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Corso di Laurea: Scienze e Tecniche Psicologiche

Insegnamento: Psicologia Generale


n° Lezione: 4
Titolo: Il Sistema Nervoso e il Sistema Endocrino

Dispensa n.4. Il Sistema Nervoso e il Sistema Endocrino

La presente breve dispensa è volta a sistematizzare i principali concetti


relativi al Sistema Nervoso e al Sistema Endocrino. Nello specifico si
affronteranno i seguenti punti:
- la struttura del sistema nervoso
- le origini del sistema nervoso e la genetica comportamentale
- il sistema endocrino.

4.1 La struttura del Sistema Nervoso


Il Sistema Nervoso è una struttura complessa e affascinante costituita da
due parti principali: il Sistema Nervoso Centrale e il Sistema Nervoso
Periferico. Entrambi sono a loro volta costituiti da sottosistemi con funzioni
specifiche che ora verranno illustrate.

4.1.1 Il Sistema Nervoso Centrale


Il Sistema Nervoso Centrale è costituito da due componenti principali, il
Cervello e il Midollo Spinale.
Il Cervello è l’organo centrale che regola costantemente il comportamento.
Sarà descritto compiutamente nel corso delle successive lezioni.
Il Midollo Spinale è un fascio di nervi che parte dal cervello e si diffonde
lungo tutta la schiena. Ha il compito, di conseguenza, di trasmettere le
informazioni fra il cervello e il resto del corpo.
È responsabile delle risposte involontarie del nostro organismo: ad
esempio quando si fa scattare un ginocchio con un martelletto di gomma.
Si tratta dei riflessi che coinvolgono l’azione di differenti neuroni:
- sensoriali o afferenti: trasmettono le informazioni dalle varie parti
del corpo al sistema nervoso centrale;
- motori o efferenti: comunicano i messaggi del sistema nervoso
centrale ai muscoli e alle ghiandole;
- interneuroni: trasmettono le informazioni tra le due precedenti
tipologie di neuroni. Pag. 1
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4.1.2 Il Sistema Nervoso Periferico


Il Sistema Nervoso Periferico si suddivide in due sottosistemi principali: il
Sistema Motorio e il Sistema Sensoriale.

Il Sistema Sensoriale è composto da due tipologie di neuroni, la prima


riceve le informazioni che provengono dall’ambiente esterno e, in
particolar modo, dagli organi di senso; la seconda trasporta le informazioni
che arrivano dal corpo fino al cervello.

Il Sistema Motorio si suddivide a sua volta nel Sistema Somatico e nel


Sistema Autonomo.
Il Sistema Somatico controlla i movimenti volontari e la comunicazione da e
per gli organi di senso.
Il Sistema Autonomo ha invece a che fare con le parti del corpo che
lavorano in maniera involontaria e che regolano le nostre funzioni vitali
(cuore, vasi sanguigni, ghiandole, polmoni). Il Sistema autonomo è a sua
volta costituito da due sottosistemi che operano in maniera coordinata per
consentire la regolazione di molte funzioni vitali.
Il Sistema Simpatico prepara il corpo a gestire le situazioni di emergenza;
attiva tutte le risorse disponibili per fronteggiare una minaccia secondo la
logica del “combatti o fuggi” sulla base della gravità del pericolo e della
possibilità effettiva dell’organismo di farvi fronte.
Il Sistema Parasimpatico interviene invece per calmare il corpo dopo che si
è trovato a fronteggiare una situazione di pericolo. Fornisce inoltre
nutrimento e ossigeno per mantenere le riserve energetiche
dell’organismo.

4.2 Le origini del sistema nervoso e la genetica comportamentale


Come è possibile intuire da quanto appena descritto, un’architettura così
complessa, articolata e perfetta si è sviluppata nel corso di millenni.
I precursori per eccellenza del Sistema Nervoso possono essere considerati
i semplici organismi dotati di un primitivo midollo spinale. A seguito di
stimolazioni, ad esempio tattili, questi organismi presentavano semplici Pag. 2
reazioni, ad esempio si ritraevano.
Con il passare dei millenni l’estremità frontale del midollo spinale si è
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evoluta e ha permesso agli organismi di distinguere tra tipi differenti di


stimoli così da dare luogo a risposte appropriate.
Infine l’estremità superiore del midollo spinale si è evoluta in un cervello
primitivo, composto da tre parti: la prima deputata a rispondere agli stimoli
più vicini, la seconda a reagire a stimoli maggiormente distanti e l’ultima
alla capacità di mantenere l’equilibrio e la coordinazione del corpo.
Inoltre esiste una strutturazione gerarchica del sistema nervoso per cui le
parti più recenti e evolute regolano quelle maggiormente primitive e
arcaiche.

L’utilità di porre attenzione, seppur con brevi cenni, alle origini


dell’affascinante complessità del sistema nervoso deriva da quanto
sostenuto dagli psicologi dell’evoluzione. Essi affermano che è possibile
osservare i segni dell’evoluzione nella struttura e nel funzionamento del
sistema nervoso; di conseguenza l’eredità genetica ha un’influenza
rilevante sui comportamenti attuali delle persone.
In linea con queste affermazioni si trova la genetica del comportamento,
una disciplina che studia l’influenza dell’eredità genetica sulla
predisposizione a rispondere in un certo modo ad un determinato
ambiente così come a ricercare certe tipologie di contesti.
La ricerca ha dimostrato che in molti campi di studio della psicologia si
verificano fenomeni di familiarità vale a dire una maggiore predisposizione
genetica a manifestare alcune difficoltà legate ad esempio
all’apprendimento e all’attenzione o a sviluppare alcune patologie mentali,
come la schizofrenia.
Avremo modo di approfondire il primo punto nel corso delle lezioni
sull’apprendimento e sull’attenzione.
Inoltre alcune caratteristiche e comportamenti umani sono legati alla
presenza o all’assenza di particolari geni.

4.3 Il Sistema Endocrino


Il corpo comunica anche attraverso questo altro sistema che utilizza una
forma di comunicazione chimica, trasmettendo i messaggi lungo il corpo
attraverso il flusso sanguigno. Pag. 3
Il compito del Sistema Endocrino è quello di secernere ormoni, vale a dire
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sostanze chimiche che circolano nel sangue e influenzano il funzionamento


e la crescita di alcune parti del corpo.
Come i neurotrasmettitori, anche gli ormoni trasmettono messaggi di tipo
chimico, ma con modalità molto differenti.
Le comunicazioni ormonali sono più lente e possono richiedere anche
alcuni minuti. Inoltre essi viaggiano nel sangue e intercettano solo le cellule
che sono compatibili e pronte a ricevere uno specifico messaggio
ormonale.
Elemento centrale del sistema endocrino è l’ipofisi o ghiandola pituitaria
che si trova vicino all’ipotalamo ed è regolata da esso. Può essere definita
come il controllore del sistema endocrino, per questo motivo è chiamata
anche ghiandola maestra. Inoltre gli ormoni che sono prodotti dall’ipofisi
regolano la crescita.
Tutto il sistema endocrino, compresa la ghiandola maestra, è però
controllato dal cervello.

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Dispensa n.5. Il Cervello (prima parte)

La presente breve dispensa è volta a sistematizzare i principali concetti


relativi alla struttura e al funzionamento del cervello. Nello specifico si
affronteranno i seguenti punti:
- la struttura delle parti costitutive del cervello
- le funzioni delle aree cerebrali.

5.1 La struttura del cervello


Il cervello, l’organo regista del funzionamento di tutto il nostro corpo, è
costituito da tre parti: il nucleo centrale o paleoencefalo, il sistema limbico
e la corteccia cerebrale. Di seguito verranno descritti nel dettaglio gli
elementi costitutivi di queste tre parti.

5.1.1 Il Nucleo centrale


Si tratta del cervello primitivo che ha la funzione di controllare i processi di
base come l’alimentazione e il sonno; ha una struttura assimilabile a quella
di tutti gli altri vertebrati.
La parte centrale di questa struttura cerebrale è il romboencefalo che è
costituito dal midollo, dal ponte e dal cervelletto.
Il midollo controlla molte funzioni vitali, in particolar modo la respirazione
e il battito cardiaco.
Il ponte, costituito da grossi fasci di nervi, permette la trasmissione di
informazioni motorie e il coordinamento dei movimenti delle due parti del
corpo. Ha inoltre la funzione di congiungere le due metà del cervelletto,
che si trova sopra il midollo e dietro al ponte.
È deputato al mantenimento dell’equilibrio e della coordinazione motoria.
Ha però un ruolo anche in importanti funzioni mentali come l’analisi delle
informazioni sensoriali e il problem solving.
Vi è poi la formazione reticolare che attraversa tutte le strutture
precedentemente citate, si estende lungo la sezione intermedia del
cervello (mesencefalo) e arriva fino alla parte più frontale (proencefalo); è
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composto da neuroni che possono attivare rapidamente altre parti del
cervello per eccitare il corpo a livello generale e prepararci ad una reazione
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di fronte ad un eventuale pericolo. Quando si dorme, tuttavia, la


formazione reticolare ha una funzione molto diversa: filtra gli stimoli per
permettere un sonno indisturbato.

All’interno del proencefalo si trova invece il talamo: esso riceve le


informazioni che provengono dagli organi di senso e le invia alle parti più
alte del cervello. Ordina inoltre le informazioni che riceve da esse per
mandarle al midollo e al cervelletto.
Proprio sotto il talamo, si trova un'altra piccolissima parte di cervello,
chiamata ipotalamo che, nonostante le sue modeste dimensioni, è
fondamentale per il mantenimento dell’omeostasi (equilibrio) all’interno
del corpo. Permette di regolare la temperatura del corpo e alcuni
comportamenti come l’alimentazione, il bere e il comportamento sessuale.

5.2 Il sistema limbico


All’esterno della parte più evoluta del nostro cervello, il neoencefalo, si
trova il sistema limbico; esso è infatti l’apice del nucleo centrale e ha
connessioni con la corteccia cerebrale.
È costituito da diverse strutture a forma di ciambella che includono
l’amigdala, l’ippocampo e il fornice. Queste strutture hanno un’importante
funzione nella regolazione dell’alimentazione, dell’aggressività e della
riproduzione.
Hanno inoltre un ruolo importante nell’apprendimento, nella memoria e
nell’esperienza del piacere, come dimostrato da differenti ricerche.

5.3 La corteccia cerebrale


Si tratta della parte maggiormente evoluta del nostro cervello, nota anche
come neoncefalo. Si tratta di una massa di tessuto ondulato, con molte
pieghe. Questa forma così complessa e ripiegata permette una forte
interconnessione dei neuroni e un’elaborazione più sofisticata delle
informazioni.
Dal punto di vista strutturale la corteccia cerebrale è costituita da quattro
lobi, separati da profondi solchi:
- i lobi frontali sono collocati nella parte anteriore della corteccia; Pag. 2
- i lobi parietali si trovano subito dietro ai frontali;
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- i lobi temporali si trovano nella parte centrale inferiore;


- i lobi occipitali sono collocati dietro ai temporali.

Un’altra possibile descrizione del neoencefalo riguarda le funzioni di


determinate aree che la compongono. Ci sono tre principali aree: motoria,
sensoriale e di associazione.

L’area motoria è responsabile dei movimenti volontari del corpo e


permette di assumere posture anche molto complicate.

L’area sensoriale ha corrispondenze per ognuno dei sensi.


Maggiore è la quantità di tessuto nell’area sensoriale del cervello, relativa a
una data parte del corpo, più sensibile è quella parte.
A partire da questa osservazione è stato creato l’homunculus
somatosensoriale che fornisce una rappresentazione corticale del corpo.
Questo essere ha una conformazione caratteristica per cui alcune regioni
del corpo vengono rappresentate in maniera ampia (ad esempio dita della
mano e labbra), mentre altre sono raffigurate in modo ridotto (tronco,
gambe, braccia). Più una parte del corpo è ampia, maggiore è il
corrispettivo tessuto corticale. Tale sproporzione riflette anche la
sensibilità tattile ovvero la capacità di discriminare gli stimoli presentati
sulla cute. Essa è massima proprio nelle dita delle mani e nelle labbra.
Una raffigurazione simile è quella dell’Homunculus motorio.
Le principali aree sensoriali sono:
 uditiva: localizzata nel lobo temporale e responsabile dell’udito;
 visiva: situata nel lobo occipitale.

Figura 5.1 L’homunculus


somatosensoriale
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L’area di associazione occupa una parte importante della corteccia


cerebrale e ad essa si associano i processi mentali più complessi (pensiero,
memoria, linguaggio).
Se si verificano dei danni in quest’area, si possono presentare fenomeni
come l’aprassia (l’incapacità di trovare un’integrazione logica e razionale
nelle attività che si svolgono) o l’afasia (problemi di linguaggio).
Due sono le forme più note di afasia:
 di Broca, dal nome del medico francese che l’identificò nel 1861,
che produce un discorso esitante e spesso sgrammaticato, dove
diventa praticamente impossibile trovare le parole giuste;
 di Wernicke, ancora una volta dal nome del suo scopritore, Carl
Wernicke che la descrisse nel 1870. In questo caso si manifestano
difficoltà di comprensione di ciò che altri dicono e di produzione del
linguaggio. Vengono presentate frasi fluenti, ma prive di senso.

5.4 Gli emisferi cerebrali


Il cervello è formato da due metà simmetriche, destra e sinistra, che
controllano la parte opposta del corpo o controlaterale.
Le ricerche hanno dimostrato che i due emisferi sono specializzati per
alcune funzioni.
Ad esempio il linguaggio è lateralizzato, vale a dire è regolato in maniera
prioritaria dall’emisfero sinistro del cervello. Questo emisfero controlla
infatti i compiti verbali, mentre il destro è maggiormente collegato all’area
non verbale, per esempio alla comprensione delle relazioni spaziali, al
disegno, alla musica, alla creatività, alle emozioni.
I due emisferi sono anche differenti per la modalità di processare le
informazioni: il sinistro è sequenziale ed esamina un frammento di
informazione alla volta, mentre il destro ha una modalità di procedere di
tipo globale.
La specializzazione emisferica incomincia molto presto, già nei primi mesi
di vita.

I due emisferi sono connessi da un fascio di fibre, chiamato corpo calloso. Pag. 4
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Attraverso lo studio di pazienti split brain, ai quali sono state cioè recise le
fibre del corpo calloso a livello chirurgico per fermare gli attacchi di
epilessia, è possibile comprendere che cosa avviene quando i due emisferi
non possono comunicare fra di loro.
In questi casi i due lati del corpo lavorano in maniera disarmonica; ciò porta
a concludere che i due emisferi sono specializzati per alcune funzioni,
tuttavia lavorano in interdipendenza per raggiungere il massimo delle
potenzialità cerebrali.

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Dispensa n.6. Il Cervello (seconda parte)

La presente breve dispensa conclude la trattazione relativa al più


affascinante organo del nostro corpo: il cervello. Nello specifico si
affronteranno i seguenti punti:
- vicarianza e neuroplasticità
- la diversità cerebrale
- tecniche di esplorazione del cervello.

6.1 Vicarianza e neuroplasticità


Il fascino dell’organo che si sta trattando fa anche riferimento alla sua
capacità di riorganizzarsi; quando una specifica area cerebrale non può più
funzionare adeguatamente a causa di un intervento chirurgico o di un
incidente, possono infatti intervenire altre aree cerebrali che hanno una
funzione vicariante, vale a dire che sono in grado di svolgere la funzione
che solitamente è compiuta dall’area cerebrale danneggiata.
Le recenti ricerche hanno infatti evidenziato il processo noto come
neuroplasticità: nel corso della vita il cervello può modificarsi, possono
variare le interconnessioni fra determinati gruppi di neuroni e alcune aree
hanno la possibilità di riorganizzarsi.
Il cervello è quindi plastico e, soprattutto quando si ha a che fare con i
bambini, può riorganizzarsi in maniera sorprendente.

6.2 Diversità cerebrale


Ogni cervello è inoltre unico. Tuttavia diverse ricerche hanno evidenziato
caratteristiche comuni che distinguono il cervello maschile da quello
femminile.
Il cervello maschile sembra mostrare una più elevata lateralizzazione
sinistra per quanto riguarda il linguaggio, mentre nelle femmine essa è
inferiore (Gur et al., 1982; Shaywitz et al., 1995; Kulynychet al., 1994).
Questa scoperta può dare un’evidenza scientifica al fatto che le donne
hanno una parlantina più fluida e presentano prestazioni migliori nei
compiti verbali. Inoltre le bambine, spesso, iniziano prima a parlare rispetto Pag. 1
ai maschietti.
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Il cervello dei maschi è anche leggermente più grande di quello delle


femmine.
Le donne però presentano un corpo calloso maggiormente consistente
rispetto agli uomini.
Queste differenze possono essere interpretate in modi diversi: potrebbe
essere che la diversa conformazione cerebrale delle donne, con un corpo
calloso più grande che facilita la comunicazione fra i due emisferi, consenta
una minore lateralizzazione per quanto riguarda il linguaggio e, di
conseguenza, una maggiore predisposizione verso i compiti verbali.
È tuttavia possibile anche l’interpretazione inversa: la maggiore
predisposizione innata delle donne verso il linguaggio potrebbe essere la
causa della differente conformazione cerebrale, con uno sviluppo più
importante del corpo calloso che consente una minore lateralizzazione
delle funzioni linguistiche. La questione resta aperta e richiede un’indagine
più approfondita.

Anche a livello culturale si registrano alcune differenze di tipo cerebrale.


Per esempio gli individui di madrelingua giapponese processano i suoni
vocalici soprattutto nell’emisfero sinistro. Gli americani, gli europei e i
giapponesi che però hanno imparato la lingua in un secondo momento
elaborano invece i suoni vocalici soprattutto nell’emisfero destro.
È probabile che questo fatto dipenda dalle caratteristiche della lingua
giapponese, come la capacità di esprimere idee complesse attraverso suoni
vocalici.

6.3 Tecniche di esplorazione del cervello


Negli ultimi decenni si sono sviluppate alcune tecniche per esplorare
l’architettura e il funzionamento del cervello che hanno permesso una
conoscenza molto più approfondita e integrata di questo affascinante
organo, rispetto a quanto avveniva in precedenza.
Di seguito vengono passate rapidamente in rassegna le principali tecniche
per esplorare il cervello e le loro caratteristiche:
- l’elettroencefalogramma (EEG) registra l’attività elettrica del
cervello attraverso elettrodi che sono posti sulla superficie del Pag. 2
cranio. Ha una buonissima risoluzione temporale, nell’ordine dei
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millisecondi e misura direttamente l’attività dei neuroni. Ha tuttavia


una risoluzione spaziale molto limitata e registra soltanto le
variazioni più superficiali della corteccia. È una tecnica storica che è
ancora molto utilizzata per diagnosticare l’epilessia, la morte
cerebrale e alcuni disturbi del sonno;
- la tomografia computerizzata (TC) permette di costruire
un’immagine bidimensionale computerizzata della struttura del
cervello, combinando i raggi X che provengono da molte angolazioni
differenti. Oggi si usa prevalentemente con finalità diagnostica;
- la risonanza magnetica fornisce un’immagine computerizzata, ricca
di dettagli e tridimensionale del cervello sia per quanto riguarda la
sua struttura che il suo funzionamento. Si serve di un potente
campo magnetico che viene rivolto verso il corpo. Si tratta di uno
strumento estremamente versatile e potente. Permette di ottenere
immagini più dettagliate della TC e riesce a differenziare meglio i
tessuti dell’encefalo. Inoltre permette di ricostruire in vivo le
connessioni fra le diverse aree dell’encefalo. Questa tecnica si
presta a molti utilissimi utilizzi;
- il dispositivo superconduttore a interferenza quantica (SQUID) è
sensibile a piccoli cambiamenti nei campi magnetici che si
verificano a seguito dell’attivazione dei neuroni. È una tecnica
molto utile per localizzare l’attività nervosa;
- la tomografia ad emissione di positroni (PET) registra l’attività
biochimica del cervello in uno specifico momento. Attraverso un
liquido radioattivo iniettato nel sangue, si localizza la radiazione
all’interno del cervello e il computer rileva le aree che sono attive in
particolari momenti;
- la risonanza magnetica funzionale (fMRI) rileva le parti del cervello
che sono attive durante l’esecuzione di un certo compito, come fa
anche la PET. Questa tecnica utilizza però come indicatore
l’aumento locale di emoglobina ossigenata che si produce quando
una certa area è attivata. Quando i neuroni si attivano consumano
infatti una dose maggiore di nutrienti che producono un aumento
locale del flusso di sangue e una crescita localizzata di emoglobina
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ossigenata. La fMRI misura quindi il segnale BOLD (Blood Oxygen
Level Dependent) che permette di individuare le aree cerebrali
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attive durante lo svolgimento di un determinato compito. Questa


tecnica viene spesso usata in sostituzione della PET perché non
espone le persone a radiazioni.

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