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Heft 3
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XIII Triennale di Milano 1964 testo di Vittorio Gregotti
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Sono passati più di trent'anni dalla realizzazione causa della frequentazione che mi legava da qualche
della sezione introduttiva della XIII Triennale: un anno a molti di loro. Discussioni che riguardavano
tempo sufficiente per poter ricollocare quell'evento i temi del rapporto tra ideologia e linguaggio,
nella storia dell'architettura contemporanea di ribellione alle varie forme del realismo, di
e nella cronaca della successione dei nostri interesse per Viktor Sklovskij e il formalismo russo,
progetti. di ridiscussione del ruolo dell'avanguardia
Vi erano, mi pare, a quel tempo tre riferimenti rispetto al pensiero politico.
principali alla costruzione di quel progetto: il Se la società italiana era in quegli anni alla
scoperta
primo, e forse il più rilevante in quel momento, era del mondo del consumo e di quello dei media,
costituito dalle discussioni che percorrevano le ciò aveva messo in atto una serie di sospetti
riunioni del Gruppo 63 (e, dietro di esso, del ideologici nei confronti delle prospettive di trasformazione
Gruppo 47 tedesco), discussioni alle quali, unico che cominciavano a muoversi ai margini del
architetto, partecipavo con continuità anche a pensiero critico marxista in senso più radicale.
Il secondo riferimento riguardava le cose che si architettura: e proprio là dove essa si fa più
muovevano da qualche anno all'interno del mondo interessante. Sembra che si possano evocare le
dell'architettura e della visualità in generale: questioni centrali di significato e di fondamento
l'influenza degli architetti inglesi, soprattutto dell'architettura solo parlando d'altro, e pensando
quelli che avevano prodotto qualche anno prima questa disciplina attraverso una perifrasi retorica.
la mostra «This is Tomorrow», e, dopo di loro, dei Alla fine ci si trova di fronte a un ampio spazio
gruppi che facevano capo alla rivista «Uppercase», vuoto, a un taglio netto, quando si vuole far
delle esperienze di Richard Hamilton, prima «discendere» questa materia dentro l'architettura o
ancora che di quelle dei primi pop americani. peggio, far discendere l'architettura da questi
Erano gli ultimi anni in cui il tema dell'esposizione materiali. Questo vuoto è il luogo delle trasposizioni
manteneva ancora, rispetto ad altri strumenti abusive, meccaniche o del tutto metaforiche, dove
comunicativi, una condizione di luogo sperimentale le deduzioni si rivelano ingenue, dove tra la
di avanguardia, non ancora sommerso dalla complessità delle riflessioni e la complessità
qualche modo premonitore delle loro possibilità. corrispondenza. Eppure da quegli anni lo sguardo
Rompere i confini disciplinari secondo le tradizioni dell'architettura si alimenta sempre più delle condizioni
della prima avanguardia, aprirsi a una più e delle esperienze non solo dirette della
diretta relazione con altri linguaggi ed esperimenti realtà ma anche di quelle ritrasmesse dalle
elaborazioni delle altre discipline creative; anzi, queste
visivi, musicali, letterari, costruire un
ambiente capace di una comunicazione globale, tutto sembrano aver costituito uno schermo tra noi e la
questo faceva parte di un aspetto importante realtà empirica.
della tradizione del moderno e persino, più da Manfredo Tafùri avrebbe probabilmente detto
lontano, della tradizione della Gesamtkunstwerk su cui che questo avviene quando si separa critica e storia,
si poteva lavorare e che poteva essere portata in quando cioè invece di chiedersi dove è il mondo
primo piano anche per l'architettura. Conseguenza nell'opera ci si chiede solo dove è l'arte nell'opera.
di tutto questo era anche il desiderio di Ma sembra che ciò risulti oggi inevitabile.
sperimentare i limiti del territorio specifico dell'architettura, Il terzo riferimento a cui guardammo negli anni
di considerare quindi i problemi della della XIII Triennale riguardava più strettamente
specificità della sua pratica artistica quali contenuti le ricerche specifiche intorno al tema dell'ambiente
preminenti del fare, provandone anche i limiti, le fisico, dell'estensione del territorio
dell'architettura molto al di là dell'edilizia, all'insieme
capacità narrative di costruzione di vero racconto
o, se si vuole, della sua messa in scena. del mondo fisico, al disegno dello spazio aperto,
Se gli aspetti di rappresentazione che per secoli alla regolazione degli oggetti che lo popolano;
avevano guidato l'architettura erano stati messi in l'emergere, cioè, delle nozioni di luogo e di sito ma
discussione dalla crisi di ogni referente, era forse anche, attraverso essi, di una nuova attenzione a
possibile restituirle significato comunicativo al di particolari materiali per il progetto. In generale
là della riflessione sulla sua struttura, tentando le si trattava di riguardare lo spazio dal punto di
strade di un'espressione narrativa e allegorica. vista delle sue disomogeneità invece che da quello
Un esperimento che venticinque anni più tardi della sua omogeneità geometrica e della sua
avrebbe condotto verso un ingiustificato e estensione infinita e quindi dell'architettura
come sua mimesi. Gli esiti sull'architettura di queste
generalizzato gusto
per lo sconfinamento, persino a
un desiderio di distruzione della specificità stessa riflessioni hanno avuto negli anni successivi,
del corpo disciplinare. Ma proprio perché il pur con molti fraintendimenti, una grandissima
progetto è dialogo con le condizioni, dialogo critico influenza sulla progettazione, sia per quanto
intendo, il suo carattere non può essere aleatorio, attiene ai temi del contesto, sia per quello che
deve costituirsi con la propria identità come un riguarda una morfologia compositiva fondata sui
elemento del dialogo stesso, altrimenti niente è concetti di relazione e posizione e sulle
più riconoscibile e il dialogo si trasforma in un conseguenze che una viva coscienza dell'ambiente
fisico
informe, sfuocato, indistinguibile insieme. E questo e delle sue discontinuità avrebbe potuto
tema dell'identità dialogante delle discipline proporre alla progettazione architettonica.
costituì uno degli elementi più importanti delle Ciò implicava anche una stretta relazione con le
discussioni preparatorie della sezione introduttiva esperienze che l'arte ambientale cominciava allora
della XIII Triennale. a condurre. Il lavoro di un consistente gruppo
Questa sembra essere una contraddizione che di artisti visivi di quegli anni sembrava sempre più
investe anche nei nostri anni quasi tutta la critica di segnato dall'interesse permanente per la relazione
con lo spazio specifico come luogo determinato. principi fondamentali: l'introduzione di un «tempo
Molte opere richiedevano sempre più insistentemente scenico» narrativo del percorso; la riduzione al
un intorno spaziale per prodursi, o erano minimo della didascalia, ricorrendo il più possibile
fatte apposta per un luogo, o comunque sembravano a elementi di suggestione pittorica, grafica,
volersi impadronire di un vasto campo, scenica, musicale; l'introduzione di scelte
alternative
definirlo, come a difendere una territorialità minacciata,
durante il percorso; la collocazione della lettura
ma anche disporsi quale elemento di dei vari significati su diversi livelli così da assicurarsi
relazione (elemento centrale e rivelatore
più che l'attenzione del visitatore, che alla Triennale
ordinatore, certamente) di un sistema di possibilità. è volto agli interessi più eterogenei.
A volte addirittura il rimando era tanto ampio da Entrando, il visitatore si trovava immerso in un
pretendere spazi cosmici, amplissimi. Purtuttavia, ambiente multicolore e opalescente (il Terminal
la caratteristica fondamentale sembrava essere dell'Esaltazione), nel quale una serie modulare di
piuttosto la costituzione di una doppia relazione immagini luminose alle pareti, a intermittenza,
che l'introduzione dell'opera istituiva: da un lato la
accompagnate da un nastro sonoro su cui erano
sperimentazione degli spostamenti introdotti, incisi e sovrapposti inviti a godere del proprio
dall'altro la scoperta della necessità
per l'essere tempo libero (viaggi meravigliosi, annunci
dell'opera del suo riconoscere e insieme stravolgere radiofonici di spettacoli, inviti a riunioni, temi sportivi,
un contesto, stabilire con esso un dialogo critico. balli, feste) gli proponeva tutte le possibilità
Da questa generalissima definizione si muovevano che l'industria del tempo libero mette a disposizione
due direzioni di esperienze che attraverseranno del cittadino. Poiché il materiale grafico e
poi tutta la tradizione della contemporaneità figurativo era tratto da reali inserzioni pubblicitarie,
visuale. Da un lato coloro che si proponevano di questa sorta di paradiso dell'evasione aveva
affrontare il problema en plein air, «in scala al tutta l'apparenza della raggiungibilità e della
vero», misurandosi con le modificazioni applicate alla
concretezza e richiedeva al visitatore un atto di
grande dimensione territoriale nei due sensi fiduciosa euforia. Questa euforia era destinata a
sopra indicati, cioè l'organizzazione globale o la essere simbolicamente frustrata nel
momento in
creazione del circuito; ciò sia nella direzione del cui si entrava, attraverso le porte del cinema, nella
progetto sia in quella dell'operazione concettuale, seconda sala (Camera di Decompressione, pittore
nella esplorazione comunicativa o in quella della Aurelio Carminati): squallida e vuota, con una
mimesi scientifica o ecologica. Dall'altro lato si serie di
grandi scritte impolverate, essa voleva
schieravano le operazioni condotte «in laboratorio», rappresentare il reale «tempo vuoto» che ci troviamo
frapponendo un diaframma ideale o reale tra a dovere organizzare dopo un arco lavorativo che
il campo del lavoro e la totalità del mondo fisico: ci ha lasciato stanchi, con un tempo limitato a
la scatola. Nell'ambito di questa tendenza le disposizione, con l'ostacolo delle nostre limitazioni
esperienze si
mossero dalla strategia della collocazione finanziarie, della congestione dei mezzi di
dell'opera nello spazio alla definizione dell'insieme comunicazione, della sostanziale indifferenza delle
per punti discreti, dall'affollamento alla scelte. In questa seconda sala il visitatore trovava
deprivazione, dalla
scoperta del piano del pavimento una serie di cinque macchine: cubi di alluminio
alla deformazione percettiva, dall'introduzione (90 x 90 x 90 cm), con un gusto che stava fra il juke-
del ricordo della materia dello spazio esterno (la box e la lavatrice, che portavano riprodotta sulla
natura, la luce, il suono) alla riscoperta del valore fronte una grande mano additante di Lichtenstein.
della parete-schermo per ciò che separa o Sul piano superiore delle macchine, illuminate
nasconde, per ciò che definisce o rimanda. in modo alternato, vi erano alcuni pulsanti
Il clima particolare generato da questa serie di corrispondenti a una serie di definizioni e
ricerche diverse sembrava aver trovato nella XIII caratteristiche dello
spettatore stesso (età, professione,
Triennale e nella fitta rete di relazioni che in quegli sesso, divertimento preferito). Introdotti questi
anni legavano un gruppo di persone occupate dati, la macchina restituiva un biglietto su cui erano
in diversi campi creativi (da Umberto Eco a Tinto impostate le didascalie di spiegazione delle
Brass, da Berio a Balestrini) un'occasione di prime due sale e l'indicazione a scegliere uno dei
sperimentazione del tutto speciale. E così si formò
un quattro percorsi della sala successiva. Il rapporto
gruppo di progettazione particolarmente insolito. consequenziale fra i dati introdotti e l'indicazione
Certamente un tema come quello propostoci dalla ottenuta era naturalmente falso, così come falso
Triennale, «Una critica all'Ecologia del Tempo è credere, nelle nostre condizioni, di avere fatto
Libero», presentava anche complessi problemi di una libera scelta intorno all'uso del tempo
comunicazione. Noi abbiamo puntato su quattro libero. Illusione, sostanziale labirinticità che erano
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pavimento e soffitto), era completamente unificato: sulprincipio della simmetria, attuata sulla diagonale
le scale che noi percorrevamo erano riprodotte in sezione. Il visitatore era invitato a sedere
sul soffitto moltiplicate da una serie di specchi su un lungo divano che attraversava tutta la sala.
trasversali, raddoppiate da una simmetria che Di fronte a lui e alle sue spalle erano sistemate
poneva noi stessi come specchi e trasferiva la due composizioni di scritte luminose. Da un lato
sostanziale isotropia dell'intero, spazio, anche nella egli leggeva la didascalia che rappresentava la tesi
direzione ortogonale al moto del percorso, che centrale di tutta questa sezione: «Uno dei pericoli
conduceva, nell'insieme, alla perdita del senso del della civiltà industriale è che il tempo libero
luogo geometrico e del rapporto dimensionale. sia organizzato dagli stessi centri di potere che
Alcuni contenitori a forma di tubo a sezione controllano il tempo del lavoro. In questo caso il
quadrata, sezionati casualmente nel senso della loro
tempo libero è consumato secondo lo stesso
lunghezza e accatastati, formavano la struttura dei ritmo del tempo lavorativo. Divertirsi significa
quattro percorsi e ricordavano nel loro insieme integrarsi». Dall'altro lato una serie di scritte ad
architettonico qualcosa che sta tra la stazione della accensione alternata si presentavano a prima vista
metropolitana e i condotti tecnici di una futura come una composizione di normali scritte
metropoli. Questi condotti, in numero di otto, In realtà, con un gioco di coincidenze
pubblicitarie.
sviluppavano all'interno quattro temi principali svolti di radici e, a livello grafico, di coincidenza con
dai diversi pittori, e portavano nelle teste il certi caratteri di pubblicità molto noti, esso risultava
simbolo delle
quattro sezioni condotte nella storia sui una composizione di banalità e di luoghi
quattro rapporti dialettici del tempo libero: gli comuni sul tempo libero. A questo punto le luci dei
stessi simboli erano riprodotti sui biglietti distribuiti cartelloni si spegnevano mentre si accendevano
dalle macchine della sala precedente. Primo due gruppi di fari che illuminavano gli spettatori
tema (Tecnica, pittore Enrico Baj): le connessioni e una serie di manichini seduti su un divano
fra tempo libero e sviluppo tecnologico nei loro simmetrico e ribaltato a soffitto, rivelando agli
aspetti positivi e negativi. Secondo tema (Illusioni, spettatori una medesima condizione di
impotenza.
pittore Lucio Del Pezzo): una casistica di situazioni Usciti da questo corridoio si entrava nel Caleidoscopio
storiche in cui ci siamo tradizionalmente finale.
abituati a riconoscere esempi di vita oziosa e beata, Lo spazio parallelepipedo del salone d'onore della
mentre di fatto il tempo libero, ivi celebrato, non Triennale era visibile e dipinto completamente
era mai appannaggio di tutti i membri della di nero. All'interno era posato un enorme oggetto
società o
competeva loro in modo equivoco. Terzo argentato costituito da due prismi triangolari
tema (Utopie, pittori Lucio Fontana e Nanda Vigo): rovesciati l'uno rispetto all'altro e incastrati lungo
le speranze e le ipotesi che l'umanità ha elaborato uno spigolo longitudinale. Una porta triangolare
circa società future in cui l'uomo potesse essere immetteva all'interno di una delle testate del
riconosciuto nella sua dignità e in tutte le sue prisma, che si rivelava come una grande sala di proiezioni
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permetteva di mettere a sua disposizione gli after them, some groups which constantly
strumenti dell'immaginazione creativa, come si referred to the magazine «Uppercase» and
sarebbe detto pochi anni più tardi. some experiences of Richard Hamilton,
Per ciò che riguarda gli strumenti dell'architettura, which were prior to those of thefirst American
la XIII Triennale avrebbe riaperto la discussione pop artists. They were the last years in
sui limiti del territorio disciplinare, estendendolo which the theme ofthe exhibition still had, in
nei materiali e nelle gerarchie ma nello stesso respect to other instruments of communication,
tempo ponendo l'interrogativo del luogo the effect of creating a place of avant-
centrale della sua identità.
garde experimentation, not yet submerged by
1964-1996
television and multi-medial communication
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