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Dan Zahavi
1) lego fenomenologico
A differenza di quanto potrebbe far pensare il termine ego, con questa definizione Husserl intende la coscienza come flusso di coscienza, come la totalit complessiva delle esperienze psichiche dellindividuo. Si tratta di una difesa della prospettiva non-egologica per la quale non esiste a rigore un Polo egocondiviso da tutte le esperienze psichiche. Ci significa che le esperienze non sono stati di nessuno, ma semplicemente eventi mentali che accadono. Ego significa dunque o la persona empirica vista da una prospettiva di terza persona o il flusso di coscienza, e in quanto tale non costituisce un principio di identit formale:non il possessore delle esperienze, ma le esperienze nella loro totalit. Interessante notare come in questultimo senso la relazione tra ego e singola esperienza corrisponde a una relazione intero/parti. Il flusso di coscienza autounificantesi, per comprendere la sua unit non dobbiamo guardare ad altro che al flusso in s.
Lego: approfondimento
Lavversione husserliana per ogni metafisica dellego deriva dallidea che la fenomenologia debba occuparsi della essenzialit, della purezza delle esperienze e non di come queste siano empiricamente percepite La descrizione essenziale delle esperienze esclude di principio ogni riferimento ai loro sostrati empirici Questa concezione husserliana ebbe vaste influenze, in particolare su Sartre ( cfr. La trascendance de lego) Husserl specifica tuttavia che vi sono due modi di percepire lego: 1) Lego come persona empirica percepito quotidianamente e Husserl non trova difficolt in questa possibilit quotidiana di percepirsi come essere in carne e ossa. 2) Lego come flusso di coscienza pu essere percepito quando, riflettendo su una esperienza, non vivendola cio pi, la trascendiamo e dunque situiamo lesperienza in un contesto egologico.E dunque il risultato di una operazione riflessiva.
Dallego allautocoscienza
Alla fine della sua analisi del flusso di coscienza Husserl si pone la fondamentale domanda:Come sappiamo che c un flusso di coscienza, o una semplice esperienza? La risposta porta direttamente dalla prima alla seconda concezione della coscienza: legittimo parlare di flusso di coscienza precisamente perch le nostre esperienze ci sono date, vi accediamo costitutivamente. Per questo la discussione sullautocoscienza metodologicamente preminente rispetto alla questione del flusso di coscienza
Husserl definisce la coscienza interna -ovvero la consapevolezza (awareness) della nostra vita mentale - come un tipo di percezione interna che accompagna le nostre esperienze presenti configurandole come suoi oggetti. Il termine coscienza interna (inneres bewusstsein) contiene un riferimento diretto a Brentano.
Husserl e Brentano
Husserl nega vi sia evidenza di una continua percezione interna, e dunque rifiuta la teoria brentaniana. Per Husserl le nostre esperienze sono coscienti per noi nel momento in cui sono oggetivate da una percezione interna, o riflessione. A differenza di Brentano, Husserl per ritiene che questa percezione non sia sempre presente, ma solo quando puntiamo il nostro sguardo intenzionale sulle nostre esperienze in quanto tali, astraendoci dal mondo degli oggetti, ossia quando riflettiamo. Sembrerebbe che il primo Husserl delinei dunque una teoria riflessiva dellautocoscienza. Discende da questa interpretazione la critica tradizionale per cui Husserl, convinto della centralit dellintenzionalit della coscienza, abbia interpretato anche lautocoscienza nei termini di una modalit intenzionale della coscenza, di un rapporto tra un soggetto e un oggetto.
Husserl si contraddice?
Bisogna a questo punto supporre che le teorie della quinta ricerca logica semplicemente contraddicano le altre concezioni espresse da Husserl? Zahavi ritiene di no sulla base dellinterpretazione per cui Husserl distingue due tipi di autocoscienza esperienziale,una riflessiva e una preriflessiva.Husserl dunque nella quinta ricerca nega che siamo sempre coscienti delle nostre esperienze in quanto oggetti ( autocoscienza riflessiva) , ma questo non toglie che le stesse esperienze siano coscienti in una forma preriflessiva