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Il Cristianesimo e la Filosofia

1 - L'avvento della Filosofia Cristiana


La filosofia cristiana, un argomento contraddittorio per definizione: si parla infatti della filosofia (che l'esercizio libero del proprio intelletto al fine di interpretare e capire le cose), applicata ad un sapere religioso dogmatico (ossia non contestabile e accettato incondizionatamente, poich proviene dall'alto, da un qualcosa di superiore e divino che trascende l'umano). Tuttavia la filosofia cristiana emerge dall'umana necessit di comprendere al meglio questi insegnamenti, di svilupparli, comprendendoli appieno allo scopo di vivere con essi e per essi. Per questo la filosofia cristiana nasce allo scopo non di produrre una nuova verit ma di chiarire una verit gi presente. Tuttavia queste avviene non tramite un solo uomo, o tramite la ragione di un solo uomo, ma nei cosiddetti Concili Ecumenici, assemblee di vescovi che riflettono sul significato del messaggio di Cristo e stabiliscano in che modo il dogma debba essere divulgato, in modo tale da divulgare chiaramente quelle che sono le verit come i concili hanno deciso di intenderle. Tuttavia la filosofia cristiana non un ramo separato dall'albero della filosofia classica: infatti essa affonda le proprie radici nella filosofia tardo ellenistica, in special modo nell'aristotelismo: questa scelta ovviamente deriva dal fatto che Aristotele include nel suo modello cosmico, e nella sua spiegazione del mondo una qualche sorta di divinit, a contrario di altri rami della filosofia ellenica che risultavano invece pi pragmatici e laici.

2 - Cristianesimo e Ebraismo
Ovviamente il credo cristiano deriva direttamente da quello ebraico: tuttavia esso non ha solo punti in comune, ma anche differenze: Sia cristiani che ebrei predicano un solo dio, unico, eterno e perfetto, garante dell'ordine morale. Tuttavia gli ebrei pregano un dio che ha scelto loro come popolo eletto, a contrario di Ges che predicava una verit universale, valida per tutti gli uomini di buona volont. Ges, predica di un dio buono e misericordioso, fonte inesauribile di puro amore: a contrario gli ebrei, pregano un dio vendicativo e implacabile sia nel punire i nemici del suo popolo e i peccatori, sia nel proteggere i suoi eletti. Ges inoltre, imposta il cristianesimo come un rinnovamento spirituale: egli infatti disse date a Cesare quel che di Cesare, intendendo che il suo messaggio deve realizzarsi nei cuori e nelle menti degli uomini, non sulle carte geografiche o nelle politiche. Cristo afferma inoltre che con la sua venuta, vuole comunicare agli uomini di spezzare ogni legame con la vita terrena, e di affidarsi unicamente a Dio, infatti la vita dell'uomo, non deve essere altro che un periodo di preparazione attiva, per rendere l'uomo degno del regno dei cieli.

3 - Le Lettere Paoline
Queste lettere, scritte dall'apostolo Paolo a varie comunit cristiane, trattano argomenti differenti, ma sono fondamentali per la conoscenza del cristianesimo: difatti esse contengono alcuni dei pilastri fondamentali della nuova religione: Tesi della conoscibilit naturale di Dio: quasi impossibile non conoscere Dio, poich egli si manifesta in ogni cosa, e la natura stessa esempio e teste della sua gloria e magnificenza, pertanto non conoscere Dio una colpa.

La dottrina del peccato originale e la possibilit di riscatto: come attraverso un solo uomo il peccato entr nel mondo e attraverso il peccato la morte , cos allo stesso modo la morte trapass tutti gli uomini, perch tutti gli uomini peccarono , Dio giusto e giustifica chi ha fede in Ges []. Siamo convinti che l'uomo sar giustificato con la fede, senza le opere della legge. Concetto della grazia come azione salvifica di Dio. Contrasto tra vita secondo carne e vita secondo spirito: se vivete secondo la carne precipiterete nella morte, se con lo spirito fate morire gli atti del corpo, vivrete. Giacch tutti quelli che seguono lo spirito di Dio sono suoi figli. Identificazione del regno di Dio con la Chiesa: secondo Paolo la Chiesa il corpo di Cristo, e i cristiani le sue membra, differenti ma armonizzate e concordi.

Un tema ricorrente delle lettere, sul quale Paolo si sofferma in modo particolare, quello della vocazione: ogni membro della comunit Cristiana ha una sorta di propensione naturale per qualcosa (la scienza, la predicazione, il lavoro manuale, etc...) che altro non che una delle possibili manifestazioni spirito santo, che si manifesta nel modo pi utile. Per questo Paolo esorta a seguire la propria vocazione, poich la comunit necessita delle capacit di tutti. Questa diversit, tuttavia inutile senza un unione intrinseca: per questo necessario che vi sia un armonia spirituale tra i vari membri della comunit, che pu essere garantita solo dall'agpe, ossia l'amore, inteso per nell'accezione del termine latino caritas, ossia la carit. Paolo afferma infatti che tra le qualit che devono contraddistinguere un cristiano (fede, speranza, carit), la carit la maggiore e pi importante.

4 - Il Quarto Vangelo
Tra i quattro vangeli principali adottati dalla Chiesa, quelli di Matteo, Marco, Luca, Giovanni, i primi tre sono piuttosto simili e concordi nel trattare la figura di Cristo, tuttavia Giovanni, nel suo vangelo il primo a tentare una reinterpretazione filosofica di Cristo: egli infatti intende Ges come il lgos, ossia la parola di Dio. A Ges, Giovanni attribuisce la funzione di intermediario tra Dio e il mondo, nonch di salvatore dell'umanit: colui tramite il quale tutto stato creato. Sull'argomento contrapposizione tra vita secondo carne e quella secondo spirito, Giovanni afferma che la vita secondo spirito necessita una rinascita: asserisce infatti che solo tramite la rinascita dello spirito si pu arrivare alla vita vera.

5 - La Patristica
Come gi detto, il cristianesimo si collega strettamente alla filosofia ellenistica, ma agli inizio i cristiani posero il cristianesimo addirittura come la pi completa e ultima rielaborazione del pensiero greco, giustificando questa affermazione con l'unit della ragione della quale Dio aveva dotato gli uomini d'ogni luogo e tempo, e alla quale la rivelazione cristiana aveva dato il fondamento finale. Da questo, nasce il concetto di unit tra filosofia e religione: questo legame era incoraggiato dal fatto che i primi scrittori cristiani trovassero un punto di partenza per le loro ricerche appunto nella preesistente filosofia ellenica. Da questo deriva il doppio collegamento tra cristianesimo ed ellenismo: infatti possibile interpretare la riflessione cristiana tramite la chiave del pensiero greco, e allo stesso tempo possibile ricollegare il significato del pensiero greco a quello del credo cristiano. In questo periodo di elaborazione religioso/filosofica del cristianesimo, chiamato Patristica, nome derivante da quelli che sono considerati appunto i padri del cristianesimo, ossia coloro che parteciparono a questo processo.

6 Giustino e gli Apologisti


La patristica cristiana, viene comunemente divisa in tre fasi: Dall'anno 0 al 200: caratterizzato alla difesa del cristianesimo. Dal 200 al 450: dedicato alla formulazione dottrinale del credo cristiano Dal 450 al 7351: volto a rielaborare le gi presenti dottrine precedentemente formulate.

La prima fase viene definita apologistica, dalla parola greca apologha che significa appunto in difesa. Questo perch durante questo periodo, i cristiani erano fortemente attaccati dal resto del mondo: erano sistematicamente perseguitati dagli stati, oggetto di satire e violenze di sorta anche a opera del popolo. Per questo, per difendere e elogiare la filosofia cristiana, Marciano Aristide scrisse una lettera indirizzata all'imperatore Antonio Pio: in essa affermava che solo il cristianesimo la vera filosofia, questo perch solo il cristiano conosce Dio tramite la natura, e utilizza concetti platonici per accentuare il divario tra il cristianesimo e altre credenze pagane (Giudaica, Greca, e dei Barbari). Tra questi padri apologisti, il pi importante forse Giustino: nato nel secondo secolo in una citt della Palestina. Il tratto pi caratteristico del suo pensiero, il fatto che lui reinterpreti filosoficamente il cristianesimo, a tal punto da intendere Ges come lgos, come abbiamo gi visto in precedenza, ma inteso nella sua accezione di logica, ragione2: Egli infatti afferma che vi furono cristiani gi prima della nascita di cristo, uomini come Platone, Socrate e Eraclito: perch per lui il seguire la ragione che rende tale un vero cristiano. Nei suoi scritti, infatti, afferma che il cristianesimo l'unica filosofia sicura ed utile, ultima tappa che la ragione deve raggiungere nella sua ricerca.: per questo Giustino identifica completamente la verit filosofica, con quella cristiana.

7 - Lo Gnosticismo
Il II secolo d.C. fu anche caratterizzato dal sorgere di diverse sette, che presero il nome dai loro fondatori: tuttavia, queste vengono oggi riunite e classificate come Gnostiche. Questo termine deriva dal greco gnsis, conoscenza. Questo perch queste sette, nonostante varie differenze, avevano in comune un tratto fondamentale: esse consideravano la conoscenza come via eminente di salvezza religiosa. Per quanto riguarda le sue origini, lo gnosticismo non ha delle radici ben salde in una l'altra filosofia nota: infatti si presentano solo alcuni tratti comuni dello gnosticismo con altre filosofie elleniche, o orientali, ma niente di pi. Inoltre possiamo capire come lo gnosticismo sia una versione pi, per cos dire, politicizzata del cristianesimo,: infatti gli gnostici accettano i vangeli come opere simboliche, in quanto per loro la fede soltanto un punto di passaggio, un mezzo temporaneo per raggiungere l'unione salvifica con Dio, che ottenibile solo grazie alla conoscenza delle sue opere, quindi del mondo. Sapendo che al tempo solo una piccola fascia della popolazione disponeva del tempo libero, delle risorse materiali e mentali necessarie per dedicarsi allo studio, e alle risorse dello spirito, facile immaginare quale risvolto socio-politico abbia lo gnosticismo.

8 - Tertulliano: la Condanna della Filosofia


1 735: si sceglie questa data poich fu l'anno della morte di Beda il Venerabile, che segn la fine della patristica. 2 lgos: ragione, discorso, parola: Ges veniva considerato lgos inteso come parola del Signore, Giustino estremizzer in seguito questa interpretazione.

Ovviamente, come chi affermava che la religione filosofia (Giustino), vi fu anche qualcuno che affermava l'esatto contrario: e questo qualcuno fu un tale noto Tertulliano. Avvocato romano, nato a Cartagine da genitori pagani, ricevette durante la giovent un eccellente istruzione che gli consent sia di ottenere la sua professione, sia, una volta convertitosi al cristianesimo, di essere ordinato sacerdote. Tertulliano; oltre ad aver fondato una setta propria, i Tertullianisti; artefice di una produzione letteraria vastissima, anche se completamente dedicata alla polemica: una polemica inarrestabile, rivolta agli eretici, alla chiesa stessa e addirittura alla filosofia: fu appunto della critica alla filosofia che egli fece cardine del suo pensiero. Nel suo scenario fortemente critico dove la filosofia origine e fondamenta di tutte le eresie, come interpretare il Cercate e Troverete pronunciato da Cristo in persona? Tertulliano lo interpreta come una ricerca della dottrina di Cristo, ricerca che porta non a trovarla, ma a credere in essa. Una volta trovata questa dottrina, la ricerca inutile: la fede (o possesso) esclude la ricerca, cercare ancora dopo essere arrivati a credere nella dottrina come partecipare all'eresia. Si pu dire dunque che in Tertulliano la filosofia sia solo un mezzo per raggiungere la fede, e che le due cose non possano essere pi diverse, in quanto l'una esclude l'altra.

9 - La Patristica nel III e IV Secolo


In questo periodo, la chiesa rielabora e rifinisce quelli che sono i caratteri dottrinali del cristianesimo: sorge dunque la necessit che il cristianesimo poggi su una solida base logica. Per questo, il lavoro svolto dagli apologisti orientali, come Giustino, acquista sempre maggiore importanza, viene rivisto, corretto, rinsaldato, e approfondito. Per questo stretto legame con il pensiero ellenistico, il cristianesimo inizia ad apparire come la filosofia autentica, che assorbe e porta alla verit il sapere autentico, che utilizza per giustificare s stesso. E' in questo momento storico, che le attuali principali dottrine cristiane vengono formulate: esse sostituiscono le precedentemente dominanti sette che prevedevano un imminente ritorno di Cristo sulla terra, ponendole dunque nella condizione di non necessitare alcuna dottrina, ma di mettere al primo posto riti propiziatori e preparatori: ora con lo scemare di questa speranza la chiesa necessit sempre pi un'elaborazione dottrinale approfondita, al fine di mantenere unit e solidit.

10 - Clemente Alessandrino
La prima accademia cristiana fu la scuola catechetica di Alessandria, che ricevette questo indirizzo solo tempo dopo la sua costruzione, quando Panteno ne divenne il capo e decise di orientare la scuola verso scopi apologetici cristiani. L'accademia raggiunge il suo massimo splendore sotto la direzione di Clemente e Origene, il primo dei quali, ci ha lasciato solamente tre opere: Protrettico ai Greci, Il Pedagogo e I Tappeti. Dal punto di vista filosofico Clemente si rif completamente a Giustino: afferma che il lgos divino presente in tutti gli uomini, anche se sopratutto nei filosofi, ed esso ha permesso loro di scoprire una parte della verit, anche se non tutta, poich la verit nel suo insieme pu essere rivelata soltanto da Cristo. Ricordiamo Clemente poich fu il primo in assoluto ad affermare esplicitamente l'infinit di Dio: l'Uno indivisibile e, perci, infinito, in quanto senza dimensioni e senza limiti.

11 Origene
L'altro rettore illuminato dell'accademia cristiana di Alessandria, fu appunto Origene. Nato attorno al 185, probabilmente ad Alessandria, egli divenne capo della scuola catechetica della citt, ed lo fu fino a quando le persecuzioni anticristiane di Caracalla lo costrinsero a fuggire in Palestina, dove (a Cesarea) fonder una nuova scuola cristiana, che diverr presto florida, ed in seguito sub il martirio attorno al 254, durante le persecuzioni di Decio. La cosa che pi lo contraddistingue dalla massa, fu l'incredibile produzione letteraria che gli fu imputata: gli sono attribuite dalle 800 alle

6000 opere, delle quali purtroppo ci rimane ben poco, a causa dell'editto di Giustiniano contro di lui e dell'inclusione nella lista degli eretici emessa dal primo concilio ecumenico3. Da quello che si evince dal suo Commentario sulla bibbia, secondo Origene, i discepoli nei loro vangeli ci comunicarono solo le dottrine fondamentali del cristianesimo, perci dovere del buon cristiano, fare uso dei doni di Dio che sono la scienza e la parola per ricavare dalle dottrine fondamentali quelle accessorie. Nella sua interpretazione della Bibbia, Origene vede allegoricamente le sue dottrine: in questo modo pu permettersi di rivedere o eliminare antropomorfismi presenti nell'antico testamento, cos da poter giustificare una concezione totalmente spirituale e trascendente di Dio. Egli vede Dio come il bene nel suo senso platonico: il lgos solo l'immagine della bont di Dio, ma non il bene in s. Dio eterno, e l'eternit di Cristo un suo discernimento. Per quanto riguarda lo spirito santo, esso soltanto una forza religiosa che non ha uno scopo nella formazione del mondo: essa infatti determinata dalla degenerazione delle sostanze intellettuali che costituiscono il mondo intellegibile4. Questo popolato da intelligenze che tutte, a eccezione del figlio di Dio, per colpa o pigrizia5 si sono date al male, cadendo sulla terra, mutandosi in anime e discendendo nei corpi, che sono destinate ad abitare a seconda del loro peccato: alcune anime abiteranno il corpo di angeli, altre di uomini, e altre ancora di demoni, in base alla gravit del loro peccato. Tutte queste anime sono destinate a tornare al loro precedente stato di intelligenze, dopo una espiazione dei loro peccati che avverr tramite la loro vita in un numero non precisato di mondi. Per questo, il messaggio cristiano ha il compito di educare queste anime, e guidarle durante l'espiazione dei loro peccati: che terminata, render l'uomo nuovamente degno dell'eternit.

12 - Gregorio di Nissa
A Origene fu contestata principalmente la sua subordinazione del Figlio rispetto a Dio: questa tesi fu infatti una delle ragioni della condanna emanata dal Concilio Ecumenico di Nicea, che inoltre ribad la perfetta divinit del figlio di Dio, identico al padre nella sostanza e nella perfezione. Questa dottrina fu difesa da tre luminari della Cappadocia: Gregorio di Nissa, suo fratello Basilio il Grande, e Gregorio di Nazianzo. Quello maggiormente notevole tra i tre, dal punto di vista filosofico, fu appunto Gregorio di Nissa, il quale giustific il dogma della trinit: secondo lui infatti, la perfezione di Dio la ragione stessa della sua Trinit. Nell'uomo la ragione mutabile e limitata, mentre in Dio immutabile ed eterna, e sussiste come persona, ovvero come lgos, quindi come Figlio di Dio. Per quanto riguarda lo Spirito, esso il mediatore nell'uomo tra pensiero e parola, mentre in Dio, nel quale la parola non suono ma essenza stessa, lo Spirito ha consistenza come il Figlio o Dio stesso, e ne condivide l'eternit. 13 Bibliografia Il Nuovo Protagonisti e Testi della Filosofia Wikipedia.org A opera di: Lorenzo Rollo 4F

3 Assemblea di vescovi volta a stabilire i dogmi e le eresie della religione cristiana cattolica 4 In questa parte, Origene riprende chiaramente il Fedro di Platone 5 per colpa o pigrizia in questa maniera Origene intende non dare alcuna colpa della condizione umana a Dio, e allo stesso tempo ribadire il libero arbitrio.

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