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“Di Pietro Bono di Ferrara il Ferguson (op. cit., I, 115) dà questo giudizio: ‘The author was a Master of Arts, was convinced of the truth of Alchemy which defended from the attacks made to his time, and maintened that the real way had been shown by Geber. Gesner, followed by Morhof, makes him coaeval with Lully’. E precedentemente Lenglet-Dufresnoy (op. cit., III, 125) aveva scritto: ‘Cette auteur qui vivait au XIV° siècle, passe pour un des meilleurs sur la Philosophie Hermétique’. Il Dufresnoy ne aveva già parlato (op. cit., I, 220) così: ‘(il) travaillait en 1330 á Pola Ville Marittime de l’Istrie Venetienne et publia (sic) en traité complet de la Science Hermétique, dont Lacini (sic), Moine de Calabre a donné depuis un abregé bien fait’.
Infatti questo ‘abregé’ fu ritenuto degno di essere incluso nel tomo IV del Theatrum Chemicum e nel Manget. Questo ‘abregé’ manoscritto, scoperto dal Lacinius in una biblioteca di Padova, dal medesimo Lacinio fu pubblicato nella bella edizione del 1546 ‘Venetiis, apud Aldi filios’. Il Caillet (op. cit., II, 5910) aggiunge che il Lacinio completò la pubblicazione mediante estratti dei più famosi libri di Alchimia, come è riscontrabile nell’edizione del 1546 e nelle precise indicazioni del Ferguson (op. cit., luogo cit.).
A questa prima edizione seguirono un’altra a Nürnberg (1554), un’altra a Venezia (1579); un’altra ancora a Basilea (1572) e a questa edizione appartiene la nostra copia. La quale reca due chiare, e dovrebbero ritenersi autentiche, dichiarazioni, l’una al principio e l’altra alla fine del libro. La prima dice: ‘Incipit Tractatus Magisteri Petri Boni Lombardi de Ferraria physici introductorius ad artem Alchemiae, compositus 1330, anno a nativitate Domini nostri Iesu Christi in Civitate Polae, de provincia Istriae’ (p. 5).
La seconda dice: ‘Explicit preciosa novella Margarita, edita a Magistro Bono Lombardo de Ferraria Physico introducens ad artem Alchemiae, composita anno Domini 1330. In civitate Polae, in provincia Istriae’ (p. 279).
Senonché nella dedica ad Alberto duca di Baviera e nella prefazione Toxites Medicus Argentorensis, che ha curato l’edizione, dopo aver parlato di Bono Lombardo ferrarese come di colui che aveva scritto 242 anni prima questa Introduzione in Istria e l’aveva chiamata Margarita preciosa, così dice: ‘Hunc authorem (cioè Bono Lombardo) Ianus Lacinius monacus calaber dilaceravit, ac re non intellecta in compendium redegit, dimidia operis parte omissa: quae causa est, quod eum in huius artis studiosorum gratiam integrum in lucem edendum Typographo dederim, ut nihil in eo lectores eius desiderarent. Nactus enim sum antiquum exemplar etc.’. Infatti nel frontespizio stesso per due volte è preposta la dichiarazione ‘nunc primum integra in lucem edita’.
Ci furono molte altre edizioni e una molto pregevole anche in tedesco (Leipzig,1714), che è inclusa in questa raccolta Verginelli-Rota. Per aver più luci sulla vicenda, si legga nell’edizione aldina del 1546 un interessante dialogo che apre l’opera: Colloquium nuncupatorium, interlocutores Bonus et Lacinius. Comunque la discussione sembra essersi chiusa nelle conclusioni trovate dal Kopp (op.cit., II, 374) e del Ferguson (op. cit.).
Ampia è la bibliografia intorno a questa Preciosa Margarita, che rimane fra i testi più proficui e più cospicui, più ricercati e più celebri nella storia dell’Alchimia”.
“Di Pietro Bono di Ferrara il Ferguson (op. cit., I, 115) dà questo giudizio: ‘The author was a Master of Arts, was convinced of the truth of Alchemy which defended from the attacks made to his time, and maintened that the real way had been shown by Geber. Gesner, followed by Morhof, makes him coaeval with Lully’. E precedentemente Lenglet-Dufresnoy (op. cit., III, 125) aveva scritto: ‘Cette auteur qui vivait au XIV° siècle, passe pour un des meilleurs sur la Philosophie Hermétique’. Il Dufresnoy ne aveva già parlato (op. cit., I, 220) così: ‘(il) travaillait en 1330 á Pola Ville Marittime de l’Istrie Venetienne et publia (sic) en traité complet de la Science Hermétique, dont Lacini (sic), Moine de Calabre a donné depuis un abregé bien fait’.
Infatti questo ‘abregé’ fu ritenuto degno di essere incluso nel tomo IV del Theatrum Chemicum e nel Manget. Questo ‘abregé’ manoscritto, scoperto dal Lacinius in una biblioteca di Padova, dal medesimo Lacinio fu pubblicato nella bella edizione del 1546 ‘Venetiis, apud Aldi filios’. Il Caillet (op. cit., II, 5910) aggiunge che il Lacinio completò la pubblicazione mediante estratti dei più famosi libri di Alchimia, come è riscontrabile nell’edizione del 1546 e nelle precise indicazioni del Ferguson (op. cit., luogo cit.).
A questa prima edizione seguirono un’altra a Nürnberg (1554), un’altra a Venezia (1579); un’altra ancora a Basilea (1572) e a questa edizione appartiene la nostra copia. La quale reca due chiare, e dovrebbero ritenersi autentiche, dichiarazioni, l’una al principio e l’altra alla fine del libro. La prima dice: ‘Incipit Tractatus Magisteri Petri Boni Lombardi de Ferraria physici introductorius ad artem Alchemiae, compositus 1330, anno a nativitate Domini nostri Iesu Christi in Civitate Polae, de provincia Istriae’ (p. 5).
La seconda dice: ‘Explicit preciosa novella Margarita, edita a Magistro Bono Lombardo de Ferraria Physico introducens ad artem Alchemiae, composita anno Domini 1330. In civitate Polae, in provincia Istriae’ (p. 279).
Senonché nella dedica ad Alberto duca di Baviera e nella prefazione Toxites Medicus Argentorensis, che ha curato l’edizione, dopo aver parlato di Bono Lombardo ferrarese come di colui che aveva scritto 242 anni prima questa Introduzione in Istria e l’aveva chiamata Margarita preciosa, così dice: ‘Hunc authorem (cioè Bono Lombardo) Ianus Lacinius monacus calaber dilaceravit, ac re non intellecta in compendium redegit, dimidia operis parte omissa: quae causa est, quod eum in huius artis studiosorum gratiam integrum in lucem edendum Typographo dederim, ut nihil in eo lectores eius desiderarent. Nactus enim sum antiquum exemplar etc.’. Infatti nel frontespizio stesso per due volte è preposta la dichiarazione ‘nunc primum integra in lucem edita’.
Ci furono molte altre edizioni e una molto pregevole anche in tedesco (Leipzig,1714), che è inclusa in questa raccolta Verginelli-Rota. Per aver più luci sulla vicenda, si legga nell’edizione aldina del 1546 un interessante dialogo che apre l’opera: Colloquium nuncupatorium, interlocutores Bonus et Lacinius. Comunque la discussione sembra essersi chiusa nelle conclusioni trovate dal Kopp (op.cit., II, 374) e del Ferguson (op. cit.).
Ampia è la bibliografia intorno a questa Preciosa Margarita, che rimane fra i testi più proficui e più cospicui, più ricercati e più celebri nella storia dell’Alchimia”.
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“Di Pietro Bono di Ferrara il Ferguson (op. cit., I, 115) dà questo giudizio: ‘The author was a Master of Arts, was convinced of the truth of Alchemy which defended from the attacks made to his time, and maintened that the real way had been shown by Geber. Gesner, followed by Morhof, makes him coaeval with Lully’. E precedentemente Lenglet-Dufresnoy (op. cit., III, 125) aveva scritto: ‘Cette auteur qui vivait au XIV° siècle, passe pour un des meilleurs sur la Philosophie Hermétique’. Il Dufresnoy ne aveva già parlato (op. cit., I, 220) così: ‘(il) travaillait en 1330 á Pola Ville Marittime de l’Istrie Venetienne et publia (sic) en traité complet de la Science Hermétique, dont Lacini (sic), Moine de Calabre a donné depuis un abregé bien fait’.
Infatti questo ‘abregé’ fu ritenuto degno di essere incluso nel tomo IV del Theatrum Chemicum e nel Manget. Questo ‘abregé’ manoscritto, scoperto dal Lacinius in una biblioteca di Padova, dal medesimo Lacinio fu pubblicato nella bella edizione del 1546 ‘Venetiis, apud Aldi filios’. Il Caillet (op. cit., II, 5910) aggiunge che il Lacinio completò la pubblicazione mediante estratti dei più famosi libri di Alchimia, come è riscontrabile nell’edizione del 1546 e nelle precise indicazioni del Ferguson (op. cit., luogo cit.).
A questa prima edizione seguirono un’altra a Nürnberg (1554), un’altra a Venezia (1579); un’altra ancora a Basilea (1572) e a questa edizione appartiene la nostra copia. La quale reca due chiare, e dovrebbero ritenersi autentiche, dichiarazioni, l’una al principio e l’altra alla fine del libro. La prima dice: ‘Incipit Tractatus Magisteri Petri Boni Lombardi de Ferraria physici introductorius ad artem Alchemiae, compositus 1330, anno a nativitate Domini nostri Iesu Christi in Civitate Polae, de provincia Istriae’ (p. 5).
La seconda dice: ‘Explicit preciosa novella Margarita, edita a Magistro Bono Lombardo de Ferraria Physico introducens ad artem Alchemiae, composita anno Domini 1330. In civitate Polae, in provincia Istriae’ (p. 279).
Senonché nella dedica ad Alberto duca di Baviera e nella prefazione Toxites Medicus Argentorensis, che ha curato l’edizione, dopo aver parlato di Bono Lombardo ferrarese come di colui che aveva scritto 242 anni prima questa Introduzione in Istria e l’aveva chiamata Margarita preciosa, così dice: ‘Hunc authorem (cioè Bono Lombardo) Ianus Lacinius monacus calaber dilaceravit, ac re non intellecta in compendium redegit, dimidia operis parte omissa: quae causa est, quod eum in huius artis studiosorum gratiam integrum in lucem edendum Typographo dederim, ut nihil in eo lectores eius desiderarent. Nactus enim sum antiquum exemplar etc.’. Infatti nel frontespizio stesso per due volte è preposta la dichiarazione ‘nunc primum integra in lucem edita’.
Ci furono molte altre edizioni e una molto pregevole anche in tedesco (Leipzig,1714), che è inclusa in questa raccolta Verginelli-Rota. Per aver più luci sulla vicenda, si legga nell’edizione aldina del 1546 un interessante dialogo che apre l’opera: Colloquium nuncupatorium, interlocutores Bonus et Lacinius. Comunque la discussione sembra essersi chiusa nelle conclusioni trovate dal Kopp (op.cit., II, 374) e del Ferguson (op. cit.).
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