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Della vecchia e della nuova politica A mio giudizio, l'unica e sola vera differenza tra un modo di fare politica

vecchio ed uno nuovo risiede nella concezione che si ha del potere. La tradizione umana, che ha accomunato l'intero pianeta per millenni, vuole che il potere sia una forma di imperio, comando e dominio di alcuni sui tanti. In questa accezione, il potere serve a governare gli uomini, essendo l'unica seria preoccupazione di chi detiene il governo quella di sentirsi superiore alla moltitudine che non ce l'ha. Per dirla in aulici termini filosofici, il potere accresce, in chi ce l'ha, il senso e la volont di potenza. Ricercato, detenuto ed esercitato per alimentare questo bisogno o bramosia di sentirsi superiore ai pi e per disporne a proprio piacimento, il potere usato per governare direttamente gli uomini non disdegnandosi anche il ricorso alla violenza fine a s stessa. utile sottolineare, infatti, che spesso chi ha il potere non ha alcuna reale necessit di fare uso della forza, se non per piacere o per mera dimostrazione, al pari di quelli che picchiano gli animali per il gusto di farlo con la scusa di stare addestrandoli. Fare una nuova politica non nemmeno portare avanti cose che non si sono mai fatte prima, se il metodo e la finalit con cui si fanno queste cose nuove sempre quello di volersi sentire padroni di un esercito di schiavi o di individui indistinti su cui esercitare l'autorit per autocompiacimento. Infine, non una nuova politica quella di voler creare dei sistemi economici, sociali e culturali che non esistono solo perch ai potenti piacerebbe che la moltitudine fosse come loro o fosse da loro plasmata come si fa con l'argilla e forgiata al modo dell'inerte ferro. Ogni qualvolta a qualcuno venuta in mente una trasformazione di questo genere, ne scaturito il totalitarismo, ossia quella forma di governo in cui il tiranno pretende di controllare ogni ambito della vita politica, sociale, economica, culturale e finanche spirituale, sessuale e cerebrale dell'individuo. Senza tenere conto che tali trasformazioni portano con s inevitabilmente la riduzione della moltitudine ad una massa amorfa e senza interessi personali e l'elevazione di una piccola lite politica a vera e propria oligarchia economica.

L'unico modo in cui validamente concepire la nuova politica di disconnettere definitivamente la funzione di governo dalla nozione di potere in senso tradizionale. In altri termini, in un ambiente

costituito da istituzioni rette da regole tecniche e finalit pubbliche disciplinate dalle leggi, chi ha il potere ha il compito di governare l'ente a cui preposto, ammettendo oltretutto l'esistenza di una pluralit di enti indipendenti ed autonomi gli uni dagli altri. Questa regola deve valere a qualunque livello territoriale ed ogni istituzione. Il potere deve essere inteso in termini giuridici, come possibilit/opportunit di assumere delle azioni nel quadro della legalit e di funzioni pubbliche. Andando oltre, chi ha il potere non si deve minimamente preoccupare di governare gli uomini, quanto la sola res publica, giacch gli uomini sanno benissimo ci di cui hanno bisogno per sopravvivere e sono perfettamente in grado di farlo da soli. Ben al contrario, troppo spesso sembra come se la res publica fosse da intralcio alla sopravvivenza, allo spirito d'iniziativa e alla solidariet di cui spontaneamente gli individui sono capaci. Questo avviene perch troppo radicata e l'espansione delle funzioni pubbliche avvenuta negli ultimi cento anni ha aggravato la situazione l'opinione che gli uomini siano ignoranti ed incapaci di discernere da s il bene dal male, l'utile dall'inutile. Tale convinzione io la rifiuto categoricamente, perch la giustificazione per l'edificazione di governi autoreferenziali che sanno sempre cosa fanno e non ammettono critiche e contestazioni, generando il paradosso di considerare stupida la stessa gente che doveva pur non essere stupida al momento della sua elezione! Non c' nulla di meno democratico che dirsi democratici e ritenere di avere una conoscenza superiore rispetto ad una massa che non sa decidere. Chi si erge a guida di un popolo vista la definizione fin qui data un politico vecchio.

La funzione del potere, oggi, se vogliamo praticare una nuova politica, deve essere organizzare la macchina amministrativa a dovere e limitandola al minimo necessario e ai servizi indispensabili per la sua stessa efficiente perpetuazione e predisporre le cose affinch la societ sia libera di progredire da s. Per fare un esempio calcistico, il nuovo politico deve essere colui che, allenata a dovere la squadra, dopo aver inculcato il gioco di squadra, il rispetto reciproco, i valori dello sport e fatto la formazione, lascia che siano i giocatori ad andare in campo e a giocare come sanno fare, senza pretendere di farli muovere a piacere e a gusto suo, imponendo schemi, strategie e movimenti

innaturali e non spontanei. La societ, la sua economia, la sua cultura, i suoi costumi, evolvono pi rapidamente e meglio se lasciati sviluppare secondo delle linee naturali. 03/07/2012 Nicola Palilla

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