nuova. I metodi di Claparede, Dewey,Montessori e Decroly trovano un comune motivo di riconoscimento nella centralit assegnata al bambino allinterno del processo pedagogico nel quale vengono identificate con metodo psicologico le fasi di emergenza delle abilit primarie e secondarie e vengono applicati metodi ad hoc allo scopo di gestirle e di accrescerle.

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Citato in K.Lowith Nietzsche e lEterno Ritorno, Laterza, Roma-Bari, 1985 pag.135

Il bambino non viene pi inteso come un contenitore da riempire, o piuttosto come un blocco di creta da plasmare a piacimento, ma piuttosto come un individuo in miniatura che deve rendersi consapevole delle proprie potenzialit tramite lapplicazione di metodi concepiti per lo sviluppo delle sue abilit relazionali, logiche e affettive, oltrech della soddisfazione dei suoi bisogni essenziali. La figura del maestro autoritario uomo di cultura in senso gentiliano viene sostituita dalla figura di un padre rassicurante in senso freudiano/rousseiano; un docente che orienta le scelte, piuttosto che imporle, e che offre il proprio supporto affettivo allo scopo di aiutare il bambino ad affrontare le prove imposte dalliter educativo. Eredi dellIdealismo e della lezione di Sergei Hessen, Foerster e Spranger si concentrano invece sulla formazione del carattere. E il carattere a dare forza alle decisioni delluomo per sottrarlo alla mutevolezza delle esperienze contingenti. Per Foerster il rafforzamento del carattere coincide con la vivificazione dellobbiedenza, un consenso interiore nei confronti di una volont razionalizzatrice che si impone sullinfluenza delle tendenze inferiori. Non perci necessaria la figura di un docente autoritario, ma altres necessaria la presenza di un docente interiore che diriga lalunno verso doveri etici liberamente scelti, interiorizzati,che vengono a essere parte integrante della struttura dellIo. Pertanto diviene fondamentale, allinterno del percorso di maturazione personale, la conquista personale dei valori attraverso la creazione di un Io-forte, che si eleva sopra lIo della semplice intuizione sensibile e concepisce una coscienza legata a un destino superiore. In questottica lIo non si annulla allinterno della volont e degli interessi di un gruppo sociale bens si rafforza attraverso lesperienza di vita e si arricchisce attraverso un incessante ripensamento dei valori che lo hanno plasmato. Tuttavia questo modo di concepire leducazione non esente da critiche. Scrive Chiosso ne I Significati dellEducazione 11 Linsistenza sullIo rischia in effetti di orientare tutte le risorse verso lanalisi e la valorizzazione della propria esperienza intesa come il capolavoro intorno a cui merita davvero impegnarsi...i teorici della soggettivit sanno bene di essere esposti a due rischi: legoismo e lelitismo snobistico. A ben vedere i due rischi qui descritti rischiano realmente di impoverire la qualit delle esperienze personali allo scopo di nutrire un Io centrato esclusivamente su s stesso, alla continua ricerca di unaffermazione nel mondo sociale e affettivo, e la famiglia in particolar modo listituzione che per prima viene a soffrirne. Solo trentanni fa era evidente che il modello educativo familiare era caratterizzato dalla dominanza del genitore mentre oggi appare evidente la dominanza del bambino che impone la soddisfazione dei propri bisogni, in rapporti genitore-figlio ormai caratterizzati dalla persuasione, piuttosto che dalla coercizione da parte del primo e che molto spesso lo impegnano senza che le decisioni prese possano in qualche modo ricucire gli squarci che si creano tra padre e figlio e allontanano una figura dallaltra. Gli interventi di sostegno alle competenze genitoriali sono sempre pi richiesti nel tentativo di soddisfare appieno i dodici bisogni psicopedagogici identificati per un soggetto in crescita (affettivi, cognitivi, sociali ed etici) e al tempo stesso riabilitare la figura del genitore allinterno del processo educativo per ristabilire una posizione di prossimit con i propri figli e garantirgli la possibilit di far valere lapporto della propria esperienza e delle proprie opinioni sulle loro scelte di vita. Molti autori, perci, oltre a concepire lidea di un Io-individuale (auto-centrato aggiungeremmo noi) fanno valere linfluenza ulteriore di un Io-sociale vincolato da principi etici e sociali verso cui tutti gli uomini hanno precise responsabilit. In questottica lIo che lindividualismo tende ad esaltare viene ridimensionato dai desideri imposti della comunit civile e dal desiderio di socializzazione che sublima il principio egotico individuale sviluppando nuove forme di interazione con i propri concittadini o compagni di gruppo. La costruzione di valori etici personali, tanto desiderata dal soggettivismo non avrebbe senso di esistere in quanto i valori individuali non sono altro che figli dei valori interiorizzati dalla cultura di provenienza e veicolati dalla tradizione (Mac Entyre).

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Pag.73 LIo Cittadino del mondo

INTERDISCIPLINARIETA ED ESPERIENZA: CONCLUSIONI FINALI LInter-disciplinariet un principio che gi le scienze delleducazione hanno adottato da diverso tempo per accrescere il potenziale applicativo delle proprie teorie. Sempre pi spesso risultano fondamentali gli apporti della psicologia, della statistica, dellinformatica e della sociologia per analizzare sotto pi punti di vista la qualit e il significato che acquista il percorso educativo dellalunno. Purtuttavia non dobbiamo dimenticarci che linter-disciplinariet ottiene significato se e solo se non viene a diventare un vuoto tecnicismo capace di veicolare una grande quantit di nozioni imponendo un rigoroso processo logico. Il mezzo attraverso il quale lalunno pu accedere alla conoscenza deve necessariamente essere duttile, deve tenere conto dei processi affettivi, relazionali, cognitivi che intervengono nellattivit educativa e, al tempo stesso, deve tenere conto della creazione di unindividualit retta da principi morali che possano interpretare la mutevolezza dellesperienza senza compromettere gli strati pi profondi dellIo, senza cio porlo in condizione di dover rinunciare a una parte della propria coscienza per il raggiungimento di obiettivi effimeri, legati agli interessi particolari di un gruppo sociale, oppure legati esclusivamente alla propria affermazione individuale. LInterdisciplinariet auspicata v intesa alla maniera di Edgar Morin, ovvero come uno strumento che consentirebbe di operare sulla conoscenza a pi livelli di significato senza fermarsi a chiusure definitive, attraverso lesercizio e levoluzione di certe buone attitudini come la facolt critica e lattitudine generale della mente a risolvere i problemi. Grandi passi avanti sono stati compiuti attraverso la costruzione di sistemi educativi policentrici capaci di interpretare listituzione scolastica solo come uno dei tanti ambienti formativi in cui avviene il processo educativo individuale, integrando le attivit di studio e riflessione con stage e tirocini lavorativi e lapplicazione di tecniche di e-learning. Scrive G.Chiosso in Luoghi e pratiche dellEducazione: ...se per molto tempo parlare di riforma ha significato soprattutto pensare al rinnovamento dei programmi di insegnamento e allaggiornamento sul piano degli orientamenti degli studi, oggi parlare di riforma significa affrontare non solo la dimensione dei contenuti curriculari e delle didattiche pi coerenti per raggiungere i risultati attesi, ma altres laspetto macro-organizzativo e la pluralit delle soluzioni interistituzionali possibili.... Eimplicito che, se la societ, attraverso leducazione, in grado di veicolare una pluralit di principi etici allo scopo di rafforzare la moralit individuale, deve essere anzitutto lindividuo e non lambiente a interpretare e applicare questi valori allinterno della societ da cui li ha assorbiti. In questo senso certi principi non possono essere esclusivamente ricondotti a situazioni particolari, caratteristiche esclusivamente di alcuni gruppi sociali (es: la fedelt allazienda pu essere un principio etico, la fedelt ad una determinata azienda diviene un principio etico assolutamente personale) ma devono necessariamente confrontarsi con altre situazioni esperienzali nelle quali essi possono agire sul comportamento e acquisire profondit di significato attraverso lanalisi riflessiva delle esperienze cos ottenute. Nellottica interdisciplinare lavvento delle nuove tecnologie, lungi dallimpoverire il dato conoscitivo, diviene anzi mezzo per connettere pi campi del sapere simultaneamente e sviluppare le capacit di sintesi, ragionamento e capacit di esecuzione. In questo senso la convergenza digitale, ovverosia, ladozione del linguaggio digitale da parte dei diversi media diventa fondamentale per lo sviluppo di queste abilit che Steven Johnson identifica quali: - Pensiero visivo: Il pensiero, a contatto con immagini dai contenuti immediati, si abitua ad intuire pi che a ragionaree a lavorare per analogie piuttosto che secondo una logica sequenziale. -Pensiero breve:Il pensiero che stimola la facolt di sintesi attraverso lutilizzo di messaggi brevi e densi di significato (es: linguaggio SMS) -Capacit Multitasking: Capacit di svolgere pi compiti contemporaneamente tramite limpiego di tecnologie multi-mediali. Lesperienza ottenuta dal contatto con situazioni diversificate e tecniche sempre pi efficienti di formazione contribuiscono in maniera fondamentale allo sviluppo di un Io-Forte capace di esercitare attivamente i propri principi morali per la societ e per s stesso ma, per farlo, deve altres concepire linfluenza e la ricchezza di significati della tradizione come strumento per la comprensione e per lesercizio della propria attivit nel mondo dei fenomeni. Scrive Dewey: Ci tocca di accertare in che modo la conoscenza del passato pu essere trasformata in un potente strumento per agire effettivamente sul futuro. Quanto pi dobbiamo rifiutare la conoscenza del passato come fine delleducazione, tanto pi dobbiamo insistere sullimportanza di essa come mezzo.

Abbiamo dunque (nel campo delleducazione nuova) da fare con un problema nuovo nella storia delleducazione: in che modo il ragazzo deve imparare a conoscere il passato per fare di questa conoscenza un potente ausilio per giudicare la vita presente?12. Dewey, fondatore del Pragmatismo in filosofia e pedagogia parla di come lesperienza crei e strutturi la conoscenza in rapporto con lambiente. Linfluenza di questultimo sulla spinta alla conoscenza individuale tuttavia subordinata: il bambino deve essere s posto allinterno di un contesto che gli consenta di fare esperienze significative, ma queste esperienze non avranno modo di compiersi se esso non le ritiene tali e non sviluppa autonomamente il desiderio di conoscere; in poche parole, a unidea Durkheimiana di Naturalismo in cui lindividuo si adatta passivamente alle esigenze sociali, Dewey propone uneducazione adattivo/costruttiva legata ai processi di socializzazione e alla partecipazione attiva dellindividuo alla coscienza sociale della specie, nella quale agire e conoscere sono concepiti come una cosa sola. La teoria deweyana che prevede pertanto un processo continuo e ricorrente di acquisizione di esperienze, e quindi, di conoscenze ha dato modo a molti autori pedagogici di riformulare il concetto di educazione sia nel campo delleducazione in s che della formazione adulta. Jack Mezirow parla, ad esempio di apprendimento trasformativo per indicare la capacit/necessit delladulto di riformulare continuamente i propri quadri di significato. Lesperienza della riflessione avviene quando si manifesta un dilemma disorientante che costringe a dubitare della validit di conoscenze gi acquisite in precedenza. Lindividuo trasforma e modifica gli schemi di significato mediante la riflessione sia sul contenuto della conoscenza e sul processo di acquisizione, che sulle premesse che hanno attivato il processo, in un meccanismo chiamato emancipatory learning. Allinterno del processo conoscitivo Mezirow trova due figure paradigmatiche che rendono bene lidea di approccio alla conoscenza e allesperienza: -Luomo delle risposte:Ha bisogno di certezze ed spinto dal desiderio di sicurezza. La sua tendenza sta nel laccumulare conoscenza allo scopo di agire positivamente nel contesto sociale per migliorare la propria posizione -Luomo delle domande: Non ha bisogno di certezze, poich s che esse sono illusorie. Lunica sicurezza che ha la consapevolezza che attraverso la forza danimo e la prova del carattere capace di affrontare e superare brillantemente qualsiasi prova.E consapevole di essere allinterno di una societ di cui il prodotto, ma prende le proprie decisioni autonomamente e in solitudine senza dar troppo peso alle influenze esterne. In queste due figure che coesistono entrambe allinterno delluomo, lautore riassume gli istinti che muovono lindividuo alla ricerca della conoscenza.Che sia listinto di rischiare o quello di ottenere sicurezza, egli non pu fare a meno di vivere e fare esperienza e, quindi, di apprendere. Nellambito della formazione adulta Malcolm Knowles porta avanti la lezione di Dewey concependo ladulto in formazione come un elemento attivo, capace di strutturare autonomamente la conoscenza, questo attraverso lindividuazione di alcune tendenze esclusivamente caratteristiche del discente maturo che lo distinguono da qualsiasi altro discente quali il bisogno spontaneo di apprendere, la consapevolezza di essere un discente e di essere anche il co-autore della propria educazione, la disponibilit ad apprendere in funzione di bisogni reali. Ovviamente anche questo metodo di concepire leducazione attraverso un processo di divenire quotidiano non esente da critiche, prima fra tutte quella mossa da Jacques Maritain nei confronti del pragmatismo e delleducazione contemporanea che ha, a detta sua, ha la tendenza a misconoscere i veri fini educativi, che consistono altres nellesigenza delluomo di amare la verit e la giustizia allo scopo di accrescere la propria spiritualit. E implicito dire che il fare esperienza per conoscere non preclude la possibilit di accrescersi spiritualmente. Tuttavia, se vogliamo considerare le vicende delleroe-sciamano della fiaba siberiana come un paradigma educativo dobbiamo necessariamente rifarci a buona parte delle teorie educative individualiste e pragmatiste. Leroe-sciamano della fiaba siberiana compie le proprie esperienze significative, iniziatiche, partendo dal presupposto che sia necessario compierle per laffermazione del suo ruolo. Pur essendo uno sciocco egli non si sottrae al potere acquisito dallesperienza, anzi, lesperienza del ruolo e lesperienza di vita costituiscono una cosa sola. Ivan lo sciocco conosce altres il potere della cultura, il modo attraverso cui il passato, con i suoi miti e le sue leggende, offre la spiegazione del presente in cui agisce.

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John Dewey -Esperienza e Educazione-a cura di Mario Casotti. Roma, Nuova Italia Editrice-1951

Da questa consapevolezza egli diviene un prodotto culturale vivente in grado di simbolizzare le difficolt del presente rievocando i grandi drammi e le grandi imprese dellumanit attraverso la celebrazione dei riti. Occorre distinguere tra iniziazione sociale e iniziazione sciamanica, dal momento che la prima ha il solo scopo di inserire lindividuo allinterno di un ruolo prestabilito e farlo accedere ai valori ad essi connesso. Liniziazione sciamanica ha, invece, il suo scopo nel far accedere lindividuo al grande significato delluniverso, al grande mistero della Creazione e della Vita. Lungi dalloffrire consolazione religiosa, lo sciamano utilizza il grande potere dellesperienza per formare gli individui della comunit, si pone come educatore e maestro di vita oltre che come fine del processo educativo, poich egli conosce i grandi misteri ma non li pu spiegare con parole diverse da quelle del mito (non pu spiegarle logicamente diremmo noi) e, per questo, non ha un accesso privilegiato alla conoscenza. Anche in questo figura di riferimento poich stabilisce un limite conoscitivo oltre il quale non pi possibile comprendere. Il tab identificato in senso antropologico non sta nellincapacit culturale di concepire un concetto, bens nella consapevolezza che quel concetto non pu essere spiegato con parole differenti, perci, qualora si volesse farlo, esso cambierebbe di significato e lintera comunit si troverebbe in pericolo. Forse anche la pedagogia contemporanea dovrebbe riscoprire il concetto di tab e rendersi conto che non possibile descrivere il processo conoscitivo con parole diverse da quelle che gi si utilizzano. Nellottica interdisciplinare auspicata la rielaborazione dei miti e delle leggende in chiave pedagogica pu ancora offrire spunti interessanti per individuare altre figure-chiave che possano riassumere sapientemente la pluralit dei percorsi conoscitivi al quale luomo destinato e, al quale, altres condannato.

Alessandro DAnza Matr: 759685

BIBLIOGRAFIA - I significati dell'educazione. Teorie pedagogiche e della formazione contemporanee G.Chiosso-Mondadori 2009 - G. Chiosso (a cura di), Luoghi e pratiche delleducazione, Mondadori Universit, Milano, 2009. - C. M. Fedeli, Leducazione come esperienza. Il contributo di John Dewey e Romano Guardini alla pedagogia del Novecento, Aracne, Roma, 2008. - John Dewey -Esperienza e Educazione-a cura di Mario Casotti. Roma, Nuova Italia Editrice-1951 Igor Sibaldi Fiabe Siberiane-Mondadori 1994. - Le Origini delle Leggende-Arnold Van Gennep- Xenia Edizioni- 1991

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