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Botticelli

ALESSANDRO DI MARIANO FILIPEPI, detto SANDRO BOTTICELLI (Firenze 1445 - Firenze 1510)

Figlio del conciatore fiorentino Mariano Filipepi, Alessandro, detto "Sandro", ricevette il soprannome di "Botticelli" per un motivo che resta incerto (probabilmente per laspetto grassoccio o perch era stato a bottega da un certo Botticello, orafo). Verso il 1464 entr nella bottega di Filippo Lippi, restandovi per circa 3 anni. Fu comunque influenzato da due artisti fiorentini appartenenti alla seconda generazione del Rinascimento fiorentino: Andrea Verrocchio e Piero Pollaiolo.
Vergine col Bambino

Nel 1470, grazie all'appoggio di un personaggio vicino ai Medici, Tommaso Soderini, Botticelli ottenne la sua prima commessa ufficiale: la Forza, figura allegorica per il Tribunale del commercio di Firenze. In questa tavola, attualmente esposta agli Uffizi, prevale definitivamente l'influenza del Verrocchio e del Pollaiolo su quella di Lippi.

Si deve a Botticelli laver riportato al centro della pittura del Rinascimento i temi mitologici in alternativa a quelli sacri. Nel 1478, o nel 1481/82 secondo alcuni, dipinge per Lorenzo di Pierfrancesco de Medici, cugino di Lorenzo il Magnifico, la celeberrima Primavera. La scena vagheggia i versi di Poliziano ne Le stanze per la giostra: Tutto lascivo, dietro a Flora, Zefiro vola e la verde erba infiora

La presenza di Venere nella parte centrale della tavola un invito a Lorenzo di Pierfrancesco a scegliere Venere come gi fece Paride. Scegliere Venere voleva dire, secondo il neoplatonico Ficino, scegliere lHumanitas, termine che comprende allo stesso tempo i significati di raffinatezza e cultura e di equilibrio e armonia. Si tratta di un soggetto di valore pedagogico. Materializzare nella bellissima Venere loggetto dellinsegnamento e cio insegnare attraverso le immagini. Il significato delle cose non per accessibile a tutti; solo una ristretta cerchia di iniziati pu comprendere e tra questi il destinatario Lorenzo di Pierfrancesco.

La Primavera, ca. 1478. Tempera su tavola, 203x314 cm. Firenze, Galleria degli Uffizi.

Avvento del regno di Venere = fioritura intellettuale e spirituale

La scena si svolge in una radura verdeggiante, punteggiata di innumerevoli piante e fiori (190 di cui 138 identificate). Alberi darancio con fiori e frutti maturi. Sulla destra fronde di alloro; tutto come in un fondale scenico.
A destra Zfiro, bruciante di passione, insegue Clri che viene trasformata in Flra, la personificazione della Primavera.

Al centro della scena c Venere, incorniciata da tronchi e rami che formano un arco ogivale. Alle sue spalle una pianta di mirto, a lei sacra. Il piede sinistro sollevato leggermente suggerisce un morbido incedere verso losservatore. Sulla testa della dea Cupido che sta scagliando una freccia infuocata e, poco distanti le tre Grazie (Aglaia lo spelndore, Eufrosine la gioia, Talia la prosperit) ballano la carola, antica danza greca che si balla in gruppo intrecciando le mani. Esse incarnano, nella figurazione classica, la perfezione a cui l'uomo deve tendere nonch le tre qualit che una donna dovrebbe avere.
Poco lontano Mercurio allontana le nubi con il suo caduceo.

La Nascita di Venere, ca. 1485. Tempera su tavola, 172,5x278,5 cm. Firenze, Galleria degli Uffizi.

La rappresentazione di Venere deve servire mostrare il significato spirituale che la filosofia neoplatonica attribuiva alla bellezza. Tramite essa luomo si avvicina a Dio. Il carattere profano del tema accostato alla iconografia cristiana del Battesimo di Cristo. In esso il Cristo in piedi al centro della composizione, affiancato dal Battista che gli tiene il braccio sulla testa.

Venere appena nata dalla spuma del mare, gi donna, nuda su una conchiglia viene sospinta verso la costa di Cipro. La accoglie Flora che le porge un manto ricamato. Il paesaggio ridotto allessenziale e le onde del mare sono stilizzate in forma di V. La costa sinuosa ripete le stesse linee del manto di Flora.

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