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TESINA DI MATURITA’

ANNO SCOLASTICO 2007-2008


5°TELECOMUNICAZIONI SEZ. B

Alunno: CANTONE MATTIA

PROFESSORI
 
T.D.P. Elio Tomaselli
Elettronica Giuseppe Loi
Inglese Gabriella Bernardini
Introduzione………………………………………………………………………………………Pag 4
Le telecomunicazioni…………………………………………………………………………….Pag 6
Local Area Network……………………………………………………………………………...Pag 8
Tipologie di L.A.N………………………………………………………………………….Pag 9
Tipologia a stella………………………….……………………………….Pag 10
Tipologia a bus……………………………………..………………………Pag 11
Tipologia ad anello…………………………………………..……………..Pag 12
Tecnica del token ring………………………………………………...Pag 13
Segnali analogici e digitali: caratteristiche……………………………………………………Pag 14
Conversioni Analogico-Digitale e Digitale-Analogico………………………………………...Pag 15
Convertitori Analogico digitale: parametri principali………………………………….Pag 16
Risoluzione…………………….…………………………………………...Pag 16
Valore di fondoscala……………………...………………………………...Pag 17
Errori di offset,guadagno e linearità………………..……………………....Pag 18
Tempo di conversione……………………………………...……………….Pag 19
Rapidità di conversione……………………………………………...……..Pag 19
Convertitori Digitale-Analogico: parametri principali……………………..…...……...Pag 20
Errore di offset,di guadagno e di linearità……………………………..…..Pag 22
Tempo di assestamento…………………………………………………….Pag 23
Trasmission Media………………………………………………….…………………….…….Pag 24

Wired Communications…………………………………………………………..Pag 24

Wires and cable …………………………………………………………..…Pag 24

Optical Fibers …………………………………………………………….…Pag 25

Wireless Communications ……………………………………………………………….Pag 26

Bluetooth …………………………..…………………………………………Pag 26

Infrared ……………………..………………………………………………..Pag 26

La seconda guerra mondiale e lo sviluppo delle telecomunicazioni ………………..…Pag 27

L’importanza della radio …..……………………………………………..…Pag 29

Il cinematografo ……………………………………………………………..Pag 31

Luigi Pirandello e il rapporto con il cinema……………………………………………….….Pag 32

Ideologia e Poetica ………………………………………..………………………..Pag 33


"Non è la più forte delle specie che sopravvive, né la più intelligente, ma quella più reattiva ai
cambiamenti".
Con questa frase Charles Darwin ha definito una legge non solo naturale, ma anche sociale.
È nella natura umana tendere all'evoluzione, alla crescita allo sviluppo.
Se la parola cambiamento diventa sinonimo di progresso, evoluzione, miglioramento, crescita allora
non può più fare paura e non può che essere stimolante.
“ La macchina del progresso umano” è centrata sullo stretto legame tra il bisogno umano di
comunicare e il progresso realmente ottenuto dall’industria delle telecomunicazioni negli ultimi anni
anche nei Paesi meno sviluppati. Il diffuso bisogno di comunicare nel modo più veloce, efficace ed
economico possibile è la sfida per tutte le persone coinvolte nell’ industria delle telecomunicazioni.
Gli strumenti delle telecomunicazioni hanno allargato virtualmente i confini della città prima e della
nazione poi, hanno fatto ascoltare e conoscere nuove lingue e nuovi pensieri, hanno contribuito alla
crescita sociale e culturale del nostro paese.
Le telecomunicazioni
Le telecomunicazioni sono quell'insieme di strumenti utili alla trasmissione
di segnali a distanza, allo scopo di comunicare. Nell'epoca moderna,
questo processo quasi sempre riguarda la spedizione di un segnale
elettromagnetico per mezzo di un trasmettitore elettrico (o via etere), ma
nei tempi passati poteva comprendere l'utilizzo di segnali di fumo o
tamburi. Oggi le telecomunicazioni sono molto diffuse e strumenti che
consentono la comunicazioni a lunga distanza come la radio , la
televisione o i cellulari sono comuni in tutto il mondo. Esiste poi anche un
vasto insieme di reti che collegano questi dispositivi, come le reti di
computer, la rete telefonica, le reti televisive e radiofoniche. La
comunicazioni attraverso Internet, come la posta elettronica o la
messaggistica istantanea è solo un esempio di telecomunicazione.

Recentemente l'utilizzo delle fibre ottiche ha notevolmente aumentato la


banda disponibile per le comunicazioni intercontinentali, contribuendo a
rendere più rapido e ricco l'utilizzo di Internet. Inoltre la televisione
digitale ha consentito di ottenere trasmissioni ad alta definizione,
eliminando molti dei difetti delle trasmissioni analogiche.
Gli elementi di base di un sistema di telecomunicazione sono:
•un trasmettitore che prende l‘informazione e la converte in un segnale da trasmettere

•un mezzo di trasmissione su cui il segnale è trasmesso

•un ricevitore che riceve e converte il segnale in informazione utile

Ad esempio, consideriamo un sistema di trasmissione radio. In questo caso l‘antenna della stazione è il
trasmettitore, la radio è il ricevitore ed il mezzo trasmissivo è lo spazio libero. Spesso i sistemi di
telecomunicazione sono bidirezionali ed i dispositivi che li compongono si comportano sia come
trasmettitori che come ricevitori; si dice cioè che sono ricetrasmettitori. Un telefono cellulare è un
esempio di ricetrasmettitore. La comunicazione su una linea telefonica è chiamata comunicazione
punto punto, poiché avviene tra un trasmettitore ed un ricevitore, la comunicazione attraverso una
stazione radio è chiamata broadcast (da uno a molti) poiché avviene tra un singolo trasmettitore ad alta
potenza e numerosi ricevitori.

I segnali possono essere sia analogici che digitali. Un segnale analogico può assumere con continuità
qualunque valore e l'informazione viene direttamente impressa su una qualche grandezza caratteristica
del segnale (ampiezza, fase,etc.); al contrario in un segnale digitale l'informazione è codificata
mediante un insieme di valori discreti che il segnale può assumere.
I dispositivi per le telecomunicazioni convertono diversi tipi di informazione, come il suono e le immagini,
in segnali elettrici o ottici. I segnali elettrici tipicamente vengono trasportati attraverso un mezzo come il
rame o direttamente in aria mediante onde radio. I segnali ottici invece di solito sono veicolati mediante
fibre ottiche opportunamente progettate. Quando un segnale raggiunge la destinazione, il dispositivo al
terminale di arrivo converte il segnale in un messaggio comprensibile, come il suono in un telefono,
immagini su una televisione o parole sullo schermo di un computer. Un insieme di trasmettitori,
ricevitori o ricetrasmettitori che comunicano tra loro prende il nome di rete.
Un canale è l'unita fondamentale utilizzata per dividere un mezzo di trasmissione in modo che più flussi di
informazione possano propagarsi contemporaneamente. Ad esempio una stazione radio può trasmettere a
96 MHz, mentre un'altra a 95 MHz. In questo caso il mezzo è stato diviso in frequenza e ciascun canale ha
ricevuto una specifica frequenza su cui trasmettere. In alternativa sarebbe stato possibile allocare a
ciascuna stazione un intervallo temporale periodico su cui trasmettere; in questo caso si parla di divisione
nel tempo (Time Division Multiplexing o TDM).
La tecnica di variare un segnale per trasmettere informazione è nota come modulazione. La modulazione è
un concetto chiave nelle telecomunicazioni ed è frequentemente usata per imprimere l'informazione
associata ad un segnale su un altro. Nel campo delle comunicazioni digitali, la modulazione è usata per
rappresentare su un segnale analogico un segnale digitale.
La modulazione tuttavia svolge anche un'altra funzione, ossia quella di aumentare la frequenza di un
segnale analogico. Questo poiché un segnale tipicamente non è adatto ad essere trasmesso per lunghe
distanze a causa della sua bassa frequenza. Quindi la sua informazione deve essere impressa su un segnale
a frequenza maggiore (noto come portante) prima della trasmissione.
Local Area Network

Nel campo dell'informatica LAN è l'acronimo per il


termine inglese local area network, in italiano rete
locale.
Identifica una rete costituita da computer collegati
tra loro (comprese le interconnessioni e le
periferiche condivise) all'interno di un ambito fisico
delimitato (ad esempio in una stanza o in un
edificio, o anche in più edifici vicini tra di loro) che
non superi la distanza di qualche chilometro.
Le LAN hanno dimensioni contenute, il che
favorisce il tempo di trasmissione, che è noto. Le
LAN tradizionali lavorano tra 10 Mbps e 100
Mbps, hanno bassi ritardi e pochissimi errori. Le
LAN recenti operano fino a 1 Gbps.
Le diverse tipologie di rete L.A.N.

Rete ad anello e token ring

Rete a stella
Rete a bus
Rete a stella (o stella estesa)

È caratterizzata da un punto centrale, centrostella, che


può essere uno switch o un elaboratore e diversi host
connessi ad esso. La rete a stella diventa a stella estesa
quando al posto di un host collegato al centrostella c'é un
altro apparato attivo, switch o hub con a sua volta altri
host collegati ad esso.
 
Pregi
•un guasto ad un host non compromette le
comunicazioni degli altri
•comunicazioni sicure e difficilmente intercettabili
tra un host e l'altro (con l'uso dello switch)
•basso traffico di pacchetti per gli host (con l'uso
dello switch)
Difetti
•elevato traffico sul centrostella
•rottura del centrostella con conseguente
interruzione delle comunicazioni per tutti gli host
Rete a bus

In questa configurazione di rete ogni host è collegato in modo


lineare attraverso un cavo o tramite un hub.

Pregi e difetti della rete a bus


Pregi
•reti semplici da realizzare e poco costose
•un guasto ad un host non compromette tutta la rete
Difetti
•ogni computer può intercettare le comunicazioni altrui
•elevato traffico in tutta la rete
•sensibile ai guasti
•difficile trovare il guasto
Rete ad anello

Una rete ad anello con passaggio del testimone, è un tipo di


rete in cui la determinazione di quale calcolatore abbia diritto
a trasmettere avviene tramite un particolare messaggio, detto
token.

Pregi e difetti della rete ad anello

Pregi
•può coprire distanze maggiori di quelle consentite da
altre reti senza l'aggiunta di amplificatori di segnale
Difetti
•esiste il rischio che gli host possano intercettare
comunicazioni altrui
•elevato traffico in tutta la rete
•il guasto di un host compromette la trasmissione di dati
Token ring

Una rete Token ring, ovvero rete ad anello con passaggio del testimone, è un tipo di rete ad anello in cui la
determinazione di quale calcolatore abbia diritto a trasmettere avviene tramite un particolare messaggio, detto token.

Ogni calcolatore è collegato ad altri due formando un cerchio. Questo, ovviamente, a livello concettuale, in quanto
nella realtà ciò non avviene, ma la rappresentazione grafica aiuta a capire il funzionamento. All'interno di questa rete
solo un calcolatore alla volta può trasmettere, quello in possesso del token. Esso avvia la trasmissione dei dati
trasferendoli al calcolatore vicino, il quale lo prende in consegna se è il destinatario, oppure ripetendo a sua volta il
segnale verso l'altro calcolatore ad esso collegato, così fino a raggiungere il destinatario. Il destinatario legge i dati ma
non li toglie dalla rete, perché i dati torneranno al mittente. Sarà il mittente ad eliminare i suoi dati dalla rete e a
rimettere in circolo il testimone.

Quando il calcolatore che è in possesso del token ha terminato la trasmissione dei dati passa il token a quello vicino.
Quest'ultimo se deve trasmettere dati inizia la comunicazione, altrimenti cede immediatamente il token senza
impegnare il canale.

Ogni terminale prima o poi riceverà il token ed avrà quindi la possibilità di trasmettere. I dispositivi di rete
garantiscono la presenza di un solo token sull'anello, e provvedono a rigenerarne uno qualora questo venga perso a
causa di guasti nella rete o al calcolatore che l'ha preso in consegna.

Nelle reti Token Ring, a differenza di altre, un computer malfunzionante viene automaticamente escluso dall’anello
consentendo agli altri di continuare a funzionare regolarmente in rete.
Confronto tra sistemi analogici e digitali
Nei sistemi elettronici i segnali possono essere di tipo analogico o digitale. I segnali analogici sono
caratterizzati dal fatto di potere assumere infiniti valori fra due limiti prefissati, mentre i segnali digitali
assumono solo un numero finito di valori, che, per convenzione, vengono rappresentati mediante una codifica
binaria.

I segnali analogici, cioè quelli che trattano segnali analogici, hanno i seguenti vantaggi:
•possono essere più facilmente interfacciabili con il mondo esterno, poiché le grandezze dell'ambiente
esterno hanno di solito caratteristiche analogiche;
•lavorano in tempo reale, cioè non introducono ritardi significativi nelle operazioni di elaborazione e
trasmissione del segnale;
•si prestano a simulare fenomeni naturali, date le caratteristiche analogiche della maggior parte di
quest'ultimi.

I sistemi digitali, cioè quelli che trattano segnali digitali, hanno invece i vantaggi di:
•essere meno influenzati dal rumore rispetto ai sistemi analogici (nei sistemi digitali, bisogna infatti
verificare se il livello del segnale si trova entro una o l'altra di due fasce, corrispondenti agli stati logici
0 ed 1; se il rumore o un disturbo non hanno ampiezza sufficiente da fare uscire il livello del segnale
dalla fascia di appartenenza, non si ha errore);
•non presentare problemi di deriva termica, cioè al cambiare della temperatura non varia lo stato delle
uscite (entro, ovviamente, dei limiti tali da non guastare il circuito);
•avere una grande flessibilità, in quanto, grazie all'impiego di semplici microprocessori o di grandi
elaboratori, le caratteristiche funzionali sono definite mediante un programma, che può svolgere
funzioni anche assai complesse, le quali possono essere facilmente modificate intervenendo sul
programma stesso.
La necessità di una conversione A/D e D/A

Per i motivi precedentemente esposti, ed in particolare per l'utilizzo di elaboratori, i sistemi digitali
sono spesso preferiti. L'elaborazione di segnali analogici, nel caso di elaborazione digitale, può
essere così schematizzata:
Le grandezze analogiche devono essere sottoposte ad un processo di conversione analogico-digitale,
mediante un convertitore analogico/digitale (ADC), che accetti in ingresso un segnale analogico e
restituisca in uscita una parola composta da più bit, il cui valore è in relazione all'ingresso
analogico. All'uscita del sistema è necessario un convertitore digitale/analogico (DAC), con
funzionalità opposta al precedente.
I convertitori analogico/digitale (ADC)

 Un convertitore analogico/digitale (ADC:Analog to Digital Converter) trasforma il valore della tensione
posta in ingresso nel numero corrispondente espresso in un codice binario.

Caratteristiche e parametri degli ADC

Per poter confrontare le prestazioni dei convertitori A-D in


commercio e scegliere quello che meglio si adatta ad una particolare
applicazione sono stati individuati alcuni parametri che generalmente
vengono riportati nei data sheets.

La caratteristica di trasferimento rappresenta in un grafico la


relazione tra i valori di tensione d’ingresso e il codice binario
all’uscita di un convertitore A-D.

La risoluzione R di un convertitore A-D è definita come la minima


variazione della grandezza analogica d’ingresso che provoca la
variazione di 1LSB nel numero di uscita; essa quindi coincide con il
valore dell’intervallo di quantizzazione Q.
Nel caso generico di un convertitore A-D per segnali di ingresso unipolari con n Bit in uscita, l’intervallo
di quantizzazione e la risoluzione sono dati da:
Q=R=Vfs/2^n
 
Dove VFS detto valore di fondoscala, è una tensione di riferimento, generalmente fornita al convertitore
A-D mediante un apposito ingresso, che individua il massimo valore convertibile.
E evidente che quando viene effettuata una conversione analogico/digitale viene sempre commesso un
errore, chiamato errore di quantizzazione (ε), dovuto al numero finito di valori che può assumere un
segnale digitale, suddetto errore può valere al massimo:
 εmax =±Q/2
 
Nei convertitori A/D reali la caratteristica di trasferimento presenta delle deviazioni rispetto
all’andamento ideale, causando errori che possono essere classificati secondo le seguenti tipologie,
supponendo che ognuno agisca separatamente dagli altri:
 
  Errore di offset: si manifesta come una traslazione della caratteristica rispetto a quella
ideale.
   Errore di guadagno: è interpretabile come una variazione della pendenza della caratteristica
rispetto a quella ideale. Gli errori di offset e di guadano possono essere elimninati in fase di taratura
mediante trimmer collegati esternamente al convertitore.
Errore di linearità: una volta corretti gli errori di offset e di guadagno mediante taratura, gli
estremi delle caratteristiche realie e ideale coincidono, la differenza massima tra le caratteristiche in
termini di tensione d’ingresso, rappresenta l’errore di linearità del convertitore.
 
La velocità di funzionamento di un convertitore A_D viene espressa da due parametri:
il tempo di conversione e la rapidità di conversione.
 
Si definisce tempo di conversione l’intervallo di tempo che intercorre tra l’istante in cui si presenta in
ingresso un valore di tensione stabile e quello in cui sulle uscite digitali compare il corrispondente valore
binario. Se il convertitore prevede un segnale di inizio conversione (SOC: start of conversion) il tempo di
conversione è valutato a partire dall’istante in cui viene fornito tale segnale.
Il valore del tempo di conversione, che può variare dal centinaio di ms a qualche ns, pone un limite alla
massima frequenza dei segnali d’ingresso che possono essere convertiti senza introdurre ulteriori errori
rispetto a quelli già citati; per segnali con frequenza superiore è necessario impiegare un circuito di Sample
and Hold.
 
Si definisce rapidità di conversione il numero di conversioni che possono essere effettuate in un secondo;
si esprime in SPS (sample per second; campioni al secondo) e relativi multipli KSPS, MSPS.
 
Per i convertitori in cui è possibile iniziare una conversione non appena terminata quella precedente, la
rapidità di conversione corrisponde all’inverso del tempo di conversione; nel caso in cui sia invece
necessario un intervallo di attesa significativo per il ripristino del circuito, la rapidità di conversione risulta
inferiore all’inverso del tempo di conversione.
I convertitori digitale/analogico (DAC)

 
Un convertitore D/A (DAC:digital to analog converter) trasforma il dato digitale
d’ingresso nel corrispondete valore della grandezza analogico
d’uscita(generalmente tensione o corrente).
In figura è rappresentato il simbolo del DAC , in cui sono evidenziati l’ingresso
digitale a nbit, l’uscita analogica Vo e l’ingresso per la tensione di riferimento
Vref, , che individua il valore di fondo scala (Vfs) del convertitore.

Caratteristiche e parametri dei DAC:


 Se il codice del segnale digitale in ingresso al DAC è binario a n Bit, la relazione ideale tra il numero N
e la tensione analogica Vo in uscita è:
Vo=(N/2N) *Vref

E quindi l’uscita risulta proporzionale al valore espresso dal codice binario.


La caratteristicadi trasferimento ideale è costituta da un insieme di punti allineati su una retta passante
per l’origine.
La risoluzione è definita come la minima variazione Q della tensione d’uscita corrispondente alla
variazione di 1LSB del codice d’ingresso.
Il valore massimo della tensione d’uscita, che si ottiene ponendo tutti gli ingressi a 1, nell esempio in
figura possiamo notare che la massima tensione di uscita vale 7/8 Vref .
Gli scostamenti della caratteristica di trasferimento reale da quella idale possono essere valutati con i
seguenti parametri, supponendo che le diverse tipologie di errore agiscano singolarmente: errore di
offset, di guadagno e di linearità. In alcuni convertitori di tipo integrato è possibile eliminare l’errore
di offset effettuando una taratura mediante un trimmer collegato esternamente.
 
Il tempo di assestamento (settling time) individua la velocità
di conversione ed è definito come il tempo necessario alla
tensione d’uscita per assestarsi definitivamente all’interno
di una fascia di valori di ampiezza ±1/2 LSB, dopo la
variazione della parola binaria in ingresso.

Poiché il tempo di assestamento dipende dal numero di bit


del codice d’ingresso che commutano
contemporaneamente , i costruttori generalmente lo
riferiscono al caso peggiore , corrispondente alla
commutazione contemporanea di tutti gli n bit.

Nei DAC con uscita in corrente si definisce output voltage compliance il campo di tensione di uscita che
possono essere generate al variare dei bit d’ingresso, in relazione alle tensioni di alimentazione e di
riferimento.

I glitch sono impulsi di breve durata che si sovrappongono alla tensione d’uscita nell’istante della
commutaione tra due differenti codici d’ingresso.
 
Trasmission Media

Telecommunications systems transmit messages or data by means of a number of different transmission


media, such as copper wires, microwave radio, fibre-optic cables and satellites. One way to classify
telecommunications media is to consider if they use wires or not.

Wired communications:

Wires and cables:

Copper wires were the original medium for


telecommunications and are still the primary
means for telephone connections. They have
the advantage of presenting a low electrical
resistance, high tensile strength, and are
highly resistant to corrosion. Wires connect
telephones together or connect the television
cable.
Optical fibres

 Optical fibres are long, thin strands of very pure glass


which has been doped diffusing impurities into it, those
impurities don’t cloud the glass but make it more
conducting.Optical fibres are diameter of a human
hair through which information is transmitted as light
pulses. Optical fibres carry much more information than
conventional copper wires because their bandwidth is
lager, and are in general no subject to electromagnetic
interference. A single optical fibre is made up of a core
(the thin glass centre where the light travels) , a
cladding (the outer optical material surrounding the
core that reflects the light back into the core), and
buffer coatings (the plastic coating that protects the
fibre from damage and moisture).
Wireless communications

 Wireless telecommunications use medium radio waves


which are sent through space from one antenna to another.
Radio waves are the means for receiving Am and Fm radio
and for receiving television signal, and are used by cordless
telephones and cellular radio telephones. Telephone
companies send signals over long distances by means of
microwaves, which have higher frequencies than radio waves
and can transmit larger amounts of data more efficiently
because less disturbers are present at higher frequences.
Communications satellites provide a means for transmitting
telecommunications signal all over the globe, without the
need for a network of wires and cables.
Others wireless technologies that are evolving in the last
years are Bluetooth and IR (infrared), that are used in mobile
phones and in laptops to connect with other devices or to
connect to the Internet.
La seconda guerra mondiale e lo sviluppo delle telecomunicazioni

La guerra, sia di offesa che di difesa, origina sempre distruzione.

Ma la guerra è anche alla base di una spasmodica ricerca tecnologica e la 2°


Guerra Mondiale ha indubbiamente segnato il grande sviluppo delle
radiocomunicazioni.

L'ingegno umano ha saputo superare ostacoli, produrre strumenti efficaci e


innovazioni tecnologiche ancora sorprendenti oggi.

Le radiocomunicazioni sono il frutto delle scoperte e della cooperazione di


numerosi scienziati e tecnici appartenenti a diversi paesi.

Il periodo scelto 1939-1945 è stato espressamente voluto, perché mai nella


storia dell'uomo, in un così breve arco di tempo, si è assistito ad un così grande
sviluppo delle comunicazioni.

Questo vuole anche essere un tributo alla memoria delle migliaia di persone di
ogni Nazione che hanno contribuito, con le loro capacità ed ingegno, mediante
il solo ausilio della matita e del regolo calcolatore, alla realizzazione di veri e
propri capolavori d'ingenieria, ideando e inventando apparati e circuiti
innovativi ancora oggi in uso.
Nel determinare lo scoppio del secondo conflitto mondiale giocò un ruolo decisivo il desiderio di
dominio di Hitler, il quale puntava all'egemonia del nazifascismo.
La prima fase del conflitto si risolse nelle vittorie dell'esercito tedesco, che in pochi mesi conquistò quasi
tutto il continente europeo.
Nel 1940 l'Italia entrò in guerra aprendo nuovi fronti. Dopo i successi della guerra lampo, la strategia
militare tedesca mostrò pericolose debolezze; ma le sorti del conflitto sembravano favorevoli a Hitler,
che era padrone di buona parte dell'Europa.La guerra diede alla radio un grande impulso. Come il
primo conflitto mondiale era servito a mettere a punto la tecnologia necessaria al boom della radio negli
anni '20, così la seconda guerra mondiale servì a rafforzarne il ruolo egemone fra i mezzi di
comunicazione.
In Gran Bretagna, per esempio, la guerra ebbe inizio con l'annuncio ufficiale di Chamberlain che il 3
settembre 1939, alle 11,15 comunicò via radio alla nazione l'inizio delle ostilità. Un apparecchio radio,
capace almeno di ricevere i bollettini informativi divenne ben presto una necessità anche per coloro che
fino a quel momento avevano snobbato quel mezzo "popolare".
Hitler dovette in seguito fare i conti con una resistenza determinata ed un'imprevedibile capacità
d'azione. L'intervento americano poi rafforzò lo schieramento antinazista e allontanò una possibilità di
soluzione.
Verso il 1944 la guerra si avviò alla sua conclusione; l'esercito tedesco era oramai costretto a ripiegare,
chiuso in una morsa di armate avversarie. Nell'agosto del 1945 si concluse definitivamente la seconda
guerra mondiale, che lasciò alle sue spalle morte e distruzione.
"Eravamo nel salotto. Il mio ospite non aveva un apparecchio radio,
ma la sua cameriera ne possedeva uno e ce lo portò poco dopo le
undici. Può apparire strano che nel 1939, in una casa benestante,
ancora non ci fosse la radio, e che invece la cameriera ne avesse una
per sè. Ma non è strano perché in alcuni circoli la radio non era
ancora stata accettata, la si considerava un divertimento per le masse
che le persone colte e intelligenti avevano il dovere di non
ascoltare..." (Harold Nicholson)
Se nel 1914 il governo aveva obbligato alla chiusura le emittenti
radiofoniche del tempo, in questa circostanza invece aveva tutto
l'interesse che ciascuno avesse accesso alla radio per mantenere un
contatto diretto e immediato con il pubblico.

Con lo scoppio delle ostilità la radio inaugurò anche in Gran Bretagna l'era
delle notizie istantanee. Le trasmissioni della BBC divennero importanti
non solo per gli Inglesi ma anche per le popolazioni dei paesi occupati e
per chiunque nel mondo cercasse di capire che cosa stava esattamento
succedendo.
In questo periodo la BBC infatti si costruì la sua fama di attendibilità e di
equilibrio; paragonato alle trasmissioni propagandistiche delle radio
dell'Asse, il bollettino che Radio Londra trasmetteva in decine di lingue
era un esempio di straordinaria aderenza alla realtà.
Dovendo trasmettere anche programmi speciali per le
truppe, la BBC fu costretta a modificare il proprio palinsesto,
trasmettendo ad esempio musica da ballo alle sei di mattina,
quando i soldati si svegliavano o all'ora di pranzo, in momenti
della giornata in cui non era mai stata trasmessa perché ritenuti
privi di pubblico.
Così il periodo bellico servì a portare nelle case inglesi
programmi molto più leggeri di quelli che l'austera
impostazione delle origini aveva diffuso fino ad allora.
Ma la radio fu impiegata anche per far partecipare alla realtà
della guerra quelli che non la vivevano direttamente.
Alle 9.15 del 14 luglio 1940 un corrispondente di guerra della
BBC trasmise in diretta dalle colline di Dover una delle prime
battaglie aeree fra i caccia inglesi e tedeschi nei cieli della
Manica.
In tutti i paesi in conflitto la radio divenne un mezzo di
collegamento vitale tra governo e popolo ed ebbe un forte
incremento proprio in questo periodo.
Il cinematografo in Italia

Sempre durante il secondo conflitto mondiale, quando in italia


regna sovrano il regime fascista viene valorizzato un
importantissimo strumento di comunicazione di massa, il
cinematografo, la finalità del quale era volta alla "diffusione
della cultura popolare e della istruzione generale per mezzo
delle visioni cinematografiche, messe in commercio alle
minime condizioni di vendita possibile, e distribuite a scopo di
beneficenza e propaganda nazionale e patriottica“. Una delle
più antiche istituzioni pubbliche destinate alla diffusione
cinematografica in Italia è l’istituto “Luce” fondato da Benito
Mussolini nel 1924 con sede a Roma.

Che trasformò in poco tempo il cinematografo in un potente


strumento di propaganda del regime fascista:nel 1927 viene
creato il cinegiornale Luce, destinato a venire proiettato per
obbligo in tutti i cinema d'Italia prima della proiezione dei
film.
Pisa Coltano. La I stazione radiotelegrafica
Marconi
20/02/1935
Luigi Pirandello e il cinema
Indicativo dei suoi atteggiamenti culturali di cauta apertura verso il nuovo e di riflessione sulla condizione del
singolo, dell'individuo, nella società di massa, può essere il suo rapporto con il cinema. Pirandello fu tra i
primi a coglierne le caratteristiche industriali, di alienazione che esso comportava (i "Quaderni di Serafino
Gubbio operatore" 1915). Nel dopoguerra, quando ormai il cinema si era affermato come fenomeno mondiale,
concesse più volte il diritto di sceneggiare suoi scritti: "Il fu Mattia Pascal" regia di Marcel l'Herbier,
"Acciaio" di Walter Rutmann, "Ma non è una cosa seria" di Mario Camerini. Pirandello, che pure non scese
mai direttamente in campo, continuò a riflettere sul problema del rapporto tra teatro e cinema. Nel 1929 in un
articolo sul «Corriere della sera», scrisse che il peccato maggiore del cinema era quello di voler gareggiare
con il teatro: «Per questa via la perfezione non potrà condurre il cinematografo ad abolire il teatro, ma se mai
ad abolire sé stesso». Piuttosto vedeva nel cinema un altro spazio, diverso da quello del teatro, in cui potersi
esprimere. Sognò un cinema che fosse «cinomelografia», linguaggio visibile della musica (per intenderci,
qualcosa come "Fantasia" di Disney di un ventennio dopo):

«Gli occhi che vedono, l'orecchio che ascolta, e il cuore che


sente tutta la bellezza e la varietà dei sentimenti che i suoni
esprimono, rappresenta nelle immagini quel che quei sentimenti
suscitano ed evocano». In questo modo il cinema avrebbe
trovato sé stesso approdando «ai porti prodigiosi del miracolo»
e non avrebbe attentato al teatro.
Luigi Pirandello (Agrigento, 28 giugno 1867 – Roma, 10 dicembre 1936) è
stato un drammaturgo, scrittore e poeta italiano ; fu insignito del Premio
Nobel per la letteratura nel 1934.

Pirandello nacque nel 1867 a Càvusu, luogo che al


momento della sua nascita aveva cambiato la sua
denominazione originaria in "Caos", (località
attualmente parte del comune di Porto Empedocle, che
a quel tempo apparteneva per metà al primo e per metà
al comune di Girgenti, oggi Agrigento), da Stefano e
Caterina Ricci Gramitto, in una famiglia di agiata
condizione borghese dalle tradizioni risorgimentali.
Proveniente da una famiglia dell'agiata borghesia, proprietaria di una miniera di zolfo. Sia la madre che il
padre parteciparono attivamente alla campagna garibaldina in Sicilia. Dopo aver frequentato il liceo classico a
Palermo, Pirandello si iscrive alla facoltà di Lettere dell'Università di Roma, dedicandosi soprattutto alla
filologia romanza. In seguito a un violento litigio con un docente, si trasferisce a Bonn nel 1889, dove nel '91
si laurea con una tesi sul dialetto di Agrigento. A Bonn resta come lettore d'italiano per un anno.
 
Nel '93 torna in Italia. L'anno dopo si sposa con la figlia di un socio di suo padre. Il matrimonio era stato
quasi "combinato". Si stabilisce con la famiglia a Roma ed entra nella vita culturale e letteraria del suo
tempo, collaborando a numerosi periodici: stringe amicizia con Luigi Capuana, mentre resta ostile al
D'Annunzio. Nel '97 assume, come incaricato, l'insegnamento di Letteratura italiana (stilistica) presso
l'Istituto superiore di Magistero a Roma; nel 1908 ne diventa professore ordinario insegnando sino al 1922.
 
Nel 1903 una frana con allagamento distrugge la miniera di zolfo nella quale erano stati investiti sia i
capitali di suo padre che la dote di sua moglie, la quale, già sofferente di nervi (sospettava continuamente che
il marito la tradisse), si ammalò gravemente, cominciando a manifestare i primi segni di uno squilibrio
psichico che la condurrà poi in manicomio. Pirandello reagì a questa situazione conducendo a Roma vita
ritirata (per non offrire pretesti alla follia della moglie, ma inutilmente) e lavorando intensamente, anche per
far fronte alle difficoltà economiche (insegnava, scriveva e dava lezioni private).
Tuttavia, le sue novelle, raccolte poi col titolo Novelle per un anno, e i suoi romanzi passarono quasi
inosservati. La celebrità gli giunse soltanto in età matura, quando a partire dal 1916 si rivolse quasi
interamente al teatro. Le sue commedie, talvolta accolte con dissensi clamorosi, si imposero al pubblico
soprattutto dopo la fine della I guerra mondiale. Ottennero vasta risonanza Sei personaggi in cerca d'autore,
L'uomo dal fiore in bocca, Enrico IV e molte altre commedie.

Nel 1921 inizia ad ottenere grande successo anche all'estero oscurando la fama del D'Annunzio. Nel '24
si iscrive al partito fascista, pochi mesi dopo l'assassinio di Matteotti e forte sarà la sua polemica con
Amendola.

Tuttavia, Pirandello, che si era iscritto solo per aiutare


il fascismo a rinnovare la cultura, restandone presto
deluso, non si è mai interessato di politica. Nel '29 il
governo Mussolini lo include nel primo gruppo
dell'Accademia d'Italia appena fondata: questo era
allora il massimo riconoscimento ufficiale per un
artista italiano, ma Pirandello non se ne dimostrò
affatto entusiasta. Nel '25 assunse la direzione di una
compagnia teatrale di Roma, che resterà in vita sino al
'28.
Nel '34 gli viene conferito il premio Nobel per la
letteratura.

“Svezia Stoccolma. Il premio Nobel 1934 12/1934”


Mussolini, attraverso il Ministero degli Esteri, cercò subito di sfruttarne la fama internazionale sperando di
usarlo come portavoce estero delle ragioni del fascismo impegnato nella conquista dell'Etiopia. Nel luglio del
'35 infatti il drammaturgo doveva partire per Broadway, per rappresentare alcuni suoi capolavori e
sicuramente sarebbe stato intervistato dai giornalisti. Ma Pirandello non si prestò a tale servilismo.

Durante le riprese cinematografiche de Il fu Mattia Pascal, effettuate a Roma, si ammala di polmonite e


muore nel '36, lasciando incompiuto I giganti della montagna. A dispetto del regime fascista, che avrebbe
voluto esequie di Stato, vengono rispettare le clausole del suo testamento: "Carro d'infima classe, quello dei
poveri. Nudo. E nessuno m'accompagni, né parenti né amici. Il carro, il callo, il cocchiere e basta". E
così fu fatto.
IDEOLOGIA E POETICA
Essendo siciliano, anche Pirandello muove da moduli veristi con novelle paesane, ma da subito il suo
verismo è caricaturale e grottesco, inteso a scardinare polemicamente i nessi logici della realtà, soprattutto
laddove questi nessi non sono altro che pregiudizi borghesi. I suoi temi di fondo sono già tutti presenti nel
suo primo romanzo, L'esclusa (1901) che narra la storia di una donna cacciata di casa dal marito perché
ritenuta, ingiustamente, adultera, poi riammessa proprio quando l'adulterio l'ha realmente compiuto.
I temi di fondo sono:
il contrasto tra apparenza (o illusione) e realtà (o tra forma e vita), nel senso che l'uomo ha degli ideali che
la realtà impedisce di vivere, poiché la realtà si ferma all'apparenza e non permette all'uomo di essere se
stesso;
l'assurdità della condizione dell'uomo, fissata in schemi precostituiti: a ciò Pirandello cercherà di opporre il
sentimento della casualità o imprevedibilità delle vicende umane;
molte sue commedie rappresentano situazioni inverosimili o paradossali, proprio per mettere meglio in luce
l'assurdità dei pregiudizi borghesi;
le molteplici sfaccettature della verità espresse col "sentimento del contrario" (che è alla base del suo
umorismo e che viene utilizzato per vanificare ogni possibile illusione).
Pirandello ha una concezione relativistica dell'uomo, che ne esclude una conoscenza scientifica. L'uomo è
troppo assurdo per essere capito (mentre la natura è più semplice, inconsapevole, felice, anche se resta un
paradiso perduto e rimpianto). Il borghese si dibatte fra ciò che sente dentro (sempre mutevole) e il rispetto
che deve alle convenzioni sociali (sempre fisse e stereotipate). La "maschera" o "apparenza" è l'involucro
esteriore che noi ci siamo dati o in cui gli altri ci identificano; la "vita" invece è un flusso di continue
sensazioni che spezza ogni forma. Noi crediamo di essere "forme stabili" (personalità definite): in realtà tutto
ciò è solo una maschera dietro cui sta la nostra vera vita, fondata sull'inconscio, cioè sull'istinto e sugli
impulsi contraddittori.

Parafrasando un titolo di un suo romanzo, si potrebbe dire che noi siamo


"uno" (perché pretendiamo di avere una forma), "nessuno" (perché non
abbiamo una personalità definita) e "centomila" (perché a seconda di
chi ci guarda abbiamo un aspetto diverso).

L'uomo, in definitiva, è soggetto al caso, che lo rende una marionetta, che gli
impedisce di darsi una personalità.
Ogni personaggio teatrale è immerso in una tragica solitudine che non consente alcuna vera comunicativa: sia
perché il dialogo non ha lo scopo di far capire le cose o di risolvere i problemi, ma solo di confermare
l'assurdità della vita; sia perché ogni tentativo di comprendersi reciprocamente è fondato sull'astrazione delle
parole, che non riflettono più valori comuni.
Il "sentimento del contrario", tuttavia, potrebbe portare al suicidio o alla follia, se assolutizzato.
Pirandello evita questa soluzione affermando che in un'epoca decadente, dove tutto è relativo, solo un'arte
umoristica è possibile, un'arte cioè che sappia cogliere i sotterfugi e le piccole meschinità delle persone, senza
però che tutto questo divenga oggetto di riso.
Immagini, informazioni e video sono stati prelevati da:

 
       Manuale di elettronica e telecomunicazioni quinta edizione
       Corso di Elettronica: le conversioni elettroniche di Stefano Mirandola
      Moduli di letteratura italiana ed europea di Alberto Dendi, Elisabetta Severina
e Alessandro Aretini
      Studiare storia 3 volume di Fossati, Luppi e Zanette
      Etech di Giuseppe De Benedittis e Maria Antonietta Vidori
  Google Italia
   Wikipedia l’enciclopedia libera
 Istituto Luce

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