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La

Temperatura
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Nel XVI secolo, la “temperatura” veniva utilizzata per indicare la
mescolanza in giusta misura di caldo o di freddo, di umido o di
secco. Oggi invece, la temperatura è la grandezza fisica che usiamo
per quantificare il caldo e il freddo in gradi centigradi.

Prima di poter parlare di termometro, dobbiamo


sapere che questo deriva dal termoscopio, il quale
sfrutta la proprietà dei liquidi di cambiare volume
al variare della temperatura: in base all’aumento o
alla diminuzione di quest’ultima, subiscono una
dilatazione o contrazione.
Invece il termometro è un misuratore di
temperatura che viene tarato secondo una scala di
temperatura .

Per convenzione è usata la scala Celsius che è uguale alla centesima parte della
differenza tra la temperatura del ghiaccio fondente alla pressione di 1 atm e
quella del vapore dell’acqua bollente alla stessa pressione.
La scala Kelvin
Nel Sistema Internazionale l’unità di misura per la temperatura è il Kelvin,
indicato con il simbolo K. La variazione di 1K è uguale a quella di 1°C e
alla temperatura del ghiaccio si assegna il valore di 273 K.
Lo 0 K è detto 0 assoluto perché non è possibile raffreddare un corpo oltre
questa misura.
Se vogliamo ottenere una
temperatura in Kelvin partendo da
quella Celsius, dobbiamo sommare
alle temperature della vecchia scala
il numero 273.

Al contrario, se vogliamo ricavarci


le temperature della scala Celsius
dovremo sottrarre alle temperature
della nuova scala il numero 273.
L’equilibrio termico e il principio zero
della termodinamica
Due corpi sono in equilibrio termico tra loro, quando hanno la stessa
temperatura e viceversa, quando hanno la stessa temperatura e
sono in equilibrio termico tra loro. Questo succede quando le loro
proprietà misurabili smettono di cambiare.

Invece, secondo il principio zero


della termodinamica per capire se
due corpi sono in equilibrio termico
tra loro non è necessario portarli a
contatto ma si può benissimo
misurare la loro temperatura con un
termometro.

Inoltre afferma che se due corpi sono in equilibrio termico con un terzo
corpo, allora lo saranno anche tra loro.
La dilatazione lineare dei solidi
I corpi solidi tendono a dilatarsi quando sono riscaldati, e a contrarsi
quando sono raffreddati. Infatti molte strutture cambiano la loro
lunghezza durante la notte e il giorno.

Ad esempio se prendiamo una barra, questa


cambia la sua lunghezza a causa del
cambiamento di temperatura. Pertanto,
possiamo dire che la variazione di lunghezza
dovuta al cambiare della temperatura, segue
una legge detta dilatazione lineare.

Secondo questa formula, la


lunghezza di una barra è
direttamente proporzionale Il coefficiente di dilatazione lineare (lambda)
alla sua lunghezza iniziale l e dipende dal materiale da cui è composta la barra.
alla variazione della
temperatura Δt
La dilatazione volumica dei solidi e dei liquidi
I corpi possono dilatarsi anche in larghezza. Per quanto riguarda una sbarra, la
sua dilatazione in larghezza sarà minore rispetto a quella in lunghezza. Al
contrario, una sfera si contrae e si dilata in tutti i suoi punti.

Quindi dobbiamo tener conto


dell’aumentare del volume di un
corpo, che passa dal valore del volume
iniziale a quello finale per via
dell’aumento di temperatura Δt
Lo stesso vale anche per i liquidi, i
quali si dilatano di più rispetto ai
solidi. Infatti è per questo che viene
utilizzato l’etanolo per riempire un
termometro a liquido. Quando la
temperatura cambia, di conseguenza il
livello di etanolo nel tubicino si alza o
si abbassa.
Le trasformazioni di un gas
Per studiare un gas, possiamo riporlo in un
recipiente cilindrico munito di pistone. Dopo di
ciò teniamo presente delle quattro grandezze che
descrivono lo stato di un gas:
• la massa che misuriamo con la bilancia di
pressione
• il V volume che possiamo calcolarlo conoscendo
l’aria del cilindro S e l’altezza fino a dove si trova
il pistone. ( V= Sh)
• la temperatura t, che misuriamo con il
termometro.
• e la pressione p, con il manometro.
Se decidiamo di non cambiare la sua massa, possiamo intervenire comunque sul suo
stato variando la pressione e la sua temperatura.
Attraverso questi interventi, il gas si trasforma passando in stati diversi dal suo stato
iniziale. Lo stato del gas al termine della sua trasformazione è detto stato finale. In
base alla grandezza che rimane costante, si tratta di trasformazione isòbara (pressione
costante) isocòra (volume costante) e isoterma (temperatura costante.
Dilatazione volumica di un gas
a pressione costante
Studiamo il gas mantenendo la sua pressione costante:
Fissiamo la pressione del gas appoggiando sul pistone dei pesetti.
Scaldando poi il gas su un fornello, vedremo come comincerà ad
espandersi aumentando il suo volume.

La legge che descrive questo


fenomeno è la prima legge di
Gay- Lussac
Pertanto, lo stesso succede se raffreddo il gas. Se quando si
riscalda si dilata, quando lo vado a raffreddare si contrae.
Quindi se con un asciugacapelli riscaldo il palloncino, si
dilaterà, se invece lo metto in frigorifero raffreddandolo, si
contrarrà.

C’è da precisare, che la quantità


dell’aria presente nel palloncino
rimane invariata, ma occupa
volumi diversi a temperature
differenti.
Quindi possiamo concludere dicendo
che, le variazioni di volume sono
direttamente proporzionali alle
variazioni di temperatura che le
determinano. Il grafico attraverso una
retta rappresenta proprio la
trasformazione a pressione costante.
Pressione e temperatura di un gas costante
Adesso cambiamo la temperatura del gas mantenendo costante il suo volume.
Pertanto, poniamo il gas sul fornello e per far mantenere costante il
volume, poggiamo dei pesetti sul pistone. Adesso noteremo come aumenta
la temperatura e il volume rimane costante.

La legge che esprime l’aumento di pressione del gas quando


cambia la sua temperatura a volume costante, è le seconda
legge di Gay-Lussac.

Il grafico rappresenta attraverso una retta, la pressione di un


gas al variare della sua temperatura a volume costante.
Anche in questo caso, le variazioni di temperatura sono
direttamente proporzionali alle variazioni di pressione.
Seconda legge di Gay-Lussac e
La temperatura assoluta
La formula precedentemente scritta, prevedeva la temperatura in
gradi Celsius. Pertanto, possiamo descrivere la seconda legge
di Gay- Lussac utilizzando anche la temperatura T assoluta.

Quindi, a volume costante la pressione di un gas è


direttamente proporzionale alla sua temperatura
assoluta.
Il gas perfetto
Le due leggi di Gay-Lussac descrivono solo le proprietà di un gas che ha
una pressione sufficientemente bassa e una temperatura maggiore della
temperatura a cui avviene la sua liquefazione, ad una determinata
pressione.

Quindi un gas che obbedisce alle leggi di


Gay-Lussac e a quella di Boyle si chiama
gas perfetto.

Le tre leggi sperimentate possono essere


racchiuse in un’unica relazione detta
equazione di stato del gas perfetto. Infine, il
prodotto della pressione di un gas perfetto per
il volume che esso occupa è direttamente
proporzionale alla sua temperatura assoluta.

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