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LA cI'VIL
CQNVERSATIONE
DEL SIG~ STEFAN() GVAZZO
GeNïiLHvoMo Dr CASALE
DI MONFERRATßo

DIVISA IN viATTRO LIBRI.


N E L Primo fi tratta in generale de' frutti , ch: Ii cauano dal conuerfare , 8: s'infegaa l
conofccre lebuone dalle canin: conuerfnioni.
N E L Secondo lì difcorrc prìmíeramcntc delle maniere conueneuoli al tutte le perfòne
nel conuerfu fuori di cafa , 81 i delle parzicolari , ch: debbono tenere conuerfando in.
Íicme igìouanì, 8: i uecchi ;i obili ‚ 8L_ gl ’ignobìli ; i Prencìpì , SL iprìuati;ì Dotti ‚ 8c
gl'idiorì gi-Cirradini, 81 ì foreßìcn; ierig.iolî,&­i Secolari; gli huomini,& le donne.
N Ё L Terzo G dichiarano particolarmenge i modi., che `«i'hanno à ferbarc nella domeůicx
conuerfarionc; cioe'm Marim, ß: Moglie; xr: Радж-цв: Figliuolo ym Brare'llo , 6L Fn
«По; tra Pim-one, 8L ’Semitofm A
N E L anrto Ii rapprefema la forma della Ciuil conuerf'arioheßun l'cflëmpìo d’un сом
.nico fatto in Саше, con Pinterucnimento di dieci perfcne.

nLL'ILLVs-riuss. вт вссвывцггп. по.


VESPASIANO >GONZAGA.
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lim' guiuiprçßńftifnçßnronp dfmcredibzle тати :glia ,- (235 diletto
тиран. Д; ецфеффропрпо afeite di тете a И Ecc. porrà
gpçqficordafffçbc падшие ilßo pellegrino фри/фетиши mol
¿gßqmïodeßimücpn цитатами{фарами} ,"Dvue
" - аа 2 '
io h5 mancato diformar il тифа della connai-fatidan Идеи}?!
. carico al Силка) daggiungerui con la[ua тис/Май doiruti oi
пашет! . °@cello carico Signor mio /llu/iriß. ß ßen'io [о rißu»~
tai all/Jara con la linguaJ'accettai nondimeno см"! cuore-.CU traf
Afitto da сорdolce/iimolo mi la/ciai accendeieglißiriti intornqa
que/ia bonorata imprcßgla onde da quel tempo iii/in' adborafin
uenuto comeрта imitando il meglio, cli`io lio Potatoquelprimo
mh.,
фетра di V. Ecc. al cloefare mißnnfe anco ilвырастим: le
conte/e, 619gli[гати], chepcr lo più cadonofra mortali, non al
tronde anengonoalie dal nonßper ф: ufare le conueneuoli manie
re nel conuerfare. Et per cio m'indußi nclfanimo ‚ clocs`io Миф?
рогшо c5 la miafatica in[шпаг a ciafcuno quela/oefecondo ilfio
ßatogli[iconuenga conuerßmdo con altri oß'eruarc, _loaureifatto
operagranderníre al mödogioueuole. Et percbeßtruoua di<gran
„lunga maggiore il numero de`pocoincendenti,-cloe de' luceram@
" ~¿la conuerßtione più aquellacliea qaeßi commune, io naciendo
piů riguardo al ¿eneßcio uniuerßleabe alla mia particolar glo
ria , тку/7: ogniambitione, non bo лиф ad altropiâalie afar
mi intendere da quei , ферма alquantoduri доте/шлица:
a ragione ионе! ЬгпшЬе dejfero luogo Ёрш dilicati [тайму/5
ватта/рт di difpen/arel’indegnita , (94 la bajfëma dellopera
done non la troueranno conforme alla grandcgça de' loroДИК
mi шлет ­, il clic/pero di con/Ègairepiiì leggermente con faut
toriteì di V. Ecc. la quale ha tantafor@ ‚ che per слёте a lei con
]ecrate,et alla/uapoint-'one raeommandate que/ie miefaticlve,
nonрт? alcuno di così mala плитах/ас nonfaccia шатки a fe
‚тафта per rifpetto di lei, (диоде gradifca quali aye/ißano.
Ada non penßgia матом/179 le baůbia à lei dedicate filament:
in conßderatione del сити/72114 те неdiede:perche quando щ
горящим occajîone io da те medeßmo mifußi“сайт:
que/la ‚ òad altra [три/Едим perciò mi[ат eletto altro ‘Ргт -
cipe, д protettore . Onde per статика degli animi altrui, io
eterna memoriafacciofede con que/fa lettemmloefea ciô nö m'in
шиш: il commandqmentb di V. Ecc. baßauano а coßringcrmi
l'lieroicloejiie таймы le rendono gloria/ô ‚ Cty immortal nome»
oltre а i тет , (yfegnalatifauorinbc dall'infnita bontà Дм hö
титра li q_uali io le farò con tutta сад mia perpetunmente
obligar@ .’ Viene adunque a quellcfitticofè­ ‚ (уч inuitte тет! di
V. Ecc. lequali[Байтаfelicemente {тушат non meno i ИМ,
che Farmhque/h mio Dialogo della Ciuil Conuerfationenlqimld
tanto più le dourà еЛЕг caro, quanto iopre/i errore chiamandolo
mio ‚ poiche hauendomi ф dato cagione dijcriucrlo ‚ lnì dacßër
' Piůßionlie mio .­‘ 0r non uoglio più dire nìßiomê 'nimma ucra
mente no/ìrogfty/ïсоте nellaритмами io haueŕößguito i7 ие
ßigi di lei ,farà afcritta all/llußrift. S ИНД/{диораме ua
proprialyßiafàrà l`lionore,coft` done io haurò torto il piede, «rà
tutta mim@ 4 те ola ne rte/lem' il bia/imo. _Degni Ecc. in'
quellbore ‚ che le auan¿erlannò'dalïalteßc imprefc ‚ Cty dallepiů
grani [штыри гати/н que/le miefaticbepoßänogloriarjï
¿faßëreßate tra una пойме: altra da leicompiutamcntc Мим
conti/ciutaalla _quale bacio riuerentcmente le mani,augurandole
felicißirnnuitaDi Cit/221e ilPrimo di Margo. 2M. D. LXX[[1].
,Qc lllußrifi.Q‘/Ecccllçnttßl . l

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Humili/s. (29 выдам. Seruitore
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.. ‘ ' ` ` ‘ жфпоаиаш.
@EL SIGJ'GIO. MdTT-HEO VOLTEH
мы." щьъузгюзпмо _s rondong _
WESP-ASIANO попадав.
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Знаете Зйвпоцёъс de Tanticof'l-ì'oflo'- ` . `
De" magnxnimi-Hcroi’moïlrateïviua
'@cllavirrù, ch' à тата iucc arran , ‚ «i

,_ Ch' Europa ”Шпага, ‘8c livno , 'Scl'a'lcro polo .


1M irate come s'alzi vn Cigno à volo ‘ i
Per vbidirui,'e’n Tu la бета riua' . l ‚
Вс1‘Р6‚-ёрп dolci note hor ne dcfcriul ~ ч
~‘O`ual¢,{ia"l -conuerïaß -qualfl' effcr folo'. ­_' `
Et per chç , -iò Hate lfolo , ­ò in compagnia,
'Col pen'iiergîte,f8c con la lingua Adone: \
'Non vgiunge 'lingua ‚ mè peníicr mortale; ~ - «11%. 1:1
Ессо »col uo'ßro fífcmpio, à noi ­la ula Í, .li »
. @dii‘dimoûràyonde'quagiůlitten: ‘d `
Mora lodçì'ůc la'sù u_itlzl'siinrxìlorcalç.l `
Dm. Slo. Àìiinrnx'ihl Мьвносьтьъгп. '
\ . ‚ .

Sk" ш в graul fcnrenzc no miro Efo


Del lG v А 22 o', vdii ńíi ’fenibra il gran Catone; ' `
S' .à la dottrina , авт-азы“ вишне _
l .-

' chger >'gli a'lri minori-bgd hof mè miro. l"\'

Et-fs'à i faggi'prçcecri,` onde =diuii`o _


Mi rien dal авизо, а Liçurgo, .ò à. заходе;
­ 'S'à l@ do-lçszza, ä-açoffeo
Ungg'uaglioßö , ¿òрийёёГРаЕаШГо.
vnà Angel ad Annonc Y'
Ma Гс i collumi', е] pgrlar poi-contemple „__ I, _
Dì lui ‚ 8c l'opre,onô’eì medel'mo adempie “‘
Tutta del Conucríar Tarte, c"l lauoro,
Cui l'aïfomig'lio? Dißupor-sì miempie,
Ch’io grido, Con Yingègno, 8c con Telfemplo
~Qqeůi ne rende in terra il Гссо! d'0ro.
Пап i :Sm шок »Bann-ann?? _
Мьоцосдчъъы. ч

A Do к No' il mando-de fi ишиас. raro’. f"


Spino “Моника eterno in ogniretatc,V 'f = 5 t э -
Ch’a gi; di paroa Гори-Лог pregiate - ' -_ ‘
Замани} ‘in,vano«poi s'afFaricaro. ‘ . ' ­ .' ­ ~ ‚.
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Fra чист êfl Thofco, 8aqu duo ch'illuûraro - я
Ferrara, 8a Mantoa ‚ 8a voi che con purgatc
Сапе, del' conucrfar laivia {поташ y» ~ ' . i _i
Saggio {Еж—{пот йп'шърекЕеио, „Застаю; ; ­. ‚г; ‘
Fur ben’¢ccel(i Ane Брест; loro . ` ` f ' . .‚‚
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Quegli , Qndeancor viuran milk ‚ 8cmill anni ,L
Ma che {c_ŕiifcroal: En?. ŕèmanzifôcfoie;
Ma voi col don di coli bei tcforo
Preftare малые acdcnrialterivannì fl г“! I ' Y'Í 1 "
Da volar dritto-albelA dtlzfommo Sole. ‘ = 'ff-Ä - М
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п’! 1... V . А.
"’ì _ . 1 ›ч.

Аныымиз МА описаны. I.
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С nvr ы s hominurn mores, fermoque v_cnulìus,I ' 3 к


Paéìa баш? terris candida corrucrant . ’
G v ь 1 x v s` ar-morcs ciuiles, compraqucvçrbz ‚
Faâa Бит! tetris candida rcüituit .» ­ ~' l . к l

D uccre quifquis aues тат гсаахыащис bcataœ», ì


Hoc duce fecuram iamubì carpe vim.
Io; hoot! 'Bei'rn' i xffEQŕxrn; l
'."i'.«`.\',.ï"A
Mv Lr v u Sparta fuo quondam generofä Lycurgo
Debuir, 8cmultumfmarria Roma Numa. „
Sed tibi nunc<narale folum plusdebet alumno,
(шва plus oñicio, Conlilioque iuuasi
Primum nan'que monaes proprium cuiusque decoŕum,
Quod miro ingenio promis , 6c arte noua .
Tum ñudia, 8c mores diucrfœ aetatis,honores
Omnigen'umciue hominum, diíïimilesq; gradas.
D enique congreífus , 8c qua ratione parcnrur
Ciuiles, varios hic tua fcripta notant.

Lvnov :cr Сыпал. i._. .

Sx Тхв r Tyrrhenae fermo vernaculus orar, '


Leâor amice placer, cultaque verba Íimul.
Si numeris plenum cunéìxs legiífe volumen,
Acque animum folidis excoluìffe bonis.
Si nouiífe iuuat ciuilis dogmata vitae,
Qqam belllè~ vlilìbus dulcia miůa Gent.
Si placidis uiguiffe iocis, falsòq; lcporc
Ей срддй, В; reliquis gration' effe viris.
(Unibet vt recum cupiat conuiuere, mores i и ‘.
_ Nec usaîlcatl quisquam carpere iure rucis.i . ` ‘
G v ь с 1 о н, haud alium quaeras, exaétius illo
Nemo (crede mihi) quod рей: exequitur.
Qgippe Periclis habet linguam, mentemcjue Solonîs,
Socraticum peáìus, Pindaricumque melos.
Quis hom-ines omnes ad fc dulccdine mira
Admirabundos , attonitosque карп .
U." ‚я’з ‘.`.; еэш' дав“.

J, @www'frineltëetmfîmm
~ BVVSO 'cw -. dicha f.; ` " х." - =--""т:тп'›. "1.1-3.1,
_ _ im» ‘_ 53; лифта/лент ~ ' „харя
` #_ .16u/ofreciede .fleßmdro Fame/‘e Cardinale.: З“:
,f " .melig aleq.- ,1_1'59) .ailefïandroMola ‚к иЁЁХЁДЁ; _A
1"¿'_ Í ¿Luißelnioœf #JeßindroMagnoda треф; На,
5?» „под ‚и \ t.“ (55) `¿Ille/Iiindro Magno pacientemei'jèöix l
./(cademie,ú«lorof`rutti э: “3.117 „цд141ипищ-д ‚щам:
„academia di' Ca/ìile ¿n _. ‚д. „ёж .gltereggabia/imata t ¿,‘J'ißxxßI
диета: Mantoua (L _elija „плат: финт“. -, x L j _ _
тети: Ito-'sieIrriperiitiii'eJ
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lh ci@ _: “рапорт ­fimimorano' ._ (д 1 §_
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„(буйной lodati cOn___ \ altrui ’ ‘ . " 186'
r от ­‘-‘~.'\}~'=f.;".­ l~i `amanti /öno гаммы; zoo
цаигаёо {мм _ j». амид/Шт? « ‚- г и то
«Издала туман ' 4таппсй/2шге/ЕЬЬ ' ­_` \` 'g2g
.Jdulanogli oratori «(паштета/и dormanopoco _ „ А": z'ŕ
„adulanogli amanti „amata come uccida l'amante _ „.186
4 L . . ‹ ­‘ ; ... ь .

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Jlrroganti _ _ _ 5Г Cagioui della dtjl'ordia de’fra-È
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`¿fotod'un'amantejeìocofov _ ` :y’ 19; 60 Cagioni della тома; tra'lpatrone e-'
~ /ëruitore
Cano del beccaío “‘'l 18§f _
' 176“
лит Ce/are _ 199
JIuaritia nimiea шитьем 89 Carlo _Q;uinto ` " '£54'
__ uaritia nei целые uergognofa 15 3' Carneadehquel cbe ахи/гс dell'aduldL'
.lugußomotteggiato l ' ` f ` 3 7 Caterina tione Sacca ` ""` ‘ï 'l'i 182"
„(идиша ò eg'altar/i а male _ SU
CaualierBottazKo "Г l8r' _
_ - ./íßardipiù“в“. ' ' Cerimonieje cöuêgano nel сбит/27: 77
ualorofi,cbc ifratelli,y Ce/àre andò ßbrio a ruinar la Юрий:
legitimi._ _ _ 15x ca 19 l '2' '
Bejar altrui-è „то, аpericolo 7 s' Ce/Iire Отказа 1 7"
Ветки deßglitíoli ` 1 z r Città albergo de' uitij 8‘
ишака ф boneßd nernicbe 1 :_ 5 Città albergo di uirtů 4x o
агитка congiunta con/ußerbia 1 z 3 Cittadino Ú'fuo ußicio ист/д t"‚Чите- '
Вешки pericolo/Iz ` 1 z3 ri . 1 о;
Belleqqa тезкам 1 23 Collegijß- lorofiile 16
Belleîzg artificio/11 _ x 2 3 Colorfbfco ‘_ _ _ - 67
Belleqza naturale x 2.4 страстном intorno al тип mo-'
Bellскал di tre/orti 1 1 о _ glie , x 2.4.
Belle'ga di donna impudica 160 Conßglìo г migliore dopo il cibo 1 9_1 '
Belletto in qual eafoßa conceßo 1 1_4 Compagnia de „тиф utile 2.79'l
{мстит/За?fauella 61. Concordia de`fratelli _ :66
.7', .l P а в, «из
tonelli/'ú толпе nelle ri/'olutianì _16 'Coi'ieggi'ani/èilqa [шт ‚0

tonte Teodoro Sangiorgi» x о;



Cnteggzanicome [i cen/'eruino Идиш
(они Hermle Strmi ' 363 del fpreucipev _ ' ‘y '178
@ante Hettore Miraglia ' 176 Сопецдапдф- [aromi/‘cria l А и '169
LCante Ваша/ш Ca/iiglione 178 гадалка Carrma Y „ \ l loq.
fome/21,6*fuoi danni 6 Садит! appartenenti' alle вопиет/2:
'Contentiofì ' o tion: ­' " ' `­ . _~ ‘
Садист/айвпефдоё bia/imi 6 Садит: delle donne um _ _5' 1:34
.60nuer/àtione,<'_’¢­jùe lodi 9 Садит: delledonne f'mpudìçbe ё“. 11M,
>Conue»flitimiegrata a Dio 9 Сидите de’ France/ï dopò'il бете: 15194.
runner/ation: di сыто ю fumarie/¿9 loroprofumi; ’. .
.fCöueiyationefà асс-010,67- тенты z Curio/ì biafìmati н,
’Conuer/àtione ¿Vlijfe . I \n 7 ц Y __» Y”
. ={owner/letiwu'irr/ignapizifbeililvri 1.5 ì 2 - l' D ­' ’9 _3
хинин/атм dbícademici. 17 .afrio ,-19-‚то detta' l un,
‘;Conuerjìztioneßmridi ca/ìz 79 Dettolifcipione ­ _ 19
{оплетают ггагйоиапёдисссы 79 Фена ¿Jh/.landgo- . -‘ f." ‹ -i 3„
{bauer/ations tra nobili,Ú~ {371012515 « 82 Detto афишами ‘­‘_ . 35
‚Сбит/уйди tra Tremipi,etpriuati9‘5 ,Detto «fun contadino l 1-5 ' Н 'x'5 3
#Conner/‘ations tra letter-ank? idioti 98 торпед/йога“; i.: ‚7 '5,1 ¿8,
~`¥Conuerj21tione tra Cittadini ‚ ф fòra Diletta che co/a /ìa K 'f .
‚ 'Í ß ini a i IÓ
5 ‘Вфтегецка соте х’ЬаБЫв’ад ujàre
[тип/дист tra „издал ‚ Ú' Лесои Dyfrquintolerabile , ` _ ` 6
. g ri ‚ I об Diuer/ità-de`coßumi отпада ad amo
:föuer/àrione tra donne,”` binomial I o7 тг “- . as?
:ûmuer/atione di cafà - 1 19 »Dà'pwcriůro della uer'ità а“.
'-1.16'
‘.Cöuerfàtione tra тайма. moglie :I9 .'Domitiano Imperatore,¿’n­/i¢a или до
{öfter/ritiene „армий-{531214010 149 фетва buona peggiore dellbúomo'caß
. Conuer/ationedelle uedoue ч I 6_2. JI» t1'fo .. Í И 107
:Conner/ations trafi-atelli ' ‘_ 1 63 Donna da molti de/ìderata e" cagione di
(дист/21:15: tra ритм etferuitori I 68 _ grandi difcordie r z e.
»Conua/ations tra'l Prencipe, e'l corteg Donno@ loro миг ' 103
';~ у gian@ » . » 1 78 Donne fimili alla morte 108
gConuiti/ölenni 1 16 Donnelimilia {тети x37
` Gońuitìfàmìgliari ~ а. - "х = l 16 ­.Donne fìrm'li alla bilancia » zo6
сопитхэ- loro leggi . 1 r6 Donne da danno ‘ ‘l 08
Afortuitofacile ~ ,l 8 8 Donne з’Ьаппо a lodare _ 11I
Сопит Ьопе/Мф loro utile zoo Donne , ф- loro ußìcio исп/Ъ gli buamz~
forlì@- [морг-опиши 6o l* ‚и ч 3Il
Corregger i difêttialtrui non è lecito a Donne altere biafìmate I 1a
_ ._tutti 7.5 Dorme {или A ь‘ \­ t 134
{палитраflung ron высечка 59 `Dimm! di Ca/îzle 1 1 z.
ил" I
.T .l И О. L o .l .
рощиpiù тише-д gli тати/2: a i ~figliuoli , (r- loro ußîciouetgfô Ира:
’ man'th ' . ‚ь ‚ 131 7 ‚т L ­ *.156
Döne quätunque дожде/амида: 1 34 щит/г deono/àper leggere @feni- ~
Donne Francefì . 2. д 160 неге ' . ` 16D
_ _Donn e,cbefì rimaritano 'i 1 8o 'Figliuolo ußiciale fe dcbßa precedereil
Donnefacili al pianto - _ ` uo padre priuato - l 1 sz
.Donne uogliono 113erpregate .z 16 Figliuolo nö' può adularil ради” 156
i‘Donne гниды“ de’ giouanetti :bar .Figliuolifideono introdurre al gouerno
~,_ßati~ . .„._ 219 della caja ­ ­ ‚ 154.
_Dore pringipale della moglie~ 1 z. 1 vPila/òf:` amatori dellaлишаи ‚ д8
Duca штат дн.“ 169 17o Filo/bf dlfŕordano dallamoltitudine А 8
Иогтгтдфъ’отртпитдаь '.z. „rgb
Е fingere tal/)ora ¿lecito 38
Ducatìone,¢’y­/î4a for@ 1 :6 Fingerd'amare, Ф- non amare ¿poggio
.5 Е101иеикаЛ‘Лд naturale 57 cb`eßer monetaio ‘ ‘ 38
„Enigma d uno amante . ä 185 Fore/tiem@ loro идёт 106
‚Ерёсищф1340 detto . ‚. - 18 {отита abonda done manca la pru
.Errori altrui comefi сотыми
' i. Vu
7. 15: denïa ‘ ’ ' t ' l 83
zErrori in berba 7 5 îFortuna,@~ uirtù di rado albergano in
_Errori maturi i z' ' 7S ]ìeme . .ii m .Ms
.aß/»0 п
France/ìoBecco ~ \ ' i ":izx47
._E/òpo фfila rifpoßa 48 France/'co 'Pugiella ~ 2. 3
тиса apre la ßrada all'economica 1 18 Francefèa Силка 104 1 8!
France/ì nimìci dcll’altcrq{a 45
F i. Franccß ‚ф- loro opinione intorno alla
y „(та uien dalle соития! o_pi~ ` nobiltà : '85
- nioni' „ i »n -15 .Trance/Lely~ [отводите пе i сбит 1 1 6
fanciulle come [Брит-752710 ~ . '15 8 fFrä ceßat loro садите dopo il bere 161
Panella come .v'alzbelifìa ­ .i 6 z 'Francefì (o loro садите ucr/b i душ.
гаце11алыещдрддгш,ф nti/la 67 ’ li ' 161
винищем/1405 difetti 6 7. v FrateFrari'ceyîo Coconato 86
fauellar Голам/Е touuenga a non Tb Frate Bernardino Maccia 1 67
"fcani " » "65 `Fratelli come debbano sonner/er tra
Fauorinofilofofo lodò la quartana 4o loro ' 1 63
.Felice non è obi non conofce degl/flo 5‘9 Fratelli difŕordi ` 164
щипал come /î gouerm'no 1 4.1 Fratello uitio/ò /ì- diminui/ŕa fbonoro
figliuoli innocenti шлам: per li mi/î del „тиф 163
fatti 'del padre. 14.7 .Fratelli соте]; mantengano concor- .
figliuoli alleuati con troppa tema diuen di 166
gono uili 1 9 Fratello maggiore i ‘ .­ 166
Afigliuoli col troppo си]? igofi [апперц— Fratello minore ‘if ` 166
‚ {illanimi 15 5 Fratello tbe oq'îz/ìgmftbi ’ ‘ 16S
T ve* r' o "1L ‘ vLeí
' G А .Huomo nato più дитяти ‚ :be al
у .Allo ¿el mugnaio 1 81 giuoco I 13
Gelo/ia delтата 1 z, Huominipocbi,genie allai 8_
Сепсис/2,0" loropronuncia во Huomini ditreльет ц.
сайт loro „атаке ~ А во Hilomini cbcparlano bene ‚ ú- {гр-{лом
Gimna/ìica ч x ‘ç ' male 59
Giorgio Сатана 8 z Huomini ,.Úrloro ußïcio .ucr/o Je don
Girolamo Vida 1 2. ne x1 x
Girolamo della Rouen 61
Giouanna Bobba 1,8 1 ' I
ciouanni Cane l 81 . Diotl di duejörti 98
сшита. loro меня 80 Идите- loro ußiczo ucr/b мат '99
Giouani :ßecciati ‹ _ 80 Ignobiltà non è coja uergognqß 9:
.Giouani dicono d'bauermanco астра di Ignobili,ú« loro ußîcio _ 95 l
д. quel cbe hanno 81 Ignobiliabeß attribmfcono il titolo del
Giouio x oo la nobiltà ‚" 93
Giulio Caurianì _ 13 z Ignorantinon[anno tacere 6 I'
Giuoco dellafòlz'tudiue _ 1 8 3 Ignoranîa ê/jietic diракам 98
Giuoco >della вопиет/Эти: 2 o 5 Impariamo più con Foreccbie ‚ che con
Gouerno di ¿afa ­ 139 gli occhi I7
Gradíilfamore 208 Мирт/21 dchJcadcmid de gli Illu~`
Gratzfcando a шиш :'oßende i [шо— flrati. 103
'\ ni ~ Í 47 Inganno lodeuole 36
#reci infedeli ' 17 Ingannarfè лет ¿facile 51
Guglielmo Guaîzo I Ingegno è più pronto a digiuno 19 r
Guglielmo Cabagliate 18 I Inuidia a che пращи z o;
1 __ v . ‘ Jfabella Отказа Marche/Zz di 'Pe/2a
. н ‚~ . та zc8
Ercole Gonzaga Cardinale 145 Italiani hanno Ia grauità , dri/nem»
Hercole ifi/‘conte 18x tà congiunte 4i
Haneßcì perfêtta 13о
Honorare non è amare ‘ ­ 36 L
Honore èpiù di cbi lofä,cbc di chi lo i~ L «(утята- lorofor@ zlo
'cene 78 Lagrime di dolore '- J а 1o
Hora di cena 1 8 5 Lagrime дилерская z Iо
`. Haomo animaljoeiabile 4 Lamento d’amore z 16
_ Huomo'ßmile ad una/Je 1 Latte di donna (ад-[7405 effetti 145
Leggi dellИcademia de gl?[lie/1ra ­
Ъ Ниото creato
Huomo che all`ufò dell ‘buomo
cojàfìgmfìcbi Il 8z.
ti I о;
Ниото capo della donna I 3 x Leggi de’ conuiti _- 1 16
Huomo iniquo è migliore della donna Leggi,@« lorofine 149
`buona ' 1 o7 Legge prima della natura » »15 7
aa ç
Г .vf 57o Отцы/{к
.llvororaiMaßfia ­ t Maldicentipoeticì ‘
if
Lelia San Giorgio ' Maldicenti bippocrito' '13: faim. `ï’ 12
._ i8I
Lettera@I loro ogetti ' .l _ 99 _Maldicenti/iorpioni . ‘. ` ~ `„ 30
Lettere in cbe auanzino Гати _. loo Maldiceniioradiiori.\\.~f . 30
Lettere ben congiunte con larme I o 1_ машет/шт . и. а; . 3e;
Диез-идя? loro итого xо1 Maldicentimordaci .r . ` .- «31
Letteratipercbe‚дано/0111431] 11 Мaldicentibejjatori l . _ - 3 _1
Liberalitafinta Maldicenti incogniti 3.x
Libertà dellefanciulle France/ì I zo Malinconìciper accidente
„г ._ .4
Licurgo, Ú' [ice leggi intorno alle то Malmconia è contraria alla uita .4_0_1
gli ' 1 21 Margherita Вис/25,84 di Мамаша 1 o4
Lingua come .vf/rabbia 4 ritenere 55 с: Ú' _- x `­ 175
Lingua come s'babbia afciogi'iere 5 6 Mantouanißo~ loropronuncia п ~ 60 .

индии/277220 41 timone della natie _56 Maritifcioccbi ' 1 7.4. z z 3


Linguafimile al danaio » 3 7 Maritelli ~ .. 133 „ь _1_
_M_-. mЮГ
Lingua non deepreceder l’animo _ _ 7ò Mariti ‚ cbe tengono rißrette le mex-D
Lingua data allbuomo perla шипеть _gli .x 7:7. .up
_tiene __ I 3 Mariti che lafciano in libertà le 'mow
Liuia Cauriana ._ 13 L_ gli е в. r z. 7 2 3 7.
Lojouico Gonzaga ‘ I Mariti , che battono le mogli 139.
Lodi d’una gentildonna di Cajàle I 1 7 Marito,etто ufficio неф 14 moglie 1 2.9
Lodi inßammano le donne _ z. 1 I Mтиф loro Лиф 1 29
Lodi di Giouanna Bobba _ z 1 z. Мaritife debbono тратят/2 nelgouer
Lombardi,e’y~ loro[Ежели ' _ 68. '_no di ca/a 13 9
Luc/Jefi,z’o­ loropronuntia _ `
6o Marito ф moglie/imo игл/010 i8 z.'
Luigi .Älemanni ' 17 Matrimonio infelice per ¿ißßrjì cae'
gioni 1 2.0
М М edicograjßuq'yv religie/b magro 191.
Meglio[Роди-илаfanciulla, c/ùcnagiwI
` `/ídri boneße, Úfigliuole im~.
рифме 1 z 5 inane matura ‚. ‚ .-17.1
Mae/tri deono efßre non meno ‘Chri/li# Mezln tra la/ì'ienqa Ú' l’ignoranza. „93
ni , che dotti 146 М11опе‚ф]`иарт04щк4 ч -l
Maeßrz' deono offer bonoratiм, 146 ища/змеи: uergini ‘ _ 161.r
M„души .t banno a riuerire I. _ 98 Moda di conuer/arfra maldicenti 30
Magi/ïrati,¿’fr loro/iile 16 Modo digouernarßfra contentiofi 4I
Magnificenqa ornamento della 7201111— Modo di Зацепит: fra Igli adulato ж
ta` 88 ri - ‚ 39 4!
Maldicenti dipiů/brti 2 9 Modo di correggeri difetti altrui 76
Maldicenti`grati 1 8 Modo da tenere,nell’elegger moglie 1 т. .1, ­
‘ M aldicenti odiofi _ ' . 1 8 Modo di mantenerß lieto 1с 1
Maldicentimafi'berati ‘ ‚ 19 Modo di lodar leper/one 21 1.V
Maldicentiretorici к ‘29 Modo di procedere coirnaldicenti 39

.T «l И ú L, J'.
4_.Moglie,etj"uo имей ucr/b il тайги 3 2 .mobilia/èn@ шт) uien meno ж _81
-Mpglie МИНИ ' ' ‚ .‹.\.. ‘_'.'~ lg! Nabiftaßgliuola della[белка и ,1_ Г‚337
-Mpglie nèpoucràtnê-riccd т ы f" 15.1 мыла fe [i diminuian per-.pouch
,Mogliebella ._ @if `~ 1_1!-A .r ­ fd А ` 89
fMßglÍñ'bîüîÈßc .,' ш" w" ‘.\1111 шиш di langue `genera in molti uil~ .
,'Moglieïkgiouane, et marito uecçbió l 1 о M ..
' Moglie иен/лжи maritogiotune' 1 z о Nobiltà non merita lode « 9!
Moglie nolnleA _ n. „д: ь \~.. . n_6 Колена ' 1x9
_Moglie bumile ‚. »r- _ г _133 Mgg conformi alla иен/такс zu
Moglie/òllecitata @llamaron/E dobbia _' U -'. ` ‚ . . ` .
auuertirne il marito x38 ‚, « Ó. мы — и
Moglie difède/òfiiexta z 2 z, : СсЫфМго/бщл <_1‘‚ _ zo',
Moglio' [ciocca 2. 2. 3 t Occbineri .«__ .‚.;‚ ага
Mondoßmile almercato ъ ` ‘~ 54 Occ/Ji cile/irl' z lo
-Mondoßmile идиш/сем ‘ 55 Odor del uino cöfòrta i malinconici x 94
-Monfêrrinw loroacccnti- ч . ч „ e . 6в Onde nafca,cbe non ci côtentiamo каш
Motto di M.,Tullia, ­ ­ _ ат ‘ `160 _. ferne/fro гм vr zot
,Motto dun/eruitore A _~ - L99Otjo de' due/orti ь. ‘ ' n3
_Motto дыме contra ilßgliuolo 1 5 4 Oratione' ndi molti unite banno maggior
Y_Mu/ica ' y, __ _' A115.
aw»
Oratori adulano
-. 34
э
` ' ' с | )\ .

> ‚д H il та," Ornamentifòuercbi delle donne I3 5


./[politani , zo* loro'pronun а Ornamenti della lingua 63
fidi .‚ -li i
Щит:- ba date all’buomo due `per ‘t Í’
` 'föne f: ч, . '147 лdre , Ú* figliuolo /bno атома
Цепи-ай cbe coja :intenda » 58 per diuerfè cagioni ц I55
Даши ric/Jicde l'aiuto dell`educatio~ ‘Padri , Ú' loro „то ucr/ô i figliuo
о ' ”С . 1 16 li 155
шве/24 adulatore d’.Ãlejjandro 33 'Padrepiù cbc madre 148
ждите Эдика uitio 47 ‘Padrepiù tbepadre 149
:,- шиш alle coja _Ha 8 2.'Padripartiali 15o
N_obiliperfangue 33 'Padri /òno da Dio eßauditi contra ifi
Nobiliperpriuilegio 8ъ gliuoli 1s
Nobilipcr шут _ 84. ‘Padrifcioccbiapç`figliuoli ualoroji 1 257
'Nobiliper con/itetudine 86 ‘Padriдвигалоfigliuoli uili 1 26
'Nobiliche lauorano le terre 90 Раи’тёдепподфйдйивидении/Е 1 16
Nobili uitioßß/iano nobili 91 'Padïifêlici ' - 154.
КОИ/дай loro uffcio ж \ 9; 'Palanga di 'Parigi 54.
Nobilfßîäiu м: А с' . 88 Parlarfòreßiero nella_fica patria 66
_Nobili/li , 88 Parlar cdi piùúfaper co' i-manco 68
média de’ _mdggiûrigiouaaaрамп ‘Parole delMonfê'rrato итал: ; ._ ‘3
з‘дыЁм С.
rxr
i тапмшлттмтммршса, D Ь. a
' ~ moglie ‚ - . um
" ° gioni ' 170 шалить: i uiui,o ¿morti x85 ­­_'
_ _ -.n_-
таланту: loro difëtti '_ ­ -- 170 Quale acquißo apporti danno zo;
@atrone @jira итого r _ Y; l7¢`|l Qual-ca_@ fia più uelpce di tutte zo;
. ‘Petrarca f- . ` " 'Irl
¿QJual colorefiguifídn’/ŕtrtteqçt-v ­ zo;
Tiemonteß,ú« loropronuntia l‘6o „Qual-c0121 плиту; 4114 morte 2.06
{Шагом motttggiato \ 190 _Qualcofìz/iapeggiore dellDia'uolo 2.06
Tolitiano motteggiato 161» ,Quali babbiano maggior for@ la litt~
Ровно/Берета odio/'o y8 r gua,o gli асс/21 (.1:-
‚—
i 207
' Tragmatica di Francia 94. штифты; ‘ :si
Tratticbe delle torti 54 ­ .à

i‘.'~ь
Trentipiлика lettere Найти: .i x 45 ql...
‘ ‘Prmcipi ф- loro maniere ucr/bz' fer; E'Jntigono малодушие. 4'4 i
=~­ tori 178
Фтепсф? . @dihauciaßëßte maniere J96
yeti миmeglio« шиш,
­ tbe i priua
179
Ré di Spagna,¢r~ßtt maniere "96
_. ‘Prentipi terreni Du ­` ' 9; 1@д11 'Perfimçfrlorowo/lumt- v f» :'91
‘Prencipi non fidelibonoliialîruare 9; Keligiofí соте[ìauo'lblitarulx ‚ 1 9
Trencipi соте [iсёл/грипп bènìuoli ‘ 97 Religio/ò magro» Ú’ театру—456: r9:
1^’rtncipi che Мёд/147201 buoni@` 19/14! катоде? loro ußìrio *#106 «
ì Y»tazzoitrzßil ' - ‘ _ISÍ Repub/ichs@ loro/¿ile 16_
т Trencipi,.ò buoni,ò cattiui {шит ad Ricco/Engg lettere“ l ‘_ 15g V
i, ubidire 33 Meco bugiardo ‚д biafìmato L 41,
’Prencipi ф loro fiile nelle rifôlutio» Riccbqqauiene da iniquità ’ 83 д.
.ni "7 16 Kite/xq@ malатм-щ uirttl l 56
телеф? aßediati dagliadulatori 5 Щитки/ё арроттю nobiltà ‘- 8 8 v
Миш ,come debbano корнет/ат co.’ Rimedio штате ъ. ut
amitripi 2. л 97 Kimedio contra 14 gelo/ia ^ ’М 1 2.9
‘Prouuntia di quanta for@ fia .5 9 Alfio/la piaceuole d'unßruitore ­3о
‘Pronuutia di diuerß pac/ì 60 Rifpofìa data ad una odulatore 39
‘Prudenqa altrui cifíì migliori 5 4 тала data ad uu curio/b 4
‘Pujìllanimita 5 I Ril/'Jolla d’una bone/la donna а ~ 13
f Кура/14 di Diomßo al figliuolo 158
Q leìzofla data 4 ‘Politiano 162.
Q Valда più utilela лишим içi/,bolla тот/14 d`urzfigliuolo - 157
la contrer/'azione 6 Юлю/14 di Demetrio ' I3 5
‘Qual btjìiafìa di tutte 14più ui тет i [Ест] altrui quanto {iagraá
#foil 3s u@ o
ual conuerfâtionepiù diletta' 46 Мидии/442111184 ¿alcuna donna' 4o
дна/241242310 bauer pouera ,ò brutta @mani , er lorogcaßume uerjà-le tno#
moglie д‘ r 2 z - gli 1 \.­=l`1z8^
Qual ßa ржёт/тяп ¿ella , òórutta mfom dello' Лат датам?“
- Salute
, l’ ’O 1. я.
и и". .¿Soerate,ú«ß¢a поты/Элита 1 ‚5 до
.u t l
Q ' ' _ . ‚ватагйдёиепигдрикхф ‚ .- 565
' дышащими quelladel .-Solitarij danno diuerßjb/foetti .v .n 18
l'animo'- i ‘. к ‚а. , м1'79 -Solitudine rendepigro@ Лареэ'Ьо. ‘r6
‘.»Sanitá perfêtta qual :intenda ' i. ."24 Защитный/йог mali effetti i.. .mi §75
жрёт? diabolica „n .i «la» :1.1: 4,1 .Solitudine grata a malinconici~ и;
кб‘сапйа i della connor/'ations "v r4 solitudine lío/ice lodi . :- „3177
'Tais .Scala d’aäegre:(:{a z oo `Solitudinegrata a Dio £7
{топтал altrui ciД:più cauti - 54 Solitudine de `,gli anticbipadri ¿7
,sciocc a dun/ìruitore . . 54. л Solitudine di Cbŕifio ‚ — -7
Scienza 'no ' 'ta il/uopoßeßòre . д. 87 Solitudine de' religiofì 7
-Scienza rende l’buomogonfio Зотиатедтга a letterati
,1 о 1 11
`..11criuer come fida, parlar come“ [ì . `ïolitudine'rende inetto . ­~ ñ' 1 '
Vßtolc. мм -` ‘ 66 „пилигримы . y ‚ .y 19
.1r-'w' scrittori danno (y tolgono la uita loo л Solitudine di luogo Y ~­' 19
`$’ecreti a cuiji debbano dire . ¿o5 Solitudine di tempo 19
VSecreti dißïcilmentefi contengono 3 о Solitudine d'animo ‚ 1 'm
«Semtart'j/onopagati per tacere 3 1 штате cagione d’errori` 51
Hun-u_
запели-1) ‚ ф loro dignità - 85 Sommario degli ufßci del padre авт/Ь i
-Secolari ,l loro идти ист/31 . religio ' figliuoli . ' ­ ' 155
. g ч \‘ ' `I об ' `S'ommario degli ußici de’ ‘figliuoliист/6
"t 83 tlpadre 1 6
lfseneji 0101 садите uer/o le mogli 1 z. 8 Spagnuoliß слышно l'un l'altro 95
‘Sentenza ‚этом; dà fègno digiudice Spartani, (o loro cofiume 15
'Í temerario _ 184. эра/217 con l`areccbie prima cbe cong i
S-e fia bene дискам]? a bere copio/21mm - occbi l » l 2. 5
. te ' 196 Spreqecare altrui è uitio 75
.Struitoriuili ‘ 1 6 8 1 Studio delle donne intorno a i capel
Seruitori nobili 168 ­li 136
Seruire a Dio 169 Superbia odio/21 a ißiperbi 75
Seruitori,¿o~ loro difetti 1 7 z.
Seruitori perche[ì cbiamano cani 1 7 2. T
Seruitori non[дно diligent:je lpatrone è
negligente 1 76 `¿cendofì può штате" . 34
Scruitori ‚(т loro u cio 1 77 llTacertiú* ajŕoltarejòno cofe digi
Scruitor dell‘bo/le 1 85 Ci I
Silentio ¿la про/14 della moglie 1 3 8 Tacere a tempo è più lodato , cbe’l bel
Silenzio ornamento delle donne 111 parlare ' 72.
Simulatori ‚(т adulatori /òno differen Taglia bor/è 54.
ti ‚ 3 8 Tali dobbiamo eßêre , quali uogliaino ар
simulatore cbiamato in diuerß modi 64 parere 7o
3obriettì,@~fue lodi 1 88 Тати-толщи uirtů _ 197
,1. Je t' 0 L .I .
агитки ' " ~ _ 34 Verità quantofia tommendata 73
Tempo conueneuale al matrimonio 1 2.8 Vфарш Gonîaga 97 119 _181
Tempodiparlare 7:. Vino come conueaga a i ueccbi L.’ (93
‚ Termine dell'otio,ú­ de' piaceri I t 5 Vind@fuoi diner/ì стай \ 95
oTermine dell`amor bone/io 109 Vino d'altripiace più che!proprio x 96
ьТе/Нтот] di caja 4.2. Vinoperche[ifiati prima'cbe berlo я”
Timore сопла/14 alla uirtù 1 5 5 Virtuojì quali :intendano и: .. 99
. Tiraqucllo Confìgliero di Francia 8 z. Virtù , ф uitij propri] ¿alcune natio..
Tolomeo 1 54 ~ т _ ' ­\ z' ‚
Tre/orti d'uueporta la uite 196 Virtù èfondatafòpra la uolontà, ~ 9;
Virtù ¿cy- {Этим дмда Блистал.
то .=\ п .41;
. .Anitàpropria delle donne r 34. Vite ba гид/дар! d’uue`_ u: ~. ‘i ­\ 32196
-, Vantatori ' z Утёс/де fi tracferi/êono ne i facce/3o
Vbbriacbi due uoltefànciulli I 98 Vitifl
п .- ”ъ v
dell'animogencrano infermitàl nel
7:;
,Vdir il maldicente è bia/ima ` 3 z
Vecchi due uoltefa шиш l 98 corpo x79
Vcccbier@ conforme alle пока: я. 2 ,_ Vт; communi a i feruitori ‚ф ai ca
'~ Vecchi (a loro difètti À 8I vi 172.
_ Veccbiofciocco è' odio/ô 8 1 Viuer bi/bgrm came/ì' fbaueße ogn’ о
l Vecchi [Идите più attempati di quel ra a morire N5 5
l. _ che/imo 81 Vмиф/Вт attione 59
' Vedano li [ре/12710 con più incommodœ Vосе qual babbia da eflêre 59
_ ‹ cbc le‚стаиc 1 z S Vacifèoncie del Monfì'rratd 63
. Vedanta@ loro ufficio - 161. Voto[Аттики adempiuto x 87
` Veneziani,sz` loropronuntia 60 Vfоpadre della[ёршика n,
д Venere in cielo@~ Venere in terra 1'08 УЛ) è gran tiranno 16
. (‚попер @- loropronuntia ­~ 60 шиш/‚ел caua dalle „тает 1 o5
..u

ya" l I.’ A F INE. я

цеп.
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con-.fmRPI/.0.o *Er-¿WD i”. “дат"


У "“-“5_‚..‚..г«г‚гцдавка:; . ' 'Arnulf

г: ` IL S'Í'GNIOR' СЪА'ЧР1О 15Е5С1'11Ё11‘А9'ЦЦ7


.~ ' ` arrivano ovazzo. ' , a

E v ooi. t ш в diligentemente conâdeil


__ ’ t тёте-соте; 8c onde aue'nga,che non'puä
‚ re la gente roza,& ignorante , ma gli huo
mini d'alto intendimento liano fra loro
| tanto differenti nel giudicare le соГе al
i trui,noidiciò fco tiremo più d’vna cagic
___ ‚Ё ne; per cio che ono alcuni, che ltimano
lecofe più ,6c meno fecondo che fono
più; 8c meno'cotiformi alla natura loro , onde non-è шагать
glia, fe iii-è chi tiene più conto della chiara,­$c fententiofa bre
uità di Saluüio ,che della dolce , 8c infatiabile eloquenza di
M; Tullio , 8e rimane più fodisfatto dellfarguta piaccuolezza
d'0uidio,chedella reuerenda gravità di Virgilio, 8e s’altri ren
de più honore alle prole del Guicciardini, che àquclle del Boc
caccio,'& più alle rime del Bembo,che à quelle del Petrarca"
Ma li come coltoro hanno fondate lc fentenze loro fopra qual
che ragione, così ve ne fono altri', i qualifentcndolì per na'
гага più inclinati ad vno auttore` , che ad `vn' altro, fi lafciano
inauedutamente condurre à Штат più , 8c meno l'opere loro
di q_uel , che debbono. Altri poi dalla falla imaginatione ab
bagliati, òdall’altrui auttorità fofpinti , lì trouano , non fenza
vergogna loro, hauer alcuna volta lodato ,Bilbialîmato vn me
deßmo componimento, fecondo che fù loro prefentato fotto
il nome hot d’ un famolo, '8e hor d’un uile auttore. Per tutte que
ile cole,io Sig. Caualiere m’imagino,che non coli rollo ul`ci
rà fuori quelio mio Dialogo , il quale degnafte di raccoglie»
te in cala нот-щёк pigliar carico di farlo liamparc in соседа
illullre Città, come [e ne faranno díuerlì giudicij; già на а
fpettando chi -con qualche. ragione giudichi lo Ptile ell'er meno
graue di quel, che conuenga alla materia, 3c chi con ragione
contraria gli lì opponga. Et forfe anco foggiungerá alcuno
v г

{h'î'oïdoueuà iz'ël ‘diiporrë тамады: :сЪШр1щёхйётеЧ'Ьь


dmc d'Arillotelc,& qualche `ltro.,__fe„ne re erà meco nella mia
opinione. Et brieuemente с П’ёёсцГеййшЫю fcuferà,chi lo
bialimeràin' tutto-,6: chi perauentura lof [задай in­parte,& chi
feguendo la molta„ò_po_ca„,aß"ettion_e mi ша benigo, ò [cue
ro giudice. Hora à uoi mi riuolgo,ôc ui prego, che hauendo»
mj* aiutato à dat luce.à'quell;’_oper_ao m' aiutate _anco à man.
“мамашам non Lalciarlegoi'çuraela fna'fama., Et fe per cai
fq-la uederete mottçggiatg »dayqualche _cigorofo cenfore, ui pia
eierà (lenza contender con _lui ‚ di raaeor-.dar'gln che f_çben tut- '
ti non poíTono giungere alla -fublirue altezza dell“ opere lim,
egli non dee però effet facile nel giudicare, perI _cheil 'giudiï
do è fimile , s’ io non m’inganno,1a,d un betfagli_o,j_.uerló il
nale tutti drizzano uolentieri la faena. ma _pochi Её}? o_c'có
_anoypochiilim-'i lo toccano sù l’ школ:даапдпщщщгщ
(ce ,nel mezo,v il che diede ocealionenl poem leQire, .3“, _mg
_ .;Chei perfetti giudici fon ü rari.; д гида 3i, gni;
_Ionon повис-родам: Шато à rifpondete-à certi enotiliifoi
içi, de’A qual-i nonÃhò fatto di Горка alcuna. mentioùeyehefon
nelli,l che à~guil`a de’ Pifcaliböeîgiudici del maleñcio. “anno
Qímando procedi contra l'.opete nuoue.,ôr Гели; треп-раз
перца-ё? leggerle compiutamente, s’ appigliano insùle prié
me' caoteàfqualcholuocc meno- Tholcana,­ò ad дню limilc
шита; pedeondennnrle alla morte.A Ne u_oglio,ehe di que
_Iii prendiamo alcuna uendetta, poi che fono affai eaßigátidß
quel ueleno,ehc dentro gli rode,8t confumaßc'rende l’anima
каш—вскрытие. de gli huomini fani odiofa,& puzzolitnte.x
Ma 4faecionoLpure 8e. сите gli-altri quel giudiciò „che loro
pare, спойте con tutto, ciò non torrano mai, ch' Ботов
ьдьыа и-Згшойптешс’ lpefo iltempo intorno ad una fregna-è
)ata imprefa, con la quale fcoprendo il mio altifïìmo animo
hauròaperti gli occhi,& data occalione à più felici fctirtori
_di uenir per queûa uio giouando al mondo,& fodisfacendo
per me interamente àcoii graue debito. Viuete felice,& licu-y
‚кофт: della corteûa,& bontà понга farò in ogni tempo ricor
.deuole .
_ . _ .QD E « t
CIVIL"CONVERSATIÍONE
Si п 1= AN o l _ — А в

„9щ422ц "
С! . I. A. A . ‚

~­ цьтдцо ruige.
"И WW O`l 'Paßatoandainfnr ring;
Этики” .Salqu allfälu/lfiß-„Úi Eg.; '
cellentiß. Signor- Loolouieo Goneaga ` Lodouico
Gonzaga.
Вида di Wetters, mio antito'patrone,
` ш benefattore i' ŕallegranalomi ‚ clfegli
‚ . иДЁ uenuto
l ` nera'le in Italia Luogoten'tntege?
del-Chri/ìañiß.&`farlo IX;
ï

:ilqualgŕado :egli non Лицеи? atqm/lato'per -adietro' tolPio~ »


prio ualore, @con [га/ерши? già [ангара10'Л24пЪ’с114тш1ш
.anni alla realCofonmff/particolańnente'quelgiorno, che `tom'.
`¿attendo u'irilrńente nell'età di diecenoue anni тиф prigione
ynella­ battaglia-oli Sziwäintinol poteua lia/lare afarlo' mvri- f' '
‘te'uole
«nel yfue'414472 fantoсайда
ritornoin Hanna драм, tb'eglij'lfrar/e/otto
'tŕa'i 'rileltizlella терfino'
Caih'olicdfed'e , (Ы, f

lepìagloe ‚ clit ancora non -ti 'lafciaiio certa Écran@ della fia
«irai ` трек non mi toŕterdal mio Proponi'memo ‚ trouaiqoioi
‚ L t в к o
` 11 Caualier Guglielmo miofratello,ilqualefe bene io baueua ue
dato in Francia due anni auantimon miрапира йсЛдмф-ёе
bole. a flirto, фига/4110 era тиф per la uiolença cluna
lunglißimaßbrequartanaŕi)ol`altregrani in(Муфтий delle
quali bauenclone eglifatto meco querelaa'o, cbe non mi contento
d’amarlo comefratello 'minoregìna 1'o'ßeruo соте maggiore, mi
lafliai dalla@ualliclquiiclelfno выдоху dalla debolegim della
uoce tirar le_lagrime :ilgli occbi ',A Mailer non accro/lere con la ‘
mia pietà l`opinione,cb’egl_ibaueua de fito male ,feci to§lo refi
flerma a те mede/imo, (т con più orteßmbiante cominciaia
dargli/peranza di poter намешаны: con la ui/ia cle fuoi
l congiunti, cbe l'a/pettauano a braceiaupfrte 167601 COnjlglÍO di
ualcbe ualente medico di `que/la Cittàaloue eßindo poi uenuto
3333 а; 11 Duca a u'ifitar erèngîffPiencipcmlii Lëlïngra _ _ d
‘m ‘ firia fica С(IgualaE ь фв‘тф ilgiu/in deßderiq di faßt долгий l»
' contentö nelpartirfiPer Salugen, марать 0142110110 fitatib 7
ancora di[eigiorni. -Et c5 tutloabea „Мраке е bene di raun'ar
porque/ia cagione il Collegio diquefli Ecçellenti rnialici,nonoli?l
‚гм/147101001 già il I/’erno` , auisò di rißrbar que'q .aarioni
meno/entendoßbormai/lancoper le'lungibe
этим ч
alla (Primaireramel qual tempo листал дети in Italia con
buonagratia clelßio Signore, nonfolamente per cercar rimedio
oli rißnarß, â dipreferuarfì da maggior male; ma er[1a/far con
пуф il rimanente della uitajua. Mentre, flieg i/laua in_que _
, „3333313 fla deliberatione, ecco uenire'11 Sign. g/dnnibale ¿Magnocaualli
:2L-¿ff f“ noflro non шепот/10110, cbc clanimo uicino , ilauale oltre al °
titolo, cb`egli ba conßguito d'Eccellente НЬЮ/0,67 214001100 ‚ e`
»tenuto per la diuerßta delle ßiençe, nel numero cli quelli cbc fi
chiamano ниши/1111, C17ji rende con la детищ: de’ДМ co
l
n @man о: i
Лит? tanto amalnleube io non mi штифт ndpoeo'dbara
clïegli ßette co`l Сaualieri,gli accefe nell’animo,congratie/ira
gionamenti, un’ardente defiderio di¢godet'più lungamente della
[ша dolce .compagnia . терний?) men caro al Jig.. eAnniůale
[bauer trouato mioßatelloßcondo ilßco cuore; onde tirati da
Мхи (у /Íŕamßieuole штат{и s'inuitarono l'un l'altro a
riuederßcon più agio; @fu tale la cortefia delMedieval» rom
pende la uifita, chegli uoleua rendei'e il Caualiere, nenne il dì
feguente atrouarloancora a tauola in soigne del definare,da­
po ilqualeritiratiamendue nellepicciole, Итоге/Запас, clout
io foglio tener про/ярд per.ornamcnto,clie`lperßudi0 alcuniро—
olii lißricciuoli, paßaronogranpego di que giorno@сад1‘Ёсет
gli altri tre щита, con molti lodeuolidi/Èor/i ‚ iquali fi com
piaceuapoi miofratello diraccontarmi la era . .Etperche mi
parue'ro conditi con canta dißle, che рифтper lungotempa
a éenefciodepq/ieri con/imam io dopo laparten@ di тор—4:
tello irtan a que/liberaißn uenuto теса; ienda iloro ragiona,
menu', iquali/iironoßmiliinfir/lanza a queiabeßguono.
См:юл, IE юг,- ЕТ шт *N _lai/1LE. '_
Í" - Ц l.; 4 -» . u ' .
A. cumulatie. '
4-‘ ь Оbauendomi
Kendo Sдоить infinitegratie a_'Dio_,_,ini7uale
data una lunga,ů‘/for/eincuraêile ermi
tà perpurg'are que/ia Изв/2121724 anima di qualche humorpeccan
team­ dia anco tal/aora imeÃi da poterjajjareîcon minor noia il
male, come [on certo, cliegli miconce era Loggiper lagrata pre
Ёлка uoßra, dalla quale riceuo tantogiouamento i quanto non
so ißzrimere. JNM, fio lio ragione штативе. Caualiere
. . ‘ 2
x 'L ‘ r I f1» &;' 0

per molti rifpettitben1 4 ciâ mifinto ‘obligato' per ueolerui accet¥_


tare dalla mano di 'Dio' Ottimo Мои/Этим cui tutto procede,
l'inßrmita uo/ira,ff/pei' la Cbri/liana mode/ìiaahe dime/ira
’ te nelPigliarne la colpa fopra di uoi: Queßo nel uero ¿fintimen
to conueneuole alla Croce,clieportate nelpetto; Ma non «oglior
¿ia tanto lodarui per que/ia cagione, elfionon ui dia anco un
co di iiaßmolperdonatemicïo tratterà liberamente con ego uoi)
[er findißoßtione uoßra ‚ laquale chiamando quaßincuralaile i
eno/irate di diß'ïdarui, cloe colui,clie ue.l`ba.data,non рота. o non
uoglia ancoleuarla.4 Юе11’ор1410ш'ро1к1же‚19444? della mia pre
[en¿aaron uoglio ni lviafmaruimilodarmäma uipotete'lreneren
derjicuro, cloe à queifegni d'amore, cb'io non ui so rappre/intar
e/ieriormenteJodisfaccio 4 pieno con l’mtimo aferto dell'animo
mio ien ¿Wo/io afiruirui. М4 non ui increfca di gracia rac
contarmi lofiato rio/iro, non¿ai come aI medico ‚ perche росой
„alla ui giouerelle, ma come ad amico ‚ 4 cui non {halbiano 4
celare i uo/iri accidenti . сиг. ‚. Giiì mio ratello mina ro
meßo di uoi tutto ciò, cheßpojja 'ajfiettare (zy da ualoroß medi
co, fly da/ingolar amiconna douendo io ritornare in Italia nella
ßagioiee più atta alla cara de glinßrmin'o baueua рифт? d`a­
[omar 4 quellloora 4 fccprirui le mie piaghe,(учfra l'altre quel
la del cuore, ilquale mifinto opprejfo da со]? graue malinconia y
che non enea ragione mi Pare d`loauer detto,che`l mio male fia
руд iucuralrile, poi cloe Ева/144644 in 4440 qua/itutti i medici
_di Tarigi, (уч della corte di Francia. лыж. rPer quello cite
tocca all'inßrmit 4 del corpoßlianno ueramente(quando non ui
firing-x alcuna preferite neceßita) ariferlrar i medicamentifin
dopo il uerno . Ma per quelloabe riguarda l'infermita della
nimo, uoi douete ußr in ogni tempogli opportuni ritmici/ijl,col Pro
- curare
'T .K Í M О. 3
гимн a tutto uojiropoterci modidi rallegraruiiüdtßacciare
.quei „титрами tanto ui mole/iano. conf.. Innon man
{орд di pendere u'olontieri tutto quel tempo o tbe m'auanga
.dallaßruitů mia. in Iqualchelione/io _piacere .ma :con tutto cio '
.nonjirifcbiaranopunto i»miet'torbidipenßeri ‚лиц. или- fgângjm
_fermo importa oltremodo ilponer mente a quelle effe ‚ cire gli www*
_эгоиста, (уч à quelle cioein noccionoperpoterfuâgirque/ie ‚ (уч
ßguir quelle . Et _perciò loderei,.cbe ui .uenifie .ricordando di
quelle cofealreper lunga откидном .bauete >trouato ,-cbe bab
. iano accrefciuta, ôfŕiemata _que/Za uofira факте d'animo ‚
_ô malinconiaabecliiamar la u_ogliamo. Сип/2 rParmi(Полин soumet..
rafa а |1th
.chiaramente conoßiutoabe la conuerfationedimoltimi día af limoni.
fanno (т mole/fia,fty'per.lo contrario lafolitudinefia un rij-ii
gerio, (dalleuiamento de'miei trauagli ­, jë beneloerртам
.del mio Типовое miconuieneconuerfare ,non cite conglialtri
_ gentilliuomtnifuoi ßruitori ‚ ma in Сorte del Ki difcorrendo ‚
(duegotiando con moltePerfino di diuerßpaeß, „тать/Час
.cio „а que/io ufßcio contra la uolontàmiafzy ui uado come la
bißia a'llfincanto, perche ioртами miofpirito {одолел oltre
modo.nell`attentlere a i ragionamenti altrui , Cf]nelfenfue alle
,debite mie rijpofiefyr nello/fare con quello rdimm@ con quel
le oßeruançe , che richiede la qualità delle perßne ‚ #j l`lronor
lmio , tlc/te non ci altro ‚ clJe .pena ‚ (тратите . Zlda `quando
mi ritironelle mie flange-o per leggere ‚ д perßriuere ‚ дper ripo
рте , io ri cuotolamia libertin@` leallaigo il 'eno in maniera,
che non battendo ella adarconto di fefie/ja adalcuna реф): a,
e` tutta riuolta agrattßcarmi, (17a porgermi marauiglzofo loía-
cere C17 conforto. ANN. Credete uoi,cl1eритмам lungo
tempo quella uitaßilitariadiuerreßefano? Cow. @die non
« и 3 .
г "
* il ‚ l '." ‘3mal
\

-L t it к o
ardirei daffrmare. лиц. Hora sì , elfio comincio a гете—
re, elle rotella infermità nonЛиforfe шалаше. сл'у. Et io
comincio a uedere dalle uoflre parole , che uoi fete quellbuomo
libero ‚ сЬе т’Ьаиеге detto . Ma fe quei ‚ с17е mi dourellrono
accre/cer l'animo , mi/Írauentano , come potrò io сои/шт
lola meßeßo .P Акт Hor su Signor Qanaliere , confortate
ui , cloe`l uoßro male ¿facili/simo 4 curarß. con’. Voi hauete
in mano larma dlyícln'lle , con laqualeferite, (уч ßnate . Ma
¿ifogna Ьепе ‚ che di que/ie due propo/le contrarie ‚ una ßafal/a.
.Ath Etluna, (Ы 1’41гте nera , Porc/oe non pure t medici
di Francia , ma di tutta Europa , ne Efculapio Шеф non `ul
reccbcrelóono mai con alcuno medicamento ofemplíce ,ò com
poßo,je non congran diffculttì , una dramma di/alute , men
tre cloe uoi nelle operation: uo/lre contínua/le a procedere ( со—
те :leggo ‚ с/7е uox­fate ) contra l'intentione loro. 'Dalllaltra
parte , io cofiper le co/e da notl raccontate, соте ‚лег alcunißgni,
clrío comincio 4fcoprire in uoi, рот) aßicurarui, cloel uoßro nia
le ¿facile 4 curar/ï, pere/9e 14 medicina e` nelle нойте тат ‚ (Ы
con сур: in lrrieue[1174110 di tempo uipotete rißtnare . Et per d1
cbíararut, affaccio/apen, clic per leuare il male, oißgna primie
t f' tamente , che ui dr/froni'ate di [тяге 14 cagione. Coe lf. Cо
те leuero io que/ln cagione ,je non la cono/co? „(мм Ella
¿ß? по’! ßtpetedafalß imaginatione uoßra ‚ con la quale 4gui­
la difarfalla <gite con diletto procaccla ndo la uo/lra nzorte ‚
(zj in флейту! con/amar il male , uol lo nodrite ­, pere/Je реп— l'
an do di riceuer alloggiamento per mee@ della uita [Шить
ui tirate addoßo una[отд di mali llumori ,i quali come ribelli
dellallegreeea , @della connerfatione , ß concentrano nelle ui
`leeren@ cercano dinafcondeifi nelle ßlitndini conformi alla`
‘i’`
Í

‘P )L I M 0. 4.
natura loro ­, C29[icome le cbiu/e fiamme [2001114 arclenti , cofi
elli con maggior impeto (оп/117714710 , (у cli/lruggono il bel p4 -
14110 dellanima uo/lra ‚ oncle uorrei, cbe lafcianalo que/la fi
tti/ira crecien (a con laauale ui ßsteffno ad bora medicato a ro
uefcio, comin ciaße a matar fiilefzy' 4 {27010074114Л2110ш11перег
4010п0,@ 14 conuer/atione Per antidoto, (‚уfondamento 010114
uitaali/[Èonena'oui alipera'er lajfettione a quella come a concu
bina, (7011 riceueringratia qucß'altra come legittima fito/a..
Cocu'. [o 190 pur udito molti bonorati medici concbiuclere, ф sani :ârichio
. . _ de l 'animo
que/lo ci conferma la /berzenzawbea con/eguirela falute del тиши
corpo ё utile , (7- 720000471414 ßcliyattionedellanimo. лыж.
Eglil iluero,orcbeuoletedirperque/lo? 0.44. Clie/eque..
o e` uero, egli c` anco il uero ‚019014 folitudine mi gioua al
cor/Jo ,perche mi diletta l`animo , 0170 a'ite bora? JNM. Gia тётки.
ui bo accennato,cbe'l diletto della folitucline( conßolerata la со
uoßra comple/lione) ¿fai/o, bora ue lo confermo Per queßa ra
gione, 0190 il nero diletto (parlando bumanamente ) е` quello,
cbc naturalт e'te арр0704р140070 a tutte 10Per/one in uniuerßzle»
(27percio lafolitua'ine quantunqueßagrata agli buomini oppref
fi014 malinconia, non ¿pero aggraa'euolemn@ enoioßz a tuttigli
altri buomini, cli 0190[27010 piu clnaro,/e ui ricordarete 0190 alcu..
ne olonne grauideß riuolgono a mangiare oli quelle 00/03 ', cbe tut
te l`altre Ferßne banno a fcnyomefercio babbiamo a 41170 ‚ 0190
quei cibi [14710 piaceuoli; percbe je ben piacciono a 0140110 clonne ,
ono pero communemente oifßviaceuolxa tutti: Zl/Ia- quan/lo il
malinconico@ lagrauia'afaranno liberi, l’ uno dalla falfa ima
gl'natt'one,(‘t71 l'altra 0141 gußo alterato bauranno e/lrernamente
in odio le elette co 0. c .Al/2 Voi mifate bora dubitare, elfi@
„non /lia peggio di au el , cb`io рта ‚ [га-0100190 uolete irzferire ‚
\ :Ä 4
.

\
L t в к o
сто/74 пе1 numero di quei malinconici, i quali Íoanno talmente’
ofufcato il ceruello, che non difiernono il (нетто dal jalo', ma
s'io non minganno, no nelcorpo infermo la mentefana, e’l miol
diletto e` communeagli altri liuamini di диску/10; СЫcon tut'
to che adalcuniДа grata la conuerfatione, conofco pero molti'
nu omini digran ualore“, w dalto intendimento, i quali aia o-y
rifcono le compagnie', Cty hanno~ coß'per propriol nodrimento laf
folitudine,
fuori dell miocome
ßuonipeenno,
ci l’acqua,
0 cloe la­indefinitione'da
modo, che, oiouoil
fono in aldi-
data tutta`

letto , non ha la jaa perfettione nando/ia che nonjalo la соп—


uerßitione ‚ ma diner/i altri'dilettifonoa molti'aggradeuoli, (or
a molti incre/ceuoli;com‘e auiene digiuoclai,delleßßeidella mu'
fica@ daltri diporti, da i quali unagran parte de gli buomini
s'allontana, (уч piti uolontieri facto/la a' cafe graue ‚ @y que/li
_lona per lo più Íauominidi qualita, (Ыfuori della uolgar genter
жми, ’Piaccia pur a' ’Dio , ene cofiio non liaêßia mai cagio . .*HV-__.
L_-«A_„.L_'.M- _l
ne1 di duëitare', (Беда oßëß) il uo/iro ceruello, come nonfu mioE
penjiero di dirlo'7 :lelie fio diceßi', non uoc', ma io рт; il mente
miineohica catto . La definitione, cli'io lio aßègnataaldiletta, non uci pun’
per acciden» to a terra per le uoßre ragioni 5 ma' piti­ to/io fifortifica , perche'
Il»

queßi a cui dißiiaccionoigiuoclii, la mu/icache/le', (y le con.,


uerfationi, hanno iiperlungoДик/110, opergrandißieculationiÍ ‚ ir
per altro accidentefatto 001201110 malinconico ; (9i/ë ¿en
al mondo maggior copia di que/li, che de glaltri , non poßiamo
dire ‚ clic faccianonumero in queßo саг/0, perche in quei piaceri
hanno perduto ilgußoper accidente, (or non per natura, po;
fcia che ф} naturalmente dilettano . Et conY la medeßma ra
gione delaiamo porre queß'altro'fondamento', Jie/fende limo.
то animal режим, ami di natura fica la practica degli altri
__'qw
х
T K' Í М О.
huomini, (т habida in odio la jolitudine, @9facendo il con
trario ofenda liftean natura-,del qual Peccato molti laanno
Solitudine ‚
fatta la pennen¿a , perciocne alcuni con lo ßar rincln'ufi in quel e Гной тай
dfnci.
le uolontarieprigioni, diuengono hunllidi, macilenti ‚ gialli,
(Ы ripienidi fangueputrefatto ‚ colquale ß corrompe anco la Ч

auch@ i co/iumiper modo tale, clre alcuni pigliano della na


tura delleЕвр—е feluaggie, altri fauuillifcono, temono Гот
Soliurij di.
irawlepitture . La/Eio di raccontaruii cafi- auenuti adi ugnuti paz
Il' l
неф Ьиоттх, i qualiper loßare lun o tempo in/olitudina f0
no entrati in „меня, @farneticíeimaginationi,cloe ban
no dato foggetto di rija, @dicompaßionegondeper le ca_/c,clie
ß leggono pre/fo a noßri Dottori, (уч per quelle , clito lio uedu
te, non mipare punto ftrano egempio, quelclie uolgarmente ß 555 ’unio ША
ma `
racconta d’un mefcliino ‚ che genßmdo elegir traformato in un linconico. _.
grano di miglio ,/lette lungo tempo'jin@ metter il р?fuori del
,.„_—.‹—_‹м
la camera , temendo che ipolli non correjßero a dargli del lecco ,
(Ы ingliiottirlo . Et[i come a со]?fatti malinconici non fi puo
leuar lajalfa imaginations ‚ {enon con inganni, fly con molta
atica 5 сор altri o con acqua, o confuoco,o conferro, o con preci
pitio ДЕЛИ tolta la uita ‚ o nel finir i loro giorni con natural
morte ‚ hanno lafiiato cln'aro teiiimonio dellaрадел loro­,/ïco
Altro :fum
mefece quel malinconico c/ítlrenießf, ilqual rtfutando nö meno pio .
in morte, elie in „вы la conuer/atione degli liuomini ‚ laßiòß
pra la ßiafepoltura давя; uerf .

@i giaccio ,W non рт piti quel, cliio fui pria',


Non cercar del mio nome ô tu, cire leggi ‚
Vattene col mal fin, che ‘Diari dia.
I . » „
I `
«I I B PL 05
CJV. lo per que/lo capo rimango /odif attofůuiconcedoabe
la /olitudineßa nemica della [ez/nte. Ma „тащат qual'
beneficio Рот) allincontro aßrettare dalla conueißittone, poi che
per un`louomo ,clfiotroui a mio _gu/io ,mene uengono auanti
piu di cento, iquali oper ignoran@ ‚д per altereîça ‚д per be
]iialttd, oper ambitione, oper тащим per (атланты) per
mala creanqa mi conturbano il Раздав in /ifatta maniera, cloe
l`animo, e’lcorpo,ne riceuono шлиф/то danno . лиц. Di
cio non mi marauiglio , percbe maggioreê il numero de gl'im
perfetti,tloe de' perfetti-,tuttauiauoi douete in quanto per tioi
_ß puo, allontanarui da quelli, (zy accoßarui a „фит poi
cire Feta no/ira ha pigliata tanto la qualità delferro ,clic non
ß trouano piu diquegli buotnini del ßcold’oro,con cui pof
l Лиге conuer/are , фут шт]? a mente quel uolgarisitno
’rouerìim Trouerbio de1 contadini, Cbe non [i uuole rejiarper<gli uccelli
di ßminartlgrano 5@ со]? поп ß uuole re/iar per le malecom
pagnie d'andar fuori di сад ‚(7 pratticarcongli immuun@
far i ca/i fuor' ­, ß come douendo uo: andare da rPadoua a Ve
netia,non refiere/ie, per non perder lfoccajione , dentrar in una
di quelle bare/oe, doue ß trouano talloora Huomini, rDonne»
Keliguyi, Jeeolari, Soldatißorteggiani , Tedefclii , Lipotgnuoli i
Giudei, (27 altri di diner/e nationi , qualità, (уч profijfioni .
E! perciödebbiamo coßringere la uolontcì no/ira , Ctyfarla al
cuna uolta contentar, di quel cite le cli/piace , onde ne Лазил
di neceßiteì „то. Ne uoglto штиле/те! luoghi ,ei tempi
m`l1anno tal/:ora sforecuo a trouarrni piu` col corpo, che con
fantino in compagnia di peißne pocoa me aggradeuoli, @j
difsintili in tutto dalla uita, dalla pr'rfeßione mia, dalle
quali non m'era lecito ritirarmi ‚ per non acqui/lar nome o
T K, Í И Ч 0. 6
di troppo [Гида ,odipoco amoreuole ',(or quantunque дарим
eipio io m'attri/laßimondimeno io mi ран/ил poi lieto, 67
contento cono/tendo dlrauer ficondato gli liumori altrui, (у.
lafciata luana opinione di me , Ш deffere , соте ji dice ‚ riu
fcito соц/запои; ß c/re quando uoi baurete rotto que/inghilte
cio , (‘27 farete dopo lungo balito лимфа tolerar con buono
Латаю la compagnia di coßfatteperßne, uoi салфетки/сер
non'portertì giouamento alla[дисс поят, non ara anfo dan- ‚
nofa . Cea/f. La lingua uoßra mi manifeßa la cono/tenga, che @al lia in
[живее nö meno delle (ф ирраггепёйаиа. uir'tii dell'animo,cne unle,la oli
:udine , ò ll
шпации.
allafalutedel corpo . Et perche io odo uolentieri coßfatti ra .пе.
gionamenti ,fea noi non[иле dtßaro , a те ßrelile carißirno,
clot tra noiß nani/,lit ricercando qual Да Piu gioueuole allo/ia
to delliouomo, ola folitudine, olaconuerjatione-,cloe non uor
rei talnora ‚ che m`infegnaße a Pigliar una medicina, dalla
quale те. пе rißrgeüi /alute al'corpo , @i infermità allant'
_ mo', ilcloe non mi дуб/„Мс il cuore di[темпа amereipiu
to/ìo di fuir congran dißiggio la шт mia in un de/erto.
at NN. Sono alcuni occhiali, clic fanno neder le cof: pui
grandi di quel clre liano , col 1 il uo/lro corte/e идёт ui [й
eccedere il uero nel Lgiudici!) vdel mio faferenlqual non giun
ge di gran lunga a quella conofcenea, clre uo: dite', ma non
e` Però сад debole, cloe non comprenda , chal Canaliere , il
al mi Acloiarna in_que/lo cam/Jo e` molto ßen fornito (9°
alarme, @y di ualore. Tuttauia Дли conßtmar pititem
Po in i/Éußtr Игнатиев mia , a etto con lieto ani ­
mo d`intendere ifonda menti dellopinione Izzo/ira , laqual рад
ruche inclaimalla ßilitudzne ‚ per rifponderui nongid [cien
tialmente-,ma fecondo clic ini/ara aperta la /lrada dal Poco»
r t
г. r в 1L о
lume del mio delole intelletto. Сит. Won affettategiàuly'iß
entri in campoper рт! difl'utante contra d: но! ‚ perche non ap
утер mai i luoghi ‚ dondeficauanogliargomenti, (zj quel, cla't'o
dico Èpíůper opinione, che Per in telligenza °, ma deßdero ¿me di
darai cagione dînfegnarmi ,Pnl per intendere ‚ сЬерег conten
dere, @y {Луанде il piacere clfiofento ‚ mentre но! rt'ńtondete
alle mie dimande, старо/Л) dir con Dante,
x Tu mi contenti[i quando tu Ми! ‚
Ё Che non men , chcfaper ‚ dubbiar m'aíggrada .
JNM. Tutto cio attribué/co all`humanità uoß'ra. Or qui non
re/lero d: dire, che fe utgliamo aßrettarci,{'9~correre con un
falto aricercarle qualita della ßlitudine ‚ (27 della штифт—
zione, ft] quante Лает ue nefrana , (ty come fintendano, to
o faremo daccordo ‚ ne'accadera` ender molto tempo nel
centender
gano fra noigondeio
alquanto deßdero
fo/Fefe que/le che ß diß'rijcano,(’9~
particolarità­ ‚ (Ы fi tratti ten.
pri.

mteramente .di que/la materia ingenerale, acciò [то ЬаЬЫл


occa zone digoderpiů lungamente de` 'uo/tri grati ‚ (29 uirtuojî.
ждём? ragionamenti. Ma non uoglioanco lafclar, come `gelo/o del
ТЩЁЁЁ‘ЁС la /alute .uo/ira, di ricordarui ‚ tloe cottjla indi/faßtione non
mm' loa bißgno, cloe uoi идиш/эти punto lo Дата intorno aДж
tili con/iderationi ‚ perche molte `uolte con lo {ludto del con
. tradire ‚ fly con ,lo 4sforqarfi di far `preualere la /ua opinio
ne, ß infiammaf ‚фи, ß diflrugge il шрифт ß
виола/Рт) delle de/lillationiJequa-li tngannano molt:l Me~
dtci, (1y li ctylringono agiudicare, che Лапа Procedute da con
trarie cagioniwndeui фуга a nö mettere in que/lo таз/апатия
to molto/iudioper bêua/írmtper mio ancora, perche midarete
manco
pd».
` тук)!!! ТИХО). 7
manco cliefarenelrifponiieruio 0017; lo ‘non ßnodi ’quegli
ambitioß. chepereauentura ciòfanno congrande/ludio ‚ Ф con
intentione dipreualere a`glialtri ­, ange'‘ ui dirofemplicemente ›
(дриад ajrett'atione quelle cafe, che mi ricordagia bauer udite
da qualche uirtuoßefblc/ae mi faranno dettate da un стол]:—
rito di ‚чти: ь rimettendomipoial[то ‚ (уч [кг/Энд giudicio
ico/iro. Io ueramente lodo . cliei тут ragionamenti
fano famigliari', (ai piaceuolialie aßettati, (‚уgraui; в“) ui
роге/10, cbeper la parte mia- uifaro ¿entf ф, quando mi негд
002 ‘in- aeconcio,_ udire de’­prouerßi. clic {идола gli artefici, CI?
бане/2014010, tbe/i .raccontano prega alfuoco , со]? perche la na
tura miaßpa/ce oltre modo di que/li 'ciôi l comeper dare a uae'
occafione difar il medeßmo, @.ol'attendere con que/ia maniera
non meno allajalute del сотри/к a quella dell’animo. Coty. [o Solitudine,
8c fue lodi.
prometto dimitarui a tutto miopotere. Et per entrar liormai Solitudine
:tra al culto
nella ßectato ‚ r¿Dicoprimieramente , che al fanto fêruigio di di Die.

"Dio, fíjalgodi'mento di quei cele/ii, incompren/iliilnyfempŕ


ternilieni, clfegli lia promeßo aßoifedeliißno drittaßala i de
рт, tutti i luoghi ripoßi, ermi,(’z,‘/`[alamy-,lfdper lo contra
rio le штифтам altro non/ono, clic unc-ini (уч tenaglieJequa ­­
li'ritrahendociafor@ dal tor/o de` no/lrigiufli рифа/‚01 tirano
nellaßrada della dannatione, percioclie eßèndo que/la uitapie­
na di[фат dinganni, di laßiuie, di Литий ‚ di calunnie,
`clinicidie , el'oppreßioni! di uiolenqe., (27 d`altre innumeraoilijie
“Исааке, nan/ipanno riuolgergli occhi ‚ mi loreccbie in, alcuna
parte, che nonßpre/¿nti loro un`oliietto тиф ‚ (zy diilion e/lo ‚
u'lquale e'concejß largo adito perlunafzylialtra/lrada inßno al
cuore , nelqualeßpiantana poi quelle uelenoß' radicaciiefono la
morte dellanima; ilelienon auiene al ßlitario ‚ ilquale difci_ lia
­`.' Lo I 158 тыс q
wanting@ da lattante :iaigliarnlaeoaneadaaia
totalmente. ¿l mondo, ¿totalmente тайм „имевшим
маститым фил—фи ¿eatitudinega'nzi ehi `ele-_i
ßderadacquiflargratie yÍddioa тщету: ритм,
bi/ögna ch'egli lafeil alè; шпарит, ‘ritiriiuellafiacaq
mera ‚ _che со)?едифффшдытшщ :ondqooinimd
maag-:â: rauigliafe tantogratifuronò aïfaa ртам Magid вшита!
_ ш шт ti effercitij fatti „щадите in ßlitudinejda „армад
‘Tadri vibranti!) @iaéoêi Moiti»­.£lel1'a­,­ftj­,_6_'eremia3
‘ne mino ci dee commou'orel'e/fernpiodel.tio/iro prima Тайга}
-ilqual'fiìсорfelice, „мы; inßlitudinei „медinef'ciiif
выдаёт то, C19. . dolenteдараla'
e с lgid' . . .
contrer/ariane.
. ‘
'_'.Pot'reiqui

шашкам
-
‘infinitiliuominm uab гетрами/и le mondane Мишке;
^ ' (dla [трактует perfone ‘erano unëdi/lorno dalîculto-di
" f' ‘Dia @impedimento alla[alarga lorornannolietamente al-r
" ­ " 'ian'donati i [драй рй1а(<1‚г1’атрдё[аси1гд ‚ gli honoreuoli
gradi, (t9 tuttele compagnie de.‘\dome/ìici, @congiunti per ri;-i
Лифne драит Mona/ieri a .faire non талонам/131711114. che
:agrege con patien¿alea_lorouita. 'Ã/lafânonfono effraci_gli @giftigng
l П d; . . . f ` l ` . .
nominati, entrtnel сшит/Вт lelfempm di. Cirrißoailqual dofl
nendo'. 'ar oratione allieterno-.Tadti rimonta., donando
digiunareßœteinßlitudinexid nella folitudineyiritiràper la
morte di Сюиты. ~ Hora e uogliamo'oonßderarewltre'alßrf
„тафта, quantoallinßitutione, W allafelicità noflra con
ferifca la uitajolitaria, nongotretno/ë'no'n maledire, clii cheegli
ßfoße, o `fatturno, à Mercurio,ò0rfeo, д муфте ‚ clic .ranno
in/Íeme legenti di/{oeif/eltier le/elue, дури li monti,douefirueh­._­
do/idella natura вишь C197non credendo allafallace altrui
per/iiafione, maa' [ар/орда con/Eiweiß (ij uiuendo kuna jim

[/5
т ь 1U; I n Mi QL 8
plicefëdele, (dinnocente uitmancor nonvbaueuano @uàgata la
[таи nellafama del prcßimo., nê-riuolto lingegno alle per/21 i
eutiond'ne митингует; nellape/ie de’ шефа/цв comin`. во
Gilgame
cuide..
aiii aycoprirfindle статnella congregazione liuominr.I
Et pero. uoi uedrite,i clac naiuralmenietutte le perfone'di ualoregL _
@j d`intendimento perfuggir la ùilplebeba cuidiletta tl сопит-1 f' _ l.' “
ares: e'lfarnumeroritirana conßmmopiacerç in luvglli riz ' Il.

тык-днем: @îloaeuolipmulaàjoomMateglfiìlaemm_ Езды;


Не; noirê dubbio, cheri Ыфмащтош eccellenti degli al1 L“, ‚ы‘ш’
tri buomini, uanto ¿laluce мыши вpqßiamoclziaramen
te auederci, cie perfolcar con детский! profondo, -mare delld <
diuinißima [фарт bi/ogna cautamentefuggirepiu cbeïScilla,
астмыpericoloß eonuerßtioneqßcomefcßi loanfat'to,
шута allontanandcfidallaштормило,ma dijp'rgan
do, @rifatando lamminißiratiotti delle-Ätpubliclre, _quelle
principali» dignitàlcbe glibuomini ambitioßuanno tutto t con
imtoßudioicon tantepratiicbe. con tantafatica,(y«con tanta ` '
oteigögna тиши. Effe. bene-ui parràforß, c_lre> la connor-_» _ _ _ _ _ _ _
_faticnefia naturalmentedofîderatada tuttiglil _ltuominimondi- ‘_ _' _1_ „ . ‘_
Y meno ìicordatoui della/enten(ai ‘chioma uolta _loauete data con-__- ''
tra dime, laqualefe nonfete iniquogiudice,dee bauer lquo con ‚
tta' diuoinelmede/imo caßò conciofiaco/a, che non s`loa da met
ureбежавшие dee @gerituconßdctfatv'on_ey quella moltitudine di
nte, laqualcòaper-.deßderla dizione-piacere ‚ odiui-lguadagno,
o dißagilebónorelfeme/ůì. in continoua conuerfatione,etß uuol
' Едим ilgiu'dtcio di quelflo/ofc, il quale nel fue ritorno da ba
Hmmimpo
gni, dimandato ß: ui erano molti lruomininißro/E di no ­, (у di сыры: if
fai . _
mandato poco dopoife ui erano aßu'genti, ri/poß’ di Et percio
bauete a concbiudere meco, cliefe la conneißttioneporge diletto._
î
¿n Ligar: Y
' _ì n'tile, [оретеcoinmilnenzenìe'agl'ignomntimá 'non-giá'niГей
temen', i quelli allbor'a'uiuono ‚ quando eli/giunti dagli altri non.
" _ ‘I 'liuomin'i (je [infini ¿.leeitoil'dirlof) fidueono. in quclŕerreno»
Parodi o dellaßlitudine,doue {ia/¿ono l`anima delyРатуша;
moros ¿L nettare delle fcien¿e '. l (рт) non fu` punto ldegnoeli-ri/o que!v
lfîormgät mißerioß, (ypiaeeuole atto 'all Diogene, quando ando allaPor
‘iN-ì _ u ta' del tempio ‚ (29mentre che Kußiug ilpopolo , egli „Лапша
‘.i ‚А° ‚ч. «_ ..i rner „штраф ‚ enŕrâ fnàlment'e nel tempio alicenzlonlle4
.4. .
.e ш ufßeioìlafnoipari афиш dalla moltitudine ‚ ¿lebe -
рефдпфеащсйе]? uuolefeeondo атом; ' т e. Í- 'r ;
I Seguir: pochi ‚ ф vnon'la uolgargente. " ‘ ' > ' z'
Sono aßlzipiù le сор, сЬ'Ео merio di quelle; cliio ui loo elette in lo».
de della¿lo
lafold undßlitnria'dequale
nero шт, {rf/'grdtdnmeritamente
Dio I, agli-ènuominipiiìjimilŕ;
Днище, poi ¿17"te`

a lui ­, amica delle Шт}, nemica de uitij ‚ шт inßitutione ,


oŕma della шт; d_tale che con ragione io perla parte mia ßâ uo
[вишни/мне, с?elica' jempre nel mioeuere, (come dijïequel
все“; ßento Ьиото) те ld Cлед в Frgwnefülizfolftueline @am
dingen.. eli/o . [Ил/ища qui punto aßett'ando con cle/idem d intert-A
' dere come "ui мытым que/fepocbemgìoni: Voinonv д
ui etepunto фри/Мю in'que/lo di/coŕß dallo/fem Hel-pevfetto ‘
лишит, а c'uie" commandato,'cne‘nelleре atrìoniyongœlli
ligentzßima curn,(9~fäccia~"ii tutto fontane', ш in мантией
l'arte/ía na co/Ízmt paia il шт 4 сефдйаффе пе uengnpaloma
mii-neo. Er perößgnendo „фа/жмите hora lodato МЛ)!!
tua/ine parte con le ragioni, che ui ha [Борта il uo/fro статуй
rno ingegno, (ус parte'ton la dottrina, elfe Ьаиеге арргф da al-v
cuni Íoonoratiferittoriů'y yartlcolarmente dal 'Petrarca (ib/.dal
Vida, de'llecuiauttorità C19 nomi non [типе/шт mantiene;
рет
шпаги e.. 9
Per nafcondere quella pompoß dottrinaxioefogliono_www/lare
alcuni letterati colfar 1 rißnar la bocca del nome hor d'un Filo.:
Ист/ат dun rPoeten/tor d`unUratore3ma non Башне talmente'
uelata Чае/Гаммы alla luce de miei occloi nonfiДа in qualche
modo[третьи che non m'loaßbiate data cagionedi comendar
il афишу“dicio uo/i'ro. Onpercloeßn dtßerëte dallbpinione uo Cmnt,.
ra intorno alla uita/olitartami conuiene di capo in capo rifpon Eff“ г“ "°
der alle ragioni da uoi addotte,delle quali,s`io non m’inganno,la
prima ¿fondata nel culto di Миф nellaßlute no/ìra, alla qua'
leui parealoe contra/ii la conuer/atione, ilcioe ueramente ui сап:
cederei tutte le uolte,cÍoe uoi mi ronnie/incite?culto,(9~_/eruigi¢4
di Dioforge adempito[Наташе con lajolitudine . Ma io sincbe
non mi uolete negare,ch’eglimede/imo nöci [muoia di bocca/ua D, ¿I h i _„,‚
lafciati molti comandamenti,.all’e/]ecutionede’ quali ¿muffa?A ‚ g, 1; f ^' t'
ria la conuer/atione-,che nö potretegia uoiштатgl’infermi, rat
¿icar co i poueri, corregger ilfrat-elloicon‚Шагgli aßlitttfe uci/ia m" . v
tefempre rinchiußr, (17perciofe uolete [mmc/oe laßlitudine fla `
;ь..
gioueuolea placar Fira 413010,“шип-аудит da [мм cori
uen{наdime/fella‚ёимен @neceßariaßlamenteper quel tëpo
cleat,"l deßtnato лиц/Эти etßîionil _ Ma con tuttociô nö иша—
glio сощеддгем/маЦЮтйтера neceßaria laДифтерии
no/iroSignore щадит/Машу? entrar in camera per orare, non
per altroalteper riprendere quegli hipocriti , c’haueuano [Jo/io in
пр dÍandane ad [пупок/Литрnei cantoni delleрека , @ сап
una pompo/a,@fnta diuotione cercauano difarriuolgere ilpo
y olo ad ammirarli,et tenerliper nuomini diРита uita. Ma non
В per tutto Чае/{офису non ci baboia dato il tempio,alquale naß
ßiano a` ricorrere i Сlori/,limb Cf/ come che in ogni luogofia-no _'
a luigrate le diuote, (уч aßettuo/e orationi , tuttauia baóßiamo .
-1 t n' к o n
particolar oßligo danddrlo'a cercare in quelpußlico, [йога lao»
go, a que/lo olfattoordinatoedoueperloßentßimo Sacramento,
che ui ёripoßo, (9"per le diuotepreghiere altran/iamo con piu ar
dorefo/pinti all'oratiane.. Oltre a que/io noi ueggi'amo, clie i re".
ligioßnonfanno le loro orationi da parte,ma in шт} delle inßiï'
tuti'oni difanta Chief:firaunano in '1eme in un cßoroidoue rac-'
cogliendogli/piriti[ондатрdi molte' anime compongono una
llola,formando l’armonia delle diuine lodi, (fjde i diuoti prieglti
per la Ianta pace@per la­[al-utc uniuerßl'e-,laqual cögregatior ‘
non yolo richiamagiornalmente i CÍirißiani dalle humane opera
tiani a i. dimm-affonma liagranforçant merito nel cri/petto delI
l la'Diuina Maeßàçiondefu cli'i diffe effin сор: [трфзыш/де le'
:Legaal ' pregliierefatte [плате molti nonßanolejfaudite... Tlc mi ri^­`v
:ggg-iw' tra/ie punto-.da queflo mio'credere 'cßi'mpiœ cliemi'proponete di:I
im» molti,clie dalla carne allo/piritmdalla commoditeì a i амид,
:figg er: lejuperbeßan¿ea ipoueri monaßerißmo trapaßati',perclie que
mail. 1172: ¿ene liannonome di[дымуinquanto ßmoßparati da noi."
ne la uita te'poralaßma pego congregati ne i Conuentiidaue nä [ai
'lamente-uiuonoifßorano. in communeâfia loro ‘,.maconuerfanoi
fa noi-¿predicandòn'nßgnand'oatfacen o l'altre confeappartenenry
tial’ëenůiodelfanimeninlre; Dall'altraparte, noi liuominii
del_[ëcoloalie liabiiamo piti occa/ione dl peccarei deláäiamo confi.'
derarealie Iddio ci lia date. lero/ev accompagnate con leßn'ne, el'
mele con lapiiftj ci lia concedo l`intendimento фил-фатали
della афиш(а loro.. Et lien nonpuo :coger occliio, clic noni
nigga', iii."­ orecchio cÍie non­ odaicome uoi dite@ delle co re,cli'e ci imi
pedifcono. la dritta Hrada „non dee percio-'fmarrire Гanima:
i Cbrißianaiangi lia daricordare. diquella[тип¿at
Ogni agioportaÍ[eco ilfue dißzgio g,
т it, 1 и o. u
U quandoji uedeß dalla tentatione de’_piaceri, 'ii dalla mole/iinд _
de’ trauagli „Мим, аПЬот e`il tempo d'acqui/tarnla corona ,._
c ol romper quegli aigini,et фиат quegli uncini,@tenagli`e,cbe
diceuatepocofà; (уч icnêßpetealie nel regno de` cieli ßißgna en..
trare per me@ delle tri u aiioni, @angu/lie . Et con tutto,
clicfaccia atto diprudente colui,ciieper fuggire il conflitto[ra la
earne ‚ (у lojpirito[iritira allajolitudine,nondimeno con/ide-_ `
rate la gran uirtii, e`ljingolar merito di colui, cloe trouando/inel
nier de’ diletti,fe ne aßiene, Co'uincefe/idlo` ша laß'ia
te anco di riuolgerper la men te ,come 'i /olitarij Лапа curio/ì del ' ’
.la quiete loro , poßia cloe non cercano di uedere, ne`dludire, iguai
altrui, „ё compatifcono de`noßri danniniijono fottepoŕlial;
l`ingiurie , alle minaccie,allepei'criße, alle perfecutioni ‚ agli ol
traggi, a ipericoli ‚ Сдана ruine , delle quali e`piena queßa me
fchina «alle di mi/erie . ЕМ?mi muoue punto leílimpio di quei
primi (Padri, porci-'oche non 'u` tanto loro cara la ßlitudine,
clie non liaueú'ero infieme cura delpro/Íimo ‚ (lj clie non lo di
mo шлёт con tante opere ,clic di raccontare non i a uoi il Li
`/ogno , ne a me il tempo . Ure Идиш Гит?felice in /olitudi
ne, non ue lo niego ,macon tutto ад ‚ non[евреи uoi clic Iddio
col dargli compagnia ci uol/ë ancorafcoprire , cloe la conuerfa
tione gliaggradiua? L’ultimo eßimpio di (Иго no/iro 5i
gnore porta fico mi/ierio детище dall'u/o degli uomini, er- "‘°
che lorare, il digiunare, (у l'attri/iarß nella ßlitudine, 'ci un,
ßgnißcare ,fi non m`inganno , al Clorißiano, che per raccogliere
il дина di quqße opere,Ldogna,cloejidi/iiokaftjfallontani
dal commercio de peccati, (27 chiamando a raccolta lanima
fia errante , la ritiri ‚ (9* тете”! nella jolitudine diji.’Деда;
perche [e con la таща della Honte, col digiuno del corpo»
В 2
M L _B'ì Knox _

I con
tri/ialoratione
in/ieme ildella
cuorelingua, non oraCbri/io
‚ non s'imita , non digiuna.
‚ (9* [ifaС)?at'to
nondln'pf
s'at

pocrita coprendo
.5`ua paßion [то contrario manto,
come dige il uo/iro rPoeta . Et fe fuori di que/ie opere egli non «r -,ŕ

fuge fiato conuerfiuoleguai a noi,po_[ciacbe digiutando, (17inje


g'nando lafua dottrinam anando infermi, :iluminando ciechi.
rißi/Éttando morti ba per lofpatio di tanti annicon in nitidi
[agi conuerßttofra noi, (so Лип/о finalmente il ßioinnocentif
`ßmoßtngue per falute (у beneficio Vnoßro. S'egli adunque
conuerßcndo con noi, ha lafii'ato l'eßmpio, ei modi,cbe diranno
a tenere nelle connerfationi; à me paiono ingiu/ie le maledittio­
ni, cire uct date a quelprimo , cloe congrangiu dicio rauno legen
ti dińterfe , le qualije non hauenano conofcen ¿a di quei nnuaire
Citd alber
‘о di uu'tù. regnano nelle Città, non baueuano anco la cono een@ delle di-_
fcipline, della crean@ , de’ coßumi,delle amicitie, delle arti,@_
delle operationt, per meg@ delle qualififecero dißerenti dalle
fere feluaggte, a cui erano fimili; onde[i puoforfe dire , cloe clot'
fi parte dalla uita ‚ {t} congregatione ciuileper ridur/i in ßli
tudine, ritorna quafi infera, (ty ripigliain' un certo modo la
natura be/iiale-,and Др“?! dire,clre al ßlitario non conuiene
altro nome. cbeô di be/lia .odi tiranno, pofciacbegli fa uio- _
lença alle fore, occupando lejilueJe fommità de’ monti, le
grotte, (9* le loro rimote Íoabitationi ; nti/i auede, cite le Cittal ‚
ф le congregationi degli bnomini furono introdotte perfon
dar iltempio dellagiußitia,C9'` per dar legge , forma al
l/oumana uita ‚ la quale era prima dißolutaaïjimperfetta. Voi
_ßggiungete poi,cl7e gli ltuomini letterati.“ digrande intëdimen
to порта qualДа uita, enö 14/011гагш‚ег particolarmente met
nl@ `
? K I В. i,

тешат] i Elofoß[fregatoridella .moltitudinndpr .amatori


della folitutline. haurei ­largoïcarnpo da riß-onderui,ma Шкет? .
C he amino
_Tê/ìfmgmdami quanto Pollo, dico ßlamentemltegli nuominiec- Ё (olirudi «
,fellenti nelle lettere, @i nellefi[елке amano i luoghißlitary'non
Aper natura, ma per ¿infetto a'e pari ­loro,>co"i quali pagano confier
fare;Czyui¿conßfß,clie non ui elw/a Piu intrefceuoleal letterato,
Vche la 'prattica de¿lign orati,ilclte.auiene dalla molta diuerfitiì ‚
ele' ragionamenti‚с’р. della uiten@ ¿elf/iper loro. .Ma [йо
me i letteratifuggono`gl.idiotiaoßcercano uolentieri le tampa”,
l¿ginie a'egli altri buomini dotti, ео' iquali tirati da una uirtuofa
-amßitionefanno ртом delfaperflorodandomt riceuendofcam
fêieuolmente a'iauei frutti „the ton Íungliefatilclielianno rac
`tolti . Ne mifaprete uoi nominarealcun .Filoßfo fafa/irai’
.10, (гусар riLelle della naturafclie a luogo,@.tempo non 4Conner-
fige, д con[до] d_ißepoli per in[тише ‚ .ò con »altri fi'Ío/oflper di
Липкие, (уч г'пгепа’егьду che non/iudia/Jïe (Платит! ßguaci _
демарш dottrina. .Et pero (‚шиит ali ÍDiogene da uoi­ raccon
иго/11602 per dimo/lrarercnel Elo/of@ difforoli dalla> мёда:
gente, ma non-per liiajimarlaeonuetßztione, laaualeglifu più «
cara, che a<gli altri [шарф/icome ui diro ancora. l'o lver tanto.
свистит), the i letterati, ngińzeculatiuife Ьеп` amano laß
lituelinep'er oli etto rle` loro {imilnamano pero naturalmente la
l_tronuer/atione di lorofimilirûi molti a'i loro con lunghe faticlre,
@pellegrinaggi .andaronoatl -al'êotcarß con altri подвид/тот!
Contraílï
ni, i cui liériloaueuano a ca a. Еt con tutto, che uoi malleglvia n ofofì , сЬс
hino rìñura
.te ali quelli, tbe loanno ri utate le dignita , (27 le amminißra te le digni
и, меня
tioniciuilißirnando chefußeeofa biaßmeuole iljottometter alla chi publící.

рты l`anim0 Meren@N [aftiarlo occupare ne i negati] del mon


дожди/ред” tanto hanno mancato altri eccellenti Filo/of di
. ' ` 3 3
'._1 _ L . t' 1r к о
Ыфтаге con` gli fcritti loro, cloe ancor uiuono , liopini'one de _i
’ 'già detti ‚ (c) con gran ragione, perche dandoß in tutto allo
ßudio delleИтак? alle contemplationi, aobandonauano
in tutto quelle perftne, alle quali per legge naturale erano te
nuti dt dar aiuto y@ nonjiricordauano , cifeßendo nato l`louo­­r l
то non ßlamente per fe ,ma per la patria, Per li paren­
ti ‚ @d Per gli amici troppo amatore ¿life Деда, troppo di
”пишите degli altri ji dimoßra chiunque nonfegue talЛи
propria natura-,onde e ben degna di lettere d’oro qualla fen
tenqa , Clie d`ejlremo тартар maecloia colui, che non оре
' ra alcuna cofa fenon Per ß’ ßeßo. Or, je tutta la lode della
uirtu conß/le nelloperate, comee` commune opinione de' 17
loßfi, acloe jerue quella muta , otto/a flo/oía ,della quale
Ерш) dire, come della fede,cl1eДим loperee` morta, Ct/fe
non ß mette in atto ‚ non arreca <giouarnento ad alcuno, ne`
anco a colui,cloel’l1a acqui/lata , ilqual col proprio <giuclicio non
Ёрш) aßicurare d`loauer aploreßt la/eiença ,ß non la fà cono
fcere, (29 fe non laßnteapprouare da altri intendenti ­, ф di qui
“mmf” Íteßlie origine quel Prouerlzio, Tra[града ирга, Cf/ occulta [арен
¿amanß con ofte alcuna афиша; @ßpuò ¿en clire,cloe quefii
faßomigliano a gli auari,cl1epogeggono il teßro, ma non Пит
по, (7 cioePeccanograndementeßqoendofar bene, @y ndlfacen
do; @ß come non fi/lima la mujica, che non {Метр non me
rita alcunoloonore il Ftloßfouhe non lajcia conofcere il До ße
Tf
stänrfltîine pere. Mggiungeteuipoiube que/liliuomini,cl7e tanto 417170271
giftigen; fcono la conuer/att'one,per letteratucbe/ifiano,rießonofuori del
. _ le lettere tantogtqlßnnettufïypecoronucloedanno bene lfefß oc;
553331133 тропе di riß alle origate. Жён“ [то ancora ufcite di mente
'° Mm' moltefcioccloege d’ungentil’huomogtà mio compagno nello/Í“ L_w*„e,
l ‘P 2“ I M 0. r x'
dio di rPaula, ilquale di dottrina non cedeua ad alcun’altro di .
quello /ludio,ma haare/le detto nel rimanëteaifegli era uno di ' ‘
que/liguj'l` clie lianno paura de gli altri uccelli,(9« per leДвеß'ioc
ста; ci тощая lient/pejfo a compaßion e, (уч particolarmente y
ungiorno, clac douendo caualcare per lafulita morte di [до pa- |l
dre, compera un paio dißiuali, de quali uno era tanto/lгений:
gli premeua lagambaelpiedra@4 l`altro eralargofuor di mißt- 'l
ra; Ф eLlÈn do ripreß da noi, per стр/Гит lafciato uccellare,egli
ri/poßclie molto ¿ene {ст doluto col caleolaio di que/la difu
guaglian (a, ma cifegh haueiiagiurato,clie loßiuale piti grande
erafatto d'un certo шагом/ж portandolojißringerelvôe, fly l'al
tro era d'una pelle tanto arrendeuole, che in due giorni diuerrea 5 . „_
¿epici agiato dell`altro. Or, elle ne dite? rPareti clic cotali liuomi
niß pagano chiamareДни] per letteralypaqgi per uolgareiïien шт, 2 ‚а
con ragioneadunque
. fil detto da un eantico
. Тает, clic . lpadre pigmenti“
d d lla Sn

della LYapien ¿nulli/aß@ la madre la /l/Iemoria,per dime/ira ЁЁ‘ЁЁЗ’Ё


re,clie liifognanom cln uuole acqui/lar la cognitione delle cofe liu
manemon/olamenfei liêri ; ma la pruoua infallißilefgv ler/fer
citio intorno allintelligen ¿a delle cofe,lequali cono/lince .Manno h ч
a riceuere, @ya fermar ¿ene nella memoria, per poter poi dalla
Loenen@ giafatta conßgliarßfijgouernarji, (27 giouar altrui
fecondogli auenimenti . Еt uolete[Зарыть clito dica il uero?con[i
derate,clie n onfilamento nella profeßione di noi medici,ma nel
l'altre ancoramö e` tenutaficura la teorica,[Энд la practica', ma
ci confdiamo piu nellargomento delle сор da noi con ragionefpe
rimentate, che nella emplice dottrina altrui. Et noia/re liau ete ÉÍÈÈLÉÍH
. _, . . . . . uomo к—
mangiatagra copia di‚ДДТfuori di cafa uo/lraJren potete ricono 53:53:13...
fcere quanto u'banniano redqu/aggiofzjaccorto i uo/lripellcgri
naggi,Cz7qiianto/Íate uoi diferente da quegli liuomini ‚ che non
'ßa
~­ 1 ' t 1r к o
“мы“. udirono mai iljuana d'altre campanegcbe di que/ie. Et­per tari
°° ”Щ" to con ragione, per dime/irateil Miam@ la pruden¿a delgran*
de ИШЬ/й dettoaßia immortal lode ..
Cbauea molte Città , moltiрае/5
Scorß, e i diuerß lor cri/lumi тгф.
'Parmi dbauer a ba/iaça ributtate le uoßreragionifen¿a cb'iol
mißenda,ß comepotrei, intorno ad altre effcaci ri'ßfo/ledequa'
li tralafcioßimando , cbe a que/le ui accbetiaie, @y ebe ui fia te'
moßo a ragionar di ciopiel toßo per darmifaggio del uo/ìro pel­~
legrino ingegno. cbepercbe in eßetto babbiate tal opinione, per--­
cbe quei medejimi cbe ui banno infrgnata que/lafalfa dottrina,
‚шт, 3 u`banno anco inßgnata la uefa-,(9 sii cbefapetenbel rPetrarca
con quante lodi egli dia alla uitafolitaria, ba соорудим/велели
{и la conuerfatione la uita noßraßrebbe ¿oppafij mancloeuoleg.
пе egli i fiato eoß ribelle delle'buone compagnie,.cbe n ongli ufeif
je di bocca quella noce, ’ »
Con lei ißio y
(27 cbe non baueße pratticato per le corti ‚ contratta дат/Неё
man» con molti rPrencipi , ф Caualieri . ‘Di Monßgn or Vida non
ue ne parlo, percbe egli non tanto per lo merito dell'opere da lue
fcritte infiilitudine7 quanto per laferien@ manifeflata con uiua
uocein un publico (от-Люду per la lunga prattica della corte­
di Komm@ per lefue attioni ejj'emplari {acqui/lo nöpure quel
la mitra, otto la qualegouernògran tempo le pecorelle a lui com
тете ­, ma il credito di гРгеЬею meriteuole di maggiorgradoml
tre cb'egli eßalto la una /olitariaqier mofirar maggiormente il
рт ingegno nellbumiliarla con diuerßv , (tj inmncibili ragioni ‚
‘_l 'a lequali a me gioua il ricordarui , cb`egli a orma, cbe tutte le
f' beßie nell'u/cir del corpo delle lor madri фиата in piedi, (17
fi
figli/io». i;
(Кр/Медведь per loro ЕЩЕ, ilclre non 194 uolato la natura conce', Í
dere all'lruomo, por' che uenuto in lu ce ha ói/ogno dell’aiuto'­. (уч
appoggio altrui. Sе ере/14 non 14/14, egli [кашляет/ас 14 me- ш в".
'defima natura 124 data la fauella alfhuomo ‚ поп <gia perche am;
parlifeco mede/imo , {Им/Меди uano ‘,ma Perche/e пеferua "úw"
con altri, ф uoi :iederen/re di queßo i/lrumentoci feraiamo in
дев/едите, in dimandarea'n conferire, in negotiare, in conДЕМ—
re, in сожжении di/Àbutare, ingiudicare, (уч in i/primere laf
fetto dell'animo rio/iro', co iquali me@­ uengono <gli buomini acl
amarfiff/ 4 congiungerjifra lorogfzy concbiude allafue, cÍve non
fipuö riceucre alcuna [ища ‚ [в поп cie йог/едите a'a altri. '
Eccoui adunque Signor Caualiere , clic 14 conuerfatione ё non
olamentegioneuolmma тафта 4114 [reife ttionedell'lruomo ,momo 5.
ilquale Éi/Ögna confeßare, cire/ia ßmile ad цп’аре ‚ che non Può 7:22?“ “f
uiuerßla. Et peròßguendo 14 <giuclicioßzß'nten ¿a degli' Stoi
cißloa a „ферриты/эф соте time le щедры 14 terra [то
create all'uß delllmomo , со]11`1оцото e' creato alfaß с1е11’1шо
то, acciocheßguirando 14 natura mae/Íra,s'balrêianofcamêie­
uolmente a [можете (9 4 con erire трете 1е communi utili
ta col 444,54col riceuere, congiungerß(91 oêligarß [ra loro
con farti,con l'opereflycon lefaculta, ondefipuò Ьеп chiamare
infelice colui, alquale c` leuata la commodità cli potere conner
fando procurar Íveneßcio afeßeßofyaclaltri', laqual Pena e`im ­
Y iro/la clalleleggi ad alcunimayattoriaon {шёпот che riceuano » î
una [рте di tormento, perche non ui ¿maggior afjlictione, с12е`1
uiucre бадей Ьиот1п1, el re/iarpriao delfaiuto C27' commercio
degli buomini . Et per terminare bormai il mio ragionamento,
nonßpuo riceuer quagici alcun piacerefenga compagnia , ilclre вещь: Та ï,
diede острот ad ИНЫМ Tarentino oli dire ‚ che :alcuno per r l

U
Е‘ JB KIOM

¿onta di ’Dio ottiene/Ie dipoter afcëdere in идиша;rimirar la


natura del Мопс10‚@91абе11е<<а delleßelle,poco<grataglifarelr
lie quella marauigliofa ui/la,fe nö baueße poi a cui poterla сбти
nicare. Еt/e tutte que/le cafe non две/14110 afarai chiama/oe со]; _
l{ia,io m'appa'retcliio afdiruene molte altre non menofondate di
quel,cl9ejiano legia dette. CAV. Iofon co/lretto di dir col ‘Poeta
'No' sì, ne no nel tor mi Лют: intero,
perf/7e non o/ìante, сто miferita cgrandemente confilato dal uo
rogentil di cor o, mi rimangono nell`animo alcune reliquie di
dulibi,da` quali on tirato a dirui,clte come la matrigna perfi
uercloio odio non difterne le uirtu'delfglia/lro , Ф la madre Per
[аиста/710 amore non coprende i di etti delfgliuoloao/i uoi dimo
ßrate le medeßmepaßioni nel [Ли/{тат laßlitudine , Шnel lo-~
_ darla conuer/atione; concia/ia сорт/и non lrauete detto il Ьепе,
сЬе rie ce dalla uita olitaria-,ne il maleabe rifulta dalla conuer
ртом. Ondeper paleßtr quel che nafcondete , ui dico , che non
fu mio proponimento di difendere ne di côrnendare quelle реф
ne,lequali indotte о da capriccioà da humor malinconico piu to
ßo,cl2e da buonoßtiritoJi ritirano del tutto inßlitudineßt nö tu
rano piu di[орете chefia di помпа io сего que/lifter morti,oper
louomini almeno,tlre nonßnno perfe [lysine Ioer altri, @per la
Profeßionealrefanno di non uoler фиат la uirtu a loro бету?
_-—..,_,. .-ч cio,neirtßgnarla a quei,cloe n’ltanno bi/ognono/oglio paragonarli
Ниш alla Volpe, laquale uol/e pia to/lo /ira/einar inutilmëte la coda
er сеты/ее darne un росо alla Simia per сорт leДверот uer
gognofaneanco loeoêipe'ßero di неолите côtier/andoßfacciano
opere aggradeuoli a союзе e`/ìata,et e`ancora mia opinioneabe
alla Perfettione delllauomoJaeìuale .fio nö erro, сет/йprincipal
тёте nelßpereßa Piu gioueuole laßlitudine, che la c_onuerfatio
'P K I "M 0a l I4.
„мг cite/ia il aeroluoi uedete chegli ltuomini, iquali attídono a i
„сдвиги: 411е рг4тсЬе delle corti,(’9i delle cofefualicbeßno per
lo pitifen ¿_a lettere,et/ciê¿e',et per lo cötrario,quei c/ie le uogliono
acqui/lare, nö le cercano Per le pia({e,et fia le turae,ma nelle loro
Итоге/14113. We uale il dirne/oe molti letterati rie/cano inetti,
et caproni nel couerfareqtercne que ta loro inettitudine ё con/ide
A ratafolamëte dal uolgo,ilquale ueggendo туй nonßmnofar le
riueren'ee alla modernameacconciarß la êerretta in capo per tra
uerßme liallare alla mißiram e morder altrui con» [шинам del
la lingua fecondo Гuß commune,fe ne ride,€’91 nefa Pocaßima.
Tuttauia f'agli altri letterati nannogratia (Ы Íoonore~,(’9` quel, '
clie al uolgo pare melon/agine,da loro e` tenuto perßmplicita del _ Ik
coßumilz'y Per candidegça аРanim o. 0r uolgiamo, uiprego la ЕЁ:$1’
carta,(’9~ cniamißuno di que/ii nimfittori in un cerchio de ilette- 112.19”:
rati, cite lo uedreteo re/tar mutolo con uergognaai parlar con uer
gagna fly liia/imo-,aguiß di colui , ilquale trouandofi a ca/o fia
» »’ certi uirtuofi , clie dißorreuano dell`eccellen<a de’ Town/Pinto
dalla fua gloria/2i cailronaggine, fcauegço i loro ragionamenti _
dicendo ‚ cloe ßen ¿a piu conte/a oifognaua dar il primo luogo de’
Poeti ad Horatio, percnegia il rPetrarca lia data que/la/enten -. ._..~­.-~_.-

{401174 antipoŕì'o ad Нomeroftd Virgilio', (zy ricloießo a uo


lerallegar la fentenea, to/lo rißiofè,
Se Virgilio , (2y Homero naueUer uißo
Horatio /ol contra Tloo cana tutta .
di che ne nacqueforß maggior riß tra loro,di quel,cließ ece tra
gli Scolari uo/iri amiciqier la aeffa deglißiuali; (zy raddoppio
anco il riß , Poiclie ogendo ricerco co/iui a dickiarar l’intentio­
ne del rPetrarca in quei шеф ‚ ßggiunß che uoleua dire , cite
ne Virgilio , ne Homero , netutti i ‘Toeti della Tloofcana erano
Í. .Y B R, О
Iva/fantiadopporßcontra Horatiofilo. Or,fe lofeolare inciam
po in una toleralnle leggiereçqaqueßo urto in una шпор perßea
fone, onde mi pare cke/ia piůßcura una dottrina fen@ рт:—
tica, the una ритм/т {а dottrina ­, ногте! più to/Ío lia
uer nome di letterato inetto , cioe di corteggiano ignorante .
Voglio Per tanto inferirealoe conuiene a chi :mole acqui/far le>
ржет,“ toccar ilfondomtendere(come dicono<gli лифа): Ьо
toga, (17non andare tuttodì ßorren do per le piaga, @facendo
ßiettacolo di fra'l Popolo. Ma dato il caf), che dalla соте!—
ßtione tta/¿ano dei lodeuoli @fetta poniamo anco si; la Маис/а
di que/lo ¿indicio i Éiaßmeuoli , :quali uedrete contratas/ar di
molto , coneioßa, che ecoß ri/iretto il numero de’l1uoni, clieper
l ì <giu/ía intentionealoe поймите, non la potete conferuare, C#
“инд/Эге eo/iretto adalterarla , Cty a rauederui , clre clit' dorme co'i
"и‘„т._-—-
cani,jileua con le pulci ', delantal @fetta eßendo [Мат/1 @enfi
quando uoleuano defiderare malead alcuno ,gli augurauano ‚
cioe Дайте”? dieattiue compagniaquaß uolcßero inferirealie
мы сызъсшеЛЁ a rompere il rollo . Oltre a ciöjiamo hora giuntia tal
QÉÉÈ'QÈÈSXJegno, eloe но! non potete operare сор dirittamente , elle non rice
ummm' uiate mille tortiJ e non nella шт, laauale non ¿aneoßcuraßl
meno пе114191тафуё17ш! mai tanto cre ciuta la тащит? de
<gli Íouominß :be non[iperdona piů all`loonore di chi elle ß fa o
Trencipeßpriuato, (5r ßpigliano inЛифтßntimento tutte le
Ьиопе орет per modo ищет/Ё ui date alla diuotione,Cl‘/'all`ef `
fercitio della >caritame riceuete il nome dliippocritagfefete ад}: _ _ -*4 .

Ые (у cortefe , ecco che ui chiama aalulatore-,ßJ date aiuto ad


unafoonßlata uedoua, года udite una uoce,che dite, 10 intendo
il re/ìm/ë per mauuerten ¿a non „Мише lamico , egli non ui
imoleftziparlamß dftndete uno отл-ф, auuerttte non ui la-A
[дат
‘P к, I M о. 1;
' fciar giungerfuori di сир dopo le штепселю; ne`penßte che ui
[in portato'rißietto perche nöfacciate[это/едете дфддмодйог
mai Кий il дат delle laßonate (т delleferire infino a dottori
perfarli cie/foire dalla protettione de’ clienti. Mei _a cloefne mi uo
io perdendo nell’intricato [адепта де<gli лиф, @jде i dißrdini
de noßri tempi.2 Vogliopure ufcirne ад un tratto rißluendomi ›
che dal mondoß torre/:lona там dal mondo/i мужем: la con
метраже, poicbegli adulterijJe rapineJe uiolen(e,le lesclëmic ‚
gli bomicidifgrgli altri inßniti ecceßi ­¿imparano conuerßndo»
(27 conuerfàndoji commettono. лиц. Voi hauetefiuto fem
liiante да Principio di uolerui arrendere alle mie идемте! uißte
Poi con nuouo impeto [шлю contra di me. Tuttauia non re/lero
di farpruoua s' io роЛо con altre rifpo/le тенге/Ёж а noßri di
ßareri. Е: perche uoifondate la Дика fopra la ßlitudine, '
mi lißgna prima dimandemei да cui simparino commune
тете i ‚этом dellefaenas? сот. @alli таз/М. JNM.
Voiaelunque ui [Боте ртф col uo/Zro laccio, poiche con que
ße parole mi conрешает/751principio, ¿lßne dellefcienqe dipen
де dalla conuerßtione . Eте! uero/i come il [лото de' согр
letti non {афиша dellafermega loro,ßnclie non li иеде тап
tener/i alla ртом деПаМпст,одеП‘агс/ЛЬидйомоЛ поп puo
al letterato aßicurarßdel fuo/iipere,infin che non uiene adac
сбита?
áogearß con altri letterati, co' iquali elifcorrendo, (9* джипе ne è Prin??
pio , а: hne
tando fi cerrißcn del fino ualoregla опде mi pare agili mani ¿d rapen.

feßo, chelfapere comincia dal сопим/оке, й) ßnifce nel con


„еж/т. Мл penche uoi fogginngetenbegli huominioli cor
fe'(flyeli'negoŕyl [то prim' di lettere ‚ quì mi conuiene ricordarui
elleficomefono дни/е lefciedçe, Гит leprofeßioniœoßdiuer `
«Латы деÄli huomim,i (l nali icomea’Dio Place, ono Chia:
I
L t в к o
mari clit' alla тащимся;alla militia,chi4114 те41с144‚сЫ \

alle leggi . EtPerche tutti quq'li drigano il cor/o 44 un fue


Jacqui/lar con quei med bonoreftyutile, uoi uedete, che ciafcu
no ole Si diuide Feta/ua in due Parti,l'una nell`apprendere quel
le cofe chegli[этом otr/lare 44 incaminarßalgitì eletto fine, (l)
l`altra nell`operare . - Et per фото ‚ uoi uiproponeßegitì 42/
fer реагента 4un Trencipe, Cŕ/so clre per le „он? uoflre, uoi ne
doueteßrerar riputatione , (уч commode a caja uoßra , (ty che
baueteamente la ortuna cli quelli ,che 44 оифодтой fono<7
giunti al Cardinalato, (уч inßno al Weariato di ClJri/ìo; onde i
per driQQarui a queßaßruitu ui e`йог/1410 l'liauer apprefo quelle
lettere Latine, C17 Tit/cana@ quella parte delle fcienge, cli'era.
пиетет 4 444101944 (7 per la maniera delloßile , (уч del ne
gotiar uifete acqui/lato
medeßmofanno tuttigliilaltri
credito 4'eccellente
lruomini Secretario
,fra i quali' . 11 I
[то alcuni,
che uolendo pigliar la cura delle cojëfamigliari, ouero della mer
catantia , non cercano dißper altro di piu, clte leggernjcriuere,
(27far ragione. Ее}, len queßi ne i cerclri de’ letterati non fa ­
pranno difcorrere di @torica ‚ пё41 "Poefia , non meriteranno
pero Нарта, ncpotremo a'ire, clre fianopriui di lettere per ca
gione delconuerßre, perchegiâ 441Principio della uita loro tol
[Егора impreß cfallontanarß 44 que/lo ßuclio , laßa loro
d'e 'er tenuti accorti, ф intendentinella Profeßione loro. Ma
fara ¿en degno cli rifo @di reprenjione quel letterato, iîqual ef- .
endo inuoltofolamente neglißudi ‚ non riduce 14ßa ottrina
alla uita communeaìj/ifcuopre in tutto ignorante delle под: del
mondo. Еt uoglio dirui clipiu, clreßzreéêe errore il credere , clJe
“мы“: 14 dottrina {acqui/lipiů nellaßlitua'lmefia i lilri , che nella con
ne inl'zgnl
:inch: g ll.
н . uerßztionefrag ilruomini dotti; percioclre ¿Jente'nqt flo/oßca,
\

т к e и о. ne
@laртом lo dime/ira, che meglio fapprende la dottrina [er
forecchieahepergli occhi , che non accaderehhe conßmarß
la uißa, ne allottigliarfile dita nel riuolger lefoglia de дитя:- f
tori,[e [iрощ]? hauer del continuo laPre/eth loro , (27 riceuer " ”`
РетГогесс/и'е quella uiua uoce,[aquale con mirahil forza ~(im-
prime nella mente',oltre che ahhattendoui nel leggere in qualche
фит dffl'tulta, non potete pregare il Шток/ее ue la dichiari,(9¢¢
ui conuiene talhora Partirui da lui malcontento, dicendoin
non uuoi слег inгде/о, ne io t'intendero3dalche Potete' ticono/cerey
quanto piti util cofafia ilparlar со"! uiui,ch¢ c'o` i morti. lo do.- мчит
‚рт uengo conßderandoahe l'animo del[olitario- diuiene à lan» 23:;
nido, @pigro non hauenrlo chi lo ßimuli col ricercar la [im ' т d
dottrina, @l coldi/Éutare, ògonfo juger-hoger la uana per- "
[баламут/де non Paragonando alcuno a [e [ie/jo ‚ troppo a
ließe attriäuife‘e,@per lo contrario chißnte lodari _fooi/indi
ne inuaghiße maggiormen te, chi Эйри/З]? rauede, (gi стад
ge, chi ¿alquanto negligente uiene/t'imulato dalla concorren<a„
Ú* come[ireca a uergogna ilv cedere adv uno- eguale , сорßima.
ande honore ilpotere ацетат unfuperiore . Mafopra tutte'
faltrc со}: hannofor@ di rißtegliar дымила quelle uirtuofë:
conteßahe „4150710)fi-a letterati, iquali diputando imparano, et
quel che in tal modo imparanoJ'o/anno maglia@ meglio l`eßton
домике tenacemente lofermano nella memoria@ mentre
cercano a pruoua l`un l`altro di reualercon ragioni , uiene aly
`perfetto conofcimento delle tafel; W’ percio ß ДМ dire , che la di _ .
ßJuta c` il criliro della nerità,(’y perche la uerità caua dalle in 312131211: l
пишете communimon ßродом apprendere que/le intelligen» 'um'
(of: non co-’l'pratticaraéyaue/io „иттрия iToeti raecon.
tandoahe quantunque Giouefuße onnigotente lddiomädimenœ i;
-\ ь i r в к o «. ­
ehiamaua al conciliogli altri Dq'fdafcoliaua ifentimenti loro:4
Ma lafciando lefauole,_non Дата noi certi, cioe le importanti,
Ф 4тт1т17111 1п/1‘1ги11оп1 difanta [hieß non procedono da url
filo rPonteñce, ma dai facrofanti Concili]generali , doue Кто
мне “lulu
mi, ßate. maturamente confiderate, (y approuate? Oltre a ciò,non
Ptencípt,
кто на.“ fogliono tuttiiTrencipidoue fi tratta della conuerfationexyv'
н т°и. dell. importan@ de. loro/iatiqier
glitt.’ . non ri. oluer le сор, di. lor capo д,
raunare iconßglieri, @conformi al parer loro ßaoili're? @Non
‘ \ - - и r . А
fanno le Kepublichede Citta, (17 infno a piccioli liorgbi congre-­~
= e garl`uniuerjita,creandogli ufßcialifzjfermando gli ordinife
condoiuoti communi? ÉNon u/anoi magiflrati ¿lacca/farli
'““°°“' nelgiudicio alle communifentençe de’ dottori? <Nonfacciamo
Сонет» ‘l noi medici il medeßmo ne i ‚го/111 collegijaißluendoci nella cura
l ll
oro a e. deglinfermi colgiudicio della maggiorparte г ‘ÈNon/i compia
»nur ceua e/ÍPflle di metter in publico lefuepitture , 41/14! пара
famente ad udire ilparerede circo/fanti , @done molti eoncor­­
Mmmm reuano nel riprender alcuna parte,non la correggeua eglißcondo
ЁЩЩ‘Р“ 1е communi opinioni? Etfinalmente nonßleua unßiggio lm
устающей cui non mi ricorda hora il nome , mandar tutto dì
fuori alcune Дне, per intendere quel,cnejidice/]e di lui,rinouan­
do taliiorale attioni'fue , (Ы riformando la uita di [iene in me
"°"‘°‘b‘°' glio fecondo le loro relationi З Troppo ueramen te {arri/¿ina clin'
del propriogiudicio s’aßicura, Cty" е` uolgar detto; che al ben {ap
piglia, 1121 benßconßglia; onde il conßglio ißimato co aРит .'
[o non potrei dire a oaßanga il gran oenefcioalie ri orge dalla
u; conuerfatione , Cty 44114 fcien ¿a , che per l’orecchie ei uiene in
fufa nell`anirno dalla ¿occa de’ letterati. ¿Ida non refiero già
`~ di ridurui a memoria le nonorate Meademieaiie in molte Cit
14 4714114 /ißno aque/lo fue introdotte ,fia lequali non dee
. tí".
“ ‘P к 1 м о. 17
{Лёг tacciuta quella degllnuagln'ti di Mantouafondata in ca жмешь
d1 Manmua.
[a delli/llußri/firno 5ignor Ce/are Отказа ualoroß Trencipe,
Сейм Gon
zaga.
(Ту/{ушат prottettore degli lmominiuirtuofï 3 (9 quella degli
Academia
cÄfßdati di ‘Tania , laquale non ¿maram'gliaß per la copia de di Рани.
gli Meademicifelicemente oriffe . Ma e lien [отд marauiglia,
c/oe in que/la pi'cciola Cittd di Сарай baolia pre/a coßóellafor
Academil
ma lbdeademia de<gllllu/lrati . ZI/Ia perche non e bora il tem di Cafalc.

po di di/correre dellaДмдтпдека ‚ torno a dire, che ine/lima


ôile e` ilj@atto , che/i raccoglie da que/le Meademie ‚ (Ы cließmo Academíeh1
ц loro t'qu
¿ene лифт. que: y, che ui pongono dentro ilpiede ­, perciocloe cono n.

[Решите поп Puo un[210 daß/ìeßo acqui/lar moltefcien(e,poi


Acioe l'arte ¿lunga , @la uita ¿brieue , соте dice il no/ìro H:Poo Hippocrlle.

erate,auiui ottengono tutto ciò elle uogliono ­, pere/7e di correndo


altri delle diuine,altri dell'liumane hi/ìorie , clot' di[Норда , clit'
di)ooe/iafzy d`altre diuerfe materie,/ifanno acconciamente[iar
tecipi di quel , cleefaticoßzmente ‚ @con lungo/indio ba ciaßu
no apprefi-,imitando coloro , iquali non potendofoli uiuere larga
mente , conuengono con altri in un luogo , ф conferi/cono infie
me le loro ротонд ‚ delle qualli compongono uno magnißco C17/o
lenne conuito. Et Percio con moltogiudicio u_detto, che fbotomo Prouerbio .

e Dio alllmomo , pofciaelie Func riceue tanto<giouamento dall`al


tro; ilche ci uiene anco gurato da quellemolemma del cieco che
Porta :d le @alle loßroppiato , da cui<gli ёinßgnata laßradaßn Luigi Ale -
marmi.
de ¿en ЛЁД: l`cÁlemanni.
Co/ilintero di duo inegi/a i,
L'un pre/lando la uißa 5_(27faltro i Paßt'.
lo adunque ui replica , che la conuerfatione e`il uero affnam Его,
(уч [intera perfettione della детища cbegioua [nu al lettera
to un`bora,cb’egli (тиф nel oli/correre cößioi egualiabungiorno
' C
L \ r в 1L о '
dißudio inßlitudine, ançi nel conferireß gèanna molte uolte
degli еноты/Угу! loa Pref) dafeДетьми nauendo dirittamen
te тер) il fenß dellefcritture . М4 egli eliormai tempo, chia
ui rißionda intorno a quei mali фи! , che uoi dite na cer dalla
conuer/ationedaquale cifeì torcerfuori del drittoferitierofpr 41—
. terar, come uoi dite,la noßra luana intentione per lafrequenga
¿55: de<gli Íouomini diреши/4 uita. Et con tutto olie a те р4!4‚сЬе
rifcono :Pu
по да а! - доиеЛЕтоДдЩ‘йт! alcune ragioni, фея!!! ui lio aßegnate, non
генах" refiero dijoggiungere, clo'egli ё il uero, cioe/i come per contagione
' ßtraferi/cono alcune infermità del corpo, cofipaßano i um] del
[animo alliрифт! in talуф! , cb`un ellniaco tra/oe i copagni
all’amor del uino, (т un la/ciuo/nerua un'louomoforte, (Ы tan
to puo la continoua conuer atione ‚ che molte uolte non uolendo
“каше imitiamo i uth altrui; onde sintende chez ­am: liar: dc/lnßo
ждёт: tile lraueuano appreßi a lallettarefzy quel: d Mlefjëmdro tol/e
flmL “ш- ro ragionando Где/реки della/ua uoce; ne lio dullio alcuno,clre
conuerßtndo сб tri/li nonßpruouialie Пшото ё lu о 411'Ьиото‚
Рюието- et non Dio, comegia dißißt cloeß'condo quel detto,l'amico degli
До!!! д!иегг4 loro fimile. Ma eccoui Signor Caualiere la me
deßma ragione nelfito contrario , concioßa, che le uirzii partori
fcono anco que/lo ф‘ёнщф non tantogioua allafaniteì un'aria,
Ú una regione appropriata,quanto a gli animi in ermi il con
ист/Бег co' iluoni5617ßi tri/ti la/ciano ualclre ßmen ¿a di male
a quelli a cui fa cto/tano, 16404! ancolafciano loro il nene, (yr/ï
come ilgrato odore del mit/co ‚ cofida i [tuoni e ala non so che di
¿uono uer/o il profuma@A lenefpeßo uiß mantiene infufo. 0r,
perche ilfuggello de' но]!!! ragionamíti e`, cioe nöfipannofar со]!
buone operealoe nonЛето томе contra peloftyfalfamente in
terpretatefty'ßggiungete ipericoli, Cty danni a .-¿ualifonoßtto-f
l
т к 1 м о. 18
fio/ii quei, che conuerfano. lo qui ui concedan/oejia quafiin tutto
perduta laforma del uiuere,ma nö delêono operar tanto iuitij ,
(7 14 malignita alrrui,clte lraßlriate mai a pentirai difar lrene,
(527144144 dir clot uuole, ne lrauete a curarui dellopinionimêdel
le tage del cieco uolgo, ilquale come ignorantepiglia il tutto a ro
ue/cio °, ma douete [эдакre in cio quella irreprenßêileßentença А
dEpicuro, quando cli/jena non ho mai uoluto piacer alpopoloqrer spiego.;
mi“
che quelle со}: cifio so, egli non le loda ‚ C17quelle cla'egli loda ‚ io
non le so. Oltre a cio bi/irgna uea'ere[её/141140 ritratto, @facen
М_
40 uitafolitaria, haarete il cuor tranquillo,@jarete lioero dalle
punta re de’ maligni. `@ie/io nö an/jvettategia` uoi,(yjiate certo, „um“ di
no «цвета (0
с17е per una maledit tione,ne riceuerete mille;percioclre non man rpm
сЬетеЬ/ге clri preßemeffe , ф for/e con un poco di colore,digiudi
my@ care o cloefoße ritenuto da qualche uergognaß infermità, дfalli
to per malgouernofzy che a¿mißt di nottolafuggi/le la lucegaltri
ч
direbbealie [суй coßfuoridella fede , соте del >commercio de
clnißtani, et cerchereéôe diporui orjeinproce/fo con l'Ín quifitio
ne; altri ui dareltße titolo d’cÄlclJimi/ia, o difalricator difal/e
monete-,(9 quando ui mancaßero tuttigli altri,non ui manche
reboe ilfiegio, д di uile, o d`altero, it di capriccioßß di malinconi
cod; di beßialeqrerclre tutti que/iifogliono communementefug.
gir la conuerßtioneßclre u'accorgercße deífer caduto dalla pa
4е114‚соте dice il uolgomelle Érageßt ui Éißgnerelbe alla[пе ri тонные.
tornar alla uita c5mune,rifoluendoui di/Pingerauantß (уч di uo
ler uiuere dirittamete malgrado de’ mal uiuenti,lecut tri/ieîîe
contrapoße alla ¿onta uo/irada renderanno Piu chiara , fly piu
fegnalataßjuoigoderetepiii in uoi/le/jo соло/541010414 14 uirtu `
uoßra 147941114 nelсёла/10 recata uittoria, сап/214411404! jen
{4 т4с01714]14 i uita] lorœClVdouetepenfareahe nö ¿gran 104е ‚
‚2
к L t в к o
nißngolar merito il/aper eUer lmono co`i huoni , ma hene l'e/Z’
fer buono со’! tri/ii ­, oltre che douete [Pera re , che nel numero di
qu с]?!faljiinterpreti uifa qualche<giu/iogiu dice , @ ртом: tore
dell`opere uo/lre; (уч quando manca/jew tutti gli huotnini del
mondomon manchera faltogiudicio di ‘Dimi cui hau endo dri(
¿ata lafede uo/lra,hauete ad `aßicurariii , chligli ui terra la ma
no in capo contra i malignifty'perßcutori , Cty mal<grado lorofa
ra/opraiiare, (9ifcoprirß la пидщфутзрйсе uerita . lo, e non
erro, ui hopienamente туфа/1:1, (‚у [авто/Ела ch`io paßi piu auan
трате сот/сете, che Per acquißar il en timen to commun ежу
Per trouar 14 Perfettione delle[meander Per<giungere all`altcçga
degli honori,et de’ hem' del mondo;ertece/]ai‘ia la conuerßtione ‚
(д che’l dire, che ciafcuno attenda olamente a cajïßioi, non e`
altro,ch`un render l'huomo ßmile alleдетсад anco сиг/Сто,
che laßlitudine perfiiade molti mali, Cty cifa Ferßiadere di noi
quel,che non e ,ne` altro ha inß',ch`un`horrore,Cŕ/fpauêto nemico
alla natura,fecondo laquale l’huomoßlo e` timido, et accöpagna
to e стад/ф. Che diro io рейде пб cheßpotrehlie dar l`ellehoro
alßlitariowome al „(10,67 che qualunq', per/ona haura` riguar
do a quelle тушку particolarmente alletimologia della uoce
num, the Huomo,che nella linguagrecaJecödo il parere d’alcuni dottißrit
:gli Пата. toriJignifca, [претe,s’accorgerd,che nonfipuo ejfer uero huorno
_lenga la conuer/ation egperche chi non conuerßtmö ha /íverien (a,
chi non ha @erronea non ha<giudicioahi non hatgiudicio ‚ е роса
men che lie/ita. CJ V. Non credo che`l uento «Aquilone con tan
tafor@ difgòhri i nuuoli dal cielo,come uoi ra erenando intera
me'te Гетто mio,hauete hora/cacciate quelle tenehre,che loffu
fcauano,@` che co/i uago il rendeuano dellaßlitudine. Hora io
жида сопЛо1ег4т1шсЬе da queßouo/ìrogentil difcorßpar qlqafì
с е [i
‘P )L I M О. . 19
Ache[1caui que/la conclu/ione , che floaobia 4 leuar in tutto dal
mondo la folitudinedìj` ad eleggere la conuerßtioneperfalute co
fi dell'animo,come del corpo', ilclie pero nö ueggo come uiß 4е114
concedere, concia/inane uißino alcuni tempi , ne iquali adogni
forte di perßne e`nonfolamente utile,ma necegaria laßlitudine
per oenefey7perfelicità coßinternamome e/lerna della uita, on
de io/limo che uificonuenga di ciofar qualche mentione. AN.
Won ui ricorda,clie nel principio de’ no/lri ragionamenti io ui
di i, che per cloiareeea degli animi no/lri otfignaua ricorrere al
la dißintione dellaßlitudineat della conuer/atione? CAV. E'
aero» JN. Е1 percio io uoleua dirui loora, clo'egli era liormai té'
-podi lafciare il no/lrogeneral di/cor/o , (ed di uenire alle partico
laritaìgicì da noi propo/ie, accioche non 1941114 4 тег/141,94 noi al
-cuna confu/ione. [o adunque ui инд/[141121 поп :lia in tutto ne`
’a oiaßmareme a soandire laßlitudine ,fü che ui fono i tempi
opportuni, ne i quali, come uoi dite, ella ¿utile,e necegaria. Е1
.pero ci conuiene primieramente ßperealie l’nuomo alcuna uol
ta conuerßi infolitudine, alcuna uolta e` folitario in conuerßtio
nea/cufPerdonatemi s’io ui interröpo,perclie que/li mi paiono
Enigmifty no Éi/ogno che mifate Edipo nel dicloiararli. AN.
Solitudine
. 10 mi dichiara@ dicoprimierarnente,clie ui è una[те oli/oli perfetta..
tudine tanto rara¿(9 perfetta , che nonßlamente a tempo, ma
ffmpre e priua di comercio humano. Е1 que/ia non la puo cö/e
.guire alcuna perfonafenea un dono jingolare del „Гignore,fença
ilquale,cni farrifcliia d`entrarui ,/ießione ad ungraue pericolo
circa la/alute propriaftygli[1 mette il ceruello a partito con quel
. 141411444.6441411’1шотор10 , ilquale quando fara caduto ‚
поп 1141114 111 10 rilieui . r,Di que/la год 4114 [011144141 10
non intendo _di ­far piu` lungo ragionamento , rimettendomi
Ce
~ t i в к" o
agli ampi difcorlmltenefannoifacri Teologi ‚ Zl/Ia uenendoia
quella mancoperfettaßlitudinedaquale non e priua di' conuer
[Мопс/ё поп a certi tempi, io ne trouo tre ßrti; cioe folitudin'e
di tempo,_ßlitudinedi luogo,(9~ßtlitudine dlanimo. Solitudine
Soìïmdinf
di tempo. di tempo, s'intende il Петю della nottesoueroeůquellinHante,`
nel quale un1010 parla nel cti/petto di molti ',1 laqualifolitudine ё,
comepoietepenfaremon »reno utile,clienceßària ad ogni/orte di
perßne per lecofe,clie s'apprendono dalla uiua uoce nö meno de"
Lettori, che de' rPredicatori ; laqualeyfi'come gid fiedetto, ba'
maggíoäforza di' queLc’/iaêbiano le .cartedegli `5`crittori. 50111—
solitudini
i hoge; tudine i luogo ë р01с1ие11арг1иам/14п1щ laoualeßelegge cia»
cuno' con intentione di ritiraijida parte, @fuoridella conuer;
fationealtrui f Hora ¿ißgna confiderare ‚ che in queßa[211114
. dine‘diluogo,/iriduconogli liuominiperdiuerji@fottir сит-14—
niper leuarjícon tutta lamento, @con tutto 10 @tirito da ißaßi
ай$11111е1тот1шсу {шлиф alla con templaiione di ‘Dio ‚ (17
nel riuolgimento' della grandegla dell-'opere fue ’marauigliofer
toruarßaon ineredibilegioia,(y~ßilute dell"anima,a 1141 congiun
fi.> c/Ílcuniper conßfguir con loßudio, (17 con le/peculatiom' il
f'uttodelle'fcienQ'. c/ílcuni per oli/correre con loro medefimi
deinegotij o' puêlicißpriiiati. Tutte que/feßlitudini di luogo
elette; (1_7 :jjereitateneidelnii tempi, hannogranfor@` 11111]ие
gliar' gli [po-iti,- (уч difar loro laßrada piu ageuole, Csziußcu
ra alle at'tioni,all'opere appartenenti alla conuerfatione. {Ил
que/li tali, e lien /onoßilitarij ri/petto al luogo ‚ doue dimorano
[oli ,~ nondimeno ßanno in conuerßtione rißietto alla diuerßttì
fühl( l
delle cofe che riuolgono per la mentegonde beôße a dire `S`cipione ‚
che non era mai mancoßlo, с17е quando eraßlo ­, perche ritirato
infolitudinefdijiorreua infnite со]; intorno all'accrejcimento
- 1P A, J M о? _zo
.dellaр!!!gloria. „Ми попдеЬЬомеекьдцесоте queßafolitu
dine е utile C17 „желатина diszoßtionedellannno ‚аортой:
.uolte e dannofaa quella del_Corfo ; ilcbefu _cagione ‚ cli'io ui д!
‚сф! nel .principio ldel noßroragionamento, Ichela doue/iefug
gire, Pere/7e quanto piu “шато e` difottile ingegno, tantoPiu s'ef
.fercitaßando inßlitudine,in,tornoaßttilicon/iderationi,*per le
l ',quali poüonoauenire diuer/e,€9graui in diffoj'itioni . `Non uo
glio Ferciodirealoe qutßaßlitudine di .luego/ia eletta ‚д4 tutti
I per attenderea i,lodeuoli ßudi,@alle uirtuoßI/Peculationigcon
‘,eioßa сор,с/аелйипймцепдоёД’тртерег le mani certi libri ri
pienidi mille тарифам omineuoli effempi , i quali faccio
:per lion_e/iàńïngegnanodifar lfbabito in quella dottrina, @di
4figliar/ela per eßercitio-,g'y Ponnoben ,dire от]?! infami dfba
.ueraffreßipiu {Меткие !п /olitudine di quel,cl1e baurelbo
дпо апоЁсопиефпдо `де! continuo nei luogloilvubltci. .ZI/1a lo
.dato[ia _Iddioftylaprouidenga de’.no/iri.maggiori, ¿be merita
mente loa condennate alfuoco tutte quelle opere, i>.cuifabricato.. '
.fi lebaueuano date al mondo Per i/iru-menti .di .mille nefande
,attion i. [1'ouui .pur ancoa dire,.cbe uißnoaltri, i qualifieleg
gono lafolitudinePeruiltà, (typerfuggir lefatiche, i negatif, (9
`quelle opere lequali dourebbono abbracciareperßruiggio di y'loro
Amedeßmi, д d’altri,_Cty_ß’ ne ßannogiacendo nel ~nido dellfotio,
(у delledilicateQQe, ,uificon/eruanodentro , comeficonfer..
gta il mufco nella bambagia, @nelle/cattole, in maniera ‚ tbe/i
¿può dire, tloe лети]! lorojia data lfanimaperßtle ‚ acciocbe non
futi/'canog @ne o_conoftiutoio un paio di que/Zi perdi tempi,
,tbe/fanno molte boredelgiorno .ritirati nel dilettarßdifar nul
la, (1y .nelfaticari morbidi letti con laживица de’ loro inutili
corpi 5 @j uoglionopoi anco (tale e la uergogna loro) сое]!creda ‚
. С 4
L t в к о
сЬ`ф1`ЬаЬЫлиоЛ7ф tutto quel tempo nelle uirtuofe lettioni, (уч
T
поп ueggo mai coßoro, cli'io non perdoni, @chia non fappia
„mmm Ьиоп grado all'lmperator Üomitianonlquale dilettandoß di*
Imperatore
жжёт): traffggcre le mofcloe con loЛэотопе ,faceua pure qualclre effer
нп fpòwne. сто, ('r'/ uoleua piu to/iofar perir le mofclie nel trauaglio,cloe la
рт perire il/uo ingegno nell’otio;Czyß’ pur egli in cio meritaua ri
prenßone, non la meritaua tanto per [щурит ‘,quanto percloe
s`allontanaua da i negotq', et dalle co e conueneuoli alla ua gran
акт, (9 alla conuer/atione dell'Ímperio. [Ил di див/гари!!!
tudine di luogoЛи detto quel che laßa. Hor ci re/ia a ragiona re
Solitudine
d ‘animo . della/Írlitudine danimo, laquale ¿quando un fi troua con la
per/ima in rner a molti, @ji ritira con l'animo , @jcol репре
ro tutto in fe Heßoan quel modo , citegieì ece un loßtfo , a cui
dicendo un cicalone dopo lungo, @noia o difcor o. [o for/e ui
mole/lo con tante parole , Won селитра]? egli, perclre non ui
‘wvl
a/colto. Coty. Io conofco molte perfine , lequali hanno una
_certa шт) di/aper congli occhi, con la ponte , co’ ige/ìi , (27 con
altri/egni e/ieriori moßrarßintenti a i ragionamenti altrui, (Ы
ono tuttauia con l'animo riuolti altroue, in /ifatta maniera,
cloeßmo in un punto pre/entißg` гурт}, @ßdi'tfanno giunta
mente a loro medeßmifú ad altri. лжи; Víncora cloe que
Ли di/cretegçafia commune a molte perfone dalto ingegnomon
dimcno mi [тете Ьога,сЬ`еЦа ё particolarmente attrilruita ­
шиш“, alla 5ignora /i/Iargnerita Stanga , (уч cloe queßa folitudine
Margherì t:
“d” molto len fgurata da ungentileдыша in perßma di lei, la
quale per lagran deçea dellaßretto, (Ыper l’eccellen(a dellegra
tie, delle Ьенще ‚ delle uirtii , de’ portamenti , (i7 de’ co/iumi
e` riguardata dall'altre donne di que/ia Citta jenon con in
uidia, almeno con marauiglia. _Et con tutto,clre nelle con
- о
'P к; Í' M D. 3. u
uerfationi, ella conglifguardi ,Toll riß ‚(шт lafauella[imoa:
fifi pre/ente, nondimeno per lal traßraren'çavde gliotohi fitoi,
quaß per quella d'un-cri/lallo , ßuede- ,che'l hell`animo [ю
difgiunto dalle сор; mortaliferne dimora rinchiufo den-tro leiL
medefima ad eUercitarfi intorno a pid .deems-(m pid hone/li
рифт, leuando al mondo l`oceaßone diрота” `lei alcunafive-
тапка, perciò egli oli/je que/iefarole. '
ь
I.
Mentre que/i’,occhi lieti к _ u
Si pafcon dela dolce'amatauißa _ f
Del hel uo/lro, leggiadroßanto ui/o; " g
Eccol`animatria d а _ А
vTofio fauede, che da lei diuifo i ~ l \ ' 1
El' il uo/li"alto реп/140 ­,' ` ` ` l'
i”. ‘_ -ч'
0nd’ioрот hen dire, Ш diro il uero д
Che date o Margherita ‘_
Morte in un Punto a l`alma, e agli occhi uita.
Ma tornando allafolitudine dell'animo , lo uoglioahe in que
fia [i ritiri l`huomo di fana? mente, conuer/ando fra i cattiui,
a quali dee chiuder l'orecchie, come Vlr/fe al canto delle Sirene.
.Etß соте non lafeiamo noi difar Maggio perle pioggie, Cty
per le nehhie, ma ci prouediamo, in quantoß puo, d'hahitt di
fenßui contra le тай/148101115 сор non dohliiamo сейте/41"
Pellegrinaggio della commune uita per Fimpedimento de’ ui
tioß, ma per prouederci durften-imo anco, (tj inuitto contra
le fini/ire uoglie altrui, alle quali non hahhia punto a cedere,
ne` apiegare . Et percheuidißi,che farei ancora mentione di
Diogene ,io non uoglio racer le Йоге rißio/ie ,chegli diede in наша“
que/lo Propofito'fia lequali ui e, che hauendolo non to chi rifrefo
„(да CA м
„_ ЧОМА` к
«дн/о ‚др:` t;
1: l. . 3 B'. д, 9 т
perche' egliprattïeaße 104144441di mala uita, е`1 `~S'ole di e
egli, manda _raginefiîluognÁi/porcbi , Ш поп i'imoratta .
Eßendoglianco daunfaltro `oppio/io il тафта, _I Medici тлю
fe conueißmolktuttndì свищ?infermifů/non s‘infi:ttano. .Etnel
ueroad mail#11011-5411411440 i dienone/ii co/lumi,@ ,
l`louomo ¿en 'compo/lojimantieneintatto nelcommercio de' tri- .
fit-,fai quali 412444410410 di nen eßeruiaoiforme al detto di
:mi: gi; quelgentilhuomo, .nel cui [14410 racconta Efopo, clo`entrato un
y cop». ' „4144400 dimandatiglicome potcffe'uiuer cofifilo, lo, dige,
170 cominciatoad фи da'quelpunto cnetu ci ueni/ìi;uo_leii­
.do[ignifcaremloe l'nuomodottdal liora e, quÃdo/i trouafra
'glignorantu da iquali' loa lfanirnodifgiunto, (уч a/lratto . Ma
dobbiamohormairefiar daquejlo'ragioiiamento, .oicnç inten
dete qual ßrte difolitudineFa“ utile, .neceßaria3Qdfòme con
.uenga talloora ußtrla nella con'ueifiitiona` fait?, _ieper que/la
partefonopienamente`fodisfattœma uorrei ¿enealo'e 4 que/io 1т
perfetto ragionamíto aggiungeñe il delitojïn'e;percloe non 14/14,
per quel 1110/limiflltauermifattoricono/cere, vcioe la сопит/4—
tione jiagioueuole,je non paßatefauanti 3a `climo/irarmli anco
qualforte .diconueifatione e'loaloiaparticolarmente ad .eleggere
pereonjëguirlqueibenianegialoauete ifaçaontati',­` ‚дым. 1/01
dite il uero„ma quandoliauremo ragionato della qualita` della
conuerßtione, non percio/arafnita lacatena de’ noilri difcorji,
регат/414 теН1ег11тПдг4ррг1Л0 delle generali manie-renne
1944404 tener tuttigli nuomini nel ,conuerßire ‚. ‘ÈNiiquì farai
anco compiuta lfopera,perc.ließco.me noi a tutte lfindißioßtioni
degli occ/oi non .diamo.un`iße/]o collirio, .co/inon doalviamo con
.uer/ar con tuttiadun .medeßmo modo; perilciie ciconuerra d1
fcorrere anco dopoi delle particolarimaniere .appartenentia cia
*.
1h; 101 га M. О. £¢_
/cunafortediparfaite,­ la ondëßdßllëtrddicidi'qwflozdláiìröpoî
lete, cbeß uenga minutamentfa-dißinguerelaджигиты.
iramiJe foglie, ifiori, er utti» ui'lafciopcnßres'un gwmofolo
‚ ¿capace di que/ia ‘impro/tí, 1624211} “Teiche quqfla e 215110, ф»
piaceuole materim'io uiprcgofloe in que/li'-x tregiormìclfio»
mero uì,uidwienfiamo.intornoicluelpocoditemponbcui¿train
{ertì lle подножие/шт! mi обе/112111411 гитlo faßt appar
tenenti alla conuerßtioneßcciœêe id.miроща/511141111: conuer
fando conque/Íoßkconqunllo» di non hauactrdlafciañaxqofa. 'alèu
na .' JNM; [o_‘nohрадарамиширм-тж agile/louer
ßro deßderioßperdiuerfe ragionisçoñçiq/Ímcbel doler ricercartut
ti i particolari,dellafconuerßtioiieqfarcêlre coja/e non туфы— il» I’ Поэма
Ч’!

le. almenobilogneuoledim'oltime/imoiacqugiornaté» Oltre a ‚` „


cio doobiumo ricordarouebëeŕow4111111 1 @litio/57,110”Ёрш; 104—
ue-r.- certa, а? deiernu'nataien¿a di particolari in particolare.
ig/ifggiungeteui> , chkßmdo iipdrficolari della conuerfationt
notuper la maggior parado/ino agli'liu'omni roiidofarei ingiu
ria a uoi , (zj/limoni didirl сала fouercliie ( quando anco ragioá
naßi conglÍi/Íeßiroq') s'ioафишей a сор tanto uolgarißt com
muni . AEt Радий/11111di trattare - di quelle , che principal
mentefirichiedono nella conuer/ationegfu le quali per auentura
nafcerà occaßone di mefcolarui tante altre accidentalmente »
che rimarrete,come credo,a[[ai contento. 611/. ‘Ter certo io
con/idem bora,che non tanto per la diueifità delle cofeabe occor
rono nel conuerßrequanto per la dßimilitudme della uita , (уч
de' coßumi delle perßmeaon cuiß (отит/11 ‚ pigliare/Íe un'im
paccio piu`grande delle dodicifatiche d'Hercole uolendone com
piutamenteparlare,perclie effendogli liuomini tra loro dmferenti
digradonl'età, di figo, di condizione ‚ uita, di co/ilurnuflj` di
== -n fari к о: -
Sïarebbe армиями, 'C17 .di lungo tempo ilред}
Porre aîpieno quel, ‘che [i годами 4 ciafcuno di' queßi , (уч a
dining con ba da conuerßireßdAci'edo, clie quandoßßrebbe
'datalaformaatutii quefli-,nö pertantoßrebbe _cöpiuta lopera;
‘_cloenon olameteßbadîloauer'riguardo alla dßimilitudine..
Нефuedc' ra una petíeßjlukltrmmaa quellaaliefiuede tra le
perfette d'unafilajjietie; perche nonyolamente[то differenti di'
‘coflumi igiouani da i ueccloi, nobili' da glfignobili ‚ maРта
diferentiëigiouanißallo'ro ‚(Бейте е‘апоадфгетед! сорит!
unluecoloiìiïda тайм-циста, - iiobile,ddunfaltro nobile.
шумам. ...fPuìcbeqiie/ìe 'di' ma@ 'cadono intatte leдм ‚ io`
mm ‘penfo diproporrebrkieuementefwlcuni ‘modigene'ralis @j ршпе;
gli? “°“"’ "fîcyíialrïf,Y co’ i qualilß liatimnnoaridurre. faire ad_ una legge . .
anto poiallafoìiinaïlclteßricloiìdeìnolconuer are con quelle
per dijjrerentfaůígßïttdtgi@¥diconditionnelle gia loubbiama
'nominate , impèec'beïnonщам ingannato ‚ non pen/o д!/ta'r a
Wifeorreŕe copi'ütantemevllŕlbm agua@ di proporre tutte quel
'le „то morali chapiiariengono allaperfettiom , @y allafelicità
'della uita',l ‘ Coe @al cagione 'uifa vrimanere da со]! utile
тоге/Щ JNM. ~f13uepiincipalirnii „штамм il[Берет
elle поп-ртом GiiecaiîfiylaLatina mia tutte le lingue banno
lioggi mai i'iempiuto il mondo di diner/i uolumi pieni di precetti
дф1ф15`4 ь c JV. @anto piu abondant: looggidi i' libri della
ßlo/oßaaantopiu mancano iflojo/ima pagate/e uipiace all’al­
'tra cagione. ANN. t. L’alira ‚. Cf]princi/2a le, clie mi тот/‚е da
'queßa iniltirefi,A e` clie il uolera pieno difcorrere dellEiliica, fer-c­
.'uireblbe/olamenteagli liuomiiii d`alto ingegno uo/lripari', Ma
`ejgendo fintítione mia di ragionare delle particolari maniere del
eenuerfare, tbe conuengono a cia[cunaforte diPer/onen bißrgna
auer
l 1
‘Р к к И O.. î ï ч
Ьаиет l’occl1io al beneßcio uniuerfalenößderiîdo , clie la maggior:v
parte degli louomini e nonßlame'te priua­ delle uirtti intellettiue,
(f/'delle morali, ma nö e anco ne` per ingegno atta,ne per uolontà >
di/po/ia a riceuerleJiclre/arelrle cofa uana,p`er nödirfciocca il noA
ler a co/ifatte per/one inßgnar ordinatame'te, Cf/fecondo i deêtti.
termini legia dette шт}. CJV. [o re/ìo molto lenßdisfatto di
qudto [тине detto,ftjperclteforß fauicina llora delle иуда/ц
rrì ¿enefar quipaufai@ domanipiacendouilripiglieremo i no/lri
ragionamêti, o quin.. in caf: uoßranomepid uifalagrado. хм
Je a uoi nö difpiace, io ßar qui acconciam¿te ancora unpo
co d'lmra con uoi,ne` altro luogo pdfiamo eleggere'piuaecom то,
dato all’t`mpreßt noßra, di que/lo, ilquale per la uaglteeça delle
diner/e et piaceuoli pitture,ricöforta oltre modogliЛили,“glfin
uita a „тор ragionamenti. cow. `Seguite purfin clte a uoi pta
сем/170 uipromettoube le mie oreccltie nößntirono mai'piiîißaj
ue armonia di que/ia. ¿NJ rPoiclre adunq; m`bauete dimanda '
to qual forte di conuerfatione flraleêia ad eleggere pergiungere a ‘
quella peúttioneubegieì ltaôßiamo dichiarata. Ío eßludído tut
te le altre,propongo a que/lo eszetto la ciuil conuerfatione. CAV. ‘Dumme’
Cloe сори. intendete
. .
uotper. quella‚ . uoce. ciuile?
.
Аид?e
. .
uolete clfio i;ml conuerů
51111221
ue lo diclotartßifogna primaalo to ut dimandi,fe uoi conofcete al rione»
сип cittadino,cíoe proceda nelle ue attioni inciuilmëte?C./IV. [o
ne conoßo piu dummeN. Hora ui dimddo all'incötrofe cono/ce
te alcii lmorno di uilla,cne ciuilmëte proceda? Coe V.Molti ne co
nofco. JN. Eccoui dunq-„cloe noi diamolargo/entimento a que
fla uoce,poiclte uogliamo in erire,clte`l uiuer ciuilmente non di
pende dalla C‚ша, ma dalle qualita dell`animo. Co/i intendo la
conuerfatione ciuile,non per rifpettoßlo della Citta` , ma in con
ßderatione de’ coßumi , Cty delle maniere, che la rendono ciuile._
kl»
-- L t в к о
Etji соте 1е leggi {tyco/fumi ciuilißtno communicati nonfila-Á
mente alla Cittamia alle uille,Cty cafiella , @lpopoli, che le [опа
fottopoñiaoßuoglio the la ciuil conuerßttione appartenga non
che agli huomini,che uiuono nelle Citta , ma ad ogn`altra forte
diperßne douunqueß trouino, (27 di qualeßato [iano ­, (27 in
ßmma che la сопит]: tione ciuilejia hone/ladodeuole , @y utr
' tuo/a. сип/3 ‘Da que/ia uoßra dichiaratione io comprendo
quantoДа Литр il campo, nel quale hahhiamo adentrare,on­
de m'apparecchio ad udir сор` non meno diuer/e, (уч nuoue , che
utili, (уч piaceuoli. лыж. Si come i marinari auanti all'al.
tre cofe apprendono a conofcere ifegni de' uenti, delle tempe/le,
deglifcoglufy di tutte l`altrefciagure contrarie alla nauigatio
ne, accioche antiqugendo фри/141111рег1со11/4рр14п01гищй11,
(Ы eleggere i tempi, e i luoghi atti al prtypero uiaggio-,cofinoi de
f fidero/iintendere a pieno qualfia la ciuil conuerfatione, perfem
guitarlajdohhiamoprincipalmente cono/¿ere qualißano le inci ­
uili,('9« hiafimeuoli perfuggirle. Еt per certo hahhiamo rifug
gire le male cöpagnie сорper lo dannoaheß ne riceueper la con
ragione de` peßimi садить come'per lapinione altruigconciofia,
~ I y che tali alla ßne noi[iamo riputati,q_ualißno quelli, con cuipiu
‚ MMM». f conuerfiamogilche ci dimo/lra quel uolgarprouerhio,‘Dimmi con
mmf“, cui tu uai, ßpro quel,'chefai­, Cty non е то1:о‚с1)е`1 S fran
“в!“ се[со ‘Tugiella no/lro с/{с4о1ет1со‚@ nö men dotto nelle leggi ,
ehegratioß nelle conuerfationi, mi diceua , chunfamoß Dot
tore dellaРт profeßione aferma, che moltoßattrihuifce al det
to d’nn te/ìimonio, ilqual deponga alcuno e/ßfr huono,o trißo per
hauerlo uedutofequentare la compagnia d'huomini di huonao
di malafama . Or, io non uorrei, che mi riprendeßerß nel uo
[er ricercare qualifiano le hiaßmeuoli compagnie, io perfacilitar
('PK,IMO. ц
que/la materia , ui aro qui una certa dißintio'ne d`buomini a
mio modo, Cf/fuori del commungiudicio; percbe io confidero al
trimente la natura dellbuomo in uanto aß/leßinw altrimen
te in quanto alla conuerfatione ¿a congli altri buomini . Io gzogaädi
adunque bauendofolamente riguardo alla conuer/atione, pon- or
go tre /petie dlouomini , a quali daremo per bora que/ii no
mi buonucattiuifû текли! ‚ infn clie trouiamo loro piu pro
рту, @d piußgnißcanti uocaboli. cow. rPercbe/limate man . г . l
co proprie que/le uoci? льды. ‘РтЬе i due nomi buono , (ed щ «y Г Í'
темпа поп conuengono ad i/primer interamente quella [же `' `
dbuomini , сто intendo; (уч per meglio dichiararmi , ui darò „ma
lefjempio de gli buomini jam , i qualit@no propriamente quei Ёж mi'
joli, c hanno cofifattamente temperati in fefleßi i quattro bu- emma. t
mori, Ф le parti ßemplici da quelli prodotte ‚ Cty di piu со]? ben
proportionate l’altreparti da noi dette compo/le o in/lrumentall­
(cioe/ono i membri i/leßi)cbe luna cofa non ecceda l’altra nella
Дм debita mißtraJaqual/anità econceífa o non mai , odi rado, о
(т apocbißime perfone; ma nonßlafcia per cio communemen
te di cliiamarfani quegli ancora,cbeßi ben patiycono qualcloe in
temperie, odißiroportione ne’ corpi loro,non reßano pero di uiue
re, (т d`operare la maggior parte del tempo[Еда medicina@|
tengono in[тэта piu del /ano,cbe dell'infermo ­, cofi nomando
io i buoni, non uoglio intendere ßlamente quella eccellença di
bonttìalte non [тире alcunaforte di difetto, Cf) cbe e` qua/i più
rara in terra, cloe lefenicigma comprendo in que/lo numero tut
ti quelli, clie al mondo banno acquißato buon noma@ cbe s’ ac
coßano il piu cloe ponno allagià detta “денет . Or medef
mamente quando dißi mecanimon uolß intendere, che [fano la
metà buoni,@la metà cattiui 3 maßbene quelli,clie quantunq,
,f =‘ wt в к о
abbiano qualche di etto , piegano peropiu al ¿ene che al male.
(JV. Hora sìaßio m’aueggo , che queße 4011 поп i/primono à
pieno l’int\ento uoßro. JN. Forfeclie ragionando ci uerranno in
:5.215, L mente piu ассотто11411пот1‚@7]т 141110 111104111111401115124
поfempre àßguire, icattiui s'liann ofempre cifuggire, i meçani
non .floanno ne` afugire , neaßeguirefeyß non 110’10 temo di rom
Ilzdïdmbh peril capo al uci/iro ßoccaccio , cloiamerei i 1140111 11ф0111‘4Ь111 ,i
гроты 1411141 injopportaoili ­, i me¿anißpp0rtaoili. (Arf. Voi фи
{ЁЁРРШ‘ deretepiù 10/10 11 301141110 con la'mproprieta , clio con la rarità
delle uoci , (y per me rimango piu contento di queße , che delle
mmm». prime , (zj è piu cloe uero quel rProuerliio , cire i fecondi pen/ieri
jf? fono i migliori, orßeguite. мы: Glinfopportabili , @cattiui in
tendo io quegli louomini , che per uno ‚ д per piiifegnalati uitq'fo ­
no moßrati a dito ; (17 tenuti per infami, la cuipraiiica ёin 1141
to dafuggire , pere/7e non laßereooe il mondo tutto ad impedire,
enel mondo tutto non cigiudicaßeßmili , (E d'animo, (ij di co
/lumi 4 04'ф1 tali. CJP’. Egli étale l'alruß della uita nißra _,
clre molti uitq' loorrendi/ono diuenutifam igliari , (yr communi
in ßfatta maniera , cbc'l non bauerli , (9d nonfaperli e/fercitare
êtenutouitio', onde io 'duoito cließ hauremo a lafciar le compa
gnie de' uitio/ï , ci reßeranno pochi con cuipofsiamo trattare, (9°
caccieremo la conuerßtione in/olitudinegfzyper ucnir agli cfßm
мнет}.- pìîeuoi‘êplqtebqu antofianlogrilli; 1 oßefe ‚ one a îDio fanno per
mi. «о e e ificmmie,l equ fono/ooggi mai uenute in tanto
-aouß , che pocbißimißnogli liuomini', che non confermino, @i
non uggellino i loro detti con quefle'empie , @y deteßalili uoci,
{19 che non pen/ino con tali modi d`allellireiloro ragionamenti,
I
come faoéellijfe l’oratione con leÃgure, ne`uipotrei dir le ließe,
‹ .che 114 riceuute in orte ungiouine mio amico , ilquale nella /ua .
maggior
'P 1L I M о. 13 /
/
f

maggior coleragiurauafêmpre al corpo dellaдиптих:fnalmen i


tefu` coßretto,per еЛег tenuto buon corteggiano, a laß'iar la galli"
na,(f/appi`gliarßa i Santi . @el clfio dico delle be/lemmie, in
tendo anco di molt'altri enormi um] , i'quali hanno liorrnai­pre
ï
fo ilрежет nella maggiorparte degli liuomini` . Etpoi chefinoi
communi, io temo che nonЛи uana la propo/ia da uoifaita, che
s'lnabbia afuggire il commercio de’ tri/iu@je ¿lecito il dirlo ,
Tuttißamo macchiati duna pece;
(27 quei cbe in apparen(ajeno agnelli , riejcono infatti lupi ra..
paci, peggiori д! quelli,cliefono tenutiругать @talparред
to, cloe non crede in Cbri/io. лиц. Io :italie baueteletta lei/en
ten (a del Lirico_gentileabe dice, .А HMI.

Sono dai poco buoniauoli ` i . _ ад“.


1 nofì'ri padri al mal oprare intefi;
Onde[шт nati noi figli peggiori ‚
Majian daßai piti tri/li i Диет”!
Et pero non mi' marauiglio ß: doue nei primi Ред! erano rari
<glibuominialie maledicejjero il nome del grande lddio,borfono
rari Simi quelli , cloe no’l maledicano, @je dal mondofon tenu
ti o/ciocclii , д uili quei che nonfanno queßo сдают . Mafe
mi dimandate per qual cagionefiano tolerati co/loro in tutte le
compagniemon oflanrealießano piu tri/li, (9i meritino più ca_/li'
go di tuttigli altrifcelerati, io diro clie queflo auenga, perche noi
nonßimiamopunto Датßcbeßfannojolamente a rDio , come
co a , cloe non tocclri a noi,(2y'clie a ‘Dio folo appartenga il uen
dicarla, mafacciamo ben conto defatti, (zy delle parole, допер
tratta delnoßro тифа де11'ат!со ‚ @infomma ß tien piu
conto della спишите де1creatore, (Ы uedete bene che tale if
' D
_. 1-‘1’ *Kö
fende in publico adalta uoee il nome di Dio , che non арий: in t
un cantone aprirla lvocca in Lia/imo del ’Prencipe , д de' magi
rati. Coty. [o credo , che que/iinon facciano manco ecceßir­
di quel chefeceroicrocißßori di Chri/io. „(тю Ила lofan~
tio digran lunga maggiore, percloe quelli credeuano difar Ée­­>
rie, (27 fe lyaueífero creduto altrimente , e nefarelvßono rima/i,
ma que/iijanno difar male, (27 non reßano difarlo , lien
ßpete quanto fianopidgraui i`falli della malitia, clie quelli del
идиотии . 6.1? . Or fmteui prego, di dicloiararmi [в la`
conuerßtione di coHoro s'lra dafuggire , (tj/e la mettete [то
il capo degl`inßpportalili . лиц. @tei leßemmiatoriatro
“5" ' "':ci , che a ßnguefreddoftjpiu to/lo per loro diletto, clre per {Лёг
commtßi da colera, д da altra cagione,fanno que/la profeßione,
s'ltanno per mio giudicio, aporre nelnumero de glinßpporta
Lili . Gli altri poi , /e éen, come Cliri/lianolidouercfiefug
gire, nondimeno come corteggiano uoi non potete aßeneruene
non tantoper lafrequença loro, quanto per lala/o del mon
„мина do ,dal quale non[то tenuti nelnumero de’ uitiofi . Et perß
nirla,ß loa da conßderare ,clre la fama noßra dipende dal
mpmm' le uniuerfali opinioni ,le ualiloanno co/igran força, clJe con
tra d'eße la ragion non Za luogo °, (т perciò tiranno a fuggire
quelli, cite portano ilfegno in fionte , @che dallafciagura loro
fono fiati condotti atale , che fono cono/ciuti, Cty tenuti pu
blicamente per maluagi . cotte'. Et clre dire/ie s'io pratticaßi _
c'on que/ii come Medico delle loro infermità, come gelofo
della lor conuerjione? „шт. %4т10 uoipen/a/ie dipoterli
far tornar indietro , uoifareße operagrata a ’Dio, ф al mondo
conuerßndo con eßi ;ma queßi di cui parlo, hannofatto acri
fein делите loro al ‘Diauolo , лёд curano piu dellhonore,
œ .it i te Ёе. и
ne' delle opinioni altrui , (29 [то talmente incorrigilili, che piè
toßo diuentere/le uoi il connertito,chileonuertente. Maire
cio hifi/gna imitare i leuoni arcieri д iquali non driqeano le
[цене uerß ogni 'Uccello , ma ßlamenteuerß quelli, che Ли?
rano di poter cogliere. cuit'. „Quali huomini intendete, che ,
portino il fegno nella ß'onte,(y~jïano inßpportahiliâ лиц, „1 _ _M
uei, che per notahili cagioni fono in odio al mondmalcuni ­
per ртам Id’here/ia,altri perfurti, altri per ußire , (Ы altri i, э.
per altre Детище, aiquali :hanno adl aggiungere , i ruf- '
freni ,le тента ‚ i „или, i harattieri, i trappolatori,<9« . Í
quelli,.che per la uilta del loro e/Iercitio fono tenuti infami,
come i hirri ; (zj anco quelli , che di cordano dalla fede no.
ra ,come i Lgiudei э (t) hrieuemente tutti quelli c`hanno mala _
fama , ф che hene Лает) per loro demeriti uengono chiamati
con nomi alterati, (17 uergognoß in ßfatta maniera , che la
maggior parte degli huominifugge il: loro commercio , ф
reca a dishonore feller ueduta fra loro .’ с А“ V. Or, come
haurô a gouernarmi con alcuni, iquali/e hen per facciate(-y
¿a loro fono tenuti trißi da tutti,]ono pero cono/finti da те
per Apiu maluagi di quei c`hauete raccontati? JNM. 514117
ce per commun rProuerhio ,che ehi e` reo, (4 huonoe tenuto , вымыв.

uo armale aßai, che non e` creduto; tuttauia io pongo que..


ßisu la li/ia de’ [дрр0г14111цретс19ербандой/414 confcienf
(a uo/ira nel pratticar con ф? ‚ non e` pero oße/a l'oppinione
del mondo , poiche non hanno fama de tri/ii', ф hißgna
in cio ßdisfare _piti a `gli altri , che _a fe ßmfo , (9* conceder
qualche luogo all`uß commune. Calf. Veramente lujo ¿gran or., „и.
tiranno, Ф non so qual ragione uoglia , chegli dehhain> `alcuna “mmf
cojapreualere alla ragione. Et cometa trouo, tgl defici
‚ l 2 .
L n
д- i. t в не о
mi anaitroppo uicino , per non eífergli ßatofatto alcun con..
tra/lo, euenuto con lafuaforça da ре anni in qua` pigliando
tanto di terrenoa que/la Città , chefinalmente ba rotte le mu
ra, (y le minaccia bora ‚титрla uiolenQa dell’uß per la
troppa toleran@ noßra, ba quaßbormai foggiogata que/ia ra
~r_m¢_ dei gione . Еt che fia il uero,/e uoi/correte alcune terre di qua` da
Piemon, 8:
М Моим monti,come bo atto io nel mio ritorno di francia, uoi troue
rato , che p
:e 13151;? rete, cbe [то pafjate aduna uitapiu libera , per non dir piu li
55:23:31 centioß, dell'ufato ­, ф uedreteper le piaQQe alcuni di quei, elle
mi' fono tenuti nel numero de’ nobili e ercitar i con le carte, co’
dadi in mano con quella medefima liberta , c/oe fißiole, ufare»
nelleproprie сад JNM. Voinon mi raccontate сор: nuoua,
ma non piu` ui douete marauigliare di ueder quei tali agiocare
intorno alla рядка, cloe di uedere i Franceßa bere ,ß come in
tendo, alle tauerne. Et m'imagino ben anco, cbcßper aucn
tura qualcbegentilbuomo dipiů dilicato/lomacofara prifeßio
ne di ritirarß da quel giuoco, fly da quello ßiettacolo , non
degnercì di me/co aißfrà gli altri, ne uerra` /cbernito co'l ti
tolo,od'¢Ältero,o di ,Yauionidi Dottore,o di "Poeta . Ada
con tutto cio uoglio, cbe fappiate , cbe que/ia пиона/Эти: di
uiuere bain je qualche colorata feu/a ­, percbe фифа/Ваге que
/le terre di qua da monti, cloe uoi dite, da molt'anni in qua` con
tinuo ricetto de' joldati di diuerfe nationi, {l} paeß,fonoi po
polinonßlamente dtuenuti martiali , ma banno ritenuti, (уч
fatto qua/ipropri i militari coßumi. Cua'. ’Dunque три
di parere , cb’un`animogentile , (t) eleuato habbia a сопит/ё—
re con taliper/one? JNM. In que/io giudicio mi ß pre/en
tano due contrarie ragioni, perciocbe s'io riguardo all’ufo com
mune del paeß, il quale e`` boggi mai inueccbiato, @hafatte
' le ra
œ n 1 и с; з i.,
le илистым negara que/li, il luogo de' dejiderabili,@di te i
ner[icuramente la practica loro . Dall'altraparte,s'i`o mi riuol
go a conßderarealiequefto atto e` [cadaloßn (y di malфит, ,~
(9 дн generalmentein tuttiglialtripaefi igentilbuomini , (у
leperfino lien createßrecherelrbono a ueigogna d'eßer trouati ci
le carte in mano per le piaççmon manchereßoeрешившим clit'
ligiudicaЛ? degni deßerpoflifotto la rubrica de` uitioß,é‘/inß­
portalriliïutta utafra que/le e/ìreme ragioniio ne di terno una ‚
nel„щ, che mifa concloiudere , cloe que/lifliaêlriano ajoppor- ‚
tam-conci ia coßabefe ßenebannoper cöjuetudineque/io alu
o в uoi trouereteperò , che communemente non [ё ne eruona a
quellingordo , Ф uitio/ojínemue tendono alcunigiocatori , and
giuntatori , maß ¿eneper paffa tempo, @per maniera di tra
ßullo; oltre clie/appiamo , che nel rimanente della uita loro non
cedono ne` di crean ¿ame di bontame' d’opere a qual altra uoi uo
gliate natione . Et pero ioßimo , che non eßiendo que/io co/ìume .
ne „тиф ‚ al mondo , ne uitioß , Шpiegando quejli alle Ьио-ч
ne ‚ C17lodeuoli impreje , non Медиана in alcun modo a rifiuta
re nelle Йоги/1: compagnie. MV. и! mepare,clie [ia/pecie d`in
giiißitia il uoler concedera que/li quel che e` uietato a gli altri»
Шри—теплый oßanofar di uitio шт; ‚ (tyuolete , a quel
clo’io comprendoaiiejicome elecitoaßli Сingani il rulßare, со]? ›
ЬлЬЫапо priuilegio uelle fole terre digiocar in piazía 5 ma io
uorrei , che fi ricor Лёт, che le piaçge deonofcruire allapleße
per li mercanti, (lja МЫ)per legio/ire, per litornei,(9« per quei
lodeuoli/pettacoli, @trattenimenti , clo`appartengono piu alla
caualleria, (ул all'arte militare, che i dadi, (9 le carte; [i cloe io
mi perfiado, clfeß'i in que/lo co/Iume non nabbiano altra/cufa _
dafaluatß, che quella di ‘Eigene , ilquale dimandato perche gfâïenf
Ю 3
,- L i is ie о
mangiaße in piaga; percbenißioß , bofame in piaga , (er со]?
352131531; eßi quiuigiocano, percbe quiui ne uien loro uoglia. JNM. 59!—
;‘gx'jf f“- ßigna SignorCaualiere,clie ui rißluiate d’amar tali рее/от col
loro dfetto, (уч ui diategiudicioßmente a pen_fai e , cbe a cia/cu
na natione, 4 cia/cnn ‚шерифа cia/cuna terrafino date, fr] in
fufe per la natura del luogo,per lo clima del cielo, Cf]per 1'!п]1иЛ0
де11еßelle certe until@ certi „по, cbefono loropropri, inruitfl ‚
гжш‘ждз Wperpetui. Etficomeforifconocgl'ingegni пиши pellegrini
ñîgßipfgffïg doue el’aria pura, (драйв, coß riefcono piu web@ duri dune ё
piufolta (туф .f . Et quanto a co/lumi ‚Ёрш ‚ cliei Greci
dei.. quantunque­ßnêgolari di [аренду д`е1о<14еп<4‚ fono dislealifij
”мы“ in edeli, onde eanata in prouerbio,la<grecafede. Идею poi 41
tripopoli, a iquali ёafcritta per natural „та lindu/lria , C9'
l`ordine militaregfy per natural uitio l'altereqa, et l`ebbriacbe<
(a. Mlm' fono соло/ст!forti alle[метле 141511166Ы4 i di
faggiítjßno allincontro tenuti uanagloriojï, Cty milantatori .
м ui mancano altri,de’ quali ejempreßato tanto proprio l`ar­
direaìjla diuotione-,quanto еloro propria 14 uanitafiy limo/lan
(a. Et so clie non dubitate,clie ancora noi Italiani non 1241144
то qualcloe eccellenca non meno di uitio , cloe di uirtu ; (ij/e per
auentura non ui paregra marauiglia il conofcer di'uerß co/ìumi
fecondo la diner/ità , (29 gran oli/tan@ de’ pae/i, dateui 4 conß
derare come fiamo dißerenti ßlamente nel circuito dell/talia»
la @magnaJaTofcanaJa Lombardiaft/<9141!!!ßioi membri.
Rißringeteuipoi 4 mirare исп/до di que/ii membri,fzyßa ui pia
ce,ritirateui co`l penßero nel centro del À/Ionferrato, Cty' ricono
fcerete comefolamente il To, e’l Tanaro rendano diдети! di
lingua, dbabito, di uita, @di coßumi le terre tbe non [опа piiì
душе , che da una riua all`altra 3 ondeßn(apiu conteßi con
'P к, J M ОД 18
[Идею che tutte le terre lianno con le шт: ißeoipeculiari di
fet ti congiunti, (Ы quindi[неге chiaro, che fe l'altre non арию
di giocar in рядка, hanno per auentura introdotti de’ ту, (gr
in pullicofty in priuato piu abomineuoli dilqueßo .' 0r per non
perdere piti tempo intorno a que/lo capo, ui 'co,cl1e nä efolamen
te di/diceuole , ma e` nece/jario il /eguitar le diuerfittì de’paefi,
(уч de lla/an¿e loi-0,6»ßcomeßdice, '
Viuer in Koma col @man coñume.
CJP'. lofarei di parere , die lafciando quefioparticolare,[i ue-Ã
iii/je alle co/egenerali appartenentialla conuerßztione de`foppor
taéili. JNE. Eglii bene/pedir prima altre сорвет ancora
mifouerigono intorno al capo degrinftpportaßili 5 (уч con tutto ,
che que/fafa materia tanto ampia, clre nonje ne può ragionar­
a lia/ianea, non mi pare pero, che {идёт a paffare col pie`
afciutto la prattica de’ maldicenti , i quali con la falßtd delle lor
lingue tentano di de/irugger la fama altrui. coc V. Egli e’
hormai diuenuto сорfamigliare a tutto il mondo que/io uitioä
»come ilgiuoco delle carte a quelle terre , di cui balbiamo ragio­~
"nato, (9i clre per cio s'haobiano aßpportare le male lingue, il cui
numero e’ maggiore, che delle mofcbe di Lugliomefipuo cam
pare dalle loro punture per ¿ene,clrefifaccia 5e’l diletto di que/lo
uitio ha inßfatta maniera occupate le menti de gli louomini»
che molti neРта, iqualife len lvanno la/Èiati molt’altri errori»
non lvanno mai potutojpiccarfi que/io dalla lingua, (27 dalpet-`
to. JNM. .Qta-munque fafamigliare, @j grato al mondo Mamma
il uitiodel maldire, eglie pero in odio al mondo-,ä chi riguar- 'Ligand
da liene aluiuo, con/effetti , che el maggior uitio di colui ,che “ha
lieua l'amor del prtßimo dal cuor dun’altr_o , che di colui»
04
fа L r \ e iL о l
che lieua il anedi hocca alpouero,perch`e/i come l'anima e` 'piů ­
pretioß delcorpo, со]?e`maggiorfallo il torre il ибо all’anima ‚ l
che al corpo. cuit'. “Рит. c'hahhiate implicato contradi- д
tione,aß`ermando,che'l mal dire e`grato al mondo , @iin odio al ‘l
fêägfgf, mondo. лыж ‘Non certo, perche la natura no/lra ci inchi
‘ “MWL na ad udir uolentierii difettialtrui, Ctypar quaß che niun'altra
cofa ci apporti dolceqa, (уч piacere eguale a qucji'o : (Ы /i come
per que/ia parte ci diletta, co/i l'hahhiamo in odio perla parte no
ñraperche non ёalcuno, che patifia uolentieri d'e/jer hiafimato
neaa'ritto, ne a torto. colic. Che ci difpiacci'a dqßàr lia/i
mati non mi' marauigliogma per qual cagione credete, che ci
piaccia d'intendere i hia/imialtrui? ANN. [o credo , che ciò
auenga per colpa di duegran nemici, che hahhiamo in 'caß no
jira, dico “пили/4,627 l'c/imhitione, lequali fono congiurate in
noi contra di noi, (уч ci co/iringono ad hauer doglia del he
ne altrui, t?) a deßderare d'apparer noi ßli huornini di hontiì ‚
@i di ualore . Ma uoglio dirui co/a , che uifarà marauigliare,
(Ы uiparra` in tutto di/cordeuole dalla ragione. Calif. Et quaì
le г „ют. Cheduefono le principali lemen@ de' maldicenti,
una cattiua, che hauete afuggire, (y l`altra peggiore,che non do
uete rißutare. Intendo cattiui quei maldicenti , i quali [та ‘
tema,[гика uergogna, (дриад di/ìintione hanno acconcia la
lingua a раздайте, ff/diminuire in tutti i loro ragionamenti
,opuhlicu opriuati lafama altrui, non perdonando a chi che fi
[iaòprefenta òaßente , (уч que/ii molte uolte offendono pitigli
animi degli aß'oltanti nel raccontar i дует altrui, che nonfan
no quegli щи, che li commetteno. Et con tutto, che que/li hah
hianoilhfegno inдопишу/дано conofciutiper infami, nondime- . А
noperc efanno que/io alf/icio in paleßt, @allalilermw line
т к, i M о. _ s’.
Лиф infaccia, dourebbono ri/petto apeggiori,meritarfotfe com
paßione, piti tos'lo, che biaßmœcon'cioßache dimoßrano chiara
mente,che la maldicen (a e` cau/ata dalla шпор natura loro, @
поп dal merito delle per/one bia/imate, onde non[то molto cre
duti; (уч mi pare , che (реф) altro nonfacciano, che fig/(fiar nella
poluere, con la qualefi cauanogli occhi,perche biajimando altrui
fe/leßi condannano', (9 douepen/ano d’ef]ere tenuti Смотр
fanno /corger per Мот), per be/liali , (уч infipportabili . Ma
che diremo noi di quei maluagi мидий/Ёлка abbaiare ui mor
dono di najcofo, i qualißn quelli che s'hanno a comportarefe ben
fino ipeggiori? CJV, @tali intendete uoi _? JMM. Di que мамкина
di piu forni.
/li ce ne fino diuerß/ortiaheferi/cono pero tutti in un berßglio',
„Леши io li chiamo ma cherati, alcuni retorici , alcunipoetici,
alcuni hippocritiidlcunißorpionimlcuni traditori, alcunifalß
ru,alcunimordaci,alcuni beúfatorimlcuni incogniti. CJ I/.Voi Машин!
mfchcfan'.
mifateridere , con que/ie uo/lrepiaceuoli , (27 inu/itate dißin
tionigma quali chiamate mafcherati? JMM. Sono alcuneper
fone uanagloriofeJe queliquantunque nel tempo del carnefciale.
uadano a torno con la mafchera al uolto, hannopero a caro d'ef-f
[er conofciute; со]? alcuni maldicentißtto mafc era di mode/lia
dicono di non uolerfare il nome a colui,che biaßmano-,ma lo ac
cenano poi tanto chiaramente, che ¿conofciutoda gli afcoltanti;
ad imitatione di quel uillano, che dicendo a cacciatori,che la uol Един.
pe non era pa/jata per là,accennaua tuttauia doue era nafccyla.
Et fono alcuni di queßi mafcherati , ch'ejprimono parole , le
quali hanno una coperta di lode, @fono di dentrofoderate d'un
fentimenio di bia/imo, (д di beßa , фper dirla ,ßno quelli, che
ßcondo il prouerbio,hanno il mele in bocca ,eil ra oio a cintola. Prouerbía.
Maldicenń
corr: ,5t quali fino i retorici г JNM. „Фетиши; , che той“.
t : L I B к 0
con un certo colore chiamato da i теге/Ы dell'eloquençamccupa
tione, mo/lrano di n'on uoler dir male, Cf] dicono male, (ус peg- _
gio@ liieri appunto mi trouai in un ridotto d`louomini,fi'a quali
dolendoßnon so cloi d’un’altro, c'loaueua detto mal di lui . Io,
diffé , non uoglio raccontar linganno , cliegli uso a quella pouera
‚афиша? tuttauia le diede il nome, Cty leferite clic lifece dar'
una notte ad un'altrofidi contratti uДиму, cn`egli íafatti con
certipouerelli dellatal terra, le quali co e so molto ¿ene a men- _
te , ma non uoglio parlarne per non e/ ere 'tenuto mala lingua ,i
жжёт: сот’е jo . cÁppo que/li uengono i maldicenti poetici , i quali
Р feruendoß dellajigura detta c/{ntifraß , daranno per burla il
titolo di bella ad una deforme , (дамам/га ad una meretrice,
Cgi commenderannogli occhi di tale, clie baurala iii/ia тиф
жжёт cagne/ca . 0r uegnia mo a maldicenti bippocriti , iquali [то
l_ fpetie di dolore,(9~ di compaßioneper сжёг meglio treduti,uanno
con uoce lagrimo/a,(ŕ/con tarde, /lanclieparole raccontando?
lefciagure altruifly come clic qucßo uitio/ia com mune a molti,
egli e` particolare dalcune donnc,lequali allaitêdo/iin altre don _
ne,dopo i primißluti entrano fulito a dire, loauete uoi inte/a la
Идиш di quella sfortunata mia uicina? (9 quiui toffendo l'bi
oria, raccontano il modo, с’ЬеЬЬе il marito per me@ dunfer
uitore di coglierlafifl fatto , il muro, ondeßcalo l'amante, le Ьа
" ßonate date alla moglie, будил/Эта, nëpenßite clie tralafcino
un punto ­, ma più to/lo ui aggiungono alcuna cri/erta di più, ф
dopo que/la comincia un’altra a dire, [o uoglio pur raccontarui
(ma digratia la сора rimanga fia noi) un сир auenuto da [её
giorni in qu a, nella mia contrada . 0r ui lafcio рифт come
nel raccontar que/le nouelle,jiua con tali ragionamentipallan
do d’una contrada in altrafly rammemorando ifatti altrui.
Р` К I И 0i 30
can. L'annopa/jiito 14 Keinafiì cojiretta a dar licëça ad una
dellefue principali donne perÄque/ìa cagione . Haueua co/leia
Efsfpio d’.
nl dona по!
discute»

tutte l'bore. l'uffciuolo in manшёл? per lungońiatio di tempofit


tenuta donna difantiß'ima нимф per queßa opinione era di­
uenuta moltofamigliare di/iia /l/laeßà. Tuttauia in ржет;
д! tempo fi uenne in статика , cb'ella baueua unapeßima lin
gua in bocca, con 14 quale {ingegnaua di metter in difgratia qua
ß'tuttelaltre donne della corte. Et prima clientrar incum
po , ellaliaueua appareccbiatii [uoi mi/teriojî proemij in fi
mil orma . Io non uorrei Madama , cloe uifiandaliga/le, ne`
ui turba/le punto per alcuna сад: , cbe intrauenga alle ifo/irc
[Зенита ricordateui cbefiamo natepeccatrici, @yc/ie non eco/a
in terra piu раме di quefia noßra carne, con le quali parole ш..

падшем il deßderio , clfella accendeua nellanimo della


Reina d`i`ntendere il rimanente. Et con tutto cliella le nefa
celle inßantia , 14 maluagia donna lefupplicauapergracia ‚ clie
non l`aßringejfea parlar di cofi fatte ßiagure, (y dopo 1124
uer a/pettati tre o quattro affalti' , fnalmente quaß :firmata
afciugando/i<gli occ/vi daua principio, (уч поп metteua mai рис
alleЛее fini/tre relationi ; Ma ioßô ajpettando, cbe mi ragio
niate de’maldicenti fcorpioni. жми. `@ie/li diranno di но! fcorpioni.Maldinnli

jimili parole .‚ 10 non credodel, cbeßpoßa


Cty­ bonoratogentilbuomo trouare il‚ @lo
Caualier Сетка pin gentile,
ßime
Ё.

rei il primq del mondo, fenon baue/je una <grandeimperfet-A


tione . Вел ßpetepoi ~, tlfegli a gui/a di ßorpione comincia a
ferirui con la coda , (уч foggiunpe di uoi со/ёpiene di исчадие; ›
фд! uituperio . c/lltri con piu artificio/a maniera diranno .
Maladetteßano le tri/ielingue, che non ceflano mai' d'oßen- ‘
derei buonufty leali buorriinißäA non perdonano anco 4114141 ‚
ze t в к o
ma del Signor Caualier no/lro ‚ лёта: ‚ non oßante cite/ia tut
r ’­ to bontà@ corte/ianrouanoa dire, clfegli e` altero, (27 maligno,
y clre per danari baoliafattoßt detto,et quuufen¿a rißu'armo .
uotano ilfacto. CJV. Io u'intendo. @e/iißponno dar mano
con quelli, che accompagnano /Èmpre il sì col md . Cbe dite del'
535532“ maldicenti traditori? ‚шт. .Ye perauentura riceue/ie qual¢
clie torto dal uoßro ‘Prencipe , (dper maniera di {fogarui ue :eenl
dole/ie in confdanqa c5 per/tina, laquale andaßea paleßrglielo, L
non uiparreôbe egli un maldice'te найдите? a/jaßino? CJP'.
Voi dite il мета) queßo i uffcio peculiare delle conn@ molte
uoltei Trencipi defideroßdi japerne la uerità , lianno data oc
cajione di duello aßeruitori , @so , che per fimil cagioneßfino
condotti de` caualieri in/leccato , doue per non re/iar l'uno col
nome del maldicente,0 l'altro del calunniatore,liannopoßo/ï­
ne non meno alla uita,che alla querele loro. JNM. Sotto арфа E
capo io comprendo i rapportatori, chefanno uolentieri la fpm, е"
refei'endario,<'9i ancogli fcommentitori, oßminatori di di cor
dief# tutti quellil clic riuelano i fecreti altrui,iquali quanto
Hmm?, error commettano lo la/cio dir a uoi. cJV. ll manco male, che
23222.“ f“ meritmo que/ii e`, clie Да loro cauata la lingua , come la cauo
‘" Gioue aduna certa ninfa , che riueloa Giunone ijuoi[furtiui
amori; nel qual errorefe cadono molti , non mi maraug io ,'poi- ~
clic naturalmentefacciamo contra/io alle со]? uietate, onde/o
leua dire unfauio,cli'eraptufacil сор il tener un carßone ardeni
te, clr`unaßcreta parola in bocca;per lequali ra ioni io mi mun-
uo a dire che enen pago colui, chefcuopre un /âo intimo penfie- l.
ro ad altri,je neceßitiì по? coßringeqfercloefecondo rlprouerêio i
Proust-blo. ­ \ ­ ~ ­ ­ \ \ . .
Rífpolhpilf eruo d`altrui t a ì clndtceil fuo fecretoa clnnolta. Q'шт:
«wie ан... torna a mente l'eßempio dan feruitore , ilquale lrauendogli
[шайки-с. .
un Si
f K .Í И О. sl
un Signore donati certi ue/limenti ,gli dono/uhito ad un fue
amico, di che riprendendolo il (Padrone,egli rtfpofe, perche uole
uate, ch'io li teneßi,fe nongli hauetefaputi tener uoi г .Qießa
medefima ri/po/ia cipuo dare chi non tiene occulti quei fecreti д
che non halrliiamo aputo contener noi 3 C17 dobbiamo tener per
fermo,che le сор dette all’orecchio , per lo ритма pulilicate nelle
риса . Maß' e` gran ¿ia/imo il riuelar il [вето altrui, e al Secretsíí Г.
по pagati ‚
l'incontrofegnalata шт) il/aper tacere,(9~frenar la/ua lingua; perche las.
шло.
(уч ßßamo tenuti a racer il ßcreto dell`amico, tanto maggior
mentefiamo tenuti a tacer noialtri Secretarq' quel del'Tadrone,
ilquale ci paga perche tacciamo , C9 erche Дата imitatori di
quel Greco, ilquale effendogli detto,c egliputiua la hocca, ‚тю "_‚. . -‚

fe', chegli putiua per li molti Детей ‚ ch`egli ui haueua lafciati


marcir dentro, il che ji puo intendere nonßlamente de' fecreti
altrui , ma de ßioipropri; (уч certamente chi ha a :armoire/lia
no occulti ifuoi pen/ieri,nongli fcuopra adaltri, »rafa/enem
rio dife/lego. Ma mipar qua/i [Тети u/cito fuori del no/lro
camino, (27 perciò/arril liene, che torniamo ,.piacendoui, alla di
ßintione de’ maldicenti.> „яиц, ми il uo/iro тещу/т
tentio/o dißorfo e` uenuto a propo/ita, (90 l` ho fen tito uolentieri,
corne cofa,che non uiene da fecretario doeinale. Or paßiamo a Машин,
шип).
maldicenti al arq', la cui malignitoì e tale,che ui тафта dha
uer detto, o fatto сор: che non риф/й mai ne` difar ‚ ne di direz,
nelqual atto riceuete heneßtejlo ingiuria da due per/one, cioe` dal
calunnŕatore, che fecondo il rProuerhio , dice uillania alfordo ‚ Pinocchio»
ilche non ёaltro che accufar Идёте, (у la riceuete da colui, che
fin¿a uolerprima intender ilfatto, e' predio a dargli credenea.
Que/io e` ueramente troppogran uitio ­, @nel numero di que/ii
falßrq' io pongoparimente coloro, che hauendo uoi detta unaFn
\

l
z ‘~ I. I B n 0 ` 4
tenga con [ana mente, le dannofaifa , (9i perueiß interpretaà
Maldícentì tione. `Yeguono i maldicenti mordaci , длина bottonialalla cui
пеший.
bocca {ацетат alcuni brieui detti ,iquali ferifcono. piu ,che
репе: cuori altrui;@ß ben motteggiangieljo il uerofmo pero
uitio/i, perche ciòfanno con animo torto, ingiuria/monde Бае—
qui/lano bia/imo, tty maliuolen (а; (уч fono co iindifcretify in'
filentiahe uogliono piu to/ìo perder unoamico,ch`una parolagne'
ponno eßi coprire i loro detti col manto odipiaceuoleqa, o di
grauità in ßfatta maniera, che nonfifcuopra la malignita 10—
ro. Maß come/ono degni di biaßmo quei,che con tali punture
ifmouono altrui ilßngue, сор meritano fcufa, Cŕ/ perdono quei,
che prouocati rißtondano motteggiando, Cty que/le тлю/й ua..
gliono il doppio,di cheß ne raccontano mille eßmpi ', fragli
Angulo Ialtri e affai diuolgato quel d`¢Áuguflo ,ilquale abbattendoßin
„loucg -
gm. .
un fore/liero, che molto gli a/fomigliaua ,gli dimandò fe fua
madre era mai[lata a Юта ‚ uolendo motteggiare , cheрану]:
ejjer fgliuolo di ßeo padre, ma ilfore/liero non meno con ardi
re , che con allegreQQa ; Mia madre, rijpo/e, nongid, ma/ibm
mio padre. ежу. ßen' e uero, che chi dice quel che uuole , ode
штата quel, che non uuole . JMM. ‘Tre/fo a queßi uengono i bef
ЪеЕаюд-Ь
fatori, ofchernitori, iquali sfaciatamente , (уч/ел ¿a garbo ио
gliono pigliatfigiuoco d'ogn’uno,(9~/ono piu facili a petßader/i,
che riefcanofaceti, Cúpiaceuoli , che a raueder/i, che/ono igno
ranti, Cdpriui di creanea. CJV. “Риге/Этна cofa all'huo
mo honorato ilfentirßbeßareda que/li infolenti , (17 ne riceue
uno fdegno, che malamente [i digeri/ce . JMM. Co/i pare.
a me ancora, ma bißgnauhegliji dia [шифр conformi a uel ì
Filoßifo, ilquale eßendogli detto, che alcuni lo burlauano, „дар
ffii mi burlano, ma io nonfino burlato. Et ‘ueramente ¿Minn
,Ny I Mio; 30
grande errore colui', ilquale crede фу lecito ilfar/ibdfe d’altro, '
che del male . Ke/lano liora i maldicenti incogniti, iquali t'af насевшей.
Maldìcmû
\
fomigliano alle limeßrde , (дурно di due /orti , cioe in/crittu- ~
ra (ty in figura. 1 primi con paßquini, (prlibelliinfamatorq~
trafggono l'lionore altrui, фque/ii per la maggior parte a guiß ­
del­folgore , che_faetta lefommita delle torri, (9de gli alti pa
ша, uanno a sfogar il loro ueleno contra ‘Trencipi , (9 grandi
Signori . [fecondi ßgliono con tauolette, (уч pitture rappre~
firmar louomini, (yi donne in atto fconcio, Cty uergognofo.
Coti/2 Mi ricorda, cli'in una Cittafamo/a fu affßz di notte
Гimagine naturalißima d`loungentilliuomo l/iipra la porta della
fua сир, con un paio di corna in capo. „псы. Que/ii fino
atti uituperoß , (9i meriteuolipiu di ca/ligo,clie di bia/imo. Ma
egli èloormai tempo di metter[пед que/io difcorß , mi par
qua/iche mliabbiate a tener mala lingua,col tanto maldire de'
maldicenti . Et percio raccogliendo in uno tutti ino/lri ragio- -
namenti , dicoui,clie que/ii maldicenti ,fe benßno odio/i, non- -
dimeno perche non/ono egnati nellafronte, (zj non [то com
munemente efcluß dalla conuerßztioneA de gli altri/ouomini,
non poßiamo rica/are di trattenerci con loro , fly di fopportarli
il meglio, clic/ipuò. C .A if. ‘Toi che non uolete, cließfugga
la prattica di от]?! appcfìati,mi parrebbe cofa utile, (9mo
ceßaria , l'injegnar qualcheßcretov,ßfapoßibiledapoter/icon
_ßruar intatto :dal ueleno delle lor rabbioß (9| ßrpentine lin
gue. JN'N. Giu/lißima e` la uo/lra dimanda,alla quale[о Modo di ‚р
ceder_ con i
didaccio con poclieparole , dicendoui, cloeficome alcuni anima maldicenti. g
\
li douendo combattere con ferpenti, ricorronoprima a certifsm
plici , iquali mangiati bannoforea di reprimere, (ly morti
[саге illoro ueleno i сор noi batiendo Лифу combattere con
,_i-ß
'_­ŕ___

I. I В к 0
maldicenti,dobbiamoprepararci di qualclte opportuno difenfiuo.'
(tjperme non ui trouo ilpiiìficuro rimedio quando,alla pre/En(a ч
noßra, il maldicente фат lafßlata lingua perferir alcuno,clieI
d`abbafjiire il cigliofty' non mo/irarcipunto uaglii del fito mal
dire, parc/oe allliora ilmaldicente bail prurito ii piçgicore nella
lingua , quando s'accorgealie noi babbiamo ilpiedcor'e nell'orec
cliie, Ш allliora s’a/Íiene dal maldire, quando ci rendiamo duri
ad alcoltarlo, (Ы ben fapete , cloe le faette nonfi piantano пеГ
[4Л0 ‚ пище! parimente non pianiano le lor maluagie radici,
,me i „L e non доне trouano il terreno mollefzyacconcio a riceuerle. Et
ÈÍÉÈ'Í“ è Ы‘ dico di piu, clie e uogliamo con diligen¿a ricercare qual Да piti
grauefallo l'udire, o’l dir mal d`altri, confe/ßvemo allaДне (со -
те altri bannofatto) di non faperne dar giudicio, (уч nel uero
cliipreßa benigne oreccbie al maldicente,gli da` occa/ione dipecé
care, rade uolte auiene, cbegli non /ia parimente buomo di
mala lingua, (9 par qua/ia colui, cbe parla di non errare, ò al
meno dipartirper me@ il [со errore,dandone la metà all'afcol
tante, (zj'pigliandone l`altra per fir-,Cyr quindi auiene, cloe agui
a di due ciechi, clie/i conducono a loro, cadono amendue nella
fri/Ia. Cbiudiamo dunque l`oreccbie a cofloro , (9 со]?facendo
freneremo le loro sfrenate Ьш-Ьшу acquifleremogran lode, С!)
credito pre/fo agli liuomini di fano inte letto. Etß come ebe
ne il non con entire, tbe[idica male d’alcuno , со]?1atto digran
deqça il non tener conto del male cb'altri dicono di noi Cty ci dob
biamo ri/olui re defßr coßnoi Signori delle rio/ire oreccliie,come
мю дм- е si della lor lingua, imitando ilgrande wle/jandronlqualefa
l f'd M ` `
ё“: ¿inn-Í cendo guerra contra un'altro Kn@ fentendone dir male da
un maldicen
ш uno de /iioi fildati , lo ripreß’ agi'amente,dicendogli; io ti pago
percbe tu combatta col mio nemico , (i9 non percbe tu dica mal
0
di lui.
т 1L t м о; si
‘ _lauanodi
di lui. Ellui,
medefimo cÁldfandro
non maj/iro intendendo
alcun #gno che'alcuni/par»
di uendettagma faggia- каш:
Í
menten@ con real mode/lia rifpofe,ch’era co/a da ilfar he-` i.: .q ­
ne,(’9‘l`udirmale. CJV. TuttiiJignorin'on hannolo/ioma- `Í '\ -l
в
на...“
_co ара/Летит. JNN. rPercertofe e`malel`ofcurare lafa
ma de` priuati, e molto peggio il uolerla con rPrenct'pi, (orparti
eolarmente con/iioi naturali LS`ignori , @que/ii meritano d'ef
fer odiati da tutto ilmondo ,poiche col mal dire liprouocano a,
ч“'
fdcgnofŕ/molte uolte dan-no lor cagione di mutar coßumi , (9 с
d'humaniftjhenigniglifanno diuenir a/pri (уч crudelimeipom,
с,“
no fcußrfipercheui/ianode’7’rencipi maluagi, ау tiranni, p ‚ _
.concioßachegia hanno riceuuto il commandamento chti/liano, :ggëiis'iälag
che dice o huoni, ‚Ь di coli, in confirmatione delquale uiene 'dvibbidiîrlu
uel detto. 5е Í'Nerone fareìtuo .Yignore, hah/n' pacecon lui.
CJlf. _ Hora che jiamo uori delleÄoinofe lingue, hauete uoi
in mente altraforte di per/one, lequalisitahhiano/e nona de
ßderare, almeno a comportare nella rio/ira conuerßtione г
JNN. ‘Dimandato un filoßfo qual lie/lia al mondo fuße :mi:
di tutte la piu uitiofa, rij/po# delle jeluaggie il maldicente , Р‘Ш‘Ы“
delle dom #liche l`adulatore ~, (zyperciöv ßimo che`l noßro ra-­
gionamento haard ordine , (я? non farà punto caßale , ]ё
hauendo trattato delle lee/ii'eßrluaggie, tratteremo hora del
a
le dome/iiche, dalla cui lacca/pira un ueleno/o fato , che am-`
,rnorha lanima di chi pre/la loro orecchie. CJ If. @te -_
ßi doue li mettete uoi afedere ,fra iföpportahili , o fiagli in[2];-=
portahili .P J NN. Ve ne /ono di dueforti ,altripaleß, altri “щит“
due forti.
/ecretigipalefißno quelli,che sforçatipiii to/io dallafame,che da
altro faccrßano uolentieri alle perfine potéti, etfanno со]? hene
andar a uerßmhefanno loro,/econdo ilprouerhio, ueder lucciuole Р‘°“°‘ы°'
\
L 4I .l К, О
per lanterne, ojono almeno certi difar loro горчицей s'ac qui
/ìano il nome nonßlo dadulatori, ma di ôußoni,('iyparafi`tr`,co-­`
Nîceña :du
Листе cPA
me un certo ‘Nice/ia , ilqual ueggendo le торт fungere igor le
lcßlwdro . maniJJor lafronte ad улетит, o quanto diße арфе mofclye
/ono da piu dellaltre, poiche Íoanno lagratia diga/far il tuoРт
gue regio. Voi uedete anco le commedie degli „1111107 de' mo
derni fornite di que/li Gnatoni, i qualupoi cneßno moßrati a
ditmf/reino afuggire come inßpportaßili‚(29 come Íouomini uili,
(lj di niuno ualore , (уч 4 quali molte uolte u_engono date delle
биде ßpra le/pallem'y de 1fregiДН uifö. Etß come la Simia,
la quale non eUendo luana 4 guardar la ca/a соте il cane ‚ ne` 4
portarflafoma, come'l'aßno,o’l cauallo, ne` a lauorar la terra co
те il óue,]ï acconcia afarci ridere, Cty a[тратит mille diffre
gi; со]; que/li non bauendo per le mani alcuno lioneflo ‚ ф utile
фунт, fi danno al diletto degli occhi ‚ (lj dell'orecchie altrui
con uergognafů` infamia loro. 5eguono poigli 4014141011‘Д’с11:11,`
1 quali [шалит damore, (уч di carità uanno con трито
nel??7con artifîcio occupando 14gratia altrui,(ìyl con lafor@ del
le loro falß ragioni lifanno cadere in molti errori. со! If. @des
ßi ,fc ¿en comprendo, gli ammettere perßpportalili. JNM.
Difcorfo in un@ СИЖУ. Et io direi, che s'lyauejjero aporre nel nume
lode деН’а
duhtione.
ro de’ de/ideralili. JNM. rPerche? Conf. ‘Pereira/e ¿en
tutti
la Liaßmano
laudano l’adulatione
col cuore con la linclrgeßa
, (уч uiprometto, ua , tante
tutti 011442441,
nondimeno

(9. nationi ‚ сЬ'ю bo pratticate, non 170 mai 112511 ad loora tro
uato cuor d’louomo co/i fera , (9— jeluaggio , с е поп /ï Да in
cenerito al Дюна delle lufingloe ф delle adulationi °, (29 dopo
lunga fŕerienQa ‚ mifono alla fue certificato, che tutte le per­.
/one digran ualore ‚ (94 асш1/З1то ingegno [i compiacciono
- 1’ к I M о. 47.
eßremamente'non men d’adulare,che дури adulate. ßen fa
pete,che /e uoi mi uole/le empir di uento , (27 mi ueni/le dicen
do, ch`io unforte lottatore , ouero un eccellente mufico , lo
riceuerei'per ingiuria,eUendo iopriuo di que/leparti5 ma quando
uoi eßalterete laforma de` miei caratteri, (yr lo /lile , o qualche
altro membro della mia rcfeßione, io per mode/lia faro alquan
to lofchfo, ma ne fentiro un contentogrande in me medeßmo,
cdiperche io miper/nado , che tutto cio , che uoi direte di me, in
que/lo foggetto ,fiapiù che uero,come perche naturalmente io de
fidero д’етг lodato, @so dhauer letto , che dimandato Temi- remitan.
ßocle qual uoceglipiacejjepiu` nel teatro, quella rifpofe , che rac;
conta e mie lodi; @yqueßo dejiderio e`comun-e a tutti gli huomi
' ni, iquali/ono со]? uaghi digloria,cheрека mi/urar il merito
braid/enea conßderare/e Депо lodatia ragione , o a torto , [i
la/ciano uolentier ingannare, flyaccettano queßo uffcio in buo
na parte, Ф ui dico dipiu , chefe uno di quelli Gnatoni, @7 pu
blici adulatori , di cui hauetefatto mentione, entraße nel cam
po delle mie lodi, io diuerrei Traßme, (с? l`aßolterei con infa
tiabilgußo, dandomi acredere , che fe ben egli[ИЛЕ adulatore
congli altri, non loßrebbe meco, (ijgli neßpreigrado, C17 uor..
rei in quelpunto che uifußeropreßinti i miei amici ,ffy tutto il
mioparentado . `Queßa,.5`ignor Mnnibale , queßa e`la uia da
procurar/idegli amici , (9- degli honori , C@ hormai fin chiaro,
che chi non sa adulare,non sa conuer/are ­, (уч ho udito ungran
Signor Franceß a direa /iioi amici, adulatemi, che mifate il
maggior piacer del mondo; еду/Баш! pare, che l'adulatione
faccia incorrere in errore , a me pare il contrario , percheßcome
a chi e degnamente lodato,glißaccrefcel’animo,coßchisauede
деде} lodato a torto,injirimorde; (27fe l’adulationefuße uitio,
E 2
:f i. .r в к o ­
{падёт non l'ußerebbonoidifcreti padri,nêi giudicioji mae/iii неф;
’,{fff i ’ 'ggf' fanciulli, iquali/e ben non ßnno perfettamente parlareai legge
“Mü' re, ofaltare, non re/lano pero di lodargrandemente ogni loro pic
$325,111; ciolo atto, per inanimarli d`auantaggio all'opere lodeuoli', C17ue
" ldete атом/ос la natura loa infn/a l'adulatione infn nelpetto de
fanciulli, iquali corrono adabbracciare , (27 a baciare i padri ‚
quando uogliono cauar danari , oaltre coßiccie dalle lor mani;
@pare anco,clie non meno Floabbia inß'gnata a mondain/ieper
0mm, ,du riceuer limo/ine intonano l'oreccloie altrui con picto e noci ._ ‘Di
im' piu ponete mente agli accorti Oratori, iquali condifcono le loro
infalate con lolio delladulationeíijinjegnano i modi di procac
ciar beniuolen¿a per ottenergratie da rPrencipifzîMagi/frati.
Amanti :du
‘Ne uoglio anco lafciar adietro, lejjempio de' faggi amanti,
дано. iquali (y in uocc, (уч in ifcritto chiamano lamata nor patrona,
bor cuore della uita loro, lior ani'ma,bor/peran<a,con altri nomi
lujingbeuoli, (gr la mandano in paradißi dandole ti'tolo di rDea,
(уч nominando leДе belleeçe angelicliefyr diuine,i dentiperle,
le labra coralli, le mani auorio, (9* come dige il rPoeta ‚

. La te/la orßno,calda neue iluolto,


Ebeno i cigli ‚ ф gli одет/оп dueßelle .
Il mondo perрты, ёpieno dadulatione, (9 con ladulaiionefi
\ - . . \ . . -
con erua, @r e lioggi mai piu in ufo que/lo фата ‚ clie le barbe
in punta. Et „шаек/ж tutte le perfone per/iar in paca@ man
§31:‘22m tenerjiin conuer/atione , ß adulano ßambieuolmente non clic
,cigeeägqggà ragionando кто tacendo; (y fe ben ueggono polite le uefii del
'1°' rPatrone , о dell amico non lafciano pero di fcuoterle con un
lembo della cappa,comefefu[fera ­maccliiate di poluere,c`i di'fan
go; (yr [то molti, clic mentre altri parlanoquantunq; no' Fajcol
_ tino
‘P R, I M О. 3s
tinofanno pero cenno col capo, (27 inarcano le ciglia, Cf] uogliono
in ogni modo con qualcbe atto compiacere (y ßdiifare all'ami
co, ilcbe non ealtro clJe adulatione . Sapete pur anco, cbeßamo
naturalmente nemici de`cau'illoß,(1j ß/i/ìi, i quali ad ogni no..
ßraparola ci contradi'cono, @cercano i pelo nellïouo, Cty quelli,
clie confentono a no/lri difcor i, ii con la lingua, ö co igeßi, ligiu
dicliiamo amicifdfecondo il noßro cuore, @portiamo loro af
feriionefty` con effi uolentieri conan/lama@ riceuiamoladu
latione in luogo d'bumiltiì,(’9‘ di beniuolenga in/ifatta manie
такое clii non ci adula,lo/iimiamo ii ‚тат/55 fuperbo', (уч e`
tanta la noßra uanagloria,cbe quandoДата lodati, e ben с!pa
re, cloe la lode >ecceda il merito, nondimeno l`attribuiamo piu to
ßo afoprabondança damore, cbe ad adulationewefentite mai
alcuno,clie menta altriper lagola perfal/a lode,clie glifia data,
an ¿igonfio di uento , (у д! per/iia/ionegli ri/ponde tutto lieto ,
l'amor, cbe mi portate , ui a dir cofi. Сon ragione adunque un Detto d'u.
no данью.
re .
certo _adulatore еде?) до auuertito a uoler dir il uero , ri/poß’ , che
ßuuol dire , a с17! 10 uuol udire; ma clii lo uuol udire? Crediate
pure, сое/1соте 14 uerita partori/ee odio,со]! l’adulationegenera
amorefzjfiì buon/lingue. 10 loo uoglia parimen te di dire , tbe
tbi leuaße l'adulatione del mödo,leueilebbe la crean(apercbe noi
facciamo di berretta a tale,cbe ci `e`nemico, ff]tale ci da il buon
giornoalie ci defidera il malanno, @la mala pafqua. Ma cbe
uolete? bißgna adimitatione loro rallegrarßin ui/iaftjjoggbi
gnam@` befar l`arte con l`arte тете. Etfi соте !1 uoler 0/1!—
natamente contêdere con l'amico euitioaoße uirtiì,et crean ¿a il
japer coderen@i piegare, (суш/214781: il pregio,come fece laccor
to c/inibino pre/ß il ßoccaccionlquale lafcicidoji uincere da quel
la Signora, algiuoco degli Scaccbilebbe la uittoria, e’l trionfo
Е e
= 'f L i в к o .
dellagratia[от . Si che iogiudico ui'rtii il/aper magnißcar con
la lingua, Cf/lco i cenni lopere altrui , 629 dar loro di quello , che
älgußlifńîï uaniio cercando. J NN. Voi hauete molto ingegn o/izmente lo
м ­` data l’adulatione./lda perche l`opiiiione mia e in tutto di erente
dalla uo/lra, i0 per non parer adulatore,uengo ad oppormi alle ra
gioni da uoi aßignate. Et primieramëte ui dico,chegli huomini
perla maggior partefono adulatori di loro mede/imi,colfar/i a
credere dwer quei,che nonfono, col diletta r/ipiii d'apparere,
che d`e¿/]Íer ualorojifyrperciò danno piti che uolentieri orecchie a
gli adulatori, da qualicredono d'e/fer [ваттпоп adulati'ßn
(a conßderare, come hene hauete dettoßßano lodati a dritto , o
.a torto-,onde non êmarauiglimßa communeinente [то gratigli
adulatori, ma gli huomini di fana mente , (9i che conofcono fe
[243,51 lor merito,fe hen naturalmentefino defideroß di lode»
nonfila/ciano pero in nocchiare , ne patifcono uolentieri deller
falßmente lodati', pofciache la fdl/a lode non e`altro,che heßa ;
ne`ui/iimo io со]?uanaglorioßime di со]? acile leuatura, che qui
do io nel dir le uo/lre lodi ue ne mefcolaßi dentro qualche una ‚
ch`eccedeße il uero,non me ne de/ie bia/immo con parole manife
ße, ii tacitamente nel cuor uo/lro. CJу. Eccouiferito con le uo
re arme, perche lodandoiniper huomo,che non comportereid'ef
fer lodato oltre al mio merito,uoi m’attrihuite una uirtii , che in
me non ¿Cty uifcoprite щим-ед hejfatore. JNN. Sarete
pur uoi il ei'ito, perche hauendo uoigitì detto,chefe uißnti/ie lo
dato da un’adulatore , non credere/le , ch`eglifu/]ë adulator con
uoi, (27 non comportando hora, ch'io ui лип/„фа una uirtii ‚
laquale negate d`hauere, contradite a uoiДержуfate parer me
‚шт OPL uerace, (y non adulatore . Oltre a cio dicendo io , ch’io ui ßi
'ggf “°“ è то per/ima, che nonтощие d'eßerfalfamente lodataiquq/ld
‘P к 1 М 0. 36
non êlode,ma piti toßo una buona opinione , elfio bo di uoi 510—
de ßreblre ­t'io aßrlutamente dice/5i, cke/ete lruomo, cioe non dd
orecchie agli adulatori. Е1 pero non Íoauendo quelle mie paro
le ßgnificato di lode, non hanno anco potuto riceuere interpreta
tione, ne fo/pettod adulatione. Orfeguendo il mioflo, io re- ââqlläqrââ
plico, cloe 1`11140то реи/0 non conß'nte alle[ат lodi degli adula- “9°
tori, iquali s`a'/]omigliano al Tolipo, (19 соте egli uien muta»
do il colorefecondo lajpctie delle co/e, alle quali facto/ia, сор ф’1 1 l
mutano opinionefecondo ilgie/io degli afcoltantifzj/ono chia- _ _
mati da un"anticofcrittore amici nemici, perclrefotto le dolcipa :me nm'
role hanno l'amaro,etuelenoß/entimento nafciylonn quel modo
che ßà nafeoßo l’loamo nell'efca,o'l/eipe tra ifiori-,flyjono imita
tori del éeceaio , chegratta il porco con la mano per dargli della
ma{{aßi’l capo. Weuale il dire, che l'adulatione тир 1240110 if
[тифс11е libuomo ingiu/lamente lodatofi rauegga, (гурта il
rimordim e'to della confcien (тресте l’accorto adulatore raccon
cia со]? irene i pani addoffo al cöpagnomhe non ui paiono le cufci
turefljs'appiglia in сорfatta maniera alle coßs uerißmili, che le
3га
АE
‘‘ fa riceuere per uere. Е1 con tutto,cloe alcuni ualentifcrirtori han f,Difñcílmëte
amorce
Padularore
¿tano trattato de` modi co’ qualiß cono/ce l`amico dalladulato- шгшясо.
re, nondimeno eco/a molto malageuole , per non dir impoßißile,
il confeguirque/t'a сот/Ежи ‚ coß реж/де 11 mondo e ripieno di
que/ießere domeßicloewome perclre nößpuo chiaramente difcer
nere quel malen/oe baßmëianqa di ¿ene-,onde Ьё ат un ualít’
buomo,cloe[1 соте 11 lupo ёfimile al cane,coß l`adulatore all`ami
co, et che Éißrgnaguardare, cloe non pigliamo errore, {7 che pen ­
fando di metterci inguardia de’ cani, non cadiamo in preda de’
lupi. Ma poßo cire/entrate l'odore dellafalßi laudemoÍ/entite pe
ro in uoi Лет) quel rimordimítoaloe uoi dite,percne quellafalfa
E 4 '
L t в к .o
laude ha qualche apparenea di uerita, ui e` data con intentio
ne,che la beuiate per giu/ia,C17degna. Vengo hora a gli eßempi
de padri, i quali dite, che adulano i­fgliuoli, per inanimarli alle
„та; Ф de'_figliuoli, che allincontro adulano i padri,per trarne
qualche piacere,¿’9 ui dico che queßißno due сад di erenti. Il
primonon e ueramente adulatione,perche non ha in e alcuno in
ganno. CJV. Won ingannate uoi ilfanciullo, ehauendofat
„gmc l., to un picciol falto ,gli dite che ha faltato benißimo? JM. @e
мы“ ßo e` inganno buono, (9' деткам a lodeuolßne, @i utile all'in
gannatogji come noi medici inganniamo talhoragl'infermi,dan
do loro ilßigo degranati per uino. CJV. ‘Taßate all'altro «Лёт
pio de fanciulli, che adulano i padri per cauarne допито altro.
JMM. @e/lo, е io non erro,ha bifogno dipiufottil con/ideratio
пе‚Ф conuiene prima ricordarßuhe alcuni huominifigliono per
acqui/targratia, confermareftjlodare tutto che diconogli altri,
ßen ¿a punto contradire. «Alcuniper Foppoßtofanno „(межо
пе di litigio/¿(17 di contra/far ad ogniparola abran@ que/ii due
e/lremißno uitioß. Orfea loro ui e` laßrada di me@ , laquale
tengono quelli,che conuirtuofa manieraДети a luogo,fzytem -­
po, @fecondo il debito ammettere , ributtare i detti altrui,
come conuiene all’huomo da bene. Zißignapoißpere, che quei,
che uanno al uerß di tutti,con intentioneßlamente di dilettare,
s’hanno a chiamar piaceuoligma quando ciofanno per trarne uti
le,fono ueramente adulatori. @elia di/lintione uiene ( соте
uoifapete) da buon mae/iro , @fecondo e/ja s`hauranno a chia
mar adulatori ifanciulli , che careçîano i padri per hauer da
nari. Ma quì conuieneinnalzare un poco piti il no/lro/pirito,
Ф uenir confderando, che’lfigliuolo non puo dar [едетеfar ca
reeee alpadre, che ßperchino l`amore , e`l debitoДо naturale ,
,'*1'*
‘P к I M o. 37
_Q' W che'l padre non pretenda di meritarle. Calf. Ji bene ‚ ma
fi dice per comun Trouerbio, chi tifa piu care¿¿e,che non Prouelbie.

E@ fiole, д fha ingannato, о ingannar ti uu ole-,dlpadre non cfm


co, che non comprenda in quel ca/o l'arte , W la malitia del j?,
gliuolo. лыж. Egli non filamento comprende,ma commen
da l’intentione delfigliuolo; laqual tuttauia egli non afcriue ad
arte,ne` a malitia,come uoi', ma piu to/lo la gradifce come uirtuo
[мёд cli/creta accorteq(a,perche egli uede,che`lßgliuoloßguita
la natura maellra, laquale ci infegna ne ino/ìri bißgni ad hu
miliarci, (9 a diman dare con attipieni di lode,W daßetto , W
a conofcereahe chi brama deller eßaudito , conuien che prieghi ,
W chi uuol` entrarepicchi Гаусса. Et quantunque/iamo tenuti
a dar continouamente lodi al no/lro eterno ‘Padre , nondimeno
ci rifcaldiamo piu con la lingua , W col cuore quando uogliamo
impetrargratie da lui,Wper placar l’ira Дамп lo chiamiamo
giu/lomagli ricordiamo la clemen ¿a , W la mifiricordia,della
quale habbiamo bifogno . ondefecondo que/ia conßderationepof
jiamo ragion euolmente conchiudere , che coß fatte maniere non
debbono uenirfotto il capo dell`adulatione, che non pure i fan
ciulli, ma ne anco ißgliuoli bene intendenti non pci/fono, quando
ben uogliono iißiradulatione col padre,ilche chiaramente dimo
ßro Tittaco, uno deДж ,Yauiŕ/l della Grecia, dicendo', ‘Non du Figliuoli nö
nnno adu
аг il Padre:
bitar dajfer’ adulatore al padre . Villeßempio de’ poueri che
chieggono limo/ina con falfe lode, rißiondo , che la neceßita non
ha [шеф/ё per liberar-ß dalla fame ,e` con ceßo _il rubbare, e`
maggiormente conceffo l`adulare ', oltre che io non /limo que/la
propriamente adulatione, perche ladulatore non fiole e/primer
mande/lamento ilДм bißgno , ma cerca con анфас nafta/lo
di far, ch'altrifi muoua ad ußirgli cortefia . Et con quefia ra­_
q L i в к 0
gione difendo anco l`oratore , ilquale dimanda apertamente al
rPrencipe,Ct/alGiudice’ cio,ch`egli deßdera ottenere-,ne` gli[i puo
dar piu ta/ßi di quella, cheß dia 4 colui , che diсе ­, guarda , с17`!о
ti uoglio ferire; perchejicome que/lofcuopre lintentionelita, (27
da tempo all'auuerßirio di metterß sil le difeßacofi l`oratore non
entra prima in campo,che`lgiudice non/appia la dimanda, ch'e
gli ha dafarefzynon .imagini le uie, ch'egli uuol tenere per ten-~
tar l`animo uo._ Hora mi re/ia l`ultimo e/Íempio degliaman
ti,i quali[on contento di confeßaruiahe ono adulatori,poiche lo
tarife/ja un mio maggiore ,fcriuendo , che [е lamata ha il nafo
fchiacciato', la chiamano amabile-,ß7 aquilinoßgnorilmfe e` bru­
na, uirile5fe ё bianca ,fcefa dal cielo. Ma non е marauiglia , poi
chegli amanti non hanno legge, ne ritegno, nei cuori loro,co
me dice 'il uo/lro lToeta, ­i .

Kegnano i fen/ï, (7 14 ragione e morta.


(ty ß come lamantee' adulatore dell'amata,cofi l'amata e adu
latrice di eßejßpercioche non e alcuna co/i дфп'тщсЬе/етеп
до]! chiamar bella, nonß’ lo creda,o non реп/Меде! tenuta tale
dall'amante', @ß come il coruo per dar credito alle lodi della
Volpeßlafcio cauar la preda di bocca, сор molte mefchine han
no prouato il danno dell`adulatione , concioßa cofa, che dalfato
delle lodi non altrimente , che piuma dal uento ß/ono laß'iate
leuar tant’alto , che non potendoß piu /oflenere , fino cadute 4
terra, (tj nella perce/ß uiïhanno lafciato l`honore,@*/doue prima
eranoßgnore, [т оpoi rimaß’лете. Ma per fodisfarui intorno
al capo della crean(a,douedite,che acciamo di berretta a tale,
che ci e nemico, io ui dico,ch’igli e piu` che uera quellaßenten (a,
che non i'ha da accettare come colomba chiuiique dice,`Tax u o~
‘P A, 1_ M о. y 58
his,ma от]?! meritanopiii tedio nome difimulatoriahe d'adu
latori. cJV. 'Parmi che uoi chiamiate una сор: тела con di..
uerßnomi, po ciacheiiell’adulatione concorre lafimulatione.
JNN. lo ui faccio quella dißerenea , che e tra'l genere, (уч la ämäiîmń _,
fpecie, perche egli e` uero, che chi adula/imula,ma non chiunque âqâììëiil
ßmula, adula; fly per meglio dichiararmi, ui pongo auanti un `
comhattente, ilqualefacendo uißa diferire il nemicoffl capo,
-bд gli riuolge il colpo Мат lagamha , омега in altra parte. `Élite
E“ /lo direte hene, che fnga, ma non diretegià che aduli. CJ if.
E ` uero. JNN. Е i ualoroß Capitani non ingannano anco
ilnemico ßngendo di pigliar un camino , @torcendofi altroue?
Et non s`ottengono le uittorie altretanto congli ßraiagemi mi
litari, quanto con lafor@ dell`arme.2 (y que/lefimulationi mgm nl,
pure non apportano hiaßmo , ma accrefcono lode, ff/ gloiiaïfj'jè 1”"
Et non ßlamentefia nemici, ma jpeßofra сапа/семо ilfn
gerein coßi, che non apporti loro danno ,fi concede, _comefe ef
]endo io inuitato a ueder una comedia, oaltro /pettacolm m’in­
`)ïngerib per non andarui t той/[гора ; iiß’ per non eßer conofciu
to la notte mi tercero la uita, o imiterii un ¿oppo . Eccou'i adun
que,che'lfimularee un termine ampio,ilqualeß/iendea mol
te сор, ау a diuerß ni ­, (29 l’adularee` un termine дуй! piti
riìlretto, (yr contenuto/otto ilßmulare,quaß/petie/oito il/uo
genere', laonde uoglio coiichiudere, che fi come non e lecito il
ßmular adulando ,perche nuoce al proßimo, сор е` регтеть
ne` [i può chiamar uiiio il ßmulare ßnçaalcunointereffemy
[они intentione dofunder altrui. Con/‘effi hene, che colui с‘тйбпзед‘
che finge dIamar altri con intentione d`ingannarlo , ii fargli amare
Mdmp» ofё
ре gior:
danno,e` oltre modo uitioß ,Cid chelfloßifo lo chiama peg- Ё‘до'Ё‘Щ‘“
доте di quello, che fahricafalle monete, a tale che non può
L 1 в к o
11121 amiciiia doue ifimulatione . Ma e in 4110 41 с1е411<4‚ 10
faccio di lerretta ad un mio cono сете en¿a amarlo, non delrëo
per cio elfer cliiamato uitioßqiercloe io mi/on moßo ad lionorarlo
piu per/egno di стерта? di ciuiliteì , che d'amorc. Oltre a cio
uoißzpete; clie'l mondo e` ripieno dlouomini uitio/i, iquali ragio~
neuolmente odiamo per li loro difetti , ma non ci mette iene lo
coprir que/la rio/ira maliuolenga ­, (17 qui ui ricordo , clie molti
lief’33:11:51, famano iquali non s`lionorano , come ipgliuoli clie fino amati',
giggle ma non lionorati da ipadri-,(22 per lo contrario molti' 5’1101101'4110,
111111011 5’arnano,come alcuni Signori pocograti aßidditi, o uero
alcuni capi digiußitia,chefono in mala conßderatione de’popoli,
da iquali fono 1101101411 ‚ ma non amati. 151 pero non po/ůamo
noi molte uolte,ne dobêiamo man car d`ußr 4111 41 crean ¿a po
"neriiliiimente non al merito altrui, ma al delrito nofiro, perche/È
fonoinferiori, о eguali,cl1e cijaluiinoJiamo tenutiper crean@ 4
11/411114111 ',ß' /ono ‘Trencipi ,o magi/frati ‚0 altri maggiori li
doêoiamo bonorare/e non per igettione, almeno per quella riue..
rença, clie conuiene 4110 ßato ro. [o credo dliaueruia lia/lan
(a dichiarata la diferen ¿a tra l`adulare,e`l fngere , 11014 ritor­­
nando agli adulatori,ui replico, elle[0110 di natura pe/Íima, (у.
11е1е110]4. Et con tutto cÍoe/ia cofa diffcile, comegia loalln'amo
deitonl con ofcer l'amico dall`adulatore, nödimenoß 114 d’auuer
tire, cÍoe communemente i maggiori/ono adulati dagli inferiori,
(уч quanto piu /oanno il tempo/erenoaanto piu copioßimente pio
uono loro addofßgli adulatori,i quali {accu/.lano uolontieri do~
prencgpi r9 ue соло/10110 41 poterne trarre utile . Et di qui мифы/111711111
по aßedlatl . . . ‚ . . . ‘
página. cipi/ono aßediati da que/ii maluagifpiriti; ondefoleua dire [41—
неас1е , c/oe iffgliuoli dei non poteuano impararalcuna coja
351152“ perfettamen te,je non il caiialcare,perclie igouernat011111114
mitori,
f Ц, I M G. 37
mitori, Фgli altri loro mae/lri attendono a compiacere, etfanno
loro credere,cheßano bene intendenti di quelle соды/ж non[Эт
no , ilche non auiene nel caualcare , perche il cauallo , che non e`
adulatore , Ф che non porta ri/pletto piu agrandi, che a piccioli , .

Уф: поп ßnno ben reggerui/opra, ligitta a terra . Еt pero ci


habbiamo a guardare da tali huomini,co/iperche recano danno,
come perche cli/piacciono a Dio . ‘Nd qui faprei ben dire qual шаман:
.\ . . , l _ „ _ 310,9 blafì-­
fia piugrauefallo ,odi colui , che col maldire bia/ima i buoni, шипит;
odi colui, che con l`adulare lodai cattiui . Ъ’еп ед d’hauer ap- "дым
cattiui con
preßigran tempo fa, che inßnito e lo/degno di Dio, quandofen- “du” ‚
teo bia/imare, un/uojimile, o commendare unfuo dißimile, Ф _ î
non ui ha dubbio , che allhora ßfa atto oltre modo uitio/o con :filliâifiiff
Yl’adulatione, quando ßloda alcuno di cofa,della quale doureb- ш"
be ejfer ripre/o;
­ Achiamate il malilche ci dimo/lra adulalorißno
bene;(’9~que/li quella/enten (a, Guai a uoi,che
paragonati a colo ‘

r0,che ci mettono igu aciali[то il capo, et le molli piumeДжо il


corpo perfarci addorme'tare. E parim ¿tegraue l’errore di quelli
~che adulano c5 cli/legno di nuocere,ad imitatione di Giuda-,et per
cio ¿ferittoahepiu dolci­fino leferite dell`amico,che i baci delli
штата dell`adulatore3 et per cöclußone il lodar le co/e male,e`
atto d`inganatore,et efpetie di tradimíto. chffPoiche mifate
rauedere,chegli adulatorifono coßabomin euoliff) danoßaome
_ uoi dite,iogiudicherei,che s'haueßero a mettere nel numero degl’
infopportabili. JM.Mettiamolipu re afedere prego a maldicen
ti su la banca defopportabiliat tenedoli amendue per amici,guar
diamoci da amêdue come da nemici,ponëdoci una medeßma ce
lata in te/ia,che ci cuopra l`orecchie cötra le loro be/ìiali e дано/е
uoci,çt uëgacia mête,che chi afcolta uolëtierigli adulatori,e`рт;
le allapecorauhe da il latte al lupo­,et imita colui,che porge laga
2 г. L i в к o
ba ad un`altro,chegli uoglia mettere il pie` auantiperfarlo cade-i
:ggg _g re ­, Wquando uifentite portar in alto da que/ii lufinghieri,prega
шагу)“ teli per corte/iaahe ui la[cino a terra , dicendo loro,che e haurete
bißgno di lode,ui loderete da uoi/t'eßogiifate come ungentilhuo
то mio amico, ilquale hauendo lungamente, W con patienga
afcoltato un certo 5 acciaio, chegli haueua pofla in capo unaghir
landa di titoli, W di lodifoprabondantigli дуге allafine. lo non
so quel, ch'io mi accia hora di que/ie uo/lre lodi ,perche s'iii le
rijïuto , ui tallo adulatione , s’io le accetto , cado in uanagloria;
nippon, ,d partiamole adunque da buoni compagni, W dandone la meta
:life faul" a me,pigliate l`altra meta per uoi. calf. IQielgentilhuomo non
doueua anco per difereteeia accettarla metà di quelle lodi ‚ ma
rifutarle tutte . .aN . cÄnQi eglifece atto digiudicioß ,dperche
eßendoßtmpre l`adulatione mefcolata con qualcheparte iueri
ta, fi comegia habbiamo detto ‚ eglifil difereto adaccettar la ue
rita, Wa lafciar la bugia alladulatore . Ma egli mipar tempo
dii/lire della conuerßtione degli adulatori , Wdi conchiudere ,
che beato e` colui, che non adula , W non ji lafcia adulare ‚
che non inganna , W non e ingannato , che non fa male , (уч
non lo patifce. Calf. rPoi che l'amico , W'l’adulatore hanno
tanta conformita infiemeahe confaticafidi/cernono,mi piace
cerebbe,che m’infègnaße comefaro sì , ch'io non [ia tenutofadu
latore. мы. ‘Due modi cifono, l`uno di non lodar mai al
cuno infaccia,ilche e`uitio dal qualepochifiafiengono , W non
anno il detto d'un Grecopoeta. Chi dice mal di me aßentemon
mifa ingiuria; chi dice ben'di mepre/ente,dice mal di me. Ma
percheРта alcuniaomegia hauete detto, cheß’ non li lodate, ui
ßimanoaifiiperboai {тиф ; con que/li bifigna tener un`altro
немые. ‚подох/ж e`limitar il Can d'Egitto, che al ‘Nilo bee, fugge,
Rt к I M 0. 48
¿b cio e` д! изо/17474! conofeitore де` meriti loro, @feu/¿ndern di'
non uolerli lodar in Preßngbper nö eßer tenuto adulatoreJafeiar
¿n li con quelроса di {иссаго in Ьосс4. сон“. Ншт 401 altre per
Wr fine d4 metter pre/ß 4 queßißtplzortdlili ‚ 111441! поп/140411440
y cereare пед/435174 З лыж. Gia ui120 414104127: 41 uitio delladu гашиш
_); limone , e contratto/lo quello де114 contradittione , Cŕ/perciopar-l
» mi, clic д! que/li contentioß 1241114то 4 ragionare, iquali con
t; Ь animo rino/0,@ êe/lmle ­¿inwoner/Zine alle opinioni altrui, (zy
:tagliano in tutti i 14 aghi , in tutti i tempi ‚ (Ы con tutte le per/o
, ne apra/fare come l`olio ‚ poco o 44114 ßimando 14 т411401еп<4‚
т д difgÜratia di с12! cbeß/ia.c./W.Mueng4 ch`io alvlborrijea 14 na lfd°§ff“‘i°
tura ‚ @prattiea di eoßoro , non dimeno mi ricorda д1244е7già
l; udito un шиш/д ‚ (уч 120407410 с44411еге 4 соттепд471! ‚ dicen
fr‘f nioni
do, с12еcátraíle coálnrnuntigígd
ono elle rini in е ni gne
uei,[ì с12е
da [lor/otl
о en orëccliie
ono lecíníiiì 411174
in olari оi

ш tione ‚ (9* con maggior marauiglia . (Ы иеттепtefe uoi т1 pro


1° uerete con lungo дуги/о с19е`1 Sole[14 claimen@ rißaldi ‚ mif4
l’ retefuggire 14 uoglia dhfeoltarui ‚ perche non mi uolete dir со—
” ß 714044 ­, nia/è entrerete in с4тро per mantenermi ‚4131141 , K
l' ofcuro ‚ @freddœo соте тфефете i mieijfviritifzyli тете
l tutti intenti adudirui 5 onde con moltopropo/iro intendendo un
‘ floßfo ‚ с12’440 s'apparecchiaua Perfor un difeor/o delle lodi
' д’Не7с01е ‚ ripoß: , оу eÍoi lo uitupera ?М174герег 10 contrario
' con quanto<git/lo ‚ (27con uanta ammirationefì leggono 112474
‘ doßidi шип/11458710/1/171110714:р4711со147тёсе1р14се4011с4
Pitoli/eritti in lode де114 ре/1е ‚ (9» del malfrancefe . Etfe рег
44етиг4 diceße, с1ое Чае/10 4[]5`с1о]!4 piu toßo di capriccio/oрое
ta ‚ che digrauefcrittore, 4! ricorderei 1447110 е‘ imato Faucri-l gâufrinß lo
noßloßfoßtlarnente per 14fama еще 1174 д174иег con molte et` “n”t т
L t в к о -
fegnalate lodi фото lafelire quartana, laqualeрад/одном i
France/i augurare a’ nemici per la maggior feiagura , che роЛЬ
auenire; (tj per tanto iofiimo , che nelle coß difßcilifia ripa/ia
l'eccellen¿a,dl`ammiratione , ф ueggo , che uoi altriflo/ofiui
conducete ne icircoli delle diÑiute , douefacendo contra/io agli
a/Íalti di diuerfi argomentatori,foßenete molte uolte coiiclufioni
ßngolarifgi lontane dal uero, a tale che quelgentilhuomo,di cui
iuiopportaliili.
parlo darehhe luogo a que/ii piti to/iofra- ide/iderahili, chefra
JNN. lQue/luche hora m’hauete nominati , io
[enga contra/lo li pongo nel luogo de’ deßderahili,@uirtuofi, ne"
meritano il nome de1 contentioji',perche/e hen fi dipartono dalla
ueritiìmonji dipartonoperii dalla ragione apparente ‚оуquel che
lodano con la linguamon l'approuano co'l cuore , (27 que/io loro'
uffcio/non camina adaltrofnenhe a dimoßrar lafottigliegza ‚
(у uiuacitii deglintelletti , ф non perche hahhiano conceputa
di dentro tal opinionadgr henfarehlre fcioccheçqa il credere, che
a Fauorinofuße/iato caro lhauer la quariana, (tjagli altri
ß'rittori la pe/i'e, ma quelli,ch`io chiamo contentioßßno commu
Manerbio. nemente di ro@ ingegno , (уч ¿antico rProuerhio, che’l uitio del
contradire e`proprio deglinfenfitti . Et pero s`oppongono que/ii
alla ueritd o per ignoran ¿onoper oßinatione , Cf/ ßnoßmili agli
heretici, i qualife hen- ono conuinti con inuincihili ragioni, non
per tanto uogliono cedere, ne` acchetar/i; Clique/ii contentioßfan
no[иго/фоте di uolerla contuttiftj con tutti la perdono; ma do
ue non hanno ragione da poter ‘piu/chermire , entrano in colera,
(27 uogliono co’lgrido,con le lie/iemmie,con le minaccie, (9* con
laßiperhia ad ogni modo eßer uperiori, auiene talhora,chefe`
incontrano con huomini di naturajimile, onde da una ßla con
traditione dipochi/timo rilieuo, uengono a capitali querele,qui?!
Vfi
Р к, I M Ó; 4x
quel,clie ditepoi de'filofof, ui rißiondoalie non /olamente a loro,
ma a tuttigli altri buomini, quando ysfaccoggano infieme per di
Ищите:1ето‚(27тпитеио1е il contra/lo, (27 ¿piu degno d'lro
‚паке quel,cbe dfende la piu difficil рапиду ­¿en ßno difcor
,danti nelleparole,non dißordano pero nell'amore,frynellafcam
ßieuole Éeniuolença , ста uanno daccordo cercando la ueritcìm
guißi _di uelli,c_/iefanno le corde,de qualije irene uno torce al con
'Atrario dell’altro,5'actordano pero intorno allintentioneßyq alfl
ne dell'opera. Ma anco nel diyputarefi pongono ißioi termini , Diem@
V(äconßni ,i qualinon e` lecitopaffare[enga perder il nome del di “o mmm'
/putante , ф ac uißar il titolo del contentio/o , (уч delfficoß, i
'quali cadono talîora nellaßia-gura di quei mefeliinimlie per met
4tere troppoßudio nella prifeßione delcontradire, perdettero ilД:
_no intendimentvsíwßcome col'troppo affotigliare [ifcaueçqano
>le cofe,cofi,col troppo contenderefifmarrifce la uerita . _Et pero
quelliflranno a chiamar contentioßiqualinon .con animo di di
ßutare, (zy d`ij]erciiar il loro ingegno, macon dißrr'ego, con
AarroganQa dicono солист non folamen tefono contrarieal uero,
ma non I/oanno apparenga alcuna di ragione.. с „e rf. `@tal
_cofa credete uoi, cliefia cagione di quefi'o uitio? лиц. Vna
madrecon diiefgliuoli , cioe' Детишки con l`amor difeИЛЬ. - ' ""~
(dla per/uaßone ­, onde auiene, che queiI,~ cßcnonfanno nulla ,
pen/ano di ßper il tutto , fr] tengono perßipien ¿a la loro igno
ranza . Coil/_. Ilprimo capitolo de’ pa@ e` il tener/i
‚дым. ßenßipete , cloe lfingannarß [le/fo e' la piu facilcofa Ргоиегьйо.
di _tutte Гите; ma ilрта ammonifce „che non uogliono _ej]2r
Даш] preßodi noi , ,cioe ,nella noìlra _opinione ,lpercloe queßa fa- mi? di#
ч.

-í̀
'pienQa e` chiamata dialrolicaíß ueramëte colui, che piii sà men
' pro/umn@ cede_alla ragione; onde non e` merauiglia Fl uolgo
' F
w .‘ jY

L@ t ­ в к о #
ignorante ё pieno di contentioni, Фpero dire mo,che`l contraßa- L
reЕла fondamento di ragione ,e uno faticarft per acqui/iar l
odio; Фche i contentio/ï/ono degni digran bia/immquantunque
{hab/nano a comportare. CJV. Si come hauete mo/lrato il mo
do da ripararßcontra imaldicítifijadulatori, со]?дфдегошЬе
cli/corriate come s`habbia afchermire conuerßindo con queßi /pi
мОао ai ,p riti di contradittione. JM. uando conofcete, che`l contra/lare '
cedere иег- ‚ . ‚_ \ \
{геноти- con l amico nonfolamente no e ba/leuole afarlo capace della ra
gione,ma puo~ rapportare qualche difordine , uoi douete piu- toßo
piegare,che rompere, Фfecondar ilдо humoreß’ nö in calo che’l . _ н
tacer uo/lrofuße per partorire maggioreßandalogperche quando ‘д _ а "
Г/шото abbandona la ragione, et ß lafcia uincer dall’ira, Дата ' '
tenuti difo/lenere il/uo dqfetto con la no/Zra prualeeta,/Eguendofzl l q ‘
‚генным? ilprouerbio. cÍNon tagliar ilfuoco colferro-,et contentarci,che tal K
hora la prudença dia luogo alla temerita. CJ 1f. lo conoßo un ч
gentilhuomo,che abbattendo/iin uno di que/li capi duri, per non ‹- vfY l
ь
flare a contendere,ufa di dire; Signore, io non uoglio qui/lione, f.
Фßn contento di quel,che a uoipiacefìy dimandandogligia uri ‘ `_ ` _
perßdioßqual occhio nigga piu lontano il diritto,o`l manco,/ubi -
to per leuargli lacca/ione del contendere, тура/е; quel che uolete
uoi. JMSLuejie rißioße quandofidanno con ole/ira maniera,fô
no conueneuoli, (тмина/ока di are,che’lpeccatore ricono/ia
ilßiofallo. CJV. (Paruiahe di queßifijia ragionato a lia/lan
¿a? J'MM. [o credo chepojßnogir del pari con que/li , Ф chia
marßparimente contentio/i alcuni altri ßccentiamportuni, Ф
noio/i,iquali nöpeccanogia d'ignorançamia afjottigliano il loro
ingegnofolamête nell`appuntar altrui,et/opra ogni parolafanno
un c6rnento,et[243по al palio tendendo il laccio a i detti altrui; et
que/io errore e`ат! peculiare ad alcuni mae/ifi dijcuolaat dal..
\
‘p к 1 м o.' 4,;
triprinter/_lori di lettere,i quali ui dano титле, д ui muouono tal
hora dubbi da are/lomaco a cani; ma :abbattono alle uolie con
per/oneahe ra/ettano loro il capello in capo,et lifano quellhonore
the meritano-,comefecegia un pouero, et accorto huomo di uilla empi., ou»
gliuolo cö
ad iinßiofgliuoloahe ad ogni tratto uoleua cötendere c6 lui, per :fili-¿fag *gf
cioche nö ui e `Sendo ungiorno altro in tauola a deßnare, che quat d"
tro oua,et dicêdo ilßgliuoloalferano/ctte c5 Дед/шагом, che nel
numero del quattro entra il tre`,W che quattro et trefannoßette,
ilpadre per non dißiutareairö afr le quattro oua dite'do. lo man
. . t ' . .
giero que/ie quattro,et tu piglia le tre. CJVfDi cui reßa hora a
‚ ragionare?./i'NfDe1 bugiardi,iqualiji dipartono dalla ueritiì cö engin-ai.
altra intention e459* in piti modi di quel,chefifaccina i con tentio
ß', Еt primieramentefino bugiardigli adulatori, ifimulatori, i
uantatori, W uanaglorioß, iquali non reßnano mai di cantar le
рве lodi,mc#olandoui dentro delle mengogne, ilche e` uitio, топ
raue,almen noia/ogperche niun ragionamento apporta piufa/li
dipahe la lode di/ê can. Quißi millantatorißino chia Haig@
mati te/iimoni di cafaetforfe lodano/eperadêpire il ddet
to de’ uicini,che non curano o non hanno in che lodarli. ANN.
@el tempo, che/pendono in lodarfimn ¿i in biaßmarfifarebbe
molto meglio conuertirlo nell`acquifiarßcon opere lodeuoli la ue
ra lodeahe uiene dalleper/one lodatenna/on otanto innamorati
di loro niedefimi ,che ono odiati daglialtri ,neß ricordano di _,
quel uolgar prouerbio,chiji lodaßlorda,n¿ di quello la lode nella Pf°“°fbi°­
propria boccaßgua/ìa. Maß come il uitio di que/li uantatori ё
leggiero,quando non nuoce ad alcuno, сор e horrendo, et biaßme _
l0
uole,quandofa pregiudicio ad altri. Еtfra i molti eßempiahefi Мед, l, `
родом addict-rem on ß uuol tacere lempiafcelerateeça di quelli, ÍÍSÉÈÍÃÍÀ"
ll
che raccontando leglorie,et itrionfdeдо! amori,riuelano lafra ЁЁЁЁЁЁ Г“
. F 2
L i в t, о -
giliteì Ждите donne, а11ес1ии11ЬаппорготеЛЭ [аджики сои
mille di queifalfigiuramenti,I '
Clie tutti fpaigon poiper l'aria i uenti'.
con'. Caßpoco credito hanno i giuramenti degli amanti ‚ coa
infamia .n me i uoti deI marinari. Ma cloe uipare di quegli altri,cloefalfa­i
chi falfamë
:Omg menteji uantano del¿oo/jeff» di tal donna , a cui' non Parlarono '
“шт“ mai ‚ @y le danno di quelle и”? t cliegitì diedero gli equl tcßid
тот] allinnocente Хартии? JNM `Quellegole, onde eftono
сор maligne uoci , non meritano altro lionore ‚ СЬЛ cape-'
ßro 5 ma meritano Poco meno quelle {лег/отд ‚ cite ßnofacili
cofia credere,come a ridire tali men {сделай/же ne auiene elfin
Poco/[tatie di tempo una looneflißima donnafaraßimata agran'
torto per tutto il popolo per meretrice, (уч ui laftio penfare quan--A
togiu/lo cordoglio ellafinta di così ingiu/io Марта. Contbin-V
diamo adunque cbeßno diaßoliclie tutte le lfugie , lequali rißl
tanoinï danno, o disltonore altrui. Conf. [o non [toffe patire
conuer/ationedi quegli altri éugiardi , che fanno prifeßione ~di
non dir mai il uero ,quantunque non_fia in danno altrui. .aN-t
[o ui do gran ragione ‚ Pere/oeß come il dir apertamente il aero;
¿indicio d'louo'mo da llene , (уч ltonorato , coft il mentire Ёatto
Лгттъфч lafiia odore diunaî флейте? mal compo/la mente;
et eßietie d`ingiuliitia._Etfe mirate lene la natura de’ éugiardi,>
но: li c'onofcerete sfacciatßetfen¿a uergognagonde ¿en diffe il[Il
lo/(fo, clielgiudicio erajimile ad una lione/la uerginefzj cloe la
[на lioneßàß macchia con la lugiaget come cloe il dir men ¿ogne
“im bu. diß'onuenga ad ogniperfinaqtare nondimeno,cloeßa [nu tolerato
Ёж;geg; in per/ima di laßt/latam a/iretta da nece/fifa. Еt perciò ¿gran
@ggg pir demente biajimato dalla diuina [Этим il ricco lugiardo . _
шьёт" cori'J/’ìßno maltißrafalcionialiepëjano Jacqui/lar поте di
Flaix
‘P к t M o. 4;
piaceuoli colraccontar certe nouelle/irauagantiper far ridere, ô
marauigliaregli afcoltanii, ф uoglionouheßano loro conce/fi le
hiperholenome apoetigimitando colui ilqual raccontaua,che an
dando a caccia сквид un cinghiale tanto uecchio,ch`era diuenuto.
.ciecodßch'unnlcro cinghialegiouine per compaßionegli mette
ua la[ua coda in hoccafty' lo menaua in paßura, @l chuglißoc
`cando la hule/ira ece ‚мг andando :1Ьо1допе aferire tra le na О

tichedellfuno, eÍlgrugnodell'altro,ßaue{<o la coda al доить;


'laquale rimafe in hocoa al uecchio, onde egli соф/сейма pre
ßin _mano la coola,condufßJper unaßrada lungapià didue mi
glia infno alla Città ilpouero cinghiale, ilqualpenfaua tuttauia
elegir condotto dalЛов compagno. JNN. _]ocredo,che co/iui
Ihaueíle afjaipiufatica nel raccontare il cafache nel condurre il'y
porco. ACJV. ,Qiie/ìifannoa loro „деде/{те cereder ilfalßi con
tanta cfßcacia, che „uogliono ad ogni modo , che diate ede alle
_loropan gana@fe no’lfate,ß tengono фрda uoi. 'JNN. и
loroто il douere non credendo, ma el hene ingiuria quella,ch’ef`
_ß anno a noi,pofciache il uolercifar credereilfalßi g, altro non e`
`c ’un uolerci шеелита; Листе perfciocchi, @difacile leua
tura; mafnalmentefanno penitença _del loro peccato, percioche
Acome prima fono[дот perparaholani , nonß _dà piu` loro credi- Y».
to nellfauenireß hen anco dicono iluero 5 ilchedimoßra quella
fenten¿a › 4 —‘
‘Nonficrede ~al hugiardo, ancor chegiuri,
ÍBenß crede al uerace , ancorche menta.
- ~ ` ч n l I. с .

10 non niegogia , che non >ui Депо alcuni luoghi (9i tempi , nei джазу.
quali il dir_hiigianon folamente non e`afcrittoa uanità, ­ne a ui
tio, ma eßimato(pre/]o al mondo)per difcreta , @_lod'euole ac
,corteeçamentrefia diriqata a qualche [шифрfine. CJV. [o
I/
F 3
L t в к о
Ell'empio d’
ап'ацаго go di cio mi truouo alla mano un'cßempio afjai piaceuole , per quel I
истцов.
сто creda , auenuto alla corte , doue 170 cono/cinto il figliuolo I'
dun ‘Trencipe dell`eta di for/e dodeci anni , ilquale fi come
auan ¿aua di coßumi , (9 di шт? tutti gli altri До! eguali in I
quella corte, со]? rimaneua dietro a tutti per una imperfettione
fanciullejZaJaqualene' per ricordi,ne`per ripre'fioni,ne`per minac
ciegliji era infin a quell`liora potuta leuare, (дети/м inauuer
tenteme'tefila/Èiaua benefpeßo gocciar il nafo , [en¿a prenderfi
cura di nettarlo. Метисы {afiiticaua ilfu ogouernatore nel
corregger que/la tra/curaggine , comparue un giorno cniedendo
limoßna a queßofgliuolo un poueraccio molto ueccliio , a cuiper
indi/paßtione era diuenuto il najo oltre modogroßadeforme, pie
no d'ulcere, di marcia, (t) mo/lruo/o , al cui a/pettoß/enti 11}?
gliuolo riempire d'un compaßioneuole tremore, quando l'accorto
gouernatore comincio a dirgli , cb`egli' cono/cena di lunga mano
quel mendico , (9» cheßricordaua d`Íoauerlo uedutogiouine co'l
naß picciolo,êenformatmwßnmma che la lorduraftjla dapo
caggine l’liaueuano condotto a quel termine , concioßacoßi , clic
per non curare di mocca rß il na/o, [в 10 lafcio riempire di quegli
efcrementi, iquali putrifartigligenerarono con procer di tem ­
po quell`appoßema,(9« cancro incuraaile, ilquale non tarderelißc
molto a condurlo a morte. ‘Da que/le parole entro in tantoЯш
uento ilfgliuolo, che toßo/putando, (27 dando dipiglio alfaQ@
letto, comincio a nettarßil naß congrande sfor@ , (9- lielße da
quell'loora in poi, со]? a mente lalfciagura di quel mefcnino, che
nonfu piu bifogno di raccordargli,c/oeßaß‘iugaße il naß , a tale
cioe que/la lugiafu molto utile al ‘Trencipe , (yr lodeuole al go
uernatore. ANN. Ji ueramente , come ueßi tiranno a
tommendare, cofgli altri bugiardi , tiranno a Íiiißmare, (Ы a
*t

i. ,.
? к, I и 02 i“
defcriuerefifl libro di quelli,che non fi uogliono cercare , nefu ­
gire . Sono anco degni di biaßmo certicurio/i, che con uno con- 3236811!
tinuoperche, Ф con ricercar troppo a dentro i fatti altrui, re
canofix/lidia a tutti ', ilche e` uitio piu grande di quello , ch`altri
per auenturaficrede, percioche non Ёalcun curio/o , che non fia '
maliuolo, (уч ciarlatore , C9* che non ricerchi ifatti d'uno per
rapportaigli adun’altro~, (9i pero riprende il comico colui che ri
cerca ад che a lui- non importa. CJI/.Tarmi dhauere letto,che щепа c6
ueneuole dl.
portando non so chi un pre/enteßtto il man геНшФ dimandato, f* ‘d “ш
fioíb.
che сор: egli portaßeaißiofe. см” uedi, ch`egli e`coperto a po/ia ,
perche tu non loßippia? JMM. Torna a mentea me anchora , стыде.
d’hauer letto et que/lo eff/'empiofů quell'altro del @du tigono, il; ‚Ё'ЁЁЁЁЁ
ilqualepagando per loрт effercito, entroßtto ilpadiglione д’ля 2:1. u
tagora (Poeta , (94 trouatolo,che coceua certipejii,gli di/ÍefPen
ji tu che Homero mentrefcriueua ifatti dMgamennoneaocef
je de pefci? a cui rifpo/e il Toeta. rPenfi tu , che cÄgamennone
‘;Ёь_
E?
п.-Ez“"\i
su* mentrefaceua le fue imprefefuße cu rioß dijaperefe nell'eßerci
to i тафта pefci? Maß’ ё biaßmeuole la curio/itâ nelle cofe del
mondo,e` dere/labile nelle cofe appartenenti alla diuinafedemnde
ci e`ricordato,che non dobbiamo/aperepiu di uello , che bifogna
{,.x-‘tx nx fapere. Or ß come non s’hanno a cercare,nea/Ziggire i сит/одев];
ÉTÉ
‘ï
“ ßha afare degli ambitiofi.cJV.e/Iquel,ch’io ueggo,uoi uolete, Ambition.,
che l`ambitione partori/ca mali efetti. J'M'M. Et chi по’! sa?
CJV. [o non so uedere, ch`ella operi altro che bene,poßiache rifue
glia i cuori addormentati,/caccia l`otio , (уч la uilta,infonde al
ti Cgigenerofipenfieri, li chiama all'intelligença delle cofelode
uoli,et alle magnanime imprefefey­liporta allaßmmita de’gra
di delle dignitaat deglihonori.JMM.Zl/1entre,chel'huomo non м nl
ggnl ­
fa [фото oltre aqueßi termini ,non meritercì il fregio dello „ш.
4
t. t i в к о
ambitiojo , ma piu „до il titolo del magnanimo, conciofia, che'.
que/ii fino tutti effetti lodeuoli,(9« uirtuoß5ma nonfi potragia
dir co/i di uelli, che nafcono ueramente da ll’ambitione,laqua­­
le a quei, che non pongono termine ai loro infatiabili de/iderij ,
uota i petti di quiete,li riempie di follecitudine, acciecagl’intel­­_
letti, li lieua ad alto ‚ (т )inalmente rompe loro il collo@N mi/ë
ramente li conßima 5 onde [i dice, che’l ’Diauolo andòin ruina
per ambitione, (уч per uolerepiu toßo commandare, che cedere,~
(yi ubbidire5'W diffe un’altro, che l’ambitione era la croce degli
ambitiof. Etpero quando io dißi, che lambitione e` cagione di
molti errori, i0 non uolfiintendere diquelle perfoneahe фото
all`alte impur/2,@ agli honori, iquali афишам tutti'per in
I_[linto naturale , фат l`honore 4a ibeni diuini 5mnßbene di
quegli ambitioß, che fen@ aßati`carß,ßn<a operar coja digna
di nobile,Weleuato ingegno, W[спи alcunfondamento di me
rito uogliono nelle compagnie­ß'dereЕрш i piu alti fcanni , W
bauer il primo luogo. Coty'. .Queßi in ueroßno шор, W ne
conofco alcuni ‚ che allientrar delle porte , al edere a tauola`
s`ajfrettano diporre ilpie`auanti a миф/штper male,ch`al
tri pigli loro quella fciocca preminen(a. ANN. uQui che cio
fannofentono in con/cien@ loro def/'er in poca conßderationeat
che niunoper auentura direbbe [идёт auanti 5 ma e` ben tanto
maggiorgloria , W ß'gno di'K maggior merito quando ad alcuno
uienfatto qucßo honoreßn ¿a che lo ricerchi , (94 е‘ coß certa e
che colui,che rimoßaque/la ambitione`jifa col cedere inferiore
¿mgm a gli altri, rimane ßperiore di lode,W di crean (a. Main que
tägigen@ fla uanita incorrono afßiifacilmente le donne5Wfiueggono mol
te пот/9,4 loro le piu belle tençoni del mondo quando s’abbat­­
_tono _al eßrette,percioche non uolendo alcuna cedere,Wuolendo
T K I M 0. к 4s
cia/2unaprecedere, ßpigliano (‚царя/ока la ßrada , (27i luo
gloi piu Íoonoreuoli, @iode lenefpe/jo a dire mio marito e` Dot“ .
tore, @Faltra il mio e Caualiere, (уч una dice, io[то ufcita dal
angue di Troia, ne` ui manca un`altra,la qual mette in campo.
la/ua dote, (zy legioie, con le qualiß uanta di potere comperare
tutto cio clie loa al mondo quell'altra', a tale, clte fe i mariti loro
bada/fera a que/ie conte/e,jarelebeno co/iretti a dißnirle con lar
mein mano. v Coti'. Et che ui pare dell`ambitione di quegli /
louomini, iqualinon ß ueggono mai lieti,(z7gonfq'/e non quan
do/i tirano dietro una coda difiruitori,(9ife per сил) поп hanno­
chi lijiegua, tanta e`lafantaßa loro,cbe non ufcirebbeno di cafa?
„щи. @fz/laforte d`aml1itionee` commune a gli арт, iqua
li parimente nö uogliono andar auantif: non hanno cloi lißegua.
In queßafcliiera d`arnbitiofiuengonogli alteri,€9~ßiperli la cui шага:
con uerßitione efuor di modo odioßz , @7 nemica alla natura no
Димой cui e`propria l`loumaniteì5617’mipare,cloe que/ii ß poßano
paragonare a quei tiranni , che nonßcurano ß een fono >odiati ,
pur che/iano temutifzypercio со]?fatti louomini dubitan ofim
pre, cite l`loumiliarfi, o’lfar atto di commune amoreuoleQQa , e’l
dimoßrarßliuoni compagni , non Ли cpgione difarliЛицам
sì, che re/iijcemata la dignita loro : maje bene uannogonfijmt
diritti,crediatepure, che ne ipetti loro regna piu` uento cloe ua
lore. Coil/x
@y quefla O come [то
perauentura odiatidelle
, e` una que/ii dalla, nationeFrance/e,
cagioni 2255215: n
che li tiene lontani теш—
dall`amicitia degli Jpagnuoli, le cui maniere[тоßimate piene
d`altere¿<a­,maßimamente da quelli, che non li conofcono, ilclie
dico,perclte ne lio pratticati alcuni alfieri in итак?famigliari
infatti. лиц. Saranno perauentura „тегам odiati i Fran
. сф dagli Spagnuoli per lafacilita loro priua di contegno, mi
L t в к о
Italiani hln paradießa que/ii врат; tenga il luogo di me@ la natione no:
no granit? ‚
в humanltà ßramella quale communernentejiuede тиф, hen congiun
congiunw
ta una humanitàgrauefty unagrauità umana . Ma quelli,
ch'io chiamo altieripeccano со]? nell’apparen (a, come nellopere,
(у /lannofempre in ш’! grande ‚ parendo loro фи il fficento,
(U con lo @regar tutti,uorrehhono е]]ег [этакий da tutti, ne` hi
fogna penßr di trattar con eßi dome/iicamente,ma cöuiene dar
loro l`incen o, come afanti altari; onde non i merauiglia,/ê fino
odio/i al mondo, @fe ungentile fcritto re motteggiandoli diff? i
che algu/io difpiace quella uiuandauhefente ilfumo. Ma che
parlo io del mondo, poichefino in odio a ‘Dio , ilqualefà re
jißenza aßeperhify concedegratie agli humili? CJP’. ßcnfi
puo dire di co/ioro quel,chefcriue il ’Poeta i
rPiu fiende, chi piu ßle ._

JNN. Or ßrehhe troppo [индий perauentura fouerchio il


порта diß'oijoJe uoleßimo uenir ricercando duno in uno tutti
gli huomini, che peccano di qualche uitio, ф far ragionamento
jopra le qualità loro . Еt percio io/limo , che hormai s'halhia a
terminare qui il rio/iro difiorßi. cJV. lo non rimango ancora
henßdisfatto nellanimo mio,perchc non uolendo нот/те]? fug
gafe nongl`infa miftjptß'imi, @luolendo cheßfopportino quei
che peccano di que/lißegnalati uitg', che hahhiamo raccontati‚ a
те pare, che uoi alla rghiate troppo ilfreno a que/ia conuerfatio
ne.4 J N N. [o ui potrei ri/pondere/econdo le regole de’ giu
reconрт , che fhanno a reßringer le cope odio/e , (‚у ат
pliar lefauoreuoliaome prefiipponiamo, cheДа la conueißztio
ne ; ma ui dico che econdo il mio ragionamento ella e` ri/iretta,
опа che no, percheß? hen ui concede , che hahhiate aßpportare,
‘r к 1 м о. 4c
cio е‘, ne` acercarme' afuggire i già detti, che [то infiniti, non
ui ho pero conceduto , che hahhiate a cercar altri, chei huoni,i
qualifono pochi; ф chi o/jeruera Чае/10 ßile ,potra hen conuer Conuerůrl
fare con molti a caf) , ma con ucr/era con pochiper elettione . Et con molti a
cafo,con po
chi per дно
uoi mede/imo, ehen per negotq', oper altro accidenteрте tut úolu.
toile auuoltofra diuerfe per/one, terrete pero piu uolentieri la
compagnia duna, odidue,a quali hauete inclinato l'animo
per le uirtii, (zj per legentili maniere, che in ф? difeernete . La
onde io conchiudo , che la conuerflitione cafuale, che nonji puo
fuggire ,ßßendea molte per/one ; ma la uolontaria , che fha a
cercare,ß contienein pochi. cui'. ‘Ter un duhhio, che mi ri
щите aguiß del capo dell`hidra,me ne rißrgono/ette, @iß
condo quel detto,
vi cia/¿un рот) nafce un penfier nouo.
Or ditemi,fi una meretrice, ô un rufßano , o altro infame uer
ra` in риса: ,o in altro luogo puhlico per trattenerß meco con
qualche ragionamento, uolete uoi, che [ёлка 14/214гте1о ac
co/iare, io lofugga, come/ë fune fcommunicato ,o appeßato .
лъщ. c/Í uoi, che /ete perßna priuata ,fidi direhhe il dargli
orecchioana nonßdi/direhhegia a per/ana pu lica. Coty. Chi
adunque gli da orecchio non lofuggc, ilchee` contra la uoßra'
prima di/po/itione;@ chi non lofuggenratta egualmente gl'in
jopportahili, @i ßpportahili , ilche e medefimamente contra
la uoßra dißintione . .a NN. Je una meretrice,un ruf
Ifiano, o un hirro щадит: al ‘Duca uo/iro Signore per impe
trar giußitia, operfargli altra hone/fa dimanda, lofcacci'ereh
he egli daß? CJP’. Wongiiì. ANN. .S'egli andaße auanti
per мот amigliarmente con lui , lo/iacciarehhe egli daje З
can, Lo catciarehhe certoI ¿NM ‘Da que/ia diaerßta ui
L I В К О ` ‘_ \
potete hora accorgere, che talhora uno infopportabile efopporta:
bile,non телята a luigma rijpetto alla cagione che l’induce a con
uer are. CJ If. [o u’intendo , ma mi na/cono hora altri dubbi
conßderando, che fra que/lißpportabili, che habbiamo nomina
ti, ui e` gran dißiarita ne i difetti loro,atteß,che`l uitio del u_an
tatore, del cauilloßi e' molto leggiero a paragone де quello della
диеаттФ del maldicente; Ф cio non o/lante li mettete tutti
ad un ßgno . Oltre a ciò mi pare imprqiibileahepieghipiu al be
ne,che al male colui,che ha uno dique/li dfet-ti , perche un folo
di que/ii ha forqa dadombrare (y d’eßinguere quante buone
parti Лето in lui,('9~fipuo dire , che que/li ßno ßmili al pecca
diglio dello Spagnuolo , onde 5'haurebbeno per mio лиф) a rimet
ter que/li nel numero degl’inßpportabili. JMM. Gia habbia
то conchiußfe ben ui ricorda,che s`hanno afopportare nella no
ßra conuerfatione tutti quelli,che non hanno il ß'gno in fronter
Фche communemente non[то tenuti per infami , ne rifiutati
nelle buona@ hone/le compagnie, non o/iante qualche imperfet
@il ‘0mm tione loro. Ma per acchetar meglio [animo uo/lro , non lafcerö
{топе ci di
’Pfjjûïfägi'ei prima di dimandaruiß alla corte di Francia hauete cono ' ciu ti
huomini di diuerß: насесте/есоте parmi, chegia habbiate det
to. CJV. Ho c'o'nofciuti non che France@ ma Spagnuoli, ln
glefi,Fiamenghi,`Tedefchi,Scoeqeßggi Italiani. J MM. Ho -
ra ui dimando con quali di арфе teneuate piu uolentieri pratti
ca? сот. rPotetepenßire, ch`io mi ritirauaßfmprepiu uolen
tieri uerßiglltaliani. JMM. Ma di quali Italiani ui dilet
tauate piu? ежу. ‘De’ Lombardi. J'MM. Fra Lombardi
poi qualifceglieuate? соли. 1 miei рае/ат. JMM. Et di
que/ii, qualipiu uiaggradiuano? CJV. Quei', ch’io cono сена
piu conformia miei co/lumi,perche ognifmile de'ßdera ilДевß
mile.
-w-:f-
-

47V
'P гь 1 M о.
fmile. „льды. `@te/lo Ä uero,ficome Èuero, che naturalmen
te aêéloorriamo quelle сор ‚ clre /ono a'iuerß` dalla complcßione
'âT
izo/ira, onde auienealfun lieto 174 in odio un rnc/lo, un lento 46—
lvloorrifce un 411014615)per lo contrario. Et[1er tanto/i124 a con, НаЪЫат.
due perfono
liderar'e, che la natura 11174 date qua/ï dueperfone, l'una delle dalla Anana.
Il»
quali ¿commune a tuttigli lauomini in quantofono partecipi di
ragione, @più eccellenti a'elle beßie;l’altra ¿propria eli cia/cuna
inquanto alla dijjferençaaloeji uede nelle[спице del corpo , fly
nella diuerßta degli animi, ciaßuno de’ quali inchinamon pure
d ­ualcloe bene, ma etiandio a quale/oe male', onde uoi uedete chi
pecca di/uperbiadoi elo/ìinatione, chi eli maldicenzaal/i dada
latione', cbt d`auaritia,cl9i di uarzagloriag@ bauete a тертог—
re, elfe-non ci е`1шото in cui non ßtruoui qualche difetto, o piu
omaneograue di quei ene/ono in noi . Ma poi che nonpoßiamo
trouare Йод/111 non cloe amiciftyconofcenti, ma ne anco un pro -
Prioß'atelloalzeßßontri in tutte 1еР4111с011 la noßra complef
fione ‚ (уч co’ ‚го/111 coßumi êifogna ¿ene шкаф 4 tolerare i
difetti altri/.13@fecondo il uolg'ar пожми/114401 amar 1’4т1 Proucrbio.
со co’lfuo ¿fettofzy'poichefono rari al mondo gli buomini per
fetti, @compiutamente uirtuojîcon cui po siamo con no/lra pie
na ßdißfattione uiuere,(9~ сипнет/тет onßdee rifiutar la сот
Pagnía ¿alcuno mentre {дБ/941614 qualche apparenga di uirtu,
ф eli Éonteìmltrim'ènte faremo a/lretti a 564111111 14 conuerfa
tiene, pregar ‘Dio infîeme,con la lumaca (fi соте racconta 14 Fauch
fauola) clreperfuggire i mali uicini , (y le cattiue compagnie ci
concedagratta dipoterportare la сор: noßra con eßi noi. Еt non Шип: perf'.
na è (enza
decade Cloe alcuno[iрог/14444 Jeffer[21144 uitio ­, @so êenealre uma.

lfio. uoleßi rrfutar la compagnia d`un cauilloßagli per auentura


пси/2144 14 mia Per altro maggior difetto“, la ondefon dipa
.'. r. ...va

` I. I В к 0
теге, cloe fenza riguardare all'iniportan ¿a a"uno ecce@ , {loab
liia a comportar la conueifatione di tutti quelli, che nel rimanen
te dell'operefß delle attiorii loro caminano a dirittofine , @è
anco lecito il nio/irai' tal/aora di non :iedere queßi errori, (уч
dliauer buona opinione defi. Еt qui mi uiene auanti lejfein
E?? ¿im pio dell'lllu/ìrißiino LS`ignor @uca ­di CîNeiiers ,'ilquale douen->
' do far una feßa in que/ia Citta,diede carico d`inuitar legen
tildonne ad ungiouine tenuto communemente per uitio/o,dicloe ‚-' '
ne nacque non poca merauiglia ß'a i Cittadini, eÜendo торба ‚. .
mamente fua Eccellen ¿a informata di lunga mano delle qua-­_ ;
lita di co/liii :‚ onde dini/ando alcune donne fantigliarmentlï
siì lafeßa, tocco ad una di loro a fargli una-dimanda in ЩЕЙ}
del giuoco,(’9« lo ricerco per qual cagione effendo nella Città __­_
tantigiouani difereti, @ß een creati loautßefatto inuitar le drinl `
ne allafe/i'a per un темпа „тощая; mala natura; alcloe egli' è’
rifpo/e,cne con i liuonißzreéêeßempre d'accordo, (у clic ¿ißgna ~ Í!
ждёш- ua cercar di tratteneiß i cattiui. (Ver. [o u`intendo,egli uol/'e` ¿è
их“ ,i imitar colui,cloe acceß' la candela innanqi allimagine del diauof
lo; tutta uia a me pare clielfauorire i reiДа uno ßlegnareiluoîéf ­;.
ni', ff/non so come pote/ß` in un ’Prencipe ai сор maturogiudi-'vl д c
cio cadere una сор di iliceuole elettione , ma uoglio credere, clig
ciofacem? come quelloane douendofermarß qui pocbißimigior'-,
nLWconofcendo, тётю regno non era dique/ii'collimon pen
[от ad altro, cliea la ciar nella[ш partenga piena с’т uniuer- .
falfodisfa ttione 3 (y uolß aguißi del Sole ‚Ир/сут i raggi della
ботали opra ogniрте di perßne, (уч от potete aßiciirarui ‚
tlfeg'li non Íoaureééefatta tale elettione ne /iioi /iati ‚ doue egli
non manca didi/iiitgiiere le qualita de’ fiioi/udditi, (ty din..
nalgarenon meno i Éuonimlietdaêlaßarei tri/li. JNM. [o
к г г„ I M о. 48
credo uerumente ‚ che in cio ui uße mi/ìerio, mu попgià , cloe lm
M ~
“от Гетеппопеъ che uoi dite; ренту} huomini/uuu',(’f/ 131“
dicioß/uoipuri non curano d`e0er amati da i шпор ‚ un ¿_i cono..
fcono , cloe l'e/jer in êuono predi'cumento de’tri/zzi è argomento
deffer odiuzi du i buoni. cdu. CA' me pure clie tutte le per..
fone d`intendimentopongono ogni/Indio perfurßumure енот
dio du i piu cattiui , @per те non uorrei , clfulcuno ne`> éuono ,
ne` altro mi uoleße mula@ Prego Iddio, cloe midiu lufelici
tà di poter fodisfure interamente ad ogni /orte di perßne.
.A NN. Voi louureße un priuilegio fopru tutti gli altri buo
minimm ricordateui di quell'untico решетом, che ne` unco l’i/ìef promu.,
_ß Gioue agrada ci tum . lo infine ad hora non loo conofciu
to buomo coß compiuto in „то ‚ ф bontà, cloe non /ia Даю
fottopoßo alla muliuolen (же? alle calunnie di quulelie un o', (9*
ui dico determinutumente, cließ come non cercando dißepere
quel , cheß dieu di цветеcurando di odisßire ad alcuno, ureße
urlo durrogame, со]? diuerreße troppo/eruppuloß, (27 поп rifu
nereße mai della порт {пофорсюпеф uole/le pigliurui il[аде
dio di cloiuder tutte le bocche, (дремой: un mungiurui il cuore, Рхоиныаь
ßcondo il prouerlno. c/íttender'e pure u ßdisfureui êuoni, ne
ui curate [Junto di quel, clie dicano, openßno di uoi i слито,
le cui punture non oúlendono la Éontcì,('9~ [Ушастая ; @ßp- Nabirogn,
Режем/951 diuino filoßfo non uuole unco , cloe ci diurno Penßero Élïlftiîänglli
di quel, che dicono di noi i molti, та ßlumente di quel , che dice
colui, cloe liuрта сойдем/20 intendimento. Cocu. @Non duc
coigete uoi, cloe quando ci uiene un gentilhuomofore/ìiero а са
fà, /iamo oltre тос10]о11ес1п`пе1ргоиео1еге‚с/ое [inno laen trattati
i loroferuitori г ¿@eßo non ё per ultro,fenonpercl1e temiumo,
die come men мин, fly Piu difßeili nonfacciano poifinißra ч

L I В к, 0
relatione dinoialoue jiamo certi, cheipatroni s'acchetano leg;
giermente a tutto quello, che facciamo uerß di loro. JN. lo
credo elfeßendo la natura de`feruißttopoßa ad un certoflußò
di lingua, cioßfaccia piu to/lo perfperan ¿a , che hahhiano a di
uolgar la corte/ia no/lra , che per tema , che liahhiano a hiafif
mare laßretteçgaßltre che non puo eUer compiuta l`amoreuole§­
¿a noflraaie` in teramentegrata al capa/e nonfißende anco u_er
fo i memhri'ß/ [драг anco,che uifono alcuni patroni coliteneri,
che amano Мори; icommodi della[это loro ‚ che i propri,
si ¿me г“ onde tuttoßfa per нудит de’ patroni . [Ил come/îЛи, io mi
Sgßiguaiîlgf rißiluo, che dohlriamo operar hene per amor della „от, @ поп
ЁЁЁЁГЁЁЬ per tema del hiaßmo. (JV. Sono alcuni,che operano hene,non
"`°' А già per amor della uirtii, ne`per tema di hiaßmo, maper[limo
Штат lo di uanagloria, aguifa di quelli,c_he su le fiere , (уч mercati ef;
ат. fercitano la liheralitafriì le donna@ nelle proprie cafe fino mi,
fern@ ritengono perauentura la douu ta mercede a poueri/crui
tori. лыж, LQuella libera-lita ¿ßmile al гит/око del lume ,
che tir/loe per mancare , pero dura il nome (уч lagloria loro
tanto tempo,quanto du ra мрет, Ciyßponno paragonare a certi’
animaletti chiamati efmerideahe nafcono риф 1`Нippanifu
me della ScithiaJa cui uita non dura piti d’ungiorno,('9i mipa
re che queßifacciaiioprifiji'ione di perder il credito a саг/24 loro ‚
per acqui/larlofuori. Tuttauia quando ilpuçgore delJtïato Ще—
neper difetto dello/fomato ,gioua poco il metter/i alcuna cafa
aromatica in hocca per laftiar grato Aoclore dife , perche allafue
il quQore [филиалам ‚ (if) non ßpuofare , che nonjißntaln
dor della hotte; onde :hanno a contentar-_e que/ii dÍeUerpo/li in
feggiopre/Iii aglialtri Дрожа/211! . /l/Ia `io Signor Caualiere,
ini/on lafciato portar tanto oltre dalla dolceçqa dente/fri ragio
namen
элегии; 49.
шиш; ‚ che non т`ет aueduto , стаей ¿pagina im [1er де
quе! tempo che mi conueniua/fvendere intorno alla cura deд“?
fermi . ‘Toi che adunque/imo chiari ‚ che la conuerfatione е Ерйор.
utile ‚ (y nece/pria , :begli huomini де ‚ее/Зета uita е'Ьатео à
fuggire , che quei ‚ chepiegaiio ряд 4! ¿en , die al male s`banno а
[opportun Ф che i диадему „щадящие à cercare, io те пе
дпдегб сои uoßfa Бета ‚ Феотегё domani„еще; ‚ рист
doui , ип’аЦг’Ьот con еЛЬ иое ‚ laquelle di/penferemo nel difeor
иге ратеесойттете delle ciuili, (9тезис/е maniere де! conuer
fiere ,ßcondo il noßro principalproponimento. CJ V. Mi fà
rà afßuPiů dggmdeuole il ritorno uo/ìro, che дервиша ‚ Фui
ртотеееокье теРите lunghißimo queßo poco де tempo ‚ che ui
correrà де тедо.
tiplicar le mieИпдаее1‘21есе‚Фritornateрое
conßlationi. лиц. Le сап- a mul А
' [дайтеfaranno ŕeciprocheperßuf A
[o ‚ Ф
Et тфиЛЬ fumare.и
qui ui laßio: _' ‚

и, rms nu ‘PMM-o цвет.


CIVIL »CGN v ERSATION
‘ "131215113.
' yG v A y zSTEFANO?
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"î « {сток ManiLale'nonpotreii/fari-f


mereinteramentequantolungo mi jid
Paruto il-tempo' dell'ajfenQahuo/ìra’ ‚
quanto 101741114 patito' nell'a/jyettare il
jf. ~ confortodelritorno,pergli i‘4t`ili,­@[iia­v
ceuolidìfëóffï, 65? 190831 ‚шт afm;
c'on cio’fia coßi cheg'ià mipa're' 41 ие4её I
fe, diepermanovlfun tantoтат ‚ come uoi fece, да gettata
una' 111511010 441401140 111411 della 1110141 flofrjïa, Ф in 1114121—
14 111142141114poco 471014 шт i 4101111precerti ap ‘artenenti 41_
la aim no/Zra. am@ топ/1411311 in que/ía a peuarioneqerf
che imitere/ìe 0440041441404121 uaname'nted рамкам/241 fu
l :empi glee; mefiniße 11fue соф [ierp'oter[ia/jarenA 10 non [Jo/jb, ne 4161011!
fcntìric
gono altu
пе nnoue
leggi .di ui
que ifagionamemifeguiflepeaatedegli ¿ariela Hloßjï,perche
Ulft» /ë ¿t le ragioni loro/ono hoggidì quelle metleßme' , clíerano giò
recoup о. . ‚ь
­milleanni', nonfònopero medeßmi'i'tem i',in liuomini,wi eó
рать ‘Non щади/‚ера noiingiu amentenon ‚атм;
introdotticli/lumi peruerfi, repugnantialle leggi dellaflo
ßifia , mahoggimaiil ècontrario u/o lia fatte го]? falde radici,
...cliefarebße vcoßi impoßißile _a jpiantarlo,perclie il mondolia la.
лишите dige 'Dante ,
"Di `libito far lícito., ­
«Onde il uoler con precettiflj _con ragioni ridurre di nuoual'aßul»
fo [то]!
'non meno­ ßiouirtuofnfijantico co/lumeJarelêe/limatofliiica
ridicola, clieuana. `Orjifcome'ui/ono.alcunecojà nel
.le quali ci ellecito per laeuft _allontanarci dalle regole ,de'ßuoni
¿mae/fri, ,co/iue ne/iinoinoltemellejualioperlojferuangadella
-noflra religione,o perla nece .ita l¿tempi dolßiamo ,ad ogni
.modo diß'ordaredallelotîoopinjvni . Брестское "ÍPÜÍ-Èlglßd i" ччгНт'
. duri-einoltie em i попив io eri» enon :rui clic erl'aßu olfif'ïldifc"
ffii» elif-el» .P faim:
„жмемpiu ilainoaÈliuoli'inßnoalli' diciottoanni. Etper i antichi

.la neceßita` de’ tempinonaßettanogliliuominiinßno alli'tren..


,tafeiannn (17ledonnealli diciottoa _congiungerfiin .matrimo
то. ‚15tper {оттяни de’.diuinicommandamenti >dopoi clie
,l`liuomo,fi7la donnaßino .collegamedelfanto.matrimonio .canl
'giuntimon/iponno per alcuno accidentedifciogliere, (учfar Vdi
uoreo come anticamente fufiiuaflïcome con ntiuanoiflo/oß,
.i quali fefujßro noggialmondo , riformerel .onoin molte coßi'
Alorofcritti,@ yli diporreáêonofecondoimodemieciylumi. Onde
per diuerßcagionicilifogna _mettere il piefuoridiquella anti
.ea/irada,g’9r uiuerefecondoilu/ô de’.no/iri Ítempi. Et pero cef;
fera in uoi la marauiglia, nomi штаты a peccato mortale
­ ls`io nel difcor/ii della ciuilconuerjationeuidirôperauenturapiiì
di quelle сор ,_clieper mio лиф ricliieggonoi tempi preferiti, clic
` ~ G 2
f :f .i1 гонг к ; о. I
di quelle ‚ ­che/onoA [пят nei lihri , (tj/e in ciouiparleropiůto
fio da puro Cittadino ‚ che dußlo/ofojengu curare d`ucquißar­
mi con miei difcorji quella eccellen ¿u di lodi ‚ di titoli, che
m’hauete dati ‚ iquali non uoglio , ne`deëho patire , poi che non
mi iconuengono . CAV. @día e` una/:umiltà ,che mage
giormente ui фи. Tuttuuiu „то di dire ‚ che uoifute tor- Р
to u под/дуб con l'uhôo/fare lu uoßrugran dottrina ; C17so lie- i
ne, che s'io uifufS'i di сор poco inferiore, come conofco d`ef5`erlo
digmn lunga ‚ io m'innulqarei molto piu di quello, che fate
uoi . ANN. Se uoi mifo/ie со]?inferiore , соте sò ‚ che mi
fte maggiore , [кафе piu errore di me nell'uttrihuirui tanto ‚
Perche фото io molto meno di quel ‚ che рифт ‚ стара ‚рее
с1оеге]1е darfogunçufüdi паладина . сыт. e/lnzi me'
'„ » are, che fucendoui родиной) diquel che fete, реи/одет uoi
о di pußlltmimità ‚ дойти certa ßmulutionepiu to/ìo Corte-`
` giants, che flo/offra . Еt non credogià, che loduteglihuomi
.en_
ni‚ che [дрелей molto, ficonfïdunopoco di loro mede/imi ­, oue
то eßendo conofciuti uuloroß cercano duuuilirß co’l торф
mm@ teßimonio. JNM. Verumente io li bia/imo,perche il diff-ire
N1*- giur oltre modo ß: ßejjo e fegno д е1`оеси1ш amhitione ‚ д, di
тифе/Ъ: uilttì . Wdßimo 'io men degni di bia/imo quelli ›
che ull'incontro con Fejjitltaiß troppo toccano, fecondo ilprouer
rmermet bio, il cielo con un dito . Mu io so ‚ то1гоЬепе , che nel parlar
horu di me ßqßßo тертого 1е miefome, nêmi fino punto
dipartita dalla „то . CJV. rPoi cheДата caduti in que t
flo ragionamento ‚ ditemi ui prego, ]Ё hauete alcuno ßcuro
rimedio , col quale[i follie l`huomo шипении ßrada di те—
атр, che non ß let/ci come hullone gonßo di uento hulzur in
effe" eëfenefvftefwftifffe Vitrinen» чётч- ‘Pn
ъ ritro
~ ‚геоида: ¿gi
_I ritrouar queßo ¿rigolo .di Dedalo , col quale clhahhi'a a 'te
ner la uia ткани ‚ conuiene ricercar la cagione , onde na
adC
fconogli e/lremi uitio/i , iquali conofciutiä/ara 4tos/lo in pran
co il rimedio , che dimandate . 'ue/li errori adunque ,
vper lo piů , .hanno origine dalla ßlitudine , fly dalla in-l?l
Aefperieneei delle cof: del mondo , la qualfeì , che in un ciio
re a'i natura iiile entra la афишка delle proprieattioni,
(y la tema del giudicio altrui' ; (17 all'incontro nel сио
re di vnatura generoßi, crefca una preßiiít'ione eocefŕiua ‚ che
lo "фона à ßimar piu [ё ‚ (т meno gli altri di
.quel , che dee ; onde fe amendue effercitaßiro la conuerfa
zione 1 Ш la prattica de gli huomini ‚ @y intendenti,
‘non ui ha duhhio , che le ,attioni altrui feruirelrlrono alluno
dißi di /iimolo , all`altro ydifreno. CMV. Sonoper Pur-uan
certo degni di hiafimo , fly ldi riß alcuni huomini . la cui
i „uirtiì , @y ualore sfaßonda nei loro paurofi ‚ (i7 freddi
* cuori .non altrimente , che le pietre nellacqua . Et potrei
,ùä in que/io propofito nominare alcuni huomini eloquenti, che
.douendo parlar nel cofpetto di molte perßneJißno amu
titi, (y altri tramortiti ; dal che io giudico , che[iano ¿fire
'aчч—
ч
mamente infelici , per non potere all`hora u/are , (9° мы
delle faculta loro ,quando ne .hanno più hi/ogno„ (27[21:1
1е quafi manco male ‘il non hauerle. 'JNM Non ß puo ninguna.
,negare , che non fiano infelici coßfatti huornini . Macon
Qu.
­ßderiamo hora la uanitiì di coloro , che pieni di prefuntio
ne ,` (у accecati dallamore di /e non ueggono i propri
difetti,ne"jicurano dißpere qualopinione hahhia di loro il mon
do , il che ¿fegno non che d'arroganna , ma di heßialitrì ‚ dalla
‘quale ne ßguono moltiinconuenienti; con cio fia, che ßcondo
G 3
l' »L t в к o
il detto д'un ualentliuomo. Di gran male е cagione quella
ignoranadaquale а]? fle/Ia pare дрема. сопл. c/fr
foco liaßmo per mio credere, ci ßrelile идти е! u'oler [5/1
fer tenuti репе] ‚ ma il‚шт ¿che uogliamo ancofar cre е— яд.¿A„-»«A
?ЁЁЁ'Ё'ЁЦЁ re a noi ßeßi д’еЛёг ßuij. лиц. rPer que/lo [i dice,ß
°` соте ancofu da noi ricordato шт ‚ elle la рее!facil coßdl
5255125? tuttee lingannarß' [le/fo . Et mi ricorda ¿bauer gia letto
‘°"°' nella uita d'Eßpa, chepa/fando ungran „фиат per una
contrada doue erano tre /cliiaui da uendere, cioe`u­n <gramma
tico , un cantore , (у. E/opo, egli dimandoprima algramma
tico quel , clie[драгfare , ilquale герой ogni сор ‚ ('9» dopoife­~
cela mede/imadimanda al cantore, ilquale <gli едет/е pari?
mente ognicoßi. Ma uenendo ad Efopo, (уч dimandandogli
quel, Clie/apeßefare, egli rifpo/e niente . Et come dige l’altro г
‘Pere/oe , [шлиф Е/opmque/li due со! /aper far ogni co/a
non nibanno lafciato niente, elfio fogaМоетfare. 7)! qui poll
Лото ritrarre, clic. ßcome quei, che dicono де non [ayer ar
niente,fanno molto, сор quei,clrefanno profe/fiom diДери ogni
cofa,/ono quei, che communemente non fanno nulla. ‘Tai
che adunque noi conofciamo, che per non pratticare ‚ (уч рог
non сапа/Бег ¿ene a dentro Per rner della conuerßltione le 4_ . _ ._._ :_.
‚Ё compleßioni, i coßumi, Ф l'opere altrui fi pecca o d'arro`
¿ancanìdi dyçídença. Voi conßguentemente ui potete ra
uedere,cloe quel rimedio, clic uoi cercate per fuggire queßi е—
ßremi, Ф per metterui nella ßrada di mago, е la ciuil con `О

ner/ariane; Ф quella maßimamentenlie fußz fuori де ca a


pratticando con molte, (уч diuerße рее/от ,della quale balilia
то boggi a ragionare. CJ V. uando io credeua , che con
rif/ff’ мететrife/1’e т??? d'fw/W le nel@ FPS
з 'z с o ы в o; у;
dee hoggi’ caderfra noi, ecco , che inauedutamente tnx' cihauete
tirato dentro , onde maggiormente crefce in me la marauiglia ‚
(ЫГаЦеХтеца. Magrima , che uoi diate principio a que/lo d
¿li/Por/o ,io de/Ídero di [драге/ё lanimo uoßro e di proporre una
forma di conuerßtione, della quale tutti indi/lintamente ¿hab
bianoa femire,o pure dagegnar diuerf: maniere ,fecondo la
diueifità delle Perforce. .A N N. J’e ben mi ricorda io ui di/Íi Non n рць
hieri , (19 replica ora di no; perche fe con una medeßma rego- dar
:y: aegim;
tutti

la haueßimoa proceder tutti uer о tutti nel confier/are, tnßo fi соты!


итф’imo a capo della по]?ra impreß . Egli e`ben uero,che ui
fono alcune сор generali, che indifferentemente hanno adотг
uar tutti ucr/0 tutti , delle quali ne terremoanco qualche brieue
ragionamento. Maio uoglio орта il tutto, che ci riuolgiamoa
con zderarei diuerßmodmhe ci cöuiene ирис nella conuerßztio
neßcondo la diuerßtcì delle perßneda i uali ci rauedremo,che
nonfipuò со]?ageuolrnente trouar una firma di conuerfatione
commune a tuttigli huomini , comeß e` поили laforma dal..
cune [elle da рода, le quali s'acconciano al doßo d’ogni cauallo;
onde uerremo a Дарители]? соте ungiudiciofo Scrittore
uoßro pari nonßrba i mede/imi concetti , (у bißcße parole
fcriuendoa род maggiori, (Ей/тлеть a /uoi egualißinfe
riori , со]?dobbiamo noi procedere nella no/lra conuerfatione.
CJP'. Se adunque la ciuil „мирномha da uariare/econ ›
do la uarietà delleperßrne , io dubito , che non riefcano lunghe,
ф malageuoli que/le regole, che uoleceproporre ‚ pojcia che fia
mo communemente jofginti da diuerßaccidenti a practicar
con perßne diůrerentì di [ego , d'etâ, digradi,di qualita, diFae
fe, @di natione. жцъь Voi uedete nellorgano фифы
eanne, Идти cia/cuna 'di quelle render diuerß /iiono ‚ш
` G 4
l.
` i
t‘ .L I l B R, О
tutte pero lianno proportione infieme , @jfanno unfol corpo'; ce;
fi, e éenßmo diuerß lemaniere del штифте, noifcopriremo in
u timo tanta conueneuoleqqa fra loro , clie ci parera una fola,
Diuîlïone
ella cöuu'
Фpiufacile di quelclie perauentura ci imaginiamo . Ondeper,
fazione, ageuolar queßa imprefa , parmi douerßriguardare , che la con~
uer/atione ha luogo principalmente д fuori delproprio allergo, at l `5­
_'_„>_

dentro . Et quando a uoi piaccia , potremo dar nome alluna


di conuerßitione di[шика , (fjallaltra di соф; ou ero aquella
di popolarefca , Cty' à que/ia di famigliare ;fe forfe non uoglia~
то cliiamar lunapulilica , ш l’altra priuaia . cui' . ’Di
cio poco mi curo, pur che ci intendiamo. JNM. Et perclie
l’opera auança lagiornata , iofiimo , clie ci liaßeradißorrer'
lioggi della conuer/ationefuori di (ар: ‚ (9- ß potra riferbar
l`altra a domani. any. [o afpettaua, che ragiona/ie prima
dell'altra, poi che ßcondo l’ordine naturale noi cominciamo a
conuerßtr in cafa coi' noßri domejiici , (уч poi impariamo iì
conuer/arfuori con gli altri.. „псы. ‘Nel noft'ro ragiona,
mento di nieri,quando io ui propo/i la conuerßitione per fa
lute non meno dellanimo, clic del corpo , io intefi della con~`
uer ationefuori di caja, dalla quale particolarmente fi cauti*I
no quei frutti, @quellaperfettionh che gicì habêiamo rac;~
contato . Et pero ragioneremo lioggidique/ia, cloe appartie
ne alla noßra principal intentione . Et domani, fe liaure
mo agio, C9' [ene baurete uoglia, non refleremo di di corre
re della conuerßitione dome/lita , intorno alla quale ci occor
rereì dir coßenloeper limportança loro non meriteranno anco,~
d'fßer tacciute. CMV. Tutto cio rimetto algiudicio , W, al-`
la cortefia uo/lra.` лъщ. lo adunque ritornando al mio
difcorßi, confermo , clielïltuomo non /olainenteß fpoglia dell@
я в с о; к а о. ‚5
uilttì, (29 della „атомизм/тещ, mafiueße della сов) Ll сбит-0.
uerfadone
gnitione di fe [le/fo per meg@ della ciuil conuerßittone; per-_ :mamá:
оГсег
che, fe ponetehen mente, quel¿indicio ,lchehahliiamo di cono~I` Rdf..
fcer noi /ießi , non e' noßro , ma lo togliamo quaß in pre/lita da
altri ­, con ciofia , che quando noiЛото da piu per/one auuertiti,
0 11аЛтм1 ‚ oripreji , òfatti con cenno accorti di qualche errore,._
che noi commettiamo ôcon la lingua, o con l'opere, fnal ­|
mente ci contentiamo di ottoporci alle commui opinioni, fr]
ci uegniamo a rauedere di qualche порт imperfettione , la qua
le ci sforzjamo di corregere fecondo il giudicio altrui . Et
come che al mondo [i trouino aßai pochi, che ci uogliano di
re il aero , nondimeno non ui e` alcuno je non rPrencipe ,
almen priuato сор еЬЬп'асо с1е11’атог di fe ]1е]]0 ‚ che pec-J
cando di qualche di etto , non cgli uenga nel conuerßir con
molte perfone data occaßone d’e/]aminar la Дол confcienqa ‚.
`. .—-. _. _— — —"
. (27 поп troui alla ßne più d`uno , il quale /e non in [вяло
damore, @dicarita , almeno in attoòdi lejj'aßdißirmga
mento,ôd’ingiuria , ö con una maniera ,ö con altra 3117120:
teggi il uero, (910 faccia/entire la /ua doglia . Et doue que
ßi qua/i non uolendoßno co/ìretti ad emendari coßumi , fly
la uitaloro, uoi uedete moltigiudicioß, @manco amatori di
]е /iq/Íi ‚ cheßenga a/pettar d1eßer ripreji da altri , ßmuouono
per propria uolonta a conßderar diligentemente le parole,ifat­
ti ‚ (Ы: modi altrui', (yr/icomeimparano ¿fuggire quelle со]ё‚.
’W

che :reggono dif i'rß in alcuni , coßß :forçano di Едите, (9»


far/i proprie quelle,che in altri fono lodeuoli 5 Ctyconuer/andol
— --vr-*­
.ъ-’
diuengono отшагал ‚ ft) imitatori de <gli huomini/aai] ,(9ï
{Матриц (уч ‚ perfinirla ,s’acconcianoa fare, a lafciare, a
mutare, (уч a correggere molte со]? agiudicio altrui . Ma poi
l-.„_ ..
L I В К, Ö
che halliame già un`alira uolia pienamente difcorß della
granfama, che hanno le opinioni communi nellemendar la
uita no/lra , io non mi ßenderii piu oltre ,fenon che ßando fm
ma que/ia fintenganhei giudici] noßri, (д 14 cognitione di
noi medeßmi pendano dai giudicq , (7 44114 conuerßitio ч ._«­.'ь­- l­

ne di molti, medineсадnel
uerfationefuori pa oaragionare delle iomaniere
qual difcor/o­ dellale con
per tutte ra
gioni, che dicemmo hieri ,haurô riguardo al giouamento uni
uer/ale, (y particolarmente de’> poco intendenti ‚ (9* non/la
rii a ricercar interamente le uirtu morali , delle quali tutti'
non [то capaci ;ma ricorderò Мятеж: quelle coßprincipa
li , cheß richiedono in queßa conuerßtione . We? uoglio in mo
do alcuno, che andiamo su le cime degli allreri ­, ma ßdisfacen»
do in qualche picciola parte all'ajpettatione d’un`huomo dot
to,come uoi cte ,farò conto poi nel rimanente di ragionar
con pcrßne pouere d'intelletto , (9» mi .fforçero di prefentar
АЮ“'
loro di quelle coßf,delle quali potranno /enŕa fatica re/lar ca
paci. CJ V. e/I me daranno tanto piu contentoi uo/iri di
fior/i ,quantopiufaranno famigliari , (91 quali appunto 11
chiede a deholega delmio intelletto. ./r NN. .Que/ie fia
detto per mode/lia. Or uenendoprimieramente alle co/e ge
nerali, io miperßiado, che la cognitione , (yr contemplatione del
la naturaßa nell'huomo, come сор mancheuole, Ctyimperfetta,
fe con {ЛЬ nonfono le aitioni congiunte . Et pero /ea Чае/111011
templatiui e`neceffar'ia la eonuerßitione, molto piu eneceßaria
_M_А-,_.‚-—_ .
a quelle per/one ,che non hanno alcuna/cien'ia , le quali per
non rimanere come hefiie, (уч perfarßconofcere da quelle dif
ferenti, ¿hen ragione ,che conuerßndo/i ¿forgino d'impara
reper 10114 altrui quel, che da [e /fijii non poßono con lo jiu»
е в с о к в о. ‚4
деодеПе lettere confeguire. .Si comeadunqueßraccontaiclie ад}: ‘c
certi popoli[дампа acconciare 'glinfermi nelleЛиде, (yge
loß della lorßlute dimandauano a uiandantiße ßepeßero qual
olie rimedio per le loro inßrmita-,cofi “шато ßlitario, che e`
ueramente infermo , Фpriuo де quella cognitione , che {acqui
fla con la pruoua del giudicio commune ,ba êifogno di cercare
i rimediij fuori di ca a. Бела benegli uerranno innanQ al
cuni perauentura piu infermi di lui , Ф altri incuraêili , non
la ci d'andar oltre fin tanto, cbetrouii Деле, che lo con ortino,
@i medici, cloe lo guarifcano, hauendo riguardo alla fenten
¿a де colui ,ilquale diceua; ‘Daiprudenti imparerai con che ,promu
farti migliore, da gli/lolti , con chefarti pnl cauto . CJ V.
`,Quando gli huomini non fano Лат; ad прет де cafa, (9 :miuâi'ß
pratticar con gli altri con que/lo ¿elo , che uoi proponete,
non mancano altri ßimoli, che gli fanno uolentieri cercar le
conuerßtioni , Ф ingerirß piu c_uriofamente доме 3 piu` folta
la moltitudine', percioche il deßderio де conferuare, Фдau
тешат !е faculta , (т daggrandire lefßr fio , non lafcia
/lar le perßne con le mani a cintola , di clie ui potete certifi- ­
care ß mettete una uolta il piede nella ¿orte dun "Prencipe, ацЁЁ'ЁЁЁЁЁ
doue uedrete триад Corteggiani adunarjifra loro per trat
tar di molte cofe , (90 per intendere le nouelle della morte,
o della confifcatione de` leni dalcuno ‚ Фfar prattielre per
impetrar dal ’Preneipe Медина ‚ д roalangratiaß фиат,
_o priuilegio д per [грузы о per altri; Фprima che dimandarle,
far partito co'_ тещ; ‚ Ф co’ [ecretarij , (уч con gli ufcieri;
ne mancheranno altri confederati , che re/lringendoßin un bel
cerchio a con/igliofecreto difcorreranno del тодо diporre in dif
enfeme-erelelßßfffieloffdißevelfefloteffirearms
— -А—\—..
t. t в к о
ип`а1гго @ß cio non ba/ia afarui chiaro deldolce piacere che[i
caua da que/ia conuerfatione , mirate la moltitudine dellegen~
ti , cheßriducono doueß tien ragione; come à me piu duna
gli?? di uolta ¿occorrß ueder ilgran palaQQo del ‘Tarlamento di rPari
gi , il quale intronato da inßniteuoci, mentrefilitiga ilpetitorio,
A_ _ _. ._i­l
e'l pojjefforio , par chefia frggetto ad un terremotto . Ma per
che рада à proporui gli efjempi lontani .P rPcßeggiamo fola
mente per me@ que/ia no/ira Città,(zjuedremo non chene):l
giornide/iinati all'opere , (7 efßrcitq' mondani ', ma in quelli ь
"che fono con/ecratiallhonore, (уч alculto di rDio, una infni
f‘ ta moltitudine d'huominiJungo iportichiaener continouo mer’
, cato , done nonjidifcorre d’altro , che di comperare , di uendere,
' di permutare , di dare , д di torre danari ad {тифе ‚ /icon
trattano in omma tuttequellecofe ,che fonoattea curareima
r ii dellapouertà , (9 acqui/lar lafalute delle ricchegee, onde non
'accadepigliarßfatica di mettere in cuore âvgli huomini lacon
Auerßttione, alla quale fono per natura tanto inclinati. JN,
Con que/io ragionamento m`hauete hora ricordata la ßen ~­
“Ежа: или di ‘Pitagora , il quale diceua appunto , che que/io
33 23:33 mondo non era altro , ch`un mercato , doue concorreuano
“m' ­tre orti di perßne ,cioeuna parte percomperare, una peruen
dere,@‘/l’altra per /iar accedere il mercato , ‚(уч que/ii dice..
'ua effer iflo/of,i qualißimaua piu` felici _. aal’. :Altervi _J- AÄ

odiTitagor-a non doueuano ancora apparire infiilmercat'o


12mm’ i taglia borßnpercheuihaurebbe anco aggiiintiqueßi. ANN,
Soleua parimente dire un'altro , che que/io mondo era una
I ‘Scena , noi gli Hißrioni , che rapprefentiàmo la Comedia ,
gl Íddij gli fpettatori ,fra iquali perauentura ,comprenh
lieua i ßlofolï . Ma perche hoggidì fono gua {gni}
S'E С ОЦВ О. 5;
diuini {Реноме}, Ст perclie quaß tutti Лото riuolti col pen- ..
Fine della
ßeroa contrattare quelle cofe, clie loauete raccontate . lo pro­ connerfano
ne.
pongo la conuer/atione, non perche lialliiamo a ualercene prin
cipalmente nei mercati, (ку nelle comedie, (d nell'altre сор
e/lerne [опора/{е allafortuna; ma perche nel conuerßtres'ap
prendanoi buoni coßumi, (27 le uirtii , per me@ delle quali fi
difpenjino, {древо/отшив drittamente i от! della fortuna ‚.
@ji uenga ad acqui/lar ilfauore, la leniuolença tij lagratia
altrui . C J V. сА’ uoi/la adunque il dichiarare come s'im
parino que/ie uirtu,€9«quit/iico/lumi. ANN. .5’tando che
ilшито Да infermo, come balliamo detto, iopropongo perla
fua falute,clo`cgli procuri conuer/ando , cloe per luono Лит
di tempovДа maggiore l'entrata , cke la [ре/21 di сир: fua.
cui if. Coßfeì la maggiorparte degli liuomini. Ma a me
pare, cloe nelle conuerßitioni riefcano affai piu` grati quei, clie
allargano, cloe quei, che /iringono la mano; Et ß: ui andate
riducendo a memoria le co/e anticlie di Юта ‚ u`accorgere­
te, clie`l gratificare, e’l donareamolte per one era un me@ ‚
co’l quale {acqui/lana l`amore , Cty la leniuolen@ del popo
lo , Eid ßfaceua la fcala per a/Zena'ere alle principali digni
ta . JNM. Timandato un Дала Ьиото per qualcagio Perche hab
biamo due
ne ci [олифе la natura date due oreccliie, (y una Ил lin orecchie, k
Гейши“:
ш lingua.
gua 3perclie , rißoß ‚Лапаpiii quelle сор ‚ Clie s’odano,clie quel`
le, che ß parlino . @ge/la rijpo/ìa mlia dato /iiggetto dat
tribuire all'oreccbielentrata , @j alla lingua la fpeß . Et per
clie io ­/ia meglio inte/o , dico , clie nel conuerfare e` meega
rio Fuß di due cofe princepali , clie fono la lingua, Ф i co
jiumi , onde a que/iedue parti riuolgeremo il noßro penfiero.
ofi/¿_ t perche uolete uoi ri/iringeruißlamentea que/ie due?
fr
°` '­ ‘
L "i e' к о
в . о о \ ` М :.Í\
имама:
` oûumtfo
JMX. ’Pereira/ì uoi confiderate bene, notprincipalmente ac
L(
по же аи; Чиф14то nelle conuerfationi 14Ьеп1ио1еп;4 altrui con le ma-f-v
princi all
джаза. niere ‚4е1тд10п41ьфсоп la _qualita de’ co/iumi. Mud io
"‘° potrei, ad un certo modo, ridurre tutta la conner/atiunefotto il
capo de’cojìumi,fiat'qualifono etiandio Ícimipreßi ragionamen
—.-_ .-f. .А
ti: Wondimenoperche ui fono alcuneparti della lingua, le
quali non dipendonoin tutto da i cofìumi , io [это queßi duf
` capi. ,Et per daruihormaiprincipio ‚ dico, cheß come a 81111—
fermi di corpo aggradifce
rPoeta ‚ `
tal сор
i
‚ che fecondo il detto ,del

.Vil <gu/lo e` dolce, a`la ßluteërea.


Cofi “шато _ignorante , (7 debole ddleforge dellintelletto , il
uale ha ¿dgac diferßarШато,/i.compiace oltre modo di par
Lre , (t/Íha tantaforqa que/lo uitio, che fempre quei , _chefanno
таким. manco, uoglionoparlar piu. Eßendoßdunqueil tacere.,fty`l`udi
[сокам Го
23526 dif- -re delle cofepiii dińïcili, che fumo al mondo , hifigna , che’l no
ßro infermo fi cli/ponga di raßrenar que/io fito appetitoftjfa
nendo сед/110744 „12/51/15, hahituaijipian piano a tener piu
grml: chin/a la bocca , @piuaperte lorecchie , ilche egli non farà сор
h Нпвиа- toßo ‚ соте factor-gera, chenelle conuerßitiom facqui/ia la le
" ' v ` niuolenga , (914 gracia altrui non menoafcoltandogratio/a
mente, che ragionandopiaceuolmente , perche noi ci'chiamiamo
obligate'a coloro , che/ono attenti alle поркеparole, .@_ueggiamo
chepocoa noi¿ioua a по]?ra dolce linguavfenga Iegratiofe .orec'
chie altrui.. Ultre acio,il noßro т _ermo comincieratacendoa
rift`1narfi,ftjadacqui{far creditofra Íilßini . Е: Ydiqui e, che
rifle/fo rPitagora, di cuigia hahlnamo atto mentione, ohligaua'
i 401 difcepoli aредис ßlenti'oper lo patiodi trean,ni,percioche
сои/111014144,сделиекдма’флйa/coltarlo,/i rauederehhono del
s' «e c o к а о. ñ gc
ladera ignoran (a, 'fry imprimendoßnell'animo la ‚ат: , (9 la
grauitiì dellefuefenten(e, ßnti'rehhono ilbeneficio dellav'lorpa-­l ‚
tien(a, @lindo anticoprouerhio, che all'animo infermo il ragio- „mu ~
nar altrui' ¿medico ; @dalla/ine cono/ierehhono , che non meno "
d`ammirationeporta/eco il /aper tacere', che'l len parlare;perche
ficome qutßo fiuopre l'eloquenea C7» la dottrina, co/iquello da
fêg'no digrauita, ду'а]: pruden¿a . Cofre’. Mi ricorda dhauer mmm.,
udito raccontare, tldun certo auio dimandato degli taceua per f2" я u“
lgfnoranQaJi/pofi, che`l proprio co/lume dellignorante i di non
faper tacere. ANN: Etpero e` tanto maggior lode delle per-A
lßme poco intendenti l`ufar la дыша delle parole ; ondeß dite,
che e`parte di[дриад il coprir la [шкал coljilentio, Ф ¿anco
uolgar prouerhio, che ат! sa` chi non sa ,ß tacer sa . Conthiu- Pr°ß¢rbi°­
deremo adunque,che chi no siì tacere,non sa parlare;Ct‘/’ chi uuo ~
le apprendere a parlar confintimëto,dee afcoltar quencheßnno;
нематод, cheßcome la fame, (Марш рта una teria ua
euitiì di corpo,coßдулами¿a e`una certa „мы dfanimo; (er
come il corpoßriempie dalimenti, co/ïl’animojïpa/ie,fty riëpie
di'ntelligen ¿ada qiiale,fi` come dicëmo hieri, facqui/la maggior
'mite afcoltado la uiua uoce, che leggído le morteparole;onde nö
gli hauriì aparerfatica l‘afcoliare,ne` aparer uergogna il dim5
dare quelle calcaire@nбsa;ma douriìpiu toßo imitare quelgrÃ
de huomo,il qualefoleua dire , lo interroge tutti, ne`rifpondo ad
alcuno,perche non ho coja alcuna,ch'ioßtppi`a uРтper тлю/14.
сли Мм thiaro,the allhuomopriuo di[арт conuiene par
larpoco, @adir molto , (уч comprendo , che con la lunga @fer
uatione 'delle ßnten@ , {Ы de’ ragionamenti altrui egli соф—
guente'mente apprende molte год. Mapoi chegli hauete infe
¿natoL il guadagno,th’egli ha da riceuerefrenando la lingua,
L 'r er о:
с
aßretto , che glinß'gniate bora la jpc/a , cloegli conuien fare ra:
Come hab
biamoì fer gionando . .Ang Соте quel danaio ‚ che e bene fpeß , oltre
uirci della
lingua. al profitto di clit lo riceue , torna a commodo di cbi lo sborfa , co­>
/i le parole ben conßderate recano bene/ïcio a cloi le a/colta, flybo
nore a olii le e/prime. EtД сотеfuori d'una bor/a e/cîono diuer
друге де monete о d`oro , o d`argento , odi rame , cofifuoriде!
la bocca e/conofenten¿e , (iyaltreparole di più , (уч де manco ua
lore . 11/14ß come anco non ¿lecito fabricare , ne/penderefal/e
monete , со]?non i lecito пе dire , ne penßcr cofa,c ее torni in dan
no,o biaßmo altrui-,perche con que/lafalfitamonßlamente l`buo
то disboriora fri/lego, ma mette in pericolo laЛеи uita , la qua
le injieme con la morte e infaculta della linguagoltremlie е ferit
to, cbiguarda la lingua ,guarda lamina/ua 5 (уч dobbiamo con
chiudere , cbe clit uuole , cbeß dica ben де lui ,ß deeguardare di
dir male дaltrui . Et per tantoßoli/ponga chiunque ha lingua
in bocca ,ß ben non puo/pender parolecgraui, Cdgioconde alpari
de’_]ïloßif, деgli Oratori, cloeßno rari al mondo , almeno di
prtferirlepure ‚ Ф dettate dafemplice идет ‚ quali conuengo
no ad buomo leale, Ф cbrißiano . Core'. ’Parmi д`bauer let
сом/дин сто dEgitto perprouare ilсдеидесео delgran `Yolo
ne , ¿1li mando una pecora da ßcrißcare , imponendogli, cbe da
quellafcegligle la migliorparte , (y la peggiora@in e` la man
dalle , nel c еßdisfacendo Salone alla dimanda del Re,gli ri
mando la lingua. ANN. Береге la lingua е` con ragione aßo
migliata al timone della шипел! qualefe bene e` la piupicciola
parte della naue, nondimeno рейса, ФаЁопдл la Natie. Ma
di quei,che aßondano la Наш, Фcloe со’! ueleno delle loroрее/35
те lingue ofendonoglialtriůluituperano lor mede/imi , „е/й
bieri detto a ba/laneafra noi, @giàin babbiamo efeluß dal
пите
re c о к n о. ‚в
`тащи de’ „тор, Cry de/iderabili. `Qielliper tanto,che фи
rano algrado della шт}, (уч che uogliono ejjer degni della ciuil
conuerßttione, hanno ßpra tutto a guardar/i di non offender
altrui con la lingua . Manon hauranno interamente pagato
il debito,fe non cercano infieme di giouare, (27 di dilettare, ac
`>cio che raccolgano tutto il frutto della lingua; concioßa che la
lingua injegnando , conferendo , dißrutando , difcorrendo con
grega gli huomini¿(yr li congiunge infierno con un certo na
tural legame. Chide/idera adunque ufar felicemente della {ingu} omi
la ciuil conuerßitione , ha da con iderare , che la lingna Ё lo dd Biggi;
Лифт, e’l ritratto dell’animo um@ che [i come dal Дю—
no del danaio conofciamola bontà , ('91falfitiì fria , co/i dal
uono delle parole comprendiamo 4 dentro la qualita del
l`huomo,(yr i До! coßumi. Et perche tanto рт ßamo ri- 35:23
putati ‚ quanto piti la ciuilità no/lra e` dißerente dalla na- geisfeliialńai
tura, (27 dai ca_/lumi de gli huomini uolgari , (9» mecanici, “ч“
bi/ogna che lal lingua s'aßatichi di fcoprire que/ia dißeren
{и in due со]? principali, cioet nella uagheeqa , (27 nella grd
uita delle parole. сижу. [o u’intendo , C9* uolete infom
ma, che /i come la plebe nonfpendeß,a non quattrini, (yal
tri piccioli danari,cofi egli non uji altra moneta , che loro,
il quale e`piugrato alla ui/ia, (уч di maggiarualore. Tut
tauia (fio non m`inganno) uoi contradite a uoi/ießo , per
che poco fcì mi dice/ie , che baŕ't'a dingegnarß di dir parole
piene di jemplice affetto , (27 hora uolete , elfegli parli con
eloquenga , (уч con prudenza. [Ил fe gia hauete detto,
che/ono pochi al mondo gli oratori, (ij iflo/ofi, comefaro im@
tanti altri miei compagni, che non habbiamo oro dafpendere,(’9­
non poßiamo far nelle cöuerfationi ne` il Demo/iene, ne` il rPlato
Н
L i в к о
ne? Voleteforfe , clie torniamo alle jiuole per la Retorica@
(уч er la Filoßßa г „ежи. Io non mi diparto punto dd
que , clic una uolta lio detto, and confermo , cloe­ ne i ragio
namenti fi lia a procedere femplieemente ,fecondo che ricer
ca la nuda uerita` . Tuttauia je ui riuolgete aconßderare,
clic per le uille, per li Loiglii , per le campagne fi trouano`
molti liuomini , i'quali non o/iante, clic uiuonol lontani,ß —'
»munita condo il prouerlio',` dalle' Gratin@ dalleil/que', ф сЬе por-`
tino il capo' coperto di capelli gro/sli ,~A ruuidi , ui allteigand
pero dentro' ßttil ingegno , Ф ne` danno cliiaregç'a con lepa
role, (29 co’ giudici]­ loro-,'uoi di qui non' potrete negare, che'
non ci> /iadato , Ú infufo'dalla' natura' un certo' ßme delo'j
quen(a,­(ŕ]diFilofofa. Ma percloe que/ie parti quanto piu
rińtlendono nellltuomo, tanto piu lo­ rendono grato' nelle ci
uili conue'r a'tioni,x io'uorrei", cli`egli aiut'ajje la natura con
un poco d'arte ,~ Cty proponeßealcune cofe , per me@ delle
quali ßfacejfefar 14410;(уч/итдтпдетепгедфдетго,стае
se Шт; mamá]nonorato nelle lodeuolicoinpagnie. CJ if. Mauer
:lage паш- tite', che da moltigrandi liuomininon eßimata naturale, (уч е`_
Lia/imata quella eloquenga, la qualefi di/ioßa dallaforma del
parlar' commune ,­ 629famigliare', ilquale­ ujiamo con la то;
glie, co’ fgliuoli, co' [джитсу con gli' amici, doue'ndonoi con'
„штатива la jola uolont'iì no/lrafença отнятие,
lengafatica, (ßßnça alcuna pompagperclie tutto под/ре ui
ßaggiunge dipiu` ,ßallontana dalla uerita`f ,CH dimotlra una
фата; ßperjluitiì diparole,il cuipropriofij naturale iffici'o dee ef;
гашиш fere di feruire folamenteaißsnfi. Et nel nero, a cloe lirico-f
no tante дарить,„шедшим di parole,tante „мин
tioni , tantefigure fe potete dimo/irar le cafe, Ciyfarlepalpare­
szeonoo; ‚а
con lreuita, (pican uoci proprie, (ty femplici г 7’41‘т1‚с1оер` f
pofja direahe,_qu_€ßiprofeßiiri d'eloquenQa fotto Лоте d'orato
Ire fanno [атомарный con lafittione delleparole dan
no indicio dipocaßncerita di cuore. църь ‘Per rijpe/la di
lqueßo _uo/iro difcor/o,di cui .re/io _hen capace , mi conuiene di
_mandarui quali Iuoi >_crediate , chehahhiano ragionato megliouìl
.li primi huomini del mondo V, ‚д que/li del noßro jecolo?
ел if. ,Qur/ii per lmio credere, perche e` coja 480440146;=
`hellire , (19 l'accrefcere le co/e dopoi che fino introdotte.
JNM. ,Coli credo io lancora,perchein,quei tempi non haue
„uano vle regole, che [ono/¿Ignite dopoi.;neancora'ßpeuano con
„arte u­Fireiросту , ne` ldißiorre le ,co/e , ,ne` prouarle con argo
menti: `Or (con tutto ciöjnon chiamate ,uoi Icoji naturale 4
Ànoi que/la rio/ira , соте era _loro naturale quella lprima forma
di ragionare? coc V. [o la chiamo lnaturale,poi lche cofina
turale 1 11 /uo parlargiqfo al contadino ‚ vcome ilfue olito al
Cittadino. лиц. £ccoui Iadunque i с11е114ш114Ё e ,tutF "’ç h ecofaNaturale
s'.
to quello, che la natura >con/ente, chejifaccia migliorafty'ac intenda.
ui/liperfettione . >Et percio,ß come ficelle Aco/a .di/di'ceuo
7e , (уч lontana dalla ,natura il dijco/larß molto ragionando
dalle coß: proprie , (уч communi ‚ сор 11011 potra` fenon фи
comm_endato,(9r detto naturale il ragionamento di colui, ilqua
le,alle co/e neceßariemggiunge qualche сор: 41 meglio . Et poi
che tutti gli huomini naturalmente ßudiano ragionando di
perßiaderem'y di commonere , non ui ha duhhio, ch`una me
dej/ima Джека]: riefce (d piu ‚(уч manco graue fecondo la
dißeren¿a delle per/one, onde ella uienefty` delle parole , con che
e` mandata uori. Ji che conuiene principalmente mettereflu
,dio nel mouergli animi, @i conßderare, che niuna сад: puo en
l ' 2
L I B К, О `
trare nellaßetto de' cuori no/lri , la quale inciampi nell'ingreßo,
cioe`ne ofenda l`orecchie ; per la qual co/afcì me/lieri sforear/i ,fi
um? di come diceua Вите ‚ o chi cheßfuße ‚ d'hauergratia nel tacere,
(y efficacia nelparlare. c .a V. ‘Dunque/ë uolete , che/imo~
uano gli идёт ‚ @jiper/iiadano gli animi altrui con la lingua,
non potete di manco ,che non riccorriate ai precetti della Reto
rica , de’ quali tutti non [то capaci. .fr NN. @i non mi
pare сор necefjaria , negiu/la il difcoritre di que/ii precetti,per
non moßrare , ch`io uoglia torre la penna di mano a gli fcritto
ri dell'eloquenga; ilche non /arehlre altro , ch'un uoler torre il
proverbi». folgore a Gioue. Cnerf. Vn , che fippia ragionare per arte ,
come uoi , molto pirifacilmenießpriì hißgnando , ragionar del
l'arte . .,í N N. «Änd non fapen do io ragionar dellarte , mol
to menoßprei ragionar per arte . ZI/Ia po/ìo, che in mefufje fr)
l'una , (Ы l’altrafaculta , hahhiamo gia detto di lafciar il ra
gionamento di quelle co/i, dellequali tutti nonfono intenden
ti. Et però intorno a que/la impreßi nonfaro altrimente di quel
lo , chu/ino di fare tutti i Zl/Iedicigiiidicioß, iquali hauendo ri
guardo alla pouertiì d`alcuni infermi , non li curano con reuhar
[raro , ne` con manna, ne` con medicine, ori/toratiui isquifiti ,
@di gran preçço; ma in loro uece adoprano di quei femplici,
tty' di quei rimedi]l , chejengafatica , @Fugańireßzfitrouano
communemente nelle campagne , nelle ca/e, (Ы nei giardini;
onde eßenclo gli huomini per la maggior parte infermi , @tan
to priui d`intelletto , che non poßono apprendere que/li alti, (Ы
prefondifecreti , che/i trouano dentro le midolle dellinßitutioni
dell'oratore ‚ proporremo loro almeno quelle сор, che/ono intorno
allafcorQaJe quali, e hen nößno di со]?gran preego, nö lafcierä
nopero dapportargrádefŕ]marauigliojo beneficio aglinfermi.
'Dico
S E С О N D' О. ‚9
@ico adun ue, cbe dalla lingua no/ìra влетит parole , lequali meg.' со.
baurannoßrea di тонетgli animi , fürappreßnteranno con la mà mo'
идейки ‚ Фсо'! ualore quell'oro , di tbe babbiamo fatto men
tione , mentreßponga un poco di/ludio nell'attione , ô/ia nelлее
- no delleparole, il quale ,fe ben conßderate , baforza difarpare
re quel , cbe non e , бред де quello , che uifia . Et con tutto, cbe „me om
l’orationi де ‘Demo/leneßano piene non meno d’alta eloquen- :Siggi 35
¿a , tbe dißngularpruden(a, nondimeno ßdice ‚ cbe in Demo~ Éd:- §25;
ßene manca la maggior parte де Demo/iene', per tbe non jipuo ::."°"‘°‘*°
udire quel, cbeß legge; (уч bo io conofciuti molti, i cui ragio ­
namenti,quantunque uani , (уч де poco rilieuo , rieß'ono grati;
(y que/ii jolamenteper lo fato feaue ‚ con che e/primono le loro
parole , quaßcon bone/io inganno , {acqui/tano [усами ‚ е’! cre
dito d`ottimifauellatori. CJ7. `@ie/lo poco i {uccaro ban- ждёт:
no in bocca molti corteggiani', (трете dire , cloe la moneta loro 233313225
appare d`oro , ß’ bene al paragoneß/cuopre dargento , o де rame. u’
[Ил еп cio mipare , cbe ci lafciamo lufìngar troppo l'oreccloie , (90
facciamo qua/i tuttiЛифтgiudicio,con l'eßrrpiu intenti alfuo
no delle parole , che al реле delleДиета; (уч diamo nome d`ora
torea tale , cbe non ealtro; cheparabolano , (уч ignorante. JN.
Cofia me pare , (7 де quì auuiene , cbe molteuolte ci dilettano,
О ее paionopieni де a'olce«a , di poe/ia alcuni шеф quando
gli[нешто contare da un ciarlatano aljuono della lira , iquali,
ß' gli riyfjïguratepoi in fcrittura, gli trouate[доны , Ф/enqa
fpirito. Coßauienead alcun’altri, iquali ragionando in uiua „ш; „­,_
uoce , rie/cono
. grati. .imi
. . , ne\ trouate in
. cbe biaßmarli;majono
. . iâoîîœeï
f ь
male in ferit
poiinetti allo[депеш Еt percbe di сед non babbiamo a mara- ю.
uigliarci , bi/ogna dire ‚ cbe queßinonfonoueramente eloquen
ti ,ma tuttalaforça loroe` nelpreferirdolcemente le parole,le
H 3
аt ASL' t в к o
quali/e ben nonfono ordinatemeßfntentio/e ,rendono pero iill'o-i
ш" rece/ain@ all'animofoauißima armonia ,dalla quale occupati
non cerchiamopiu auanti. сагу. Non e`dunque da maraui
gliarßfe molti all'incontro hanno bene ilfauellar colto, fend
fitto, ma per [infelicità della pronuntiaperdono le loroртом;
mm* l`autorita,§e7la uagheeêa.. iba'apoi che queßa attione ha шт?
ggg?? di fareßimar gli huomini piu di quel, cheßano'mii piacerebbe,
che dichiara/ie in quali cofe confi/ia queßa iiirtii. .at NN. Io non
pogo credere, che ji come con l’altre uoßre gratie hauete que/ia
congiunta,coßnon conofciate molto bene i meer' , co' i quali lha
nete acqui/lata. CJP’. lo non so come io creda,che uoi crediate
que/io, poi ch`io so di non hauer mai appre/o alcun precetto di re -l-il

torica. .aц.Tanto maggiorfelicittì ela ucr/ira d`hauer corißgui


toрт (afatica quel, che appena pojjono altri con molto /iudio .
нов 1_ mi. CAV. Nonßpete uoi, che non ¿felice colui,che non cono/ce def
ce , chi non _ . . . .
mg? di ferlo? лыж. (Родом/яг uoi non cono/ciate le parti di que/ia at
tione,uoi cono/cetepero in uoi que/io dono,(’t/ßipete di pogederlo.
Et per me ui confeßo di non hauerfatto molto/indio intorno a
'que/ie parti. Nondimeno je uolete, che ne difcorriamo per opi
nione,ci allontaneremo per au entura moltopoco dal [одно degli
crittori­ della retorica. Coty. @A uoi mi rimetto. ямы. [o
È'ÍÍÈÍ: ¿d primieramente conßderoahe la prima parte dell`attione tipo/ia
nella uoce, alla quale appartiene di mi/urar lefor@ßen@ ußtr
un temperamento tale,chefacendole uiolença non oúlenda Го—
recchie con unfieno crudo,come le corde deglißromen ti mujici,
lequali toccate in alcune partifriggono. с .aI/Í Se mi e lecito
_ il dirlo,que/ia e la pronuntia della maggiorparte de’ no/iri .Mon
affir'ï'flie'f'. ferrini; (ijmoltopiù de' Tiemonteß, iquali con lacuteega de
tim, а Ple
и-чея- gli accenti ui traf/ïggono l`orecchie. .ANN- Conuiene anco auuer
r
.v в с о N n о; ее
tire , di non lafciarla abba/far tanto , tbe diffcilmente s'oda .
C‚АУ. Voi mi rappre/tentate bora la uoce degl’bippocriti,fg« de'
nuoui beretici detti' I/gonotti, iqualipare , cbe ui parlino tcon la ё'Увопоцй.
‚Типа.

bocca della morte. ./iNN. Le parolepoi s'banno apro/ferire di


/liniamenteat afpiccar leßllabema in татами/этап paia ,
cbeß ugliano accoppiare, öcombinare infieme tutte le lettere ‚
соте fogliono ifanciulli, clie apprendono a leggere , il cite arreca
[армад glafioltanti. cot V. In que/io mipare, cbe pec
Ргопипсгц
cbino per lo piiìi Veroneßmp* Venetiani. `ANN. [Ил non d_¢` Venen'.
Elke Veron;
bifogna anco a rettarle in maniera , cioe come cibo in bocca
duno afamatojidiuorino Дисс: maßicarle. 6.1i’. Et que
Pronuncia
jïo e` communea Стане/5, (у! a Corß. .ANN Et pero uifi ueliätcorñ.
de' Geno .

ricerca una uia me(ana,per laquale non re/iino le lettere ne` op


ритме efpreß'efuor di mifura. Ma conuiene /opra tutto,cbe
ßfacciano udire chiaramente l'ultime ßllabe,guardari_doß dal
uitio d'alcuni , clie le lafciano'morire fra i denti; imitando
colui, cbe per tema di non'fallaremon proferiua ne` tem- '
pum , ne` tempus; onde bifogna _parlar francamente [enza
бирки le parole., в» [бека moßrar di uolerle tornar in_
dietro. сит. gl'innamorati.Í
[n que/io fauellarлыж.
rotto , ФHaaddentellato Pronuntíg
dannofacilmente parimente della Aman ci.

¢a procurare il auellatore di cauarßla uocedi gola ,accio cloe


non paia,cli`egli babbia un cibo troppo caldq in bocca,o clie
fia fifacato dal catarro. см 12. ‘Que/ia e` la difgraiia de’ Pronuncia
de' Fiorenti
fiorentini , (уч Luclie/i , i quali banno la gola piena Жал)!— 2i, 8i Luche
rationi . ./iNN. Ne cl manco errore d`alcun’altri,cbe apren
do fuor di modo la bocca , Ф empiendola di fiato , uifanno ri
lpinar de'tro le parole,come rißiona L’Ecloo nelle cauerne.c.ai/. Pronuncia
~@geßo mipa re natural cri/lume de' Mantouani , W детале de' Manen.

H 4
L i в к о
mike.; [i‚ (yi fono lor compagni in que/lo афиш i тратам. ¿Ni
Nipoi'iàni. ßnalmente la uoce non ha` da фи languida, come quella d'un'in­
.V
fermo ,it d’un mendicov; ne`canora , соте quella dfun tromliet
ta , chepullica unagrida ,it dun grammatica' , che detta la pi?
\ ßola ;percheßdirehße,comefu detto a colui,fe tu canti, mal can
ti ­,fe eggi , canti. can. Io non credo però , che uogliate , che~
nelparlare/iferhifempre un medeßmoßiono , (t7 una mede/ima'
mißera. .a NN. ‘Nongieì ‚ perche il diletto de’ ragionamenti
1; Je“, в non meno ‚ che quello della mu/icaii сад/опят dalla mutatione~
223,32: della uoce . 01720 io uoleua hora nelfinir que/lo ragionamento
ricordare , cheßcomefcamlneuolmente hora/liamo in piedi,hor
pajjegg'iamo , йог/Едите ‚ С!) поп poßiamo lungamente patire
unßlo di que/lißti ­, со]? il uariar` della uoce acquißa gratia , (Ы
apportaßlleuamento all'afcoltatore , (27 al dicitore ­, la qual mu-1
tatione fha регби are diferetamente'ïa tempo , Ctyfecondo la
qualita delleparole r (уч la diner/ità dellefenten¿e , (9» de' ragio
namenti.
dire intornocan.
a que/la:Aquelehïo “шато!
attionel. лиц. non штатом
Wongia per quellapar i
„im ,k- te , che riguarda la uoce. Afida ui ¿poi Faltra , che appartiene a
“в" ige/ii ‚ della qualefiafarle meglio tacere, che parlarnepoco , per
­che ui Щадят tanteедкая/шпаг, cheper me non ha/la a rac
contarle. can. Non rm'pare di poca importan@ il piper
con/éruare ne i' geßi una certa dignità ‚ _che tacendo parla ‚
(у qua/i commandando co/lringe glia/coltanti ad ammirar
la ‚ C17' riuerirla. JNN. [n que/lo anco uirichtede un tal
temperamento , che „шато col poco non rappreß'nti “што—
bilità delle ßatue ‚ (д col troppo lin/lalilita delle „стае. Й
Et/icome quello credendo col ritegno dacqui/lar grauità, da fo
A[petto duna odio/aproßpopeta; cojiqae/to per/uadendoß con la
s в c o N n о. ci
frequen¿a , (yi con la libertà dige/li acqui/largratia , dei /Ègno ~ к
d`una biaßmeuole into/lan@ . .Qui non uoglio, che /liamo ad „Mmmm
ammaeßrare colui , che parla , che tenga il capo diritto , cheji §ï,f“‘„",§',`,°_,
aflenga dal leccare,o` dal morder le labra , @dche procuri d’accom u e gea“
pagna'r ige/ii con leparole , come s’accompagna il ballo col fiona,
ne` anco mi pare diproporre iì colui , che afcolta , chefiguardi dal
l'aßrre¿¿a degli occhi, da i torcimenti della perfona , dall`i'nten.
_ßgrauitiì delle ciglia , dalla tri/ie¿¿a del uolto , dal riguardarfi
'~ attorno , dal parlar all’orecchio, dal rider fuori di tempo , dallo
sbadag'liare , dal mo/lrarß doglioß , (уч da quelle сор ., con le qua
lipare,ò che[iuoglia impaurire colui , cheparla , o che s’habbiano
a noia i ßioi ragionamenti . l.Non uoglio dico , che parliamo di
que/le cafe , percheßrebbe un uoler recitar il Galateo трете con Galw
le carte , che/¿pra que/lofoggetto hannofcritte non meno i lofifi
morali, che i mae/fri della retorica . `Que/le fono cof@ , с e s'im -
parano non tanto leggendo , quanto conuerfando;percioche quan
' do altriparla , noi comprendiamo quel , che diletta , Ст quel, che
fpiace , ondejappiamo quel chefuggire,et quel,chefeguitare; ß co
me parlando noi , (уч ueggendo alcuno di quelli, che ci a/coltano
poco attento , dalla fica feo/inmate@ impariamo il modo , che
dobbiamo tenere noi nella/¿altaraltri. ¿i ba/iera adunque di ri
cordareper hora , che intorno a que/la attiones'ha` a comporre tut
to il corpo in maniera, che non paia mi tutto d`un per@ intero,ne`
iutiofnodaio. cow. [ome a dire, che non fhabbia adimita
re ne` il тафта delle cerimonie , neil mae/iro delle bagattele.
ищи. «Appunto . Мирры il tutto bifigna a chi uuole con
lafita attione commouer altrui,chefintaprima commouerfe/ie/
ß , (yßcauigli affetti dal cuore ß , chegli afcoltanti ueggendo
gli apparcrefuori de gli occhi, (27 dellafronte di colui, che par
L .Í BY R, О

la,ßjentano commouere. Cocu'. .Qu/lo mipare uno de` mi;


gliori, Фреее песеЛЁеее] auuertimenti , che ancora babbiate dati;
ual El il perclre effendo ilfue di chiunque parla di mouer gli едет а!—
2:12 di Chiů
Que pull.. trui ,in que/lo bi/ogna , cbe {феи/‚е. ‘Ne potro io gia far,

che riceuiate dolore di qualche mio accidente ,ß mentre clito ue


lo racconto nonfentite a dolermi; ne` ui potro tirar le lagrime in
sugli occ/oi,fe non uedete prima le mie. [ее/оттянете puo u na
coja dar ad un'altra quello, elfella non lia. Et torno a dire, cbe
que/lo e` notabile auuertimento , col quale mi fate bora correre
per la mente alcuneperßme , lequali cono/co felicemente dotate
di ue/la parte ­, (уч fra l`altre non tacerò Monfignor Keueren
Girolamo
della Roue if?. l'c/Írciuefcouo di Turina , dico е! Signor Girolamo della
re Aniue
fw,... d. т. Rouere, ilquale non o/lante,cbe per la dottrina, per l’eloquen(a,
tino.
per li ctßumi , (9d per la Дед ejfemplar uita cominciaße infno
dalla ßafanciulleçgaa riempire ilmondo di marauglia , Ф
afar/i oltre modo aggradeuole nelle conuerßtioni', nondimeno
egli e` diuenuto Jignore di que/la attione,da uoi propo/la, infi
fatta maniera, дев поп olamenteper meg@ della Дел dolce, о
lita,graue, (y di/lintafauella; ma per le fine/ire де gli occhi,
(y per la дешевка dellafron te, (y per la candideeça dege
[ее/форте coß a dentro i /uoi grati атм, cloe non meno con
luna, che con l'altra parte egliguida i cuori altrui douunque gli
piace. Аид. Ессоие adunque, cbe all’attione eßerna dee pre
cedere l`interna per modo tale, clie`l ßiono delle parole,(9« imo
'uimenti della per/onaßano foßrinti dall'aßetto dell`animo. Or,
ercbe babbiamo detto, (y concbiu/o cößbonorato eUempio cio,
cbe ba/la intorno alla linguagfard uffcio noflro di uenir a quelle
parti, tbeconß/lono nei co/Íumi . Etficomefin qui babbiamo
detto della uagbeçça dell'oro,bißgna bora conßderar il ualore .

I.

.t E с o N n о. er.
сиг. Voi m'hauete in pocheparole со]?4pienofodifatto intor штат
no all'attione , che hora mifate de/iderare d’intendere qualche "г“
altra parte intorno alla lingua. Etßcome quel, che hauete det
to inßn`hora appartiene ßla'mente al ßiono »delle parole, @y ai
ge/ii della per/ona,coß mi piacerebbe , che ragiona/ie di quelle
parti, che appartengono alla coltiuatione , (уч a gli ornamenti
del ragionare, delle quali ponno effer capaci tuttigli huomini di'
темпа intendimento. мы. Già ui ho detto,che non bifigna/a
lire[эрга queßograde albero per cogliere iß'utti,che[то in sii la
cima,perche haureßimo fatica agiungerui потуэpochi cipotreb
bono legitim@ ci habbiamo a contentare d'hauer di/ie ala ma
no a quellepochefoglie , @fori , che ci fono fopra il capo . Et _i, grit?.
perchelaprima uirtii e` l’a/ienerfidal uitio,ioprimieramente au ÈÍJÀÍIÃ fiÍi
uertifco chiunque della ciuil conuerfationeß diletta, aguardar- um
ji da tutte quelle сор ‚ che rendono il parlar manco diletteuole,
fra le quali e' lu/ar maggior breuitiì di quel,che richiede il ragio
namento , il che apportafatica a gli a/Eoltanti ­, perche соте/Ё
ЬлшЛЁч-о giudicialmente ad ejjaminar un reo , bißigna loro con
le continoue dimande cauargli afor-¿a di bocca quelle сор ‚ che ’
per intera chiareeea loro egli doueua dire . Ma non bi/ogna
anco , ch'eglifpenda parole /ouerchienenendo in tempogli afcol~
tanti con lunghe prifationi , fry’altre “туфта; impertinen
ti, Co»fuori degni propoßto, lequali danno /egno di uanitiì»
(17 dipoco giudicio , (yi lo rendono mengrato a chi l'afcolta.
C .a V. Wella moltitudine delle paroleßfcuoprono molti di’ {231216
fetti', ф, соте gia` dige un Даша, fe'l parlar molto , (17 con- ‘um’
tinouofuße fegno dipruden(a , le rondinelle fipotrebbono chia
mar piu prudenti di noi. мкм. Non e` tanto ilfa/lidio di
quelli, che non ceßano mai diparlare di molte сор, quanto di
L i в in о
‚вине. quelli clie /icondo ilprouerbio , fanno d'una mofca un'elefanto
Флирт unjoggetto degno di breuitaJeggono un proceßo . Sono
molt'altri i difetti della auella, i quali non/iaro arammentare,
potendogli colui, cloe bene aácolta difcernere in`quello ,l cbe male
xemacs; parla. Voglio ben dire , c e fragli altri ue n'e uno comune alla
на «м maggior parte de gli liu omini , i quali per inauuertenea banno
fatto lbabito nel replicare beneЛиф qualtbe parola-,Ciyfmo alcu
ni, che parlando per bocca altrui, sfodrano da dueparole in sii,
Cijfeplicano in infinito quel dice , cbe tanto cli/dice . ИМЯ ad
ogni principio dilinten (амбре/Рта un'orbene . Et [то alcu
ni , cbe non uolendo , o nonßpendo [ignißcar le co/e con nomipro
pri ,ßßeruono in lor uece del cotale. CAV. Que/io difetto di
ßonuiene a cbi ragiona , ma molto piu a chi/criue; leo aune. -._
tito , cbc molti loauendo po/io amore ad una uoce , o maniera di
parlare, lbannofpaißi in mille luogbi,(’9~ pertutte' lefoglia de’ lo
ro uolumi , Фпопßfino potuto contenere di replicarß'mpre quel
le ificßeaomeß non щит altra maniera difauellare , cbe quel
la/ola . Et perciofino alcuni,clie uogliono dire, citeglifcritti, di - ._ _-_n

и?“ .i Мои/{Енот Bembo baurebbono maggior uagbeçqaß’ non uil/‘uf-­


Voci его -

„ст o' fero per entroßminatecofi fpeßo quelle uocipauenteuole , for


[дыши М tuncuole, (t7 altre fimili,le quali diedero острот: а1ГЛ/и/1’гу5.
джаз: Cardinal (ату? di dire in atto di piaceuoleeza, mentre egli
guardaua in За ogna una ca/afabricata con moltefue/ire. @e
fia cabi, econdo il Ziernboe` moltofenefireuole. ANN. ’Da que
ii, @da altri uitq babbiamo ad a/ienerci nei noßri ragiona
mêti:Gli altri ricordi piufamigliarialo'io poffo loora dare intorno
alle uirtuo/ë parti del parlare ,fono ,cbe cia/cuna ponga /ludio
d'efprimer le cofe, di cuiparla co/icbiaramente,cbe quaß lefac
cia uedere, toccare, ujandoparole accommodate, ßgnißcanti,
«effi
,..
secoNno. c4
fly efficaci. Cocu. Io chiamofelicißirno colui, che ha que/laßt-’
licita, @y conofco alcuni Caualieri со]? marauiglio/i in que/ia
parte , che coßringonocgli animi degli afcoltanti alpiacere, aldo
lore,al riß, et alpianto/econdo la qualita de` loro ragionamenti,
co' i quali come Orfeo , Мирон eglrtirano doue esßuogliono.
l Ma non 5o, e hahhiate po/lo mente ad alcuni,i quali all`incontro Añ'etratînnq
rende la fa
uella piu o
mentre s'a aticano nel uolerparlar chiaramente, et c5 efficacia, fcura, 6r ma
no grata.'
riefcono piu ofcuri,et manco aggradeuoli-,onde auiene quel, cheji
dice, Che per troppoßronardafuga e`tarda.
./,i N N. @die errore e` caußito dallaßettatione , laqualeЕМ Afcolrlr fl
“circ ragio
da[chifare come офо/фсдрпда/гш{отбил/аренды à que nando èn.
йога.
/li afcoltatori di lor medefimi auiene come a quelli , che quanto
piu uogliono oppor/icon la ui/la al .Sole, tanto piufahhaglianown
de conuiene,che cia/cano mißiri leДеforza@рта che nonß
uuolparlar meglio di quel, cheßpuo. Coi/f. [o pruouo in meДе]
ß quantoДа uero cio,che diteftyho oßeruato , che alcuni quanto
piußsforgano di dichiararji,tantopiuficonfondono , (27 adem
piono quel detto delpoeta,
сА cader ua chi troppofale,
We ßfa hen per huom quel,che`l ciel nega.
V1 N N. „ожидает ‚ che cadono осилила пе i ragiona
menti alcune coßwellequalie' piugrata la помета, oßireç
(miento, che la diligenea delleparole ­, (дышат lhumilta lo
ro eßalta piu le cofe , che fitrattano , di quel che fifaccia
no le parole tragiche, С!) magnifiche . 1о non dico pero , che
s'halrhia à ragionar con traßuraggine , (tjfarfajcio d’ ogni папины
herha, perche non e` manco hia/imeuole il parlar inconfidera
to, che'l faticoß ­, (Ы e` coli errore il uoler nelle cafe piane in
nalgarß con fatica C9* бито ‚ соте nelle grandi' moßrarß
L I в к o
fpen/ierato. Etpero chiha lume digiudicio,ßepriì uggire que;
flie/lremi, (9a luogo,(’9~ tempo u/ar parole enten@ quan
dopiù@ quando menogranußcondo la diuerßteì de’ luoghi,de’
tempi, de` foggetti,ç’9J delle perfineaon _cui'ragiona;ilche/oglio
i, mgm ù no parimente oßieruare gli _Scrittori ne i loro componimenti.Ma
lim“ "elle fopra il ,tutto iogli ricordo, che metta piu/ludio intorno _alla fen
fentëze, che
ЕЁ“ Pff“ {тащат _alle parole-,perche molte uolte `attendendo alla pom a
di quelle,ß ,abbandona il co,ncetto,e’lfue di quel, cheji uuo
momma te., i la cia la carneper l`ombra. Еt bifignafar conto,che­
alla ne icome lfalbergato nonßpafce delfumo delle _uiua,nde,
ne` ‚Гalbergatorefipaga del fion del danaio, coli l'afcoltante non -
faccheta agli ornamenti filidelle belleparole; (9i in fimma l_ey
parole рака jentimentomon ßrioparolema ciancie; (9e/em
pre piiì commendata una 1псо1гаргидеп<а‚с197ипа/101т(Мас-'
chiera. Еt perche uifino molti, iquali/i’ bed/ranno di dentro
ottimi concetti , non li/anno pero eßrrimere con la politerga del
parlare, [o finalmentepropongo a chi defidera di trouar luogo di
gratia nella ciuilconuerßtione , che non potendo egli apprenderey
dagli oratorii luoghi , ondeß caua la uarieteì , (у la copia delle
parola@ le fguregçrl'elocutioni, con le qualit'abbelli/te, (173311
lu/lra ilragionamento , almeno одет! lcon diligenga le parole
altrui, 4j@`¿5’imagini,che non ui c`alcuno cojiinettofzyincolto nel
fauellare, chenon dica talhora alcuna (ф degna _di memoria ,
.laquale egli haurà a cogliere non altrimente, che торг infra lejpi
штат}: ne, (уч /erbarßla perßio ufo . Еt con tutto , che que/li orna
mim? menti abondino piu nelle bocche degli huomini dotti; nondime
тащи no uoi uedete, che la natura nefa forire anco fra plebeißen¿a
che fe nee accoigano f, @fi ueggono alcuni artejïci , (rj altri diV
uilconditione ufirfelicemente a luogo,et tempoßnten(e, motti, -
­ -‘r_* п —

е в c о к D о. c4
jizuolemllegoriußmilitudini, prouerbi,bi/licci,fß altripiaceuoli
detti fuori della uolgar forma del parlare,lequali co/è banno
marauiglio/a for@ де diletta regli afcoltanti ; onde bi/ogna,/i`~
comegia` babbiamo detto,aiutar/icon un poco darte', percbe il
raccontare­[empre le cofe con quelle nude parole, две се inßgno Non amm
la madre, е`!feguirßempre la proprietà loro, apporta/ìancbee- ЁЁЁЁ’Ё'Ё
¿a alla/coltante, ilquale per lo contrario ß compiace di quella ходе- CPL
uarietiì, Ф де quegli ornamenti, cbe non [то communi atutti
gli huomini'. Étben cließa qua/ifuori dell’ufjicio его/его е! ue
nire congli efjempi nella manica a' que/le dimo/lrationi', tut
ŕauia io non lajciero, piti toßo perßdisfare a meЛеше), cbc a uoi,
л де dire, cliuno, ilquale ci mo/lri in parole , (9* in apparen ¿a bua
na uolontiì,(y* nel [uo cuore' ci dejideri, Ф procuri male, noi lo
poßiamo dimo/ira're con qucßa /ola uoce imulatore.~ Wondi- fifi' ‘pmi то
i può П
meno, uoce
queßa uoi udirete uno fpirito eleuato
inte/a­ dafanciulli,lo ,c e allontanandofi
cliiameriì da
lupo inuolto nella „шт
шбсаге vu
-
pelle della pecora; altri dira, che [otto forma di colomba porta
la coda dellofcorpione, ouero,olre‘ ba il mele in bocca ,- eil ra/oio a
c'intola ', altri lo cbiameriì muro imbiancliito, pillola inguccbe
raia,öram'e indoratogaltri dirà, cb'e' accenna coppe, Ф dà ba
oni', nemancberanno alcuni,clre grider'annoguarda lagamba,
ò diranno', clfeglipr'eßnta da una mano il pane,dall`altra auen ,
ta la pieta t C.a V. .Yi puo anco тает! loro addoífo quel uer
fo del 'Poeta s I i
CЬе’! Serpente tra ifori, Ф“шёлgiace.
JNM Di qui adunquepir/ìiamov conofcere , cbe perdar lume
ai ragionamentifij per e/jer un poco più, cloe buomo uolgare, bi
fognafar нее/забега in que/li leggiadri , (9 piaceuoli detti.
cocu. v?N_on et adunque da biaßmare lo/ludiodalcuni,iquali
‘ L i в_ к o
imitando le api,colgono il mele da diuerfi fiori, Cŕ/'non la/Èiando
cadere a terra д motto, одышка ‚ д ршсеиоЁеца ‚ che/ca di boc ,
ca altrui, nefanno memoria negli fcartafacci,perjeruir/ene poil
ш сот o parlando ,o fcriuendo. `ANN. Миф li lodo , perche que/lo
:Lema-i e modo d acquifiar honore con poca Лавр ‚ ф lodo anco quelli,
шит?“ che per arricchirß maggiormente , leggono le comedie , fr) l`altre
poefie dalle quali fi traggono molte cofe al medeßmo фит .
CAV. cQui mi uiene in acconcio di dirui, che riefconoßpra tut
ti gli altri a mio gu/io nel conuerßre quei, che da ‘Dio hanno ri
ceuuta gratia di /aper ragionarprontamente, (уч bene di qual
ui uoglia te co/a ­, perche/icome la prima uera apporta 4gli occhi
marauiglioß diletto con la uarieta defori , сор que/iiporgono in
credibil confrlatione 4gli ammi no/iri, con una diuerßta di dot
Ragioni'
trine
_ h
. `ANN.
_
c/á'uenga , chequeßi lafcino
.
di lorogran mara
‘im ё‘изт uiglia , Cf/ piacere nel conuerßire , nondimeno douete credere,che
Eggsde la dottrina loro ¿piu uaria , che prefonda , с» che appunto БаЛо
miglia a ifori diprima нега; conciojia co[мс/ж non e`peruenuta
all`autunno,ne ha coltii rutti maturi dellefcien(e,cia/cuna del
le quali ricerca lo/ludio della uita d`un huomo . Ondeposßamo
dire , che que/ii imitano il poeta in qu el uci-ß),
Et nulla ß'ringo , (уч tutto il mondo abbraccio.
живые. llche an со]? con/orma a quel prouerbio , che non e` in alcun luogo
colui ch’e` in tutti i luoghi. [o con tutto cio non biaßmo que/ii ta
li , anei gli /iimo degni di lode , co/iperche a quelß'gno nonfino
giuntijen ¿a/iudiodrfen (a la prattica di molti huomini dotti,co
me perche ­fanno con que/lo nier acqui/iarßfauore , (уч credito
nelle conuer/ationi . [Ил uoglio ben dire , che chiunque aЯша al
[eccellenea dellagloria , dee piu to/io di/cendere alla radice d’u-ì
na fiala , che cogliere ifiori di moltefcienee. CAV. lo conofqo».
che ia
seco No о. 63”
c-he 'hauete animo di paßt-1re .ad altri ragionamenti. Tuttauia de Se i non To
(cani debba
ßderoahe intorno alla lingua mi leuiate ancora un dubbio, col di no parlar
Toí'cana —
chiararmi ß ui paiabene , che ciafcuno и];la communefauella mente,

della/iia patria ‚д pure facce/ii alla lingua To/cana , come alla


migliore , piu polita? ANN. .Voi mi tirate a ragionar di
coja , nella quale allontanandomi in qualche parte dalparere al
trui , ­mifaro perauuen turaßimararrogante. cNondimeno io
uengo con/iderando, che non po/jagiu/tamente infimili foggetti . .
еЛЁт ripreßi la uarieta delle opinioni, lequali hanno qualche ap
poggio di ragione. Et perincome uoi non farete ingiuria a me
ributtando cio , ch'iomapparecchio di dirui, poiche non uiene
Perdieeîa
dalloracolo dwppolline , со];non penfodifar ingiuria ad altri fcuno hib.
bla da I'e
e io ui diro hora liberamente , ch'ioßno fempre fiato di parere, uir la Fa.
nella delig
che ciafcunohabbia a ragionare fecondo la fauella dellaДм pa (на рать

tria , dalla quale chiunque ßdiparteper pigliarne un`altra , non


merita niente piti di quello , che meritano coloro , che nega
no, (уч r'qiutano lille/fa patria; perche io confide-ro, che do
po la prima confie/ione delle lingue Лето con gran mißeri'o
rima/e al mondo diuer/efauelle , `col me@ delle qualifi uie
ne a conofcere non che una natione dallaan , ma una prouin
cia,una Citteì,un borgofy lquel che Зри?) una contrada dall'al
tra. CAV . 10ßimo,che non[ipotra dir con ragione, ch`io rifiuti
la patria; maß bene, ch’io l'ami , Corchia nefiageloß, ch`io
meriti uniuer al lode , s'io m'ingegne-rii ragionando dafie
nermi dalle fcioccheîae della lingua del Monferrato, (t)di ri
durla alla politeQQa della Tofcana , @dinuitargli altritì/e
guirmi in maniera , ch`ella diuenga noßra propria lingua.
A N N. Mentre che uoi terrete que/lo/iileJenQa hauer chi ui
jiegua , la uo/ira lingua nonY meritera nome di рафии ‚
_ L I В K О

. ma di firaniera,(9~ uoi farete piu tißo /chernitonhe lodato.


.il/1afe pote/le uoi filo far tanto ( ilche mi pare [тю/5112110“):
la correttione , ф riforma da uoi introdotta [от accettata@
po/ia in u/o daglialtri , hen meritere/ie allhora uniueißil lode,
perche quellafauella non farehhe piußraniera , ma noßra pro
priagdi che ce ne danno effempio certe foggie di ueßimenti in
trodotte da poco tempo in qua fra noi, lequali fehen traggo
шыднд - по origine dagli LS`pagnuoli,et da altri inuentori/iranieri, nondi
menti lin
:ioeâińpäi meno/onohora fatti-noflripropri, C# naturali(тефтели;
rfi- il che parimente auiene nel fauellare , impero che non pure
queßa no/lra corrotta lingua del Monferrato, ma la Tofca~
na ha riceuute alcune uoci , come /apete meglio di me, (уч
Franceji , ff] fProuençali, (у [e le ha tanto appropriate, che
г [то tenute per To/cane. Et chi non sa, che ancora noi halt:
ЁЁП'ЁЁЕЁ biamo per la frequen<a de /l/Iantouani, da un tempo in qua,
мание. dato luogo,quaß non ce ne accorgendo , a certe parole , (7 cer
ti motti , Ф accenti loro i quali faltellando da una босса
all`altra ß fono alla Лиг fatti communi a` tutte le per/one;
_.
onde come pefci ufcitio dal lago, д dal Мела/о notano hora
copiofamente in queflo no/lro fume. Et uedremo ancora
con риф di tempo, che la diuerfità delle genti , che hora
fifono ridotte in que/ia Ото, haureì col rimefcolamento di
tante lingue alterata in molte uoci la pre entefauella. сии
'Dunque uolete conchiudere,ch`io hahhia a`parlareß'condo Гоби
fidelno/ìropaefe? JNN. Co/ilintendo. CAV. c/íche dun
que miрте lofiudio della lingua,che per lungo/patio di tempo
hofatto nell'opere degliрант Tofcani? .n NQue/ioßudio ui
haßruitoßtferue allo fcriuerefelicementuß comefate,non me
no il uo/lro cöcetto, che quello del Trencipe. CocVJ'e mi e` licito
secoNno. cc
le/iriuereper che nö uolete,che miЛя lecito ilparlar To/i'aname­ s_ d
te ‚г JN. rPerche tuttigli huomini communementejidilettano «':fië'mrfa
.di criuere come[idee, (Ыdi' parlar comeßlÍiiole `. Et con tutto щам???
`cheßriferuino per loro lafciíga dellofcriuere, ßcontentano pero
(11/5341'1-1’ир comune nel ragionare. САУ. .Ye uoi ojßruaßemo
4me ho atto io Íil diletto, cheprendono que/liCittadini nelludire mmm!"
il Signor. rPropojlo Molaparlarpolitamëte una lingua Tofcana “2,71; :Jrg:
,addolcita .col-Zuccaro della Komanafauellamoi cöcedere/le ‘1°’
.a ma@ agli.altri ilparlar Тортик/гм. cÄuoidifcöuerrebbe
_ -gïradem Ёtequelchegrddem~ête cñuiene a lui,(’9~ t'iîto odio ui ac
qui/lere/le поддаём 0311дг4114.@1еп}ио1ё<4‚ ilqualeefxêdo/la
~to lugo te'po infn dagiouinetto in quelleрант ha` fattaДалpro
pria,sz naturale _quellalrngua in modoahe nopuo dire, chegli И" М
.a cafaДмparlifore/lieto, o a#ettaro l inguaggio, il'che/idirebbe 13:50 1 “д
di uoi, il quale n_ö haue'dofatta refide'ça in queipadímon potete,
1reirmfiglifcufarui,che per Гhabiiogiiifatto in quella lingua , non
y.
ï poßiateniißippiate, e ben .uole/le,parlar altrimentewndefihiì a
penßtre.,chegliparli cofiper nece/_?itd,doue uni parlere/le cti/iper
,uolontiì,per capriccio,perpompa,et per адепт/040. Etßcom'cfi 193333.
.raccontaahementreun’ aßroligo difcorreua del mouimento'del Y
:le sfere cele/lifzydelgirar delleßelle, unflo/ofc rompendogli le
'parole in boccagli dimando in atto di burla quanto típofu/]ech`
egli era di/Eefo dal cielo; сорpotrebbe {тег dimadato a uoi quan
defu/le tornato di Tofcana , @qualche /ifaccia in quei paqfi
CJP’. ‘To cia chenö uipiaceah'io parli chcanamentefy mi '
proponete per lo meglio, _ch`ioßgua lafauella порт paeßinado
mi rißluero d’ufar quelle mede/imc uoci,ch’ußno iplebei, (9 сб
tadini come piu propria@ natie del Monferrato. JN. Que/lo
`‘farebbe errore indegnod'huomo nobile,d9~intendente uoßro pa
l 2
L i в к 0
‚Медь ri, (yimitere/le alcunino/lri Öttadini ,iquali penfiindo d'ba
Ё! .g55/l' uer migliorшлиф dilettano di parlar goßamête ', onde auiene,
’ ь clie trouandoßpoi in compagnia diperfonegrauimon pojjlono a/le
ner/i dall`loabitogiafatto , Фß/cuoprono plebei, (y` inciuili nel
parlare. Coti/.Se uoi m`interdite lafauella[штифт mia
naturale , ео поп sogia qual altra io babbiiì da ufare, Фpar qua
_ fiabe uogliate legarmi la lingua. JN. lo non u'interdico il par
' lar uo/ìro natio , ma[i bene il parlarefconcio , Ф inetto. C./IV.
.Quantopiu il Tofcano parlera Tofcanamente, nonрепе egli piů
commendato MN. Sarà. Ceci/.Dunque con la medeßma ra
gione,quanto piu или) !в proprie , Ф originali uoci di Чае/ел no
fìra lingua,meriterò maggior lodeweNMPNon puo batter luogo
0 la mede/ima ragione in соде disßmili, comefono que/le due lin
‘ gue,delle quali la To/cana ёpolita , Ф la no/lra ro(a,onde iban
no delle coje buone ad elegger/empre le медлит delle cattiue
s'lranno a la/ciarßmpre le peggiori. CJV. fio bauro a fuggire q'

e uocipeggiori, conuerrcì bene,cbe in lor uece uji delle To cane, il


else/atendo darò occa/ione де ridere agli afcoltanti, mefcolando
‚генные. Zuccbe con lanterne,cioe` leparole Lombarde c5 le Tofcane. Et
per megiudicberei manco errore ilparlar una lingua in tutto no
flrale,ò in tutto Видами/Эмме!fare una diuifa diparole tan
to diuer/e quantofono le To/cane, (9~le no/lreJequali accompa
gnate трете banno quellagratia , clJemo/lra Dante dicendo
Won credo , дев per terra anda/ß ancboi.
:fíâgïjtâi .A N N. Io credo che [ждете оДетшеео tre dißerenëe, che s'u
fano looggidì ne i ueßimenti, de' quali alcunifinoшлет , cioe`
dun/elo colore , qualifono i согиЬФ е cigni; alcunifino :foggia
ti, cioe` di nari]` colori, come legage , Ф е papagalli , nei quali
uedete le diuife,(y¢ icolori дуете: ­, fifeno poi introdotti alcuni
\

\
saranno. о;
ueßìmentì dìßtaàdilana conte/fa diaarg' colori со]? Lene in­
corporati ‚ (Ú meßolati траты/„е occupando 14 ui/lanonjî 14
fciano difeernere 1`ип0 da ll'altro , qualißno 1ер1ите delle рег ..
nici, o di certi colomôm'l cui colore e` tanto сои/(146 ‚ che non росе
te giudicareßfia р14 conforme al nero, 441pauona<{o, 5 41 бег-д
rettino. lQu'ße medeßme стенка]? trouano anche nelfa Ранен.
ůhlerra.
uellare, concioßa cofaaloe alcuni/vanno 11parlarefcloiettomlcani Faucllasfog
glam.
s -ogggiam @altri mißo. Orio concbiudo ‚ с19е per mio aaiß ‚ 11 Ранен; mi.
ta .
parlar mißo dee еЛЕг conceduto alla maggior parte de<gli naomi
m', lofchietto 4 pochi ‚10 foggiato a neßìmo . Hanno 4jegaire
11р4г14ге fcloietto чист)“ ‚14 cui natiafauella eро11с4 „C17 quel
la medefma, che 5'114 dafcriuere. Hanno a[саги/гс 11parlar mi
о tuttigli altri ‚ 14 cui natzafauella e` года C9 imperfetta ‚ со
me 14 noßra . Fanno ро1 errore quei cloeparlano :foggiatamm
te ‚ cioe`in maniera, che bora ufano uocïin tutto uitio/e , liora in
tattoPolite ,Á сотеjidime/iro ‘Dante ßniendo quel ner/o Tofca
no con una noce lomaarda , флотской ‚ 14 quale in с4р0 411'41
treparole {aßomiglia ad un рецр с11р4ппо aile poßo Ёрш ana
stifle di arotato. C.AIA =%413Дорое1‘4 meritafcufa , р01 che al
[uo гетро non era ancora infore 14 ßa lingua . ANN. Egli
merita ueramente[сад per que/to , ¿enc/oe quando 14 песо/3114
della rima non 1114 :forzato , egli 194 detto più uolentieri looggi ‚
che anclioi. Ma egli merita principalmente fcufa соте quello ‚
cloe trattando di materia piena d'alte,fdmarauiglioßßzeculatio
ni, era più con la mente riuolto al giouare ‚ che al dilettare. Et
роте ¿en noi conßderarealoe quando loДепо faßatica nelle co
feìvrofondefy» diüïczli , non puògiuntamente affaticarjïnelle р4
role. CJP'. V01 dite Ьепе‚т4[1er песо/3114 011 rima nonji uuol
già la/ciar 11 рост trafportare ineel соф delle parele uitio/e ..‚
A
J
т: i.` t в к o
A N N.' rPol/io , che que/io fia peccato , egli e` molto minore di
v'Èûëpio it
пион un
найдено.
n. quel, che commettono certi poeti moderni, i quali pur che accop
pino le rime inßeme , non i curano delleßntenee , (9* ui tirano
dentro alcuni concettifciocchi , @'ßrauaganti , (уч tanto lonta
ni dall`afpëttatione dungiudicioß lettore,che danno occaßone di
ridere-,comegia ece un’ ignoran te,il qualeß come raccötaua l’al
trogiorno uo/irofratello nelleßcademiaqinì ilpri'mo неф d`un
lFinetto nella uoce erßglia , @d ui accoppio nel quarto briglia , (т
nelfeguenteßriglia, @fnalmente nonßpendo comeßiggellare
l’altro quaternario , ui cacciò dentro una cauiglia ­, dal che poßia
то conofcere,chefel peccato delleparole e ueniale,quello delleДн
:enge e` mortale. CAV. 'Poi che nö mi concedete ilparlare chiet
tome lo sfoggiato, (7 uolete , ch`io и]? il mi/iobifognaahe uoi pro
poniate il modo di mefcolar queßa linguaß , che nonfi uegga la
Modo di me diuißi de’ colori'. ANN. Come ne i panni соте]?! di diuerß colo
fcolar Ь fa
nella.
rißfcuoprefempre un colore , il quale con la uiuacittìßia ßper
chia, adombra alquantogli altri colori , coß nel ormar lafa­
nella mißa bi/ogna , che ß /cuopraprincipalmente ilfegno della
natiafauellaff) fujiquella difereta maniera , che te uoi , il
quale tingen do alquanto ilpennello della uo/ira lingua nel can
dido colore della Tofcanafauella,andate coprendoГорит mac
chie della no/lra materna, ma tanto leggiermenteahefi lafcia co
Color fo
fc .
rio/cere perfau ella lombarda. CAV. .Ye non m’inganno,uifii un
Filofofo, ilquale ragionando della confußone, (уч degli фи; di
diuerß colori diffeahe mejiolandoßil bianco, e`l неги]?genera il
colorfofco-,cojiforfe uolete accennare,ch’io non parlo neLombar
jdo, ne`Tofco,mafoßo. AN. _“Nel componer que/io colorfofco,ui
rendete piu chiaro , et nel confondere que/ie lingue „форт giu
аде/ордt poi chegli влет}?! dichiarano meglio le cofemölafciero
ч
sscoNno. в:
f di dire, ch'io ueggomelfar que/ia mefcolan¿a uoi hauete cancel
Parole de!
late con la tinta della perpetua ohliuione il moi(o,lafeia,lafgro Monferrato
uitiofe.
lia, @ Гите uoci in tutto uitio/e , lequali /ono proprie non che
de’ contadini di que/lo paefe, ma anco d’alcuni no/lri @tradinil
(zy in lor uece u/ate matto, pecorafey gufcio. Et di piti conß- ­ -
deroUe pur i lecito di/cender co/i haßamente in que/ii difcorß)
'chetalhora na condete alcune uoci Tojcane , (9ifate /orgere
quelle Lomharde,che fono accettate da нимф lafciando di
dire ¿io ,grandine, (уч cauoli , dite liarha, rompe/ia, (27 пата. Voci Lom
barde.
Voci йог.
Conßdero poi che quelle uoci, lequalifra` noi /onojcolorite, Ф гене.
(9 hanno qua/i perduta la lor firmamoi le uenite correggendo ,
riducendoalloro primo eßere, (gedoue quìß dice pari, ma
ri, {него/20, Cty ammortare-,uoi dite padre , madre, inchio
ßro, ff/ ammorçare, ilche fate pero in maniera, che non mo
*4
/lrate di uoler correggere tutte le uoci fcorrette, стат alcune
ßguitelahu/o , (27 con tutto, chei Tri/cani ß compiacciano di
dire catena, (9i rape, nondimeno uoi per lafciarui cono/cere
Lomhardo, ui contentate di dire cadena , Ctyraue', (27 dite piu
uolentieri leccaro,che leccaio; (y caura , che capra . Oltrea v_ocí Accor'.
cute.
vcio per fauellare co ipiu , uoi con molta difcretione dite contra
le regole della lingua lui, (27 lei,doue hißgnerehhe dir egli, (ey
ella. Etfnalmente per non parer To/cano del Monferrato,
uoi non fuite Лат/же le parole intere , ma per non uiacqui/iar
odio ,/oßrite, in luogo di mano , anno, (ty/fanno, di dire fecon
`do lujo paefano man, fan,flan ‚ (тайге parole accorciate, le
qualiJiiconcedonoa poetigne anco preferite huomo al fuono ri
ßretto, come giudiciofamente fanno i To cani , ßguendo la
fcrittura,ma l'ißirimetecon uoce apertafecondo il cir/lume de`»no
[т автор-”1.5tper cio potrehhono tutti cö ragione pigliar едет
4
’fr Lindo' /
piolda uoi rißluendojiinfimma di mettere/ludio nelparlar­ con
l ‘~ ‘ `. v ' ' ' ‘
. forme all u/o commune dellaДм patria , ma piti politamente di
П коше quel,chefiglionogli huomini uolgari. Еtjicome conuiene al no
dee parlar
патио d“ bile parlar meglio del uile , coß haura 4 sforçarfiilpid intenden
ulle, е“! let
terato del
шщ te, (y letterato Cittadino di parlar alquanto piu corretto dei me
no intendenti; maßmpre in maniera , che mo/lri di parlar quel
la medeßnia lingua, (уч non diformarne una nuoua , @pare
re ‚ comegiiì habbiamo detto ,fore/fiero a одр: fia . Et per con
:mii im: cla/ione habbia riguardo a quella/ënten ¿a , che[i uuole/aper co i
22,231@ manco , ('9#parlar co ipiu . CJV. Won a pettate, ch`io ui ri
fponda per le rime, C9* ch'io attribuifca a uoi con ragione quella
gratioß fauella , che uoi attribuitea me con troppa aßettione.
f v1'me ba/li di dirui , che hauete con moltogiudicio trattata que
fla parte della lingua . Ma non reßero d'aggiungerui,che anco.
’ra m'hauete laßiato un poco di dubbio, perche quando io ofjeruaf
“А.
fi compiutamente quelle cofe, che uoi dite io mifarei ben cono
fcere per Lombardo , ma non [ipotrebbegid difternere dalla
т 14fauella , ch'io fußi natio di que/io membro di Lombardia
chiamato il .Monferr-ato, onde non haurebbe luogo la propo/la da
uoifatta , che cia/¿uno habbia a manife/lar con la lingua i[то
dellaßiapatria , (учfipotrebbe coß dire , ch'iofu/ii тщетно,
oVerone/e , come di que/la Cittiì. лNN. [l uoßro dubbio mi
fd rauedere , cheancora non era compiuto il mio di cor о . Et
(‚в „23:35: pero con pocheparole ui rißiondo , (9“ dico , cheД come dalla/pet
ШТ; Ljf'to ‚11411`1146110‚Сд da i portamenti della perßna ß comprende be
‘hmm’ ne@df/'1, (щ difierne un Milaneß' da МЕЛ/Дошло ‚ un Fer
' 'rareß' da un Zl/Iantouano, un rPane/e da un rÍPiacentinomn Ver
~ celleß’ dann Eafalafco, co/i la fauella deefar conofcereque/la
Èßfgîiàä dq ежели. Cua/f. ßen la dimo/i'rano particolarmente nelle be
\ .e z c o ц д o. в,
{РеттееебшфопЬФ ifranceß. .aN-N. 1! medeßmo еще {33:35
еее in tutte le parti del mondo , ma non предforß ilgiußo Iddio
alcuna dißerenza nel ca/ligarli. Or'ionon olameiite concedo ,
che in i/cambio delle порте parole шпор rimettiate talhora delle
'To/cane , Фper !е Tofcane ußate alcuna uolta le Lombarde ,fi
comegia ho detto , ma concedo , che ne ufiate molte , le qualifo
no proprie del niylro риф ‚ (9` non di tutta la Lombardia , ilche
vn“
rn-i-‘r intendo quando le coßrßnoßgnißcate c5 diuerß nomi nell'ißeßa
Löbardia ‚ fra le quali mi еле/ем де riduruia memoria quel
panno lino, con cui s'afciuga il nafo,chiamato da То cani mocci- “mm”
chiamato
con акциз
chino , ofa<<oletto, ilquale alcuni Lombardi chiamano drapicel nomi,
!о‚Ф altri pannicello. Et'con tutto, che poco lontano di qua in
que/li contorni alcuni il chiamino moccaruolo , noi qui commu
nemente lofignißchiamo con que/la uoce pannetto, ilche auiene
di malfaltre uoci, le qualifono proprie di que/lo terreno, (уч поп
u/ate ne' in "Piamonteme"in altreparti di Lombardia. Cuit/.Co
me a dire, chea Milane/i hanno a re/ìar le bufecchie , Фа noi j
le trippe,(9« uolete infomma,che quel beroldo ,ilquale ha tanti Бегом;
nomi, loaddimandiamo con quella uoce , che ha pre/o fra noi .
„ямы. Сofia mepare,mentrepero que/le uoci nonfiano де quel
le difgratiate, chegia habbiamo дееео‚Фmentre cheЛето идее `
perlopiu non che daplebei, ma da tutti i Cittadini . Et dipiu
io uoglio, che non pure nellelFile uoci,ma nelfuoriomegli accenti,
. Ф nella pronunzia ritegniamo alcunißegni della patria[елка di
fco/larcene ajfattomon tanto per manife/larci quei, che Дата a
gli ßranieri , quanto per non fare ßomaco con la total rifor- Шьыат
Accoliard
тщете, Ф diuer/itiì a noflri рифме, coi quali hauendo noi “hline”
а cñ i сое!"
principalmente a „тент conuer are, е cofa debita,che ci то усы?“
ßriamo loroin qualche maniera conformi (y di fauella, Фде
L I В к, o

w/ìumi. Er ро1 che habbiamo con 14 /îmilitudine del danaio da


:o ргтс1р10 al ragionamento della lingua , ui рогтето ancofne
con la mededeßma/imilitudine conc/viudendo, cloeficome il da
naio 174 441 como una Fublica/iampa, per laqualejî conofce doue
fiafalricato, cofi la lingua dee hauer la forma, che dimo/Íria
qualcnefegno Parigine di colui, cloe р4г14. 6.a V. Or [14 4 uoi il
difcorrere di quell'altre coßmne più appartengono a que/la gior
nata. лыж. Fate conto, clie tutte le cafe, che infin qui 114121714 -
то dette appartengonoßlamente al diletto dell'oreccbie, Cty/o»
no qua/i e/lernegfzy cloe bora ci liißigna confiderare р14 4 dentro
quelle,cl)e conuengono alla crean (a, a i co/ìumi,cl7eß richie
„то da dono nella ciuil conuerßtione; регсЬе foleua dir rDiogene , che
mgm" iMatematici mirano il cielo, ('17~ le/lelle , non ueggono quelle
coß, cloe loannoauanti a i р1е41,(91811 Отход/114414110 41 dir be
ne, non lofanno. Haciendo adunque noi рго oßo nel conuer
fire 14 ро11се<<4 dellafauella, dobbiamo llora confiderare ‚ с19е
с n _ I que/io non 14/14,fe non ui concorre la politegza de' coßumi. Et
0 шт р \ . . , . . .
пацана: pero loa ciafcuno a {Нм-(ат diconformarl ammo , @gli едет
тте- 411е parole,an¿i non bauendo ilfauellar colto, (9i leggiadrmdee
/u/rplire 4 que/io dfetto con la candidegça de` co/iumi . Qiindi
swam di e, cloe Mario quel gran Capitano , orando 1пп4п<141р0р010 Щ;
мню. mano diceua , le mie parole fono mal compo/le; ma di cio роса
micuro mentre cloe la uirtußmanfeßi. „Quegli hanno ëißigno
dartijïcio, iquali uogliono con le Ье11ер4то1е сорте 1е uergogno -А‚f
mr Сто ß: attiom loro. CAV. Concliiudete in due р4го1е‚с12е Per riu
nell’¢loquë­
и,& ко- fcir perfettamentegrato nella ciuilconuerßztione, êißgna met
ТЁЗЁМ“ ' terefiudio 41 diuenir Greco nell’eloquen<a, (Ы Romano nella
­___Al-r-î
v­r
реге. JNN. Иррцто. М4 реж/91314 190 proteßato 41non
` uoler 10 obligarmi a ricercar tutte 1ер4п1 44115tliica, 110114
S E С 0 N D О. 70
fcieremo agli huominipiiì/iudiojiriuolgere le carte de’ Риф/5,
(Ы coltiuar interamentegli' animi loro di precetti morali , Ф ei
contenteremo di ragionar folamente delle co/e pitifamigliari,
ф piufacili ad offeruar/inel conuerßtre ,fra le quali(per ue
nir horinai alpuntopopropongoa chiunque uuole acqui/lar luo
go di gratia nelle conuerßitioni , cheМат ogn’altra co/a, il che
fanno pochi ,ß rifolua di дот Готто ‚ Ců'diuino conßglio
Rif'polk me
di Socrate', il quale dimandato qualfuße la piu brieuc /ira morabile di
Socrate.
da all'huomo per acquißar buonafama, (уч fiiprema gloria,
титр. 11procurar defer tale, quale egli defidera diparere.
I
CAV. .Ye non uolete trattarß.' non le co e piu facili, douete
lafciar que/la , concioßa cofa, che non ui effendo quafi huonio al
mondo, che la ßtppia отдайте ‚ e`benfegno , che e` malageuole;
(y ßpete bene, ch’una gran dgfßculttì , Wlimpoßibilitiì fo
no dalleleggiparqggiate. ANN. ‘îNon lafciano gli huomini
ddfequirla per душа dijapere, mabene per difetto di uolon
tit, onde non hauetea giudicar difficiliquelle cofe, che confißo
no nelfolo uolete. CAV. Se co/idipendeüe dalla mia uolontiì
l`eßerdotto ,come lapparerlo, {орт per auentura piu` dotto
di quel, che uipaio, perche uorrei efferlo piti,che parere. Ma
uoi ßpete, che all'acquißo della dottrina fi ricerca nonjola
mente la uolontiì ,ma lo/ìudioda uigilia, lafatica,e’l difagio,
che fono cofe malageuoli ,ß che feguendo il co/iume deglialtri
io per infia/car la mia ignoranQa, mi sforzo di parere quel,
ch'io non fono. ANN. rßenßepetemhe la uolonttì nonß di
moßra, по]? ejßquiße per ße/ießa, Ф cheßfcuopre con l`opre
feguentigle qualiß: ben ßnofaticoß, mentre /iano poßibili, di
uengono acili,ond’e` u/Eito quel commun detto , che niente e`
Аррагеп'ц
difßcile a chi uuole. CA[долетев per buona quißa cäclufione, odiofa»
Èт i. i в х о
ma douendofißiggire inlconuerßindo quella odioß apparenza;
/limo neceffarioaheuoiproponiate il modo. JNN. Hauete
ragione di ricercarimodi difuggire quella pompoßi ‚ (9- иапа.
аррагепащрш che col uoler noi perßiader altrui difapere ciö,che
non ßppiamomon inganniamo gli altri, ma noi mede/imi °, (уч
ц
L, „ng“ alla fine colti nell'ignoranQaJiamo uccellati. Í modi adunquefr
м.
321125ЁЁЁЁ по molti,fra iquali il primoe` di non lafciar precedere la lingua
no' all'animo. Бор come le donne,prima che la/ciar uedere i loro or
namenti,ßpre/entano dinan¿i alloßecchio , dal quale prendono
con/iglioftyaiuto-,cijiprima, che [pingerfuori le parole, hifigna
ricorrere allo /pecchio interiore, formarfele dentro in modo,
chegli afcoltantinonfaccianogiudicio, ch`elle hahhiano origine
piu to/lo dalla hocca, che dal petto, (5y fiano caßiali piu , che ra
gioneuoli. ’Da que/ia premeditatione auerra,che non a al
cuno, ilquale s'arrifchi a ragionare di quelle co/e , che non sa , co
me fogliono gl'ignoranti ­, percioche/econdo la /entença Штрих
uio, chi dice co e,che non intendefa atto dafurioßfŕ/farnetico,
¿gemäß @cade nell`errore dalle/fendre Magno,ilquale difforrendo
529312; della pittura in сир: d`cÄpelle, (9 dicendo cir/e impertinenti, et
n, »Apen contrarie allfarte, il difereto pittoregli dige all`orecchio,che cefßtf
l.,
fe da quel ragionamento, д parlaUe piano, perche i/u oigargonifi
rideuano di lui. coiV. ueßo mi piace, (уч e` conforme alpa
rere dan rPoeta, che dige.
Èa/l't al Nocchiero ragionar de’ uenti,
cA'l Bifolco de` Tori, (т 1е [и piaghe „ь

Conti il Guerrier , conti il rPa/lor gli Mrmenti.


mpi, du", ANN. e’.Nonfono ancora moltigiorni, ch’un certo Gentilhuo~
(Эмилию - '
тоапаг i- mo,­ ilquale uorrehle pure e/fer tenuto nelnumero de' letterati,
gramm. ­ ‚
. ji trouaua in compagnia dîhuominiper .dottrinafídper altrofa
‘ mofi
e в c o N v o. 7,
то]? , Cry'quiui difcorrendoß d'alcune opere noue , (9* rare,
chein brieuc 5’haueuano a ßampare, egli entro in ragiona
menti d'un fito Zio, morto pochi giorni auanti, il qualefri ue
ramente gran letterato , @frggiunfe , ch'tgli alla morte lfia
gli lafcio un’opera da mandarfuori , ch`era delle belle coß:
del mondo ; (27 dimandato di qual materia tratta/je que/ì’
opera, rißroß; lo ui prometto, ch’ella tratta di quante belleco
f: fiano al mondo , (94 поп ui potrei dir a baßanQa ilgran
gußo', tlfio prendo nel leggerla. Ma eßëndo poi ricerco ß.’
l’opera era fcriita in profa,o in uerß , il mefchino mal accor
to rifpofeahe di cio non je ne ricordaua. Curr'. Gentil`e/]empio.
Hora dejidero intendere altro modo da fuggir l'apparen<_a .
JNN. Fra _gli altri ui e`queßo, che non s`intrometta la lingua interrompe
Non lì тю!

ne i ragionamenti altrui auanti il tempo,e’y«fn che nonßfia be reparla.


colui,che

ne inteß colui , cheparla ; perche molte per/one inuaghite di que


ßafciocca apparenea , non lafciano nir il compagno,mapreue
nendo a quel, ch`egli uuol dire , qua/i togliendoglile parole
di bocca , uogliono mo/lrare di faper meglio di lui , quel che
uoglia infierire ; nel che imitano certi'idioti , i quali mentre odo
no can tare i Sacerdoti , rimefcolano inßeme la lor uoce,('9« ten
gono bordoneal cantofenîafaper quel,cheßdicano.€ocl/.£&e­
Altra elfen
[10 uitio ё nel conueißire odio/oaìyojfknde molto colui,che ragio pio .

na. Et mi_ricorda,ch’ungentilhuomo diede principio a rac


contare in una compagnia i fucce/Íi delle пока del 'Duca
mio Signore , alle quali era ßato preßnte; nel qual difcorß at
trauerfandofi uno degli afcoltanti quaßlad ogni parola, per
dimo/ìrare , che ne haueua piena сотки ‚ egli dopo l'hauerpa
tita aßai que/la indi crete «dallafuefermatoßalquanto ­, и!
meprae Signori ( oggiunfê) di comprendere , che que/logenti
. J
f~ L .r в к о
~ l`huomo Март meglio di те tutta гагат; фри tantola
рта ‚ cliegli perßiagratia pigli il carico di raccontaruela inte
ramente . Qiefla туфта ‚ come potete imaginarui ,feceri
'tirar l`amico infe medejimo , Ф riconofcere ilдоfallo Halie/en
(a aprir piu la bocca , la qualegli era rimaß un poco amara, lo
lafcio continouare, (учßnire ilдо ragionamento. „сыто Cer
toe` che nonß uuole interrompere il fauellatore , ma più toflo in
Non We _ atto di тоде/ееа‚Фстеап ¿a accettar talhora cio , ch egli dice o_o
“Legga me соде пиоиафе ben[ед]? communea tutti . Ma 'que/lofareb
‘ifiwnfkfß be poco errore ,je non ne шит un’altro maggiore in con[едит—
¿a , perche molte uolte con limpatienQa dellafcoltareß piglia
no le сере in altro fentimento де quello, che ancora non ha bene
eßrreßo colui , che ragiona; Ф иевпв ad imitar il .cane , il quale
fentendo apri'r l`ujcio,/en¿afapereßefia amico , o nemico abbaia,
dal chefeguonocerte_conteß2poco ragioneuoli , (ij'certe con[серое
ni , le quali non farebbono auenutegß l`afcoltantefuíleßato
difereto nella/pertar ilfuega tale,che pcßiamo ydire , che quei,che
/ono impatienti nell`afcoltare ,ßmovtemerarq' nelgiudicare , (уч
anno come certigiudici precipitoji, i qualio per perfua/ione ,zo
perpaßioneß lafcianoindurreadar le[enten ¿efen ¿a udir le ra
gioni delle parti. CAV. и!me percerto dannol iflrema noia
alcuneconuerßitioni , ynelle quali uoi udite in .unpunto le uoci di
tutti in ieme,iquali interrompondo/i l`un l’altro iragionamenti'
loro , rapprefentano la .conuerfatione deglißorni, o dellle mulac
chie, o д`altri uccelli, i quali riducendo/iinfrotta fopra un`alba­
rogracchianotuttiinßeme. „IMEtfe доем/евреев huomogiudi
Ycio/omi trouate fra que/li,ßete_`co/lretto per nonfcopriruipartia
le,diguardar hor l'uno „horlfaltrm Фfar cennoa tutti col capo
per mq/lrare daßoltar tutti. если Ее non Aafcoltar alcunot
5' E С О N D О. 7:
.1N N. сАррхтго. ‘Diremo adunque, ßcondo 14[Этики
dan Greco, cloe'l uoler dir ogm сад ‚ @j non a/coltar niente ‚ e`
una[репе 41 tirannia , 4 tale , cloe nei ragionamenti ui 114 44 in
teruenire tra с1л` dicefijclii afcolta una corrifloondengaaòme nel
giuoco di Falla; oli re che lnuom-o 44е<<о 4/141р4г1еп1‘е, (yl tem
perarß nell'udire ,fa con o_/iere 4 tutti quanto eglifa aßiutiona~
to alla uerità , Cty quanto nemico del parlar inconßderato , (уч
сотеппф. Et pero ß dice , clo'un tacer a гетро 44411<4 ogni П тег “E
belparlare , (17 с19е5’114 44 annouerarefra le 41114р1ор/Чс1103ре;
с19е1`ог4101е nonßconofee je non parlando , elflofoßi/iconojce
non тепо col tacere a сетро‚с19е col ragionarßlojofando. Orio 315132131 ¿l
mi[pediß'oiìy­сот/911140 , clie cia/Eunoßproponga nelle conuer~
`/ationi due tempi di parlare,cioe o di quelle сор: cifegli intëde Ье
ni'ßimo , Cty ha 54 1е dita ‚ ouero di quelle ‚ delle qualie meega
-riamente coßretto a ragionare. [n que/ie due/ole e`р14 commen
>dato ilparlare, clie`l tacere. [n tutte l`altre clti u/era` il ßlentio,
eleggera ilfue meglio ‚ (tjfuggendo la uana, (уч odio/a 4рр41‘т
(4 ‚ acqui/fera maggior lode. CJV. [o credo an co,cbe non con „huomo de
uenga ad alcuno il ragionar uolontariamente 41 tutte quelle co- “e Pm" ‘ì’
briamête di
ßan'egli eene intende , Cíyconofce, @j clie т 045141144 a ртосе 351102?“
derepe/atamente , (fja confiderare fe quelle coß, delle quali uuo ЁЁЁ'ЬЁЁЁ
1е difcorrere,ji contengono ò dentro , ofuori de’ termini della Лис me'
profeßione ‚ perche/e aenî io aßretto dalle mie continoue , (9* di
uerß: indi/fiofitioni lio fatto qualclie incigano ßudio in alcune
орете di Galena, 1101141те110рег clee que/ia e in те 4ссе]]0114‚с’9‹
non Principalparie ,/arei lsiaßmato , 5`io uoleßipigliar occa/ione
difar il medicofra i medici Ф difcorrere ancor` i0 della medici
. ‚ ‚
na . .at N N. E ‚ cofa ueramen te odiofa il uolerfare ilßecen- мю ¿i
1409 dare di Ьессо in ogni coja ­, Perciöß racconta , clic Cleo- сити
L I B K, 0
mene Ki difputando un certa ßf/ia dellaforieaga ‚ fe ne rife di
cendo ‘, je una rondinella parini/e dellafoi-tea@farei il medefi
mo , majefu/je un`aquila 1`4jcolti rei con attentione; pero nonfo
lamen ie non fi conuerrebbe a uoi ilpigliar occaßone di ragionar
della medicina , ma quando anco „кот data l`occaßone ‚Диод
be per auentura ufßcio uo/iro dipar rne per maniera di dubbi,
(9 dinterrogatiani , moflrando con que/ia mode/ira elhauer de
ßderio piu to/la d’intender cala , che nonfa piate , che difcoprir
cofa,cheßppiate. Onde bifagna , che cia cuna confderifn do
ue/i/ienda lapinione , ch`altri hanno di lui, Фin qual [те di
ragionamenti egli paga trouargrata udiença , Фfacil creden
{a , (9 non eccedapunto queßa mißira . CAV. Hauete uoi
altri modi , che ci infegnino afuggir lapparenQa г A N N. [a
a que/lo :fetta proponga a ciafcuno la lealtà, ofnceritafamma
mente lodeuole, Ф neceß'aria non che nellopere , ma nelle paro
le ­, perche fagliono molti, per parer quei, che nonfino , adombra
re la ueritiì , (9 douepen/ano defjergrati ,ß/cuoprono allafue
Запиши. bugiardi, (9 artifcioß , (9 con lafalßta loro perdono il credito.
Et con tutto , che que/io uitio fi commetta in diuer/e maniere,
nödimeno mipare oltre modo infipportabile quädo l'huomo at ­
тещ tribuifie afe{le/fo quel,checonuiene adaltri,imitando la mafia,
la quale hauendofcorß molte miglia/iipra una carretta , diceua
d'hauer eccitata unagran poluere. CAV. 0I quanti ne ho co
no/ciuti coßsfacciati , che non/iuergognano difal фautori d'al
cune coß come auenutea loroßE/íi , le qualiß trouana fcritte,
mille anni/ono, nell'opere altrui. ANN. In que/lo meritano
biaßmo comefalßiril'il , ffjcome ladri, po/cia cheßappropriano
l`honore , (9 lagloria altrui . .Ma diqueßo peccato ne portano
Fauoll.
lapena ,comegia fece la cornacchia , la quale tßendo comparßi
alla
s в c o N n o. _”
alla moflragenerale degli uccelli armata delle piumealtrui,al«,
lajine frißtaligiata , (so/chemin come ladra . Si uuole adun-Í
que riuerire interamente la uerittì, (t/guardarßdi non uiolar tri 'sich „e
modo alcuno la uitginitafuameditorcerle pur un capello,per non
riceuere uergœna. Et uoglio dirui di piu , che la uerita e' co/a
tanto dilicata,cheficorrea pericolo di hiaßmo nonfolamente al­.
terandola in qualche parte , ma tal uolta lafciandola anco nel
fio/lato', cioe ,quando[i raccontano co/e uere,ma alquanto lonta
ne dalla commune creden(a. CAV. ¿Di que/lopericolo nepat;
la ejpre/Íaniente Dante dicendo, ­
Jempre a quel uer , c'hafaccia di men(ogna
‘De ”тот chiuder la hoccafn chepuote; ' _
‘Però che[спи colpafa uergogna. ‘Ä х
ANN. Voi lintendete, (9' со]? douete reßar chiaro come con
:tenga ф nelle conuerfationi non lolamente leale , uerace,.
ma[дот nel ragionar delle co/è,che harto difficil спасаю“! V.
:Aquel/ii modi,quali aggiungete hora? JN. Si come nella notte
quantopiuтакgli occhi al cielo,tanto maggior numero dißelle - д
andatejcoprendo , со]?quanto piu a dentro confidereremo lagià
dettafentíça di Socrateaâto piu copiofamente ficauera'no i то
di difuggir la uana apparen{a,(9 daggradire nelle conuerfatio
ni.Torniamo dunque a dire , che tale dee procurar l’h`uomo def
fete , quale de/idera d`apparere ', (27 di qui nouamente ci rauede
remo, cheficome tuttiper natura deßderano deßere imati, (t)
honorariaojinella maggiorparte di loro e` штифтам que/ie
dejiderio;perche nö e`fondato[орт alcun meritom¿fopra alcuna
uirtiì degna dhonore. CJ I/.Co/i ¿come uoi dite,et ueggio /corfo
trito oltre lulu/o, che i mäco degnifono quelli, che uogliono гурте
flimutipiumeNaz/1que/li nö rieß'e il loro Мата; an(i auiene
К
.' 1. I В *JL О
ilcötrario perche accoigëdo/iper la dapocaggine loro di non eßirel
firmati da altri,fiacconciano a/limarß da loro /leßifiyfofpinti
помыв: da un pa(go, (уч internofdigno portano la pelle del Leone,(tys`ar
mario il uolto di terribile fera@ , col nter della quale diuengo
no odio/i al mondo . ßißgna per tanto, che chiunque deßdera
(Тети/1141410 o per pruden ¿a , оpergiu/iitia , o рефлексы)
p`er temperanra , ricerchi bene nel uaß della fua con cieneafe ui
¿dentro alcuna di que/le uirtii,ß’n ¿a le quali non potràgiiì/or
tire-il До deßderio . CJV. Se non {haueßifro a/iimargli huo
mini ß’ non per ualore, Ctymerito uoi non uedre/le alcuni non
che de’ primi Cittadini , ma de’plebei , i quali quantunquepri
ui diДиете? d’intelligen¿a , (ijdi tutte quelle parti, col me@
delle qualiueeigonogli huomini ad сжег honorati , fono pero per
una certa bontà lorograndemente/ìimati , (9i uedete concorrcr
i uoti di tutto il opoloa lorfauore. JNN. ‚Еж/114501101 rac
contate,fino piu amati,che honorati, @perciò io uoleua appunto
„тают- dirui,che non ba/la all`huomo daßir honoratoper qualche digni
uèillega \\ . , . .
procuraanco d ‚acqui/farlila
. .
23:52:51; ta,o uirtu principale,jenen beniuo
len¿a altrui, la quale e il uero legame della conuer/ationeroclf.
пептида Et que/la beniuolen{a come ß puo ben confeguire г .a NN.
flïi'nî. s ‘c’ Vßindo quelli/frumento, col qualeji rapifcono l`anime da icuo
„шт. ri altrui, dico l'ajfabilitiì . CJV. Certamente con niuna par
hmmm' te ci di/Èo/iiamo piu dalla uatura hu mana , che con la rigide(
¿a. Et/i uede manqte/lamente, che que/li colli ritti , quißiui/i
arcigni , (тоне/111114041 Сatoni ,fono in abominatione a tutti,
(Ы doue pen/ano deger riputati per non rider mai , per incre
n .a [par lafronte , per ofcurargli occhi, perfar il „ф dellarme , (Ы
ЗЁЪГЁ; per dar afciute rißto/le ,ßfanno fcorgere per/uperbi , (у inhu
55- mani , (yr con la loro ßperbia /ono odio/ia gli/le/si /uperbi .
4e e c o mi n о. 7„
'Iocon ofio alcunitanto rigidi,contegno/ily* тешим/и
non degnanodirißtlutare quei, `cheli[aiutano-,il che e`fegno d'un'
.animo barbaro , .nipuò dirpgggio , `che Тети ficome canta . . .­ t
quel неф ï . ч» д . I a."

‘ g e`in Iuiß facil тет paroleaß'abile.­ t


¿Ondefe benpare à' queßidi nonfarui ingiuria , nondimenofire
„днищ! odiarli come nemici. rC./ci/. `Qeflimi dißiiacciœ­
.noïoltre modo,(9~jono ату/Ъ dimepiudígni де /Èufaqueuclre
.commettono _queßoerroreper trafcuraggine. JN. Latrajcurag
qgine loro ¿troppo токам e`ui еа1сипо‚дее lediaqueflo лафете.
гиде debbono тешит ,.o dimutare/ìile, „(wnonfarftanta ca
Areßia dellesberrettatelyide'jaluti , i qualifen@ dar loroalcu
патере.apportanogranguadagn0,5 dipagarunoahefigaitâdoli
4gliauifi à luego , Ф tempo quando uengonofilutati «claque/lo, ­
{у da quello ‚ .accio che ßricordinodi rifalutarli; percheque/le _ ‘
fino coßiccieJe qualiußtehannofoma diconciliarainicitiafíj _ ‘
.tralafciate di/cioglierla5 onde habbiamo piu toßoacercaredipre Ambitie
.uenir gli _amicicon vquelli {зет , _(9 -di uincerli де .cortejia и i _ d’
CJV.Fugia un „Kimeretrice
де -Francia,‚ ilqualefacendqgli помещен
flrada una ~­publica laI rifaluto cortefemente con lo кЁЁшегЁ‘
fcoprir/i il capo ; (y .eßindogli poi detto ,-cheßia Mae/la haue
yuafatto honorea donna di malafuitaa-c'henon .lo meritaua , ri
[po/ê , che/icontentaua piti to/lo difar errorenelfalutar una im
pudica , che nel .mancar .mai деßlutarnealcuna honey/ladri@
.Qießa e'ueramente realfentenQa , ,(’9' `bifogna >ad ogni modo
elßr _corte/e .a .chi uuole trouar .corte/ia i (уч legaiß al cuore
quel detto , che ne` il Luino -außero eigratoal gu/lo , пе е co/iu- т срПитЕ ,i
ren non fo-'
mi alteri ono atti alla conuerßtione , il che [е conforma но эта":
conuerfatio
con le lettere fcritte da Filippo , Ф da altri grandi huo- n°
K 2
.x ‘­ L i в к о
mini , per le quali chiaramente clima/imno, cbe`l parlar beni?.
gnoeypiaceuolee' la calamita , con la qualefi traggono gli am'
.Llámiirbiliirì mi della moltitudine. Et come che queßa uirtu` beneрт in tut
Завёз“: tiglibuominimondimeno ella rifplende oltre modo in uelli,clie _-‘„А„_

òper рампа/ъ?) per dignità cißnoßiperioriquando trabete da lo


­rorißio/iegratio/Í:, (души ‚ che non meno dal /uono delle pa
role,cbe dalla uiuacità degli асс/71,61? dallaferenitiì dellafron
te comprendere a denirogl'intimiajretti loro, ai quali piegate la
uolontoì , (уч Faßettione . Еt ui potrei quiaddurre ÍeÜempio di
duefratelli uirtuoß , (уч bonorati , de quali pero l’uno per la dol
секи della/petto, e` da tutti' , grandemente amato; (уч l'altro
per la [тал lia la beniuolenla di pocbißime perßne; ne`
ui mancano alcuni, cloe ragionando d'eßi dicono, cbe amereb
bono piu toßo, cbequello augurafje loroil mal anno, tbe que
Awww!" ‚до il buon giorno. [o non concbiudo già per que/io , cloe al
u Fenu rer
$111.22“ cuno babbia a mancar di confèruare quella dignità ‚ C17 quel
contegno ‚ cbe conuiene alle/ß’er ‚ percbe il mo/Zrar ne i fem
bianti' una 5 renata атомщикам? dare aßtccoi teßiri della
fica bontà , e un’auuilirfeßißo ‚ (уч un darfegno o di [cion/oe@
(а ,o d`adulationeper modo tale,cbe „шато non uolendo appa
rere talloora quel, cb'egli non i, @da occajione ad altri di pi..
gliar troppa Леший con lui, 627 di portargli manco плита
di quel , cbe uorrebbe . Ma uoglio ben dire,cbe bißgna in
un punto dimoßrar, quantofapoßibile, la grandeQQa del fi
lofofo con la grauitoì delle fentenQe, C9* l`bumilia del clori
/liano con la dolcezza delle parole ,ricordandoßnbel parlar
dolce multiplicagli amici , (pr mitiga i nemici °, (у cbeßcondo
mwa il prouerbio,l’agnello bumileßtccia le mammelle della pro
pria madre ‚ C# Faltre ancora. cat V. Mi ricorda dbauer
'."_'_'ŕ_`

s в c о N n о. 7,
gia letta una[винимpoco digerente da que/ia; cioe`, che colui,
il qualeparlafoauemente al prcjiimome riceuegratioß rißioßa,
(9 quaßdalle mammelle , doue cercaua il latte,ne irahe il bu
tirro . Ma poi chefiamo chiari , che que/ia aßabilita cifapare
re quei, chefamo , (9 [спортеfuoriglintimi aßetti degli ani
mi nofiri beniuoli , co i quali acqui/iiamala beniualenea altrui,
deßdero intendereda uoi je ui ¿altro modo , il quale partorifca ’
Ёж]?! lodeuoli степ}. ' ANN. cÄncora , che con lafola aga
ilita` s'imprimane i cuorialtruila buona opinionedinoi,non al
trimente che’lfiiggello nella cera ­, nondimeno ui bißgna aggiun
ger altra со}: infierire ,per la quale/i mantenga limpreßione, al
chefare e moltoprapria , (де/(реже quella mode/lia ,(9 quella
.uirtiì , 4chiil mondo chiama dißretezga. CAV. In quali cafe ngl direi-0
una E ri
fha da u[не queßa uirtu. ANN. ` In tutte,ma negli errorial corre
cerchi nel
er
glignggrid
truiprincipalmente . .Etpero fha a preßipporre , che la natura znu.
hafatto l’huomo animalfociabile , acciocheco'l me@ della con
ucr/ariane `poffa dare , Ф riceuereaiuto,fecondo i bißgni al
trui, Фри}. ‘Ter la qualcofamon ejfendo alcuno qua giufen
¿a difetto , non ci bifignapigliar giuoco delle imperfettioni al
trui,accio che altri nonfiprendagiuoco delle no/ire. CAV. Vai
_dite bene iluero', ma nonдот, chefecondo ilprouerbio , ueggia почетно.

ma molto di lontano , @nulla d'apprefß, (трата in саде Мг


go,(9fuori Talpa З ANN. @tedio dime/iro anco Efopo con
lafauala delle due tafche. CAV. Onde credete , che uenga que Ранец.

flo errore? A NN. .Forßf dallamordi/eßer, il quale non la


fcia uedereadalcuno {род dfetii . CAV. eanißmo/ira d'a
marpiu altri , chefe„от; , poi cheßlafcia di correggere i dfetti
propri,per correggereglialtrui. ANN. c/imerebbono piu al
tri, chefe ,fefufjero/o/pinti da carita a correggere i di etti
K n
.7
‘La I' в к 9
„ты „о, altrui, ma henfisì, chefono moßi da uanagloria , C17 dal defi
lenricri Гц
s.; derio di parer ,onde io credo , che la uera cagione,perche co
sui- ß uolentieri corriamo addojß al compagno , (yrßamoßznza e/jer
richie/li fopr` intendenti­ defroi erroripiu che de’ no/ìrr', ¿perche
contrauenendo alla propo/Za [степи di J`ocrate, ci dilettiamo
piu dapparere , che d'e/fere, @i non ci pare di manifeßar la
prudença no/lra correggendo ipropri difetti, come la dimo/lria
mo nel correggere gli altrui .. Ma tutti quei, che uorranno`
едет tali, quali deßderano dapparere ‚Ратуша rigore/i cen-`
fori di lor medeßmi , (9“ u/eranno piu uolentieri gli occhiali
ne i propri difetti, che negli altrui. Сиг/И. lo uorreiparti
colarmente , che dimoßraße quali Ялте gli errori altrui, do
и“; ш ue {habhia ad при qucßa diferetegza. „РЫЛ. lo conßde
ЁЁЁЁ-Е „. ro, che alcuni ‚Что errori in herha , @altri maturi. Chiama
“im ‘ errori in herha quei , chelleuomo e`in procinto difarelyt matu
ri quei,chegiafinofatti. lprimi {hanno da impedire,perche non
ßcommettano . r.De i fecondi alcuni hanno da efjerefcußiti, al
tri accußiti . Se adunque ci accorgeremo , che alcuno ragionan
do inciampi in qualche diûïculteì , onde nonjappia ageuolmente
ufcire , (9i рой pigliar errore д nelle parole , д nelßmtimento, a.
vra uтет no/lro dipreuenire difcretamente , (27qua/icome a per­
fina , che hauendo urtato in una pietra ,fe ne ua a cadere , rite
nerlo fen¿a aЛиши: ‚ ch’egli­ cadendogeneri riß , (y riceua uer
gognamel qual atto uegniamo ada/ficurare colui, che ragiona,
del conto, chefacciamo di lui , (9» ci mo/iriamogeloß dellhonor
feo ingui/a tale,che ce lo rendiamograndemen te ajfettionato ,ji
come per lo contrario non eco/a , chepiu` lo po/fa mouere ad ira ,
„mm ,i (уч farlo piu allontanar con lauolonteì da noi , che l’openione­
:ci è uitio,6¢
решаю ¿diere fpi-elqato. C „с V. @ello difprmîo per mio parereë
s EcöND'lo. 7c
intolerabile i con cioßa сора, che non ui êalcunoiacuipaiad
fer сор uile, che meriti degne difpr-igiato : (ty mipare, che oltre;
chefa` atto di mala creanga chi difpregia altrui, egli corre a pc-e
ricolo di riceuereò/imile , o maggior афиши; perche qual aßno »www
dei in parete , tal riceue . Et fegli e` errore a dileggiare quei,che
ßconofconoagli ё molto maggiore il dileggiar quei , che nonß co- . „ .. t
rio/cono , il chefoglionofare alcuni temerarq'frj infolcnti , i qua i l“ 2
li giudicando ßcondo il uolgar detto , icaualli dalle fillemon ` "il
oonßderano , che otto un’ habito трио molte uolte coua un no
bile, fry uiuaee intelletto . JNN. @ie/lo dimo/lro bene un Mmmm"
tito d’un c6
pouero contadino del [Исп errato , che ueniua alla {itt-d
1
in com РФ” zu"
о un Cim.
pagnia d'alcune donne , al quale dicendoun Cittadino licentio- ‘im
jo ­, Tu hai pigliato a men-armolte capre alla noflraßera ,-egli ri
/po/É, /l/legerea me pare di condurnepoche,ouefono tanti becchi. ‘ “чл i'
curr'. lo 'cono/co ungiouine , il quale pare., che habbiafembian
(a , Ctyge/li di/ciocco , onde per que/la cagione e` beÜato da alcu
ni; ma ui so dire , ch`egli a luogo , @y tempofi rifcuote , Ф :d
render colpo per colpo con parole di fauio; (yfà/iahe quei , che
uanno a [шапито con orgoglio , fe ne tornano in dietro con
ucrgogna . AN. Infine lo sbottoneggiaraltrui , e’luole­r, econ ­ «t
Prœnbío.
do il prouei'bioßuqîicare il ueßraie e` сор: pericoloßßt pero non u
bißgna mo/lrare, che ciburliamo dichi che[iframe` col uolto, ne` 'l ' -ï
con la lingua ‚ necon alcunofëgno , perche fe e no/lro maggiore
o eguale egli nopotrà patire d’eßer uilipe/o da noi, degli e` inferio
re,lo acciamo diuertire dall`amor no/lro,il che e` male,perche tut . .‚ .t
to lo/ludio rio/iro dee eßëre nel rêderciJeßa poßibileauttiglihuo- `
minifauoreuoli.Or e auiene,ch`altri c5 la lingua habbia cömejje
„тиф/од da riguardare/e uiene dafcioccheçra , o uitio. Il
primo e` uffcio no/lro di/Èußtrlodr coprirlo c5 la mede/ima difcre
K 4
­ L t в к o
пака ‚ фnon difarcene helfe , comeßgliono alcuni uccellatori,
iquali mo/lrano di non ßpere, cheß come il burlarß del bene e`
сор; nefanda, сор il burlar/idel male ёcoßi crudele , 627 odio/a.
Ma uegniamo agli altri errori , cheß commettonoper uitio , (9
che s’hannoa riprendere. Cocu. [n que/lo anco io credo , chefi
д mi „on ricerchi difcreteçza. http@ Tanto maggiorefiricerca in que
u"
ßi,che negli altri, quanto maggiorpericolo e ilfar da douero,che
ilgiocare. Et come che a tutti conuenga ilfare igia detti ufßci
uerfo tutti , non e`però lecito ilfar que/lo ne` a tutti , ni uerß tut
ti. Non e`lecitoa tutti oper difetto dautoritd, come ad ungio
uine il riprendere un uecchio , ne` adun`huomo uile il riprender’
un cittadinodiper altroßrnile, o maggior difetto',come'nonfareb
be lecito ad un’adultero a riprender’ un'altro di uanita,(9/icon
РтчгЫт do ilprouerbio,chi[митре il zoppo, dee efjer diritto. ‘_‘Nêan
co uerßi tuttifiuuolfar que/lo чтет ‚ maßlamente неф quel
le er/one, con le qualiui per ßngue , д per lunga famigliaritai u .4... ._
шедшим habbiamo autorità ‚ (W credito . Et in[тэта nel
_al a
riprendere, [i uuole hauer riguardo non folamente alla qualità
delleреи/блата de' luoghi,(9 de' tempi, come conuenga ujar
nicogn, ш la ripren/ione , (9 come[а difpo/lo l'amico a riceuerla . Et pe
"gg°" n' ` d '
:rzgpssm т _’ "6’ ‘h'eЛЁ'?d_” dett" “du ” o_’ Won ti_ uerЗog.ni della tua eb
11°- briacheçza г egli riЛюд, Won ti uergoni tu di riprender'un’ eb
briaco .Pfon la medeßma ragionefarebbefuori di tempo, (дели
erebbe maggior errore il uoler riprender’ un be/lemmiatore nel
Modo ¿i _ l'impeto della Дм colera , (9 in pre/enza d'altri . ‘Ne’ que/lo
{fáfigggîl auuertimento folo baßa , ma per compiuta gli/cretega bißgna 'Y'
'Е"
“mm” ufar un’ honeßo inganno , C19 nie/iolar l'amarezga della ripren
jîone con la dolceqça di qualche lode , ocol mo/lrare dincolpar
altri di quei difetti , cheßmoin colui, che deßderiamo di correg
asl*

L_“
3 Е С О N D о. 71
gere , o col metterci noi nella riprenjione, moßrando флёр—
noi ancora nel mede/imo errore . Еtperfinirla, fled da correg
ger Famico in maniera , che la correttione gliДаgrata ‚ ce lo
renda piu/lrettamente obligato,ficome ci banno infëgnato alcu
nifaut]l nelle loro opere morali ‚ il cbeßa detto a ba/lanQa per que
Ho capo . Or intorno agli altri modi appartenenti all'oßeruan àи lacomers, per -
(a dellagiapropo/ia[тип¿a ,[e noi miriamo tuttauia fanima día giulia
no lA con.
дела ‚ troueremo, clic tutti quelli,iquali uogliono piti e/jerealfap вешаем.
parere , uß'ranno la già raccontata difereteeza nelfuggir anco
le contefe ‚ (27 quella pertinacia , con la quale l'buomo defideroß
della uana apparen(а, uorrebbepreualere agli altra@ benefpef
ß contra ragione . CAV. и me pare, cbe niuna со}: lo ren
da piti odioß nelle conuerßitioni di que/lo difetto. ANN. Еt
peroß: colui ‚ cbeparla ‚ dice il uero , dobbiamo a quelle accbetar
ci ‚ соте a сор: diuina ­, @ß dice ilfalßi , piu toßo ‚ cbe conten
dere (mentre nonЛи danno/o adalcuna delleparti) lo dobbiamo
concedere o a lui ‚ oalla noßra mode/lia,fernando[empre la rego
la d'Epitteto , il quale diceua , cbe nel conuer are fi uuol cedere _ ацтека.
Soutenu

al maggiore, perßiader con modeßia il minore , (y confentire al


l'eguale ‚ (zy cbe con que/ia uia nonßuerra mai adalcuna conte
fa . Ma non uoglio рати con filentio la difereteeçaabe partico
larmentefi dee ufare nelle cerimonie, cbeßricbiedono nel conuer
fare . C A V. lo crederei , cbefuße maggior difcretegga il non Seleeerimo
nie сопит
gono alla
ufar que/le cerimonie nella conuerßitionepoi cbe prouengono piti conuerfans
ne.
toßo da pompa ‚ @da uanitoìabe da идёт d’animo ‘,ançi mi
pare ‚ cbe quanto piti fulano , tanto maggiormente fcuoprano la
ßmulatione ', doueper lo contrario quando uedete uno , cloe nelle
parole ‚ Cf/ ne ige/ìi procedefemplicemente , ift/fen ¿a cerimonie»
uoi jubito confeßate , cb’egli e` huomo leale , _ C9*fete coßretto a
._ п . ‚.‚.

t* L' i ' в к о
dargli il nome di buon compagno . la perla parte mia non mi
curo,ch`un mio eguale,chegiaß truouiprejjii al muro, e ne allon
tani per darmi/irada ­, (9 uorrei, che miportaffepiu amore , (9
mirendejje manco honore . Etßcome ui muoue grandemente
_`.l_..__
­.a-_
a riß il ueder di lontana un cerchio di perfone intorno al ballo, in
me@ 410441е‚[т<4 udir ilfuono,uedete molte teße innal(ar­
ß/iipra quel cerchio', cofi ui bi/ogna ridere quando uedetedue di
lontana fen@ udir il loro ragionamento far diuerfi atti di ceri
manie col capo , con le mani , con leginocchia , con torcimen
тёти: ti di tutta la ред-[та . Lafcio poi di dirui , che per una , il qua
“fim°“‘°­ le uji le cerimonie con qualche conueneuolega , ue ne fino
mille , che ji Ãprefentano con fi mal garbo, che uifanno/io
maca ­, @j ne uedetealcuni со]? inetti , che nel uoler farle ce
rimonie , le disfanno , ß came ho ueduti alcuni in Francia ,‘ .­"..,_v_,Ñ

i quali ragionando col Duca mia , Ф ueggendalo fiar can


lo capo fcoperto , gli pigliauano con amendue le mani
il braccio, (9 la co/iringeuano perfor@ aricoprirfi. ANN.
Ь" ' `@if/li meritauano , ch'egli ß слил/[г di nuouo`la ber ­­
' retta,certip`candoli , che non la teneua in mano per ca
gion loro , ma perche [тина caldo . C A V. Ma fi dipor
to un poco meglio un’altro , il quale [lando il Ducaara
gionare con lui a capo [сорта , gli truffe la beretta di
mano , (9 glie la pofe in capo . rPer tutto cio torno a
dire , che a me non piacciono le cerimonie , le quali tan
to ß difdicono nelle cafe mondane , quanto conuengono nel
cerimonie le ca/ë facre,diuine . A NN. [o non so comeuipoffono di
piaccoino
„Samy“ /piacere quelle cof: , che communemente piacciono a tutti.
c e entu
шю. CAV. [o credo , che ßate in errore , perche cono/co molti, _ _-_‘L4._

>i quali confeßano dqler capitali nemici delle cerimonie.

‘.-.­.__._
.S' E C О N D 0. 78
„i NN. , credetelo a me ,fono inimicide/j'è in pale/e,
(уч amici in Диего. Еt ß riuolgete diligentemente il tutto
nell’animo uo/lro, riconofcerete, che le cerimonie non difoiac
ciono ad alcuna [те di perfine; perche certa сор e` , che fi
fanno in /egno d'honore , (9i non ui e'alcuno,a cuinon piac
cia d`efjer honorato, W a cui non della piacere l’honorar al
tri ‘, pofcia che fecondo il detto del flo/ifo , maggiqr honoree` Dhonore i
piu di chi lo
di colui che honora, che di quel , che e` honorato . Et fi co мы di do
‘ lo einem.
me chi l`u/a puo cadere, come uoi dite, in ß/petto di jïmu il* ‘l

latione, сор chi le tralafcia puo dar' odore odi rußico , W


inciuile, o difpreegatore. [o non uoglio gia dire , chefac
. . . \
'ciano male quei, che ui pregano a non uoler con ф’: loro
ufar cerimonie , aneili lodo , perche il dir сор е` un’altraf0r­­
te di cerimonia ,(9 di crean(a,con la qualeß fcuopre l'am- '
hitione, Wfißegue loßile de' medici , i quali per modeßia`
rifutano alcuna uolta i danari con lahocca, ma gli accetta
no col cuore , W li prendono con la mano . Et ficome le
facre cerimonie hannofor@ nel cofpetto di Dio,(9~eccitano.c¢,immi,
(ГС.
gli animi noßri alla diuotione, cofi le mondane acqui/lanola;
heniuolen@ de gli amici, W Signori a cui [то откат: ‚ _ д, д l.. 9

(9 cifanno cono/cere per huomini ciuili , dfierenti da -`I‘..~'.'_`- :Í


i contadini. C JV. „Qual difereteqça adunque [irichiede джип:
nelle cerimonie _? .Ä NN'. Che faccia sì colui,che lefcuo- {Зашт—
pre , che con еЛЁ ßfcuopra laßetto dell`animo , Wji cono ­
/ca altrettanto lamer interno,quanto l'honor e/lerno-7 altri-l
mente rie/cono Латаю/ё ‚ (уч danno indicio d'un cuore ß
mulato. CAV. Tutto cio ß riferifce a quella Латвии
gia da uoi propoßa , cioe , che dohlriamo altrettanto eßere,
quanto apparere. ANN. wppartienepoiacolui',chele riceue`
z 1 в к о
di ‚фото prima con mode/iia, @di non moßrarßnepunto
ne uago , ne bißgnofo ‚ altrimentejï da ßgno cl’una certa alte
токи nemica della conuerfatione . Еt lien Ёрш, сЬ’ип uo/Íro
eguale ui bonora più in atto cli corte/ia , cloe dobligom'y che quan
do accerterete quelle cerimonie come debite , (y come uenute da
inferiore, glifaretefuggir la uoglia cl`ltonorarui. Et Lreuemen
te balvßiamo a ricono cer le cerimonie degli amici,piu toßocome
atteper crean@ , che per deliito ­, and e` bene d'imitar Tegem
Deno ать
gennlhun pio di quel diferetogentilhuomo , il quale ellende dopo lunga con
mo nel pre
Мех glial tefaffinto da alcuni amici ad entrar ilprimo in una[гала/иже”
potete , diße , conofcer llora fio uißmo alfettionatoferuitore , Poi
che mi contento d'uliidirui anco nelle cole , che mi tornano a uer
Ходил ‚ СЫсфдто entroДикаfarpiucontra/lo . CAV. lo ui
faccio buone le ragioni da uoi allegate in ещё—Д: delle cerimonie,
ma dirò Irene ‚ che s’l1alzbianopiu toßo da ojjëruarefra perßnepo
cofamigliari , ellefra ueri amici, perche , 5`io non erro ,la uera
amicitia e` nemica non meno delleparole ‚ che di tutti<gli attipie
в' _x.
ni dipompa ‚ Cty Äußettatione . лыж. c/í me ancora par Le
ne , che dalla uera amicitiafí tolgono le cerimonie . Ma doueß
mail п di. no йодид от]?! ueri amici г Won/¿pete , chefecondo ilflo/ò ­
mandi per
(шаши та perfetta amicitia nonß[lende иег]о moltelper/one ‚ ma[iri
ßringe all’amore cl`unfilo .P lo non cogía qual/ia il uo/ìro per
etto amico 3 ma io :o bene di non bauer ancora trouato il mio э
col quale io pojj'a eßercitarquella nuda ,ßmplice , (учfranca li
bertà ‚ che uolete accennare . дейтерию ‚ cioe/ono rari al mon
do q'uei due cuori ‚ clJe s`incontrino in queßo perfetto legame. Et
fe lien, uoi per/¿gno di uero amorexbi'amerete un uoßro eguale
perfratello ‚ egliper auentura non haurcìfpiritoabe l'inuiti a dir
lo a uoi ‚ @per efcluderui dalpenßero ‚ @dall'u/o cli que/iafra
tel lan
_ гвсоцвш 7,
tellan¿a , ui chiamerà Signore . Еt perche ui ritegniate didar
glifamigliarmíte del uoi,egli nö uorrà all'incontro parlar c5uoi,
ma parlerà con la Sfichefarete coßretto di tirarui un pafjo
a dietro, (‚ИЛ trattarlo con modi pui honoreuoli,che amoreuoli.
Côuerfìamo
'13a que/io commune/ìile io uengo horapenfandoah'ißendo piii più con beni
uoli , Chl сб
toßo beniuoli, che ueri amici quelli , con cui conuerfiamo ,/ia uf amici.
`jïcio noßro ela/lenerci da quella[шпалуda quegli atti liberi,
co iqualifiperde la beniuolenea loro,et difiguir legempio delle
mojihedequali auenga, che conuerßno , (9 mangino delle no/lre
uiuande con ф! noi,non uogliono pero dome/licarß c5 noi. ежу.
[o rimango di tutto cio bene appagato. Hora uengo conßderädo,
che`l difcorß, che infn qui hauete­fatto,cöprende le cafegenerali,
@conuiene ad ogni/orte di per/one. Et percio mipiacerebbe,clie
hormai difcendeße alle particolarità ,dichiarando i modi, che
hanno aßrbare tuttigli huominifecondo loßato, (9 le qualità
[отита/д habbiamo detto,che troppogrande impaccio,an¿i
impoß'ibil cofafarebbe il uolerparticolarmête aßëgnare quel, che
a ciafcunofi conuenga oßirulare nelle conuerßtioni ­, per la qual
сор ci contenteremo di conßderarßlamenteahe le co/egia dette
hanno da eßer comuni a tutti,come a tutti fono cömuni lepia(
(e, i tempi,lefiintane,(9 i poçgipublici. Ma fi come ciaßuno (infermo
dee imparar
attende adacqui/larfi`,(ìyAfar/ipropria o cafa, o poßeßioneß mo la forma del
comm-Fare
ConU¢n¢l10¢
bili5cofi ciafcuno hada proporfi nel uiuere , (9 nel conuerßire le leal fue На э
ю.
fue particolari leggi,(9 co/lumi conueneu oli alfuo /lato . Ma
perconfeguirperfettamente ilfrutto della conuerßztione , il qua
le e` poßo principalmente nella beniuolen ¿a altrui ,gli conuie
ne non то corio/Eire , Cty apprendere i co/lumi a lui apparte
nenti, ma la di ucr/ità delle maniere,ch`egli hà a tenere iter/ogli
altriJëcondo la di eren@ loro,pofcia chegli occorre a côuerßreo
\ L Í B K О ’.
ehm-:Fb: congiouani, o con uecchi, o con nobili , o con ignobili ‚ o con ‘Tren
:$121.1: cipi ‚ д con priuati ‚ o con dotti, ocon idioti , o con Cittadini, o con
Щ“. fore/lieri ,ò con religioji, o confecolari ‚ o con huomini ‚ 5 condon
ne. CAV. Hora sì eldia m`aueggo, che uoientrereße in unla
berinto da non ufcirneper lungo/patio ditempo ,fe uole/ie com
piutamente abbracciare que/ia {три/21. A N N. ’Dateui a
penДне ‚ che ciafcuna di que/ieparti richiederebbe unagiornata.
CAV. Toi che in qutßopoco d’h0ra uolete fpedirui di que/i0 ra
gionamento ,farete come quei,chccorrono per lepo/le , i quali in#
tenti a far lungo „дядю ‚ non ueggono ‚ ma ропот яраф.
$252223; ANN. lo adunque coßalla ¿fuggitadico, cheртаpochial mon
“a ““‘hi' do , che non Лето infermi d`alcuna di quelle infermità ‚ chegia
2353359 habbiamo raccontate . Ma фирн? infermi di tutti jono gio
uani ‚ alla cui ‚Иже appartiene il [гит]? dal uolto la barbapo
fìiccia , uoglio dire, lafalßi apparen ga, (уч uana perßia/ione;
(9* ricordarji‚ che come hanno il uoltopolito ‚ coß/ono nudi difa
pere: perche figli .e` il uero ‚ che la lunghegea del tempofaccia la
Липси¿a ­, fe v¿il uero , che dallaЛития пара lapruden(a,
egli e­ uerißimo , .che igiouaniper difetto d'età , (уч per Пне/[Зе
rien (a loro non ponno ejer prudenti куч!) qui nacque il uolga
rßimo detto,chefl Diauolo sa,perchee'.uecchio. Еt percio deo
no contentarfi di 'porre un freno alla loro precipitoß lingua , W
при principalmente ilßleniiopermedicin'a, lafciädoßentrarper
.l'orecchiefyl di/cendere inßno >al.cuore quellaß'ntenga , la qual
dicefParla ogiouine appena nella tua caußi,quandojarai aßret
mi?. „о to dalla neceßità . l CAV. i/uol dire , che merita gran biaß
mo quelgiouane , che uuolparlare come uecchio ‚ W quella don
na, che uuolparlarecomehuomo .~ ANN. .Quy'loßlentio deo
no maggiormente/erba” igiouani quandojitrouanofra uecchi,
: E С 0 N D 0. 80
la cui сопим/41104: :` 1010 oltre modo utile. CJV. Ella e' tan
to utile agiouani,quanto e` communementefuggita da'giouani,
i qualiper la diner/ita delle compltßioni ‚ de' penßeri, (9i de' co
ßumi non fino mai ßmj“ dißarß lontani da loro , (7/1 ritirano
uolentieri uerß 11010 eguali. ‚дым. Tanto migliorgiudicio leCnme lil uti
la conuer
fideefare di queigiouanitche uolentierit'accoßano 4 uecchi-,per fatione
иксы.
do'

ciò che mo/lrano quaßdi preucnir feta con la uirtu` , Cty' comin
ciando per tempo ad eßtrßtui] ‚ßmantengonopiu` lungamente
ßuq' ­, onde auiene ‚ che ageuolmente , fijqua/i innan ¿i al tem
po con la huonafama ‚ @y con le mature opere conjeguifcono di
gnitcì , (27 1204011 . Et percio a me pare . 0 e igiouani nelfuggir
i uecchi nafcondano le lorpiaglie,(’t7`le rendano ulcero/e', per lo
contrario pratti'cando con ф le/coprano ‚ @rißnino . 0.44.
Egli e` molto megliofcoprirle ingiouentii ‚ che in uecchie(<_a,@
ßcome 410: 11poeta,
Íngiouenil falir e` men uergogna.
JNN. lNon ui 194 alcun duhhio, che da i uecchiper 144101114,
0per loßper loro imparano igiouani a temperargli ardenti de
Л4014‚СЫa riconofcere lafciocca inßahilita,a correggeregli al
tri lor naturali di etti: Et ß come hauendo noi a traferirci in
parti lontane , C27 4 noi incognite, ricorriamo ad alcuno prattico
del uiaggio,per informarci delle migliori flrade , che hahhiamo a
tenere ; co/inoi nel pellegrinaggio , che hahhiamo afare per que
/la incerta,(9~fallace uita , non pißiarno ufar coßi a noi piugio
ueuole , 01701farci raccontare ‚ @deferiuere il uiaggio da quei,
chefelicementeДжоgiunti prißo alЛиг, perИдет quali paßt hah
hiamo a fchfare, (Ы14 qualißntieri haliliiamo a dirigearci', er
giungercjïcuramente alfine del noßro соф ‚ 11 quale e` tanto pe (Ligero cofc
du biofe I
ricoloßi a giouani, quanto accenno il Sauio ‚ che allincerto cami incene
I. I в 1g o
no 441444114 per 14114 ‚ della пане per lo mare ‚ (у. delferpen-î
te орт ilßßo, aggmnfe per incertißima 14 1414 del рвите nella
fua nouella età . Hanno adunque 1<giouani 4feguitar la[10114
de’ ueccbifzy aßicurarfi, che 1111 tiene 14 compagnia de'fauij , 41
теле/4410304 imitar 14giouentu 41 Koma , 14 quale 1101101444,
riueriuaj?fattamente 14 иесс171е{<4 ‚ che ciafcuno ad un fuo
maggior 4`е14 ,fe era Ьиото ‚ faceua honore , соте 4 padre ‚ (т
[е donna , come 4 madre ф come 411`1пеоп110 е14/11т414 его/4
стр14 ‚ C7 degna 41 ca/ìigo s'ungiouine non rendeua honore 44
un ueccbio, (ij unfanciullo 44 un Ь41‘Ь1110. Е1 nel uero e`сорgiu
[14 ‚ с10е cia/cunoßimi , (7 114111 con rifletto quei , с10е [111011111
411стр411 ‚ 1411411 а'ееgiudicare per feta` , @Per l'ifperien (a Piu.
intent/len ti 41 411е1‚с11`ед11Л4; о111е che riuolgeucloß molietro , Ы
ueggendo 111401 inferiori feta, с11е1о riguardanoff/honorano ca
те maggiore,in dee con que/Yo egempio cre/cerranimo 41far il
medeßmo honore a piu maturi di lui­ . Ada dopògli41111 те41
EET“ "' camenti conueneuoli 4114 41и1е delgioume , nonßtrala/ci il 411
. finalmente, cheficome 114 44„2031141 14 ртфтйопс, coßba nel
conuerßr con qualß uoglia perßrm 4 tener cominouamente 1114
Lito 41 quella uerecundia , laqualefaßrgere alcuna uolta su Per
leХимии un uirtuojo colore , che accrefce‘314114, 61) rende chia
1a te/ìimonian¿a 41 1140114 natura ‚ (т e` certißimo турами
том“ 41felice ria/cita . ему. 10 поп preß шт 611011 сопсепо d'un
»umm gioume ffacciato;perche о111е ‚ cheßrenole tanto piu ото/6,444):
10<gli manca quel , clxe pillin conuiene ', pare anco, с/ое partorißa
mdc de fragli huomini un augurio 41 41141111ер1'о malfne. JNM, 10
vecchi. non so bora uedere ‚ che altro ci reßi a direper conto degiouanr,
onde fm 41 parere , che leuandoci dalla ui/ìa 4е11’о11еп1е ‚ ci ri
uolgiamo 411’осс14е111е conßderando quel ‚ cbejiconuenga a uec-A
1111,
'e в e o ц n о; si'
ch ime i qualifi fiuoprono anco infermità nä meno d'animo, che
' . CAV. Io non so come poireteßnare queße piaghe uee
chie tanto атмa curarf. ¿TQQ Le piaghe uecchie [ono per
certo атм; ma ne iuecchi nonfono empre uecchie tutte lePia
ghe . [o intendo uecchie (‚мнет hanno lunghe radieuftytrag
¿tono origine infilo dalla`giouentii-,ma nonfon ogià uecchie quel
lacheporta communemente ß'co la „афиш ‚ соте Гетг fà meegew
mum alla
,uero,diffcile,auaro,<9« querela/¿welle quali infermità /ono atti “chiavi
alcuni uecchi a rißmarßcey dar luogo alla троими [Ас/{пи
сям/жрала am a rißnaißa meFareahefia quafiimpietà il uo
lerli correggereat штате: non copiacer loro, come agl'infermi ‚
che to/lo hanno a morire ‚ di tutto quel,che dimandano ‚ eUendo
cöm'un dettoahe nonß uuoleaggiungere afflittione alfafflitto.
JN. lueri uecchi,cioe` prude'ti ‚ quanto pnl/ono uicini alla mor
caranto piů/iдатам di Драг, (уч degìrperfetti. Torniui a
mente la fentê'ea di colui, che fegli шифра un piede nellafof
ß, ancora uorrehhe apprender qualche сора, percioche conofceua, Овен: щ
che üppigF
ehe quelle cofe, che noifappiamoßno una minima parte di quel :1° mm
le,che non fafpiamo; an Qipoßiamo dire,che nonfi comincia mai ГЁЁЬ‘ЁЪШ
a Моет/е non quando per uecchieeza Достиг al[по della ui- [www °
ta',
го]?didoleua
che nedella
fece natura,la
fegnounПор/0, il alecon
quale e/’Íílzdo uocepienadipian
ßataliherale ägff'gßdm
di lun- Lîlßïd 333

ghi/finta uita a molti animali irragioneuoli; [ifa dimojlrata h um’


сф auara all`huomo, ilquale allhora reßa priuo di uita, quan
do comincia a uiuere,cioe` ad intendere, @quando fidourehhe
рог/ст, @con/¿lare de'fi'utti delle fuefatiche. 10 con Vtutto
ciò, non uoglia di correre di quello,che ßconuenga a uecchi per
ß/ienerfrancamente il уф della ипотека ‚ (драг giungere
felicemente a quel
L
E, _L t в 1L o
rPorto de le. тфтьсд fin del pianto,
che [Щ]? il uo/lro rPoeta, perche farebbe un darmi con uergogna>
a credere,che Catone non ne hauege con la lingua di М. Tullio
pienamente ragionato.A {Ил dirò bene, che molti uecchiß dol­
gono a gran tortofche la uecchieçga lorofa poco riff-fettarm@
riuerita, (9 ß danno ad intendere, che per hauer la barba bian .
ed@ per ejjir calui , [тюфякамимшсшиьттат,
„ (9 infermißconuenga loro ogniforte d’honore ‚ C9* non s'aueg
gono molti di loro, che [тоgiouani difenno,di ualorefiy di con'
33:55:33: ßglio . Etpero dourebbono conßderareahe la uecchieçea non e`
ea honore y
g“ „mw riguardeuole, ne` uenerabile per la ßla moltitudine degli anni“r
mmm' maprincipalmente per lo merito delle uirtii,(9 de’ co/ìumi; on
de fidice, che “Лёг canutoe` argomento di tempo , ma non di
fapere. Et/e mi e` lecito il dirlo poco,öniuno honore merita un
uecchio1 ignorante, @j)lenga ualore',percio che dà indicio dinon
hauere eßercitata la giouentii ßia in alcuna cofalodeuole,ilcbe'
g'c'ffafâfff uien confermato da quel detto , che tre forti di perßne fono
‘Ы" odioß’ al mondo , il pouero jitperbo, il ricco bugiardo, e`l ucc
chioßolto . 0r quanto alla conuerßitione ha da conjigliar
il uecchio, che fia ßudioß di ragionar con grauità , (i7 con
fentimento, (fjper lo piu di quelle сор’. che jeruono ad ejjempio,
(Ы in/ìruttione della uita . шт. ‘Ter certoßjiiole attribui
re molto alla uecchie(¿a,(9haurannoßempre maggior {fica
, giouani E cia le parole de’ uecchi , che quelle de' giouani. JNM
ëlßînâiîc di i, che fi come i giouani ricercati dell'età loro, ji anno iu
-§97
1:2515’ Pm giouani di quel, che fiano , per con/iriiarßV lornamento della
giouentii; co i'i uecchi dicono [empre di pui, per accrefcer l`au
torita loro . ¿Ma per dar ßnea que/la parte, ricordoaiuec
chi, che jopra tutto s'hanno a guardare ( nelchepeccano mol
te a e o N n' о. в:
et' di loro) di fpreeeari giouani , див e` loro ufficio di tenerne
feonto, (9- di procederecon rifpetto ucr/o di loro [топ per al
tro , perche fiano maggiormenteinuitatia riuerirli, (pr/[acen-v
do altrimente chafoettino d`e/]er uilipefi ,dar/cherniti . ‘ÍNÄ
о
Adebbono mancare reli j¿erbar[таре fra igiouani un certo con
tegno, со]? nelle parole ,come neige/li, ricordandoß,chel`intem
peranga de’` uecchi rende i giouanipiii licentioß , (гашиша
Mapaßi'amo al ragionamento de’ nobili, (y degl'igiiobili, tra i ffggßgyi:
qualiper la отит (а ~et dißiarita loro, s`hanno ad 0]]eruare di~ {je} “Ш“
uerß modinelconuerßzre . CAV. loßimofaticafouerchia, W
qua/i indegna diuoi il uoler inßruer anco grignobili , iquali
Ießendo naturalmente incolti, roçi., inetti ,duri , inhumain',
.ei/pri, feri,feluaggi, W quaji barbari, (щупа dintendimen
xo, 4perdere/le fecondo lil uolgar Trouerbio , l`acqua ‚51124110- pentium.
ne. ANN. 'Se uoi chiamate ignobili folamentei ¿appatoruW
.contadini, ßirannopercerto inutili, gettateal uento le no
ßre parole. Ma je conßderate l'inßnito numerov di per/one,
v'le quali ß'ben non giungono al grado de’ nobili, ne ßno pero
poco lontane , uoi non negherete,.che W per [Швеца dell'in..
igegno ‚(уч per la qualita della uita loro meritano qualche luo
go nelle conuer/ationi , yCf/ che ji dee loro in/egnar quel mega,
che/i truouafra i nobili , (griplebei. Etper-certo io-conofco mol
_ ti huomini di -baßafortuna, i quali con la gentilqua фифе:
‚гати la foauitiì della manga@ con la polite-«a de’ ra viona.
menti,W de’ co/iumi, uinconomolti nobili . Et per l'oppoíîto so,
­.che cono/cetemolti nobilipiu inciuili, che i ru/iici. отделят
тащи, соте ono nobili.2 W fe nobili, come inciuili? rDigratia
foioglietemi a un tratto il nodo di ueßanobilta,ilqual ueggo
\ .molto intricate perla diuerfitaxdeïle opinioni, onde uerrete in
L 2
L r а к o
confëguença «dar maggior luce а que/la гешефт”: de'no~
Ы“, (grignoßxli. ANN. Douendo noi Доту: molte co/èin
que/la <giornata, Czye/ßndo „ют tarda ‚ io non Faß?) compiuta
mente fodísfarea queßa richie/fa ,farbe ßr/ognereßóefermaffì
' quìgmnpeçgoper difforrere tutto mic/oe ne hanno dßußzmen
“пятно te[шт in)ín/zi autorimapiù copio/àme'te di tutti :lgmn Tira
negmonfi . . . . . .
ища ш quello Regla Conßglrero nelparlamento d: “Рагу. Tutmum per
согава.’ поп тати dubbidirui, almeno in “кастрат, Фри non ri
tardßr molto il noßro соф ‚ ю :ofi alla sfuggita ui dico , che al
cuni uenendo n афиш la “МОИМ/шипа detto,cl1’ella e` digni
tà de’padriflypredecdßri3altri,ch`ella Эта/мкл antica', al
tri,cb’ellae` п'сс/эека congiunta con uirtzìmltri che e` ola „та.
man“ Oltrm cio диадема l'altro <giorno in un Дев difcorfo l[honoram
“На". S.Giorgio Corretto Meademico l'autoritoìfe Ьт mi толщей
34h10, il qual uuole, clae`l пошедшая in tremodi ; Ilprimo per'
[минометный il uolgo, [l/écondo per uirtxìßomeintende
{тир/5), Л ter@ per fund@Per Гайка,“ que/lo chiama perfor
nqom ‚и tamente noůile.C„/fl/.Vìjîpotreßße aggiägere quell'alzraßrtc di
”шт“ ' noblltàmlre ­(acqmßaperpriuilegio de’ Tricipz'.JN.„%e/ìa per
ацетат ф Гтсотротиа con la под/М de’ flo/¿ß , percioche
può dire, cbe’lTrenciPe con quel priuilegio жида ad approuarr
ch dTla Инд, (уймет! Шедший}!!! ingentilz'fçe, (gr noëilmz .
äëiääïïî [Ил feccellença della nolnltàfzì molto più rxßretta da Dio
за. gene ‚ ilquale dimandato qualífrà tutti gli huomim [идё
ro nolulißimi , riffwfe gli „темой delle rico/uq; ‚ dellß
gloria, de’ piaceri, (т della nim, (7 i щитом de’ contra -
гущи della pouemì , dellrgnominia , dellofazim ‚(Ы dello
morte. CJP'. [o :Mdm-che dínoßílfßimi di que/174Лает, C9*
di que/ía nobiltà Подвиги, ßa шиш? [реши la таща .
` .„ ‚4 N.
s в c o к в о. s;
JMU@ Or, percheßtrouano /critte molte di/iintioni della no
hilta,fecondo la diner/ita delle opinioni, io non oßante,che qual
.cheßloßifo дурят quattrofortidi nohiltafzy che qualche 41110 ui
Aaggiunga la quinta, piglierò ardire, ragionando co/i famigliar- '
тете con uoi, difarneio ancora un'altra 4 тю modo,fe lien mi
,difco/iaßi qualche poco dalle opinioni loro. [o adunque pongo tre jm gradi
radidinohilià, daiquali deduco treforti de' 1101111, cioe` nohi- dl mlm'
li del primo gradomohili del fecondo, ('9' nohili del terço. c/Í Земном
quelli del piimogrado, non hauendo per hora altro termine piu шт:
proprio,daro nome 41fèminohili . AQielli del /Ècondo chiamerò
‚1106111. Quelli del ter@ nohili/Íimi. Hora de’ /eminohili pon
go 11еЛ7011е, (Ы primieramente intendo/eminohiliqueu che non e"
fon nobili/e non perßnguearahendo origine da yantica noêiltiì»
fen ¿a hauer alcuna uirtu, ne` cci/lumi , пе` аурагепи 41 поЫе .
(КАРП Que/liper 11110 auifo, polfono dirpiii .to/lo deßer -u/citi 222mg:
de’ nohili, che 4`е]]2111е14те111е11011111, (ЭЙ/то quelli ,che s'af- Е‘ЪЁЗ jj:
faticano, (y faßrettano 41¢giurare ad ogni _propoßto 4 digen ЁЁЁЩ'Ш'
til'huomoJenza chefiano a/iretti da alcuna пне/3114, (уч ßnQa
cheßa loro ricercata queßafede', onde[irendono ß/pettimome i
teßimom , che jiprejcntano fin@ сжёг dimandati,(’9parquafi
che temano di non cfßr сморит per nohilimomequei, che ß co
nofcono ßcondo il detto, di 111/14,41parole, (9 d’opere contadini;
(d con iutto, che {attrihuifcono il titolo delCaualiero , hanno
pero ccßo 41 cauallaro. жми. rDiquefle dßimilitudininon дата:
hahhiamoa marauigliarci,perchefi come ne i campi, cofi nelle gigli?
famiglie na/conofertilmente i frutti, Cd per qualche fpatio di nml"
tempo ne forgono huomini eccellenti, (17 ualoro/i, (17 poißi'ne' ‘
uengono pian ­piano mancando , (17 fifanno ßailigatale, che
Ч
lacuteeça, (441141111 de gli'ngegm degenerando s'ingroßa,
3
.t . vi.- орда
в» ß сонату“ in ßioccheeqa , ff/ jî uede apertamente, che
{inuecchiano non che le famiglie, ma le Città, e’l mondoi e f
Л). Е: quante nohilifamigliefuronogià ,delle quali non uie`
looggidi pià alcuna memoria, o ßno ridotte a uilißimo /iatoâ
слой igen dice Dante, che
' Le fchiattefï disfanno, 629 le calate'.
:fìii'iâ'f „тюфтсщчд detto congran ragione,chefefiguarda alle priAY
Éîîìfmi me origini-,non ui ealcuno YQ?, ilquale non tragga origine da/ee
ui, ne alcunДаша, che non zienga da Et fe ui andate riuol
gendo perla memoriale cofe,che trouano рте de' [литий
[ёсодщ’учдг paragonare coi preßenti миф fe ponete mente alla
/ola riuoluti'one de` noßri tempi, uoi ricono cerete, che non meno
di tutte l`altre cofe , uannole famiglie a guifa di ruotagirando,<
(9 mofìrando i fegni,che dicono, iofalgo, io fino in cima,ioßen
do,iofono al дат); la onde/ipuo dire , che ui ela nohiltà, che co
, mincia ,quella che crefce ‚ quella che in colmo quella , cheßßre
ma, @l quella che` alfne. CAW, Si potrelihono anco para,
’ gonaregliauuenimenti della nohiltà a quelli della Luna.; ma
per qual cagione credete, che 1310 coiißnta all`inßahilità di que
Деfamiglie? ANN. For/e per non ci lafciar tefaurigare iii tei."
ra, (tjper leuarci alla contemplazione delle coßediuinemelle qua
li _/ole е` la fermeîqa . {Ил uijipotrelvhe aggiungere un’altra
cagioneaioe, che Iddio non uoglia laрт alcun'mnle impunito.;
¿jäghgfgi concioßa , ch'un degno autoreparlando della noliilta' del mondo,
‘1m’ afermamhïlla non e altro,che antica riccheçça ­,. ff/ foggiunge, _ __-_A"

ch`ogni ricco einiquo, o herode d`uno iniquo; onde conchiude,che


la nohiltà della famiglia uiene da iniquità ,pei'laqual ragione
non dolihiamo maraiiigliarciß: le coje malamente acqui/late
„_
_ ltacro'Nn о. j ' _ si
malamente fi ne uanno. /l/la ritornando al mio propo/irmque'
[И [ЭтйпоЫтЬе поп hauendo dalla natura alcun ualore,ne` uir
tu propria raccontano la grande-¿Qa de’ lor pajßti,fono degni
di ri/o', perche quanto piii dichiarano i meriti de’ [агитато—
ri, tanto piu fcuoprono i propri dfetti, лиф, c 9e niuna cof:
apre maggiormente le piaghe de' ptr/leri,che lo ßlendore, v(9
la gloria de’ predeceforifzjnon fi rauede un da poco , che quan
to piii ragiona della nobiltà de' Рт! maggiori , tanto piu jcu-o~
pre 4la uiltà ‚ФИ dapocaggine fria', (9 perciorißrß quellan
tico rProuerbio, che glirfelici fgliuoli lodano i padri loro. mme
Guardici adunque Iddio dello fiato di que/lißminobili,iqua
li non corrißondendo con'l’opere alla nobiltà della famiglia ,l
fono in poca i/limatione del mondo ,W lafcianofofpetto dinon
eüir nati legittimi ­, onde conchiuderemo , che la legge della .ue
rità ricerca le proprie lodi, (9 che perciòl Ё uana la lode,che/ipre
vdica de’ рт maggiori. и! quißa primafperie dífeminobili , 53111 ост
cioe nobili _per/Ítiigunfiegue la ßconda , che e` quella de’ nobili
per uirtii. CAV. .Quali di que/le due/limate piiieccellen-te no we, „om n
biltci? ANN; Quali cofe/limate uoipiii,quelle,che {acqui/lana “di же:
а del i'an
con fatica, (9 indu/iria , oquelle, che la natura , д lafortuna um, qta
ui porge? CAV.~Lepiime. ‘ ANN. Et quale /limate maggior «3- c ew'
eccellcnm, quella dell`animo,oquella del corpo? CAV. 'Del-I
Гетто. ANN. Or con/iderate, che la nobiltà delßingue non ui
co/la пинаю)? l`hauete per facce/Gone; ma quella , che traliete
dalla „то ‚ ue [hauete acqui/lata à buonaguerra, egcndo pri..
ma paßato per такой! molte angu/lie . Oltre a ciojiha a con i .
llideran, che la nobilta del ßngue , riguarda il corpo, @quella gigi?!
delle uirtii riguarda lanimo ',ilc'he diede occa/ione a Fallaridev Женаты
Tiranno dimandato quel, che /ëntiße della nobiltà, di dire, che ‘ I

_ L ¿t
L I В к, 0 '
cono/cena laШа nobiltà per uirtà , tutte l'altre cafeper ortuna;
perche un nato ba/jamentepuofarß nobiliß'imo/opra tutti i Re,
(уч all'incontro un ben nato può riu cir cattiuo, Cf/ pià uile di
tutti i urli', W che percio bifignaua gloriar/i della lode dell'ani
mo,non della nobiltà de’ maggiori,già eßinta nello/cura po
ßerità. CAV. Con tutto cio uoi.uedete , che comunementee ri
putata dal mondo la nobiltà del langue come legittima, (y quel
la della uirtu` come бег/{шёлку inferiore. Etß andate ricer
cando la uolontà de'gentilhuomini di quefi'a Città , ui dirannoy
quaßtutti, cheficontentano pià dìfjer nati nobili, (уч non bauer
altro di piu, che la fpada ,W la cappa, chedeßtr nati uili , (yr
trouarß Senatori,ò fPreßdente. ANN. Si racconta, cbe la
’suola
'volpe aggiro la coda intorno ad una pianta ca rica difrutti, con`
dißegno difcuoter la pianta, Wfar cadere a terra ifruttti, ma
non le eßendo riufcito il diffegnofe ne parti bia/imando qu eifrut
ti, W chiamandoli inßpidi, (9 indegni di llei. Coßfanno que
ßi , che uoi dite , i quali non potendo con la uirtàgiungerea que
ßigradi , dinereggiano i gradi, et quelle perfone, che con la uir
tà gli hanno acquißati . Ma auluertite, che quelli che llqanntr
12ueinafe
a ini{irroubite
ra о inione, ono ernobile
un Ca/ualibife a madgigangue
ior arte, ilquale
riui con
iuirla

„то o delle lettere, o dell'arme s'habbiaguadagnata que/ia fe


cqnda nobiltà, egli ßnga dubbioßimcrà pià la [ш propria uir
Maggior è tu, chiarezga, che quella delfue langue, che non mi mara- q
19:35:56 ’uigliopuntofe e/ßendo maggiore il numero de nobiliДика uirtu, _
вши“ che de' nobili uirtuoß,quefia commune opinione preuaglia. Tut
“i'mü' tauia uoi japeteahe hieri à detto, che la communeopinione non
confi/ie nel numero,ma nella- qualità delle perßnemnde non
t’haurà a chiamar commune l'opinione da uoi addetta. CAV. '
3 Е e o к D о. . s;
@día i uno degli abufi di moltiрифму. particolarmente del Opinione
de Franceli
la Francia,doueßino tanto рот/Итоге le lettere, eb’un(gentil`` intorno al.
lanobilrà.
huomo quantunque Poueromon degna appliearß allo/ludio delle
[взято della medicina. El con tutto tloe nonßPoßa qua/ipa
ragonare aleunagrandega digentillouomo a quella de' ‘Tre/i
denti, (9» сопрут! del Re , nondimeno uoi uedete, :be i nobili
dilangue glißimano ignobili. Ma di que/la loro corrotta opi
nione,5 o/linatione,cl1e uogliamo chiamarla , ne bo ueduti mol
ti pagar la pena,pei'cbe un rl’refidente,ô un Conßgliere Per con ­
Íeruatione della Дм отпор/ш battere piu d`una uolta la
porta da que/ii nobili, che liano bifogno di Ёж? poi tbe/ono in
trodotti nel primo ingre/jo,pa0eggiano tal/aora il campo per buo
no Лото di tempo nel cortile,ò nella ala auanti ‚ с/эе babbiano
штока, (Ы brfogna loro bene (Кора! elfegli in fretta [пой
montato Дот la mula per andara рамки eorrergli apprejj'o
SecretJríì
сотеflafßere,per informarlo delleЛи ragioni. /l/la non ui e eo poco Шта—
u ш Frisia.
a in quelle рант/10 m`liabbia fatto piu flomaco, cliël uedere,
м‘"wf-1"-

—^-—nmq-“v”
cloe doue nelle noßre partifono ißcretarij­ de’ ‘Trend/2i ingrande Secrem'i Ri
трапа ш На
ueneratione (ау meritamentepoi che ono partecipi de' loro mti lll
- mi рифт ‚ (27 соте depofitartj dell'bonore, @della riputatio
ne loro) quiuißno tanto uilipeß, che non[ё ne tiene pal conto,elie
delle/¿arge ueecbte, (fj/e ne danno uentiper doçinagla onde ogni
priuato il qual tenga un/eruitore , cbeßipfiaßilamente`eauar eo
pia di firitture , д tener memoria dell'em rata Ёрш un libro ,gli
da nome di fecretario. .A N N. r.Di cio ne loa tenuto ragiona Píaceuule
eûempio.
mento meeo piu duna uolta uo/iro fratello , il quale tra l`altre
fue Piaceuoleqqe racconta , cloe nel „хаджа ‚ elfegli fece ultima
mente per le [Jo/le in Francia,mandato dal Signor @uca izo/iro
patrone a quel Ràuolendo mutar caualli ad una certa terraaom

w’
’' ~ i. 1 в ­ к o
parue [НИМ/т della po/la, il quale con alta uocegridò due uol
te ßcretario uenitefuori, alla cui uoce'ßiltofuori della/lalla con
ui/o di can nza/lino un famiglia, che haueua il calamaio a cin..
tola conla pennaallorecchio, a cui comando, che appro/lage tre
caualli 5onde il ecretario dato dipiglio a <gli arneß, ne acconcio
uno, (учfecero il medeßmo altri duefaniiglimd uno de’ quali ›‚_____

acco/latoji uo/iroßatellogli dimando per qua-l cagione il patrol


ne a'ce econciar i cauallial fecretarioß cui уйму/Е, che`l patro
ne­ l’haueua tolto perfamiglia di Данилу per loro compagnoy
_nellattendere a {ai/‘lli ', ma perche fapeua fcriuere, (17 tener
,conto de i слили; chejimandauanofuori, ф del danaio , cheji
riceueua,glihaueua anco dato luf/icio delрастит/о. Coli/'.5
gli poteua hen dire, ch'era fecretario in utroque, cioé con la pen
na, (уч con la рига. жми. ‘Di piti egli dice, che quando il»
.Signor 'Duca di Neuer; lo mandaua allalloggiamento ol'un>
` ; “Ргепсфе, odel Gran Cancelliere,o d`altro perßnaggio, erafa
.cilmente introdotto12 diceua, chefuffe gentilhuomo del 'Du
ц. ca; mafoper ca/o diceua, clo`era il fecretario, lo faceuano piu
' ,a/pettare,(9* <gliportauano»rancori/petto. Or eguendotut»`
tauia que/lo capo,io r'eplico,che`lnohile per uirtu e` più eccel­­`
lente delnolrile per ßngue, an@l ui potrei dire, che da molti e`
/limatafcioccam'y nulla la nohiltcì deljangue, (9i chefragli al —. ‚—_,_ _._.‘_._-Y _— ь‚

мыла da tri, un ßuio di e, la nohilià dell`animoe il entimento <gene


Panirno.
N°l>ikàdel горда noh'iltcì del corpo e` l'animo genero/o, quaß non мысу?
coi-po. ц attrihuire ­allafamiêglia la nobiltà del corpo. идёте: anco

un`altto filoß o,che uano _e` il nome della nohiltiìJaquale ri e


rendo/i alla chiareeça del flingue , non e` no/lra, ma d`altri ; Y
onde non può lo plendore altrui rendermi chiaro,fr non e` in me
ilproprioßlendore. сит. In confermatione di _que/louiene quel


s e с o цв o. ser.'
laltra[степи di Dante,
Che fol chiaro e` coliii , che perß' fplende.
„ты. Viv fi puo anco aggiungere il detto del no/lro Galena, che
(Ller che
Ífl'e Gale
quegli, iquali ëfjendopriui delle proprie uirtci,ricorrono all’inß­­ Ёodella no
на.
gne (tjalfimagini de` lorpredecejftrimon ueggonomhe qucßa ua
nagloria e`/imile acerte forti di danari, iquali uagliono nelle
.Città, ф nei luoghi,doue [тоfiatiformati ‘, ma altroue non[i
ßendonofzyfono tenuti comefai/i. Ma non uoglio tralafciarein
modo alcuno quel, che altamente ne/criß'e in una/iia lettera il
Юисгепдо ./‘lflaeßro in Teologia, Frate Francefco Coconato no- Рте Рт—
cefco Coco
ßro academico, cioe` ~, che lnßgnafarß heße di дивить? „т ‚о паю.
preßimonodi loro /ießiuhe fanno diúferenti dagli altri,come
fe [атм ßatiformati da un’altro Fattore diuerß da Die;
« -Concio 1a co a che la carne non ci à di erenti neI iu chiari
f f› f Jf › i
l`uno dell`altro.Etß un'uaMoro e' piu pregiato d'uno di rarne,
perched di materia piiìpreiio/a, ау piupurgata , non fi puo dir
queßo di noi,che uegniamo tutti da una medefima тат: di car
ne. ‘ЁНе‘ anco l'anima cifà dißerenti l'uno dall’altro, perche tut
te uengono da un medeßmo rPadre, (7 Creatore . [Ил quello,
che ci rende differenti l'uno dizll.'altro , e la шт} dellanima , in
modo, che non per rifpetto della materia , ne` della cagione , ne`
dell’anima /emplicama per l'acquißata uirtiijiamo piuchiari
l’uno dell'altro. Di nui hora poßiamo rauederci , che quanto al
l’ origine Aßanio tutti una co/Ãz i/Zcßa; (iyji come di e uno , hah
hiaino iutii principio dalfango ­, (Ы соте ЬаЬЬ/ато un среде]?
то principio,hahhiamo anco un medeßmofine . Et per que/io
fi. ha a conchiudere, che la с’р/отека non {acqui/ia nafcendo,
\. ma uiuendo , (27 talhora morendo,conforme a quel detto‘.
Ch`un hel morir tutta la uita honora .
.`_‹`
L .r в к o
CAV. 5i ypotrebbe anco dire, cloe`l uero nobile non nafce come il
poetannafi à соте l'oratore. JNM. Si dice ancora ‚ cbe lafi
lofofa non raccolfe rPlatone nobile , ma lo fece . ежу. Con
tutto cio a me pare,cl2e Portiunagiufla conßlatione “Лёг ufcito
would de di buona , (уч bonoreuolefamiglia . ANN. [o ue lo canje/ß,
Шаг“: perche la nobilta delßngue preß'o agli altri buoni фот co/lrin»
’i- ge l'louomo a non degenerare dalla _uirtu ‚ ф dal ualore ole/uol'
anteccjfori . Et merita anco ale/fer bonorata outßa nobiltà per
que/lo гуртом/пе uerijîmilmente “шпор/121541090 nati oli buon
legnaggio ‚ tantofamo migliori ­, on ole Quinto MaßimoJcipio
пиф altri diceuano , cloe mirando le imagini ale` lor maggiorafi
ßntiuano grandemente accender lanimo alle „то ; al che ba
­ uenolo riguardo iрту ’Prend/1i, procurano di creare ufficiali no
bili . Et ueramente auiene di raolo , cloe faccia alcun male co
lut` , cbe uede effer[ro/lo in pericolo l`bonor definipagati, in 1eme
co`lproprio. CAW. Vi re/fa loora a ragionare della сажайте
мы" P" de’/eminobili . .JY-QN. rDi que/ìinon m'accadefarlungo ra
поташ - gionamento , ma diruißlo , cbcßi acqui/fano la nobiltà per con
. fuetudine, laqual nobiltà e`tanto debole, che nonfißen ole Ioer tut
to, ma loa luogo [штате in qualche parte . Etrome che un
priuatofolclato, _o mercatante, ouno , cloe uiua della/ua entrata,
nonДа per tuttoßimato nobile, (27 nondimeno fono alcune pro
i uincie ‚ @j Città ‚ doue perluß commune ‚ o per altro accidente
fino riputati nobili , (уч accettati /enga riguardo nelle compa
gnie »@conuerfationi de’ nobili , ondeper quella commune opi
nionefipotranno que/li cloiamarnobili , nella lor patria , nza non
¿ria altroue. CAV. [n [тот uoi uolete , cbe qu egli Italiani,
Jpagnuoli, Francefi,Lombara'i , дои/‚т nazione fiano nobili,
¿quali/ono co/icloiamati ‚ @rifiutati cla loing@ cke lbuomoßa
nobile
e it с о N n о. :7
nobile, Wignobile in un luogo per la con/iietudine di quelluego,
fuori del quale faràßimato altrimenti: per la conßietudine con
traria. ANN. Cofil'intendo . Etpoi che habbiamo detto quel, мы" w
che bri/la шутишь parliamo hora de' nobili, iquali сор chia 2F. “°’ *l
то quando hanno le dueprime nobiltà congiunte, cioe`quella del
ßnguemy quella delle uirtà. Onde iflofofifanno tanta [Яти
della nobiltà delßmgue, quanto ¿accom agnata dalle uirtà ,
linea le qualifipuo dire, che come corpo/tha anima, e` e/linta.
Et per tanto, e noi uogliamo aprir bengli occhi, troueremo,che 20:35:
di rado auiene, ch'unafamiglia[imantenga lungamente in no- ggf@ т—
me jenea uirtà,W pti/ja [enea quella acqui/tar dignità, bonori,
Wgrandezga 5 percheß’ uno ignobile dà principio alla nobiltà
con l'eccellenga di qualche uirtà , e ben ß'gno certift'imo, che la
uirtà e`ilfondamento della nobiltà , (9* che per conferuatione
della nobiltà e` nece/faria laconferuatione delfondamento .
CAV. In uero e` cofa oltre modo difdiceuole,Wßroportionata la
nobiltà fênça la uirtà, ne` mi pare[e non degno di biaßmo un'
huomo nato nobilefen@ ualore. ANN. ‘.’Noi adunque di~
fco/iandoci dalla falß opinione d'alcune prouincie, (y acco
/tandoci all`antica grandeeça de’ noßri Miriam', terremo per
fermo, che non meno s'accreßa la nobiltà con la uirtà delle
lettere , che con quella dell’arme;perciii che e` ueri mo detto , che _
lanobiltà e` figliuola della fcienQa, C9* la [сипи nobilita il al# НЕЁ}?
ßo po/jegore ', onde non ui oyendo meno la /ciença delle lette- ¿mfom
re, che quella dellarme ,ß uiene a prouare la nobiltà non me
no dell`una, che dell’altra. Contatto ciò non habbiamd'a con
tentarci della conofciuti meçanamente uirtuo/i, ma afar ope
ra per giungere al /egno de’ ‚т; “тиф ‚ perche doue farà
maggior uirtà ,fi dirà anco, che uifia maggior nobiltà. Lft
L 'Í В К, Q_
sdm“, non рот) tacere laß'ioceloeqa d'altunidi quei nobili dijef»
:mi Ё'ЁЁ! plice Едим i quali non bauendo altro diebe цитат/2, [топ la
ЁЁЁЁШЁЁ nobiltà del flingue ‚ nonß uergognano di dire,cbe [то tanto ne
nú' bili, quanto il Re', come a dire,cb’un nobile non pofßl сжёг piu no
bile, (y non ßnno ‚ 0100fivcome dellaltre dignita , Cty bonoriaoß
della nobiltà ui fono i <gradi inferiori, maggiori,(9«ßipremi;fty
`che tanto ¿più nobileper angue Puno dell`altro, quantopidan..
.tica , cbiara,C9‘ potente >e lafua nobiltà _; nefipuò folamente dir
que/lo per riff-:etto dell'origine , ma per rißoetto del ualore. Et
come di due cani ujeit-i dÍuna medeßma madre l'uno пере piu
„n ‚тещ generoß dell'altroicoji di duefratelli /ara tanto [Jiu nobile Гипс `4._ ,Lva_­ -­_ A­_`*v_,J_ß-._A4,Qñ

{113 531932 dell’altro,quanto [ara più dotto,piiì ualoroß) , ф 1tio/Zo in mag..


"'°‘ 'giorgrado . Et ben Ёрш , cbc/e non uifußero ому?! /limoli ‚
(уч que/le eccellenzela nobiltà dellefamiglie perderebbe to/lo
,laßtagrandqçœne uorrebbe-alcun nobile dtßtngue отшить
ma ten-endo le mania eintola ficontenterebbed'eífer della na
tura di quei pefei, obe non pejanomaipiu di tre onciegdoue b_i/Ö
Ignam/oe ciafcuno fi proponga la /entenga del ого/1003105 nomina
.to Galena, cioe, che ci dobbiamo tutti riuolgere afar сор, per
-le quali`,feДата nobili, non ci mii/iriamo indegni della no/lra
famiglia; fe ignobile', le diamoffilendore. _il/1a cloe parlato di G_'a
lena? Kiuolgiamocipure a quell'alti/Íimo detto,Днеfigliuoli di
c/íbraam ,fate l'opere dßbraam. vind al иего nobile non
baßa fecondo me, il /eguiril camino de`fuoi bonoratipredecef
рт ‚ magli conuieneProper/i la magnanima impreß di Carlo
:were ai @einto, cioe le colonne dÍHercole> da' difpoijinell'ammo di paf _
Carlo У. j _ . . . ­ \
far ‚т: oltre, (Ы di сопрут tn tanta eccellença la uirtu, cbe
meriti nome,` d'beroiea3perebe/e e` gran сап/014010010 di quellefa
miglie, onde di lunga mano ‚ (y del .eontinouo efcono come dal
s в с о к n a; s:
la ßudiodiTauia,di'Padaua, @di Войди Dottori difila-‘
fafa , di medicinafiy di leggi-,Cty come dal caualla di Troia Ca
pitani, Colonnelli, @Caualieri ,e malto niaggiargloriagyqfe
licita di calui,ilquale può dire ßcondo il "Prouerhio , d'hauer hmm»
l'alipiiì grandi del nido, ф d`hauer con leccellenea dellopere,
(уч con le шт; delle lettere, ò dellarme auaneata i meriti , le
dignità, Ú* i<gradi de' ßiaipredeceíßrifzìquaß d`hauer eglißla
riportata ilpregio, CHimitata c/Iugu/faalqual diceua. 10 ЬеЬЫ 2:52 И.
1hmm in mattoni, C17 la lafcioin marmi'. 0r, per ifpedirmi, ‘ ’
e/li nohili, di cui ragiona, panno dire, che hanno due аматёр
faprai nohili ßlamentiper ßngue. Il prima e`la uirttl; [l [ё
canda la(гетто/1:12, uero ornamento de’ nahili-,canciofia , chefê
condo il detta delflo/afa, nolileß chiama. cio , che nafce di lua
l na raga'kgeneraß
Cow. cia,cheji
Quando lhuama nontruaua
degenera
non dalla'natura difeЛет. мыши
menaper uirtuycheper
ßngue chiaro, io non so qual maggior nohiltcì egli paga acquißa n“
re, onde /llt con de/iderio afpettando d'intídere da uai una mag
giornohilta di que/la,po/cia che hauete [эрга que/li nobili pra
а]?! i nalilißimi, can quali titoli mifate ricordare dell'aequa à.: .
_; ga
di uita,o`d`altre,che [i di/lillana la prima,laßcondaftyla ter
(a uolta. amm. Si come nella terqa-di/ìillati'aneentra mag
giore/pefa, со]?пе i nohilißimi/iricercana maggiori faculta. Et
hrieuemente chiamo nohilißimi quei, che con la nobiltà delßm- 252521
gue, (27 can quella delle uirtil, hanno congiunte le riccheeçe , C17 131151“ т
lamagnificenea, lequaligiouana grandemente alla conßruatia
natißal ß/ìenimenia della nobiltà. caire. Hora m’loaue_te`
aperti gli occhi ‚ (ут’аие‘ддо, cliio non era ancora ben de/lo.
Et ueramente cono/coa molti certi/limi Леди! , che non uiё caß,
che rendapiu chiaro fplendareallanolriltcì, cheîl lu/lro dellîoro,
e' z I B K О
И dell'aigento, nelqualejipuô dire, che e' ripo/la un’altra Ли
tie di nohiltà. ищи. In confermatione di пол/ас dite, uo..
gliono alcunigrandi huomini,che le riccheççe apportino la nohil
seieficchß tà. Tuttauia non mipare,che dohhiamo concedere, ch'eße hah- `
u: ap ortya.
no no Ша. hiano tanta uirtii, perche ßrehhe un’auuilire la nohiltà.` Ma
diro hene, che fe le riccheqe non po/jono Yaggiungere alla no
liilta' grado alcuno,ßnopero me@ potentyiimo d’alcune „то.
@particolarmente della magnificenea, col chiaro lume della
' quale la nobiltà quaß comeßecchio percojjo da iraggi deló’ole,
piů „топей . Et pero que/ii,ch`io intendo nohilißimi,fanno ci
jplendere la lorograndeQQafopragli altri noliiligdi che[e ne ueg
gono particolari eßempi nelle Citta ‚ douefinogli ßudi,perche
quiui ßfiuopronofuori delgran numero de gli altri радушии
Nobilíßí. ni pochi chiamati Wohilißi, i quali ßlien nonfono perauentura
più nobili1per[подписиper uirtu` di quel, chefianogli altrifco
lari,fono pero riputati maggiori. Etficome unagemma legata
in oro con artificioß ornamento ci molto riguardeuole di quel
chefia una ßmplice , сор que/ii tNohili/li perche tengono сад
aperta, (Ыperche hannogran famiglia, C9* fanno fpefe caua
lierefche, (т fignorili , fono tenuti in maggior con/ideratione oli
quel,che fiano ipriuati fcolari, da i quali рта anco honorati, Cty
стащил. CJP'. [_n [ine hanno le псе/оса: unagran forza,
rheuma. @ßuede, che tutte le cofefecondo il ‘Prouerhio , uhidißono al
danaio. жид. .Que/io ci uiene gentilmentejignißcato da uno
Epigramma uolgare tolto dalgreco , che l'altro giornofil pre
feiîiiato in „жмется degno di memoria, (cie`queßo ,
I: Epicarmofra rDei riponer ßole

Terra, следил, Vento, Foco, ,fiel/e, фигой.


Io
t" “вводило. :9
lo chiamo utili' Dei loro ‚ fdlhrgento,
Clie rendon Phnom ,cl'ognidg/ir .contento .
@afin/e teco Áne'ltuo _albergoßannoß I' a
Уф ¿falto золотит!” tidanno» '
.E ferai , e amici; Cŕ/,fa donargia mai
‘Troni con ’laigaman фат ,baurai
Giudici, (90 tie/limoni tuo fauore ‚
‚Е i "Dei диоды») ,uerranno afarti ,bottom

«t1/IV. Si dice, cloe l’orofpm@ leparte ¿li diamante, cloe quais


.do l'oroparlaJa lingua non baßirgaa'lcuna. ‚ли. _Diremo adun
tc]iie,ß'r.‘öclo quelle opinioniahemaggioreßa la ,nobilta` _alouemag
giore e`lapoten¿aidalcloeperauenturaprefe “прошиб/трет „ „ее, с,“ ш
ltore a'i dire ‚ ad alcuni Trencipi,_cloefra loro contendeuano dino 2:22225;
fbilta. ‘Non lia da едете/ё поп unfil Trencipe, @jun/ol _Ke-,uo mum'
.lendo inferire,cloe la nobiltà erafolmflj profriatlellflniperatore.
_Ma lafcianoloda-parteque/ie opinioniaopreßippongo,vche le ric
`clveq<e congiunteîallo #london del fatigue, (идет uirtiì, non
facciano lilouomo,.nobili simmßparimenti' nonfonoaccompagna
`,te ¿la quella realраны/воgia bopropo/la,dico la торфом(а;
ßl nobile non ‘le @ende ,bonomtamente ‚ come conuiene alla
grandqua della Дм nobiltà. cuir. ,Setuoletœcbele ricche(
{с aiutino la nobilta,xbiß1gnerâ,ben ,aucoandar rißretto per
poterla ­lungamente,mantenere v„ Perche fecondo il detto d'un
Ч’оет, d
Ч‘Топ Ётдпокштшге
__Il conferuar, cbelfacquißar,riccl1e¿{e. . ‘y
mi .ricorda d'liauer udito raccontare, Vcloernmtzanalo il Keb? rma
со 'пп Маге
.diFrancia le flange delbellißimopalago däinfuo Mae/iro di of» .u ига, _
. М k A
' Т if " L i в iL no
cafa,Wdicendo, chela cocina gli pareua troppo /lretta rijpetto
alla grandeçqa del “Тамада ,il [Им/Вт di caßi gli rifpofe,
mm ne che la picciola cocina haueuafattagrande la cafa . ANN. lo
may“ non biafimo la con/ideratione , .W la con/eruatione delle fa
cultà; ma bia/imo l’auaritia nemica della nobiltà, ergno
ЁРЁЁЁЬЁД di uiltà . Et qui riuolgetetii per la mente alcuni nobili ric
” chi/iimi, iquali hauendo ,o per meglio dire, ‚го/роет molte
ricchegeemon laßiano ufcire fenon ilfumo di caßloro, (9*
come fefufjero a/lretti da neceßità ,fe ne uanno con la cappa
fen ¿a pelo , con la berrettafmaltata dißiccidume , con le calQe
bifunte,Wripe(¿ate, ne` uiРита dir altro in di ер della uergo
gna loro ,fe non che tutti fiamo conofciuti; W che hauendo ca
uallo in ßalla5ponno con honore andar a piedi . @gli nobili
cofia/ciutti, W mcfchini ,ß non uolete dire ‚ chefano uili, non
ßß'rirete almeno,cheji uantinod’e/]er nobili al pari di quel'
li, iquali con la fertile nobiltà loro tengono honorata ami
glia , W сор: aperta non meno afore/lien, cheaCittadini ,Cyr
principalmentea poueri, (уч uirtuofi,alchefare [то (hauendo
ilmodo)obligati per fofìentare la dignità , W la grandeeea
de` loropafßti , W per moßrarfi degni, Wlegittimi loro fuc
cißori . lnfomma le riccheçge bene[ре/ё,ßnolornamento del
корит p» la nobiltà. CA V. Tantopeggiore i la conditione de’ poueri gen
m" tilhuomini, iquali dalla nece/iità fino aßretti a uiuere come

n ¿L‘A nottole
датой, nelle tenebre.al nobile
che apporta ANN.la pouertà
тиф ,agli
ui e`altri incommodi,W
que/ìo,ch’egli e` tal
` ihora /ofpintoacongiungerß in matrimonio con donne tgnobili;
",onde s'auuilifce ilДоßengue,(’9« ne uengono fgliuolimenoge
мощам негой, 4iquali non ferbano poi la natura ne` del padre, ne` della
mïnuìl-Ce в
‚шва. madre. CAV. Соп tutto, che`lnoßro Èoccaccio dica,chepo­­d
s z e отца o. ‚о
uertà non togliegentileqa, nondimeno a mepare ,` cbe fe non la
toglie, almeno la fmembraJa [Этом 14 fitaligiadalafcia in
giubbone, @per fnirla ,fe non la toglie ,la fcioglie. лиц,
Di que/li poueri alcuni fono degni di compaßione. cioe` quelli,
0170рег qualcbie /ciagurob C9* ßnißro accidente , @y jen@ ui-\>
tio loro, fono uenuti in baffle fortuna . Ma `fono ben degnidi
biaßmo quei ,tbe conofcendoß poueri , non cercano mentrefono
gioudni , ocon le lettere,ò con la rme, 0 con la/ieruitu` de' ’Tren
tipi dißbermire contra la fouertà ,la quale 0 14 'grandine , @j
ruina della nobiltà. Ma uoi [apetewbe ßno molti,ai qua- El
li la nobiltà del ßengue reca lignobiltà, (90 14 64]]0<<4 del- джаз.
1`4п1то‚(9ч pare loro рег 0000 nati nobili, cbe non accada рго- 'à'
curar/i altro bonore , ne` altra grande(¿a ­, ondefe riguardate
intorno a que/ii colli, uoi uedrete, рока andar piu` lontano,
alcune Ca/lella tanto copiofe de’ gentilbuomini tutti conßrti
in quella Signoria ‚0100 non-ne tocca 4‚реп4 un merlo per cia
ßuno, @y sbuccanofuori рег diuer/e рот cofi a cbiera ‚ cbe
en*‘4
‘un paiono conigli, @batiendo fondata tutta la loro intentionefo
рт quel росо difumo ‚Ша/0140000 marcir nell`otio, ¿condur
re dalla nece/fica a far atti indegni ,(9 uergognofi. Еt non ъвгргоа‘а.
genzilhuo ­
fono molti (отпил/144 mio amico di Moncaluo mi raccon~ 123
Ка.
taua , cbe Ёрш quel mercato aide un meftbino , 0100104
uendo condotto un'a/inello carico di legna, 010рр0 l`bauer contra
flato un peçeocol comperatore,giurò fnalmente a di gen- “Ч
ч:
tilbuomo , 0100 ne baueua uenduta un’altra ßma 4 pià gran'v
ргецо; ma 0100ß contentaua di dargli que/la рег quello, cb'-'\
egli uoleua. 0.4 V. Era piu credibile, Cty’ mancoßffetto
il giuramento , fe lofaceua ßpra l'oreccloio delle/djino ­, ma
eglilierauentura ß daua 4 credere ‚10120’1 menar gli вид/7001 41 I
M 2
‹- L 'Í В R, О
mercato per fito feruigio , non pregiudica/fi punta alla »abil-i`
ta . мкм/пришей que/ii piu miferabili, che nobili fa-­
noalcuni ,i quali dicano , che'lfarßßmiliferuigi per­ bilagna'
di je /iißo , non deraghi alla nobiltà, mal fi bene il­ farli per'
mercede , (9@ perfiruigia altrui ,\ (уч uaglionofarfe delle/l1
fempiad'un' Hlojafa ,- il qualeV eß'enda шлага ‚ perche parta-._
ua: alcuni pefci atiolti­ nella cappa, ri/pafe, che li partaua per?.
помыв, fe-/ie/Iawalendainferirequel,c e ualgarment'eß dice, che ci
2323563?fai'
anca­i'fßttißwi non s'imbrattana le'mani". Caf lf.- "Parmi">
dhauer inteß ‚ che'l'r гоп/18110“ del Ki di francia' hab ­~
Жги: bia'giii determinata i che-calici f che dißia mano laaara le'
{Álng ““‘ propriey poffeßioni, afa altri effercituf ru/iici, non perda' la no'-`r
biltcì .- Ma' ‘per me dirofempre', da tal nobiltà liberami Si-f
gnare.. лиц, [n queßa ß ha, come già habbiama det-f
to , a­ riguardar il caßume delpac/e, alquale hauenda riguar-t
do lafcieremo di marauigliarci quando ci occorrerà aedere in'v
alche Сitteì alcuni gentilh'uoinini, contra' il commun ca/iu-r
me dell'altre C‚лампад; alla beccaria , @alla piaee'afzynanf
filamenti' comparar eßi il uiuere; ma portava caja inuolta ne.’
ifuegoletti 1’1111‘5114‘ше119411150` qualche pefcel minuto ‚ ital'
tra' caßiccia'.A 6.a Vf си! me“ non darebbe gia laßomaco di­
cofi fare', @y mi eleggerei piu taßo di mangiarilpane'afciutta.`
am. «A mancaranon piacemalta que/ia ca/iumemandimena
[i d'ee'concedere qualche сад 2; allapouerta , cheper auent'ura a
Leiofaregli aßringeßallußncbe hafatta ueccbie radici'. Et uemì
farfe il tempo', cheß tralafcierii .A Ma' tarniama'a direscbe mag
­'giornienteßolendela nobiltà dane' e` maggior'piiganea, (29che le'
‚шишfina quelle, che trattanoI luogadi-I gratia, ilche [гид-г
fea quel detto i Quando’ parlail ricco, tutti tacciono-,quanda‘
title
~ e i," с o п в о. 9:
parla il pouero,fidice chi e`co/iui? Et pero habbiamoa tenere
' per uerißima quella [витка d'H oratio
т ­~' г Il ­fangue, (9 la шт: non piu к’о/грека;
` îChelalga ,fe con lor none` сиська: . “'
:Et per /uggello del noßro dipoer diremo, che l'huomo e` pofìo
nel più alto , Cijpiàßcurogrado'della nobiltà, quando il/iio/can
no e/o/ìenuto da queßi tre fortißimi piedi, Sangue, Virtu , (уч
Kiccheqa. CJP’. [o re/iopienamente ßdi'ifatio di' que/Ia uo
ßra ingegno/a di/lintione degna ueramente di uoi. Ma perche i
pocofà diceße, che Fornamento del nobile e'lagenero/ità, mi uie
nehora .in'mente di dimandarui,fe l’huomo nato nobile degene Si», „Ош.
rando da /iioi maggiori,(9« .dalla natura di[eßejßf/j uiuendo ЁЁЁЪСЁЁЁ
uitio/amenie,puògiu/ìamente chiamarfinobile. лиц. Ми до l e'
.cora che generofità appartenga al nobile,nondimeno uoi uede
te, che que/ia manca nella maggiorparte di quei,che[то nobili
folamenteperlangue, ilche auieneper la ragione,chegià ho toc
cata. @tanto poi' a quella [orte dhuomininquali nonjolamen te
fino mancheuoli di que/io in/iinto generoßma uiuonofini/ìra
Imente,io non poffo dir alim/e non che “шато ben nam@ mal
uiuentee` сор mofìrofa,(’9« degna di uituperio; (уч ß fuol dire,
che tanto uale la nobiltà< al ‚шеф ‚ quanto lofpecchio al cieco .
Ma perfodiffar meglio al uo/iro que/ico, io conchiudero il mio
ragionamento con un’alira uolgar di iintione, econdo la quale[i
dice,che uifino i nobili de' nobili, inobili degl`ignobili , Cif! gli мы; de
ignobili de’ nobili. ‘Nobili de1 nobili s`intendono quei,che nati di d-i.
uirtuoji,(9«antichipredecerri, ßguono le ue/ligia, СЫ la uitbi ëañèifide'
loro. "Nobili clignobili quei,che nati di padri uilifi jono c'on la
шт: ingentiliti. Ígnobilide` nobili quei,che dcgenerando dalla `
:it
i
„то de' ßioimqgiorifmo diuenuti шпор. Ma legli 'ehormai

/
М e
е› д!» i в к о
tempo di pen/are al rimanente delle co/e,clie habbiamo boggi a
fcorrere, (27 di conßderare i modi, cbc hanno a tenere i nobili,CiZ
gl'ignobili conuerfandoin/ieme. only. монет/Но uiggo, uoi
uolete permettere la conuerfationefra loro, ma non mipar buo
na que/la mefcolan ¿afd uedetepure, clie communemente ilno
bileßritira ист/о i[но] egualiftyclie atticiîdofuori di qualcloe
nece/lita', con gnobilifiyinferioriJgiebbe ripreßi oli iiilta` ‚ (уч
1954212 tenuto in pocaßima dagli altri nobili. JNM. Sono molti no
шив-Ш biliaire male intendenti della nobiltà, imano,clie leffer igno~
bile ра cofa mala, (17 uergogno/a, omlelabborrifcono, @fug
gono in quel modo, cbeßfugge la pe/ie,Cŕ/non/irecano a manco
uergogna l'eßer ueduti in compagnia d'uno ignobile, clie feller
colti ne i luogbi delle donne publicbe,mo/t‘rando di non cono/cere,
cbe non ui ё altra dißeren <a,s`io non erro, tra’l nobile,(9« l'igna
bile, cloe tra due mattoni d'una medeßma terra , de’ quali uno e`
pri/io nelledifcio d'una forradl'altro el’un pogo . Jonopoi al
tri nobili cli migliore „кто, i quali tenendo per lo piii la conuer
fatione de' nobili ,non reßano talloora, (y nei tempi opportuni
I ты“ „6 д'яссепаг 14 compagnia degl'ignobili . Or in que/ie di eren@
3322? 1123; a me pare, clie i primi col tirar troppo l’arco lo rompano , (9 col
ЁЁЁЁЁЁЁЕ tener troppo „титр il teforo della nobiltà , diano ßgno ¿luna
‘zum inciuiltiì , o ru/iicbeçza odio/a non ßlo 41т0т10‚т4 a ’Dim po
fcia cbe non ¿legnano per compagni, (yr fratelli quei, cb`egli non
ßegna per figliuoli . Gli altri all’incontrofanno per- mio шт),
due atti di nobiltà, poi clie conuerßmdo con nobili non degene
rano dalla natura loro, (zj conuerßinalo con ignobilufcuoprono
33:33 quellagentileçîa, (y quella corte/ia, cbe e`propria, (уч peculiare
ЕЩЁ“ “° о1е11`1шотопобледрпйододбсьффуфлом/днищ, clie
quanto piu/iamo in alto grado, tantopiù ci babbiamo adbami..
3 l C 0 N D О. 92.
liare,ilchee` uno eßàltarfi maggiormëte. dggiungeteuipoiahel
nobile conuerfàndo con ignobili dà,Wriceueßngolarpiacerqper
ciochegl’ignobili figodono eßremamente ueggendo, che`l nobile,
non oßante la dißiguaglian ¿a loro,uenga con una certa habilita
tione a difpenßrliatfarli comeßioi eguali,dal che succedono ad
amarlo, Wafargli ogni honore,W/eruigio, Weffiper qudia uia
acqui/lana anco credito, W /onopià ßimati da i loro eguali.
Ma e` molto maggiore la conßlatione, che riceue il nobile , ilqua
le[icome conuer/ando con altri nobili eI coßretto a conformar/i
co i co/lumi , Wcon la uolontà loro,Wcono ce,che cia/cano tie
neil /uogrado , co i conuerßindo con igno ili, W inferiori, ri
mane con uantaggio , W con autorità Ёрш di loro , da i qua..
li' gli e` pre/ia ta una certa oßëruan (a non >coßfacileaŕ trouar/i
fragli eguali. CAV. Mppunto quando m’occorre ad ufcir di ca gimp, „mit
fà per diporto,
. io­ m уaccompagno piti
- uolentieri
. - con uno infe-
. ßndo wie;
en (Onu

feriori , cho
riore, che con uno eguale, perche con l'eguale mi bifigna per “п чип
сег1топ1а‚с’9‹ percreança negarla uolontà mia,<’9~moßrar
dhauer a caro quel, che non mi piace-,laliiandomi tirar con
le gambe doue non uado uolentieri col cuore; ma .fogli e' uno
inferiore, lo tiro doue uoglio, W lo faccio fare a mio modo,
onde io pruouo, chequella e` feruità,une/ia libertà . ANN.
Hauete ragione, W uedete bene , che ßà piu uolentieriun no
- bilea quella uilla,o ca/iello , che e` fottopoßo alla fica giuri
dittione, doue glipare (Те/10- Ke', poiche e` ubbidito, Wßcom
piace di tutto ciò, ch'egli uuole-,ilche non gli auiene alla Cit,
tà, doue non e' niente piti di quel, che [iano gli altri Cittadi
ni , We' aßai manco honorato. CAV. rPoi che non uolete,
che ji rifiuti,quando cheßada conuer/atione de gl`ignobili, . щи
. igno.
. . . . . Ь i is ,hanno
mi par qua/i nece/jana , che uoi facciate -il nome a quegli d ‘accetrar

4
L I В К. 0
„шт. ignobiliabe s`banno particolarmente ad accettare nella ciuil con
:mi d" uer/atione. лыж. `@tando la neceßità de' negotu lo porti, no»
fi difdice il conuerßtr con ogni ßrte di perßne quantunque ui
lyiime, ilcbe uolle accennar 'Diogenes ilquale dimandato percbe
anda/ji a bere alla tauerna , „Люди 0170ßfaceua 440120 0044400 в
nelle botteghe de' barbieri. Et pero noi ueggiamo, 0170 molti no
bili di que/la Città non fi recano 4 uergogna det/Ier ueduti in ”
piaga a dißorrere con diuerß manuali, W lauoratori , W altri 4-1

meccanici, de'quali 174440 bi/ogno per/oßeni'mento 40114 100 04—


ja Wfamiglia. Ma doue non cade que/ia neceßitàmonfi4401
dar adito nella noßra conuerfatione ß’ non 4 quelle perßme ‚ 10‹
014411[0 ben per lo na/Èimento, (90 per 14 prifeßione loro nonfono"
nobili,banno pero una ciuilità nei co/lumi, W una alteeça nel-_
mdc ¿e l'intelletto,cbe leßpara in tutto dalla uolgargente .» .Et per We
трешь dirmi bormai intorno allaf/icio de' nobili,dieo,cloe a loroconuie
nobili uerlo

ne ilricordarfiali'e/li ancorafonojottopoßi 44alcuneinfermitàf


tra le quali e`la ßeperbia molto commune' a i nobili della prima
­fpetie, 01003 0170 non 124440 41000 41 buono,cbe la nobiltà del ßen-f
gue 5 la onde abbaßando il 4440 orgoglio deono riguardargl'igno
bili con occbio meno altero,(’9­ ufar uer о 41 loro quella bumani
tà, cbe e'propria,ficomegià babbiamo detto,del nobile,col me@`
della quale uerranno ad acquißar la beniuolen{4 loro,alcrimen­
te s`ajpettino- d'irritarji tutta la plebe contra di loro, W 004]?—
40400т0400 41 004000 44114 4000401popolo una pefiimafama;
I oltre 0120 44110 /preqearglignobili ne rifiilta talliora danno, co
штамп-те 40 rifultit 44 un Cittadino Romano dellafamiglia,je non
3231113. ' m'inganno» degli Scipioni, ilquale mentreß doueuano creare
gli edilt, (90 cli'egliproeuraua deßir uno 41 quelli,gli uenne in- ’
contro uti/:uomo di 41114, alquale egli 0000014 »tanciai 174404

ì
e Vi: c a к л о. 93
dola fintita afpra, @callo/agli dim'ando in atto di b'urla degli
caminaua con le manila co'ipiedi ,', del qual motta eglipreß tan..
to родием agui]a difuocofrala'ßoppia, лиф tutta laple
be ad ira contra di lui, @glifece tanto contraßo, cheper difet
to di uati rimaß bianca@ efclußi da quella dgnitiìftycan uer
gagna s`accarje quanta dannoßi, @bia/imma! c'aßjia 10 ibef.
fare un’huoma ignobile . rEtpiu- que/la non fha adinfuperbire
il nobile d'origine contra gligno'bili, mafiůtoßogiìicordarßi fi
come gia 5’e` detto, che lafiia nobiltà heb e rincipio da una igna
bile, ilchefu parimenti: лифта da que “Роны/ос dißl',
' _ Il prima, chi chi filde' tuoimaggiori, .
‚‹ ­. ` О‘ fu paßore,»5.quelifhe dinnon uoglio. i
oltre a ciôgli fauuenga ‚ che feconda la fentenea dfun /ant'huo
mii-,Gia fono/lati auuertitii nobilida Chri/ioanan leuarßin
fuperbia, pai che/5i hanno a dire in compagnia deglignobilifîa
dre ого/110417111: cielo Й, ilche nan pafßno ne con pieta, ne can
ueritiì dire,ß’ non riconofcono dejfer lorofratelli; Et brieuemen дым „
te, habbiajia cuore quel detto, che non merita alcuno d'e er lo mei-ica 10de,
ne ignobil
4410178? ldnvbllfâmek alcuno ripre/a per lignobiltà de’ ßiai paf ‘à mm“
рт . Et fippia tuttauia, che chi отточить,афиш
i primi' ßioi maggiori ,Cry configuentemente dijpregia me
defimo . ‘Per le quali ragionilappartiene al nobile quanto
e' maggior digrada , tanto piu humanoigratiofa , (9i ciuile ma
/ilingua
f , (19 de’
rarinelle ue attioni',(17 ar ‚ sì,che uari deeli occhi,della
ßembianti ji fruopralanabiltà dell`anima ßio. ŕ

Et non uolendo орг que/limodnß contenti degerßilamen


te nobile preßii di fe medeßma , ma non [peri d'egerlo prega
a gli altri. Or non/iperßiadano can tutto cia glignabili dejjër vfñcìo а.
gPignnl'ü.
fen ¿a dfetto,perche molti di loro hanno una infermità piugra
1Q' _ t* .L .f1"3^.`.&0 i

bei@ piu' difficile, la 'qualegli rende odiofial m ondo, (94 e`, che
non ­uogliono conoß'ere, @d сои/офис ole/fer inferiori et per natu
ra, flyper шт} a i nobilifßnonßnnouhe fia lefette dignità ec
ragioni dfimperio ¿particolarm e'te deferitta quella de' nobili uer
ßglignobilijopra i quali ragioneuolmente hanno maggioraiiça
@c imperio.' óficome adunq', da qualche indiÍpojitione d'occhi, e
non @opportunamente curata,'neЛешие talhora una cecità, cofì
cla 'quesqa `infermità degrignobili ne rifirge in alcuni di loro unf
arroganeaßt un рака humore,col quale ardifcono difarfiquei,
che nonfina@ „тиф con leparole, et con gli habiti il titolo
zeggbiìä ­ della nobiltà. CJP". О che[датскойprifeß'ioneiquando fiuuol
ttl

Ёж‘дш fare,ßcödo il eletto del no/iroßoccaccio, delp'rune un melaràcio.


ЁЁЁДЁЁЮ ‘Et mipare,che coßoro c_ol aggrandirfiin parole,etinfra/carla lo
ro origina/i uituperinomaggiormente agui a di quelfachino in
tradotto nella comedia,che raccötaua come uo padre era orefice,
C# dimandato quai lauori eglifaeejfe appartenenti allorifce ,
'man'. i и ri'fpoßehe [тиса pie-tre in calcina, ouero ad imitatione del mulo,
‘_Jf. q. ' ,i Í il quale ricercato delfico na/cimento, (Ы uergognandoß di dire,
' I i I' l che[истßgliuolo dell’afmo,rißio/e ch’era nipote del cauallo. Ma
que/io uitio d`orpellare,(y« di ma/cherare il cognome , (уч la [ш
prifejñonemiparpiu commune alla noßra natione,chea tutte
Завет: l’altre. Et /e ben uedete , che gli Spagnuoli quando /ono nelle
""“hkm' no/ìre partimon o/iante, che due meßauantiporta ero le carpe
di cordafgrß chiamaíïero bifogno/ißdanno de’ Caualieri, @ji
honorario, (уч eßaltano l’un laltro, accio cheЛапа maggiormen
teßimati da noi', nondimeno io credo,che nella patria loro non
ardirebbono difar оно/14 profeßione, la quale ¿molto in ufofra
noi, pofcia che ueggiamo tale uantaißd'antica nobiltà , che e
ufcito dellafeccia contadine/ca, ouero hebbe padre, che non/pu
:soenna ,4
taua'mai in terra . (уч fecondo il Trouerbios’ajliugaua il nafo vanuit..
co’l braccio. Et uedete altrifigliuoli di ciabattiniàdi_ferra
ueccbi , cbe per bauer un poco 41 robba ,/ianno in .ful grande i
ф diuengono piu т/21с1‚@9т4псо trattabili. JNN. Non \

fapete laßnten{_a d`un rPoeta ‚


lNon гренка 4 14 fereqa eguale
‘D’un’bumile,(9~ uil`buom’ quand'alto fale?
CJ7.5 tperofu raro,an¿ißngulare l’e/?€pio del „тише, Elfempío no
nbih .
ilquale cjfendo nato dipadre pentolaiomolß: magiar continoua
mente nei naß di terra,accio cbe bauendo ogni giornoinnanQi a
gli occhi que/lo memoriale della uilta di uopadre, non baueffi
oltre modo ad inßperbirßdella. propria gxandega . Ma e` ben
tanto maggiore l'indißretegga d’alcuni ignobili riccbi, iquali
nonjiuergognano di ue/iirß nobilmente, Cty portar arme indo
rate a canto con quegli altri ornamenti ,cbc conuerrebbono a
[oli Caualieri,€9~ 41 uoler metter loro il pie` auantifiy ¿fcorßi bor
mai tanto oltre que/la licen¿a in molte parti cl`ltalia,cbe co
fi ne gli buomini,come nelle donne non fi conofce piů alcuna
dí/lintione de’gradi loro , (94 uedete , cbe i contadini preßimo
no difarconcorrenza nel ite/lire agli лифа, (уч gli arteßci
4 1тегс414т1‚с’9‹1 mercatanti 4 1 nobili inji atta таит-441):
hauendo un piqgicaruolo pigliato il [го/МЛ) 41 portar larme,
(Ыgli liabiti del nobile, uoi non conofcete,quel , cliegli Fa,
три cbe non lo uedete in una bottega a uendere la fua mercan ­
Pragmatic:
tia. ZI/Ia (‚ш/10 abn/o, (у que/la confußone uoi non uedete iii Francis
intorno а
gia` in Francia , doue per antica u/ança fino introdotti gli ba li habizi
e'nobili,¢
biti, (17gli ornamenti conueneuoli a ciafcunav/orte diperßmeje de
bilig l'i gпе—
condo leprofe/fiona@`gradi loro, onde all/:abitoßlo potete di
Í[Eernere fe la donna ё moglie ol'uno artefice , ii d'un mercatan
.т L t _. в ~ a о
te, Ь d'un nobile,(9\(quel,che e` dadi/lego habito uoi cono
fcerete qualche diferen@ fra nobili-,concioßa che alcunihabi«
gliamenti ­fono propri delle Dame, cioe` Signore de’ ca/iella , W
di quelle,che ßruono in Corte alle Keine , C9' anco delle mgli
de` rPriißdenti, Conßglieri , W minißri principali, i quali pero
non [iconcedono allepriu'ate damigelle. ANN, .Que/lo noßro
aba/o e ueramente infopportabile, W meriteuole,che iTrencipi
uipongano ordine, (99 dando sà le dita aglignobili,gli facciano
ritirare dalgrado de”nobili, W coßringerli a portar habiti di e
renti,fe non nellafpeß, almeno nellafoggia;perche dancing;
to ома/11 mafchereßponno commetterßaudiagli e` ancogiu/la
cofà,cheß come irPrencipiß ßimerebbono фр da ipriuati Ca
ualieri, @gentilhuomini , che prefumeßero difar loro concor..
` tenga, со]? non lajcinogenden la riputatione, e'lgrado delno.
bile dalla preßintione gl`ignobili. .Ma poßoahel'abußmon
truoui rimedio,non hauranno peròi ueri' nobilia di/perar/i , ma
Ранен . pià to/io afar/ine befe; perche allafue lafino ueßito dellapel-.
le del Leone penßtndo di faifi rifpettare dal rPatronefà cono
fciuto per cÄ/ino , (94 trattato da арт. Or perche in que/io/og
etto della ciuil conuerßitione noi non habbiamo pre/o a dißor
rere del modo del ueßireJa/cieremo que/ia digre/ïione , W uer~­
remo a conchiudere,che g ’ignobili debbono contentarß d'cjfer
quei,che/ono; W di mo/tr'arßcon una certa humiltà non meno
di coŕlumiahe diparole inferiori a i nobili,Wo/]eruatori della no
biltà; aßicurando/i, che[i come con artifcioßt altereqa s’acqui
flano la maliuolen(a, сорconfemplice humiltà :acqui/lana l'a
more , ('91 lagratia de’ nobili . .Ma io mi raueggo hora,che hab
biamo ßre/o tanto di tempo intorno al difcorfo de` nobili, che ci
bifignapaßàr piàfrettolofamente , Wcon breuità la conuerßi-l`
tione
I
„. v, . .'
s e c' о N n o: ‚у
0104040 rPrencipi 04000 . Ила. 140340005
. Ь
efarne unlungo nceа“¿23:1
. . \

difcorfo, pertbe fono moltigli errori' de’ 'Prencipi , (90 piugraut а ya,..
di quelli de`priuati,/e‘non mente queeroetay 0170 dice» ’
Tantopià manife/laß ilpeccato f
@tantopiu ilpeccator e in altofiato..
(y feguardate bene, non ßlamenteß laß'ia Al`iniquo ‘Trencipe
contaminare, ma contamina altrupercbe ifudditißprendono 41
10000 dißguitar i fuor' eoßumi, parendo loro non 0170 100104 , ma
giu/la coja il conßtmarjicol loro capo', onde uengonoI afar pià
danno con lVeßirnpio'alie coluitio.­ лиц. Ите piacerebbepiùl
годок/0041 ciò nonßtenejjë alcun ragionamentopercbe non 044
0440gli/crittori non meno anticbi,cbe modernitiquali 174440pre
ß l'ardire,Wla cura din/iituire i rPrencipi , (у 41 proporre con
lungbidißoijiquale babbia da eßëre la una@ la eonuerfatione’
loro. Oltre a que/ìo,noi babbiamoprincipalmentea conßderaref
tbe a noinon tocca ragionar de'fatri loro, iquali.[ono irrepren
jibili, unaßimperfcrutabili. Et (per ragionarui liberamente)
io 100fempre nel cuor mio bia/imatequelleper/one, 0120 hanno uo
luto dar leggi deluiuere' 4 г2’000000р0, iqualt [то Signori delle
leggi ‚ W 104444044 altri; onde/,fe mi uoletecredere', non cer
cberemo
/ne' dinnakarde'
dellagrandeQQa 14 40/104 bumilejïlo/ojia
‘Trencipu alla confideratio
рек/00 eüendoterreni ‚ e`l riepgpmr
44 0004000, 0120facciano ottimame'tetutto ciâ,cbefanno, et cbe'l "m u'
uolerdi/putare, C9* metterein dubbio le attioni loro', non Да al
tro“, cliun uoler; a guiß de’` Giganti aßalir uanamente il Cien
10. 0.400“. lo ueggotcbe jicondo il Trouerbio,uoleteßarlontanoi
Prouerbíœ
da Gioue', Cty dalfolgore', aßicurandoui di’ non efjer accußtto di
quel, cbt baurete tacciuto', mipareîcbe babbiate riguardo a
. :~ t t в к о
„_- quel , che dißë una , che`l biafimar i ATrencipi e’ pericolo, с?! la'-`
darli 2bugia . JNM. ‘ÈNon pure non uol/iaccennar “фа,
ma neanco ilpen/ai, perche tenendo effi della diuinita, non mi
pare, che poßana facilmente commettere errore ‚ ne' ar cofa
nimma biaßmeuole, (27 mi rido di certi curiofi,che di/correndo delle
`queiche fan
по рты; cafe del mondo, Cf/nonfapendogli occultifecreti dell`alte men..
.fîone d`mze
«im ifm. ti del ‘Tapa , dell]mperatore,de` , (уч del<@gran Turco, dan»
:i де‘ Prencl
{grgfujfïg no alle attioni loro millejini/ire , (Ы inique interpretatiani , (Ы
:ffm 1°' fono tanto lontani digiudicio, quantafano dipreßinça dai loro
penfieri5f17/i dan-noai'redere , che i Trencipi fianogafß, ft/
che uiuano a сил), ßnça сап/2150 ‚ ff/ che le сор раЛЁгеб.
bono piu felicemente,ßfufßzra efs'ii Trencipi, CJV. Sana
bene piugraui le punture , lche danno a i Trencipi quei, che man
i ianoil lar pana@1uiuano con effi in un mede/imo palaeeonhe
:ifm d," di quelli,che/lanno lontani . Et per que/la ußiua di dire un Ki
cliegli era ßmile a platani,ßittai_quali molti[iritirano perla
mal tempo, @dopo il /erena gli e/lirpano , (9i cofi egli factor..
reua molti miferi ,i quali dapoi lo malediceuano, мкм. Et
non credete uoi,chei­7’rencipi lo ßppiano .P CJV. Ила!
соте Dei non pure fanno quel , chefi dice , ma quel, cheßpen
fa. Etfarfë che alle loro tenere ‚ (уч dilicate orecchie mancano
le acute, (9i penetranti lingue . ямы. ‘ÍNOn deano mai co/lo
ro bauer letta quella fentenga

.\ Í'Non/ai, che lunghe hanno i Jignor le mani?

жижа ne` s'aueggona, che l’orecchie daß/ino attribuite a ¿Mida uo


“° дш‘шд liano inferire , ch'egli udiua leggiermente tutto cio , che/i dice
te a Mida,
{штат ua,(9«faceua. ‘Ne anca deano [греша/т rPrencipi рте—
S E С 0l N D О. ,í

“cipano della diuinapoßanàfapendo humiliar igrandi, (уч ag


grandireglihumili. Cdc if. ,YeirPrencipi li caßigaßermfb
rebbono aito di giu/litia5ma io ueggo , che in que/ia parte ß
contentano anco di conformatji alla 'Diuina bontà , poi che
ordinariamente non degnano far rifentimento contra di 10—
ro . ж NN. `@te/lo e' uero atto di ‘Trencipe , onde ben ß Proueibio,
dice,chel’¢Äquila non piglia le mofche. со! if. rDite pur
anco, che non ßlamente non pigliano uendetta Дот di lo
ro, ma molte uoltefanno piu bene a quei,che dicono piu ma..
le di loro . ANN. Confiderano for/e , chei buoni fi
contentano delle co/e meeàne , (y che con effi faranno em
pre d`accordo­, ma eÜendo itrißi infatiabili, ui uuol pià cibo a
chiudere loro la bocca. -Orperche nonjipoffono-leggiermen tefeo
prire igrandi ini/ieri]l deJ Trencipi, ci ba/lerà di /apere , che
hanno tutti , fecondo il rProuerbio , l`occhi`o nello /cettro , (t) che
non fanno co/à, che da alcun [Иото poßa giu/tamente effet'
loro ajcrittaa mancamento, (уч che non ricetta fempre lode
uole interpretatione. Mirate per e/fempio la graue,(’9~ue­ Miniere del
Кг di Spa.
nerabile Mae/là del Re' di .Spagna , con la quale empiendogli впа
animi di riuerenQa e` qua/ì come-[dolo adorato da ‘Pren
cipi , (уч Signori; Cty confie/fate , cliegli con ragione jifà co
no/cer Kelp' ­con/erna con dignità la lua Real grande(
{л . Kaßïgurate allincontro il benigno , (9» giouiale a
fpetto del Ke di Francia , (y la Да facilità incredibile, Maniere del
K_è di Рт“:
con la quale ,fi come intendo , (9* ß come douete aper cu.
uoi,genera amore, (уч и121011`еп<а ne i cuori de’ fuoi piu to
[lo famigliari, che eruitori , o fudditi 5@ direte , che con
que/la humiltà egli pià eßalta fe [legitsz la Рт Юката
rona. Tutte adunque le intentioni, Cd maniere de’ Tren--ŕ
L 1 в к о
eipi fono prudenti , Ш giudiciofe,(y« fono meglio fatte 44 ’lorie
tutte le coßali quei,cloeßippiamo diuißtr noi, de' qualiponno dire
mth dd quei,che dißeéeonida, a .cui eßindo detto, dal regno in.poi, tu nö
“è “юта" `uali nientep_iu 41 noie,g'l_i тлю/ё 10 nonfarei '&`,/e,nonßa
10: miglior di uoi. clay. ‘Nondoueuagiiì mancare a 4colui una
replica p_erribatteigli ilchiodo', ma _egliuol/e p_er_au_ëtura _cedergli
mm' eonla lingua, «nongia col cuore,imitandoilpauone ‚ il qual dice
ua, `clre lc/,lquila :era piiì bella di,lui_non gia` per le penne,maper
10 becco , (91per lungbie , le quali faceliano , lcloealcuno `uccello
gionardiua di lcontendere-.con lei. лыж. Íotorno adire, cloe le
:attioni de’ ‘_’Prencipifonoirreprenßbili , (17 lontane in tuttodal
giudicion-oßro, (91[ini/lramenteinterpretate da noi , con Icio/ia
.che quelli,c'be ci paiono_crudeli,ßnogiufii5queiclie noi /limiamo
­mancatori digiußitia,fino ~elementi, ç'gabenigni'a quei ‚11101111—
ponendonuouefü /lraordinarie grauege aßdditi , onogiudi
lcati auari, meritano piu toßo nome damoreuolifiyl aggipofcia
_cbe a co/lfare non ß muouono per auaritia la quale _non puo ca
dere nella grandegza deglianimiloro,ma per quiete, @confer
uatione de`‚дБ/141145194? popoli-,a 141411”1`1треф111опе4е`д1и
dic@ no/lri ci fa pigliare tutte leperfettioni loroa rouefcio._CJ1/_.
lo non_sii comeuogliateattribuire que/ie perfettioni aituttii гРгё'
cipi, po/cia clic/ono piene l'bi/lorie di .molti Imperatori, (17 Ki?
д _ fcelerati, Eddi peßima ‚11114. ‚лиц. ‘Nonne lo iiiego,(’9` non
.me ne marauiglimpercbe nonerano Trencipipernaturmma per
r.uiolen game"baueuano alcun lume difede, ‚(91 erano piu temuti,
.che amatiílf/eßi medejîniamenteerano_cqìretti 4 temere , (zy4
см „о, er ч ar 1.111 401111110110 riguardo; perclie fecondoil detto del Шор/о ‚
Ё‘ЁЗЁТЁЁЁЁ cbi uuole {уди-101111110 ‚ e`eoßreito a temer queglifi'dit', da i quali
mm' c`temuto3 @7in151111114 erano ingiußi,disleali,ingordf,laßiuipre
miatori
5 5.1¢ О N. D 0» 97
iniettori de‘trißi`,¢'yrperßcutori de’ buoni, W uoleuano „che per
regnarefalle lecito romper le leggi;W erano quelli,in difprigio de'H
quali ßraccontala fauola delLeone, ilqualefece patto con le Panels
-
в.“
Ы’
‘ё—Сд
pecore, Wcon altri animali, che s'haueflea partire da buoni com
pagni la caccia , che inßemefarebbono ',-ma ricercando poi tutti`
¿bauer la loro parte, egli 140110 10101 denti dicendoda prima par
`­`
акта
te e` mia, perche fon pià degno di uoi; la ficondaio la uoglio,per
che Рт più potente di uoi 314 terza mi uiene di ragione, perche
ho fatto'pi'àfatica uoi-,laquartafë non me la date,io mela tor
rà,<’y‘}ïmremo famioitm .i ‘Non ¿adunque da far/i mara..
:LT
mgliaßa quei tiranni рег14'и101епда loro ßpraueniua com~ ­
i“E.-f.
E
Т
munemente una morte uiolenta irdi {том} di ueleno. Val.
fincontro uoi /àpetenhei rPrencipi del noßro /ìcolo/imo le. `
gittimi , (9* Chri/Haube? pieni di dottrina, (y di` pruden-l
{4 ‚ mandati da Dio «mantenerla giu/litia in terra­ ,I (уч a
difenderci dalle „рифт, a cafligar gliu/olenti , a ribut «
tare i 614170111 W adulatori, a gratifcar i-uirtuoji,a premiar
largamente i buoni feruitori ,W afar/i conofcere- nelleparo'le,
@titell'opere loro/non meno ßldi , W immobili , chela pietra
angulare,e`lpolo nel Cielo. Welqual propo/ita _quantunque io
fappia ,che uoi сонар-пе meglio di me i r1’i’encipi de’ nii/ifi tem
7 pi, W le rare uirtà loro, nondimeno ßimerei di commettergra
ue errore trappajßmdo con ßlentio il glorio/o nome del Signor (С,

VESTcÄS [AWO GOÈNZCÄG'cÄ, ançi lo 1106 Verpal'nno


Gonzaga,
60 tacere ,poi che quì non ci e` lu@o, ne` tempo commodo per rac
contar le marauiglio/e imprefe da luifaite inferuigio del di
Spagna,W la ßngolar prudenîafdimo/irata nel gouerno del
А popoli ,W paeßff/linfnita confolati'cne, ch`egli conuerßndo
porge a gli ajcoltanti con la uirià della lßiadotta, eloquentç, (9'
T'. v .OLG y'. y ц} д

difcreta fauella. Et poi ch'io debbo tacer que/le co/i, non reße
rà almeno di dire,ch`egli con la pruoua dell'arme, et con lo/ludia
delle lettere hafatto sì-,che gli uic'dato dal modo il titolo non me
no di uero Caualiere,che diperfettoДойди ели/о :luche l'im .
mortalità[ил fondata principalmenteЙога due honori.~
Ma con tutto ciò io/limo,che la сбит—[топе de’ "Prenci'pi, quan.
tunque honorataahabbia afuggire ilpiuahejipuò;feguenclo le
"'“°"' limpio del uaß di terra, ilquale rifutö compagnia di quello dii
rame. Et деп/врат!” non e` lecito dir con eßi liberarn¿te ‚тю.
parere, nefar alcuno contra/lo ßaltrimenee> non farai amico de'
£212??? Орто. `¿N.La conuerfatione de' 'Trenc'ipinon fha per miogia
РЁЁЁЁЁО. dicio afuggire[e non in quanto ci toglie uella libertà,che tanto Ё
эдема“ grata nel conuerfare,et ci mette in unaДля“), la quale nö ci può
wp' lungamente dilettare ъ ma l'habbiamo perô a cercare in quanto
ci rende pià generofi, ф non la/cia materia dipenРт. che[ifug
ga per uiltà d'animo, oltre che ci arreca Лиф utile, @honorem
per lo meno la beniuolen@ dll t’Prencipe . Et poi cliein e` tanto
piu eccellente di noi di „та, W di ualore , quanto e` maggior di
grado,pcßiamo etiádio credere , che laДм conuer/atione uaglia
клада? grademëte alledißcatione no/lra. Ma benfapeteahe alcuni non
$2112?? altrimenteahe iuaßdi terra [i rompono conuer/ando co i "Pren
cipi,per non erbar quella maniera, che[i cöuiene, onde per falute
Wper Летки loro brieuemente ricordo,che imparino a non in
ßperbirßme agonЛат]?punto, ne` a pigliar niente piu dificurtà
per fauore ‚ o grata accoglienea, che riceuano , то quanto più
ß conofcono eßaltati, tanto pià adoprino l'humiltà , (уч la riue­-­
ren (a. CJP'. `@ee/lo mipiace,perche ho olleruato, che`l Du .4_

ca mio ha rißretta la mano de’fauori ad alcuni, i quali u/auano


male della benignitàßia ‚ onde eßi/ëntiuano tanto maggior per-aI

‚—
s 0 N_Dfon ,t

c'an nelcadere, quanto pià di cendeuano d'altoà Et nel шт.


io cono co perpruoua, che chi uuole mantener/i lungamente la i. .. . ­ .l
gratia del Trencipe, bi/ogna , che aguiß dell’0r/a, quando egli
e buon tempo s'attri/li nell`afpettar il cattiua , il ual dubbia lo
terrà /empre in quella continoua riuerenea, (yi umiltà , che e"
grata a ‘Prencipi . лиц. ‘Nonß puofare alcuno ecce/Io d'
humiltà uerß di loro; Сиje ben /i racconta, che non ellende
c/Irißippa eíßudito Vda Dionißo ,gli ß gettò a piedi , (9 impe
т) dicendo a colpa non e` mia , ma del , che ha l’orecchie
nei piedi, [i рати perauentura riypondere ad e/.fri/lippo, che
la colpa era [им poi chefenea пру la debita humiltà uole
ua far ilßatello co’l patrone. [Ил quel,che fidice del Tren q
cipe , ia intendo anco- de’ mini/lri di Giußitia , iquali bißgna “wir”
mirare come содрал, ф соте minißri di ‘Dia . Et quan
tunquefi'a loro ne[идёт degl’ingiu/li , crudeli, partiali, igno
ranti ,corrottibili , (19 accettatori diperfone , non ß uuale percio
re/lare d`hon0rarli, hauendo [empre riguardo , che /ono mem
bri del Trencipe. Ma di cio non accadefar piu` lungo di~­Í

[cor/a ,tij/on di parere , che paßiamo auanti alla canuer/a


tione de’ letterati, (27 de gl'idioti . CJ V. сА queßi io ßimo Egaña-‘n
eßer coja impoßibile , che uoi aüegniate alcuna maniera , che Twill;
habbia uirtà di render grata , Cf/ piaceuole la conuerßtione.
fa loro. лиц. ‘Douefondate ue/ia opinione? CJif. ‘Nel
l'eílempio dell'acqua,CU‘della cera,cbe non s’incorporan o infieme,
uiglio 'dire nella troppograI diuerßtà della „тильду de’ co/lumi
loro. Et uedete bene,che di rado, д поп mai gli huomini letterati
jilafciano cogliere nella cöpagnia degl`idioti, come quei , che ßen
no , che non fama, ne’ slapprezga quel, che поп]; cono ce; onde
a que/lo effetto fi racconta, che’lgallo troua unagemma,(’9« ß rml:- '
` EN 2
Vl

ц...
’ v l L I I U
nefece befk dieendiiiehe più caroglifarebbefiato un grano dor
Iègiîietie
annu di до. JNN. Sißtol dire,che l'ignoran(a e` Лит di ракам. Et
panix.
per tanto uorrei, che meco ueniße hora confiderando , che fono al
mondo dueforti d'idioti, cioeglißolti , @i [на] ­, chiamo/lolti
quegli idioti, i quali nonМатери: nfino то d'intellettofcypri
ui di lettere, ma hanno in odiogl'intendenti, (9* letterati,(9« co
me uerißoltilgiudicano/iolti befana tutti quei,chefanno ro
feßione di dottrina, (Ы ß chiamano eßifeliciper nonfaper nu la,
(ку/{липа cötinuamente in que/lo errore;onde hanno ragione gli
huominiletterati difuggir medeßmamente la conuerßitione lo
ro,fra i quali
’WWW l uerbio,le il ragionar
perlefra iporci. Etdipercio
letteredicendo
e' unofpagereJëcondo ilpro
uno di que/ii ciocchi,
chegli/lana pià uolentieritra le meretrici,che tra iplo/ofni/pofe
(Pitagora,che anсо iporci/lanno pià uolentieri nelfango,che nel
l'acqua chiara. Sono poi altri idioti di/ana mente , i quali дит—
ga,che non habbiano cognitione di lettere,nondimeno ricono/bono
l'ignoran (a lord@ dejideroßd'imparare, amano,ßimano , (до
/eguono uolentierii letterati , (27 ßno inimici degli altri idioti in
modo tale,che non o/ìante Щепотка loro,meritano piu toßo no
me di dotti, che d'idioti. CAV. Voifareße troppogran torto a
i dotti dando il loro titolo agl'ignoranti. JNN. lo ui potrei qui
ri/pondere con quella cömune regola, che tal fiamogiudicati,qua
li­fino quelli,con cui comier/iamo. Ma permeglio ßdisfaruidi
mgm: co, che tra la fcien (a, l'ignoranea ui e' un meen, ilqual con
riß'mfm ji/fe nella buona opinione, cioe nell'eßer artecipe del ист/Ел (в
alcuna certa ragione, il che non [i può chiamare fcien(a, perche
la[cien¿a e' con ragione', nifipuò anco chiamar ignorança, per
che l'eßer partecipe di uerità , non e` ignoran@ . Et per cio
tra i dotti, ('17 gl'idioti /ianno in tner quelli. , di cui' ragio
„0 о
S E С 0 к D О. „
no, iquali non [то ueramente dotti, in 'quanto non bannofòn
damento di dottrina, nêßino idioti in quanto cercano difuggir
l’ignoran{a,(y¢ di feguirla dottrina altrui. Ma percloe ui lio RT“ "
detto,cbe meritanopiii toßo nome di dotti, clie d'idioti. lo in con "°'
fermatione dique/lo ui dico,cloe la principalparte della uirtu e`
ilfuggire il „томна nonjiuuole cercar tanto d'acquì/iar il ua
lore, la prudenQaftyaglialtri beni , quanto daßenerß dal uitio;
@fecondo ciôfi cbiameranno uirtuoßnon jolamente iflo/¿ß,
che bannopiena cognitione, отпадет delle coß apparte
nenti allafelicità della uita , ma tutti' quelli, clie aßenendo/i da
i uit@ lianno intentione di uiuere, (уч d operar «firmo/amerite;
perche jißioldirealie non patifce dfetto di uirtu,fe non cbi uuo
le, conciofia clic ilprincipalfondamento della uirttì,êiluolere.
Et per ifpedirmi ,ßba a cloiamar ignoranza quella d’un`buo­ vinnie@
mo , i'l cuianimo repugna alla feienza , 'o all`opinione , it alla ra ЁЁШЁЁ;
gione, che communemente preuale, (уч per lo contrario fi lia a БТИ“
cbiamarprudenga quella dun`animo,il quale con/enta alle/Eien
. {в alle opinioni, C!) alle ragionigia` dette quantunque Ли priuo
di lettere, @di dottrina. CJ V. Voifareteinfuperbire con
que/le ragioni oltre modoglignoranti , трате cagione,clie uor
ranno cbiamarfibuomini dotti [та lettere. J NN. Toßo
proporremoirimedi] per reprimer loro que/iifumisì,cbe non
afcendario alcapo. Macon tutto cio non ‚фата negare,clie „om (‚ш
поп liano molti buomini al mondo, iquali ßn<a dottrina, Ф ЁЁ'ЁЕЁЁЁЁ
. . . de lmprcfe.
folamente col figuire come difcepoli la natura mae/ira, fono
peruenuti'a molti fêgni' lodeuoli, (27 bonoraii; (а per Гор/юрт
molti letterati dipocogiudicio fi[опаfatti conofcere per buomi
ni inetti, (гурта alcunfrutto. Weiß uuol anco tacere,cbepar
ticolarmente nelle conueißtionimolti letterati ß fcuopronoin
W3
(e: ."‘L 'I В‘К’О
in/ïpidi,fzjdipocogufìo,fty molt:l „Нон rie/Eono più „тыл/014
_ ‘ тете per una opiaceuolqîa, o рюмки d'ingegno, onde non
ggglfagi: luft-)gna ancoaloei dotti finßtperêxfcano della lor dottrina; rmt/z~
¿tätig " ricordinoahe'l'ofqmla con lafor@ , il rPauone con le piume ‚ il
Y»Kofctlgnuolocol can-to È[дремота che troppogran torto baurelw
_
l „gltäurânß Lefatto lanatura
aa' unfolo . C‘Nonà ноу/орет
gli altri, tutto
je [миф сопсеа’ше
ciò torre tutteil loro
a letterati le doti
de
e m . [nto
l leu: ‚ honore, an@. m1. paregmßaçofa, :l
­ смутам ‚ che le lettere

¿fono come il дарите? Гаррщю ad unanßtmo, (ус/1:1 di `


quante coßßpojjëdono al mondo, lajola vdottrina e perpetua,
“Ждёт @y immortale . Et pero bo. ¿Iran штифте ajtu'tti quelli ‚
д“ “m- .çloe рег loro fciagura ne [т Prim, A@ fl puo Ьеп dire con uen'
М ,Cloe non ¿coßgranoleF/oonore фарш ‚ che fannole [mane let
tem'come ¿grande il disloonore,@ la надаёт dt' l quei , chel non
_Je Рита. .Qgeßo úntgltanolwnomo Иероглиф ,que/le [т
l,
" " Ёь смирно nella alta, арфе lorendonograto, Ct/ впавшим:
ße ¿Itarrecano mar‘au¿glio/o_,»confot'to z'n tutte le иттрий,
(уч que/lejïnalmente leuandolo dal fango , (уч fuor: della „LA“

faccia del uolgo ,gli femono dífcala a <gli [запой ‚ alle digni
tàÍ,C9~lalla contemplatione delle coß,l ycelle/lí, (9 diuine. ...4L
„<-ы
—.А
(МА-ад“

CAV. Voi attrioutte tanto all'ltonor delle [Шагал/верите qua


fl „Cloe ui feordiate quello delfarme , ¿l quale uoi fapetepure,
cloe gl: fa contrapeß [opta la ôtlancta. ANN. lo so, che olt
mandato un grandnuomo qual шлет piè to/lo e/ßre o c/î
nirpon._ d» cln'lle ,o Homero. rDimmi {цифирь qualamere/li те
âëuiïnël'r lio d'efßzre o Tromêetta, o Capitano? Ma contutto , che
° .que/la „то/га ßa infauor dell`armetio dt'mando a „Маца!
т ßa il fine de <gli buomini @ggf , (уч nonoratí З Cof 1f. [o
„ :redonne Ли dilafciaf dopo loro quella, che trionfa della mor
s z с'чо Nn о. т
и? ШЁЁопдоП detto del Tocca,
Trahe lhuom del jepolcro, e`n`uita ilßrba. ­ '
лиц. Voi ditebene. Ma l`immortalità della fama onde
­dipende г CJ V. Dalle lettere, W dall'hißorie, per lequali Jli
con/ema eternamente. `aNN. Diquìadunque ui potetera- g'o l habbi
@al ning

no le Лапе
uedere del uantaggio , c'hanno le lettere fopra larme, pofcia,che re Гори и
le lettere per ß Дне acqui/lana l’immortalità,ma larme non arme.
родом acqui/farla [гида l’aiuto delle lettere, di cheß' n’accor­ Meißner I
ß’ il grande c/ílef/Ízndro,ilquale col chiamar fortunato еле/9:1 Magno.
le,perche
pre/e` , nonhautße
uoleua trouato'
accenlnarun'eccellente
altro ,/e nonScrittore delle /ue
ch'eglianchora im
difide
raua d`abbatterfi incalcuno', che raccogließe con над/асам in.`
un uolume le fatiche,i conque/li, (9 l'opere ре gloria/e , le-i
quali Дни Чифогладгйо ßpeua ,che to/lo ß-ßrebbono фт
te. cai-V. lo credo ueramente', che [inea lo ßimolo della
fama pochi uorrebbenofaticarfiintorno ad alcunalodeuole im
о :cuit: :inl
pre/a. .a N-N. «Tutti ele/idèriamo di-rtportar que/1a gloria [этот d‘un
come debito frutto, l(gilegittima mercede delle no/lrefatiche , certo (crit.
ne` ui ё alcuno,che non habbia 'a­ caro di la/iiar` perpetuo no СО ГС.

те frai pti/ieri ­, in confeimatione diabejï racconta , ch.’un


certo Scrittore diede in publico una [на operetta intitolata
Dello. Spre<<amento della gloria ,L nella quale con molte no —
tabili ragioni ß ¿forearm ldi prouare , ehem шт: indegnay
dell`huomo il mendicarla gloria dell'opereßie. Zl/la que/ia.
fcrittorefà poi accußto elhauer comme/fo quellen-.ore , ch'e-f
gli biaßmaua in altri, perche in fronte dell'opera era e/preßi
tl ßen nome , dal quale fi conofceua chiaramente, che ­(egli
forgé [lato ueramente-/preeeaior'eidi gloria,­ соте tfirig'egnaeL
' -ua' dixper/iiader a valtri , liaureblae.K дату—корп! libra
‘N 4 \
­i L I В к, О
fin ¿a il[ua nome, il quale со]? dipinta rendeua odore di mendi
:2mg: cata gloria . Or nel propo/ita dell'armeio replica, che l'opere de'
232:2.“ l' grandi Capitani, (zy Caualieri moiono con ijii, fe non hanno chi
le firiua, ofc con la „то? dell'arme non fi trouano congiunte le
lettere sì,chepoßano ad imitatione di (Ерш tenere con una та—
\ no la lancia su la cofeia, @jean l'altra la penna per ritrarrei pro
:cmg: E; prifatti, ilcheßrebbeprincipalmente necefj'ariain que/ii no/lri
‚мы „M_ tempi; nei quali/ono mancata@ uengono tuttauia mancando
mini иного
шьёт: ualoro/iC„дивами heroi, i quali nell'arme hanno atto prua
ша. ‘ ue marauiglioßmheßfußero coßdefcritte, come/ono gia qua/ï
ß'palte, non haurebbono in che inuidiare lagloria ad e/Innibale,
a Marcello, a Cедим! сАЬЛапф-шф agli Scipioni. от.
Da que/io [Рио giudicare, quantoßa utile la conuerjatione de'
letterati, (y quanto importil`hauerfamigliarità con gli [Мг
tori , iquali con una impennata dinchioßro cipanno prolungare
Gln-„imi lauita per moltißecoli. лыж. ‘Non ßlamente panno dar la
ЁЁЩЪ‘ЗЁ: uita, ma panno anco torla, onde /aleua dire ungentil Capitano,
che le penne degli/crittoripagana i corfaletti deIguerrieri. Et
ßppiamo ben noi, che moltifirittori, itper compiacere ad altri ‚ it
perpafsione, ¿comeßfia, hanno nellhißorie contra il debito lo
ro aggrandite, (t7 innakate oltre al uera l'opere d'alcuni ¿a
itani, W per lo contrario abbaßateà tacciute le egnalate im
preß d'alcun’altri, ф in fomma con lafor@ della mano, C!)
dell'inchia/lro eßaltato degli humili, (9 humiliatode' grandi.
жжёт CJV. Muet' mi uien detto, chenendo biajimato il Giouio del
gäîügfilaf l`infedeltà dellafica hi/loria,egli la caffe mfoggiungendo pero;
cheß riconßirtauaßpendo, chedopo o [patio di cento anninon
ui/arà piu alcuna memoria in contrario, onde uerranna i po
рт neceßariamente a dareindubitatafede a ßoifiritti. JN»
~‘r l’ ь
.

/ .

S E С' О D O. . - хо:
Еgliper auentura non fißirebbepoßoa опа/10 ri/c'bio,ß non fi'
fuЛ?! confdatoahe con Гайки , Ф con la politeqa della Дм
loi/loria haurebbe tolto l'ardire ad ogn'altro moderno di criuer
gli contra. Ma egli e` bene di darforma alla conuerßtione de’ ggfs“
letterati, Иdi ricordar loro primieramente, che la/cienea ren
de lfhuomogonfo,fi7ßiperbo . Etperò non hanno ne` 4 tenerla
nafeo/ia fen(a frutto,ne‘ ad ußrla per uanagloria , ma per loro
ßluteaonformando la uita con la dottrina ,l perche tanto uale la
fcienea d'un’huo`mo „тор, quanto un buon nino in cattiua bot
te,(9« debbono ufarla parimente in benefcio altruifacendoli par
tecipi della loro[cien{трете/де non [i ptr/siede congu/io alcun be
nefen ¿a compagnia ,ß che hanno a procurare di trasfondere in
altri cio, che Детва, (y d’apprendere per in/Égnare. Суп/х e/i`
теpare,cheßconuenga anco a letterati di nafcondere nelle con
uer/ationi una certa aß'ettatione, con la quale[i ridonopià toßo
qdioßahegrati. лиц. :Äppunto io uoleua dirui ,che que/io „mhh
e l'errore d’alcuni letterati, i quali trouandoß in compagnia di Eff“ "щ"
per/one priue di lettere , ß dilettano di parlarfra loro in quel
modo, che fiole il Mae/iro leggendo a difcepoli; (утопий fuf
­[ero in un cerchio de' letterati,ftyfloßiß, uiprefentanogli argo
menti informa , (y dißorrono con quei termini, chefino inte/t`
da i /oli dotti; onde Wndonol'orecchie, (y diuertißronogli ani
mi degli a/Éoltanti :[i uuole adunque,ma/.<`imamentefiagli idio
ti ,eíßrcitar la dottrina con lafamigliarità, (уч con la di[так
¿a tale, cheРта piti toßo di condimento, che di cibo, (dgeneri
piu appetitoahefatietàf/jfar sì, chegli idioti ricono/benda la lo
ro ignoran@ ammirinofgv оденете 14 dottrina altrui. СЛУ
Chi japrà tener queßo ßile, che uoiproponete , darà,('9~ riceue
ràgrandifs'imo contento nel conuerfare con idioti, da iquali je»

'\-‘.
`
1 t в к о
¿d contrall" fmîìfeì слег approuaia la /ua dottrina , (zj/i ite-À.
дм molto ‚Итогам. JNN. Diceua una, cbeßcome alcuneA
„dutPßmnfìgmndi nei fiumi, lequalißno picciole nel mare ,i
сор alcuni paiono dotti fra glignoranti , cloe ßno men dotti
а i dan", ne( fl puo negare,cl9eintutte le conuerßitioni colui
i gode’ Фгтепйе maggior diletto , il quale conofce dejfer capo,
fiiperiore т quel, cloefi tratta . 6Non bißgna pero cbe’l lette
‚мс/тефта, cbe 'non gliß conuenga tener conto de glidio
u' , perche ”Оп mancano perfone, le quali quantunque sfornite
di lettere’ hamm pero pellegrino intelletto,(’9~conducono afeltl
се terminerl loro negati] , (учfanno parer grffï i letteratigßcopz
i 3133232? mefefe “Катеров, a cuicbiedendo limofina un letterato con di
шпш‘“ ‚-е ‚(Ь'ет mae/iro nelle fette arti ,egli ri/pofe . Io /onpiii dotio
di te, pOiCloe con una fila arte nodri/co me,la moglie, @ißn
gliuoli,d0ue tu con jette non puoiß/ientar te filo. CJ V. 0n
date aglidioti qualcbe rimedio , co’l quale acqui/lino conuer
Yau.. a. ando la beniuolença de’~letterati .1. ' JNN. то] habbiamo
Ё 3615223“ gia` loropropo/io nelprincipio del rio/iro ragionamento,fe ui ricor'
da , ilШтtioperjingolar rimedio,il quale e molto male o/jerua ­
to da loro, con ciofia cofa , clie nelle conuerßttioni ,ß ponete ben
mente, quei clie [тис manco,parlano,(gicontendonoaìjgrif
РгочегЫо' dano piiì forte, dal cbe e`forßi nato quel dei to, cbe la piugua/ia
ruota del carrofa'fempre maggiore/lrepito. CJ V. Si potreb
be all`incontroaccommodar un'altro dettoa letterati,cioe` tbe
louafre/clrenon fanno ßrepito. JNN. [lfecondo rimedio Ё.
cbe conuer/ando con dotti fi ricordino,cbeßno ignoranti; per
6,98 “т queßo memoriale anderanno piu circo/pettinei loro ra
gionamentiaßendo dettodunßlofcfo, cbe non falla nelle соль
\

cbc non :aM/„j , che cono/ce di nonßperle, (zyper lo contrarioe`


SE соцво. lo:
Сгнившие? commette errore colui,che pen/à di ßpere quel',
I prudenti
» che non. sa.. Oltre a сделана auuertiti , cbefrà le¿ria accenna debbonfa (б
mandar a
ее forti “(Тетрада uie anco'queßa ‚ cnet' prudenti commandino видимы.
дl<gl'ignoranti; la onde e` ufßcio loro, facchetarßfenqaaleun con
traß_o,percbe non e` сор al mondo piu афер: d’uno {рогатым
uoglia contendere con letterati a ¿mißt Шалая. con l'u/eignuolo.
Et'per tanto ßcome al dotto ирригации!far partecipe Дика
ш'тодяпдаъГшеош diquel, chesàgcoße uńfcio dellfioltota шей-ь
mandareßen¿a nafcondere laдел ignorançaquelalre non sat@
-di confcjïarepiil ttt/lo di nonДуше, ehefatyrtfeßione dißzpere»
fltierelteluno e argomento di mode/lia l'altro d'arroganQa .
колу. Vi uuole een’ anco un poco d'arttfício nella confeßione del Píaceuole

{Ипотека per non uergognarßapertamente,fe Len slant/je ad ell'emplo.


‘imitare 'un V¿u,ongen-tilbuotno del ntylropaeß», a cui dimandan
зашили/Мюещё/тет uella,` clfera dipinta еще e
'giû dfllaßutßld, :Di ¿gratta ‚л ‚уф, a/Pettatequì c`loor`bora
‘torno auoi , _tlclne detto fe ne andò frettoloße'nente allo/indio
¿fun fuofratellodottoret @fattolo uenir in Лешие ста-4]??—
reßiero,glidij]e„ïratell_o n/jiondete uoi aque/ìogentilbuomo.
‚лиц. _Egli e` ancora<gran uentura quando nelle cafe/Ítruoua
ипоа1тто‚тиши/д}аргиёепдлР/ямфа allignoranga ele
Phnomoië
igli altri . {Ил torniamo" adirembe a gl'idiotiappartienebono 1.a lettereè
iù inclina
vlrari letteratilfg` cercar la loro conuer/atione, laquale gli ren‚ toche'la lettera
i uitij

darà non ßlamente'piu intendenti , ma etiantlio [nu faggi, I0’

‚(7 piell uirtuo/i; perche /e mirate Ьепе ‚ gli huomim Рит


`cli lettere ß riuolgono facilmente allepere- „тор , ä' poi
lclue non poßono acqui/lar/i la gratta del .fPrenetpe,Y (у gli
honor: col mer della идеей ‚ ji come anno i letterati , [i
¿forgano d_’aggrandirff col mez@ fdella adulatione ‚ del
t
L I в к o
leßtie, della maldicenm , delle calunnie, (94 daltre uitiofi ma
nere, dalle quali communementefi afiengonogli huomini lette
rati. Ma di ciofia detto a ba/tanea. Et perche noi dicërno poco
à, che`l letterato riceue gran contento conuerßndo con idioti ,
hora confideriamo quanto Fa picciolo que/io contento rijpettoa
quello, ch'eglifente nel conuerfare con fuoi eguali, concia/ia che
l'huomo dottofi com iace moltopiu` della conuerßtione de' dot
ti,da i' quali'êancopiu ciinofci'iitii,<f9` approuata la[ua dottrina,
che dagl`idioti, i quali non cojïl'intendono, „ё ponnofarne giu
dicio, Еt di pià il dotto nel conuer/ar con idioti ji rallegra di
quel, che dà; ma conuerßndo con dotti, fi rallegra di quel,che
dà, @di quel, che riceue',perche jcambieuolmente infigna,@
impara . Ma oltre a que/io uantaggio egli ne ha un'altro nel
conofcere , che doue ¿maggior conformità difortuna,di пищу
dißudio , quiui[igenera maggior amore , ф conß'guentemente`
:gsm o, maggior contento. Et per certofra tutte le compagnie non ui e
а “ciak . . ` . ` ­
“сгибает alcuna piàßabile, ne piu ßrettamente congiunta,che quella de'
12:31?“- le letterati, i quali s`amanopià #a loro di quel,chefacciano iparen
ci, tft/fratelli; percioche concorrendo in dii i medefi`mißudi£9¢
lemedefime uolontà , fino coßretti a compiacerß oltre modo
luno dellaltro , ('t/aridurfi dal numero di molti adun На.
CJP'. ßenßponno chiamar tutte l`altre conuer/ationi e/lrin
ßche, @ij que/ia fila intrin/eca, nella qualejießircitanogliani
mi dijputando , inßgnandofiy di/correndo delle cafe, che appar
tengono alla cognitioue del bene, C9* que/ießno le uere amicitie,
lequali durano lungamente. Et di qui m’ir'nagino quantafia
la concordia, ilpiacere, e’l benejïcio, cheficaua da que/ia c/Ica
demia degl’]llußrati, laquale e`ßata in_/lituita in qudia Öttà.
JN'N. Che in quißa academia regnino quella concordia
quel,`
3’ E C О 'N D О. не;
quelрапид quell’utile,che uoi dite, non u’ingannatepuntoi
perche eßendoßcongregata nel nomedi ‘Dim potete pen/are,che
¿gli ui ё in iner , (91a mantiene in amore, (9 pace ri/iretta .
Della con olatione poi,che cia/cuna ne fente, non uipotrei dire a
Vba/lanea, perche hoprouato in meßeßo,(ty ueduto chiaramente
“XLÑ-_N„_rägx negli altri c/icademici,che non ¿alcuno cofi {топаper le com
muni mi erie di queßa Citta, шperßioiparticolari trauagli,che
mettendo ilpie` nella jala деке/татами gli aia digiun
gere in un porto ditranquillita` , (d non gliß raßeyrenilanimo
riuolgendo gli occhi intorno al {i'egio di quelle uaghe, (‚у mijle
rio e imprefe. [o poßo ben dire,che quando que/lo mio corpo eirin
chiufo la dentro,Рта efclufida lui tuttii подол penßeri, iquali
afpettandomi alla porta,mi tornano nellufiire a caricar la oma
Дот le/palle. Ma del beneficio, che nafce da que/iafelice rau- viii. .ma
ива dalle
nan(яте potete фот certo col imaginarui la diuerßta delle[cien Academic.

(e, che quiui Рта trattateJior con lettioni publiche , hor con di
[cor/i ‚(27 di/putepriuate, le qualifanno forgere quella allegre(
(а del dare, @del riceuere, chegia habbiamo detto. Et pollo
ben'io aßermare/enea uanagloria,che hauendomi l'c/jcademia
tolto in pre/iito come profe/joie di торфа, m’ha hora renduto a
meЛет) non ßlamente riformato in quefia parte,ma anco do
deuolidi/lcjien
tato (e, delle
ualche quali¿a
intelligen nondimi cono/codiinpoejia,
teologia, tutto ignudo.CJV.
(9 daltre lo „шит.

Io ha con lun a ruouao eruato,che oco rati rie cono er lo 'lilleînigiiï


.\ g . . . g _ ‚ huomo um.
piu nelle conuerßtioni quei,che hanno polio tutto il loro [ludio :manga:
in una pila prlfeßione, perciochelcome li tirate fuori di quella , нажито
uoi li trouate come fciocchi, (9 metti', doue per lo contrario ac
qui/lana marauigliofo credito quei, che oltre alla loro principal
profe/ïione,fanno ragionar meganamente, C9' con афганца
.i L I B К, 0
d'altre расшиб 014 que/li acc атм; riportano tanto maggior he
nore, quanto piti fonofuori del loro fludio ordinario . Et però
accadendo communemente nelle conuerßtioni ragionar di di
ист/Ё co/e, (zyfaltar d`una in altra, ofecondo ilprouerbio, dipalb
infra/camon ui e co/a per mio credere,che cifaccia pià honore,
(у. ci conferaipiàgrati nelle buone compagnie,che legere uniuer
` fàlifty l`hauer la manica piena di diuerfe mefcolan(e, al chefa
re io conßdero -, chefia oltre modogioueuole la compagnia divmol
ti uirtuo i, come e' que/la delle c/Icademie. жми. Già hab
biamo detto , che'l di/corrne perfettamente di tuttele co/emon
cade nell`huomo per la breuità della uita Дм. Ma poi che in
un folo non concorrono tuttele uirtu`, egli e` bene, che moliifi ri
ducano infiemeperfar tra tutti un’huomo perfetto,ji come auie
. ne in que/2e uirtuofe raunange. Cow. ‘Toi che la conuer/atione
lь di que/ii c/Ícademici e` tantogioueuole,io a/pettmche proponiate
anco le maniere,che hanno aferbarfia loro,per mantener/i lunga
mente in amorefdpace congiunti'. JNM. [o/timerei di com
metter errore, Йорку?! di ciò alcun ragionamento,percheßireb
be un uolerfecondo il Trouerbi'o, in/lruer Minerua ,fapendo io,
che 4 loro conuiene pià toßo il dare, che`l riceuere le maniere del
conuerßire, oltre che/ii hanno le leggi fcritte, in uirtà delle quali
fi conРта perfettamëte l`amore,et la concordiafra loro . сосу.
10 defidero almeno,cbe mi compiacciate di darmi qualche conto
dell@Academia degl’lllu/i‘rati di queßa Città, dichiarandomi,
onde ella tragga origine, (9 quali maniere tengano gli c/Jicade
mici nella conuerßtione loro. лиц. Sno nele/ii compiutamen
te ßdiifare alla uo/tra richie/la, non ß _finirebbe hoggi il mio
impur, ее di/corß. Ma per non [фат in tutto priuo di que/lo raguaglio,
l l ° ui. dico
" âfiicêßiï' . info/langa,che
. que/li. cÄcademici
. . deßderofi di. faticarß
.
s it с о N в о. n4
continouame'tepergloria loro,et per beneficio uniuerfale, /iprapo'
[ero l'Ímprefa d'un .Yole , il qualefpuntatofuori dell'OriQonte fl —
uà innal(ado,('typerl'oppoßto una Luna, che/i najconde nelloe`
ademmimiia LVX 1N @EF/C wwe, @tot по .
l me degl`-/llu/irati.'L`e leggi dell'c/Icademiajono molte di nume ш
Leg „щ.
Hells

томаßriducono tutte inßmma all'bonor di Dio,et alla cöferua


tione dellaтаща dell'e/ícademia. “Nelproporremel ali/corre
то! nel rijponderejiprocede con rißiettoaö riueríça, et[En (a ш
multim)> confiißoneat ciaßuno nel dire il ßeo uoto, la[Ем precede
re? iuotidi quelli,chegli precedononel tempo,(9~ che/ono c/tcade
miciprima di lui.‘Delle eongregationipriuate alcuneßfanno per gaaf
la creatione del fPrencipe,de` Сonßglieri,de’ Cфут: d'altri ma за“ P'i
в‘in-w;
ы
v*ъ.
s-г
gifirati,i quali pagano per uoti/ëcreti, (27[imutano ogni quattro
mefi. « c/tlcune perudire i dijiorjidi quale/oe c/Ícademico, a cui
nonpiacci'a difar que/lo отца in publico. Mlcune per raeco- . ‚
cogliere nuoui vícademicigiiì detti per uoti[нимфper udire i "
ragionamenti loro, co i quali rendonogratie al "Prencipe, (tjagli
academici. :Álcune per conferire tutte quelle cofe, cbc Пойло a
trattare nelle publicbefe/s'ioni, nelle quali ordinariamente jifan ЁЁЁЁЁЁ“
по lettioni, д difcorßdi diuerfe materie,et per bocca di due Jca- _ '
demici/i leggono icöponimenti dellJcademia , @poi quelli de' \
fore/iieri. Ei particolarmenteßfà di due in due тер la cerimo
nia del rPrencipato, nella quale Готово rPrencipe rinuncia il
ßggio , l'in/egne dell'Jcademia al nuouo uccejfore, ilquale
rim ettendoji nel grado di lui, piglia il рот o del fPrencipato,
ф tutto cio/ifa con parolefiy con atti pieni di tantaтаща,
et mae/ia,cbe non ba/lo ad e/primerli ', ma potete imaginarueli
dalla molta fiequença, non cloe de’ Cittadini; ma de’forefiieri ‚
cbc ui concorrono . Oltre a cio na[cono talliora острот di
.­ L. i в n о
маме d'alcuno c/Ícademico ‚ nelle quali' s’i'nui`tano le nouelle
лифту l'altre donne della Сitttì ‚. (т con filenne apparecchio
nö meno di фрау]; piaceuoli,clie di nary' componimenti di poe
jim@ di »iu/icamiene lionorata lafpolf ,come fil la Signo
ägfi“ ra .Franceßa пед/{га cognataßlla qua ein una publica /eßione
fuрифмам in nome de gli :Academici unfermagliodoroalte
perauentura le baurete ueduto al collo, done i da un lato naga-à
mente fgurata “треф dell'e/ícademia,A (er dallaltro .quella
di' uo/trofratello; ma alquanto alterata, perche doue quella loa
un Cigno dolante con un rame di lauro nel becco\,col motta
ó' VT E K ME TH E KVI, que/la ui'ha aggiunta lone-f
Ьт delli/lego Cigno ‚ ui lia cangiato il motto,clre dice .SÍ [C
C О M E S E J' ТО per ani/ïcarle, cb'ella baôßia c_o/i a
feguire i ice/ligt' del marito, come quell'omlra редис il Cigno.
com“ Horagli :Academici uanno tejfëndo diner/ileggiadri componi',
ст“ menti in lode della шута/2: .YignoraCo/lan¿a Carretta con di]
i@gno d'lionorarla in c/ícademia , ф di prefentarglieli raccolti
" in
traun uagol'lionorato
hifi]­ @polito uolume,dopoi
Senatore, С!) cloejifarannofatte le noe@
Mcademico il Signor ßer
:sodimm nardino Scotia. Sogliano anco in morte d`alcuno de<gli Иса
° demicifar/ifeßionifuneêri injira honore. con tantaдушам
me/litia,clie e` талмуда; il cloeparimente {одета quando fo
prauiene la morte dalcuno Trencipe, comeparticolarmente di~
Marsha." moßrano le faticlieloro pagate nella morte di Madama Mar
älmgfä di glierita no/lra amati/Sima Signora di`glorioßc memori'a,intito­
late le lagrime degl' Illu/frati. lo potrei raccontarui molt`altre
c'oß` notaêili', ma le Hala/cio per la breuita deltempo. /perandm
"` clic al ico/1ro ritorno di Francia ue ne potrete con uo/lro agio pie
namento chiarire. con'. Ii m'imagino come rie/cano tutte que
fle co/e
­ ;S_E_C_O_’1\L7D О.` ` ' to;
»fle cofe in uorrei
фтора; pure chefolamente a миопией/отжимает
I gliofea@l гита alla mia~ partita, hauer gratia _di
_ trouarmi ad una publicajeßione. AN. Se uoi reßate qui dome
_nica proßimamdirete una publica lettione della {fermperbocca'
,del vConte Teodoro Sangiorgio, il quale oltre alla ~jingolare grauifgâlffegfî
ítà, W отсеками che tiene attentigli a/coltanti ,fuole di сот—дот“
,rere di iquelle co/eJequali ßcondo il dettodel Тост, l
_Leuan da terra a` ciel no/lro _ intelletto.
’ ICAI/_. [o u_oglio effirui adlogni modo pernonl perdere cofibella oc
`ca'lione. ANNJSe uogliamogiungere compiutamente al fne
_della no/lra giornata, non ci bi/ogna /pendere pitiA tempo intorno
_ al di/Eorß dellbícademia, della :qualeperò io non [от mai fa
,tio di ragionare per laßettione,chemeritamente portoaq'uelv
il'honorato collegio . K_i/lringiamoci dunque'ßlamente a_ con
fermare , che _la cenuer/atione de'_ letterati, e~ dißngolargioua ­
',mento ‚(у diletto, generainßnitoamore ,ilche fidimoßra
,con lafauola difNarcifi, il quale` elfendo prima fengcompa-'hml"
Ygnia , соте uide limagine dije Мг nella fonte ,ß ne inuaghì.
‘_Et pero non фит. alcuna сора piti fimik a noi ,_ che la nii/ira
,imaginmßpuo ben dire, che quando un dotto ama un’altro 1dot
Ito ,nientealtro amanoambidue , che la lor propria imagine in
_altri,(9« che que/io lor amorenon altrimente , che l’amor di
fe [АЛЬ её perpetuo ,(9 inßnito. „Нот, mi par bene, che con-‘C_On“¢ff1­
поле на
ßderiamo quellecoßsche riguardano la conuer/atione de`,Cit-' Gmini#
Рогатый.
l

tadini, Wforeßieri. _ CA I/ . Toi che ci re/la poco d'horaßrà


.bene'lafciar queßo dißorfo.­ come сор: poco nece/fana , . Ст fuori
0i 5de' communiaccidenti. AN._Kicordiamo almeno al Сittadino,` ”на" d"
Cittadino
lll
.che appartieneallhumanitàfua di riguardari’ ore/lieri. con oc- Ver“ i’ f°`_
„кино.
‹ч` ,cbiopicto/5,61) confidetareaheßindo lontani ' dalla patria , dai
_ О l
L I B l, О .
рагттс’уч dallefacultà loro , (Ы priui di tutti quei commodi,
che habbiamo noi nelle proprie cafaßno degni ologni aiuto , @t
fauoreůd` tato piu quei,che/i truauano in neceßitanl qualichiun
que riceue nel/iia a bergo,s`acqui/ia albergo in cielo;etfappiamo ‚
che que/l’opera ¿tantograia a Dio, che`l porgerßlamente a bere
un poco d’acquafredda non дрока premio. Et con tutto, che le
caf.’ di quàgià nan .fh abbiano a porre in conßderatione rißietto
Oämâcf: allagrandeeîa de' meriti diurni, nondimeno diamoci a penßire
525111“ quanto honore, @quanto utile apporti il trattar carte/emente
i fore/lieri,poi che non ßlamente acqui/lana credito nella lar
patria quei, che tengono aperte lelor cafe a glißranieri, ma fen
¿a ufcir del cerchio del loro territoriojino conofiiuti, d nomi
nati congrande honore ne i paeß lontani, oltre cheрта ßcuri di
trouare ne i loropellegrinaggi amici,danari, C17 aiuto in firuigio
loro. CJif. E' bengrande ßdisfattione d’animo il uederßßi
matawcareqeato da iparentifiddagli amici nella[и patria',
ma e`picciola in coparatione di quella,chefiriceue nel uederß rac
colto,(9~honorato doue nan/i e` appena cono/cinto', la onde con pa
ca fatica metterete a me in cuore di pagar queßo debito afore
ßieriperche hauendo riceuute ne i miei dißggi molte /ignalate
cortefiefuori di caja mia,mi ferito oltre modo лиф a/eruigi de
gli ßraniei'i. JNN. rPer que/loto uoleua dire,cheß.mo/lra­
no ßmpre неф di loro piu crudi, ('9* inhumani quei, che non
ufcirono maifuori delle mura della patria, iquali per non bauer
prouati di quei di/agi,(9* incommodi,che [i Ртомfuori di ca
jamon con/iderano lo fiato deforeßieri, ne` fono comma/.li da
alcuna pietà ucr/o di loro,nel che cömettonogrande errore,perche
нефgli/iranieri conuiene non che u/are di quei termini di corte
[54,0 d'honore, che s`u/anofra Cittadini', ma molto maggiori
. г E С О N D О. 206
ellende рушил d'unßloßfo, che quando il pellegrino e` priuo
damien@ di parenti,merita maggior compa/Í'ionepreßo a Dio,
(y pre/ji; agli huomini. Et per tantofi uuole conuerjando con
e si ußir parolefiy' attipieni di ri/petto,a/lenendo/idalle ripren/io
nu@ da quelle lßcurtà, chefono согнете 4 Cittadini, C17 piu` to
fio tolerando, (9 dißimulando i loro difetti; (y conchiudonofi
nalmente molti honorati huominiahe nonДа lecito far ingiuria
afore/Zieriiquantunque ne diano cagione. Calf. .Eglie bene il
uero,ma bene Лило gli ßranierißno poco/ìimatiper colpa loro,
. д
(29 per uolerfarpiu il dome/lice, e’l Cittadino di quel, cheßcon
uenga, il che apporta loro (tibia/imm@ danno. ANN. Et per тж м
que/io/arà carico delfore/fiero d'ufara ca/à d`altri un certo ri
fpettoftß una mode/fia tale,che uega ad inuitarli,(2jcoßringerli
adamarlo,et a /limarlo degno difauoregpertheßcomefpingendo
auanti/arà ributtato c5 uergogna,co/i tiradofia dietro,farà chia
mato c5 honore.Et bißgna poi, cliegli cöuerßtndo ufiquel mede/i
mo contegno nelle parole,et negli atti, che à noi tocca ufare uer
р di lui,ßche la conuer/atione rie/2a dagamendue i lati aggrade
uole. Ke/ia horaa ragionare della conuerfatione tra Secolariu't Cöuerßn'o
ne tra Reli
religioß. entf. Di que/ia uipotreteтещ conpocheparole,cöcio ¿ciglia Ге—
ßa,che a tëpi no/ìri non cade queßa conuerßtione/enö ungiorno
dell'anno,(9« di quelgiorno una/ola meähorauheß/pende nella
confeßione de’peccati,dopo la qualeßfugge anco,nö che la conuer
jatione, ma lapre/en ¿a del cöfejjore. ./cN. Di que/ia со]? rara сб
uer atione a cui ne date uoi la colpa,a religie/Lo a fecolari. caca'.
сА‘ religioßnon ßpuo dare ,perche ф! пе cercano, maß bene 4
_ noi, cheglifuggiamo. JN. `@tal cagione credete uoi, che ci met
ta in que/iafuga? Calif. ÍlDiauolo,dal quale ci lafciamoper/ua
dere , cheper qualche imperßttione d’alcuno di loro , non {hab
О z
L I B R, О 0
„то m bianoa riuerire, ne` ad ubbidire.- ANN. Fà dimandato ad'
P°""ñ‘°‘ un ’Ponteßce Дуги/р: lecito a-‘Sacercloti di que/li tempi ßicrijica’I
re nei calici legno,comefaceuano gliantichi, il qualenon ri-f `
fpofe «таз/Ё non chegiài Sacerdoti'd'oro facrißcauano neica'­.
lici" di legno, hora i Sacerdoti di legno- facrifcano ne i ca'­.­
licid`oro4r ln confermationedi qug/la fentenga ui e quell`al­­
tra', che ртов! mondo pochi Sacerdoti „W molti Sacerdotir
}:î1ìcli;:ig§lee~r__cioe> molti di nome', (уч pochi clopere'.f [Ила noidee ba/iare'
Ё: imei@ il [драг-е“, che habbiano il nome, (уч la dignità Sacerdotale ,
che Iddio celgli habbia dati' non percheßamo giudici delle loro'
атм, ma perche Дата“ oßeruat'ori ‘deylor comniandamen-r
ti'- Tuttauia“, fe mi e lecito il'dirlo, quei',­ch'abhorrifcono la'I
lorofconuer/atione', hanno maggior peccato, W danno ricettof'
nelle animeloroadlun maligno [рта nemico della religione,
W dellafede di Chri/lo. Mai ueri catolicinonpoßono negare»
. che la conuerßitione de' religion nonßa grandementefruttqu
fà, percioche con la dottrina ci tengono diritti ~nella buona uiar
ст con la fola ‘grauità e/leriore ci danno eßnnpio di timore,Co~I
di riuerenea'.A We' ho mai trouato io alcun' religioß di cofi»y
mala fama", che con lal [ua вопиет atione nonqm’habbia più to­~
flo accrefciutomhe rallentato l'animo al ben fare; @i ho /imj
pre tenuto perfermo, che a'qualunque conuerfa con фит” pof
fa'aueni'r altro , che bene. Si uuoleadunque le/Eiar a rDio ilgiuf
dicio della lor uita,W° conuerfandocon eßi aßenerß da paro-4
le, C9* da'atti profani, co i quali‚с?ofende lafdignità loro , опа dil
Dio, Cyr hauerlin in continoua riuerenea .- ßenjapete all`inconÀ
md? de, tro` che a religioft- appartiene conuerßndo con fecolari d`a/le ­­- \
mgm@ ner/i da quelle parole,­che poßono recare , д mal`e/]impio,oßfpetf
todi mal compo/la mente,ricordando/i di quel detto,che le cian-f
ciel
\
3 E С О ‘N D О. ttr
cie de' laici[опа befiemmienella bocca de' cherici. Et per ciò han
no conleparole, (arco i ctylumilortoa rißmnar di continouo la
_uita noßra, @inuitarciaportarloro _la .debita riueren¿a , (91
brieiiemente afar/i cono/cettepiàdeuoti,piugiu/fiftypiu prfet..
,ti di noi-,perchefe e` uergigna ,che imondanifiano ,loro eguali, e'
malto maggioreahefjianoßperiori; nini ecofà ,che priui mag
_giormente .la .Chiqfa _diDiodel/uohonore , chei uederdimi
¿gliar .uitaifetolari , `chei religie/i . («На ,Je ben mi .torna “мы.
ne d’huumi
.a mente la diuifionegià da ­uoifatta delle maniere del .conuer- ‚да ¿om
рте, поп rißapiàaliraa difcorrereahe dellaiconuer atione delle
ldonne. J NN. _Era bengiu/la cq/a,che_ßri/Èrbaßique/lo di
[сот/0 пе! fnecome alleuiamento, (т iff/loro fdellafaticada noi
fatta nel'lungo uiaggio di от]!!!giornata. смей, 10 dubito,
'.che ragionando `oli que/laconuer atione nai'iiiuecedi ri/iora non
ß'ntiamo maggiore/lancheegam .bifogna bendire, che/ia .molto
‚афише il .uo/lrogu/lo dalmio ,Apofcia che flimaifempre non
.che uana, Cgi inutile,m_a pericoltya,(9~.dannq/ala conuer/utione
.delle donne. Etfeuaijintite alcunofpiritoafhecontra/lia que
fia notabilifentenge,
­.tre mia opinione,ßongiuratelo
delle quali,lafprima
(9“fcacciatelofuori inuirtà di
e`,.che]2'l .mondo/ipo
,teßè mantener/inea donne, la no/ìra _conuerßtione .nonfarebbe.
punto lontana da ‘Dim Laficonda, che non e` cafà al mondo peg
giare della donna,quantunque buona. La teria , che ¿migliore 1:02?"
е peg
„finiquità dell'huomamhelabontà della движимы. ,Que/ie gb" М' ЦОШО (llc
.tre [отсеке/опат1и0!сер1й‚:0/!04!!4 .с0п]ешас!0пе‚с!9ед!!а.с!!- d“°°
/lruttionedelmioßiiritm ‚Е: т`аищо ,cbeuai non mirate fe
>non la fcorea. Ma /pingetefacutegm del .uq/ira .intelletto
4in no .alla,mido.lla, trauerete, .che non ßnopronunciate in biaß
то delle donneanaiinfegno.dellincontinen¿alfad фиордам
_ О 3
_«-~ i ii~n_o
delfhuomo, ilquale pecca pitite/io conuerfàndo con donne di bua
nafama, che con huomini fcelerati'-, concioßa che сонет/44do con
ußtrariaon ladri, con adulteri, con maledici , (t7scon altri huo
mini di mala uita , nonßrà со]?facile a [дриад tentare dalle
lorofcelera-gginiaome conuerßindo con donne,ben che honesfleJi,
fentirà commouere da la/ciuo , (уч dißrdinato appetito , ilche.
uerißca con quel detto , Tu non puoi eßer ne piu dotto di Da­|
uid,ne piu`forte di Sanßneme piti faggio di Salomone, iqua
li con tutto ciirhanno peccato per donne. ­Eccoui il _uerofuccof
delle[степе da uoi allegate, le quali torno a dire, che fino
atte piu` toßo a con/eruare,che a ditlruggereil miońiirito.; рег—
the degli e il uero,che la uirtu conji/ia nelle cof: dure, (уч т414
geuoli, io credo di far atto uirtuofo aueççando i miei finti
menti a dar/i pace, (9 non turbarß punto nel cir/petto', @nel
la conuerfatione delle donnafìa le quali hormai ho fatto l'habi
to di lentire la mia naturale tranquillità d'animo . 6.a V. La
uoßra [Пор/54 ui ha perauentura talmente moriifcato, che po
tete prometterea uoi Дед?) 14 cci/lanza di quel flo/ofo, che fu
tenutoda una donna per ftatua . Ma ui ricordo, che queßa
uirtà e` data `a pochi , @fi truoua , che non pure agli huomi
ni uolgari ,ma infinoa romiti e` caduto Гц ßciuolo di mano,
e`l calendaio da cintola alla/petto delle donne. ‚и! N N. ,Vio
non fino della regola di quel jïloßifo, non [то anco della lig
Proverbio' . gierezga di coloro,che s’innamorano ,fecondo il ‘Prouerbioßi
pra tutti i mercati,@ che [то cofi dolci dißlemhe nella ui
fìa delle donne[iperdono,et nonfi trouanopiu in loro medeßmi ,
(9 tale e la pa ¿gia loro,che qualunque, o ri/o, o cenno, о altro at
to, ch`una donnafaccia a сидр 10 appropriano сотеfatto in lor
fauore; @pieni dimille uanefperanq je ne promettono mille
e L c o ц д о. - щ
piaceri , (9corronopreßo à tale.che con lanimo Ё lontana molte
miglia da loro.CJV.Etque/io ё anco difetto delle donneJequali man@
ji/uol dire,che/onoßmili alla тиара/014 chefeguono chi lefag "°‘
gefüfuggono chile chiama.JN.le donne honefiefuggono chile
Легче,“ 1е dishoneßefuggono anco ege,/e beß lafc-ia-nogiungere.
[Ил non ii mai alcuna сор dishone/ia , che nonji recaffe a biofi
mo iljeguir altri, (у che non utile/fe prima ст” richie/la, onde il
di etto non ¿come uoi dite,della donna,ma (МГ/шато. CJV.
[o uißiprei ben dire il perche,maper degna cagione lo tacc-io.JN.4
О uoifete molto ribelle delle donne. c J V. ÍQbelle nonpino, per
`che non giurai mai loro lafedelta1 Et come ßpißiino amar le Dom,.- а.
donneJe coß[ichiamano dal danno,che nefiegue? JN. .Sidi Ёж;
fe il 3embo , le uecchie,ma legiouani сорß chiamano dalgioua»­ '
mento,perchegiouano. сип/Жир: legiouanifono piů dannoß,
-ч-"6`Т'1’
che le uecchie. JN. ora cono/co per qual неф uoipigliate que
[la conueifation едут rißiondoaheßno piu danno/e lle uecchie ,
perchejecondo il uolgar detto,la capra giouine mangia il/ale,(9`
la uecchia magia ilfale,e’lfacce. CJV. r.Pigliatela pure da ual_
lato ui parta/oe alla[пе una perД), l`altra per fette: Et ricorda Pi'
teui di colui, ch`era in rner dunagiouine , (9 d'una uecchia, al ’ ‘ ‘A’
quale la giouine cauaua i capelli bianchi,perfarloparergiouine, “ ‘__
(9 la uecchiagli cauaua i neri percheрант uecchio,onde il me
hino pergratia
yifi/oluerete d'amendue
, che/iamo po/ii al rima/e
mondopelato
dalle .donne
Еt сорalla
per eßerfue ui
ruina

ti dalle donne. Et perciò diceua un mejtlrinoaheß ne moriua di


malfrance e,7)öna m'hafatto,et dona m’ha disfattoEt certo,
ehe disfanno in due modi,/e crediamo a quelge'tilpoeta, che di e
Suecia Leibia la borßi, ßiccia il core, _
"Рико“;э chi compra con duoßenguiamore. -
04
t. t n ц, о
JNM. _Que/la non ela сопит/толем cui hahhiamo a ragio
nare, (d mipareua hone/frana coja ‚ che uoi come Caualiere ur'
mo/lraße сорnemico delledonne. Coty'. tPerdonaremi, ch'i'o
lapigliaua per altro лег/о, perche non соде/0130 not' propone/le di
ragionar dellaY uelledonne,con
intende/ledi conuerßitione delle donne,comeioalleliraccia',
lequalißgiuoca реф}, cheper uoi'

che io'credo,cZe agli huominiff/ alle donnenhe­ nefannoprofef-


lione', conuenga anco ßperimodidi conuerßtr fra loro',per man
tener/ilungamente in'pace',Cty'am'oregche'quanto alledonne d'lio’
noreßenßtpete, ch'egli e`mioproprio, delito „тега nonfola
mente di riuerirle,madi/o/t'enere, (gidfendere non meno cont
la fpada, checon lalingua la riputatione'loro.. Et quando a cio’
fare'nona/lretto perdehi'to, lofarei tuttauia per оттоле»
eßìndo io [impreßatogeloßßimo dellagrafia loror JN.. rDi'
nella conuerßtione'ahe not'intendeuatenoinonpoßiamo [Щит
honarno/fro ragionare@ mipare, che[Зато tenuti-a dißrugj-l
gerlapili toßoiclre adedi/icarla',come indegna dellaciuil' conuer'
fatione'.- Et perche non reß'iateIfir/pe од, uorrei, chemecoueniße
hora pen/ando‘,chea ninna сор: ¿piu inchinatala natura dell.y
тёти; huomoaheall'amoredelle donne. .Maperchenon pigliamo er'­
m, à, «f- тес; ci conuiene/Ítpere,cheui ev una' Venerein Cielo-,@laltra'int
n' _l terra.`Que/la e`madre del lafciuo“,(or quella'dellhoneßo'amore.
ÍÃ'ÍÉÃ-„L'ÈFÍP ,Qter non e` altro,ch’nnapaß`ione „вышедшим,афиш
ml' trice dell'ingegno, ingraßatricemn(i'priuatrice della memoria f
dißip'atricedelleterrenefacultcìguaßatricedelleforze del'corpo,
nemica dellagiouineeça ‚ W mortedella uecchi'eeea ,genitrice
de' unglhahitatrice de'uacui утёса/йfen(а ragione',[Ер¿a от
dine, (4)— linea ßahilità„лимитам menti' non [шт Cw
ßmmergitrice dell’humana lióerta. cofi/.Egliparlrenn che
r
SECONDO.. tr;'_
bauete famigliarità col rio/iro Boccaccio, pri/ila chefete со]?ri
cordeuole delle‚титр;tenzesallequali/ípuo aggiungere quel
la del`Toeta',~ '
Che la ßrada dhonore
Mai non la/cia /iguir chi troppo ilcrede .
A NN. [n ßmma come que/io amore hafatto le radici nelcuo`
re,jlperdein un punto la robba,lafede,lafama,la uirtu, (уч fi
nalmente la uita;ondc tuttiquei, che feguono'quejio рака, W
befliale amore , :hanno da introdurre nelle conuerßitioni delle
donne {триаде/авт di mala uita;ma non[то già degni della
pre/en(a,Wilel trattenimento dell`honefle, W “тиф. Euui are.; hrm
poi l'amorcele/le,ilqualeinuaghito delle детка; dell`animo,non седин ш
potrei dire di quanti buoni, W lodeuoli фиг fia cagione, pofcia
ch'egli rende gli huominiagabili,ch]ireti,politi,fatico i,patienti,­
magnanimi,Wcomegià от? un ualoroß [Minoraßioglia gli
huominidiru/fiche(<a,liriduce cöfamigliarità in compagnia
ne iconuitimellefeße,Wneglifpettacoli;E' Capitano,W ‘Preß
dente, ilqualporge manртам bandifce laраскатки la
beniuolen(мафией l'odio,W e`propitio,bene[1`co,piaceuole,flu
(Лор: del bene,[Ракамиdelmale; ‘Í'Nella fatica, nel timore,
nel deßderio, nella fauella ottimogouernatore, Wfnalmente
dellhumana uitaper ettifs'imo ornamento. Et nel uero feuoi ÈÍPÍÄÉ 1,55
conßtlerate laforma dellefie/leale’ giuochi,W de'conuiti, uoi di giliîlr'lî'lg
no fen'n Pin
rete,chetuttequeße raunanze , W .que/li Hiettacoli ßrebbono штат},
‚емко inßpidi [Биде l'interuenimento delle donne. Et [i n»
comegli huomini nel cofpeito loro fafßttigliano l’in telletto , C9*
[isforeano con le parole, co i ge/li,Wcon tutte le maniere di то
Лиф geloffßimi della beniuolen (a ,ff/ dellagracia loro, голpo
tetepenfare, checeßando que/lo oggetto diuerrebbono ”фит—
` ' t t в к o'
ti', inciuili, @manco pronti all`lionorate impro/ê. Et brieuinienv`
te le donnefono quelleahe tengono rißegliati, @in continauo ef
ßrcitiogli huomini,i quali nö hanno mai lafpirito coß languido,
.Cyr/onnacchio/oahe под cle/li alßlo nome delle donne,et uedete
tale, che cajita/l0 confegli uede uenir di lontano quella,che prin
>cipalmente egli amaß raddrieqa la rami/cia intorno al callo fi
racconcia la berretta in capa,fi raßetta la cappa su le ”МИМ?”—
nalga fapra la punta del piedaß compone il uolta@` la uita, et
par quaßahe tuttoßrinu'ouiper render/ipiilgrato alla Дм uißa,
innanzi alla quale gliß muta il colare,gli efce il cuore del corpo
­ per ßguirla , (27fente quafi trarß della propria imagine. CJV.
и Dm" f* `Que/la medeßmo ufieno le donne, le quali ßtrebbono per auentu
rebbeno me
Строим 55
Ё; ¿Hyg fd meno l’ 0 ite ’fly`а dOrne- ’fе ”0”fil ' I d
u @YU il 1т0 “le а fd '
С! frio
mim . d'aggradire agli huomini. J NN. Eccouiadunque,che que/lo
nach, gli amore e non menofcàbieuoleahe йоги/10. GJV. S'eglifuljie со]? '
huomini ь . _ _ . . . ­
тапо piu le hone/lamme uoi dite,uoi non uedre/legli huomini mo/lrarßpià=
donne ю
“Ш ‘Y “1° aß'ettianati alle belle, che alle brutte, piu allegiouani ‚ che alleï
che le ucc
fßfgg :im: uecchie. Et uedete pochi al monda,che/i dilettano di que/ie anti
Üodiî'lâfägrl caglie,dal che ßpuo comprendere , che amano piu to/io il corpo,
fallin? che l'animo, (9i che l'amor loro e­ di quel terrena, uitio/o, che
già hauete sbandito dalle buone compagnie . J'NN. `@ee/li
¿medißmi ß'gnifanno le donne неф gli huomini , (7 so che al
cune sil le e/legrandcmente s'attri/iano quando un fanciullo,
‚д un uecchio le conduce al balla , [i come all'incontrofirallegrana
tenendoper mano ungiouine. CJV. и те pare,che in que/io
habbianagran ragione,perche i bene/icq', fiji'fauoruß come te/li
mania qualche faui0,non s`hanno a are ne al fanciullo, ne` al
uecchio,perthe lu no12 lafcorda,et l'altro/ë ne muore prima che
nafca lÍoccafiane di ricono/teria. JNN. `Que/la non e` già la ca
s в с о N D о. x i.,
gioneahe le muoue ad appigliarß piu „финт 4 giou'ani. Et
“vá-_.
perche non re/li alcuna confußone negli animi rio/tri , habbiam'o _
a confiderare,che amore e` defiderio di belle{{a, @ che la belle@ Tim. à
¿a e' di treßirtiaioel d`animo, di corpo,@ di uoce. Laprima[i
comprende con la mente,lafeconda congli occhi, la terza con Го?
recchie,onde/i dice , che le tre Gracie rappreßntano que/ie tre q
parti. Mentre adunque l`amore e` guidato ßlamente da gli li '

occhi, dall`orecchie, @dalla mente,eglie ueramente hone/io, et q 1, 6...,


bißgna, chei ßeggi amanti ß contentino digoder/olamente que Am“ hm
[яр-„т lenga penßir piu auanti. CAV. Coßcredo, che uoleífe ggü’ s
intendere il ‘Poeta quando dige
\ Vltima Даете de’ corte/iamanti.
усы. Еtper locontrario nonßpuòpiu chiamar hone/20mi meri
ta nome d'amore,ma di rabbia, C17 di libidine quando e'fo/pinto
da altrifen/i. Or diamocia penfare, che naturalmente gli animi
noßrißnopià inchinati doue cono/fono efjer maggior numero di
' belleete. L)St perciò ­non e` marauigliafegli huominiper la mag
lgiorpartejiA ritirano pià uolentieri неф 1е belle, giouani, che .- .
uer/o le brutte, C19 uecchie,perche nellegiouani,@ nelle belle ca
dono communemente tutte @trelebelleeçncioe dellanimo, -` `
del corpo,(’9~ della ада, doue le brutte, @le uecchie fono man- '
cheuolid’una dique/ie belleegeahe е` quella del corpo , la quale
nella brutta manca per natura , @ nella uecchia per lunghe{{a
di tempo . Et ue/ta medefima ragione ci farà reßaranco di „
marauigliarci e le donne,che già ho detto, tengono piu` con
to su lefe/le de` giouani, che de’.fanciulli, òde' uecchi , per
che nei fanciulli non ß uede altra belleeea , che quella del
corpo, @ mancanolorol'altre due, che ono quella della uoce,
la quale con/iße nel ragionar con dolceçta, C19 con eloquenea,
\
ï. ’ I I В О ’

(9 quella матом quale[ifcuopre nell'intelligenQa,


l'opere шипа/Ё 9019: in ­efiiiionponno flier mature, (dne i uecchi
' non mirano{ё non quella dellanim'o A, ,(9 della uoce ‚ ¿@uiman
.ca ­quella de corpo ,la qualee,comegia ,habbiamo detto, доп/Ь
mata dal tempo', ma.neigiouanißtruouanoperlopi'ii legiride;
‚мы .im te tre bellegge'congiunte.. Et con Itutto che que/lainclinatione
',lâfiTïÍÈ- /ia communeagli huomini,Ctyalle_donne ,nondimeno „uoiuede
Байта: te, cheß_truouanoalcuni huomini , iqualis'inuaghifeono p_iii to
e_, дюна- _ 1 . . ‚ . ~ ­ :
ль jio di ldoniiaue_cchia,che >digiouane ,ff/di brutta, che di bella;
J . - `(9 que/io_medißmoujanoalc_une_donne,alleвидимым то,
.do cari_certihuominipriuiintuttodibelleqa dicorpo, @y ,defin
mi , mafelicemente~‘dotati diuirtii,dipiaceuoleçça , ф di _italo
re ­, „а .2ие/1015р0:гй шт .capriccio ,it mancamentodi giudicio,
perche ißgna dire , Vche la donna difpoßa ad_amareunfhuomo
.de orme,faccia naturalmentepocaßima diquella _bellegça effe
.ïriore , fifia condotta adamarloiiperla.bellegîa della uoce, f5
perlabellega dell'animo, Wcoßfaccialfhuomoueifila vdon
na. ‚ш- ria . We _ci deeparereßrano , che alcuniamanti Iquanto piti in
.ni amanti
quanto pm наставив а]! “та“ [ОГО ‚ fünf() ardent!- in
inuetchil
'51,2532Ё; атм-пьянаhabbiamo a giudicarlopiiiрек/Этоmore ,perche
ы‘"°'“'“°' ~nellamata quanto piu s`inuecchia , tantolpiu creßon0,@matu
>rana le [манеже dellianimoßio , (9 nellîamante quantopitifin
uecchia,tan_to:piû_crefie ilcono imento delle bellezze di lei, _(9
con equentementepiiifaccre сайтах/540. `¿14aperche linten
to mio priiici'palenone` .didi correre dellfamorema della conuer
[топе delledonne , _ci ,ba/tera olamentedißipereahenone.al
cuno co/idapoco,(9eoji§imone ,ilqualeamando 4non fifrifue
gli, @non diuengafauio, nonfiferita .dallhone/Zoamore,
dallagentil conuer/atione_delledonneinfammatoфашис—
fr@
3" E С` OV i( D`­ 0.1 п l'

cele/li „плетей che oltreamoltilodeuoli /ludi notifica-chia-A


matoa quello dellaepoeßa. Et di quì nacqueiche,` uantëFdO/î J
Detto di' Ve`
@apollo дележе/ша cagione dellopera d~’un\I rl«’oet‘aripie`na dfa1 3:53“?
. moro/i concetti",- ‘ Venere gliß oppo/e dicendo, che quel (Родий
relilre тиф mutolo, fe non era rißtegliato dalfuoco, di/uo fi
s
vv;
‘cà
gliuolo. cui?. Che amorefaccia apprender .gli huomini a la
uorare'al torno della poefia, lodimo/ìro il r1’.chiarendo.nadien: Á
­. Mmorßtleando il mio dehile/lile ,4.- .. ' .. п.
@unnltro rPoeta', che diffe ' - -
wiz-»n
' `@ie/la fanciulla il" пса/Но ingegno affita. ì
лиц. 0r nella'conuerßttione' delle donne hanno tuttigli huo тайгой
mini a ricordarß, che a quellee` douuto ogni honore, (уч riueren 51:55? И
§`
(a, (zy che Komulofece un’editto, che alle donne concedejferogli
к?A`>`с.
huominiilprimo luogo. yEt come che cia/Enno pigli uolentieri
limpreß dißruirne una', (9 diproporßla comeguida in tutte“
le [и атом, nondimeno non reßerà di rendere honore, ‘Cd ri»
nerenea a tutte le donne, (94 moßrarß con la linguaflj con Го
pere двор; della gratia loro;a§`t'enendoft` all'incontro dalfamo __
dire mai'cofa in lita/imo, lidi/pregio loro“, perche non дано, che 'H' _ "
renda l’huomo piu dithonorato, Ct/ infame di quello, пе‘ fola
mente perde il credito,maparquaji ,chenon poßa condurre a'
liuon fue alcuna impre/a colui ,che per Дм fciagura ßtruoua'
in mala confideratione,(9~I in clifgratia delle'donne , i cui noti '
contrari]lgli apportanoiryfeliceaugurio,ne lo lafciano mai più'
uiuer'cont'entogonde conuiene фото: ßrnpre la lingua'in lo- f’ “и"
_ __ _ _ _ _ _ s’hanno 3*»
darle,non le hiaßm'ando mai vne` in pale/eme` in fieretos ne' per "ш"
‚ filegnome" in' atto diconjidenea'.­ cuit/.- lo credi'i-,ch'enonfia'`
coßtalmondo piu malageuole, chelrimouere' una'fini/t'ra opi-r
nione ,-ch’una? uoltal Лаг entrata nella? mente delle'donne.. _
а! I I в n, 'n о 1
ANN. ßen Ёрш ‚ che рта facili 4 pigliar 1`шрифт; fb.
difficili a la/eiarla. CJV. Se ciò non_fu/ß’ ‚ попßfareôße aßa
' ticato il (Poeta nel cumular tante [трестом in/ìeme, сот'е
glifece рег@armar lafia donna, con quella canqone
g S’io’l cli/Zi mai.
JNM. Or соте il bia/imarle e`uno accenderle difdegno, coßpof
­famo credere, che non ui e` ißrumentopiu acconcio 44 in am-.
marl: 4'4тоге ‚ сЬе'1 raccontar le lodi , (уч i meriti loro ­, (ху' per
que/la cagione lio сапа/битв molte donnepiufauoreuolt a рт—
feßori clilettere, C9* dipoijìa, che 44 altri . Mppre/fo a que/li
_ Ч aunertimenti 174 44fuggirmloi conuerßt con le donne, le contefe,
" "L ¿_ l (9 loßudio di preualere ne i ragionamenti,percbe con que/le ma
niere pertinaci nößguadagna altro diрот/ос la т41х`ио1еп<41о
гоф с/ое bifogna piegare diferetamentc nelle opinioni loro. Ma uo
lio_fnirla concbiudendouloe non ßpuo commetter errore nell`Íoa
norarlemel /ëruirlefy „впору/Еды 414фгеге<<4 , 0 41:4
miltà,(’9~ nelfar ogni gran coßper coquißar il loro amore. Con
mg; di; uiene all'incontro alle donne conßderare , che nonßreßßono gli
{239 “Ю“ huomini co/ipronti 44 Ьопог4т1е‚5`еЛер4тЕтете поп ufaßero nel
côuerßre di quei moc/limite conuiîgono 4110/14:о loro,et non pone/l
Его/14410 nellaggraolire agli huominiml chefare e' principalme'
te nece/feria lit/fenerßda una 4144е11есфъ dalle quali comune
mente non ß aßengono mai, uoglio dire dallalon'danQa delle р4
ионные. role.C¢fß’.Won ареге ilprouerbio,cloe tre clonefanno un merca
to? JN. [o so anco,cloefiolice,cl7e 4оие e` manco cuore,quiui ¿più
ед lingua. Etpercio e/òmmaniente lodato nella donna quelf/ile'tio,
k dom che tanto l'aolorna,et che tato accrefce l’opinione della/ua Pruden
(a. We' ßlamente a lei appartiene ufar que/io ritegno della lin
gumma accompagnar leparolenlуф,gli[оттоку {рот men-_
‘A
s в с о к D o. xn
ti della рафии con quellagrauen@reuerenda mae/là, еЬе е'рт
‘3‘.
Y*
1-
рт duna matrona', ilche clicoqverclneßno al mondo infinite don
ne Jindulritata boncßà, dißngolar uitlaten@ di pellegrino in
telletto, le quali ¿en portano il nome di тополь/5 dimoßra
no pero eßeriormente uane,licentioße,(ìyfen ¿a alcuno contegno;
@ynefino alcune,le quali quantunque ueccliieJeannoge/ìi difan
Её?5‘г‘
ciulle, (уч quantunque donne uРта della lißertà degli huomini,
con le quali maniere ß diminui/ce molto la dignita loro. .fl/Ia итал:
loo Leneadirui , clve ue ne /ono alcune altre,le qualipenfando
d'acquißar nome ¿hone/ie, (Ыdifar/î maggiormente ßimare,
è*
ßritirano tanto in е [Золе ‚ che armandoß il uolto d'una terri
lvile Ленка, ßfanno'piu года/сотен рог orgoglio/¿aloe per loo
ne/ìe ‚ ф in uece ol'amore {acqui/lana темой-псе ‚ ста con
quella außerità gua/fano, (уч ofcurano le doti dellamîno loro.
ежу. rPer que/io alicell гРоет,

СЬ’ип fouercloio orgoglio


Molte uirtudi in bella donna ajconde.
Et per certoРта ingrande errore quellealoe credono u/ando _fe
пка ol'eger tenute[nu bone/le,(9~ non ßnnoalre la ¿onta ‚ et la
corteßa non repugnano punto all'looneßcì mia/ono più to/lo fue
dolci compagne. JN. lopotrei quiraccontarui от! donne della 2:31; ‘i
nyïra Сitta le quali con la (Маца degli [guarda con la mae
ре della perßna con la fincerità delle parole , con la uiuacitcì
dell’intelletto, con la mode/lia de’ portamentifzy con la candi
cleîça de` сорит:generano marauiglia ‚ Cf] piacere nel conuer
lare. Ma perche a nominarle tuttefecondo i loro meriti,mi man _
cloereblre il гетры: a tacerne alcunafarei <grande errore ‚ io mi
„l о
rifol no di mettere in campo Регистра Жито lola (Река pero ЁЁсаЫь
ш „ловлю
‚аудитора поте)fòprala quale >fio non m`inganno ,
com iutamente dalcielo dife/e tutte ­que/iegratie. @anilla
y può en chiamarßglorioß,@andarßzneßipra tutte. le donneal
tera. ./cNN. l,Tella/i: ne chiamaffeglorio/a, @„атм: alte
ra,come uoi dite, perderebbegrany parte dellegratie,@ della ripu
_tationeДм. __Ma quel,cheßtpra tutte ll,`altre cafe co/tringegli huo
i .mini ad ammirarla e` ,. che per queßi fuor' honori , @aper que/te
‘ _' . сссеЦепке ella nonßßima niente piu di quel, chefacciano l'al­~
.tre donna@ pare, che mo/iri di non conofcereß'fießagßche con
`que/la humile, difcreta manieraji души dauantaggio, @
fifà rendere maggiorl honore . lDico adun'que,che que/la `Yigno '
ra -riefce . nelle conuerßtioni fingolare , pellegrina , percioche
fella актом tutte lefie nobili'parti aformare una [Миф/та ai'
Amonta . _Et primieramentel con Гайки delle parole s'accor
`dano la foauità della uoce,@.l`_hone/`là `deÍconcettisì ,che gli
_ animi degli afçoltanti rißreiti da que/ii'tre lacci/ijintono inun
punto commouere, @ rajfrenare'. _ Sono poi cofi aggradeuolii
ragionamenti,che allhora cominciate ad attrißarui quando ella
­fnifce difauellara@ uorre/ie, ch'ella nonfujfe со]? mai/ianca
V'di dire,comò uoi non areße mai Дно dudit-e . [n./omma e`
l"tanto oaue.che u_i pare,cheparlando тест/Ё соте allincontro
‘. ,tacendoparla, (учfà colfilentio un’altra armonia,pofcia che ri
:jlîfìlfggìí -mo a quell'ambitione,chea molte donne ¿commune , di uoler
.te donn.. rompere ad'altri le parole in bocca,fi ritira tutta in ß/teffaßt c5
unicuore „душно/ё ne/ìà intenta 'a ragionamenti altrui.0ltre
‘a ciò con lapronteggà dell'intelletto ella accorda un certograto '
_ Y Y rifpetto, col quale nafconde lapompafy la uana perfuaßone 5i,
` t che mo/irando qua/idi non aßicurarßdi quel,che dica,/cuopre
,tuttauia laА franchegza del fuo
' l pellegrino ingegno. Jieguonoun
.dolce
aie-.e o кто. ах;
>'dolce fifi ‚ (dan lieto [guardo , che ui rappre/interebbono una
eßrema , (27inßnitagioia ,ßtnon chefono contempraii con una
grauità dellafronte , ldelle ciglia , che ui-la/ŕia in dubbio qualfia
maggiore-ò la .mae/ia , iila piaceuoleeea. .Et quando auiene
che lanimofuo/iaßifpinto daqualche allegreQQa , uoi lo uedete
to/lo adombrato dal uelo dun’ aßettopenfiîß . Et fedi dentro
ella s`o/cura per qualchemalinconia , ecco, che pernon recar
noia, ui pre/enla ne gli occhi, -(9.nellafront­e un certofereno.
che non laß'ia comprenderela fia contraria paßione . Jggiun
geteui poi que/l`altra diuina armonia,che nel di/iribuireiteÃ
fire' della gratin Дм, ella mini/inaunatalegiu/litia ucr/ii tut
ti ‚ che non ui e` alcuno, neigranole,­ ne` menno, ne` infmo,
che non confeßi d’ eßere trattato conueneuolmente da lei
fecondo il fue grado , (9 que/loe „Дм .principalßimo co/iu
me . 'Welpen/ate , ch'ella in .ciouße/iremaliberalita ,an
Qi ui so dire , ch’ella fpende utilmente il fue danaio, percio
che doue lfaltre donne non poßono con larghifauori appena
acchetar l'animo altrui ‚ ellafà in modo , che tutti con po
ca mercede [i chiamano grandementeguidardonati 5 @brie
uemente ella mantiene >un certo accordo , una certa mi
-fura , con la quale in un punto compiace ad altri , C17 fal
ua il /uo grado . Et come che ad ogni flirte di„фиг-41
оно/111 [empre il “ф benigno , ella pero/piega più chiaramen
te i raggi della gentileza Y, (27 bontiì fua ner/o gli huomini
wirtuo/i , della cui conuerfatione prende marauigliojo di
rletto , il che e` manifeßo , fegno del uirtuojli auimo uo. Segno d'1ni
­Zl/la uedete il grantorto,chefal`inuidioß fortuna a gliД21ч ro' f
.riti gentili,(9eleuati , poi che non ha conßfntito di darle,fi
@cogne meritaua,lo/iato , Ф 14 ротики 41 Trencipeßaaccioclre
- ‘7’
à ч _ ».«rL t a 1L о
haueßipotuto со]?premiare, (ул голыш conl degne dime/1ra;
tionigli huomini uirtuo/i, comegli honora ‚ C17 ricono/Ee con tut
to l'aßettodell'animoßeo . Io non uipotreidirepienamente le до
ti di que/fa rarißima J'ignora, maper conchiudere il mio ragio
namento, ella ji potrehhe proporre per un'e/Iiempio , del qua
le hauejfero a feruirß tutte l’altredonne, per diuenir grate, C#
felici nelle conuerßtioni . Сапа О ch'iofono in tutto priuo
di giudicio, o ch`io m'i'ndouino douejia дикого queßo uo
/lro honorato difi'orß . il qualefi conforma in tutte le parti
alle uirtii , alle gratie, (tj ai meriti di quella ‚ ch'io реяли
(y pen/o di non ingannarmi; oltre che coß mi fa crederela
lunga famigliarità фрицы} ‚ che hauete con lei. лцц.
Il mio difcorfo id'una ßla , nondimeno fe tutte le donnedi`
que/la Città l'udijfëro , еда/Бит: penferelihe de_[fw quella .
Ma noi potete cofi ingannarui ne giudicare quale io inten
da, come ptr/jo io ingannarmi nel giudicare quale intendia
te uoi . Ma uaglia in que/lo il jilentio fra noi, @feau
tenti ciaßuno di portaril ßeo penßero nafco/lo . 6.11/ . Сор
C5 qual ter
[ifaccia . Mapoiche hauete/laêilitele manieredella conuer
míneiïa pro
Enfin a gli /atione delle donne, Waßegnato cofialto elfempio, io-con/ide
uomini lx
conuerfario
ro , chefor/e non conuiene agli huomini il pigliarfique/la con-r
nedellcdon
ne, uerßttione per continoue efjircitio, (Ы chefia „тега uo/lro il di
chiarare come e Cf/a qualfine 5’hahhiaatenere la conuerfatio
ne loro. JNM. .Mi piacegrandemente,checon queßa di
N
manda m'hahhiate dato occafione di porre i .douutr termini
alla eonuerßtione delle donne , non oßante , che queßo [ia *ca_»-_,_-._ _4

Orio di ¿zu fuori della noßra principale imprefa . Dico adunque, che
ford.
due [ono le рт dell'otio , cioeil uitiojo, (y Phone/lo. Chia
mo, otio тиф quel, che ria/ce' da uilta` danimo , @che
l
\ ­ ` "
‘s s с о к n о. 'i ц,
.Él
T
т
ц! 1111141 l`louomo dalle urlgilie, 44gli/ludidallefaticlmëwa tut
tele lodeuolioperationi ‚ che ¿proprio 41 coloro ‚ cheßno in
utili al mondo, @temono il .5`01е ‚ @la pioggia , ne 44 altro
'
\
[то riuolti , che 4 ipenfieri accidioß, @al 449940 41Vene
re, (9 34100 . 6.41! . Won l'intendegiâ cqfìunfratellodel Humm(
[то ‚ che 111114 ие/2‘110 boggique/logiußßone ,il nale ali/corren “т?“
Ew;
domi delle cafe fue mi diceua ‚ che/oa шит/144111, de’ ua
*ï lil tre uiuono ‚ соте еф‚401ргорг10244оге; ma cb'un 411010
@v9
Er.
‘ non uuole lauorare , @ß ne ua tutto dì a [flajß con dire , che
2441110ро11топ1роппо ¿en pafcere , @jo/tienta” un`buomo 44
ene ; qua/ï uoglia inferire , 11041 lauorareßa сор 44р011топе‚
‚г:
è*
(ty loßar in 0110 ßa 411044 Ьиото 44 ¿ene . 0r реп/441111411
111шот1п1 44 Lene fono 41 mondo,#condo il fentimento 41 .co
ßui‚ iquali 1fono delcontinouo occupatinellhndareâßlago.
ANN. ponnoben dire ,chebanno riceuutala loromer
cede , (уч ро1 che confeguißono il piacer dell’otio, non accade»
chefiverino ilpremio delle uirtů . Ma non penjate ‚ chefeßen orion ‚а
наш gliau',
­fino otiojï 41 corpoí, habbiano ретд fummo tranquillo ‚ an@ М'чйо .
ß crucciano d'auantaggio ‚ (9' fono conßimati dalla rug
¿ine dell'otio , Cf/ non japendo флирта, hanno piu im
paccio in 411410110 ‚ cioe inegorianti nel lorriegotio. .Qte
ßo otio uile Ё cagione non folamente 41 uani, @lafciuipen
fieri , ma etiandio 41 mala uita . Е1регд ßleua diríatone, Dm „um
che <gli huomini colfar nulla imparanoafizr male. «Äg- midi“
giungeteuipoi ‚ che [то odioßal mondofejancoaDioquua
_ le ßДерниgrandemente quando un 44 роса, @acciaioß gli
chiede aiuto, Onde hanno 4 ricordarfi tuttigli otiojì‚ che non
ui e` сор: ,laqualecontra/Íipiu alflionore,chel’0tio,(t7ledili­
стеке; Etfe difconuiene ilpaßar otiofamente il tempo 4¿ligne
А 2
_ крыша-Г! .\ ч i* ‘ílgïůntheo
таи: гит! ‚ е molto piu bìaßmeuole agl'iniendemi; ритмам/л
iïfjnggñïf; grauemenfe pecca chi :afar [iene , Cty non lofa' ‚ (Ыcbe fa или!
22:15; _del male chi nonfà niente ‘di [rene . Ma perche io non/vò ne`реп
“°­ fera, nê'otio di parlare di que/ii otioß , io те ne uengo all`otio
а, мы -- а bone/lo з che с!proprio degli huomini ualoro/i , (уч dico ‚ che tut
i ti i персу apportanoßcofatica ‚ (zj/lamme@ ‚ oncle lnßgna
afar Место-‚бегемот! medicina il Ирод), ¿lpiacem iqua
Брод tanto тафта alla uita no/ìra , сырка 4?! non р0-.
treblelungameme durare .­ Et perciòl êco/'a'giu/ìa, @fopra
modoneceßaria il darßalcuna uolta драл) -‚ Cyr ric-leiamar Pam'
ma dai graui , (gr-continuit' pen/ieri, imitando in ciò Гетт—
Hmm. р!о де!!`!пи!ио‘Негсо!еь ilqualeper rißoro dellefue[тебе [i
mefc'olaua, (Уставшие alcuna-uoltaeonfanciulli, @con ef-t
Агаты fì/E-lrergaua'comefaneiulloyújaneo сыт .Age/ilao; il опа-1
le nonfirecaua afuergognadopâìle” [штоф еще, ‘di- cauach
тайга. una canna in compagnia отдадим. l[nßimma la ui ‹
Ждёт" ta noßra a gui/a di ßromenti mufici lior со! tirare ,hor со! ral-i
lent'are le cora'e diuiene р!!! ßaue. Еф riguardiamo bene a;
dentro queipuôlici,(9~Ждете!giuocln ‚ clic anticamentefaceuaï
nofare i tP'renciloi, солоде/сто ‚ clie non erano tanto 'pergloriaf
loro, quanto perchegli liuomini dopo quelloДатской тати”?
r'o con maggior allegra@ ad aßittica'r/ìcCofV. lo conofco ab ex
репы/пе non ui е` со о!‚с!7е mi confitmi piu` la uita, Cyr chepià
mi со!!! la bamoaggia delдиодом ‚ @chei eentinoui*negottf.­
JEtfê ne i mieiparticolari io maßliggoaononßlamente то]!!!
до ‚ ma perdo qnafi gli [рот uitali in quelli dimio patrone',
`ne iquali come potetepen/are , [опа coßretto рег honore, E9*
рет deleita a farui dentro un`loaliito malinconico ; fly' fr#
certo , cloe già ui baurei шрам la Pelle ‚ fe non che т!
g l
:forgo

L_".
s в с о 'N n о. - i i,
gfer pure alcuna uoltadi riconfortarm'i con qualche honeßo
paßt tempo. ANN. Contattochejialionejlomtile, (д nece/l
[то qu@fio otio , non ¿però ,chenon uijiricerchiuncerto termi'
ne,oltre al qualenon Elecitopaßare; perciochenonЛетоgenera nato'-'hm' \
più al.
h feu: rid ‚
ti dalla natura in maniera ,chehabbiamoàparerenatialgiuo- im, ‘im
"co, (уч alpiacere,ma piu toßoallaßuerità,@alloßudio delleco “f
jegraui ‚. CAV. .Voi uolete proporre quejio otio non .come ui
uandaperYnodrimento-,mapiu tig/to come infilataper фут
Iappetito,ò comeconfettoperfuggellare loflomaco,@.concedete
tanto lotio, quantoba/iaadinnani'marci,(9~à cordortarcinel
lefatichß@'uolete , chegiuochiper uiuere,ma nonji uiua per
giuocare. ANN. Сфl'intendo,perchechi nonfiлапищи? mai
Ada ipiaceri‚(Ы[ЫкфФиоЬЛЕ „штифты «gni te'
po dotioßfpettatoreßiuerrebbeintemperato. .Quindiiahean Штата.
. _ l 1_ . Y _ ~ ì n in in
пишете]?propojia da арапу lagunna/tica@ la vnu/icaper gggfmg
.dueprincipali colonnenecgUariealß/ienimentodellauita5 per- ‘° “Щ "i"
lcheß come l ’efferdtio deljaltare , @dellottare rende„шато
_ feroceao/ila тифа: loaddolci/ce; matutte dueinjieme-compon
_ gono , contemprano bene lanimo ,fedi coßumi . r.Poi che limi", а;
adunque nella conuerßitionedelle .donnetruoua principalmen pgäif“
lte оплот/тифа , ­il quale e`atto àfilleuarcidallegrauipaßio
ni,che ci opprimono ilcuore; bifognaanco auuertire, che lo[Заг
ui continouamente inuolto nonЛи cagibnedißemperar Tammo,
@di liqucfurlo in modo, cheuengaàperdere quell'ardire , che e`
proprio dell'huomo A3 lper laqualсорßhau rà adußtrenon per ci
.bo ordinario, come uoidite,ma per un ri/loratiuodella uita , ha
uendo riguardo a quellantico detto, che bißignagujiaril mele РюцпЫо.
con lapunta delledita. CAV. Vincora съедите hone/io то
utigba , comeuoiditm filleuarïanimo'oppreßinnon e`però , che
3
гт! L z в вы 0
molte uolte in que/ia [orte 4‘0110 non cadano ragiona 3
menti, ne i quali conuiene mettere fiudio , (9 aguçur
10Л11г110 in maniera , che in uece di ripofare egli talhora s’af­
f'f'“ fatica piu , che dentroi negati] . JNN. 10 [limo ,vv
che non ui ßa alcuno hone/io otio , il uale non habbia con
giunto 044111110 dellanimo , ouero clel corpo , an@~ e` fen
tenga de faut] , che al godimento dell'otio e` 400004010 l'ap
prendere , (9 lammae/irar i in alcune co/e. Et pero uoi
uedete, che quantunquelamufica/ia /iata introdotta per otio,
{l}per diletto dell'animo, nondimeno ella non :impara a сад,
maa jëienea, intorno alla quale bißgna efjircitarlintelletto,
fi come nel giuoco de gli/tacchu @in altri [imili Jlli'neon
tro noi ujiamo dopo lhauer conßimmata gran parte del gior
~' _` no ne gli fludi delle lettere , o ne i publici , о priua
' ti d'andarcene o fiile , o accompagnati per lo fpatio 41111110—
` ra a diporto , doue [ё bene eßercitiamo il corpo caminando,
Ш l'animo ragionando, nondimeno tutto quel tempo iat
tribui/Ée allotio , perche e' fpe/o principalmente afue 41/00—
,
‚—
trarre l`animo dai negata’ , (17 da i penßeri piu grani .
„Шеде- CJ V. Voi mi fate hora tornar a mente l'e'Uempio de’
'" conta dini, iquali hauendo ¿appaia tutta la ßiiimana ‚
conßimmano poi il giorno della fe/la nel ballare alla di
. ńierata , nel qual giorno folo fi cauano piti fidare di quel з
che facciano in tutti gli altri . Et con tutto 010 [i ha,
fecondo l`opinione uoßra, ii conchiudere , che quello/ia otio.
J NN. ‚ Non ß puo dir altrimente , perche 10 bene efer
_, ~ citano meno il corpo ¿appr/indo , che ballando , nondimeno
fanno quello con noia, (9 queßo con tanto piacere che,tor­ со.—————-__..

nano il difeguente con maggior gagliardia al moneggio della


'e z e о к в o: т
Ä Etfe non uolete altro , io шут?) d'eßiere in они
fla parte della natura de’ contadini , perche trouandomifa
ticato dal continoue фото ‚ еЬ'Ео[ассЕо‹шИо еГдЕото „
hor à pie` , hor a cauallo nella cura de gl`infermi , io _iter-_-I
jo la fera per otio , per alleuiamento de` miei fri/lidi ‚
те пе camino hene [pelle it, compagnia di uo/lro fratel
lo , o d'altri lo _lpatio poco meno d'unmiglio fuori del ‘i ' „Ñ

la @tta , nella qual fatica io prendo marauigliofari- ' I


paßt , fly rifcuoto il mio languido , (Ы fmarrito дм- ""
to . ‘Per la qual co a uoi intendete come tutto queltem- 0.цент В
po , che ji ßende principalmente per piacere , ji ha da por» 225512,
re otto il -nome dell`otio non o/lante `, che ui concorra Р°°
qualche efjircitio, it d'animo., б di corpo . Eglie hen ue­­.
ro , che que/fotte perde il /uo nome,quando ¿_conuertitoin
фетиш continoue, fenea far altra profeßione ; onde non
ji potra chiamar otio quello d`un mae]er di mufica , che­
flando tutto di a [едете ‚ infegni a cantare , o рта
re °, al che per auentura hauendo riguardo Filippo жжёт:
di Macedonia , riprefe :Äleßandro Magno /uo fgliuo ­ ЕЁ à"
lo ,dicendogli , che ß doueua uergognare di faper co/i “ш“
hen cantare ­, il che io conßderonhe дону]? non per hia
fimo della mußca , ma perche hauendone tanta ,con
teeça mo/lraua qua/i , che {ru/je /ua priqu'ione , @che
hand@ il penßero poco riuo to a quelle cofe , che prin
cipalmente apparteniuano alla [ua grandegea , ll cheft~
conforma con Метро dun cittadino, il quale fu priua
toda Domitiano Imperatore del fito con/igli'o , perche детина гомон;
troppo mae/ìreuolmente. вратам que/ließëmpipoßiamo Wm"
cono/Pere , che non lifigna anco регдефin que/_lo hone/lo, @l
7’ 4
ч ' ‘L I В о

airtuoß mim@che s'hanno a coßiiairei [iwi legitiem' termini',


(уч cheßißgna allafnetanto 441011500 i quanto' 141441 [1110
namento- dell'anirno. 0.4 V. ß 01040 ‚ chefiaimolti diporti,
(917140011, ре:г теф` de' 114411firaßerenanooltre modoglißiiri
ti, tengano ilfrimo-luogoqueiconuiti nongià-[бито/11 mafaci
11 ‚ @famigliari ‚ 010010110 ргор‘В 44 un poeta per Éeatitudine
(„при fo, 401144114. „псы. 5100111010044111'й1епп1р110р10п141/110—
1332310 „1. pito", (741 confußone; cofivi priuati{то pienid’amore ‚ (уч di'
nu' quietegcb' come'quelli con la diuerjità, fŕ/delicateqadelle uiuí
i de inuitano 10 [кг-[511041dilettal Cyr alla [411014 401 corpo; coltr
(‚ш/110011 14 рафтопш, 10 tengonoriuolte alla conßlatione del
¿im :i Fanimor com h non mipogo'141141041 601104110 ‚ (дриад
‘°‘““"`­ carel'liumanßimocoßumedi [14110145-4040‘1р410т1ъд11 ami
ci, (171 41011111'4000144110 a portarciajcuno 14 44[101110110 ordi
naria Бот in cafa di clue/lo, 11014 41 quello f 4040 fen¿a alcuna
graueeea dińreja ,» (Ыcon diuerß, (yр14 commodo'apfareccliie
_ lafciandofuori della [10114 141111 loro'noio/ìfenßerißgodono lie
tamentequella cena con una marauigliofa carità@ concordia.
' JNN. “Per c'ertoe`degna dilodequeßa gentili/finta u/an(a.
Etfe callioranelfar iii-aggioriceuiamo [орт 1110/10110grande
confolatione,difcorrendo 4 144014 che
te quanto Да maggiore ilyiacerei con rifulta
perßneДот/11410, penfa
daiconuiti de'­ рач
renti y @j0411 amici . wir. Л; credo anco , 0110 in 040111401—
1041114110111т0т1/1110010121по10[401щ1‚ (gri[401 сед/141714011
@u deb; 40 4Д10110, cnediciofacciatealcuna menzione. JN. Non ha»
ifßzgâlf'ê no mancatoalcuni ualorofi ß'rirtori di р10р0110т0110 411111114—
M“ kgs" п1010‚4рр41101104114114 conuerfationede’conmti . [Ida que/life
no rprincipali, che'l conuito 400 cominciai' dalle G'ratie, aff'
nir nelle Muff ‚ cioe` che'lnumerode'cmuitatinonjia minore
S E С один 0. "1
di tre ‚ ne` maggiore di noue ­, chei conuitati non[i»to/Irina ciar- .. ~,­ -‚
latori ‚ ne` mutoli , ne`faccia alcunoрефрен: 4!parlar eglifo- " J
. lo,perche non e`co/a hone/ia, ne`tommodafyr[iсоте del uino.¢'o
fidiragionamenti hanno da едет tutti partecipi . Сhe i ragio
namenti ßano piaceuoliv , di quelle cafe, delle quali nonßÍoì
tempo diparlarefuoridi сад, mentre fattende a negotg'-, (ya/e
‘TT
Ё.
Re
‘_T’î`*`s`
Ь“
E- 'i'
flapoßäbile,A baßôiano con la piaceuoleey congiunta lfutilita .Et
come che difconuenga fragli huominiмы:pero piu di/diceuole
fra
ß renle e il parlar di co/e
malinconicigli dubbiofe,
ajcoltan (9» intricate, con le quali „Wh4..
ti. Etpero`ßKraccontaaße/ï
t дм !’е!0с1иеп(а
endo ßimolato un certo
‚ ry'poß, oratore
@elle с0]еa ‚uoler ragionare
che richiede a tauola del- ""'°‘9‘°‘*
illuogo,e`ltem­­
po preßente ‚ io non le so ‚ unelle, ch'io so nonfono eonueneuolt'
al tempo , fry luogo rejente . Finalmente effendo ridotti infie
те ! conuitati inЁрш 4! lreniuolen¿a ‚ hanno afuggire fopra
RÑR
`<rè
ogn’altra cofa non/olamente le conte/e, ma ilparlar troppo liée
ro,il cloe cli/conuieneр!!! a tauola, clie altroue , perche da` ßfpetto
di ceruello rifcaldato dal uino; (y ßuiene adimitar certi cani
da cocina ‚ iqualinella caccia_fuggonofty pre/jol la tauola Кто
arditi . [opoi concorronell'opinioneuoßra,clie non ui/ia alcuna
iu utile ‚ ne piti dolce conuerßtionedique/Ía ‚ (9 so che alcuni
1
Шор]! сопсЬ!и[ет‚ chefuße êeneil lafciare[fritti aроде!!! i т
gionamentipagati a tauolafragenс!!!fpiritt',¢'ome>сор: oltre то
do eßëmplare , (wgioueuole . Еt e` ¿en da credere, che lo/pirito
in uirtiì del uino dißretamente бесило, Фdellagrata compa
gn ia , [ifciolga da tutti igrauoßpenßeri , (т acquißando la jua
liôertà,difcorra piů dirittamente, (ty con maggior Лисица.
CAV. Intendo che l'annoрее/рт]!fecero in que/la Citia` alcu
ni 4! que/ti famigliari conuiti, douefitrouarono certe honorate
gliÀ 2 ILBÈKO' w
man“, Dame i @fra loro l’lllu/2riß’imo Sig. Veßia/iano GonY¿aga 255
wma“ altri ,fra i qualipaßarono alcuni di/Éorfi, @giuochi non meno,
hone/ti , chepiaceuoli. ANN. Di que/ti io ne hòpieno raguaglio
222212„ per bocca delCaualier Ъ’опацр ‚ che uifu pre/Ente , @gli hàfe
delmente regi/iratinellaßafelice memoria , (уч [то ben degni,
chegli , ò altro polito/Érittore liponga in luce a benefcio del mon
do. CAV,
auanti lo mi recherò
la miapartenga a compiutofauore
didarmene ,fe ui contenterete
qualche raguaglio .­ ANN.n
[o non. mancherò domani dopò il ragionamento della‘erft
r_ _.: _. tione
derio dome/fica ,ßdiß'orreremo
uoßro , ò ne ci „меня tempo
almeno,diilfidisfar in . C A
difeguente defiV.Y

Место que/ta grata corteßa . Etfra tanto ui prego, che non­


mi la/ciate ufcir della memoria uoßra. c/lNN.5`appiate , cheji
come hoggi ßando in caß Лето ‘andatifuori , сор hora д
д _ I andando
le nonfuori re/ierò
mi pojjò in ca/a con
di ciogliere con uoi , dal qua-f
lo fpirito.
CAV. lo anc orafaròjidal mio
à . lato, che que/to nodo Да
в -j- g . д perpetuo,etindif­
д, _ ' l folubile. ‚ .

it. ifth DEL .iceoNpo tiene.


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l(gn/1L CONVERSATIQNB;
D Е L SIG. sf'T Е в А мод
ô .t _ с v A z z о. .j '

пивко Т'Ъкго. ’ .
^ 1

‘et J N N. ч i' ' ~ .


3 О поп hebbi hieri co/ito/lo il pie'fuori di
l
caß uofira , come prefentate mi furono
lettere d’un medico di queßo paefe, (9*
miofingolar amico,ilqualefi`gnificando~
mi dhauer preß moglie in Genoua i
j m’inuita afar quel uiaggioaofiper ener
. . . f- -prefente allefue nage, come per uedere
una Citta cotanto magnijïca.Ma percheio рот) ueder Genoua, e
(tyquelgentilhuomo/empre,ch’io uoglio,e’l ueder uoi nö miрт?
concejlo ognigiorno,hii mandata una lettera a far per mei rin
gratiamenti, (9 lefeu/e conueneuoli, (d ho trattenuto qui lau
tore`della lettera per/eruirui Signor Caualiere , (9 per reconfor
tarmi nella ui/ia dellamata preßnça uo/ira, dellacuiperdita
tutta Genoua non ba/iarebbe a rijiorarmi. CJV. Voi mi'fa
te Signor Vinnibale con que/le parole fentir due gran dolori, I
ф un’eflremopiacere ,percioche lamor del proßimoe` cagione, -.‘~.
м
" ь I I В К О
ch'io computi/ia con ф uoi intendendo , che per me halilriate to1
to a uoifler ilpiacere, che ui era apparecchiato nelle noe@ d'un
caro amico , (9' nella ui/la d'unafamoßi Citta , (y compatifco
con lui , che haliliia a reßar ingannato della[да dolce аллигат—
пе . Tuttauia l'amor di mei/lego ha со]?granforea , che que/le _
compaßionicedono alla)ine alla marauigli'o/Íil contenteeeaahio
riceuo'nel uedere,che hahliatepiegatopiu` to/lo alfauor тётей?! 4
ßen . Ma s'egli rifaprà mai que/la paтете,dubito,che nongli
fidiminuifca un poco di quell'amore , che uiporta , non dia a
mepiu d’una maledittione , il cheper la parte mia gliperdono ,
ßerando , che alla)ine comegiudicio/ii cono/ieràahe ui era lecito
ilpi'gli'arficurta con lamico uecchioperßdiffare al nouo, di che
quantoуф commendo la diferetione uo/ìra , (уч /оттатете
ue ne ringratío,pregandoui , che con la copia de’ uo/lri dolci, hono
rati , Ctygioueuolidißorßuogliate tuttauia arricchire il mioро
nero intelletto,accioche/u/lentando io con uerifondamenti la cor
te e opinione , che di me hauete,io mi accia degno della lode , che
midate, Cty/limipiii те/leßin che tutta la magnifieenea diG'e
nona. JNM. Segli eil штоф/961 uo/lro ualore riceua accre`
fcimento damieidifcoiji, egli ёanco iluero,che i miei difcorßpi-`
gliano qualita dalle uo/lreinge no_/e dimande . Ма per тог—
nar hormaialfatto ncßro , ha hiamo hoggiJicondo l'ordinepo~
о hieri tia noi,a ragionare della conuer/atione domejlica , cioe`
di сад ‚ laquale ridurremo parimentefitto ,i capi della lingua,
(у de’ сорит! . CJV. .Queßa conuer/atione dome/lied ,per
quel, ch'io/ènto appartieneallŕfconomica,@pero haurei credu
to ‚ chela doutyleporreßtto altro capo , che/otto quello del соли
retin, ,_ mi', iqualijeruono all'Ethica . JNM. Sappiate, chelEthica
l “г -
l,ц:alla.; aprela/ìradaallэЕеопотимф
.
cheаgouernar hene unafami­~.
”ш. glia
T E к 2 о. x i,
¿liajono principalmente ‚штату ico/lumi . Tuttauia non la
feio di dirui ‚ cloe nel di/cor/o dboggi ‚ io non uoglio ßendermi à
ragionare de' modi di<gouernar bene una caja , (zj come ilpadre
difamiglia hallia a prouedere delle cofe appartenenti al uiuere,
al шутыЦ`еп1т1ем11еЛ7ф‚ a<gli edifci'f , allìagricoltura, @j
alla conferuatione delle Ли faculta, ma intendo di ragionare
delle maniere particolari , cloe Íranno aßrlare quelli di ca/a nel
conuer/ar (ia loro. Etper uenir alpunto, io dico,cbe cade commu neCöuerlazío
di cafl
comeûldk
nemen te la conuer ationedicafa, o tra’l marito, (уч la moglie; o nifl.
tra’l padre,e’lfigliuolo-,ö trafratello, (учfratello; ò tra’l patrone,
e’l_/eruitore`.ln que/li quattro capi/ara ri/lretto tutto il no/ìro di
fear/ofen'. [o влагалищем que/2a diuißonefu/fe alquantopiel
ampia ‚ perche trattando/i anco nelle famiglie il (io, e’l nipoten'l
ßcero,e`lgenero,la/ocera ‚ (Ыla nuora, i cognati ‚‘ i шашку al
tri congiuntua mepare elfe/fa щитом/{рода dir mancbeuole.
ямы. Sicomefotte il ноте delpadre, @j delfgliuolo lio comv
Pref; la madre , (tj lafigliuola ­, @fitto il nome de`fratelli , lio
aoluto ridurre leßrelle ­, @fitto la uoce delpatrone, C9* delfer­~
uitore , loo inteßil la patrona, (dla/erna; co t iopreßippongoaltel
под/девкам anco il mae/lro,ogouei­natore,tengano il luogo del
Padre, e'lgenero, la nuora, e’ldi/cepolo/1°ano in uece del[яйцом
et i cugini', et cognati {ballianoperßatellidiclre nö mi pare,clre
la dini/ione kaléia dfettome тек/жди uijiaggiiîga'no colle/oÁ
uercliießtрои/ос la princi/tal cöuer/atione auieneper melo delle
„шлифа elle le Citta non ponno efferfeneafamiglimtlafa
Сбит/3:10
miglia nö e'cöpiuta sêea ilmarito,et la moglieantriamoin cam neu-a mari
to, 8i me.
ром alla marital couerfatione diamo principio, po/ciaclie que/lo glie.

prima honore le [i dee nóßilame'te perche ella e` prima in ordine»


ma Веге/49116 ui alcuna c_öuerfationepiu eoforme ­alla natura,
I. I 2 К 0
che que/la del ina/Ehio ‚ ф-4е!!а]ет!па. сосу . .ancora сЬе'!
no/ìroproponimentofia di trattar della conuer/atione fral ma
‘ rito ‚ Ф la moglie, baurei pero per bemacbe mi diceßeprima cio»
chegiudicate conuenirßa chi uoglia pigliar moglie . .ANN .
Non mi dißriace il uo/iro лиф) ‚ @for/e che que/lo ragiona
mento baurà шт! 4! de/iar negli animi по]!!! lappetito della
moglie . CJV. Ho udito dire,cbeßprauiene talboraper acci
dente un certo appetito ‚ che uoi medici chiamate metido/o , al
quale uietate il cibo . Sea me dunquefoprauenißeper сир que ­­
fio appetito di moglie,ioper laparte mia non lo curero con altro,
checon l'a/linença, ricordandomi della gran lode ‚ cbedaua un
Detto ¿tun Йод/о a coloro ‚ iqualihauendo uolonta` dinauigare, non пои!—
buio.
gauano 5 dammini/lrar epublichê ‚ non le ammini/ìrauano,
dipigliar moglie, non lapigliauano . .,fNN. Sono alcunibua
mini tanto родит ‚ @di сор dilicato/lomaco, cloe nonfanno
mai quel cloeji uogliano, (9 dińriacciono loro tutte le conditioni
humane д ma ben‚Даром , che l'louomoßggioft/ ben Чтим s`ac
concia con lieto animo ad ogniforte di uita ‚ (уч particolarmen
te nonfila/cia ufcir di capo quellaрулению/и e`сор: пфт44 il
uoler ßentaneamente priuar [e Де”?! dimmortalita, @che di
queßa [i jpoglia, clii non procura d`bauer moglie , (уч fgliuoli.
Non dicoper ciò, che a tutti/lia bene la moglie a lato , and со
minciando da queßo capo, iola uieto a molte perßne, (y ui dico
cloe molte /ono le cagioni, o uogliamo dire occafioniper le quali il
‘Diauolo nimico della pace {тигромfra marin@ ‚подлета!
nonfolamentefà riufcir infelice il matrimonio,ma mette in rui
na molte сир. (iyfamglie. CJP. @die cagioni defidero ap
punto difapere . ./INN. Cbi uoleße ricercarle tutte compiuta
_cagione d'
infelice nu. mente ne trouerebbe molte.Tuttauia me ne uengonoin mente
xrimonio.
' 'k
T E кг 0. и.
tre principali da non tacerenel nq/lro difcoiß, la prima delle
quali è la difuguaglian(a , òdell’età,ò dello/tato del татом?
della moglie-,ondeper ischifar le querele,@gl`inconuenienti,che
poßònoßrgere , ci necegario , che i partitiЛапа eguali . CA V.
Moglie gio
@anto alla dißiguaglianea dell`età, mipare сор molto di con щи: , а: ml
nto uecchio
ueneuole il ueder unagiouinetta accompagnata aduno,che hab
bia ciera piiò toßo dipadre , che di marito ', @jcredo bene , che a
сорfatti@ofi uadano lefigliuole come alla morte,perche diuen
gono uedoue dei mariti uiui', oltre chefanno bene quelle che`l pro
uano , comefia amaroad una giouine moglie un uecchio mari
rito', (Ыquel chepeggio,fono tantoßenturateaheper quanta ho l
neßà Да ne i cuori , (у ne i portamenti loro, nonjilafcia di pi
gliar argomento della lorfragilità dalla barba canuta de’ mari
“то/арт dire qualfia maggiore,ò lagelo/ia , che riceue il mari
to , Mft/petto , che dà la moglie . ANN . шпатели?»
contro il bell’honore , che hanno le mogligrinee, (d isdentate Moglie utc'
chia а: mui

de' mariti lifci, @sbarbatellufljditemiqual/ia maggiore ò la to дюнам.


rabbia di quelle , ò la difgratia dique/ie . [n fue' non può фи
ami/là , ne pacefra queßi (Птице?ßcome Venema Sa
turno /ifanno guerra , со]? giouani, @uecchi congiuntt' infie
me non sfaccordano mai; El medeßmoauiene nei matrimonif
difuguali di conditione', perche mentre lunaparteßà tutto dì
litt adфот la[иfchiatta , lfaltra faccende difdegno , С)? quin
:lil di/eguonofra loro le соте]? ‚ che nonрифом mai. Villa pri
ma cagioned’infau/io maritaggio'aggiungo hora lafeconda, che nuAltrad`inca н.
in

| ttl
e` uando' ß conchiude contra il uolere“, ò con poca1 odisfattione cenio.шапито
delleparti,dal che ne ho uedutißiccedere molti di ordini­ non[En
¿a eßremo bia/imo , C9* dishonore, @tardo pentimento degli
lill
autori di colifatti mefcugli . Ma queßa malaßdiffattione e`
it#
e t I. Í В к,
communenieiite dal lato delledonne,fen@Дарим delle quali[i
trattano,(9 conchiudono i matrimoni] , фjiconta la dote , (и
bene[Ирßno prefintateß condotte a mariti in paejiflrani, (29
fra genti barbare prima chenefiafatto loro alcun cenno', onde
le/uenturate temendo limperio , (29 la rigideQQa de’ parenti, o­.
no molte uolte co/lrette di negar la propria uolontà,(9 malgra~
do loro accettar con la bocca quei,che rißutano cuol cuore. CJV.
5323}? di ‘Ter que/la cagione nö au{gonogieì tali di/iirdini in Francia,pai
che allefigliuole non e` meno conceduta la liberta , che agli huof
mini di dire il[И no a uoglia loro. JNN. [Ил paßiamo alla
tema cagione , la quale арф la piiì importante, (9 chepartori
[се qua/i/empre mali @fitti , (9 e` quandoßpiglia moglie[en (a
:chggagïg dote . CJV. Hauete ragione , perche que/li fpo/i inamorati
потише comeß raueggono , che la moglie non le ha portato in ca/a f2 non
la bellaria del uifo , to/io/idißmorano,(ey malcontenti del loro
7 errore non la uogliono piu per moglie , ma per uilißimaßrua ; do
‘ ue perelodolce
gliere contrario l`hauerla ricca,
co/a;(9nuledete (27 landar
bene c`hoggidi , comeß dice,a
le bellefen(a dote mo
tro
uano piu amanti, che mariti, (гурта pochi , che s’ammoglino
per lamor di Dio , perche hormai tutti hanno apertigli осе/та?
non uogliouo la carnejen@ il Драге ‚ @mandanofuori quel
”мы" la uoce, Torta reco, ß unoi uiuer meco . JNN [o ueggo .Yi
gnor Caualiere , che non la pigliate per lo uer/o , (d che/ete lonta
no dada mia int entione. CJV .- Et come В JNN . “Рег—
cheje l'huom ofpo/ando una pouera lafa diuenirferuada donna
parimenteßio/ando un pouero , fe lofafornitore, 629 uuol offer la
Signora , onde il tutto torna ad unßegno . CJV. Hor si ch’i0
u’intendo , uolete dire , che non lfhabbia a torre ne piu` ricca , ne`
piti pouera di lui, ma eguale к? quel che e` mancq , ò/ouerchio.
non
r в к z о. ` im
Sion lo metteteperdete.. Мигом non mfhauete inte
!o, 1poiche/limateladote iAcontanti . .CJ V . 10vconpace u_oßra
:mi per/nado , .chevprocediatemeconei~ uollri ragionamenti .con
.troppo ofcuri termini , 'Cf/.mipiacerehlre ,che ula/le .leparolefe- .
.condola .communeinterpretatione , .hen [уже ,che la do
:te (intendono uolgarmentei danari , (ijlefacu tadella moglie,
(Ф che coji lfintefe quelgran legislatoredi ALicurgo., quandofe
.ce una leggeparticolare , lche ß ßioßiffiro le donne férrea dote.
„лиц. ,Licurgo _diede queßa leggead unpopolome'l quale quan
.tunque и1[иЛего molti .intendenti , ui erano lperò , .come fha .a
credere, anco degli idioti, ondegli hijiignirparlar .in maniera,
.chefuff: inteßda tutti . Ma ioparlo con uoi , .il qualecon l`al­
.teeea delllintelletopotetegiungerealla yconojc-eniladellla dote/ie
periore all’altredoii , della qualefete.uoi cofihendotato, chefefu l
_fle donna potreße arricchire yunmarito .. ,CJI/ . Sentendomi _
hora piaceuolmentehurlatodauoi, miraueggo ,.cheparlatedel
.la dote dellfanimo . JNM Dimandato ilmedeßmoLicur- fungi? zg; .
l l I l l .

`goperche uoleße, cheßpigliaße moglieindotata , egli comeßpe- драный“


te,faggiamente rifpoßt ,perche nonje nehauelfe a lajiiaralcu~ I,” ¿www
.na perpouertà, nea de/iderar alcuna per riccheeea . Ma per»
.the ino/fri tempifono molto diner/i da quelli , io in шт поп hia
[тощие perß/lenimento de' carichi matrimoniali, perman
tener ilgrado дешев: pari ,/iprocuriuna текста dote,ma non
_s'imiti gia due uecchi di queßa [ma , i quali trattando
maritaggio tra`l figliuolo dell'uno ‚ (gr lafgliuola dell'altro,
fono ßati lo /patio di cinque anni[apra la детина di cen
to fcudi prima , che conchiuder la prattica , dando aßai chia
ramente a conofcere al mondo¿E di parentadodi di rohliafußëro
piu de/ideroßßt per tantofia enea tener una uia megana non
2
iЧ. L I в к о
Moglie не _ ' _ _
23:35 nè la fcegliendo ne` pouerame ricca,perclie communemente la pone
ra mette in ca/a delmarito la nece/îitiì , (dla ricca la ruina.
Ma ritornando liì doue comminciaißißgnaguardar/idipigliar
moglie per capriccio, Ciddi lafciar i indurre ßlamenteo da ric
cbeega , д da lielleeeaJenQa uirtii. Et que/la mede/ima conß
deratione deono far le donne, le ualißgliono bene [реф inua
girirß el’una cßeriore apparen«горний almxa' ‚ i quali come ci
preßi riefcono мы? lellimiaferreafrutto . 6.11/ . Toit/ye non
êia/imatela doteper/o/lenimento del matrimonialpe o,io credo
anco clic non liaßmerete la lellegea della moglie per con olatio­­'
uogiiebii ne del marito. .ANN .Ancora , cbefia 4072: lella colei, cbee bel
n' la d`animo , nondimeno io non uorreigia` per compagnia di со]?
lungo tempo una deforme, perche la natura noßra alborriße
le'co/e laide , moßruoß; oltre cloe un uolto deforme epreß
molte uolteper uno indicio di'mali co/ŕu mi , (уч di rado auienei
cire lellanima alberghi in brutto corpo. Еt e pur uie alcuno,
¿batiendo ricono/cinta nello fpecckio la /ua deformità , halbia
con la шт} compenßto il di etto della natura , uoi uedcte però` ,
cire que/li uolii de’ Ватт: danno /oggetto di' ridere , ф ßno
in poca confideratione, (yßdice di loro come delle ßrnie , clic la
natura ha ue/iita la ridicolo/a anima loro d’un corpo ridicoloß .
жжёт" Et qui nonß delle tacere l'eßempio d`un .Yignore di liruitißi
mo afpetto , cloefii inuitan a cena da ungentillruomo , doue egli
andò fen@ altra compagnia ol’un река; auanti l`lrora della ta
uola . Ma la patrona di и}: ßimandola dalla di/parutee
¿a un eruitore, cloe per auenturafulïe /lato mandato auan
ti dal Signor conuitato , (27 loauendo occupata la [ша/[4—
miglia in altri fir uigi , commando al 5ignore, cloefendefji cer
te legni., il che egli fen@ contradictione s'accconciô a fare.0r
ч
Y' E R 2 о. 'In' ч

­ föprauenendo a que/io atto ilдети/шато , gli domandò pieno


di marauiglia , che cofa'fa сор ‚ al che egli con lieto uolto rt/pofe,
che portaua la pena dellaДм deformità . Voi uedete adunque ¿mmm
comeßdiminuifca la dignita delleperfoneper la отпада loro. :lim-ffl Ё
Oltre a cio io и! dico,che nonfolamëte non uorrei la moglie de or www'
me di uolto,ma ne`anco inferma , nefgangherata per bene defl
gliuoli, i quali quanto piufono digentile aßtetto , C19 ben propor- Èëßâï d’
nati, tanto-piu/onoamabili , atti all'impreffe, (ff/capaci di di
диод ‚ C17fauori; (уч di qui паре ‚ che’l “Роет Mantouanopro
metteper bocca di Giunone una bella ‘Ninfa in matrimonio al
Ke del uenti, col meeo della quale egli diuenga padre di bella pro
le. Coil/.lo credo certamente, che Лапа molto infelici quei mari
ti , chefitrouano non pure infatti , ma inßgno le brutte maglia
lato , ne 50 qual difgratia/ia maggiore l`hauerla pouera, д brut
, ta . лыж. c/íllhora !!]4рге:е,о1иоп4оßprete qual/ia m'ag- щам” Peg
glo hauer
нега ‚ ò
gior difgratia l`hauer mal da cena , д mal da dormire . Cow. „ш m
Egli e` il uero , che'l male della pouera ¿quajìincurabile ,doue gh"
aquello della deforme ui e` pure qualche rimedio . `AcNN. Et
quale? сосу. 1!prouederß d`una bella jerua, ф]!!! quello,
che diceua non sò chi,
S`alcuno ha brutta mogliefejuaga ancella,
УЛ que/la , фgli одр! d`haucr quella .
.a NN. „Que/ia [этика uiene da lafciuo autore , @7€
degna piu toßo di riß , che dimitatione , ß come non lha
già uoluta imitare un gentilhuomo di que/lo pac/e ‚ acui
e` toccata in [то una moglie di ßatura grande con alquan
ti peli lunghetti И! mento , (уч con la bocca di tal garbo, ‘
. che ui rappre/ema unferro da carniere, (orlaguardaturatanto
2 a
i; r ii х o
fiera, che lafci'ain dubbio/è[iadonna, ò tigre.- Еt , perfuir
la, êuna'di'quelle, lequali riguardandoßfàpiupeniten¿a , che
peccato. 0rracconta’ilmarito, chepajfando leil lungo una con
tradai'ri compagniadalcunebellißime доить/Е fermareno cer'~
tigentilhuominifore/iieri a'uederla con riß@ marauiglia , 629
olopoiv s'acco/l'arono a lui dom'andandogli chi' ellafußeA , il qua
le per nafionderla fica' u'ergogna, С?) per non raddoppia'r lo-~
ro le'rifà, rifpoßflringendofi alquanto nelle/palle , che non la co’
nofceua.D _CAV .~ Co/iui' può'ben dire", che hà pià moglie , che'
nongli bijägna'.- ANN. An@ eglicon tutto „агата , Cb
la tiene per cara. CAV. Voi mi raccontate lagran bontà du»`
marito', ф la' gran uent'ura duna moglie; ma io m’imagino`i­
chefe ben non'in e`cara, almenofaccia di lei' quel, che [i fiole'
delle со]? care' ,- cbeß rifparmi'anopià , chepuò, су» nonßfird
_ ua di lei', ß: non per qualchegran neceßità, ne` uoglia/econdo il;
„смыт; prouerbio'inebriarfidel[uo uino". ANN' .- Je non gli i cara al
‚испод/{сига} che nonglißtrà rapita .~ CAV .­ Ben dett'ò,per­r
che la brutta'moglie ¿ßmile al bancone de beccari, cheßàgior-f ­
Маши no Cf) notte in piaga jen@ фи rubato'. ANN .­ 0r­ ue"
‘L gniamoalle belle . CAV. .Que/le [то bene il rouefcio di quei'
banconi , perche ogn'uno> cerca d`hauerle . Et mi ricorda',`
ch`un gentilhuomo' mandò un pittore in сад duna' bellißii
ma donna per hauer­ ill/uori'tra'tio, ma/òpragiungendò il'ma
_ _ Y _ rito nel­ punto, ch`eglicominciaua a ritrarla, lo' cli/lurbò­ cai.fi
ваш???“ ciandolo“ fuori di вар , con dire', che a'quelgentilhuomofà-f
` rebbe perauentara uenuta' uoglia dopò la copia , d’h'a‘_uer"
anco loriginale .- Ma nel paragone' della' bella' ‚-` @del
la brutta`io‘fen¿a'altro direi, cheßa manco'male идиот:
golatofòpraun bel legno. ANN. Sißioldire, che chi hàc'a--i
' . Haile’
T E R Z о. ' ’ u3 ­ I
ч_ inan LiancoAuolgarlmotto,Allmiioltaŕella?mo
qucllfaltro , (27 Lella moglie , .non e`mm'fen@danno;fzyß
doglie, C17'uie`е РгепсгЬЬ,

„и ‚ cbc/irdccontano .tutto dì eßèmpi di детищеquali con 14


f .Solar ¿allega loroloanno ширм 14 morteamarizi. Olirèá 'slim' сг
mura со.
‚ад non детдома/2 ‚ che4114Ье11е<<4 e`congiunta Fintoleraêil ä'imbia
.Миш ‚ (мы 14 moglie JHerodequamungue/oêria ‚ Clica
С[in ,fà pero per ldconфиги dellaДа Ье11е<<4 .oltre modo inß
Jente. „com :Di _que/io cßêttonëdiedo/egnoilfPoeta quan
do cli/ji.
Y' .Et lyà fi egualea leßellaçe orgoglio ‚
Сbe dipiacer altruinoar „che 1еЛ214сс14.
„от. Mggiungeteui ,:chevdallelielleäquengono .le tentatio i’
mi, @dalle „tçnmuoniildßhonoregondrggliê-qua/iimpoßîi- .
‚1е‚2› di rado auienmlie {дном/по inßemequelleduegrnnnemi '
.che 1е11е<<4 ‚ @.boncßcì ‚ фта1фрфпоф'сиrare quelleco honcßâ
М'т'non‘l
ß’ ‚ nelle quali concorrono ifofpiri Q {9 iамид d; шт;„п РдРд жест
',lo;con ciofia chealcuni danno loro l`afßltocon 14 bella@ ‚ altri
I.con Fingegno ,Yaltricon Ге1oquen(4 i (9 .altricon1е пятке .
mEt quando риге ß truoui con 14 Ье11е<<4 congiunta “ют/14,
‚ .non ¿pero ‚ che quella ram Ье11е<<4 non/ia ¿ene 41 mon
.daß/flotta , (у clic nonfifacciano[ini/¿rigiudicg contra 14fa
.ma del marito , @della moglie . La/cio qui di dimi le guerre,
¿et le ruine de’pac/i ‚ (ff/popoli aucnutefer Fcßrcma êclqua 41’41
.cune donne , т: ¿afin di concbiuderemloe ninna coja 41 топ
.do eI cagione dimaggiori difcordie ‚ сЬ’ипа donna , laguiole/ia de
шагам da molti .huomini . Conf. 'Dunque nonЛpuò tor
re moglie mi Ье114 ‚ nè блат/Энда danno ,fà meglio non farla.
ANN. e/„i'n(i bißgna toria né bella, mi brutta ‚ соте hauete
,detto . lo appro/igran “три/4 ‚ che 14 рвфгт'опе dal corpo con
3
î =l L t в д o
‚у, n, l, [те nella mediocrità , cioe che nonjia mi troppo rolru/lo, одела,
5555313: "ni troppo dehole, o deforme ', perche Гипс rende leperßne auda
ci, @ygonfle, l'altro lefoì ahiette , (уч pußllanimi . Et per одр
I
commenda la forma meeananhe e`propria della moglie , @fi
mit“ те Lia/ima l’eßremita della helleeça , @della отпада; perche
luna cruccia, l’altrafatia. Injomma lefatteeee della то
glie hanno da влёт, tali, che nonДат rifiutate dalgiudici'o uni
uerfale, ma piti to/lo trouino qualche luogo di gratta, perche que
flo /Éruirà al marito dune/limqu ad amarla , (уч dunfreno a
ritenerlo da i penfieri dell`altre donne , altrimentegli farehhe po
co cara , percheßpoßiede confaßidio quella водное alcuno non
¿new à: degna d'hauere. CJV . Et che ui pare di quelle,che s'aliheli
‘imm’ fcono per arte fcußindofi , che cio fanno per piacere a mariti?
JNN . Che ne credete noi? CJV. 10 credo , che i [теге/75
'f ' ornamenti, iqualipiglia la donna nell'u cir di ca/aßanoper pia
' cere piu to/lo a quelli,che nonfono di ca/a,che al marito. JNN.
Dolihiamo anco credere, che difpiacciono a ‘Dio alterando lima
gineДм , @ya gli huomini cercando di ingannarli ; (dn on cono
co io per/ena di ¿mongie/lon cuinon aggradino piii le maniere
fchiette,che le artificio/e ­, @y dourehhonopure ite/li uoltifmal
tati,calcinati , (ty porporati rauederjidelle (‚4,11 ‚ chefannogli
hu omini in dißoarte delle lorofconcie helleeee, dalle quali ne1:9
guono duefalß' perfect/ioni , Гана co’l darß a credere defferfat
te helleper „то di quei colori , nonfapendo , che come diffe colui
Il lifcionon puo d’Hecuhafar Helena. Y
l`altra e , chefipenßinoahe i riguardanti tengano quella pittura
per color naturale , (уч ho conofciuto io una che faceua ungran
chiama «о contra le donne contraßittefty lafciocca non {ас
водопада, tinta delfuouolto торга , laquale Бега attaccata t

T E R Ё Ö.
allagorgiera ‚ tlfella baueua al collo . jl/Iafimili donne merite Eli'emplo
`una mg.
rebbono la pruoua , cbegiafece di molte altre quella bone/la ma :ions.
trona , la qualefacendo/i ad un conuito ungiuoco , nel quale cia
L
fcuna commandaua,@eUendo toccata a lei la uolta,fifece por
tar un „ф clacqua , doue bagnate le mani ßlauô il uolto,impo
nendo a tutte l`altre,clre coßfacejfero , le quali non meno con di
ńiiacere , che con uergogna fi fecero corrergiii per le guancie lo
. ßemperato belletto . [o cono/co anco unagiouine il cui collo duo
meßfa s’a]]omigliaua a quello d`un magnano ‚ @bora fe ne uiì
lungo le contrade со]? {тЫатагмд uogliamo dire imbiaccata,
cite non pare piu deganuttauia quando ella torce alquanto il ca
po,lefifcuopre la negreçça dun colloftyd’unagola издатели
te dal uolto, che ui pare di uedere unafiguragrottefca, et dire/le,
che quel capo ê/iato leuato dal collo d'una fiammengamt accom
modato a quello duna Мамам/14 me/Zbina nö ‚сети/адов
quelle concie da uolto,le quali[то defcritte nel ricettario di Don
wle/Sio, panno anco /eruire alla riforma del colla@ dellagola.
ANN. .Se сорfatta uanittì ba da effer perdonata alla mo- im: ti (ci.
hi.
glie , non meritagia perdono laгода ca/ironaggine di quei mari
ti, iquali ueggendo il manifeßo lifcio della moglie , uanno bia?
Ч *rver.
fimando le don ue , che[idipingono il iti/o, (gigiurano per lani
от.-M_,
ma , Cty per lo corpo , che fe lafua cio facejfe , le torcerebbono il
collo . Ma non so qualißano piufciocebi ò quißiaì quegli altri,
’et iquali/c ben ueggono ifinti colori della moglie , /i lafciano perßia
dere , cbe quella mafcberataßafatta per loro diletto , Ф perfi
nirlaß lafciano acconciar la berretta in capo come eye uogliono. j" "
il
Смп/ . 10 ue ramente non faccio buon giudicio di cotali don
ne , (29 /l-imo ‚ tbeji come hanno i colorifinti nel uiß ‚ со]?por
tinoi penßeri finti nel cuore, ne` Лиф; afpettar da loro una
l
4
'-"- L t в 1L o
femplice (Ы leale одетом» (от е` ben da credere, che il nudo'
. @Amore non ami que/ii artefc'i , сот о]!сог! 4! Ье!!е«е; (с)
fi uede anco,che'l no/irogen tili/ì'imo To/fano per' motteggiar le
donneßudiofe de lifcifzydelle belleîçefatte a mano, per dar
jingolar lodea madonna Laura, chiama laДм депеш natura'
me?? n" е . „t NN. ‘Diremo dunque' che la donna leuando lefatte@
¿e di Dio , piglia quelle della meretrice, о cheß come quel che'
”Щей
‚БАБ-ш:._
nafce е' opera di Dio', со]! quel che fi cangiae del Diauolo. Ma
:ÉUÉÍÍÉÄÍ con tutto cio non uoglio reßar di dire ‚ che`l bando di que/io ar­'­
“al” t'ifici0 non e`~ со]!generale , che s’habbia aßendere in tutti i caf?,
perchefe e' lecito all’huomo ilcercar rimedioper leuarß dal uol-V
to una macchia о altra dißt'a шлака ‚ cheper qualche accidente"
i
glifaßprauenuta ‚ moltòpiu` debbe effer lecito alla donna il prol
curare di corregger con arte qualche imperfettione o naturale,`
о cafua le del/uo ui/o ~, onde ui orrerno que/iotermin e,che tanto'
fia lecito alla donna il porger/liltcorß con la mano a qualche par'
tefcaduta , о mancheuole delдо соф, quanto ß truoua посети
" riamente a/lrettao da alcuna indińtcißtione',o dalla'conßruaß'
tione del ]!40 donne/co'ßato, mentreperò­ lo­faccia c'o/ilegg'i'er­IV
mente, (27 con tanto dißreia maniera, cbegli occhialtruiò'non'
uegganol`arte , o ueggendola non reßino punto 0172]! . Et poi--`
chejiamo chiari
re moglie nel dalnenoßro
bella, principal
bruttafuor di dimißira
соф ‚, che
egli non fha a pa]l
e` bene,che tor~

Лото auanti , (9 che dotiamo hormai la' moglie di quella dote,


connduh che rendefermo , (Ыßabileil matrimonio . Et primieramente'
Eignung- habbiamo a riprender Tabu/o di quegli huomini i quali non er
ät' m°­ uano altro ßile nella elettione della moglie, di quel che 5'ufi'­nel
mercato de’ caualli ‚ intorno ai qualiuà il comperatore congli
occhi ben ricercandofe ßnogiouani,fanudi bellaforma, @je
T'EKZ О. n;
llanno quelle parli eßeriori, le quali dannofogna di ¿um definì
ro ; Io non megogià ‚ che dalla/[Jetta Жила donna non Лети--`
prendano alcune apparenQeo di êontà ‚ д d: malítz'a . {Mapa}-Y
clve dalla ¿occa di Dio ci uien detto , che non'doêêiamofargiuda'
ciofecondo lafaccia, солист ußr altro раджа, Ct) piú util r:
medio di que/lo . Cof/f. Íolodai fempre quei meritaggi,cl1eß
trattano alla libera Дока nafconderalcuna coßz , laquale friß
pendojîloabôia daportar noia , @pentimento all'una dellepar
ti. Ma nonfoglionogiàfar'queßo tuttiglißuomíni,fzy tu'tte let.
donne, pofciacheß cercano/empre di сорт/серы ¿befìpuo i di
„ ferri non meno del corpo', che dell`animo ‚ :mirando quelрта d’unEffempif
pittore
re , il quale Íoauendo a ritrarre un „Утюг: lo/Eo ‚ поп lo uolle di
pingere con lafaccia intera, ma lo rapprefentô in proflo , naßon .
dendo laparte manrbeuole dellocclno . лыж. ÉNonfecegià
(aßCrate flo/ofc; ilquale e/jendo dimandatoper marito da una mm“ ‘il
Craze.

шт.aß donna ‚ 1е andò auanti ‚ (9 imaginandoß , cliella non


[прет ,ìlfegleujfegoßßm @pouero ,ßleuödalleß'alleil rubar
ro , la tafca , е’! ôaßone , Ctypo/ìo'il tutto титле Pfote/lo, che
le[nefacalteìff/laffmforma'emno tall', quali ella России uede'
re , (уч che uipen/aíleëene per non hauerßpoi'a pentire ; ma non
lafcio ellaper queßo'd'accett'ar ilpartito aßermando ‚ che non ha
urelêe potuto/@afan ne" più bello, ne" più ricco marito di lai .Y
'6l/Uf. Hor итоге al rimedio ‚ che per/Femm@ deïmarití loa
net'epropoflo'dì dare.- JNN. [o ue “пледов bora con llanto
rifàî ¿Olimpia тайге delgrande .Alejjaudro ,la cuißntenga limpia,
Sencëza d`0`
degna'di' lettere aryorole,cl1e le donne s'habßiano afino/are prima
con Гоше/осе с/ое congli occhi; la onde non ci permettendo il ui
uere di que/lo rio/ira риф d: poter pramcar lilveramente per le
eef/¿ü erartenercifamigliannente conllegiouani da mafirmo
т
д \ L I .BÍ K Ü
nu Кий in Francia, 40Ь614т0 alm`eno procurare a tutto noßro .
Potere,che 44più duna lingua uengano all'ofecclrie no/ìrefedeli,
(Ы indubitate'relationi delloriginedella uita,('zy` de’ сорит! lo- ч
ro . Ma`l`auaritia del mondo ¿tale ‚ che ß ricercanogli aßni ‚ i '
buon@ i cauan di buona ragga , ma non /i rifuta la moglie ui
, tioß ‚ ä]mal nata,mentre che 1241114 danari aßai . Or chi 194
fana memnß riuolga/opra il tutto all'inqui/itione delle qualità
della moglie , Ф della uita del Padre ‚ (уч della madre ‚ ricor
dando/i, '
Che lejquila non<genera Colomée.
:fähig: Et ueramente e` сора qua/iimpoßibile il tralignare da 10143310
а‘жд} f“- ri ‚ Ф so che ui ridurrete a mente quellefamiglie, nellequali [i
ueggonoßiceeßiuamente ne i de/cendenti le radici o dauaritia.
Д, o dißolidegça , o difagiano-di едим/мкм) d`altri difetń , it
quali tratferendo/ïnegli animi ‚ (29 ne i corpi de’]‘îgli'uoli uifan 4
no Штрафбат, @ 44 loro ne nafcono altripeggiori-,onde 104 luo
т‘тЫт go quel detto , 44 mal coruo , mal ouo', /ïcome anco ¿coß qua/i
impoßilnle , cloe 44 buona pianta ‚за/24:10 cattiuifrutti. con’.
[o non m'accheto molto 4 que/lo uoßro difcorß,percloeß uede e5
14 ргиоиа ‚ che que/ia regola efallace ‚ per non dir in “то/41 4.
53.12 Еtß’ andate ricercando lianticbe loi/lorie, uoi direte quafi,cl;e 14.
ofi „110- ‚шит nanfa il/uo uffcio , (9 их]? ргфпгетппо auanti pri
mieramente molti elpmpi dliuomini ualoroßgenerati 44 padri
_fciocchi , Cty uili gfůper lo contrario trouerete molti altri, che de
generando dalla grandeqa, @dalla uirtiì de'maggioriJianno
menata una штраф uita ­, fdp alle cof: pre/enti 1241114
Маагй щ. то 4 dar quale/ve fede ‚ non ueggiamo noi, (уч non cono/cia
iii ,a hgh.
ya im. то delle boneßßime mattone, le cui fgliuole portano ilfre-1
h. е.
T E 1L Z о. n.6
gio di femine del mando? dal chepoßiamo certißcarci, che nel
matrimonio ha piu luogo lafortuna , che la prudeneaat che ha
Нар?)(а tante ricercheß'gnarßdi croce , (9 congli occhi chia/i
lafciaiß condurre alfacißcio . JNN. [l dulihio che hora mi
uiene mofßi da uai eueramente „шашист degna del uoßropel
legrino intelletto . Ma con tutto , che non uißpoßa negare, Che
da padrigenero/i non uengana alcuna uolta defgliuoli di natu
ra uili,(9«fciocchi, in maniera,che la mia regola/ißuoprmome
' uoi ditefallace; [o nondimeno ui rifpondo , cheßino alcuni, i qua „a „i me
li nonßilamente tengono la uo/ìra opinione, ma uogliono dßolw ЁЁЁЁЬЁЦ'
tamente ‚ che’lpadregenera/ogeneri ilßgliuola uile, ilche anco/i
conforma a quelprauerhio , che ißgliuoli degli heroißmo un ui- newbie.
tim@non confentono , che in cio la natura manchi del/uo ufß
cio, anei aßermano , ch’ella manca quando dal Tadregenero
ßt nafce il ßgliuolaßmile, fondanoqueßa loro opinionefo ra
alcuneßittili ragioni, le quali hora tralafcia. ßando dunque tut
te que/le co/e,conuerrehlie a chi nale/ß’pigliar moglie utile,auuer
tire,ch’ellafujß nata di padre , Cf/ madre inutili, Cty dourehhe
ogn’huomoßiggia a/lenerßdalla moglieper nongenerareßgliuo
li priui dintendimento . Ма io non l'intendo caß, @perciò ri- _
[panda @a uai' fda quelli,che la natura eßmpre intentaa coß fââlfàîëiî
megliori,onde naturalmente da i padrigeneroßdoureliliona ueni ÍÍÈ. ‘me "
rei ßgliuoligeneroß', etß pure ne uengano talhora degli fciocchi,
(до!!! , non hißigna anca aßriuer que/li caßalla natura , per
che mirandoß can dritto occhio ,ßuedrcì , cheper lopiii que/lo
tralignamento non auiene dallageneratione , maß liene dal
la educatiane . `Qindi e` , che molti di tardo ingegno ßine con Ruim,
lungo , (yfaticoßißudio diuenuti pronti', @altri , che dallefa a f“ ‘bm
.fcieportarono l`acute<<a dell'ingegnо,ßßino câpraceßo di tempo,
ь . ­ L . _I ‚В _ “к, ` :O
Llipei. lotio i, Ьper la crapula,i`i per altro accidente датам ‚(я
faiti-languidi . 0r da que/ia conßderatione uorrei,;cbe tieni/ie
di/Éorrendoabe quel padre, il quale con moltefatiche, @difa
~gi , con diuerfì _trauagli n_on meno dfanimoalre di corpobiìl
.confeguitefacultà ‚ (9 Ьопоп, e bengenera i figliuoli d`alto inge
-gnomondimeno e` tanto in lui Бенефисыpaterno amara/vetro
4uandoßbauer loro procacciatoil modo diuiueragiatamentemö
gli può [offrireilcuoredi.uederlifaticare,_com'eglihiìfattoß
_cbe uintodateneregea li lafcia crefcere,dalleuaredilicatamen
te, @e Eragione,cbefi`e/linguenellÍotioil loronatural uigore,(9~
ß trafmutaper habito in un'altra natura. c/íggiungeteui an
`со , tbe ifgliuolicon lfaccettaruolentieri i ueqi del padrefijcol
uederfiagiati ‚ @in buonafortuna ,ß ne/ianno quantopagano
lontani dalla poluere, _Cŕ/ dal_.5`ole,ne` .curano dappigliarßad al
cuna lodeuole impreß , ne’ clipracacciar/ipiu diquello , clibab
.bia loro la/iiato il padre', imitando ilioruo , ilquala ßpafceßla
mente di quel clfauanQa 4 gli altri animali; @ поп е' dubbio»
che riu/cirebbono_ualore/ißßtrouaßero inbaßo/latownde uede
_te per lopiu ifigliuoli natipoueri diuenirriccbiper indußria»€9‘
.i nati riccbi diuenirpoueriperotio , ilcbeci/ïgnifca quella piace
„ou ‚и. 401 ruota, _laqual dice, Юге/декаfa/iiperbi4 ,V ßiperbia fa po~
:Sligo hl" ,uertcì,pouertafà _bumiltiì, bumilteìfà riclieqaniccbeqqafà
ßperbia . Vïioiadunquetorremoperßerm0, quanto allagene
rati`one,cleeßcome dagli buomini “татом? dalle be/lie la be
наши и. /lia ‚ co/i da i buoniperlopiii ve` generato il buono; /l/Iaßa poi
chiede Райи—
го оспы“. auuertito ilpadre ualorofo , @jforte di non confidarfi mai tanto
catloneo . l т -

. nella naturaßiaabeßdia a credere , cb ella/olababbia a mante


' " ner tali i/iioißgliuoli ; ma riguardandoßpra di loro con occhio
. \ . .
piu[шло ‚ cbepieto/o,deeßcondar la buona natura loro ‚ con 10
_iii
12420; ~ u.;
t gedijen ¿a rifparmi'o alle lodeuoli" opere, tenendo perfermo, che
lt pergiungere alßgno della' uirtu" non ba/la l`ej]`er ben nato , ma bi
i- радио ancoeßer bene alleuato', di che infra brieuefpatio ne ragio-'­
li neremopiiìA opportunamente.' ‘Noiper' tanto nellav eleiiionc del
p la moglie non mancherem'o d'inßirma'rci' dell/ioneßcì della ma'
т dre con@craneaahe la fgliiiola/arcì di naturaДм bone/ia , ф
о! che Vhaurer'noctßai meno difatica nelconferuarcela tale , chefe
¿l dalla'peruer/a uita della madre ella[от naturalmente incbinaI
щ taal maleA .­ Ma non bafz'aA anco dhauer сотка! delle qualita`
¿i della madre', fe' non s'haparimente 4! quelle delpadre ,perche
а participando i'ßgliuoli“ della natura d`ambidue , auiene molte
а! uolte , che quel difetto , che non hanno per communican@ del
'm Vano , lo fraggano dallfaltro . Et con tutto ch’ogniperfona hab
1 bia bifogno di moglie ben nata, ioparticolarmente non la cio di
,L ricordare a nobili, che]! eleggano moglie nobile',perche e`uana la Moglie ш
gl calunnia ЛЁД]?! contra la nobiltauquali non hauendo riguar bd“
'm do alle co/e uolgari, (уч пос![?!те‘‚ cioè, che per bauerbellaraz;
(l ¿aficomprano caualli , С!)canigeneroß, C9» de’fruttiß ele`liigo~­î
б. no buone ementi', non Íuoglior'io ancopen are3che allfhuomo nobi
д, legioui la'nobiltà dellal magliaper lafuturaрифами!quan
„t _Y ‚ toimportiche/iaobarba'ra, o'alt'ral’origine, mojlr'andog 'igno' "
p fanti' nonЁрш; che nellageneratione[icommunicanoafgli'
‚г 1 uoli alcuni occulti principq di' по!!! ‚ (yi eccellenti. сосуд
Ь, Её! hora' ioc'onßdero,che degli e`ilaero, che'la слопал]!!! un’al­
д tranaturalicomegjià hauete accennato, non bißgnajolarnenief
fapere la fgliuolaßa natadi buonipadri', ma[Э]!!!allenata
con­ quel riguardo, che conuienealla uir'ginalтиф/йод! che non
¿a auienefempre', сыто]!!! ‚ che [iueggono'alcuni, chenon hauen~
b dofenon unafigliuola[onodafoprabondant'e amore inßfatta`
" f 2 in к o
maniera occupati ‚ che non ponnojoßerire che leфирман,
ат piacere , Ф le concedono di quelle uane Мат? ‚ (9 dilica
teQQeJequalt fono poi cagione di notabili erroriJNM. Voi non
ui ingannate punto ~, tuttauia non Íoaurtì il marito a Решет]? d`a
nimo Per quella troppafacilita de’ растраты сЛЕпа’о ella anco
ra di uerde etàftjconcorrendoui la ltuona natura loro,egli potrà
acconciamente come tenera pianta raddrigçarlaßt riformar la
dilicat'eeça dell`animofio c5 _l'infufione de’ piti maturi pen/ieri,
et dipiugraui co/lu mi. Et di qui poßiamogiudicarmlteßa più
глаз“: utile al marito loЛюди: unafanciulla,clie unagiouine matura,
‚123253; alla quale malageuolmente fi puo far mutare un lungo habito.
'mm' CJ. Sono pero alcuni, cließ difco/lano da que/lo авторитеты:
ßimano minorfa/lidio ilpigliar moglie , la quale habbiain anni
della diferettioneßtßa
di que/le {itelle tolte dalintrodotta nelgouerno
latte,I allequali della caía;
ui Éißgnaô efferсыта
mae
год dar unalgouternatrice', ф ueramente io auamperei di uer
gagna/e battendo ad honorare in сир: mia qualche amico, io mi
trouaßi auuiluppato nella fem/:licita d'una di que/ie {ярма
creature , laquale nonßpe/_Íe ‚ ф dimandare ,(9 плэопдетф
diyeorrendo darfegno di ualorofa dontfafïysella nonque tale,
amerei meglio tenerla a/eo/a per uergognawlN. Voi nonl trone
refle mai alcuna <giouine di tanto ualore ‚ chefu/je conforme al
u/lo uo/lro,et cloe Íoauendo a menar uita con uoi, nö uole/le alte
{5322201}: yar i до! co/Zumi , (ß ridurgli[оно lafantaßa uoßra . Etfe uo
ЕЩЁ" <gliamo intorno a que/lo ржет riguardare quanto Дано dif
ferenti le opinioni de' mariti, Cb quanto ,diuer/e le „из
de [пед ; faremo troppo lungo progreßo , pere/7e ui fono al
cuni di со]? rgratiofo humore ‚ сЬе pingono le loro donnearac
тяпнем ¿trattenere in сайд]? amici ‚(эндchiamano con
г в к 2 о. я z:
tenti ‚ (27310110Л 4°Ь44ег donneJequalißppiano ualorofamente
fodisfare a que/li eomplimenti,etßgodono oltre modo, enel mon
40 ßppia , elee in сала loro ril/plenda unagi'oiafzy-un moéile eo/i ‘ . .l
'n'
raro, @pretiofo . rPonete poi mente alloßile d`altri ‚ 1 quali ri- mgmt. ‚д,
Mann :he

Птице 1°
ceuendoper 'dis/oon ore ‚ elfe 14 moglie/appia altro più eloe cu/cire mali
Ctjßlare ,/eßprauengono amici т с4/4‚ corrono e/îiß mandano
ad auuertirlanlie/iritiri; ile/oe ella a` non altrimentemla un pul
cino all'apparire del nibbio . Fate hora paragone de’ co/lumi de’
Cittadini Seneß, Ф de' @mani , eonßderate, eloe i Jenefi mi
perfar maggior honore a foreßierifanno eomparir loro in and
la moglie , соте 14 più earaeoßt, che floalaiano al monden@ per
lo contrario i Romanifanno menare alle loro donne una uita со мы“
ji rißretta ‚ che paiono monache. ln queße diner/ita de’ eoßumi
non uoglio,elvefaceiamo alcun determinatogiudieio, perclee 5114
44 uéidire all'uß,ilquale in uiolaßilmenteßojßrua per leggegné
anco uoglio, che di/putiamo qualßa miglioropinione, odi quei
mariti, che prefentaiio,o di quei,che nafeondonola moglie agli
amici . ßen diròieloe tutto [honorefŕ/ tutto il ôiafimo , eltepuo
rißiltare dalloßile di que/fiftydi quelli, non alle donne,ma agli
huominiappartiene, poieloe eßefanno quel,el2e uogliono i ma
riti. Ma tornando al rimo capo , 10 replieo, elle la tene
rezîa d’una giouine e fácile a piegare alle uoglie del mari
rito . Et je oen conuiene a lui per qualche /patio di tempo
eßer il mae/fro , come loauete detto, almenofi conßla nel ue- $013211:
iù incom о
dere prontamente effequiti i fuoi raeeordi, с’учfigloria dloauer Lodomh.
lz uct-gin»
la fatta , соте [ì dice, di jiia mano ‚ фfecondo il До cuore',
ne` per altro fi crede effet* doppia fatica lo Люди una ue
doua ‚ [e non perelte lvißgna primieramente farla fcordare
ico/lumi dal marito predeeellore, (ypoi auqurlaaißioi;l
l ,I ,B ‚Ц, О
@Ji/Ä E li mi are
de’ cauoli _chei ecandi
„ @radio marita 'i hahhiano il a
piu dincomcîîodoportanofifi;
amendueleparti _hanno prouatoil prima ,rneitrirnonio:r .andeß

:gumm- ‚мстит ‚я .C ’ejßindo uenutiincanteßi marito, {уч moglie де]!—


nandoinßemmllaperdifpregio diede la meta dellacarne,ch`_er,a
.intauala adun pauero; dicendo , late la doper _l`anima del mio
prima marito', ‚феей porgendogli ll'altra mild', [иду]? t_e la do
per _lamina _della mia prima moglie., dal quale [шоу—[тафта
l`­ А
. .amenduecolpaneaßiutto, JNN, cÄggiungeteui, ,che'lßt
condo matrimonioßtole_arrecargranldann-o _a quei figliuoli , che
prouano la _crudelta` delle matrigne , ¿lequali quando Yriceuono
qualche ingiuria,_,o percaUa dal тал-потерто uendetta,quatß
do egli ¿fuori dicafa , contra ißioi innocentifigliuoli, col halter
_licoßfuoridi mißera,_camefuori diragione. CJV, Верфи _
esempi., e немела, пап u0lendo,contra la matrigna quel glia/iro, che _
P“ “и“ tirando ‚от/aßoper darad un cane _colß lei, dicendomi:` coßilcol
po e' in tutta fallato, JNN. 10 поп lafcierö anca diricorda
Tempo con
пшено]: re,_cheßcome__all’hu,omoeannienefar elettionepiii года d`unaß
дщийшо
‚по. gliuolagiauine , tcheduna attempataaaßa lui vconuienefar que
ßa elettione infuagiauentii , (y non aßiettarea quel tempoiche
gliß muta ilpelo gperche ejßndo amliiduegiouani , ueggono i ­'
liuoli a huan’ отходит piu/patio di te'po per ammae/lrar
li, Cddri(каш _allopere uirtuoßifduiuerpre/ßi di loro,i qualiß
‘ trauano in termine dipoterci aiutami??fcruire nella no/liia nec
,chieQQa , Ctydi renderci il camhio de’ henqîcq" , che _hahliamo la
rofatti nella noßragiauaneeea . Cth . _Se non m'inganna ‚
tutti que/li diß:orßSignoroAnnihale ,ßinafuori dipropo/icm@
nonferuono punto alla na/lra intentione , perche inßn`hara hah!
liiamo conßimmato iltempo intorno adun dißoißi, ilcui rilieuo
Яд”
«f с“ firenze; l u’ О
`п

US
It?
'non aiuole dir altro, fe non в 1120124 4pigliar 'mogliegiouineiben
nata , ben’ allenata ‚ 41 теста ldote ‚ш Ье11е{{4 ,fina di cor
po , Cddi-meniigma non babbiamofatioancora motto della ma
_r niera delfconuerßire tra`l marito , (94 14 `moglie ,ß come baueua
inv propoflo.c JN N . lo prefuppongo,cbe per conuer/ar ac чтсь del
it conciamenteïconla maglie,bi/%nii.prim`a effi'r ben di/po/zlo ad marito ucr
fn и. in.
glie.
amarla', ma percbe nonßpuòinteramente amar quel , cbe nonß
мифе fera eoß 141417414 11mpararprima ‚11;соте/746614740
_fattom cano/cere le buòne qualita deda mglie ,Frome anco e`ne y
reß'ario al padre, clre'ama lafgliuola-ßiauonofcer bene a dentro,
rima che maritarla , _le qualità, icoßumi,la uita, @tutte l'al
`tre parti delgenero; percbepruoua con ueritaabe rbifiabbatte
in` un bufongenero i acquißa un buanfgliuolo; cbi in uncattiuo, 'AI

perde lapgliuola . 0r douendo il marito conuer/ar con lei,"сущ


uendo già conofciuio il ualoi'e della Дм donna ,bifogna auanti.
ogn’altr`a сор ‚ cli'eglifia con tutto ilpenfiero, @con tutto lani
mofuo riuolto ad amarla ,ß non peraltro ‘,percbe uien comman
datoperlegge clirißiana a mariti„flee ammole mgli . @ie/io gimen»
T`2"nî¥`¥4
~S`<R`%R

ё quelgagliardofondamento, ilqualeß/lienefranco, бурсита


il matrimonio i fly[enea -il quale merita gran biaßmoil mari--­
to, perciò clie non amando quella co/Zi , clfegli 104 con diligen
.
` Qa ricercata , (уч giudicata una uolta degna dell`amorßo , egli
da manifÈ/loßgno d'incoßante ‚ Cif/‘fdifantaßico , @gli conuer
rebbbe piti tti/lola compagnia _di Íl/Iegera , cbe di mogliera .
с .fi V . [ri-qual parte confiße principalmente queflo amore?
. лиц; ЁПеП’еЛЁг gelo/o dell'amor fue. 6.1 I/ .' i/oi non
'la pigliate per lo dritto игу—р), рек/70 14 moglie amerebbe те—
Т'ч!
в
:
glio il marito ferrea amore , che con gele/ia’. и! NN . lo
Gelofïl dd
“пот parlodi' quellagelo/ia ‚ cbefa dubitare il marito quali/ie ml "до.

к
-tzi "Í..3`.’ l, о
difeno della moglie ; т4 fi bene 4! uella , che 10 fa итоге!!!
qualcheмproprio difetto , il che meglio И]!!! chiaro, quando ui
ricorderete della geloßa, con laquale tenete rinchiufi nelpetto i>
/ecreti del iioßro rPrencipe, temendo di continuo, cheper col#`
l pa uo/lra nonjiano paleß ;onde\mede/imamente decil marito
w accompagnar l'amor fue con una geloßa continoua di non pet"-i
' с dere per colpa di ß mede/imo 14 Ьеп!ио1еп<4 ‚ @dlagratia~ ,dfi
la moglie , aßicurandoß , che queßo e` unico , ('17 preferuaf
„memo d, tiuo rimedio contra quella gelo/ia , chefà ueder _torto ,_ „
:rah elo
ña. 8 ' си! intendeuate uoi ; а? queßo fe no di geloßa non potrà, di­,'
moßrar meglioallaßia donna , cie со! far profìßione сайт»:
tale иге]?! 4! lei , quale deßdera , ch'ella Да uerfo di lui, с?
:Egg де’ tale la traitera . ' C .lf VL AOttimo ricordo . .aN-N. „K
ßlueteui pure , che la maggiorparte de gli errori delle mo ­~
gli , traggono origine dalla colpa de`>mariti, i quali perdo piti.
ricercano da quelle l'interaofjeruanea delle leggi maritali ,ma
non uogliono ф! ]1!т4г1е punto; Cf] ne y.ued ete alcuni ‚ che q
, . ß ben’ hanno dalla «ano сайта riceuuta per compagnia la
moglie, фото pero fopra di !е!‚(9‹ con lalingua, (527 сои
1е maniquel rigore, @que/imperio, che {при uerß le fchiaue,
(9 fe fuori di сор! riceuono qualche одой , ne` fanno in сад pa
tira lei ingiußamente la pena , dimoßrando/ì all'altre perfons
codardi , (Ы 41е!fila braui ­, onde non e` marauiglia [мим dal
dolore, @dalla fdegno chiamaidiauoli in dife/a. Ma per 10
душат: contrario,quando la moglie conofce ‚ che’l marito v»tuttouerß 4!
lei riuolto co’ raggi dellamore ,dellafede, Cf/ della bontà , (9'
che la tiene per carafopra ogn’altra сайта! 14 uedete con/umar
]! tutta in ardente famma d'amore , (9 metter tutto ilfuo[14
dio nelpen/are , (т nell'effequire con lieto animo quelle сор ‚ che
/
г чтим. :30 ‘__
gli идущим; fijn'manete rerto,­che ne' il compagno alcom- f
радио ‚ ne` ilfratello alß'atello, ne` ilÉgliuoloal радио co/ica
ro, comee` caro il marito alla moglie, laquale non ßlamentefi
conforma col /uo uolere , maßtrasforma tutta in lui ; _onde da
que/ii от“! ne ‚тише da amenduei latiuna Ланки dife
‘de , fly una quiere danima, che li mantiene femprefelici ‚ (Ы
Lì__ contenti. со“). @teßaßeuregadi [щемящие/14 quie
ч4“аи.-
ч te d`animo non ha giàluogo nelpetto di tuttii ‚латыши
credo ‚ cheЛапаpochi al mondo ‚ cheje hen moßrano in apparen- 31523:
{а di fdarßdelle lor vvmoin , fene fdino pero dentro al cuore.
инж} [o ue lo credo', maДруг/дат uoi dire onde nafca queßa
uolgar стоп ¿a? со”. Роф dalla deltoleeea della carne , che
щади attribuirea molte donne. ANN. vin@ dalla dehole@ _
Ё—Т
i (а dell'amore ‚ cheßdee attribuireamolti huomini. Fate pur
conto , che per la porta , onde entra ilГодина ‚ пе фе Титан ; (lj
fe perauentu ra ßpi'eßnta al marito qualche cagionedidfßden
а“ ¿a , фит; hene la uita [и ‚ che troueràlacagione natada
lui , che non l'ha perfettamenteïtataqla doue, e pentito del и. “nl i
poco amore ‚ incomineierà una uo ta a ‚датами comela metà ' д l

di fe ßejfoftyadamarladahuon fennomomincieràashandire
il fo/ftetto ‚ (ß {accorgeraß chechi ama «iriamato , @che
nel reciproco amore uiuc', ('17 regna la candideîea dell'tnuio
laßilfeß . C .a lf. Vn certo Лото mi dice ‚ che que/ia д
uo/ìra regola fà piti commendata ,che oßeruata; perchea uo
lerla oferuare hißgnerehhe laßiare in tutto la hrtglia alla то
glie , (уч raccommandarfiy alla -ua diferetione,rimettendole
tutta la cura dell'honore , ilchepero под/Ерш ‚ che. non {и}: nel
le no/lre parti d'Italia ‚ doue communemente/ono con qualche di
*‘*­fi*
ligenza cu/ìodite . ANN. La moglie tmpua'ieanon тупо,
. ‘ L . К 2 A
‚2,113. 1L o
352533355 e'yl'laone/la non[idec cußodire una quei ehefipigliano _cura del
no alla
Hartford.; [honor della moglie,credono de/jer maggiormente ßimati dal
m g n' mondo, il quale par ehefirida, faccia[imßroguidteio de’ ma
riti , cbeß danno in preda-alla moglie», @tengono per fermo,clie
facendo altrimente manchino dell'uffeioloro, oltre с11е 111144—
'cond nellanimo, che la moglieuedendoelnel marito non pi
gli cura di lei ‚ 571т481п1 d`eßerepoçoßimata da lui ‚ 11 quale per
auentura pen/ì ‚ eb'ella non рота piacere ad altri. lQßeegli al;
1 ' ': «d tri poi, elre laßiano l`h0noreinguardia della moglie,[iper/ua
dono diuiuer ieuri ‚ allegando queßa ragione, ehela don
na fentendo 'huomo impatr'onirß dell'honor fio, [i tieneof
_fe/û non ßenra piú di gonernarlo„ ma quando ella 114
` l'honore nelle fue manila difende, (gane ha geloßa, соте di
coßfua, oltre clieînaturalmente'deßdefiamo
11011144145914444111051415` ~ =i .„ .l
quelle cafe ‚ che fo1

Men peeea,e'lti'lp`eecar ltdiâ'ßa.;da. : _ ‘m

„fm
'du' ho potendo
Etneluero uella
'peeeîue 1 ` 01714
noln[11911 . ‘xarllerçeioglieñi
er ettamente'lxme 4,14 uale
chl 145104341“—

jle diner/e opinioni , iofon di parere, chef/tallada procedere con


altro termine. cow. Et come?. „сны; Non uedete al
cuna uolta due portatorißßenere inßeme „И carico? сиг.
ç Ji bene . denti. llmaritgleäla moglie[то due Orpi ‚ the
fo/lengono una ßla anima, ('9- un folo loonore, ondeßifogna'
che eiaßuno d'eßi lraßßia cura per la parte fua 41 (‚ш/1040111
ìnune honore, трет/511414110 egualmente ‚ conuiene tener
una mißra tale, che l'uno поп/1111311 più с4г1с04е11`41110 , ma
lafei l'uno all'altro il fio giu/lo ред) ‚ auuertendo [opta il tut
tq ‚ с17е non[1piegln ne` di quà ‚ ne` di 14 ‚ perche/ottrabendoßu»
folo
_ .r экз-од “igi'
will [filo e` haftante afar cadere ilpeßi aterra . Or torno a din , vche
'lll ll Ё erßrßenerfranco , С!) intatto _que/lo honore, .non e` cofache día
liu ‘_ ‚о maggior.lena, che lo iritodamore., il_qualefperauentura
mol ,manca dalla» capo , ii Тайга, eccaßiliitoea utalïhonare . i
iltltï ‚сит. ‘ 'Dunque ôißigna chedijpenßatequeflocarícotral mari
if: _ ' ,to , la moglie , Ceyaffegniate àciafcuno la paru .
lipi- .Cojífaecia ,fry quanto al mama ‚ Io primagli. ricordo ., che c_co- _ _
gli l . ‚ те Chrißo êcapoadhuomoaoßlfhuama e`capo alladonna; onde гагат; '
rfi-r _figli 'incitera il/ua capo uiuendo.chijißianamenieflirigeanda im»
iti- pasß neüa uia del LSignore., (yealßruanda i ßio .diuini'_ precetti, _ _
nl '_fßprincipalmente linuialahilfededelßinto matrimonioßllafef _ .
lili __ _ guirà lui ßia capo comeom'lrra il corp, (графам; __.,
ui . di luiper'legge dellaßia идиша} ara dìntroсед/зашата
lil .tahile . Ada s'egli .camlrierâ „Meda pure., ch`ella Ànefarâ _
литиевый eguira i uefligid’Helena! aquale ß dice ,chefiì
.ca/la mentre uo maritoßcontentii di lei ola ,Cœßdiedepoi in~ _
' predaadaltriper.colpa di lui . Et igliehuaina отыщет) `
.canßderare ,che niuna офисе: Ш Íwüdell г Piů Wenige., e.: '
glie,che la dishoneflc'i uita вытащив. che nonjerliando "f тов“;
~ ‚ де , nonßdee ancofperarîeile'2perchefeconda il'uolgardetto, che"
,nanfa quel,che dene,quel,ch`afpetta .non riceuegni laßio di dire, ÍP‘°““"‘°'
. t ' .chepergiudicio дерматитаmaggiorenßigómm'ta'l'aclulteriu
‚ quantopiÖalui tocca il uincerela defina di uirtii, @lreggeŕla col e
‘ßia ejfempio . «Oltre a ciaauuerti'ßa Iilmar-itii di `conoßer `'bene
qual ßa , (yfin daue .fij'i'endali'mperioßio ßiprala moglie, la
quale molte uolteconßnte alleßie uoglie , @gli ulidiß'e non co
me a Signore, ma come aitiranna , (tjeenuertendol-'amore in ti
.more ic'anßema ,aßdi/lrugge tuttanelóramar laßia marte,
VU .dopo laquale ella uerißca con ragionequeluolgarprouerhiaàan
L ‘ 7i 3 '
‚ air д 'lil'. 85.36 0 .
йота- 40 il maritofil-terra ‚ 14 _mogliefiì carne . fNon bi/iig'na parí
mente cbe'l marito fi »per/iiada' deßirßperiore alla' moglie , co
me "Prencipe al ßiddito , öcome paßoreallepecor'e, ma come
l'anima al corpo ‚ colquale e` per una certa natural beniuolen
(4 congiunta; comeperparere degli _c/l/ironomi il .Yole
Signor delle ßelle non> 44per lo cielo Дика 14 compagnia di
Mercurio, co/iil marito Signor della moglie non dee фит: il
ßioimperio fença la compagnia della fapienea. Sopra 031141—
tra coja ba ilmarito 4 prouedere agli honeßi de/iderij della mo ­
glie in modo, client`per neceßita, т? per fupeißuità Да [11410—
Agio, ai ai-
„gimen“ lata-al disbonore; ф ' ricordi, che agio,('9«dißtgio rendono
no le donne
impune“ lune Лило 1е4опп’е 1тр441с10е з Ei peri-loe 44 molti '/iiggi.
fcrittori fono [late afjegnate almariio le maniere , cb'eglibà 4
jìruare ucr/o la moglie, baßercì di dire _, tbe per рудник inte»_
штате dal fu'o lato ilcarico del commune bonorefbißgna»
c_b’egli tenga la moglie, qua/lper unßio ießriiin terra i 167 со-‚
me со}: precioß guardi 4 ltutto fue' potere, »cbc 'per colpa
fia non ­¿auuilifla ­, fi r' ordi , cloe n_iuna сора ¿piu douuta­
. dal marito alla то; le e che 4 ßinta `, @fedel- compagnia,
(9 pero y"fia que/la la fiia imprefa i, @y cercloi con ognißudie
di conferuarßela cara , ф /ença maccliia , ne` ßßlegni ~cinco_
in ßgno d'amore di communicarlei/uoi pen/ieri ‚ per cbc mol,
_ fifi conßgliarono utilmente_con le lor donne . Е1 meramen
te ii gran uentura di quell'buomo , il quale communicando i
fiioi irauagli alla cara, Cf/fedel compagnia della iiita fica. v

ne riceue риф п]ро/1: ‚ Wgrati con/igli ‚ (9i participando; l

le la [ua buona fortuna ‚ fente con la uera allegreega di lei l.'._


-_-—Ф

Medoc“ raddoppiarji la Дм . щит poi fcuopre perauentura in


tnrre диет
i, „Bi-L, lei quale/oe dffetto 0 41 lingua , 3 digeßi , д di сорит; [д ‚фут
` в этом -z о. 13.
'fda non atto dingiuria, ne` di dffideneal ma più to/io co
me gelo/o dell'honorel di lei, (9i dell'opinioneialtrui , (уч/40
с!4 /empre queßo'ufßcioara lui , (tj-.lei ßli-,recandoßa me» .
"топа: queldetto , ~ con la moglirnon fidee ne' grida
`re ,nel filiereareëin pre/ènQaldaltri'.. ­,perche ~l`uno е' fegńo
di pioggia., faltro di fcioccheiça . conf... lo per. cer.
tto non rimango ßdiifatto di quelle vp'erßiie , che con poco
retegno fanno шк! #lla`i moglie nel'cofpetto altrui . Tutt
шиш loo ueduto [214041444` войди!!! Mantoua il Signor
iulio 'Cauriani , quil. tanto faggi@ С? famo/o Caualie- mu“, ь.
~re , vche `fiì`l’anima del Cardinal Hercole , non temer pun'
to 14 pre/enga' degli amici ,` nell'ußr atti in софа pieni d"
;_¢mor¢„,_ оу 4! piaceuoleqauerß laJigno. Liuia рт сот
- {же ,il che pero faceua con tantadignità, che doue a gli
­altri~d`ifdirebbe , a lui pareii'a , che comuni/fe di сор fare.
„хм. Egli non ha perduto in quefia fua uecchiaiaal
,fue antico coßume ист/0 la moglie , ma accompagna que/ii
‘.atti con Ítanta grauitcì , ф 4! _c_rettezza , che pare come но!
~dite , che a lui ßlo fiJconuengano . .- Oltre a с!0 qglrßiol
-dire 5 che non " uferebbe di' quei termini ucr/o la Signa
т Liuia , s'ella [ат /ua moglie; ma che e` coßretto di
сор fare , perche êfua'innamorata . Onde chi [орд-дое
ne imitarlo , _ non potra` _ ß’ non ejjer commendato. , фfa
. «'riì con ß hone/lo eß'empio riconofcer del loro errore quei ru
«uidi mariti ‚ che non Iu/izno mai ne` una gratioß parola, ne`
»un benigno lguardo uerß la moglie . Or ‚фото afar
,intendere per ultimo ricordo al marito , che Да parimente
,jiudiofòl-di тиф/йог]! 4114 moglie fempre nelle parole ‚ (y
„ш. ‚Идут! gentile , ne'ßfaccia punto beúre della ragione , che
K4
's
- _ l. д}? R “к d
:jfäiä¿1&2 uolgarmentee'adduce,peichealmne donne amino pitiin aman
:gtîiùiingllii- tache i mariti . cioe gen la'przfjiïone, chefà l'amante nel со
:ТЁ'ЩЁМ 100110 dellaßßdunnldiguardarfida tut/te le'cofe “сито/Е ‚ ф
di non grefentarle/i.auanti/É non conquegli atti, (уч con quellel
fludtoßmaniere'. leponnadtlettare; ilche non _ a il marito,
ilqualepratticando confinouament'econ lei non >s'aßieneidal far'
.alcune'cofeßtorche auätiafitoi асс/71,10 quali le allontanano 1`4п1f
mo dalui .Y Etper tantobifogna,clo'­`qlis'imaginif, che/lindola'A
donna di naturafua'alquanto felicita@dilieata,tutte le uol--­
„ te che uedealcan'attomanco“ ciu' 'nelmarito', поп/214011410
1`лиганд/Ее; macominc'iaa Fanfare', cheglialtri huninini/iano`
più di/ereti(y hen creati. Manetti/¿adunque арт/гага @j .poli
_ текст, ш mode/ìtanefuoiportammtipernon contaminar laca
[14 mente della moglie ', @facendo infomma’ tuttovciòv chegiuf
ßainentie ledee piacere ‘,fugga ettandio tutto ciô'che giußamenf
.te le dee вшитыйnea/pettiquellaдинар lode ', che da1gli an'
fichi era ta'a buoni mariti, iquali erano душ/111114113 che ibuo’
q Í t niammini/ìratorideye шрифта Сосу. rDite horaiuif
ХЁЁЁЁ‘“ piace“, qual[iailcarico' della moglie’. „тю Due gran' diß-f
таит;— uantaggi ha la moglie nel /o/ìenimento'dell' honor. commu-r
"nezll primoe", che­ done dalla diuinav legge' uien> commun--1
dato al'marito', che ami laf moglie ,v dalla mede/ima legge e“
eom'mandato' alla moglie non follemente, che ami~ il mari-r
to, ma che gli jia /itddita г @l gli uhidtfca .- Et ратей“
щадилfarleМастит legiudieioß' marrone, (7particolarmen*
te Sarraehiamauatlmarito'Signore .« сии Tanto'maggior'
“412140810,- (ij uentura' hanno quelle iÍ cui mariti' ulu'difconol «afn

et_ßggiaccionoall'imperio lam-.ANN . Chiawatela più to/l'o di'


rfluenturaqierche totali Maritŕfonop'er lopiußolidianettiiet uili,
к!" B- KQ! а 2-` t5;
(oe con ragionefino da un lgg
ńßaeloiamatiinaritelli, 'oßiaeloe манит;
'fino tanto creduli ‚ отл/410511040 eanfeienea dipen are alcun
’ ­vitale,-quando aneolo'auefjìro colta 14 migliein adulteriœdal che
n'eauiene,'tlie leiinfeliei lor mogliieome corpo/en@ capo, [i la/iia'
1nog'ire in abbandono; òfep'ure1141140 [штифт elfe anf
. ‘cora in’pocaïconßderationedellweondogdoue perla 001111411014‘
гриф-«4 ‚ il ualore @l411101114 dan marito, e` come feudo 41
llionore-dellamoglie-,laqualeueuienepiiißimatai cocu’. ConV ‚ ' ,'
_ tatto'ciìi ooi'l uedetmbe alle donnepiace 1411141еф` in que/li ma
' riti di Ãuona pa a ‚ (9* un pocodolcidiperpot'erli' 513110118—
iare; .anniiielle eloe'e'ereanopiù'toßo di eömandarea 11/101
tache d`111114111 4 1fauij,fonoßm'li a quelli,che uogliono piu toßo
condurreun cieco 4uiaggioaliefeguireunprattieo,Ct7 di buona ai'
ßa , niaccade , cheсо1411donneßuantino dellafiiffcienca 1010,
perche baggidì efpentala ragadelledonnefpartane i 0440611»
gnaicbe 14 moglïeßeon'tenti'dì cederealmarito. Clar. Si'poß'o
‘no lien dare queßi'raeeordi alle тафта poche eenefoieœ le qua'
11fe 11 beano in paca@ che non uoleßiro eommandafe 4 mariti'.
Y '#JNN.- ¿giu/Zo imperio, (дfecondo la natura, che le со—
fè più potenti' щипцам lepiůdeboli ‚ ma con tutto ciö egli e`
moltogrande- ilnumerodelle donne'ritrofe ‚ lequali non uogliono
l‘[îiggiacere aque/lo imperia@` con'rampognagarrimenti¿fr?| rim
1110111 s'oppongonodi eontinouo alla 411101114 4е’т41111‚› (9* fat'-r
“Ань
за
ers:
" rife/aianoaneo-difar lorodelle ließe , le quali cafe diedero occa/io
‘ne 44 un Ё di dire, elferano 4111р4<а1 quei, chejeguiuano 14 :luid iw
„103111fuggitiua'r (ЮН/2- Voi mi recate 110144 memoria l'eßem
‘pio di quel'marito, il naleeßindofia 4ogat'afua moglie in unffii „£252“
me,4 andaaagridan o', (9- cercandodilei/iìper la rjua contra il “"'“"‘“""
соф-411144“, Ф eßendogli detto', ebefua moglie ßeriì anda:
г а..
_ „_ - , ..‚._
r“- L t migra .
ta ingiii/iconda il corßidelßume, Muet' nii ri/pofi , perche v[i
me in uita ella haueua per ccßume difar tutte le coß a roue/cio,
coßhaurafatto штат. JNN. Direma'adunque,che la don
na , еоте inferiore _difaree , щадит, @zdnet/to. d“ “hldlfe
-al marita-,chßcameglihuomini атом/ржи leleggi della Cit
шор1е‘д0ппе hannaïda'ojferuaŕe ico/lumide' maritimqualiße
mism ,___-„_ pende uhidire,diuengna .5'ignore ,` Eequi'potrei nominare mol
SÄUÍWÄÍÍ te ualoroß: donne , le qualiue/lendoßil manto «dell/rumiltiì ,.@f/
"ш della patiencea , hannafa'ttofpogliar laßipaihict, la шедшей, @
molt'altri noralri'liI афишам;loro, ,qualiìaleuni 1:0an
fana dhauer perdonato al nemica, (утешь manadellauen
l'detta , altri dhauer depa/ìi i contrattiilleciti , le he/lemmie , _tty
~le laßiuie , @lß[то riuolti alla diuatione , (уч а11а curadello
,ritoperfuaß da gratioß, (уч hone/lipreghi ,_ et-dc. ll суммам,“
~humil uita delle lor mogli.CJV.Hariete detto ilprima di/auari
rraggio della maglie,har uenitealßicondo. JN. Il ßeondoe que
~[loa/oe non cylanteahella деда il marito piegmßitto ilßia cari
-ca,Cdmancarle dellamore , dellafede ,hi/agria , ch`ella nou
y-ßiliimentelafci dfimitarlomaßipplifca тормошите ani
maal difetto di lui ,facendo.chiarol ilmondt?, ch'ella non confen
‘- -teperlaparteßiaaheAque/lo commune honoreßa uiolato, (ij/fac
cia contadhauer aportar eßa tutta la'. croce, il `che facendo ri
-portera da ’Dia doppio merito,et dal mondo doppia lode; Et
ш нить qui uaifpotete conofcereahe que/lo honore ef _molta piu _ raccomá
ю ‘Ik dén­ dato alla diligenqa , allafede di lei,che di luuwchefe hen pra
uoca lira. di Din altrettanto l’huomo,quan_to la donna nel uialar
un tanto acramentomondimeno ella ha da criuere nel ßia cuo
re, (q non fcardarßmai,che doue il marito con que/lofallopoco
dishono're riceue nell'apiniane degli huominida moglie perde in
rEiyzo'Lf, 134
teramente“золоте/уйти: di tanto uitup'erio тактам ‚ cbe
maipiu пе`colpentimento, ne` col riformare la uitajiia ,' non può
ricuperarla buona fama . Cbiuda dunque la ßggia moglie
l`oreccbie a i nimici, (“Ыinßdiatori dellafia „ради apragli oc
cbi a quellaßntenea, `
' `
f
Et qual[ila/Eia del[Ею boriorpriuare,
\ \ ­ y
‘Ne donna e piu,ne uiua.
Etper con/eruarßpiiì/icuramente honeyìa non meno d'opere,cbe
dinomefugga piu , cb’ellapuit le оксидов! di trouar/iin compa
ia delle don-nedi malafama,leqiiali cercano coÍloro mali co/iu сдачи"
mu@ disbone/le parole di tirar l’altre nella lor uita, (17 uorrebbo imi“ did“
no, tbe tutte[иЛЁт loroßmiliJlda bifogna bene , cliella fia au
uertita i cloe con tutta l`boneßa'., (у Г:ппост<а]йа,поп baura`
adempiuta la legge; perclte conuiene alle donnel'e/Fr non jola- '
mentefcn¿a macchia , ma/ën¿aß/petto di macchia-,Cty s'ella-po. " _. ,.
neben mente al tutto,s`accorgera` ,cbe uie` poca difkrenga quan '
to almondo , cb`ellaßa infameper opera , o per opinione . Fug
gaper tanto laccorta moglie le uaniia` , (9flguardipiu cbe dal
uoco , di non dar al marito , ne` adaltri ombra dijo/petto; (9'
lßippia cbc mißra @7 infelicee' al mondo la donna di[элитаpu-x` am’ il'
dicitia. Et quando ß'nte biaßmar altredonne,pen/icol trie
vmonelcuore quel, cbc fipuo dir dilei", imaginando/i, cloe come
e`una uolta la donna in mala confideratione,o jia aragione , o
fia a torto, lea dafare allai a ricouerare il buon nome . We'
ji conßdi tanto nella /iia buona intent-ione › che Iddio le
babbia atener la mano in capo , perclie molte uolte egli permette „ma“
cbc la donna jia bia/imam a torto, perche riceua la pena della h mm'
eggiereeea, @jdella _uanita , con la quale ba data occaßone
w t. -rwn maté.
мало. cortiA lofonceonienroaummitemi' , che /î eroici.;a
.nodelle domicile qualif, @perche/“ono amate da таз-{шёрст—
vche ehannoIparticolar cura delllhonore,conferaanohone/ie,.ma г"

foams:_ uorreiahepermiracolomifaceßeilnome
l, ­ ч d. d'unafilad
l _ _._ ualecon
1”’ tutta
I (y
Re ono ua- a ш anaintentione,
.dileggiereggfgi c_he
_ nonnon iaßgnoa
_habbia mondo iuanita,~
a _caro deßeruagbeggiata,
_ @tenutaper_bellawche nonliglorq' ‚(уч diletti di tenerbuonp
@año di tempo*gli amantifra'lfi, e’l no , ф non.cr_eda anco
Жмете/деткой queßimodi laßa-riputatione . _./cNN . ‚Е' _c_o
рифт propria delledonne ilmoßrar uanitiì,(fiileggiereqa,` ­
'fquantoepropriadipauoni иди la coda,oiide non _e' ma-­
‘ - rauiglia _, fun dije , _c'he дамам/‚тет leuata la uanitil`~
alla donna non reßerd _altro da leuarle. _rl/Ia per qualca
Lucila, de, gione credete uoi Signor Caualiere , le donne quantunquebo-­
:ntße L, dilettino ddler „ад/этим CJV .` [o credo, che
‚выездке! come jiononin'ti (диетой erin mia стрелам/татом:
dene, ma defidero, _che"l Amandala рта, (у fe ne гетры
,chi _con la pruaua.; coß ,le donne[limolateda que/la arribi'tione’l
aminod'ißìrcortçggiate, @J-tentateperpoterpoi со? dir dino,
‘ . 'Vfarjide/criuerenelcatalogodellebuone.
пе'‚с12ед?тиоиопжоп_и11$пе‚ fono ßmili a N.
quei,Quelle don
`coltellatori,
iqualiuannop'giiando _laflrada, C13/_procurando diuenira que
’ßioneperdimoßrare quantajia laferocita,ò la _beßialiftalorog
ma ßmettonotante uoltea rifchioahe allafine rimangonoßrop
piaci, @fono _condottialfhofpitalhcofi le mefchine (отшт
_do nellaДм diritta-mente , uengonocon „дотащил. a
,contra/lid'amore, maalla netiranotantolÍorecchiealDiauo
­ ,lo , @fila/ciano _tirar ,tanto auanti y, «che _non -ponno piu tor» ‘
' naradietro, артиклю condotte.»in'lut_igo men pio туф
м:
"T в к; o. 135
tale, (y [Ёрш rimangono uittorioßdafciano al mondo 1114116
. hio 4011hone/là loro . Zl/la uoi non-hauete detto, che ue ne[то al
cune ‚ le quali cercano d-`eßrßruite dagliamanti ‚ (т aiutano
que/ìo loro de/iderio con ornamenti ‚ C19 con altre arti /olamente
a confußone daltre donne , Cdperfarloro uedere, che шкаф
fono/innate о per helleeea, д pergratia , meriteuolt d'eßer ama
te . all’ . @4e/le per mio autß ‚ cauano un’occhio 4 lor mede
[те , per cauarne due all’altre . лиц. Hahhiamo detto due мы, d.
cagioni della loruanitiì­ ‚ horci hißgna. aggiungere“ duefaljïtà.
con le quali elle /ogliono coprire 4que/lo difetto 5 percioche alcune
dicono ‚ che 14410 sa quanto loro dtfpiacciono que/iißiocchi irma
moratt ‚ (у quanto eßeglt ahhorriß'anoana che e`tanta la'prefun
tione ‚ (y fin/elena 41 coßoro , che ¿innamorano 44 loro ‚ ‚
(wlepongono in tantaßggettione ‚ che nonpaßono hoi-mai piti af А l"
acciar ine' ad u cio»ne` 4 ne :mall/.Me lio arehlve'non cu
g. molto hene ‚ _ che ,“"`­.“_‘ ‘I
f” “be ¿fwfatßc'onßmilefcuß ,Cperchefisa
иттрий lungamëtereß/lerea i disfauori, et chefi in uece degli _ ` ­ ­‘
[Боссы rißde i uani sguardi ,de i[это]?(дм/1411940gli altri inci
tamentipienidi lis/itiuia , карга/гите,” . ungraue ртам,
an dimejß ciglio i -un »iode/io.portamento, et unwfo-elienzen
ßo, qual conuiene .adhone/la matrona ‚га/104041410 difuiani
piccioni dalla eolomhaia . JNM. wlcunepoifi uagltono d'1
altraFuße ‚. @tt/„dicono quaßin attodi confeßione., yche per dif
рати 114144110 dallmprattiche ¿altre donneiülperfa rlo riton
narcol cerieelloa oaßßnoco/ìrettea lafci'arßßgunareda queßi
wgheggiatori . C .ft V . l/'oglio'hen dire ‚ che que/le nanna cer
cando il male agui@ de’ medici. ./z NN. ,Qui adunque hah
hiamo a leuar lajomma de` no/ìri ragionamenti, ricordando al
la moglie che Poco ‚ 071114110 honore merita lapudtcitia congiun-v
,it L I -tt4 1L ‘o
5121223! ­lefentendolía/imam
ta con штампа lefi conuiene
una il detto del
fia eonculrina daKg: Demetrio,
uno,clie il qua
loaneua то
glie ,gli diffe, e’ molto piti modeßa la mia conculvina , elte la tua
'f'Penelope ,ßfclie Lifogna, clfellafugga di dar malo odore,(9~ con
abut., ¿elle lopere , @edge/lu@ con le parole, (9— congli ornamenti. Coti' .
donne intor
хадж; ¿Toi с/аеДеgli ornamentifate mentione , to non рот con ßlentio­
ß'- trappafjare il grande aou/o , elre looggidì ueggo introdotto nelle
.t „- д, no/ìre parti intorno a gli acconeiamenti delle donne , le quali
‘ vl’u3."«
con le tte/li afjorlußono tutte lefaculta del marito , (уч ne ifregi,
che ut fono attorno , ui entra tutta la dote,di che ne re/io tirol»
a0 студи/2 in me ßeílo . Et quel, che piti mi da noia , e' il
uedeve , ehei mariti nonßlamente confentano a eo/iintoleralii»
y le#1e/mma anco alla coneiature
le lafciue, @feoneie uanitiì, clredirapprefentano le moglidelcon
capo,le quali hanno quel
бит

ne,@dannojoggettopiti di riß, eloe dimarauiglia-,fy' hieri apun


33:33; to,dopit la partita uo/lra di qui,uidi alcune donne,delle quali una
“Р“ - eomparue con le treccie introcieeltiate tanto in[И eapo,ebefor
mauauo due cuori legati injîeme , ondeßtuntauanofuori duera
mi difeta di colore incarnato infoggia di duedardi.Eranopoi in
«torno a i cuorianuodatifra le treeeie aleunigroppetti мы ‚ @t
di capelli,eliefigurauano la paßione amaro/a . c@tando poial@
gli oeelti uerßt il colmo delfue capo , ueggopingerfuori per cimie
ro dell'imprefa un certo[Босса , opennace io a mille lattaglie, il
quale ad ognipicciolo mouimëtofiriuolgeua come lebandiere de'
eamini.Formauanopoi i capelli/apra lafronte unagloirlantla or
nata dtperle,et d’oro, in rner dellaqualeßfeopriua come nel me
{о d'un liuto,una rofa con diuerjinodi , @colori intricata , (9'
gui per le tempie , non altrimente eÍte hellera per le mura , erano
aßiß'ileerti capelli inanellati , dentro i quali uidipiantati alcuni
o' L' tgz o. r. ige
.lui fiori' naturali, шторм, in tanta capia,ft]uarietcï,che igiardi
um m' di Napoli la perderelrhona con quelli; lafcio di raccontarui
lieu mille altre minacceeedequali m’ingomhrauano , Ш confondent! _
(ya no la ui/ia , in quel moda , chefarina certe carteратующие]? , ’ Ё?
fall". ueggono dipinti inpiccioleßgure glifquadranide’ caualli ,CUle ¿I
:lati fchiere de' podium@ la[решка dell'arteglieria . Or ui doman- '
toil doß' que/li apparecchißinofattidalle donne per piacere a mari
ti? JNN. vlcoßhellaimpreßi mancauafalamenteun mot
f tain letteredaro. . CJ V. Et quale? JNN. отд, a'Dio,
omi ßieranea a gli amanti, ruinaa mariti. CJV. [o uengo lie,
i , ll пе canßderando come ßa p_aßilrilea gli huominiilmantenerle
'cult mogli' in tanta pampa, @j con tante fmancerie [enea il dare
adußtra , оу commetter qualchefrode . JNN. Íononuo- ` 'l' ' " l
mel 5

liqlr glio già dire, che mantengano lemoglicoßsfoggiate cofcontrat


l i!!
di illeciti ,> mii credo hene ,che nel rimanente uiuanodaßiilori
iliiß ein@ manginailpane afeiutto, @purghino ilpeccatazdellaf»
nfl?
perhia con l’aßinen<_a dellagola , @con lafciarne patire ißgli~
irrt uoli . Ma can tutto che le donne attendano c_on ogni fiudio _ _
а gli ornamenti `.ii/ieriori di tutta la perfona ,- nondimeno ЁЁЦЁДЁЁЁ
pli hanno in particolar reccommandatione i capelli .e душица lic-n l c P
i ,l
nl@
forte dimpiaßri x, che non prouino per canuertirli inßla da
ra', ,(y
conmolte
uit' fonomedicamenti
ßate , le qualiß fono ‘nel coltiuarma
ica-Ã'
pelli maligni acqui/lata la morte; e` l
itil
tanta la uanitàlora , che ßt hene hoggidì ancora ß ßntano
per que/la cagione ofenden il троту /lemperar il ceruello,
non reßano pero come micidiali di lar medeßme , da que
Да uergagnoßt , (Ы mortal practica ­, ma s'elle тифе/рт in
qual parte conßßa la lode Cty la riputatione delle donne,
¿en ßipete „che non uegghiereliliano un peeeo дайджест,"
i ‘t
.i
l' а! L t l î' к ‘25 А
'nefi=lyiwieb21mvperiçempo afpendergran parte delgiornoper al’
сапфир“ capo', @fi rauederebbonoicbeßmopiu adorne quellei
_ @be тисожг‘ёйотщфрегсёд 'dal uede'rele/èrue negligenti nel
Dal
¿of? нет:
mit - lbabitoß'lnvgli
. '. .
ornamenti,. jifa, convragioneargomento
.
dell i lio
¿im 1° i»a ‘ne/iii della patrona . .cve if. марту” tenuto perfermo nel
cuor middle quelle donnesle i[Лешам l'animo poco adorno
di co/lurnifŕiy di ualoreßano quelle ,.cbepiii dell'altreflsforzano
dißpplire congli ornamenti del corpo, (riß credono , cbe debl
Pml" bte loro {легат come all'I/ppupa', laquale', quantunqueatie(
¿a aß'ar nello/leica,fu alle new dellaquila bonora'ta ßpragli
attri uccelliper batteria corona in capo si @lepenne'di uarij colo `
P ы ri . „a мы. „щ; auiene loro molte uolteil contrario , perclte
fi bene ¿uero ilprouerbio , cbeipanni rifanno lefiangbe , nondi
meno laimoltitudine degli ornamentiadombra quel poco di‘bv-eoV
no , clie-lianno dalla natura , ф е’ cagione , cbc[iponga piume»Q
te a ipanni., vclre alle/langbe , (9 beneЛит) con la fouerclria со—
pia degliornamenti danno occafione piu , to/io di riß , cbe dam
_ miratione . Cмиг. @u mi uiene a propo/ita di dirui , clie alli
giorni pafjati io mi trouai in una compagnia didonnefuori di
que/la Citta ,fra le quali ne comparue una con un fregio cloro
ßprail wpd@ un ueqp digranate intorno al collo otto il qua
lefcendeua infine al petto una corona di coralli , @più abbaffii
una cat/iena i cbe facendo duegiri/otto le mammelle ritornaua
in su afar capo in me@ alpetto , doue baureßodetto,clo’era pian
tata con un clriodo , dal qualeueniuagiii apiombo infno alla ein _
rola un ci/iellino d`oro pieno di' millefanta/ie . .Quiuißipragiun
ß un certo buomo daßai libera natura , il quale batiendo diligen
temente rimirati quegli ornamenti, ß riuolfe ad una di quelle
don rie[Емfamigliare dicendo . [o non uidi maifilponte di ‘Ta
rtgi
ф'—
Ё‘ l' ETR t О. 137
rigicofi bellabotßega d'orefce, comelio uedula hoggi . Et con
tuttoche ciì шефа»; „таща uoce , nondimenofiìinteß da
alcun-’altre donned mottomonfençagran rißfra loro. лить
П’ег certofi ueggono quafìcutte le donne, quantunque hone/lo, c
mofìraifiin que/ia parte injât'iabilißnde ben diße uno,che a i то дот ‚ы
lini , @y alle donnefempre manca-qualche coja-,w uifurono alcu l“ ` mh“
ne,che dimoflrarono арфа inßiiabiluoglia nonpure inuitanna
letiandio штат ,fey'ßtruoua ch’una lei/cio пут teßamenttl,l
chefeco[гс/[его/epolte leperladglifmeraldi ,v e oleua portare
erfico ornamento. Март locmtrariofiìgran merite lodata
la mogliedi Traiano lmperatqre,perche non ufalle moliiomamä
ti. Ефим-липа l'boneffe matronedir'i'ttamenteriguardare,
«s'accoigerannoahefecondo ilпоёт detto , депо indorato' non „мы.
migliora il cauallo, (9 che congli«ferrariornamentirendonofo
[petra , non uolendo,l’hone/leì loro; il chefidimofìra con lafe'nten_
¿a d-'un poeta , ilquale riprendendouna donna hone/Za che haue
ua una‚они. impudicauzoß dile, А
_ _ 'Tuaforella caßa in caßo manto, _ _
n.’ Sebenmnßpuâdardicaßailumto. _ _‚г _ _
M_ `@Sloriiedimeretricetu non inerti, ‚ _ ‘ " ’
"д. A `Ё. Ma meretrifceil mantofàparerti. ' ‘
"Sia dunquealledonn'efcritto nelcuore quein memorialedi ornar Tm,” ¿e
ficon tanta modeßia 4, chehabbian'opiůгода apiacere a mariti, â'äìlll'f'ßf.;
che adingelolirglifgiadejßreßimate uane , fly/appiano che den
«tro unpäpofocorpo, prefiimeuh'e 'alberghi un'animo идиом inu
{Мед/п). lo ho oßeruat'oahe
namíti eßeriori queße donnetanto/iudio/É
della lorper/onafino degli
tra/curate, ­etl porche or
intor
no aye cof@ di ежа/деду: lo cötrario ho cono/cinte molte nemiche
. s .
^ „L“ if fi! î. В l. 0
di que/ie pompe dillgentißime nelgouerno della aß ‚(т nelfar
la apparire coß adornaúypolita,et congiudicio ordinata,che in
fino allefiope raprefentauano la[ил dignita. лит Egli ¿pro->
тонные. uerlio commune,che nonßpuit трете herefbfiuhiarewnde nö
e marautglimfe quelle che confu mano tutto il tempo intorno alla
coltiuatione di loroßeffe ‚ lafciano andar la' cafa in abbandono.
Ma laßiamo ancora noi di ragionar di»loro ‚ conehiudendo , che
dique/ii corpipompofiftyinutilißpuogiußamentedirmhe uale
più la piuma, che l'uccello i с .4 u . Dunque руд [iene ‚ che ri
шиш: al ragionamento, onde io ui dt/uiat con la mia digreßio`
ne . lo mi fpedt/i'o in poche parole.,dando carico alla moglie non
filamento di fuggire tutto ciò, che puo ejjer mole/io ‚ (9' alterar
I l Y, l'animo al maritog'ma difecondargratiofamente la шлепал? i
coßumi[йод °, _percheficome non ualenulla-lofpecchioaherappre
_lenta doglioß ,l'imagin'e dun lieto, Ыlietaquella d'un ldoglt'ofo,
co te` ßolta quella moglie ‚ che nell'allegreeea del marito шт
fia , @quando e` penßßfa'feßa . Et percioßdifponga адов
trar/i col uo pen/ind@ ушат со]? dolci , @amareßcow
01негП;Зде‘ do,che arannogiudicate _ al marito-,pèrche la diuerßta' de’ co
ЕЁЁЁЁШ” fiumi non e` punto atta alla con/êruatione _dell`amore, (ygli mo
/iri con parole hemgnefd con attipiaceuoli ogni ßgno daúlettio
ne ­, ф ßppia ‚ che alcuni maritigial лисий allamorofe cortefie
t . ‚ d`altre donneßimano dießèrpoco amati dallemoglufe nonfanno
Í loro fimiliß maggiori гайка di quèlliichefaceífèm l'altredonne.
Etßpra il tutto continoui fimpre-gli ‚ nid’amore uerß
di lui д acciache ueggendola ïntepidita oltre al uo o_o/fume nongli
>entri qualche [лифа-‚пе! capo', (уч/ёporca/o едьмчprefo da
www -qualehejinylro humore i cerchi con' ognißudio di leuarglielo › @j
n мы поп imiti alcuneßioccherelleßle quali con poco дышащую»
donne.
_*- г EIR l О. 338
molto danno loro/idilettano d'aeerefcere ilß/petto -a mariti.
с ¿c V. Da que/io ragionamento mi nafee dulltio ,ßfacciano ‚е. l, „_
Ireneo male quelle mogli , elfe/feudo ricercate da altrimauuer §_Ñ|°|¿,‘.°,Í`§§Í§
tiycono il marito . .ANN . Cotalidonne ono communemente :icââëï:
ßiaßmateperelie da que/lo ufficio nefeguono mali атм. 6.17: м
‘Non e` buono (fhtw il dar/egno della[илfede, @yacc/vetar lam'
mo al marito? .,cN'N. Ил а e` male #erro,per'elte lo> trauagliat
@gli da cagione di dubitare , che/coprendo un'amoremona
da un’altro,(eüelte ¿peggiomette in pericolo il marica@ fuman
ист c` cagione di inimicitie, @di/canelan. сии. Wai uoglia t . - ~
mo meglio a-noi , che ad дышащим) ella меде piu to
/lo di metter in pericoloдым; chefefiegaaonciàfianlifella puo
con ragione duôitare , elte 'l marito nifl /appia peraltra uia , Ú*
non Hfdegni con WM lei , elleglie Wallin tacciuto. .a NN. La
[шт moglie liaura [трус più a caro ь clie'l marito intenda
per ¿occa altrui la „риф ‚ сЬ'сПа loaurà data allfamante, che
predicar ella medeßma l'ltonella i ua , e’lfitggio~ marito ne do» l "‘ ‘
uriì rimaner piufodisfaeto (i) lpiu'ße'uro детдому; .' Оли
шит: i mariti non ¿dato que/lo' fenn'o , (ауте nejfono molti
fclre la piglianoper altro 'ver/olyjnondannoa queßafecretega
-tale interpretatione. жми. Еgli e` il шт. Etperò lifœnaper 33:32“
fuggir que/io trauaglioalrella componga la [ш fronte in modo,
lclic alcuno non ardiß'a di tentarla '; ­perclie leforteeee , che ß ri'.
ducono a parlamento, fono 'vicine ad arrenderß: ma quando
pure ella uenga aßiontatamfidella туфа/{ляда data da 'Una 'La
»lara/a donna , cioe`, Effendo iofigliuolafui[опора/За all'imperio
di mio padrehora à quello di mio marito , (y pero potete parlar
fcon lun@ intendere quel,clieglipiace,clo`iofaccia. l@tando oi
l-il marito e`allinteßricordi ditenerfelopreferite , @farlo chiaro
и ‘ 'f S 2
‘s . ‚ L I _ l l, о
glßeo ritorno,cb'ellafia[йога utile in ca/a ,perciò.сlneпетлей
Ц r ‘Y „î медиума да lui', (diie riporteràdoppialqde: „cx/W. t Vn
‘ I 1 t ," f diferetomarito/entirà метатели infinita confolatione di corali
_. 4; ' “' ff; modi ‚ таpercloe ue ne[то alcuni tanto difßcili, тафты“:
' _an-(i/iztieuolndy` lie/liali ,che non pure non uogliono сотенrar/í
_di quanto ¿ene ellefappianofare, ma le mettono a rifchio di dar
_fanima difterata. al ‘Diauolo, io[1er tanto uorrei che infegna/le
a quelleßenturate qualche rimedio da4 poterfi Метан да tanto
{дяде/110. лиц. Il rimedio[аgia da me propo/io quando io ri
em ы, cordai alla mïliefloefußejůdditaßt‘uëidientealmaritoïutta
ЁЁШЁ'ЗЁ uia io aggiungo hora , сЬ'е11а деЬЬеingegnarß ad imitazione de’
c ma' medici , di curare i дурен! де! marito con medicine contrarie,
onde {egle e` crudo , (ф imperioß conuiene uinrerlo con l`loumil­$
tà5 s'egligrida , ella taccia, perche la сфера delle/agie donne e'
iljilenti'o, @ya/[1min parlare, @7a достают! la uolontà [им
_quando egli haurà Fanimo господ tranquillo', s'egli e` фото,
топ е11а311седа‚(9поп{то}!со1е!‚!а0иа1е!эаиепдод11 ранам il ma
rito due tordi in fafaper la cena, belvôe a dire clo'erano merliм И
replieando lui,cli'erano tordiiäj lei,cl)'erano merlifu eoßretto if
marito dalla colera а darle магнатам, пе per fiori/lette ell4
a tauola nel рте/Этан i tordi di' chiamarli merli ‚ onde egli lerad
doppio i colpi-,51j[ta/jara la ритм канта la moglie di' тас
, cordargli i рт merli,{’l'}I dicendo lui tuttauia,clo.efuron о готдёа:
lei' merlißifognofeßeggiar fottaum@ rinfrefcarle êattiture, ne`
qui ließëefne la >ciinie’ßt,per¢'he in capo dell'tîno, ella<gli raccordo»
che l`anno precedentefà ¿artista da lui per quei maladetti merli,
Ш плгопдеидо il marito tordi,etß¿giungendo ела merli, non
te egli сбегает]? di caricarla di tâtepercoßëßltefe ben la [мг/Мор
nö uolle mai dir tordi,almeno lefecero il mal [под [noi cöliattuti'
­ „ ~ ' merli
«1" Ё‘ T'ERZO» ‘39
u merli f: CJe’. .Qiale opinione loaieete uoidiqueßintarit'i шт; 5:9
lli battono le mogliàangiale opinione battere uoi de ¿ßicrilegietl *il* '
:il uiolatori delle cbiefe? сиг. Jo bôpur letti nonsodoue „шеф [_ " ‘_ ; д; _
lili . ‘ Rendimpiufrutto donne, afmiße noci, . и л "­ "l

- c/itbiuerloro bapiulemaniatroci. ' _i ­- - s


л Мм. `Voi­leggefle il te/lmma nonlacleioß , cbedire ’ "i
" ` Ofende `il cielo , (“Это amordißioglz'e '_'. ‘ °
i '­ и ' `@tel , tbe con empie man batte la moglie..`
6.1i/ .f Egli драг/Этика di buonoautore, cloe`l marito caldi
.`
gando la miglie la rende mrgfliore.- лц..%и11„`аити поп/д qui= д; .
punto , ma ui-aggiunge, chefopportandola rendemigliorßtflejjii.1­ “-w
Coty. Et perche nonßdeefbattere eongiußa cagione? om. roi
dite bene che/idee battere con cagionema rbi afpeitereì a batterv
la con cagionemon la battera' mai;percbenicina штореba mai il
marito di batter la moglie.Coil/.Voi mifate ricordare d’un ma ein“,ng .ig
rito ‘,~ ilquale quello i/leßo giorno , cloe Hiofo ßea'moglie tiratala läßt-“ew
daparte le macinò con le pugna tutto il uiß, ual atto cor/ero ik.
parenti , Ф nonдикаfaticagliela cauarono lle manu@ di~=
nrnancliîclogli qualcagione ellagli baueßedata di- сорmal trattai’
la,rifpofe niuna , di clic effi marauiglioßßguardauano l`un'l'al~~
tro ~, onde eglifoggiunfe, ­i`io'l'lsio battutafen(a ‚ сЬ`е11а те n’bab­
bia data cagione,
e qualclte pen/ate
una . Ma ltora uoi come
ui dimando la tratterei
[Едите/1: , ß’ mequan-
la moglie ne def n‚ `
dofufje colta da uoi infallo? (у[6 que/lafarebbe afjai giufla ca
gione di batterla? «псы. .fellafuße caduta in que/lo errore per
mia`colpa,non ella,maio dourei eßerbattutm/e per[ua dappoca
gi'rief;I comepotrebbe mai darmi il cuore di torcerle un capello? «„a_ni_-.1­|`-4

coli/.lo u’intendo . Taßumo от“, ditemi,[ё dal lato della


mglie uiïe` altra co/a per melo della qualefi conрт! l'amore,(9«_
д e
"' ' ‘ m .I \ В К О
laмю./îmantenga immaculato quel comune honore? ¿NQ
el; ‚335355 Wiuna cofapuòfar la moglie,laqualefiapiupoßente adaccende
г: STQÍÉ; re l'amor del marito, che’lgouerno della caf:,perche egli 'non jola
’l '"‘"‘°' mente i rallegra diconofcerla donna utile, W ualorofa v,ma еп
tra in buona,(9~jicura opinione dell`honejiiìßia , Wt'accheta n el
l’animo qugendo,ch'ella con aßaticarßnegli utili, W hone/ii ef
рту della ca/a,s’acqui/li quelРта colore,(9~ quel uirtuofo bel
letto,il quale ne`perfudoremc per lagrime [i dißterde,W_/ia tutta
intenta a/iioipiaceri , (or al beneficio della cafa ­, il che nonfan
d¿123: no le donne uane,et la/ciue, il cui coßume e` di uiuere otio amen~l
“ш‘ теч clipigliarjîpoco pen/kro del marito,de’fgliuoli, @delle co"
fe dome/liche , dandofegno тиф/10 ‚ che[e benßno con la per
fina in сор ‚fonofuori co'l ceruello , dal che жми: uergògna,
et dannongisa bene,che mentre la patrona attende alle uanitiìiy
. leferitefono negligenti nel benejïcio di lei, et diligenti in beneficia
"°"°‘ы°' loro ­, W/idice uolgarmente , che quando la patronafolleggia , la .-A>`FP-»_

fante danneggia. C„ein [o so chegia` haueteproie/lato di non


uoler difcorrere del modo di gouernar la cafe ь ma con ~tut-
to cio loderei , che affegna/ìe almeno al marito , alla 'moglie il
loro proprio ufßcio intornoa que/io gouerno , accioche non[i pof
ß dire , che'l marito faccia l'ufßcio della moglie , ne la mo
_ glie quello del marito . .a NN. Eglipare, che al marito di
f; llfifill fconuenga ilfapere quelleco/e , chefifannoin сад ßia ­, ma v¿egli
Pincromet ­
mf» а! во— per fua fciagura ha moglie /ciocca , (gi inutile , che dormafe
condo il prouerbio congli occhi aperti , ben fapete‘, che gli bijo-l
gnaßipplire con lafua prouidenga val difetto di lei. Mafonoben
de ni di befa quegli huomini , i quali hauendola oli/creta э
@j intendente, uanno an/ioßmente cercando il pelo nell'ouo,
W uogliono condir ф! di `lor mano le uiuande, tor time..
С, "
с ‘T E Ril О. '|40 '
п'ять alle mogli, con riprendere , (дате/Ми ledoniie di cafa.
@ie/ii mariti oûçndonole mogli, (9- dannoloro mala ßditfat
tiene , mo/irandoo difßdença , ofpreeeamento , oßendonofe
ßeßi dando/egno d’huomini dipoco ualore ,perchefefuori dica
fa hauißero impre/Èftynegotij appartenenti agli huomini d'alto
идёте, сто ¿che quan dofono in caßmttenderehhonopiu io/io a
daijiripo/o,chea trauagliar la moglie, et leferue,(9~ßrauedereh
bono ,chelgouerno della сад e`proprio della moglie , @che la di
uina prouidenea ha` fatto le donne piti timide degli huomini, з
accioche fi diano alla cu/ìodia di ca/amlla quale e` atto , Ш l
gioueuole quel timore. lo non niegogia che lhuomo non deh
Jiia pfipere come/ìiano gliджаз-1 di cafa per correggere qualchedi
etto , al ale non hahlvia per auentura la moglieaperti gli oe,
chi , ma e. ¿en coja giußa,'chfe[]`mdoella il»timone della rafa
lerimetta totalmente il maneggio, come сор; alei appartmen
te . Keßamihora per ri/iring'ere ilfafciode'no/ŕri ragionamen- ¿gli?
`iti ildirui, che/ironie nei trauagli cono/ciamo i um' amici, со]?la ЁЁЁЪЁЫЁЁ:
moglie non può con alcuno piu {та-асе me@ con[Этак/5in amo- wm
re , angi oliligarfi in eterno il marito , che col foccorrerlo гад/2401
Ьфдт; il che non fanno alcune , lequaliuogliono hen participa
re delleallegreeze de` mariti; ma non delle mole/fie , пе‘ fi ri
cordano delle/jimpio della non meno bella, che ßiggia moglie exempt,
di Mitridate , la qualetonduti i capelli peramor di lui , (zy äâignleifâi
adußitaßa caualcare, Ф aportar arme come huomo ,lo ­ßgui- ш щ.
i
toßmpre in tutti ifuoi pericoli, la cuifede , (7 го1етп<а]йа
it Mitridate digrandißimo alleuiamento nellefuefortune, C17 al
9M
mondo ellempio , che non e` co/a tanto graue, cheiduecuoridel
tll t
Y
marito ,(9' della moglie incatenati трете non la fopportino.
Ulih
Et pero quando ß trouano i mariti da infirmita danimoß
S 4
`.
u

@1,1 n а 1LT 1, ”в )L о
. di corpo traitagliatiqiano pre/lele donne con laража dellelpa'ro
ln@ con la utuacitiì dell'opere a confortargliftjferuirgli,che da
.cio ne uedranno ri orgere un’ardentefamma damore . lo po
treifaruipiu lungo di/cor/o intorno a queßa materia, ma perche
­ fono/lati dlúrußmente fcritti da grandi huomini i preeettitra
.i maritoftymoglie, iqualipero nonjipojjonome ß ­dellono looggi
Ainteramente e/jequireper la diuerjittì de’ tempi Clyde’ cofiumin'o
componendo трете i carie/oi del marito (9' della moglie concbiu
ma. д „Ч do , che lianno a /litnare ogni cofafrà loro commume, non tenen
ëâäiůîîïi, do alcuna propria,ne` anco l`i/ìef]2 perfona, Cf/ eloe jeamLieuol
ч mente depo/la la ßtperôia del/:ono con lieto animoprocurare il
к mantenimento , (2ylagrandeçça della cafa,Ctj/tentar con ‘lope
re di uincer l`un l`altro in queßo ufficio,onde/îformera una maf
rauigliofa armonia , la quale liieondurriì felicemente alla uec
cloieçcadi cloe col legame della dilettione , dilla concordiagra
taa Dio,inuiteranno ifgliuoli,che di/eenderanno , afeguir la lor
. . uirtii , @iferui ad imitarlaì @entiendofelicemente tireranno
" ` " Y-col buono ejjempiolaltre cafe a queßa [олив concordia. с ¿c if.
(Poiche defigliuoli hauetefatta montione , mi piacereble , elle
- bor maifecondo la propo/ia da uoifatta , ue nepafjaße aragiona
гагу-да: re della conuerfatione trailpadreeilfgliuolo ‚жми, и que
. за: isli- До‘ragionamento io appunto uoleua inuitarui,parenilomi,eli`in~
torno alla conuerßtione del marito , @della moglie habbiamo
Лиф piti tempo di quello ‚ elleper auenturaßconuemua. Cnel/_
lo/limo ueramente , elle Ьфдт coßituire alpadre , (17 alfigliuo
Qv;-
lo i modi cloe hanno aßrlare nel conuer/ar infieme, pofeia cloe ne`
ancofra loroß truoua per lo piu` una uera umana@ intelligenea,
брата hormaigiunti a tal termine,cbe come prima ilfgliuolo
­acqui/ia intendimento ~, comincia a far ddfegnifopra la morte
:ъг j: mz Y). ¿i 141
`Helраджой?jicome i racconta,un bamlino' caualraiido in D .
_ _ _ ` etto по:
‘ ya alpadragli di/jiffemplicemente , opadre quando farete mor- mnu?
to , io caualchero infella; со i moltiuitioßzmente oramanofy af
frettano la morte a padri loro,di che non so io a cuißdebßaPiu to
/ia darla colfa , д а padri , clic non effercitano legittimamente
“трепа loro,ö a oliuoli , che mal conofcono quantoßano tenu
ti alpadre . .l N N .\ [n que/fo диод/артисте а cui ш rifol
uete >di dar la colpa З. сижу . И! fgliuolon'l quale non loa` mai
alcuna ragione contra il padre,ß ¿en ilpadre baueße mille torti'.
' .of N N . Won hauete uoi detto , che bene/pe@ il figliuolo non
«intenda С»? поп conofceil дебит/де!!! lia ‘uerfo ilpadre г CAV.
.L-o aonfermo . „под. Сlit'uolete,cliebalrßia ilearico,difar ca-`
расе ilfgliuolo di que/lo deoito? ежу . Il padre . л NN.
4Kiuocate adunque il uo/lroprimo detto , C17concbiudete, che la
colpa e`delpadre,chegli doueua mo/frar i'l deleita , (ё) пои-1о/есе.
сап! . Il padie ш raccordi, (7 i coßumi conlaстете dritta;
vlas'egli li`riceue conla manca , cliccolfa'ne lid il ,padre .ë ¿Ni {тать
А?!Padreßlleeito-nell'inßegnargli di lnion` Бога аforger la штанам
где '_ смута: дя'иеггеЬЬеmancinomia non emarauiglia folta; "ш”
:nandoin lafciatofar-llliaßitomonglie lopaojleuaregondejoiìda ac д AJ
ген/асе Íaßia negligen{a,poi cliefta dijßri'to infine сдаете a-dar j . ,u :i
.gli не: co/ìumi ‚ cbegli richiedeua nello [растите/ритма]?
in teme col lance dellaìiutricemon cono/cando, che' negli animi-te
4neri ‚ соте nella cera , fifa leggiermente Шире/Зине ‚ @fino
­ ат riceuerle di cipline . с ‚с V . lo non so con qualefou
fa dfeuderete uoi queifgliuoli ‚ i quali dopo clfel padre lorogli
baard „лето cu/ioditi' отметем/дно l`autorita` dhuo
mini' u-irtuoßßjgli шит шиши nella uia del chri/ìianomon
lafcianopero lalla fne dijitiaiß ‚` Ф uitio/amente operando mo-­
'. ¿l Z L I В L до
/Zrarfi indegnofi'utto dico/i nobil pianta . жьщ . ‚ ef
. . ' 7 [empi/into rdri ,Gr fuori de’communi accidenti, ne' per queßo
` l difabligano ipadri delgouerno , (‚у dalla cura defgliuoli ‚ 41 clre
fare lIddiogli bd obligati. 6.11/ . Cbe`lfigliuolo in/lititito uir
iuoßmentedal padre diuenga „то/д ‚ (ty cbe dopoi nefegua di
ßordia io nonl mi maramglio punto,percbe la diuerfita de` to/lu
mi nepuii фи .cagionnma'benrnipare cofa oltre modoßrana, et
quaßcontranatura , cli'eílendo amendue uirtuoß , (9— battendo
amendue acqui/lato per le _buone opere loro bonorato nome uori
di caja i uiuano q peroin сир _congli animifra loro di/giunti ‚ t?)
ßen ¿a alcun[Ерш di pace, di carità@ d'amore; (tybrieuemente
[то concordi nelle dttionipublicloe, et'difcordi nelle domefliclrc,
di cbc ue nejaprei addurre molti effèmpi..1NN.l/oi diceße poco
fà, ebeÍl fgliuolo non può bauere alcuna ragione contra ilpadre ‚
bor uoleteabe que/lafenîenea ßiaferma , douriì сед/1241440
fifa marauiglt'a, C17/aren tenuto a con/legare, cbe`lfigliuolo qui
v tunqueuirtuoßimon opera uirtuofamente quando non cede ‚ Csi*
non ßconforma alla uolonta delpadre. 611/. [o con errno cbe'l
fgliuolo lrà da/opportar l'imperio delpadre , (Ы da ubidirglißem
что И pre [enea contra/lo; mapercbe la conuer/atione loro babbia piů
Багажа? feliceßicceßoJo/limo principalmente neceanrio , clie aßegniamo
alpadre il modo di maneggiar la[на paterna giuridittione,accio
clic non ecceda i'ndifcretamente i legittinrfi confini, Ф non dia oc
ca/ione alfigliuolo,fi non di contraporßal/uo uolere , almeno di ›_д.

biajimarlo tacitamente , C17 di cbiamarßnel uo cuore mal trat


tato,onde [rabbia afcemargli'fil’amore,Ctyl`i%ruan¿a ист/о ilpa
талый??? mi e`maifuggita dalla memoria quella indubita
taßnten(a, tbe pocbifgliuolißnoßmili alpadre,moltipeggiori,
627 rargßi'mi migliori'. lo adunque uorrei,cbe цепь/{тю prima
— ——— --ïV

Т Е К Z' ’o л [4,1
ricercando le cagioni,per le quali ¿oneДаш?) ilfgliuolo e` ¿li/fieno' l
1
le dalpadrefyfà proua contraria allafua влипшим, onde ne ‘
[азиат le афише lora,perçl2e da que/fo ragionamento нетто
in станка: delle maniere della conuerfatione loro. CJP’. @aß
[глисте a uoi piace. лиц. loprimieramente uengo confìderanf nym's а. -
l _ . _ ­om: (с!!!
do ‚ che: figliuoli apportano[ammonium: confolatione a ‚щи ‘fwfdß
т’! padre
loro ‚ quando la natura,(9_« fortuna non/ono ben compo/k, (д ел Едим.
сотетретаи fraloro. сих/ь Et comeJNN. Vede/ie uoimai
alrunebuoneßmenq радаром фит ар Aoprima terrenono#
Produrregli„Линий/титр см», Si, ene. лить "Si co»
rne'adunque'queig'raniper natura fruttyferi ,jonoperlafortu
na, Ú per la regioneloro contrariav attifimli, coßßlfgliuolo
nato ‚ (уч chiamare dal [дойдёт а deman/ara Лидию alle
cafe militari diuerrà ö inutile, д diроса ualore ‚ tanto importa il* .i 1.1 „d
non bauer da principioД‘орта 2ие11аparte ‚ doue'piu inclinana-,l v '
(91 mi rcorda in “еда/Эдем диета lenicem' „арoli Dan-~ д ­ ‚
‚щит mifono poi u/eiticlimente. CJP. Velifaröperauen
turaritornarioin rapa. I ­~ m" . , и -X
мкм. Сдтиапййдтйад togli.' \" ‘f I a г" ~ "d
Ы ` Erseïmondolagiúponelßmenre ' «so» . " . 'n
wlifomlamenti,che'naturapone'Af ' ­` ‘I к "Q
о.
Seguendo [ад/шт Бита lagente,
“г Ã/Ja uni гор-те a la religione ~ '- >~
‘nl Tulanefa nato a ringer/llaЛида,
Etfate Re" di tal che da fermone,
Onde la traccia uoßra ¿fuor eli/hada.
'JNO comepre'do`gran diletto di que/lafentenga, coßper la/ua
grata armonia, comeper lo egnoalíella mi dà della uo/ŕrafelice .
memoria. Eccoui adäque effi-¿ifa unadelle cagioni dellïnfdico
n- ­ ~­­>ryrw­­­u­|­ -'-­ ‘

„ц. и L ze з ш в
ЁЁЁЁЬЁЁЁ Лиф del fgliuoli. C if. ßifo V.na ytiene, che ipadri fiano
‘Äilf" u Р' iinornoa tieflo gudicio aueduti , /gcuoprendo hor con uno , hoi*
con altro egnoil natural трёте de'fgliuoli' у il che jicompren#
dene iloro primi атм];comeper commun prou erliioßdice , che.
Идиш dal mattinofi conofceil linnn giorno эф pero ioflimo , piti. che
l. Ч necefßria que/ta confiderationemolto malA тер: da alcunipa
i» - l « , iquali :faremo-la natura difgliuoliadадепту. ‚ @opere
штифты: dallalor natural inclinatione, lindenoniê man
migliaßnnriceuonopoca 'conjolationempf/2 neßgue talhana il
uituperiodella cafe ,ml (quel ch`e` l'ojfhfa; di Diag-uoglia
dire quandofifpingono ne i mona/ieri'.quelleßienthmtefanciul-e
le, le qualiinjïn nel нерпе delle madri loro hramaiiano marito,
.a it@ Queipadriahejpingono iÉliuolifuoridellortznatu~
’i “ma de, ral corfo , meritanopiti compaßione,che hiaßmopofcia che vorm
ritiri , die muneinente yciò auieneperpoco loro rauedimento ; ma quelli,che
fpingono ш
“mi *l de- innan ¿i al delito tempo li co/lringono alla religionafina degni di
bito tempo
1: Ежи: hiaftmoper la malitia loro , perche o per tenian) perfal/e per ua
'i' fioni a cio gl’inducono~,ilche non e`altro, ch’unfar reßßenQa alla
uolonta' di Dim@ torre afgliuoli quel libero arlii'trio , che laДм
diuina honta' haueua loro решит . Et per cio se’l padre e`gelo
р а1е11'с1опоге‚@ della pace di сайда ‚ ßa auuertito di eonofce
re douepieghi la natura dellfgliuolo , o alle lettere , o allarme ‚д
alla agricoltura , ò alla mercancia ; (Ыquandoßrauede d`hauef
lo tiratofuori dellaßia dirittaßradalofaccia to/lo tornar a dit'
tro,et lo rimetta nelßeo deßinato corß,altrimenteß идемте/1!
l`imprefe mal cominciate/arânoßttopo/ie a pcggiorfne. Cuit/
Pouendo noi ricercar ordinatamente le cagioni , che rendono ¿fl
gliuoli contrari] allafpettatione de’ rPadri , era perauentura uo
/iro ufßcio di cominciarprima dal
l latte,che heono ifanciullapvl
che`l
i

TERZû' ц;
‚ ‘bil latte delleautrici opera täto, che'lpgliuolo diuieneperett/lu l _M _ _a s
mipiujigliuolo мы, che della madre; ф quando riuolgoper- "1_"
“ì-Yr

lamento l'u/ança di molte donne Francejï, equali nudrißono ‘.jj ‘ _'


i loro bambini со’! latte delle ße/lie , io mi ri/oluo , cheda que/loe` "h Ё;
eagionata la ferocitcì di molti di loro,i quali operando finißra
mente ,ßfcuoprono meno dotati della parte ragioneuoleal clic/ia
dettoßluaßmpre lagracia loro..1NN."De marauiglioßфр t кг:Ё
tidel latte,tonefono 'cloiarisfimoß/e cofa piu` clie certa, elle s'u- teui.
noagnello ev alleuatoßittole mammelle d`una capra ,o uero un
ecaprettoßitto quelle dunapecoraal capretto mette il pelo piu mol
le, @lagnello ß ueße di lana piů ruuida , ondeßloa da tener
perfermo ,checomeil gliuolopiglia dal latte la complißione
della v¿alia t, co i i eo/lumidellanimo feguono la compleßion del денет;
тигра ‚ @diquianconafemke lejigliuole dell'lioneße marrone/i fgïggßàf
fanno molte uoltealoro in tutto dilpimiglianti, C19 di corpo,(9« :gjm ‘°"
Äanimo ,fiche il tras erire tfanciulli dalle madri alle lialie, non
фрак) dir „том evno flemperamento di natura . Mafe s`lia­
ma afar mentionedi queßoprimo nudrimento, bißgnaua ra
gionarne quando erauamofu-’l dißmrfo dell'infeliee matrimonio.
'Tuttauta io ”об мссёшшс’уч la@ quì come coßtßuercliiaaon ~
(годы-Ь: деШтротпда dellatte ne hanno trattato così copio
[трете ißlofoflye particolarmente il no/lro Galenotcloe non ui
т),
'ha che duliitare ,ne` per quellaßla cagione lliö маститper
relie boggiclì le. donne[то eo/i uaglre della lor apparen (а, то del
I:la loro uanitiìaloe amano meglio di p'eruertire la natura defqu
noli , clie dalterar laforma delle loro ode , raccolte, ,' @rotonde
mammelle,dal elre auiene,cloe ifigliuoli acco/landofì agliaßettí,
(ty a i eojlumi delle balie ‚ :allontanano con l'amore ‚ (9* con
-la умении dalle madri, ne hannofangue , che ‘litmuouaall
. . . l Í 'ß _“
n, _ выдаете аромат loroi'l doauto rißietto , шеелита/га рее
во: Ёж- !‘еЛетрЕо du'n certo осе/туда, della famiglia ‚fe ßen mi тесте
do , che fece
:gâtîiům da ‚ de Gracclri , ilquale tornando dallaguerra carico di [родив
:2g: ‘“‘ de'nimici uenendoglifincontro la mdre, la balia , donò al
la madre , un’annello dargento', alla Lalia una collana d`oro e
di che dolendofila madre; egli ri/pofe , cloe haueua il семафор
_‚‚ д, ‚‚ „._ gänge'ndomoinme miporca/le ‚т: di nouemeßnel uentre , Чае,
l" "' ‘Ё' Í fia -m'fia per lofpatio di due anniß/lenuto con 1еproprie mam
mellaâuelicli'io lio da от ‚ il corpo dammi con росо lione/ìa та
niera . `Задай: mi ha .dato queß-a, e` tienqu da animoрит , (уч
f [incerta Voi сорго/10 соте io nacqui,mipritia/ìe della uo/ira com

г f „гидами!:bandi/ie degli occhi' „фа . Que/iafattami/i in


соте mi raccol e¢gratiofamente­cofi slandito nelleißuty braccia,
:_ n '­ ` думы) ch'io on' condotto loora a que/lo ßgnoJequali ragioni
accompagnate da altre , clo`io штаммом la Босса alla uergoi
gnofa madre, (t7accreoôero l'amore alla diletta nutrice . ‘ сосу.
(Po/cia, che que/le donne non uogliono effere interamente
de' lorofigliuoli, doweßoono almeno effer diligenti nella elettione
delle balie , (уч nella contega de' co/iumi loro. .A NN. 5i come
e` introdotto ilprimo aou/o di commettere la uita de anciulli alle
рорре delle nutrici,coßne uiene quafiin confequença il/econdoidi
non рифт qualiellefifiano . Ма uegniamo hora continuando
'le cagioni della diuerßiâ de’ padriffr fgliuoliaenendopercer
tombe la principale deriua ,/icomegiàhalilriamo concbiußdalla
di„физ della natura ‚ (9- dellafortuna. Dimрег tanto , che
non бара а1радге il conofcere дошла riuolta la uatura del лей
nolo , fe dopoinon cerca difargli laßrada piana , Ст d'aiutarlo
ф di prouedere con ogni/indio , (9: con ogni [со potere di quelle
_co е.с17еßno atte а condurlofelicemente alfric dellgßia impre
q ~ T E 'IL Z Ol 144.
‘l’ . Et perofigue un’altracagione della diffordaii@ de’coßu~
itti- т! loro , quando ibpadreamapiii/eßeßii , cbe’l jigliuolo , colie~ {ТЁЁДЪЁЁ‘
Г qD 4rterlo prego di/eperfotoрада tempo,fen<a­curar/t`di metterlo nel
"l" le mani dimmi/ire, chegliinfegnino le buonelettere,i`i_ dinuiarlo
11"!
“il aeligeli/iudijuì alle corti,o alleprifeßioni,doue
peccano alcunipadri egli e`cbiamato > nel
riccbi,i qualiconßdandoßnellefacultiì
i p* loro'fono trafcuratinellalleuar 1uirtuofamenite ifgliuoli , @ila
тд ’ fciano loro dauphin@ dallaerapula ingroßar talmente l'intel
(im дымы non Acono/'coriofecondo ilprouerbio,la treggea dalla gra „мы.
rio диодам diuengonógiudicio/icome lafino, -cbegiudicöpiußa~ ять
no! ue il canto del Cucco,cltequello del хамишь. 6.1 if. l@canto
mit più ilpadre tiene ilfigliuoloprefjo difi, nonß lo rende eglipiů con
. 9
ш forme afiioi co/iumi?.17\¿?{. Voi u'ingannate , percbe ilfgliuolo
'tpl col tempo accu/era ilpadre ‚ cbleßÈ-ndoß prefentata острот di 'I д ._
iep #ingerlo fuori a procurarß utile, @bonomlbabbia trattenuto ­ ц. - l l
iii. гипс/4,627impedita tla Дмfortuna. ' с 1 Ё. llfgliuolo дот-д
„di più toßojcufarlo , attribuire queßoeßetto aßuercbio amore.
„iii uw@ ' Миф apocoamore,perclie un’amore rdißirdinatono'n Aim, dico,
mi e'. ueraenenteamore . ' 6 .1 if. lQiantopiiluiecara alcuna co­­ amm'
,pi титрами, di conßruarlaprefß di uoi , ¿y литий
„у; `ro'ngiuntit al cuore г „щи. . Eglie il штамб dimandabora a
ш" uniperqual cagione uiconfëruiate lungamente un buon feruito
,mi tre З. С „ef-.V . 'Ter mioutile . .1 ’M ‚ч S'egli fuffecltiama
¿la 'to da un ‘Prencipe a maggiorgrado , notigli dareße uoi congie
„à do? 6.11/ . Volentieri . JNM. ’ ‘Ter qual cagione? 61V.
q, ”Тигра utile .. JNM. `@unque uoiglidatemaggiorfegno d
fm', more colpriuaruene, cbe coltenerlo,poicbe antiponete ilcommodo
г”,
„у, filoilfgliuolodamar
al ico/iro. ¿on la piufe/leßoiäldmanco lui dimo/lra
mede/ima ragioneilpadre quel cloeritenen
debbei l l
ig et i_ ­ Í “8 ‘ `

5:3“
д, ,f5 W’С ebefe Famaßìperfeitameneeßmerelibe
ргоситегеЬЬе anco laluafortuna
_di 'mglioò'aifè l пищит, canßneirŕuß
ìhÈeqli,piúmßo moi ' e come caualloin battaglia, eheflafeiquoui
¿are come porco ne gb l ‚си/г vif 0r el” dire'w sil lett'r
rato дичь/ф riteneßë рифа dife il figliuoloperfailopante'ei'pn
фит/арт? „амид [щит ltofatto mentione di cotalipadŕi»
perche .ßno r'ariifilofofiœlidotti щадиeccelle»¿ai #veli/5;
› gnereßôe a que/ia -impreßat'ßpurßne пошло aleunimö uoglio
‚9; i no, ònonpofjonopirîaliri aßari'jottoporßàeoßlungaдышла}!
ы. cleefefacejjero, `non ui boïdulôio alcuno ', olie nefaguirebße mag»l
giorfrutto ‚ percheilpadre l'in/lvuerelilrecon ‘maggior amore, ¿l
ßgliuolo fì/entirelßeperna turap_iáintent'o alpadre,clieal mae?
' ЕЩЕ}: ßrome Per queßoßreóße nouo {тратта che Catene il een--A
£25222 рае-1141115}? i Cf]alleuo egli medefzmofelicemente ilfgliuolo Ien
Ё", Ё'ЁШ {аРоретдтйийбдоиегшютд тафтф anco Оршад
дал/10 non ßegnö,perclie ешь/стр eojïgrande Imperatore, Жат—
mae/hare con la /ua dottrina due [сад figliuoli adottiui . Ma
3 ‚ л. _. l'infelicit'à de noßri-tem e`tale,cheßrebbe'tenuto eflempi'o mo
° ßruaß il uederunpadre мыe inрати a fgliuoli: ,lo adunque
léo ~ e/Eluß dalmio diß-orfo il :aß de’ „мышца, che tengono
рифма loroïßgliuoliper in/ìi'tuirliyreßipponemùßlie йодида
mondo nepan/ca difagi'o . (или . Tanto maggior наддув?
di quelli che non ßpendo eßi, ne`uolendo in/ìiiuштат fícu rano
anco di commetterli alla doitrinaaltrui . ' лиц. Egli par ¿e
ne,clie non conofcono la diferen(a tragli'lauern'inißientiati, @l
<gli idioti , Ед non fantome/oe queßi потратите di' quelli рта
‚Ё‘ЁГЁЁЁ' pgggiomlie i morti'. conf. [on tutto cio lulu/o ёtale,che a tem
non lafcía- ­ . . . . . . . . .
по „pim“ pi no/lrigli huomini ricelii non uoìglionoicloe i lorofgliuoli ßrom
Пены-е lili
втоп- Pano il capo nelle lettere, (тли; iano quaß a uergogna ‚ cloeßp
piano
:- rarita-o; щ
. `piano leggere , Со- :ö ¿menne nene '- iiidi'dìeeidiqueßi
ricchi ai rolvlva l, (9* poueriaiflfeieiitiai,ehe-[i eaccian'a'nelle
htteghede' тешит!‚ cydegli'ßetialii сытыми me@
garQoni nelfar fcriuer letter-ea фига, /Èopten'do in un ­‘
punto il fecreto, (d l'ignorançaloroòcheßella uißa. ' Ma m*
non ui dehbo dirio , che trouandomi giaihalungo tempo nelle “mw”
[Злоба dun» .Muaocato nudi il [по cancelliere „the [ст-ь.
rata una lettera ,che gli lhaueua“ [тис per feruigio d'uny
gentilhuomo quiui preferite ,gli domandödel nome dellaper»
fôna', a cui' шиш a дыши farm' il ßprafcritto,
il gentilhuom gli rifpofe, che non accadeua fcriuer altro ‚ fe
non и!inioCempare in Cremona .ï\ “Мс >replicando ilcancel*
liereliclie lifognaua mcgg'anammtefpœifcm lil „атеист-Ь
rliefipoteílê trouare queßofco compare, cgli/oggiunfe , chenon
importaua , @che барана di dire'ajiio comparuperche tutti
loicoiiofceuano . ¿NN . Vogliocredere,che coßut' fufß en-y
eilliuomo . poichelo nominatepertalemia con ueßafiioccheqa
eglinonßino/liti mancoeuitadinodicolui ,eze hautndqgli di-à „м. а
mandato ilmedicodi Мат; eglifag?,gli тура/Ё ,che lo сое-1 Süß“
до“: nell'arina . _ Or qm/liricchißn@ lettere, ange' corplfen
(a anima , fono chiamati da ‘Diogene pecore con la lana o Bmg.;
ro. ­ Et per еда deono eßirpiu olleciti nelfar Штата? wg
наша i мы; ‚ perche [i comet' pourri/'ono fpronati agli
ßudi' dalla neceßita ,coli iricthifino arreßati dall'hauere а С!)
non
the a­s'aueggonojë nonhanno
poueri, perche carduchefanno
piti imprefepiù
,Ctyloro meßieri le lettere,
ui uuolepiii/enno nel
conßruarleloro richeege ,quuali comefragili , caduthe, i?) cor
„тыл, malamente panno durare рока la сои/Эта della mel
lijlua, ф immortal japientia; We „отыщут che più
T
„atraen о
felicemente figode il poco, che cida la uirtů, che'l molto, che ‚
ci;porge lafortunagondequei,
fitperlnßono , пса/Зим dinonehe per l'aequißate
v/Íipere ‚шьет
cio che aueniße fin
alla (nc-_
тон. ea , la'qnale ßgloriattßdeßere afceß ßpra l`alteeça del pi
‚мы. 0.-, no . C .fr V. Siafempre lodato ilglorioß nome d`Hercole Gon
TÍ. ma' ¿aga Cardinale di ~Mantoua , il quale uoleua , chei giouani
до! fcudieriogni giorno-in quelle-hote, che auaneauano dalla
fernitti della/ua perfona , entfallero in cancelleria „fly pigliaßero
per mano de'­feeretarij delle fatiche con lefqnali [creciendo-ap
prendeuano non meno la liellaforma de`earatteri , che la poli
teeea delloßile , deeconcetti; nelle quali parti ф 5ignore
eo/i trapp'agituaÄ il ualore ¿ogni-.eccellente ficretario ‚ come
non cedeua di dottrina , di religione , (уч d'eßêmplar uita a
qual altro fifuße in quellßcro collegio. JNN. „Qu/lofi) феи
pio degno di lui,al quale pareua «го/8 troppo шиши ‚ che
fitto un capo di tanta dottrina ß uede/fero memltri ignoran
' ' ti ;ma egli e` hene effempio raro, poiche communemente nelle
äëmlg'ali corti ‘non fono , quanto alle lettere., molto dißerenti i gentil»
ЁЕЩЁ huominidai palafrenieri . ‘c .a V. ,Se uipare cofa ginßa, che
imemhri fianoproportionati alca o,egli non e` anco il douere,
. ._, che i fornitori ardi/cano di uoler/Sper piti di quel, che ßppia
van?. i.; noipatroni. лиц. Eglii anco grandeahufo, chet ‘Tren- _,
ïiiiiïfâf cipi non hahhiano eognitione delle huone lettere,¢’g‘che ßuoglia
no feruire della ragione , che gia нашит un’ Imperatore , il
quale eßendogli detto , che hauena parlato contra le regole
dellagrammatica , rißtofe , che s'uno Imperatore eraßpra le leg
gi,poteua anco cßerßpra lagrammatica . Ma uoglio hen dire,
che in сорfatto errore nonfeorrono leggiementeiTrencipi de.'
no/lri tempi,i qualifino eonofiiuti per la maggiorparte non me
х
О ‚и типа: i ¿4e
einladottrinawbeperla grandma дедом/1421, г - "3:
-alla “фунтом doqualiraueggono „che non ui' -e` eofapen
#aventuraроддомом: me" [mera di «. -- ` Ma' ‚под,
«nando all'ufßciefde'padri; тише 'quelli ‚по/втащить
`rfenno , i' qualiÈquanìdjpiůßtroueranno ricchi , ‘Ф potenti?. ‚шт и
ижора} ricorderanno, che le истец; ’57асойб[1апо ‘con mmf _
conferita» con timore “,- @l perdono con‘­'dolore,­§:âlf`:
{и cnnßda'ïn quelle*'tenderà in мм, репы
fàeereiŕa'elimzelylnquali quandoßno'iacefùßate ширм»
'no vende #mno [шест difar apfrreiider’lúcoiielètí.L
.oèrerafgliuolí ь non lafeiando' ,"clie perßiadano тифе
тис/‚мири. clienon , ш? non-ßßorde'r'anno
#wir di mit» ‘Yë‘ů~‘ß44ëfdwfeîà.rl'«cräff-mrt/î folli
мать.д1[иоьаерь„т-.;ш„дераспишите, :L ‘°‘°­
п
' e piîŕtnendoglit Кадета:‘,f thigh'{маца‘non помаде! „143
470 fgliuolo, quanto di ¿ler nato alltempo'dß lui' , ada' дот-Ё:
ina, @il al ¿omino-del >qeeale Масти, deßinato; -dal- qualef- Fuut;th
{торса iogl'rißamente'ïmimumoa {дерна ooit'traïlïtrì это/гм, Tifflgm
аде/д co/i- роса ßi'm'a серафима-сое ci ` тратта“
топ ßlamente le lettere`§‘ma'il$e'n'~wiueŕe; che fono i dife
maggiori' lient­ , Acloe qui già fi pti/fano defiderare 5 рее, 10 cli'e
non [дадите поп meritano d'ejfere oli/pregiati' , та debbo
no eßer riueriti nonzmancodeipropri padri' i ­ Ma fra Га!
ire cagioni dell'infelice auene'mento de’ fgliuoli , ui ¿quella
,quando il padreAnon fi 'cura difar loro рег tempo akar gli
поеду! да: terra ч Си! V ь Clie uolete ßgnifcare con que/ia
{степи г `aNN. Clie'l padre gelo/o della согапдеаа
del figliuolo ё molte uoltetantoßllecito nelfarlo apprendere le
, .-foß di qua810,91):[Ел(а ricordaißalielprimofondamento della
T 2
щ: '.'LÈ'Ã'ÜIKÜ -
прыщ мидию . yldrü l `
ш 19:11:11! religione. фифа: , abide «идеи; ibezquilliiljdelice

.gliuolo inuiatojntutto ‚Шеф del mondo., @prieto del пси


,lungh/'mamßeladiriftta , штат alla perditin
.Ik i _ в .1-1/ ‚ JQ, come Hringete borabene il cbiodo , perebe
_”. .la ßpiim delonondo драки» cielo , @Écija „мы
manidlßimmlïwilíbinon conofie Iddio. i »JN-‘Nc’
т“ ` ricordo ¿lecce/laigraudenieiite¿­ тот . done-gri',
dd contra i padri.. i,quali ino/luna. dimeßpere
{шиитами , quiì , (plafond трепетали tbe
тампонам 'lo /Iiidio nel far' peculio , (d uerß 'ifigliuoli, _
cbc l'banno a рожден fono iii/i negligenti , cbe non curano d"
. ; ` ч дойдёт ь514пЁ1цто'т123то lagiußitiai, mediante» la qui:T
l lli: k д Ф) laßt, dititmmtñ'l'e laloïv benedi
из, ‘ смыт“ (Poi cbei padri non uoglionoiii non pvfßnv
flor continouainente prego aßgli'uoli, ф tenerli diritti , do
;:amdhi 6 urebbono almeno aprir gli occbi, nel commetterli a . mae/ln'
£3232; tlonxinetioL тугим die doeii., ziqunli' ogni’ ¿como nellhon
*WM* elette gli-,bablîüßßirodlßaîamente nelle акты ‚(уч nel ti*
mr» di ‘Dio,non-lafiiilnddancanelle lettionibumane di` me»
/Eolarui empre ragionamenti, Cty' piiecetri catolici ,`- percbe ini
prime aßin quei cuori tenerelliun дата , uißman
terrà fernpre in uita , @l menudo luniranno con Chri/io .
.1 ц N . Voi Fintendeee, Ф- ß'lpadrejarà diligentenelfar
capace il figliuolo delle leg-gi di Dio, baurà que/lo uantaggio,
_abel fgliuolo gli portera maggior bonore ,- (упадите
.со°1 /apere ,cbe que/lo ¿fno diuiuo commandamenco. иди:
ßa cagione del „форта de` figliuoli [гриб aggiungere м'
altra , Cio e`quando ilpadreprefënta afgliuoliilfuefpeccbio „ш
tbiatomioe' quando egli mede/imo 44 loro cattiua eHÈmpioidal MOM“
.qual attoßguardauano diligentemente i Rimani, 14 cui m0de­ “КМ“
1114 ‚ (y dißretega era tale , che ne` il padre in compagnia del
fgliuolo , ne ’l/ocero delgeneroß farebbe lauato ‚ El? era ßi'mato
graue eccejfo , che'lpadrefi[ИЛЕ lafciato ueder nudo dal fgli
4010; pero non e` marauigliaße CatoneCenfore ljiri'uo Man- Сит:
110 del 5enato ßlamente per bauer baciata la miglie in pran ­­
¿o della figliuola . ‘Noiper 141110 44114 precedente cagione gia
trattata cipoßiamo accorgere , che non 64/14 alpadre .dar buo
ni mae/fri afgliuoli, Wprocurarmloejîano bene in/îituiti, s'egli
ßpra il tuttononjïmoßra loro tale, qualiuuole clie eßifìano, per
:be .quanto dibene oprano »infegnando imae/ifi ‚ tanto 41 male ‚
(f/piufiì loro 11padre male opranelo , i cuil ueßigiper natural 111
ßintoß'guono più uolentieri ifgliuoli ‚ clie quelli del теге/110 .
сапа 5911011 ricordo . лиц. Ho cono/cinto io alcunipadri
beßemmiatori , @giocatori , icui fgliuolißguono tuttauia con
la lingua ‚ (291011 le maniil loro empioßile. CLAW. E co/a tan „Ridi 43!
10 naturale , с11е’1figliuolo diuengafìmia delpadre , (9 nelgiuo- Ёш‘ж * i
co , (9' nella beßemmia , (9° negli altri uitg', clicje per ca/o fe ne
truoua qualcbe uno uirtuoßi ‚ (Ы 41 buona ­conditionsßrende il
mondo dffßcileafìimarlo taleper la mala opinione ‚ che baurzì la
feiatajuo padre ‚ @riuolge 4 c redete ‚ clfegli nonfia manco be
rede de’ coßumi, clic dellepaternefaculta', @quando non gliji
truoui altro , cbe opporre ‚ 11011 manca mai 161 41се egli e`fgliuolo
delpiù tri/io buomo del mondo. .ANN . ‘Ditepur anco,cl9e Fl
padre all’incontro ёbonorato,e’lfgliuolo 41 т414 uita,fi`fcema al
quantopreffo agli huomini la buona opinione delpadre@ß[11—
ma quafì impoßibil cofa , clie'l fgliuolo 646614 pre/o quellbabito
[enga colpa di lui ', (9* 41 qui uengo a credere ‚ tbe/e ui[то[1411
Т 3
. _ L` i в . к o ‘v
de°Caualieri Romani , i quali hanno ирга eßrema/euerita con
_ . f tra ifigliuoli , Лапа/lati a ciò indotti non tanto dallofdegno con
” _ _ ceputo contra i fgliuoli ,quanto dallageloßa della propriafama,
i ÄÃlÀlÍÃÄG (gr dal de/iderio di conferuarfiil huon nome loro. lo adun ue ro
nPCllc ¿ltloli q F

¿d Pw“ pongo al padre,che procuri di uiuer hene сор per ß/leßincome per
yhonore , (уч lienefcio de’figliuoli , i quali ammiran do quella uir
r

tu , che rifplende nelle continoueattioni del padreßntono a com


mouerß gli animi loro al deßderio dimitarlo, Q7 ueggendo quelli
di cafa,chegli/lanno intorno confilentioftjcon riuerenea ad un
folo cenno pre/li ad стоите l`imperio del padre , danno nei tene
ri petti loro ricetta a quellegrani maniere, (у cercano daf/'omi
gliar/i al padre. Et pero tenendo ilpadre que/lo honorato/file,
lieua l'occaßone afigliuoli dipoterdtre,fe_facciamo male,l`haliliia
то арргф da uoi . Oltre a ciò „мы ad afpettar altro il padre
co’l dar mal` eßempio al gliuolo ,fe non chïegli col tempo lo [cher
троих?faccia quelpoco conto di lui, cheß/uole delle per/one, che
в . ‘jr-_z hanno uiuuto male,
@dall'aiutoßto /i moiaßnalmentefconßilato
,je ne che trouando/i ahhandonato. l dall`a__more,
Ma non uo

glio anco tacere, che`l padre mal oprando mangia alcuna uolia il ._
frutto , che legaidenti afgliuoli . C и! 1/ . ,Que/lofi conforma
a quel detto.
дрема/Чашкой pian/iro ißgli
‘Ter la colpa del padre. l
гадит“ i. „i N N. Ила] uißno alcuni со]? ‚ ne iqualii mefchmi /i'n ¿a
nocenti ca- _ _ _ ­
тешит" colpa loro fino ca/ligati perlt delitti del'padre, la qual leoge
¿cmi-nu del _ _ _ ` ,_ С
Рад"- parendomi oltre modo rigoroßi , to uoljiun giorno fapere dall’
inimici“, honorato [Этнос il LSignor France со Весссо mio amici/timo
Uccle. . и 1 t n

la cagione ‚ che indiffle l Ímpera tore a qucßa/euera dimo/lratio


neat con tutto chegli me neßgnißca/fe piti d'unaao pero m'acche
l
_ u "TERZO, 14.8
taiprincipalmente a­ que/'la , che temendo ilpadre naturalmen
-‘
Т
3? te pin del mal de’ fgliuoli,che del До ‚ guardertì maggior
­ mme da quei mifatti , le cui pene uanno шел?) a tigliuoli , @l
lг.
а
l
‘î’
т‘а
ei-«n di qui poßiamonoi conofcere, che'l padre eoluiuermale appor
ta , (ty danno, (уч uituper-io afigliuoli , (у eh'egli non fha a per
l/itadere, che i huoni ricordi/[ano perfe ha/leuoli all'in/lituttone
loro , perche ui ßrieercano parimentelopere conformi ; con cio
fia , che i ßgliuoli non mirano a quel , he dica, ma a quel, che
faccia il padre , come gia fece il gamharo , a cui dicendo la
madre ‘, fecondo la fauala,ch’era co/a di/dicenolel'andar retro» гаиоп.‘
-8га210.‚ (ау che douefße fpingerauanti, ПЛМ/ё, Fatemiuoi la
ßrada , eh`io nifeguirö. Et per tanto chi de/idera dtmondar
`
L*
i ,ifigliuoli, mondi primafe[иль fry can ließimpio della diuotio
ц’а
т'щ

ne», y.della carità, della giu/fitta, Cúdellaltrekuirtti feli renda


. diuott, eariteuoli, гирьку. uirtuafi.;` @tando poi haard
giu/lifcato je ßeßo , potra con honor ßio riprenderlil animo
щ.:in..
amerite` , comegiàfece rDionißodl quale hauendo fopraprefo Ещё:
fuo fgliuolo in un fallo,glidimando,M’hai tu ueduto mai
commetter fimil cofa .Pftyrifpondendo il figliuolo . Ио! non
haue/le padre ­, egli ßggiunfe, (Ы tu non hanraifgli
f uala Re , come fu apunto , pofeiache alla )ine [cacciato
per la Дм crudeltà dal regno ,fti co/lretto dalla fame d’
,andar ramingo fn che trouo ricapito da irz/cgnar a fanciul
li . rPaßiamo hora all'altre cagioni dellinfelice eonuerßt
tione tra'l padre , e’l fgliuola , delle quali me ne uengono
«aw-._
due auanti , luna quando il padre e piti che madre , lal
tra quando e` piti , che padre . CАV . Соте intendete
ch`eglifia piti, che madre? ./c'NN. @andai cajicieco,che padre più
non nedei difetti delfigliuolo, @ß li uede v¿accaneia a lodarli , o ‘hmmm
T4
­ L t в к о
ßu/ârli in[Ёрш maniera , chefe'lfgliuolo e` infolente ‚ (у: фи y

ciato,gli dà interpretation ¿animo/o; [e uile,di modeßcnfe ciarlo


ne , doratura@ con que/la adulatione diß medeßmo ‚ (9* del
la propria conДинаje lofabrica nellajita idea ilpiugentilfigli
uolo del mondo, dalla qual cecaggineßno communemente [n с]?i
.mpio d, padri d`unИfigliuolo . Et qui non pogo reßare difarui mentio
Eugigolgf- ne d`un giouine di Читает) ßdici anni dipronto ingegno ‚ ma
per altro uitio/o,dif]oluto ‚ @jmaluiuenteper colpa delpadre,{'9«
della madre,i quali loanno tolto per [три/Ев di non pure non bat»
terlo , ne' minacciarlo , ma di non dir parolaalieglitto/ja атм—
сете; (27mi ricorda , che nellaрт età di cinque ofei anni ,fe al~
cuno diceua loro,clie ßißgnauaßgridarlo per qualcbeßto errore,”
ßo lo/Eußuano dicè'do,cbe egli non baueua ancor il tipo dipoter
riconofcere il/uofallo. 6Non lo uolßaro anco percotereme" minac
ciare ,fe ¿en eragiunto ilßttennario,duôitando che per la[шаг—
chia tema ‚ (трет l’alterati'one degliляпы nongliß raccendiße
il[треку`@Prattenifj'e lafeóre. ‘.‘Ne parue loro acne di contur
oarlo in su li dieci anni ‚ allegando, che le шиит, Фle minae
cie l'liaurebßonofotuto auuilire, Cty leuaigli il gener-aß inßinto
dell'animoдо . Et quantunque Бот egli per li[йод peruerfiflj
inßpportaêili coßumi/ia in odio a tutta la contradamon reilano
` di/cußrlo tuttauiaßdducendoalfegli ёcrefciuto [этапа al
fenno,ma cßefra pochi giorni lo manderannoalloßudio,doue ac
qui/fera[apereftycrean (a . Ioßo liora aß'ettando , clic quando
egli farà afcefoagli' anni dellaforca ‚ accuß dinan ¿i alpopolo il
padre@ la madre, (27 maledicagiußamente la uergognoß tene
теща loro@procuricomegiàfece un’altro di ßrappar loro il na _
lo э it l'oreccliie co i denti . ежу. Di quiji uede д cli'unfgliuolo
quantunque di ůuono ingegnonjßcndo male alleuato,diuienepißi

`
TER] О. t4,
l# mo;ma io a”141444411: mi raccötaße, cb’eglifinalmentebaue/ß
tilt pagata al adre que/la amoreuoleçea conferiteß ballonate, à ue
11- ro con loflacciar o di caß , comefu fcacciato il firpe dal riccio ; 'm1'
percbe in[тэта il dar al­figliuolo tanta baldan¿a , e`un metter
»Iii gli larme in manoglequali egli benefpeffo riuolge contra ilpadre.
irii Ma que/lafouercbia compa/lione e`propria della madre, la qua
‚я à ‘ le commun emente alleua ißgliuoli piti con piet aube con pruden ­ MMR ilo
.,¿i . ¿a , (9i ß ne ueggono pocbe boggi di, alle quali fofferifca il cuore,
»lo ­ ad imi'tatione di quella ,Ypa`rtana,di dire porgendo lol#udo 4115;
qlp'i х gliuolo, ’Non mi tornar piu auantife non con que/loi; in que/lo,
pil anei s'ańfattcano di far contrailo ad ogni bonorato penßero cbe
от uenga alfigliuolo, Ф 10 uorrebbono uedere ne 1tgefliflynei co/lu
qd, mi/imile alle donne . .1 N N . Egli e` dif/îcil сор alla madre
ш lejfer in un punto compaßioneuole , ф ßggia . с .1 í/ . :Än
ZW. (i il batterefŕ/ correggere ifigliuoli in tempo e`uera compafsione,
mg; (dcome difß il poeta _
\ , \ .
т fNe pergered', e pero madre men pia,
ш JNN. Se l`u briacbeeea damore i bia/imeuole nella madre,
pm, ella ¿molto piu nelpadre , il cuiproprio ufßcio e` di conofcere , Cty
qq@ di correggerei difetti del fgliu olo , (Ы rico rda rßabe il compiacer
¿w gli', (уч l`andargli a ист/о in ogni co/a , 010fa diuenirlanguido,
m-\ /neruato,(tyinutile,o
в
lo tra/porta
. ­
in errori
. . `
biaßmeuoli
. _
. с .1 у. ­ г
И Or qualiРио: padri cbiamati da uoi piu ,cbe padri: .1 NN. El?, Д”
„à .Quei cbe tiranneggiano ifigliuoli@ per ognipicciolo errore , co
м meß.’ fuffero /ibiaui banno loro di continouo le mani addoßo .
с .1 l/ . Veramen te totali padrifino odioßal mondoqioicbefen
(a diftretione mißirano ifigliuoli con le proprii mißire , Cty ricer
m cano da loro l'impoß'ibile,coluolere, cbefianoueccbi ingiouentii,
f C9* non permettere,cbegodano punto di quella liberta,cbee` tan
ci l I I I ЧХ О
‘ >`to commune aglianni' loro , ff/ mi'pare , che queßi' non meritiiiii
’ .altronome ,_ cloedipedanti ‚рои/и поприща acto/fumare ifgli..
- l ‘uoli/e nonicon la sferça in manmcloefefußero ueramentepadriifi
contenterelvbano diprocurare,v tbe ifigliuoli apprendeßero da loro l
me delle,ßeßia conofcereabeflfue delle leggi non e`altro,cbeguardarßdal
“И" - le Сор ueigogno/e, (9far l’bone/ie;il qual ejfetto nafee piti dall’a
-i ~ тощей:alcuni
dallafor@ altrui ., Ma e` tantariguardar
l'autoritaalla
, cloediferen
/iattri
у ¢ buifcono padriiignoranmèche/enga
¿a delletii, de’ [подымай tempiiddgradi ‚ ('91 de’ coßumi uo
,gliono' coß'ringere ifigliuoli a1uiuerefotte laforqiafzj afar ogni co
«fa contra il loro uolereanßno a portargli Iloabiti , come ußuanole
@el che
i buonegenti del_ loro. tempo . JNM.. E' сор:
_
certa che _ l`intendoiio
“met г \ male ‚ ст tbe ißgliiioli mancanod афиши uerß di loroififyren
dono piti tir/i0 ила pauroß ‚ che amoroßz ubidien (a, @l non fat
"’ corgono i micidiali, clie'lpercoterlifença mifura, e'l tenerli con
quel continouotriemo nel corpo Ёcagione che nonßpir/fa /coprire
a qual[те di uita/ia inclinata la natura defgliuoli , Cty/inie
ne a толщине l’animo,['29 aЛизание coßfattamente il loro na
tural uigore , cbediuenendouili , temendo [empre nelle loro
attionidifallire ,/emprefallano, @jin[пита riefcono comegof
i @inerti nelle сопит/тот; la onde dourebbono piti to/lo
darß a con/iderare ‚ cloe i ßgliuoli per difetto del tempo поп
роЛЪпо bauere ne`/enna , ne` fperien ¿a al pari loro ‚ (у con que/lâ
ragione ряду]: appo loro mede/imi , quando mancano ,o efr
,um ЕМ cedono in alcuna cofa. C „их. Mi piacciono quei padri,
‘ML cloe fenqa battiture,/olamente con un cennno graue fi jatan
far ubidire, ca/ligano piu года ifigliuoli con una parolaaliß
шт“, 51, lifaccia uergogno/amente ricono/cere del lorofallo. лиц. @NM
ЁЁЁЁЁ n' fecegiiì сор un uecclii'o de подлte'pi dicoß terribile bumore i il”
57' E KZ B. 150
adunfuofgliuolo uirtuoßi,­ fry digrande a/pettatione uio diquei,L
iermini , che fißgliono aglifi'hiaui, nicefllimai dalla [ш iin-._
pietaanßn сЬе‘1тфЬ1по nonfil a/lretto dalla fame, (уч dalla»
difperatione a щит/дым: andar/ene in Sardigna, dödefnal
mente euenuta nuouaahegliçomůattendo contrai nimici del
la no/lra fede e` rima/o inpoter loro , di che il difpietato con unax
lagrima pinto/lodi crocodillo. , che di padre mo/lrö difentirnef
un poco di dolore, magli[то dopoißprauenute moltefciagure,
tml I
per lequalifene amener/erm@ infelice.r C .A V . cÁcojifat
_rept tipadri chene inue/lito ogni male . Tuttauia/i ha con ragio
.llllll'
ne a duhitaie , che non fiano ueri padri que/li crudeli, @inhu`
:ali mani , perche nelle/ciagure de.’figliuolijifintirehliono a сотто
:,lj't uere le mßere in quelmodoiche/enti lapieu/lí'madre algrido del
:iii la fpauenteuole рудника ydi Salomone . 0r uenendo a gli ef
:ola
ßmpi da u/oi raceontatiao comprendo , che hauete con e/Íi uoluto
inferire , 'chil padre ёcagione dell'infelicitcìdelßgliuolo quando
Рта/1745 troppo ocroppo acerho . ' j_l/la io credo , cheЛапа
pochi ipadri,;chefapp`iano reggere nella uia di титр‚ che non
т
п l pongano ilpiedeòdi qud,odi la da l terminiржут: alloro paterno
ill;
l
ufficio . .A NN. Dolihiamocredereahe alßgliuolofia dato
il ратиф- la madre,'accioche con la pruden ¿a delluno , con
la стежка dallaltrajicomponga , Ceylioßer-ui una proportio
M’
пат regola nell`alleuargli. _ Calif. ь911еса310п1 della diner/i
ta de’ co/lumi tra'l[панда-"1 Е311ио1ьие poteteper mio giudicio l
aggiungere un'altra . ANN. Et quale ŕ Cow. L'ainore in»
:quale delpadre ucr/o ifgliuoli . .a MN. Dunqu e uoi mettete
Padri partía
li. l
que/lo per errore?c л t/."l’ai'u i сор:giu/la, ch`egliJfaccia ищем
cöpiaccia ptit ad uno,che agli anruft/che eßendo tutti[tra carne,
etfitofanguemiri uno c6 occhio amoreuolefc/Л „го/111 agli altri
\
t t в к о
finero? .INN . ‘Tar ui coßigiu/laahe de i[Злато altricom
ponimenti , che'l uo/ì'ro fertile ingegno ha partariti, hahhiatepiù
атташе ad uno ‚ che ad un'altro, (27 chefar/e il piti degno uijia
manca caro? Siate pur eerto,ehe’l Signor Giouanni uoßro padre
non ama egualmente tutti ißioifgliuoli ‚ @quel di uoi chegli e
manca in gratia,non /ipuogiu/tamente doler di lui . CJV. [o
non do cagione a mio padre,perchem’hahhia a trattar peggio de
— gli altrifgliuoli, degli adunque lofara, mi darà occafione dipa
termi dolerfempre di lui д uiuo ‚д morto ch'egli/i/ia . .a N'N.
Haurete ragione . С .A V . 'Dunque eontradite a uoi fiejj'o,
hauendo dettopocofà,che non haurei ragione alcuna. .te N N.
To/io/aremo (Тамада . C .uc-V . ‘Digratia fciogliete que/lo
nodo , (27 ditemi это; ha ilfigliuolo ,[elpadre lama man
eo pereheßa men he' o dunlaltrofgliuolo? .a N N. Еt che col
pa ha il padre , .iegli Гита manco , perche fia manсо uhidiente
dun'altro ßgliuola? C .te V . Hora uicomincio ad intendere
poiche nolete
dell'amore ,ghei figliuoli
метр) con ragione
. .afiaNpennelli: alpadre l`inequalitiì
N . 10permetto linequalitcì u

“2,133" dellamore,ma non lingiu/litia. C .a V . Et come г „c N N.


quel li liuô
lo,che egu e Vn padre mercatante haura' un figliuolo dottare,unfoldato , Ф
ll fn: pro
[степь un mercatante , Fra que/lißate certo , ch`egli wierd/ingolar
mente ilmercatante ,perche[e lo uedra` tutto conformeaß'fief
ß di uita , (ij di coßumi . Ma di que/ia aprahondanea dama
re nerf) il mercatante hauranno .il dottore , e'l ßldatopiu co/lo a
fcujareahe a hiaßmare ilpadreal qualeper natural in/ltnto ama
piti quelle co/i' , chelonoptti a lui­fimili3 ma degli non li trattera`
nei commadi del uiuere , @del ueßire , Ф nelgodimento delle
Догfaculta' alparidel mercatante , hauranno can ragione a do
lerßdellafia ingiu/litia . C .uc V. О соте e` dqüícilcofa alpa
dre
of r к 2 о.\ . ш
dre дорог eheinдетищами que/ia рядом . l'ammini
¿ßrar egualmente lagiu/ittia. `aNN. Tanto maggiore ¿lapin
1den@ di quelpadre ilqualeantiponendo i meritidel figliuoloalla
feapaßione uince il[enß con la ragione,Иfidimofira con фиг
il mede/imo неф tutti. [o non niegogia , cltel adre non dea- "тать
biagiudicioßmente di/iribuir lagraciaДм traiÄgliuoliß chipiu дашь ’
{l}a clti menofecondo iportamenti loro , рек/эфсоте nelfigliuo `
lopronto aumenta la uirtii co' lfauore ‚ ca_/i nel tepido riyuegliagli
Лит: col disfauore. Mafono ßen degni' di Нарта quei, che con _MMM
ingiu/ìa partialita ‚ @ferma alcuna degna confideratione trat- Ё"
tano unfigliuolo come legitimo ‚ [altro come lraßardo ‚ dal
che nefegueurhe.que/io diifauorito nonfolamenteperde la diuotio
ne nerf: il padre ‚ ma comincia a mouere una occulta guerra al
raltrofratelloß tale cliël padre,il cui ufficio Principale e` di[trom
flut
rare la quiete i (9' la concordia trafgliuolibaura per lafeafcioe , , ‚‚
ca ‚ Ceyingiußa partialita piantata fra loro una radice di perpe- `
tdt
tua difcordia. conf . Io non pogo tolerare lafëioccbegça dal t.
cuni padri ‚ clic/i eleggonoper caroun fgliuolo infin nellefafcie,
@fen¿a riguardar ‚ снедиfaccia mala pruoua , uanno contino»
nando in nellapafiione ,Cty Гетто teneramenteЁршgli altri[i
gliuoli piu meriteuolt di lui , tenendolo come dicono i Нате]?
per il loromtgnonemiji uergognano ‚ chilmondo intenda que/ia
ecce/Zilla , (dmalfondata кадетом. "~ и NN i “ `@cella ß- нив.
mia , chefece in un parto duefgliuoli , de' quali amaua l`uno,fty
odiaua l`alrro ‚fu dafopraeiegnente pericolo aßretta a[идиш
Pref) il dilettofa le braccia ‚ trono nel correre un intoppo ‚ che la
ffii fece cadera@` ammaççare contra terra il carofigliuolo; ma l’al
tro che fera aggrapqato alla fcliiena della madi е ‚ rimafe Миш
onde ß con ofce,clie` Padrefa lapeniten ¿a di coßfattopeccato-,coll
ilo#
я"
ycio/ia ebe 'queßi figliuoli 2’1‘3' K1)
dal lato diritto , corni allenati piu dili
mamente , @con piu'agiome cono piugifßqiiiì iracondi,piu im
paiienti,piiì di oluti,piu di u edientiftjmancofiticoß deglial
,me mi tri..~All`incontro ueggono moltifigliuoli naturali, dieffindoab
Écfïfgfá bandonatiltjsbandiii dalla вар del padre/i/ono da loroЛир,“
con la propria indu/iria aiutati ,1 (у pcyli in taleßato,cbe banno
n "5mm «trappaßato digran lunga il “Мсье/14дгг4е<<4 cofidelpadie
come deifratelli legittimi, (9' dato lor'o in molti rrauaglißngolar
. „м1 rimedio et conforto.6.1_i/. rDunquefin uece dellamore inequalei
"' ' ’ ,_ cbfio propo/iper cagione di trißo auenimento de'fgliuolidiremo,
cbeßalingiu/iitia delpadre. .1N. Cфe`. Ma percbe babbiamo
fatto mentione de' mercaoantipadri. lde' dottori ,qui miuienea
propo/ita
dante un’altra cagione cbefa
dalpadre,@'/­e`quando alcuna
ilpadre uolta ilßgliuolo
e`ì picciolo, difeor
e'lßgliaologran'
@ci che de,cio e" quando il padre i digran lunga inferiore di qualitàat di
тачать fiato al figliuolo , comeper eßempio 5e`lpadre farà idiota (291110—
:il miff beo,e`lßgliuolo letterato,o corteggiano , trouerete qua/ifempredf
l: _. i' _l ¿_ flculttì nell'accoppiarequeßiceruelli ,percbeil padre ßguendola
natura/ua incbinata alle co/e baffi , С!) uili,no:i intende , (17 non
r‘[lima 11grado delfgliuolo, (9i/e ben non aß afame/lrepito al
таю dentro al cuore , e` mal contento di uedere cbe’lfgliuolofo­
/lenga il[по идёте con manieregraui , @fia nel uiuere, @nel ue
...l ‚. д /lire tanto magnifco, (9» uuirebbepiu to/lo,cb`egli conuertiße il
guadagno in pofll'ßioni,i`i armentiß altro acqui/loítyfe ne trouil
no anco alcuni altri, i quali nonfono tanto {от/01417: non сопо
fcano i meritide’fgliuoli,ma percbefono inferiori fifentono traf
ftti da una occulta paßioneJicbe cercano fempre di contra/lam
(уч con parole,(’9'I confatti 4 1loro bonorati diÜÈgnißr uolgett 14
cartaiúr mirate ilfgliuolonl quale ôpercbei'accorga di non egel'
#r в к 2 o. ‘ ш;
§-ìif­ëi
E'u-'­
­­­ tenuto dalpadre in quella conjîderaiione ‚ nella quale lo tengono
li altri, àpercbe lo uegga menar tuttauia una uita lordafen@
uoler mai. uftir delfangoJiclifgiunge con l'amore da lui. nöfe
lo uorrebbe ueder maidi'niïdparendoglialoe liapporti uergognai
“Ё non e` tanto строю/ас li de/ideri la morte,almeno e` piii lieto
quando il uedeò per mal “трибper infermità fiar/ene ritirato
i'n qualclie cantone

di сайд/паи!
. Р'Р
unto, io udу"laltrogiorno mem ь с
_ _ un paseo
far difcorfo d’un homaccio tanto литом/иper buon peg@ di te- шт.
po non uolle con/intireabun ßiofgliuolo dottore[ipiglia/fe un[er
uitore,in modo,cli’egli era aßretto,uolendo ufcir diсир a ualer/i
d'un pouer’ buomo/uo uicino , tbeper corteßa lofeguitaua , onde
afpettandolo una mattina in :il laporta,percheglifarmi?compa
gnia alla тела, 0 еЛЁпйо l'liora tarda, ilpadrecheperauentura
in quelpunto ßriconobbe della [ша mi/eria i diede dipiglio ad un
uo tabarrone,dieendogli.c/!ndate laß/:fio ui u erro атлет) ‚ et [i » 'i' 1
diedea credere,clie'lfigliuolofujfe cojifcioccoaliebaueíle adaccet
tar il partito,et afar со]? bello„вить per драками. [ocre
doecbe coßui s'ißerijfe difeguitarlo piu to/lo per non bauer a dar
un deßnare a qu el uicino, tbe per uergogna dellafua mi/eria, ne`
per ri/petto delßgliuolofocif. ‘Toi cbeßamo caduti in que/lo ef15:1 6 "по
l-l cial.
fempimfaprei uolentieri da uab/lando que/la oli/parità de'gradi gffîf'sf
tra loro a cui toccbi la„сайта alpadreò al[фимиам .Qu d" P“““°'
/lo dubbiofu`già dichiarato da Tauroflo/ofcalquale eßendo ui/î гид-та!
tato da un ‘Preßde'te Ramanо,“ dalpadre cle/jo rPreßdente, et f°f°­
eßëdoui appareccbiata alam ¿te unafediamétre cliefe ne porta
на un'altra,inuitò ilpadre afederea'l qual титрcloe toccaua a/e
derealßgliuolo, cli'era magi/lrato del popolo Romano , ma egli lo
prego tuttauia ,chefedeffn et cloepoi' dichiarerebbe a cui' apparteni
ua il prima honore; en_de [го/20]; afit/lere ilpadre, et poi ilfgliuolo,
.' I Í 8 к 0 '
egli diede que/lalinten ¿a , che ne i luoghi , ф negli atti puhlici,
ilpadrepriuatajiтщета”? di cedere alfgliuolo „Леши come
quello , che rappre/ema la mae/là del ‘Trencipeai della Republi
ca;mafuori delle attioni puhliche,doue occorra aßdere, öpaßig
giarepriuatamente,et anco ne i conuitifamigliari , allhora la pu
lilica autorità ha da сети et preualere la paterna.7’oiche adun
ч .т Éßggiun e egliati trouate qui doue ragioniamofamigliarmente
' „ `„ tra noi , egli e` ildouere che`lpadre del pre/idente ujiin ca/a mia
di quelle premin en(e, ch'eglijiiole , (29 dee hauer in сад fila .
Cocu'. rPer uigore dique/lafentenea bifignaua che quella ma:
tina il padre del dottore di cui hogitì fatto mentioneßfacejjinel
Гandar a meßuuenirdietro ilßgliuolo togato,po/iiache era[lim
plice dottoreßn¿a alcuno ufßcio, il qualeßettaculo quantunque
[ИЛЕ/141031410, nonfarebbe ato almenofenea riß . .if N N.
mit, ai Se que/lo era degno di tifo u degno di marau'glia lellempi'o di
e»minitel
, ь Sempronio. Gracco Confole Kimunoalqualeper
. .
mantener ilfuo
‚шпона
шит grado in publico uenendogli incontro a cauallo Falihio Maf
fimofuo padre ’Procon/ole , commando a /Èrgenti , che 444405—
ro innanei afarlo fcendere da cauallo, il che eglifece prontamen
te,('9` ne lodo ilfigliuolo, che haueßè[ярмоferuare ilgrado сони:
пто1еа11`1трет1о delpopolo @mano . Ma per tornar al no/lro
difcorßi , confermeremo , che lagrandeqa del figliuolo , ф 14
Ь4Лё<<4 delpadre [то cagione henc/pe/]ii della dijiordan¿a del
le uolontiì,fiyde’co/lumi loro. C .a if . [ofinto un marauiglio
_ß diletto in que/lidi/cor/i, che mifate con tanto giudicio . Ma
uißuuiene altra cagione , con la quale accre/Èiate il numero delle
gia raccontateibe NN: lo credo che ue neliano dell'altre, ma ci
potremo contentare dißgnijïcarneancorмарт/н 44 tutte que
/lefiamo aßai certifcati, che dalpadre nafcono diner/e cagioni,
che
l.

’E'Rzoì ц;
à che rendano il fgliuola a lni'dlßimile , œpoi/arti hene ragionar .
It di qualche altra parte nece/furia alla canuerßttione tra loro .
lt .Queßa nuoua cagione , ch` io attrih'utßo alpadre , e`quando egli
le( „ non uuole , che i fglinoli efcano mai di fanciulla@ . C .tc V.
ip Dichiarateui meglio . .a N N. @tando oper lantorittì della
litt икс/лика“;per amhitione , o per auaritiaßper troppapreßintia
tot ne di fe #wir ¿talmente naga delfito paterno imperia, che quan
„о tunque t fgltualifi'ana dinennti, (orper l'età, (учper Горел: 1шо
ii. mini maturimon uuole perinehe hahhiano nien te piti di commo
т da , ne` di liherta di quel , ¿hauejßragià trent'anni a dietro,quan
l.'
p ‚ daeranafanciulli . CJ V. [o ßimo aßaigiu/lo lo [degno di
l, queglihuomini, checonofiendoßualarofi, Cijejßnda/iimati dal
„Ч: mondo tali , ji uœgono caßfaneinllefiamente trattati dalpa
щ, dre , @perofina quaßdegni dijiu/ii,je in ueee damarlo fi dol
„а gono della marte,che indugi tanto a tarlo dal mando; @cono/io
„p hen'ia un gentilhuomo , chegitì hcì ‚од/рт le quarantene `de‘
,lll gli anni Дно un padre ricchi/finto , ilquale can la ua mi eria
bp'. - lofeì difperare , Cf] dire hene a gli amici filtri , c 'egli
т, hàpoca dißretione a uiuer tanta, Суше/Зиме hormaitem
w, po, ch'egli andaße allaltra uita, (y lo {да/сит capa di ca
mp, ja; ßggiungendo, che a lui fara a'ifcaro il patrimonio , ha
фд nendolo сор to/loalaß'iare . „c N N. Joleua dire un conta» »am seme
. э . ~ . . . I l' '
‚ш dino , eh egli con la ßiafaticaguadagnana cinque pani algtor- ЁЁЪЁЁЁ'Ё.
¿Np no , dimandato come li di/lrihuiße, co/i ‚фа/ё . Vna ne
ш ' piglial una negetto uia , una ne renda ‚(дате пе ргф‘о. Ef
де _feudo pai richie/loa dechiarar l'enigma ,caßfoggiunfe . Vno
ш i ne piglio per me, una ne getta dandoloa mia matrigna , una
'qu ne rendo a mio padre, due nepre/loa mieifgliuali . r.Da que
м ßa piti nohile , che ru/lico eßimpio dehhano apprendere non
. ‚ V.J
ш *i L. 4I It к о
»meno i_figliuoliadeßìrgrati alPadreabei'padri ad ф! ßenigni,
@corte/i à gliuolif, ricordando/i clic nella ueccbieQQa, ne_i
foprauegnenti oißgni/ara loro re/iituito cioalte liaurannopreßa
to aßgliuoli galbißgna
„Аттику che non¿en
loanno
dire riguardo
, che finoquei padri'vecchi
in tutto ‚ di cui,‚ bora
cioe`A
aimleamoiti ‚ @priui di cono/itmento . с „l V. Je que/io e di
fetto di жестки, non uoglio già direccioe тетрада cofi
ги . atti louominidîßer natifra queipopoli chiamati, nö m’ingan
ЁЁЁЁЁЬ no , Cafín] ,i quali quando il padre _ era giuntiialliтащит ‚
` l'amagauano , (zy lo gittauano alle реже ¿ma diro èeneahefa
renne loro meßieri il ricono/hre, che non` [ono manco рта
¿jenna di quel cire ßanoi bambini. @egli „ë dqfetto danaritia,
кишки: doureolrono ricordarfi, che'nei nece/oi e` .oltre modo uitupleroßig
ковша- регсЬе non-ui e` сор Piu ßrauagante, дает! uolere proeacciarß
tanto più di prouißone , quanto menodt' u_iaggio iba da fare», in
modo cloe [ё [vanno cumulate le faculta per loro medeßmi,
роса loro ne баз/За, (9 /e per li~fgliuoli ¿cofa giu/ia „che al
l'bora je ne uagliano , quando loanno giudicio di japerle aß
re . Ma non fi rautggono gl`infelici ueccloi ‚ clic едкие di ti
rannia l’e/]eringordidell`altrui preda, concia/ia cliel patrimo
l'. пштч- nio dee legittimamente едет de’ figliuoli ‚ Cty i padri hanno a
nw a fi h
mäßig; contentarfi/olamente di quel tanto ,- clic oa/ia a pafcerli, (d
ù“ ueßirli . Or fella e` amoitione,doureooono i тег/сыт [рес
cniarß ne igrandi гРттр! ‚ i quali coß to/i'o come Íoanno uedu
ti i fgliuoli atti algouerno de`popolit Ítanno lietamente rimef
[i loro gli ßaii, i regni, (дудит. Je pre/umano troppodi/e
[Вед] f imparinoa conofcere, che hoggidi i ßgliuoli na/cono col'
jenno,(9~clie i preferiti /ecolilß come cedono a рас/Рт nel con
feruar lungamente i lorol parti ,Leo/igli auan ¿ano nel maturarli
\
_ 4H.

. Р 2 к l 02 154
’Pre/lamenle: .l N N; Egli e`dffcil (‚ъ/й, (Ь:qurßìlodeuoli ri
cordifacciano frutto ne gli huomini мессы, icuiuitijl banno -
troppo lunghe radici . Tuttauia non lafcieremo di ,profon
re al padre , clic s'egli e' gelo/o del êene, (уч della зашагав;
delßgliuolo non manchidi concedergli difcretamente qualche
liberta nelle cofe di caßfzjlafciarlo talloorainuirare,@ ca
„капай amici, (уфологии! fora/fieri ,aneiin in/egniper
tempo a ualerß con giudicio , ф con homßa mi/ura delle/o
]lançe di вар, 0 fopra il tutto non gli lil/ci entrar nell`ani­
то quella ingorda трата, laquale ecagioneo direnclergli
huomini сшит ‚ oper lo meno di non lafciarli mai uiueretran
quilli; (‘д iba particolarmenrea ricordare ilpadre honorato , (у.
magnifico di quel ‚ che (”Энда entrato nella camera di fue 23:12:31
fglmolo , C!) bauenelo ueduti molti naß :form @d'argentm HÍÈZIÍÍJÍÍ
che già gli liaueua donati glidi'ße- lo подаёте, с/7е tu non um'
loai animo reale , poiche alicante cofenhïo tflio donate ‚ non
bai ancora @puto farti alcun amico, ßcloe dee ßudiar il pa
dre di /ìimolar il fgliuolo all'lionore , (29 alla grande{{a,_œl
s`altro non {треф/Ее ‚ alfinrelligenQa delle cofe di cafa fila,
onde Да. ¿ene iii/frutto de i meer' ‚ co'i quali ioo/Ia сои/Египт
re, (уч aumentare il /uofŕato , Cty'conofca quelle cofe per le- l
lequali potreébe perdere il buon nome , (grandeur in ruina . Di ЕЖЕНМЁ:
qui пе‘ riforgeranno almeno tre [топ] e etti. [l primoê ls ­ dui-rc
gum@il б.l
. ‚ _ _ occulon
amor del figliuolo , il quale ueggendo il padre fottrarfi pian- шт ;
piano dell'amm'inißracionedi rafa ‚ @ßntendofigratioßmen
te[мороки al luogo di lui,riceue un marauigliofo contento ‚. (9*
_ß chiama nel cuorДо obligan al padre ‚ ff/ non[Латвии 1120—
_ nora , ma <gli deßdera lunga uita . 11 fecondo e` il беж/1:10
del ßgliuolo» il quale non liaura` perlamorte del padre a chie
.~ Q, ‚ V 2 Y
«.- »i . ж L »i в в„ о
der aiuto a parenti, ne` ad amici ne` a porß in diferetione df
ßruitori, pertbe gli raßëttino , (gegouerninola cafa ‚ pofcia cbe
per "bontà, ф per antiuedimento delpadre, ß truoua di lun
‘ga mano троту?) del maneggio , ji cbe non puo dire come
alcuni fgliuoli ‚ cbe per la ¿perdita` del padre fia ßato Мага
pref) da alcuna nouita ‚ (к? ß truoui imgombrato da molti
trauagli . [l terzo e` quel dolce rijpe/o, @contento , tbe in pace
figode nefuoi ultimi anni' ilpadre со]?per trouarßlibero,etfuori'
dnmpaccio, come per ueder ilßgliuolo ad egempio di luigouer
wärend, narfelicemente la сир: fua . [o ueramente bo fempre'ßima
to preßo di me una delle maggiori felicità della uita lbauera
_ lato un belnumero difgliuoli ben nati, et diuenuti huomini uir'
\ ’ tuoß, (2y bonorati,i qualifi ponno cbiamargli occbi della uita ç,
Зссгаст ne` mi' marauigliofequellaprudentißima matrona di Cornelia
y tno/iro alla ртам in uece di gemme, @dormi/iwi cari`

(у ualoro/ißgliuoli Et4 quando ipadri fonogiunti nel porto”


di ‘co/i alta confilatione; ben poßono con lieto' animo феями
l`ultima loora della lor uita, (т cliiamarfi morendo contenti,
Cial/2 Eenbabbiano dunquei padri,cloe ,/Énçaa/pettaricbe'
la morte gli фиг, cedono per uolontà , (y per amare il luogoP
„темп? a- ßgliuoli ‚ comefece Tolomeo, ilquale diede il regno «(ТЕЗ/па“
‘°""°' al figliuolo, dicendo , cbt piu degni regno era dolce Vcoß't leger
padre di Re? , il qual eßempio bei aggrandito fopra luttele alf- `
SII" “в" tre imprefe la gloria immortaldi Carlo ,Quinta „(км
f/íppartenendo come gia babbiamo detto' il patrimonioa ßglif
uoli , dobbiamo imaginarß , (На?! ueggendone il padre total~
mente in pojßjfoßeßderino non puredi conß'guirlo, ma quaß ‘
di ricouerarlo come loro douuto, quando ilpadre e`mancatol
fanno‘ conto dliauerlo profe non
l dalla mano del padre , ma
dalla
T E R Z ÓI iI

dalla morta@ qua/inon ne[шлоgrado alpadre. C „с V. Tut


te que/le cagioni , che infin quihauete raccontate dipendono 441
14 colpa delpadre . Or hißgnerehheuederefeper colpa 44152011
uoli [то mai caußte le diue'r/ittì de’ cti/lumi'tra loro, e i padri.
„с t( ‘м- tQuando ilpadrefarà .ti, che dalртlato `c_effino tut
te legia raccontate cagioniao credoahe non rcßera alfgliuolo in
che diß'onuenire con la uolontàfiy'coîco/lumidelpadre , (lilia-L
ura luogo quella legalfirmen@ _ _ ­
.Spogli ilßgliuolo alpadre faßiimiglia,
Ыquell`altra ъ
i "De 14 madre il caminfegue _
lafiglia,
Maperche ue ne[то 41сип1‚с1›е]ёп<4 colpadelpadre[шпат
la pruoua ,/icomegia m’hauete oppoflo, io uorrei, che rieuemen
teproponeßimo aljïgliuolo il modo diconuer/are co’l padre,jiche
per colpa di [Зет no'n 1241114 aformaliportamenti l C .a if,
itÄncora'y che dal difcorß da yuoifattoßpra le cagionidella di cor
'dia de’ co/iumi tra’lpadre., e`lßgliuolo ,io hahlia fcoperto qual '
fia l'uffcio delpadre неф 41 lui,nondii'neno mipiac-erehhe che co
me in un picciolfa[cio raccoglie/Ze le coß appartenenti alpadre,
Шpoi tieni/le alleparti' del figliuolo uerß-ilpadre,ficondo che ho
ra uißte @ferm . .a N Nt Сор/4111019 primieramente au- зенит:
itertifio ilpadre,che non ui eco/a quagiunntorno alla quale s’hah êiaâiîfeñfjŕ;
hia ad uрте maggioreßudio , Ф 411Ёт<441ше nellalleuar[iene ‘l“ниш“
ifgliuoliperche dall'effir ¿medi male inßituiti procede il mante
nimento , o la ruina della rafa ь Cominciper-tempo ad infonde
re ne itenerianimiloro la ignitionedi 'Dio , la giußitia ‚ 14 ue
414,01 luo'ni 142403109faccia sì , che apprendano a uiuere,co ЁЁЁЁЧ’ОЁ;
mefe ogn’hora haueíero 4 morire , perche nellafanciulleeça, co- 5211335“:
те nellacera ,ßßìageuolmente limpreß'ione , @come nel mar mom
З
tг в L I B IL 0
“темы mointieramente ui/imantiene. fPi'aeur'iditetterlo in frenopiiì
:j: “Il taßo con l'amare,che col timore , flygli лица ad operar diritta
тете pinper propria uolonttì , ‚ cheper tema altrui; perche noni
hone/lo,ehe l'hnomolihero impariauiuer can /eruitiiwltre che
-la tema non- e«`ficuraguardia della uirtti . rProceda nellalleuar
_li in modo , quando nan/ono inclinati al male,l che apprendana
icoßumi qnafifcherçando, @non ­domatamente , perche ni
nna dißtiplina e /lahile nellanima uiolentata. ‘Non manchi per
quanto henefoglianofare dißllecitarlli, @inanimarli del conti
' nono alle loro impreßdrauendo a mente quel detto , che ¿non ea
"°"°'ы°' ил11о‚0 mal eauallo uuolefperane. Aflai non li lafci atioß, (17 cal
tenerli lietamente in eontinoui фит] ‚ gli ласкай huon‘hora
allefatiche ,perchea tutte le cafeмы е' meglio agitefarfi da
principio; oltre, che e` coja gioueuole aïhuomo maturo lhaner
,portato ilgiogo ne' fuoi uerdi annifŕ]ricordarfidelprou ”Йод/ас
mmm». - puo/offenen il toro', chi hanrtì giàportaxtotl uitello . [n fammi!
,non puo a/pettate 'il padre gran таи/Нм dal fgliuolo diliea
to. Non tenga fdegno cofgliualt , perche il huon padre aß
la prudenea in nece dellira , (уч fappia , che pergran peccato
picciola pena gli diie> haßare . fNon Ля pero troppo henigno
nel pagar i loro errori, ne` troppoßuero nel ca/ligarli ,. ß af
ßcuri, che ji come il perdonar alla lsferen , ¿unediare il ßgli
nolo ,- @farlo diuenir/iiperlo, (уч inßlente ‚ сор il troppo ca
гадит? ßiga la rende pußllanimo, Cdinetta. Trauegga , che i fgli
EÃñígfoP” uoli hahhiano /empre compagnia, odi mae/iria d`altre perfr
.ne hen qualißcate , pofcia che non altrimente a aneiulli conuie
ne un’appoggio per aßcurarli da ogni pericolo, che pote/ß lei-o
auenire, che alle tenere piante un palo per dlfenderledallïm
peto de` nenti. r‘Non li lafci in modo alcuno coiiuerftre can
»Trium 155
la [ниш ‚. la cui natura , ‚уже рек lopiti dißôluta ‚ licen
т- tiofa ‚ (9* contaminata , bifogna „che“ dia loro ‘in pre/fito
gti delle parole ‚ C17 defi co/iumi feruili ,che non[i rendono mai­,
¿it (ш coja certa , cloe non tanto adornano le ¿elle parole , quan«
ш; to le /concie imorattano Гамма: de'gioiiinetti' . f УЛ dili
¿w genga рет fcofrire nella loro tenera eta a qual forte di uita
т ßano per natura шлю/215 „(г/а quella uirtuofamente li diri@
im (i ‚ perche il mal Principio' tende a peggior fne. Infegni lo
„f„ ro a reggere da fanciulli tutta la uita col freno ‚ (9* con gli'
ш. ßeroni ‚ cio e con la ueigogna nelle сор diiltontfietœ»2 col de
И fiderig della gloria nell'lionefz'eî Щепка giu/ia cagione non uji
im ‚ ране tra рулон, ßnongli ¿cara la loroguerra . 6Nel rima
др nente delle attioni componga un uoltograue, Cid/empre qperando
¿meinungwtforçi col[ю ejjëmpio ifgliuoliadimitar o, ricor
Ü, ciandoßciietJ` сад: troppo uergognofaaließamaccloiato colui , dal
quale dilianno a Figliaro gli фетр] delfhoneßà . Wella /ua
im шее/Явка ‚ quando i figliuoli' fono liuomini non nieglii loro per
sq auaritiagli hone/ii agi , (y faccia sinne conofcano di non meno
if; poßëderein uita di lui ilpatrimonio ‚ clic d`bauerlo a confeguire
in morte , altrimente in cambio dlionorarlo. gli ablireuieranno
PL col dejïderio la uita. finalmente eglifia coßßudioß intorno a
figliuoli ‚ che morendo non loaßßia a /ent'itßaggrauato рег bauer
~ a render conto della negligen(a'uer/o di lam@ non ß la/Éi u/cir
¿à di mentegli abußdelmondo annoueratida un diuino /crittore , «la
¿fr I cio e il раю fença operenluecchio [гика religione, il giouine
’lr fen@ unidiença , ilriccojença [толпа ‚ la donna fenQa lione
[вы paironeßenga „мы cliri/iiano „штор, ilpoueroДри
'W lio, il Ke iniquom'qualiaggiunget tlgadre negligente, Et рег
j* cio haura l¿memoria il радию]? inuitato dalla natura , come
V4
v . . L. .l 3 l. О
ßimolato dall'honore di mettere tutto ilfnoßudio nella cura del
fgliuolo ,figuendo Миф,
Tutto in идите hdl caropadre il core,
CJP'. Cofi m’liauete liora dilettato con laçgrauiilì di que/le brie
un@ raccolte/enrenee ,come mi con ola/le auanii con 1`eloquen
¿a de’ uoßri dotti ‚Ф copioßdifeorß . 0r uilirego ‚ che per man
co uo/i'ro incommodofguriate in picciologiro a çonuerßitione del
:gum j; jfgliuolo пуф ilpadre .` л N N. Se'lfgliuolo confideraffe ¿ci
f° Ü мг? 41; quanto На grande, (y fmifiratol'amore del padre uer odi l
lm'. nonfarebbe meßieri frayerin alcunaforma di conuer ario
ш ‚ perche dal legame di que/ia profonda conßderaiioneßßmi
felle il cuore aßretto a conformarßcon la uolonta oli [ищу ajot
проф riuerentemente al/iio imperio . Ma non êmarauigliafe
@lindo tepido nel mißirare ilpaterno amore ‚ diuiene agghiaccia
to nell'ußidire alle ракете leggi. О quanti фетрpotrei io aduf
re de' pieto/ipadri ‚ che er lefciagnre defgliuoli hanno o con uo~
lontaria тот ‚ 5ch alla' dolorofi»jini dichiarato il loro eccef
[Рио amore . Ma Cantempliamo bora матем: il cordoglio del
жду}; ‘Dauid ‚ ilquale non o/Íante, clicищем fiioßgliuolo <gli
£5552’ д haueßè агитацию 1’а1порудной , chiamato «Arnone ‚ C9*f4f
"'“f'l' to a lui mille oltraggi ‚ (уч finalmente cojíiirato contra il regna,
@/contra la uitaßia ‚ nondimeno dafuoirealiидёт ‚ cliegli fo
leua in tuttigli altri accidenti[увидите ‚ rima/e cofiuinto al.
la morte di quelfigliuolo,clieginando горюй (уч amare lagrime
fu` dal dolor co/Íretto a mandarfuori quelle uoci. Figliuolo mia
Ulli/alone ‚ vil/alonefgliuolomio ‚ clii mi concederá , cb'io per
гнёта и: moia? Ma pol che a que/ia conßaleratione non eriuolta,com¢
fâl ¿gjm dourelibeJa mente de'fgliuoli io eßequmdo lordiae uoßro dit@
WH* brieuementealae liauranno ямки ifgliuoli, chela prima legge

\
‘r 'r м fo. 'si
della natura e` l'lionorare ilpadre, la madre, @thegli Jpar-1 252313;
tani/oleuanofar ßmpre riuerenza apiti ueccbiidcciocbe effendo Ёж“, 4.
диска a riuerire quei clic loro non apparteniuano ‚ ЬашЛёго in ЁЁ ”ш"
maggior ueneratione ilpadre , (27 la madre. Je queßa [же fil
‘ci/jiruata da pagani, molto piti imparinoad oßeru'urla iclori/ìiug.­
ni,cloe Марта _dalla bocca di Dio, il quale da laДа benedit gione;
`('ijpromette la mercede di lunga uita a cbi bonora ilpadre, C9' la
_madre . {Копра alcuno сор ingratoalie[ebene[i[corda grinf
niti benefcij delpadreß la[Ед pero u[cire quei tre principali dal
тотемеfono Гати, il nudrimento ‚ (27 la difcipliiia;percloe cia ­
fcuno deßi e` per efficace a perfuaderglii (дерет a ‘Dio non
babbiamo il più uenerabil/imulacro delpadre, (27 della madre'`v
Guardiß clii/ifia di non porreper alcuno accidente [empie ma».
ni _addoßo ad alcun di loro , perche nonfolamente que/lo, ma соч
lui,cließlamentegli ingiuria con parole Iddio minaccia d'eterna
,morte . Sel padre ßriì afpro, ‚ @y inhumano ,_ contrapeß con
quella crudeltà Гессена: (a de benefici]riceuuti , (9» non la[ci di'
dargli ragioneamitando quel diftretogiouine ‚ ilquale elfendogli
improueratoaloeßio padre diceua mal di Мифа/2547: ~c`egli non, тешат:
baueße che dire, non direbbe . Non cerchi d: turbarlo punto, y; Halimi
ne`di contendere con lui ‚ ma lo uinca con patientia,percbe allaß- `
ne non trouerçì alcuno miglior amica delpadreaicordandofi , clic
cbifà reßßen ¿a alpadre,prouoca l'ira di Dio in modo , cloe non
ha pace in que/ia uita ‚(у—[Ё ne uiene a peßimo fue. Шиит!
fea di nonfar sì con alcuno malportamëto, clie’l padregli babbiu
a deßderar male i come deßderò Edipo aßioifgliuoli , perche e` шк;:i551
сор: certißma, che le preghiere de' padri centra ifigliuoli,fono ef- шт 133
ßudite da Dio . ‘Nonfperi con alcuna opera , oferuiiiidi poter '
re ridere egualmente il cambio al padrenie dubiti per alcuna lode,ì
1_* r1 L I t ` lf К o I

_ je'. newer dltrogratofe'gnoßbeglifaccia,di poter ф? tenuto ¿duld


_ ­f-‘ '_ tore , Perche quando ilfg liuolo bauràfatto in honore ‚ ф feriti-_
¿io delpadre tutto quel i cloe puchßrà meno ила! diquei, clfejfer
delle . Finalmente[ia ilßgliuolo ricordeuole in ogm tempo del
legmuifaticlve del padre, ф de idoloro/ißfpiri della madre , Ст
procuri di porger- loro con[идиш ‚ @parlando gratioßlmente li
femm@ uliidifca non meno con [лоткам/де con пинта/Ь пе
ceßi mai d`lionorarli umh?) morti',et tenga perfermo,clie cliicm
que abbandona ilpodria@ la madre, e` abbandonato da Dio, (y
che in [типа nonßpuofragli huomini commettere maggiorpec
cato,cliel'impietà uerßI di Infomoc/@Da que/2i uo/¿rifamißimi
raccordi [i puo ¿en giudicare quantofuße degno difcußi il [шт
ó`elone,ilquale eßendogli dimandato la cagione ‚ реж/м поп lia
шурфа м alcuna legge contra i micidiali delpadre, (д della ma
¿rem/Paß: che non penso che ёжит mai cadere тяга impietà nel
l'animo d`alcimo „туга сЬ`е51ффг Or bauete più che dire in
torno alla conuer/Íztione delfgliuolo co'lpadre? om(wa altro,
_ fe »omc/oe con quella mi]ura,cli'egli mißírereì il ради/ага mifu
„555322: rato daßoißgliuoli. СИДЕЛ соте intëdomn Padrefcacciato di
{Í'ÉÈÍÍÈÄÍL cafa дылда“ olo, (уч aßretto digirfene all'loofpitale шпана alla
cui porta цедить egli ипgiorno paßar ilßgliuoloJo prego, cloeft~
contentaßeper carità di mandargli almeno due linQuoli da poter
fi coricare,alli cui дог/еды commoßo ilфута/о со]; to/Ío comeft;
а caf/mommando ad un fico fgliuolinombe роты”? i due linguoli
шитый,“ li conЕрши? aßo auolo, ma egli non<glie ne рог—
fo/e nö uno,di che e/Tendo атм ritorno rifreß dalpadre, [muffa
eilßgliuoloßrlero l'altro per uoi,quädo in uoßra uece/wieg@ an
'erete all'hoßzitale. Da queßo egempio/ìслил, cheßcome già hö
I'etto,qimlißtimo noi неф ilIandrew la тайский/амина! по
ratez o. 158
--jlrißgliuali неф di повторе/10114 detta perfiigella della eouer
ровнее/и dee caderfra loro. c4. [aßimerapiu eöpiuto ilua/iro
difeoifoJeparticolarmente mifarete qualche mencione dellefgli me Единое.—
(î gou"
uole, ofcia the conuerfando con aß? hanno pu re i padri ad ufar ter nino
~ mini dtßerêti da quelli,che/ogliano един/2112010 ca'ßgliuoli../1N.
mtl Duhito aßai di non poterni in cio/adfareperche hoggidt/ono tan
¿it to diner/e le maniere , ehefi tengono nell'alleuarle, non dico ola
litt mente da un paefe all`altro,ma nel dißretto d'unfila paefefůd'
unafola Сток/дети uißpuo dare una determenata regola,con
5ft!! мэра che alcunipadrt non uogliono, che le lígliuolepongano ilpie`
fuori di cajapiit (luna uolta,`o due l'à'na nellefe/lefile'ni.o/ílcuni
д lefanno comparire ognigiorno non che in ca/afrei parenti,et ami
ei, mafnort alle ишемией/й ‚ (t7 a canuiti. cÄlcuni lefart
no animar/irate nel leggere , nello/criuere, nella poefa. nella mn
‘ fied@ nellapitturac/fltri a nientepiti le aueeeanoahe alla ea
tftll
том/210,67 algouerno della сир. Tarui hora,che in qutße diner
liti ‹ ftd di uita , Cty-‘di co/iumißa poßthile itt tradurre unafola legge?
C.a V. Mi ricorda d'hauerletta che gia un diycreto pittore, il
EH'empio à’
quale hauendo aformarle/ingalari hel/eeee d'Helena t raccolfe un pittore.
'un drapella di hellißime done, @y da ciafcuna d'eße togliëdo quel
*la fola partent ella quale era pitil eccellente dellalt re, стиле tutte
»quelle eccellençe nellanorma d`Helena . 0r io uorrei , che ad
­imitatione di lui ,feperanentur'a ciafcuna delle maniere da uoi
'raccontate per ß.’ fila non uipiace , ueni/le col pennello del uo
firagiudicio , fiegliendo fuori quelle parti . che piti „шт
dano, Ciy'compone/ie laforma , (9i co/ŕumt duna uci-gine qua
li ст: dehhono. .a NN. lo uorrei , che mi perßiadiße piti
to/lo a fuggire , che aßguirelefjempio del pittore , pei-elfe doi-te
egli dipmß: una Helena , io farei tenuto a dipingere una
l t I à k ò
lutretia,ii una Virginia. с л if. Voi nihauete риф co’l moti
i 'toona uorrei ,cloe mi rifponde/ìefopra ilßmplice ‚ (dreal fenß
delle mie parole. .a N Nt fNëper que/io io denic imitar ilpit
tore t perclie egli nel/uo ritratto haueua un ßl fue ‚ ma ipadri
nell`alleuar leßgliuole ­non uanno tutti' ad iinßgno ‚ @j ciafcuna
1F..sume а, di quelle diueijita ё Perauentura lodeuole, quandofia nene inte-à
Ешь fa t С .a V. lo non sii come polïano ejli'rlodeuoli que/ie' e/iremi
ta da uoi raccontate, con ciqfa cloe il non lafciar ufcir laßgliuola
di сир: ,fi non una uoltao ue ranno, бате—[еду]? nna'fanta re
`liquia ‚ е‘ cagione difarla diue'nirfcioc'ca ‚ pauroß, @inetta alle
tonuer/ationi t (9 piufacile a dar nella rete, pere/ie non effin'do
~ _ ашш a mirar il[ole ‚ toßoper un picciol-raggio le/i abßaglia la
ЁЁШЁЁ
m coniti/iala‚madre'
@cadealle[греху
a rouefcio . a ЩИ!altra
i conuiti ‚ nonроеaltrimente,che
che „д tutto difuori
cera al
fuocofi афише ‚ (tj/parendolepian piano dal uolto,(9 da ige.ò
ßi la Aueig'inale ‚ femplice mode/iia t' leßДарит ico/ìumi li
centioßCůpiem di lafciuia ‚ [iclie ё tenuta Finito/ioper madre i
'cloeper ueigine; @quando non пе auenga peggio ‚ almenoß4/3;
curi la madre, cliecome alcuneperßne affettato dada несу?!
ta portano in [ища imolii'li dil ca/aper салате piti toßo dana
' ri . (lili ­:tendono allai manco di quel,cloe uogliono, сор ella met
tendo fpegola figliuola in profitettiua . uienead auuilirla ‚ (9 а
' fcemarle il credito . lo non ui parlo liora diquelle. clie ono ат—
};5}{‘;°’:1Ё maeŕlra'te nellecamere' а leggere , a cantare, (tja far onetti‚ ne`
Ейск “’ uogliono mai'andai in cocina , ma lajciero clie ne diano conto
l ueglißienturati mariti, a i quali "er liauer 'co/i dotta moglie
{252317¿g uiì in ruina la eafa, (9 ßen/pego l' onore. ì _Se ponetepoi men
?f'" di “ te ad una di quelle ‚ сЬе non fanno [e non filare ‚ C19 'cu/lire',
uoi uedete alla видима/шит, Фи crßumißoiilgittratvto
una
f E к, Z О. ’ l 5,
ï'a'una contadina, che comparefra l'altredonne con quel garbo,~
che шрифтам; un jatirofra le ninfe . » ‘Ter queße ragioni
adunque mipareua bene, che da tutte[афере la migliorparte,
(9i neforma/leunt: compiuta a uo/iro modo. .a 'N Ц. [o mi
/pedifco brieuemente C9 replica ‚ с11е tutte que/le dijerenti ma
niere/ono lodeuali , quandoЛапа дыши alрваdeêitoджаз; ‚' „il

'fogna adunque, cloei/auifpadri douendo in pocofpatio di tempo


priuarßdelleудить, (yrfepar'arle dalla cafe',l mißtrino prima

ilgradoJe qualità@ lefor@ loro; @quindi/iproponganodoue


halßiano a collocarle,@ i inegi ‚ co' quali s'adempia felicemente
il loro diœgno . Se adunque lafgliuolaрад chiamata alla reli~
gione, ¿oen сердцам/„14 madre ‚ a cui appartiene principal
mente que/lo' штампы di/ottrarla dalle cofe.mondane,('§< in
fr# trodurla in quella „афиша ‚ nella qualefi conferita la ca/ia,
:if @ßmplice mente delle uerginiuo/iper mantenerla nel/uo Ьио—
l
tilt noßiritouome регсЬе поп lepaia dura,(’9i/lrana quella trafrni
ein ¿ratione dalla cafa delpadre a quella di Diag@ medeßmamen
te s-'ella aДаша marito , (9 iparen tiglie lo diano in parte, doue [i
erui la [долгая della uita 't Ш de' ctflumi ‚ auuerti/cano
adalleuarla [оно quelle regole ‚ in modo, che non le balvlviano poi
confia нед—годна, Cdpaßione da фи riformati i coßumifü ri
ßretta la liliertà/iсоте per locötrario douendo maritarla in pae
je piu lilrero quale e il гРштоте Ё}: cui s'accoßa aßai il noßro
Monfe rratoßißgnera' rallentar la mano, {Марш/е la шт
conueneuole a que/ia uita, acciocbe non balilla poi a @gère riputa
taдоты!) ineiuile. con' . Ilpadre non bàßmpre i partiti nel
la manica , e'l matrimonio , come Драг ‚ uiene coßfattamente
da 'Dio,clvel padre per lo[patio di dieci anni Íiaura`fatto un dif
Едим? in un puntogliconuiene („штаммVoi'bauete ост
i; = ‘t L Í. в КГ О
pato qiiel , che appunto io ßaua per [aggiungere l (29 per cio
giudico, tbe n on hauendo il padre alcuna сор ßcura, egli debba,
ßando que/lo dubbio, piu toßo ritirar la mano, che rallentarla»
perche eco/a molto piu facile l`ampliare , clie'l ri/lringere la li
‘buro den, ста . с JV. ‘Poicbeßtecaduto nelpropo/ico di ri/iringere
а?" М‘ la licença, io qui non pollo tacere l'abußi di quefia Citta, doue
non /i uedealtro tutto dì , cbe donne per le contrade , cloe da un'
u/Éio all'altro ,/iuanno preßando ‚ (y rendendo certe туй: im
pertinenti, (9' non purecon le oceaßoniß di morte cliefono im
portanti, maficome intendo , perche una babbia Метем:pa
tito un termine difebre, ofiaßata otto giorni идёте corrono qui
ui tutte alla iflata. i .a NN. LS`ono tantiper certogli acciden-A
ti delle iii/ite , clie ui conßimano dentro frigiorni della fettima
na ‚ (y ne udite alcune a doler/i , cbe a pena non hanno il tempo
ilßbbato di lauarji il capo; Ma uoglio dire , clie meritanofcu~
ß , @anco lodeje ciofanno percaritei, non per bauer occa/io v
_" ne d’andar a diporto ‚ di ricercare , Фpublicare idyfetti del«.­~
l'altre cafe. -Egli e` ben uero ‚ cloe legentildonne /l/Iantouane»
cloe fono in quefla Cittàßfannofe non bife , almeno maraui»
glia di que/le pratticlie , tuttauia реглан parere malcreatefan»
n о con l'altre correre queì` (ty leì icoccloi , Ф s'accommodano alla
fo delle поди. >V4`clair’ . Se que/la creanQa ba da bauer luogo,[i
uorrebbe anco introdurreper benefcio uniuerßile , tbe mentre le
mogli uanno in uifita, imaritiß trattenißero in и}: a cu cire,et ‚
attendeßëro alle cofefamigliari in a/jença loro. .a N. [o lodo tbe
lafciamo pa/feggiare le mat топе a lor падший torniamo in caja
alleßgliuole, lequali se’lpadre baurd de/linate ïcorte allaßruitiì
d’alcuna "Prencipeíaßifogna, che cominci ad ammae/lrarle in
quelle ca_/¿abefono atte adacqui/lar lag ratia della patrona i C9*
1 . . . . . l т
Аprocurarmlìe [шипo, criuano,di/corrano,cantmo,fomno , (2y
l ,liallinm @facciano acconciamente tutto cio,~ clie adorna le don-i
Ё ne dipala(§o,qualfů quella Venetianaalaefů lodata di [арфа ЁЁ'ЗЕЁЁ
` licemente ufare in uece della lana.il lilroqrerlofufo la pennafper 'n'
l l'ago lo/lile,le quali cofeß lien cadono hoggidì in poc/oedonnefu
¿l .rono pero communi a molte donne antiche, @so Штанги? ue
“, dati i catalogloidi più di mille donne ‚ le quali nelle lettere [лет
Ш nellaflojofa ‚ nelle leggimella medicina ‚ nella mußcamellapoe
Ё ßa, nellaритма?in tutte le[cien(efeceroртов: degne di ma
M" ушиба. ‘_. сии! . o uedutepnjjo la Reina alcune pouere da-.`
‘lll’
i .migelle farßcofigrate con alcuno di que/li meei aДм Mae/la ‚
“l cloefono diue'nute mogli de principali Caualieridella Francia, en
¿a cloe ipadri halliano loro datonn danaio in dote . Ma im pri
uatogentilliuomo non laagià liißgno in cafa/ua di queße тукан
”‘Ё' ni , (y di que/li баш! . л N м Вт diceße ‚ @profe ipadri
5; Ьаитппо a maritar lefigliuole in perßnmloe nonßpafcano difu
то di mufica,ne`d'odore dipoeßafaranno auuertiti di efßrcitar
f' le intorno allarcolaio ‚ alle ma/jitritie di ca apiù to/io , clic a _
Щ gli/lromenti dajonare. C .A V.. Et clre ui pare delle fgliuole 7:12 hä:
if nonfolamente de' nolili, ma de’ mercatantifzy artigiani, che im êfîêrrlfllâf
fl' parano a leggere C17ßriuere? .al N N. rPoi che quelle/ono соф
fefe non in tutto neceßarimlmeno utili,io non le liiaßmoqiurche
(gil ßanolooneßamente impiegate. „(Х/(У. lo di cio ui darei ragione
ment-_re che le donne d`ltalia baueßero a follecitar ‚шефы: afre
¿riß quemar le cafe de’giudici,et d’auuocati,i`i uero a regalar di lor ma
'il L'noli libri de' crediti,(9« delitimomeßgliono infnite donne Fran ЗЁ‘М‘"
it? ce uma alle rio/ire c5 inßgnar a [диета fcriuereßdà острот: ' 5
„т di riuolgere le cento nouelle del ÍBoccaccio, et di/criuere lettere Pie
in! ne diuanita,et di lafciuia. лъщжi da anco occa/ione di leggere
l
o - n
'"f ` «"»’
, .v L t в к e
le uite de'ßntipadri ‚ (Ыdi tener i conti della :aß ‚ ф di сап/о—
lari mariti aßentifema commettere li loro feereti adaltriferitto
y: Ё. z. ‚о; ,j . tPoi Ißate catalane 76uelle donne , che nonfanno[тает
_“ “ non potendofar l'amore per нет ‚ lofaranno , uolendo,per uol
gare. Ma Perche eglie` hormai остро di metterfine alla' conuer
fatione tra'l padre e'lfìgliuolo , @didar luogoín que/ìofoeo 4110
raalte ci re/ìaadaltri ragionamenti, io intornoalle. g iuole сап
471444414 пе11е tante diuerßta' ,eloe boggidì Бос/4110 nellfalleuar
lemonfipuo dare alcuno ricordo ‚ eltegeneralme'nte loro conuen
ga ,fe non que/laune i padriproeurino con ogm' forgo-dalleuar ­­
le eaße, non dico folamente di corpo , ma d'animoiperehe non e`
punto appregata l`integxiteì della farne , quando la mente e` cor
rotta , onde conuiene negli animi loro infondere pen/ieri hone/Ii,
троит; maniera ‚ elle[icome[тоpure, (zj ca/le di dentro , со
ß 646654” 4 mrtßrarlofuoripergli occhi, (9°per lafronte, onde
ne e/cano lucidißimi raggi. Et Pere/oe le 6е11е<<е[тоfragili, et
pericoloß ‚ hanno le belle tanto maggior ßi/ogno di que/fa шт},
er conferuar con dignità le 6е11е{<‚е loro , le quali in unagiouine
§§H§IÈ;;§ ímpudiea non/ono altro,el7`un cerchio d’oro nelgrugno d'un рог
“" e . eo , (27 ßrieuemente bau'ranno 4 ßpere ‚ the come dißegid un
Poeta
’Donna/enea hone/ia` nonfà mai 6414.
C .fl V. lo uoleua регат} 4 cominciare a-difeorrer-e della con
uerfatione trafi'atelli ‚ ma in опера/шит mi e` uenuto in men
te di dimandarui in qual сора 1746614 principalmente a precurare
" il padr с‚с1›е`1figliuoloßy lafigliuola[fano difkrenti nella eonuer
:Sägen м. fatione . мы N. lo non ‚др nel riuolgimento de' uoßri lißri
uißa mai uenuto {типа a<gli occhi il 6е1 motto , col quale Mar
со Tullio trafjïße in un punto 14ßgliuola , e’lgenero? CJV. Se
pure
4 f E K Z 9: 16 l
pure mi iuenuto auantiagli асс/пред?) diredi non hauerlo uedu
>tinpoi chenon nehomemoria alcuna. ..А"1\(Ъ(.. .Era/uogene
.rodi сор molle ‚ (штат natura, che nell`andare ufauaunpaf
- o tardo , (9.acconcio , che pareua donna-,Laßgliuo'laper lo con
”.trariofi lafciaua tra/portare da una pre/ieg@ de’ mouimenti c5
Amune aglihuomini,fiche ueggendola ilvpadre .andar cofi di trot
ito, le di/jepiaceuolmente . A‘Paßeggia jigliuolamia.comefeì tuo
тата _ ._ Quel , che hora dico,del
. раритет
‚. ‚. intendo
. anco itvtr
scg'iîmi..
а .

del rimanente `delleattioni‚ nelle quali e` coja ueiggnoß ‚ ,che la


.donnafacciaritratto dïhuomofiyl’huomodidonna;ftjperö hifi
`gna ch'ella ujimanieretaliaheßpra ognfaltra coß dimo/iri de'tro
(9fuori quella uirginal manßtetudine , штифт, >che e`pro~ Y
.pria _dellefanciulleïpercheil uedereunagioitinerappreßntar ne i
~«ge/lime iftmiiantmt nelparlare quella liherta , quellardiretche
`e`pro rio дед/шато ‚ e` cofa тафта/3 , (27 altomineuole , (9 ne
rie ce appunto quellamaraug'lia, monogram/bfc aßiettando di
¿uedete una di que/iegratioßcagnuolhc elfiteigonopndelitie»
_uifußë preßntatouiima/imo; fijpmiòimpari laдушам a ma
iitife/larcongliÍguardi ‚ co'geßi ,con la lingua , (9 co'portamen
.tique/iaìmode/liaßßicurandoß‚ chequandoŕen comprenda
;no in lei tutte le.helle({e ‚ tutte legratie ‚ (9tutte 'le „та, ui
.manchi queßoßilendoredono come фин ­, .comeßgliono
.talhora coprire le {ф con qualchettetroIperche maggiormente ri
fplendanoaoßha la uergineßtto il uelo della mode/Ham rinchiu
'.dere tutte l'altre dotiportait-mentar il fito lume ‚(трет .attirare
`con maggiorfor@gli occhi,etgli animi altruiadammirarla,an
¿i quantopiii con ofcehella' etuirtuo a, et aliödeuole d’ognigra
tia tätopiiì hàfdafuggirla licëgaiet Метал de' „ритм.
.Voi uolete inртам, ch’ellajia quale acceno ilpoeta quädo difjë,
X
t. t e к, о
Hu mile in tantagloria. ~
3133053:un .a N N. Co/ia mepare,percloe la mode/lia е` 14 dote delleuergi'
“"8"”- ni,(’y~ come clfella conuenga etiandio alle matrone ‚ deono pero le
fgliuole,pre/entarß in atto tale,cne l'eecellen ¿a di que/la dote mo
flri fuori l’intatta purità dello fiato loro . c/álll’incontro efuor
di modo dißliceuole la uißa di queifgliuoliuhe con atti molli, et
fuor di modo таи/1441 ui lafciano» in dubôio/eßano mafclii ‚ efe
more M_ mine, il che miporge occafione'di tornar a dire ‚ с11е l'intende ma
“mi М‘д- 1е quelpadre , che con 14/11епе<<4 delle regole ‚ (Ыcon lecce/¿tud
tema a` diuenir il fgliuolo puìtimido ‚ che pecora ‚ д coniglioßn
de ß perde in je mede/imo quando/i truoua nella сопит/4110116
de'ßioi maggiorifcypieno di tremore,t'2y di uergognaß mit/ira di'
non liauer lingua in Босса ‚ Àparla, rifponde coß inettamente,
alie 44 occa/ioned'eßerefcliernito, @fnalmentefuggendo la con
uerßtioneßnafeonde,@fecondo il detto del рвешь
Comefiera cacciata :vinilo/ear .
сиг. Tarmi ‚ che in que/iaparte moßrin о гигиена di¿indiÍ
Ё'ЁЁЁЁЁЁЁЁ eio i Franceßu quali cominaiano a buon bora ad aueQQare 119811
1: mgm' noli nel cońietto delle perfonegrandiff/ afarli ragionar» con effi lo
ro, flydando tuttauia ardirefanno :Lelie acquißanogenero/iteì,
fijfranclienga danimmneficommouonopiii per la- pre/en@ del
Y@ medefimo ‚ с1ое de’ loro eguali . ¿NN . %е/14Дсше<<4
d’animo uon ¿gia commune a tuttigl'ltaliani», pere/9e ne 190 cono
lfein-trmoltiuirtuo/i (уч digran ualore,clte auatifa ‘Trencipi 5195
no'lafciatofuggir ilfangue , Ф occupar [animo 44 tanta uiltì,
eloe con la palidqua del uolto,v @col131401- della fronte , col tre-l
mor дайджесту della perßn'a, (27 talliora con lafciocclieeça del
leparole lianno ttf/'ai chiaramente dimo/ìrata l`alteratione del pol>
ß’ »_Úß Ьепе que/la mutationepreßo agli' huomini di ¿indicioe
` Y E l Í 'Ó Ã l '|53
герц in miglior partei@per unl/egno di buona natura, ф talho
ra acquißa Ьеп1и01еп<щ gracia ‚ nondimeno ella apporta bene . ~.
:nl [pego gran danno , @j ¿communemente батат come indegna
dell'huomo . ANN. Di qui poßiamo-riconofcere il gran torto, шт. М.
ll” thefanno ipadriJemadrifzylebalie a bambini col pigliar/i tal» .miglia
il“ leora piacere d'impaurirli , (уч infondere infieme lcol latte la uiltiì
lll ne ircorpi lorogoltre,che non.mancano alcune (cajita/locome ueg
и?! onoijigliuoli hauer qualche poco d'intendimento) de’ raccontar
orofauole piene di[croccheQQafddifpauento ,facendo loro cre
м dere,che alcunifpiriti uanno attorno lanotteinforma de'pellegri
im ni,con le quali ciancie ofendono lddioßzyfanno diuentar timidi.
(Eril fry uili ifgliuoli. Yßißgna »adunquefar loro anima@ дискам
„nl per tempo , afarfronte alle cofe , chegenerano uilta` , altrimentt
[in potete pen[Батистß'verifica in loro quelprouerbioahe al can ma' mmm.;
fum ,l lupo parferoce , onde hanno piu to/ìo ad imitar la ‘volpei ,um
laquale-alla prima vui/laidel leoneji sbigottì-,dopoiueggendolo-al
mi’ ~tre uolte , comincio a temer manco.; 1 nalmente ui-ando innanzi
Од |
‚т conЛетаем: percio.\ conchiuderemmhe
i .
in .
tutte le cafè/iricer-`
„i'p'i ca l'ardire,(9~ che la uirtiì uiì a terrafença laconjïdença. ежу; "
f_ _ . \ ‘ ч . \
Yigg.' ife maifu te mp0 difarbuon 10:71:0‚(274 u/ar que/lo ardire , egli e
1 hora ueramente,poi che quelgran rqlpetto,(9r quella tanta modek 4
1,1 [lia nelle attioni ê/limata hoggidì più to/io degna di religiofoahe
т, ' di corteggiano; (typo/lo , chefiagrata ad alcuni di quelli , ucr/ot'
{Si} quali i ufataßpero danno/amante uoi diteaìchi Гид, doueper lo
‘0.3, contrario,chi sa ufare ldifcreramëtepero) l`ardire,et l’intrepide<_
im, ' {а nel cöuerßtr e`piu` i/iimatofeyglißfa lu ogo per tutto,et nöfan
l no hormai piu per noi i precetti di Catone, et le regole de’ filo/ofi,
che ne dite? JN. [o nö uogliogià dir que/imma dico bene,che nel
le co/e appartenenti a cri/lumi, mentre non repugnino allagiußi-S
2
f’- ~L- t тих о
tiaJideeprocederefecondo Tufo de' Paß@ de' tempi, ф ril/fron;
ciampi. dere a que/Zi oßìruatori шиит/та, quel,che a Tolitianofů ri
www' polio da unfioamico,ilqualeJicomeappre/il'altro<giorno .in un
libricciuolo Piaceuole'fu ritenuto da luiper lo lemlo della cap
tain@auuertitoa uoler andarpiano per l'eßrade ‚ perche cAri/ìo
_ teleaßerma, clie’l[1a/jo tardoefegnodi grauita ;­ ondeegli _ erma'
„жёг: tofíaguardar rPolitiano nel uolto . 10 rińroß.’ mi marauiglio di
l.. .
пос. SecÄrißotele [raue/fe hauuto la metà dellefacendealoe bè'
io,farelße соф per tutta l'a terra, @jpoinon ne'lrauereôße[pedi-'
to un сета . Diremo adunqueperfnea'i queßo ragionamento»
clre non hauendogli liuominiad фи Sardanapalime' le donne
dma{oni} На и_[[1°ссо‘с1:"райнь diprocurarech'e'lfgliuolo,@ la
figliuola [offra tuttofiсоло/сапом!conuerßre diferenti', quello’
Саша“ nellardi're', (доке/{ишиасmode ia ‚ сии. Co/a ragioneuo»
ggf" "_" le'miparreßße hora", che uoiproponeße alle uedoue le maniere delî
la conuer/ati'one loror .a Ц N.- Senoi introdurremo le uedoue'
nella conuer/ariane, comejaranno uedoue 3' ’Proponiamopur lir
ro è la conuerßtione del/econdo marito', тримме- contiene-
uole alle nederig@fe pure lialßiamo a dirqualc/ie co/a in que/lo`
23131“ i"'foggettmci ëaßi di ricordare, clie inßliciißmocßipra tuttigli'al
tri lol/ìatodeüeuedoue, ратей:non ßlamente quelle', cließmo
ßrano licentiofe-tte, ma etiandio lepiù[ваттpiu Íooneßefono=
un continouo Багдада delle pungenti lingue, Cty par quaß с/ое'
quantopiù le[штатамjiспортом lafronte, @'adomôranogli'
occhi colnero ueloy ‚ сапгорсйасстфапопсгйлпстсайтсй defi’
derio di ricercare, Cty difcoprire in ф loro'qualclie difetto; 0n
deß: uoglionoaloe le/aette'de'mald'icentifi[puntinotänonfac
ciano loroV alcuna @refr , conuiene,­ ma simamente allegiouani'.
guardarfidi non> darecon'l'cparole, congli fguardit con'”146150,
с. 7 z к z e; se;
eo’ сорит; un min imo odore di uanitiì ‚ (9* fe lione/ía nece/slrà
non le cojìringe ¿fuggir le conueißtionr, И[орт ogrfaltra coja
deono per mantener/i non meno dinome , che d’opere honorate,
slrandir Роща) le commoditiìaet occuparßdel continouo in qual
eine lodeuyole elfercitio ‚ ricordandojidi quellaроптал. che la ue-­
doua uiuendonelle 4:11с42ецеётопа. сосу . 10 те ne[lo bo contrari”
ra aßettandomhe ctïormeallordinedella uo/ìra diuißone drfcor ff “‘ “д“!
riatediquello ‚ che l{iconuenga afratelli nel conuerjar injîeme. ’
.ANN .v Voi ricercateubeßdica eßrreßamente quel, cliegia ta
citamente s`e` detto ‚ percbefil adre u/era quella diligenia uer
fo i fgliuoli , «y» ß ifigliuoliéuiranno quelle regole uerfo ilра—
dre ‚ che 1946614т0propo/ie, egli Эти/516114 che ¿fratellinonji
congiungano in amore, Фит]?reggano третеcon un mede/i
mo Дота; 14 оп4е ioßimo, террас di ciobablia a рати/14
Ínoi Эроса o niuno ragionamento.. с „f и . Jeponetemente alla
_ rara concordia de’fratelli,Wallecontinouegareiquerelmîj oß'e- ` . ; ` ...~
je, сыра/репofrà loro ‚uiuerraauanti4gliocchimncofìJ@ratio-
ß с4тро‚с’7 una tanto ampiamateria di ragionareahe direte nö
baßarque/ìogiomo peruenirnea с4ро. .AINSicome la maggior
atica, chefaccia il medico exnel _conofcere 14 cagione del male, la
quale non 124 со]? to/ìo ётфьсоте truouai rimedij per сиг—4710.
со]?6:Т%п4‚с6е noifecondo il это/1:0 coßume,riccorriamo alle ca ­
‚в.
-î ‘gioni ‚ flyfacciamo bora ртом di ritrouare quella ‚ chepartori
4Q
ße le fraterne di/cordie ‚ 14 qualconofciuta ‚ 124шето inpron
Ё?
‹‚`_, to qualche brieuc modo ‚ со`1 quale ifratelli fi preßruino dal
ёТт—г'г ё la dJcordia, (Y) [i con[отита nella concordia . C „с lf .
6еп coja <giu/la , C9* лифт il trouar 44414 cagione, poi
che gli @fitti/ono сор borrendi, ф maraurglioß ‚ (9i рег те
giudico , che non s'accenda ‚ (9 incrudelifca tanto 14 746614
те; Х:
'ff к _ г“: t .ein о
tra lepiu/pietatefiere, quanto lofdegno trafratelli..aN. In сай—
fermatione del uoßrogiudicio/i racconta,chefußgrande,(9 im
„noch ‚ à mortale l'inimicitia de i duefratelli Eteocle, rTolliniceahe ef
мы“ [endo i loro corpi ahhruggiati infieme, urono uedute lefame ma
I rauglio/amente/èpararßl'una dall'altra, lafciando chiaro idli
­ ì тощие/жper morte nö [ИЛЬ-о ancora racchettatigli animi loro.
Eigen ¿qcm CoLHo cono/iiuto in Iîrancia duefratelli Italiani molto ualoro
„imi-ei. [Ям amendue huomini d`arme del Ren quali uënerofra loro per
ajßiipicciola cagione in tanto dißiarereahe nö /olamente` ‚фат
по di uiuere infieme in un medeßmo alloggiamento,ji come haue
nanofattoper lofpatio di dieceanni,ma di parlar/i, Ctyßlutarfi,
et andò tato oltre multiplicando l’odio ne i petti loro,che i’alcuno.
per caritafaceua proua ö con limoni con l'altro di metterli d’ac
coido,altrofrutto non ne riportaua,che la та1дио1ё<аг1отш Tene
com Her ua in quel tëpo ilСonto Hшеи/тж e/ímhafciatore di Man
высажена. toua una cafa in ‘Parigi doueper mantenimento delдоgrado»
(9 per/ita natural magnifcença raccoglieuagentilhuomini d`o
gni'natione,et era particolarme'te штат dagli huomini darme
,.а_fu» lItaliani, de’ quali[e ne uedeuano talhora infno a dieci alla Дм
tauola,/iche egli pareua il loro Capitano,et quiui­ hene tro
uaua l'uno, o l’altro de'fratelli,onde approsßm adoß la ‘Pafqua
{imagini} quel faualiere dipoterli in queigiornipenitëtiali dißio
nere a dir lor colpa, et reqiatellarßin/iemeat hauêdo cominciato
a tëtarl`animo del minorjiatello,dimt]irandogli l’humiltàch’e
glildoueua al maggioregli trouit il cuore indurato in manieraahe
nonji uolle piegare punto. .5`i riuolfe poi all'altrofijcö ragionainí
ti piaceuoli,cercii difarlo capace,come a luifi conuenißë dijitppli
re con laßprahondan (a degli annuity'dellaprut/len@ al manca
mento delfratellaalle qualiparole egli diede co/itorta interpreta
f ъ
vfrìxîe; '
ltion-eidliebbe 4 dife al Conte ,elfegli-intendeua il Motta, @the
т
l
Il
l,I haurebbe accettato il bando daquella сидре:-lafciar liberoadito'`
a quelli,che erano più ingracia di.lui'ìlo la воздадим. Tuttigli
lll! ajjàlti del Con tefurono nana@contra una rocca ineßiugnabile, '
@la più <gratiofa conditione» ch`egli allaffne лафет 44 lui, u
che/i contêtaua beneperamor-ßiodifarpace colfratello,ma.die
44'ogni modo lo uoleua-pviamma{¿are,il фарами hebbe ef- ^ °
рт, lamorteindiza pochi dì lo софconquel _mal-’animo
`1113114"141143114-41 San-QuintinoJNßglipenßtua d'u/ar-gran
èorteßa'al стек/114144440 14 morte delfratelloinßno allottaua
di r`1"ajqua.' In uero e` cura qua/i diffierata il uolete e/ìinguere il
uoco dellacli cordia,che una -uoltaßa acceß nel cuoreide'frateb`
li,di che ne re/lo in иге/1:1]: cïfu/o,parêdomi «ф molto lontanau
dalla ragione. ~C.,c.-¢An{imi par сор! ragioneuoleuhel’huctmoß`
chiami piti (трал chi maca il dourebbe tßèndere. ./eN. cÄme _ . ‘UL-Liu
par со}: ragioneuolemhel’huomo{ichiami meno отд) 44 chi dee j'
till тир/4111444 c5 luifel .Wößpetn chedoue ¿grande amore, " а“ '
quindi efcegrá/degno.taN;Wöfapete,cbe douee`gräde amore,
‘qiiiui deefcoprirfi¿gra patientia?c./í.Voi uedetepero сб 14-рто—
ita in mano cötrarij едет.JNÄono di/cor'di cômunemëtei fra
telli,perche nöfurono mai cöcordi-,ma queifratelli 419440 44prin
cipio be'fondato l`amorefoú1ronoprima ognifdcgno, et отд, che
ßfmêbrinoòßdiígiûgano maia/c. rDuque uoleteaccënare, che
la cagione perche :fratelli/ian@ difcordi proceda da poco amore.
ЗА N. .5’10 атуaßi qu¿fia cagionefarei tenuto сорfciocco,come
colui, che dimandato perche il cane/¿gua il patronesrißioßf perche
ilpatrone ua innâëißt uoi poire/le. dire,ch'io uoglia imboccare,
fecödo ilprouerbio, col cucchiaio uoto,cio e` „во/1141 41 uoler inß» @misa
gnamet non inßgnarewndefe uolete che uegniamo alle cagioni, io L1. ¿am?
4
:` . t. t в ‘ n, 0
dirà , che ne ha offeruate due principali, l`una per colpa de'padri.
l'altra per colpa de'fratelli. La difcordia, che nafee per colpa de'
padri l'hògia` accennata nel difcorß de'padri ingiu/li, i quali nel
trattamento del шит—‚(Ыdel ие]11те‚@ пе 1 commodi di caß fo
no piu fauoreuoli ad unofigliuolo ‚ cheall’altro , onde nafce, che
- nel cuore delpeggio trattato , entra ò una inuidia del b_enedelfra
’ tello , Эмир/рта ‚ ch'egli uitio/amente non lo ponga in diigra
tia delpadre , (dgliprocuri qualche difauantaggio , fi the dalle
radici di queßi pen/ieri uengono crefcendo i frutti dell’odio ‚ (t)
della maliuolen ¿a ‚ (27 talhora delle liti, delle querele , ст degli
oltraggi loro. Ma perche di cio habbiamo ragionato quel che ba~
ßa,paefiamo alllaltra cagione,che пса/Ее dafratelli , cioe quando
hannopiu cura delle membra , che di tutto il corpo . lo intendo
il corpo tutti ifi'atelli infiemefty le membra cia/iuno d'eßi ,po
„тш; ,.œ [i'iache сад 4 noiferuono ifratelli , comeßferuonogli occhi le ma
if 21:13 ni,eipiedi , ançife noi conßderiamo prifondamente ‚ ci 74404:—
‘d mp’ remo, chefonopiti compoŕli ifratelli allo[cambieuole aiuto l'uno
dell'altrimhenonßnoi membri/‘ra loro ‚ perche l’una mano aiu
ta l'altra preferite, Cty un piede l’altro uitino , ma l'operefcam
bieuoli de’fi'atelli/i/lendono pid oltre, perche ellende ali/lante liu
no dallalt ro, non re/lanoper l'affen ¿a loradi trattar inegotq~ cä~
muni..S'eadunque ifratellißguendo la natura lorofußirointen
tiprineipalmente alla conuerßtione di que/lo corpo,nö ui ha dub
bio alcuno,che non li uedre/le/piccarßfra lord@ hauer cura[0
lamente della propria portione. 6.a V. Ínfatti que/la maladetta
paeßone di noißes/imon ci lafcia amargli altri quantunq; 4 noi
congiuntucome doueresßmo..a’N.Cofi¿Ctyperciofono rari ifra
telli,che antipongano Manara@ l'utilcommunealproprio inte
rtßëiwueggiamoahe le tof: communifono communemente nef
42' E K, Z О. 16;
glette.Mentre'adunque фин”: riuolgono cia/curro alla ciira д мм.
dije/¿505,35 ¿firma cli'e шток титрdifgìungafra loro, Ёж:
chiafcuno'ritiri ¿fe laßa parte, (mld neljito cuore in n:
sìfattamanieracclie шифра alcunoрифт ‘de gli altri
fratelli,@ attende in tutto джемов! che nefegue 'ordinaria
mente la ruina , (y la uergogna delle cafe, тафты per lafe
paratione dellefaculta :findeliilifcono'leforq defratelli ‚ (щи
lafeparatione degli. animi[iuengono штат apatir'delle ingiu
rie , le quali ciafcuno perfe non e` дарятся ributtare, il c_lie di
mo/lro aßai chiaramente quelfaggio ь clic colfajcio delle uer- „wie ¿i
¿be fece raueder i figliuoli dellinuin cililfor@ loro, mentre :lie ”шт"
fu ero tutti congiunti non meno d'animo, che di corpo . Conuie
ne per шток/и ifratellißpra ogn'altra coßßpropongano Phono
m@ l'utilcommune,(17/ìiano tutti col conßglio . (27 con Горле
intenti alla conferiiatinneafry1allagrandma: della сад, ne/iper
ßada alcun d'eßi di poterßlo con la uirtujiia/upplire al manca
mento de<gli altri,fiydi riportarne egli tutto l’honore.c.ar. Fer
mateui di gratia . lQiandorouiua uirtuoßmentmredete uoi, ‚д „шт,
с/ое 5`Ь4Ыгш a fccmarpunto dell'bonor mio , perche i mieifratel- Èfßfñf'fg
liuiuanouitioßmente? JN. Non ßfcemeriì punto l'lionor honore
mmf».¿d
iii . uo/lro particolare , ma/ifcemera Lene lironor della афиш/На,
nella quale liauete parte. ели. .Et perche le mie lodeuoli attioni
non dourannofar сатире 0 a i loro maliportamenti? .a NTP”
che eßendo commune quel nome della ca/a a uo/lri fratelli ‚ (17 а
uoi,coßriceue uergogna la cala per l'errore loro, come riceue liono
re per la uo/lra „то. Et perciofino ingrande errore quelli,clie
nonfipigliano altrettanta cura de’fratelli,quanta di loro medejï
”тратте eßendo ifratelli, come balbiamo detto , memliri d'un
сирота” рц0и1сип d'eßipatir таи/шит non nepartecipi tut-­
. r o «n l e
,mmh to il corpo, onde'iufcito quel идёш— detto, cire non рад 'tagliar il Y
тип. che naß [сука 5п]4п3ийпи1абоссадфчие/Та loro :oommunanga
175368515- comprendeparirneiue.dal -iierofuono della uocefratello, la qualev
nella latinalinguafeïnmpreta, фалип'аЬщрег darad inten-_
dere; che-’lfratello colfratellojîa come unfaltro medeßmo, di che
nonjaprei hora addurre piuchiaro eßempio, che quello d’un’ope«
ra, della quale ne uengono in lucefotto unamedeßma/iampa di
11er/i uolumi ‚ ¿qualifie Ьеп nelle coperte, @negliornamenti eße
“трио афиши; pero una отыщу/типа un mede
ier -: firm; principio, Судна; @quegli errori, cloeßfcuoprono in uno di
`' quei “штифт communi a tuttigli altri, dalla qual ragione io,
fon тот: a confermarenbe :fratelli-oleane per honor della ca/â ef
er tutti in aiuto l`uno dellialtroíïjcofito/ìo come una cade l'altro
Hoei da rileuareuì confeffare Äeß'ire лис/92311 caduto a terra;oltre
che e` сор deforme, Cty/proporcionara, (y di malgu/io il шиш/5
aßeß in altogradoßt clam¿doin occhi a terra uederßunfratello
giacere in ¿agafortunaietßpuôêëdireuire chi nölya euradellbo
:grins: e: поте delfratellomö Ы cura delfito proprio rhonoreßi que/iocom
зажёг: mune honore lre'finig/iro intëdëte Scipione l'eÄfricano, ilquale
‘dit’ ' dopòßggiogata la Spagnaminto Магний,“ coquißata ГИД)
cil/limo di non bauer atto nulla,ß nö uedeua cre/cereparime'te
il noma@lagloria delf'atello-,di chefcì tâtogeloß, che nonjolie
mite Кадмий nelprocurare,clo`eglifuj]e eletto dal Topolo Koma
no all'impreß dell'CA/ia, mafpogliäa'o/i della propria amortione
ß cötëro di[Запишите priuato (тайги, et bonoreîdolo in pa
le/e,corne Capitanogenerale, et cößgliñdolo in/ecretocomefratel
lojece sì, cifegli da clueßi/Zimoli,et dalla propria uirtu acre/o ad
imitatione di [мидий il[ю nome/otto il titolo dell'VI/Ía, con
uuНloriaíeyßene ciode'Romani..C„cI/,
t ue ведите
. l’Очи
wz nro.: :ce
il
teuai'hendire. джинсам;
­ ' ' .
- .~ ~ 1mm .im n (alia
` ‘i » n4 n к - ’ к“. . '

‘. з ­ ­ l . î ‘t ­ i \ __ ‘
nl
l
' м ~ ‘Tadre iii-era in honorenn amorßglioirfjm 1‘ du im, т;
- Fragglnggli anni, ..‘ .ALE-2 ' `­ ¿all? НЕТ?) ‘fol ‘-` i i.) `

iii Et per certo (‚игла/друида amoreuoleàgaiet digna d'eterna Ёж:


iti тетотшфcomefu quella di Gilone неф fProculeio a confufio _ _ __j';
itt ne di quei , che non pure non-procurano lagrandezza-dit’f_ratellii
itil mafirallegrano delleтраты-ц. lo uipotiei литеры
im d'unoejfempio defratelli in queßoßatoreloe dallofdegnoßldal
in ladifeordiajîßnolaßiatißßngerßtoridella виола/{гадала
im' fatta maniera,che „татамtutto
l’altra,fiuergogiiano di luna parte
amendueidadofoggettoa chi' dinel‚фа
uergognar
chi di' Y
ni
cöpatßoneeMa iliencofadegna атому lodeietdalta ammira
'if ‚дождит/з_uedeuna ondata'contordia'traßatelli,i quali
шит toltoper impro/adi' non operaralcuiia сорperproprioin _ . _.
„гешефтper conßntimentoatper honor commune, Cf) non haue' -i _ _:
do Fanitiionelfangmcomc la uolgargê'te,]iano tutti riuoltialllio
поп,“ allagrâdqçaidella cafa.A Мёtre che’l legame dellafratel
lan(а ßa con e/ìafoqa rißrettoißpuö Ьё dire, the nölo/cioglie
rehhe uella » padatche diifece'il nodo Gordiano. .lnfne non ui e` - _
co „2: mantègapiti l`honore, et lagloria‘dellefamiglieahe la сб ¿gutfëfriiî
cordia de`fratelli. Et qui nö la/cio di dire,cheßno moltopiufeli îitëîiâe ¿if
ci, etgii'igono a maggior colmo diудавка quelle cafe, doueßno ‘ g
moltifratelli cöcordi, che quellede quali[то poßëdute da unfolo;
percheßcome non ialcuno, ¿haliliia lafor@ d'cA'tlante perß/le
ner/ola il cielo con lefpalleaoßnon ui ¿pe/o alcuno co/igraue , che
eßendoui/otto molteperßnemon diuenga leggiero,oltre,che феи
do таща le nature,igradi,et leprofe/fiom degli huomini,et haue'
do tutti ilpenßero шпата allagrandeqa della ca/afueggon o,
aguifa d' оргии] _intorno ad unafabrica, tutti intenti'ad aggran
Y1?) 112.13 &'\0 l.

dirlaifŕ) a mantenerla, chi .con la шт? dellele'ttereichicon la or


z_a , chi con la degnitair fecolare i it eccleßa/licaahicon lo/iudio
delle cofefamigliariò con altro meçoJequalicofe tutte non рот).
сотегода no caderein huomofolo . cor/f. Hor mi­piacerebbe, che uoipra
no ì fratelli
23:13:31? pone/le qualche-forma di _comierßtione trafratelli,per la quale
‚тиши a mantenerefelice la concordia Моими/Эта del
вбивайте dipëdeprirnieraniête dallaртам“ ‚ et dallautorità
delpadre,ilquale deeprocurare di tenerli cogiunti in amore,et a
ńeggarli non meno ad[вопит/5,42: a tolerar/il'un Гаммами
dopoi eßi' hauranno il conofcimento di lor тафты ufßcio loro
mentre uiuono in communemonНаташеilguardare dinon ap
propriarji alcuno deßi _co/a del manilapercbe, oltreallфр: di'
Dim@ dellafama ь non e' со}: chepin te/Zo. cßujaßèßlqgno ‚ (у.
_ mala uolontdA ne<glianimi loro, div que/la. а В pei anco loro debi
«imm ас:
:site mi to di_ ­feruar
_
l ‚ordine
-. : н . ~.
della naturatßcheilpiu-gioume‚ .
je la cliß.
gualian¿a de'gradiпо?uieta,jï_contentidicedere alpiu шито,
@'_difarglihonom la qual creangafefii introdotta da Romani
tritinшвамиmaggiormente deebauerмонаршие,ne'
,me ¿d perque/io refleriìfèn¿a debito il maggiorefratello, a cui' mipare,
figg.; che tocchi il _carico di ricambiar lliumiltàdel minorecon tantije
gni di carità ‚ ф di beniuolen@ , che gli ßaccrefca l`animo ad
honorarlv i Шfara` ancoДо carico dußrprudenga , (d di feu
рте la minoreta`
­ueneiioli ‚ quando uedreìah'egli
ucr/o di luuwtercberaldi arglitrappaßii terminicon
cono/cerecon dolce ma
тетку- in tempo opportuno ilfuo errore ‚Лcheque/lo ufficio/ia
стыда da lui accettato per caro ‚ @gli acerefca più toßo [amore , che
gialfïîjgle" fcemarlo ‚ Maßtpra ogn’altra со}: mipare тафтаper man
¿Àntâîlùc'tfg tenimento della concordia loro , che i fratelli ufino nel con
situata. n" ист/Эге infieme fun certo temperamento ‚ co’l quale fi жида
a leua
‘gf-I и . 151
aliuarequella lieeneaaloeßiolejpeßò alterarglianimi'. (ya nu
fiolaruiquel [anto ‚финт cheli conferualuugamente трете,
суп. ‘Per unaparte mipiaceque/lo' ricordo д perchequellaec
ce iua liberta delleparolmt deÍ coßumi fen@ alcuno ritegno a
molteI uolte la piaga tantoprifonda , che non potendoß [жди 11
dolore,bifognafarne rifentimento con la lingua@ talhoracon 10 t
mani i Ma dall`altra io u_engo сои/140141140, 0100 mettendofiirr l
opera quelrißiettoahe u'oi ditemon ardiranno ifi'atelli41[tende `
refra` loro alle correttioni ‚ (у: agliauuertimenti da uoi propo/li'
per tema di non ifenderßfej'nejiguirà apunto-quel, che dice il
‘ ` 1 в ­ I

— i. ` ` alchi contra/ia, Ú' malchi /ina/Eonde, . `


. . ` . . . e ` 0 .
ating. Ionon conuengogia con unmet-¿i mipare, chegli фи: 53:51:55:
ßano in tutto contrary ,perche la correttione, che uiene daperfo- :tmf “
natropponelil'ir libera ,non tantaforgaftyêpiiì ioßo-a[crit
ta aluitiodella naturafua, che alla geloßa dell'emendatione del
priylimogma a quei ricordiahe uengono 44 perßnaЩётки:pie
na di rifpetto-,ciacconciamo più tallo adarВидит 01perßeadia «
mo,che 0021140 41 natura tale,bi[ogni,chegrandeajeno-,(9Agran
ragione lhabbia ß/pinto quaßштифт uoglia a со]?fatto ufff
cio. Ma non pen/ategiiì,che nominando ilrifpetto ,io habbia uoi
luto inferirequella tema,(9~ difßdenQaacon laquale rejliamo di
dir liberamente iluero'in quel modo ‚ chefiußt uerfo i Trencipi,
et magi/frati , iraltri maggioraperchequeßa eßinguerebbe in tut
to ilfuoco di quella carita , che'ß'riterca ne i uerifratelli , ma hì
uolutointenderequellagrauen??di/ireta maniera , con la quale
'vegniamo'ad honorar altra@ inuitar altri adbonorar noi,laqua
др non ci impediße di corregger l'amico,molto menoci dee' im
pediredi corregger ilfratello:r - foto'. ­Io credo ancg д ghe 'vifiang
' ‘J _ t r в х о
alcunifratelli, che lafcino difar que/Zi ufßci tra loro ritenutida
quel dubbio di non oßenderfi, col qualeß ritengono i[eruitori di
parlar otpatroni.A .Ä N N. ‘Ditepiii гора, cließiioritenutida
Poco amore, onde auiene,cl1e non pure non cerca unfratello di сот
reggerl'altromaßcompiace di accu[Мода/16 lefoal/e . с .a V.
,menfo fDi que/io appuntololeuafar mentioneil no/lro Keuerendo Fra
Íiï.
l а шc~. te Bernardino Maceia
. lettore ln/ìitutario
. . ‚ raccontando (“тип

ЁЁЁЦ 'conoß-iutiduefratelliun Dottore,(’9~l`altro Corteggiano, iquali


come clrefujfero tenuti huomini da liene , lianeuano pero di natu
ra loro'una tanto opraôondan te , Cdßtieuoleìcopia diparole,elie
per que/la cagione tuttigli huomini di dilicatogußofuggiuanolc
loro conuerfatione t ¿Onde occorrendogli andare a vuißtaril dotto
ŕe alquanto [лафа/готово 'nell'entrar in caß l`altro fratello»
clre ne ufciua ‚ a cui domandado comeßaua l'infcrmmegli ri/pa
_ fe ‚ фи Ьепе ‚ @ßggiunfe ‚ м‘пдлгериг la padre lettore , clre’l
graccliione ui dara piu ciancie ‚ сЬ'ип mercato . Entrato poi in
­camera del Dottore, (ty pafjatifra loro diuerß ragionamenti,
egli dille, lo non ui domando come ña uo/ìrofratello,perclre
“до ueduto loora nell'entrar in cala cona ailieto ui/o . Ист
il Dottore , топ [i Puo dalgliliuominidi ¿non tempo До! pari
afpertar altro, @for/e che'l paralolano non ui liaura фит
conleßie ciancie . JNN. тетею fe :fratelli {метаф
ro a fcoprirfìin ca/a iloro difetti , [сии-0017000 l'occaßone сдаст:
fclrerniti da gli altri per le Piagge. Et Perche non mi pa
re , clne di ciò snalôia afar più lungo ragionamento , rißringr
remo il tutto in un [ricciolofa cio , concbiudendo ‚ clie ß come
Pf°u=fbf° [i dice uolgarmente , clfuna mano laua l'altra ‚ (7 amen
due il соф ‚ coß [unfratello И da фи in ferurgio dell'al
tro ‚(9 tutti hanno neceßariamente a concorrere infieme т
т в к z o. :es
/eruigio della ca/a per grandœgaxi (Ы mantenimento 'clëlla`
»lll
til (‚мы ricerca fra lorouna concordia compoßa d’ amore › din-c
will ‚ питии ‚ di гимнах? di correttione.` ш V .' ,d qßdnconuerůù
illeì I
cliio ueggo noiДата toßoper dar a terra , (gi metterfine al rarìëgfâ'i. а;
l ‚П.
gionamento di que/iagiornatapo/ciaclre non ei re/la piu a oli/cor `"‘°"'
rere Cloe della conuerfatione ш’! patronnel/eruitore . Tutta-«_
uia to dubito , che troppo <graue non ui [ia lo Hander qui con`
n.; "и" I.;
uo/lro danno quel tempo che nell’alt're cafe ui portereblzefutil
le . ./l N N . lo prattico nelle altre ca/e per идейной?!“`
tri ‚ Cty perciò @endo allhora il tempo . Con uoi me ne[lo
per mio benefcio, (уч percioguadagno Íoora il tempo . Seguia
mo pur lietamente ‚ che ß’ non e` piu graue al mio feruitore l'
ajpettarfuori, di quel, che Ли a me l'eßere qui dentro nonfuA
rono mai nepatrone, neferrirtore piu contenti di quel , cloefiaß`
mo 'noi . C .A V . loprometto per lo uoßro/eruitore ‚ cli'egli
chiama contento doue egli e` bora ‚ percloe Рад me/colatofrai
no/lriferuitori di вара, (ура/рулит infieme il tempo intorno. _
a tre‚едимpiaceri. .A NN. Et quali? C л V . Il'uino, ЁЁЁЁ’ЁЁ'”
ilgiuoco , e'lmaldire . „c N N: f Malpro lorfacciapoi cireßmo fuuìtorl. ‚ ‚
in danno , leiaßmo de’patroni. Cory . `@lando ancogli п ,mitm
mancajfero que/ii pei/fa tempimon reßero dipromettere per lui, 2.55;5:19;
на ПС.
i cli'eglißa per altra cagione contentmciòe perclre nö ui uede. .AN.
lo [enga altra Дашка uoglio credere., che co/ißa, ma onde uo- ' `
cgliamo dire,cloe na/ea que/ia септики de'feruitori .P C л V.
Da poco am отрежет amando il patrone amerelrlrono la fua pre
fen¿met cerchereßbono con ogniлифом anfeta de'Uergli/empre
птицы qu eßo poco amore diferuitori ‚ onde pèßamoulre Еж}?
fia мирно? смРоф dalla dßimilitudine della uita,degli am- 3:2“: ‘l l"
mude’ coßumiulre ne dite? .A МЛ сб ист: hor bora mi[ouiene
t i в к‘o
rvn’altra eagioneßndepotrelilvefacilmente_procedere ilpocoмм
при_nondir .fodioidifruitori неф ilpatrone, тащил.
.uitiìi laqualeßfcì communemente piti per тафта ‚ _cheper uo
.. lenta', concioßa che conofcendoji l`huomo дети nato libero ‚
(17 riducendo/i allaferuitii ,fa _uiolenga alla natura/ua , ф ß
lien fi con/lituifce. uolon tariamente in _prigione ‚ non _e` petit ,
мы,.I che_. nongli'paiafimpre
` ‘ ‘ `
di

.mangiare
, .'
д fecondoil
.
~prouerliio
­ .
‚Неа
. .
feto `nella _trappola ‚ (deh _egli non _ahhorri/ca _colui,che lo пие—
_ nefotto ifi-toi _commandamentuft/_che hauendogiurato lafedel­~
tti al _patrone `con la lingua , ¿non/ia ,con l'animo rilelle Aal ßen
feruigiogonde non `e`marauiglia,s’_eglifugge _uolentieri ilfito co/pet
'10,@ß:glipiacepiii dejjirgliferuitonedi_lontanoahe dappreüo,
ertutto quel_tempo `che солдата uoridella _pre enga di lui,
ß corda quafideßìrferuitoreßuglipar d`hauerri co ala lilier
ед ,_/i come per locontrario,._tornandogliauantiglicadeil uoltoa
terra, Wjiperßtade di­tornar _come cane rilafciato alla catena.
CAV. hora _hifogna per mio parereuenir lalla di/lintiona
delleßruitúpercheciöAche dite _d_leyiruitori,chefuggono_deo/pet
„dmïmì „i to deapatronimon generale, t rifiringe.allanatura 118129141:
` Itori uiligmanonappartienegia a „долы qualiper lopiu увита
3:33?“ n’ _no nella ui/la delpatrone, {t/lo/èruonoper_amore,(9_per uolon
.Urourbiq
_ .ta,ondeßdice,che’l nohile атак? uillano teme _. _oc NN . _La
мятом ‚ ‚сЬеЛрщУаге ‚па _i мы: Corteggiani ßruitori de’
‘Principiftyi meccanici, che[стат iтыле ,chele слепит!
ceppi di que/li fono diferro, ftydiquelli d'oro. Cial/2 Que/la
diferen(a io ue lapaßo , @hit io ancoraperfermomheflringano
_ piußirtele catene d’oro, che quelle diferro ‚ ma non .credogiaahe
quliateconjëntire , chevinolili,_(9 iuili[Этапа.con un medeß*
liloОтшиб/5proponganonelfiruire un medefimojïne _. .a @if
Hor
“TEKFÓJ $69
nimici clilpat'rone,y (29 della catenaifdàt inobili'ßino amici del
' rane, Ф nimici della catena . CJ V . ‘Non mipar anco'_,
theßpoßino chiamar nimici della catena iferuitori nobili,pofcia
the nößpongono communementeinßruitii aflretti dalla[ать
(rydalla швед/Упадет:fanno i Маршал, ma uientranoper
natural- `dif oßtione ‚ ne` hanno come efßiper principaleil
“дадим ma l`honore (уч la gloria. Joktacerò lfeffimpia delLiberali@
Dumb
<gli altriaftyparlerâ di me ßlo'con aßicurarui ‚ chil ‘Duca mio Heime. _
uwendomi mail'_atto perle mieindißrofitiani a fertiirlii,l m’htì
già рад/{витает della miauitaaßegnatopiiì largo modo di
uiuerenellìaueninacafamiaftli quello ‚ ch`eglim’ha dato infn'
lièraäùllaŕiacortůgmacorßtutto cio uiforfegola mia ambitie
тж flieg-iii hâdifcor o meoonhefqua'ndo attendere à ripoßre in
rwdiiniopadresnyndlâròжёнPM-dtfquelфарш i'ушла: ш _i
Ibdlnâwmiiìedrò qua'ßinutile al диораму dieper [ости—д- .E

per> lemanicon ‘chegiouarelad infnite perfone ,_i ('9«`-acqui/larm`i


a'liretanti' a'niiïgwfarmi honorare da ¿più bonorati dellaCon-nl
нишетЁйХЯношщтнрётий-з maledico .l'indińroßtionet I
chenon mi laßiaftarliingamente legatoa quefla catena d'oro à
meßpra modocara.f.nNN„Que/ia catena cara à tuttigli huo
mini ¿falto „штамм рек/Зет, ma-pergli effetti, che ne[е—
днище! miricorda dïhauer udito ilo/irofratello aßermare, ch'e
дышащим patronamanon Афиш,“ uiso dire
й!) inrian{iallaìnertedi quella Trencipeßi egli/arebbe ritira
»da quellefatiche infopportabiliqe linßnita bontà di lei ‚ @gli
t firaordinarijfauoriahe tutto dìglifaceuamö lfhaueßero aforça
ritenuto.V ЕЕ: nel ueio quelleflere a/irètto a mangiaren pa rlare,a Mil'erî l de
Corteggil. ‘
_caminan con'la Басист la “читает le`gambe altrui.quel ~ щ.
il'
Т —‹
­ L lt n it о .
non.bauer-mai ripoßnid'anima, ne`dicorpoqiielperder /e/ief
fr perferaigio delpatrone, (дin ßmma quei difegi ‚ quei rom
.picelli ‚ chejiraccontanoin una'uoßralettera ‚ (‚у che uoi hauete'
,ancor in granparte[фигnellaperßna ico/iraniempiono ilca
lice ofuna medicina cojiamara, che con l'odore, anzi con lafila'
memoria i'qlfnnde Ia natura e c .a V. Вт ßepeteche non
guadagna i_lpregio [Ежа сопел; .aN N e Sono perir` тайгу
che eorrono,mal­’a'cquißaunfolo , (7*ретинолcui'tocchi inßiwl
tegratio/aricompenfadelfuoßruiregfe ne ueggonamolt'i'a doler°
ßdbauer confumatalefacultd307la uitaalferui'gio' сжатии.
tipi, ne' hauerne riportato altradipiiiicbe ,la miferíaueccbieâea,
eoluano 'entimentoä @pochi tee'nefona ,.chenorrßanoaßretti
acrepareadifatica ‚ замши: им:q_ueßagatenadoronon’
“то „засади; та}, су hôßmpre tenute tutteleferu'iiu perjallaci',zúr
:Limiti me/'chineda una'[olainpanche e quella' d'un стащат
fm“ ffm" gnuolo‘, ilquale'dopô` l'hauer lungamenteßruitoelßo ßfeee'
frate,V(yr/ubitogli , chefiera acconzio'a i/eruigi dan Si#
gnore piùgrandedilui, ü'dalquale-a/pettauapiugran mercel
,mm de, che дари Mae/la ‚ tali'feruitori amano b'eneilpad
gli?" u tronc, (Буде-липа, Cdfonoqueißli ,- cheßruendo' regnanoi ­
Mapoiche l'impre/ario/irae" diragionareldi que/iaterrenal#
mal[icuraferui'tiì , in ritornandoa iferuitori nobili', сои/{шт
communemente'amano ilpatronea cui/ono' confirmud'animoi
di шалфей co/iumiai' perciò тамаде/штативе:centen-i
ti ‚ quanto gli'fono auanti i Cb' hanno occajione diferuirlo;». c'r'
fi come i [тат uili',/i'fottraggono­più chepo/fonosdaieonte
mandamenti' ‚ co/ii nobilinonpurenonfitiranoi'ndi'etrofralo"
ro nelferuire, ma cereanodipreuenir l'un шт nelriceueri com
mandamenti del Signora@ comequelli's'allqgranodinon. «i
'-` 'un 370
`ferfati'cini . сощифй’тефипщ @Úßi'maiio ‚делирий:
­to quelgiorno clic non hannofattaalcunaferuitiì. Cnn’. ‘Non
I МЫ В
‚по mglin
.fperaltrodice ,che гитар; meglioferuitidt quel Лиф? [отвалы
‚то noi >, le non fierclie i lorofruitorifmo nobili ‚ О? .i пед/1:5 ui _yriuuà . \
,li . Ma _egli par-¿ene ,clieuegniateйота cliclnarar lema \
:niere .della lconuerjittione ,tra'lpatronh ¿ll #imitare . ...l NN.
адаптации 10 fiile de' .no/fri difcorfi ‚ (уч ueggiamo
_prima афорнге1шдгмще11е‚афише ‚ (9° degli income 'C1 'onîdel
le ifcordie
па'! puro.
:nienti ‚ сЬеито dì паштетомыш'родтйэететодто ne,e’l fend.
.-do dïacconiar'li infieme. .C .a V . Jo credo ‚ chegiaßafco коге—
_iperta una cagione quandolralrbiamofattomentioneфил-дуба);
cueniengadellafuita,tijdekdumi loro. vANN. Heine-_
.te , :nacamequeßa cagione e` communeal `patro-
me t @alferuitore i-coßue nejonoduea'ltre.-delle quali «una di­­
_fpmdedal patrone , „(уч laltradaljenuitore . :Alfano appar
'tieneilcommanclare . -c/íll’altro .il ßruire ‚ oncle «commet
itendo .errore,­à Гипс, ii lÍaltro nel до ufficio „ne `eguealtera"
,-tione ,fp-‘díßrdinefra loro . fC'ommetteerroreilpatronequan
Енота del
.doInon--sa .comandare , (у percio len difícil floßfo ‚ сЬе ‚ртом.
.lecoß , 'lequa'lizcomaieneal femitoredi [ayer fare ‚ conuiene
уйтиal_patrone vdi [среде commandare, ma certamentenon
е coja .tantofacile il laper commandare ‚ quanto l`cj]er pa
скопе. C .a V . ogna dunque proporre al Patrone il mo
anl patro
llt?
ido di' .comandare ‚ `aNN. Jl modo е propiy'ìo men ne <â ben c6
mandare.
.tre chegli
me antiponga
inzenden la [гущейvlaадimperio
.que/lo-antipom . C .a V.a. NN.
рты; all'imperio? Co

Cliegli prima ‚ die -commandare impari a ртов . CJ V.


Voi mi toccate il ycuore con que/la [тетка i perclae mi par
coßimpoßilrile, cliefappiaêenfignoreggiare, строп ha battu-_
2
Nj т 10 F. I 'IXY 0

штанг.
- to ßgnoref, perqueßa cagioneio „мифам il 'Duca~mi?
femplari
del Dua di patroneneÜÍmperarore,perclre offendoeglinuez@ infno dafuni
Neuere coi
Гной fendu» primi anni afar .continoua‘feruitilalJQHenrico ‚ Cb ßicceßi
ti. .‚ ‚ _
:camente a Francefca ‚ (я? aCarlofuoijïgliuol i, (17десяти-5 nel
Regnoly fapendo quantoimporti ilpoffedere non meno icuori,
4che le perfone de’ Лентой, ufa dolci ‚ diferete maniere nel
commandare -a/uoirgentilliuomini , (27 [zo .molto ben ueduto
„Ч
à dalfito feruire пришей:duegagliardi
do gli nellaferuitu molte inquietudinieffetti ‚ l'uno e`di
d'animo,(’9~ cirecorpo
[igien
com
prende dalle propriepunture quelle dejuoißruitori, onde шоу]; 6
pietà li mira con occhio menfeueroflylijignoreggia con imperi?
men graue; l`altro e che i jeruitori ueggendo ‚ cli'egli ,- no»
чудите, che [ia «gran Trencipe,(z7 cbeipotmle uiuere agiatar
wenen# ne ßaï in continoan` (29 fatico/a [Змий i /ìfentov
«no dalдо фтрХотадгогтти’псф «лифту! ulridien
¿a ‚ Cŕ/ a милашки ogni'peß ‚ cbe. portino-in. /u'o [etui:
-gio . „c N N . In uero egli fi moßra r1.?reucipeetale col uae
longe@ con la cortefia, che/ono задай-рт}! feruitoriïg- yclietgli
`L
vlia per tutta l’Europa ‚ che quelli, die uiuonomlla {тёща
-ma queßi tempi [тиф infelici ‚- che non ~uie` alcuno" Ho,
‘mero ‚ che racconti ifatti d'un tanto ¿afcliilley .- 0r испеп
Difetti de’
pistoni. do all'errore de’ patroni replicberemo , che quelli fanno le»
commandare ‚ i quali hanno [арию feruire °, Cgi div,quie eine
iodono quaß per tutte le caß' i patroni. indifereti ‚ ßperßi,
capriccioß, (у тfolenti ‚ i quali non altriment'eoicbeßji-/er
uitorifußero fclriaui , non parlano loro fmai mui con
rio , (9i orgogliome ß contentano fe поп—15. ищопо nel'loro
ero/petto штанам u/ano mai ß' non uoci piene di
to ‚ di minaccie , d_'ingiurie . C л VI» Da ~que/iff manie
1' E R Z О . :73'
te nefigue, che ijqruitori uantunqueßńïcienti ,[ifgomentano, тщась.
@perdono , @farcie/le loro lodio неф ipatroni . .Ma/ono ‘fgficlanq critican.
i

`iii in difcreti quei,chegridano,(9 ingiuriano ifernitori in pre en


¿a defora/liniaal qual atto mipare,cheßdia loro цирке, che
mal uolentieri li riceuano in caja, ne' ui e` сорт е iртам ali
liorrißano piu` di que/la ­, (9 chefia il него ‚ quando un /eruitore
cerca patrone, noncerca dinformarßfegli Fa -auaro, С!) di ma
Ран-оп? du
la «шита s'eglifia terribile,@jlrano. „c N N . Sono hen peg .baugnoi
(“и-шпон.
giori quei che parlano a ßruitori con le mani, @quefli/e hanno
fornito altri , lifogna dire che_lianofiati ha/lonati,òferiti da pa- '
troni, @uogliano uendicarß co iferuitori, (9fie non hanno/ërut
tmfperßtadanoahe ißruitori nößeppiano ufar i pugnali,ß come
ne ho ueduti efempi in Тата. [o ueramente non ueggo co/a,che
«n
piumpß'enda di que/ia , (9faccio peßimogiudicio della natura
di que/li,ch`adopranola loro lirauuracontra iferuitori, a qualiß
dourehliono a/iener piu difar ingiuria,fefujfè poßihile, che a loro
eguali,conciàjia ch'eglie` atto di maggior ¿onta diguardarß d` ­
it .offendere quelli,chepitifacilmenteßродом отпадает pero ap
tit
partiene afaggipatroni l'afienerjidal battere ißruitori, (ly ricor
darjinhe offende ilfupremo Signore , chi non lafcia a lui la cogni
Hi
tione de’ portamenti del форинт . Ve пеfono poi alcuni di
ttl'
coßfantaßico huniore, che отшив еЛЪт uhiditi a cenno,come12
nld
[имею mutoli; (9 urgliouo effire in и]?perdiferenione, comeр;
firuitorifu/fero („отмыли uogliono,che unранитеfaccia
di in un punto tre д quattroßiruigi, non hauendo giudicio dicono
jiere ‚ che , come digi un fornitore d'un mona/feria , non fipuii
portar la croce, [так le campane . alcuni altrifino сор dili
cati,(9ßn(agußo,an (iinfatialii'liahe ß [мне/Рта mille[ехид—
tori,non che uno ,gli occuperelihono tutti, ne mai ßrelhono con
3
t i в к o
tenti ,perche nonjipuòjar coßi , che loro piaccia , (И: меня
тёщи}: по di mutarogni meße unfruitore . (RIV. Habbiamo in cor
:lm гат- te ungentilhuomo , chefet mefifa ‚ ueßi ilßioßeruitore d'uno ha
bitofecondo la[ил diuifa,del quale ne htìgià/pogliati quattro, et
l
poco auanti la partita no/ira di' Francia , egli mi mandò иег—
jo lafera il fito firuitoreper /ollecitar una lettera difauore,ch'i0
in nome del Duca haueua a firiuereper un certoДо negotio,
(уч dicendogli io , che ritornajfe il di/eguente per la lettera,uen­
ne un’altro a dimandarla,a cui dicendo io, che non era quel , che
uenne il giorno auanti, mi ri/po/e ß ben non /on quello,iofono
pero dentro queipanni , de' quali hor hora miopatrone ha fpoglia
„mi ch, ‘01ml’ ('9* “ëßífv те ~ .a N N . .Qucßa mi par вод uergogno
murano l'pef
@ifm-m [a and che no ‚(27quando pure il patrone non riceua uergogna
"' con que/la prattica di [coprire uno altare per coprirne un`altro,
la riceue almeno col mutarcoßЛиф ß'rnitori , perche da` ß'gno
d'huomo impatiente, @dyjïcilh (2j fd tanto piu /pißocono
fiere ad altri ifatti fuoi , concioДа che partendoß un feruitore»
non chefpogliato ,ma ben rimunerato , ancora non s'aßiene di
riferire douunque egli ud la uita del patrone, (zj/e bene con
una uerita`mefcola cento bugie ‚gli uengonopero date orecchie,
al chefi aggiunge ilfaßt'dio , che ha `l patrone nell’informarei
nouißruitori di quel , che lorfare /i conuenga #condo il[uo hu
_ _ more. C „a V . lo ßufo igentilhuomini France/i dique/litri:
fällig ue imenti, percheregnano in quelle parti certi feruitori co/iri­'
8 I baldi, che ad ogni trattogiuntano ipatroni, (у ue nefino molti»
che ßen ¿a ягдташ deßere/pogliati ,ßnefuggono cofitoßo co
терпи/фил (27 percio alcuni patroni chegid hanno proua
to il danno , (fj la beßaßfanno uenire Рит) iferuitori con la
diuißt dellapouertd , uoglio dire con una gamba nuda , (lj l'al
l' 1! ,1L z о. 37:
бая/Еда Í ZIN N. 0rриф agli altripatronimal quali/ica
tißpotrebbono aggiungere alcuni coßimpatienti , che ricercan
do daритм lime/iibile ‚ ‘vogliono il feruigio fatto, prima
che Да тара/10 . ZI/Ía peggiori di tuttifono quelli,chefacendo
forgere qualchefalßi imputatione,glifcacciano di (ар ritenendo
il lorofudorefljla douuta mercede . ели. Tir/laß truoua il mmm’
baßone per daralcane . лиц. Troppo lungo difcorß/areb
be il uoler raccontare фирма difetti , cheper lo piu ß truoua~
no in queipatroni ‚ che non feruirono mai. C .a V. шк; que/li
hannoferuito, C19feruono tuttauia , poiche/onoрт del loro ui
tq. .a NN. Io m'acchettoal uo/lro detto, Ф те nepage all’al гщзцде
tra cagione ‚ che nafee da[eruitori ‚per nonßperß'ruire . lnten
do che non ßppiano feruirenon ­che igef/ï‚ (y inettiallaferuitiì,
ma etiandio тиф, i qualifr benfono/o/ßcienti nell'фат le
commißioni del patrone, hanno pero qualche notabil uitio, per lo
qualee` data giu/la cagione al patrone di licentiarli. Ma ß
no со]? rari i feruitori finça uitio, come [то rari gli hidropi
cißen@fete , con tutto che i uiti'q­ loro communemente ecce
dano ogni numero , nondimenofono i loro principali ornamen- âgffìïfjíhf
ti le tre proprietà de' cani,ondeßno anch'eJ/ii chiamati cani Д cioe` же?“ "
lagola ,per la quale jidiceper commun prouerbio, che iferuitori „www
non ono altro , che uentre; alla qualefegue il latrare ‚ conciofia
che non bifogna ‚ che’l patrone penß di dire', afar сор: in ca/a ,
.
¿i
er.
_*„è
cheper bocca di lut` non[iracconti in publico, il cheßgnifico quel
feruitore del comico, dicendo ch'era pieno difejfure, donde u[СЕ-
ua tutto cio , che gli entraua per l'orecchie. сА que/le uiene
ingroppa il mordere ‚ il che ¿tanto loropeculiare ‚ che per quan
ti bene/‘icq ß facciano loro , non re/iano di chiamar ipatro
u*
ni ingrati , C9* /parlare contra la fama loro ‚ che non la
Y a
гf z 1 в L o _
ßiano mentire ие1р0егсьс17е di e. ' l ' ~ '1,
Риг-1021110 peggior parte e` la lingua.
mi ¿im Ma/onopeggio , clre cani,perclie oltrea i cir/lumi loro lianno an
М‘ш‘т“ со 14ßtperöiaßndefu detto,
CWognipalaggio ipien cli/emi alteri.
e/{queßo uitio/egue la lugia, della quale non e` cofa piu ßeruile ‚
реп/н s'acconciano a non dir mai il uero a patroni,ne` perauenru
ra a confeßori. Ma que/lofarelrlrepoemß` non uifuße in compa
guia lin/fedeltà tantogrande, clic non contenti di cio, che rubano
nellofpendere i no/lri danari,uigittano anco la roêbafuori per le
fue/heme" ui [то meno infedelineu'lvonore quando uien loro in
acconcio . 10 сопе/у1ш10,сЬе’1 loro minor uitio e degno del remo,
ф cÍJefecondo ilprouerlio . Tantinemici nallnamotquantifer
Prouerbio.
uitori . [Ил queßo mio dettogeneralemonfà cireßcome/i tro
uano de’patroni,cloeßnno commandaremon Игл-0141110 anco de'
feruitori,che/annoßruire. CJP'. [o lo credo ‚ ma lißgnerelilie
per leuar i di/ordini,cließallatteßero infieme il luon patrone,e’l
ßuon/eruitore ‚ регсЬе /efra loro non/i corrifpondono in lonta,
egli e`_ impocßêilealre l’indifereteqa dell'uno ß confaccia con la
pruden@ dellaltro. `¿NN Cosìpare a me ancora , ma lrifogna
quì ridurfia memoria quel ehefiigia difcorfofrà noi,clo’effendo
confu mata l'cta dell'oro, conuiene,clie’lpatrone e’lferuitoreßin
ducano nell'animo ‚ clie non[itruoua looggidi l'intera bontà ‚ (Ü
perfettione in alcun’liuomo,fe7cheß uogliono da un canto, et dal
l’altro comportar alcuni difetti 5 mentre clze non ui manchino le
¿imggfx migliorifsziu neceßarieparti . %е/14 confideratione deefare
' nonfola mente ilferuitore,col ricordarßaloe {до uffcio di ridur
rela uolontàßa/otto quella del patrone, ma la deefar maggior
mente ilpatrone,col[грим/м eßendo ißfruitori di uil conditio
т l к Z О. I7;
ne , (у: di natura loro inclinati al male ‚ non prefieranno mai'
quellafede ‚ quella diligenea, (7 quella фото”: ‚ cheßofareli,
'beuerß un Trencipe , che ragioneuolmente gliconuerrapiè
tedio „молоди occhi adalcuni difetti delferiu'tore ‚ chepenßrg
di romper/i inutilmente il capo nel corregge rli . cui’. [oaeg?
¿o , che pian piano[Eendete alle maniere della conuerfattone tra'l
patrone (Щиток ‚ ma uorreiprima , che midice/iequali fine
i difetti ‚ che ne ijeruitori s'hanno a comportare. .at NN. Dal
la uo/z'ra dimanda io mi пандаdun dfetto ‚ ch’io commi/il?
altr' hieri nel raccontar i di etti altrui , perche quel ch’io ui ddii
generalmente degli huomini frpportahili pa tifce que/la eccettio
пек/ос поп fi e/ìende alleper/one di cafaJequali [штатом al-y
l`imperio del padre difamiglia ‚ ilquale non ¿hone/lo ch`apra le
_fue/ire de щи] a quelli , a cui e' in poterfio di chiuderle,(’9« li con ‚ . .
uiene eUerpiil/euero сорт! ‚ che congli altri, imitando (atene этапе.
ilqual diceua ‚ che perdonaua a tuttife non aßДат), ßpuit "n"
lien dire ‚ chei от; deljeruitore/iano delpatrone ‚ perche :egli e`
uero quelprouerhio ‚ che tale el la cagnuola quale e la Ленты? rf „вы...
quell'altro , che`lpefcecomincia a pulir dal capo, non ui ha duh»J ,www
hio , chei щи] de'no/lri [этом ßrannoafcritti a noi, оperche
gli hahhiamo loro infegnati {оperche ci dilettiamo dhauerli со“
uitio/i . Saranno adunquei /Èruitori in/upportahili al patrone A_4 _ . _.Le.r_­ А

in quei difettimei qualifono appogli altrifopportahilime doureì _.

egli in modo alcuno tolerarli , Cty/ara tenuto afcacciarli daje ,o _.-

ueroa riformarli' . Cocu . loduhito che non uogliate rißringer


troppo le regole de'feruitori ‚ (17Гohligo de’patroni ‚ perche ie'l pa
dreper l’altre fie occupationifà inßituir i fgliuoli a mae/fri i ‚

(c7 a gouernatori ,non e` cofagiußa ‚ ch'egli diu enga mae/er de'


feruitori, la cui natura додано al maleihauerelhe troppo chefare
7` ' l 'В 6
nelridrigarli , (9 a que/lo modo non о]?! ‚ ma eglifarelle ilfer
uitore, @jper me it altro in capo , che`lpigliarmi l'imp accio d'an
dat a uedere quel che horaßfacciano i mieiртом, i qualifin
Í certo,che nonfaranno altro che maleì lANN. Jo molto hene ,
_chei ßruitoriilquali paiono di/creti innançi al patrone, рта
infolentifuori eljito co/petto, (9fanno a lui fcherno dopo le
jpalle', ma quel che hò uoluto dire, _êche'l patrone non hahhia
ů/qßfrire, c e iferuitori commettano,i`i con la lingua , o con Го—
pere alcuno errore , ondeß uenga ad offenderelhonor di Dio, e`l
l,ßtoßiquello del pro/iimo , (9faccia loro conofcere , ch’egli uuo
le la cafe/ita purgata (9 monda degni macchia , (9 che e` ne
mico de’fvitiq',con laqual inanierafe hen egli non uerrà a./lrap­­
lpare le radici delle loro iniquità, ara almeno , che ß guarde
Diemme ranno doßender gli occhi, (9l'orecchießie. ,Quanto poi ad
fgëëà 'alcuni naturali афиш di poco rileuo, come ого/рт incini
n“ щ . li, тафты/101141, trafcurati ,fmemorati ,frappatori , quere
lojißegnoß, ingordi, importuni,jonnacchioß, uantatori, o dal
tr_e co/ifattequalità,nonßlamente s’hanno a ßpportare; ma
«их ‚ ч cono/co alcuni hone/ii gentil’huomini,iquali mentre, che Да
nofedeli , ß compiacciono dhauerli ofciocchi , ocianciatori , ii
52:20:55 huúzoniper loropa .atempo. Cocu'. 0` fcioccheqa , opiaceuole(
‘сттт <a,ch'ellafu/fefu ungentil'huomo in rParigi , ilquale nell'ufcir
di cafa impo/e al/eruitoreahanda/je a ritrouare un heceaio chia
mato'Dauid, (худа lui compera/fe delle trippe; ma hauendoil
heccaio gia uendute le trippe , egli ando a trouare il patrone
in chie/a , che udiua la predica , (ty dicendo il predicatore
nel punto ‚ ch`egli entraua , che сора dice ‘Dauid .P egli fu
liito rißiofe , che ha uendute le trippe . _ .a N N . J’ono
hen’anco alcuni patroni' , che quantunque i feruitori li' mot-_
l' z к z 9'; ¿'74
reggina , [e la pagano più to/lo con piaciife ,che con coleran
come colui ,che chiamando il[доßruitoreKê paezi , pia~ MM
“ЛЬ à rDio ,gli плюй egli , ch'iofußi риф che fpe- ilfëiï'ů
rerei di commandar una uolta a chi può piu di me. с л V. m“
lo non potrei giri 'e/jer cofi filo/ofo col mio feruitore. ANN.
We' io ancora , ma puo фи ‚ che quel feruitorefuß’ per
altro coß utile al patrone , che gli гати”? bene il patir da
lui qualche puntura. Ma perche tutti i patroni non fo
no d’animo со]? rimer, che uogliano со];fatti `[eruitori , ne
tutti li feruitori trouano i patroni di до]? buona pa/la , che
li comportino , diamo forma tale alla conuer/atione loro,
che’l patrone , e’l ßruitore po/jano acconciamente uiuerein
ßeme . ' C и! V . `@efio'aßietto da uoi con de/iderio. vn;an
JNN. lo primieramente /iimo necejfario , che chiun- Kimm.'
que de/idera eßier ben feruito , con/ideri , ch’egli ha bi/ogno "’
dal ßruitore di tre со]? principali , che fono amore , fede ,
(9 qußcienza , le quali сор con/eguirà il patrone piufacil-.
mente di quel , ch`egli perauentura :imagina , mentre
chef di/ponga dellergli amoreuole patrone fecondo il com-_
mandamento di quel [то ‚ che di e , Ими quello che
tu pafci , ilche egli fara co/iretto di are , fe per la mente ri
uolgerà , che i[гниют ß: ben feruonoßno huomini , тапо—
ßri cohabitatori , ста noflri humiliamtci , an Q' no/iri conрт]; ‘
@di qui dauer/ira` , che e года hone/ia il uiuer con ißt huma
namente , @famigliarmente ,ilchefacendo inuitera , @sfor
{erà il feruitore ad amarlo , @factorgera che colui, ilqualefiì
autore ,di quel dett0,chetanti nimici habbiamo quanti /eruitori,
uolle perauentura accußripatroni , @non i feruitori, perche
noi non habbiamoi [eruitori nimici ‚ ma lifacciamo. cet tf.
„i 1 1 l В к 0

¿duuertite ‚ che quelli , che mettono ue'ßa rgola in диорам;


no tutto il contrario , ф cono/ione ‚ che non e' co a , laquale fac
`cia ilferuitore piu infolente,(9~gonfio,che que/lo li/ciargli ilpelo.
` Sapete ben quelprouerbio ,
всосано. ’Tunge il uillan chi l'unge,unge chi’lpu'nge.
Etper me non mi piacque mai ilfare ilfratello co'/Èruitori Je
no ben contento amar chi mi ferue , ma non difargli икс.
„t NN, :Átutte l'attioni no/ìreßno con/litute le mifiire ‚ le
quali non tiranno ne`~ afcemareme a trappaßare. lo uoglio be
ne,\che’l patrone tenga il/uogrado , perchefacendo il compagno,
e’lfratello ,come noi dite,colßruitore, darebbe/egno d'animo ui
le , Cty indegno di commandare ‚ @deßere [сто co' ferui , (9»
nefarebbe biafimato', oltre, che t`accorgerebbe , che la troppafa
migliaritiìgeneraßreqamentoßndegli huominigiudicioß con
" ucr/ano co’feruitori` con tal diferetione , che non li lafciano diue
nire ne` troppo/uperbi,ne` troppo pußllanimi ; ma tanto e` che’lpa
trone oprail tutto nä dee/iarfcmpre in contegno colß'ruitore, er
che mo/irandogli continouamente il -uolto au/lero , ne' deponen’
do mai la fignoril grauita` non folamente non da alcun egno
damore alferuitore , ma il [фи in dubbio te’lßio ßruireglifia
agrado , @gli fa cader l'ali dellaßettione . Se adunque il pa
trone ha dafioprire la beniuolen(a al fèruitore , bißgna , chegli
.conofca i tempi e i luoghia cio opportuni , с?) [в ,e` lecito-co/i di
re,conuiene ch'egli habbia due uolti in unfolo ‚ ЮРИЙ imita ­
_regli accidenti del .Yole, ilqualefiorrendo per lo cielo ‚ hor prefen ­
Ia ilfio фена adombrato da ßprauegnenti nuuoli , hor quelli
trappe/fandom lo mo/ira lieto ‚ Cb ßereno; Ш[icome e` il doue
re ‚ che`lpatrone in paleß’ i @in prefença degliamici u/iil uolta
dellagrauita ner/o iferuitori,co/i`e coja a lui appartenente quan
oe
ci f. Een no; _ i7;
die,ritiratoin caja¿limofirarloiò nini­ [olamenteсоп_1'4[рш0‚
manuale parole отнимет.“ лье tantae 12110`gratarälclif
‘tanto'gli accendealßeruire; .@Meglvïe"`und'ilnquei- nobilnoltd 171151
гЬ14]ёгшгоalcun Trencipe ‚[1110414 ricordare quanto ßrallegri
ma i`Gorteggiani [тете dr'uria paiolagvarioßtìrdaltrafauo жёг:
Íruccio, che glifacciail ignore,@perquiállopartiwlarrńcbte lvì sini- es'
i. 1
n 'udito piiìatolte`uoflrofratello innakareon lefue lodi inßno aleie _. ` , д
lllil'
.lo 14 50414" ‚ e'lgi'udiciádiïMadama la Quebejßßiapatronaiitf Нити?
fermando ‚ clic-nonfiimai ‘Preußipèsellejapeße-‘mgliofawfcî “£2ïï:¿f
uire con rißretto ‚ Шcon amórediquelßicliefecequella Винот- ЁЁЬЁГЁЁ
ri CJ. [o nefono inparte см 5,4 :ö elle non'ii/iantela/euere;` Sicili” E“
„ш
‘lill
madia cb’ella rappreßntaua in pulrlicoierapriuatamente, etfuo
ri däfitoi alti aßari oltre m‘orlo'lrenignitfctmigliare,(y­ piaceßû
It“,le 1
uoleconßtoigeritilliuauanti,@I атташе:quandopoi1 4114 И;
niuanella ßdadellaA pullica udienea L kaufe/le detto , clic-fico.
'meinten teatro ‚ Доиетя’4Лшс4 qualche comedia; {мешало
едщт punto mille uoci» (Лилии/1417110 filentio'. 414414:- del;
~laitela ,cließuopre -la/cenae сор ‚ 411941141 del ciglio di quella
:Signorapee/ìamenterißijgeua una tacita_riuerençiul ‘uname
‘er _tremore ne i. cuori yde’ /iuiigentilliuomini tutti intenti ad __
фамилий ad i размытыми .ä лице ч 9: 15;
»»Eccoui dunque`come
@inqui/lar ponnoconid'gnita
il loro f amore', тишиiferuitatí,
colqualeacqui/loßne >­unÍaltîfii
»in teme „рифт uiene тождеств: ‚ 14;feticieliicui lid
»vanto lnßgrtoil atronepertutilefŕjloönorjieo.\ Maperclie ,jico
cmelmltltiamo стрелаalliantorer (7! allafcdeuiuuole la
ifeengà Божий-сайт nlpatrońìefd’infegnarlawal feraitwe. сосу.
«170141 oleic ритмам ‚фетиш ¿fiam'aeßro delfornitore .
мужи-шаwglioidiefia maeßroîdifeßego con lfappre'dere a
ifi ' . ,ITK А, О ll
eonimandare,perclieal{aperleneommanilateaenapreßôil¿en
femire , „а bifogna„»c e.’lpatroirefiperfuada, ­che i' I»
фото a sgrauare d'ognìpefà i magli conuienepigliadilapn'
itepiiadelcdricoiwfapexe ,_oloe'l reggere feruitori non осад:fa
.f l t _ ci' e, @chequantopiů iiehaurà ‚ iantomaggioreimpaeeiöfenti
i" i» ra nel dominarliperche douefonomoltißruifono molte Нита
„чижа; te-diftordie ‚ @molte guerredame/liche . `Cef V . In che ycon
Éiäâni- fi/ìeil h_encommandare? . JNN.. мимо ‚Гит ,delle qua
:u " ' A_1i`e" ,intorno alleparoledfaliraai'fatti .‚ .%4аиго alleparole hi
' " ` lfig-na ch’egli.i.’imagini,cheironici ¿alounferiiitorecofilen prat
`_tico nelferuiraltripatroni‚д chenongli injogni pigliarniioue leg»
gi dal nuouopatrone, `(mjapeife „da _lui quelchehahhia afare per
‘ilaggraclirgli ,faccioche/appia,interamenteßguirgli ordinii la uo
lonta „Úi'coflumi ` _ oi . Et perotnonâßgna, ch'egli/î per/Ig
.d4 ‚ Che'lferuitore a piadaprincipio ferieirloacetino ‚садит
__eeieiie ordinatamente ‚ (уч штатами (дотрагивать
l gгидру‘йшо lafua intmtione,_wußr lißereparoleгодnelfar
liperderequeicoflumiichealuiperauentura nonpiacciono ‚ ‚со
те Vnel rifonnarlo ,fecondoil/uogußo 3 (yотметит“:
um” “ил/ешь“ miriuolgere'ipiùuolentieri'догола
if’ rmi-‘9' non hahhiapiuferuitońeadainprattioo,®con umatò ingmolte
' ргидщргтдптйлтщётщиатешит copate molte Íca
4feilianriop‘refoqiialclhe mal'hießitmfiyßnopitirnalitiifil, radij
fcilidariformare',ma rpgeoflîuoprepiů/emplit;.piti ¿dol
' ',ce,(9«piu`,atto àfarognifèrtefli'feiuigio,e’lштоф полдю
' ftapained-"anime `1,.ifeyjïchiarmipiii.contento -dfhìaucrlo{то/изо
лето . . с л V" . lo leommendollopinioite vuojira ,perche йод
‚ _troppo ,malageiiole- l'alterar голым, {Дёдсо/Зитйдипатйо
тишь. uitore , a cuiß cangia „ilpelo,1an{_i cheflueßœancoracheconum

‚ч
l
‘t f: 154! K 1.0 . x76
„драконьих цв „кош-отрытым„мкм
то 44:20! та feriçitore, „д ¿N N .- 1 _Egli-¿il истома“; ре?
‚ткет . тешит fatica ,ki/Í'gndauuertireaplglinflo di buono {идет
gno“, (ус riafcißile".V Coi V . 'Del штаммом-„Жилищно
fornitore. „гит in иприта il Conte Hem# Miroglignœ Come Het.,
tore Mir.,
ßmilqualmjßmdogli unaîmalcioadi визитами @llo впо
дарам: in corte uecc'bia di Мастоидит de' До;
Monceß'ino perассопciarß аferuirlohelzßeaeaŕo [а цепям
ретфет quel punto gli conumiua Лисой! «Eauoltn'di Milano
Y mi'altro. до шпатапшрраоштрпо Лгацатсасфиг
leßa'n¿e , gli commondo , cheарратсссЬтаДё I4 слайд-{Меди
[сое ь @_ ш o/lante cloíl Conte Штраф [010 qßfllß' Идти
allaßa caniemœgliwpofe in сапойфоновой l geoopcio. `
¿inno dirimpetto allaltro,di che il Соте nonfecemotto, тара-ё
rendoinellmuer comprefoilpenjiew del/emitan», ßen: фиг-е
шилот1:рпе.де1дсшо.МеШс adunque la :molo ‚ @fono/iden
lïoeqmalleïmabiàndöojìdere‚ ilcheподсоя? ила/щ, соте il
. êtle [имевшим le manißndì тает all'incomro,ne`
регат/10 il @ante р che ¿di natura piareuole, corń'efapetemol
je dir altro; та hauendo co/íui mangiati alcuni bocconi“, Ф ра
tendglißhël ConteросеЛЕ hauerfete ,gli diße . ‘Patrone quan
Äouorfetelerenon halbmteгурта а cômanolarmi, di che/5pm
«ienne ramori/o al Conte,che'lgo'cciolonmccortofídelßeofallogli
' то lere me ‚т? tomäa tauoldflycome primafù ritornato Val ‘
tro ola Астат, il Сome rimundöque/lo а :aß фиатаdolo , che i
tornaße а /Éruir а giùmenti . „с N N . 25e/lo ого/770 terreno Stmïîorl di'
produce uefameme degli huominiglffî, @inerti alla дист). Monferrato
о та fe.
слуг. Lagorgeng lorofenon m`inganno Ё cagionati: dallapo­~ eli а flu'
(OÜ.
щ! faießdenea ,ghe quifanuo le Corri de' Trencipi ‚ doueßgliono
't ­ ‚1 '
afi Y 5.1 ift l о
гудят]:iferuiieri à „мыnatura no rae tale', die' iii/Eté:
mit il'omeßicaiсуй not'i nbßriferuitori, iu di quel che'Ifujialtro-1
nemici diamo moltopenfiere difarcifewire con mae/ianonpo­-.
. тещи самшита ,ondeauiene che i feruitori nellafauel
jjj j [фоте ico/lumi ,Ii manieng'ono raggi' , (t7 inerti .IN N.
' i ,Quantotanqßrifmiitorß poftiamoicenßlareiwhedoue manca
' rió inique/ia ciuilita @politeämßpplißonopoi con una certafe`
de,@Italia,clienonjitruoua coßfacilmente `in tuttigli'altri.
emu'. орд; (ljeâchil ‘Duca mioßtiene benferuito1diqueipo«_
сырым;delMonßrratoßefono preßo'di lui,p`erch`e сода/Ее,
ché/Ínëafarlpiintoloßhi o loßruono con „дегтем con
genämwuipengoiroia фат, (ejperfnirla ‚ртом? util¿che
э »./c N N. `',Conoqüfìa»rondanquepitrtornar 'apropo/L»
rò,'che'l1patr`onel,ailquale uuoléefß"reïbenfmuito,nondeeftir care
_ß'ia diparole, года)“ córninandarchiarangente creche пища-со
menelßinß „идиоматикасшита;фитиль
Мытищи quel тёти à' ~ ‘Heirafthehabbiamodmo
qualideonoфигштат»íiipatrtiiefintornâ‚шрам
le , ci tefla'd ragiondrädi quellàche confßone infaiti: G
ilpatronè infatti alртамßmpreehegliion'le ernpiciiß'ïl
con opere ue lannitdad imitarlo ‚ (9' pero 'degli de tdera che'l
jeruitorie ia ardente ne'ßioi/iruigil i 'bißtgnaï th`egli operando [i
t _ mo/lr'i tale,aißcurandoji,chenenecofaahe rißegli i
‚ЬЁЩЁЁЁ ri,che la diligen(a delpatroneß come per Ротатор:coßi i‚проф
ÉÍÃÈSÉ lnîf bile,cheßano diligenti ißruitori delpatron negligente Ь 4& però/i
lieiiiiïm dice per comun prouerbio,che l`occhi`o delpatrone ingra a >il caf
, uallo ; fi come dimandato un flo/tifo , qual letame[ИЖЕ pit;
Í utile a campi,rißro/i ipaßi delpatrone; onde egli haf, dafperare»
chepatera loropicciolafaticmmentreutgganolui in`ßmile,it al:
tri (Лёг
_ Y 1! к z о: ín
tri фит] occupato , Идиш) anco aЛатан .‚che ßcome nel@
le cofe lodeuoli, сор nelle uergognoß: babbiamo aßguire le `/uepe
date ‚ (у еЛЁгpartecipi de`juoiиди] . Commanda anco ilpatro
ne alferuitore ‚ quando sa ufare l`autoritàfua in modo, che uien
/cruito piel ad un cenno di quel,chefianogli altri patroni con le
parole ingiurioß: ò minaccieuoli,con le qualifanno tremar tutta
.la caßmonßpendo, comedmlc un poeta, ` .`
.Chegranfor@ ¿nafcojla in dolce impero.
Et peroguardin/i di contrauenirea quella fentença . Non uo;
ler aguiß di leone mettere in[campiglio ituoidome/liti , (ty op­»
primerei tuoi[ждет . .Quandopoi il patrone cono/cera` d’ha­ .tenian
uer con queßimeq conßeguito l'amore , lafede, (ty la fofßcienga 623222. ч
del ­feruitore , pra/uo ufficio d`attendere a conjeruarfelo; alche
fare non ui e` сор piu efficace ‚ che Fußzrglicortejiamo/i nell’aiu­ ~­ ­ з
tarlo ne i traiiagli , Cty non sdegnar di uißtarlo nelle трут: дм :
те nel donargli a luogo, Cty' tempo di quelle со]? almeno ‚ lequali
fono di poc-o coßo al patrone, (27 di gran beneficio al fêtuito
:nl
re , il quale non[iрте obligato al patroneper la[pe/a, (уч per lo
jalario , poichefino di patto ‚ (27per ifcontro dellefuefatiche”, ma
ben ß.’glifente obligato di quantogli porge perfëgnodi gratitudi
mp( ne , @j di corteßa; @s'inganna grandemente quel patrone,il .mi am
т qual crede che’l/iioferuitoreò nobile o ignobilegliРта per laß- “° ‘°" ГР"
ranza d‘oe
tener qual
la mercedefença altra afpettatione ‚ {l}per cioреп/5di rimune- demini
rare il buon fëruitore' , Cty' tenerlo prego diß’ come сора rara, ri- Íreîiëhp'iïl
cordandoß,che"l/eruitoree` partead un certomodo del patrone, me L
an’ @che non ui ¿alcuna poßeßione migliore in quefia uita, chel
'iii buon Летите; onde e` /critto , /e hai un fedel ßruitore _, fia
a te qua/i l'anima tua; ne` ha' a [degnar il patrone аира!
pill
tar le fue ragioni , di configliarß talhora con lui' , (ус
„il Z
f.
ш
\_.
t~i i: ко _
' gouernarfi'conforme alfuefedelparere, pofiia clie nonfono man
cati deyeruitoriahe hänopiiìgiouato alla и}: de`patroni`,di quel
¿halihianofatto ifratelli‚ oßgliuoli loro. Etperfinirla,egli ha
44 солист/41 con luifamigliarmente ‚ ф ricordaijidi trattare i
ßoi in eriori, come egli uorrehhe e/jer trattato da/uoi maggiori;
alche hauendo riguardofuggirà l'ahomineuol uitio dell`ingrati­
tudine ‚ (17fecondo ch'egli uerra crefcendo in[отжимает/1114—
loßato delferui'tore, <9 non mancherà olirealla promeßa mer
cede,di ricono/cere con lilreral manmßcondo lefue forQeJa lunga
@fedelferuitiì da lui „сшитымquel ch’io ueggo, uoi ha
uete con que/li modi inßrutto in un punto ilpatrone elferuitorcf
M_ .d _ tuttauia mipiacerehheahe al/eruitore imponeße qualcheparti
Ещё; colar c_arico. J NNUÁß-uitoreimpongo il carico d'apprendere
non.. артиклю di quel antico prouerhio, ` _
muuu.. ­ [lfare il letto alcane Ёgranfa tica . . _
Et ¿cheßcome nonfisa` daqual1410 il caneßuoglia caricare me'
tre ch'egli ß uagirando per coricarß ‚ coßnonßsa qualßruigioji
0 4 aracconciamente alpatrone nella uarieta delfao giißoiEt'
per ciòeßendo сорdilicata lanatura delpatrone, egli/iha da pro
porre infinitefatiche nelferuirlo, con le quali a pena glipot 14
more com disfare._Ma auuertifca di non incorrere nel commune errore de
ждёте! feruitoria quali aguiß delle[Юре nuoue, chemondano hene la ca
ß: ,/eruono con diligentia da тяп/110421114]?rallentano ; „Que
fio non e`il modo d`acqui/largratia, e'lpremio non Е 41 colui , che
eommincianna 41с171рефие14‚с’9‘]1114 da preßipporreilferuita
rc,chc'lpatronefla aßettandaaheglipru 10/10s'accenda, che inte
pidirjî nel/eruire . Si' стыда oltre a ciò di' ridurre tutti' i' fuor'
penßeri , (17 co/lumißtto quelli del patrone , (lidi legar l'ajina
гмтыо; doue egli uuolc Рта alcuna contradittione,perche non ¿cola
t т в ¿z о . 17:
chepiu афиши allhuomo ‚ ­che'l ueder/ifar contra/Yo da chigli
dee „шт . Weßperßiada.d'occuparlagratia delpatrone con
adulatione, ne con fitte maniere, ma lojerua, (уч uhidifca con
ßmplicitiì di .cuore ; perche dalla infedeltà delle parolejiprende
argomento .dalla infedeltà dell`opere ,di cheilpatrone/leì in con
.tinouo foßtetto, (17 ricordi‚ che alferuitorefa piu hifignoil
,/apere ‚ vche’l ,parlare . .Ми piuV .to/lojïfcordi ogii’altra сори/9:
.que/ia ‚ ciò ¿dißrůirfedelmente non pertema dellapojfança del
дpatrone ,ma perdehitojuœimitando,quemruitoredihuona men
,te , il qualedicendogliunonïo tipiglioal miojeruigio ,farai huo- -
mo da hene âiì rifpofe ‚ ancorcheuoinonmipigliate . ‚Еtperche. Ниц:
riß ferue per .nulla , .chi .non efgrato ,ine`-.ui e` .maggior .doglia , chil '"°
Аl
n# 'feruire ‚(уч .non aggradire ‚ .quandodopò certapruoua conofce
'.di non~,poter confirmar/icolgu/lo delpatronncerchipiu``tir/lodi'
Aufcir di cafa [ил con liuona'gratia ‚ chediflarui con malafo
.difattione -. ¿t .quando cono/ce .d'hauerla acqui/lata ‚ fi
.chiami .contento ‚ (U dica >nel /uo .cuore ‚ ”Вино >chi' _ferue a ч
.heati ‚ @fugga le nuoue jeruitu; ricordandofi di quel uolgar ‚
ото ‚ che le pietre ‚ le quali uanno rotolando, non тьма тmucchio. 1
ruggine . .In fnenon manchid'amore, .di генетика ‚ dife
.de' ‚ di uiglianga ‚ di родная, ш pronte{{a, di jinete(
¿a ‚ (I7 nonflimi la propria uita inßruigio delpatrone ‚ @ife
guendo ­il ,commun detto, o ferua :come/imo ‚ ofugga lcome fronti-bici
I“lill `ceruo.. C „c V. Hor mi Диете ,che non e` Hato perauentura
Lordinatocome doueua il .no/iro difcor/o , poi che 'hahliiamo ra
gionatodella conuerfitione deI patroni priuati conßruitoriin
jimi ‚ doue s’haucua prima a .trattar della conuerßitione tra'l _
‘Trencipe e'l .corteggiano .. .a NN . Già noi dicemmo ЁЁЁЁЁ'ТЫЁЁ
hieri , che i Trencipi non hanno hifogno de’ no/iri raccordi ‚ шт“
Z 2
s т 1‘ I в к о
(9 peronon accade infegnar loro il modo di conuerßr con la lor
farniglta,percl2eß reggono nelle loro corti con щепками росою`
con[Летит ­, ne`ji[сталорет1'ат1а uoct титр, (zj inciuili con
tra i/eruitori ‘, ne/iueggonoquei cli/ordini , clie communemente
regnano nelle caje de’ priuati ­, ne` in [отита fatt/cono alcun di
fetto. cnf/f. ‘Toi cloe non ио1е:е(еЬе che ne jia cagione) дат/от
та del conuer/are al rPrencipe, non ui dißiiaccta almeno di dar
la aßwi ßruitori , accio che fia compiuto il noßro мир. „ем;
ёж: ¿§51tí Oltre Меди/2195 tardi, (19 chefon chiamato alla cura degli in
янет— fermi,uoi_ßfete ‚ cloe-ci ¿ßatoleuato que/io [трата dalla poli
п ta реппа di chiformoperßfttamenteil самшита . MV. Vt
ramente quel Caualiere con lafelicità di que/fopen: {acqui/là
immortalfama, пе‘ И lafciato che defiderare intorno allufßcio
del Corteggiano . Ma con tutto` cio io uorrei , che non uiparti/le
punto dallofiile deldtligente medico, ilquale non o/Íante le ricet
te degli altri medicina on la/cia di darne anch'egliuna cli/ita ma
coraggi.. no all'infermo. „c NN. Son contenta@ non che шита due ne
no come (î
«ätlieafuâeîa lafcio. Et роте/ос fareole un far tortoanolilitlproporre loro
{шт-д d queifemplici uolgariJamorJafede , la diligen¿a ‚ @l'ojjëruan
{а douuta а rPrencipi, io doper rimedioal Corteggianonhe ф”
do il rTrenci'pe, come dicemmo hieri ,un Dio terreno, non cef
[Е difargli [empre , соте а cofa Рита i douuti lronori ‚ (уф
„man da ricordi д clte ricußmdo gli Мистер di dare idtuini bonori ad
:25.5" A“ Mle/jandro , fu udita que/la uoce ‚ bene/7e роео elm/liana ‚ cÓ
uertite , che mentre guardate il cielo ‚ non perdiate la _ter
ra . @fe/loe il primo rimedio. Ílfecondo e' compo/indici#
medicamenti' , clito ÍJò cauati dal Ricettario dun ualente Н—
loßfo , dell`uno de` quali ‚ д d`amendue uolendoß [той il
Corteggiano ‚ fi con/eruercì lunganiente la душ ¿tl
` акт}: nza.; ‘ - 179
титра ._ 1«medicamenti _fine дриад leuímdt
condite col (шить ; ,é'ïa'u'ů з ,Dichiatidtemi im роса шт
glioqutßirimedijftaNJo. urli; dichiaraeònqttt/li
u, 5-1“ ÍlcOïtegglûtWtant'ul Штатами.“ наг. 5 31303. а
°\ -" Oîßßfflïllmdttîe'Q/auhtltyidtciûe‘ 'niñ L'. zelf",
¿,4-у. 0' comefono brieui limiti“ deïpi'aeeri в 10ml?
gia' ‚ fuffa rtardiï» ;.0г-1апгршег5 tempra@allltlilitaìg
и nina de „che m’haaieie Ёггадиплтап'ффмк810113824“
.-eante'ntiate детищем]: amiife'rnmmi .lo Джема!
fuggellv diquelcannìtonhegiaïmfliiume рифма «'
ат queßo ¿urtare in boum-nte neritorni »tramuta .;_.
"mio, il 4иа1ё‚ст]цсшд‚тг:т1 richiama per .c В; »ì
te. Алым. машем;детьопдщшмищ
¿utcaro , ”зацвететГадёпащсдвгртшщдмnlaqtüdig _M s" „_ ч
lev ui :confdß ъ фетиш [фаната la #inermi ‚44 73311; ‚ l
.t
. m’hauete­data'deluoflrobrteueritntm. ,CJ Ил» “Миф-е
¿bito punte. ,che »nanhabbiatequalche piaceredella agria prefetti».
I(a, por' 'cherni конфет сдамся: delle uo/irefingolariuirtů»
7 21/14 potete ben trederieecltetantotnägiorei ilpiacere ,eh'iofin-'f
to kdella _prefenza iro/lea., умам, maggior bißgno bd-litaferfi
то del medico 3 che-"l medico dell дунет . „Ед: non шт
gliogi'a dire , ch'io habbia piti bißrgno i uoiperriftnarrni mia 1

ji bene per aonferuarmi -la [anita -‚ Ala quale conti/codhauev


reper opera` uoßra interamente _confeguita ._ l„e NN.' ,Ho co
nojciuto meltolene .ragivnamenti'di que/iiiregiorni,che
uoi fête piti medicopcheirfermo . C л V. Voi [душит
in que/la mia трюм ‚ io ufaua 14ßlitudineper rimedio ‚ (sv
che pei' menon rimaneua , ch’io non mori/ii {типа 41 tempo,
onde mfhauetefatto riconofcere que/lo errore e col quale iojabri
.faili-„.t..¿.\..c..x_¿,-tt;Z 3 `

/
Q' !_ 2.421: l 'mi o ‚
«из: а moßqßoдоз/Броши д @facendomirhìuro ‚см la con;
нефти: „штата diгодfattoindifŕwßriońí, Mín/Ef
¿na/ie aßegliçrclobaone daßcf'eßmù отметиной! ‚ (учи? rif
duceße a memoriálmóподойдите!“ conuengonoднищ et
1ератсо1т , che canuengopouciafounafom per/on: nel con
шефамиисторий! и u', che тир; 'dalla qualmedicina.
мыт loom, la wßrqïmerc'ë, rißmm l'am'mo ,Pogo dir;
видеоматериал lgßlyte del дотаций conoch d: пб
ßä'uń'vomfiutámmußdssfmonia войдите- ¿on ‘que/li di
fcorfî , ma so bene ‚ chenon'u"ïngànniare nelсоя/фас ‚ :be all'inv
сбивай [итога dellÍanìmogìoui йоги)! tonuerßtione ‚ perciocbe non т
e' шгшо -
lì come E;
uuic.
о coß al mondo, chè ci Зап—[обл difapère,§fjdŕ buonlco/lumŕ,
ф ещё fizŕoni al ¿boem томимый compagnißde
Salute del
glilmomlni buona: Шторы! дышащими», dalla/â
l'lnimo gio
щ al corpo. luk déll'änimo rtl/alti ßenofîxßo quella delcorpo, percheil no/lro
Galena «formados i иди] ценитogeneranoßu o infërmità
dël согроьф' cla'egli loà пряма»polli infcrrm'ат 'aueŕ ridotti i
mouimcnn" gli'dpimi'loroslldдойдя тфт.Ма рётсЬе ionel
blind-degli тлеть non 'loo mm quellalpmnic'a; che mi
tonuerŕoblůßrîcońoßo :lloguer anrh`:'o¥v{ßogno di medícinamer
rö'domdniu'racoömrui‚уши: dißwr/ìdi доплат caualiéri,
'che rm' ишемией: i quali caummo amëdue,co}nefpero,un’oni
то licoìleper {тещ/дат et conformation: degli animi noßri.A
гл. [дин/Репей об deßdorio mcredißilqma uiрта: abbracciä
doui/ìrctmmíre,cbo потащит! trouaruì qui domani un po
co più per te'pmhe порог/1: hoggi. JN. [n que/lo ablracciamë
to loo fornito no' so сотен/шт! il cuormt bißgnerà lven e,cl1e mi
lafciate il uo/ìro т сйЫа/Ёпю/г'ю ui диода. 0.1.10 non ux' mai
foono/Èëte-,andate ритм/ос d'onde Èи/ciro l’uno,e"emrato Palm).
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n. F12@ он]. наго LIBRO.
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¿mi n» Koï-'1,er „e кг o.
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/limo Signore/Innilmlmhepojjâ dire
piena conteggi delle eofe colui.;
doeperfciençaleimmde ‚ @y per pruoua
fg; Мёд /eneaßieumwndemi/äràlecitoildrr,
è t francamentewlfioßno bormaicerto de
‘giŕ I à' {Хит/11,ОттиЁЬф/тпЬС/эепа _h д,
ff 'ft î* _ солода queßa ciuilcöuer/Íztione, poll-ia .$4

che попßlamente шиш diffe/lo il mio intelletto a farßfapace


delle ragioni da uoi fopra cio ятями, ma dalla “фирма/а
compagnia iofento in me mede/imo con umatigli human' della
folitudine in sìfatta maniera, obliopo o qua/ìdire Шлит- соп
ßguito quel, cbedeßdemua il profeta, cioe un cuor mondo .
@y un diritto [рта nelle mie iii/¿ere ‚ di che non potrei di
re. qieanto` io mi chiami lieto, C17 contento . M4 con tutto ci@
­ в l Z 4 \
<~= L t в к o
temo agui/a conualefcente di qualche ricadutaiet mipar di ue
litre ‚ г} ”они! cofitoßo ier/aro con la peiy'ona тат da iioi,co­~A
3»: io diuerròpiti Манто di uelloi ch'ioßa от per Гайки-о;
perche conleccellenàa demo/(iii ßauiragionamenti uoihauete
renduto il miogujlo cofidiliiatdì cheítutialaltre conuerfationi
wißrannoperaueutuoa ßomaco,gnde рёва/гита: ridur~
mi alla miaprimaforma diiiiue'rer.ŕ Le . Удобной/21
pete honoratijîim'o (Глупо? éaîe'alień), lh'e nail periner de' miei'
difeorfi, maper uirtil delleubßïe lfolvtilielimande ,. @gagliarde
conteß haueteßoperte le ragioni, (27 ifondamenti della ciuil con
uerßtione, cofiio so, che con le' пса/1111 gentili, (29 amahili ma
niere m'hauete coßreftto conwfandQccy uina `ldimoßraruifuœ
ri per gli occhi , Cty per lafronte tutto l'aßëtto del cuor mio :
La ondefe per[делилаperifperienQa lnuete conjeguito ilfrut
to deda conuer/atione , la cagione ¿nata da uoi, (tj/tutto l'honore
¿uci e ne dee. Manon uogliogià credere, che la lontananza
rio/ira hahhia 111111111 vrecu-dere"nel male della folitudine , соте
mpflrdlèdi duhitutńèferehûv sirqutîntoßa a Caualieri uoßripa
ŕí‘rnìi‘corriurtdatdfrdl7iïltŕe’u#bi`c laperfeue'rançame duhito pun
t'o, chenoìifiateperfeguirl'eßëmpiodiquelle'donne,che uogliono
“за: alle féconde паке, подтипа di paßare o dal male al
l" ¿ene i. tidal heneulmqliogondefe hauete ßntica qualche noia
¿Killa ‘mia conuerficiiirie,­defideŕeieteежи-тогами conucr
fatiotteultrui'5hifubtepreßq'uetl'che‚шашист ‚ со—
me pur m'acccnnute'iß nel cuor шут» un'ardente
¿teglia штифт, fŕ/pratticar quelleperfôiieJe _uali' ui pojfo­
no di'ng lungarecar maggior con[olim'on'e „chiio hahhia
fatto, @Viper-dirla in unpl'itoMuamunque поп potrete,
(y quantunque porte'ft'e non uorretefuggir la conuerfitione .
(i 7.211 ZO. 181
'dia r .' [o non uoglio/pendue piů.parolein сотой, рек
the hogtàfat-'tofproponimento di вопиет/111190351con 'eßo uoiрт
c5 lorecch'te, che. con. la lingua, che 'me nefiato conИенtio afpet :
tando, che m’atteniatela Promega intorno a потоп! dell'anna - - -
a ato.l .ft NN. "Poi che ioprincipalmenteper que/lo effetto
fino uenuto hoggi auoi ‚ еееот1ртопгоа ßdisfarui, dicendoui, ‘
‚ che nella Grenatß come ио1/ареге ‚ от1топоgià ipitìfaggi hun,
mini del mondo ‚ dalle cui memorabili cartefitraggono infatti
ricorda@ eßempi рет infirutttonedel uiuer no/ìro . `lo adun е.
che talhora
ti loro mifono dilettato
, horitenutonella di dare
mentefe nonqualche
le paroleoccchiata
, almenoailgli ст
concet-v
to dluno di quei ualent’ huomini , il quale решето 11 mondo an Perche un
darearouefcio, cio 611141410“миф,СЫ-дерг1тете1я1тшо t, certo ß „ufilo „_Го
ajfer'maua ,che/lt Iddiogli haueße detto ‚- dopo morte tu горе/21 uaiù d'e er
rollo be
ia che hn’
tarai ‚ @farai ì шт : душит 5mn', Место, а cauallo, à al n...
tra coja ,che più ti aggradi., hauielzhe confentito d'eßer to-l
flo ogrfaltracoß , е1оес1`еЛЕг ‘huomjapendo egli, chefra tutti
Igli „томата/атомом щ#щаг1,01по1едп1difl
fauori-,percheun huoncauallaâgouernatoсори: Штока, ch'un'
altro ~, un huon tarte e`I [111 piegiato ch'utt cattiuo-,un helgalloêра
fci'uto con ‘particolar ci o ‚ ¿l диетой e` ßeperiore al и11е3та al
flouomo non giouapunto leffer huono, nobile, @generoß , рет
`che 11primo'honoreftdà all'adulatore ,_ ilfecondo al calunniato
пипетка al tradittore, @fucceßiuamente trouano luogo i tri
fli,(ŕ/ mal utuenti , onde con chiude , cheßrehheДаю meglio рет
lui diuenir aßno , ch'eßendo huomo neder i fcelerati uiuere con
piu ci'rmodo,et con piu riputatione di lui. Hora ui dimando quel
lche ui paiadi que/lafenten ¿a З С „с V. Итератг, ch'ella со}?
'е]ртеЛатете narri lefktto ‚ соте tacitamente infertße la ca
1";1 ‘lvl 1-х ö
домкома/14 co/a clie`l raccontar года"; aêuß nö ëaltro, ilo'
giaßigii» ¿i un uoler Lia/imare 4411 ‘Ргепс1р1‚1 quali bauendo alterato ilgu
где: _ _
£183?me ßo,s’acconciano 44 aggrandire i rei,et allaßare i6140111. Hora io
L?" 1“ 41т41140 4 11014 qualfine 174611410 41т1ц414 que/la ßntenea.
.l IM. Non 44altrofine ‚ che 44 110110141: l`lllußrifs`imo Signor
ЁЁЁЁТ" [гс/114114110 Gon{agaJe cui' uirtů, piiìjingolari che rare,ß’[атм
соттип14ги111д114111'1Тапир, non ßaurelißono boggidì luo
80114 1101 igià raccontati Мир; percioclie egli per tutto il tempo»
cheßfermò in que/la Città non atie/e 44 41110 piů , che 4 то
Лиф11011 meno amatore de' lmoni ‚ сЬе/[Эгедисоте de' 11141144
gi . Et pero 4 quell/)ore , cbegli auan {auano 44/1101 4111 411411.
@y da i Priuati {1441 ‚ uifìtaua alcuna 140114 quelle caf: ‚ 40141ji
faceuano lione/le , (yi uirtuo/e raunan (e . Et percbe il daria'
1 como di tutte le giornate fecondo 14 relacione del Caualier Йог
rag@ ßreßbe opera 41 lungbißimo tempo , 10 m'eleggerâ f0
lamente i dißorß Cijgiuocbi ‚ che [1fecero una fera del ucr
no paßaro in 04/11 della Signora Caterina „Гacca 441 70111440—
Hercule vi ue fjjcnoloßridotto il Signor Veffiaßano inuitato a cena . (Им.
Ёж” nendo ßco il Signor Hercole Vifconrc , trouö oltre alla Jigßa
äïgm urina , 14 `Signora Giouanna 306114 ‚ 14 Sig. Lelia Jan gior
воЬЬа.
или... 810441118. Fiancefca Силка uo/ìra Cognata, 11С411411ег
ЁЁЁЁЁЁ. imago ‚ 11 Sig. GiouanniCanc ‚ il 8 Guglielmo C41445114
ЁЁЁЁТЁ} ie , e'l J" Bernardino marito della Signora Giouanna ‚ le quo
одетой 11 per/one per днищам per 111111119 Рено/1141111 tengano ho
Сапе.
ЁЁЁЕЁ. „orarßiniogrado : onde all`играйте del .Sig. Vefpafiano lonesta-l
ЁЖ?” fi in piedi tutta la compagnia, (ly Pre/ematoin un leggano@
commando a 14111 ‚ che injieme con lui/Ède/fero , il ebefacto/er
6410110 tutti per Vliiiona PQ@ un 141110ßlentiomlie diedero occa
[ione al Jig. [Ода/14110 41 dire ‚ dirgliутри deUÈr 411141041
-‘ qu.,ch го. in'
устаёт ariane, ma che s'accorgeua d'ißëŕe 111 ,ßliiiidine ‚ alle. '
ualiparaleguardandofìl'un l`altroß @jerbando/i tuttauia/i3;
entio , egli diri(<atofi` in ‚тащуfatta т1иетеп<а alla сот—д
pagniaprefe licen(a,/oggiungendo­,cbe ß n'anderebbe per 14—
fciar штраф continouar i loro ragionamenti ‚ 1 quali cono
cieua d'bauer штат . Ma .ßbiio la .Signora Caterina ъ co'
me può cli/ß ‚ ЗЁполтй) cadere que/iopenßero nel cuor ico-'j­
/iro , fe io /iudiofamenee loo inuitataqueßacompagniapercbe
trouíate qualche gußo nella cena,cloe horafaccio appie/ila»l
re г ИШют 11 S Vie/paßano ‚ s'io non uoglio partire "
perla cagione gia detta, io debbo partir almeno per que/Tab '
tra , clie non bauendo la cena a pagare il numero di noue
conuitati , (27 trouando io il numero gia compiuto, bißgna,
cb'io те ne uada come perßina fouercbia . и! cui il S
Giouanni @me ‚ Hauendojî arifiutare quel‚ elfe` [шт/710,
ara bene ‚ che V. Ecc. reßi, (д uada fuori il cane inutile,
else/ono' io ‚ @yfacendo egli ui/ìa clandarfene, il ,S Vefpa
fanolo ritenne, Cŕ/ uolle cloe tutti ß rimetteßero ne i lorofeg
gi , Cf] poi uolgendoß alSilg. Giouanni , fein que/la compa
gnia,dif]e ‚ uifuße qualcbe canefera ‚ (Ы mordace, io loderei
bene ‚ сЬе/иЛе mandato fuori, percbe non ci o_ńvendeífe', ma qui
non надо fenon pace, amore, (yconcordia, @Quoifete cofigra
tioß, erdel cane,cbemeriiate dalla Signora Caterina ben da
«mutt/da noi' tutti molte стеке, perche Лиге/Мм guar
dia di que/ia compagnia. [o potrei bene abbaiare , replicò
egli' ­, ma elfio mordu , ne`faccia prefa ‚ поп temano punto
quelle ‘Donne’ concia/ia che hormai per la ueccbiaia non loo
ш denti in bocca ‚ ne` for@ nellungbie . .Qui rifero tut
_ei , Ct/ uolgendoß il Signor Veńiaßano alla Signora Leli'a
д s l I Ъ В э. О
le­ dimandâ qufel , che le pare/je della Песца dimandata dal
Sig. Giouanm' ‚ la 'quale ri/pofe ‚ ehenon confentiua per la parte
fea ‚ elfegliß „Увидит: . I‘Dimandateam'o liz/ignora Caterif»
‚па ‚ @la Signora .Gionanna delparer loro,ß.eonformaronoalla
Signora Lelia , {Y} uenendo alla .Signora Нимфа ella diffe ‚ [o
non soper qual варом]? eerclri d'e[eludere ne' il Cane , ne` altri
fuori di caja;poi che la compagnia noneeeedeil numerodi noue',
Et ß mi perdonate ,À io diròclre nelштат: „на: фишки
mae/là di ’Dio iperche „отшить i:begli loa congiunti,
’aff (Ыfate due del Jig. ßemardino , (дdella 'Signora Откат!”
,lo un falo.
uali in идти; del matrimoniofono unfalo.. ' Fil da tutti cons
mendata que/la clorrßianaaritmetica. ma non percio rimafe il
5 . ,Ve paßano oliv rieerearne. il шло del Сами“ Ватка.
‚тщетно. il qual ri pil/2 . Jißiol dire , facilmente Ливана il „дедом
perdar alштата qui mipare chefacilmentefitmoui il rime
dio-perßluar ilсапы? ebenñfia гриф da queßaconuer/ariane.
Fauch .Etfikomefiraceonta ‘,ebe.egmdodetnoallrone, elle nel[но ef
ßrcito non -ßaual'enenë l'afzno ‚ nè' мири” elfendo vquello da
poco, (9' que/la timida; egli :loe Ив) l'unome' l`altrp [фей
ßeßato inutile ,peubel'ajïno haarebliefëruito diштиля, (у
la Lepre di corriere», cojî'liora И Ecc. per trattener il cane a que
Дарящих aßermaah'eglißra Laguardia di noi tutti. ‘Dopoi la
Sig. France/ea lha- dfe/o eol numero di попа}?ora io non rei/lo
anco di difenderlo col numero di dieci, регат]? bene i сани!“ jo
no ‚фит al numero delle Muß, e` pero lecito adaeeettareun c5
uitato di più , il quale tenga illuogo ale/¿pollo ', @rappreßn ti la
mae/làfum@diaformafzy leggialla >eonuerßtione-,per la qual
eofa io /Íimo non jolamente non douerße/eluder alcuno da que
ßa perfetta compagnia , ma conuenirß creare up Signore , al cui
cenno
_ мох/„гита. Il;
Wella h_ahhia agouernarß. .Qui-ingGnglielmoßrehheßitif
eafouerchia il uoler creare un nono-Signore
unogià cream@micontenoeröper'la parte ipoi che.ne hahhiamo,
.itixial`diehidic'eall-Il
lußrißßigil/eßiaßano. Wonàdißáyéçyefpafìám ‚Там ___ . _.
pur conto , che i miei titoli ßano-.reflatracafa ,y @jche quì notrui` il

Де altro , che Vefpafiano huamopiriuatocomegli altri, (уроки!)


ui a cui toccherà'infette­ licßer Kdo Чае/Насти?»
il che detto uolle., che[1пипетка leßrtii. @Jdatoiiipigliomduni
‘Petrarca ,ch’era~fopra la tauolaдогори/9: ciafcuno
un „пр; del primo [опель che nellfapriitlilf. liliro .gli метит
auanti Yallafa'cct'ujfß deßra¿c21_~.colui,ö.culet`¿a cui toccherehh un»
„up ’aiqui штра- ‚торгаш «lieggimmiu @alla
gnoria' ,fugecreatoRàìKcinm
mo, _chiA ilfecondo, »,.chi ¿il Mgt.Onde hauendo
¿GJ ~chi toltochi
un’ altro uerßuilpri¿~¿
egli.v
aperfe il libro , @l'uenutogli auanti quel ßnetto, lc_he comin
cia '„l " ^ " ' `
’Oimeilhcliiijfiz.v RH .1.’ _i.f 'bien f'...
__ _ i ' I ._ l ' I ' ` . ". '
l» _ I ’ А)?
r ""
„Ё

- ~ Fu dichiarataVKrimi la thnora Giouanna tn шт; delfitti шита.


v_ ,l i ч
то иеф1141е1е_1то‚с1эе dice,... --î : -f I А ~"`\ ­

:Alma real digitустами.


: ' Di che tutti mo/lraronoinßnita allegreeeaperehe oltre ch’el­
la con laßiaprudenea/iirehlie 'attua gouernar regni' ,~ (27 impe-i
ri, ui rappre/erica _anco e/ieriormetite 'una со]? eccellente helle@-`
{а nel uifo',(duna tanto realgran'deeea мифам, chepar qua
i, che facendo chiami, inuiti , (уса/1711184 ogni cuore quantun
quefera ad humiliarfi, Ф a renderleperpetua uhidien ¿a . и!lei
dunquefurono rendutiideliiti honori , Cty lafciato il carico di
reggere , (27 gouernare a fua uoglia quella compagnia. .Et
_con tutto , che per Гайки di que/ia dignità ella rimanejfe
‚д.
.2. i ~ в к; о
piena di marauiglia', nonpercià occupata la „то: с1е111'апт1.
Ф1пи1паап1таßen »ji come nediedemanifeßoДухаcon que-i
'Dane man
[le parole.. .Afein 211141120,chedouemanca la puden@ ‚ quiui
ca la prgdê
и quíul
ahondilafiirtuna,non hauràalcun diuoigmtilißimi‚флот 4
:bond: la
fernuni. rmarauigliarfi , ne'aportarmiinuidia perche io' indegna dicon
О
с eguire lper meriti , фргте1еи1апеаие/1а corona , 1'19а111аеф4
:aß ‚ форт confeguita °, La onde[на ufßcio uoßro di_ral
legrarui ‚ che hauendo in que/la occa/ione la fortunaa uoi vtutti
uoltate leA@alle i @lame/ola il uiß ,ß/ia in un puntofcoperto il
_ ualor Auo/ìro , (ül'indegnitd mia . ‚Ее рогесеапсо rallegrarui»
che richiedendo il luogo, e'l tempoprejìnteßrggetti pieni di реп
_]1етасе;<4, fäuotidifpeculatione,
fuffa ne` ldimandeltw'.ȑ haureteunaReina
commandarui сора difcorddnte‚сda­enon
una
ртом, famigliar conuerfatione ,ß come tojio daccoríere
te. и!`que/io ragionamento non rißioßo con altro , с e col
tacere ‚ @col ammirare lajingolar шеф/ара, la quale hauen
Giudici ,del
giuoco. do elettigiudici delle ‚саму; il ИЛИ/14110, е'1Саиа11етЁВ0:
tag@ ‚ .così tornò a ragionare; ,Je .hen mi ricorda ‚ 11 Sig. Идт—
ßano hehhe a dire nell’­entrar qui dentro , chePenßndo 1141111:—
terß nella .conuerßtiona haueuaìrouatalaрешать, .cr/1 me
adunqueyiaoere'hheahedaquq/ìeparoleß`p_igliaßeoccaßone din
trodurrefranoi un.vgiuocodifolituclinemolqualejiformajfe un
ritratto della uita ßlitariai Et perche io conofco uoi Signor.
Giouanni .non meno .ingegnofml che piaceuole ‚ auoiimpongo il
.carico d'inßituire ilgiuoco,_<'9` agli altridifeguitarlo. 'Toi ch’io
non [toffe ‚‚ .ne` dehho,_rifpofe il Jig.0iouanni ,farfcontraßoai
Giuoco del
la (отпей
commandamenti di tanta Reina ‚ daremoforma alcgiuoco del
ne. la olitudine,colßrelettioneciaßunodi.noid’unluogoconuene­
uolealla uita/olitariaßßìgnandola cagioneahe ci haurà mrßia
_QVJR т о. .1:41.
5 1144111 111 /ôlitudine ‚ @con ermandola con qualchefrouerbio,
д, â altraßntenza-,il'clzàfattofarà ufßcio uoflro', SignorinG'iudi'ci',
`„ . 41 dichiarare qual ­di­ 1101 114414 con rniglior inœnt'iońo. ‘eletta la:
la: ' filitudine ', Ф colui ‚ öcoleire/lera'[11144 obligo cliïrifpo'ndere44
alcuna que/lione. Glialtripoi reßeranuonella'lor/olitudine,
mi (i) uolendone ufcirefaranno tenuti 4 11]130114:1:10114:11:401т:11­_
'i tealle dimande,cloe da i Giudicißranno lorofatte . . 10 adun
que 4@cuando che ciafcuno 41401fecondo 1014111: 41 que/ilo c‘_er­­­
_т 11910/èguiti il<giuoco ‚ entro ilprimo a coßdire,
a rPerclie 10 non 1741114 conuerßndo 4 121411411111 1’4п1т4 de 1
¿i uitij altrui , 10 т: 11: 4440 allaßlitudine del miopodere nomina
¿jh ' to Ilforromeo , doue nii confermero con quel detto ‚
¿I Meglio е` eßerßlalie mal accompagnato. mmm.,
l QA’ cuifeguì la Reina, rPerclie la cupidigia del regnareat d'
aggrandire il mio realeßato nö mißimuli a tiranneggiare i miei
’1A fudditi' , @y acqui/Iarmiperpetuo biaßmo, 10 т: ne114404141 ui
lí 14 Priuata, (9- aêietta nellaßlitudined'un deßrtoßandomi qui
“ff ui Нет—4 ‚ 111: chi slmmilia in terra ‚ ßra' e 411410 in cielo.
E’l SigGuglielmo, ‘Perche io non lafcialcuna occaßone 41
“la 14 mia donna 41 dubitare ‚ 111110 non [i4fedele,(9>jecretoaman
”1: 11,10 mi riduco allafolitudined'una inhaßitata torre, doue 1:14
elle; ro само/“11,11: nonfu alpari di me,
‘Pa/fer maifolitario in alcun tetto.
nl? ‘7’01 14 Signora Francefca, ‘Terclieio non 1241114 con pena 4
if@ rimirare nel uiß 4alcune donne quella eccellença 41 ¿el/ee@ (90
Füll' di<gratie , delle qualil ¿ßato il cielo a loro lilierale ‚ ('zy 4 т: 44410,
ffl/ll io mi ritiro allaßlitudine delle tenebre­ ‚ 404: riconofcerö quan
1111 10/14 uero quel detto , S'occliio non mira, cuornonfofpira. prouerbi..
cE'liSig. Hercole ‚ ‘Terclie io 1141114 со]?44 bonorar la mia
nl), `
:f2 ` L 01 в а к о
donna conpenna , @i inchioßro,come l`bonoro con la lingua,
col cuore , 10 me ne .uado alla jolitudi'iie delmiocamerino , doue
farò
. sì cbelodata . ’ in piů di mille
Sarà,s’io uiuo _ :_ . carte. Í. _ ` . I . . t 1

. . -Villbora la> S Lelia. ‘Percbe que/li bugiardi ‘Poeti con


dolci lodi@ conpietofe rime non m’addormentino la ragiona@
nyueglino i fenfi , 10 chiudendo lioreccbie alle loro ciancie , mi
ritiro tutta nella filitudine
fuole ‚ I.
dime/leßa perfare come 41171110
l г ‘А
ч
Cbe perjlar empio il canto udir non uole. '
El Sigßernardino , 'Perche io babbia a perdere in tutto la
memoria d’una ingrata donna, io mene uado allafolitudine del
. ч monte Olimpo,douefarò pruauasegli e uero quelprouerbio,
"°““ы°‘ Lontan dalloccbio , lontan dal cuore .
‚а Et 14 Signora Caterina , rPercbe io babbia a di/Zrugger la
carnefijedifcar lofpirito , io mi riduca afuir i mieigiorni nella
ßlitudine d'un ,Yanto Mona/fera, doue tutta riuolta a ‘Dio rico
no/cerâ, _. Y
¿loe quan topiace al mondo e` breiie/ògno.
_ rPoi cbe nel modo raccontato ciafcunofipropo/e unafolitiidi
ne,ecco il Signor Vefфото ‚ che uolgcndo/i al faualiere, и!1101
[14 bora,dij]e , ilgiudicare qual di loroß[14 con miglioreńiirito ri
tirato in ßlitudine . И cui il Caualiere, rPere/ye lafrettoloß
Ртом: fenten ¿a da/egno digiudice temerario , bifigri eriì prima per bo
fenrëza uìe«
“e da ЕМ“ nor no/lro maßicarla bene , accioc/oenon leßрод? dar nome di
'i '” cmu" cruda ‚ @melige/ia . ‘Dunque ,ßggiunß’ il S10.17eßoa/ìano ,fi
l’/oabbiamoa meßicare ,faccia/iportar da cena ‚ (17 mentre che
tra noizliie l’anderemo maßicando , que/li noßri ßlitary' /e ne
ßaranno in digiuni, (y oratioiii nella lorfolitudine, la quale fia
er» -
« g r и к r o; щ
[empre in/alute dell'anime loro . ИНЫМ la Reina i Non la pi e
gliateper que/lo uerß/ignori Giudici ‚perche ancora noi uoglia
mocenarefly udirui leggere il no/lro procmlogœfapete Lene che?
Jigßiouanni non loiìpropoßo in queßogiuoco ne orationi,ne` di
` дат;. .Que/ìeparolefurono confermate da tuttigli altruflyprim
cipalmente dalla LSignora,Caterinantlla quale il Sig. Veßaßßno, ' ч '
Voi uoleuate di e pocofà andar a mortißcar la питье:jïnir i uo
ßrigiorniin un mona/feront llora uoletecenare c5 eßi noi? Еt ef
/aJo non mi pëto di uoler andare al mona/lemma lai/ogm: pure»
elle мы alla quarefimaßfaccia il Carneuale,onde ßa/lera clrïo
то -ui uada domani-,Et poifapete che'ldigiuno comincia la mattina, ‘
«lui «et паи/214.51 „чести-атм; uorre/le rompere il mio digita
rlll ‘no nel niego,ma ln qgnafnirloauanti cena. Etperò non mettete
piu indugio allaßntëeadopo la quale loauete a mouer le que/lio
ulg-F ni a ciafcuno di поймет/Фе c5 le no/lre rißo/le balßiamo adufci
"Tüll re dißlitudineat cenar ancora nouv! Число detto leuati in pie
‘DE’
di,et ritirati da parte i сшит: conferiti in/Íemei loro uoti,cö­­
clriu/ero,che la propo/la della Sigßaterina trappaßaua il merito
di tutte l'altre , ondefà cauatafuori dißlitudine së¿afarle altra
dimandafDopoi riuolti alla миф uolete dißero, u/cire del uo ­
ßro deferto,dichiarateciprima con qual intëtione un certo pittore L_
“Пата/{тоге c5 un peße in una типом unfiore nell'altra. v4 Атом di а.
mno c5 un
quali rijpe/e,Terßgnifcarealfegli/îgnoreggia la terra, e’l mare. Еж i“ "п
. ano, 8c un
poifatti :inni(i aua .SILeliale ШЛЕМ, сЬе nöfperafje du/cir del 5f’ “Ш“
y .laßafecretafolitudinnfe nö dichiaraua il rm/ìerio di quell'amä
чем/ж di eallaßiadöna, lofonofença Dim/enga uoi,et sera me. mgm, d.“
uno imite»
' ял qualießa-,fonoßnqa Dio,percbe nö adoro lu ¿ma uoigßmo sega
»_ recupere/nio nan ui bog/onoßn(a me-,percloe uoi m`loauete. `Quin
l diïuenneroallalí'fräcefca шедший: nöpen[ад/р alu/cire dalle ` '
т‘­ . x r l. к 'o
tenebre ,fi non dichiaraua loro in qual-modoßpo a inßeme ue
Соте c per der una cofaflynon несшим quali e/]a, To/lo ilßprete[e chiu
fn iniìeme
...der un, dendo un’occhio miguarderete con l'altro , perche non mi uedre
догма: non
тет- te col chiuß, (9' mi uedrete con l’aperto. Liberata la 519151011—
ce/cafii dimandato al SigGiouanni , cheper tornarßne dal До
$1' ‘23g Вогготео rijpondeße qual cane,qualgallo , Cty qualßruitorefia
35:35:22“ по meglio pa/ciuti di tuttigli altri,(9« egli . [l cane del beccaio ,il
meglio pl
таща. gallo del mugnaio , e’l feruitore dellhoße. @Al J' 'Bernardino
С°т° Pdf* fu detto, chefe uoleua/cendere dal mente Olimpo, dimo/lraße _co
il corpo ri
celere gum
засад: те poßa il corpo riceuerein unpunto piacere, difpiacere; ond1
n’ от), chi ha la rogna/elagratti , (9 10 prouera. Dal Sigßernar
-dino andarono al S ercole; acuifii detto, chefarebbe prigio
\ ne nelfio qamerinol¿in che diceßequalifujfero quegli amanti,che
quanto piu s'inuecc tano,tantopiuiinamoranom'yqfiu `Quel
?oïîäîfgäf li rißoß', che amano le belleqe interne, lequali col tempo cre/co`­
"“*‘““°­ no nell’amata , /ono con piti giudicio conofciute dallaman
te . Keŕlauafalo il Sig. Guglielmo in J[olitudiite ,acuifu det
to , che uolendofcendere dalla torre, Cty cenarcongliIaltri,gli bifo
gäfilfńfîfg gnaua dichiarare qualiЛетоpiu` iuiui,oi morti, e/dqualirifpw
"“°"" ß', i uiui , perche i morti non/on piu . 0r eßendoßßnito il giuo
¿fünf- co , la Keinddimando fefuße hora di cenare , edcui il C'a
“п" __ ualiere , l’hora de' ricchi e` quando uogliono, @quella de' poueri
¿quando poßono ; ond'ella commando allo fcalco', che масле;
per la cena. Et fra rantonon lizcio il faualiere dilreplicare
la тлю/14 del Jig. Guglielmo, c e i morti non fon piu , con
dire, `Que/la rifpoßa e` /Ècondo la lettera , ma io ßimo, che
anco fecondo il fentimento delle. .Де parole .fi poßa dir con
ragione , che non Дано piu imorti , (y che ueramente fiano piu
mme. i fuiui , perche [eletta dir-(Platone ,che noidi pre/enteßamo
_L V J к, 1' О . l 8 6‘
morti, C17 che a noi medeßmi il corpo e` ßpoltura ‚ uolendo infe
rire,che cominciamo a uiuere quandofamo mortis ondefecondo
queßa intelligen ¿a noi uiui ci hahhiamo a chiamar morti, (9 1
morti s’hanno а chiamar uiui ‚ il che[lando , êuerißimoaheßno
[nu i utui,che i mortieÁcui il S@Guglielmmlolintëdo рат1тё
te a uo/lro modofly/iimo, che così lintendeße ilpoeta done di e.
„@andopenßi di chiudergli occhi aperß,
il cheр111 chiaramente dime/iro in quell'altro ucr/o
Viuaßn’ io , (91 tufei morto ancora.
A.Et io ,ßggiunfe il Sig. Hercole ‚ tenendo рег mortiquei,ch`ef¿o­
,no di que/la mortal uita, oßzrei dire , che` almeno in que/la Cit
tàliano171111 morti, che i uiui , conciofia che le helleqe di que/le
donne hanno morti infino a que/Thora più di mille amanti , (y
'fici di mille nefaranno morire prima ch’e[ïe moianoßtforß uoi
:di/ß il Sig смотри uno di quei mortar/4cui egli, .5"io uolef
¿Il mentire,direi 41 111121411 la Signora Lelia ridendo,¢/íme пора
ее, е Dio lungamente ui conßruimhe 1141711а1фт1г14<а di mor
10 . El Sig. HercolefNon fapete uoi, che¢gli amantifino morti 21,21": à
in loro medefimiftf/ uiui in 411114611е1ое’11агорг1и11фоё4‘фге Ío in altrui.
Joiolti da tutte qualitadihumane .P `
.Et replicando ф ‚ lo non con ohhi mai donna co/icrudele, ne сор`
rihella d'amore,ch’uccideße alcuno amantegquì siinterpoßt il S
Vifßafianodicendo, cÄn (ißrehhonopietofe le donnefr uccideífe
ro to/logli amátimiaßno “144111,“1п1оитаперегс1ифом1яе da'
no loro continoua morte,et nonfnißono mai d'ucciderli,et ufano
nel tormentarli ilfuoco lento si, chefanno rin/cir uero quel detto,
‘Dà minor репа
La morte.che l’indugio dela morte.
[i comeрег 10 con trario1141се‚е121
` "- c/lc/I 2
L Ч1 I к, о

Vn modo di Pietate e' uccider to/lo. _


cÃÜliora il Sig.Guglielmo , Si potreßôeforje dire in dife/a della
Sig.Lelia,clJe (Ь! uccide ё agente, (у cloi ё шеф patiente,ma ef
/endo agente clJi amm@patiente chi e`amato, поп/ipuo dir con
ragione clie [amata uccida l`amante. @i cui il Sig. иуда/54140,
lo ui rifpondo , clJe quantunque la uoce amare [а nell'ifßrimerfi
attiua,e`perô шифона paßiua ‚ рек/ж с/ш ama pari/cef@ confe
guentemente cbi ¿amato e`agente, Cf/ da` [ia/sione . @i replicì
il S Guglielmo ‚ Se amore êuolontario ‚ соте nonß Può nega~
re , l'amante ¿micidiale diß contra ragionefiduole del
l`amata eßendo inДм liberta ilnon amarla . Ada il S [fe/fia
‚ты E ¿L /iano ‚ L’amata non uccide рек/эфа amata,ma pere/ee non ami
gfgâmg fcambieuolmente ‚ concioßa, che Ipotendo uno ßluar la uita ad
"um" un’altro ‚ che/e ne moia , (уч поп lofaciendo, egli e' tanto comefe
l'uccidefje con le proprie mani, onde reßa lclriaro , che cloi e' amato
non riamando da la morte ‚ Cty clzi ama non e/ßndo riamato, la
riceue ; i che con ragione ßpryjono l'ingrate аорте chiamar cru
deli, (9- micidiali . .Qiie/lepamle diedero occa/ione alla Kei
na di dirgli, che dal éiaßmo ‚ chegli daua alle donne ,fipoteua со
no/cere , clre qualche una glifaceua guerra . rPiaceúfe pu
re ad e/ŕmore , riffo/e egli , elfe/la mi faceße guerra , per
cbe io f/iererei di uenir una uolta all`arme ‚ су al contra
До con lei ; ma quel che ¿peggio , ella nonfa meco ne`guerra, ne`
Pace ‚ (9* con unaperpetua tregua mifiì dire quel ucr/o,
М mi uuoluiuo, ne` mi trabe dimpaccio .
[n тайме/970 fono unodi quelli, cloe accrefcono il numero de’
morti, @pruoua con mio inßnito martorio , clye s`ella mi la/cia
qualcbefcintilluqça dißiritodofaì per ratiarmi maggiormëte,
‹ r
Q, ie .a к т о. щ
@con difegno , che nonjinendo maidi morire, d io[lia linj2m
piterna morte . Ohdißè la Reina , Voi date troppogran bia/imo
a que/la donna . Ила dige egli , Io le dâ una gran lode, perche
¿detto d'un’antico poda,.ch_e _
Non biafma donna chi crudel le dice.
Dunque ,replicò la ,fe eßêndoui ritrofa la lodare , non i
dubbio , chefacendo a uo/lro modo la biaßmerefle. lo 4la loderei
rißofe egli dupplicatamente , perche dopo l’hauerla lodatad’hone
fla' ,.comincierei a lodarla di сошла . Et-la Reina ‚ S'ella e`
donna d’honore ,haura piu tema del biajïmo uniuerßle , chede
jïderio della uoßra lode ­, {ey/2 uoifetefaggio Cиндивиду diffe
to amante , 'vi douretepiii toßocontentare , che /ïa lodata la
fia honefliì con ivo/iro tormento, che biaßmata limpudicitia
con „арт contento . la Signora Caterina {шатра/Е dicen
ldo , che~ {тлю лиф meritaua` pacomenobiajïmo una donnacol
dare quellacrudele, (9i continoua morte, chegiàfi e`detta, all'a
mante , che col dargli la uita,¢’9~fara fue modo ,percheil tenerlo
Non если“
fofpe/o, einen dargli'li'beraripulßi e`atto d’una uanitiì uergogno ne a dom
honeßa ze.
' fluff] indegna di donna hone/ia. villhora il Caualiere , [o com. Евы}: :ij
mende
re beneil,Signora Caterina
dar la uita, la nii/lea
ne`il dar opinione
la morte , (27 po'i, io
all'amante chelodereiahe­
non ui pa nb.

le donne fra que/li due eflremi bia/imeuoli propone/jira qual


che lodeuolmego nel modo , chegiàfece una nouelbfpoßda qua
v.le in aßÉnQa del marito воплем) deßinguer laЕм ad unfuefe Eíïempín
piaceuole.
del amante , che l`haueua lungamenteßllecitata mentre erafan
ciulla; ma uiaggiunß que/la conditione , ch'egli non Маш/Да _
baciare , (27dimandandogli ilgiouinela cagione , e/Ia gli тлю/Ё;
.quelgiorno , сто/[Эфа mio marito , queßa bocca promife diрт
uargli inuiolabilfede , quel che adunque la bocca ha promeílo, ti
vlc/1 3
t’.
. ч 1 з 'Rio
012111 contentareß non fei homo ingiu/lo,clr`ella o/ferui come ríë
tloiede l'loonor mio . ‘Dellaltreparti della mia per/¿na ‚ te ne coò
ßituifco Signora@ lafcio,cloe tu ne dißwnga a tuo modo .
ro quì tuttißfattamente,clre'l [aualiereßette lruonapegafen
{_a poter dir altro,('9‘ dopoißggiunßßccout il lodeuol mero, cloe
laanno ajef/rar 10/441е donne imitando que/ia dißreta Люд ‚ la
qualeßluä in un punto lafedeal marito , la uita all'amante, (if)
171011010 afe mede/ima . Quìfi raddoppiarono le rifa ‚ ф dopoi
mi’. il SigHercole. и! me pare,elfe que/lafpofcfu/je cosìfedele al
Plum' marito,соте/111140104 Die colui ‚ clrefatto uoto 441410 all'al
tare la metà di ciò clue trouereßle per Mmmm@ trouata una ta
fea di mandolemangiâ le mandole, ofkrß' igor/ci allaltare.
Ma la RemmGuai a quelle donne,che incorrono in /Ímili[1100
#aegee/1 cui il Signor Giouanni,lefcioccbe<<e, che tornano in
danno uogliono lriafìmare,ma гиены-Ь: recano piacere ‚ ioßi-`
m0, clre meritino lode , ('94 mifarete dire , che non ui e`alcuna я
_ _ che non de/ïderaße deßereß'iocca come quella[рой mentre,cl:e
Í l . l риф come quella cauarfene la uoglia fen@ peccato . @à la
u '- Signora Caterina ,fe'quella/po/afuße/lata fciocca come la di
­ pingete ‚ non baureßêe ufata malitia nell’introdurre lamante
na/cofamente , (Ы in ajßnga del marito ‚ ma io la tengo tanto
­)Qelerata , cliella uolle con quellafinta [пасс/ищи della ¿occa
ar credere all’amante , cliella peccaua per-ignoranza »c @l non
I ' "L" per malicia . :Allleora la Юта, e ¿en anco haue/je peccato per
mancamento di giudicio , non meritaua жри/4 ne` perdono
di сорят/Р ‚ (ryu-erggwß ignoranga. Et mentre сад diceua ‚
ecco телеф le tauole , фfornir/îdi uiuande , onde lauate le
mani, (9- inuocata la benedittione di Dio , fu preßntato il
foto feggio alla Reina, dopo laquale po/ìi/i tutti a [Едете per
Г адрим’о: ‘ 188 ‚
i tmìnańddmtmoidi 101 .‚ diede Principiûmlldímä, quu'alg
n fàfem'yrç mefmlata con diuerfì, @piaceuoli ragionamenti . ,
Q’ - Et primieramente la Signora Caterina ‘, c/lncora ‚ oli/je, çbe que
,L —[101104111 410141140 non[iano conformi 4114grandega duna 1411
ta Keime ‚ @di сор`120401411 Signori ‚ соте 1101/ete ‚ поп41те-_
" no io mi соф/40 sì пе11'1шт4п114 uoßra ‚ che non reíìerete di
fcußrmi ‚ (y 41fia/¿erle menti uoßre del 1160 della piů nobxl
„1 parte 41 те[11Л4 f v4 cui la Signora Frewa/ca,­ Era forfe
meglio @ignora Zia lfoppareccbiarin modo ‚ che non [мифе ¿i- _, . . 1
т [13110 41 fienile [си/4 ‚ @mi potreßbono суй diman'dare, 411111
194 411141041): поп 114111411 meglioproueduto> 4 1 Ьфдт ‚ (y а i.
‚ miti 1010. Ma la Signora CaterinaJo rißwndereißhe 'me 1113
г 111е141о l'injïnita 1101114 140444441: mifromettexlre aceetterimfA 1
‘ wlamiafcufa. с2111 il 8gn. Gionanni,.Qi_4ando bauremo 1011410
»accorgerete Sigñancefra, che non era anco neceßà'ria que/Ia
ßuß,fache uedrete leuarß41 tauola tanto dijbuerchio, 0110forßg
hm 14 Sigßaterina meriteràpiù toßo d'eßëre лифт, 01101141414. y
_ Qn'non ища lupirapacim'êaccade ancmhe 411111141: del cana,
pere/7e egli ¿ueccbioßt diросс—6124110.091111014 il S. Guglielmo, ,gmc:'14
' uol conui -
oleua dire un’huomo da 110110 4[1101 conuitati ‚[e1110 huomini di щ
. 1» \ .f « \ ‚ . . \
ßretmluel cb 10 141 40 4 magiarmba/ìanteJeß'te altri, egli 0 пар
ро.Ь 1 faualieregiafu un poeta che tra le primefelicita 40114 ui
_'l u propo/è 11 comme[40110151- соте intendeteglidomádò 14 Sig. --
l’ L¢Ii«,il1514110[4111251 ‚д11‚101‘1„1540[4411414Ьоф.Ш 0. 1112211:
4:. Veßiaßanowuerofacile 4414144449:5'eglinö ¿facilßê сор; dif mm“
‘siii
felle l'ußn'ne con bonomö сбрив“?1 ¿emfoggiunfe il .Sßemar
41по‚регс1)е quando nonfi troua la 414 41с4144те 1 Piedi, êißgna
Foi tornar in dietro . E: 14 Mina ridendo dimandô al Signor
цистите l'int-e'deßèet egli,lolïmëdol :êtrario ferm'mEto,
"l ‘ ­ ‘L t в к o
(Ы credo che quelpoetafuß'e un huon compagno, ilquale propo'
neße il conuito acilercioe di quelle uiuande,le quali[eneafatt'car
troppo i denti col maßicare ßmandanogiu facilmente , come le
huone mine/ire , le torte,illatte mele,il hianco mangiare , legela
tine ‚ (9' altrißmili . ElStg.Giouanni,ßpotrehhe anco dire,
ch’egli uoleße commendar laßhrietàfty ch`egli intendeße il con
uitofacile non ‚фена alle uiuande, ma rifpetto allo/fomato c tl
quale riceuendo poco ciho Бfacilmente lo digerifce . Come ß/ia,
mg den. diffe il Caualiere ‚ Il rviuerparco'fufempre commendato ‚ e'l di
fcbried. . t \ . i \ v
letto di que/2a cena non s haura a mtßirarefecondo la[шипа de
cihi,mafecondo ipiaceuoli ragionamenti di que/ìagratioß com
pagnia ‚ (9 ci rallegreremo noi di non слеп nel numero di quelli»
www' che ‘viuono per mangiare, @iche hanno lafame iàgrandeahfl
uentre . eAllhora il Sig. Hercole ‚ Io n on credo S [лишат
ilchefia dettofenga hiajîmo ‚ che uoißate diuenutograílo perß
hrietd ‚ fly'höferma opinione che a chi uuolefarßgagliardo ‚ (t)
giungere ad una rohu/la шишка, соте uoi,gliconuenga дик
{игрper tempo a mangiar hene, Ctyfar una felice compleßione.
' "l ne` :o uedere , che la dietagioui adaltro ‚ che afmagrare il corpo,
' @render la natura delrole . и!cui il Caualiere ‚ Se mai uede
ße e/linguerßuna lampada perßprahondante olio, non uiparrcì
marauiglia , ch’io dica, che ho con/ëruatopiù in me[И]? il natu
una man. ral calore col parco, che col largo uiuere ‚ (9- hofelicementeproua
lì d¢’c\ |
:im Ша to , che allaßlute del corpo appartiene il nonрты-Лdi uiuande.
finirà- .
rPer que/lo ,foggiunje il. J`ig.G'uglielmo,ßdice,
. . .
che quanto man
сор mangia ‚ piujimangia , cioe`piu` lungamente . Ma il Sig.
Hci'cole , rDoueua pur hauerprouato il contrario colui ‚ che dif
Л: ‚ che perfunita hwgnaua trouar/ipiu` pieno,che uoto, (дядю/л
*mh-“D” Тайгаgiorno il „Y{де/Мота 'Damiani medico honoratifsimoaf
miam.

Ч
Д I' J" R T О . l!)
feimůaa i cb’eranopiufaeilià curare ‚штоЬоътто pericolofì
в"
E.
l-
B*
quelle initiìiclre uengono da repletrioniißclre­ quelle ‚ сЬе ртов:
dono daeßenitationm'gi da difetto ilhumoretondeßdice uolgar
u meritealr'qg'li ¿meglio paßerfelrreahe pafcerdelvolegzai. ЮЛю-Ъщ
jê.il Caualierec se’l Sig..Damiani ‚. (9-gli altrifuoi pari' non lia
uejßro altro daßßentarfi, che le cure degl'in ermi ole/letteratur-`
ne,et di mancamento (“автожир nemorir bono сшиты: riuï
fcirelibono piůlrneniliciäclreMediei..Maßppiatcklo¢ lit-maggiori
parte delle lorp'ratttcllee` intorno a gl'infermi di repletione ‚ ne' li
uedete quafioccupati in altro, che in purgare c5 diue'rßrimedn' la
copia de'fouercbi humori. Quindi?‚ clo'un ualent'louomoßleua
dire ь die s'liaueuaafare mal prono/fico di quella Citta ‚ la quale шве от;
u giu i
ha ¿ifogno di' moltigiudici»Cädimolti medicuperclâe [icome l'u жажда
noprecededal difetto dellapropriauirtuaoßl'altro lia origine dal WW“
Forio, (9i dalla crapula .. Et la Reina Í'c/fggiungeteuialre lafé
Инд conferijce principalmente alla мы: dell’anima,la uale
tantopius'innalqa a `‘Dim quantomeno e` aggrauata dal ciZogfiy
mipare ‚ .cloeДиете ‚тритием non panno/lar трете,
со]? non fï-compati/cano giuntamentele delitie тиши ‚ (Ыle
corporali e ‘ Wonßn(acagione ,foggiunfe il SigGiouanni ,ßdi
cache Гаити ¿amica delle Mufe ‚ percbe leрот/оп: digiunefo-I
no piu pronte alle inuentioni ‚ @alla fpiegare i concetti loro di
quel che ßanozle jatollet L'Et per. que/lo dice Vigo/lino Santo, Азот-о
Mangia[empre in modo , chefemp're halßifame ‚ (9* che мм
dopò il cilro poßi leggere , cram@ cantar le diuine lodi . El Si
`gnor 3ernardino ‚ Won fecegia садcolui ‚ il quale dimandando
gli il confeßorefe liaueua digiunata la quareßma , rifpofe di non
bauer digiunatofe non ilprimo giorno ‚ фricercando il confeßo
reperck'cnonìloa“ф continouatgil digiuno degli altrigiorni,Л);
ifi .Ii 'l 2‘.ni8`\ к, 0

gioin/i',lâ non Экий;итйЬdigiunatoiqiielg'iorne; finì thelafifa“


di `fa'rdi'ieiial'eio mangiati tanto.,.che’l difegueiitezio non` haue“
‘l ~ l l ' ~ ‘ . l l . n;
mgm; рапида? il Jigmielf'ejpafianoafi raccontamheDiigeneandiiin
м ‘: нс if. cafardun'riccocon dißìgno diamètre conefßlui,xma;ha'ucndatra
natoxh'egli perаптека di/ìamaco non. mangiaua altro,checee
te oline, ' dige,-Se tu haueßi definate co/i,nnn\c'enereßi cofi; (уч
/2 n'an'dâ altrouea mendicarßda cena . Et “Хром Lelia ‚` Io
”трудно il piußauecondimento nelleluiuandsa chelafame .
Dui. . ’Tuque/io dißeil ЗИМ штифтами 2Q.’ .@ario , che
nongu/ìò mai alcun licore piußporito di quell'ac ua torbidaft/
mefcolata delßingue de. corpi morti,ch`egli beuue al fiume Larif
fj' 'i j; ‘Éß nelfuggire ilnimico;uolen`do‘inferirc,cheznonihebbe mai tan
Лаз
_ '„ tafete.Segui il Signor Ve/pafiano dicendo, `Veramenteß` nioi u
i..
u
aßimmper cibarci con piugu/lo, il condimen todc’ Lacedemoni,
cioe"lafatica, ilßidore , il cor o, lafame,$bßte ,non cijoccorre
rebbe aticar i cuochi nel componerci tanti[прошиб ci conuerreb
be molto nettarci le dita intvrnoalle touaglie.; maci [литр hor
mai lafciato dall`otioaddormentar liapp'etitoinmodoaheper ri'
uegliarlofacciamo ­correr le­ роде т’рапф/Зтдпё‘ра- harter
inМим! che diedegiu/ia cagione a chi мед/фишки; ch`una
/ëlua ¿baßanteapa/ier'e moltitelephanti ‚та l`huomo a 'penaß
contentadi quel, che producono la terra, e'l mare; Cty non mi
" '“ G" marauigliofe poiperfoiuerchia copia de`cibi la legge de’ membri
'M_...-

comincia a repugnare alla legge della mente . даёте/Задра


giunß la Jignora-Catelinaißcome uogliamo , che meritinogran
biafinio quei , che per crapula non fnifcono mai di ртам de'
cibi , (27 di/penderßuerchiamente nel diletto dellagola, cofißt'
тo,che meritino'poca. lode quei>cheper auaritia re/ìano di uiue
re conueneuolmenje,fecondo il loro grado .Ё_Е`1ц$’лгтг3ег—
vvv-v_ vv.- ŕ

~ *f 47.42.1110. l ‚в
Altri peni
114141110 ,fono alcuni ‚ cloe per ueßir pornpofamente »fanno pa.h Зайди:
tir lagola mangiando il pane afciutto, altri 41‘ contrarior bumore днищ:
portano le cake rotteper poter meglio riempirA ­il Джо-‚(91per в. ши
moflrarß, come uolgarmentejî dice» nudi, C17'gra/.iiiß come
Milon.,
credo ‚ с11е Íoauejfe animo difare quel ualente Milone ‚ il quale
in ungiorno mangio un toro ‚ 4 cui la Signora Lelia ,fe que/lo e` \

uero , egli meritaua, cli'unaltro toro per uendettalo .mangiaßì


Platöe ma:
lui . Mllbora il Caualiere , lo trouo „cloe ’Platone ripre/ê c/ílriq ug 01210 dl
AX iñippo .

flippo percloe haueßecomperata una gran quantità dipefci, (9* ‚ к; .Í Ни."


dicendo egli, chegli-haueua hauutiper un'picciolo danaio,/ßggiun
e ‘Platone ‚ We comprerei anchio a гор uil pretio , a cui Miri
ßippo ‚ Vedi adunque à ’Platone i clre nonЛибо io golofo ‚ ma
lien /ei tu auaro . El Signor Guglielmo ‚ que/io e/fi-ipi/lq
doueuanopiacer più i luoni боссом,с11е le lelle ue/ìi . TQfero qui
tutti per que/ía uoce cAripi/ïo,clie non uolendo haueua in quel ’ -.

modo proferita ‚ onde eglißggiunfe ‚ ‘Non so come mißfia[101


ta la lingua non hauendo io ancora lreuuto. cAllliora la Kei .f
na commandonloeglifuß' portato a liere per raddiäargli la lin
gua , il chefufatto i 617 parimente/iportâ 41111 4 gli altri `. Ma
loauendo beuuto la Signora Francefca , le diße il Signor 1711174—
ßano ‚ Voi non uolete già ßguir il садите delle Romane anti ‚|'\

cloeJequali come dice ’Dante i 1

‘i ‘Terlorůeref f
Contentefuron dacqua. f ' Ai"
x

_;:›
:dìa
E1 ella,]o lafcio bere l'acqua ai cani. и!cui il `Yignor Giuanni,
“Е;
Ч
u"q' lo non po/Io a pena/larin piedi col uino,penfate come iofarei lie
uendo l'acqua-,Diamola pure al Sigfaualiere per riempire il fue
101441451 egli ¿haueua in mano un “ф informa 4'11114 naue
. ‚ y- M,..

Ь
г._ . L 1 в 1L о
pieno di uino, ’Poi che ‚ di/je alla Sig. @urina ¿piacciutodifar
J
mi larcaruolo ‚ iofareiLenefcioeco/eeonducendo una naue di 'vi
...15. ь: .- .L ”от” „с Leueßil'aequa. Etdopol’bauerbeuutoß¿gianfeal{2
do la mano“, Colui :bediceua , le nauiiliefono a terrafino lepiù
fieure, intendeua di que/ie . Fupoi dato bere al Sig, стат.
ilqualeprima chefinir di berefiriposâ due o tre uoltepergu/ìarlo
y meglio , Ист la Sigora Lelia , rParmi SignorGiouanni,clie
s' г mangiate il uino in luogo di éerlo. Coßconuienfareirifpo/e egli»
› умные. chi ne uuol cauar la quinta efferati. Жоп/арен11р‚гоиег1›1о‚с1и
tre cojeßno mal maneggiate , Gli uccelli in mano defanciulli .
legiouani in mano de’ uecchi,e`l uino in mano de Твой/2191‚ i' qua
li non lo leona ,ma lo tracanano ‚ Cty’in rompono il collo? ving'
dige il S¿9Vфал/14110 rompono il collo a loro medeßmi . ‘ Et loa
uendo tutti ¿Mundi/fe il«ó`ig.Hercole ‚ «Äncora mi rei/ia a dire
ч

non so domper conto della ßárieta . E`t qui la S France/ea.


Digratin non lodate[iid que/ia/oůrietà,chead ogni modo nonß
rete creduto ‚ perche la lodate mangiando ­, fijein ‚ ‘Nonguarda
tea quel сто mifaccia , ma a quel elfio mi dica . Ma il Оша
liere ‚ Foŕß la S Franeefca uuol dire, che que/io nonfia il tem
Po opportunaßсоте uolle inferir uno,il quale eßindo драг a ta
lifpoñl со
uola che mangiajfë troppo ‚ rißio/e ‚ ‘Terdonatemi ‚ che mia
wml“ gola поп/2:1 orecchie . Et la ó' Rance/ca, lo non пашей dir
queßo , ma помёт: inferire ‚ che tutti lodiamo lafobrietà , (9
qua/i tutti la rifutiamo. EIS Guglielmo [шагая/Э ‚ cliefi
рожиц direin conformitd dellopinionefua, ebelaßßrieta ,e fi
eomedice ilpoeta -
Similea uellegbiande,
Le quail/‘leggendo tutto ilmondo Вопит.
w'que/ìeparole идтиfe il Giouiïnißenëgliconeorreua nel
l'ofiinio
д, r ц & т ~o.` ш"
l'opinione della Sigfrancefca , (y che’l ragionare деда ßhrieii
\ i

non era opportuno mentre Летишь C17' adduße l'eíempio dei I 1 „р


.. u]
di rPerßa, i quali di/putauano фил/алкал („папа alla есть. de
i Re di' Per.
guerra , dellagiußitia {плана alßcrifcio ‚ @j della ßhrietà in in.
папа al ciho. Mala Reina commando al S Hercole, che
non per que/lo egli re/iaffe di dire cio che haueua in animo,
ilquale ßggiunfe. cQuelch'io uoleua direc` , che s’egli"e' il uero, (Luchini,
che lo дата a digiuno fa piu- рота, ш più eleuato , fome
già ß e' detto, lo uorreißipere~ dal »Signor Caualiere comefia
nero quel prouerhio antico , che dal t‘ventre pieno efce miglior Pronabiu.

configi'io
ch’egli Да°, ilCtymio
s’egli mi faprtìaccordare
grande Идите _..` queßa ceteratutti
/îettero , io dirò
at-I
tenti , parendo loroche coßfattgque/ìione merita/ji grata u
dienza, onde il Canaliere , „Подкоп erro,tra que/le duepro
NTT.

poße non ui e' alcuna contrarietà , perche egli e` il uero , che lo


lo fpin'to l
fpirito e' piu pronto a digiuno , (27 e` medeßmamente aero , аpiù pronto
ìgíun.,
che’l con/iglio e` migliore dopo tlciho. v¿14a hißgna auuerti ¢’lcollïglio
miglior.
re ‚ che’l huon conßglio non :hada intendere quello у che ¿opò il ci.
bo.
uiene da perßina a/luta , (d ßttile dingegno , 'che fe così
[ат ‚ ßirehhe Ёрш: alcun duhhio , migliore il conßglio a
digiuno; Ma [i ha da intendere miglior configlio , quel
lo з che uiene da perßina giußa , (уч ßncera .‘ Et pero fi соч
me a digiuno (fe hahhiamo intentione d'operar alcuna cofa
'mala )fahrichiamo con piu malitia il noßro dißifgno,co/ido?h
` il ciho uiene a rintuçqaifi [атласа dell`intelletto ‚ (уч a
temperarß la «voglia del malfare . Et 'vedete hen com- пора и а. i
munemenie , che dopo il ciho famo piu lieti , Cf) diamo più lieti,
piu gratiojë ri/po/ie ‚ (уч procediamo piu candidamente di
bo Пат
l
quel ,„ che facciamo a digiuno. , ilche non ui pomrconfor-jl
il
’n 'Inf-B LO `
imar-e con aleun'altra piu chiara/enten ¿aube con quella di Сего;
ggf: ÍÍÃÈ ne l’Vticen/e , ilqual dißz, cloe Cфиг andojolrio a ruinar la Ke
m" pulilicaguolendo inferire,cli`un louomo aflomaco реф iuto nonße
геЬЬе mai fiato co i crudele , inhumano.7’iacquea tutta la
compagnia que/laßlutione,dopò la quale , и! те ¿grandemen
te штифт SigHercole , d’liauer apprefo boggi queßofëcreto ‚
_,‚. 1.15, del quale ui rendogratie . Et non mi marauiglio nora fe ragio
nando con la mia donna a отит, l'liòtrouatafempre fa'egn op;
ma nell’auenire ioprocurero diparlarle dopo il deßnare per liauer
‘‘ piugrata udien (a . cÃcui il S@Guglielmo , Sare/roefir/e me
glio ilparlarle dopo cena,tuttauia mi rimetto a uoi . 0r la Kei
na dimandà al Sigl/eßa/iano quel, cloegli panne del Caualiere,
ilqual плюй, cheglipareua di comprendere от“ chiaramente ‚
Юты“ clo'egli liaueua conßimato piualio, clre uino ; (иридия/е il Sig.
Guglielmo,èÁncora chil Sigßaualiere habbia molto lien-e accor
_ mmpio date que/le/critture c'on uno ­eßernpio Romano , io non lajciero d'
Tamm aggiungeruene uno Sguiïelero, percio che nel uiaggio, clfiofeci in
' pragna pernß'ruigio Idel Cardinal ercole Gongaga , (zy di ¿14a
dama Margherita Ducloeßa di' Mátoua miei [ли/дуги Signo
ri ‚ io capitai unafera ad una terra chiamata ZMenadorf, œ' ef
fendo io la mattinaßguente per montar a cauallo,ecco llaa/leuke
congrandipreghiere mi'cijlringe a uolermifermarejïn tanto clie
fia celeorato un contratto э сЬе quiui ‚(шиши afaremel quale de
lider aua elo’iofußi' nominato te/limonio. Ma quando {генри/пе
a cio non uicorra tempo ‚ io ueggo телефla tauola ‚ (y dicendo
io tuttauia clic mi conueniua partire/enea indugio, mi "fronde
l'lio/le,clie nonfipuofare il contrattofen (a lemonde malgrado,
clo’ion’liaue@i , mi conuenne contra il mio co/lume mangiar quel
la mattina nellofpuntar del Sole , (29 uotar un calice con e/Íi loro
‘_Qïvlkfü.
Y ‘innanai' al contratto,do :pz
öil alee endo io montntoacauallo,
l’ 'lu ‹
»non reflò l'ho/ìe nell’accompagnarmißn fuori della terra di dir
mii che quiui eraun’u о inuiolabilmen te (тиши, di bereil ui
. no [пиала alcontratto ,perche con фрица ogni malitia, cheji
риф еЛёг conceputa di dentro , (zj che’l contratto reßa piu fem
plice,piiì reale,(ïjpiufermo. Hот? dunque,dij]ë il Jigßernardi
no,chi uorra dame qualche buon conßglio , uenga dopo cena ,r Cŕ/
chiuoitriì qualche difcor/o , uenga'la mattina . È`Non ui burlate
l ‘ )
,Y ßernardino, oli/jl.’ il Jig.Guglielm`o,del (ищет-р della matti
_ „mW/appiate ch’egli ¿più che uero quel prouerbio, Gra/jo uentre ”юты:
non generafottil ingegno . «АН/ют la этим ‚ Se uero
quefloal Sigfaualiereahe êpiugraßo di tutti »noi farebbe ilpiu` Pimm.,
O`u¢llione `

уф 61'1118'6‘9710‘. Et iofoggiun/e ilSignor Giouanniahefono il


giu таят;[ст d'ingegnopiu` fottiledi tutti.’I v10 ueggo,dif]e la
1J'темная, che hora/famo caduti in un'altra difßculta`, (уч bi
.ßrgnereì ‚ che la Reinafaccia pruoua ß.' in'queßa compagnia ui e`
датам _cuibaßi l'animo di rifoluerla . loßimo , oli/ß il Cana
Лис , chefia'сор: giu/ia , ­cheßcome il.. .Yignor Hercole ha nio/fa
'que/lione adaltri,coßaltri la moua a lui; onde la Kunagli com
mandò”, chefottopena di non berepiu quellafëra, egli rißlueßë il
dubbio. e/lcui ф ,A 'Potrei to/loirimouere il dubbio con dire,
.che'l SigCaualieremon o/lanteilДмgraßii uentreßa difottile in
»gegner-,perche eglicon lafor@ del continouo /ludio ha juperata la
rfiia compleß'ioneftj'la naturadegli huominigraßi. Ми{ndi/:- '
'ïfe ilifignor Giouanniglißu if lodoueuano e/ienuare , (уч cauar
gli la bambagia delgiubbone .i :El Jig. Hercule , Еtgli/ludipa
. rimentefacendo in lui contrario @fittoßföno conuertiti in nudri­
­ mento . ш come lafalamandra non ¿dalfuoco,cojiegli non ê da
ïglißiidipùntooßèß .' .Ma j? non ui baßa que/ia ragione, i0 ui
1­~

. aggiungo queß'altra, clic la uera mifura del corpo[i dee pigliare


l
fecondo laforma delcapo ‚ ondeclii uorra con/iderare lagroß@
(a delfue capoinon potra dire ‚ cliegli lialrlia fmißirato uentre ,
ma piu toßo proportionato al capo ‚ in modo ‚ cli'egli non ,Elia a
porre nel numero di queigraßi , ф/lolti , i quali portano auanti
unaloro
i del capomolto
ualigia . Fupiu` ri'leuatadallaKeina
accettata di quel ‚ clreque/la
conuenga alla ma
‚фифа; forma
con
tutto ай torno il Stgnor Giouanni a. dire; ‘Tuir effere ‚ cloe que~
Еж'жа“; /la ragione baêbia luogofranoi , ma non[пе/гдеgia/ìata accet
2,’„2 {2223 tata in quel pac/e ‚ doueji/iigliono mißirar i corpi con una cintola
ЁЁШ с“ di certa mifurainella qualeß: perauentura alcuno nonpoteua ca~
` pire , era tenuto per di/lionorato ,À (уч per uno dellagreggia d'Epi

curo ,l 629 non pen/o clie`lCaualier no/lroßfußeßluato da que/lo


biaßто con tutta lagroßëga delдо capo. eA cui- il Caualiere,
[мы le uo/lre pamle io era clii'aro,clie uoi/eteliuomo inuidioßmt
che le uo/ìre ф nude non po/ßnoßßrire [читка della mia
carne ‚ ma contentateui , che s'io col mio a/pet to moßro il ritrat
Медбсо :nf to d’un buon medico ‚ uoi con lafquallideqa del uoßro rapprefen
(ci, Кению- ` _
‘° "'Б"°' tate quello­ d'un liuon religiofii .~ .Qui la Reinaßfece »portara lie
`re inuitando il `Yignor Giouanni , il qual ещё; lnuitatemifigno»
ra piu to/lo a mangiare,percliea беге/дно inuitato continuamen
te dalla mia uecclriaiafimile a quella dell ’aquila . Et mentre,
cli'ellaßceua temperar iluino con l`acqua ‚ eglifqgiunfeilo ueg
go liene , che inacquate il uinoper. dar eßìnipioa .noi , ,ma ioper le
mie continoue occupationi nonno tanto ditempo, 4clo'io lo paf
fa inacquare. (27 liauemlo egli Èeuutofu portato ilug'no agli altri,
Sgam“ @j qui il Caualiere ‚ Gia` e` lungo tempo , clie capitò in que/la
Сittci un’ aflrologo , alqualebelilii ricorfo per intenderegli лит!—
ment i della mia uitagylcome cli`egli mauuertigl’ cli-'molte cole
impor
~.
'l f- il к, ‘l’ О. ' x,y

'îrnfiertantànondimeno mi[пудутирают neleuereilri
`corda, olfeglimi diede diguardarmi da видит pericolo,_cli`i0 de
о нём correre nell’aeque ‚ onde dav quell/ocra in feci proponie
„шт шт mai più bereuinoinaequaro ,о l`lu`ifempre сайд:
ne статист iii/inqui mi[шт/д . ó`i ¿eine rifpofela Sign?
ra .Lelia ‚ ma ¿i/ògna ancoauuertire i chefuggendv меня, ”И?
eadiate nel[косо ‚ che ¿mete neluinoißfarfe non тамаде ¿im хит:
thanpericolonon “так un'altro Portola . gli» ¿figg
'Iononuoglio già `dir que/Immunong ¿en dire ‚ clie`l di ui ""’
по lien arde ‚ nomen @pou/eprint mente, i0 ßeuo que
jlofuoeo in типам, @ .mentre il :tino difende nel ¿ottagço
11er laprada f;ecco[этажам „мы, da poppagcbeтартрат
_ шершней uo calore . Howl digela @ignora Lelio »VQÁW 14
faretepur. re quefìa uo/lraragione„ma laŕeuerö соцветий?
hauendo alla ßeuutoßggiunje il Caualiereilafïgnoralßlidnûß ‘ ,_ _
'accetta alcuna ragione/e nö uienedalla lacra dijïloßj'ïJo/Idufl*‘
que ui torno a dando; див/{адом non страшила confçrŕ __
Jia il miocorpo , ,pere-iodo: dice Timone; dief?come ferro _th 32.22:
fuoco, cofiilçorpo d'un uecebiocoluino/iammollnêeiflydiuiene ЕЁ: l u'
»più lrumano.y Et Keinmfà Lenecontrario фил neigioua
ni, (уч boueduti alcuni,cloe hauendo lungoil definare Éeuutoß'm
«pre il шт; puro ,fonoyoißati co/lretti adammorçarei троп c5
Jin lichiere dacqua dopo {ia/lo. dll/aora il Signor ИДИ
ßano 't eÄcquallontana ‘non League fuero uicino ‚ Percio ”ты“
il rimedio di que/li e` tardo ,IQ .fanno come quelli ‚ che
non hauendo potuto eflinguere il fuoco quando ardeua la
rafa ‚ gittano_l`uqua тэта 1е ceneri. Hauendo poi Ье
uuto la Signora Caterina , ф tutti gli altri , reßo l’ulti'­
«ma aßere il Signor Guglielmo ‚ il димер ini/e a futare il
ГЕЙ
.. _ д .I l k Q
I гашиш dirnà'dato delpercheqli Мамаши!hi'cchiere`r
‚фар ‚ eh’egli trouaua‚лавры ‚еще nell'odorareil'uino ‚ che
nellodorare le lettere damore. Et come dißir la Kenia? Ё:
:fflmf'ggli ,» nn certe uoßrobpaefano alla Дм donna `una lette
""" `ra d'amore , @pere ela lettera lefalle paigrata, le feceda
re la concia con un pocodiуст/кто i ma duhitando ch'ellaper..
auentura non [Ё n'accoigqjdi, egli u'i aggiunje que/ie parole,
'Paß fcritta ,faßte la lettera. ИЩЕМ qui tutti', @la Mina
gq;th [тиф ï, chi'ella haueua чистят , che molti prima che here
Èäal'fä Él.' il uino ladorauan'o; Et che perciì" commandaua a ciafcuna
ÍJiÍÈii; di' quella compagnia di dire diner/amerite da gli altri qualche
.ragione , per la quale .fufi dodorare il uino . Et dicendole il
:Jignor Vefpajiano , che gli pareua дыра coßi , ch’ella perdar _
:animo agli'altrifu ela- prima ad ißeqiiireilfuo piaceuole com
. ‚мины. 'mandamento , el a diff?,- ‘Perche la famma ,fecondo ilpro»
‚иегББо'Ёpocolontana dalfumo , io/limo , che Лиши afutare il
'ui'no ,accio chedadacuteëzbci del [uo Дата colui,che lha a he
’ 'r2 i prima che pagare ilguado , mißiri hene lefue for@ ‚Флаг
i cia giudicio fno-a qual grado lhalihia a temperare con lacquer,à
(ß quanta parteglie ne con uengariceuere per Èijogno delfio/lc
muco. @dllhorailifignor Vefaßano, Si potrelrhedir ancora,
ehe'lprimogiudicio,cheßfà de uino ¿intorno all'odore,et cheper
cio e` ufficio delnafo difarne egliprima l-'aßaggio , perche piacen
~ do a lui l'odore , uienea far credenza alla hocca, (ty adарг
curarla del до grato ßpore .' Et la Signora Lelia ,- Ter
che quandoß uuol lodar uno , ch'egli- [ia intendente delle quali'
tà del uino , ß dice ‚ ch’egli ha huon гад/д da uino , quindi auie
ne , che moltiper amhitione, (17 perfar credere, che/fano huo
„тише: del uitio , ui {летно/иhito il i, »lo 1 5$._Ве{па[—
а V .l Py? Il ' t),
tillino ‚ onoßanti tutte-legià raccontateopinioni, lo dico ‚ che
tij дадим-„астма uinom'y* ne[тоoltremodoamanti,foglio
nolerlo ingordamente ‚ @lfenea falutarlo ‚ nifar'li alcunfegno
v"eliriuerenga ‚ quindie`‚ clie moltiper nonmo/lrare qugîa тиф
furl .auidt'tiì ,.u/ano ditenerfeloliuona »pegafra lle mani ‚ dandofe.
gno di uolerpiu tojio ri/lorareglißiriti di quelfumo, clie`l uentr:
[di quellfbumore . @i il Sig. Giouanni ‚ Moltiodorano il ui'
мfeneaßpere een qual incentionefußê introdotta quejìa afan
ди, ondeio dico‚ cheßcome i medici a colui. che per Питт—
¿fitione dello
A'Joppoirtar ßomaco
lfaglqpa ‚ 'â per
,fanno lierealtro accidente
il uinopuro ‚ manon .-puô come
batiendo anco io,
ri
guardo alc re delfegato, uifanno dun peeeoauanti met»­
` :ter dentrounmolledi pane , ilquale traire afe la parte-piiì foco
]a, (yi/piritale; со]?io[limo , che qualche gentilCorteggiano in- _
,luogo delpanefi‚миф conpiùpolita maniera,prionacl1elere il
acino,di cauarfuori col na o laДмßuercliia лампад: io cre
l(do, foggiunfi-il
„elißfegno ,maperS:gliercole,cheuißpongail-nafo non_con e/lo
cauarfuori qualche-malignitiì .clieuipogluaeffer

dentro ad imitatione ddfunicomo ,il quale prima clielere nella


*ari-.
Ev
fonte ‚ ui caccia a que/io @fiuto il corno dentro. Et io ещё-14819
" íCaterinmpreßo a que/le ragioni aggiůgo quella,cliedal mio medi
,co ho apprefa , il quale mliapropoßo cb'io odori il uino come cofa, ‚дым. и
,chemirabilmentecorferifca agli humori malinconiciper la uir
\Ü‘i. ~_è~îï_È шьем diconfortareltyralligrare glifpirititMa la Sigfìfan Imm" "
,cefcaJo credo,clie’l naß cifiaßacofairicatofopra la ßocca,accio
,che di tutte lecofàcon lequalipafciamoil шипели diamo pruna
a luile ilqualitàondejifàgiudicio
.no тощий debito nodrimento.E’.l метящим/Ь
ldeluinoalcolore ‚ lodore,e`lßcpo­
‘ir
Yi

re,et percio nöbeeperf'ettamite,cliinon di/lrilmifceque/ie qualité


2918 2
ii
' . Í I " lv X, C'
fra tre fentimenti delcorpo féconde il lorogrado dandoprima'il
colore agli occhi, dopoi l’odore al naß , @finalmente il[Браге ali
la bocca . Ma il C­iiualiere , egli e`atto diprude ilfare/icon
"'Wbi“ do il prouerbio di neceßità corteßa . Etperà quei,cheinnan{ial
bcre danno l’odore alna[фото per inuitarlo ad-interporui lajua
autorita,percheртов molto bene , che quantunque nonfia inui
tato , egli uuole adogni modo entrar in campo.. .Quì il.Signor
Guglielmo , Fra tutte que/le ragioni a mepiace grandemente
la raccontata dalla Sigraterinaperchese'l uino nonдаму} alla
fanitiì , со]? efleriormente', come interiormente non uferebbono _
alcuni di lauarßineil capo, lafaccia , le mani', (t9 l’altr_eparti del
corpo. iv!cui il Signor Giouanni , И tutti quelli , a cui piace
ilfapore del uino, non iperquel , ch’ioueggo, aggradeiiole l'odore,
‚ ançi iiifòno molti i che Fabhorri/Èono. lo от]! Sig.. Bernardi
no , .non мифами” delnino, che s’ha a bere , maßbenelo
dore del от beauto,chefpira dalla bocca . of!cui il .5 Hто
le , Se la mia donna miporgejjë un bacio di uino ‚ io non ono di
cofidilicata natura, ch’io lo rißutaßi . ’Non lori'ßutere/ìe , difß
il Signor. Wfpafianoperche non[Это'о/1: l'odare, (уч _non lofiri
tire/leperche Готам: e`jiiolto ,ß come hauete dette, di cuite le
qualita humane; (27 ß pure lo finti/le egli ui aggradirebbe, per
che que/io c`uno degli фи! d`amorc,che leparti dell'amata , le
quali dißiiateiono ad altrui,piacciono all'amante. ßen lo riunirà
то“ ¿L дур il caualiere , quella contadina, la quale accaregando ilfue
31:51: amante gli diceua о caro amore ldi 4bifolco. come rendete buo
“° ‘mm’ no odore difetto', ma ame , che/ono libero da que/la paßione di
fpiace grandemente il fato del nino , @l сор credo , che uen
совам. ga a gli altri . Е'l » Signor Guglielmo , rPer опа/10 uß ­
de’ Енисей
щит no i Нимф dop?! bere di maßiearun poco di pani
д r .e ii т о. т
if#e,»saiЕiï—~ëŕr per­ leuarß Маш l’odore del uino . ‹› Egli ¿il um, dißì lai? i»
Нападал“! quelpane maßicato inducefue, (y тефте
‚ rebbe di nuouo a lere. c/lcui il «Дали/5 иссояшзсЬ'ип
medico ueggendo ilfico Signore uolerleredopo ilpero,gli ricordi»,
:belpero doueua фу ilfuggello della /lomaco , ma'egliper tutto
cionon uolle reßar di lere, ßggiungendo, che когтей: un’al~
"Mohd 4 тат ‘lfm’ 5 CollРоща!“ruoi51g» Нимфа Y Í' ч `.
multiplicando il pane fipra il uino , Ладно/бриг! pane fn clie
multiplicaHe la carne . Quì il S Giouanni mutande ragio
namento,Gia!ii diffe un buon compagno ‚ il quale loauendo man
-.
iuto a cena a cuni cili conditicon тот/Нм: pepeßleuo a me~
¿a notte di [тиф теЛо il capofuori d'unafno/ira uerßi laßra
dagridò quanto piu pote` ‚И!fuoco , @Alfuoco, alla cui uoce cor
rendoi uicini ‚ Ceydimandandogli oue fuße ilfuoco ‚ rifpo/e nella
miagola , nella miagola . Hora ,ßggiunfe egli ioferito accen
vderßunfimilfuoco nella mia,merce` di que/lopaßiccio , onde Éi
ßgna , cloefenQa indugio mi[ia dato lere per eßinguerlo . Voi ‚ Нивы. l
di e la S Lelia , uolete e/linguere ilfuoco con l'olio ; Ma ef
'feudoinрифмам unagran coppa piena di uino,(’9\ tenendola in I
manofoggiunfe , `Yignora Lelia un picciol uento accende ilfuoco,
ma ungrande l'eßingueftypero deßderando io piu toßo d'eßin
guerlo , clic d`accenderlo ,mi .effimero di riceuer in patien¿a tutto
que/io calicefe len baueßi a morir difete, ilclre detto ako la ma
покуда“? tanto , chegli uennero le lagrime agli occlri, ondegli;
lo/apeua lene, clfio non poteua medicar que/la piagaЛап¿a pian
gere di dolore . Mllliora il Caualiere, rPer/ani'teìß uuole {Лёг
citar il corpoЛи cheßprouoclii ilЛифт]? uuol mangiarefn cbeß
prouoclii lafete , Cf//iuuol lerefin cließprouoclii il,pianto­, il che
_dettofece cenno ad unferuitore , cliegliportajfe del uino,C9~fenf
и си! 3
и: 1:1; в. д. 'pY \
¿a dir'altio u'otâ14fica naue . Ma il Jig. Veßafiano uolgendo#
fialla Reina ‚ Ижеpare difßaliel faualiere Kmeriti qualchepe
na , poiche eglifen@ confiderare, che que/lo e` luogo douefi 1944
procedere liberamente ‚ ha dimandato lere col cenno , (17124 6:
iiutofurtiuamente,dandoßgno di[тифda noi , (уч d'loauer
lli-spie ¿i
In nouelle
mala intentione. си! си1 il Caualiere , 10 credo , che mi fia leci ­
сошки -
l..
to dimandar 4 Бате in que/la cafa con manco rifpetto di quel che
già facejfi alla tauola dun J`ignore un certo gen tilbuomo troppe
piu mode/io di quel,cne conueniua alfue bißgno, (9 allu/o della
corte ‚ ilquale hauendofatto cenno ad un fruitore clie gli reca/ß
liere_,ecco to/lo il eruitore dar di piglio 41 uo taßarroßt acconciar
ßlo addoßonl chefattoß n'ädo alfomigl'iere a preder il uino,et 10
portàpianam e'tealg ëtilliuomo,etgli e`lo porß: come di nafcoßfot
to il tabarro, al qual atto riuolgindogli occlii i наго/141111191 ucr
803114440]?11851111740т0фж14п/Ё11/ёги1гогеГРегс11е uoi mi di
т41144/1е12еге col cenno, 10penfinche non baue/ie a carine/faim'
uedeßlu@per cio ueliiopartatoßcretamente; onde ridendo tut
ti il nie/clima Leni l`amaro calice , (уч з'аиецё 441111014 in poi a
dimandare ilnino in liuona lingua uolgare, CddaWinterprete del
cenno imparo a conoßerealie la ließa eilpremio de ueigogno/i,flj
pufillanimi . Or ‚ладит/ё egli , io non bogià dimandato 4 leere
tacitamenteper uilteì , ma pere/ie mipare 41 comprendere, che la
вар della Signora Caterina ßa сор bengouernata ‚ cheper еЛЕт
feruitonton li/ognife non un cenno.Ma la Reina non accettando
que/la ragione commandoalfeglicorreggeßë il peccato del Ьеге di
na/coß con la pena del lere un’altra uolta pale/emente. и! cui il
Caualiere,Voi Signora mifate dar i'ierefor/e perclie io cianci d'a
hun . штамм ‚ ma ui auerrtì come a quella donna ‚ 14 quale diede
mangiarepiil della/ato allafiagallinaperche[штpiugran co
за I! «l R17' О. 196
-pia ¿luana , ш'di maggiorgrojfeqa, ma lagallinaper fouerchia
grada refio in tutto di[шит/таит il .5’ig. Giouiïni,Voi par
’gian-.
lerete d’auiitaggio,et so hene,che nö ut e` ufciio di mite quel неф
‘ :Acui non die` eloquença il hergagliardo?
3V!lui‘dunquefu di nuouoprefentata la naaiepiena di nino , Ф
äìè`äi
lfïrf'n
dicendogli il Signor Hercole , шипение agouernar hene la uo
]ira naue,che talhora riorgface/le naufragio nel porto; egli rißiojë.
штаты uino,fecon o ilprouerhiomon hahhia timonemondi
meno io lo heuo nellanaue doue caccio il nafo per timone inßfat Раций:

ta maniera , ch’io/pero difaluar la naue,e'l nocchiero,Et dicen


dogli il SigGuglielmo , .Se non ui di lanimo di notar tutta la
naue ‚ partiamolafra noi due-,egli пуф, e la naueßpartißemon '
l’haure/ie идиота io, C17' cosi detto , ф inuitato il Sig. Gugliel
mo a lrere, afciugo il onda alla naue, Шdimandandogli poi la[i
gnora Francefca ßß/entiua hene,coßrifpoß, mf“ Ватт mi.­ _ _
aiuto . Щ? il Sig.Giouanni,¢/!uoi @ya me conuiene chiamar
l'aiuto di Васе/904701 che non poßiamo hauerpiii quello di Venere.
Fu poi dato here al .Signor Guglielmo , il quale appreßandoßil
hicchiero alla hocca,di e;
Et гольф” di cera alfoco torno. ь
:Allhora il Caualiere ‚ м! que/lofuoco [i uuol tornar allegra: Se ña Seite
шпага l
mente con [рамка piu to/io di uincere , che con tema efe/fir uin here loup.
n enti.
to, (whifogna adußtrji'per tempoa conuiti , perche colui ,'che
if“ non ui ha prattica , quandopoigli uien uoglia , ouero Ä/pinto da
qualche neceßita a partecipare di /imile allegreqa, egli [iper
de, @ß lajcia occuparla mente da una nuouafoma . Etpero
c onuiene entrare ne i conuiti quaß come in liattaglia , Ф con la li
ten@ del here al quanto piu copiofo dell`ufato darfor@ i 0f
` I - 3З 4
g _ c iii' в 1L jo ‚
uigore aglifpiriti,accii`i chefe[то oppreßi­ da malinconiaò da ucr
gagna , to/io ne rimangano liheri,(9~ lieti. Fit dopoi dato here al
‘S Hercole , ilquale hauendo heuuto ‚ дур. lo tengo [opinione
жжет di colui , il quale dimandato qual Vino heno/jfs piiì „шпатл
“i” “Ш" /po/e quel d`altri . „от: 14 Si nora Caterina , ¿An адепт il
uo/iro , che uoßro ¿cio ‚ ch'io мёд, il che-fia anco detto a tuttigli
altri , di che mentre tutti ne ringraziauano laßta сопела ‚ il Sig.
Giouanni diffe , ragionamentimifannocredere ‚ che noi
" Y fiamo alliuon pro uifaccia . cui la Caterina, Non ui'
атеист Sig.Giouanni,che uifaroportar la torta per here anco
ra una uolta . Et eglife arete portar la torta ‚ io'heuero ilcalice
mgm dd della рифа . Et perche ‚ diße ella г rPerche rifpo/e, ßleua di
re un ualent'huomo , che'lprimo calice idellafete ‚ ilficondo del
l’allegre<{a ‚ il ища della tentatione, e'l quarto della раки. Vi
33,33:fu lien ancoßggiun[e il ¿aualierec chi rißri'nfe que/la licen(a,di
m' cendo che la uite porca t reßrti Живи ‚ 14 prima del piacere ‚ la/e
con da dell`uhriacheeea ‚ 14 хека del dolore .- М4 14 Reina non
uolle accettar que/ieragioni afermando ‚ che la рикш ‚ (i) Ги
hriachezga non s'acqu ißano col numero de’ hiceheri , ma con la
quantita del uino , (уч che perauentura il bicchiere di coloro doue
__ uano capire un hoccale ‚ (27 non doueuano ßpere ,che per
s» _~-. з _ßnita /î uuolhere poco', @fpeßo . . cAllhora il Signor Ve
.- f 0- д; fpa/iano ‚ Signora io commendo grandemente [opinione uo ­­
a /lra , con la quale ci date a cono/cere ‚ che le [ситце degli an
tichi s'hanno ad intendere ßnamente, ст 4 mi/iirare infieme
co i loro co/lumi , altrimente/ipglierehhono infniti errori , @ß
тетрго d' pecchereolrefempreò nel troppo ritegno , амид troppa licenea ,fi
un` infermo
Фата" ш соте nella troppa licenea pecto nella corte'di Spagna un pouero
teíiil modi
‘°­ Qaualiere infermo dunagraue indi/poßtione di milea ‚ al quale
¿ria кто: 1,1
А ` ­ ­ \ l
fu donata una coppa di tamari/co, nelquallegno e ripa/la ,fi eo- 13:12и
'e
Ime diconoglifcrittori
ilain de’femplici,
ermita. I.Et eiche unahaueua
ilmedicogli occultaconfermata
uirtu` contradiquel
boc
тара que/la tartufi) lodato ch’egli beueßë-il uino'~in quella cop
'pagli cominciòafar l’amore injifatta maniera con laj'ua cop
pa , imei con laДм morte , che in quella ripoß più che nelmedi'-­
co' Лошака dellaДмfilata@ dando/ia credere д che uan
topiii beuerebbei tanto piu riceuerebbe la fuirtiì ‘del » egn'oi
eg i in poco di tempofiliberò non che da quella infermità'añada
tutti lepenedilqùjefia me china uita. ц Q.oirysignor201111112 _‘
mo con pronta@ piaeeiiole rima , @el Caualierepof
teuaiben direalla/ua morte, _ l : ‹ ’ ` -_
ё, из": ‘Pafcendo preßßngli agei colui/io, Í', 1"" ' _ @f_
--z v si. Boeiende prei'iojën col штифта. ï `
Depot' il Jignorßernardinoßceportanbere, @îïuolg'endofi al
Gaualiere , il quale, comedoueteßpe'i'e, hadebolißima uißa ,gli
diffe, S`egli e` ~uero,che non[грот bere peifettamenteß non gu
ßaprima il uino con`gli occhi, uoi „Уф. Caualierefetepriuo di' que
‚води/10 ‚ Cty uoglio credere , che[аpotreflecomprendere come noi
il uiuo colore , (ljla traßiarenàadique/lo ui'no , ançi rubino, en-v
tire/ie beuendo maggior piacere . » «Äcuiil Caualiere, Voinon
hauete, per que/lo alcun uantaggiofopradi me,perchejëuoi haue
te piů ui/la di me , io hö piu tempo di uoi, ф douete три, chev
fe la uecchieqa m`ha­diminui`toildiletto de gli occ i, m'ha tan
topiu'accrefciuto quellodella boica , con la quale io non beuoil ui
Мята l0ߢ¢€i0 , @poppin benfdpeteil prouerbio , che’l uirioe` ­'~ э
il latte de’ uecchi . willhora il Giouanniguardando la Kei
na , а lo era certo digran tempo auanti', che'l aualiere ha corti]l
Лот uißa , ma egli me ne diede ungiornoparticolar te/limonian
_ *frl

pli .Cißïjf ‘cking О


Е ,I A. ,., ¿a Мед/лупи ‚ doueeßindo идти; nelpunto chiefniua di[Ей
“ММ“ were-una lettera,ch’egli haueua richie/la a Madama la Marche
ì@Ninja patrona in fuuore d'unДед amico , ioglie la diedißihito a
leggere , acciò ih'egli „метр e'ra aßiaßdiifattione ; ma quan,
doeglime la rimette nelle mani, io la truoua-tutta di calla
ture,di `che r'e/lai marauiglio/o.Maguardandolo in iii/o, imac
ваг]? da i'fegniahegli erano rima/i, chfe li s'haueua tanto appref
fata la lettera agli occhi д che nellegger [Миша/Борта con la
punta del_naß души la harlia ‚ onde non[enea rifo d'amendue
io mi pnfia ‚фат la lettera», @degli a leuar/rlqlilnchioßro dal
na/o . сит/ют la SigJ'rance/ca dimandë al Caualiere qual co
/a egli trouaua ‚ chepiugli @_fì'ndmle la iii/la , Ct/egli ridendo ri
fpiyìgil male degli occhi, (follan/o n_on so come hauendo così de
he e ui/ia ui mettiate a ri chio difar co/ifpeßi uiaggio con la uo #nn-___*

/lra naue . Et egli , Non/apen , che i nauigantißriuolgono al


la/lella ,chegli conduce г Ma eglipar lene Signora France/ia,
che uoipen[не poco a cafimici, poi che non uifete ancora accorta,
che quando iofaccio il mio uiaggio nauale , io mi riuolgo alla luce
de’ hei uoßr’occhi,che mi raßerena la ui/la, et m’asßcura da ogni
pericoloékì il Signor Giouanni, фа!!!) noßro innamorato dee
hauer heuuto il calice della tentatione,pofiia che comincia così he
ne i rifentirß. Mafe laSigfräcefca mi uorra credere,lo dira al
до con[те come primafara ritornato di Миши cui laSig.
Häcefcada naue del S.Caualiere nöe` carica di tata malitia quà',
ta uoi mi uorreßefar credere.Ma il Caualiere, Hora m'auggo
pmu». lenenhefecondo ilprouerlrio la uerita` e`nel uino,poiche il Sig.G'io
uanni comincia hora a[coprire in unpůto i ecreti altrui, et la ua
inuidia,cö la quale триб/фата): dagli occhi della S Frei
i cefca uega un poco d’ariauf di' luce infauore della mia плюёт!
/
¿tra гада; v „t
SigGioiianni, [o nôßnpunto inuidiojö di co/ii,` lc_lie lorm'inpia
cere della S France/canon la quale sli molto 10110'‚ 0110fetegia
nier daccordo.Et come dißë ella .?E’l Sig. Giouiînißgli 11110
10 441 latojiioJ/oi non uoleie dal uoßro,ondefete me@ daccordo
fra 401,07 non reßa più altroß non 0110 uogliate uoi.' «Allliora 14
Sig.Lelia.Iofio afpettando clie tuttique/li uo/irifamorofìragiona
me'tißrißiluano in lere,et coßdetiofiì rinfrefcata la tauola d'al
tre uiuandefra le quali era la torta con diuer/ifrutiißnde la S
Caterina riiiolta al Sig.Giouäni,Eccoui diffe quel eldia ui lili pro
meßo per farui lere ancora una 40114151 egli;7’er una uolta an
cora mi darò patiëg'amafe mi coßringete a ßere dipiu, uoi mi po
trete chiamar quattro uoltefanciullo.Et miriadi/fi: la Sig.Cate
rina З 2/1 041 egli, [4000111 com`iofono due uoltefanciulli,@7 due I несем ‚ k
gli ubbrii.
110110fanciullißnogli ulioriacliinA/llhora il С44411010‚Е1 perclie ¢hi fono
due uolte Fi
non uißrelle lecito difar una uolta que/lo sfiir{o,per dar un po cinlli .
co di piacere a coß 10114 compagnia ‚ (9' rapportar uoi llionore d
hauerci uinti tutti nel bere? 011 di/JÈ il Sig.Giuanni,Voi uorre/le
cli'io liaueßi lagloria di uincerin altri nel liere,per hauer poi la
uergogna 4441 411110 4411000410. El S Нercole conferman
do l'opinione del CaualieregHorsii Sig. Giouanni,Fate 114011'am
mo, Cty ricordateui,cli’una uolta in un`anno rife Vipolloß't egli '
eÄpollo 114404414 ridere co'i denti in boccaona nongia uno/dé'
tato com'io . Et la Signora Lelia aigqandolo tuttauia ‚ Fa
telo diße almeno per ßiniteì,percliefidice, come 401ßpete ‚ 0110 41 Si tranne
più uecchi
i maggior numero di uecclii 411114014 i clie di 4000111 medici. ubbtmchi ‚
che “occhi
Е1 elfo ‚ Con queßa uo/lra 10104 non mifarete già uoi diuenir medici.

Maiematico . [Mentre рифмам fra loro il tempo intorno a


que/le piaceuoleQQe , ecco entrar un ¿Mujica , 0011 una lira 111
mano ‚ il quale dopo' 1114401, con [ouin/@uno non-o , gennaio
¿C in, О

„101110[ИепгЁшСЫкЛ/Ро/Шшй aduMthi/äma татам“?


uoltigli occhi al .Signor l/'i/paßano,G‘/fattagli` riuerenga , inter
poßr nel hafß Juana della lira il chiarocanto de` ifeguenti uedi.
. СипаиKuo/iralti honor mia uoce humile ‘ '
‘Non pui Sign ore , Íondeconuien cheztorni
cÄl mondo Orfeo col/uo diuino/lile. ~ _
rPerche ной/Ем quel , chei colli adorni Ё
Kendendoal Monferrato,itefra not'y д ' . ­
Kifßrenando i tempifloßgiornip
Voi ne l'opre di Marte a iprimi heroi’
Togliete il uanta,e’l uo/íro immortal nome
Scorre dal mar dc/itlante a i lidi Eoi.
Carlo, C!)Filippo a uoi diergrautfome,
_ Ma di piugrauia/jai carco uedere '
‘ Vi/peroafß non ancor vhianche le chiome,
g/iuoi Signorionce/Io iidi/aperc . ­
_Cотв/1101190 laterraanoi prefiriua, ` г.
Вt comegirin le cele/li sfere, . ' _ '.
V oi cori diuerßfiilahal cielo arriua
Solpotete tra noifar ch'altro еже/11110,
СЬ’аЬго Enea,ch'altra Laura immortal uiua,
А Voigiu/io, uoi clemente,('9« uoi di mille
.Signori гни/01,01): dentro alpetto _accoglia
‘Di uirtude , (9i d`honor chiarefauille.
Voi con lingua poßirntenhe di doglia
Tuo trarre logtifalmawprute 5i,che’l mondo
Com’ e il uo/irouoler uogliaai difiioglia.
. Ma poi che non mijon dal corprofondo
Sofpinti al merio rio/iro eguali accenti, _
Ío'quì `
' o: if,
«i lo qui mitaccio . (уч que/la lira afcondo»T 51“
.o Et uiconfacroimieipen/ieriardenti. je". .3. ;: ъ
il Ju dalla Reina, Cty da tutti'gli altri eonimendata Acarigua@
terina.che con queßagentil maniera haueßiîhonoratdin сад/44
l’Illu/lriß.S{гиды/14110 , ilquale s Jn cafauoßra аффикс Si
gnora Caterina trattarmicome 4 'uoipiace. _ Ma ui-raccordmche
`non hauete a pieno confeguito uo/lra intentol'perchequìßicon»
uitati lodano hene la uoce del uti/1ro цитатами афиши .te o. m'.
,dere co/a , ch’egli hahhia detta di me. „ иmila'Signora[ать 'l 'u
Jia, [o non ho apieno configuito ilmio interim ,.perch'e que/ie lodi
fino digran lunga inferiori àigradi тез-11111 uoßra Eccellëea,
сути/144104 е 1 conuitati diranno ilmailefiino.: @i la
Sig. Leli'a, [o confermo ildetto della'S [сетуете/1:11 ст
tore ha deìto тата) 1 meriti di -Eccelllg'agai maca deltiere.
.E'l SV_e/pajiano, шт confermate lamiaopinione gperche
c’egli ha detto manco del ueroJui detta la lugiaßlS Зета:
dino, Il dir máco del uero inßggetto di lodecnö. mipare che31:45
hid ada/criuere-a difetto di ueritàimajihene a difettod'ingegno
(gi шрамами/9674 11С4441195ь La отлита amica di
„414,49 quando anco ella uoleffê in alcunapartealterarla,io nö' -
eonofcoperßna in que/ía compagnia,`che ui confentißi', onde uoi - ~
Signorefareßegran torto ‚ (d ¿lei ‚ C9! a noi non accettando-per l
“еще: pergrate que/le _lodibereiche,(див/1“рпрт1е.Но›]3‚еЩ`
fi il Sig.Vefpajiano,per_cloe»la Caterinareßi'in qualcheparte
fodisfattano mi conte'terôahe tuttigli altri dianofede alleparole
deljuo Mic/icoim{т che non leßcciacredere a me,perche nö le.
pojjo credere c5 mio honormean rifpofe la ÍQinaßißigna che la
Sigßaterinaßaßdifatta interame'te, ondeperfautoritiì, ch’io
tigein queßoluogoao di/pëßnet haliìlito11.1`ig.I/iif[iafìano apoter
\
:eff l' "Í`.«B"K,. О
con honor[по accettarque/ie lodiewnclqggntinie,.etconuieneuoli
фа; meriti. [ариям il Sig.Ve/paßano,per commandamca
.to di‘cofing жутком 1101]ёге‚т1 сопящий/ё que/lo nö ba
fla,di crederanco ifhe'lnerofiabianco ; ma uipplico almenodi
direfino a termine io habbia ad acceiiar (‚ш/11 lodi . Et la
KeinaJociò rimetto algiudiciodel.Caualiere,il qualdigi. Si rac
mnta,che..Cefanfecerimettere in piedileßatue di ‘Tompeoah'e
1... 111-00- rano/lategittateaterra , Ondefu uno,che difi’e,Ceßre nel rimet
в“ cereleßatue di ‘Pompeo fortifca leДм. Et ‚то 14 Signora
Caterina adimi'tationedi Ceßere ha lodato il Signor IÓ/pafiano
per lodar fë/leßa ‚ e`lfitopropriogiudicio , onde ba/leriì che'lSig.
Ve/paftano accetti lametiì dique/le ilodi , (9i lafci l'altra meta`
alla Signora 011011114. И1111014 ill-53g. Giouanni, lo m`aueggo
,bene , che quefle lodifono rare,(9~pretiofë, che la гонитель:
di quellenonß/iniofattefi non due parting:i di олифа ne e` tocca
ta a ciaß'uno di noi una parte . e/Icui' diße la Signora France
fca , Se er auentura»hauetegran defiderio di qualche lode,io cer
.cheràiii mie caßëmifonettiiche mifiirono тертая ¿Cai-.
mimi“ 11111411-pagatofopra
ognimodoionon meunafefla,фиг-161141141?“
neferito. fl`V0`irifpofJ il 14]4‚ре1тс1ое, ma'
Giouanni ad

xi“ f“mfate,ricordare di quel feruitore ‚ che qugendoßio patroneflrac


l ciaréunfafcio di lettereJo prego a uoleig'lienedonare та quat
'tro,@dimandand0gli ilpatronea che diretto, eglißggiun
partinnidalla mia terra­ , mia madre mi’ .pregò ch’io le manda/â'
>talhora qualche lettere,ondelemanderirdi queßegia die uoi non
.ne hauetepiu bißigne . Weldir/ique/lecofeß leuarono le uiuas
.de di tauola , (y ofenda il Sig.Giouanniper bere , diffé il Саш:—
liere, .Guardate di non mettereiinbuon uino in cattiua botte,
Иcui egli, “Рифт/01]? olefin-uiglia мог/4110nella uqflra
¿Waybmfßmmaportaio lere al Hercoleńlqiiale та
‚ yìraita' col Ильин in manodißar tutto penßfo, la
gli' dimandò la cagione; onde egli , [ставшие/рот riuolgendo
` per la mente ilcoßume di quei popolii, che` dallauena dellafrart
ceßcauauanol'un l'altro-delßngue,@me/ihiandolo con uino lo
lieueuano fcamhieuolmente inржи el'amore` , diceua fra me
_ fleßo , Оfelice Hercolefe con que/lo uino pote/ii here una гос-ч ‚-
.ciola dellanguegentiledella tua donna . vieni il S Vefpafia „М ,_
_no , ldeßderilj degli aman tifono inрты; ,Crymipar di com- mum'
prendere che dopii lhauer heuuto del/uo ßngue, ui uerrehhe uo
glia di darle a here del uoßro. c/I mepaiono diße il Sigßernar
~ dino,piu auuenturatigli amanti,che togliouo, che quei, che dan ­ ”
i no ilfangucalle donne . [o non conolhi mai 'foggianß il Signor
Giouanni alcuna donnacofiliherale, che[i„нимф a dar del
ßoffangue agli amantifinca riceueredelloro . Hот} diße la
kind , contentateui ‚ Signor Hercole di here que/la uoltaß'nza
ßngue . Мифа! _ e egli , io leuofemprefenaa ßngue, merce`d’
Minor-cane me l’ à con[тяжбt la Signora Francefcaßeue
tepure, chefarete delfangue malgrado dla/imo” . ‚91431101
ualiereappregandojilaДм naue alla lioeca , Итоге, dw; la
[шт liere ,. С!) pa[citi poi del ßngue , che tronerainelfonâ di
queßa naue ; Dopoi hauendo leuutoßiggiunfi , Minore , la
janguißiga ‚ e'l ßottazp uanno delpari , Итоге non lafcia mai
l'amante infin che non gli ha cauato il cuore , La fanguißiga
non lafcia mai la carnefn che non e`piena dißngue , Il Botta(
„(о non la/iia mai la naueinfn che non e`pieno diuino, il che dn
to rinuncio la nauaw dißi il huon „зримо fuhitofurono le
' nate le tauole , (yi rendute le debitegratie a ‘Dio .
5:95: Eiliißefßeif»Weidenfeldpianura@
Sw д _ il х 'g

to hora in ine/iQU'oalietra per que/io ,- шатрами alquanto il


ioßrofaticatofpirito,`[ono eo/lretto a rompere ilflo di que/ii del­
tiragionamntiß/di dire,cliefareßle opera al mondo utilis/imol
rbi'raecagliiíß tutti " in un' uoliime, (uli ‚лапши?
in luce,percliedalla;o;ma _di e/lo conuito imparerelilvono gli
huomini adafieneiß dalle'eoo;:fioni ‚ (ша i дуэтам de’ com~
muni conuitime iquali ad altro norefattëdeuliea/corpare, et ad
„д „и, elliriac'ar/iiondeaßendonoqueifumialceruelloicbe aci'ei.'anol`iii`
'“ tellettoftjßimulanola lingua a paroleìcoiite'ntiofë‚ inсдирает
te,mordaci,dislione/le,€9~ in/olenti, riempiono Fan ima dipen
fieriaccidioßJa/iiiiuempi],inliumani,@êdliali..%e/io e` uefa
@umili mente conuito realeidoueßßioglia Podio, (niflite/le la oeniuolen
{a} (y'i'imparaagußar icibicon тетрадка ‚ @yad фит“
lalinguafenîa uaniià,ilgiuocofen(la lafciuia ,la concordia ./en
(aДаришьdottrinaДика uanagloria ь lacorteßa {гида mac
’c_biadeonopaßarefra
lclie Ь (y lrieuementeconunaiifey
'di quißtra/oela laforma de’ trattenimeitti,
deliita штифтам loro.
¿nim _Sele (фinfifadliora raccontate u'lianno recato qua1—
cliepiacerenonon dubitoalie l`altre ,cloe mi'rx'eßano a dire nonfia
no raddoppiar [мю/1:4 аптека. сиг. 0r non ui/piaccia
’di ripigliar l'lii/loria. „псы. Еfjendo/i dopo cenaßrßato/ilentio
perliuona pegau'ominciöil S Veßia/ianoeì dire. "Poco Диву
Ад me. paiono quelli , che non u/ano diligenea nel trouar modo di
fuggire la morte ‚ fü'di prolungar la uita мина loro potere i al
шрифта principalmente atte que/le piaceuoli, (у lione/2e con
uer/ationi,per meco delle quali ß tralafciano i noiofi penßeri ‚ @j
шт“; г'йу‘ощапо oltre modogli aßlittißiiriti noßri . (Per que/lo,
ab“ “и“ foggiu rife la Reina ‚ dichia mo noi ‚ che fallegreiqa ablellifce la
pelle del ту?)т t qui la S ¿uterina , [oportogrande inuidia a
quelli,
'l P“ „l к 'I' О. zo x
per coja , che uada loro di trauerß non re/iano d’e]]2rfënip`re'i me.
defimi , ne` uogliono in modo 011011110011701341):201141110011111ьл
la Signora Frâcefca, [o credo che que/la maniera di uiuere/i deh.x
ha attrihuire a mancame'nto d'inoellet’to.,parte:lic'ßrfufliiroperßne¿`
dißiiritopiglierehhono le cofe piu a cuore', Et che fa il .new , noi'.
l ueggiamogli huomini
no malinconici. dalla alfiere@i
’Diquàdiffë letterati,nato
tl Sig,G_'iouaiiniiß` che per lo piiijii> "щ?
ilprouerlzió,
che’l non ßpere nulla ¿una dolce'uita, (ушедшие ancogli 111401`
mini/penßerati non matar maifèinli'ante nêperßlémè perpiog.
gia,Cr)far comeil magnano , che tanto/Íilta ¿onlaholgeicorncfcm mm».
¿a le holge , (yin/omma hanno miglior tempo , ¿heßßnopiè
faut] . El Sig. ßernardino ‚ ‘Ter certo non hahhiamo maggior` mii-„aß
nimico della malinconia, la qualeci canale mcdólle, @layemgaŕii'ßiïfm ‘l
Года ‚ onde per henefcio della uita doureßimo qua/i Идемте di~
agire un poco meno intendentia't un poco piu/ani. eßllhoriiv laqSi . -. .i
gnora Lelia , lo uolentieri apprendereuqualcheßcreto , col quale`
mipoteßi mantenerepiu lieta di quel ch'io mi[impoi che tat 10 mi
nuoce la malinconia.¢/1cui il S Veßiaßano.. Il-rimedio ёnelle ‘n ъ _ `
mani di tutti,ma pochißimi/e neferuonoJEt quale,a'iß’ ella г Е1 ` ' mi., а?
ello, Íl cötëtarß della[144[111010 cono/io molti,foggiunfe elld, per, lliâäî'fg
uirtiì,pergraдека,“ per rohhafelicßimid vquali tuttauia non
contentano del lorofiatoge'l S.Veßia/iano,%eßi non douete chia , ....
marfelici,poi
diffe, che nonßnno d'ißerfeliciwnde che’l poeta {Идти `
nano ì
О troppofortunati i contadini,
S’hang/ier dei lor hen conofcimento. ­
Et qual co/a,di/]e ella,ci tiene lötani da que/io cono cim íto,et dal
cötítarci delleßer noß-ro?Et egli,l`iniqua cöpqratiöeperche uoi ui mj“ “'
andateparagonado co quelle божий/011012111 agiate di uoi,et io a
CC
' L Í l Ц, О l
1

quegli huomini, chefonopiu potenti dime, onde auiene che dell


continouo ci mangiamo il cuoreper nonpotergiungere a quelfe
gno , (gi non uogliamo un poco uolgerci in dietro, (y paragonarci
a quelli , che ci [то di grado inferiori, il chefefaceßimo, certa~
mente in uece di contri/farci ci rallegrereßimo con rendergratie a
‘Dio , che non ci hahhia po/ìi in quella haßeeza , @ci rauedref- 4
_" ßmo, chefe la fimiafiduoleper non hauer coda , @la/inoper
­ non hauer corna , ha molto,piu ragionedi doleißla talpa, che
. non ha occhi . Torno la Signora Leliaa dimandargli qual
\._~ сор/111}? cagione di que/ia ingiu/ia comparatione, fr] egli ‚ [l
louerchio, (y dißirdinatoappetito, 11 _quale ahhraccia molte co
r [e , ma particolarmente l`auaritia , (9i l'amhitioneJe quali ci
' ßimulano del continouo a feguire con anfietiì quelle cojo, che
non pofsiamo confeguire , сдул/д cadere nellafciagura della ce
шоь. ra ‚ la quale dolenclofid'e/ßr тонет!) ueggcndo che i mattoni
t'indurauano nelfuoco, (igittâ nellaformate, doue ß dißruße,
dal quale elfempioßamo auuertiti a uoler cono/cere 1101/Арку
‚шт “_ imparare ad aumentarle forge , ouero a diminuire l`animo no
шт?“ ßroìpclrche chi uorra una uolta aprirgli occhi, uedra` per conto
:21” 'mi dell'amhitione , che quantopiii andiamo in alto, a tanto maggior
percoßaßamoßttopoßißlper conto dell’auaritia_ßrißluerà con!!v
икания quel [Нор/91, il qual diceua, Sе tu uuoi uiuereficondo la natura,
nonрт mai ricco/n[тата dalßuerchio appetito ne ßgue la
malinconia,¿9` dalla malinconia la morte mi era et infelice.Hо
:'15:¿LUN ra io comprendo dw? ella,che m`loauetefatta una fiala perafcen
ч dereall`allegre<{a,perche tornando in dietroper ligradi,che haue
l
te {го/11,10 trouo,che perfuggir la morte hißgnafuggir la malin
conia ­, perfuggir la malinconia ‚ hifogna fuggire il jouerchio
appetito ­, perfuggir il ßucrchio appetito ‚ hifigna fuggire 14
‘il f :l К? О. los'
alacom aratione-,œf ,r ii irla ala com aratione,bi`­
Ё; conlentarg delßogagŕil cheÁcíndog s'facquißa l'allt
grega . e/iggiungeteui poi ‚ digi“ il Signor Уфа/шпал
che non ¿minor uiriu ilconferuare, che l’acquißar l'allegrq
(a , ау per conferuarla non ui e` il miglior me{odi que/la uir
tuo a conuer/atione . сАШэот la Signora Francefca ,.[ouor
rei ch`l mio conforte fugë quì ad udire queßi ragionamenti»
per potergli aggiungere ad un certo [но libro , chegli
lgiggetto di conuer atione . oA cui il Signor Giouanni , la
credo , che uorreße, cheglifugì quì piti tcglo per /iriuere fo
pra il uoßro libro , che fopra il gio . Et ella › ‘Pigliatela
come uolete, che il libro e gio ad ogni modo. Hau ena m
fno a quel punto tacciuto il Caualiere , quando , la Kei .
na gli command?) di dire alcuna cofa intorno all'allegregr
¿a , и! cui egli , ‘Non ui défi" io Signora , che farei come
quella gallina , che per egir troppo a/iiuta reßö di far oua г
Ma non ue ne marauigliate , per e la natura del Ватка
e` di non rifonare g: non quando e` uoto . Ma il Signor V¢~
lgrafiano , Non ui tirate , digi, indietro , chefappiamo, chea uoi
non mancano i ragionamenti, come non manca il canto a gli
Vßgniuoli. Et egli, S`io non cantero come gli Vggniuoli , io
gracchierö come le comacchie per non mancar dubidire in qu al
che manieraachi mi commanda . Et qui foggiunfe, lo credo, ’intende d
(empio.
cheauoi tutti [la noto il cafo di quel dottore , il quale era cosi
grauemente infermo , che :'heueua perduta la [детка della
/iia uita , ф ueggendo egli iferuitori cheportauano uia chiquà,
chi ld le ue ue/li, @altre robbe gliß accrebbe il cordoglio;ma
ueggen o poi la fimia , laquale diede dipiglio alla /ua ber
retta , W fe la pofe in capo, egli ji pre/e tanto piacere diquel
I
662
ltl ‘J [Ё I. ‘Y’ жал

{ftteiehtper'allegreeedgolirìï1‘Qiqio.wnipieiornelórídui§
йтллфю' memoria eichemifiì „титане ragibiiiefßcaci
_ del Skalfefpaßanolâalla communepr'uoua ,che Железная!
«gg-,Biggy iflromento', (olA¿riale/i"conprua lungamente 'la идеи . -' t conte
щи. chononwanohino a mortalidiuer/imodi,co iqualiprocurino que
fulfiìlutif'eraallegreägd,ionen ед pero uedere_alcun’altro più po’
.renreaeleonuiiäconipo/io шпагат, ' ш lione/in compagnia»
mieůqùe/iooiielquale iin/iсотрите i' mille 'ie/innотдела mii
`Мер/деп ¿a у lio ­dato moltopiu di nudrimento all'animo , cheal
corpo, onde comegelo/o non meno della/iilute di tutti uoi, che del
'Ila 'troia propriaoui'eßorto, @prego di cuore, che cominciamo а
штаммом c-ihalhiamo 'a'tr'ouarl domania'iena I~ f еА'cui li
`'Signiiorii Leliapŕme ’ acheдог-морщить que/ia 'medi
‘cind delllallegŕeçqa,pbiche'eominclacegiaiadaruipenßero'peŕla
‘cena di domani , di cheue т hiafmogranileniiente. ' o_/ïnqi rifpv
‘.fe egli,io cerco che „трат ordirie'înque/lopuntoper non heuer
“ui apenßire quefiaàocio ',“Ü/per/iarnreneconlaniino',
туч quieto. .Qui laîfignor'a(Tiitêrina,y Se' ßen `non potete iger r'ipie
ф, 'di ежей/да); meritate pero' ‘cle/fer -ripreß ‘di gola ‚е ‘Et egli,
Я“ vanco di que/lo i-perche'il miopenßeronon el di quel,che hal
îliamo a cenare, ma doueperМиш! andareßila Signora Fran
_ {фа , Se non meritate'deßër идёт ne' di тот i ne diga
‘e ит-ччт ila, рте almeno идёт!auaritiiipoi chefate ‘difjêgno a"an`~
I ' dar la cena`altrou'e,con diffegno di rißiarmiare il uo/lro. 'Et egli i
i¿lo non hehhi mai così gran contra/io come hora , che ho tre don*
-ne contra , le quali hanno tolto a per eguitarmi, dandomi titoli
di curioß , di goloß , (гейшам ‚ ma s'io пе piyßiufcir que/la uol
'ta con honore , non ci torno mai piu , il che detto foggiunfe, Vil
- fapete S Francefca che'queßo honore difarla cena non lo puit
v
'\

2 f J- к}?— 0. zo;
con/Éguirefi non unИо . Ma perclie io ueggo'tutti gli altri in
'tentia uolerlafare ,ioliopenßito di nonfarla, non gia pertauari
tia , maper liauer io llionoredeüireßaio il primoa cedere ‚ @y
per dar eßfempio ad altri difuggir l'amßitione , (уч di laß'iar que
lfla preminenga difar la cena a cliila uuole , altrimenti[lando \

миф: uolerla fare , niuno lafarelbe , Czyßperdereôße ilpiace


vre di que/la raunanza. deuila Reina, Eifë штата/1:5”:
‘roßil non uolerlafare, come uoißate, niuno parimente la [47:6
Jie, (9' ne eguireêl'e il тифто dißrdine.c/1llliora egli,Quan
do iopen aua dufeire delle mani di que/ie tre ninfe, ecco ’Dianai
‘cheha tiraia la rete, @nina pre/5 д Iif'iyauuiluppaio in maniera,
Ни non ui ¿'piufiampo ‚ тёсоп/‘ЪЛЬ uinto . Hora io uoglio,
replicö la Keina , clieuoigußiate ilfi'utto della uo/ira humilteì.
_Et poi clie liauete uoluto la/ciara gli altri l`lionore d’apparec-'Í~
cliiar la »cena ‚ io« intendo ,iclieglialtri lo lafcino. a uoi _, (9 che
мотки; domaniil rio/iro lio/pite, (ß noii uo/lri comitati. E'l
_S Giouanni , Fatecipure appre/larelen da cena , altrimence
que/lo uo/lro lionore reclierelle a uoi uergogna ‚ fija noi danno . t
.El Sigßernardiuo ‚ 10 .ofirei dire ‚ cbeß come quel uo/lro ’Dot
toreguarì ueggenda la con la ßaůerretta in capo, ед]? a uoi ‚
ß/iaalterato il рот) udendo la nuoua della cena , clic ci douetefa "
re . Ma il Caualiere ‚ lo non ‘meno co’l cuore cloe con la lingua
псина l'lionore ,che mi uienfatto , (17mi conßdo S Bernardi'
ufo ,-clie in ciò credereiepiii allamia femplice parola, clie alla uo
flrafal'ß opinione .'»1 Et non uorreigià iclie con limaginarui ,cli'
io ui diamaluolentieri da cena re/ia/le di uenirci , imitando co- Ёжик“
lui, clic douendofar uiaggioßette in dublioß doueße dimandar
in pre/Zito un cauallo ада compare .` Eifnalmente egli di e, Ío
non uoglio in modo alcuno domandarglielo, perclie io tengoferma
(С i
q .e i l f 't 8 к 0
epinioneah'egli me lo neghera, onde nonjolamente non uollefarê
ne la pruouamia da quell`hora in poi comincio a portargliodiofgi
[è lo tenne/Èmpreper nimico per que/ia hi¿arra opinione . Ще
ßo dettofi leuo la Reina , @fi ritiro injieme con gli ali ri пиф il
fuoco , @7 dopo l'eßerfißrhato un poco dißlentioßlla di e . rPoi
che per commun parere dipende da queßa conuerfatione il man
tenimento della no/ira „надует, io non so uedereperche in cani
hio delgiuoco dedaßlitudinefatto auanti cena , nonßdehhiafar
hora ilgiuoco della cöuerßtioneßtpiro/ara hora carico по]?ro Si
gnor Hercole di metterlo in cäpo conformeal_hel giudicio uo/iro. i
.Quì il S Giouanni , Cо]?ui dimo/ira/ìegiudicio/a nel dar cari
co del giuoco della/olitudine adun uecchio , come hauetehorafat
to nel rimettere ilgiuoco della conuer/atione adungiouine, ilque
leрта molto piu atto di me.E’l S Hercole , Egli [тыс hor:
mai' tempo , ch'ioface/ii ilgiuoco della conuerßtioneqiot che infii
ad hora per colpa di tal , che non ne ha cura ,io non faccio altro
giuoco,che quello dellaßlitudine . Mala Reina , Kiferhatepuf
re que/ii lamenti a miglior occaßone, (уч date principioalgiuocu
del qualefaranno Giudici il Signor Gioua'ni,e`l S Guglielmo,
от“, де, 0r il S Hercole,ßpotrà,dißit,ßir ungiuoco,nelquale hauremr
ciaßruno di noi ad imaginarci qualche сора ‚ la quale [ia саф
ta da due a:treinßerne congiunte, comeper eßëmpio un pcfftß
pigliajje c5 due cofe congiunte,chefono [таща Г/мтшоиde iop0
iro dire , Io ui preßnto un pefier'che anno pre/o conuer/ando
{идете
/ie l’hamo,
propo/ie @lefcai
non percio Рт? Et poiche
­finito hauremo-tutti'fatte
ilgiuoco. Ma per non qui
con
fonderci faremo hora que/ia prima parte ‚ @y poi figuirernv
il rimanente . @i s'oppofero le donne con dire , che'lgiuocv
era troppo malageuole per farlo cosi all`improuiß . Tutta:
fo r ¿a iu e. щ
ui'a il Signor lHercole diffé ‚ che mentregli`lhuomini'farehlonole
­loro propo/ie , eßìhaureliliono tempo di penßrui, Ы uokmdoß
alla Keinafiì egli il primoa dire i ' д ъ ~‘­ ­\ \
Signora , lo ui pre/into la piaga , chefanno ne i cuori de;
mortali conuerfando'injieme la башка ‚ (tjlhoneßiì cio/ira.
E'l Veßiaßano неф la Signora (uterina, lo uipreрта
la eonfußone ‚ che hanno generata conuer/ando in/ieme nel mio
petto Лимита? timo're.
E'l Sig. fBernardino uerß la Sig. Leli'a , [o uipre/into un lac
cio , che mi fecero intorno alcuore conuerßndo infieme la uo/lra
mano , ('iyla mia. 'f ~ »u
\

E’l Caaaliere uerß la Signora France/ia ‚ 10 uipreferito un


prigione preß nella rete d’oro , che compo/ero conuerßndo infie-iA
me «Amore , e i uo/lri cap elli. ­‘
Toi la Reina ner/o il Signor Нercole , Io uipre/into una pian
ta di fiori , che hannoprodotta conuerßndo in ieme la terra»
c'l Sole. = ­ l» ~ \

Ecla Signora Caterina неф il Signor Ve/pafiano ‚ Io ui'


pre/into una corona, che u’hanno tij/fitta conuer/ando in teme le
lettere tij'l’arme.
‚Еt la Sig. Lelia ucr/o il SigßernardinoJo uiprefënto un rica
me,che hanno lauorato conuer/ando infierire l'ago ‚ (I7 lafeta .
Et la Signora France/ca uer/o il Caualiere, [o ui preferito
nl'
una lettera piena de’ тег/гит ‚ che hanno compo/ia conuer/an
do in/ieme la pennen@ l’inchioßro.
щ Finita queßaparte il S.Hercole di e, “luci/là S.Giudici il
м dichiarare qual caualiere,et qual ‘Dama hahhia piti leggiadramí
te e/prego ilfito cöcettoa quali hauëdo cöferiti in teme i loro uoti ri
ßwferofDelle’Dame la Keinaße’ Caualieri ileßiaßano.àie
Г!
4
из: d' TU', l. Ц. `
‚НИМИ: Hërfolcne/lerannofuóridrlla марш;
'ngi«gpoipoicglitornfìaproporreaqueß мифами giuoco,
che cia/lunoprefintagë una со]; ,chcfugi compogadi molti , @l
cominciò .eg i adire uerfo la Sig.Caterina. ' _ _
lo uiprefento- unaghirlanda conte/la di moltifiori. т -
I'JÍlSig.Y -Bernardinouerfo la Sig. Lelia , lo ui pre/into un
tempiofdi lodi5che u’han_no câjicrato molti«Academici lllu/lrati.
El Caualiere ucr/ö la Sgßeîceßado uipreferito la mia ucc
chiaia compo/la di molt'anni. `
rPoi la S Caterina неф il Sig. Hercole, Io uipreferito la
_, mia agittionegenerata da molti uo/Zri meriti'. _ .
. Et la Sig._Lelia неф il Signor Èernardino, [o ui prt/into
l'“депешgenerata dagmo'lti trauagli'.
Et la Sig. Нимфа al Caualiere , lo uipre/intoil mele coin
po/lo dagran copia d'api. ~ , ­. .
_ :. @n il S H_ercole dimandâai Giudici' la [степи gpm
queßepropo/le, i quali diedero l’honore , alla Signora Lelimwal.
Sigtßernardinon quali rimaferofuori delgiuoco. I
_ Toi il Signor Hercolepropo/e, chegnominagiro due cofeie
quali conuerßno bene inßeme , C9» digi egliil primo.
Вт:conuer/ano in iemela uite, @'l'olmo.
ElCaualiere , Ъ’ёпе conuerßno infiemela nobiltà , Ф la ric
chegqa.- _ их. . t f- .‚ -.
Et la Signora Caterina , Ъ’епе con uerfano ingeme lo/lroppia
to ‚ e'l cieco. ч
Ei la Sig. france/ia, Bene conuerßino in/ieme ilgloriofoa'y'
l’adulatore. ‚ r- ­ Y
Et quifil dato lhonorealla Sig.Caterina , (y al Caualiere.
¿da igendo reßatigilamenfe nelgiuoco la Signora Нимфы?
à У 1! к, T о: zo;
`U`
"i S Hercole , egli dige , Hauete hora uoi Sig. Нимфа a dire
due сад , che male ­i`accordino {плате ‚ (ly diffé egli.
Male :accordano in/ieme due Signori in un regno.
. i Et ella , Male s`accordano in/ieme due riuali in una feruitu.
0rricercando egli il uoto de Giudici ,fu data la lode alla Signoi- -
ra Нимфа ‚ ф re/lii/olo il S Нercole , il qual dißè i Voi ue- q
dete,ch’io re/ìoßilo, onde e`ßnito ilgiuoco della cäuerfatione. .Quì `
la Reina riuolta a iGiudici, ef!me pare dißë, che’l Sig. Herco-i
le meritigra pena per hauerci tutti uccellati 5u` lafne delgiuoco,ill
quale/iauamo afpettando, chepigliaß: altro ui rfo. Е`1 Sig. Gio
uanni, Egli merita pena non[olamente per queßoma per non ha
uer uhidito al uoßro commandamento , il qualefu , ch’eglifacef­
j; ungiuoco di conuerfatione, in luogo.nel quale a mepare, ch`egli
hahhiafatto quello dellaßlitudine hauendolo cominciato da ot
to, (уч/Что in uno. Et la S Lelia , Egli merita anco pena per
e/jërficauatofuori della no/lra conuer/atione , come hahlia uolu
to inferire che[Бате tutti indegni dellaßialít la Sigirancefca,
‘Non gli 4е11е anco eßir perdonato queflo errore per lo pericolo
grande in che egli m'ha poßa,perchefea mefufß toccato per mia
juentura il refiar inßlitudineaome e` tocco alui,iofarei morta di
fpauento . :Äque/lo dettoßggiunfeto tutti, ch’era hene dargli'e
ne caßigo , il che udendo il Signor Hercole , lo diße cono/io hone,
ch`egli e` il uerii , che come larhore e`caduta a terra tutti le corrono мин-в
fopra con lafcurre,onde la штgli commando ‚ che_ßМм”? dal
cerchio di quella compagnia@~je neßeße ritirato in piedi ad udi
re la decretatione del[но rProceßo , il che hauendofatto,ella dißë,
Si come negli altrigiuochifi fiiole a/iringere ciafcuno della com
pagn ia a rifoluere qualche duhhio , co/i hora toccherà a noi tutti
mou ere i dulihi al S Нercole, (2:1a luiИо toccherà il carico
~ т L i n" к о
rißluerliperfidisfattione della pena,`la quale egli ha meritate-till’
mentre ch’egli con ueneuolmente rißionda alle dimande , chegli
farannofatte, фату)! a ciafcuna/ua ripe/la qualche ragione,
ci contenteremo tutti di re/lituirgli lagratia noßra, (27 accettar
lo di nuouo in quiyla compagnia . Etfe nongli da il cuore dipi
gliare que/la imprefa ‚ accetti in pace un bando per tutto que/lo
uerno dalla compagnia noßra . И cui il SigHercole , Il darmi
hando da que/ia compagnia nonjigni'fica altro , che’l darmi una
мил morte . Et con tutto che’lfar contra/lo a tanti[аfatica
ßpra lefor@ d'Hercole , nondimeno io m’eleggeri`i di ri/pondere
alle uo/lre dimande , dalle quali to/lo m`accorgeròfe’l uoßropen ­
fiero[а d'eßercitare la piet a., ii la crudeltà uerß di me , perche fe
le dimande/aranno quali richiede la deholeçca del mio pouero in
telletto , io potro comprendere , che inchiniate a re/lituirmi lagra
tia uo/lra,che co/ifcioccamente ho perduta ‚ @y fe faranno d'al
tra qualitanoßroßcuroahe hauete tuttigranfete della mia mor
te,la quale non credogia` d'hauer meritata.
35:11:32 @i la Reina comincio a dimandargli , .Qual fia quell'aequi
Шт»- /lo , che apporti danno . Et egli , Quello Уфа/ё ‚ che hora hofat
to con tutti uoi ‚ perche col mio infelicegiuoco m'hö acqui/lata la
difgratia uo/ira , perla qualeрт priuo d'ogni allegreqa.
А cui s'hab
:great ‚а- Segui la Signora Caterina ,la qualegli dimandô, QA cuifipo
ii. Í me teua direpiu lilieramente un[что , Et egli ‚ cÄd un hugiardo,
perche ridicendolo nonfara creduto.
„174513 ggf; ‘Toi la"SignoraLeliagli dimande , @al co/afußë la piu ue
“ ‘" "m" >loce di tutte . Et egli la mente , perche dißorre ogni сора in un
momento.
A che з‘аа'о
mi gli Шпик Ei la Signora Frà'cefcagli Штат/Вши!qualcofapiu s'aßomi
día.
gliafje l’inuidia , (уч egli_, c/ílla tignuola , percheji come la ti:
:QJ I' ¿l шт 9: 106
gnuola rode il legno doue nafceprima chepolla rodergli altri, cofi
l'inuidiojo rode . fly oúzêndefeßeßo prima ch`egli [ф @fender
altri. А
fPoi il SigJ7e/pafianogli dimМЫ)! qual colore dourehhe ue {тёщи
ßirßun'amanteper[ignÃ/ïcare nn’ardente , @fecreto amore. Et 22,01?“
egli , dal herrettino, perc e quel colore faßomiglia al cenere,che co
ua nafcofamente , @più uiuamente ilfuoco.
E'l Сaualieregli dimandô,.Qial cofafußepiùßmile alla mor @d „a
te . VEl* egli uolgendo/ialla Reina , Signora di e , Commanda ­ {iiiiiirßi
te alСaualiere , che mifaccia altra dimanda , perche con queßa u'
egli procura , ch'io dica cofaJa quale apporti hiaßmo alle donne,et
a me la maliuolen@ loro. и!cui la @ina , Kifpondetepure c5
ueneuolmente ,‘ [inea rifpetto , che il tuttofi piglierà ingiuoco,
onde egli, Con uoßra licen (a adunque io rtfpondo , che ‘Niuna
cola faßimiglia piu alla morte , che la donna , perche ella aguißi
della morte/egue chi lafugge , @fugge chi la chiama. .
. E'l Sig.G’uglielmogli dimando, сАqual cofafuffe pitifimile :fà: mr;
la donnait egli Villa bilancia, perche in quella partepiega , on- ““
depiu riceue.
El Signor îBernardinogli dimande,Fra tutte le со]? del mon ce," „fe
do qualifuffero le piti danno/e , Et egli , Il Fuoco , il Ma- ЕЁ}: "ù di
fre, (Ша rDonnal i.
El Sig.Giouannigli dimandf, @iai/iidditifa/fèropiuinfe t М М“
lici di tutti,Et egli,Qieicheßino ßttopo/ii a piti Signori , pere e ¿im um
` h
piu dif/icilmenteß riemponopiu/acchi , ch’unfolo .
’Por clehhe il Signor Hercole data rifpo/ia a tutti intorno
alle loro dimande , La Reina guardandolo dijjì , ch’egli po
teua allhora raueder/i come dal male ne auiene talhora il
Irene ,perche dallcßir’ egli' incorjo nella difgratia di tutti
.i

\
‘з; ~£'ÍI'">I­~K,'D
loroglie' ne rifultaua que/io honore dhauerfatto ri/ple'ndere' iljîio
alto Ёрш con 'queßegratiofi tinto/lee delle quali lo commenda
l ua,et poi col huon uolere di tuttigli altri lo richiamo alla conuer/a
er’ ‚ ` ~'
l _l .
"’ tione,et lo re/lituì nelfuo primolgradogondeglifatta riueríea alla
и. .
Reina,” ringratiatigli altri c5 humiltcì,andii a rimetterßnelfito
jeggio ‚ prefß il qualet/èdendo il Sig.Giouanniglifiacto/iii con la
‘ hocca oll’orecchia,fŕ/ßtto @ctie di parlargli infecretogli сёмга/
­, faiforte. Egli ¿doluto grandemente a tutti, @ya me inßno al
cuore la digratia uoßra. Tuttauia uoißipeteahe litfigna cheДа
то tuttißgli'uoli d'uliidienea ‚ (9' che la giußitia hahhia luogo,
Ma potete lien credere ‚ che tanto maggiore e`l'allegrezÃa , che ho
ra io[Это del uo/lro ritorno ‚ Di cio ri/êro tutti . Ma la S{епа—
ra Caterinaßggiun/e , rPoi clie'l cane ui ha morduto , egli ui uuo
lefarfie/la . Ma lafciatelo pur dire , crediate , clieglifii il
mo agridare dalli dalli,Ctya procurare la di]gratia аорта/111170
ra il Caualiere , ‘Non accade rinouarpiii le dogliepaßate , tij dol
«г.. hiamo credere ‚ che’l Sig. Hercole nonjolamente haliliia portata
‘ uolentieri 14/144 penaperfodiqfattione di noitutti ‚ ma nonglipa
rege molto /lrano deffer priuo della noßra conuerßitioneqioi che
и gli amanti parifuoi cercano lafolitudine . i Ист il Signor Her
,etch
Ainnanti idi
lettino dell! cole, Gli amantißriducono uolentieri inßlitudine non perche el
Mwah" la/ia illoro principale oggetto , maperche iui conuerßino inЛит
,i
con lamata , CHeßircitano la mente intorno ai modi _di poter ue
nire alla con „афиш della preßnga, la quale e`il lorofue . E'l
S ßernardino . Voi uifete per hora cojlituito que/lo Лиг ‚ ma
quando uifo/legiuntomon uicontentere/le ‚ (9i cerchei'e/ie dan
dar piu oltre ист/о un’altrofne. 'Ma il S Hercole fallo Iddio
c`io amo la mia donna men che hone/iamente , @fio hramo di
cauar altrofrutto dalla/iia conuerßitione, che'lcilo de gli occhi .
Феш—
¿L if Vc' к г о.’ my"
¿nu ф dell'orecchie , chefono ifuoigrating/guardi , (ijle dolcißime
­parole . @ci la Keina , rPoi che'l Signor Hercole дentra
muli hab
to in que/lo [oggetto , lo uorrei /aper da uoi Signor (aua ­ Ьппо под
- - .\ . .
gior fain
liere quali gano piu pogenti ad .acqui/lar amore nella con- дату;
uerjatione degli amanti gli occhi, ola lingua . ef! cui il °‘
Caualiere , lo non sò come il ragionar d'a'more conuenga
ad huomo , che porti addogo il peg: di fettant' anni, come
io . Ma il Signor Giouanni , vind , digi' , il ragionar
d'amore appartiene a noi uecchi , che ne ragioneremo piii ma
turamente , `Qual ragione , digi il aualiere , uifa dir que/io _?
‘сА cui egli , Non difcorre meglio delle cog: colui ,.che iii ha
fatto piu lungo habito dentro? Et egli, Ve lo credo . ‘Poi ritor
:nö il Signor Giouanni a dire, (Жоп parla piu ginamentedelle
~coge colui, che non ui ha dentro alcuno interegÈ _? [l che egli
`confermò, onde il Signor Giouanni , Eccoui adunque , che
noi uecchifiamo piti atti a ragionar d`amoredi quel , che[ia
*no i giouanni , perche-noi l’habbiamo prouato infino a guer
'rajînita , il che non ponno dir ф: ‚ i cui digegni gino tutta
ига in herba , (уч noi hora'non Дата accecaii dalla paßio
ne , come штифт eßi . Onde il Caualiere uolgendo
‘ g'alla Reina` , ‘Toi che adunque uoi me'l commandate , e'l
‘Signor Giouanni mi mette con l’auttoriteì gia gli fero
1~n`i`a i fianchi, io ui фото ‚ che molto piii gran for ­
*Qa nella conuer/atione de gli amanti hanno gli occhi, che Уйти de su
occhi.
,laflingiia , perche gli occhi no/iri malgrado di noi fciioprono
‘fuori quel, che dentro fi nii/conde, col mo/lrarß д lieti , д me
»ßi ,o benigni ‚ д generi , 5 /iupidi , д lafciui , ne` /olamen ­
te producono que/ii ogetti , ma bene [pcgo ci dimandano ‚ д
,pro'rnettono' alcuna coja , (.27 come mcgaggieridel cuore dan-l
l I B R, "O
no certi/timo figno co/iilell'amore , come dell'odio , @fanno che
fen(a parlare Дата inteßin modo , che non ci accade dulitare,
chegli occhi nonЛапа il ritratto dellanimo no/lro,et che in quelli
nii/ia ripa/lotutto l'amore.0ra/icomeque/li dannoßgno infalli
. hile de` noßrißcretiaosì la lingua ЁГАЦасьСу a/conde 1епеЛ7еНЬ
l'affetto del cuore in maniera , che non/i puo aßicurar l'aman- l
te di quel, che dica la /ua donna[т ¿a ilpegno in mano', oltre che
la lingua dice cofe ,che molte uolte afkndonoßyrß mette a rifihio
d’alterar l`animo dell'amata , douegli occhi con una continoua ri
:griddle uerenza acqui/ìano gratta , Clymercede . .Quì il Signor Herco
le , Se hen uoi/ete handito dallagio/ira , non/degnateper corte
jia , ch’io campione ineńierto uenga hora a contra/lo con uoi, (gi
ui dica.che molto piu diforga hanno per mio parere leparole , che
gli[guardi ‚ perchefe hengli occhi danno qualche indicio dell'
animo noßro ‚ non ¿pero , che non ciДаßata conceduto la lingua
in uece d`una chiaue , con la quale s`apre il ecreto del cuor noßro.
Et potete lien credere , chefegli occhifußiroßfßcienti teßimoni l
dellanimoßfarehhe contentato Socrate di riguardar/ïß negli oc 9
‚ш щ. chi quelgiouine , del cui ualore deßderando hauer «шлака ,gli
“щ diße 'Parla , accio ch'io ti cono/ca ­, n ¿accade dire , che la lingua
Да 1епелгеф hugiarda , perche uoi [ерш , che uando la lingua
uuol mentire ‚gliocchi le corrono in aiutoper darle il colore ‚ una'
mi pare di dire , chegli occhi jonopiu mentitori di quel , che[ia la
lingua , perche la lingua non ardiÍce mentireДика il con/iglie , et
­` l'aiuto degli occhi', magli occhi da loro/le/iißinno que/lo чтет.
il che/idichiara con l'efjimpio d'infiniti amanti, i quali per ope
ra d`un finto ¢Lguardo/ono/lati condotti in un laherinto derrari,
fen(apoterne maipiu ufcire . Ma il Caualiere, @ando Socra
te non h лиф cercato dißpere [Е non qualifußiroi co/ŕumidi
¿L r .c u r о. »t
quelgiouine ,gli jarehhe ba/lato difarnegiudicio dagli occhi , ne
i quali[i raffigurano le qualità dellanimo . Ma quei,ch'egli de
fideraua di cono/cere , era il difcorß, l'lfapere, il quale [i mani
feßa con la lingua sì,chepoßamo rauederci‚ che la natura ha loro
concmlë lefue uirtii proprie , фparticolari ‚ cioe` alla lingua di ri
` uelare la dottrina, l’eloquen<a , (y la prudenza; ф agli occhi di
[copriregli идёт . ipenßeri , Ciylinclinatione; il che dimo/lro ui
lili uamente l’eleuato rio/iro c/ícademico nellefiance ‚ ch'egli fcrmle
in lode de’ hegli occhi dellEccellentißima 'Donna [ßliella Gon- lůtfil u
(aga Marche/ana di ’Pefcara mia Signora , wparticolarmen- Fill?. 3:1;
te in quei due uer/i , 'm'
¿Wo/iran dolorpria che le ciglia , e'l iii/o,
Et mouon prima che le lahra il ri/o.
El Si .Hercole, [o non so come l`intendiate, ma so hene , che :mi f»
l`inßmogrado dellafcala d'amore e`il uedere,(’y« che[орт diquel .
lo ui e` ilgrado delparlare , ilquale5’acco/lapiu algodimento ­, on
de hißigna dire ‚ ch’egli ha maggiorfor@ , (17portafico maggior
ßgno damore . :A cui il Caualiere , Vt confeßo , che'lparlare Ё
il /econdo grado d'amore, maa que/lo non potete uoi afcendere
fe non per me@ del primogrado,chee` il uedete ‚ il quale e` ilfon-y­
damento , @fo/legno di quefiafcala , ф tantopiu nohile delpdf _
lare ,quanto e­ piu nohile la cagione , che l'eßetto . Et non cono
fcogia io alcuno amante così temerario , che {attenta/fe dond#
re ad ahhoccarßcon laßea donna ,/eprima non[И]; fiato inuifß
to da qualche guardo ‚ dal quale egli haue/je trattafueran ¿a di
poter andarleficuramente auanti. Fatepur conto, che la lingua
nonfa altro ufßcio , che ratificare quello , chegia hanno promeßo
gli occhi, che[то ifonti, onde deriuanoi no/iriprimi фото)/i
Оссы‘ fine.
chiamano lefue/ire del cuore ,perle quali entra amore ,ßcorne m, d., c“,

t 1
‘n
L t »n к о
hanno dim o/irato moltipoeti (дат/95, vt‘('jlaiini,ilche стужа il
Sig.Hercole,adducendo l`eßempio delfonetto Occhipiangetc,do­ Í
ue egue queluer/o. ~ U
Giiì prima hehhe per uoi l'entrata c/Jlmore.
e`l Signor Guglielmo ui aggiunß’ quell'altro. .
Et aperta la uia pergli occhi al core. ­
Eccoui adunquejoggiunfe il Caualiereicome e` uero,che l`amoroß
ueleno ß hee congli occhi'.Etficomegli occhi no/iri mirandoglitt
:u
~ fermi occhi altrui riceu ono talhora della mala qualità loro; così.
а ' L l non ci dee parere/irana сорт/ос col medeßmojëcreto di natura[i
trasferißa da un cuore all'altro l’amoroßt paßione. @MS
Guglielmo aggiunfeahe communemente i poeti nell’amorofe ri
me a/criuono la cagione delle lor pene agli асс/жгу in conferma
0 .. .. rione di que/l0 allego quel негр),
‘Da due begli occhi,che legato m`hanno.
(lj quellaltro
Quì co' hegli occhi,mi trail core.
Undefiggiunpuoconchiudere , chegliocchi[то i due [арт
ni , che ci conducono alla guerra
quella[этапам ­ i " .-' i .
d'amore , il che/i conferma con

­ Etßan col cuorpunite amhe le luci“,


Ch' a laßrada Латок mifuron duci.
_ ‘Toi c’hehhe ciò dettoJa Reinadimande al Signor Gioue'ini quel,
cheglipare/ji» di que/le contefe-,ilqual diße, Signora Io nö so dir al
tro ,ji non chefefuffero condotti innanzi al Sercole duegio
uani una dem@ l’altra muta egli,fé non m'inganno,ßlafci'erel
he piu to/io inefcare dagli occhi della muta,che dalla lingua della
cieca,quantunque ella fuße piu eloquente,che 'Demo/iene. :Aqui
l ßo/oggiunfeil Sigßernardino ‚ 10 credo che duf umanita
l fen (aquali
Q I.’ .l к T О. и,
pnea parlare[i rimirano Fun l'altro , dicano ajjaipiii cofe in
un' momento diquel,che direhhono con la lingua in un giorno.
f/Íllhora il S Veßiajiano ‚ Segliocchi hahhiano tanta uirtil.
quanta lor concedere , liifignerehhe anco dimandarne il loropare
re a que/ie Signore . 'Moni la Reina , ilo/limo che’ldfirgiudicio ‘
elel doloreappartenga più to/lo a quei , che riceuonola piaga, che
Е5
i“
щё—А at quei, che lafanno . Et egli, Seque/io tocca a quei, che jento
­no il dolore ‚ io diro chegli occhifino quelli',chefori/conogli aman
ti , il che accenno anco il foccacio con quel detto,Guardar con la
coda dell'occhio , E'lportar negli occhialtrononßtonaahe amar ricami».
miel;í"­ä.¥`­«
_an grandemente ­, onde , fe hen mi ricorda, .Monjïgnor ßemho diede
principio ad un[диет con que/leparole , `
Se lafiera ,chggifhornegli occhiporto .
Et più d'una uolta ho compreß , che gli occhi danno ardire,
ygli occhi/pauentano , gli .occhifannoguerra , gli occhifannopa».
ce , gli occhi ferißmno , gli occhi rifanano ,gli occhi ridono,in
occhi piangono , (9i perfinirla , gli occhi fcuoprono i piiì inti
mi Ест! ‚ C17 ponno tutto cio, che quliono . Et con tutto ,
ch'io creda , che’lSignor Hercolefi fia acchetato alle lienfon
date ragioni del Caualiere intorno alla pojfanea , che hanno
_ gli occhi /opra la lingua , io nondimeno non реф tacere, thea
rompere l’indurato cuore non che delle donne , ma delle più
/pietate fere , non giouano tanto i millepietofi lamenti efpre/l geen delle
fi dalla lingua, quanto una fola lagrimetta , che fcenola dagli gum'
occhi dellamante ; onde con gran gia'icio hehhe a dire chi che
ЛЁД? ‚ che la parola unge, (17 14 lagrima punge. Oh ат
qui la Signora Lelia , Voi trouerete aljai amanti , chu/ino
di piangere.. ¿A cui il Signor Guglielmo , lo uidarei mil
\ . DD
и: _ x.'e "гг'з-‚д .
le e empi ‚ (9'fragli altri quello delfamoroß Тимка, 11qua:
le [Риф iiìlagrimenberimeper amore della Ли “мифами
donna,/guuengaui,ch`egli dige ~­ „ . .
‘Р1оиотт1 amare lagrime dal mfr.
(9i altroue
‘Ter lagrime , cß'iofŕargo a mille a milf?,
(9' altroue '
Che di lagrimefonfatto ußiafy uarco»
(t) quando dlße,
lo три/2129 di lagrime ‚ tu'l/ai.
10 шт altrifonetti tutti pieni di lgrime ‚ сЬе`1роиегтоЛЁт/Ё
in uita , @in торе111111. сит/пот 11 Jignor Giouanm , Et
chi [арф Éene 11 шт ‚ egli non Беббе in mercede diga e/Íefiee
lagimepur тля/12110 ‚ lo ue'locredodvße la 5g.,Franceßa,per­
che ilfio piantonon era di ueroinnamoraw, ma di finto poeta, 11
qualpianfe con lagrime Ärncbioßro. Etper me conferita ада Si
¿nora Lelìa, che non uiДа alcuno amante , che piange , e no»
Piange per qualche штат, öaltro mal ¿occ/7i . vin¿i dige 11
`Signor Иди/14110 ‚Гс/{тати piange/empre nel eo/ßeno'delï
amata ‚ ma fella non ивой lejuelagrime поп i marauiglia , Fer
the quando fono per ufmeeila col freddo della [на crudeltà le
agghiaceiafijimpedifce loro laßradaßmentre cÍfeßono ella to
fio со1 lume , (l), col mouimento dein acci» funi le rafciuga
:ì , che non радона di/iillare . E 'l Signor Giouannŕ, [отжиг
¿o Signore , :be que/1: допито” uogliono da rрампа портр
дш. M_ ioßßa ‚ ne credere ‚ сЬг gli amanti ‚подкопа. 11/14 от be
“ ‘x ’hm ne ege tanto piùfacili alpianto , [го/214 ‚ che con abo» dan@ di la
¿rimefamio contrafare напитка ‚ ¿un deluxe .così одеть
Q, V С! к, 7 С; аи
mente , come noiÉppiamo con un medefirnofatofarfieddo, {i}
caldo. fifiigna ne,di]]ë quì la Signora Caterina , che noi me
fchine adoperi'amo le lagrime,per/atiare il terriliile humoredi uoi
altri huomini , iquali non ci datefedemiiuiracch'etate mai in
che non oiuedete bagnato il uißa'l petto di lagrime. Mllhora
il faualiere , Sefiamo terrihili da un canto,ringratiate Jddio dal
l'altro,che ci ha`fatti di così huona tempera ‚ che aduna folauo
flra lagrima ci laßiamorißagnare ilßngue , укатили 14 со
lera , perßgnificar qutflofu di uolgato quelprouerhio, Ticeio Pmudì
la pioggiafa “Лагgran uento. lo uorrei horaßpe-re ,foggiun/ë la
­Koinaaome da duecontrariecagionipoßa auenire un mede/imo
eßiettoaon cioДаchejipiange nonfolamente per dolorenna talho- _ _
ra per allegreçga. и cui il Sefpaßanoda dogliaahe natural l: „T l
mente rifrigera ,ßringe le uene, ondeßpreme lïhumidofra quel
le rinchiußiat ne uienefuoripergli occhi. 1/411’141011110 l'allegre( aLl'liggricinufßifA
(a , chefuole rijialdare, allarga leporo/ità ßehe'l chia/o »humore ‘I
leggiermen te n’efce. [o/limo , dife ilCaualiere , chepiii di que/lo
fia dfficile ilßper difiernerefe le lagrime uengano da dolomii da
allegre{¿a­,et soheneaheßno molti i qualiuДив dipiangere come
pian/eCe/are la morte di rPompe~o,et соте piangono ißglia/lri 14
morte della matrignaTanto ¿dißi la Keinaaheuoi tutti1611111
dete,chegli occhi hahhianoforQa principale ad accendere amore.
El Caualiere , И те pare,che due e/Jmanti guardandoß l'un
l'altro con diletto accendano cosi il uoco,come [accendono infie
me la pietrafocaia,e'lfacilitó`i lienefiggiunß’ il Sercole,ma
gli occhi della dona/onopiu рафии,“ uincono di uirtu il Sole, er
che nonßelamente ahhaglianoma accecanoquegli occhi`,che li mi
ranocÄllhora il Caualiere , rTer que/lofu ungentileЯлта: 5525133
chefece dipingere Venere addormentata con que/i’i цветет “тет“
DD 2
„ß _ v L ‚г. g.; sa Ringo l
l А Non ri/iiegliar la'“Deaahegli тогда; т ­ ­~ l а '
aprendo motor chiuderà i tuoi . ` '
мы ять Dite poi ,aggiunfe il Sig. Hereole,lagran forza ,. che hannoad
accender fuoco gli occhi neri. E’l fanaliere , Gli occhi neri fono
fra noi piu` commendati , (у tali[idice, ch'erano quelli di Vene
re,nondimenofragli oltramontani hanno ilprimo'luegogliocchi
grigi eue. a¿_urri,@cile/fruqualijcriue Homeroch'eranoquelli 411’1’4114
de. Е'l S Giouanni , rDit un colore all`altropoco importa pui
chegli occhifacciano il lor diritto ufßcio . Maß’come ellende т
li danno [ingolar ornamentoalcorpo, cosi i hiechi, (уч[1та1ипа11
[то difeliceuoli . Tuitauia ëpoi anco maggiore di/gretia di chic`
man cheuole dun’occhio . Villhora il Signor Èernardino , Ol
tre la dijgratia d'un lofco tale ‚ egli non merita anco tanto, come
за???“ «f quelli , c'hanno amendue gli occhiisfegli e` uero quei,cheßraccow
` ta dun pouer`huomo , a cuifu cauato un'occhiofacendo qui/lio
, ne , il quale hauendo/pofata una donna gia concuhina dungen
’ tilhuoino,(9~ effendo uenuto ungiorno a parole con lei, la тоги;
gio, che nongli hauefje data la uirginita con la doiega cui ella dif
fe , che non conueniua una donna interau: colui, che non haueiia
intera la uißa'ff] replicando egli, que/lo mi e` литию da mieini "
mici , ellafoggiun e , о) queßo a me dagliamici . Quì la Kei
na diffeahe hormai fera ragionato a haßan ¿a degli ф‘ёт amo
ro i, che nafcono dagli occhi. ¿14a poi che non [i nega , che la lin
gua non hahhia anco eßagran „то ‚ uoleuaaheß ne[асе/1? pari
mente un poco di difcorßi , (cy di cio ne diede particolar carico il
Sig.Guglielmo,il quale акты? dall`autorita del S chpajio
no , (Ы dal Caualiere io nonfufli a/lretto a credere, chegli occhi
hm dem fino il prin cipal me@ , col quale s acqui/la (29 grazia , (‚ч amo
щва- re , io direi che [от la lingua ‚ la quale eßendo goueiiiatß
a, »mi n r n, 2ii
dallofpirito damore, opera miracolo/iqßêtti, @ffii haie fpeßo
mutar penßero , (gdmgarlapropria uolonta,perche`ella truoua
a luogo , (д tempo certi ßllogifmi così inuincihili , фора—Ишь
non ui/aprehhe contradire. y Et tutttrchïllafunrideffoggetti d'
amore hahhia granfor@ , jicome ne dime/iraparticolarmente
l'tßèmPÍO ' ` ‘_i V :v- « .. - . ‘ и
~ А '

,-­ ,.‘ÍD'e/ílcihiade, сыр/‚3415 vitena . ­ 15'., . Í :


' ь. Cqmefilfuopiacer uolfe,(9~ riuolßt- ‘_ 'i-‘z- '.1.; ‚и L.
Con dolcelingua.' ,i 1.2;“ 1 .<-~­ _
‘Nondimeno ella ha piu»S`iyom,Wpoßn{a nella­ conuer/ittio "f = o
ne итого/амида quale Итоге]?diletta difare due contrari] ef di‘_ Авт п
nelir du
_fettuperche alcuna uolta/oggierifceil cornucopia adamanteao ­ ч'ш
medimo/iroquelpoeta,che dißë. `
2кышГасопёоЦ/асеае/з'тотм - ,i un’. ­ 2.
e'lpoetano/lrœdictndo »alia-t.“ ‘fix '­ vinti; "i _' z
м. ç“áèia'ndfioifodo arlai'fidolcemente,l - ~ С1 i 7,
~. ' ~ ъ Соте e/Imor proprio afuoi feguaci inßilla.“
,alcuna uoltapoi mette unmorfo
_ .
in
_
hocca'all'amante
_ _
sialic non ametro ß di
puo formarparola,comeilpoeta dime/iro in quei шаг/5 y 13?" шт
0- ~' ч Solamente quelnodo, i ^ п 'E : g к:
Chl-Amor circonda a la mia lingua quando, '- ‚ i
Et quel,che/iegue.ll4a come[ißaaion e` menograta nel conuer~
fare una lingua tremante,ch’unaßancaperchefë que/ia comme
ue in uirtii delle efficaci parole,quella.commoue con un tacitofe
gno di riuerenам]difoprahondan'ïa d'aßettoŕ]ora allincon»
tro i confideri quantoрты ad accéder l'amante la lingua del
l’amata,le cui parole quantunque amara@fdegn ofen? co/iretto
ariceuereper dalen@pieto/efNon ui dico poi comeЛапа poßen
ti quando fono accompagn ate da qualche fegno damore , poi
‘D D 3
~rrfn\1\.0 »-f.
che lo dime/iro chiaramente ilpoeta dicendo
Et ßl quanto ellaparla loopenwtregua.
штат i c
Oime 11farlaraloiognkffmo ingegnoify'jïero
'f " ­­ ­Faceua bunule. : ъ `
Et netamente nonfi puo deßderarepifißaue armonia delle pa
role ßen confderate , le uali uengono dall’oi;gano d`una ualorofa
4011114 ‚ 4114 cui lingua 111004 degnamente 0011/ecrare quel uerfo
r/Iccorta ‚ hone/la 1 humil , dolcefauella.
gj, :mnd 10faro quipunto. Et percbe nella conuerßtione adoptanogli
1;“ Ёж amanti lalingua in 440 modiper acquißargratia, Фfauoreil
prima de' quali тир/10 nel ladar l’amata ‚ ilfecondo nel raccon
tarle proprie paßioni ‚ 10 lafcierô ‚ che 14 Reina 414 ueßo carico
4 рефи4р1й atta 41 me ‚ Ф m’aecon'cierò 44 udire 10 opinioni 41
trui. rPiacquepoi 4114 Юта 41 commandare , che cia cuna di
¿if Ml' ceße quel ‚ cbeglipareua della 41114 delle lodi, onde 115131101- 1111
114141110; 10 credo, che tutte le lodi, lequali umgono date alle
donne fiano accettate per care, Фри uere mentre :tengano 441
loro amanti, percbe ßdanno 4 credere, cb'eßi non 114410110
no pigliata Гирей 41 feruirle ‚' fe non le conofcegero (т
¿elle , Ф ¿ratio/e , Фдетдьоч bone/le, Ф qualiejfe le 41
fingono. V! cui 14 Keina, @elle , cÍoe Рта 104410 44gli
amanti cl'looneßà ‚ fanno molto ¿ene поп/014140111: 44 40
cettar que/la 1040 ‚ ma a crederla ‚ Ф 4 fare ‚ cifalcri 14
creda ‚ Ф tenga per indußitata . Ma non 1040314 quel
le , che [1 lafciano dare 44 intendere, 01): [14110 immortali,
(9 4141110. „111194411 Signor ИЛИ/1440 › Итоге non 111
¿figlia come i caualli , Ф pero non e` 44 marauigliaigßfetrß'
jfzorca gli amanti in que/ta ‚111101113 41 parlare ‚ la quale per@
Q, I’ J. к, т 0. x и.
dee eßer loro меда, pofcia che non-procede da 444141194: fr
ma da [тента ‚ о ecceßiuo amore . НЕЁ-Вт @ra- ¿i ¿lm
[portar da douero drße il Caualiere д Acolui ¿elvead'una let
tera d'amore fece que/lo /oprafcritto ‚ Milla 'faora Mae/la
della Reina del mio cuore [empre off-eruandißinia .f . Mail
.$ng Giouanni , Fu ¿en tanto più ritenutocolui ‚ il'
le fcriuendo 44 ' una джемом, Ф р41т41311451’14411: 571;=;1‘7;,;3
titolo-dlllu/lre troppo ‚ ‚144441414; Molto "‘“’°’“ "’
fcafu/ß poco Q piglio un termine di A'new ‚ (ty le e-E'dlé
la qua/ì Illußre. @cie/te , dijje 14 Signora Caterina ‚ nonnii ‚
рт già 141111464рутдёпгшоремсоифачтш, mafcoßfat
ti errori [то per mio giudicio cagionati piu to/lo da ‘ignoran-'1`
(a , clie da amore t `5011credo io ancora ¿diße 11 Signor; ngliel
mo . (29 m'aaeggo', chequcflogratio/o fcrittore¿Mira delpari :mmm
col meßaggiero duna certa communica del Monferra ­ 2313112?
и; il „лифт. mandato a far preferiti ad uno 11175614
le in 411е/1401114 ‚ (9° dicendogli ego ‚ Kingratiate quella
communitcì per parte mia , Cty ditele; che fi uaglia 41 mene
‚ЯМ/Эту rißrofe Сosi faccia Voßrajignoria della Signora com
munita , laquale ui [ай [empre ¿nona forella . Ma laKeina
ritornando al [Едет delle lodi ‚ [то molti , ßggiunß, che
nel lodar alrrilriaßmano fe /leßi ‚ Etper cio uorrei Signor Ca-l
ualiere ‚ сЬе hora ci dice/le il modo ‚ che [1 1:4 4 /erbare nel ’
lodar conueneuolmente le per/one . Et egli ‚ ‘Due [то 1 ¿Fiumi
modi di lodar le per/one, l`uno confi/le nel dare il [mono , l'- Wam' l
altro nel torre il cattiua. Si 44 11 Ьиопо quando fi rac
contano le qualità degne di lode ‚ соте s'io dirò ( (уч dirò il
nero) Voi ßte'un’efß:`mpio di belleççalyrdlromßà . .Yi to­-‘
glie 11 cattiuo quando io perlodarui di mode/lia , (71 digranata,
D rD 4
дн .L *IJ-18.» д, о
diro, che поп/111 licentiofa ‚13411411441100144011440’11011111‘0
freien104Mo' ` шутит -‹
дм; »il :Eccaa имидже-‚111004440 Ч :‚ о м .'v, sfr. ­
- _ï
' ' д: штатами/114111. чутких Ц
‘n- с‘ к Né larme пси/41.41? lala'ttaglia. ‘ „1
thueßimedeßniimodi{фиатаatico-,nel lia/imm‚ perche
:mïîlff nole {Катай/714114411ии11112144впп41144/Епт41щп1
"‘ dm" impcrjiattioniïfcendii, chfellahaueua ere-dentiafe тред/111per.
todicic'alii.,A Иго/де formicmlafiionte-.cre/pa», щит ‘di tela
diragnonlcantodi тяж/йод 1'04оге411ессо‚- .fù poi 111141
tropoeta„,iilquale liaßmpidouiiîaltralrruttai'ldleûö alcuneper
fìmudńíllœbd@ а .mq гьт: inkt-.225159, i@ „щ ч `i1 um., .
\ \

‘ _, `д` i¿ÍÑffi'ff'lteieel@ffîeà,1.‘i;:„i "n

l ‘Or _tornando ille lodi ,> lifògna oltre alla щади(a di' que/li
due 111041‚;4ш141511е _di unoniso'nfondere le lodi ‚ ma» accoppiar
le inßeme congiudicio; con ordi'nediß'endendo da quelle , che
appartengono allanimo a quelle del стражу poi a quelle del/apn
mi ¿i Gio tuna,come s`io diroper ejjempioJ/oi honoratdfa Signora,ui pote
Ё‘" 3“ te chiamar glorioßi al mondo. , pofcia che ha la natura arricchita
14 perfona uo/lra di quei tefori di helleqa ‘, de’ qualifono pouere
quelle,chefra noi[i chiamamo hellefNella uo/lra ampiafröte 111
’ 'y 'l " ripa/lo ilfeggio dellagrandeQQa . Wegliocchi ha acceßo un cosi
il' n
dolce,et temperatofuocoiche tiene ri/lretti i cuori altruifra la/pt
ran <a,e’l timore.‘Nelleguancie ha infuß un co/ifrefco humore,
Wuna così chiara helleççanhe non hanno 11 ogno di torre in pre
fiito dallarte ifnti colorifNiifi ёpunto[cordata 41 dare 1111111
шт ordinato numero di candidi/âmeperle in guardia alla uo
ц r .l RJ' о. zeg'
/ira picciola bocca fregiata di pretioßcoralli , шper ornamento
di coli pellegrine детке ui ha po/ìo in capo quelle bionde.
lunghe@ copiofe chiome, otto' le. quali comeрта un uelo i'hah
hiano lungamentea conßruare lEt percheДано meglio rimi
rate , (глисте ‚ 1е ha collocateМат un’alta , (lj hen propor
tionata colonna, uoglio dire la henformata per/ima uoßra, la
quale o fifermi о[i muoua ‚fpiega intorno infiniti raggi di gra
tia. Ma confiderando , che de i при [i lafciano fuori le co
ßmen care, @ifi ripongono lepiiìfpretio/e nei luoghi piu inti
mi, (wfecreti ‚ ella ha` nel uoßro hel tempio rinchiuß un'ani
ma diuota , (l) ch'rißiana ., laquale come un Soleßiiegafuo
ri'per le fine/ire degli occhi lucidifsimi /pecchi d'hone/id, Ф
di manßietudine , fd per la fronte alti pen/ieri d'honore , @y
perla 4lingua una {рифме ргидепм ‚ @luna inuincihile elo«
quenga , Ф hrieuemente que/io Sole [опа еЛЕг ingomhrato
da alcuni nuuoli di leggiereeea, о di jimulatione ‚ а d’am
hitione ‚ ma tutto puro , (27 ßereno tralucefuori del tempio»
(d col fue fantafuoco 'con/uma i terreni aßetti delle no/lre
menti . .Quel chedi uoiJfinalmente apporta marauiglia al mon
doe", che quantunque alhergliino di radola uirtii , (уч lafor- ­
tuna infieme, nondimeno hannofatta tra loro compagniaper
la/ciar a noiunfopra naturale e/jempio , con cio/ia eofa , cheper
nohilta di/angue ‚ perfacultcì terrene , (lj per felicità di ma
trimonio , (d per altre auenture non mi lafciate mentire del
titolo, che meritamente ui ho dato diglorioß . Et contut
to.che a uoi non re/laffe quafi altro che piu denderare , ecco
che per compimento della uo/lra gloria /eie hora fenga punto
penßrui, арф 41 grado di Reina ‚ (27 fatta degna di com
mandare non che alle priuate per/one , maai ‘Prencipi i/ìeßi .
i' L I 3 к, 0
Et perche le uoßre lodi non meritano dejjêr raccontate cojial _t
.sfuggita , ma richiedono (27 luogo , (zy tempo piti conueneuole, it
non cejfando mai di lodarui col cuore , pongo qui fine con la
apron. mi, lingua alle uo/lre tnfinite lodi. c/Illhora la Reina , ‘Poire/leho
ЁЖ.“ ra S Caualiere aggiungere al numero delle lodi , che nihaue
te date lagranpatiença , ch'io ho u/ata nel laßiar ,fogare alla uo
ßra lingua que/ia ardente uoglia , che haueuate di lodarmi ‚ la
quale non ho uoluta interromperemon perche io preßmeßi ,clit
mifußiro douute que/le lodi', ma per la#tare , che uoi confe
. guiße la lode,alla quale afpirauate difaperfar apparere quel che
non Ё, il che hauendo uoi confeguito , nonpo o per la parte miafe
non lodarui . @i il Signor утилит ‚ Signora , di e, e'l [а
ualiere haueßl: uolutofar parere quel , che non ti, hau rehhe dit.
to mal di uoi , della quale non ß puo dir altro, che hene , @si
che que/ie Dame diranno il mede/imo . и!cui la SignoraCa
terina ‚ lo come la piu uecchia confermo in nome di tutte,qu
che ha detto il Cauali'ere. Egli mi parrehhe coßgiußa,foggiunfe
il Signor 2ernardino , che que/l'altre donne non reßaßero digiti
ne delle loro dehite laudi . dll/tara il Stgnor Guglielmo , lo non
quliogia dire dipoter degnamente lodare que/le ualorofe don
ne , ma almeno io mi cauerò hor hora dalcuore alcune lodi qua- `
li ellefifiano per conficrarle al loro nome . Et co/idettoßpofe la
mano in[оном truffefuori alcuni il/Iadrigali,ch'egli haueua crit
ti a cafa fua in lode del Signor Vefpaßano , (y delle donne con
diß'êgno difarneloro dono. Etprimieramenteprefentò que/io al
la Юта.
c/llla SigGiouanna
Occhiß'reni, angeliche parole ,
Юрpien di dolсеки,
_q r .x к т 0. uq
ifa"ì.,
05
га: &41[Ёт5141110‚ natural ¿ellezga ,
Gratia/ceße 441 0101 ‚ raro intelletto ‚
Cor non [11110 ‚ реп/111114111, hone/li,
.Qluamo ornate 4 Giouanna il utf: , e'lpetto.
Et quantofete рте/11
И 441 mille martiri,
E trar' de l'alme altrui mille/offiri.
c/sflla S Lelia .
Non 1744114for@ Minore 1
Se nongli de/le uoi l'arme ‚ (071414110; _
Voßr’occltifono o Lelia i[Чей/11411 ‚
Сon cui[1401far ne i corpiaghe mortali;
La814114191 14 1011440,[1110 11 laccio.
Onde/lringe lagioia col martire.
[l dolce ri о e` il uoco ‚
Et l'loone/lade ilghiaccio,
Сон cui l`alme di/lrugge aPoco a Poco.
S14/21 dunque ilfanciullo ‚ ф con ragione
Cbiamo di tanti mal uoila cagione.
_ villa J`ig .Caterina.
Se ¿en 111041410 111 eti/ta
Caterina 41/14141 1701 041194 1101.
111 lieta compagnia,
,Quìgiâ nonßte 401 3
7010110 regna dal mondo ogn`bor 41 iunto
Voßro 44д01100Л91110 4 РФ congiunto,
Onde per queßa 414
ТсЛЁп4о in terra a noifigiu/lo inganno',
Teífete in cielo a uoifelicefcanno.
у3 L "1_," B 1L О
c/ílla S lçìtaricefcaY ''
francefca in pace io мэр/1111— la pena, . ' “не V ~
Che mi dan l’injïmte `. › . "
Gratie,ch’ogn’ltordaluifih .
Da lafronteferena, d ' '
'Dal racer, dalparlar e/con ‚ 441 riß, ‘ ~ г
Е: 44 begli occlti uo/lrtfuor:­ Madite ,-.Èï -.: L".
Terch'iononpiglierrore.'__ . .
Que/leßngratie uo/lre, ориг ага/121401812. Ё - Í .Í`
c/IlSig.Ve/Íraßano. ьд ‘ »L ma' '
`éèteße donne leggiadre ‚ .A
Chedeluo/iroualore i -.­ ­ ‘. ‚.
Vdito il chiarogrido kanji/¿uente к 211 ».j ~ 1. д
Mentrefcorre/Íefranemiclocдядей: : ` . ’_ ~ 'ì i
Hor , che ueggonfra lor uoi dolcemente»l ­ ' '. ..
Et con benignoaßretto ‚- ~ " ‘
Spender in pace l'ltore,
In 4111610flan fel nome adloonararui
’Deggian di Gieue ‚ ofc dill/1arte darui.
Tutti que/li Madrigalifurono letti per commandam тю
della Reina dal LSignor Hercole , (уч dopo legere ßata commen
data non meno l'arte,cl:e l'aßettione dell`autore,foggiunß ego
J`ignor Hercole , форе lodi deono ragioneuolmente 439441
re a cui toccano, Poi che Кто date non meno can uerita , :be
con leggiadria . .­ QA cui il Signor Giouanm ‚ ‘Non /empre
@gradi/cono le lodi quantunque uere , (91 leggiadre , il che
:tipo/jo dimo/Írare con due тёти хоп/111443310. @labrado
me/lico , con cio/ia che non piacque alla lepre la lode, Cloe le
diede 14 трет pre/enea del Lupo dicendo, che la Дм came
87'4
‘ _Q V ví 1L T о. sx5
’eraf oltre »iodograta'alguflo , @ldilicata», piacque al @lua
lier no/lro la lode , cheglifu data pocofa d'hauer` meritato pei la
ua humilta l’honore dhauerci a preparar domani. Истцу
Quì commandii la Keiiea , che ß ponmleßne al [ездит delle
lodi , фри/Ё”? allaltro capo appartenente alla lingua, il quae»
le gial fera detto , che conßßeua nel raccontar lepropriepaßioni,
onde il Signor ‘Bernardino ‚ Gran for@ , di e; , hala'lingua nql
raccontar Iepaßioniamoroß’ , perche quantunque' la donna ¿non -
fa punto inclinata allumante ‚ non г‘ pero , chi non le dißiaccid,
(y nonji commoua quando cono/ie , che lamante pati/ce', oltre
che dalla conofcen ¿a di que/la paßione uiene ad aßicurarfi` non
meno delgrande amore , ch'egli le porta, che dellefue proprie hel
legge ,_lequalife non[идётgrandimon-cau/Érehhon'o tanto`cor­ „(н L ~ __
glio me'. tanta patien ¿a nellamante. Ma il S Guglielmo
glifi oppoß dicendo , [o duhito Sig'Jiernardino , che non inßignia s, mm,
faccia bene,
te allumantea >medicarfi a rouefcio, perche iotruouo, che’lf_ar этаж;
que/li lamenti ‚ e’l raccontar queße paßionialle donne, olefa in- magix-i
ßperlire ‚ Ciyincrudelire dauantaggio , ii lefdegna ‚ Cf/ ritira piti
in dietro ,il che e`poi cagione , che per una penafe neßntono mil
le . Et uolete uoi chiarir'ui di queßo? :Andate alTetrarca
gran mae/iro d’amore,(9~ uedete quel,chegli dice,
Giunto m’ ha cA'morfra hella@ crude hraccia,
Che m’ancidono a torto , (27 ­fio mi doglio,
ч 'Doppia il martire , onde pur com`io/oglio
Il meglio e` ch'io mi mora amando , (9i taccia.
Et ¿o hen io , che l’aprir la hocca , e'l manife/lar la [Ем doglia ha
fattogran danno a molt’altri,iquali huon per loro haneíßiro tac
ciuto; òuoi mi direte, Èißigna pure a chi uuol trouar compiДоп e,
(zj rimedio , [coprire la piaga al medico . Et io ui rifpoiia'o , che
т ­ L t 's к 'e
lo[lar itgri'dar'e,l @far il morto innan¿i aduna donna non ielì
tro , chefaßidirla , (уч importunarla ‚ (уч che non ui e` il miglior
rimedio per guarire ,che il tacere amando,perche que/loiargo-i
mento di mode/lia , di patiença ‚ 414фте<<м (214124411
ta,con cheß rompe il diamante delledonne, lequali hannolot
giudicio di conofcere il uoßro male , @y di darui il rimedio
quando ßtriì il tempo , су quando ue ne cono/ceranno meri
“пом/Зим chefacciate il {пе/отпорю? l’importuno. Et
hrieuemente , in materia damore chi tace parla ‚ onde
ilpoeta,
La doglia mia,la qual tacend'iogrido.
‚пиано. Et fapete il commun prouerhio , chi hen [Ерш ‚ (9 tacean'ii
dimanda . и!cui il Signor Guglielmo . си!mepare, cheque-`
gli amanti , i quali col tacere hanno acqui/Íatagratia , @mer
cede , ßano/latipiu auenturati , che[ша , ò/i/iano ahhattutio
donna dipoco/pirito; perche io non cono/co alcuna donna ualore
[4 ‚ che non ßreccajfi a uergogna dipre/lar alcun rimedio,(9‘
fauore all'amantefenga efeme non che una uolta , ma mille,
(ey caldamente richie/la . Et con tutto ch’ella cono/canin
l’amante tacendo ußatto di афишка i d'humilta , come
uoi dite , nendimeo ella fla a/pettando , che alla ­)ineß lafci
intendere , Et s`egli non adopera a luogo , (уч tempo la liii«
gua ‚ CIV/e ne [la in contegno, ella ji /degna , с: ßnelui
la, Ф 10 tratta da fciocco , (7 44 poco,fi come egli merita',
ne' mai mo/lrera , ­fella ha giudicio , di piegare a [40161111
deru' , [e prima non le fono chiaramente e/presfi , altrimenti
ßrehhe un’auuilire je Дот: ‚ ф mettere in poca riputationelln
nare delle donne ‚ 1е quali deono afpettare dii/ler pregate @Mi-
„Q 7 .l 1L Т 0. и:
plicate . Et fëhen danno ripulja alle querele, W ai lamenti :5:2:
amoroß, (‚у fene mo/lrano e/ìeriormente fdegnofnhannopero Wt“
tacitamente a caro defIÈre tuttauia richieße , ne`accade mai, che
l'amante duliiti d'eßer tenuto prefuntuofo , importuno , an
(i hifogna , ch’egli paßi per que/ia /lrada , @ßrifolueb ch'ella
`fnalmente uorra` mo/Írare , che uinta da que/ia ficcagine"
e`ßata co/iretta a cedere ­, il che ella a` con piti riputatione,dan­
d0 a conofcere , che s'ella e` ßata cacciata, ha fèmprefuggito
#i fin che ha potuto ‚ (уч/ас ¿ßata colta piti per лопотал, che
per propria uolonteì , dalche anco ne auerrii , ch'ella para con
piu feruere amata , (2y fieruita da lui ­, perche come Дот,
ci fino ßmpre piu` care quelle cofe , che acqui/itam@ con ße
dore ,che quelle, chefuori della no/irafperanzg ci porge lafor
tuna. ln ßmma le donne ßimano [empre piti gli amanti',
che le pregano, che quellii quali ßanno uanamente длани”
do ‚ ch'elle figettino giu dalle fue/ire per ßlutar loro in hrac
cie , dal che potete rauederui , che'l uoßro prouerhio, chi hen ._
ferne , Ф tace , e' rihuttato da quell’altro prouerhio , cheper „от
dimandar non ß perde nulla . Et fe que/ie Signore uor­-A
ranno dire il uero ,io so henea qual`di noi due daranno il tortofo
pra que/ia гетер . @à le donne ßguardauano l'una l'altra
ridendo,quando la Reina , lo credo,dif]e,che haurete torto amen
due,perche preßo alle donne hone/le gliamanti nonfanno alcun
frutto ne` parlandome' tacendo . Et la Signora Caterina, Vera-J
mente ono degni piu to/lo di rifo , che di compafí'ione que/ii inna
moratigifß, che con то; угощая}, (уч con lamenti contraj;
atti uoglionofar credere , chefiano morti . [o uedrei pure uo
lentieriJiiggiunßa la Signora Lelia, il Sig. Hercole noßrofar un
lamento d'amore innanLi alla Дм donna ,perche non pojjo cre
' тi L 1 г в. o ‚
.' . ‚ " ' dere,ch`egli non rapprefentafje lione il ritratto dunainnamorato:
` " “'­ 'l Et la S Franceßa uolgendoß alla 'Quia , Signora , Je uoigli'
toininandato, eh’e¿rlifaccia qualche lamento amorofo , egli' рай
perauentura il piu Матерым, che hahhi'ate hauuto que/ia
fera. @eßa-propiqlafufeeondata dalu'oto di tutti, onde la Kei
na commandii al Hercole ,the {imagina/je ‚ che la Signora
Lelia fußela [на donna ‚ (уч {шита a lei рогу”? una querela
d, damore ."­ Egli adunque leuatajïla herretta dicapo ‚ @haciata
hmmm
amore. la mano alla Signora [elia ,così le diße ‚в vn/luoi hellißima an
lgela delparadiß, Muni miracolo del mondo ‚ e/íuoi' mia ui
ta, 'and и uoi mia morte non мидий/орт le mieganihe, che
hormai non jipuöpiii ищет in piedi que/lo mifero cammina/ono
côdotto[бра iltrionfalcarro d'e/Ímoread annuntiarui con que
fla tremante , Ф dehole uoce , @i con арфа роса di дата ‚
che m`auan{Мити uicina morte,la quale non m’haurehhe col
to'in su laprima uera de'mieiannuquando io non haue/ii datafe
папино. de a quel'frouerhio , eheglifia meglio effet martire , che confeßi
i i.. ..‹. re,perciö che hora 'io cono/Eo , eh'iofono/lato micidialedi me me
` definimper noie hauer maipre/o ardiredi confeßarui la mortalpia
a ‚ che mi ecero nel cuore'ihei uoßr’ occhi nel готам/асßfece in
` ”гад C(т?) dellanno millecinquecento Идиta/ette, alli quin
dici di Zl/Ia io,` doué io apprit/ï a сто/Зет quanto ß aßicuri il
giudicio deg ihuominiper me@ de’fiaragoni ,perche ißëndo qui
ui ungran numero didonne,allequali арт il cielo Мемфис;
digratie ‚ (yi dil hellegie ‚ i'o ‚тот nel tio/iro ui/ö'tanta eccellen
¿ag di' helleqeftydigratiefopra l'altre donne, chïo dißi, Ес—
co un Solofra leтайфуна/м;lßihito, chea uoi degnamentefi
conueni/Íe quel detto,
“Выйду/Эле.
O¢gn’al­­A
_ Q, V ve к т о. 'u1
' « k Ogn'altro lume doue il uo/lrofplende. '
Et con tutto ch'io mifentißegiàferito da un pungente /lralel che
. mifu auentato da un uoßrogratio/ofàuardo ‚ io nondimeng mi
»diedi a credere 41 potermene ancora ufcire dalle uo/lre mani.Ma
quandopoi
l душ hehherogratia
parole,cheuoi que/le orecchie d`udire
quali rofe/paigeuatefra leЛидса?pelle
l'altre donne, oime

ch` agran for@ reßaipreß, (ф legato in[ifatta maniera ‚ ch'io


nonfeppi negare a me mede/imo dwlerfatto uo/lro prigione . Or
\ torno a dire , che s'io haueßi pre/o animo 41 chieder rimedio del
`male ‚ haureiper auentura ritrouata tantapieta nel cuor uo/lro»
‘che quella тащит/Еве 14 piaga ‚ l’haurehlre anco rifana
_ta . Qiìforß direteaheß non mi daua il cuore di uenir nel uo@
/lro садит, 10 doueua almeno chiederßccorß col me@ di lette
-re ; ma io uifaccio fapere ‚ che piů uolte hoprouato di deporrein
`carta la`graue ßma de’ miei tormenti ‚ та [три con le la
grime , che copio/amente ui cadeuano fopra,fi leuaualafor
ma de' caratteri in maniera ‚ che [i come ad Mmorpiace. io
fm qui perpalprmene all'altra uita . Ma perche la mia dolen
4te anima alherga,già ha lungo tempo ‚ nel uoßro reale ‚ @gene
rofo cuore , io ui fupplico ‚ chem mercede delle lunghe pene, che
iper uoi ho tacendo amando ‚ @morendo infn' ad horajo/le
nute ,non mi neghiate almeno d'appre/jarla tto/ira hocca alla
mia ‚ (â con l{oaue [агар/‚2111541: др anima 41ßeo prima alher
go ‚ nel qua entrando ‚ chi :à З potrehheforfe conlauirtudi
qualche ßintilla del uo/lro fpirito , che con ф ßrcì congiun
to , dar ancora рот: ‚ (ty lena a que/le lan uide таты-4,0
ferharle ancora un poco di tempo alla feruitu uo/lra . Et quan
do pure, per uolonttì de’ cieli ,ella hahhia a difgiungerfi fenea
piu termine dall`infelice corpo ‚ 10 morro contento d`hauer cono

tu' ‚чти z. цдо‘
fiiuto col te/limoniodella ico/lia boccavil de/iderio , c'hdue/le del
la falute, @l della uita mia, onde conßcrandouiilietamente i
‘mieiam'oro/iaßetti, me n'anderö al mio camino con ”Зайца.
che uoi nel mio partire, direte con uoce-pietofa, @con qualche
„БИЛ: 'i'. .‘, 'I' l ‘ "lli ~‘

­ 2 Í :dlnim ch’albergo haue/li nelmio petto,


l ~ Habbi hor la sii nel ciel degno ricetto. _

Dique/lolaniento rifiro tutti, comepotetepen/are . Et dopoi la


Signora-beha con uoltopiaceuolegli rijpe/2 ,' S'io сотрет ‚ che
uoifo/le cofiuicinoallamorte , come[шато le uoßre dolenti para
le; io non mancherei di renderui con un bacio l`anima uoßra,
v.'lldapercheio mi raueggoahe que/la uo/lra infermità non ¿moi?
eale у io la uoglia ritenere ancora un poco di tempo pre/fo di me,per
mia-l oon/olatione .t Et [late di buona uoglia , che quando[ай
il tempo, io-non metterci indugio per non efjer tenuta micidiale,
'a darui il deßderatoßccorfo . Etfra tanto ri/lorateui di que/ia
buona fueran(a . Mllhora la шт uolgendo/ial Signor Her
colen- сА quel ch'io u'eggo, dimi , Voi hauete nel uoßro la
‘mento .accoppiata {идете una hi/ioria , (9° una fauola,per­
che nelle lodi , (9 пе i meriti della Signora Lelia dice/le il
uero ,..ma.di quelle paßioni , (уч di quei mar-tiri , che ha
uete raccontati, ß `ne dee credere o poco o nulla , bri/ocîgneeV­­
rebbefarnelafalcidia ­, o la trebellianica . :Anszi/‘pofe egli,
io mi perfuado con` pace uo/lra d’effere/iato uera'ce nel raccon
tar 'le mie pa/íioni ‚ [Y] bugiardo nel direi meriti della Signo'
ra-'Lelia .,’ Cdfpero, che que/lo mio detto non"rriifariïìp'erdœ_­
re la gratia fia. и cui il Signor Giouanni ,` Non acca
de, che temiate di perdere quel,che non hauete ancora acqui/1a '
~ . ieg-rieure; „a
'i‘­~n­
to; .Et la Reina [lueeicandoloftuitauia /iiggiu'nß~ ‚мрад
.ßoni dellamante, per quel ch’iocredo, fono cagionate da'ime
-riti dell'amata ; Se adunque fono i meriti , che hauete
‚ `11411 4114 Signora Lelia, falfe parimente fono .le uo/ìre paf
_poniI Et ‚до ‚ Haurete Signora , come credo , udito race ‘ f ­ `
......

contare , che dimandando .l’inuitifs"imo AImperatore. Carlo PGentil ed”_


io del Rè
@finto al fhriflianßimo Re Francefco delle Cittiì , cliegli dЕгипта.
haueuahnel До Regno , (ty [опора/й 4114 /ua corona, egli coe
'mincio da Lione , (участи fueceßiuamente nominando Oro
y_leans , @nano , Troia , r,Digione ,` Tours, Granohle .~, Ъ’огч
фалдд tutte l`alcre , /l/Ia hauendo cacciuto Tarigi, @s
idicendqli l' Imperatore , che haueua `/cord'iita ‘que/iteprincipal»
,Città ,egli ri/po/e, che haueua tacciuio rParigi ь” регсЬетойё
111140114 ‚ ma un mondo. щг/го фтрштпоие m-’h'iì'
fatto rauedere della hugia , ch'io ho detta della Signora Lelia, la
quale io non doueua porre nel numero delledonne , fi come
ci, poi chei ueramente ’Dea . Et s`ella e’ tale , come ui porrà
i: 11
marauiglia,ch`io fenta quefle pa/iioni.? (уч come non direte,y
che. fiano'aßai maggiori di quel, ch’io hahhia faputo ifprimß
re .P @ci la Kuna , Quantopiii rogione'retedi que/le paßiof-i
ni,tanto meno ß.' ne crederafzßfarete que/fo filo guadagno;l
che farete tenuto da noi per uno di quegli amanti, cheßtn-ek
no hen fngere , @far/i morti ‚ fäfepolti per amère». - .Toi che~~
totali amanti, la Signora Francefca , tengono le don*
neper cosi /ciocche , che hahhiano a credere que/le [Восста
(e, ifa loro il douere pagandoli di que/la moneta, @trattam
4011 dafciocchLMa il S Hercole,„Queßa e una hella ricompen
ß; , che dare/le ad un pouera amante , al quale dourehhe haßaro
una mprtefenea dargliene 4115 . y Et uerangente'il/intir la[га/510 i
2
_M_-.n_n
_Uw“AА
.__-d

‘ t. r ‘it к о
ne damore , e'l non truouar treden¿a quandofiracconta , e` dop
pia paßione ' e/Illhora il S Giouanni i Ioßimo, che come uot­
dite , riceua unagranferita colui,che dicendo la uerita non e` cre
duto , come auenne ad un pouer’ huomo , a cuifii ruhato ilporco.
Naudia pil Che сад fara que/la , dißë la Reina г El Sig. Giouanni , Vn
apolo
pouer' huomoß la/cio intendere con un[со compare, ch'igli uole
ua аттиком ilporco , ma cheglipareuaßrana cofa dhauer
ne a mandare quajila maggior parte a i parenti, (yr uicini/econ
do il co/lume . [o fin/¿gnero тлю/ё il compare ‚ c/Imma<{alo/e
cretamente, Wpoi injïngeti , che tifiafiato ruhato, WЛиг! que ›—_—_—_-м_-.

fla nuouaper tutta la terra,C9~ mo/lra nel tti/o d'hauerne la mag


gior colera del mondani che ogn’uno te’l creda , et te n`hahhia com
paßione . ’Tiacque a lui il configlio, (уч/Его propofe d'eßequirlo.
Ma il compare la notte uegnenteglie lo ruho da douero . Ora il ц..-
'V'._u-

mefchino uenuto ilgiorno , (уч trouatofimancare il porco , rima


fenome potete penfare, tutto pieno di marauiglia, W di dolo
re, W ufcito di “ф s’ahhatte nel compare,ngi di e, Tu fat'
hen compare, che in huonafe mie' /iato que/ia notte ruhato il
orco. Tu l'intendi бепычЛю/Е il compare , di pure co/ia tutti ‚
che ue/la e` la uia di ßtluar/i1­, W joggiungendo l'altro ‚идеог—
po elell'antichri/io, che mi e` fiato ruhato ; jegui pure dißì il
compare , (9i farai ßuiamente. Вел pote dire дуй} ilpoue
retto , che’l compare ßette _ßmpre ful lodarlo , onde egli ri
ma/ë altrettanto dolente di non hauer potuto far crederla ue _4.1.

то al compare, uanto del porco ruliato . САН/ют il Signor


Vefpafzano, Cosifanno a punto le donne , lequali in uece del
porco inuolano il cuore , W poi ßfanno life di chi ne ha ri
ceuuto il danno. Ma la Signora Francefca ha torto di non
uoler, cheji diafede agli amanti, iquali nonfannofngere quan:
_ YQ, i» .z иго; щ
do len uoleßêro, andquanto i'ilamanidicono eo/e lequaliin ap
4parolaшт: menodeleredihi ,et рифт ueri {март/ирга»
do il~prouerhio,la lingua corre doue ilde'teduole. Ma la di Дай; и...“ 4 ‘
dellemoßrano
y'ehe döne ¿taleahe
di nonnoneredono,etfipur credonofono cottjagaci,
credere. E'l Sig'. Guglielmo,­Tutto ciò ‚ che
hauete dettoyotrehheper ifpojitionediqueiuerfi delPoeta»
' Lago, сто ardu@altri non me`l crede,
y¿Yicrede ogn’h uomife nonßla colei, д
'Ch' e` finura ogn’altra,fiych’ioyolauonei. y ­ . ` ' i
Ella non par che’l creda ‚ ФЕ“? uede. '- »1' к т v "i,
'Se hora ‚foggiunfeilSigJ/efpafiano ,uogliamorieercar la cagie
Aneqier che le donnenon credano âgli amanti',proueremo, ch’ella
.i арт amore ,per фар .fiì hene, che ß'condo il uolgar detto» pmi.,
Юане e' amore,quiui e`fedeiehe felle amaßno,ßntiróhono den
tro la paßione, dalla qualejarehhono cqßrette di conftderare t (91
'di credere quella d'altrui .« Ma la 15‘ignora Francefia ‚ lo i ui di- TWP* "i
а. так.
. f'f0
то ‚SMV?
С!) buon<,che la troppafede
per Olimpiafe nonne'haue'ïe
ha` condotte
credutomolte a malparti'»
a quel " ‘°""'
traditor di “"
mal 'u l
коп-5.

îBirreno . v!cui egli , Olimpia amando #Birreriahebhe ragionel ’ ‚


'dicredere ,che fBirreno lefußefedele,@fece quel, che ragioneuol ‚ ‚
mente deefare ognlaltra donna-,ma gli col tradirlalfece quel,e'he `'
non ha ragioneme ha perсорит: difarealcun`altro amante ‚ on
de non»fha afarfondamento[Зри un°ej]empioflrauagante ‚
fuori della/oeömune. Et poi ricordateuiwhe Qirreno era uno di
queßi sharhatelli,che le däneyoeofauie s’indueono ad amarec5lo
»ro uergognamb' dammàiì ilSig.Gioui't'ni, ue/lo per certo e` l’er :mi zu.:
lrote dimolte donnedequali capriccioßmíte inuaghite della uißa ¿mi '
Adi q'ueßiрифт]?dannofcapqìratame'te nelle lor mani,{та cö
[iderarenhefonoртаdi1giiiielicioweli­fede Ct]di'fer'meqa; (y che
EE 3
и: ‘L'ÍÍJ .3. lita ‘
.tutto
мы cui il loro diletta ipo/lo
raccontinoper nellandar
uana Igloria lacercando qua -‚‚ (ф
leggieregça la jcrfo.i
e’l difhlonare

„_ 4 . д di qualche infelice donna ‚(95 per tema di non lafciar alcuna-mi


пинка a dietra,uiaggiungonoртpre un poco di piu.El .Signor
Guglielmo , [o ha po/lo mente così nelle @hieß come altroumhe _a.l_
..n I-„_____l__
alcuni di queßigiouinetti quandofi trouano nel tio/petto delledan
ne,diuengonopiu sfrenati dell`ufato ‚ procedono con la lingua, co'
Lgeßißtco mouimenti tanta licentioßtmente,@I c5 мымр—грив,
chelagli huominidifano intendimento riefcono odio/i, (у inß
portahili; Et con tutto ciòmolte danneßcompiacciono dell'mfo
len<a di to/ioro,(t7l`attrihuifcono a leggiadriawt perfinirla, t ma
ßranopiufauoreuoli a que/li,che a caloro,i qualifonopitì dt creci,
@più riferuati nelle attioni loro.Dunque,Soggiunfe il 6293“
nardinaman Khanna di cio a hiafimare i¿mani‚рота che cono
fcendo la uanità di quelle donne,an@fanciulle ,le pa[cono di ca
_­~ l ßfatteß'iocchegie.Ma ilSig.Hercale, Tuttele donne näfono ta
' ' e li, ФУ ha compreß apiù d'un/egno ‚ che alcune[Бадьи<guidiciofe
ahhhorrißono que/li ßirreni dal uolta li/ciofapídaahe in un'am
‘ то inflalrilenöpuafar radice un perfetto атоме: che da loro nö
Ё: mfr', t puit aßettar altroahe/i'ádaloat tradimйода/5:2 o hormai chia
“ы“ rauhe l'amoredegli sharhati tantodura quanto lodare de' nar
w'ci/i', @quello de`giouani piu maturi eßmile all'odorc delle rafa,
f il qual rimane nellefecchefoglieullhora la Reina, ’Pn/ioche ca
î‘fi/lamme uoi dite,farina/empre più лифт quelle d5ne,le quali
1figuardera'no et dalle rafaet-da i nani/¿perchecö que/ia nia/ari
l, к: .- - nojicure da ogni глядите: найдёт”! cui il S W/pafiana.
Torniamo purea direahe doue i атм-щади! e`fede,et дом/ага
que/lo amoreßähieuolequiui cellartîna tuttigl'ingtîni,et tradi
„ша-ш тш.&и il gaaalterůlferametejë lamorefuße/lato [cahiech
дуг: ш- в: т
lo,”бра”:ßato tradito ждёт/шато,“qúaloßcoño mirac#
'cötogiâ un Capitano Fräceßßßídoßacm/lato aduna[афиш
'mitre ella битами c5 un capuccio di tela in саро ‚ al quale era
иприта ип'ЬлЬиомЬеdefcidído infnoa terra la сорта tutta.
`"cominciò adaprile штаммами/атcheellafi‚по/17611:
и. «gli dim¿do Истца d'andarprima a ищете quel,chefaceße
la patrona, perpoferß фиат—е d: non eßërßpragiuma da ln“,
il айву:piacque , @ella артрит—[14{йюеуфтепф lafmt`
fopra cotta рег nö infarinarß le ue/li,etßuranaß2 шпата infn@
al uo ritornmcciocbe la patrona udzß' cötmouamente loßrepito
del êurattoal che {дБ/ё“ di êuonijïima uoglia,” «Праги d'of
fer to/ìo сбито авто deßderioJl/Ia olla caffe alla patrona dicen
:fold/'mite madöńa a ueder ‚со/170 mammalquale/1o {фриза
aóuratrare,p¢rrrouar „штатив dalle[ш тащат lapa
mma шарит,“ 10 rrouô inuolw »día арт corra, е: col ирис
no in capo', et col ouv-attofra lo manholí c c ne rifaoßfom, dota
решай pote` шил) Ьиоп- сбрадпомйе coja радара! algiorno col
tuo baratto?an qualiparole сшитаprzfïam¿te a terra шиш
dellajîoa uogognaßtcorfcperбати la[джем ualc con Гайка
della patronalxloerô dalla/loa colera.0r eccoui, сайт[3 ilCaua
Hwegl'a'ncöumiâi,cbe occorrono видно Гатоге nö ¿reciproomma
‚то le uolörà degli мы; fonocëformimeflanomome dice :l S.
Veßaßanofutte le dffdÍQe, nc`uicadaombra olißfpetoo» di bur
\ . .l . . _ _‘ . . . А tl '
1е‚пе d: tradxmm. Mala АКЦИИ: тертым по пяти pulpa тёще.“
«dalla moglie, quel ¿êtilbuommcloojìordádoßilßo/lato mcln'
на all'amore delleßrue. vín{i,dfßc il S.Giouânŕ,oglx merita ряй
facilmenteperdono,foi che auenc'do Гтт in cafa ё piů/amro, с:
mono/ŕädaloß di quel,clyéßlrelrůefuoridi сирым .5’.Frñcofca
Iddio mi dfmda daЛиде incötro, ma ¿oumlшеей) чтг alc
f EE 4
et: и"?! [Кр
eedatadomio marito/'aon'deliniocti/petto . che./êp'ra initiier-`L
ehi ', perche conque/loefjimpio mi darehließgno manife/lo di iii
ßimarminullaY , doue oyendofuori di caßißpuii ß'ufare , che ciì,
facelliper difagio della mia pre/inea . Ma il Вел-114141111.
Meno dee dijpiacere alla moglie que/lo errore 41caffe , percheello
hapiùfacilmodo di rimediaruiii.' vinci dißi il SigeHercoleqío
_meglio non rimediarui,perchecacciandonefuorilei,[i44 occaßo
ne a lui dandarla a cercar fuori'di при?di[coprire quel,tli`i`
[Бета , Egli/arehletroppo amaro calice,[Ширь Sig. Cite
rina,il herein cafafua laconiinouagelo/ia d'unaferita'.
- diße la Signora Lelia,rimediaruidaprineipio,¢'9i nonpigliarfet
uitii , chepoßi aggradireagliocchi delmarito . E'lSignor 010—
uanni,Sonoalcune di cötrariaopinione, cheßpigliaiio hella
tie, accio chemuouagli humori al„1411440 еЛер01 112ф111т.
-Et la ñanceß'a',.Ditefufanco, che[ela pigliate rutta, il
marito cerca occa/ione 'dilicentiarla . e ‘Ma nonЕрш} negarealn
molteuolteci tiriamoaddoß'o noi medefime que/ia uergognaaol
dar troppoadito alle di' dome/iiearficolmarito', (уч compet
Штифт?gli ueßanoinfinoallacamifcia ; onde non ¿maretti
glias'eglipreiidepoi occafionedifarci hauere ildanno, (edle lef
fe . Et perme non ueggo', chehahhiamo a ualeiy'id'altropitif
МЪЮ curorimedio perßeluarci, che`ltener läi-dalbecco l`herha, ttf"
difcoßarle/Éruedalmarito@ acco/larglicinoipi'ii che/ipuöpcf
` ' ‚ diuertirloniper non laßiaigleuenir'uogliadi que/ii. page'amori.
.62@ ri e ilSig. Giouaniii dieendo-,Àdiricorda , che mia moglie
per diuertirmidalgiuoco,quando
giorno di ~liorßi quei pochi danari,10 eragiouine', micauauaogni
ch`ella ut' ltruouaua, non «l
la[1141144o Bchefaceiamotroppohonore
i ' »'_Paìnti non qualche picciola moneta . ¿Madellefanttftlìf
aifquitori la Reina i

.‘\.` ¿i \l.
..
Q, 7 .l к, T о. _ nl
‘f' ­tol ragionar tanto d`e`faiti loro à Er non so come fiamo caduti
in que/lo propofito,pofcia cheprincipalmentefidifcorreua degli 9“
§15 fetti degli occhi . @della lingua. E1 Сaualiere ‚ loPruouo Si
“ ¿nora quantofia uero quel , chagrin/iёdetto ‚ che la lingua, @gli
occhi s'accardano трете nell'ißirimere Рифт interno ‚ рето
59 che oltre al canje/fami, con la lingua, clo` io non рот/1411711; de»
flo ‚ 10 con ermano anco 1 miei асс/11, nei quali mi potete uedere
fi il formo dipinto . Ист il Signor Giouanni , lo credeua, che do~
ue/Ie ri/uegliarui al fuono di que/li amoro i ragioria menti ‚ ma
l* io ueggo loora, che eglxha fatto т uoiquel, chafa il mouimento
della culla ne i lambim. El Caualiere, Veramente io non pruo- l
¿nl uo maggior contento , с12е'1 dormire[орт un Ьиоп letto, doue in
fieme col corpo io dcpongo laРта di tutti imiei ратей . Tutti
д” поп hannogià, пЛт/е 115Ш$е7мгс11пш „щадит ‚ ст 10 di
‚и moßro molto bene Г/третгоге :Augußo , 11 qualefldice, che ba Dimm»
q, nendo ungentilbuomo Ютапо lafciara alla тапер“: una no- в
„1 14111 fomma di deßiti, per cagione de qualiß uendeuano tutti i
„Ъ uoi Leni all'incanto ‚ commando ‚ cbeglifujjë comperato il let
i," to ‚мат il quale dormiua quelgentilliuomo dicendo che Лопата
7“ di dormirui quietameme [орт ‚ poi Cloe colui ui ранца ripoßre
con tanti deliti : E'l .5’ Hercole ‚ си!quel(гепатита i deli
ti concedeuano ilßmno , ma nongliel'liaureßêono già conceduto
P 1penjieri d'amore , da i qualiio mi[это così aggrauato, che le[nu
me del letto mi/onopungentiЛотек’у [egli altri fcaricanolaß ­
и ma de'рифт/фи 11 [то ‚ 10 uiPiglio quiux una/opraßma ‚ а)
‚ ш[го/11) ¿en dire colpoeta
l ’ Tutto'ldipiango,(ypoi la notte quando
? ”Румба” ripofoi mißri mortali
q . Trouomi in pianto , (9 raddoppiaßi mali t
ё ë f
9

L t tk к, а
‚мы s“ MllhorailSignorGuglielmoßhegliamantidormano Pocono»
:Cfàifcï êmarauiglia , percheoltrealleffir tenuti in continoueuigili'e da i
и Mmè Рифт ‚ de’ quali fidice', che la notte imadre, non pigliano anco
. джу- molto ciho, (у. e` сор: naturaleche chi Fati/cedel “шрифт: an
co delfonnoßndeper conto de'penfieriFruouano quanto-_lia uero
il detto delPoeta
Et duro campo-idi Battaglia illetto, -1
”ты“ Et ger conto del mmiareqiruouano ildetto del Boccaccio, chi
14/èra non cena ‚ tutta la notte [i dimena . Mala Signora Le
lia , Conßlateuisignor Нercole , che que/la notte i pen/ieri amo
го]? ui daranno poca noia;perche ‚ non m’inganno , hauete que
‚Нарта affai Ёеп:pafciuto il uo/iro corpo. терм ‚п: manco ne
farà ‚ /oggiunfe il Signor Hercole, perche ­(io uegghio ‚ ßn pr'in
del commune драл), s’i`o dormo,il/onno miPriua dc’fienfieri del
la mia donnafgicomepur dice-ilpoeta `
11 cor шт e
cÄquel dolcepenfier ‚ chen uita iltiene.
‘Perche Мутант? la Signora Francefcami dolete di quel che
iii' diletta г Егртйепт hramatefemprela notte,per poter piů
agiatamente ri/lorarui di que/9i uoßri dolci рифeri Р c/lhi 5i
gnora ‚туда/ё egliuonßdeîateuiprgo, che mentre il cuorefinodri'
[ce di que/li foauißimipen/ieri, il corpoßconßmantfe патио
re per la deliole{{a, che/eco portano lelunghe „так: .. [o nonß
pena ancora ‚ ат?! il Signor Giouanni', la cagione perche qu_e/ie'
х amantiprocuranodi dormire con le lor donne,ma hora mi тис!
¿to dalle uo/lre parole, che tengonoperfermo, checorieandofipref
fo di loro ‚ сеаёгеЬЬе l'occajione de'рифт ‚ (7 dormendo tutta
la notte, riceuerehhonola mercede delle lunghe loro uigilie . [Ъ ‚
то а di e la @ina ‚ miglio inßgnar al `S'ignor Hercole il modo di' troi-4
„Q V' .l К, Т Os iz z
uarripofò nel letto non meno allanimo», che al corpo»n thuale
dtßït egli г Eteffa , Eleggeteui una mogliehone/la ‚(д uirtuofa.
Ma il .Signor Hercole , se’l dormire con lamoglierecaße quel ri
POß »the #Oi diff, non leuerehhono alcuni mariti la notte da
lato alle mogli,quantunque helle ‚ perandar'a cauarenegli altrui
nidi . Et la Reina ‚ @ci mariti, che ciofanno tfono piuaddor
montati quandofono deßi , che quando dormono . Et la Jigno
ra Lelia c c/iuuertite apigliarla tale ‚ chenon hahhiate cagione di
leuarueledapprcfßpercercarne dell'altre . cà cuiil S Нer­"
cole, ella ‚затеи ej]er hella,(9« poi ancora darmi cagione di leua
re. Voi, И]? ella , non uipotretemai leuare da lei ,fr la pigliare
te hella ,-come io intendo ','cioê hella danimo ­, perche s.’ellafara ta
le ‚ non mancherà neiuoßri trauagli di confolarui ‚ {_'iyfipiglie-fh
rd tanta cura di'uoi ‚ сЬеЪЬцадё тпфаф'ет; дот
nendo fopra iЛюд occhi pajjeme la natteinrdolcc, @continuo
ripoß . :Acui il JigHerco'le', [lfattoßàritrauarla di coßfat- r f’ .i
мышца ; oltrea ciomi jpaitentaquel dettawhelc naar, ш ваги?
la пописал mno delpan,peiclìedefidrriamodiprouarle ¿Eid
quando шутgiunti ,'ci „тугими .Etla Keina,Chig'iim­i _L
ge allaшишками ё marauigliafeсемейном{altri/impec
che comincia a morire , ma chi giunge alle noe@ e` hen ragione
cheßrallegri,perchc ваттом itinereißla dar uitaaltrui . Et
¿gli~, [o „тещquqllarilolutione, по‘m'aßicuraßi ,y che`lprinс).
`o ,'e'lßne'del manimeniofitfferocongiunti ,iwi/‘Enea internal“
щитомот, che lamwii non appporta non duegiorni Едят:
piaceuolial marito ‚ l'unaquando eüaßfpoß ‚ l’altro quando.fin 32:35:55
terra . Ma la `Keinal, ‘Poco piacereœyrpocarnoleßia uidareh Miei»
,i
Le »la morte duna туи; che `non`htmeyievrpençi 'e'rmofciotal ш
il '-vrejîarpriuo di 'quellenelche lungamente; ft/ con {тягот
il Vial
.
.
. L 1 3 R, О v

halliate poßëduto ‚ o che dolore . Soggiunfeil .Signor Hercole


эдш errore ci дёрн? noia . quel., chepoßiamo correggere, ò que,
lo , acui non ¿riparo? и cui la KeinaJ'irreparaLile . Et egli,
¿Megliofia adunque ch'ioßia con que/io пептида dipoterlafsm
рге torre , clie dopo l'loaùerla tolta non .poterla rifiutare . Et ella,
ClJi[пугай moglie per configlio ‚ @7 non рег capriccio. non uomì
mai , quantunque poffa, rifiutarla . @ci s'interpo/e il Signor
Giouanni dicendo ‚ ‘Toi che’l Signor Hercole dulzita di nonfal
Пилата!!! им moglie Picciolamcciocloe batiendo manco mo
glie de gli altri ,faccia manco errore . :A que/lo foggiunfe ella.
opicciola ‚ ögrande cb'ella/îfid , mentre nonle manchi quella bel
lega d'animo ‚ chegiafi e`detto , haura uiml di prouocargli un -._ -—._.
_-*b.-onu

/on'notranquillm @egli amandola di_cuore la co/ìringerà afer


largle quellaÍfantafede ,onde dipende la principal conßlatione
_ del marito . :Änd ‚ diße il Signor Giouanni , зубрил dar al
imi? J' Hercole una moglie , della cuifedeltà non/ia molto ficuro,
he Не: accio cire/lando con que/loроса dijo/petto, egli »on/ileui la notte
¿n »t ~ и dalato aleiper cercarne dell'altre. Et la .Signora Caterina , s'egli
f n l т Миф con que/lo batticuore ‚ non dormirelße mai . vd cui il
.Y Guglielmo ‚ degli non делит, egli/entirelôe almeno quel,
che dice ilроем › ' ä

т . Öomeßmprefra due/iueggia, (гудение. e

L"tperci5,di/fe la Ханом France/ca ‚ Bifogna clieglifiri olua di


ricamßiarla шрам ‚ acciò che dormano атташе daccordo
con l'animo tranquillo .« Voi dite il ucro ь[жди/ё il Caualiere,
(lj/areélre in<grande errore il Signor Hercole ‚ s'eglipen/aße ‚ che
tutte le donne[идётßgliuole della paura , @l non/e ne иона]:
ro di quelle, alle quali non manca l’a/ìutia d'uôlriacarlafera il
maritome' manca l'ardire di leuargli/ila notted'appreßo, Ф ca
unifi
ж

_ ‚ дудка-а. _ и;
зщф'дцайЬа-штсврхдссдо‘,-. El Signo):Hermle, [o “мы!” ›
llßlceito дитяти di render al'marito come dice il Витей} m
“портретам . c/fouila Юта ‚ Voi n'ingannate,perclre di ЁЩ‘ЁЁЁ
qdanti t'orti le à il mammella non ne dee тат altra немела. ЁШЕ'ЗЁ :if
cließipplirecon l'lzone/la'ßaa жует oli [abilche le recherà tan :igual:
to maggiorglotjia .j [o/l-imoxd'iffe qui il óf¿guarGiouannimltecon 'f-l- '
“enga alla moglie dar al marito di аист/9231! uà cercando. Et
aplicando la Reina ‚ cloe non ёlecito alla шофере: alcunoacci- _
denteingannar il marito »gli dißedo aßèrmo Signora quel me
dtßmoalaeафиши noi, Cdudite come. Италии l'lllußrißi- igmîiv
mo Signor Federico Duca di Mantoua a diporto/¿pra un caual P
lo,il quale hor con[ат in aria , horcon carême, (уч loof con altri
mouimentifaceua marauiglioß Лишила a riguardanti ‚ (уч
particolarmente aol uno arießce ‚ il_quale uolgcndoß ad un [Ею
coynpagno forte, s’iofuß`ißpra quel canalla ‚ io <gli darei di
дяди/л: ita cercando ', ilche _adeudo il jDuca lo chiamòůygli dif
дам coßtfare/life tufußißpra que/lo caualloäldegli cöfranco
lanimo rißofe, lo dico Sig. cb'iogli darei di чист/п и a` cercädo,
‚тыс!!! cercherelle digittarmi a term@ io mi ui laßiereigit
tare. Cи?intendo.io ‚астме dellafar la moglieист/д ilmaricon
@feguena'o [Бот/24 opinione uoßmjon diparere, che s'egli cer
cad'ingannarla Ь ella balßiapatientia di,la ciarfìingannare ‚ neï
faccia altro rifentimento di ‘que/Ia . El Jig. Встаёт ‚ 'Di
qui poßiamo cono/2m, tbefefanno male quelle donne,clre tengo
noßiegliati i mariticon geloßafannomoliopeggio (‚млеющи
dildormentanocon äisßonore . Мат! Caualiere, Il Jig. Her
colei [шито tale, che nonfilafcieriì nè chiudere ,_ne` apriregli
occlri айда moglie piů di quel ‚ cbeß conuenga . Et egli ‚ :Ä me
yate, ставящей ancoil татами-Леша:дед/аопфд della та
ш i ‚ в ко _
I ‚ gli: 116612143 1145114 tutto quel, chegli lufognaper д01т11
l гi » dolcefannoiclůgli de/iclera; erclie fella non ёanco/aggia,etaccor
14‚сотесопи1епе‚111[08п4 cie l'infelice maritofe ne/ìia in comi
1. noue uigilie . (l)figli quel carico della caja , che tocchereßlie a lei.
даёт}: @ciil SigGiouinifPer certo ¿gra cordälio lalôatter/i111 una
:'Í’ ‘°‘"“' moglicfcioccala quale oltre al danno,che ne riceue in сад11 mari
“мы. а,“ tofa [101 anco[зри-fuori quel,cloe[1 dourelbe шельф dalogge#
шитые 10 di rideregcome colei,che uenendo 114 un mona/lere д1 cemfra
ti,a_quali 1144144fatto limofinayercbela raccömádaífero 4 ‘Die
con le loro orationiaorno in dimm@ difß loro ', Dicgracia nonFre
gate rDio per mio т4111о‚с1›е 14111014 nonтрет, cli'io .ui loaueßi
falta limo/ina. Е`1 `Signor. 3emardinoßggiunfe, che 1412101
с1ое<(4 delle donne e` tanto contagioß , che l'buomo conuer
ßndo con ф д1те11е fciocco. Ист 14 âgnora Lelia, Voi
andate raccontando le [Востоке де11е mogli, come fe 1111111
“твид? mariti fußi'ro [4111], (9* ualorofi; ma doureßepur raccordar
Щ-ссо- 1 ui ‚ che lierfera [1 п4114114 l'bißoria cli quel capi-one ‚ 111111111
fapenclo ancora metteifi un paio 011 cake , 1еfaceua tener al
la moglie con ‘amendue le mani `, (Ы poi driQQaroßpiedi/opra
illetco ji calaua giu cancun falco ne i lragonif. rPer miafi, е
uogliamo cercar lene traueremo,ß соте diceua colui, che er
14114 1'0с4‚с11е ui e`д4fareper'tum. c/lllhora il Jig. Veffia/iano,
Tutti que/li ragionamentinon uogliono inferiralim/e nö cheper
1111141 115`:gliercole 014 tutte lefue amoroßIpaßioniJe qualiil tí
gono in continoue iiigiließifognaji'a tuttici aßatticbiamo pertra
uargli una moglie bonфа, (171141010/4 ‚ 14 quale 1141114 411111111
frauocargli 11/onno.E’l Signor (Латыши luiprincipalmente
`91011111111/5111101711 eßer lialianoßt come дф‘е 14 KeinaìEt egli
топим ß/iiol dire ‚ che 111111 1е 114110111fmalnßono diuerfamente il dola
Q ì.' u! Kg T О. ‚ 7 az4
iu reJl Tedefco ilhee ‚ il Francefe il canta, lofpagnuolo ilpiange, @l
¿u l'Italiano>ildorme. Veramente,/oggiunßt il Signor Vefpaßano.
.il 10pruouo che’l[1440 apportagrande alleuiamento a i 401111144—
à; fieri, ф congiudicio el chiamato parente della тапера/114411434 ‚от ‚м
tanto ­facce/ia a fuoi eßetti. ‘Da que/ieparoleparue alla Reina ILM“"‘°'
¿già di comprendere,ch’egli hauej]e uoglia di ritirarfi,ond`ella coßdi/l um” ¿d
{11 ß 1 Non fi rechi alcun di uoi a marauiglia. ch'io dica, che troppo l* ad“
¿à hrieue,et troppo lungo mißaparuto il tempoiche hahhiamo paßa
’mj to in que/la piaceuole conuerßtione ‚ perche dell'uno e' cagione , il
fm' foaue ciho,che[enga poterРита-141 hopre/o da i uo/lri dolci, (91
. „i uirtuofiragionamenti; dell`altro n’e` cagione il deßderio ‚ ch`io ha
iq ueua di deporre que/lo honorato peßißtto il quale mi ferito oppref
11 la da e/lrema uergqgnamnde io lo depongo con mio infinito piace
>fili te. Et poi che nellegrandi ‚ с’уч malageuoli impre/e il buon uolcre
Vlg, dee haßareao iiiprego.che in uece di quegließettiuhe non ui ho po
im tuti/coprimprendiate in grado quei chiari fegni di 4010414 ‚ che
à m’hauete letti nellafronte. ’Domaniajira io uerrâ 4 401 14 rafa
l del S Caualier'e, moltopiu lieta allhora d`uliidirui, di quel 111
:nl . . . . _.
.nq 10fiaßata hora di commandarui. Еtfra tantoprendo da uoi lice
‘Jg (aida Dio ui raccommando -. «Äqueße parole oyendo/i leua
y*1 ti tutti in piedi perpartir/i‚ Voi ignora ‚ dilleil Signor Gio _ Erlaß“
.
‚ »anni ‚ haue/le afjlai miglior gratta nel darci 441/141111140 di
Г‘ quel ‚ che 114411”? 44 certo fpoß noßro aefano , ilquale per
la uenuta della Йод, fece la fera una e/ia in сад fia ­, ma
perche 14fefla duraua piu lungamente di quel ‚ che haurehhe uo
1, luto, /Ídiliherò di trouar modo di licentiar la hrigata ‚ onde
i fece metter al fuoco in quella mede/ima ßanea un paruolo
F: d'acqua, (9i co/i to/lo come l`acqua fu calda gridòforte, Chi
101 bè ff“ f" 111 fe 111146 251294114“? 11141 i 111:
«4*- . а! 'If- l 1_0 1
di‚ феи: que/iofcrmonefece ramperlafe/Ía; .Quì finì i'ch
uit» , ф atti/ilu» l'altroidelitihonori ,Waugurandcß la lut ~
nanatte,eia]cunojiт1о”? alдо albergo. `
. - с л V. ‘Parmiltora Signor e/innihale , che'l fine delle uo
/lre paroleni'hahhia rotto un dolce , (orpiaceuolejonn o , nelqua
le l'animamia era tuttaintentaagoderfid'una то” heatitu
dine . Et ¿pur uero,che “зон de'piacerifanohricui,(уч che que
)Yo iunconuito , chenodrijce , @mai non д atia . Et uengofrt
ene mede/imoconfiderandoahe ipiaceri'de a mu/îca , dellefe/le,
`clellegio/ire, delle comedie , @ltuttigli altrigiuochi, (длинами
frana nulla,rifpettoalla gioia, che[ifente nella conuerßitionede'
gentiliлит: . Et m’imagino , chefl Sig. Vefpafiano «come uir
tuo/o rPrencípe ßimiaßaipiii que/la maniera di uita , che tutti
gli /lati, Cd tutte le J'ignorie del mondo `ami mi dit a credere,
che paragonandoi Ragni ‚ {2731’1трг71 falla ciuil .conuerßtir
ne , egli dwaregiquellifyi amiqueßagperchefra quelligiaccagui
ß dunferpe tra i[отпил ueleno , che conßima i cuori , li tiene
in contineuoß/petto-,doue in que/la e`ripo/ia,come lanima „от
po,una henfondata , оу .tranquilla allegrega , la quale[cacciati
do ogni tri/lo penfiero `confirmado*prolunga mirahtlmente la ui
ta . Hora io mi raueggo, che non eranoperfetti i„фи ragiona
menti ,delle tre giornate antecedenti , non uifiaggiungeuano
quefli dhoggi ',gpercheceme quelli contengonoi precetti della ci
нефти: ‚ così que/li.metttendonegranparte in prattica,m`han
no rapprefzntata la uera forma della conuerfatiane , di che mi
chiamocontento.. '-0ndeg/jlwdomi Á@iäliato delle mie antiche,
alfe opinioni, mi truoua hora , la macina/ira , riformato,
et me #andere al miouiaggio con Лап-Еда ditornarmcne toßod
Шива/гит! con l'opere-qua nto io ui honori con l'animo, ёжит
Q V л 1L т 0. _ a zg
to uifia oliligato. „f NN. Mipiacegrandemente ‚ сЬе non 1246—
lriate riceuuto manco<gu/lo nell'udire di quel ‚ cb'io liallriafatto
nel raccontareißicce/Íi di рифа conuito ‚ il quale e` ueramente
il/uggello di tutti i no/iri pa/jati di/cor/i, @ßraddoppia ilmio
piacere intendendo ‚ clic uißate contentato di fpogliarui l'ofcuro
manto dellaßlitudine,@pigliar la candida ueße della conuer/a
tione ‚ il che io attriluifco più al perfetto giudicio uoßro ‚ che a
miei imperfetti ragionamenti. Ma que/li duepiaceri, (уч mil
lealtri трете non uagliono il dolore ‚ elfio fente della partenza 4
uoßrada qualepogo ben dire ‚ clienti lafcia in -folitudine . CJ if.
[o non ui lafcierôgicì del' {чтим/411114414: ‚ рек/м durante la
mia aj]enкаштана alcuna uolta a ragionar con uoi le mie lette
re ‚ lequali uiporteranno auanti ritratto del Caualier Guaçgp
tutto uo/ìro . Etmipramtto dallaмифам/11441): uoi lo mi
rerete con occliiogratioß, @non :degnereteŕnel mede/imo modo
di rgionareßg` conuerßir m/eco . „щи. 'lo/on certo,clie que
/io mio , an@ uo/lro cuore non oßerrelle lungamente il digiuno
della uo/ìra preßnQa ,fe no’l occorre/2e talhora col[близ cilo del
le uo/ire lettere,in camßio delle quali baurete le mie,[Еlen ui tro
ucrete pocogufi@ слг. S'io non „снабди/10 in quelle i
non lo trouero anco nel nettare . 7L"t quì affettuo
famente alôracciandoui 4 ‘Dio ui lafcio .
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