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Es ist an der Zeit, eine Wende in der Migrationspolitik einzuluten. Am Kampf gegen die autoritren rechtspopulistischen Tendenzen, die in Europa auf dem Vormarsch sind, werden sich die progressiven und emanzipatorischen Krfte messen lassen mssen. Die ausgear1
beiteten zehn Punkte sind als Diskussionsbeitrag und Ausgangspunkt antirassistischer Gegenpraxen in Sdtirol zu verstehen. 1. Begriff "Auslnder" verwerfen. Die Kategorien "Auslnder"
und "Einheimische" sind fr eine sachliche Auseinandersetzung vollkommen ungeeignet. Im Gegenteil: Es sind ideologisch berhufte Kampfbegriffe, die der Identittskonstruktion dienen ("die Auslnder gegen uns Sdtiroler", wobei jene all das sein sollen, was diese nicht sind). Dieses 1
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"wir" gegen "sie", in dem zwei homogene Gruppen angenommen werden, leugnet die Vielfalt der Realitt und die Differenzen innerhalb der konstruierten Gruppen. Der Begriff Auslnder muss durch jenen der MigrantInnen ersetzt werden, da nur dieser fr eine nicht-diskriminierende Sprechweise geeignet ist.
3. Religionskritik statt Islamkritik. Hinter dem Schlagwort der "Islamkritik" verbirgt sich vielfach schlichtweg Rassismus und Ausgrenzungsvorstellungen. Dies beginnt etwa dabei, wenn ohne jede Differenzierung von "dem Islam" gesprochen wird, der als primitiv, gewaltttig und fundamentalistisch stereotypisiert wird. Ein solches Konstrukt dient als Projektionsflche und Feindbild fr jene, die am liebsten einen neuen Kreuzzug ausrufen wrden. Die unterschiedlichen Strmungen im Islam werden meist nicht unterschieden, ebenso wenig wie gefragt wird, ob die Betroffenen sich berhaupt als solche verstehen - diese kommen so gut wie nie zu Wort. Zweifellos gibt es wie jene jeder Religion, das Christentum eingeschlossen, auch im Islam fundamentalistischen Strmungen. Es bedarf aber einer allgemeinen religionskritischen Sichtweise, einem Beharren auf der Trennung von Religion und Politik sowie einer konkreten Kritik an bestimmten Lebenspraxen im Islam (Beispiel Frauenbild), die 2
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dem konomischen Nutzenaspekt gilt es sich jedoch zu verwehren. Die Regulierung der Migration nach den Anforderungen der Wirtschaft lsst die Bedrfnisse der MigrantInnen auen vor und ist de facto eine Form von Ausbeutung: Solange sie fr die Kapitalakkumulation ntzlich sind, sollen sie bleiben drfen, danach am besten gleich wieder verschwinden ("Gastarbeiterprinzip").
welche die strukturelle Diskriminierung gekmpft und ihnen eine Stimme verleiht.
10. Fr eine pluralistische Gesellschaft. "Toleranz" und "Integration" sind die falschen Begriffe fr eine emanzipatorische Position, denn sie sprechen aus der Position der Macht heraus: Toleranz bedeutet ein geduldet sein, Integration geht von einer Leitkultur aus, doch wer bestimmt, was diese beinhaltet? Demgegenber mssen wir ein Recht auf kulturelle Differenz und sprachliche Vielfalt sowie Freiheit in der eigenen Lebenspraxis einfordern. Eine pluralistische Gesellschaft kann es erst dann geben, wenn nationale Besitzansprche auf Territorium, Ressourcen und Rechte aufgegeben und zu Allgemeingtern werden. Gleichzeitig und das ist die Herausforderung darf dieses Recht auf Vielfalt nicht beliebig sein, es muss ein Set von Werten und Normen geben, an die sich alle halten mssen. ber die Form dieser Normen muss aber eine gleichberechtigte Debatte gefhrt werden.
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Siamo giunti ad un punto di svolta nelle politiche migratorie. Questi dieci punti sono stati elaborati come un punto di partenza e allo stesso tempo come una guida alla comprensione di contropratiche antirazziste in Sudtirolo. 1. Eliminare il termine "straniero". La categorizzazione in "straniero" e "locale" del tutto inadatta allo svolgimento di un dibattito obiettivo. Al contrario, essi sono termini ideologici, carichi di bellicosit, utili solo a rafforzare una concezione identitaria ("stranieri contro noi sudtirolesi", spesso dipinti con tratti che non rispecchiano la realt). Questo "noi" contrapposto a "loro", oltre a creare due gruppi omogenei, nega la realt della diversit e delle differenze all'interno della societ. Il termine "straniero" deve essere sostituito da "migrante" che non discriminatorio.
dell'Islam in toto - ignorando volutamente le differenze tra le varie correnti - come di una religione primitiva, violenta e fondamentalista. Tale stereotipo utile a chi vuole creare un nemico per poi chiamare ad una nuova crociata. La varie correnti islamiche sono poco distinguibili da chi non ha una conoscenza approfondita in materia, ed indubbio he vi siano anche movimenti fondamentalisti, come ve ne sono anche nel Cristianesimo e in ogni altra religione. Diventa cos necessario guardare alla religione con un occhio critico, insistendo sulla netta separazione tra essa e la politica. Diventa altrettando necessario anche un approccio critico verso certe pratiche, come ad esempio la visione della donna nell'Islam.
3. Critica alla religione al posto della critica all'Islam. Dietro gli slogan della critica
all'Islam si nasconde un razzismo strisciante, a partire da quando si parla
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deboli vengono destinate le briciole. Sarebbe opportuno lottare per salari pi alti e un maggior sostegno alle famiglie.
dibattito pubblico, anche nell'ordine di idee di rompere gli stereotipi. Come stato in passato per le donne, oggi essenziale per i migranti una politica di uguaglianza che aiuti a combattere la discriminazione e a dar loro una voce.
9. Per un diritto all'asilo e alla casa. Vista l'attuale situazione di esclusione e chiusura dei confini, diventa necessario chiedere che il diritto all'asilo e alla casa diventino diritti umani imprescindibili. In un mondo in cui vige la libera circolazione dei capitali assurdo che non sia lo stesso con le persone. Deportazioni e ostacoli burocratici - palesi o nascosti per le pratiche di ingresso non dovrebbero esistere. Il razzismo e il nazionalismo che legittimano queste pratiche discriminatorie devono essere combattuti ferocemente, cos come doveroso per i paesi industrializzati lottare contro la povert in altri paesi e accogliere chi cerca di fuggirne.
10. Per una societ pluralista. "Tolleranza e "integrazione" sono termini sbagliati se si vuole parlare di emancipazione, perch provengono da chi detiene una posizione di potere: il primo implica il tollerare un altro essere umano, mentre il secondo fa riferimento al farsi assimilare dalla cultura dominante. Ma chi lo decide? Al contrario, dovremmo lottare per il diritto alla differenza culturale, alla diversit linguistica e al mantenimento del proprio stile di vita. Una societ pluralista pu esistere solo abbandonando le rivendicazioni esclusiva di diritti, risorse e territorio, aprendosi. Al tempo stesso - ed questa la vera sfida - questo diritto alla diversit non pu esistere senza un insieme di valori e norme condivise al quale tutti si devono attenere.
8. Ampliare i diritti di partecipazione. Si parla spesso di immigrazione, ma le parole d'ordine sono costantemente stabilite dai partiti, dai media e da altre organizzazioni. Il migrante non ottiene mai la parola: si parla di lui, ma non con lui. E' pertanto indispensabile aumentare il diritto alla partecipazione politica dei migranti e aumentare la loro presenza nel